Il Brivido Sportivo n. 46 del 21/12/2012 by SPORTMEDIA GROUP

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anno

86 - n.46 - Venerdi 21 dicembre 2012

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Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012 DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE

L’editoriale di Alessandro Rialti

è davvero una Fiorentina in marcia per l’Europa

Per Della Valle e i suoi un Natale senza carbone

siamo un termine del passato e chiamiamola la marcia per l’Europa. La Fiorentina sia in campionato che in Coppa Italia sta davvero tenendo un ritmo molto sostenuto per riuscire a raggiungere l’obiettivo fissato la scorsa estate. In campionato, dopo il colpo subito a Roma contro i giallorossi di Zeman, gli uomini di Vincenzo Montella hanno saputo reagire sul terreno fisico e della tenuta psicologica. Chi temeva che la Fiorentina potesse subire un contraccolpo dopo quel passo falso (comunque onorato sul piano del gioco) ha dovuto ricredersi. I viola hanno vinto bene il derby con il Siena, hanno fatto debuttare un portiere che anche in Coppa successivamente ha mostrato di avere le credenziali da autentico numero uno, hanno restituito al campo l’uomo migliore, Jovetic, e hanno continuato a sorprendere tutti la forza morale e l’abitudine al gol di Luca Toni. Quella vittoria è servita Segue in ultima

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Haris Seferovic e l’occasione persa H

aris Seferovic diventerà un buon attaccante o un grande attaccante, l’impressione è che dipenda quasi tutto da lui. Montella lo sta seguendo con molta attenzione e lo fa crescere un po’ per volta. Quattro anni fa, quando ancora allenava la Fiorentina, Cesare Prandelli disse che Babacar, se avesse avuto una solida resistenza mentale, se avesse proseguito nel suo percorso di crescita, sarebbe diventato uno dei più grandi giocatori del secondo decennio del terzo millennio. Babacar per ora si è fermato, quasi fregandosene del pronostico di un uomo di calcio come l’attuale ct. Volendo, possiamo fare un esempio ancora più importante, quello di Mario Balotelli, fermo ad un talento che a volte si vede e più spesso resta taciuto. Prandelli gli disse: “Quando il calciatore prenderà il sopravvento sul personaggio, sarai il vero Balotelli”. Altro suggerimento per ora disatteso. Queste due storie devono servire a Seferovic per andare oltre se stesso, oltre il compitino del bravo attaccante. Non solo, servano al ventenne nazionale svizzero, per capire che non tutto è ammesso a un giocatore professionista, soprattutto quan-

do è nel momento decisivo della carriera, nell’attimo della svolta. La storia della patente ritirata non è una storia incoraggiante. Lui sa che a Udine avrà la possibilità di giocare, sa che la squadra ha bisogno di lui e alle una e mezzo di notte, o peggio an-

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cora alle 4 di mattina, deve essere a letto. Punto e basta. A Udine la sua partita non è stata per niente entusiasmante. Avrebbe dovuto giocare di più, correre di più, lottare di più. Hai vent’anni, benedetto ragazzo, devi sprigionare energie da tutti i pori. Invece

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correva Borja Valero, correva Mati Fernandez, persino Ljajic, che non ha il fisico del giovane collega d’attacco, aiutava di più la squadra. Adesso Seferovic tornerà in panchina a meditare sull’occasione (e la patente) persa.

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4 promossi o bocciati

Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012

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24 O SU 2RE 4!

Il 2013 è ormai alle porte: è tempo di bilanci e pagelle. Ecco i promossi e i bocciati di casa viola

Dalle stalle alle stelle: 2012, un anno doubleface per la Fiorentina di Michela LAnza

l 2012 è stato un anno assolutamente dalla doppia faccia per quanto riguarda la Fiorentina. I primi mesi dell’anno che sta per concludersi sono stati letteralmente angoscianti, deprimenti, senz’anima. Poi è arrivata l’estate e con essa un nuovo sole sulla Firenze calcistica. Un nuovo ciclo, una nuova era, quella della rinascita. Della nuova Fiorentina targata ancora Della Valle. Il patron Andrea è sceso nuovamente in campo (ma non come l’ex premier Berlusconi, anzi a tal proposito siamo certi che Matteo Renzi non avrebbe nessuna intenzione di rottamare Della Valle, ma addirittura di sostenerlo…) con la voglia matta di rimettersi in gioco per se stesso e per Firenze, ma soprattutto con la convinzione di riportare ad alti livelli i colori viola. TUTTI BOCCIATI FINO A GIUGNO. E allora quando viene chiesto di fare un’analisi del 2012

non è possibile non dividere l’annata in due tronconi. Perché nella prima metà dell’anno, da gennaio a giugno, c’è stato ben poco da salvare. E pochi intimi hanno meritato la sufficienza. Partiamo proprio dalla squadra che ha rischiato di retrocedere, quella che si è salvata alla penultima giornata di campionato andando a vincere a Lecce con il solo Alessio Cerci di punta e Vincenzo Guerini in panchina. Della Fiorentina di inizio anno, quella della stagione 2011-12, non c’è quasi nessun promosso. Tutti bocciati. Bocciati in chiave mercato perché non sono state allontanate le ‘mele marce’. Bocciati ai piani alti perché la vicenda Montolivo è stata gestita malissimo da tutte le componenti (società, giocatore, entourage). Bocciati perché la squadra non è mai stata un gruppo, ma un insieme di uomini (o ragazzi…) che non vedevano l’ora che suonasse la campanella per ‘scappare’ dalla classe e andare a divertirsi

con i propri simili e a fare (spesso) le ore piccole (magari ribaltandosi con le auto). Bocciati perché lo spogliatoio era diviso, anzi sfilacciato. Bocciati perché non c’era né stima né rispetto tra compagni.

sa. Bocciati pure perché, qualunque cosa sia stata detta o fatta, non è possibile perdere le staffe e dare ‘spettacolo’ davanti alle telecamere con risse e pugni (vero Delio?). E infine bocciati perché

Bocciati perché talvolta qualcuno ha scelto di non scendere in campo pur di non fare figuracce piuttosto che dare un sostanziale aiuto alla cau-

è stato deprimente essere costretti a vedere la squadra viola lottare nei bassifondi della classifica per raggiungere una salvezza clamorosa. Per

tutta questa serie di motivi, quasi nessuno può e deve essere salvato della Fiorentina dei primi mesi del 2012. Neppure Behrami, il guerriero del centrocampo che, però, non ha sempre tenuto comportamenti ineccepibili, come quando non ha perso tempo per infangare il nome del ‘suo’ unico colpevole (Corvino) non appena a quest’ultimo era stato dato il ben servito dalla società viola. E neanche ha perso tempo a gioire per il passaggio al Napoli: “La migliore squadra nella quale abbia mai giocato”, ha dichiarato. Solo 4 nomi su tutti meritano il famoso 6 politico nonostante tutto: Andrea Della Valle, Vincenzo Guerini, Manuel Pasqual e Stevan Jovetic, ognuno per motivi diversi. Il primo, come detto, perché è sempre stato vicino alla squadra, ha ingoiato bocconi amari (come tutti i tifosi della Fiorentina) e poi invece che lasciare ha raddoppiato e rilanciato. Il secondo perché ha dimostrato di essere un uomo

sul quale poter contare sempre, il personaggio giusto al momento giusto, colui che ci ha spesso messo la faccia davanti alla gente predicando anche pazienza ma allo stesso tempo ‘pizzicando’ dove necessario, e colui che addirittura ha detto sì al ‘sacrificio’ di tornare a sedersi sulla panchina viola quando gli è stato chiesto di farlo. Meritevole della sufficienza anche il neo capitano, perché non si è mai nascosto, ha sempre detto quello che pensava. Nel bene e nel male. Ed ha sempre lavorato sodo. Sempre. Infine JoJo: da lui tutti si aspettavano (e si aspettano) sempre qualcosa di più, ancora di più. Ma dopo essere stato ai box per un anno intero, chissà dove sarebbe adesso la Fiorentina senza i suoi 14 gol! PROMOZIONE A PIENI VOTI. Ma se nei primi mesi del 2012 tutto è da dimenticare e da archiviare, la nuova era è tutta da promuovere, con solamente un paio di ‘crediti’ da portare nel 2013: Emiliano Viviano e Mati

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TUTTO SUL CALCIO A 5 Fernandez, ovvero due giocatori dai quali tutti (allenatore in primis) si aspettavano (e si aspettano) molto ma che ancora non sono riusciti a dimostrare appieno le loro indubbie qualità tecniche. Ma, senza voler trovare il pelo nell’uovo, nessun ‘alunno’ ha tradito e chiunque ha svolto il suo ruolo con dedizione raggiungendo brillanti obiettivi. Il primo della classe è ancora il patron viola Andrea Della Valle: se oggi Firenze è tornata a sorridere ed emozionarsi allo stadio è merito di chi non ha mai voluto mollare l’osso. È merito appunto di ADV che anche quando sembrava lontanissimo dai colori viola e dalla tribuna d’onore, in realtà era più che mai vicino. Ferito, ma vicino. Se per Della Valle il voto appropriato è 9 (può essere confermato e migliorato nel secondo quadrimestre: staremo a vedere), non sono stati da meno gli uomini che lui ha scelto per rifondare la sua Fiorentina: Macia, Pradè e Montella. I primi due sembrano una coppia ormai già super affiatata e fin dal loro primo giorno in riva all’Arno hanno scandagliato il mercato con attenzione cercando di dare al loro allenatore il materiale tecnico e umano del quale aveva bisogno (e che aveva chiesto) per formare una

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squadra che fosse in grado di centrare in poco tempo il primo obiettivo richiesto a Montella dalla società: riportare entusiasmo. E con operazioni di mercato eccellenti (alcune quasi eroiche) sono riusciti nell’intento lavorando alla grande nel mercato estivo, così come (siamo certi) proveranno a fare nel prossimo mercato di riparazione (anche se c’è ben poco da ‘riparare’ in questa Fiorentina). Altro elemento da voto altissimo, da 9 in pagella, è senza dubbio Vincenzo Montella (e il suo staff): l’Aeroplanino ha il merito di essere arrivato a Firenze senza fare promesse impossibili da mantenere, lavorando senza mai regalare colpi di scena con parole a effetto, ma solo elargendo emozioni grazie ad una squadra che ha saputo in pochissimo tempo diventare la ‘più bella d’Italia’. Insomma, il tecnico napoletano ha il merito di aver restituito anima e cuore ad una squadra (la Fiorentina) e ad una città (Firenze) che si erano spente e afflosciate nella desolazione del grigiore e della pochezza dei mesi precedenti al suo arrivo. Ha restituito nei cuori della gente la felicità nel tornare allo stadio a vedere GIOCARE a calcio. E ha donato nuova passione. TENORI DI UNA GRANDE FIORENTI-

NA. Se patron, dirigenti e allenatore sono da 9 in pagella alla fine del primo quadrimestre, non sono da meno i tenori che hanno stupito, meravigliato e incantato con giocate e gol. In primis un plauso e un bell’8 in pagella a Luca Toni, centravanti dato per finito, arrivato a Firenze per ritagliarsi piccoli spazi e finito per tornare ad essere protagonista come lo fu un tempo. Le sue 6 reti segnate in 13 presenze, condite da entusiasmo e voglia di allenarsi e lavorare per stupire ancora, non possono che candidarlo a ‘giocatore dell’anno viola’. Ma se Toni ha strabiliato, non è possibile non pensare a quanto stanno facendo Borja Valero e David Pizarro: il primo, arrivato tra lo scetticismo generale dopo una retrocessione col Villareal, è il giocatore che Montella ha utilizzato di più. La sua presenza in campo si fa sempre, inevitabilmente, sentire. Fosse solo per la sua dinamicità o anche per l’aver realizzato due gol belli e pesanti (come quello di mercoledì a Udine che è valso il passaggio ai quarti di Coppa Italia) e già confezionato 7 assist; il secondo, fatto scendere dall’aereo col quale stava per tornare in Cile, ha semplicemente fatto sua la Fiorentina. Adesso il centrocampista ex

promossi o bocciati Roma (sempre più tartassato dagli arbitri con 10 gialli in 13 presenze che puzzano un po’ di bruciato) è semplicemente insostituibile, indispensabile. A ruota, subito dopo i tre tenori viola, impossibile non menzionare Gonzalo Rodriguez, Facundo Roncaglia, Alberto Aquilani, Stevan Savic, Manuel Pasqual, Guillermo Cuadrado, Stevan Jovetic, Adem Ljajic, Mounir El Hamdaoui… e via via tutti gli altri. La Fiorentina, oggi, (quella della seconda metà del 2012, quella ripulita dalle ‘mele marce’ e da ogni peccato) non dipende da nessuno. Non c’è un leader unico del gruppo. Non c’è uno che conta più degli altri (se non il gioco che esprime e, ovviamente, il tecnico Montella). E allora, visto che tutti sono stati importanti in questa seconda metà del 2012 (o prima metà di campionato) è doveroso fare gli auguri a tutta la società: dal patron fino ai magazzinieri, passando per staff dirigenziale, tecnico, medico e squadra. A tutti, veramente, il Brivido Sportivo augura un felice Natale. E che il 2013 possa portare a tutti ancora grandi, grandissime soddisfazioni tutte viola. Per migliorare. Per migliorarci. Per divertirci… Tanti auguri Fiorentina!

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stagione viola

TUTTO SULLA GINNASTICA

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Aspettando l’ultima gara del 2012, i viola sono protagonisti sia in campionato che in Coppa Italia di Michela LAnza

he bellezza ragazzi! Siamo arrivati quasi al giro di boa di campionato e stagione e la Fiorentina si sta confermando su altissimi livelli, anche in Coppa Italia, dimostrando di avere quella mentalità vincente della quale tanto è stata orfana negli anni passati, anche quelli apparentemente vincenti. La squadra di Montella vuole chiudere in bellezza (o col botto) il 2012, per questo prima di fare bilanci sarebbe giusto aspettare di vedere quel che accadrà domani al Barbera di Palermo, contro Miccoli & Co. Ma indipendentemente dal risultato che i viola riusciranno a portar via dalla Sicilia, la certezza assoluta è che la Fiorentina è in corsa per tutto: sia per un posto in Champions League in campionato, sia per una vittoria in Coppa Italia. Ma andiamo con ordine e diamo spazio ai numeri. I NUMERI DEL CAMPIONATO VIOLA. La Fiorentina, dopo la bella vittoria contro il Siena che ha portato alla ribalta delle cronache sportive la fantastica doppietta di Toni e quel momento eccezionale ed emozionante che è stato il calcio di rigore battuto e realizzato da Pizarro scoppiato poi in lacrime dalla commozione nel ricordo della sorella, ha momentaneamente collezionato in classifica 32 punti. Il che significa essere attualmente a soli 2 punti dal secondo posto occupato dall’Inter di Stramac-

è una fiorentina piglia-tutto,

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cioni (34). Per questo i Montella Boys possono sognare un piazzamento in Champions, addirittura puntando a quella collocazione che le garantirebbe il passaggio diretto, senza bisogno di ‘perdere tempo’ nei preliminari. Tutto questo in virtù del fatto che la squadra non può altro che migliorare il suo cammino, già fin qui più che soddisfacente. Nel girone di andata Montella ha dovuto spesso fare a meno di Jovetic (5 partite), Aquilani (7 partite), Pizarro (4 partite) e, a turno, di altri giocatori importanti. IN ALTO NON A CASO. Nonostante tutto la squadra ha avuto solo un lieve calo, non fisico ma di risultati, in casa contro la Sampdoria e a Roma contro i giallorossi di Zeman, dove però gli errori del portiere (oltre alle assenze di Pizarro e Jovetic) hanno fatto la differenza. Per questo, in virtù del rientro di Jovetic (ancora lontanissimo dalla migliore condizione, ma c’è tempo per aspettarlo), in attesa della migliore condizione fisica di Aquilani e nella speranza che il mercato possa dare un’ulteriore mano ai viola, la Fiorentina ha tutte le prerogative per fare addirittura meglio di quanto fatto fino ad ora. Non dimenticando, però, che nessuna squadra ha fatto vedere un gioco migliore di quello dei viola e che ad oggi la Fiorentina è la seconda squadra ad aver

perso il minor numero di partite (3): meglio ha fatto solo la Juventus che ha perduto solamente 2 gare, andandoci vicina però pure a Firenze. Non solo: i viola hanno la 4° miglior difesa del campionato (19 i gol subiti) dietro a Juve (10), Napoli (17), Inter e Lazio (18) e, a dispetto di tutti coloro che invocano attaccanti di razza da 20-25 gol a stagione, il terzo miglior attacco del campionato (33 i gol fatti), dietro ancora ai bianconeri di Conte (36 reti fatte) e alla Roma di Zeman (35). Insomma la Fiorentina di Montella è nei piani alti della classifica non certo a caso. Ed essendo la sola, lassù, insieme alla Roma a non avere impegni europei, potrebbe essere un pizzico avvantaggiata in campionato rispetto a Inter, Lazio e Napoli. Ci sono ancora da giocare 21 partite (2 del girone di andata e 19 del girone di ritorno): mantenendo la media attuale di 1,88 punti a partita (appena diminuita a causa dei due pareggi contro Torino e Samp e della sconfitta all’Olimpico), la Fiorentina dovrebbe arrivare a fine stagione con circa 71-72 punti in classifica. Il che vorrebbe dire Europa certa. Insomma il cammino in campionato fino ad oggi è stato eccelso, con picchi di esaltazione nelle partite contro Juventus e Milan. Contro i bianconeri al Franchi gli uomini di Montella

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Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012

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un po’ spagnola e un po’ scugnizza hanno perfino sfiorato la perfezione (è mancato solo il gol e quel calcio di rigore negato a Pasqual…). Contro i rossoneri a Milano, invece, hanno fatto paura per la padronanza e la personalità con le quali sono scesi in campo alla Scala del Calcio imponendo gioco e risultato. LA COPPA ITALIA. Se in campionato l’obiettivo è l’Europa (con l’asticella che si alza e si abbassa da Europa League a Champions a seconda del momento), per quanto riguarda la Coppa Italia l’obiettivo è vincere. E la partita contro l’Udinese non può che confermare questa tesi per come è stata giocata, per l’impegno che i ragazzi viola ci hanno messo fino al 90° anche quando il fiato e le gambe non rispondevano più. È stata una ‘guerra’ al Friuli contro una signora Udinese che teneva al passaggio del turno tanto quanto ci tenevano Borja Valero & Co. Una partita vera, sentita, maschia, combattuta dal primo al novantesimo. E il fatto di aver toccato con mano la capacità di sofferenza del gruppo è ancor più sintomo di mentalità vincente. La partita non era facile. Per niente. Ma i viola hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, hanno rinunciato a Pizarro (che ha accusato un problema alla schiena nel riscaldamento), hanno supportato un Mati Fernandez volen-

terosissimo che ha giocato per quasi tutta la gara menomato da un colpo al naso ricevuto da Fabbrini e che, oltre ad avergli fatto perdere del sangue, gli ha fatto gonfiare naso e bocca. E poi hanno ‘sopportato’ Jovetic

bisognoso di minutaggio nelle gambe ma ancora troppo lontano dall’essere al top per incidere. Alcuni sono stati addirittura encomiabili, come per esempio il capitano Pasqual arrivato quasi al novantesimo in area

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avversaria, ma troppo stanco per poter far male. Stremato, ma fondamentale come sempre. E poi un applauso a Ljajic, a Seferovic, a tutti. Sì, perché tutti insieme hanno sofferto e hanno portato a termine con determinazione un passaggio del turno importante perché la Coppa Italia è pur sempre un trofeo da sperare di far tornare a luccicare nella sala dei trofei viola e perché è un’ulteriore via d’accesso per arrivare in Europa. Niente deve essere lasciato al caso e niente deve essere mollato: tutti gli obiettivi sono importanti. Solo chi ha la mentalità vincente lo pensa e non lascia briciole neanche quando è sazio. L’esempio più calzante è stato Mourinho, ma il ‘nostro’ Montella non crediate sia più clemente. Vincenzino ama vincere. Ha lo sguardo furbo di chi lo sa fare, di chi sa come perseguire trionfi e affermazioni. E poi sa anche su quali uomini puntare. L’UOMO OVUNQUE. E tra i tanti nomi che potremmo fare (da Pizarro a Gonzalo Rogriguez, da Toni a Cuadrado, da Jovetic ad Aquilani, etc) ce n’è uno che è il simbolo di questa Fiorentina per eleganza ed efficacia: Borja Valero. È lui l’uomo sul quale Montella punta con una puntualità di un orologio svizzero. È lui l’uomo ovunque sul terreno di gioco (difesa, centrocampo e attacco,

lo vedi spuntare in ogni reparto, in ogni mattonella di campo) e anche l’uomo ovunque in termini di presenze. Infatti ad oggi un solo giocatore della rosa viola ha giocato tutte le partite di campionato e Coppa Italia. Ed è proprio lui, lo spagnolo che ha personalità, esperienza, piedi e testa e che da quando veste la maglia della Fiorentina ha già totalizzato 20 presenze (17 in campionato e 3 in Coppa Italia), 1.788 minuti giocati, 2 gol fatti, 7 assist vincenti serviti e 1 sola ammonizione rimediata. Unico, incredibile. È – e non può essere altrimenti – l’emblema di questa squadra che non molla mai, che lotta sempre ma che, al contempo, vuole pure essere bella, affascinante e tecnicamente perfetta. Sì, la Fiorentina di Montella (tecnico che per adesso ha collezionato 20 panchine in viola, 12 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte) rispecchia in pieno il suo cavaliere spagnolo. Sinuosa, morbida e aggraziata come una dea, ma anche grintosa, combattiva, energica e determinata come un guerriero. La potremmo definire una Fiorentina un po’ spagnola e un po’ scugnizza. E allora, che i Maya aspettassero a far finire il mondo e che posticipassero la loro predizione: sarebbe un peccato non vedere più questa Viola. E quindi… ¡ Vamos Fiorentina, vamos!

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10 successi in casa dei siciliani in 25 confronti

Fiorentina a Palermo, tradizione favorevole di Ruben lopes pegna

splendido e pienamente a tradizione è fa- meritato. I viola giocano vorevole. Delle 25 con il piglio della granpartite di serie de squadra e con noteA giocate a Palermo la vole autorità. In svanFiorentina, infatti, ne taggio per due volte non ha vinte 10 a fronte di si arrendono mai, anche quando tutto sembra 8 sconfitte (2-0 nello volgere al peggio. Al scorso campionato) e 7 70’, infatti, sono ancora pareggi. L’ultimo sucsotto di un gol. E’ una cesso ottenuto al Barbepartita davvero bella ra risale al 13 febbraio quella del Barbera. I si2011 nell’incontro di- ciliani vanno in gol con sputato alle 12.30. Ed è Pastore dopo 7 minuti. un risultato quello a suo Gilardino, però, paregmodo storico. Infatti, gia al 36’. Nella ripresa dopo diciotto gare sen- al 3’ Nocerino riporta in za vittoria e dopo undi- vantaggio la formazione ci mesi esatti la Fioren- di Delio Rossi. La Fiotina, quel giorno, torna rentina attacca ma non a conquistare i tre punti riesce a segnare. Poi nei in trasferta. Non succe- venti minuti finali i viodeva dal 13 marzo del la riescono a ribaltare 2010, quando si impose, il risultato, realizzananche allora in rimonta, do ben tre reti. Segno per 3-1 al San Paolo con di forza questo per la il Napoli. L’allenatore squadra di Mihajlovic. viola era allora Cesare Il tecnico serbo ha granPrandelli. Al Barbera dissimi meriti in questo così Sinisa Mihajlovic successo, perché manda ottiene Ela 2,00sua prima in campo una formaziovittoria in trasferta da ne diversa rispetto a 1,00 sulla pan- quella che quando Esiede DA aveva pareg, CAL(soffrendo A N O U china gigliata. Il succesgiato però) .B .. O! la settimana aBIT Parma so edigenuini. Palermo per 4-2 èe SU gredienti semplici

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precedente. Rivoluziona il centrocampo schierandolo con Donadel, Behrami e Montolivo, con Santana e Mutu che agiscono più avanti alle spalle di Gilardino, finalmente meno isolato. Questa è la formazione schierata con il 4-3-2-1: Boruc; Comotto, Gamberini, Camporese, Pasqual; Behrami, Donadel, Montolivo; Santana (Ljajic dal 76’), Mutu (Natali dall’82’); Gilardino (Babacar dal 91’). La Fiorentina vince il match a centrocampo dove è quasi sempre superiore al Palermo, soffrendo solo nei primi venti minuti della ripresa, dopo aver subito il gol del 2-1 con Nocerino. All’attacco, però, è sempre più pericolosa dei rosanero. La squadra viola ha soprattutto il grande merito di non disunirsi e di non mollare mai quando è in svantaggio. Così arrivano prima il gol del 2-2 con Camporese (che già a Parma si era procura-

to il rigore decisivo) e poi gli altri due centri. Per il difensore toscano si tratta del primo gol in serie A. Perfetto è anche l’impatto di Ljajic con la partita. Il giocatore serbo, mandato in campo a tredici minuti dalla fine sul 2-2 al posto di Santana, risulta davvero devastante per i rosanero. Dopo un minuto con un suo cross provoca l’autogol di Bovo (quello del vantaggio gigliato) e poi, a centoventi secondi dal novantesimo, fornisce l’assist a Montolivo per il gol del definitivo 4-2 dopo che il capitano sul 2-2 colpisce anche un palo. Insomma una giornata trionfale per la Fiorentina. E sarebbe bello ripetere questo risultato domani nell’ultima partita del 2012. Già nel 2005 i viola disputarono l’ultimo incontro dell’anno con il Palermo, sia pure al Franchi, quando si imposero per 1-0 con una rete di Jorgensen.

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on ci sono motivi geografici particolarmente significativi che rendono sentita la sfida tra il Palermo e la Fiorentina, ma negli ultimi anni l’incrocio tra queste due squadre è sempre stato vissuto con un particolare patos dalle due tifoserie. La Fiorentina arriva alla sfida del Barbera (in programma sabato alle 15) lanciatissima in classifica e con l’obiettivo di conquistare i tre punti utili che le consentirebbero di festeggiare il Natale nei quartieri altissimi della classifica. Un sogno, perché se gettiamo velocemente uno sguardo alla classifica dello scorso anno ci accorgiamo che la squadra viola si apprestava a trascorrere le festività natalizie al quattordicesimo posto in classifica con soli 6 punti di vantaggio sulla zona retrocessione. Il Palermo invece si trova in una situazione pericolosissima e proverà a sfruttare il match contro la squadra di Montella per allontanarsi dalla zona calda della bassa classifica. Come dicevamo all’inizio, questa partita è da molti sentita non per motivi di vicinanza geografica fra le due città, ma perché negli ultimi anni le società si sono ritrovate a duellare sul mercato per

Palermo-Fiorentina? gli stessi obiettivi. Pantaleo Corvino e Rino Foschi hanno dato vita a famosi siparietti di mercato, il più famoso quello relativo all’acquisizione di Kuzmanovic, che Corvino celebrò alla sua ma-

lottare sugli stessi fronti, con obiettivi molto simili. Palermo-Fiorentina racconta del primo gol in serie A di Edinson Cavani, del gol di Mutu con Guana a terra e del gol di mano segnato da Gilardi-

se a casa sua. La gente lo ama in modo viscerale, questa seconda parentesi gigliata della sua carriera è forse un po’ meno ricca di gol (anche se Luca con 6 centri è andato oltre ogni più rosea

le che il binomio continui ancora per tanti anni. Difficile immaginarselo lontano da qui dopo la fine della carriera. Ma se una città intera lo ama, un’altra lo odia profondamente. Palermo non

mo per la prima volta da avversario (ci tornò anche prima per una partita della Nazionale, ma in quell’occasione proprio avversario non era, anche se fu ugualmente fischiato) e la gente si organizzò

niera e dette del ‘pollo’ nemmeno troppo velatamente al collega ed amico del Palermo. Schermaglie e piccoli dispetti, che nel corso del tempo hanno acceso una rivalità che prima non c’era. Le due squadre per qualche anno si sono ritrovate a

no. Ma anche quelli che saranno i protagonisti del match di sabato prossimo hanno scritto pagine importanti nelle due squadre. AMORE E ODIO. Partiamo sicuramente da Luca Toni. Il bomber emiliano a Firenze è come se fos-

aspettativa), ma è accompagnata da una specie di magia che è mancata cinque anni fa. Toni è diventato leader e simbolo della squadra, in campo e fuori. La sua immagine pulita coincide con quella della Fiorentina e la famiglia Della Valle vuo-

ha ancora dimenticato il ‘tradimento’ dell’estate del 2005. L’approdo in viola non è stato digerito dai tifosi rosanero ed ogni volta che Toni torna a giocare al Barbera non perdono occasione per dimostrarlo. Il 30 aprile 2006 Luca tornò a Paler-

addirittura con migliaia di fischietti per disturbarlo durante la partita. Sentimenti opposti, città distanti parecchi chilometri. PATTUGLIA NUTRITA. Per i palermitani non sarà l’unico da guardare con un occhio di riguar-

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è la sfida dei tanti ex do. La colonia di ex rosanero in viola è particolarmente nutrita. Un altro di cui si fa un gran parlare in questo periodo è Emiliano Viviano. Profeta in patria fino a qualche settimana fa, dopo la

estate la Fiorentina dovrà tirare fuori 7,5 milioni di euro. Questi sono i patti, ad oggi, fra le due società, ma Pradè proverà senz’altro a ridurre l’esborso in vista di un ipotetico (ancora tutto da

in rosanero. La chiamata della Fiorentina ha fatto il resto, ma il suo cartellino è ancora di proprietà di Zamparini. Per lui sarà un’emozione forte tornare al Barbera e dovrebbe essere l’unico a cui i tifo-

Zamparini vuole preservare il suo giocatore e spinge per una nuova cessione in prestito. Infine, oltre a ricordare il passato rosanero di Mattia Cassani che comunque è già tornato a Palermo da

sfortunata prestazione di Roma (e un problema fisico all’anca che non gli consente di muoversi in porta liberamente) gli è stato preferito il brasiliano Neto. Il Palermo detiene ancora la totalità del suo cartellino e per riscattarlo la prossima

confermare) riscatto. Da un fresco ex all’altro, la storia di Giulio Migliaccio racconta di cinque stagioni in Sicilia condite da 177 presenze e 10 gol. Leader e capitano fino allo scorso anno, quando ha sentito la mancanza di stimoli per continuare

si tributeranno qualche applauso. Un altro ex della gara è Francesco Della Rocca ed il Palermo è ancora comproprietario (insieme al Bologna) del suo cartellino. Arrivato nell’affare Viviano, non ha avuto con Firenze l’impatto che sperava.

ex e che sembra essere in procinto di diventare presto pure un ex viola (destinazione probabile, il Genoa), non possiamo non annoverare in questa schiera Cristian Llama. Al termine della sessione estiva di calciomercato è stato per qualche ora un

giocatore del Palermo. Aveva persino scritto su Twitter che sarebbe diventato un giocatore rosanero, salvo poi dover far marcia indietro nel momento in cui non ha trovato l’accordo economico con Zamparini ed è piombato su di lui Daniele Pradè, lesto a portarlo in prestito a Firenze con il ruolo di vice Pasqual. La ‘sfortuna’ è che il suo arrivo in viola è coinciso con la totale maturazione del capitano viola, ormai imprescindibile tatticamente e moralmente per la squadra di Montella. DENTE (FORSE) MENO AVVELENATO. Se da una parte sono in tanti, dall’altra c’è solo Fabrizio Miccoli, ma la sua presenza solitaria ha un peso notevole. Il capitano rosanero è stato probabilmente il primo giocatore di alto livello della nuova Fiorentina targata Della Valle. I suoi gol nella stagione 2004/2005 hanno salvato la squadra viola in un campionato che poi si sarebbe rivelato truccato, ma le prodezze sul campo (spesso accompagnate anche da fastidiosi problemi fisici) non sono

state spazzate via dalle sentenze dei tribunali. Il suo rapporto con Firenze è sempre stato franco, avrebbe voluto essere il capitano della rinascita e avrebbe voluto riportare la squadra in Europa. Sarebbe stato disposto anche a pagare di tasca sua per farlo. Il riferimento va naturalmente a quei 500.000 euro in più che la Juventus versò nella busta e che lo fecero ritornare a Torino. Miccoli non ha mai perdonato a Corvino (fino a quell’episodio i due avevano un rapporto molto stretto) il fatto di aver offerto solo 1,5 milioni per riscattarlo alle buste. Da quel momento in poi i viola se lo sono ritrovati spesso da avversario e molte volte ha lasciato il segno. La speranza è che questa volta Gonzalo Rodriguez e compagni siano in grado di arginare l’ex con il dente avvelenato. Magari quest’anno sarà un po’ meno agguerrito (Corvino non fa più parte della Fiorentina), ma rimane comunque il pericolo numero uno per la difesa di Montella.

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Cari lettori, Col numero che avete in mano e che state leggendo in questi minuti si chiude la grande stagione del Brivido Sportivo. Se per un attimo ripercorro con la memoria i mesi che vanno da maggio a metà luglio, faccio sinceramente fatica a realizzare le tante cose che sono accadute da lì in poi. Dal punto di vista prettamente sportivo siamo passati dal pessimismo cosmico di un finale di stagione che aveva riservato solo amarezze all’esaltazione di una campagna acquisti che fin dal ritiro estivo di Moena faceva presagire una stagione... vogliamo dire di successi? Vogliamo dire di vittorie? O forse è meglio dire una stagione di cambiamento? L’anno zero, insomma, alla base di un nuovo progetto di cui Andrea Della Valle si è fatto reso fin da subito consegnando al tecnico Montella una squadra fatta sì di campioni ma soprattutto di uomini veri. E così si sono cancellate d’un colpo le pernici di Moena, i riccioli di Cerci, le manate di Rossi (ricordate il nostro titolo Deli(ri)o?) a Ljajic, i testacoda notturni di Vargas, e tutte le stravaganze che ci avevano portato a titolare “Asfaltiamo e ripartiamo” uno dei tanti settimanali di fine primavera. Il BRIVIDO ha raccontato tutto ciò mandando una schiera di giornalisti direttamente a Moena a farci respirare i primi vagiti della neonata Fiorentina, e fin da subito abbiamo percepito che qualcosa di nuovo nell’aria ci potesse essere. Ed in pochi mesi (dal ritiro di Moena a oggi) la squadra è cresciuta tanto da essere considerata da tutti la formazione che esprime il miglior calcio in Italia. Mi viene allora naturale fare un accostamento col nostro giornale che in questi mesi è cresciuto tanto da ogni punto di vista: a livello di contenuti giornalistici e anche a livello commerciale, con i nostri inserzionisti che ci hanno dato fiducia e una grande spinta per confezionare un prodotto che è considerato da sempre un riferimento per i lettori che amano il calcio e la Fiorentina. A loro va il mio più sentito grazie per il sostegno che ci hanno dato e la promessa che il nostro impegno per il prossimo anno sarà ancor maggiore per offrire sempre un prodotto di altissima qualità. Un grazie di cuore va anche a chi, al Brivido, ha meno ‘cono di luce’: a chi si occupa di distribuzione e assicura sempre l’arrivo a destinazione del giornale nei vari punti della città; all’amministrazione che fa un lavoro di immane difficoltà per gestire i tanti dati dei nostri amati clienti; al reparto Grafica che presenta sempre un giornale ben impaginato e con titoli ad effetto. Un grazie particolare a tutto il reparto Commerciale che svolge con amore e professionalità un lavoro molto impegnativo al pari del comparto telemarketing sempre inappuntabile nel proporre ai clienti una vetrina di grande visibilità. E se qualche volta abbiamo sbagliato o vi abbiamo delusi… non lapidateci, cercheremo di migliorare sempre per avvicinarci sempre più alla perfezione. Infine un grazie particolare agli Editori che sono innamorati del loro lavoro e del loro prodotto e che ci danno una grande possibilità di affermarci nel nostro lavoro di tutti i giorni. Scusate amici se per un attimo vi sono parso eccessivamente auto-celebrativo ma mi sembrava naturale alzare un ideale calice di spumante in onore a tutte le persone che lavorano attorno a questa struttura con grande passione ed entusiasmo. Forse la nostra ‘compagnia’ è meno bella, meno perfetta, meno organizzata di altre ma sicuramente contiene più orgoglio, più colore, più emozione, più sudore. Contiene in fondo più vita. Buon Natale a tutti e auguri per un meraviglioso 2013. P.S. Caro Paolo Melani, se ci leggi da qualche angolo di Paradiso, mi piace pensare che anche tu sia orgoglioso del prodotto che ci hai lasciato.

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Aspettando lo Zampa ecco chi fa e miraholi: e gli è Luhone

e’ quest’anno a i’Franchi e si chiude con quattro panforti contro un ricciarello e i’ricciarello e ce lo fa Reginardo? O che ve lo ricordae, qui’ traballotto che quarche gol e ce l’ha anche fatto e che quarcuno e s’incattivì quando e gli andò via? Dopo, fori che la Canalisse e questo go’ a noi e gli ha fatto poho di bono. Eppure c’è chi e ci pianse dreo. Ma veniamo a noi. Debutto ‘n campionato di mi’ nipotino adottao. O un c’è sevtecirdren o come e si dice? I’nonno e gli ha adottao Neto a distanza, perché e gni garba, perché gli è bravo, e perché Neto e vor di’ nipote! Finarmente i’ su’ turno e lui e para bene, senza fa’ miraholi perché e un gnene chiedano, ma facendo tutto bene. Brao, i’nonno gli è fiero di te. Poi e c’è i’ ritorno di’ Pekke e la differenza e la c’è e si vede, e c’è i’ ritorno di Jo-Jo e qui la differenza la si vede poho, perché

gli è ancora arrugginio e un n’è che faccia e miraholi. Normale dopo quasi du’mesi di fermo, ma ‘ntanto gli è tornao, la prossima gli andrà meglio. Chi fa e miraholi e gli è Luhone. Artri du’ go’ e così e son sei,

posto ‘n giù. Perché e gobbi e chi li ripiglia? Se un gli fanno ripaga’ tutto icche l’hanno rubao, tutto ‘nsieme, e un c’è gara. Però con tutti quegli artri sì. I’boemo che sembraa gli aesse scoperto l’acqua carda

una serqua! E allora tutto e diventa una formalità, e si riconferma la regola di’ quattro, chi viene a i’Franchi e piglia quattr’ova e a casa a fassi la frittaa. E ora ‘ndo e siamo? Lì, un’artra vorta ‘n lotta pe’ tutto, da i’ sehondo

con noi e l’hanno chiavao a Chievo e ora e son tornai a tre punti. La banda di denti gialli e l’ha perso con quelli di Lotrito e ora e son lì, a portaa di mano, appena a du’ punti. I’Napoli e gli ha battuo una grugnaa di nidio! E volea salire

I’ nonno pilade

24 O SU 2RE 4!

Il pungiglione

Carissime api, rottamiamo i soliti candidati

‘n classifiha ma la scala e gli avea troppi Pioli! Ora che gnene hanno leati due pe’ le scommesse e ci legge la targa! E un c’è che Lotrito che gli è un punto avanti, ma anche i’culo e gli ha un limite! ‘Nsomma, se si pensa che l’urtima l’è ‘n casa co’ i Pescara, e basta da’ un dispiacere allo Zampa e poi e siamo a cavallo, e si gira come un s’è ma’ girao da i’ prim’anno prandelliano, roba da Scempionse quasi sihura! Ma un mettiamo i’carro avant’a bovi, un passino alla vorta, prima quelli con la maglia rosa (o che credan d’esse’ a i’ giro d’Italia?), Luhone e torna ni’ posto della su’ gioventù e ne fa un artro paio e gli è fatta, se no e li fa Jo-Jo, se no e li fa chi li pare, basta che si vinca. I’nonno dopo le botte di Roma e gli è tornao ‘n forma e allora e si fa una bella beuta augurale e gli urla i’ solito: Foza Violaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaa!

fine anno non ci si può perdere in affari di dettaglio, ma per pungere andiamo in alto, proprio al vertice, prendendo come spunto le elezioni dei prossimi presidenti di Lega, soprattutto quella di serie A che è quella che ci interessa. Attuale presidente, dimissionario dal marzo 2011, il dottor Beretta importante ed impegnatissimo dirigente dell’Unicredit, la Banca che detiene il 40% delle azioni della Roma, e che è sponsorizzato da Claudio Lotito, presidente della Lazio, oltre che dai grossi club. E gli altri? Attenti alle api! Perché gli altri, come sempre, fanno come i capponi di Renzo, si beccano mentre li portano, un’altra volta, verso la pentola. Non si trovano d’accordo ed il possibile candidato da opporre, l’ottimo presidente di serie B Andrea Abodi che, invece, potrebbe lavorare full-time, ha difficoltà a trovare i quattordici voti necessari. Poi ci saranno le elezioni FIGC, e Abete ha già fatto conoscere la sua disponibilità. Volto nuovo anche lui, dopo dieci di vicepresidenza con Carraro e sei di presidenza vorrebbe andare avanti. Solo la politica, quella vera, ci potrebbe salvare: Abete rinuncerebbe in caso di candidatura politica per le prossime elezioni, quelle politiche della prossima primavera. Nel qual caso sapete chi si è già fatto avanti, tra gli altri? Proprio Carraro! Ma non c’era il rottamatore? Matteo Renzi vieni anche qui, che ce n’è bisogno. Intanto mandiamo le api a Roma, pungete dove volete che sbagliare sarà difficile!

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Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012

l’angolo del tifoso I tifosi viola tracciano un bilancio del 2012 e svelano i loro sogni

“Caro Babbo Natale…ecco cosa di Luca capanni

corre i due tronconi del 2012: «Nel campionato scorso abbiamo rischiato la B, ed un ricordo va a coloro che ci hanno tirato fuori dal tracollo e poi sono stati ‘infamati’. Mi riferisco a Montolivo e Cerci: il primo ha segnato quel rigore sotto i fischi della Fiesole (Fiorentina-Novara 2-2, doppietta del centrocampista al terzultimo turno, ndr), il secondo ha firmato la vittoria per 1-0 a Lecce nella penultima giornata. Quest’anno invece stiamo andando bene, nonostante certi aspetti ci remino contro: i cartellini gialli a Pizarro, ad esempio, gridano vendetta. Un voto alla nuova Fiorentina? C’è ancora qualcosa che ci lascia perplessi, come il ‘Cartellino Viola’, una manifestazione che al vero tifoso, a mio avviso, non piace, perché il vero tifoso è un po’ sportivo ma non tanto. C’è comunque un’apertura della società verso i tifosi, anche se ancora non viene premiato chi va in trasferta. A questo proposito, la nostra

aro Babbo Natale… «Il regalo che ti chiedo come tifoso è di mantenere la Fiorentina nelle zone alte della classifica per tutto il campionato». Semplice ed efficace il desiderio di Stefano Sartoni, ex presidente del Collettivo ed ora consulente del Centro di Coordinamento Viola Club. Ma soprattutto è il desiderio che, nella sua essenzialità, impacchetta le speranze dell’intera tifoseria della Fiorentina. «Il 2012 viola - aggiunge - va diviso in due parti: la stagione scorsa sappiamo tutti com’è andata, con la salvezza raggiunta alla penultima giornata, mentre questi ultimi quattro mesi sono stati ottimi. Il passato è alle spalle e la Fiorentina attuale si merita un bel 7 e mezzo. Se continuiamo su questa linea il futuro sarà positivo». Anche Walter Tanturli, presidente dell’Atf e del viola club Viesseux di curva Ferrovia, riper-

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l’angolo del tifoso

desideriamo per il nuovo anno”

associazione ha deciso di organizzare un pullman per Palermo. Sulla squadra, infine, bisogna dire che chi va in campo dà tutto, e la società ha trovato due ottimi direttori (Pradè e Macia) che non si deve lasciare scappare. A Babbo Natale non credo, però mi auguro che i tifosi viola possano passare delle

buone feste, in attesa di ritrovarci tutti al Franchi contro il Pescara». Furio Valcareggi, agente di mercato ed inventore dell’espressione ‘viola scuro’, invece a Babbo Natale crede: «E come non potrei? Sono pieno di nipotini! Il regalo che gli chiedo è il nuovo stadio, che sarebbe un vero fiore

all’occhiello anche se sono affezionato al Franchi. Il 2012 viola è stato l’anno della svolta, ricordo bene il mio pensiero nel gennaio scorso: avrei voluto sostituire tutti tranne poche eccezioni come Jovetic, Pasqual e Ljajic. Sono stato accontentato: ora la Fiorentina è

una squadra seria, come l’ho sempre definita da quest’estate in poi. Un’altra cosa che rivendico è la mia fiducia in Toni: magari non avrei pensato di prenderlo, ma da quando l’abbiamo preso non mi sono mai preoccupato per il reparto offensivo. E’ cambiato tutto, anche

in sede: Corvino ha fatto bene e ci ha lasciato un bel tesoretto, ma la nuova dirigenza mi piace molto. Insomma, questa Fiorentina in crescita merita un bel 7 e mezzo». A proposito di pagelle, lo showman Gianfranco Monti suggerisce di sdoppiare il giudizio: «La Fiorentina di oggi è da 8, mentre quella del campionato scorso è da 4. Il campionato scorso non è stato altro che uno strascico dell’anno precedente, si è trattato in pratica di un biennio desolante. Adesso però prevale l’entusiasmo: la squadra diverte sempre, anche quando perde, e mi piace da morire. Sono stracontento della stagione che stiamo vivendo. Se poi Babbo Natale ci portasse anche due o tre acquisti mirati nel mercato invernale, sarebbero preziosi per consolidare la posizione in classifica. El Hamdaoui andrà in Coppa d’Africa, quindi una punta ci servirebbe come il pane. Anche un buon centrocampista ci farebbe comodo e, per-

ché no, un bel difensore centrale, visto che Camporese potrebbe essere girato a qualche squadra ed Hegazy è alle prese con un infortunio lungo». Chiudiamo con un… vuoto di memoria da parte del regista televisivo Paolo Beldì: «Non so come mai, ma ho una specie di annebbiamento: il 2012 me lo ricordo solo dal luglio in poi. Da quel momento, non c’è voto in grado di esprimere il mio entusiasmo: un 10 per la Fiorentina non basterebbe, quindi le dò 11! Il mio desiderio natalizio è di rimanere sempre a questi livelli, gli stessi livelli che mi hanno fatto innamorare della Fiorentina negli anni ‘50. Mi innamorai della Viola nel ’54, quando ero piccolissimo. In quegli anni lottavamo sempre per le prime tre posizioni, le posizioni che merita la Fiorentina. Quindi, se il regalo di Natale arrivasse in ritardo, verso maggio, sarebbe molto gradito».

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24 O SU 2RE 4!

Aspettando i Maya, tra scudetto e top-player di Federico Pettini

uando l’alcool circola nel corpo, è risaputo, si parla meglio. Si fanno discorsi più sensati, o di sicuro più veri. Ed è così che Charlie e Trevor si ritrovano seduti in riva ad un fosso a parlare della fine dell’anno e dell’incombere dell’arrivo della profezia dei Maya. “E così tra poche ore finisce tutto. Salutiamo il mondo e chissà come ci ritroviamo...”, inizia Trevor. “Beh, noi più o meno ci ritroviamo dove ora è il Perù...”, risponde Charlie. “Si, e c’andiamo a nuoto?”. “Beh, quasi...”. “Non fare il cretino. Ma tu ci credi davvero?”. “Non lo so. Ma alla fine non hai idea di cosa potevano fumare i Maya a quei tempi. A noi ci tocca solo qualche Lucky Strike di troppo”. “E il whisky...”. “Già, il whisky non può mancare...”. Sbocchi di fumo si disperdono velocemente nel freddo della sera. “Comunque spero si sbaglino. Per tutte quelle cose che ancora non abbiamo fatto, o visto. Per tutti quei sogni che ancora non si sono avverati”, interrompe il silenzio, Charlie. “E che è successo? Ti vuoi sposare?”, sarcastico, Trevor. “No quello no. Quello forse mai. Però

che ne so. A me piacerebbe vedere uno scudetto...”. “Hai ragione... A me piacerebbe vedere un top player”. “O anche una Coppa Italia, ora che abbiamo vinto a Udine...” “Io ho ancora sul groppone il paracarro di Matri...”. “Già...”. Una bottiglia di whisky mezza piena vicina a loro, un pacchetto di sigarette ormai vuoto galleggia un po’ nel rigagnolo sotto di loro, prima di af-

fondare. Trevor ne apre un altro. “Sai, Charles, quest’anno lo scudetto non lo vinci, abbiamo già salutato tutti...”. “Beh, prima di morire ne vedrò uno no?”. “Forse si... a me basta che Vidal continui a fare il cuoricino... Ma perché non partiamo e molliamo tutto. Andiamo in America!”. “No, andiamo in Olanda. Così magari troviamo quello che prendevano i Maya...”.

“Tanto sono tutti discorsi vuoti. Diciamo di fare tante cose, di scoprire nuovi posti e poi? Eccoci qua, Charles, soli nel buio di una sera, con il whisky ormai finito e la fine del mondo che sta arrivando...”. “Trevor, guarda l’orologio. Che ore sono?”. “E’ passata mezzanotte”. “Sei vivo?”. “Non mi sento più le mani dal ghiaccio, ma credo di si...”. “Ecco. Ora andiamo su Rai Due o su Italia Uno a raccontare la nostra storia. Così facciamo un po’ di soldi...”. “Così poi partiamo...”. “Sai una cosa, Trevor. Alla fine mi sa che mi tocca restare qui... per amore”. Trevor si ferma un attimo, intirizzito dal freddo e dallo sguardo serio di Charlie. “Pensi che Lizzy sia quella giusta?”. Charlie non risponde. Trevor lancia via con disprezzo l’ultimo mozzicone di sigaretta. “Non starai mica parlando della Fiorentina?”. “Non ho ancora deciso, amico mio. Non ho ancora deciso”.

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Viola alla ricerca di una punta ma si anima il mercato in uscita: Cassani e Della Rocca addio? di Alessandro Latini

Con la partita di Palermo si chiude il 2012 della Fiorentina. La prima parte dell’anno è stata da incubo, nella quale Firenze ha conosciuto anche lo spettro della retrocessione, mentre dall’estate in avanti il nuovo corso targato Macia-Pradè-Montella ha fatto tornare a sognare i tifosi. I dirigenti gigliati si apprestano ad affrontare la finestra invernale del calciomercato con assoluta tranquillità. La squadra va che è una meraviglia e chi ha la fortuna di guardare negli occhi Pradè mentre parla di mercato percepisce una serenità disarmante. Il pensiero guida al momento è ben chiaro: sarà fatto un acquisto solo se si presenterà l’occasione giusta, in qualsiasi reparto. Il ds viola non sbarcherà a Milano alla disperata ricerca di un attaccante, ma è consapevole che una pedina là davanti gli farebbe comodo. Premesso che non è tempo di follie, confermiamo quindi quello che vi scriviamo da diverse settimane. La Fiorentina è vigile più che mai, Macia visiona quotidianamente decine di video sui talenti emergenti del

Pronti via, si torna a far shopping: Pradè a caccia dell’affare calcio mondiale e ovviamente non viene tralasciato il mercato dei giocatori pronti all’uso. Dalla sede viola trapela anche un altro concetto. I giocatori bravi italiani hanno costi troppo alti, fuori mercato. Ci sono giocatori di buon livello in campionati minori (Olanda e Portogallo in primis) che a parità di valore costano meno. E’ proprio per questo che la Fiorentina monitora con attenzione le partite di questi tornei. Venendo ai nomi, il primo da considerare un giocatore viola è Matias Vecino. Sia la Fiorentina che il suo entourage sono ottimisti circa l’ottenimento dello status di comunitario entro il mese di gennaio. Questo

significherebbe poterlo tesserare già in inverno ed accelerare il suo ambientamento in Italia in modo da averlo pronto a tutti gli effetti per la prossima stagione. Si tratta di un centrocampista classe ’91, che predilige giocare interno sinistro ma che si adatta a ricoprire più ruoli. Sarà un piccolo talento emergente da plasmare per Vincenzo Montella. Nel caso in cui le pratiche burocratiche per il passaporto comunitario non si completino entro il 31 gennaio la Fiorentina lo tessererà a giugno. CERCASI OCCASIONE. Al momento non c’è nessun altro giocatore così vicino alla Fiorentina. Pradè segue diverse

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Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012

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trattative ed alcuni contatti sarebbero già andati in scena anche per il prossimo mercato estivo. Il nome di Esteban Granero (centrocampista spagnolo del QPR) tornerà buono nei prossimi mesi, così come quello di Srdan Mijailovic, talento classe ’93 della Stella Rossa su cui la Fiorentina ha messo gli occhi da tempo. I nomi per l’immediato sono sempre gli stessi: si va da Van Wolfswinkel (lo Sporting Lisbona però deve abbassare le pretese: 10 milioni di euro sono troppi) a Bergessio (il Catania però lo vuole tenere almeno fino a giugno), passando per Wolski (centrocampista offensivo classe ’92 del Legia Varsavia) ed Immobile (che comunque rimane molto vicino al Palermo). Nelle ultime ore è spuntato fuori il sogno Di Natale (operazione ai limiti dell’impraticabilità) e parallelamente

sembra che la Fiorentina stia lavorando anche per ottenere il sì di Luis Muriel che finora è stato ai box per un lungo infortunio ma che già a Lecce ha fatto vedere le proprie qualità. In ogni caso sarà il mercato stesso che creerà le opportunità giuste e sicuramente Macia e Pradè stanno lavorando su alcuni nomi che non sono usciti sugli organi di informazione. IN PARTENZA. Il mercato in entrata della Fiorentina dunque vive una fase di relativa tranquillità, mentre qualcosa comincia a muoversi concretamente per quello in uscita. Ci sono giocatori che, per un motivo o per un altro, non sono riusciti a trovare spazio in questa prima parte di stagione. Partiamo da Neto. Fino a pochi giorni fa l’entourage del portiere premeva per una cessione in prestito a gennaio. Il brasiliano voleva andare

a giocare ad ogni costo e della panchina non voleva più sentire parlare. Il Bologna, alla perenne ricerca di un portiere di livello, era (ed è tuttora) pronto ad accoglierlo, ma le recenti sventure di Viviano hanno bloccato il tutto. Neto adesso ha avuto la certezza che per Montella non c’è nessuna gerarchia rigida ed immodificabile. E’ vero che Viviano sulla carta è il portiere titolare della Fiorentina, ma le decisioni prese di recente dall’allenatore hanno fatto capire a Neto che non c’è nessuna preclusione nei suoi confronti. Anzi, la Fiorentina ha fiducia nelle sue capacità, questo indipendentemente da quante partite giocherà da qui in avanti. Il mercato quindi può attendere, per Neto si è aperta una porta importante proprio in maglia viola. Quello che sognava. Chi

24 O SU 2RE 4!

invece sembra in partenza è Mattia Cassani, che può accettare di perdere settimana dopo settimana il duello con Cuadrado, ma non con Romulo. L’esclusione contro il Siena (con il colombiano squalificato) è suonata più o meno come una bocciatura. Montella ha provato il brasiliano nel ruolo di vice Cuadrado anche per capire se può avallare la partenza dell’ex rosanero e probabilmente la risposta è affermativa. Su Cassani è fortissimo il pressing del Genoa, pronto a tutto pur di battere la concorrenza del Palermo. Ad oggi le possibilità che Cassani raggiunga Frey e Vargas in Liguria sono molto alte. Un altro vicino all’addio è Francesco Della Rocca. Il centrocampista (fondamentale per far arrivare Viviano a Firenze) non ha trovato spazio in viola, un po’ per la concorrenza agguerrita e un po’ per

Mercato

i problemi fisici che lo hanno frenato. Zamparini (comproprietario del cartellino insieme al Bologna) spinge per un ulteriore prestito proprio al club felsineo e alla fine Della Rocca potrebbe davvero tornare a Bologna. La situazione di Michele Camporese sarà valutata invece nelle prossime settimane. Il centrale pisano sta tornando a disposizione e sarà Montella a deciderne il futuro. Su di lui ci sono tante squadre di serie B pronte a prenderlo in prestito, ma l’infortunio di Hegazy costringe la Fiorentina alla cautela. Se dovesse arrivare un nuovo difensore partirebbe sicuramente, in caso contrario potrebbe anche rimanere. Dopo la squalifica rimediata a Roma ha perso un po’ di credito anche Ruben Olivera. Qualche valutazione sarà fatta anche su di lui, ma molto dipenderà dalle eventuali offerte che arriveranno nella sede viola e dall’arrivo o meno di Vecino a gennaio. In attacco, fino a quando non arriverà (se arriverà) un nuovo attaccante non si muoverà nessuno. Ljajic e Seferovic hanno richieste (il Torino insiste per il serbo), ma su di loro Montella vuole ancora lavorare. E’ normale che se lo spazio dovesse ridursi negli ultimi giorni di mercato uno dei due potrebbe essere ceduto in prestito.

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Il Brivido Sportivo - Venerdi 21 Dicembre 2012

Libri sotto l’albero Qualche idea per leggere a Natale e continuare ad appassionarsi di calcio, di Fiorentina, di sport

Un libro per regalo: come fare gol anche sotto l’albero T di Michela LAnza

empo di Natale, tempo di regali, anche piccoli vista la crisi dei tempi che corrono, ma pur sempre pensieri. E allora ecco il presente che non passa mai di moda, che viene accolto sempre con un sorriso e tanta curiosità: un libro. Quest’anno tante sono le possibilità per accontentare un tifoso viola più o meno giovane in occasione della consegna del regalo di Natale. O più in generale un appassionato di sport. Tra le tante opzioni, noi del Brivido Sportivo, abbiamo scelto quattro libri da segnalare ai nostri lettori. Partiamo (e non potrebbe essere altrimenti) dal libro che ha come oggetto il nuovo idolo della gente di Firenze che ama i guerrieri: Facundo Roncaglia. Il volume dal titolo “In principio era Facundo” a cura di Alessandro Mazzoni (edito da Polistampa Salus in collaborazione con Trisomia21 Onlus) è una raccolta di paradossali ma divertentissimi aforismi sul giocatore che, intervenuto alla presentazione dell’opera lunedì scorso, ha dichiarato: “All’inizio per me era un gioco tutto questo entusiasmo, poi mi sono accorto che era una cosa importante. Sono contento di essere qui. Il libro? In alcuni di questi aforismi mi ci riconosco”. Da Facundo Roncaglia ad un romanzo tutto… Violascuro. È proprio “Violascuro” il titolo del libro di Andrea Mordenti, con prefazione di Furio Valcareggi, (edito

da Sassoscritto Editore in collaborazione con Lady Radio e i cui diritti spettanti all’autore saranno interamente devoluti alla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer Onlus) che non racconta la solita storia della Fiorentina, ma di una famiglia del Campo di Marte ed in particolare di un ragazzo (l’autore) che ripercorre i momenti della sua vita allo stadio con i genitori riuscendo nell’intento di emozionare e perfino commuovere. Insomma, “Violascuro” è la storia di una squadra, di una città, di un quartiere che cambiano ed è allo stesso tempo l’autobiografia di un vero tifoso viola. Insomma, un romanzo in cui la Fiorentina fa da filo conduttore e viaggia in parallelo alla storia che il Mordenti racconta. Per chi invece ama la Fiorentina a 360° e i suoi personaggi indimenticabili, i suoi eroi, segnaliamo il libro di Luca Giannelli e Fabrizio Borghini dal titolo “Magnini il terzino d’acciaio” (edito da Scramasax). In queste pagine ricche di storia, di immagini inedite e di ricordi riportati alla luce, vengono sprigionate emozioni d’altri tempi. Di un calcio diverso, forse migliore: viene raccontata la storia del terzino viola, vincitore del primo indimenticabile scudetto del 195556, Ardico Magnini. Anzi, è lui in prima persona che si racconta in una bellissima autobiografia che ripercorre tutti i momenti più significativi della sua carriera: dagli esordi con la Pistoiese

all’arrivo a Firenze, dal debutto con la maglia della Nazionale all’arrivo in viola del presidente Befani, dalla costruzione della ‘grande Fiorentina’ ai giorni memorabili di uno scudetto ineccepibile. Fino poi agli anni successivi al titolo di Campioni d’Italia, alla finale di Coppa dei Campioni, alla fine della carriera nel Prato. Senza dimenticare gli affetti, la famiglia, gli amici e la sua vita lavorativa da ex calciatore. Insomma 79 pagine di storia da leggere tutte d’un fiato per rivivere, anche solo attraverso le righe di questo libro, le gesta di un campione di altri tempi come Magnini e della sua bellissima Fiorentina, auspicando di rivivere presto momenti come quelli vissuti dalla Viola degli anni 50. Infine, un’ultima segnalazione. Per chi ama la pallavolo, per chi è ‘stanco’ di leggere solo di calcio o quantomeno curioso di conoscere una cultura sportiva diversa, c’è “Il mito Ruini – 10 anni di fuoco 1963-1973”, un libro a cura di Luca Giannelli (edito da Scramasax) sulla storia della squadra di pallavolisti dei Vigili del Fuoco fondata 50 anni da (nel 1962) dall’Architetto Gherardelli e che racconta di una realtà che ha conquistato ben 5 scudetti in 10 anni. Quest’anno non ci sono dubbi: sotto l’albero di Natale è possibile trovare o donare letture di ogni genere. Ce n’è per tutti i gusti. Perché alla fine dei conti: cosa c’è di meglio di un buon libro?

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organizzatori finali nazionali 2013 Serie A1/A2 ginnastica artistica maschile e femminile e campionato di categoria allieve 1° e 2° livello 6/7 aprile 2013 Nelson Mandela Forum - Firenze

Exploit nella finalissima di Specialità: medaglia d’argento ad un soffio dal titolo

Ambra Buglioni vicecampionessa italiana a parallele di MAria Consiglia Grieco

E’ arrivata seconda sul podio delle parallele asimmetriche, ma praticamente con un piede sul gradino più alto, perché chi conosce la ginnastica artistica sa che un decimo e mezzo di punto – questo l’impalpabile distacco dal punteggio della prima classificata, 11.35 contro 11.50 – ha lo spessore d’un capello, anche se può decidere le sorti della classifica nazionale del campionato federale di Specialità. E’ partita venerdì 14 dicembre da Firenze, mentre riceveva gli auguri per il suo quattordicesimo compleanno, ma nella tre giorni di Carate Brianza la junior Ambra Buglioni ha mostrato il carattere di una ginnasta adulta, ormai consapevole delle proprie capacità: “siamo veramente fieri di lei” – è il commento post-gara dei tecnici Lara Poggiali e Cristiano Furelli – “oltre che per il magnifico risultato, anche e soprattutto per l’atteggiamento che Ambra ha tenuto dalle prove di venerdì

alla finalissima di domenica. Ha dimostrato una maturità agonistica e una capacità di concentrazione degne di una ginnasta navigata, senza mai abbassare la guardia, dritta verso il suo obiettivo”. Già, perché l’atleta fiorentina ha centrato la finalissima a 6 addirittura con il primo punteggio nelle qualificazioni di sabato, coronando poi la trasferta lombarda con una medaglia d’argento che la ripaga, oltre che del quotidiano lavoro in palestra, anche di alcuni mesi difficili, alle prese con un infortunio al piede che evidentemente non è riuscito a scalfire la sua passione e la sua determinazione, e nemmeno a impedirle di disputare – oltre a quella alle parallele – anche la gara di qualifica per la finale al corpo libero. Un po’ amaro il mancato ingresso in finale della ginnasta senior Bianca Boretti, che ha mancato la qualificazione al corpo libero di un solo decimo di punto (settima posizione per lei); si sono fermate in qualifica anche la ju-

nior Lisa Menghini (parallele e corpo libero) e l’altra senior Ilaria Materassi, impegnata all’attrezzo trave. Niente podi stavolta, purtroppo, dal fronte maschile, ma la sola qualificazione in finale di Jacopo Desolati alla specialità anelli (sesto posto italiano per lui); mentre si sono dovuti accontentare di disputare la qualifica del sabato Jacopo Siroki alle parallele pari,

Lorenzo Brandini alla sbarra, che ha portato a termine la gara nonostante un infortunio subito in prova, Lorenzo Gabrelli al volteggio e al corpo libero, Gabriele Fibbi agli anelli, Alessandro Gori agli anelli e al volteggio, Davide Fregonas al cavallo con maniglie, e lo stesso Desolati, in corsa anche per il corpo libero e il cavallo con maniglie.

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Riflettori sulle cinque migliori formazioni della settimana passata.

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5) Nel girone RUSSIA C5, gli S. S. Scatenati sono tornati alla vittoria dopo 4 sconfitte consecutive e hanno portato a 9 i propri punti in classifica! La vittoria per 6-3 contro i Pumbas ha rilanciato la formazione rossonera che staziona adesso nella zona Golden League. Stefano Monini si conferma sempre più punta di diamante e bestplayer grazie ai 4 gol realizzati nel match. 4) Grioli FC ancora vittorioso nell’ottava sfida di campionato, nel girone SVEZIA C5, contro i Leo Messi Male per 7-1. E adesso, che è a quota 16 punti, è ancora più vicino alle posizioni alte della classifica. Questo grazie anche e soprattutto ai 6 risultati utili ottenuti nelle ultime 7 sfide, dove ha conseguito 5 vittorie, un pareggio e una sconfitta. 3) Nel girone SPAGNA-GRECIA C7 i Rossoneri hanno ottenuto una bella vittoria per 5-3 sulla Carrozzeria Cantini Elio. Vittoria che ha coinciso col quinto risultato utile

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consecutivo (4 vittorie e 1 pareggio) e che li ha proiettati nelle zone alte della propria classifica (con ben 14 punti) dove hanno scavalcato il Prosport United che invece ha osservato il turno di riposo. 2) W.L.F ancora senza sconfitte nelle prime 8 gare ufficiali di campionato del girone GERMANIASPAGNA C7. Infatti solo nella seconda giornata la formazione prima in classifica ha pareggiato per 2-2 contro gli attuali secondi dei Calci dal Basso, che contano solo due punti in meno. Nell’ultima vittoria per 5-0 contro la Settignanese, Gori ha siglato una magnifica tripletta che gli ha permesso di essere indicato come “migliore in campo”. 1) Le Eceplast F nel girone URUGUAY del femminile hanno fatto loro il big-match contro le Caselline F, che invece sono andate incontro alla prima sconfitta sul campo. 7-1 il risultato finale, con Alice Becucci che ha vinto la palma di protagonista indiscussa dell’incontro grazie al poker di reti segnato.

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calcio toscana

Ecco i Campionati A7 prima della sosta natalizia di Steto

i disputano questa settimana le gare della settima giornata dei 5 gironi di calcio a 7: l’ultimo turno prima della sosta natalizia. Nei campionati si evidenzia un ottimo livello delle formazioni partecipanti, con raggruppamenti molto equilibrati: basti pensare che dopo 6 giornate non c’è nessuna squadra a punteggio pieno, ed in alcuni gironi la gran parte delle compagini è divisa da pochissimi punti di distanza. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo nel calcio a 7 maschile. Girone A – E’ andato all’AC Bandino Papaya Viaggi il big match della sesta giornata di campionato: la formazione vincitrice dell’ultima edizione della Golden League C7 ha superato con un netto 8-3 l’Atletico Coverciano mantenendo (con 16 punti) la vetta della classifica insieme al Malcantera, vittorioso per 5-2 sul Bisquit (e prima della sosta natalizia è in programma la partitissima fra AC Bandino Papaya Viaggi e Malcantera!). La coppia di testa ha portato così a 4 i punti di vantaggio proprio sull’Atletico Coverciano, terzo in classifica ma braccato adesso da Dagnene Secche e South Florence. Queste due formazioni, grazie ai successi rispettivamente contro Atletico Vulvarelli (3-1) ed Atletico Cavedani (8-1) hanno ridotto ad una sola lunghezza la distanza dall’Atletico Coverciano. Il sesto posto è sempre occupato da L’Era Glaciale che si è imposto per 4-1 sull’Eurosquash, allungando a 9 punti in classifica e facendo il vuoto dietro di sé: infatti il gruppetto delle ultime quattro è staccato dalla sesta posizione, con il Bisquit (4 punti) che precede di un punto la coppia formata da Eurosquash ed Atletico Vulvarelli, mentre è ancora fermo a quota 0 l’Atletico Cavedani. Girone B - Primeggia con 15 punti in 6 gare disputate l’AC Club 1989 (vincitori della Fase Finale B del recente Pre-Campionato C7) che nell’ultimo turno ha asfaltato (11-2) i malcapitati GS Ragnoni Coverciano, staccando così di due punti il FC Montalunga. La vicecapolista infatti non è andata oltre il pari (1-1) contro il L.A. Valona, perdendo così il primato in classifica, ma rimanendo comunque in piena lotta per il titolo, anche perché continua a far registrare una difesa di ferro che con sole 4 reti incassate in 6 gare rappresenta il miglior reparto difensivo del girone. A 10 punti troviamo un quartetto: San Paolino F.C., Telerama C7, Splinters e L.A. Valona: queste ultime due hanno però giocato una gara in meno ed hanno la possibilità di affiancare in classifica il FC Montalunga. A 4 lunghezze dal quartetto c’è l’A.C.A. Galat che ha ridotto le distanze dal terzo posto grazie alla vittoria (4-3) proprio su una diretta rivale (il San Paolino F.C.), ma che deve anche guardarsi le spalle da US Grassina (4 punti) e Little Florence B (3 punti): per il Little Florence B si è trattato del primo successo in campionato e questa squadra inoltre deve recuperare ben 2 gare. All’ultimo posto, ancora a 0 punti, chiudono i GS Ragnoni Coverciano che con 45 reti al passivo sono la difesa più battuta nei campionati di calcio a 7. Girone C - A far notizia in questo gruppo è l’esclusione - da tutte le manifestazioni ufficiali del Calcio Toscana per la stagione 2012/2013 - della società I Galacticos: il Comitato Organizzatore infatti, a seguito agli eventi scaturiti ai margini della gara I Galacticos-Dinamo

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Florentia del 3 dicembre, ha deliberato l’esclusione de I Galacticos a causa del comportamento violento e gravemente scorretto di alcuni tesserati della squadra. Il risultato della gara - in attesa dell’omologazione del Giudice Sportivo che dovrebbe assegnare la vittoria alla Dinamo Florentia (già vincitrice fra l’altro sul campo) - porterebbe la Dinamo Florentia in testa al campionato con 16 punti, due in più dei Blues: entrambe le formazioni sono imbattute, e si prevede un bel duello per la vittoria finale con i Blues (26 reti messe a segno) miglior attacco del girone e la Dinamo Florentia (7 reti incassate) difesa meno battuta nel raggruppamento. Al terzo posto, ma abbastanza staccate dalle primissime posizioni, ci sono tre formazioni: Sporting Chupacabras, Gli Spartani ed I Soliti Ignoti hanno fin qui raccolto 8 punti, anche se questi ultimi hanno una gara da recuperare. A 6 punti, e quindi in piena lotta per la terza piazza, ci sono Unplugged e Lokomotive Oxfam, mentre le ultime due della classe sono piuttosto staccate: per Vasco Te Sgama (1 punto) e Bastardi (0 punti) il terreno da recuperare è davvero tanto. Girone D - Comanda la Polis Multietnic C7 che in 6 partite ha conquistato 15 punti: una sola sconfitta per la capolista, ma soprattutto una difesa di ferro che ha incassato solamente 3 reti, record assoluto nei 5 gironi del calcio a 7. Alla Polis Multietnic C7, proprio in virtù di questo primato difensivo, è bastato realizzare appena 10 reti per impossessarsi della vetta della classifica che ora dovrà cercare di difendere in un raggruppa-

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mento che si presenta decisamente equilibrato. Infatti, ad esclusione del Little Florence A (solitario all’ultimo posto con 0 punti e staccatissimo dalle squadre che lo precedono), le formazioni dal secondo al penultimo posto della classifica sono divise da appena 6 punti. Al momento le più accreditate a lottare con la Polis Multietnic C7 per la vittoria del campionato sono Riddim United e La Cantera che inseguono a due lunghezze di distanza la capolista. Quindi il Cral Nuovo Pignone che di punti ne ha totalizzati finora 10 e che precede Atletico Micatanto Calcio A 7 e FC Tassoni appaiate ad 8 punti. C’è poi un terzetto di squadre a 7 punti: si tratta di Settebello Calcio A 7, Avavava FC e Florence Patriots che, nonostante alle loro spalle si lascino soltanto il Little Florence A, sono più vicine alla seconda posizione che non all’ultima. Girone E - Prosegue a braccetto in vetta alla classifica (con 16 punti) la coppia FC Breccia - Atletico Bukkake: le due formazioni continuano a mietere successi e diventa davvero difficile pronosticare quale delle due sarà la favorita per il successo finale. Atletico Bukkake miglior attacco del girone (35 reti), FC Breccia miglior reparto difensivo (4 gol), e pure lo scontro diretto del 21 novembre è terminato in parità (1-1): un eventuale passo falso di una delle due potrebbe pertanto comprometterne la vittoria del campionato. In ogni caso non molla la presa il Ceppo Club che insegue ad una lunghezza di distanza: la terza della classe è caduta finora solo per mano dell’Atletico Bukkake (3-2 alla seconda giornata) ed ha un reparto difensivo di tutto rispetto (5 reti incassate), secondo solo a quello del FC Breccia. Al quarto posto troviamo poi i Merendes (12 punti) che precedono la coppia formata da A Nastro Azzurro e Secretkick 08 C7 (9 punti). Un girone che dal Ceppo Club in poi vede le squadre staccate di tre punti in tre punti: a 6 punti infatti troviamo il FC Atletico Poco, mentre tre lunghezze più indietro ci sono Redox FC e Maccabi Ataf FC. Chiude la classifica (0 punti) il PSV Maindoveh.

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Segue dalla prima (anche grazie alla penalizzazione del Napoli dovuta alla vicenda delle scommesse) per restare ben dentro il gruppo delle ‘seconde’ del campionato. Ma non solo: anche qualche giorno dopo i viola hanno saputo ripetersi. Vero che a Udine la Fiorentina ha sofferto e rischiato ma è altrettanto vero che pure in Friuli contro la formazione di Guidolin Neto è stato formidabile, Borja Valero s’è confermato sempre più leader autentico della squadra e tutto il gruppo, seppur sbandando a tratti, ha lottato colpo a colpo resistendo e portando a casa la qualificazione ai quarti. Ora per la squadra di Montella si presentano due gare, interrotte dalle feste natalizie, con la trasferta di Palermo e la partita interna con il Pescara, che la condurranno direttamente al giro di boa. Il tecnico viola e i suoi ragazzi hanno sulla carta la possibilità non solo di rimanere dentro il gruppo delle ‘seconde’ ma anche addirittura di continuare la loro accelerazione. Oramai è indiscutibile: la Fiorentina è e resterà in lotta per tornare in Europa, ma l’impressione è che questo sia solo un primo ‘step’ per i Della Valle che non hanno dimenticato il loro sogno, cioè di lottare un giorno per il terzo scudetto. Insomma il Natale per la Fiorentina è davvero colorato di tinte positive. Nella promozione generale di tutti, ovviamente non possiamo dimenticare che tutto questo è stato ed è possibile proprio grazie alla irriducibile volontà di Andrea di tornare e portare con sé la squadra nelle coppe più importanti. Nel festeggiare il Natale crediamo che per una volta non ci sia uno solo dei giocatori viola che possa trovarsi il 25 dicembre senza regali o trovare sotto la cappa del camino esclusivamente carbone. Sono tutti promossi, chi più chi meno. Di certo tutti hanno avuto la grande qualità di restituire ai fiorentini fiducia, entusiasmo, voglia di sognare e un sorriso grande.

Fuorigioco di Duccio MAgnelli

on c’è dubbio: i Maya non conoscevano il calcio! Altrimenti non si sarebbero mai sognati di far finire il mondo quasi al termine del girone d’andata, in un momento così topico del campionato. Se solo avessero sospettato il ‘dramma’ in cui stanno per gettare milioni di persone − che rischiano di non sapere

Il calcio alla fine del mondo come si concluderà la stagione calcistica 20122013 − forse avrebbero piazzato l’evento in una data diversa, magari tra luglio e agosto. Certo, per i tifosi viola, sarebbe stato preferibile far finire il mondo nel dicembre dello scorso anno, evitando il calvario della stagione scorsa e anche certi spettacoli deprimenti come lo 0-5 del Franchi con la Juventus o lo scambio di

opinioni, evidentemente divergenti, fra Ljajic e Rossi. Comunque, per il bene del calcio e per la felicità di tutti, ci auguriamo che la ‘scadenza’ ormai prossima indicata dal calendario maya − che come è noto era scolpito sulla pietra − sia dovuta a una mancanza di materia prima. Oppure a un’improvvisa periartrite scapolo-omerale dello scalpellino deputato alla sua compilazione.

In caso contrario non sapremo mai se la Fiorentina farà acquisti al mercato di gennaio o se Firenze avrà un nuovo stadio. O magari se Pizarro batterà il record dei cartellini gialli (‘oggetti’ di cui è un noto collezionista) e se Diego Della Valle tornerà a far visita alla Viola. Ma la cosa che più ci dispiacerà di non sapere (sempre nel caso che la profezia si avveri) è se Jovetic

rimarrà in Italia. Infatti − ora che è riuscito a imparare un italiano non proprio fluente ma più che sufficiente per una sopravvivenza decorosa − ci rattristerebbe molto vederlo costretto a studiare un’altra lingua, come per esempio l’inglese. Anche se forse lui non sa che, essendo stato a Firenze, in altre regioni italiane, come per esempio il Piemonte, avrebbero difficoltà

a capirlo, perché è noto che Manzoni non risciacquò i panni nel Po. Comunque, visto che la partita di domenica potrebbe essere stata l’ultima al Franchi, meglio di così la Viola non poteva salutare i suoi tifosi. Se sarà stato un addio o un arrivederci, lo sapremo entro poche ore. Per adesso, buon Natale a tutti. Profezia permettendo…