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igli del Dio del Pallone. Da una parte Federico Bernardeschi, 21 anni, una montagna di gol con la Primavera, 17, e pure in Serie B, 12 col Crotone, impreziositi da 7 assist alla sua prima vera stagione tra i professionisti. Dall’altra Cristian Tello, 39 reti tra i professionisti di cui solo 9 in Segunda Division. GRANITICO E FATTO IN CASA Talento vero, granitico come il marmo della sua Carrara, capace di scommettere su se stesso, di montare su un treno destinazione Calabria e tornare a casa come giocatore fatto. Bernardeschi non si è lasciato piegare nemmeno un anno fa, quando l’infortunio al malleolo ne ha compromesso la prima stagione con la maglia viola. Ha lavorato in silenzio, sudando senza mai lamentarsi un momento. Voleva gli Europei di categoria e se li è presi, mettendo in un cassetto anche i tanti mesi di stop. La favola al contrario di Giuseppe Rossi, per certi versi. Paulo Sousa, in estate, non appena lo ha visto, lo ha difeso dal mercato in ogni modo.
Si è conquistato ogni centimetro, fino alla maglia, la numero 10, che a Firenze ha avuto come protagonisti campioni veri, da Baggio a Borgonovo senza dimenticare Adrian Mutu e prima di tutti Giancarlo Antognoni. L’UOMO CHE PRENDE LE STELLE Non è il ragazzo che gioca guardando le stelle, ma di certo si è fatto interprete di chi le stelle vuole farle sue. Per sé e per Firenze. Pure l’altra sera a Bologna, nonostante l’inferiorità numerica, in un attimo ha infranto due tabù: ha trovato il gol in trasferta che mancava da due gare esterne, Milan e Genoa, e ha realizzato il primo centro italiano della Fiorentina in Serie A. I 41 segnati prima di questo parlavano tutti straniero. Seconda rete in Serie A dopo quella al Chievo della scorsa stagione, quarta rete dell’anno dopo le tre in Europa League tra Belenenses e Basilea. Ventunesima partita in campionato per il campioncino fatto in casa, di cui sedicesima presenza dal primo minuto: fin qui ha disegnato quattro assist (Atalanta, Juventus e due contro il Chievo), si è procurato un calcio di rigore (quello del momentaneo vantaggio viola allo Stadium contro i bianconeri) e, da sabato, pure una rete su azione. Su di lui si sono posati gli occhi di tutte le big: lo vuole Ancelotti per il Bayern Monaco che sarà, lo cerca il Barcellona e in Spagna son convinti che presto potrebbe mettersi sulle sue tracce con continuità maggiore pure il Real Madrid. Il gotha del calcio è tutto ai suoi piedi, quelli di Federico Bernardeschi.
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Banti grazia Diawara
ovviamente, troppi. H. Verona - Inter 3-3 Giacomelli – Continua ad avere la “fiducia” del designatore Messina, fa benino (?), ma ancora deve crescere, specie sul piano carismatico. Grazia Melo, ma non è il primo quest’anno, per un intervento molto scomposto su Toni, in quanto al momento del fallo era già ammonito. Milan – Udinese 1-1 Irrati – Dopo i “ buuu” infrasettimanali dell’Olimpico romano, l’avvocato pistoiese continua a fare bene, in una gara che via via diventa difficile. Viste anche le defezioni che ci sono a giro, si candida a futuro Internazionale. Bravo! Napoli - Carpi 1-0 Doveri – Unico “flop” settimanale, ancorché anomalo, perché il fischietto romano si era segnalato quest’anno fra i più continui a livelli medio/alti. Anche male assistito, sbaglia tutto lo sbagliabile… Non dà un rigore solare ai partenopei, annulla un gol buono a Callejon e sbaglia ad espellere, per doppio giallo, l’emiliano Bianco, in quanto il giallo era da comminare a Zaccardo. Roma - Sampdoria 2-1 Celi – Partita discreta, ma, purtroppo per lui, continua a dare un immagine di se poco atletica… visiva e concreta. Sassuolo – Palermo 2-2 Mariani – Partita tranquilla, dove l’unica decisione da prendere, espulsione del rosanero Lazaar per doppia ammonizione, la prende nel modo giusto. Torino - Chievo 1-2 Rocchi – In una partita discretamente nervosa, il fischietto Top Uefa fiorentino, fa un'altra gara di notevole spessore. Molto bravo anche nel concedere il rigore (e soprattutto farlo ripetere) per fallo di Avelar sul clivense Castro, che porterà al definitivo vantaggio ad opera di Birsa.
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IL SUCCESSO DELLA CANTERA Cristian Telllo Noleggio Scala Aerea di anni ne ha qualcuno in più, 24. E’ arrivato a Firenze fino a 32 mt. in prestito con diritto di riscatto a favore dei viola e Luca 333 4233131 controriscatto per il Barcellona, perché il figlio della Gerardo 338 9636554 “cantera” blaugrana faranno di tutto per riportarselo a Iscr. albo trasportatori fi4611317v- Aut. trasporto rifiuti FI 27348 casa. Il perché è scritto nei numeri: 59 partite in Liga, 11 gol e otto assist. 21 presenze in Champions: 6 reti e 3 assist. 16 apparizioni in Coppa del Re, 5 centri e altrettanti spunti vincenti per i compagni. Senza contare quanto di Giancarlo Carmagnini fatto in Segunda Division e in Portogallo, la tappa preceAtalanta – Empoli 0-0 Fabbri – Dopo un periodo, obiettivamente, dente rispetto alla Fiorentina. difficile, pur in una partita “serena”, riesce a fare discretamente. In ripresa. Nei 140 minuti giocati in SeBologna - Fiorentina 1-1 Banti – Lascia giocare, come è nel suo rie A, tra Carpi e Bologna, ha stile, però il bolognese Diawara al 29° del 1° tempo era sicuramente da amgià inventato un assist perfetmonire per un brutto fallo su M. Fernandez, e nella seconda frazione di gioco, to per Bernardeschi (in due dopo aver preso il giallo per un altro scomposto intervento su Gonzalo Rodricontano 45 anni) e almeno guez avrebbe raggiunto M. Fernandez (giustamente espulso) negli spogliatoi. altre cinque occasioni poClamoroso errore dell’assistente Ranghetti che segnala un fuorigioco di rientro tenzialmente pericolose, per di Kalinic, che sarebbe stato giusto geograficamente, su rimessa dal fondo da Babacar ( Bologna) e Kalinic parte di Tatarusanu. Il fuorigioco non c’è, ad uso dei lettori, su fallo latera(Carpi). Sono loro il bello del le, calcio d’angolo, rimessa dal fondo, rimessa in gioco da parte dell’arbitro, quando si trova in linea con il penultimo avversario, quando è in linea con i due calcio, loro i “folletti” capaci ultimi avversari o quando si trova nella propria metà campo. con la spregiudicatezza dei Frosinone – Juventus 0-2 Massa – Poco convincente. Vuol fare giovani di riaccendere l’en“l’inglese” ma, per riuscire a farlo… bisogna essere bravi! Gestione improvvitusiasmo della città esteta da dell’aspetto disciplinare. del bel gioco per eccellenza. Genoa – Lazio 0-0 Orsato – Probabilmente la partita non lo eccita in Figli del Dio del Pallone, in maniera particolare e, in preparazione a Fiorentina-Inter di domenica prossima grado di cambiare il desti(per me la farà lui, a meno che Messina non riesumi il malconcio Tagliavento, no delle cose con un mentre Rizzoli andrà a fare il big match dello “ Stadium”) non fa certo la guizzo da fenomegara dell’anno. Poco coerente nella gestione dei cartellini… prima pochi poi, ni veri.
Cristian Tello
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Il pungiglione
Lente d'ingrandimento Della Valle e Sousa devono chiarirsi perché c’è un terzo posto da difendere
Tutti dentro
al Franchi-Alamo viola
di Alessandro Rialti
E
’ vero, la Fiorentina appare un po’ «stanchina». E’ meno bella e pure meno efficace. Ci sono giocatori come Kalinic e Babacar che appaiono davvero a pescare sul fondo del serbatoio, altri come Alonso alle prese con l’ennesimo recupero post infortunio che paiono incapaci di ritrovare la polvere magica di inizio stagione. In ribasso pure le azioni di quelli bravi-bravi come Borja Valero, dello stesso Vecino. Per contro, i «nuovi arrivati» non sono ancora integrati al cento per cento anche se il gol di Zarate ha fatto gridare al miracolo balistico. Tutto vero, anche quel senso di insoddisfazione riconosciuto dallo stesso Paulo Sousa in riferimento allo sfinente mercato invernale, però...niente che possa giustificare l’enorme senso di insoddisfazione che sta contagiando tutto e tutti. Per primi i protagonisti principali della storia recente viola. Al punto che ci sentiamo addosso la voglia irrefrenabile di dirgli (ai Della Valle e a Sousa): Chiaritevi.
Siamo sicuri che a breve giro di posta ci saranno (o meglio ci faranno sapere) che loro non hanno assolutamente niente da chiarirsi. Che tutto fila leggero-leggero, che il mercato di gennaio è stato condiviso da tutti e che il futuro di Sousa è e sarà sempre in viola perché: i contratti si rispettano. D’accordo, ma allora perché per Firenze scorre un fiume di mormorii e suggestioni negative? Perché lontano dai taccuini ognuno racconta una verità diversa? Noi queste cose le conosciamo bene e le temiamo. Nessuno che si ricordi alla fine della cosa più importante, ovvero che nonostante errori che sono... documentabili, la Fiorentina è giustamente terza in classifica. Sousa e la squadra (con dentro pure gli ultrà) sono nel fortino Franchi-Alamo? Bene, che ci rimangano, di solito questo nell’era sia di Prandelli che di Montella ha «portato bene». Però nessuno nasconda la testa sotto la sabbia. I rapporti fra le forze primarie viola non sono idilliaci (eufemismo) e alla lunga questo potrebbe costituire un problema. Che parlino, se necessario litighino, ma tutti insieme difendiamo questo terzo posto. Unico e indiscutibile bene di questa stagione.
La Fiorentina è terza eppure nessuno sembra occuparsene
Va bene il bilancio ma non rinunciamo ai sogni di Massimo Sandrelli
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a Fiorentina è terza ma l’ambiente è come non se ne occupasse. Taluni ringhiano contro i Della Valle altri se la pigliano con i tifosi che criticano i Della Valle, altri ancora con i giornalisti, Ma cosa sta succedendo? Vediamo di mettere un po’ di ordine nel sentimento viola. I Della Valle posseggono il pacchetto di maggioranza della società e vennero accolti all’inizio come i salvatori della Patria. Il loro programma, nel frattempo, è cambiato. Non è un segreto che vogliono vivacchiare nel calcio dando priorità al bilancio. Il calcio è una fabbrica di debiti. Non ce la sentiamo di accusarli. Ma il calcio è anche una fabbrica di emozioni. E i tifosi che hanno goduto (io con loro) della Fiorentina “salutate la capolista” avrebbero desiderato qualcosa in più e meglio dal mercato di “riparazione”. C’era una buona squadra base, c’è un allenatore intelligente oltre che ambizioso, c’erano importanti club in netto ritardo. Così, con qualche difensore e qualche centrocampista in più la squadra avrebbe capitalizzato il vantaggio per la gioia di tutti. Invece il mercato è stato un momento di grande confusione. Nella ridda di nomi si sono smarrite le buone intenzioni, creando sconcerto nei tifosi e nell’allenatore perfino ma soprattutto si è perso tempo e punti. I fratelli Della Valle, ci racconta la Gazzetta dello Sport, si sono imperma- lositi tanto da
aspettarsi le scuse di Paulo Sousa. Mi sembra paradossale. Purtroppo i Della Valle hanno riempito la società di troppe figure che con il calcio non hanno dimestichezza. Lo si capisce dalle frasi di Andrea Rogg (già Marcolin, Luxottica e Puma) che dichiara che Sousa ha condiviso il mercato all’80% (?). Implicitamente lo ammette lo stesso Pradè quando confessa di dover riunire le varie componenti della società. Il calcio è una grande rappresentazione dove ognuno recita un ruolo. In genere l’allenatore va dal presidente e gli chiede i rinforzi che gli occorrono. Di solito fa qualche nome ma poi, consapevole della politica societaria, si accontenta di quello che i dirigenti gli trovano purché risponda alle sue attese tecniche. Ecco, se Paulo Sousa non ha nascosto la sua amarezza forse dipende dal fatto che, nomi a parte, si è trovato senza quei sostituti che avrebbero colmato le lacune dell’organico che ha a disposizione. Prendiamo il caso del difensore. Se ne parla da agosto. Sembrava addirittura che l’accordo con il Benfica per Lisandro Lopez fosse già definito, quasi una formalità. Lo stesso presidente esecutivo si era sbilanciato con una frase che appariva come scolpita nella pietra: “non ci faremo trovati impreparati…” E la missione in Argentina di Valentino Angeloni (già capo osservatore dii Udinese, Torino e Inter) per assicurarsi il diciannovenne Emnauel Mammana sembrava la conferma. Solo che a pochi passi dal contratto è saltato tutto, incomprensibilmente. Così è finita ingaggiando all’ultimo minuto Yohan Benalouane che dopo Cesena, Parma e Atalanta, si era trasferito a Leicester nell’agosto scorso. Il franco-tunisino, però, non ha incontrato le simpatie di Ranieri che in campionato lo ha utilizzato per 64 minuti. In più è arrivato anche infortunato. Come si dice, il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti. Se un allenatore chiede un difensore, si potranno fare molte valutazioni ma alla fine è accontentarlo più che giusto è opportuno. Ecco, credo che alla Fiorentina occorra un confronto di chiarezza, perché ognuno possa recitare con soddisfazione il proprio ruolo ma soprattutto perché l’obiettivo deve essere comune. Il bilancio va bene ma non si deve rinunciare a produrre sogni e emozioni. La gente non capirebbe.
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l punticino di Bologna non ha placato le critiche e le polemiche che hanno avvolto la Fiorentina da due settimane a questa parte. Gli strascichi, per un mercato giudicato non all’altezza dei sogni dei tifosi, si fanno ancora sentire. Paulo Sousa, squalificato a Bologna, tornerà in panchina contro l’Inter, la che è diventata una partita fondamentale in queldella stagione viola nella corsa al terzo posto. Il gruppone è ben compatto ed agguerrito, vincere gli scontri diretti farà la differenza. Il tecnico portoghese può finalmente rifiatare. Contro i nerazzurri potrà scegliere e probabilmente tutti i nuovi arrivati saranno a disposizione. Proprio loro, che di fatto hanno messo – involontariamente – l’allenatore contro la società. La frattura c’è e sembra anche difficile da sanare. Per adesso si navigherà a vista, con Sousa che cercherà di isolare i suoi ragazzi e che punterà ad avere l’appoggio (che non è mai mancato) dei tifosi. A giugno, poi, si vedrà. Per parlare di questo atteso confronto con l’Inter, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Sandro Mazzola. Indimenticata bandiera nerazzurra, conosce bene anche Firenze e la Fiorentina. Lei conosce bene Paulo Sousa. Come valuta il momento suo e della Fiorentina? «Lo conoscevo da giocatore, adesso lo seguo con attenzione e mi sta piacendo molto il suo modo di fare calcio. Non capisco cosa sia successo nelle ultime settimane. Forse un calo fisico, può darsi che durante la sosta invernale la Fiorentina abbia fatto qualche richiamo a livello fisico». A Firenze c’è un po’ di nervosismo, soprattutto in Sousa. Come lo giustifica? «Le polemiche a Firenze sono normali, mi stupirei se non ci fossero!
Mazzola in azzurro con Rivera
Tutto è nato dal mercato, ma a gennaio prendere i giocatori forti è quasi impossibile. Chi ce li ha se li tiene, anche se quelli che sono arrivati in viola non mi sembrano così scarsi. Sono convinto che fra qualche settimana torneremo a vedere la Fiorentina brillante di qualche mese fa». Fra i nuovi c’è Zarate. Può essere lui a spostare l’ago della bilancia? «Se ha voglia di sacrificarsi può fare grandi cose. E’ uno in grado di fare la differenza perché quei gol che fa lui, come ad esempio contro il Carpi, li può fare solo chi ce li ha nel sangue. Però serve continuità, quella la puoi avere solo se ti alleni bene durante la settimana. Io non lo conosco personalmente, ma dico che dipende tutto da lui». Che Inter deve aspettarsi la Fiorentina? «L’Inter non l’ho vista bene ultimamente, anche se davanti ha una serie di giocatori che possono inventarsi qualcosa in qualunque momento e possono vincere la partita con una giocata. A livello di collettivo, ripeto, non mi sembra stia benissimo». Sarà un match decisivo nella corsa al terzo posto? Il duello Scudetto è ristretto a Napoli e Juventus? «Per me non è finita per lo Scudetto, la crisi in Napoli e Juventus può sempre arrivare. La partita non sarà decisiva per il terzo posto, ne mancano ancora troppe da qui alla fine». A livello tattico, che partita si aspetta? «Mi aspetto che la Fiorentina faccia la partita. Sono sicuro che Mancini non verrà a giocarsela a viso aperto. Aspetterà nella propria metà campo, pronto per dare la bastonata in contropiede. Il gioco dell’Inter è questo, lo attuerà certamente anche a Firenze». C’è un giocatore Viola che teme particolarmente? «Sicuramente Bernardeschi. Mi piace tanto come giocatore, è il futuro del calcio italiano. Uno come lui fa comodo in qualunque squadra. Ha grinta e passo, sa sacrificarsi per i compagni. Ripeto, mi piace tantissimo».
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lessandro Mazzola, detto Sandro, nasce nel 1942. Figlio del leggendario Valentino Mazzola, capitano e leader del Grande Torino scomparso nella tragedia di Superga, è considerato uno dei calciatori italiani più forti di tutti i tempi. Scatto bruciante e dribbling erano le sue doti migliori, trascorre l’intera carriera calcistica con la maglia dell’Inter, vincendo 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Nel 1971 è secondo nella classifica del Pallone d’oro alle spalle di Johan Cruijff. Complessivamente disputa 560 partite nell’Inter, realizzando 160 reti. In Nazionale vince il titolo di campione d’Europa nel 1968. Insieme a Gianni Rivera è protagonista della famosa staffetta ai Mondiali di Messico 1970, conclusi dagli azzurri al secondo posto alle spalle del Brasile. In Nazionale disputa 70 partite mettendo a segno 22 gol. Chiusa la carriera di calciatore nel 1977 intraprende quella di dirigente sportivo prima nell’Inter poi nel Genoa, infine di nuovo all’Inter e al Torino. Oggi è apprezzato commentatore tv.
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L’ex centrocampista scudettato: “Bisognerà pressare alto i nerazzurri e non farli ripartire come nella gara Ciakd’andata” si gira
Merlo: “Viola, l’Inter va aggredita” “E’ una bella squadra. Ha fatto un ottimo campionato, con molti alti e qualche basso. Ma la posizione in classifica dimostra, senza discussioni, che sono stati più i picchi delle cadute. In questo periodo siamo un po’ in calo fisicamente, ma bisogna mantenere alta la concentrazione e il livello di gioco perché ci aspetta un periodo molto difficile da affrontare”.
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di francesca landi
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na vita con la maglia viola cucita sulla pelle e una serie di trionfi memorabili, tra i quali lo storico Scudetto del 1969. Poi un finale di carriera all’Inter, due stagioni non esaltanti, trascorse con lo sguardo sempre rivolto a Firenze. Claudio Merlo è un doppio ex della prossima sfida che vedrà la Fiorentina opposta all’Inter domenica sera allo stadio Franchi, ma il cuore dell’ex centrocampista è sempre stato tutto viola ed è lui stesso a non farne mistero: “A Milano non
ci volevo andare – ha sempre dichiarato Merlo – ma allora non ci si poteva opporre alle cessioni. Sono stati due anni molto brutti e non ho mai dimenticato la Fiorentina”. E non a caso Merlo, a fine carriera, è tornato a vivere a Firenze o, comunque nei paraggi (oggi abita a Molezzano di Vicchio nella campagna mugellana) senza perdere mai di vista la squadra col giglio sul petto. Claudio Merlo cosa ne pensa della Fiorentina di Paulo Sousa?
Domenica c’è Fiorentina - Inter, che partita sarà? “Sarà una partita difficile, loro in attacco sono fortissimi, basta vedere il valore della coppia d’attacco Eder-Icardi. La Fiorentina deve essere brava a non far ripartire il gioco della squadra di Mancini, deve pressare alto e schiacciarli fin da subito, come ha fatto nella gara d’andata. Non bisognerà farli ragionare e impostare il gioco con calma”. Crede che la viola abbia chance di arrivare in Champions League? “E’ dura sicuramente, ma il campionato è ancora lungo e l’obiettivo è possibile. Spero solo che il momento critico sia passato anche se la difesa è sempre debole e i grandi obiettivi si raggiungono sem-
Cosa pensa delle polemiche e dei malumori della tifoseria? “In parte le capisco. La Fiorentina è una squadra forte, ma in certi reparti è da completare. Mi verrebbe da tirare un po’ le ‘orecchie’ alla dirigenza, basta così poco…”.
pre con un grande reparto arretrato. Con il rientro di Badelj e Alonso ci sarà un forte miglioramento perché sono diventati due giocatori imprescindibili”. L’Inter è l’avversaria più pericolosa per il terzo posto? “Sono tutti scontri diretti da qui alla fine del campionato, visto che per arrivare a certi livelli bisogna mantenere una striscia positiva, anche Roma e Milan sono tornate alla carica”.
Merlo (a sinist
Come ha visto questa ultimo sessione di mercato? “E’ stato fatto un errore di fondo. Secondo me altri due giocatori in attacco non erano indispensabili anche se Tello è un’ala pura che, cambiando modulo di gioco, potrà servire a Sousa. Per me quello che manca veramente è un difensore centrale di grande spessore, è un peccato non averlo preso. Se si fa male (facciamo le corna) Gonzalo è un dramma per davvero. Sarebbe stato più utile alla causa comprare due difensori. Benalouane può aiutare, ma è un difensore che poteva benissimo arrivare all’inizio di gennaio. E ne occorreva un altro di maggior tasso tecnico”.
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Chi può far la differenza in questa Fiorentina? “Uno determinante potrebbe essere Bernardeschi, inserito nel suo ruolo e a Bologna ha già dimostrato cosa può fare. Kalinic, invece, deve rientrare nel pieno della sua forma e Ilicic se riuscisse a giocare 70’ minuti al suo livello, sarebbe strepitoso. In mezzo al campo mi fido ciecamente di Borja Valero”.
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Uno Scudetto e due Coppe Italia nei suoi 13 anni in maglia gigliata
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laudio Merlo nasce nel 1946. Cresciuto nella Tevere Roma, passa nel 1963 nelle giovanili viola. Debutta in prima squadra nel 1965, costituendo con Giancarlo De Sisti un tandem di centrocampo formidabile. La sua specialità sono gli assist per gli attaccanti, grazie alla tecnica sopraffina e alla capacità di mettere palloni filtranti per i compagni. Il primo trofeo con la Fiorentina è la Coppa Italia, nel 1966 anno in cui arriva anche la Mitropa Cup. Tre anni più tardi conquista il secondo
Scudetto della storia viola come perno fondamentale della Fiorentina Ye – Ye. Nel 1975 arriva la seconda Coppa Italia e la Coppa di Lega Italo-Inglese. L’anno successivo, chiuso dall’esplosione di Giancarlo Antognoni, viene ceduto all’Inter che lo pagò la cifra record (per l’epoca) di 760 milioni all’età di 30 anni. Complessivamente disputa 257 partite in maglia viola realizzando 19 reti. Gioca una partita in Nazionale nel 1969, nell’amichevole esterna contro il Messico terminata 1-1.
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Pandolfini, novant’anni di storia viola GIOCATORE Era un interno di centrocampo dotato di grande tecnica e con il fiuto per il gol (era uno specialista nei calci di rigore e di punizione). Ne ha realizzati 36 nelle 148 partite giocate in maglia viola in 5 stagioni (1945-46 e dal 1948/49 al 1951/52). E nella sua prima avventura alla Spal, a cui la Fiorentina lo aveva ceduto, nel campionato cadetto 1947/48 vinse con 20 gol la classifica dei cannonieri del girone B della serie B. Quel titolo gli valse il ritorno a Firenze per una cifra nettamente superiore a quella incassata dai dirigenti viola per il suo passaggio al club emiliano. Nella nuova Fiorentina giocò tra gli altri con Chiappella, Magnini, Cervato e Rosetta che sarebbero stati tra i protagonisti dello scudetto conquistato dallo squadrone di Bernardini nel 1955/56. Ma Pandolfini all'epoca era alla Roma. Era stato ceduto per far cassa, visto il suo valore, alla squadra giallorossa nell'estate del 1952. Nella capitale rimase per quattro stagioni. E anche lì lasciò il segno, realizzando 30 reti in 120 partite. Poi il passaggio all'Inter dove giocò due campionati, nel 1956/57 e nel 1957/58, siglando 8 gol in 38 gare. A 32 anni tornò alla Spal in serie A, con la quale rimase altre due stagioni (1958/59 e 1959/60). Segnò poco, 2 gol, ma giocò 26 partite. E nel 1959/60 contribuì al miglior piazzamento della storia della squadra ferrarese (nella quale c'era tra gli altri Armando Picchi, futuro capitano della grande Inter) che si classificò quinta alle spalle di Juventus, Fiorentina, Milan e Inter. E sicuramente oggi Egisto sarà contento nel vedere la sua Spal, in testa al campionato di serie C e per di più guidata ottimamente dall'ex allenatore della Primavera viola Leonardo Semplici. Pandolfini comunque, poi, tornò a Empoli dove era già stato all'inizio della carriera (1946/47). Dopo due stagioni a 36 anni decise di smettere con il calcio giocato (in azzurro complessivamente (84 presenze e 18 reti).
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n grande giocatore, un ottimo dirigente, un grande conoscitore di calcio e un uomo vero, di parola, come non se ne trovano molti. Così possiamo definire Egisto Pandolfini che tra pochi giorni festeggerà il novantesimo compleanno (è nato a Lastra a Signa il 19 febbraio 1926). La sua carriera è stata straordinaria e lo ha portato a vestire le maglie di cinque squadre: Fiorentina, Empoli, Spal (di queste tre formazioni in due periodi diversi), Roma e Inter oltre a quella della Nazionale. Pandolfini ha anche disputato due campionati del mondo, quello del 1950 in Brasile (da giocatore viola; giocò solo uno dei due incontri ma segnò un gol al suo debutto in azzurro contro il Paraguay a San Paolo) e quello del 1954 in Svizzera (da giallorosso; giocò 3 gare, di cui 2 da capitano, siglando 1 gol). In Nazionale ha disputato 21 partite (in quegli anni se ne giocavano molte meno che adesso), realizzando 9 reti. E in 5 gare è stato anche capitano. Una volta appese le scarpette al chiodo (nel 1960/61 e nel 1961/62, prima di smettere definitivamente, a Empoli ricoprì il ruolo di allenatore-giocatore e il primo anno vinse il campionato di serie D), è tornato alla Fiorentina dove ha ricoperto tra gli altri il ruolo di responsabile del settore giovanile e quello di direttore sportivo. Aveva un intuito straordinario Pandolfini. Sapeva scoprire i talenti quando erano in giovane età. E così ha fatto la fortuna della società viola, portando a Firenze dei ragazzini prelevati in tutta Italia, molti dei quali sono diventati dei grandi campioni.
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DIRIGENTE Si è tolto con la Fiorentina delle grandissime soddisfazioni. E' stato lui a scoprire quando giocavano in formazioni giovanili o in serie C dei ragazzi che sarebbero diventati giocatori veri. Luciano Chiarugi, Salvatore Esposito, Claudio Merlo, Ugo Ferrante, ovvero quattro tra i protagonisti della Fiorentina di Bruno Pesaola che nel 1968/69 conquistò il secondo scudetto sono stati delle scoperte di Pandolfini. Ma non solo loro. Basti pensare a Mario Brugnera, che vinse il tricolore con il Cagliari di Gigi Riva nel 1969/70. E poi ancora il trio di ex viola, campioni d'Italia con il Verona di Osvaldo Bagnoli nel 1984/85, ovvero Antonio Di Gennaro, Luciano Bruni e Gigi Sacchetti. E poi Giovanni Galli. E tanti altri ancora. Pandolfini è stato davvero uno dei più grandi dirigenti della storia della Fiorentina.
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Cominciò a lavorare come tornitore ma diventò l’anima della Fiorentina
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ominciò come tornitore, però voleva correre in bicicletta e invece giocò al calcio, merito anche di Vincenzo Sabatini del famoso ristorante, al quale quel giocatorino era stato segnalato quando ancora non era passato al Mercato Centrale (la squadra, intendiamo). A sua madre non piaceva che giocasse a pallone. Altro che pallone, il tornitore doveva fare, e difatti un giorno gli buttò le scarpe dalla finestra. Che bellezza, Egisto Pandolfini compie novant’anni è nato a Signa come altri calciatori di serie A: Nesti (addirittura in nazionale con lui), Gonfiantini, Buzzegoli. Egisto fu definito l’anima della Fiorentina. E lo ha sempre dimostrato. Basterà ricordare che quando passò alla Roma e dovette incontrare per la prima volta la sua vecchia squadra gli prese il mal di stomaco e giocò malissimo, ebbe tante critiche, ma fu difeso dai suoi stessi compagni di squadra, che avevano capito. Un abbraccio, Egisto. Se è poco, un abbraccio per sempre.
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Civoli: “Fiorentina-Inter, fuori i terzi!” Civoli, come valuta i campionati di Inter e Fiorentina? «Le due squadre stanno facendo un buon campionato, entrambe sono state prime in classifica per diverse settimane... Adesso sono in calo, ma hanno ancora la possibilità di centrare i loro obiettivi stagionali. Viola e nerazzurri hanno un modo di giocare molto diverso: la Fiorentina predilige il possesso palla, crea molte occasioni da gol. L'Inter invece ha vinto molte partite con il minimo scarto, grazie soprattutto alla solidità difensiva e ad un grande Handanovic».
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opo il controverso pareggio di Bologna, la Fiorentina avrà di fronte l'Inter di Mancini, quarta a un punto dai viola dopo il pirotecnico 3-3 di Verona. Nella gara di andata a San Siro i ragazzi di Sousa si imposero con un perentorio 4-1 ma nel calcio, si sa, bearsi di risultati passati può portare a brutte figure. I nerazzurri hanno sì perso il passo trionfale del girone d’andata, ma rimangono un avversario molto difficile, con tante frecce al loro arco, soprattutto in attacco. Della partitissima del Franchi e del cammino delle due formazioni abbiamo parlato con Marco Civoli, noto giornalista e conduttore televisivo.
Come arrivano le due squadre alla sfida del Franchi? «Come ho detto le due formazioni hanno fatto un percorso piuttosto simile: un ottimo inizio di campionato, un buon finale di anno e poi hanno incontrato alcune difficoltà dopo la pausa natalizia. Anche quando era prima da sola, non credevo che
l'Inter potesse continuare così, un calo era prevedibile. A differenza delle altre squadre, Mancini non ha dato un assetto stabile alla sua creatura e alla lunga forse è un problema. La Fiorentina, invece, è incappata in un paio di brutte prestazioni e sconfitte che mi sembrano figlie di un calo di concentrazione. I ragazzi di Sousa mi avevano impressionato nella prima parte di campionato per qualità e costanza. Tutti i fiorentini ad agosto avrebbero firmato per trovarsi tra le prime a febbraio. Un momento negativo ci sta». Memore della partita di San Siro, che gara si aspetta domenica? «All'andata fu una partita molto strana: ci fu una espulsione e dopo venti minuti la partita era già molto indirizzata. La Fiorentina fu bravissima poi a segnare quattro reti e a chiudere la gara. Firenze storicamente non è un campo facile per i nerazzurri, tanto meno quest'anno. Credo sarà una partita molto combattuta, tra due filosofie molto diverse: la Fiorentina cercherà di imporre il gioco e tenere più possibile il pallone. L’Inter, invece, si affiderà alle ripartenze. Sarà bello vedere il ritorno di Jovetic (in dubbio ndr) e Ljajic nella città che li ha lanciati. Spero Mancini decida di farli giocare entrambi. E' una partita affascinante che promette spettacolo e che potremmo titolare 'Fuori i terzi!'». Marco Civoli
ra Berlino” “Il cielo è azzurro sopndiale 2006 E' sua la voce del Mo
rnalista te7. La sua carriera di gio arco Civoli nasce nel 195 nte lombarda Telenova, entra a itte levisivo comincia nell’em come telecronista e opinionista 8 far parte della Rai nel 198 nale di ta ufficiale della Nazio nis cro tele a ent la) la zzo calcistico. Nel 2004 div Ma dro San a mentare (insieme com a lui è 6 200 nel e calcio che vede gli azzurri 2006 tra Italia e Francia ale ndi Mo del ima liss fina nuncia una frase che ndo. Al fischio finale pro laurearsi campioni del mo Dall’estate del 2010 è è azzurro sopra Berlino”. resterà celebre: “Il cielo azzurro e passa alla i nel ruolo di telecronista sostituito da Bruno Gentil dicembre 2014 è viceveste di opinionista. Dal Domenica Sportiva nella tra i più giovani: nel sua voce è famosa anche direttore di Rai Sport. La a prestare la voce lui è o Evolution Soccer) (Pr Pes cio cal di o ioc videog no dal 2004 al 2008. tite per le edizioni che van par le del nto me com il per
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ha dato nuova energia e fiducia. Inoltre il vento è cambiato per i giallorossi che, nelle ultime partite, hanno avuto anche la fortuna dalla loro parte». Mentre per lo Scudetto chi ha più chance di vittoria? «Mi sembra evidente che lo Scudetto sia un discorso a due: Napoli e Juventus. I bianconeri hanno fatto una rimonta pazzesca; la squadra di Sarri sta dimostrando di essere fortissima. Ma attenzione, se Higuain prende un raffreddore il Napoli è nei guai. Per questo penso che la Juventus sia la favorita».
A proposito di terzo posto, chi vede favorito per il piazzamento Champions League? «E' una sfida ancora molto aperta e credo ci saranno diversi capo-
volgimenti da qui alla fine del torneo. La Fiorentina ha tutto per conquistare il ritorno nell'Europa che conta, ma non sarà facile: gli avversari sono molti e tutti agguerriti. Dovessi indicare un favorito, direi la Roma: sul mercato si è mossa bene e l'arrivo di Spalletti Il tecnico dell’Inter Roberto Mancini
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TUTTO SPAGNA: FRENA LA CAPOLISTA NEL C5 NEL C7 TORNA L’OASI!
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Infine, altra gara al cardiopalma: Trallaltro e Lentula chiudono sull’8-7. A colpi di bomber, da una parte Bertini ne fa 5, dall’altra M. Iadicicco 4, mentre M. Sgueglia (2) e Bruni completano il tabellino dei Galletti e Giangaspero, Mara e Parrini degli ex Unmimovo. Classifica: MGS 29, PGS e Malele 26, Fuk Cafè 25, Giorgini e C&C 22, Mischia Selvaggia 21, Trallaltro 16, Lentula 14, Humaniteam 0.
PGS Torr
egalli
di Federico Gennarelli
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ocus su entrambi i gironi Spagna, fra i più equilibrati dell’intero panorama. Nel C5 non si conoscerà fino all’ultimo il nome del vincitore: una bagarre così serrata non si vedeva da molto tempo. Infatti, frena la capolista MGS, fermata dal Giorgini sul 3-3: alla doppietta di Fallani e a Scaringella rispondono Mancini, Kihale e Paoletti. I verdi hanno 3 punti sugli inseguitori perché l’immediata inseguitrice, il Fuk Cafè, cade contro Mischia Selvaggia. Nel 7-4 finale vanno a segno Palazzo e Natali con 2 sigilli a testa e Petreni, Cianferoni e L. Bianchi. I Blues non riescono a raggiungere gli avversari nonostante un ispirato Poli – tripletta – e Sartini. Al secondo posto ecco l’accoppiata MalelePGS Torregalli. I primi escono vittoriosi dal
pirotecnico e insidioso scontro con il fanalino di coda Humaniteam, concluso sul 15-9. Assolutamente non sconfitti in partenza, i padroni di casa segnano 5 volte con Del Bimbo e 4 con Casati, mantenendo in bilico la gara. Agovino (5), Di Bernardo (3), Lombardi, Siscaro, Fontani (2) e Bartalini portano al successo il Malele. Gara più difficile per i secondi, che riescono a superare una squadra in salute come i Capezzoli & Cavalli per 5-1. Landi e Reggiani realizzano 2 reti, mentre è di Mucè il quinto centro. L’unico gol capezzolino lo firma Ed. Trallori.
Nel girone di C7, invece, cambiano le posizioni dietro alla capolista Campone UTD. I campigiani continuano il loro en plein di soli successi: 5-2 al Romania guidato dal tris di Ceccatelli e da F. Santorelli, con reti avversarie di Gheorghe e Biltac.
Gli est-europei perdono il secondo posto, superati dalla Pizzeria L’Oasi, protagonista di un 12-0 senza appello ai Desperados United: pokerissimo di Bromo e doppiette per Aramini e Di Ieso. Chiude Sanguigni. Mantiene la quarta posizione la Steaua, che rende il K.O. dell’andata agli Spigolistri Funesti: 4-0 il finale, firmato da Ursachi, Maxinoea, Costica e Gingea. Vince anche l ’ A t l e t i c o Romania, ora quinto dopo una vittoria a suon di gol con gli Animals: 8-6. Rupa e Mindroaca segnano 3 volte, Geagiru e Nistor le restanti. I ragazzi del Noema non ci stanno e vanno in gol con Adiodati (3), Nanni (2) e Gualami. Infine, bene anche lo 00A7: 5-1 sull’Atletico Piccadilly. I Blues trovano la tripletta di Landi e i gol di Pieri e Ferrandino. Fumusa segna la rete Oasi Pizzeria L' della bandiera per i ragazzi di mister Coscarella. Hanno riposato i Compagni Di Merende. Classifica: Campone 39, Pizz. Oasi 31, Romania 30, Steaua 20, Atl. Romania 17, Compagni Di Merende 14, Animals 12, Atl. Piccadilly e 00A7 10, Spigolistri 9, Desperados 8.
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Club 70 capolista nel girone E di calcio a cinque maschile di STETO
Girone E Club 70 capolista (29 punti) ed unica formazione ancora imbattuta nel girone: il successo sulla Gnu Team permette al Club 70 di mantenere due lunghezze di vantaggio sul St. Donato Park Rangers, vittorioso su I Cugini Di Zampagna. Miglior attacco (Club 70) e miglior difesa (St. Donato Park Rangers) dovrebbero giocarsi la vittoria del campionato: con 22 punti però Cosmos All Stars FC e Polis Multietnic nutrono ancora qualche speranza di avvicinare la vetta. Il D.L. Firenze mantiene saldamente (20 punti) la quinta posizione: la Dinamo Surples (sesta forza del girone) è distante otto punti. La Dinamo Florentia invece bracca la Dinamo Surples: un solo punto separa le due formazioni, con la Gnu Team (8 punti) che non è comunque tagliata fuori dalla lotta al sesto posto. Infine, in ultima posizione, con 4 punti viaggiano a braccetto due squadre: Corte Dei Conti ed I Cugini Di Zampagna. Girone F Sono tre le squadre che si contenderanno il titolo nel raggruppamento: comanda con 33 punti la Steaua, braccata a sole tre lunghezza dai Final Blow, mentre il terzo posto è occupato da I Gagia che di punti ne hanno 28. Tutte e tre vittoriose nell’ultimo turno le formazioni di vertice: la Steaua resta l’attacco più prolifico (129 reti, con i Final Blow - secondo reparto offensivo - che hanno raggiunto quota 100), mentre è de I Gagia (42 reti) la difesa meno perforata. Quarto posto per l’A.P.A.C. (25 punti) che ora ha cinque lunghezze di vantaggio sull’Atletico Ragnaia (20), fermato sul pari nello scontro diretto col Massimone Vive (18). Con 14 punti La Cantera occupa la settima posizione, precedendo di due punti la coppia formata da Hammers CTF e FC Mangester. Decimo posto per il Boca Florence (10 punti), mentre la Dinamo Canà (6 punti) precede soltanto l’Old Florence, fanalino di coda alla ricerca dei primi punti in campionato.
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Girone G Strain Hunter capolista del girone con 24 punti, ma sono tre le squadre in corsa per la vittoria del campionato: con 21 punti Troll Incinta (sconfitto di misura nell’ultimo turno dalla capolista) ed I Fichinghi (vittoriosi sull’Atletico Mica Tanto) hanno tutte le carte in tavola per giocarsi il titolo. In quarta posizione comunque i Real Raccattati (18 punti), grazie al successo per 12-5 sul F.C. Becks In Black, mantengono qualche piccola speranza di poter dire la loro per il primo posto. In quinta posizione l’Atletico Mica Tanto (12 punti) si fa rosicchiare tre punti dagli All Blacks che adesso avvicinano a soli tre punti i diretti rivali. Resta in ultima posizione, con 3 punti all’attivo, il F.C. Becks In Black.
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Segue dalla prima
A Bologna ha perso 2 punti anche se guardando lo svolgimento della gara alla fine ne ha guadagnato uno. L'espulsione di Mati Fernandez è stata una ingenuità che da un calciatore come lui mai ci saremmo aspettati. Certi errori si pagano in un campionato giocato sul filo degli equilibri. Amen, si ricomincia. L'importante è che la Fiorentina, intesa come società, trovi una propria pace interiore perché francamente quello a cui abbiamo assistito ultimamente non ci è parso il massimo. Le frizioni tra Sousa e la proprietà, anche se sono lodevoli gli sforzi fatti a Bologna da Pradè per cercare di seminare serenità, sono un problema. Un ostacolo da superare ed in fretta perché le tempeste non portano a nulla. Meglio un bel temporale, almeno dopo torna il sereno. Il passaggio successivo sarà, da parte di Sousa, provare a inserire velocemente i nuovi acquisti. Tello è certamente un esterno di qualità, un attaccante dagli spunti interessanti. Zarate non si discute: deve solo decidere lui cosa fare da grande. I colpi sono quelli del fuoriclasse, la testa ancora no. Se si metterà in riga marcando la continuità di rendimento, per lui a Firenze ci sarà solo gloria. Tino Costa deve solo fare gli scongiuri... Scherzi a parte, l'argentino ha troppo confidenza con gli infortuni: senza quelli sarebbe davvero un gran centrocampista. Speriamo che la condizione fisica lo assista perché di un mediano così la Fiorentina ha bisogno come il pane. Perché domenica sera c’è lo “spareggio” Champions con l’Inter. All’andata finì 1-4 per i gigliati, non ci fu partita. I viola avranno bisogno dell’aiuto di tutti: la speranza è quella di vedere un Franchi pieno, con 40mila anime fiorentine. Una notte che dovrà trasformarsi in magica. Avanti Fiorentina, il campionato comincia ora. ©Mario Tenerani
Settimanale di critica e attualità
Aut. Trib. Fi nr. 1947 del 26/09/1968
DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani Capo Redattore Tommaso Borghini EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Rossana De Nicola Alexandra Barbieri
STAMPA Rotostampa srl HANNO COLLABORATO Alessandro Rialti, Massimo Sandrelli, Ruben Lopes Pegna, Duccio Magnelli, Alessandro Latini, Francesca Landi Giampiero Masieri, Francesca Bandinelli Giacomo Cialdi FOTO Massimo Sestini
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IL SOLITO COPIONE DI GENNAIO
di Duccio Magnelli
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questo punto sarebbe auspicabile l’abolizione, da parte degli organi preposti, del mercato calcistico di gennaio. Per molti allenatori è come il fumo negli occhi. Reja, tecnico dell’Atalanta, non vedeva l’ora che finisse perché lo considerava un elemento di disturbo (e visto com’è andata la partita di Verona aveva ragione da vendere). A Montella hanno venduto giocatori importanti, mentre a Maran del Chievo hanno dato via l’unico attaccante decente che aveva. A Firenze è accaduto quello che in questo periodo succede ormai ogni anno: dall’esaltazione per la situazione luccicante di classifica si è passati alle polemiche, ai musi lunghi, agli striscioni di protesta, alle richieste di dimissioni. E alle ricorrenti accuse, alla
società, di tirchieria e affarismo spinto. Insomma, un copione già visto e sentito. La vittoria con il Carpi − arrivata per ironia della sorte per un tocco da giocoliere di uno dei nuovi arrivati − aveva stabilito una sorta di tregua armata fra i tifosi e i Della Valle. Il pareggio di Bologna ha rimesso tutto in discussione. Certo, un altro gol di Zarate all’ultimo minuto al Dall’Ara avrebbe probabilmente messo a tacere molte polemiche, ma la sorte ti può aiutare una volta. Non di più. Nel senso che dei nuovi arrivati gli unici visti sono Tello e Zarate. Tino Costa è apparso e subito scomparso e degli altri non si hanno notizie certe (qualche maligno, o peggio gufo, è convinto che non li vedremo mai in campo!). Il punto è che adesso anche qualche scelta del tecnico fa storcere la bocca a qualcuno. La formazione del primo tempo di Bologna è, per certi versi, curiosa,
soprattutto per quel che riguarda la decisione di far giocare Mati, Tello e Babacar, Tre che, insieme, forse si erano solo scattati un selfie sul pullman o negli spogliatoi. Vero che febbraio sarà un mese terribile per numero e importanza delle partite, ma l’Europa League è ancora abbastanza lontana e in mezzo c’è la gara di domenica sera con l’Inter… Insomma, la situazione a Firenze appare piuttosto confusa e alcuni comportamenti delle parti in causa non aiutano a diradare la nebbia. Per questo, per non ritrovarsi un’altra volta a discutere, bisognerebbe cancellare il mercato di gennaio. O comunque, se proprio non è possibile, ridurlo a una settimana. La prima del mese. Che poi è quella in cui si fanno gli affari migliori. Sulla carta, naturalmente.