Il Brivido Sportivo nr. 6 del 12/02/2013

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87 - n.06 - Martedi 12 febbraio 2013

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Stevan Jovetic Il Re del niente

L’editoriale di Alessandro Rialti

LA FIGURACCIA DI TORINO NON VA DIMENTICATA

ORA MONTELLA FACCIA RITROVARE L’ORGOGLIO VIOLA Crediamo che l’errore più grande sarebbe quello di dimenticare troppo presto la brutta figura di Torino, perché sotterrare quella gara, quel risultato, quella prestazione non sarebbe utile per il prosieguo della stagione viola. Le lezioni non solo bisogna impararle al volo ma anche tenerle in cassaforte, perché bisogna riguardare quella gara e ricordarsi che senza determinazione e senza cuore si può perdere con chiunque. Dunque la bruttissima figura di Torino deve rimanere come un ammonimento. Come uno specchio sul quale guardarsi ogni volta che ci si dovesse sentire belli. E messa in cassaforte quella figuraccia la Fiorentina deve ricordarsi bene che se l’esame di Torino ha prodotto una solenne e indiscutibile

Umiliato da Vucinic, ora Firenze (e Montella)

aspettano risposte

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Appunti di viaggio di MARIO TENERANI

L

’eccessiva duttilità di schemi crea confusione nei giocatori, l’immobilismo fabbrica la noia. Serve la via di mezzo: una squadra deve dare un timbro al proprio gioco portando avanti un percorso tattico, ma all’interno della stessa partita deve essere pronta a cambiare pelle. È utile per rispondere alle iniziative degli avversari o per trovare alternative buone a sbloccare una gara. Passare dai tre ai quattro difensori, da una a due punte oppure ai due trequartisti. Sono alcuni degli esempi più noti. La Fiorentina è nata col 3-5-2 e lo ha sempre portato avanti anche se in alcuni frangenti ha avuto l’esigenza di passare a quattro in difesa per evitare l’uno contro uno del tridente avversario. La sfida di Torino e la condizione scadente di alcuni viola potrebbero indurre Montella ad un cambio di modulo. La verità non sta nei numeri di uno schieramento, ma nella sua prevedibilità. È chiaro che ormai il gioco viola sia noto a tutti, lo hanno studiato a fondo gli altri allenatori. Lo ha spiegato bene anche Pasqual nel dopo partita di Torino. Il mancino - a proposito complimenti, è il giocatore con più presenze nell’era Della Valle ha detto: “Ci hanno studiati bene: ci pressano sui difensori per impedirci di giocare”. Una prerogativa della Fiorentina del girone di andata è stata proprio la manovra che nasceva dalla terza linea, con Gonzalo regista. Adesso sia per la scarsa vena di Rodriguez, appunto, e di Roncaglia, le cose sono assai peggiorate. Pasqual potrebbe essere abbassato per fare il terzino. È una soluzione anche se la più sempli-

DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

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COLLABORATORI Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna, Alessandro Rialti, Mario Tenerani, Giampiero Tosi. FOTO La Presse

Fiorentina, impara a

cambiare pelle

ce sarebbe quella di sostituire uno tra Gonzalo e Roncaglia, meglio il secondo del primo, inserendo Compper. Il discorso si propone anche a centrocampo ora che arriva Sissoko.

Se Montella volesse utilizzare contemporaneamente Pizarro, Aquilani, Borja Valero e Sissoko dovrebbe certamente cambiare atteggiamento tattico. Così come quando il nuovo acquisto Wolski, talento

polacco, centrocampista dalle spiccate qualità offensive, sarà pronto. Lui nei tre della mediana non ci sta bene, mentre a ridosso delle punte oppure esterno nel 4-3-3 pare essere a proprio agio.

Per Montella c’è ancora molto da lavorare, ma se riuscirà a regalare una grande duttilità tattica ai propri giocatori la Fiorentina tornerà ad essere imprevedibile e vincente.

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Stagione Viola Se solo metà Fiorentina avesse avuto la grinta del suo portiere a Torino sarebbe andata diversamente

VIVIANO DA ESEMPIO

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nella sfida persa contro la Juve di Michela lanza

C

riticatelo pure ma Emiliano Viviano, almeno, è davvero ‘uno di noi’. A Torino contro la Juve è stato il migliore dei viola, e questo la dice lunga su quanto i bianconeri siano stati pericolosi, anche se ad onor del vero ci sono dei dati alquanto ‘buffi’ da sottolineare, che vanno in controtendenza: la Fiorentina ha battuto la Juventus circa il possesso palla (53% contro 47%), ha vinto sotto l’aspetto del vantaggio territoriale (49,30% contro 36,83%), ha battuto un corner in più dei bianconeri (5 a 4 il conteggio finale), ha vinto la ‘gara’ dei dribbling (24 a 22) e dei passaggi (465 contro 415) ed ha subito gli stessi falli della Juve (15 vs 15). Poi ha vinto meno contrasti (46% contro 54%), ha calciato meno nello specchio (4 volte contro 7) e fuori dallo specchio (5 volte contro 7). Ma considerando che la squadra di Montella giocava nello Juventus Stadium, quindi in trasferta, e contro una squadra con la quale per 49 volte su 75 gare è uscita sconfitta da Torino, i numeri non sono certo da buttare. Semmai, da buttare sono gli errori individuali e la grinta raddoppiata che è mancata nell’arco dei 90 minuti. Grinta che invece ha nel dna la Juventus e con la quale la squadra di Conte ci ha fatti realmente viola, tanto per auto-ironizzare e sdrammatizzare.

LA GRINTA DEL FIORENTINO. L’unico che però ci ha messo l’anima, che ha realmente portato in campo la cattiveria, il cuore e l’odio (sportivo) del fiorentino nei confronti della Juve è stato proprio il numero uno viola, Viviano. Ed è stato probabilmente l’unico ad aver dato un seguito alle parole di Diego Della Valle, che aveva deciso di caricare la squadra alla vigilia del match di Torino (a proposito: che la Fiorentina sia arrivata all’esame Juve troppo carica? Anche questa è una possibilità). Lui, si è visto da subito, è entrato sul terreno di gioco di uno Juventus Stadium ‘caldo’ (ma non infernale) concentrato, caricato a pallettoni. Ci teneva a quella sfida. Più di ogni altro. Ci teneva davvero, tanto che alla vigilia ad alcuni amici aveva confessato “Domani dopo la partita vado a Brescia (è lì che abita la famiglia Viviano, ndd), almeno che non si vinca. In quel caso, torno a Firenze con la squadra per festeggiare…”. Sì, per festeggiare con i tifosi, come era successo dopo la vittoria di Milano quando la stazione di Santa Maria Novella fu presa d’assalto da supporter in festa con sciarpe e bandiere che ridipinsero i binari e il treno Italo di viola. LE PARATE DEL TIFOSO. Ma torniamo al match ed analizziamo la partita di Emiliano. Il portiere viola, al cospetto del numero uno al mondo, Gigi Buffon, non

ha certo sfigurato! Ha mostrato sicurezza nelle uscite e ha messo una pezza in più occasioni salvando il risultato al 14’ di piede su una girata di Vucinic; poi facendosi trovare pronto al 18’ sul velenoso sinistro di Lichtsteiner; immolandosi al 32’ ancora su Vucinic quando quest’ultimo gli si è presentato a tu per tu (per colpa di un ingenuo Rodriguez); infine, al 32’ del secondo tempo, su quel tiro ‘alla Del Piero’ di Giovinco, sul quale il portiere viola ha dimostrato di essere reattivo e pronto. Nonostante tutto, su di lui qualcuno ha puntato il dito anche a Torino imputandogli responsabilità sul primo gol bianconero di Vucinic. È vero che il tiro del montenegrino non era angolato ma piuttosto centrale, ma è altrettanto vero che è stato potente e per di più ha effettuato un traiettoria quasi a colombella. Traiettoria sulla quale è stato forse impallato da Gonzalo Rodriguez (sorvoliamo poi sulla respinta di testa di Roncaglia che ha praticamente servito il numero 9 bianconero in maniera perfetta). Poteva fare qualcosa di più il portiere viola in quell’occasione che ha sbloccato il risultato? Forse. Anzi, diciamo “si” per accontentare i critici a prescindere, ma resta il fatto che davanti agli innumerevoli e incomprensibili errori della difesa, Viviano ha fatto la parte del leone. Perché il portiere

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nato a Fiesole non ha tutti i torti quando dichiara “Invidio Victor Valdes del Barcellona perché non gli tirano mai in porta…”. Beh, non si può dire la stessa cosa di lui. LA POLEMICA E IL MUSO. Però il ruolo del portiere – lui lo sa – è così, e sei sempre sotto pressione, sempre sotto l’occhio del ciclone. Se sbagli, prendi gol. Se pari… fai il tuo dovere. Quello, però, che non

si può e non si deve non mettere in evidenza è che se almeno metà della squadra, a Torino, avesse avuto la sua rabbia, la sua grinta, la sua voglia (che lo hanno perfino portato a prendere il primo cartellino giallo stagionale) forse la Juve avrebbe faticato un po’ di più a vincere contro la Fiorentina. Anche se, sia chiaro, avrebbe probabilmente vinto lo stesso perché è più

forte e lo ha dimostrato sul campo, che ci piaccia o no. E quella maglia di Pirlo ‘rubata’ dalla schiena di Borja Valero e gettata per terra non è stata certo, come poi ha spiegato più tardi proprio Viviano per placare le polemiche, una mancanza di rispetto nei confronti di Pirlo o della Juve, ma solo un semplice gesto di stizza di chi avrebbe voluto vedere una Fiorentina diversa mentre invece si trova ad uscire sconfitto dalla tana del nemico. Proprio come un tifoso, che mai avrebbe voluto vedere sotto il proprio settore un Borja Valero con del bianconero addosso. Proprio come ‘uno di noi’, uno che conosce lo stato d’animo del tifoso della Fiorentina quando la sua squadra perde contro la Juve. E il suo muso lungo a fine partita non era altro che lo specchio dei sostenitori viola, delusi e amareggiati. Ma comunque orgogliosi dell’amore che provano verso i colori viola e pronti a ripartire. Da subito. Da domenica. Da una nuova sfida. Perché Firenze è Firenze.

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Momento di crisi per il talento montenegrino e il difensore argentino tra continue voci di mercato

Jovetic e roncaglia, adesso tocca voi:

STORIA DI ASSI SMARRITI time due settimane di mercato (in Russia le operazioni possono essere concluse entro il 24/2)? Difficile. Poco tempo fa il manager del ragazzo si è dato appuntamento con la dirigenza viola per la fine della stagione, una virata improvvisa pare diffi-

di Francesca Bandinelli

A

vevano cominciato la stagione con il piede sul gas. Stevan Jovetic mettendo insieme un gol dopo l’altro (quattro reti nelle prime tre gare), Facundo Roncaglia trasformandosi nell’idolo della tifoseria viola. Da una parte il piccolo principe, quello dei colpi di classe, dei tocchi di fino, dall’altra il ‘persecutore’ degli avversari, il mastino della difesa, quello che solo a guardarlo negli occhi, un po’ di soggezione l’ha messa a chiunque. Fin quando la squadra ha girato, fin quando sono arrivati i punti, fin quando, il 22 dicembre scorso, la Fiorentina ha continuato a volare, a bordo della Montella Airline, erano diventati i simboli di un progetto, il campione trattenuto e quello scovato addirittura a parametro zero. Per loro due i Della Valle hanno rifiutato montagne di milioni: trenta per il montenegrino, la scorsa estate, ma pure sette per l’argentino che tanto ricordava nell’immaginario viola Daniel Passarella. Cosa è successo nel mezzo? Da una parte c’è Jovetic che non solo non segna (un solo gol in sette gare, tra campionato e Coppa Italia) ma pare il fantasma di se stesso, incapace di graffiare, di lasciare il segno, di mantenere una certa continuità di gioco per più di dieci minuti; dall’altra c’è Facundo che, dopo aver inghiottito il boccone amaro di qualche panchina, è diventato uno dei principali alleati degli avversari. Ha cominciato a vacillare contro

il Pescara, con quel suo passaggio per Celik che ha chiuso definitivamente il match a vantaggio degli abruzzesi, è rimasto fuori a Udine, con Napoli, al di là dell’eurogol realizzato grazie al regalo di De Sanctis, perde Cavani in occasione del gol del pareggio degli azzurri. Col Catania si è fatto bruciare da Castro in occasione del gol del vantaggio dei siciliani e pure a Torino ha servito prima la palla dell‘1-0 bianconero a Vucinic per poi scansarsi in occasione della botta (senza scarpino) di Matri. Cosa sta accadendo a Facundo? A tratti è sembrato di rivedere quel giocatore incerto e

spaesato che avevamo conosciuto a Moena, nei primi giorni di ritiro. Adesso tocca a Montella trovare la giusta misura. Sì, perché toglierlo definitivamente dal campo - e, con l’arrivo di Compper, non si tratta certo di un’eresia - significherebbe comunque svalutare il calciatore, alla luce dell’importante richiesta rifiutata da parte del Rubin Kazan. Che i viola stiano pensando di cederlo in queste ul-

cile da valutare. Meglio tentare la via del recupero. La stessa che va portata avanti con Stevan Jovetic. Montella un primo messaggio, chiaro, glielo ha già fatto arrivare a Torino, sostituendolo (era accaduto anche col Parma, ma solo per evitare un giallo che avrebbe significato stop per un turno), adesso dovrà esserci la reazione di Stevan. Dopo i mugugni del pubblico viola, cancellati nell’ultima gara casalinga grazie alla rete realizzata dopo quasi 500 minuti dall’ultima volta, il montenegrino ha ascoltato pure i fischi dello Juventus Stadium, di quelli che, almeno nei sogni della dirigenza bianconera, potrebbero essere i suoi nuovi tifosi. La bocciatura evidente arrivata anche da parte loro deve trasformarsi adesso nel detonatore in grado di dare la scossa alla stagione. Jovetic non può permettersi di tirarsi indietro: se vuole convincere qualcuno a farsi avanti al termine di questo campionato deve dimostrarlo sul campo. Niente è scontato. Per nessuno. Adesso sono loro, Facundo e Stevan, a doversi ritrovare. Subito. Il tempo dell’attesa e della pazienza è finito.

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Associazione culturale

dal 16 febbraio al 24 marzo

Sagra delle Frittelle

Chiesa della Pieve a Ripoli,

torneo di Viareggio

incrocio Via Roma Via Poggio della Pieve a Bagno a Ripoli

allail Pieve Ripoli a Bagno a Ripoli Archiviato brutto astop in campionato con la Juve i viola di Semplici debuttano al Torneo di Viareggio

Fiorentina primavera,

è arrivato il momento di

GETTARE LA MASCHERA

di ALESSANDRO LATINI

P

reparare una manifestazione importante come il Torneo di Viareggio dopo aver perso per 2-0 contro la Juventus non è il massimo della vita, specialmente se hai la maglia viola addosso. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, però, possiamo dire che la Primavera della Fiorentina ha subito l’occasione per riscattarsi nel torneo giovanile più prestigioso al mondo. Il campionato va momentaneamente in archivio e forse, visto il grande avvio, Semplici avrebbe sperato di arrivare alla pausa con qualche punto in più. Non che i viola siano messi male in classifica, intendiamoci, ma il primo posto di qualche mese fa è solo un lontano ricordo. Lo stop contro il Cagliari in casa (1-1 il finale grazie ad un capolavoro su

arrivato proprio in extremis a chiudere il match. ESORDIO CON LE MOLLE. In questi giorni i viola hanno ricaricato le batterie in vista del debutto di oggi pomeriggio al Torneo di Viareggio, giunto alla 65° edizione. L’obiettivo della Fiorentina è quello di vincere la prestigiosa manifestazione (non accade dal lontano 1992), anche se è bene ricordare che l’età media della squadra di Semplici è abbondantemente inferiore a quella delle squadre rivali. I giovani calciatori gigliati iniziano la fase a gironi con l’intento di migliorare il percorso delle ultime due edizioni, che li ha visti protagonisti fino all’ultimo. Nel 2011 la Fiorentina ha perso la finale contro l’Inter, mentre lo scorso anno i viola furono estromessi dalla Roma in semifinale ai calci di rigore. Oggi pomeriggio (fischio d’inizio

punizione di Bernardeschi) e la sconfitta a Vinovo contro la Juventus, hanno fatto piombare la Fiorentina al terzo posto in graduatoria, a nove punti di distanza dai bianconeri ed a meno due anche dal Torino, che ha approfittato dell’andamento balbettante dei viola per portarsi al secondo posto (ricordiamo che le prime due squadre di ogni girone accedono direttamente alle finali scudetto, le altre devono passare attraverso i playoff). In casa dei rivali storici bianconeri la Fiorentina non ha neanche demeritato, ma alla fine ha pagato le assenze di Bernardeschi e Capezzi (impegnati con la prima squadra anche se il primo sarebbe stato squalificato) e di Rosa Gastaldo infortunato. I viola sono stati bene in partita fino al fischio finale, perché il secondo gol di Padovan (doppietta per lui) è

alle ore 15, stadio Guidi del Galluzzo) Lezzerini e compagni se la vedranno contro il B 93 Copenaghen, squadra danese che non era prevista al momento del sorteggio, ma che ha sostituito in corsa il Nordsjaelland, club che ha dovuto declinare l’invito per problemi d’organico, avendo prestato cinque giocatori alla prima squadra. Il Copenaghen è un avversario sconosciuto per la Fiorentina e come tale deve essere preso con le molle, anche perché gli esordi in competizioni del genere nascondono sempre qualche insidia. Un passo falso immediato, inoltre, comprometterebbe un torneo nel quale si può pagare ogni minimo errore. La fortuna, in queste competizioni nelle quali si gioca ogni due giorni, gioca un ruolo

fondamentale. Chi subisce meno la stanchezza e non incappa in infortuni spesso arriva fino in fondo. Giovedì, invece, i viola se la vedranno con il Padova (ore 15 al Turri di Scandicci). I veneti (terz’ultimi in campionato nel Girone B) sono avversari più conosciuti e, sulla carta, non sembrano rappresentare uno scoglio insormontabile. Il girone sarà chiuso invece sabato contro i temibili paraguaiani del Club Nacional, che nella scorsa edizione hanno ben figurato. Il fatto che sia stato scelto il campo principale di Viareggio come sede del match (con probabile copertura televisiva) lascia intendere che gli organizzatori abbiano individuato proprio quella partita come la più interessante (e quindi pericolosa per la Fio-

rentina) del girone. In caso di (auspicabile) passaggio del turno per i gigliati non ci sarebbe tempo per riprendere fiato. Martedì 19 febbraio sono già in programma gli Ottavi di finale. BIGLIETTO DA VISITA. I viola, come detto, arrivano a questa importante vetrina internazionale (con grande appeal mediatico) carichi di speranze e di aspettative, vogliosi di mettersi in mostra prima come squadra e poi come singoli. Sulle tribune ci saranno gli osservatori dei più grandi club europei e chi avrà la possibilità di emergere rispetto agli altri mostrerà un bel biglietto da visita per il suo futuro da professionista. Per questo motivo vincere il torneo avrebbe un doppio significato. Proviamoci!

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6 amarcord viareggio

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Associazione culturale

dal 16 febbraio al 24 marzo

Sagra delle Frittelle

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Al via il Torneo di Viareggio che i baby viola non vincono da ben 21 anni

Così la Fiorentina Primavera VUOL ‘SBOCCIARE’ A CARNEVALE di Ruben lopes pegna

V

entuno anni. Un periodo così lungo senza vittorie al torneo di Viareggio non era mai capitato alla Fiorentina che non conquista la Coppa Carnevale dal lontano 1992. Eppure la squadra viola detiene il primato di successi, ben otto, insieme al Milan e alla Juventus, che si è aggiudicata anche l’ultima edizione, quella del 2012. LE 8 VITTORIE. La prima la Fiorentina, guidata da Andrea Bassi, la ottiene nel 1966, battendo in finale il Dukla Praga per 2-0, con gol di Migliorini al 24’ su rigore e di Chiarugi al 63’. In quella squadra giocano tra gli altri oltre a Luciano Chiarugi anche Claudio Merlo, Ugo Ferrante e Salvatore Esposito che saranno titolari della formazione di Pesaola che nel 1968/69 conquisterà lo scudetto (c’è anche la riserva Pierluigi Concetti). La Fiorentina di Sergio Cervato torna a vincere la Coppa Carnevale nel 1973, battendo in finale il Bologna per 1-0 con un gol di Rosi all’8’ del secondo tempo supplementare. Nella sfida con i rossoblu i viola schierano fior di giocatori: Mattolini, Tendi, Roggi, Pellegrini, Braglia, Rosi, Re-

stelli, Macchi, il nipote di Chiarugi, Desolati ed Antognoni. La Fiorentina, sempre guidata da Cervato, si aggiudica il trofeo anche nel 1974, superando in finale la Lazio in rimonta per 2-1 con reti di Rosi all’ 89’ e di Desolati al 12’ del secondo tempo supplementare. In quella squadra ci sono tra gli altri Mattolini, Prestanti, Restelli, Desolati, Bresciani, Rosi. Ma nei quarti vengono impiegati anche Caso, Guerini e Speggiorin. I viola tornano a vincere il Viareggio quattro anni dopo, con Renzo Ulivieri in panchina, battendo in finale la Roma per 4-0 con doppietta di Venturini (25’ e e 59’) e gol di Sacchetti (45’) e Domenichini (73’). In quella squadra giocano tra gli altri Paradisi, Sacchetti, Bartolini, Crepaldi, Bruni e Venturini. La Fiorentina, guidata da Nenè, si aggiudica il la Coppa Carnevale anche nel 1979. Si impone in finale sul Perugia per 1-0 con un gol di Sacchetti al 44’. Oltre a Sacchetti in quella squadra giocano anche Guerrini e Bartolini. I viola di Vincenzo Guerini vincono a Viareggio di nuovo nel 1982, quando superano in finale gli inglesi dell’Ipswich Town 1-0 con gol di Cecconi al 10’ del primo tempo supplementa-

re. Oltre a Cecconi ci sono altri giocatori importanti come Moz, Ferroni, Baroni, Di Marzio e Fattori. La Fiorentina torna ad imporsi nella Coppa Carnevale nel 1988, quando in panchina c’è Ciccio Esposito, uno dei protagonisti (da giocatore naturalmente) dell’edizione del 1966. I viola battono il Torino per 1-0 con una rete di Clementi all’80’. In quella squadra giocano tra gli altri Rocchigiani, Zironelli e Ciucchi. L’ultimo trionfo della Fiorentina in Versilia risale al 1992, quando, con Mimmo Caso in panchina, supera la Roma per 3-2 con gol di Giraldi al 16’, di Banchelli al 38’ su rigore e di Beltrammi al 77’. In quella squadra ci sono oltre a Giraldi, Banchelli e Bel-

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trammi anche Betti, Tosto e Bartolelli. LE 7 FINALI PERSE. La prima risale al 1958. La Fiorentina è battuta 2-0 dalla Sampdoria. Perde poi nel 1962 con l’Inter 2-1 (gol di Nuti) e nel 1967 con il Bologna 3-2. Nel 1994 è sconfitta dalla Juventus 3-2 (doppietta di Banchelli, ma decisivo il rigore di Del Piero) al golden gol nella ripetizione della finale dopo che la prima è terminata 2-2 (autogol di Terrera e rete di Beltrammi). Anche nel 1995 perde nella finale bis 6-5 ai calci di rigore con il Torino (2-2 dopo i tempi supplementari con doppietta di Flachi). La prima finale a Lucca, invece, finisce 1-1 (gol di Sacchini). Nel 2000 la Fiorentina è bat-

tuta dall’Empoli 2-1 (gol di Tavano) tra le polemiche per un pessimo arbitraggio. L’ultima finale, con Renato Buso in panchina, risale al 2011. A Livorno i viola perdono con l’Inter 2-0. TOP VIOLA CHE NON HANNO VINTO IL TORNEO. Hanno giocato con la Fiorentina il Viareggio senza vincerlo altri fior di giocatori. Su tutti ricordiamo Roberto Baggio, Giovanni Galli, Enrico Albertosi, Sergio Cervato, Antonio Di Gennaro, Stefano Carobbi, Cristiano Zanetti, Francesco Flachi e Christian Amroroso. CAMPIONI ITALIANI. Sono tantissimi. Dagli anni Novanta in poi citiamo: Pirlo, Buffon, Panucci, Ferrara, Del Piero, Totti, Gattuso, Nesta, Filippo Inzaghi, Toni, Fabio Cannavaro, Christian Vieri, De Rossi, Perrotta, Zambrotta, Cassano, Aquilani, Giuseppe Rossi, Marchisio, Pazzini, Maggio e Balotelli. Quest’ultimo è grande protagonista nell’edizione del 2008 vinta dall’Inter. Segna 7 gol in 6 partite tra cui una doppietta nella finale bis con l’Empoli. Andando indietro nel tempo ricordiamo: Agroppi, Albertini, Baresi Franco, Baresi Beppe, Bedin, Bettega, Boninsegna, Bordon, Bulgarelli, Carnevale, Castellini, Causio, Col-

lovati, Conti Bruno, Corso, Costacurta, De Sisti, Di Bartolomei, Di Livio, Facchetti, Furino, Fuser, Giannini, Giordano, Graziani, Lentini, Lodetti, Maldera, Maldini, Manfredonia, Mazzola, Oriali, Peruzzi, Prati, Pulici, Scirea, Trapattoni, Zaccarelli, Zenga, Zoff, oltre a Mancini, Vialli, Pagliuca (questi ultimi tre con Lippi in panchina nelle file della Sampdoria). STELLE STRANIERE. BATISTUTA. Gioca nelle file del Deportivo Italiano di Buenos Aires nell’edizione del 1989 e realizza una tripletta al CSKA di Sofia. Ha appena vent’anni. Ed è in Versilia che inizia la sua grande carriera. CAVANI. Con il Danubio di Montevideo partecipa all’edizione del 2006, siglando un gol al Messina. Anche per il talento del Napoli il Viareggio rappresenta una svolta per la carriera. AMAURI. Con i brasiliani del Santa Catarina è protagonista nell’edizione del 2000. Segna 5 reti. Ricordiamo poi altri giocatori famosi: Seeler, Maier, Schweinsteiger (Germania), Prosineki (Jugoslavia), Martins (Nigeria), Carroll (Inghilterra) e Pandev (Macedonia).


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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

Stelle dEL Viareggio È dal 2000 che il club viola non riesce a valorizzare un giovane protagonista al Torneo di Viareggio

Fiorentina, parte la caccia AL CAMPIONE FATTO IN CASA di ANDREA GIANNATTASIO

S

essantaquattro edizioni (sessantacinque con quella che è iniziata ieri), un albo d’oro che vede da sempre la Fiorentina una delle potenziali favorite per la vittoria finale ed un banco di

prova imprescindibile per tutti i campioni del futuro. Si può sinteticamente riassumere così l’immancabile appuntamento con il Torneo di Viareggio, un rendez-vous ormai celebre a livello mondiale che ogni anno sforna a ripetizione campioncini in erba provenienti da tutti i Paesi del globo: dalla Serbia all’Argentina, dal Marocco al Brasile sono infatti tantissimi i giocatori - attualmente affermati ad alti livelli - che hanno avuto l’opportunità di muovere i loro primi passi nel calcio che conta attraverso la passerella del celebre torneo versiliese. Sarebbe fin troppo facile, a riprova di quanto detto, fare una carrellata di illustri nomi del passato e del presente calcistico che sono saliti agli onori della cronaca grazie alle loro prestazioni del ‘Viareggio’ (partendo dalle primissime edizioni, si ricordano tra i più celebri gli ex viola Merlo, Chiarugi, Albertosi ed ovviamente Antognoni, si prosegue con i calciatori della passata generazione, i cui più autorevoli rappresentanti sono stati Vialli, Mancini, Zenga e Roberto Baggio,

per finire poi con la strettissima attualità dei nostri giovani di belle speranze Giovinco, Balotelli, Immobile ed El Shaarawy). Nomi autorevolissimi che testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, della garanzia di qualità che annualmente la Coppa Carnevale mette in luce. Dicevamo però della Fiorentina: la squadra viola infatti è il club che fino ad oggi detiene il primato del maggior numero di edizioni vinte (otto per la precisione), un record condiviso assieme a Milan e Juventus. Oltre a questo, la Fiorentina ha un feeling davvero speciale con il Torneo di Viareggio, dal momento che in 64 edizioni della competizione è riuscita ad arrivare tra le prime quattro ben trentuno volte, ovvero quasi nel 50% dei casi: numeri davvero ragguardevoli per i viola, dai quali anche in questa edizione è lecito aspettarsi un impegno importante, alla luce soprattutto della finale di due anni fa persa contro l’Inter e della semifinale della passata edizione, dove la Roma ebbe la meglio sui gigliati solo ai calci di rigore. Un trend positivo, dunque, che continua ad andare avanti senza sosta, con però una sola e non trascurabile eccezione: è infatti dai primi anni 2000 che la Fiorentina non riesce a valorizzare realmente un

giocatore del settore giovanile, un giovane cioè che dopo il Torneo di Viareggio abbia calcato a stretto giro di posta anche i grandi palcoscenici della serie A con continuità. L’elenco dei giovani viola che si sono messi in luce negli ultimi dieci anni nella Coppa Carnevale è presto fatto: dal 2003 ad oggi infatti solo Brivio, Pettinari e D’Amborsio sono riusciti a ritagliarsi uno spazio nel calcio che conta, benché lontano da Firenze e peraltro non ad altissimi livelli (i primi due ex viola citati infatti militano attualmente nell’Atalanta, il terzo nel Torino). Altri invece (come Di Carmine e vari ex Primavera in prestito) giocano in serie B, senza contare poi gli attuali gigliati che stanno disputando campionati di Lega Pro i cui nomi si sprecano. Nessun nome altisonante dunque, nessuna vera e propria pianticella che abbia saputo compiere quel salto di qualità fin da subito per affermarsi in viola. Il rammarico, del resto, aumenta in modo esponenziale se si osserva come squadre del calibro di Juventus, Roma, Genoa ed Inter abbiano avuto la fortuna di poter contare fin da subito su campioncini in erba (il riferimento ovvio va ai vari Giovinco, De Ceglie, Marchisio, Destro o gli stessi Balotelli ed

El Shaarawy, titolari del Milan e della Nazionale italiana) da catapultare subito in prima squadra. Cosa che la Fiorentina non ha potuto mai fare. Se si eccettuano infatti Salifu e Camporese (il primo mandato a fare esperienza a Catania con scarsi risultati, il secondo finito ai margini della Fiorentina di Mihajlovic prima e di Montella poi), i viola attualmente possono gloriarsi solo e soltanto del ricco ma freddo palmarès dei trofei, al quale però non sono corrisposti altrettante soddisfazioni sul piano della crescita individuale, laddove potenziali campioni in maglia viola si sono rivelati spesso e volentieri dei fuochi di paglia, o quantomeno giocatori non abbastanza meritevoli di vestire una maglia prestigiosa come quella della Fiorentina. La speranza attuale della società, dunque, si affida - oltre che a Semplici e ai suoi ragazzi per l’attuale edizione della Coppa Carnevale - anche a tutti quei giovani che adesso si trovano sparsi in serie inferiori per fare esperienza e maturare. Sperando che possano quanto prima tornare alla casa-base ed apportare il loro contributo alla Fiorentina. Del resto Viviano, se pur con un ‘colpevole’ ritardo di dieci anni, è riuscito a farlo. segue a pag 8

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

Stelle dEL Viareggio

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Ecco i giovani viola che si sono messi in evidenza AL VIAREGGIO negli ultimi 15 anni

al Piacenza, prima del coinvolgimento in Scommessopoli che gli costa una squalifica di 5 anni e 9 mesi.

1998

Samuel Di Carmine - dopo il Viareggio con la maglia viola, Prandelli lo fa esordire in serie A (2 presenze), e in Coppa Uefa (1 presenza, 1 gol) poi nel 2008 espatria per accasarsi al QPR (24 presenze). Nel 2009 torna in Italia per giocare in serie B nel Gallipoli (34 presenze), nel 2010 accetta la chiamata, sempre in B, del Frosinone (12 presenze), mentre attualmente milita nel Cittadella in serie B.

Alessandro Agostini - dopo il Viareggio con la Fiorentina, va a farsi le ossa per due anni alla Pistoiese e poi un anno alla Ternana, prima di tornare in viola ed esordire in A: 13 presenze e poi una carriera tra Empoli, Siena, Cagliari, Torino. Attualmente è al Verona. Ciccio Tavano - dopo il Viareggio con la Fiorentina, prima di arrivare a diventare l’attaccante che tutti conoscono, passa una stagione a Pisa per poi passare alla Rondinella e arrivare, finalmente, all’Empoli dove esplode: poi Valencia (solo 3 presenze), Roma (14 presenze) e il ritorno indietro in Toscana, ma nel Livorno dove fa grandi cose. Oggi è all’Empoli, ma non ha mai vestito la maglia viola della prima squadra.

Angelo Palombo - arrivato a Firenze dal Fano nel 1999, il centrocampista fa il suo esordio in serie A con la maglia viola nel 2001, dopo il Viareggio giocato nel 2000. 10 presenze per lui con la maglia della Fiorentina prima di lasciare Firenze in seguito al fallimento della società e accasarsi alla Sampdoria nel 2002 dove milita tutt’ora (ad eccezion fatta di una parentesi sfortunata di sei mesi con la maglia dell’Inter). Roberto Musso - cresciuto nel settore giovanile viola, non esordisce con la prima squadra e nel 2000, in seguito anche al Viareggio con la maglia della Fiorentina, passa al Cittadella dove rimane per 11 anni prima di passare alla Virtus Entella, squadra ligure di Seconda Divisione. Oggi è al Treviso, ma conta 0 presenze.

2000

Emiliano Moretti - arrivato a Firenze dalla Lodigiani, esordisce in serie A nell’anno in cui si mette in mostra al Viareggio con la maglia viola. Mancini, tecnico della Fiorentina, intravede in lui qualità tanto da promuoverlo titolare nella stagione 200102. Poi il fallimento della società e il passaggio alla Juventus. Poi una parentesi a Modena, a Bologna e l’espatrio in Spagna al Valencia dove in cinque anni si toglie molte soddisfazioni. Nel 2009 il ritorno in Italia, nel Genoa, dove milita tutt’ora. Forse, negli ultimi 15 anni, è il miglior prodotto nato nel settore giovanile viola, insieme a Palombo.

Riccardo Taddei - carriera sfortunata quella del pisano Taddei, costellata da infortuni che probabilmente lo hanno condizionato. Sta di fatto che l’attaccante, oggi al Rimini, non rispetta le attese. Nella stagione 1999-00 fa il suo esordio in A, per poi provare ad essere una delle stelle della Primavera al Viareggio. Nel 2002 passa al Genoa (3 sole presenze), nel 2003 alla Cremonese in C2. Dopo quattro anni, nel 2007, la chiamata del Brescia e il ritorno in serie A grazie alla promozione dei lombardi nel 2010. Dal 2011 la discesa: Triestina, Casale e, appunto, Rimini.

2002

Marco Biagianti - il vero Biagianti se lo stanno godendo a Catania, oppure è Biagianti che si sta godendo a Catania il ‘calcio vero’. Dopo il Viareggio con la Fiorentina passa al Fano nel 2003 (non esordendo mai in prima squadra coi viola), poi al Chieti in C1 nel 2004, e alla Pro Vasto in C2 nel 2005. Dal 2007 è in Sicilia, dove tocca l’apice della sua carriera. Mario Cassano - dopo l’esperienza al Viareggio con la Fiorentina, e l’esordio in serie A (2 presenze) nel 2002 si accasa all’Empoli dove in tre anni, tra serie A e B, accumula solamente 12 presenze. Nel 2005 arriva la chiamata del Piacenza in B: 4 anni, 103 presenze. Poi una parentesi alla Reggina sempre in B e la chiamata della Sampdoria dove non trova mai spazio in sei mesi. Quindi il ritorno

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2005

2006

Leonardo Pettinari - dopo il Viareggio in viola, cambia squadra praticamente ogni anno: 2006-07 Sangiovannese in C1; 2007-08 Reggina senza mai giocare; 2008-09 Ravenna in Lega Pro Prima Divisione; 2009-2010 Cittadella in B. Poi finalmente riesce ad esordire in serie A, nel 2010, con la maglia dell’Atalanta, squadra dove milita tutt’ora pur senza aver per adesso mai giocato in questo campionato.

2007

Davide Brivio - terzino sinistro, dopo il Viareggio e l’esordio in A con la maglia della Fiorentina, passa al Vicenza in B dove in due stagioni accumula 36 presenze. Poi arriva la parentesi al Genoa in serie A (1 sola presenza) e il ritorno in B al Vicenza. Nel 2010 passa al Lecce dove trova continuità nella massima serie: due anni, 48 presenze. Oggi milita nell’Atalanta. Edoardo Pazzagli - figlio dell’indimenticato Andrea, dopo il Viareggio con la maglia della Fiorentina, passa al Prato in C2. Ed è proprio nella città toscana che dal 2010 fa il suo esordio tra i professionisti: 10 presenze nella stagione

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2009

Marco Romizzi - giocatore interessante che vanta il premio di miglior centrocampista del campionato Primavera 200809, si mette in mostra al Viareggio, poi dal 2009 al 2012 fa il ping pong tra Fiorentina e Reggiana: nei viola non trova mai spazio, in Emilia invece scende in campo 42 volte. In questa stagione è passato al Bari. Conta 5 presenze in Nazionale Under 21.

2010

Michele Camporese - difensore dalle prospettive interessanti, fa parte della prima squadra da quando Mihajlovic ha deciso di buttarlo nella mischia nella stagione 20102011. Conta già 20 presenze in maglia viola e 1 gol (segnato a Palermo). Quest’anno non ha mai giocato a causa di una tendinopatia rotulea che lo ha tenuto lontano dal campo, ma la società conta su di lui. Nazionale Under 21. Federico Carraro - sembrava il giocatore di maggior talento della Fiorentina Primavera del 2010, poi però, dopo l’esordio con la prima squadra, nella passata stagione la società decide di mandarlo a farsi le ossa a Modena in B: 8 presenze. L’estate scorsa passa alla Pro Vercelli, ma dopo pochi mesi e 8 presenze, nel gennaio scorso, passa al Gavorrano.

Andrea Seculin - dopo tre anni di settore giovanile con la Fiorentina, passa in questa stagione alla Juve Stabia, dove sta trovando continuità per mettersi in mostra. Khouma El Babacar - fisico prorompente, potenza e tecnica: ha tutto per essere il nuovo Balotelli. Probabilmente anche la testa: fiore all’occhiello della Primavera viola, Prandelli lo fa esordire in prima squadra e, dopo, anche Sinisa Mihajlovic prova a dargli fiducia (pur usando il bastone e la carota) facendolo giocare ben 18 volte in serie A. Nel mese di gennaio del 2012 la Fiorentina prova a mandarlo a farsi le ossa in Spagna, al Racing Santander con risultati poco confortanti: 8 presenze, 0 reti. Attualmente è al Padova e alle prese con un infortunio agli adduttori che non gli ha permesso di scendere in campo più di 4 volte.

2011

Pietro Iemmello - il giovane attaccante nato a Catanzaro, si sta facendo le ossa nella Pro Vercelli dove per adesso ha messo a segno 9 reti in 34 presenze. La Fiorentina lo tiene d’occhio. Già Nazionale Under 19. Cristiano Piccini - terzino che la Fiorentina sta seguendo con attenzione. Dopo l’esordio nel match contro il Cagliari al posto di Pasqual nella stagione 2010-11, la società viola lo ha mandato prima alla Carrarese (2011-12) poi allo Spezia (2012-13). Già Nazionale Under 20. Amidu Salifu - la Fiorentina lo porta a Firenze nel 2011 prelevandolo dal Vicenza dove aveva già accumulato 8 presenze in serie B. 15 presenze in viola nel 2011-12 e poi il passaggio al Catania in questa stagione dove per adesso è sceso in campo 6 volte.


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Terminata la Coppa d’Africa Montella potrà disporre d’ora in poi del possente centrocampista francese di origini maliane

Alla scoperta di momo sissoko,

L’ULTIMO VIOLA CHE ANCORA MANCA di Tommaso MAttei

Quando si cresce in una famiglia con 14 fratelli è facile abituarsi a stare in gruppo, magari con un pallone fra i piedi che aiuta a passare le giornate. Nord della Francia, alta Normandia, Mont-SaintAignan un comune di 20.000 abitanti: siamo a metà anni Ottanta ed è qui che nasce e cresce Mohamed Lamine Sissoko Gillan, meglio conosciuto come Momo, con doppio passaporto in Francia e nel Mail. FAMIGLIA E RELIGIONE. L’ultimo acquisto della Fiorentina, chiamato per far fare al centrocampo viola il salto di qualità definitivo in vista anche della prossima stagione, ha sempre avuto il calcio nel destino: ha due fratelli calciatori professionisti, è nipote di Salif Keïta, presidente della Federcalcio maliana, e cugino di Seydou Keita, centrocampista che si è fatto apprezzare e non poco nel Barcellona. Ma il

Momo viola è anche diplomato in Economia ed è da sempre attento alla questioni che riguardano la politica e tutto ciò che interessa la sfera sociale. Non solo calcio dunque nella vita del centrocampista, dove hanno un valore assoluto e fondamentale la famiglia e la religione. Sposato con Sokona, ha due figlie (Aicha e Sasia) e un figlio (Ismael), ed è musulmano praticante (anche prima di scendere in campo è solito pregare). In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport nel 2008, in seguito all’opaca prestazione della domenica precedente contro il Cagliari, ha dichiarato che durante il periodo del Ramadan è sempre molto stanco a causa del digiuno che la sua religione gli impone dall’alba al tramonto. LE SUE QUALITÀ. Sissoko si identifica per la sua corsa e per il tanto dinamismo ed è un giocatore che mancava alla Fiorentina. Nel suo cal-

cio, però, non mancano altre qualità come la capacità di segnare e di gestire azioni e palloni in mezzo al campo. Giocatore di una forza fuori dal normale, può giocare come mediano davanti alla difesa o come interno di centrocampo. La Fiorentina lo ha preso per dare un’alternativa in più a Montella nel disegnare il centrocampo più come vice-Aquiliani che come vice-Pirlo. Sissoko è infatti un fenomeno nel recuperare palloni facendo da elastico fra le due trequarti unendo a questo una grande capacità di buttarsi negli spazi e nel sapersi far ben volere al tiro dalla distanza senza dimenticare la sua grande capacità di essere pericoloso sui calci piazzati. 1,91 cm per 85 kg sono i numeri che testimoniano quello che è sono le sue credenziali. Il calcio poi, è fatto anche di soprannomi. E quello di Sissoko è la perfetta carte d’identità del Maliano: ‘La Piovra’, per il

modo rude, ma spesso efficace con cui arpiona il pallone in mezzo al campo. Per la serie ‘le prende tutte lui’ o se preferite ‘da qui non si passa’. Momo, che comunque è sì aggressivo e determinato davanti agli avversari, ma taciturno e quasi timido fuori dal terreno di gioco, ha da sempre amato questo appellativo. FINALMENTE A DISPOSIZIONE. Dopo il suo ingaggio da parte della Fiorentina alla fine del mercato invernale e dopo le prime assenze forzate contro Parma e Juventus a causa della Coppa

d’Africa che lo ha visto protagonista con il suo Mali (arrivato terzo dopo aver battuto un deludente Ghana nella finalina per il terzo e quarto posto che però Sissoko non ha giocato), finalmente arriva a Firenze per mettersi a disposizione di Montella in vista di una partita, quella contro l’Inter, dove potrebbe esserci bisogno di forza fisica in mezzo al campo (anche a Torino avrebbe fatto comodo, probabilmente Pirlo non avrebbe goduto di tanta libertà in mezzo al campo). Ormai è inutile recriminare. Adesso non resta che veder-

lo in campo, con la maglia viola addosso… anche perché non sarà facile trovarlo fuori dopo l’ora di cena: di notte preferisce stare a casa, da professionista serio, con la famiglia. Magari per ascoltare musica o guardare una bella partita di basket Nba in tv per tifare l’idolo Kobe Bryant. E se i Los Angeles Lakers non giocano, nessun problema, perché il suo film preferito è sempre lì accanto al lettore Dvd e s’intitola ‘Il Gladiatore’. La sua nuova arena, il Franchi, è pronta ad accogliere il nuovo condottiero viola.

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

i'nonno pilade

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IL NULLA A TORINO, NEMMEN LA VOCE DI’ PADRONE…

A

llora e un n’era un probrema di’ gennaio, e c’era i’baho davvero! Peggio, questa vorta e un si po’ nemmen dire che s’è giohato bene e che s’è avuo scarogna, o che gli è stao l’arbitro. E un n’hanno avuo nemmen bisogno di rubare o dell’aiutino d’Eupalla e ci s’è calao le brahe da noi! E mi son chiuso ‘n cantina a chiave a doppia mandaa perché se qui’ grullo di gobbo di sopra e m’appare a piglia’ pe’ le mele o anche e guarda e basta con quell’espressione beota e gli è i’ giorno che mi viene uno stranguglione e la viola e vo a vedella da quarche nuvola!

Magari di lassù e posso conoscilo Eupalla e fagni capire che chi ha bisogno d’esser aiutao e siam noi e no’ quegli artri. Ma per ora e siam qui a patire ni’mondo mortale e ci s’era illusi che la rota la girasse… Sieee, quando e sembra che si salga, giue di sotto un’artra vorta. Oggi è peggio e sono stai proprio quelli che ‘n genere e sono o dorebbeno essere e punti di forza: i Pekke, Gonzalo, e Jo-Jo, e allora icche tu vo’ fare? A che santo tu vo’ votatti? I’poero Diego gli è andao anche a trovalli, a mangiacci ‘nsieme, a digni che gli era un partia che ci te-

nea tanto anche lui dopo tutte le letihate con quello dell’automobili che si chiama come quello che gli è andao ni’ Parma, Marchionni o giù di lì, o co’ i’ fratello di’Lapo. A Milano e gli avea portao bene, e s’era vinto e gli avea marcato Amauri, quasi un miraholo! Nulla, nemmen la voce di’ padrone! Male come a Torino e un s’è giohato mai. Du’ pere e ringraziare Iddio perché e la c’è andaa anche bene. Pensiamo all’Inter, un ne parliamo piue, tanto frignare e serve a poho. E rientra l’Aquila che s’è riposao, Robocoppe idemme. Però poerino, nonostante le du’ transvolate oceaniche e la partia di mercoledì ‘n Ameria gli è quello che l’ha corso più di tutti. Se si mandassen tutti ‘n Sud-Ameriha? Magari e gni fa bene! Poi e si rigioha a i’Franchi e alla fin de’sarmi e bisogna anche, dopo la figura che gli hanno fatto, che la gni bruci un pochino. No Strafarcioni e un n’ha scampo, peggio pe’ lui, ‘ntanto a non raccatta’ pallino for di casa e c’è abituao! E n’ha presi tre a Siena e un vorrà miha vince’ da noi! Coraggio, ‘nghiottiamo i’ rospo, pe’ buttallo giù a i’ nonno e gni ci vorrrà ben di più di’ solito fiasco! Perché la vita e la continua e la nuvola la po’ aspettare! Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

24 O SU 2RE 4!

Il pungiglione

IL PREFETTO DI CAGLIARI E QUELLO STADIO DI GOMMA Di pungere a Torino non se ne può più. Erano pronti battaglioni di api per gli autori del video in cui ci saccheggiavano anche Dante, o sempre per Conte che ci snobbava in maniera vergognosa, ma poi, dopo la partita, sono stati richiamati, non vale la pena spendere per così lunghe trasferte. Non è che li abbiamo punti abbastanza, per loro il concetto di troppo non esiste, ma il fatto è che, dopo la partita di Torino, anche il nominarli ci dà fastidio. Allora ci trasferiamo a Cagliari, dal prefetto Giuffrida, perché anche lì c’è da divertirsi. Cagliari-Roma non si può giocare al nuovo stadio Is Arenas di Quartu, Cellino non ci sta, e la Roma vince 3-0 a tavolino; poi ci si può giocare, ma lo stadio torna ad essere non agibile per Cagliari-Juventus che si deve giocare al Tardini di Parma. Per il Palermo lo stadio è agibile ma non lo era più per Cagliari-Milan spostata inizialmente tra mille polemiche all’Olimpico di Torino salvo poi nuovi dietrofront. è uno stadio di gomma, agibile o no a seconda di chi ci deve giocare. Come confessa il prefetto: “Quando vengono le grandi squadre l’affluenza prevista di pubblico è tale da non poter assicurare la sicurezza nella realizzazione dell’evento”. Insomma le grandi squadre devono avere il ‘vantaggino’ di giocare in campo neutro o il vantaggione di aver partita vinta senza giocarla se ci si oppone, per decreto prefettizio. Meno male che c’è una giustizia divina e la Roma ha perso 4-2 in casa con il Cagliari mentre il TAR ha fermato la ‘manovra’ a favore del Milan. L’unica che l’ha scampata è la Juve che ha giocato e vinto a Parma, ma c’è ancora il match di ritorno a Torino… Comunque caro prefetto le api stavolta arriveranno da lei.

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

BOXE

boxe

Il pugile fiorentino si sta preparando per il prossimo match contro il polacco Jackiewicz in programma il 6 aprile a Roma

Bundu e il titolo europeo:

FINALMENTE SARÀ DIFESA UFFICIALE di MICHELA LANZA

M

eno di due mesi al nuovo match che vedrà salire sul

ring il Campione europeo

dei EBU pesi welter Leonard Bundu. Il pugile di padre sierraleonese e madre fiorentina, infatti, dopo tre difese volontarie (contro Antonio Moscatiello a Bre-

scia il 23 marzo 2012, contro Stefano Castellucci a Udine il 14 luglio 2012 e contro Ismael El Massoudi a Rezzato il 1° dicembre 2012), finalmente potrà combattere per la fatidica difesa ufficiale della sua Cintura europea contro lo sfidante, il pugile polacco Rafal Jackiewicz. Salirà sul ring il 6 aprile prossimo e i riflettori si accenderanno sul quadrato del Tendastrisce di Roma, in via Perlasca 69: è questa la location individuata dal promoter Mario Loreni per un incontro che si preannuncia già intenso e impegnativo. Location che tra l’altro ha già ospitato importanti match di pugilato. Per Leonard, campione 38enne che viene da una vittoria fulminea al primo round per ko contro El Massoudi, si tratta del 29simo incontro da professionista. Nei 28 già combattuti, ne ha vinti ben 26 (2 ‘no contest’ e 0 sconfitte), a testimonianza della sua forza e dell’efficacia della sua boxe. Il polacco Jackiewicz, 35 anni, arriva invece da un pari conseguito ad Amburgo contro il

britannico Rick Godding, e conta nella sua carriera da professionista ben 54 incontri (42 vittorie, 10 sconfitte e 2 pareggi). Un pugile, alla luce dei numeri, decisamente esperto e temibile. Per questo Bundu dovrà allenarsi molto bene per affrontare il suo sfidante ufficiale. E lo farà, come di consueto, insieme al suo maestro Boncinelli a Firenze,

dove il campione fiorentino, pur vivendo oggi nel Lazio, torna ogniqualvolta deve perfezionare la preparazione in vista di incontri importanti. E allora l’appuntamento con la boxe di Leonard Bundu è previsto per il 6 aprile prossimo, per quello che sarà un match fondamentale per il suo futuro. Perché, nessuno lo dimentichi, la

speranza del Campione europeo è quello di superare i confini continentali per potersi misurare con pugili di caratura mondiale. Il suo sogno nel cassetto, non è un segreto per nessuno, è arrivare a combattere per il titolo Mondiale. E la strada per arrivare ad esaudire il suo desiderio, passa inevitabilmente dalla ‘tappa’ Jackiewicz.

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

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Buglioni oro in Piemonte; Materassi e Menghini vicecampionesse in serie Ba Roma

LA CARICA DELLE SETTANTA Un fiume di piccole ginnaste fiorentine alla Rassegna Sperimentale UISP

T

utto concentrato in un’intensissima domenica il fine settimana di gare per il Centro Ginnastica Firenze A.S.D. Una nutrita delegazione della Scuola di Ginnastica – ben settanta allieve dai sei ai quattordici anni d’età – ha invaso Barberino del Mugello dalle prime ore del mattino per prendere parte alla prima prova della Rassegna Sperimentale UISP, una manifestazione che si svolge secondo programmi differenziati per età e difficoltà. Le prime a portare in gara i colori gigliati sono state le ragazze del livello D base (circa 20 ginnaste), ed è stata subito doppietta sul podio della categoria Trio, con la medaglia d’oro di Dalle Mura, Paoletti e Zerauschek e quella d’argento di Pagni, Tei e Vannucci; tra i Quartetti è arrivato un altro secondo posto con Calati, Ceccarelli, La Bruna e Massaro. Intanto, a Firenze, nella palestra di Sorgane, andava in scena il secondo e ultimo atto del campionato regionale di serie B di artistica femminile, che ha consegnato il titolo alla Ginnica Giglio di Montevarchi. Alle sue spalle, vicecampionessa toscana 2013, la società Airone di Empoli, tra le cui file c’erano in prestito le due ginnaste fiorentine Ilaria Mate-

rassi e Lisa Menghini, che si sono guadagnate con la squadra l’ingresso alla fase interregionale, eseguendo l’una la prova al volteggio, e l’altra quelle alle parallele asimmetriche e al corpo libero. Nel pomeriggio è proseguito il programma Sperimentale, ed è stata la volta delle piccole atlete del livello B avanzato, che hanno raccolto un bel bronzo – Mariani, Martinelli, Sanzò – oltre ad un ottimo quarto posto nella categoria Trio, con Fredducci, Mordenti e Stella. A chiudere la mara-

tona di Barberino sono state le ginnaste dei livelli C base e C avanzato, che hanno portato a casa un altro primo posto, con il quartetto composto da Bek-Uzarov, Frilli, Oddi e Sacchi, ed ancora un quarto piazzamento nel Trio (Cognigni, Picillo, Trapani). Infine, in serata è arrivata da Torino un’altra bellissima notizia: Ambra Buglioni si è laureata campionessa regionale nella serie B piemontese con la Società Ginnastica Victoria Torino. La quattordicenne ginnasta fiorentina ha fatto par-

te della squadra che si è aggiudicata il titolo, accanto all’ex azzurra e ginnasta olimpica di Sidney 2000 Adriana Crisci, tornata a calcare le pedane italiane da un paio d’anni, in forza proprio al team della sua città. La Buglioni – in prestito per il campionato cadetto – ha eseguito i suoi esercizi alle parallele e al corpo libero, e alla fine della gara ha potuto godersi il gradino più alto del podio insieme alle compagne di squadra, che ritroverà per l’appuntamento con la fase interregionale.

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

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ono andate in scena, in quel di San Piero a Ponti, le finali della terza GRIOLI CUP calcio a 5. Sono riusciti a spuntarla in quest’edizione i forti SHKODRA, capaci di rifilare un sonoro 11-5 agli ormai veterani dell’Atletico Passera, presenti per tre volte su altrettante edizioni della manifestazione. Partita a senso unico quella fra i “Blues” del Passera ed i “Blau-grana” dello Shkodra con i secondi che, dopo aver chiuso in vantaggio per 5-1 la prima frazione, sono riusciti a dilagare nel risultato finale. Nell’aperitivo della finalissima si erano invece sfidate Club 2M e

3° GRIOLI CUP AGLI SHKODRA! Polisportiva Libertas M con quest’ultimi capaci di dare filo da torcere agli avversari che sono comunque riusciti a guadagnarsi la terza piazza con un combattuto 6-4. Mattatore della sfida Niccolò Gracia, autore di tutte e sei le segnature del Club 2M. Con il titolo di Capocannoniere vinto

da Bishi Vledar degli Shkodra, e quello di miglior difesa vinto dal Club 2M, si è chiuso quindi il sipario sul trofeo che ovviamente dà appuntamento a tutti per la prossima stagione. Complimenti a tutte le formazioni partecipanti.

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Il Brivido Sportivo - Martedì 12 febbraio 2013

calcio toscana

I CAMPIONATI DI C7 DOPO LA SECONDA GIORNATA DI RITORNO di Steto

Girone A - Sono 8 i punti che separano la capolista Malcantera (31 punti) dall’AC Bandino Papaya Viaggi che però deve recuperare una gara. Il Malcantera viaggia con numeri record: 10 vittorie, ben 43 reti messe a segno e miglior difesa con sole 8 reti incassate. Al terzo posto (20 punti) il Dagnene Secche dovrà difendere la propria posizione dagli assalti di Atletico Coverciano (16 punti) e dal terzetto di squadre a 15 punti (Atletico Vulvarelli, South Florence e L’Era Glaciale). Eurosquash (10 punti) e Bisquit (8 punti) si contendono l’ottava posizione, mentre dal fondo della classifica difficilmente riuscirà a schiodarsi l’Atletico Cavedani (un solo punto all’attivo). Girone B - La capolista L.A. Valona è giunta alla sesta vittoria consecutiva e, con 28 punti conquistati, si è garantita un buon margine di distacco dal San Paolino F.C. (22 punti). Più interessante appare la lotta per la seconda posizione dove un solo punto divide la vice capolista dal FC Montalunga, braccato a sua volta dalla coppia formata da AC Club 1989 e Telerama C7 (19 punti). Dopo il buon avvio di campionato continuano a perdere terreno gli Spinters, ora sesti con 16 punti, due in più dell’US Grassina e quattro in più dell’A.C.A. Galat (che precede di tre lunghezze il Little Florence B). Chiude all’ultimo posto (0 punti) il GS Ragnoni Coverciano, peggior difesa di tutti i gironi di

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calcio a 7 con ben 80 reti al passivo. Girone C - Un coppia al comando: con 26 punti Blues e Dinamo Florentia sono le due formazioni che si contenderanno la vittoria finale. Difficile ipotizzare un rientro in corsa di altre compagini dal momento che Gli Spartani (terza forza del campionato) sono lontani 5 punti dalla vetta. Per il terzo posto Gli Spartani dovranno invece guardarsi le spalle, dal momento che Lokomotive Oxfam ed I Soliti Ignoti sono distanti due sole lunghezze (19 punti). Al sesto posto c’è lo Spor-

ting Chupacabras che, con 15 punti, tiene a debita distanza le più vicine inseguitrici (Unplugged e Vasco Te Sgama hanno 7 punti ciascuno). Infine in ultima posizione, con 4 punti, ci sono i Bastardi che hanno conquistato contro Gli Spartani il primo punto sul campo.

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Girone D - Ben quattro squadre in gara per la vittoria del campionato: Riddim United ed Avavava FC comandano il girone con 22 punti, ma ad una sola lunghezza di distanza segue la coppia formata da La Cantera e Polis Multietnic C7. Per il resto l’equilibro in questo girone si mantiene anche per le restanti posizioni, poiché ben cinque squadre sono divise da soli 6 punti: si va dai 17 del FC Tassoni agli 11 del Settebello Calcio a 7, con Cral Nuovo Pignone, Atletico Micatanto Calcio a 7 e Florence Patriots immischiate

to dietro di loro. Il big match in programma nel prossimo turno potrebbe dare una svolta decisiva a questo raggruppamento. Il Ceppo Club (24 punti) è stabile in terza posizione e deve difendere ben sei lunghezze di vantaggio dal Secretkick 08 C7. Al quinto posto c’è la coppia formata da A Nastro Azzurro

in questa lotta. Chiude la classifica con 0 punti il Little Florence A, peggior attacco di tutti i gironi con appena 4 reti realizzate in 11 gare. Girone E - Continua il testa a testa fra Atletico Bukkake e FC Breccia: le due formazioni proseguono imbattute la loro marcia, e con 31 punti ciascuna hanno fatto il vuo-

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Segue dalla prima bocciatura, il prossimo esame, quello al Franchi contro l’Inter, non lascia possibilità di scelta. Uscire bocciati anche nel match contro la squadra di Stramaccioni e Moratti potrebbe pesare non solo su questa parte di stagione ma addirittura sull’intero campionato. Proprio la partita con la Juve deve diventare una sorta di pungolo affinché Pizarro, Borja Valero e gli altri si ricordino delle gare che hanno una valenza anche moralmente diversa. Dunque il match con l’Inter di domenica prossima diventerà una sorta di esame di riparazione da cui devi uscire comunque promosso, al di là del voto che prenderai. Montella adesso è davanti a un bivio, adesso deve dimostrare di essere davvero l’allenatore intelligente, attento e furbo che tutti abbiamo intravisto nei mesi scorsi. È sua la squadra, suo l’onere di rimetterla in piedi, di riequilibrarla, di rimotivarla. Perché c’è una settimana dentro la quale il tecnico ha l’obbligo di ripensare a quello che non è andato prima e immaginare poi quello che è necessario fare. Se reputa Jovetic scarico lo lasci in panchina, se pensa che serva rivoluzionare la difesa inserisca il tedesco Compper, se è certo che ci sia bisogno di sostanza rilanci Migliaccio, se crede nelle potenzialità di El Hamdaoui lo utilizzi dal primo minuto. Insomma, faccia delle scelte, anzi faccia le sue scelte e costruisca la nuova Fiorentina perché c’è bisogno di una ricostruzione dal punto di vista psicologico. Gli uomini arresi di Torno non hanno giustificazioni, la Juve è forte, la Juve è più forte, ma questo non doveva esimere la Fiorentina dal provare a metterla in difficoltà. È questo che Firenze chiederà ad alta voce, una reazione emotiva, la reazione dell’orgoglio, la ricostruzione di un rapporto, quello tra città e squadra, che si era ben saldato ma che recentemente ha avuto un’improvvisa e insospettabile usura. Sia chiaro, la classifica resta assolutamente interessante e migliorabile. Sia chiaro, la qualità del gioco mostrata fino a poco tempo fa resta e non va archiviata ma è lo spirito emotivo, la condizione psicologica, lo spirito di gruppo che devono tornare protagonisti. Ogni scelta di Montella sarà approvata e sottoscritta ma solo se sarà fatta verso un unico obiettivo, la ricostruzione di un principio: l’orgoglio viola.

Fuorigioco

LA STRANA COPPIA 2 (ma la vendetta può attendere…)

di DUCCIO MAGNELLI

L

i abbiamo visti in ‘versione Obama’, camicia bianca d’ordinanza e maniche arrotolate fino ai gomiti (si dice che quello più anziano l’abbia fatto per non dare troppi anni di vantaggio all’avversario…). Li abbiamo visti, recentemente, in una versione un po’ malinconica dei Blues Brothers, con occhiali scurissimi e total black. Ci mancava la ‘versione stadio’,

quella ludica e sanguigna e (a colpo d’occhio) meno istituzionale. Bene: è arrivata anche quella. Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, la strana coppia della politica italiana, i gemelli un po’ diversi, sabato scorso erano in tribuna allo Juventus Stadium. Piazzati fianco a fianco, con il sindaco di Torino Fassino seduto accanto a Pierluigi a fare da supervisore. A vederlo lì con due juventini, Renzi sembrava un po’ David Crockett a

Fort Alamo, l’unico rimasto a difendere il fortino. Del resto ci vuole il coraggio degli eroi per presentarsi in sciarpa viola dietro la scritta Juventus Football Club. E ci vuole altrettanto coraggio per fidarsi di un capo ufficio stampa a strisce (quando si dice covare una serpe in seno…). Insomma, ancora una volta, il sindaco di Firenze ha provato coraggiosamente a stanare il nemico nella sua tana. Fallendo il tenta-

tivo. Come alle Primarie, la gioventù arrembante chiamata a dare una sferzata di energia e di rinnovamento ha pagato dazio, sconfitta dalla maturità, un po’ tirannosaurica ma evidentemente efficace. La Fiorentina di Renzi, simbolo del nuovo che avanza, è stata presa a sberle dalla Juventus, il ‘vecchio’ che resiste, e Bersani & co. si sono ancora una volta stropicciati con soddisfazione le mani. “Hasta la victoria siem-

pre” inneggiava un rivoluzionario argentino diventato cubano per adozione. Certo, quest’anno Matteo versus Pierluigi ha raccolto poco. Un punticino nell’andata a Firenze (ma la ‘strana coppia’ era ancora molto lontana dalla sua legittimazione). Poi soltanto metaforiche sberle, dentro e fuori dalle urne. Del resto Renzi sa di essersi schierato dalla parte più difficile (l’emiliano Bersani, invece, in periodi

dove vincere sembra sempre più difficile, ha scelto il bianconero per andare sul sicuro almeno sul calcio…). E allora, quando (e se) arriverà, la vittoria sarà ancora più bella. Ma se forse il futuro politico è dalla parte del sindaco di Firenze − che alla sua età può guardare con fiducia a ciò che verrà − quello calcistico viola contro le strisce appare più nebuloso. E una scheda in un’urna sicuramente non basterà.


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