Il Brivido Sportivo n. 03 del 22/01/2013

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87 - n.03 - Mercoledì 23 gennaio 2013

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n certi momenti possono bastare anche i piccoli passi. La Fiorentina di inizio stagione aveva abituato

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IN CERTI MOMENTI POSSONO BASTARE I PICCOLI PASSI

Per questo il pari col Napoli ha valenza doppia a correre, quasi a danzare sul campionato, elegante, sempre convinta, determinata, capace di soddisfare l’intero prez-

zo del biglietto. Ma le cose talvolta possono incontrare delle difficoltà. Ed è quello che è successo alla squadra di

Montella che purtroppo dopo la gara con il Pescara (sfortunatissima) ha cominciato a inciampare su se stes-

sa e gli avversari. Una flessione che a questo punto del campionato, e dopo aver dato tanto, ci poteva stare.

La cosa più importante era evitare di drammatizzare e di assumersi il peso di tutta la classifica e dei primi stop.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013 DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

Appunti di viaggio

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE grafica@brividosportivo.it STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it

COLLABORATORI Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna, Federico Pettini, Alessandro Rialti, Mario Tenerani, Giampiero Tosi. FOTO La Presse

Jovetic, di Mario Tenerani

I

l calcio è affascinante non solo per la sua imprevedibilità, ma anche perché si alimenta di grandi contraddizioni. Quante volte ci siamo imbattuti in allenatori che per inseguire pedissequamente il loro credo tattico, sacrificavano chiunque avessero di fronte, a cominciare da attaccanti puri costretti a ruoli da comprimari in fascia o in mezzo al campo. Strane idee spesso naufragate sui primi scogli del campionato. A Firenze, invece, sta accadendo il contrario: c’è una punta da 20 gol all’anno che come un cavallo imbizzarrito taglia il campo a fette, ma che si dimentica di scorrazzare nella prateria a lui più congeniale, l’area di rigore. Stevan Jovetic pare la più grande contraddizione tattica del momento viola. E i numeri sono lì a dimostrarlo: non segna da 397 minuti, mentre nelle prime 3 gare di campionato aveva firmato 4 dei 5 gol viola. In 10 gare è andato a secco e il suo bottino complessivo è di 8 gol in 16 partite, con 3 assist.

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torna in area di rigore... Non è poco per carità, ma siamo al minimo sindacale per un attaccante che dovrebbe valere tra i 30 e i 35 milioni sul mercato, considerato un top-player. La Fiorentina ha rallentato la propria corsa per alcuni motivi.

L’indisponibilità di Pizarro, vera jattura per i viola; gli arbitri che ci hanno messo del loro e pure i pali sono stati nemici effettivi. Insomma le attenuanti non mancano, ma non bastano. La velocità di crociera è diminuita perché i gol scarseggiano e il principale assente a questa chiamata è proprio Jovetic. Sappiamo che Montella ha chiesto al montenegrino di

comportarsi da punta moderna: movimento, generosità, applicazione costante in fase difensiva. E Jovetic ha dimostrato di saper fare tutto questo. Ma Montella ha chiesto anche al suo giocatore di attaccare l’area, di avere la porta nella testa, di essere cattivo in zona gol, cinico, chirurgico e quando serve di usare anche la punta del piede pur di spedire la palla in rete. E invece Jovetic continua nel suo vagabondare per tutto il campo, partendo dal limite dell’area per finire spesso all’altezza di Aquilani. Fa effetto vederlo così lontano dalla porta: prima era un caso, adesso è una costante. Può darsi che Montella non riesca a farsi capire o magari è proprio Jovetic a non comprendere facendosi trascinare dall’istinto e non dalla ragione. Il montenegrino si intestardisce e così finisce che trovandosi tanto distante dal bersaglio si affidi a conclusioni quasi impossibili, talvolta imbarazzanti rispetto al suo sconfinato talento. È come se Jovetic volesse risolvere da solo le situazioni di gioco più difficili, purtroppo però con risultati scarsi. Qui non si tratta di discutere un campione destinato,

probabilmente, a diventare un fuoriclasse: no, serve solo ricollocare Jovetic nel suo giusto contesto. Lui deve colpire a una decina di metri dal portiere avversario, non da 30... Se questa seconda opzione si verifica più spesso della prima, significa che c’è qualcosa di sbaglia-

to nel gioco viola. Montella in carriera ha firmato 141 gol, pochi meglio di lui possono spiegare a Jovetic quale sia l’atteggiamento migliore da osservare in campo. La Fiorentina deve uscire da questo equivoco perché rischia di restarne imprigionata.


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24 O SU 2RE 4!

Della Valle ha rinviato a giugno altri grandi colpi, intanto Pradè accelera su Wolski

Mercato alla stretta finale,

ecco cosa bolle nella PENTOLA VIOLA di Francesca Bandinelli

L

o ha detto anche Andrea Della Valle: la Fiorentina, sul mercato, non è ferma, ma è vietato aspettarsi colpi ad effetto. È arrivato Giuseppe Rossi, a conferma che le ambizioni societarie non sono per niente ridimensionate, ma gli altri due top player, quelli capaci di far lottare la squadra viola per le primissime posizioni del campionato, arriveranno in estate. «Volevamo tornare tra i grandi e ci stiamo preparando al grande salto - ha detto il patron - A giugno, con altri due campioni veri, costruiremo un gruppo all’altezza per poter lottare per obiettivi ambiziosi. Stiamo diventando una grande squadra, con una personalità importante. E allora, direte, altro che rifondazione: quella sarà la rinascita definitiva».

Aspettando il grande centravanti, che si tratti di Pierre Emerick Aubameyang, il francese del Saint-Etienne, di Oscar Cardozo del Benfica o anche di Alvaro Negredo del Siviglia senza dimenticare Roberto Soldado del Valencia, ora più che mai occorre restare con i piedi per terra. C’è un piazzamento europeo da conquistare, un pass per il ritorno di Firenze nelle Coppe e nessuno può sbagliare. Né la squadra né la società. IL CASO VIVIANO. Da risolvere c’è prima di tutto il caso Viviano. Emiliano, escluso ancora una volta contro il Napoli da Vincenzo Montella, chiederà di essere ceduto? La Curva Fiesole si è apertamente schierata dalla sua parte, ma adesso lo strappo è totale. Il Bologna, al di là delle dichiarazioni di Pioli, aspetta l’eventuale

momento giusto per inserirsi, ma non ci sono solo i rossoblù. Dall’entourage del giocatore fanno sapere che di ipotesi potrebbero essercene ben più di una. Le prossime ore saranno decisive. CENTROCAMPO. Intanto in queste ore è atteso a Firenze Matias Vecino, uruguaiano del Nacional di Montevideo. Daniele Pradè e Eduardo Macia non hanno voluto aspettare. Il giocatore, di origini italiane, non ha ancora il passaporto comunitario. Probabilmente i tempi della burocrazia non permetteranno di depositare il contratto in Lega entro il 31 gennaio, ma lui resterà comunque in viola. Lavorerà con la squadra, sfrutterà questi mesi per integrarsi e conoscere a fondo una nuova filosofia di calcio. Le due società hanno già trovato l’accordo. Al massimo, il suo

passaggio verrà ufficializzato alla riapertura del mercato. La novità più interessante, invece, arriva direttamente dalla Polonia. Sì, perché il muro eretto dal Legia Varsavia, squadra dove milita Rafal Wolski, alla fine, potrebbe essere abbattuto e la società proprietaria del centrocampista potrebbe accettare l’offerta arrivata dall’Italia. I polacchi si starebbero muovendo proprio in queste ore per cercare di convincere Dudu Bilton dello Standard Liegi (ma ex del Wisla Cracovia, acerrima nemica di sempre del Legia) ad accettare l’offerta fatta. In questo caso il denaro cash - circa tre milioni e mezzo di euro - fatta dai dirigenti viola potrebbe rappresentare una corsia preferenziale assolutamente strategica. Il Legia punta alla vittoria

dello scudetto per qualificarsi alla fase eliminatoria (secondo turno) di Champions League e l’attaccante israeliano potrebbe dare un contributo importante in quanto a gol. LE USCITE. In uscita, continuano i sondaggi di Palermo e Parma per l’argentino arrivato in estate Cristian Llama. La Fiorentina non ha intenzione di svendere, ma in caso di offerta interessante non farà muro. Discorso diverso invece quello per Romulo. Montella non intende privarsene, si fida e ogni possibile soluzione è stata prontamente respinta al mittente. E Seferovic? È un giocatore sul quale la Fiorentina

ha intenzione di puntare. I viola vorrebbero trovare una squadra dove mandare il giovane Haris a farsi le osse - Juve Stabia, Crotone, Lanciano e Modena sono le società di serie B che hanno fatto maggiori tentativi - e anche l’ipotesi spagnola del Villarreal è qualcosa di più di una semplice idea. Niente da fare per quanto riguarda invece lo scambio di prestiti tra Bovo e Camporese. «Non è fattibile - ha detto nelle ultime ore Pradè - Abbiamo impiegato quattro mesi per recuperare Michele, è un figlio del nostro settore giovanile e vogliamo proseguire con lui in questa direzione».

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LA PRESENTAZIONE

TUTTO SULLA GINNASTICA

24 O SU 2RE 4!

Presentato il nuovo attaccante viola arrivato dal Siena. Indosserà la maglia numero 18

Larrondo:

“A Firenze voglio esplodere nel segno del mio idolo Batistuta” di Michela LAnza

è

arrivato, anzi è stato presentato lunedì 21 gennaio (perché arrivare era arrivato già da qualche giorno) dopo la partita tra Fiorentina e Napoli che, oltre a mettere in evidenza quanto pesi l’assenza di Pizarro, ha sottolineato l’assoluto bisogno della squadra viola di una punta che possa far rifiatare Toni, bomber encomiabile ma stanco. Stiamo

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ha puntato su di lui per caso. «Sono molto contento per questa grandissima opportunità – ha esordito – e ringrazio tanto la Fiorentina per aver creduto in me. Voglio dimostrare in campo le mie qualità. Abbiamo un grande gruppo, che ha voglia di lavorare e arrivare lontano e io voglio dare una mano alla squadra a raggiungere i traguardi prefissati. Per me questo è un grande salto, ho tutta l’intenzione di sfruttarlo

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venerdì 25 gennaio

parlando, naturalmente di Marcelo Larrondo, attaccante argentino classe 1988 arrivato in prestito con diritto di riscatto dal Siena, pronto per mettersi a disposizione di Vincenzo Montella con la sua maglia numero 18 («Era la maglia che era disponibile – ha detto – speriamo che porti fortuna»). L’argentino si è presentato con una certa sicurezza di sé e con la voglia matta di dimostrare che la Fiorentina non

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

LA PRESENTAZIONE

al massimo. Ho tanta fame di giocare e voglio diventare il giocatore che non sono stato a Siena. Adesso tutto dipende da me, ne sono consapevole: voglio lavorare bene e mettermi subito a disposizione del tecnico. Essere qua è un grande sogno e spero che arrivi a Firenze la mia vera esplosione». Certo, il nuovo attaccante viola, non rinnega la sua esperienza nella città del Palio: «Sono arrivato in Italia

molto giovane ed ho fatto molto bene sia nel River Plate (squadra nella quale militavo prima di vestire la maglia del Siena), sia nella Primavera bianconera dove ho fatto la differenza. Poi in prima squadra ho giocato con continuità sia con Malesani che con Conte e – ripeto – sono cresciuto molto, sono maturato. Sono stato bene lì. Ma ormai quello è il passato. Oggi sono a Firenze e spero che l’opportunità

che la Fiorentina mi ha offerto mi aiuti a diventare un grande giocatore». A proposito dell’attuale tecnico della Juventus, suo allenatore nella stagione 2010-11 in serie B a Siena, col quale ha ottenuto una storica promozione nel massimo campionato, c’è già chi gli chiede un gol allo Juventus Stadium: «Per me sarebbe importantissimo segnare contro tutti: Juve, Milan o Siena non fa differenza. Conte per

me è stato un grande allenatore ma è chiaro che adesso il mio pensiero è solo alla Fiorentina: ad allenarmi e mettermi a disposizione di Montella. Fisicamente sto bene e penso di essere già pronto fin dalla prossima gara. Perché col Napoli non ero disponibile? Perché mancava ancora l’accordo tra Fiorentina e Siena». La Fiorentina, dunque, potrà contare già da Catania su forze fresche

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in fase offensiva. Ma a proposito, quali sono le caratteristiche di Larrondo? Negli ultimi tempi è stato chiesto a tanti addetti ai lavori, ma chi meglio di lui può spiegarle ai tifosi viola? «Mi piace attaccare in profondità – ha detto – sono forte di testa e mi piace giocare con la palla. La Fiorentina ha giocatori forti come Toni, Jovetic e Cuadrado che hanno una grande tecnica: spero di trovarmi bene con loro e voglio imparare da ognuno di loro. Sono un giocatore che se prende fiducia può diventare subito forte. A Siena l’ho fatto capire. Adesso cerco la continuità. Certo, devo integrarmi col nuovo gruppo e devo allenarmi tanto. Il mio punto debole? Non ne ho… e per quanto riguarda il rapporto con il gol, beh penso che ogni attaccante viva per il gol. Posso solo dire che mi piace stare accanto alla porta e sfruttare ogni palla vicino all’area». E a proposito di gol, di attaccanti, di… Toni, ovvero di un ex campione del mondo che ha già realizzato 106 gol in serie A, ha sottolineato: «È un grandissimo giocatore, anche nei giorni scorsi lo osservavo guardando attentamente i suoi movimenti». Ma… «Il mio idolo calcistico? Sicuramente Batistuta». Infine, una chiusura sulla

vicenda che lo ha riguardato da vicino, il Calcioscommesse, per cui, patteggiando, il 1° di agosto ha ottenuto una squalifica di 3 mesi (ricordiamo che Larrondo è stato coinvolto nell’inchiesta del Calcioscommesse e deferito dal procuratore federale Stefano Palazzi per illecito sportivo in merito alla partita Novara-Siena il 26 luglio 2012): «I tre mesi di squalifica sono stati davvero pesanti per me perché non c’entravo niente. I compagni mi sono stati vicino e li ringrazio. Non ci sono dubbi che tutto questo mi abbia fatto maturare tantissimo e crescere di testa. Ma tutto ciò rappresenta il passato. Ora voglio pensare al presente. Il patteggiamento? Ho patteggiato per tornare a giocare prima, altrimenti avrei dovuto aspettare fino a febbraio». Una storia ormai archiviata. Adesso c’è un futuro in viola: «La Fiorentina – ripeto – ha grandi giocatori ed ha dimostrato di essere una squadra compatta e tecnicamente forte. Dobbiamo allenarci al meglio per arrivare più lontano possibile. Gli argentini viola? Ho parlato con Facundo (Roncaglia, ndr) che è un grande giocatore e con gli altri (Gonzalo Rodriguez, Cristian Llama). Sono contento, sono grandi ragazzi».

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8 L'esclusiva

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TUTTO SUL CALCIO A 5

24 O SU 2RE 4!

Esclusiva con il tecnico del Catania, a pochi giorni dalla sfida del Massimino

Maran: “Montella, prima ti batto poi supero il tuo record…” di Tommaso Mattei

D

a qualche tempo la tratta Catania – Firenze è piuttosto trafficata, dai tempi di Mihajlovic fino a quelli di Montella, passando per Salifu e per i tanti viaggi di Pradè e Macia in Sicilia per cercare di chiudere su alcuni affari mai concretizzatesi per i viola. Basta pensare al ‘papu’ Gomez, Marchese, Lodi e Barrientos. Domenica l’ennesima tappa di una sfida che, oggi, guardando la classifica è quasi uno scontro diretto per l’Europa. Rolando Maran, infatti, sta andando oltre ogni più rosea previsione avendo già sei punti di vantaggio, a questo punto del cam-

pionato, rispetto a quanto fatto da Montella sulla panchina dei siciliani nella scorsa stagione. Quella del Massimino sarà una gara fondamentale per i viola per non perdere ulteriore terreno rispetto ad un terzo posto quanto mai importante per la costruzione di una Fiorentina che il prossimo anno vorrà lottare su ogni fronte. Dall’altra parte il tecnico degli etnei si confessa con il Brivido Sportivo sperando di vendicare la sconfitta dell’andata quando Jovetic e Toni regalarono la vittoria a Montella. E proprio contro i viola Maran spera di continuare a inseguire il sogno di battere il record di pun-

ti in serie A per il Catania conquistato proprio dall’attuale allenatore gigliato (48 punti a fronte di 11 vittorie, 15 pareggi e 12 sconfitte). Mister Maran, all’andata contro la Fiorentina finì 2-0 per i viola. Al Massimino che partita si aspetta? «Mi aspetto e mi auguro un risultato diverso, vorrei arrivarci attraverso una bella prestazione». Anche in questa stagione il Catania sta portando avanti un bel calcio unito a buoni risultati. Ci spiega il segreto di tutto questo? «Non ci sono segreti: la società programma con meticolosità, giocatori e tecnici danno il loro contributo lavorando

quotidianamente per migliorare». Cosa pensa del suo collega Montella? In particolare le chiedo qualcosa su questo metodo molto ‘iberico’ di realizzare calcio a Firenze. «La mia impressione è molto positiva ed i risultati danno ragione a Montella, per cui, tanto di cappello per il suo modo di allenare». In vista della sfida contro la Fiorentina quali sono le maggiori preoccupazioni e quali i calciatori viola che teme di più? «Credo che, al di là delle notevoli individualità, la Fiorentina abbia ottenuto ottimi risultati proprio per il suo complesso». Preoccupazioni? «Noi dobbiamo soltanto essere noi stessi e confer-

mare la nostra identità». Mihajlovic, Montella e adesso Maran. I primi due dopo un gran lavoro a Catania sono diventanti allenatori della Fiorentina. Si vede anche lei un giorno sulla panchina viola? «Io sono l’allenatore del Catania e sono felice di esserlo».

Per chiudere, preferirebbe battere Montella domenica o il record di punti fatti a Catania in serie A nello scorso campionato dallo stesso Aeroplanino? «Per riuscire a battere il nostro record di punti serve anche essere così bravi da riuscire a battere una squadra forte come la Fiorentina di Montella».

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

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Il CONFRONTO

TUTTO SULLA GINNASTICA

24 O SU 2RE 4!

L’esperienza al Catania ed il credo tattico li accomuna, ma caratterialmente sono diversi

Montella e Mihajlovic, così il destino ha riservato lo stesso percorso

di AlessaNDRO Latini

L

a Fiorentina domenica prossima sarà di scena a Catania per la terza giornata del girone di ritorno. Al Massimino troverà un clima piuttosto familiare Vincenzo Montella, la scorsa stagione entrato dalla porta principale nella storia del club etneo. Con l’Aeroplanino alla guida il Catania ha ottenuto il maggior numero di punti della sua storia in serie A, 48. Inoltre Montella, per ora, è al comando anche della speciale classifica dei gol realizzati dalla squadra in una stagione. Lo scorso anno il Catania è andato a segno 47 volte e mai nella massima serie aveva fatto meglio. Il record di punti in serie A l’attuale tecnico viola lo ha strappato dalle mani di uno che ha fatto il suo stesso identico percorso: Sinisa Mihajlovic è stato il primo a prendersi la storia del Catania (45 punti totalizzati nella stagione 2009/2010) prima di approdare a Firenze. Due allenatori per certi versi simili ma, come vedremo, anche diversi a livello caratteriale. CAMPIONI IN CAMPO. Oltre all’esperienza comune a Catania, prima di risalire lo stivale e fermarsi a Firenze, Mihajlovic e Montella possono vantare una grande carriera da calciatore. Difensore roccioso il primo, attaccante svelto e furbo il secon-

do. Da avversari si sono incrociati una miriade di volte, soprattutto in derby romani particolarmente accesi. Entrambi (chi per un verso e chi per l’altro) non dimenticheranno mai quello del 10 marzo 2002, terminato 5-1 per la Roma e con Montella autore di un poker di reti da favola. Al centro della difesa della Lazio c’era proprio Mihajlovic, che tante volte ha ripetuto di trovarsi meglio ad affrontare l’Aeroplanino nelle vesti di allenatore piuttosto che in quelle di giocatore. Impossibile dargli torto. Montella e Mihajlovic hanno scritto pagine importanti del calcio italiano. Le 230 reti in 470 presenze tra i professionisti di Montella raccontano di uno degli attaccanti più prolifici e determinanti che la serie A abbia mai avuto. Però numeri alla

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mano quelli di Sinisa Mihajlovic sono ancora più spaventosi. Si è rivelato spesso un incubo per gli attaccanti avversari in qualità di marcatore centrale, in carriera ha messo insieme anche la bellezza di 96 gol. Un dato pazzesco per un difensore: le sue punizioni leggendarie riempiono ancora oggi dvd didattici e videoteche di mezza Italia. UGUALI E DIVERSI. Oltre a Montella e Mihajlovic, i due conosciutissimi campioni, ci sono anche Vincenzo e Sinisa. Due caratteri diversi, almeno nel modo di porsi in pubblico. L’attuale allenatore della Fiorentina è piuttosto schivo, dà poca confidenza a media ed addetti ai lavori e mantiene sempre una calma olimpica anche nei momenti più delicati. Poco incline a gesti ad effetto, ama spesso ripetere di non volersi accattivare la tifoseria con le belle parole, ma piuttosto con i risultati. L’esaltante girone d’andata gli ha fatto acquisire un corposo bonus con la piazza e solo recentemente ha vissuto le prime difficoltà sotto il profilo dei risultati. Mihajlovic è invece più diretto, non si fa problemi ad interrompere una conferenza stampa per dire una cosa in faccia a un giornalista e certi suoi atteggiamenti, particolarmente sinceri, lo hanno fatto passare quasi per arrogante e presuntuoso. Da calciatore ad allenatore poco è cambiato nel comportamento. Coriaceo

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e senza paura di niente, uno che è cresciuto in mezzo alla guerra non può temere alcuna dinamica del calcio. È quello che ha insegnato fin da subito a Firenze. Tra chi lo ha capito e chi lo ha contestato la distanza si è assottigliata nel momento del suo addio. Anche i più accaniti contestatori si sono accorti della schiettezza dell’uomo Sinisa e di come si sia assunto (in modo molto signorile) anche responsabilità non sue nel naufragio della Fiorentina all’interno della sua gestione. A Firenze non avrà lasciato un ricordo indelebile come allenatore, ma quando passerà da queste parti troverà tanta gente che avrà imparato ad apprezzarlo a livello umano.

STESSO CAVALLO DI BATTAGLIA. E infine eccoci all’aspetto tattico, che certamente non possiamo tralasciare nel momento in cui mettiamo a confronto due giovani allenatori. Partiamo dal presupposto che, in questo caso, parliamo di due filosofie di gioco particolarmente simili. Entrambi hanno fatto la fortuna del Catania con il 4-3-3, ma nel corso della loro (breve) carriera hanno dimostrato di sapersi adattare. Mihajlovic ha largamente proposto questo modulo anche nella sua esperienza alla Fiorentina, salvo alternarlo qualche volta con il 4-2-3-1 che, di fatto, poco cambia le carte in tavola. La difesa a quattro per lui è sempre stata un cavallo di battaglia, così come gli esterni offensivi,

particolarmente tecnici ma soprattutto fisici per il lavoro richiesto loro anche in fase di non possesso palla. Anche Montella, la scorsa estate, era arrivato a Firenze con l’idea di proporre un tridente offensivo, ma ben presto ha dovuto cambiare idea per le caratteristiche dei suoi giocatori e dopo che ha dato il via libera alla cessione di Alessio Cerci è apparso chiaro che l’inversione di rotta sarebbe stata totale. L’impressione (anche stando alle indicazioni che sembrano arrivare per il prossimo mercato estivo) è che il 4-3-3 Montella non lo abbia abbandonato completamente. Possibile, infatti, che il 3-5-2 di questa stagione dal prossimo ritiro estivo ceda il passo al vecchio credo dell’Aeroplanino.


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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

amarcord

Nel 2009 l’ex Partizan realizzò ai siciliani la sua prima rete in A su azione

Quando a Catania

JOVETIC SPEZZÒ IL SUO GRANDE TABÙ

Tra i successi dai viola in Sicilia merita un ricordo particolare quello ottenuto il 10 maggio 2009, nell’incontro valido per la trentacinquesima giornata. Tra l’altro quella è stata anche l’ultima vittoria viola a Catania. La Fiorentina, quando ar-

di Ruben lopes pegna

L

a tradizione è positiva. A Catania la Fiorentina nelle 15 partite disputate in serie A ha ottenuto 8 vittorie a fronte di 3 pareggi e 4 sconfitte, l’ultima l’anno scorso (con Montella sulla panchina etnea) per 1-0.

riva al Massimino, è quarta in classifica e dunque in zona Champions ed ha un punto di vantaggio sul Genoa di Gasperini. La squadra di Prandelli, reduce da due successi consecutivi al Franchi con la Roma e il Torino è in grande spolvero. Il tecnico di Orzinuovi manda in campo la seguente formazione, schierata con il 4-2-3-1: Frey; Comotto, Gamberini, Dainelli, Pasqual; Montolivo, Felipe Melo; Kuzmanovic (Donadel dal 67’), Jovetic (Zauri dall’83), Vargas (Gobbi dal 72’); Gilardino. Nel Catania, guidato da Walter Zenga, ci sono tra gli altri l’ex viola Biagianti, il futuro gigliato Llama, Mascara e Stovini, grande tifoso della Fiorentina. E c’è grande attesa anche per Manuel Vargas, che torna per la prima volta nello stadio che l’ha visto consacrarsi nel calcio italiano. Ma

quella diventa soprattutto la partita di Stevan Jovetic, una di quelle che nessun giocatore può dimenticare, quelle che poi passano davvero alla storia. Il talento montenegrino, arrivato a Firenze nell’estate del 2008 dal Partizan di Belgrado, nelle venticinque gare in cui ha giocato fino a quella del Massimino, ha realizzato appena una rete, e per di più su rigore, a Bergamo contro l’Atalanta alla trentesima giornata. Poco. Troppo poco per il giovane ex capitano del Partizan che, nella stagione precedente, in Serbia aveva siglato 12 gol in 27 incontri. A Catania Jovetic sfata finalmente un tabù e realizza la sua prima rete su azione con la maglia della Fiorentina. È l’undicesimo del primo tempo quando JoJo, infatti, trafigge il portiere Kosicky. È una liberazio-

ne per lui che pure aveva sempre avuto in carriera un fiuto particolare con il gol. Nella Fiorentina, invece, sembrava essersi bloccato. Dopo il gol di Jovetic il Catania cerca di reagire, anche se non ha stimoli particolari, visto che è ormai virtualmente salvo. I viola si difendono con ordine e senza troppo affanno, galvanizzati anche dal fatto che il Genoa sta perdendo a Bergamo (gol dell’ex gigliato Valdes). La Champions sembra essere più vicina. Nel finale di gara Prandelli si copre maggiormente per difendere il prezioso vantaggio ed inserisce Donadel, Gobbi e Zauri rispettivamente al posto di Kuzmanovic, Vargas e Jovetic. La doccia fredda arriva al novantesimo non sul campo ma via etere. Il Genoa, infatti, con Criscito proprio all’ultimo minuto ottiene il pareggio con

l’Atalanta. Nel recupero, invece, la Fiorentina va ancora a segno. È Zauri, infatti, a firmare il gol del definitivo 2-0. Comunque i punti di vantaggio sulla formazione di Gasperini salgono a tre con sole tre giornate da giocare e con il vantaggio della miglior classifica avulsa negli scontri diretti. Quella comunque resta la partita di Jovetic. Da allora la Fiorentina a Catania non ha più vinto. Ha subito, invece, due sconfitte e ottenuto un pareggio. È l’ora di ritornare al successo. E speriamo che JoJo, che in Sicilia pochi giorni prima di Natale ha trafitto con una doppietta il Palermo, si ripeta nell’isola anche domenica prossima. I suoi due gol, tra l’altro, quel giorno regalarono alla Fiorentina quella che per adesso è stata la sua ultima vittoria in trasferta.

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12 IL PERSONAGGIO

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24 O SU 2RE 4!

In una Fiorentina sofferente in attacco sta pesando l’assenza del marocchino impegnato in Coppa d’Africa

Aspettando el hamdaoui: quanto avrebbe fatto comodo il mago… di andrea giannattasio

T

ra le poche cose che Pantaleo Corvino e Daniele Pradè hanno in comune nel modo di esaminare e gestire il mercato c’è certamente una curiosa passione per Mounir El Hamdaoui. Il marocchino infatti, trattato per la prima volta dall’ex responsabile dell’area tecnica viola con la collaborazione di Eduardo Macía, sarebbe dovuto arrivare alla Fiorentina – com’è oramai arcinoto – già nello scorso mercato invernale quando la Viola di Delio Rossi, in

debito di ossigeno, senza uno straccio di centravanti (se non il solo Amauri) e con esigue prospettive di classifica, pensò di puntare sull’attaccante dell’Ajax benché fermo da nove mesi per scelta tecnica ed in inevitabile ritardo fisico. Così, però, non fu. La fidejussione bancaria che i lancieri pretesero dalla Fiorentina a pochi minuti dal gong finale del mercato costrinse la società viola a rimandare l’intera operazione a luglio, quando l’ex ds della Roma Pradè aveva ormai preso il posto

di Corvino, silurato dai Della Valle dopo lo storico ko casalingo contro la Juventus per 5-0. Da allora El Hamdaoui ha rappresentato per Firenze la classica cometa giunta in ritardo, una sorta di regalo 'posticipato' da cui attendersi prestazioni importanti in vista della corsa europea. E questo, a maggior ragione, dopo l’incredibile vicenda estiva legata Berbatov, bloccato all’aeroporto di Monaco di Baviera da un sms galeotto della Juve e destinato a rimanere solo un sogno di mercato per

tutto il popolo viola. Dopo un ritiro estivo incoraggiante, l’esordio in maglia viola per El Hamdaoui avviene subito, alla prima di campionato contro l’Udinese: il suo ingresso si rivelerà decisivo ai fini del risultato finale, dal momento che – con la sua proverbiale velocità – l’ex Ajax sbaraglia la difesa friulana ed offre gli spazi necessari a Jovetic che nel giro di 20 minuti riesce a ribaltare la situazione, consegnando la vittoria alla Fiorentina. Per El Hamdaoui, però, la sfortuna è dietro l’an-

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

IL PERSONAGGIO golo e si concretizza pochi giorni dopo, quando una fastidiosa infiammazione al ginocchio lo costringe a saltare tre appuntamenti stagionali tra cui l’importantissima sfida contro la rivale Juventus all’Artemio Franchi. L’infortunio subito in avvio di stagione complica ancor di più la condizione fisica del marocchino che, seppur tornato in forma grazie al ritiro di Moena, manifesta però ancora delle difficoltà nel suo ritorno al calcio giocato, oltre che tutti i naturali problemi di ambientamento nel calcio nostrano che limitano e non poco le prestazioni del giocatore. La prima gioia per Mounir però non tarda ad arrivare ed il palcoscenico è forse il più prestigioso: l’11 novembre, alla 'Scala del calcio' del Meazza contro il Milan, El Hamdaoui ammutolisce lo stadio con una prodezza che regala il definitivo successo alla Fiorentina, facendo esplodere tutti i tifosi viola presenti, accorsi in massa in trasferta. Con questa perla si mette definitivamente alle spalle tutti i travagli fisici ed i mugugni piovuti su di lui e si riconferma bestia nera del Milan (contro il

quale aveva già segnato in Olanda in un match di Champions di quasi due anni prima). La ritrovata freschezza di Mounir si riconferma poco dopo quando la Fiorentina –

lizza il gol del definitivo 2-2 che salva la Viola da una clamorosa sconfitta. Come si suol dire, però, 'non c’è due senza tre' nemmeno in questo caso, ed il terzo – ben-

corso, sotto nel computo delle reti: una scelta ripagata dopo nemmeno un minuto di gioco da un gol di testa che riapre momentaneamente i giochi nella Capitale,

d’Africa, competizione cui El Hamdaoui aderisce con gioia ma che provoca una voragine nel già precario parco attaccanti di casa viola: con l’assenza del nume-

dopo una serie di cinque vittorie consecutive – affronta un ostico Torino che per due volte punisce i viola: il marocchino viene mandato in campo da Montella a tempo quasi scaduto e con un ennesimo gioiello rea-

ché sfortunato – sigillo di El Hamdaoui con la maglia della Fiorentina arriva nella brutta notte all’Olimpico contro la Roma, quando Montella, così come aveva fatto a Torino, decide di inserire l’ex Ajax a partita in

prima della débâcle sul finale che regala il successo ai giallorossi. Proprio, però, nel momento di forma più roseo arriva puntualissima la convocazione nella Nazionale marocchina impegnata nell’abituale Coppa

ro 9 – che potrebbe stare lontano da Firenze addirittura fino a metà febbraio, e potrebbe saltare pertanto ancora una volta la partita contro la Juventus – la Fiorentina perde momentaneamente una pedina fon-

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damentale del proprio scacchiere, un giocatore che in questo difficile momento avrebbe potuto offrire una valida alternativa a Luca Toni, in evidente affanno dopo cinque mesi di corsa e sacrificio. E a proposito di Coppa d’Africa, la manifestazione ha preso il via proprio sabato scorso 19 gennaio. Il Marocco di Mounir, inserito nel gruppo A insieme a Sudafrica, Capo Verde e Angola, ha fatto il suo esordio a Johannesburg contro l’Angola pareggiando 0-0 (stesso risultato anche nel match tra Sudafrica e Capo Verde). Ed El Hamdaoui? L’attaccante viola ha giocato titolare offrendo un’ottima prestazione, andando più volte al tiro e vicino al gol, per poi essere sostituito al 71’. Questa sera, a Durban, Mounir sarà impegnato con la sua Nazionale nella seconda gara del girone contro Capo Verde. Chissà quante volte qualcuno avrà pensato in questo inizio di 2013 “Se ci fosse El Hamdaoui…”. Di sicuro avrebbe fatto molto comodo in questo gennaio freddo a livello di temperatura e risultati. È proprio il caso di dire: aspettando il 'mago'…

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24 O SU 2RE 4!

Diario di Charlie, 20/01, luogo non definito

Essere o non essere un ‘toppe player’… questo è il dilemma di FEDERICO PETTINI

“M

i dispiace tanto...”, al telefono è Lizzy. “Ah, grazie...”. “Come ti senti?”. “Male, non me l’aspettavo capisci?”. “Prima o poi dovevano dirtelo...”. “Dirmi cosa...?” “Scusa Charles, di che cosa stiamo parlando?”. “Beh io lo so di cosa sto parlando, tu di cosa stai parlando?”. “Della Radio...”. “Della Radio? E io sarei arrabbiato nero per uno stupidissimo cesso di colloquio? Abbiamo perso in casa con la Roma... Perso!”. “Dio, Charles. Quand’è che deciderai di svegliarti?”. “Quand’è che mi sveglio? Sono anche troppo sveglio e vorrei non esserlo. È una vita che aspetto che la Fiorentina possa vincere qualcosa, una vita. Ho pensato a quel posto una settimana e pensi possa fregarmene di più? “No, certo che no. A te frega soltanto se una squadra segna più di un’altra squadra durante una partita di calcio! E pensavi ti avessi telefonato per consolarti per questo?”. “Si, per un attimo l’ho pensato, si. Ti ho attribuito un po’ d’immaginazione e perché pensavo potessi capire come mi sentivo”. “È solo un gioco Charles!”. “Non mi dire così! Se pensassi che è solo un gioco, me ne fregherebbe così tanto... eh?... Pronto?”. Ha messo giù. Poco male. Sono in uno di quei giorni no, dove il ‘no’ è il mio compagno di banco, il mio collega di ufficio e volendo, anche l’orsacchiotto che mi porto quando vado a dormire.

Forse è davvero il momento di svegliarsi. E non parlo mica solo di me. Parlo anche di quelli che si credono grandi, forti, che vogliono ancora più soldi, che vogliono i grandi palcoscenici del mondo. Ma una cosa è volerli perché amici, parenti e procuratori ti spingono a crederlo. Un conto è esserlo davvero, un ‘toppe player’. Un ‘toppe’. Ma quale ‘toppe’ e ‘toppe’. Una partita come quella di mercoledì scorso, se sei un ‘toppe’, la vinci da solo. E invece no. Insieme al tuo compagno di merende lì,

te ne stai a correre a vuoto, a tirare che nemmeno mi nonna, ma soprattutto a farti cinquanta metri di corsa mentre in un box dedicato alla Rai straparlano di Cuadrado ‘il cannibale’ mentre invece uno stewart è rovinato al suolo come una gag di Renato Pozzetto. Il top player, in genere, è quel tipo di giocatore che in una squadra le partite le vince da solo. Proprio come Cavani, che ha segnato ‘solo’ più del doppio dei gol di JoJo. E allora c’è qualcuno che pensa davvero che a giugno arrivi un

nababbo che se lo porta via per trenta o quaranta milioni? Ma magari ce casca! Tanto, se deve giocare alla meno, meglio non averlo e ripartire. Come Ljajic, che arregola Rossi non è bastato. Ma come colpo in canna c’è un altro Rossi e le speranze dall’anno prossimo saranno tutte riposte su di lui. Intanto, gennaio passa in un calciomercato che ha mandato via chi qui non aveva nulla da fare, se non pesticciare qualche avversario o le poltroncine di tribuna. Ancora ci si aspetta qualcosa. Come se lo aspetta Montella, come se lo aspetta Viviano, come se lo aspettano tutti i tifosi. Che magari potessero, vorrebbero attaccare al muro qualcuno. Perché qualificarsi in Champions sono soldi, benessere societario, appeal europeo e tutte le menate che almeno all’inizio ai tifosi poco importa. Mentre invece alzare un trofeo, come può essere una Coppa Italia, e poi giocarsi una Supercoppa… Ecco, quello sarebbe qualcosa per cui svenarsi. Ma anche quest’anno, ancora una volta, nulla. E con un gennaio così si rischia che nemmeno l’Europa... No via, non mi ci fate pensare. Non mi fate pensare di come tutti credano che abbia vinto Cellino con i suoi ricorsi, mentre la Lega, la Roma e l’Inter ancora se la ridono per lo spostamento della partita di coppa così si riposano in un momento dove hanno più infortunati che gol subiti. Poi però penso al perché sto ancora dietro al calcio, con il pensiero che forse (e il forse è meglio toglierlo) tutto ancora non è deciso. E forse la Radio mi manca... Prendimi l’anima ma... ridammi la Radio. soundtrack - Ti taglio la gola, Vasco Rossi

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TUTTO SUL CALCIO A 5

24 O SU 2RE 4!

Meglio che nulla MARITO VECCHIO

M

eglio che nulla marito vecchio, meglio che riperdere pigliamoci questo pari, anche perché prima d’incominciare i’nonno e ci avea un po’ di sciorta, ‘nsomma e gli era a buho stretto. Noi a gattoni pe’ le fatiche giallozzozze, senza i’ pecche e con quegli artri due che l’avean finio boccheggiando come le boghe, e la banda di’ pesciaiolo arzilla pe’ ave’ ripreso e du’ punti di’ rubamazzo, riposaa pe’ un a settimana tranquilla e che la venia da tre vittorie di seguito, co’ un Cavani che parea sciarche quattro, assatanao pe’

fare i’ centesimo! Arbitro qui’ Bergonzi che quando e lo ‘edo e mi tocco, e gli è quello dello 0-5 ‘n casa co’ gobbi! ‘Nfatti e debutta a negacci i’solito rigore su Luhone, abbracciao a du’ passi da’ i’ go’ come e fosse Belenne! Po’ continua con la cartellinite, meglio se pe’ viola finché e s’accorge che gli ha esagerao e visto che dovea mette’ fori i’ sehondo, e indi poscia i’rosso pe’ Behrami che l’aveva potao Robocoppe da dreo, e decide che gli ha finii, e un n’ammonisce più nessuno, nemmen chi tira le revolverae! Meno male che loro e gli

hanno i’sehondo portiere della nazionale (ecco perché Viviano gli è i’quarto!), Morgan i’pirata che e piglia un go’ da centrocampo uscendo co’ i’ retino pe’ le farfalle su un lancione di Roncaglia-mitraglia che gni va a fini’ diretto ‘n porta. Roba che se la facea un de’ nostri, soprattutto i’ mi’ nipotino (oggi perfetto) e si scatenavano e’ media fino a Natale di quest’artr’anno! I’nonno e lo piglia come un segno d’Eupalla che le cose e le cambiano, speriamo piuttosto d’un n’avello fatto ‘ncazza’ su’ qui’ tiro d’Aquilani sbagliao a i’ 94’! E ci avea dato la vittoria su un

I’ nonno pilade

Il pungiglione

piatto d’argento e ci s’è cahato sopra! Perché Eupalla a favore gli è meglio di tre centravantoni, artro che Lisandro! Se ci riesce di contratta’ lui e si va ‘n tasca a tutti! I’solito Cavani e gli ha fatto i’ su’ centesimo, della serie “daemi un Cavani e vi solleverò i’mondo”, noi ‘nvece e s’ha Jo-Jo ancora ‘ncrisi d’identità, perché un n’ha deciso icche l’è: una prima punta, una seconda, un trequartista… per ora l’è uno che corre un monte ma ne ‘ndovina poche, armeno a su’livelli. Accanto un Luhone che l’è ‘nvece ‘n crisi di vecchiaia e che du’ partie così, una co’ supplementari, ‘n tre giorni gli è cattiveria. Ora e si va ‘n Sicilia, nella terra de’ pupi, d’Orlando furioso. E un ne ‘mporta ‘ncazzassi, e tre punti e ce li dean dare, ‘ntanto e l’hanno belle vinto a Genova domeniha, e son tranquilli, o ‘ndo e vogliano andare? E poi anche pe’ rispetto pe’ i’ vecchio allenatore… Tre punti a Catania e tre co’ i’ Parma e poi c’è e gobbi a Torino e lì e bisogna andacci cattivi e si vedrà. La strada gli è lunga e anche i’ 2013 e potrebbe diventa’ bono alla fine, basta ritrovare i’ ritmo. Forza Violaaaaaaaaaaaaa!

DALLA RIELEZIONE DI BERETTA ALLE MANCATE ESPULSIONI

L

e puncicate roventi delle api se le meritano quelli della Lega per il pasticciaccio brutto che hanno fatto nella rielezione del presidente uscente Maurizio Beretta. Rieleggere uno che era dimissionario dal marzo 2011 per impegni di lavoro che non gli consentono una normale attività è veramente un colpo di genio. È un’elezione confessa di un ‘laranjinha’ come dicono in Brasile, un prestanome, e vincono la battaglia Galliani, Lotito, Preziosi, veramente una ‘strana’ banda. Preziosi tra l’altro ineleggibile per aver subito una squalifica quinquennale. Saranno nuove polemiche con la Figc anche perché Juve, Inter e Roma non son certo di quelli che se ne stanno con le mani in mano. E la Fiorentina? Andate a leggere le dichiarazioni di Andrea Della Valle di domenica sera. E se gli arbitri saranno tutti un po’ ‘Bergonzi’ saprete un altro perché. A proposito di quest’ultimo: uno sciame glielo dedichiamo volentieri come già ad altri suoi colleghi in precedenza, soprattutto per la ‘scandalosa’ mancata espulsione di Behrami all’inizio del secondo tempo. Che va ad aggiungersi alle mancate espulsioni di Jonathas con il Pescara e Di Natale contro l’Udinese. Per tre volte i viola avrebbero potuto (e dovuto) giocare in superiorità numerica, invece nulla. E allora, api a voi!

Vieni a gustarci!


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Centro Ginnastica Firenze a.s.d.

GINNASTICA

organizzatori finali nazionali 2013 Serie A1/A2 ginnastica artistica maschile e femminile e campionato di categoria allieve 1° e 2° livello 6/7 aprile 2013 Nelson Mandela Forum - Firenze

Scuola di Ginnastica, agonistica di base e alta specializzazione: ce n’è per tutti!

La ginnastica: uno sport, mille possibilità di

MAria Consiglia Grieco

S

ono trascorsi ormai più di sei anni da quando, nel 2006, la conquista della doppia medaglia d’oro – quella europea da parte della squadra nazionale di artistica femminile prima, e quella mondiale di Vanessa Ferrari poi – segnò davvero l’inizio di una nuova era per la ginnastica artistica, mentre le “farfalle” del team di ritmica cominciavano a col-

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lezionare la serie infinita di titoli e medaglie internazionali che ne hanno fatto una delle squadre più temute al mondo. La ginnastica, nonostante possa vantare antiche e prestigiose origini, aveva infatti sempre avuto nel nostro Pae-

se il carattere di uno sport di “nicchia”, quasi elitario, troppo tecnico e complesso per poter incontrare il favore di un vasto pubblico e per creare una solida base di praticanti a livello nazionale. Oggi, grazie anche ai successi ita-

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liani a livello internazionale, è ormai una disciplina che offre a chi la intraprende una miriade di possibilità: l’età ideale per iniziare si aggira intorno ai 5 anni (la Scuola di Ginnastica del Centro Ginnastica Firenze offre corsi base già a partire dai 3/4 anni); questo permette ai piccoli ginnasti e ginnaste di sviluppare gradatamente tutte le caratteristiche fisiche necessarie ad un’eventuale futura attività agonistica, come forza, potenza, esplosività, coordinazione motoria, mobilità articolare, precisione, eleganza. La stessa attività agonistica prevede poi – per le tre sezioni olimpiche di artistica maschile, femminile e ritmica – un doppio percorso, rispecchiato dai programmi agonistici, appunto, della Federazione Ginnastica d’Italia. Da una parte abbiamo l’attività agonistica di base, facente capo alla sezione federale rinominata da qualche anno “Ginnastica per Tutti”, che prevede un ricchissimo calendario agonistico a livello regio-

nale, interregionale e nazionale, e che include la stragrande maggioranza dei ginnasti che praticano attività competitive; dall’altra, c’è l’alta specializzazione, che prevede appunto competizioni differenziate per le tre sezioni, sia a livello di squadra che individuale. Il Centro Ginnastica Firenze può vantare gruppi di ginnasti e ginnaste che partecipano ad entrambe le tipologie di impegni agonistici, oltre ad offrire la possibilità di praticare la ginnastica anche a chi si avvicina a questo sport in età più tarda, come testimoniato, ad esempio, dal grande successo riscosso dai corsi di acrobatica per ragazze delle scuole medie, addirittura raddoppiati per l’anno sportivo in corso; senza contare, poi, l’attività serale per adulti (anch’essa recentemente raddoppiata con l’avvio di un nuovo corso, a seguito delle numerose richieste). Perché a fare ginnastica puoi cominciare da bambino e poi non smettere mai… per tutta la vita!


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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

Midland è lo sport a 360°

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iamo a Cesare, quel che è di Cesare”. Attilio Sinatti, nostro storico delegato, ormai da anni al servizio di Midland Firenze, oltre a riscuotere un enorme successo sui campi per il suo carattere disponibile e vivace, con tantissime squadre che apprezzano il suo lavoro e lo richiedono di settimana in settimana, sta spopolando in questi ultimi giorni sul web. Proprio così, perché questa sua innata passione per lo sport e amore verso il pros-

simo rendono Attilio un punto di riferimento per tutti, sia sul campo che fuori. Proprio su facebook e twitter sono molti infatti a complimentarsi con il nostro delegato ‘speciale’ che fa del suo carattere disponibile e sincero la sua prima virtù.

Attilio ci tiene a ringraziare tutti i suoi fans e amici per le belle parole ricevute sui nostri canali social e coglie l’occasione per salutare tutti i suoi colleghi, anche loro entusiasti di poter lavorare a fianco di Attilio e di poter imparare tanto.

L’ALMANACCO ARRIVA IN SETTIMANA! di Nicola Cecconi

C

hiusa la raccolta dati per lo storico Almanacco delle squadre Midland relativo ai campionati 2012/13 di calcio a 5, calcio a 7 e femminile, che sarà poi disponibile da Febbraio GRATUITAMENTE sia in sede che sui campi. Ormai giunti all’11ª edizione, questo lavoro è diventato

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nel tempo un immancabile ricordo per le nostre squadre, che hanno a disposizione un’intera pagina per inserire foto, logo, sponsor, nomi dei giocatori, ruolo, numero, la storia e l’albo d’oro. Importante ricordare anche che ogni anno gli eventuali proventi dell’opera sono devoluti in beneficenza, ogni volta ad un’associazione diversa:

Fondazione Niccolò Galli, Fondazione Meyer, Associazione Daniele Mariano, Gruppo Tanzarò. E molte sono state le altre associazioni che in passato ne hanno beneficiato. Midland cerca quindi di unire in un unico lavoro la soddisfazione per i propri utenti ma non solo, sperando che questo sia gradito da tutti i nostri amici.

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Il Brivido Sportivo - Mercoledì 23 gennaio 2013

calcio toscana

Il Calcio Toscana piange la scomparsa di Cristian Miniati di Steto

A

poco più di un mese di distanza dalla tragica scomparsa di Shahin Tusha, un’altra notizia sconvolge l’intero mondo del Calcio Toscana: nella notte di martedì 15 gennaio ci ha lasciati Cristian Miniati, un uomo di appena 38 anni che, chiunque lo abbia conosciuto, non può non ricordarlo per la sua simpatia e generosità. Cristian ha accusato un malore la mattina di lunedì 14 gennaio ed è stato immediatamente trasportato all’ospedale di Careggi dove le sue condizioni sono apparse subito critiche ed a niente è valso un lunghissimo intervento chirurgico al quale è stato sottoposto. Cristian, oltre ad essere stato un grande sostenitore viola, era conosciutissimo ed apprezzato in tutto l’ambiente del calcio a 5. Fondatore nel 1995 insieme a Federico Rovito e Francesco Giuliani della storica società amatoriale di calcio a 5 Atletico Ragnaia, nel corso degli anni è stato anche dirigente accompagnatore della società Amici Della Concordia (calcio a 5 della Figc) di Calenzano, della quale era tifosissimo. Per il Calcio Toscana aveva svolto

CRISTIAN MINIATI e FEDERICO ROVITO

nell’ultima stagione sportiva la funzione di Delegato, e ricopriva tutt’ora l’incarico di Dirigente Responsabile della Rappresentativa di calcio a 5 maschile. Tutta la società Calcio Toscana esprime il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai familiari, a

tutta la società dell’Atletico Ragnaia ed a tutti gli amici. Ed una grandissima folla - parenti, amici, tifosi viola, squadre di calcio a 5 - ha presenziato al funerale di Cristian che si è tenuto mercoledì 16 gennaio nella chiesa di San Martino in Piazza della Chiesa a

Sesto Fiorentino. In segno di lutto, poi, è stata rinviata la partita Atletico Ragnaia-P.A. Calenzano C5 in programma martedì 15 gennaio ed è così che Federico Rovito, suo grande amico nonché compagno di squadra nell’Atlatico Ragnaia, ricorda Cristian Miniati: «Mi piacerebbe che le persone sapessero che Cristian era un ragazzo che si faceva voler bene da tutti. Impossibile passasse inosservato. Un po’ per la stazza da orsacchiottone e un po’ per il suo modo di vivere, il suo modo di essere. La sua prima passione era la Fiorentina, guai a chi gliela toccava! Immancabili i suoi commenti sul campionato e su tutto ciò che riguardava il mondo del calcio. Idem per il calcio a 5, altra sua passione. Nato e cresciuto storicamente nell’Atletico Ragnaia fin dal 1995, diverse volte ha preso in mano le redini di altre squadre, vincendo un campiona-

to Csen ed il torneo Mondial del Calcio Toscana, entrambi con i Forti a Tavola. Nome che richiamava la sua (e nostra) passione per le mangiate in buona compagnia. Non era da meno il suo attaccamento agli amici e compagni di lavoro, la sua vicinanza a tutti i ragazzi della Ginori, sempre in prima linea per difendere i diritti di chi lotta per la propria dignità e difendere ciò che dovrebbe essere un diritto di tutti. Non c’era niente in cui lui non ci fosse. Non c’era niente in cui lui non dicesse la sua. Non c’era niente in cui il suo passaggio rimanesse inosservato. E non importa se lo conoscevi da un mese o da una vita. Non c’è niente che potrà farcelo dimenticare. Ovunque lui ci sarà. Per tutti noi».

CRISTIAN con la Rappresentativa C5 maschile

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Segue dalla prima Per questo la partita contro il Napoli possiede al di là del punto guadagnato anche una riflessione positiva anche perché sarebbe ridicolo mettere in rilievo il fatto che la Fiorentina di ieri fosse più bella ed efficace rispetto a quella di oggi. È innegabile che specie nella costruzione del gioco d’attacco la squadra viola abbia iniziato a trovare delle grandi difficoltà. Tutto ben si identifica sul momento delicato che sta passando Stevan Jovetic, ma non solo lui. Pensiamo anche a Cuadrado che adesso vede i suoi mille dribbling ridursi e diventare talvolta meno efficaci. E questo vale anche per Luca Toni che, pur continuando a meravigliare per l’impegno e l’abnegazione, appare per la prima volta appesantito dagli anni. Però è tutto il gioco che dimostra di essere meno fluido e meno efficace. Certo manca Pizarro e mancano la sua intelligenza e la sua capacità di dettare i tempi della manovra. Certo Aquilani resta ancora in condizioni di rendimento dimezzate. Mentre rimane al centro della squadra l’incredibile fantastico Borja Valero. Ma, si sa, quando arrivano i momenti difficili la forza di una squadra sta proprio nella sua capacità di reggere l’urto, di resistere alle tentazioni di provare il tutto per tutto e pagare gravemente la propria voglia di strafare. Ora conta verificare che la Fiorentina ha dentro di sé il raziocinio di chi ha capito che era venuto il momento di ‘ripararsi’ per aspettare poi tempi migliori. Il pareggio con il Napoli per questo motivo ha una valenza doppia: per il punto che comunque muove la classifica e per il fatto di aver interrotto finalmente la serie nera delle tre sconfitte. È chiaro che adesso Montella e i suoi devono ripartire sapendo benissimo che il calendario resterà infido partendo proprio dalla trasferta di Catania dove Vincenzino incontrerà il proprio recente passato. Ma se la squadra viola avrà fatto quel salto di qualità per il quale ora è pronta pure a sacrificare un po’ della sua eleganza per badare al sodo, ci sarà sì ancora da aspettare, ma presto la Fiorentina tornerà a correre verso l’Europa.

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a fatto notizia la decisione di Zeman − messo alle strette dalla mancanza di attaccanti − di rinunciare, almeno per una volta, al suo inossidabile 4-3-3. La ‘sconvolgente’ difesa a 3 (oppure a 5, dipende dai punti di vista) presentata a Firenze nella partita di Coppa Italia − e rinnegata dal tecnico boemo la sera stessa du-

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Anno nuovo, modulo… nuovo? rante un’intervista − ha rappresentato un grosso punto di rottura in un calcio che spesso, per oscure ragioni, considera il modulo tattico una specie di indiscutibile totem. Tanto che ogni allenatore è quasi imprigionato nei tre numeri che ne identificano il credo calcistico. Ci sembra allora di sentirli i mormorii che domenica scorsa, nei minuti finali di Fiorentina-Na-

poli, hanno accolto la sostituzione di Pasqual con Tomovic (un difensore vero)! Una sostituzione che ha segnato una modifica dell’assetto tattico della squadra, perché Tomovic, anche mettendoci la più tenace applicazione, non può certo fare il gioco di Pasqual. E che offrirà anche un argomento di discussione in una settimana in cui a tutto l’ambiente viola mancherà terribilmente

la tanto auspicata semifinale di Coppa Italia. Del resto la Fiorentina, in questo momento, ha due grossi problemi: la mancanza di Pizarro, il cui infortunio appare più pesante del previsto, e l’attacco che non segna. Problemi la cui soluzione non sembra a portata di mano. Se però l’arrivo di Larrondo (speriamo) e il sapere che da qualche parte c’è Giuseppe Rossi che

si sta preparando sembrano alleviare (almeno in prospettiva) le pene dell’attacco, Montella non ha un secondo Pizzarro da mettere in campo (del resto i giocatori come lui sono ormai in via di estinzione…). E quindi, visto che non è bastata la buona volontà di Borja Valero & c., perché non provare a modificare l’assetto tattico? Magari con un centrocampo a quattro, che

assicurerebbe più copertura a Pasqual e Cuadrado, entrambi un po’ affaticati. E visto anche che al di là del trio delle meraviglie il centrocampo non offre grandissime alternative. Insomma, scalfire la dura roccia del 3-5-2 senza offrire il fianco alle polemiche. E poi, se in estate Pradè non fosse riuscito a far scendere Pizarro dall’aereo, la Viola adesso come giocherebbe?


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