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JOVETIC, UN TORMENTONE CHE VA CHIUSO PRESTO SENNO’ RISCHIA DI PESARE E DIVENTARE PERICOLOSO di Alessandro Rialti Come ogni tormentone, alla fine anche questo stanca. E annoia. E ti dà fastidio come quelle mosche che ti svolazzano attorno rompendo il silenzio e rovinandoti la pennichella. Soprattutto però il tormentone-Jovetic, perché è di questo che si tratta, alla fine rischia di diventare anche estremamente pericoloso. Perché se per certe storie la fine è nota, stavolta non è così. C’è ancora tanto e troppo in sospeso. C’è un mercato che chiuderà ahinoi solo alle 19 del 31 agosto, quindi tra 50 giorni. C’è ancora molto di non detto, specie da parte del giocatore mentre il suo procuratore Fali Ramadani scorrazza per l’Europa bus-

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IN ATTESA DI COLPI E’ DECOLLATA LA NUOVA STAGIONE VIOLA Visite, test e primi allenamenti, e da lunedì tutti sotto torchio a Moena

12 luglio 2012 www.brividosportivo.it

Il raduno di Michela Lanza

La nuova stagione viola ha preso ufficialmente il via venerdì scorso quando la squadra si è radunata per sottoporsi alle consuete visite mediche e ai primi test fisici, atletici e attitudinali. Così il 6 e il 7 luglio i giocatori della rosa attuale della Fiorentina si sono alternati tra Centro Sportivo e Careggi. I SOLITI NOTI. I primi ad arrivare nel reparto di Medicina Sportiva del professor Giorgio Galanti sono stati i giovani Acosty, Ashong, Capezzi, Carraro, Lezzerini e Manfredini, gli stessi che, a meno di imminenti addii, partiranno lunedì prossimo per il ritiro di Moena con la prima squadra. Poi, intorno all’ora di pranzo è arrivato il secondo gruppo di viola formato da Camporese, Felipe, Gamberini, Lazzari, Seferovic, Vargas e Zohore. Da sottolineare che il peruviano, rispetto agli anni precedenti, si è fatto trovare in uno stato di forma fisica ottimale, decisamente tirato e pronto per una nuova esperienza (che sia ancora a Firenze o altrove). Sabato mattina, poi, è stata la volta dei ‘big’. Il più mattiniero è stato Manuel Pasqual che ha raggiunto intorno alle 8,40 la struttura di Careggi direttamente con la propria auto. Circa mezz’ora più tardi è arrivato, direttamente dal Centro Sportivo, il primo gruppo di giocatori, quello più interessante da osservare e scrutare visto che era quello formato dai calciatori più chiacchierati sulle prime pagine dei giornali, Behrami e Jovetic, oltreché Cerci, Nastasic e Olivera. Se il montenegrino (ancora avvolto nel suo silenzio) è apparso molto ombroso tanto da riuscire a rubargli un sorriso solo mostrandogli le pagine di un quotidiano che titolava a caratteri cubitali ‘Lo chiameremo Juvetic’ accostandolo appunto al club bianconero, chi è apparso visibilmente sereno e sorridente è stato Behrami che, Napoli o non Napoli, alla fine potrebbe davvero prolungare il suo contratto con la Fiorentina e rimanere in viola. Sorridente e cordiale anche Alessio Cerci che è rimasto a Firenze convinto di dimostrare il suo valore davanti ad un allenatore, Montella, che conosce già dai tempi della Roma (quando Montella giocava in giallorosso Cerci faceva parte del settore giovanile e quando Alessio ha fatto le sue ultime apparizioni in prima squadra nella stagione 2009-10 l’Aeroplanino aveva intrapreso la carriera di allenatore con i Giovanissimi della Roma. Da non sottovalutare, poi, che quando Cerci ha esordito in serie A il 16 marzo 2004 grazie a Fabio Capello, Montella era un suo compagno di squadra). Alle 11,15 è stata la volta di Cassani, Di Tacchio, Ljajic e Romulo. L’ultimo, De Silvestri, è arrivato alle 11,45 in solitaria. 24 giocatori ma nessun volto nuovo (assenti Neto ed Hegazy: l’egiziano dovrebbe arrivare a Firenze tra oggi e domani, prima di volare alle Olimpiadi di Londra dove anche il portiere brasiliano è impegnato

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con la sua Nazionale. Mancavano inoltre Kharja, Babacar e Lepiller in lista di partenza) per quella che, ad oggi, è ancora una Fiorentina in piena rivoluzione. VOLTI NUOVI. Discorso a parte per Mounir El Hamdaoui che, dopo essere stato vicino alla Fiorentina nel mese di gennaio scorso, si è materializzato a Careggi martedì 10 luglio alle ore 15,00 per le visite mediche prima di essere ufficializzato e presentato ai tifosi. E’ stato lui il primo volto nuovo ad essere immortalato da fotografi e telecamere, mentre il secondo è stato Facundo Roncaglia, arrivato dall’Argentina a Firenze (via Roma) ieri mattina per diventare a tutti gli effetti un giocatore della Fiorentina (nel frattempo ha ufficializzato lui stesso, da martedì sul suo profilo Twitter, il passaggio in viola: “Actualmente jugador de la ACF Fiorentina”). Prima di entrare a Careggi l’argentino ha voluto far sapere «sono felice di essere qui. Forza Fiorentina. Montella lo conosco come

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giocatore, sarà un ottimo allenatore». Certo, nell’elenco di chi parteciperà al ritiro di Moena ci sarà chi se ne andrà, chi è appena arrivato e chi ancora deve arrivare (Emiliano Viviano e Francesco Della Rocca per fare due nomi di giocatori in procinto di aggregarsi al gruppo), ma intanto Montella ha iniziato a lavorare con gli uomini a disposizione. Lunedì scorso, dopo una domenica di riposo, hanno preso il via gli allenamenti della squadra agli ordini del tecnico napoletano che, si mormora, siano brevi, ma duri e intensi. Due sedute al giorno al caldo di Firenze prima di partire per il fresco di Moena. LA NOVITA’. Con il via della nuova stagione della Fiorentina è stato inaugurato il ristorante interno del Centro Sportivo. Infatti sono stati ultimati i lavori della sala ristorante (circa 50 metri quadrati) e di una cucina dove lo chef Andrea Trapani si occuperà dell’alimentazione dei viola. Lo chef, che segue la squadra anche in trasferta,

partirà col gruppo anche per il ritiro di Moena per dare le direttive sul menù da proporre quotidianamente alla Fiorentina all’Hotel Dolomiti. Con un ristorante interno al Centro Sportivo, squadra e dirigenti non saranno più costretti a spostarsi per andare a mangiare, ma potranno serenamente rimanere all’interno del Centro, soprattutto nei giorni in cui i viola saranno impegnati in una doppia seduta di allenamento. Insomma ha preso il via il nuovo ciclo viola e lo si nota anche dai particolari. Che poi sono quelli che fanno sempre la differenza. E tra i dettagli, da sottolineare la presentazione delle nuove divise che Joma (nuovo sponsor tecnico) ha pensato per la Fiorentina. Presentazione avvenuta ieri sera nella splendida nonché suggestiva cornice di Piazza della Signoria, impreziosita da un gioco di luci ed effetti speciali che hanno trasformato il David di Michelangelo e la piazza stessa nella fantastica scenografia che ha fatto da sfondo all’evento.

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Il personaggio

di Michela Lanza

VIVIANO E LA FIORENTINA Prima di euro 2012 l’annuncio: “Farò di tutto per essere viola”

A volte può succedere ancora che le favole abbiano un lieto fine. E questa che stiamo per raccontare non può che essere definita ‘favola’. Non accade dai tempi della Fiorentina targata Cecchi Gori, dall’epoca di Francesco Flachi, che la Fiorentina schieri in serie A un fiorentino doc nelle sue fila per un buon tot di presenze (il ragazzo che giocava bene ha giocato accanto a Bati & Co. nella massima serie per 24 volte segnando 2 reti) e finalmente, dopo tanto rincorrersi, cercarsi e desiderarsi, la società viola ed il portiere Emiliano Viviano hanno detto “sì”. Nell’epoca Della Valle, fino ad ora, sono stati due i giocatori che hanno collezionato un gettone di presenza in serie A con la Fiorentina: uno è stato Gianluca Berti che ha giocato una partita tra i pali della Fiorentina nel 2006, l’altro Cristiano Piccini, il giovane terzino che ha esordito grazie a Sinisa Mihajlovic il 5 dicembre del 2010 nel match contro il Cagliari subentrando a Pasqual (Piccini pochi giorni fa è stato girato in prestito allo Spezia e chissà che non possa tornare in viola per restarci). Prima di loro, inoltre, sono stati tanti i fiorentini che hanno calcato il terreno del Franchi nell’epoca recente, anche se tutti concentrati negli anni della risalita dalla C alla A: Marco Mugnaini (4 presenze), Jacopo Galbiati (2 presenze), Marco Biagianti (4 presenze), Niccolò Bambi (5 presenze), Daniel Niccolini (7 presenze), Manuele Guzzo (33 presenze), Andrea Ivan (40 presenze). Oggi, finalmente, si tornerà a parlare con la ‘c’ aspirata e un altro fiorentino doc (nonché ottimo elemento per

la rinascita della Fiorentina) si appresterà a scendere in campo con la maglia viola, per la gioia dei tifosi. E se questo accadrà, molto merito è dello stesso Viviano che non ha mai preso in considerazione nessun altra soluzione che non fosse la Fiorentina. UOMO E NUMERO 1 VIOLA. Il portiere fiorentino ormai lo conoscono tutti sia sotto il profilo umano che professionale. Iniziamo dal Viviano ‘uomo’. È nato a Fiesole il 1° dicembre del 1985 ed è un tifoso della Fiorentina come nessuno nel mondo ‘pallonaro’. Non è un caso che sia stato un abbonato di Curva Fiesole quando era piccolo, ma pure da professionista. Infatti quando era un tesserato del Brescia e militava in serie B (e quindi giocava il sabato), la domenica (libera) la occupava spesso venendo a tifare la sua squadra del cuore dai gradoni caldi e passionali di quella che fino a pochi anni fa era considerata una delle curve più belle d’Italia. Per quanto riguarda, invece, il suo carattere, Viviano è un ragazzo giovane ma maturo, un uomo che conosce il significato della parola ‘responsabilità’, marito dal 7 aprile 2008 di Manuela Tosini (che è stata anche suo procuratore sportivo e sposata dopo 5 anni di convivenza) e padre di Viola (la primogenita nata il 16 agosto 2009 il cui nome mette in risalto la fede calcistica del padre) e Lorenzo (tipico nome fiorentino). Con i suoi figli è un babbo affettuoso. Quando è in compagnia degli amici, invece, spicca tutta la sua simpatia. È estroverso, ironico, esuberante e un po’ matto come da tradizione (i portieri lo sono un po’ tutti). E attenzione, è uno a cui piacciono molto gli scherzi

(i suoi nuovi compagni sono avvisati). Questo è il ritratto umano di Viviano, mentre per quanto riguarda quello del Viviano portiere, è presto fatto: è uno dei migliori che ci sono in Italia. Dopo Buffon, che rimane sempre il numero uno al mondo o come lo definisce lui “il Maradona dei portieri”, si gioca il posto in Nazionale con il collega Sirigu. Quest’anno Cesare Prandelli, dopo averlo promosso addirittura titolare (quando Buffon era out per infortunio la porta della Nazionale l’aveva affidata a lui facendolo esordire da titolare il 7 settembre del 2010 al Franchi di Firenze contro le Far Oer), ha optato per lasciarlo a casa e non portarlo come terzo ad Euro 2012 preferendogli (a sorpresa) proprio Sirigu,

visto che il posto di secondo era già occupato dal più esperto De Sanctis. Il neo portiere viola si rifarà. Intanto mostra da sempre grande sicurezza tra i pali e spregiudicatezza nelle uscite condendo il tutto con una spiccata personalità. Del resto, è cresciuto nel vivaio della Fiorentina accanto ad un mostro sacro come Francesco Toldo (portiere che Viviano ammira molto) ed è un peccato che quel ragazzone di 195 cm, oggi uomo e numero uno indiscusso, abbia dovuto lasciare Firenze in seguito al fallimento della società di Cecchi Gori. Quello che conta, però, è che oggi la città lo possa riabbracciare e che Viviano stia per tornare… in Fiesole. LE CURIOSITA’. Sono davvero tanti

gli aneddoti e le curiosità che legano Emiliano Viviano alla Fiorentina. Partiamo col raccontare che ha un bel giglio di Firenze tatuato sul petto a sinistra (dalla parte del cuore, per intendersi) e che il suo idolo della Viola attuale è il grintoso Valon Behrami (i due tra l’altro hanno già avuto modo di conoscersi e di uscire a cena con le rispettive compagne). Tornando indietro nel tempo, viene in mente un gasatissimo Viviano che, convocato con la Nazionale Olimpica che partì per Pechino nel 2008, rivolse il primo pensiero alla Fiorentina. La sua preoccupazione era: trovare il modo di riuscire a vedere in tv, nonostante le problematiche e il fuso orario, la sua squadra del cuore impegnata nei

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SI SONO DETTI “Sì”

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preliminari di Champions contro lo Slavia Praga. Di quella esperienza si ricordano le tre gare da imbattuto di Viviano con tanto di rigore parato contro il Camerun il 13 agosto (ovvero il giorno dopo la vittoria della Viola sullo Slavia Praga targata MutuGila e datata 12 agosto 2008), ma anche l’espulsione per fallo di reazione all’80’ nei quarti di finale contro il Belgio persi 3-2. Poi, è storia recente, l’11 aprile 2012, dopo Fiorentina-Palermo, ha donato la sua maglietta ad Andrea Della Valle (è stato il patron in persona a chiedergliela) accompagnando il gesto con una frase buttata lì che assomigliava più ad una richiesta: “Presidente ma quando mi chiede di firmare un

contratto con la Fiorentina?”. Detto, fatto. Ecco il contratto, ecco l’affare col Palermo che, dopo aver rinnovato la comproprietà del giocatore con l’Inter, ha trovato l’accordo con la società viola per il passaggio del portiere in prestito (inserendo nella trattativa anche il giovane Della Rocca). Solo la frenata improvvisa dell’Inter, nella persona di Marco Branca (a causa dell’interesse del Tottenham di Villas Boas per il portiere fiorentino), di qui la rabbia del club viola e dello stesso Viviano oltreché della società siciliana, ha rallentato i tempi. Ma una cosa è certa: la ferma volontà del giocatore, ovvero quella di vestire solo e soltanto la maglia viola, sarà determinante, so-

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Non solo Emiliano Viviano. Nell’operazione che porterà l’estremo difensore fiorentino alla corte di Montella, il Palermo ha inserito anche il venticinquenne centrocampista Francesco Della Rocca, che arriverà a Firenze con la formula del prestito con diritto di riscatto per la metà del Palermo (l’altra metà è del Bologna). Nato nel vivaio del Bologna, è un giocatore – a detta degli addetti ai lavori – di sicuro talento che può ricoprire più ruoli in mezzo al campo: da quello di mediano davanti alla difesa a quello di trequartista fino a quello di interno sinistro. Tra coloro che lo conoscono meglio di tutti, spicca il nome di Devis Mangia, ex allenatore del Palermo in procinto di diventare nuovo c.t. dell’Under 21. E proprio Mangia lo ha descritto in esclusiva al Brivido Sportivo: «Della Rocca è un ottimo giocatore. È un centrocampista che ha una buona qualità, ha piede, è abile negli inserimenti e non disdegna di arrivare al tiro in porta. Lo ritengo un calciatore completo. Il ruolo? Può giocare centrale in un centrocampo a due oppure interno sinistro (è mancino) in un centrocampo a tre. Non c’è, secondo me, un ruolo a lui più congeniale perché è un giocatore duttile e che si mette a completa disposizione dell’allenatore. Non fa mai questioni, ascolta e cerca di rendere sempre al meglio. Con me – continua Mangia – ha quasi sempre giocato e lo ha fatto bene. Quando non è sceso in campo è stato solo perché ha avuto qualche problemino fisico. Dal punto di vista umano, il mio voto per Della Rocca è 10. È un bravo ragazzo, rispettoso, educato e con una grande voglia di allenarsi. Non a caso si arrabbiava molto quando, a causa di quei problemini fisici di cui parlavo prima, faticava a svolgere determinati lavori in allenamento. Ripeto è un ottimo elemento sia sotto il profilo umano che professionale». Con una presentazione così, Montella (che lo voleva già nel suo Catania) può riceverlo a braccia aperte e pensare di schierarlo come interno sinistro del suo probabile centrocampo a tre. Poi, sarà il tempo a svelare le sue qualità e la bontà del suo acquisto. M.L.

prattutto dopo la resistenza appunto dell’Inter sulla riuscita della trattativa. A testimonianza di ciò, prima di essere scartato dai convocati per Euro 2012, Viviano ha confessato ad alcuni amici fiorentini che avrebbe fatto di tutto per essere il portiere viola nella stagione 2012-2013. Il suo “Farò di tutto per giocare con la maglia della Fiorentina. Voglio solo Firenze” ha avuto i suoi effetti e presto Emiliano potrà godersi il sogno di difendere i pali della sua squadra del cuore. E quando prenderà posto al centro della porta sotto la Fiesole per la prima volta non potrà che essere emozionato come un uomo che accoglie la sua sposa all’altare nel giorno del fatidico “sì”.

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Ai più il suo lavoro sarà passato inosservato ma negli ultimi due anni la Fiorentina si è avvalsa della collaborazione di Lorenzo Amoruso, nominato capo degli osservatori viola nel settembre del 2010 e voluto fortemente dall’allora ds Pantaleo Corvino. La seconda parentesi viola di Amoruso (da calciatore due stagioni importanti a Firenze, dal 1995 al 1997, coronate dal gol nella finale di Coppa Italia a Bergamo) si è conclusa lo scorso 30 giugno. La rivoluzione societaria (almeno nel settore tecnico) messa in atto dalla famiglia Della Valle lo ha ‘spazzato’ via anche perché adesso tutti gli osservatori hanno come punto di riferimento Eduardo Macia. E’ stato protagonista in Fiorentina nei due anni più bui della recente storia viola e la sua intervista in esclusiva per il Brivido Sportivo parte proprio da qui. Due anni duri, difficili, durante i quali l’entusiasmo della gente è venuto meno. La Fiorentina adesso è nelle mani della coppia Pradè-Macia: pensa possano essere gli uomini giusti per rilanciare il club viola? «Adesso è tutto difficile, complicato. La Fiorentina viene da due stagioni di basso profilo e le colpe sono da suddividere fra tutte le componenti. Il calciomercato è appena iniziato ma non è ancora entrato nel vivo. Bisogna capire quali sono i piani della società e per quanto mi risulta l’intenzione è quella di riportare la Fiorentina nelle posizioni di medio-alta classifica. Non dico che questa squadra vada rifondata, ma deve essere puntellata in maniera importante: occorrono investimenti mirati ed oculati. Pradè e Macia sono dirigenti esperti, ma devono conoscere bene l’ambiente di Firenze: sembra una banalità ma non tutti i giocatori arrivano qui e sono subito performanti. Firenze non ha vinto i trofei che hanno conquistato Milano, Torino o Roma, ma è una città che chiede lo stesso molto. La gente vuol vedere il cuore in campo e chi ha fatto bene nella Fiorentina ce lo ha sempre messo: ripartire da uno come Viviano può essere sicuramente un aspetto positivo in questo senso. I tifosi hanno avuto anche degli idoli non tecnicamente eccelsi ma che la domenica uscivano dal campo con la maglietta inzuppata di sudore». A proposito di questa tipologia di giocatore, il futuro di Valon Behrami sta tenendo banco in questi giorni a Firenze. «Penso che abbia voglia di andare a giocare in qualche squadra più blasonata e di lottare per traguardi importanti. Già a gennaio ha avuto diverse richieste, tra cui quella della Juventus, ma la Fiorentina non vuole perdere un suo capitale e lo ha dimostrato anche negandogli il permesso per partecipare alle Olimpia-

di. Sono convinto che se una squadra come il Napoli lo vuole prendere dovrà fare un’offerta importante. Per 8 milioni di euro io non lo venderei, giocatori di quantità e qualità come lui non ce ne sono moltissimi in giro. Il momento non è dei migliori per dettare legge sul mercato, ma lui è un centrocampista talmente completo che è difficile da sostituire». E poi c’è Stevan Jovetic che tiene in ansia i tifosi viola… «Credo che per lui valga lo stesso discorso fatto per Behrami, nel senso che potrebbe avere il desiderio di misurarsi su palcoscenici più prestigiosi. E’ chiaro che sia nel mirino di grandi club, ormai su di lui non ci sono più segreti. Bisogna solo vedere se c’è qualcuno disposto a spendere una cifra altissima per prenderselo». Il primo rinforzo della nuova Fiorentina si chiama Ahmed Hegazy. Che impressione le ha fatto vedendolo giocare? «E’ un giocatore molto forte fisicamente, fa della forza e dell’agonismo le sue caratteristiche principali. Ho però tanti dubbi su di lui perché nonostante abbia disputato qualche partita con la Nazionale non ha mai giocato fuori dall’Egitto, il cui massimo campionato può essere paragonato alla nostra Lega Pro. E’ abbastanza inesperto e non so se potrà essere l’uomo giusto per integrare la difesa considerando che la Fiorentina ha due difensori centrali giovani come Camporese e Nastasic. Oltretutto non farà la preparazione con il gruppo a causa della partecipazione alle Olimpiadi e quindi credo che possa trovare diverse difficoltà, non ultima quella della lingua». Da un difensore all’altro: il prossimo a vestire la maglia viola sarà Facundo Roncaglia. Che cosa ci racconta di lui? «E’ un centrale, anche se lo spacciano per un jolly difensivo. Può fare l’esterno, per carità, però non commettiamo lo stesso errore che abbiamo fatto con Romulo, al quale hanno fatto fare tutti i ruoli tranne quello in cui riesce meglio che è il terzino destro. Ha una forza esplosiva importante, nel complesso è un discreto difensore anche se non ho ben chiaro quale sarà il suo ruolo all’interno del gruppo. Dal mio punto di vista è uno che può far numero, porta in dote solo un po’ di esperienza. Nastasic, Camporese e Gamberini sono più collaudati e sicuramente superiori a lui qualitativamente. Ha già provato l’esperienza in Europa, ma all’Espanyol non ha fatto molto bene. Speriamo che nel corso degli anni sia maturato e possa dare una mano alla Fiorentina». Uno dei nomi più caldi per il centrocampo è quello del brasiliano Ralf. Di che tipo di giocatore stiamo parlando?

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PIU’ MA NON ME l’HANNO PERMESSO” BRIVIDO

osservatori viola silurato dopo due anni «La Fiorentina deve ancora trovare un uomo d’ordine a centrocampo che possa rimpiazzare Montolivo e sinceramente Ralf non mi sembra che abbia queste caratteristiche: è un mediano tutto corsa e muscoli, di geometrie ne ha poche». Nel reparto offensivo, dopo una lunga telenovela, il primo rinforzo è invece Mounir El Hamdaoui. Potrà sfatare la maledizione che ha colpito gli ultimi centravanti viola? «Per lui parlano i risultati. Questo giocatore è stato presentato da me a Corvino un anno e mezzo fa, prima che Macia lo proponesse a Pradè. Sapevamo, tramite un procuratore italiano, che aveva qualche problema all’Ajax, ma gli olandesi volevano tanti soldi all’epoca e noi dovevamo risolvere la questione Gilardino. Poi è successo quello che è successo e non abbiamo potuto prenderlo. E’ un giocatore importante, ha fatto tantissimi gol prima all’Az Alkmaar e poi all’Ajax. Dà pochi punti di riferimento, non è un attaccante statico e ha i piedi buoni, fa anche diversi assist. Credo possa integrarsi bene con gli attaccanti che ha in questo momento la Fiorentina. L’unica mia preoccupazione è che non gioca da tanti mesi, speriamo riesca a mettersi in forma il prima possibile». Da un tormentone all’altro. A Firenze c’è ancora chi si ricorda di Kenny Miller… «E’ un giocatore che avevo proposto io perché cercavamo una punta veloce, un contropiedista, uno che sa fare gol e non dà punti di riferimento. Secondo me era il giocatore giusto per noi, ma non ero io quello che doveva prendere certe decisioni. Io ero solo preposto a segnalare determinati giocatori». Dopo due anni di lavoro in Fiorentina qual è il suo personale bilancio? «E’ stato un periodo nel quale ho acquisito una cultura calcistica superiore a quella che avevo, pur avendo già fatto esperienze importanti all’estero. Si sarebbero dovute realizzare certe situazioni che mi erano state paventate e che poi non si sono concretizzate. Per questo ho potuto dare ben poco alla Fiorentina, molto meno di quello che mi aspettavo. Questo però fa parte del calcio e della mentalità italiana. Prandelli l’ha inquadrata bene agli Europei: questo paese ha molta difficoltà a cambiare. Io non voglio essere quello che cambia il calcio italiano, ma sicuramente in questi anni bastava aver osato un po’ di più con qualche giovane bravo per ottenere risultati migliori. Non possiamo competere con Juventus, Milan e Inter, ma sicuramente dietro queste squadre ci possiamo stare. La Fiorentina ha un settore giovanile importante, eppure di alcuni giocatori si perdono le tracce anche dopo campionati minori giocati a buoni livelli. Non capisco perché l’Inter abbia la forza di mettere in panchina l’allenatore della Primavera e in società come la Fiorentina non si possa rischiare qualcosa in più. Spesso ci si affida a cose scontate, viste e riviste, e io purtroppo ne ho pagate le conseguenze. Ho segnalato tanti giocatori giovani e interessanti che dalla Fiorentina non sono stati presi in considerazione ma che adesso, sinceramente, sono negli organici di grandissimi club». La chiusura è d’obbligo. Come sta vivendo il fallimento dei ‘suoi’ Rangers Glasgow? «La situazione non promette niente di buono. Spero di avere notizie positive al più presto, ma le speranze sono veramente poche perché tutto sta andando nel modo peggiore possibile. Spesso e volentieri i giornalisti scozzesi paragonano questa situazione al fallimento della Fiorentina nel 2002, però per fortuna la squadra viola ha trovato degli imprenditori che l’hanno riportata dove le compete. Spero sia così pure per i Rangers che hanno centocinquant’anni di storia alle spalle, anche se in questo momento è dura pensare positivo».

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El Hamdaoui e Roncaglia a Firenze fra sorrisi e voglia matta

Finalmente sono arrivati. Mounir El Hamdaoui e Facundo Roncaglia sono sbarcati a Firenze, il primo nel pomeriggio di martedì e il secondo nella tarda mattinata di mercoledì. Due operazioni totalmente diverse, con l’attaccante marocchino protagonista nel mercato di gennaio della querelle tra Corvino e l’Ajax e con Roncaglia che invece è diventato un giocatore viola senza troppe difficoltà. Ad accomunarli, insomma, c’è solo la tempistica delle due operazioni, arrivate alla stretta finale nel giorno in cui la Fiorentina ha presentato la nuova tenuta da gioco con l’evento in piazza della Signoria. Ma andiamo con ordine e partiamo da El Hamdaoui, materializzatosi in quel di Careggi martedì pomeriggio poco prima delle ore 15. Volto disteso e sorridente, in rigoroso inglese si è detto felice di essere a Firenze. Mounir è stato nelle mani dei medici per circa un’ora e mezzo (molti test li aveva sostenuti appunto in inverno), poi è uscito dalla struttura ospedaliera ed è stato assalito da giornalisti e fotografi. Nessuna dichiarazione rilasciata, solo una battuta sul suo nuovo allenatore: «Lo conosco, è stato un grande giocatore…». In attesa della presentazione ufficiale rimane l’impressione della solarità di un ragazzo che vuole recuperare il tempo perduto e che vuole ripagare al più presto la grande fiducia che i dirigenti viola hanno riposto in lui. FRETTA DI COMINCIARE. E mercoledì mattina è arrivato per la prima volta a Firenze l’argentino Facundo Roncaglia. Sguardo deciso e passo svelto anche per lui, che ha seguito lo stesso iter di El Hamdaoui e di tutti gli altri compagni di squadra che hanno sostenuto le visite mediche tra venerdì e sabato scorsi. Che ha voglia di cominciare al più presto la sua

nuova avventura in Italia lo si capisce da un paio di indizi che ha lasciato nel corso delle ultime ore. Il primo fa riferimento a Twitter, uno strumento di comunicazione divenuto ormai fondamentale per tutti gli sportivi. Già martedì mattina ha modificato il suo profilo, ancora prima di effettuare le visite mediche e di diventare ufficialmente un giocatore viola: “Actualmente jugador de la ACF Fiorentina. Ex jugador del Espanyol, Estudiantes de la Plata y Boca Juniors”. Frase in spagnolo facilmente comprensibile

Il mercato di Alessandro Latini

anche da chi in Spagna non ci è mai stato. E poi c’è un piccolo rumors che circola in queste ore. Pare proprio che Roncaglia sia orientato a rinunciare a qualche giorno di vacanza per mettersi a disposizione di Montella in tempi piuttosto rapidi, compatibilmente con il fatto che è stato impegnato nella Copa Libertadores fino alla scorsa settimana con la maglia del Boca Juniors. Anche questo un bel segnale, che testimonia come i nuovi acquisti della Fiorentina non vedano l’ora di cominciare a sudare e faticare per la maglia viola.

Behrami-Fiorentina, è l’ora della riflessione: ma le sensazioni sono positive Sul conto di Valon Behrami, in questi ultimi giorni, si è detto e scritto di tutto. Dalla spinosa questione Olimpiadi alla sua furente reazione per il mancato permesso accordatogli dalla società, passando per le naturali voci di mercato che ne sono seguite. E’ il momento di mettere un punto, di lasciare da parte la frenesia e fermarsi a ragionare. Nelle ultime ore abbiamo capito che Behrami non è un tipo da ripicca. Il permesso negatogli dalla società per partecipare ai Giochi Olimpici gli ha dato fastidio, è vero, ma non gli ha impedito di pensare in maniera totalmente lucida a quale sia la decisione migliore da prendere per il proprio futuro e quello della sua famiglia. L’amarezza lo ha accompagnato nelle ultime ore, ma il ‘torto’ non è stato tale da precludere una continuazione del rapporto con la Fiorentina. In fin dei conti la società ha dato un’ulteriore prova di quanto tenga al giocatore, tanto da volerlo in perfette condizioni fisiche fin dal primo giorno di ritiro in quel di

Moena. Attriti a parte, superabili con il passare dei giorni, Behrami rimane sempre uno dei punti fermi della Fiorentina, a meno che qualcuno non si presenti con un’offerta da far girare la testa a Pradè. In quel caso le Olimpiadi non c’entreranno proprio niente. Entreranno in ballo milioni di euro e progetti tecnici. PAUSA. E questa famosa offerta, ad oggi, non è arrivata. Il Napoli lusinga il giocatore (con De Laurentiis in testa), ma per cominciare a trattare sul serio c’è bisogno di una proposta vicina (se non superiore) agli 8 milioni di euro. Per adesso Bigon si è limitato solo ad un sondaggio. Intanto la Fiorentina ha presentato ufficialmente la sua proposta al giocatore per il prolungamento del contratto, con un importante aumento di stipendio e durata (50% in più fino al

2015 con opzione per il 2016). Le parti ovviamente si sono aggiornate, anche perché tutta questa fretta di stringersi la mano non c’è. La Fiorentina è forte di un contratto in essere fino al 2014, l’entourage del giocatore continua a sondare il terreno con gli altri club interessati. In questo senso sottolineiamo come Fali Ramadani sia il protagonista assoluto del mercato estivo della Fiorentina. Nastasic a parte (per fortuna), tutti i suoi assistiti gigliati sono chiacchierati nei salotti milanesi del calciomercato. Behrami e Jovetic sono i pezzi da novanta, ma l’agente serbo potrebbe provare a muovere Adem Ljajic (andrà in ritiro, ma il Torino aspetta solo un segnale dai viola) e Haris Seferovic (diversi club su di lui, persino la Lazio di Lotito). SEGNALI POSITIVI. Tornando a

Behrami, il termometro dell’ottimismo ha registrato diversi picchi. A ridosso dell’incontro tra Pradè e Ramadani (avvenuto nella giornata di giovedì 5 luglio) rasentava lo zero, ma con il passare dei giorni il clima si è pian piano rasserenato. Le sensazioni positive si sono rincorse a cavallo del week end, con lo stesso Behrami che ha dimostrato di essere più sereno e rilassato durante le visite mediche e ha trovato anche il tempo di manifestare il proprio apprezzamento su Twitter alle nuove magliette da allenamento della Fiorentina. Oltretutto in società sono convinti di aver lasciato il segno sul giocatore, che se dovesse accettare il nuovo contratto diventerebbe in tutto e per tutto il leader carismatico della squadra e avrebbe grandi chance di indossare la fascia di capitano. Segnali (per adesso ci aggrappiamo a quelli), che ad oggi lasciano pensare che non sia ancora il momento di chiudere la parentesi fiorentina del biondo guerriero.

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Giuseppe Virgili Il sondaggio Top 11 entra nel vivo e si infiamma come l’estate, mentre il banner nella home-page del Brivido (www.brividosportivo.it) è ancora incandescente come una spiaggia sotto al solleone. La settimana scorsa è stato letteralmente preso d’assalto per l’elezione del fantasista top di tutte le Fiorentine e adesso, c’è da scommetterci, la temperatura non scenderà perché si passa alla costruzione

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Top 11

Gabriel omar Batistuta

Nasce a Reconquista, in Argentina, il 1° febbraio 1969. Arriva a Firenze nell’estate del 1991 dal Boca Juniors. Debutta in maglia viola il 1° settembre di quello stesso anno a Torino contro la Juve nel match perso dai gigliati per uno a zero. Rimane in riva all’Arno per nove stagioni, dal 1991/92 al 1999/00, collezionando 243 gettoni di presenza in serie A e realizzando 152 reti. Nessun giocatore viola ha segnato tanto come lui con la Fiorentina nel massimo campionato. Kurt Hamrin si è fermato a quota 151. E poi vanno considerate le 16 reti siglate nel torneo cadetto 1993/94 in 26 partite. Nelle ultime cinque stagioni è il capitano della squadra. Forte, potente, generoso, Batistuta va in campo anche quando non è in perfette condizioni fisiche. Non si tira mai indietro. E poi è dotato di un tiro forte e preciso e nel gioco aereo è devastante. E’ un centravanti completo che segna nei match importanti e in quelli con le squadre meno forti. Va in gol negli stadi più prestigiosi d’Europa: al Camp Nou di Barcellona, a Wembley (Londra) e all’Old Trafford (Manchester). Le sue ultime tre reti il 14 maggio 2000 al Franchi nel suo ultimo incontro in maglia viola contro il Venezia vinto per tre a zero regalano alla Fiorentina un piazzamento in Coppa Uefa. Con i gigliati conquista la Coppa Italia nel 1995/96 segnando 8 reti in 8 partite e la Supercoppa italiana il 25 agosto 1996 battendo a San Siro il Milan con una sua doppietta. In entrambe le manifestazioni è il capitano della squadra. E’ capocannoniere del campionato nel 1994/95 con 26 gol. E in quella stagione stabilisce un nuovo record (che fino ad allora apparteneva ad Ezio Pascutti), andando a segno consecutivamente nelle prime 11 giornate di campionato (12 reti). Nell’estate del 2000 passa alla Roma con cui vince lo scudetto nel 2000/01 e la Supercoppa italiana contro la Fiorentina all’Olimpico nell’agosto del 2001. Si aggiudica inoltre uno scudetto in Argentina con il Boca Juniors nel 1991 e un altro con l’Al Arabi nel Qatar nel 2003/04. Con la Nazionale argentina (di cui è ancora oggi bomber di tutti i tempi con 56 reti in 78 partite) vince due Coppe America nel 1991 e nel 1993 e la Confederacion Cup nel 1992. R.L.P.

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GIUSEPPE VIRGILI

Nasce a Udine il 24 luglio 1935. Arriva a Firenze dall’Udinese nell’estate del 1954. Debutta in maglia viola il 19 settembre di quello stesso anno al Comunale contro il Catania nel match vinto dalla Fiorentina per due a uno. Rimane in riva all’Arno per quattro stagioni, dal 1954/55 al 1957/58, collezionando 101 gettoni di presenza e realizzando 55 reti. E’ soprannominato Pecos Bill per la sua grande passione per l’eroe dei fumetti western. E’ un centravanti che ama stazionare per lo più in area di rigore senza partecipare troppo alla manovra. Sfrutta la propria forza fisica e la propria potenza effettuando tiri molto forti. E poi è dotato di uno scatto bruciante anche se la sua irruenza talvolta lo porta a qualche errore. I cross di Julinho e Montuori dalle fasce laterali per lui sono un’autentica manna. La stagione dello scudetto viola, 1955/56, è la migliore per Virgili a Firenze. Realizza 21 delle 59 reti complessive della squadra, più di un terzo. E sono davvero tante. Quando si laurea campione d’Italia non ha ancora compiuto ventuno anni. E’ un ragazzino insomma. Per lui ci sono poi anche due secondi posti consecutivi, nel 1956/57 e nel 1957/58, oltre alla finale di Coppa dei Cam-

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pioni persa a Madrid con il Real nel maggio del 1957. Dodici mesi più tardi passa al Torino. Disputa anche 7 incontri in Nazionale realizzando 2 gol, entrambi al Brasile a San Siro il 25 aprile 1956 nel match vinto dall’Italia per tre a zero. Ma i gol, secondo le regole attuali, sarebbero stati tre, perché l’autorete di De Sordi avviene su un suo tiro diretto in porta. Debutta in Nazionale a Budapest il 27 novembre 1955 nell’incontro perso dagli azzurri per due a zero. R.L.P.

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Nasce a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, il 26 maggio 1977. La Fiorentina lo acquista dal Palermo nell’estate del 2005. Debutta in campionato il 27 agosto di quello stesso anno al Franchi nel match con la Sampdoria vinto dai viola per due a uno. E Toni segna subito un gol su calcio di rigore. E’ un centravanti forte fisicamente e bravo soprattutto nel gioco aereo, grazie anche alla sua statura (194 centimetri). Ma se la cava anche con i piedi. Da solo riesce a fare reparto. E Prandelli molto spesso lo schiera da prima punta con un trequartista alle sue spalle. Nelle prime undici partite di campionato realizza 15 reti. Alla fine saranno 31 e consentono a lui di vincere la classifica dei cannonieri e alla Fiorentina di approdare ai preliminari di Champions League (risultato questo vanificato da Calciopoli). Nessun giocatore viola ha mai segnato tanto in un solo campionato: Kurt Hamrin e Gabriel Batistuta si sono fermati a quota 26, Christian Riganò, sia pure in C2, a 30. Nel 2005/06 Toni conquista anche la Scarpa d’oro, trofeo riservato al miglior goleador di tutti i campionati europei. E’ il primo giocatore viola (e pure italiano) a vincere questo prestigioso trofeo. A Firenze resta due stagioni, dal 2005/06 al 2006/07, disputando 67 partite di campionato e realizzando 47 reti. Poi viene ceduto al Bayern Monaco. E’ anche il primo giocatore della Fiorentina a realizzare una tripletta in Nazionale. Avviene il 7 settembre 2005 a Minsk contro la Bielorussia, nel match vinto dall’Italia per quattro a uno. Debutta in maglia azzurra a Reykiavik il 18 agosto del 2004 nell’incontro vinto dall’Islanda per due a zero. In Nazionale gioca 47 partite,

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realizzando 16 gol. 17 gare con 10 gol all’attivo le disputa da giocatore viola. E da giocatore viola si laurea campione del mondo nel 2006 a Berlino. Il suo palmarès è ricco: vince con il Bayern in Germania due scudetti ed altrettante coppe nazionali nel 2007/08 e nel 2009/10 (anche se a gennaio dell’ultima stagione passa alla Roma) oltre alla Supercoppa tedesca nel 2007. Con il Palermo si aggiudica il campionato di serie B nel 2003/04 (quell’anno è anche capocannoniere). Nel 2007/08 è goleador della Bundesliga e della Coppa Uefa. R.L.P.

Nasce a Genova il 29 dicembre 1970. Arriva a Firenze nell’estate del 1999, quando viene acquistato dal Parma. Debutta in campionato in maglia viola il 29 agosto di quello stesso anno al Franchi contro il Bari nel match vinto dalla Fiorentina per uno a zero grazie a una sua rete. Nella sua prima stagione in riva all’Arno viene impiegato da seconda punta come spalla di Batistuta. E alla fine realizza 7 reti. Non è quella la sua posizione ideale. Chiesa, infatti, è una prima punta, sia pure di movimento, che ama spaziare su tutto il fronte offensivo. Ma resta un centravanti. E’ dotato di un bel dribbling e di un tiro secco e preciso. Le sue punizioni sono micidiali. Nel suo secondo campionato in riva all’Arno, dopo la cessione di Batigol alla Roma, è schierato al centro dell’attacco viola. E i frutti si vedono immediatamente tanto che sigla 22 reti. Rimane a Firenze tre stagioni, dal 1999/00, al 2001/02, disputando 59 partite e realizzando 34 gol. Ma l’ultima è sfortunata davvero. Alla quinta giornata, quando è già andato a segno cinque volte, al Franchi con il Venezia si rompe i legamenti del ginocchio. Quella con i lagunari resta così la sua ultima gara in maglia viola. E forse senza il suo infortunio la formazione gigliata non sarebbe retrocessa. I suoi gol mancano tanto. Dopo il fallimento della Fiorentina il 1° agosto del 2002, va alla Lazio. Con il club gigliato vince la Coppa Italia nel 2000/01. Con il Parma nel 1998/99 conquista un’altra Coppa Italia e la Coppa Uefa (in questa manifestazione è anche capocannoniere con 8 gol). A fine carriera con il Figline si aggiudica il campionato di Lega Pro di seconda divisione e la relativa Supercoppa. Chiesa disputa 17 partite in Nazionale, una da giocatore viola, realizzando 7 reti. Debutta in maglia azzurra il 29 maggio 1996 a Cremona nel match Italia-Belgio terminato due e due (nell’occasione segna anche un gol). R.L.P.

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l’intervista

Antognoni

“VIRGILI, CHIESA E TONI SUPER MA BATIGOL E’ UNICO” Giuseppe Virgili lo ha visto soprattutto nelle immagini in tv, ma si ricorda principalmente la montagna di reti che segnava. Uno dietro l’altro. «Era una macina». Gli altri, da Batistuta a Toni, li ha conosciuti più da vicino. Giancarlo Antognoni, il numero dieci della storia viola, quello che per amore della Fiorentina non ha mai accettato la corte di nessun altro club italiano, rinunciando anche a vincere, in questi quattro moschettieri del gol ci vede tutto: la classe, il talento, la fantasia, la potenza fisica. Ad averli avuti nella stessa squadra nello stesso periodo storico sarebbero stati guai per tutti. Batistuta è arrivato a Firenze poco dopo il suo ingresso in società, quando alla presidenza del club c’era già Vittorio Cecchi Gori. A vederlo giocare, durante una gara di Coppa America, fu lo stesso produttore cinematografico. Con Antognoni il feeling fu immediato. Così come con Enrico Chiesa, attaccante formidabile, uno dei pochi capace di segnare e far segnare con la stessa naturalezza. Giancarlo Antognoni, chi era Giuseppe Virgili? «Era il terrore di tutte le difese. Lo chiamavano Pecos Bill, come il personaggio dei fumetti. Di lui ricordo la montagna di gol che riusciva a mettere insieme. So che il suo cartellino fu pagato a peso d’oro, cosa che fece pure scalpore per l’epoca, ma lui non perse tempo a ripagare la fiducia del presidente Befani». Cosa le è rimasto di questo giocatore? «La sua capacità di saper essere un rapinatore d’area. Quando entrava nell’area piccola non ce n’era per nessuno. Con le sue reti contribuì in maniera importante alla conquista del primo scudetto. Giocava accanto a campioni come Julinho e Montuori che sapevano stuzzicarne la fantasia. E lui, con i suoi scatti improvvisi e difficili da prevedere, castigava tutti». Veniamo a Gabriel Omar Batistuta. «Ovvero il genio, il prototipo del bomber moderno. Fortissimo in area e straordinario fuori». Che effetto le fece non appena lo vide giocare? «Capii subito che davanti a noi c’era

un campione. Capii che quello era il incredibile». giocatore di cui Firenze si sarebbe Veniamo a Luca Toni, cainnamorata in un attimo: forza fisica pocannoniere e pure e intelligenza tattica, qualità difficili vincitore della Scarpa da trovare condensate in un unico d’Oro. amalgama». «E’ un centravanti che Quali le sue caratteristiche tecni- è maturato più tardi riche migliori? spetti a molti suoi colle«Facciamo che dico solo quello in ghi, ma che ha saputo cui avrebbe dovuto migliorarsi, il tiro sfruttare al massimo le col sinistro. Ha provato a lavorarci sue doti naturali. Brama (ride, ndr) col destro era tutta vo di testa, di piedi, un’altra storia. Sapeva essere mici- di destro ma anche di diale con i colpi di testa, su punizio- sinistro. Ha dimostrato ne, su tiro in velocità. Era un leader di essere un centravanvero e, da solo, spesso, riusciva a ti vecchio stile, di quelli vincere le partite». abituati a stare nell’area In che senso? di rigore, quasi come un «Metteva in crisi le difese avversa- vero e proprio cecchino. Ha rie con la naturalezza con cui si può provato anche a lavorare fuobere un bicchiere d’acqua. Non di- ri dall’area piccola, dimostranmenticherò mai la faccia di un guru do però qualche limite in più. del reparto arretrato come Franco Come ogni centravanti ha quella Baresi dopo essere rimasto fermo, giusta dose di opportunismo, che inchiodato al suolo, dalle sue finte tuttavia a volte non aiuta abbastansmarcanti che esaltavano tutti. Era za la squadra». poi un professionista molto serio: per lui c’era solo la Fiorentina e lo ha dimostrato fino alla fine». E’ stato il miglior centravanti della storia della Fiorentina? «E’ stato sicuramente uno dei migliori, non vorrei mancare di rispetto a quelli che a Firenze sono riusciti a vincere lo scudetto. Bati, però, per me resterà sempre Bati. Era capace di fare la differenza in qualunque modo, anche dalla distanza. Ricordo ancora i suoi tiri dai venticinque metri finiti dentro la rete tra lo stupore generale degli avversari». CIMELI APPARTENUTI Enrico Chiesa, invece, che gioCENTRO DOCUMENTAZIONE CENTRO D AI GRANDI DEL CALCIO ITALIANO catore è stato? STORICA E CULTURALE STORICA GIUOCO CALCIO DEL GI «Era un trascinatore per natura, EUROPEO E MONDIALE DAL 1898DELAD OGGI forse più seconda punta che attaccante puro. Bravo di destro e di sinistro, era capace di risolverti la partita in ogni modo: segnando o inventandosi l’assist giusto per CIMELI APPARTENUTI CIMELI A i suoi compagni, dando ogni volta AI GRANDI DEL AI GR un movimento diverso alla palla. CALCIO ITALIANO, CALCIO Aveva un piede fatato, era rapido EUROPEO E MONDIALE EUROPEO DAL 1898 AD OGGI DAL 189 e il suo dribbling ti lasciava senza parole. Forse non era un goleador FONDAZIONE MUSEO DEL FONDAZIONE CALCIO - Centro MUSEO documentazione DEL FONDAZIONE CALCIOstorica - Centro MUSEO e culturale documentazione DEL CALCIO del Giuoco - storica Centro Calcio edocumentazione culturale del G Viale un Aldo Palazzeschi, 20 Viale Coverciano Aldo Palazzeschi, (Fi) - tel. 055 20 600526 Viale Coverciano Aldo- info@museodelcalcio.it Palazzeschi, (Fi) - tel. 055 20 600526 Coverciano - info@museodelca (Fi) - tel. 055 6 puro, ma ha rappresentato punFONDAZIONE MUSEO DEL CALCIO to di riferimento importante per la Centro documentazione storica e culturale del Giuoco Calcio Fiorentina. Peccato solo per l’inforViale Aldo Palazzeschi, 20 Coverciano (Fi) tunio, simile a quello subìto poi da tel. 055 600526 - info@museodelcalcio.it Ronaldo. Per i viola fu uno smacco

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Per tamponare l’emorragia del tifo, martedì scorso il direttore esecutivo per riaccendere la piazza e provare viola Gianluca Baiesi, il responsabile a riempire di nuovo il Franchi come della comunicazione Gianfranco Teoai tempi belli (neppure troppo lonta- tino e il responsabile della biglietteria ni) la Fiorentina ha varato dall’11 lu-Intero Ivan Affibiato. «Fino al 23 luglio Settore Ridotto Under 14 - ha Ridotto fam. glio gli abbonamenti anti-crisi: sconti spiegato Baiesi - proporremo ai nodal 25TRIBUNA al 10% inD'ONORE tutti i settori e per 1985 stri abbonati un rinnovo 990 scontato del 1530 le fasce intero, ridotto under 14 e fa- 25% tagliando di un quarto i prezzi POLTRONA 1445 720 1125 miglia, prezzi bloccati per il secondo rispetto alla scorsa annata. Per chi POLTRONCINA 995 495 765 anno di fila, vaucher per le prime 10 non potrà usufruire della prelazione, TRIBUNA LATERALE 525 240 370 gare casalinghe anche a chi non ha dal 25 luglio al 7 agosto inizierà il MARATONA CENTRALE 280 425 la ‘tessera del tifoso’ accontentando 565 ‘Viola time’ con sconti del 10% mentre 360 così molti MARATONA ultrà della curva Fiesole (e 520 chi si abbonerà dal 240 9 agosto paghelo stesso vaucherESTERNA sarà poi rinnovabile 440 rà allo stesso costo215 del campionato TRIBUNA 300 per MARATONA le restanti 9 partite), suddivisione non precedente». Ad esempio in tribuna disponibile più LATERALE delle gare in tre fasce (quella alta pre- d’onore chi si abbona con la prela- Obiettivo mantenere almeno l’80% PARTERRE DI TRIBUNA 405 200 285 vede le sfide con Juve, Milan e Inter zione sborserà 1.650 euro anziché degli abbonati dell’anno scorso (poco PARTERRE DI MARATONA 335 165 235 con prezzi relativi). Ne hanno parlato 2.205, in curva 150 euro anziché 205. più di 13.000) anche se il sogno del CURVA FERROVIA 185 90 135 CURVA FIESOLE 185 90 135 TRIB EST “INSIEME” Adulti 200 Minori 150 CUV FERR STUD 105

club viola è rivedere gli spalti gremiti in uno stadio per cui, aspettando il decollo del nuovo stadio, si an-

nunciano migliorie, dalla realizzazione di 16 Sky box da 8-10 posti (per questo la ‘Maratona laterale’ verrà uniformata alla ‘Maratona’) all’abbattimento delle barriere. Progetto al quale il club viola destinerà 500.000 euro e per il quale in stretta collaborazione con il Comune attende a breve l’approvazione della Soprintendenza per ‘liberare’ così lo stadio per la stagione 2013-14. Nel frattempo Teotino ha annunciato che la Fiorentina sta riacquistando tutto l’archivio storico dal 1920 a oggi dalla Rai e dall’Istituto LUCE per metterlo a disposizione dei tifosi e della loro passione.

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DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

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EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi Bisenzio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Maso Bardi - grafica@ brividosportivo.it STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) FOTO La Presse

DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it COLLABORATORI Alessandro Rialti, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Chiara Baglioni

ORA I’ TORMENTONE RAMADANI GLI HA PRESO POTO DELLA BRANCHINI BAND Il pungiglione

YACOB PIU’ CHE RALF, IN OGNI CASO DIAMOCI UNA MOSSA

Una puncicatina esortativa, senza cattiveria ma per indurli a darsi una mossa, la si dà a Pradè e Macìa. E’ vero che il mercato è abbastanza statico, in generale, che di soldi ne girano pochi e che fretta a spendere sembra non ce l’abbia nessuno, però la Fiorentina deve lavorare più degli altri perché ha mezza squadra da rifare ed ha, ad oggi, già diversi elementi non più in organico (Montolivo, Natali, Kroldrup, Marchionni, Amauri, Boruc). C’è ad esempio Yacob del Racing Avellaneda che è a fine contratto, a parametro zero come Roncaglia, ed è un ottimo mediano, già nel giro della nazionale argentina. Correremmo subito lì piuttosto che da Ralf in Brasile, che è un giocatore solo discreto e supervalutato dopo la vittoria della Libertadores. Di sicuro loro lo sanno meglio di noi, però si nota una certa lentezza, magari esasperata dall’impazienza nostra che vorremmo tutto e subito. Per alcune cose si deve aspettare che maturino, per altre bisogna invece affrettarsi perché son già mature e rischi che te le colga qualcun altro. Insomma con affetto e senza offesa, una puncicatina pensiamo ci voglia e vi si dà. Gli Europei e si son messi di già tra rihordi, archiviati, passati, ora si ritorna a i’viola, anche se un sembra che si sia ancora ‘ngranaa la marcia giusta, e siamo ‘n prima a anda’ bene, ci si move piano quasi ‘ndreo. Se un fosse pe’ le gioie che mi dà i’mi’ nipotino, Neto che gli è tra e du’portieri che difenderanno i’Brasile all’Olimpiadi, e ci sarebbe poho da rallegrassi. Un l’hanno fatto gioha’ quasi mai ma Menezesse e gli è rimasto così ‘mpressionao da quando l’ha visto du’ anni fa che va sulla fiducia, e un n’è miha Montella che ci vo’ parlare…o che fa i’prete? E chieda a Nuciari che l’ha allenao du’ anni o si faccia dare i’portiere di’ Catania che gli è l’uniho che conosce! Ma sorvoliamo se no e ci s’incattivisce e basta. Arrivi novi per ora nicchesse o quasi. Gli è arrivao, El Torito, Facundo Roncaglia, che gli ha di già un nome che mi garba, e gli è anche arrivao quello di’ carcio burocrato, i’marocchino di Corvino. S’è speso poho, quindi un n’è difficile ave’ speso bene, speriamo. Ma poi? Nomi che sembran numeri di’ lotto, artri che potrebben anch’essere verosimili, ma discorsi tanti, fatti pochi. Invece via e n’è andai tanti: Montolivo, Kroldruppe, Natali, Borucce, Kharja, Marchionni, Amauri e tanti sono sulla via dello sparo: Ljaicce, Gamberini, Vargasse, forse anche Lollo. Pe’quelli che si lamentano di’ monte salari, e n’è spario mezzo, o dicche e si lamentano? Tutti quelli di sopra, iti e da ire e fanno più di dieci

milioni netti, cioè quasi venti di spesa o che si lamenteranno ancora? Gli è vero che quarcuno e si dovrà comprare ma di lesso ora e ce ne dovrebbe essere. O no? Poi c’è i’tormentone Ramadani,

che gli ha preso i’posto della Branchini Band ni’fa’ venire gli ‘ncubi a’ nostri DS. Jovetic e Behrami icche faranno? E pa’ la novella dello stento che la dura tanto tempo e la un finisce mai. Nasello e ci

ha cinqu’anni di contratto, quindi giochi e stia bono, per ora. Lo svizzero-arbanese-etc. etc. ‘nvece o firma i’prolungamento o a ire. E un si vorrà miha fare la Montolivo 2? Morto un papa e se ne fa

un antro o che ti confondi? ‘Nsomma i’nonno per ora contento e sereno e un n’è, però e c’è tempo pe’piangere, per ora… e si bee, che l’è meglio. Prositte e Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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INTERNATIONAL GAMES: VIA ALLE SELEZIONI! Il 21 e 22 luglio in gara per un posto nella rappresentativa italiana UISP

Gran caldo, tempo di mare e tutti ormai con il pensiero alle vacanze. Tutti, ma non le atlete del Centro Ginnastica Firenze che, insieme ai colleghi della sezione agonistica maschile, proseguiranno gli allenamenti anche nel periodo estivo. Già, perché nemmeno nei mesi più caldi mancano gli impegni: il 21 e 22 luglio prossimi le ginnaste della sezione femminile, allenate dai tecnici Lara Poggiali e Cristiano Furelli sono convocate – proprio presso la palestra di Sorgane – alle selezioni per gli “International Games” UISP, in programma dal 5 al 7 ottobre a Viareggio. Obiettivo: entrare a far parte della rappresentativa “UISP Le Ginnastiche” che difenderà i colori italiani nelle rispettive categorie. Sabato 21 si parte con le categorie Quarta, Quinta e Sesta, e in gara per il CGF ci saranno le individualiste Ilaria Materassi, Lisa Menghini, Camilla Natali, Ambra Buglioni, Maristella Bonafede, Bianca Boretti, Alessia Giannitrapani e Sofia Spulcioni; il giorno dopo toccherà alle atlete di Terza categoria, cioè alle componenti della squadra campione d’Italia, Giorgia Banchi, Ginevra Gai, Elena Gensini e Saramay La Rocca, e alle individualiste della stessa categoria Anita Bartolozzi e Viola Vanzi. Circa s e s santa le atlete che sfileranno in campo gara nella giornata di domenica, mentre per conoscere il numero delle ginnaste partecipanti alla selezione nelle categorie superiori, il sabato, b i sognerà attendere le effettive iscrizioni. Dunque, si prospetta un’altra avventura di respiro internazionale per la società gigliata, dopo le esperienze con i campionati CSIT di Rimini 2008 e la trasferta francese di Auch 2010, anche se questa volta la destinazione è vicino casa, in Versilia.

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Selecao Argentinos 4 CITTA’ C7 1°2°3°4°-

Stracotti Selecao Argentinos Cubino FC Pipela FC

Capocannoniere: Maxinoea Costantin (Steaua) – 18 reti

Stracotti

A Team

Miglior difesa: Cubino FC – 10 reti subite Città C5. In entrambe il colore rosso è stato da padrone con il Bulls Calenzano che nel C5 ha vinto il torneo battendo l’A-Team(2) di Sergio Tamborrino per 4-2 e gli Stracotti che nel C7 hanno portato a casa il titolo con lo stesso risultato, contro la Seleçao Argentinos di Federico Gennarelli che ci ha provato fino all’ulti-

mo secondo. Complimenti quindi a queste due formazioni che oltre a vincere il titolo, vincono anche le finali nazionali legate ad un weekend a spese dell’organizzazione. Ma la serata non si è conclusa con queste due partite, perché prima si sono disputate le finali 3°-4° posto che hanno visto i Cubino FC portare

4 CITTA’ C5 1°- Bulls Calenzano 2°- A-Team(2) 3°- Flamenco 4°- Jolly Campi Capocannoniere: De Marco Tommaso (Flamenco) – 19 reti Miglior difesa: Cubino FC – 10 reti subite

Calenzano Bulls

a casa la medaglia di bronzo nel C7 ai calci di rigore dopo un bel 3-3 contro il Pipela FC ed il Flamenco fare altrettanto nel C5 battendo 6-5 il Jolly Campi pur con le pesanti assenze di De Marco e Totti (rispettivamente 19 e 18 gol per loro nel torneo). Certamente siamo ben felici di complimentarci con tutte otto le formazioni che hanno preso parte a queste fasi finali di C5 e di C7 per la correttezza e la sportività vista dentro e fuori dal campo, anche in alcuni incontri veramente tirati e giocati fino all’ultimo. Questo ci rende fieri di avere ogni anno con noi formazioni di questo calibro, che fanno della sportività e della lealtà il loro punto di forza.

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MIDLAND CALCIO

OICLAC TOSCANA ANACSOT

CAMPIONI PROVINCIALI C5 E C7: SI APRE LA SETTIMANA DECISIVA

Si svolgeranno questa settimana le Finali Provinciali Unisports che, giunte alla seconda edizione, vedranno scendere in campo le formazioni vincitrici delle categorie Top League, Golden League e Silver League (nel calcio a 5 maschile, calcio a 5 femminile e calcio a 7) dei Campionati Calcio Toscana, Csen e Midland nella stagione sportiva 2011/2012. Le gare si svolgeranno a Firenze dal 10 al 12 luglio 2012 e per il Calcio Toscana parteciperanno tutte le formazioni vincitrici delle rispettive categorie ad eccezione della Stella Rossa C5 che, causa indisponibilità, sarà sostituita nella Top League C5 dai Final Blow, finalisti della Top League 2010/2011 e vincitori dell’edizione 2009/2010. Nello specifico, il programma delle Finali prevede: Martedì 10 luglio 2012, Impianto Sportivo La Nuova Polisportiva Novoli, Via Corelli (Firenze) - Top League C5 maschile, Golden League C7, Silver League C5 femminile; Mercoledì 11 luglio 2012, Impianto Sportivo Viale Malta (Firenze) - Top League C7, Golden League C5 femminile, Silver League C5 maschile; Giovedì 12 luglio 2012, Impianto Sportivo Sales, Via Gioberti (Firenze) - Top League C5 femminile, Golden League C5 maschile, Silver League C7. In ogni Categoria le squadre si incontreranno tra loro in un

triangolare con gare di sola andata: la squadra perdente disputerà la seconda gara con la formazione che ha riposato nella prima partita; nella terza ed ultima partita del torneo, si affronteranno infine le due squadre che hanno riposato nelle prime due gare. In caso di parità al termine dei tempi regolamentari, le gare saranno decise ai calci di rigore (3 rigori per squadra, e in caso di ulteriore parità a oltranza). Le graduatorie di ogni torneo verranno stabilite mediante l’attribuzione dei seguenti punti: 3 per la vittoria nei tempi regolamentari, 2 per la vittoria ai calci di rigore, 1 per la sconfitta ai calci di rigore e 0 punti in caso di sconfitta al termine dei tempi regolamentari. In caso di parità di punteggio fra due o tre squadre al termine di ciascun girone (torneo), per determinare la graduatoria in classifica si terrà conto nell’ordine: dello scontro diretto (tenendo conto anche dell’esito dei calci di rigore), della miglior differenza reti tra le reti segna-

te e subìte nel corso dell’intero girone (escluso l’esito dei calci di rigore), del maggior numero di reti segnate nel corso dell’intero girone (escluso l’esito dei

calci di rigore); del miglior (più basso) punteggio disciplinare (tenendo conto di 1 punto per ogni ammonizione conseguita, 2 punti per ogni espulsione per

doppia ammonizione e 3 punti per ogni espulsione diretta); in caso di parità fra i punti precedentemente citati, sarà effettuato il sorteggio.

Il riepilogo dei gironi delle varie categorie CATEGORIA

CALCIO TOSCANA

CSEN

MIDLAND

TOP LEAGUE C5 M.

Final Blow

Sorgane Calcio A 5

Ciclione Viola

TOP LEAGUE C7 M.

AC Peruzzi

Pol. San Quirico

Aran Island

TOP LEAGUE C5 F.

Club Sportivo Firenze

Forever Gogo

Smartist

GOLDEN L. C5 M.

Il Fortino

Los Guerreros

Capezzoli & Cavalli

GOLDEN L. C7 M.

AC Bandino Papaya V.

Blancos

Venta Team

GOLDEN L. C5 F.

Aton Green

Non Piangere T

Libertas Bisenzio

SILVER L. C5 M.

D.L. Firenze C5

Tortuga

Sturmtruppen

SILVER L. C7 M.

Florence Patriots

Asia Non Sono Un N.C

Ai Capanno d'angiolino

SILVER L. C5 F

Smatte F.T.

Outsiders

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sando a varie porte e la Fiorentina dal canto suo, prima con un comunicato a firma Andrea Della Valle poi attraverso i dirigenti, fra i quali il direttore sportivo Daniele Pradè, ha fatto sapere quello che pensa e intende fare in proposito: tenersi Stevan, rispettare almeno per adesso il contratto prolungato soltanto pochi mesi fa fino al 2016 a due milioni di euro a stagione, farne il punto di riferimento e il simbolo di quella che secondo gli intendimenti di proprietà e società vorrebbe essere una nuova ripartenza. «In giro non ci sono molti top player, lui lo è» ha dichiarato Pradè una manciata di giorni fa. Aggiungendo con ancor maggior decisione davanti al continuo tam tam: «La Fiorentina non vende Jovetic, stiamo dicendo da inizio stagione che la proprietà lo giudica incedibile. C’è un gentlemen’s agreement col giocatore secondo cui sopra una certa cifra ci metteremmo a sedere per valutarla. E’ un accordo fatto al momento del rinnovo. Se fosse stato in vendita ci sarebbe stato un modo diverso di esporsi e muoversi. E in ogni caso finora non abbiamo ricevuto offerte né sondaggi da parte di Arsenal, Chelsea e Juve. Marotta? Mai parlato con lui. Jovetic si sta allenando in maniera seria, abbiamo incontrato il suo procuratore, stiamo costruendo la Fiorentina intorno a Stevan». Insomma, una posizione chiara, decisa. Eppure non è bastata, non è sufficiente a zittire le voci, a sopire i rumors. E più passano i giorni, più il tormentone rischia di lievitare, di trasformarsi (e non sarebbe la prima volta per la Fiorentina e i suoi tifosi) in uno di quei nuvoloni neri che possono offuscare l’estate viola e condizionare il lavoro di Montella, quello di Pradè e Macià, la costruzione della nuova squadra. L’auspicio dunque è che al più presto si faccia chiarezza. Magari nelle ultime ore qualcosa si è mosso o si muoverà verso tale direzione. Magari visto che l’inizio vero e proprio della nuova stagione, che la Fiorentina fa coincidere con il via lunedì prossimo al ritiro di Moena, è davvero ormai alle porte. A Montella, alla squadra, alla piazza viola, tutti vogliosi di ripartire col piede giusto dopo le recenti delusioni, servono giocatori carichi, motivati, sereni. Non musi lunghi né tantomeno tormentoni pesanti quanto pericolosi.

Alessandro Rialti

Fuorigioco

di Duccio Magnelli

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FALI RAMADANI, IL PERICOLOSO PROCURATORE DEGLI ‘IC’

Fali Ramadani − procuratore oggi sulla cresta dell’onda, ma poco conosciuto fino a non molto tempo fa − sembra avere un debole per i giocatori dell’Est, in particolare per quelli i cui cognomi finiscono in ‘ic’. Se poi giocano nella Fiorentina ancora meglio. Infatti nella sua scuderia (si dice proprio così, come se si parlasse di cavalli) fanno bella mostra di sé Jovetic, Nastasic, Seferovic e Ljajic. Inoltre, tra le sue conoscenze altolocate, annovera un im-

portantissimo personaggio anche lui con la desinenza ‘ic’: Abrahmovic, miliardario russo presidente del Chelsea al quale avrebbe già tentato di vendere JoJo. Detto questo, ci è parso molto strano che Ramadani si sia voluto prendere in carico anche la procura di Valon Behrami. Avremmo capito solo se il giocatore viola si fosse chiamato Behramic... E allora l’unica spiegazione possibile è che il furbo procuratore abbia sentito odore di affari. O meglio, profumo di soldi. Percepito che gli scricchiolii tra il giocatore e la società stavano diventando rumori sordi ha subito

preso in mano la situazione e, approfittando del fatto che la Fiorentina ha negato al giocatore l’avventura olimpica, ha provato a vendere il suo nuovo pupillo al Napoli e alla Juventus. Pare, adesso, che Behrami stia per firmare il prolungamento con la Fiorentina. E allora Ramadani sembra che ci stia riprovando con Jovetic, questa volta proponendolo alla Juve. Per 30 milioni di euro si potrebbe anche fare, magari con l’aggiunta di qualche elemento bianconero da rimettere in sesto. Ramadani è ritenuto personaggio insidiosissimo come la gran parte dei suoi

colleghi. La sua ‘pericolosità’ potrebbe quindi nuocere alla Fiorentina vista l’assidua frequentazione. Volesse vendere Seferovic o Ljajic importerebbe poco. Ma se intende far soldi con le uniche gemme della Fiorentina, allora la situazione può diventare seria anche perché è da valutare pure la sorte di Nastasic. Anzi, ci sembra piuttosto strano che non si siano sollevati rumors su questo giovane talento. Oppure, chissà, forse il furbo Fali sta già tessendo la sua ennesima tela. In un silenzio pieno di brutti presagi.