Il Brivido Sportivo n.30 del 26 luglio 2012

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QUALCOSA E’ CAMBIATO, FORSE NO MA ORA ASPETTIAMO L’ELICOTTERO DI DIEGO E ANDREA di Alessandro Rialti Tutto cambia, niente cambia. E’ indiscutibile che a Moena si stia vedendo un’altra Fiorentina, non ci sono più i leader storici della vecchia squadra viola, niente Montolivo, niente Gamberini, niente Behrami. E sulla rampa di lancio potrebbero essere pure Vargas e Cerci dopo che è stato azzerato il gruppo dei tecnici. E’ cambiato anche il sistema di allenamento, Vincenzo Montella e i suoi collaboratori stanno dimostrando di essere davvero all’avanguardia, per certi versi ci riportano indietro nella memoria, a Cesare

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Speciale ritiro di Michela Lanza

Indicazioni e curiosità dei primi dieci giorni di preparazione dei viola a Moena MOENA – Sono passati dieci giorni dall’inizio del ritiro estivo in Val di Fassa e il lavoro di Vincenzo Montella prosegue con costanza, minuziosità e diligenza. La squadra ha svolto allenamenti regolari, intensi, dove la tattica e il pallone l’hanno fatta da padroni, ma dove non è mancata la parte atletica che, pur essendo rada, è apparsa dura ed estenuante per i giocatori viola che, comunque, hanno fatto sapere di gradire i metodi innovativi dell’Aeroplanino, allenatore all’avanguardia che, tra l’altro, presta molta attenzione (grazie all’esperienza di Gianni Vio, collaboratore tecnico di Montella soprannominato ‘mago delle punizioni’) anche allo studio dei movimenti da calcio piazzato. Niente è lasciato al caso, tutto è studiato, ripetuto e ripetuto, e i movimenti fatti in allenamento sono ben visibili anche durante le partite. E che nessuno pensi che il tecnico napoletano sia ‘dolce’ con i suoi giocatori, anzi. Ha già mostrato al gruppo la sua autorità, la sua serietà e la sua fermezza e non esita ad alzare la voce quando ce n’è bisogno. E a proposito di partite, a suggellare il lavoro svolto durante le sedute di allenamento, ci sono state le prime due amichevoli (la terza, più credibile come test, la Fiorentina la giocherà domani contro il Verona) contro i dilettanti del Monti Pallidi e del Vigonovo. In entrambe le gare Montella ha portato avanti il suo credo calcistico, scegliendo il modulo a lui più caro (il 4-3-3) e proponendolo nonostante ancora non abbia a disposizione una squadra completa. 23 le reti segnate nel primo test, 11 nel secondo, per un totale di 34 gol (e zero subite) che alla voce ‘bilancio generale’ non possono che ritenersi ‘soddisfacenti’. In evidenza soprattutto El Hamdaoui, autore di ben 8 gol delle 34 segnate. Mentre Stevan Jovetic,

la stella viola sofferente di ‘mal di pancia’, ha avuto un problema di affaticamento che lo ha costretto a saltare la partita contro il Vigonovo e a sottoporsi ad una risonanza magnetica che, per fortuna, ha avuto esito negativo. Nessun problema per Jo-Jo, almeno a livello fisico. Forse il malessere è più psicologico anche se i compagni giurano che si stia allenando con serenità. Probabilmente è così, ma non è certo un ritiro facile per un giocatore come il montenegrino, un vero top player, che tutti i giorni sente eco di voci provenienti da Chatillon e legge quotidianamente righe e righe legate al suo futuro. Ai tifosi non fa trapelare niente. Con la stampa continua a non parlare. Ma la sua permanenza in viola, nonostante le parole di ogni membro della società viola, resta ancora in dubbio. Se c’è preoccupazione per il futuro di Jovetic,

non è stata da meno la situazione legata a Emiliano Viviano che ha tenuto a lungo in apprensione i tifosi (tutto dovrebbe risolversi entro due o tre giorni), che non si sono persi comunque d’animo, almeno non lo ha fatto la maggioranza. E la maggioranza è rappresentata dal numero cospicuo di supporters che hanno raggiunto il ritiro di Moena per sostenere la squadra, soprattutto nel fine settimana. Intorno ai seicento i tifosi viola che hanno accolto la Fiorentina con entusiasmo e con quella voglia di ‘ricominciare’ che è il diktat della società. Tifosi che hanno sovrastato letteralmente i pochi contestatori (oltretutto più ironici che ‘cattivi’) arrivati in Val di Fassa indossando magliette contro Diego Della Valle o striscioni contro Cognigni, con quest’ultimo atteso insieme ad Andrea Della Valle in ritiro tra oggi e domani. Inevitabili curiosità e impazienza da parte di tutti. Ben più

‘rumorosi’ coloro che hanno abbracciato simbolicamente la squadra e ripongono estrema fiducia nel tecnico, giovane ma già maturo, Montella. Semmai un po’ di rumore hanno fatto quei tifosi che, durante l’amichevole contro il Vigonovo, hanno punzecchiato Adem Ljajic (che ieri ha subito un incidente in allenamento, è stato colpito duro alla cavilia da Romulo), ancora reo di aver fatto perdere la pazienza a Delio Rossi nella ormai celebre gara casalinga contro il Novara della passata stagione. Il giovane serbo, che certamente ha qualità tecniche e balistiche importanti (messe in mostra soprattutto sui calci piazzati in questi giorni), ha comunque un rapporto da ricucire con il popolo viola che vorrebbe vederlo più umile e dedito al lavoro. Montella ha il compito, se il giocatore resterà a Firenze, di riportarlo sulla retta via. Così come ha il compito di rivalutare Juan Manuel Vargas

Le

e stimolarlo affinché si mostri più voglioso come piace a lui, perché vedere il peruviano, potenzialmente ancora uno dei giocatori più forti della rosa, allenarsi e scendere in campo con le ‘riserve’ e con i giovani… è deprimente per il giocatore, per la società e anche per i tifosi che ricordano ancora le sue galoppate sulla fascia nei tempi in cui sembrava devastante. Infine una curiosità: Montella, nei primi dieci giorni di ritiro, ha voluto testare il carattere dei suoi giocatori facendo girare la fascia di capitano sul braccio di più uomini. Il primo ad indossarla è stato Manuel Pasqual, poi Manuel Vargas (a testimonianza dell’importanza del giocatore), poi un po’ a sorpresa il giovane di Matija Nastasic, infine il ‘vecchio’ Cristiano Lupatelli. E Jovetic? Per adesso… fascia revocata. Poi si vedrà.

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Speciale ritiro

di Michela Lanza

CERCI E I SUOI PRIMI 25 ANNI, ROSE ROSSE DA FEDERICA… CON AMORE Lunedì il calciatore viola ha compiuto gli anni, tra regali sorprese e simpatia

MOENA – Lunedì scorso un calciatore viola, Alessio Cerci, ha compiuto 25 anni. E, nonostante fosse in ritiro insieme al gruppo, ha avuto modo di festeggiare l’evento. Tutto è iniziato al mattino quando un gruppetto di tifosi ha consegnato un dono al giocatore, visibilmente felice. Poi, entrando negli spogliatoi presso il centro sportivo ‘Cesare Benatti’, ha incrociato un capannello di giornalisti che non hanno perso tempo facendogli subito gli auguri, così come hanno fatto i supporters viola presenti all’allenamento intonando il più classico dei motivetti ricorrenti per l’occasione (segnale neanche timido di riconciliazione con l’ambiente, visto che l’esterno di Valmontone, nei primi anni fiorentini, ha avuto non pochi problemi nel rapporto con i tifosi). Ma le sorprese più belle sono state altre. Ignaro di quello che stava per accadergli, dopo la seduta del mattino, Cerci è rientrato insieme ai compagni all’Hotel Dolomiti, dove alloggia la Fiorentina a Moena, per recarsi a pranzo prima di godere del pomeriggio libero concesso al gruppo dal tecnico Vincenzo Montella, dopo l’amichevole disputata domenica pomeriggio contro la squadra del Vigonovo. Mentre stava mangiando, intorno alle ore 13.30, ecco l’‘irruzione’ di un fioraio che si è diretto verso l’esterno romano consegnandogli uno stupendo mazzo di fiori (25 rose rosse a gambo lungo, una per ogni anno compiuto) tra lo stupore generale e l’emozione dello stesso numero 7 viola (e anche

dei compagni) che, con ogni probabilità, ha immaginato all’istante chi fosse il mittente di quel gesto così ricco di affetto e sentimento. Poi l’apertura del bigliettino che accompagnava le rose (“Con Amore, Federica”) e il sorriso innamorato ha preso forma sul suo volto. Quel regalo, il più bello, era della fidanzata Federica che, non potendo essere accanto al fidanzato nel giorno del suo compleanno, non ha voluto fargli mancare la sua vicinanza. Non solo Federica, anche i compagni di squadra hanno voluto festeggiare il compleanno dell’esterno viola, prima con una torta in hotel, poi con una cena serale di gruppo in un rifugio

della Val di Fassa. Così, anche se lontano dagli affetti più cari, Cerci ha festeggiato le sue venticinque

primavere tra regali, sorprese e simpatia. Dal giorno dopo, poi, ha ripreso il tram-tram del ritiro, consapevole che ci sono persone che gli vogliono bene, che hanno stima

di lui, e che Firenze si aspetta da lui una stagione da protagonista, nonostante l’arrivo dell’antagonista Cuadrado, col quale si ‘sfiderà’ per un posto da titolare nell’undici che Montella manderà di domenica in domenica in campo. Dunque, il prossimo obiettivo di Cerci sarà (e dovrà essere) quello di far breccia nel cuore del tecnico napoletano (calcisticamente parlando, s’intende!). Le potenzialità per farlo non gli mancano, né per piacere a Montella, né per fare innamorare Firenze e i suoi tifosi. La parola d’ordine per riuscirci dovrà essere: ripartire da dove ha interrotto alla fine della scorsa stagione, da quel gol-salvezza a Lecce, dalla corsa sotto la curva e dalle dichiarazioni sincere che esprimevano la volontà di indossare ancora (convincendo) la maglia viola.

Saranno famosi: Capezzi e Gulin a scuola da Montella Nel ritiro dolomitico della Fiorentina sono presenti anche due dei giovani più interessanti dell’intero settore giovanile. Si tratta di Leonardo Capezzi e Axel Gulin, entrambi classe ’95 che Montella tiene in grande considerazione anche durante le amichevoli. Capezzi è un valdarnese doc e milita da quattro anni nel settore giovanile della Fiorentina. Centrocampista centrale, bravo tatticamente e particolarmente lucido in zona gol. In questa prima settimana di ritiro si è messo in mostra anche sui calci di punizione. Lo chiamano il ‘Fenomeno’, è stato capitano degli Allievi Nazionali e della Nazionale Under 17 nella scorsa stagione. Per lui è tempo di promozione in Primavera,

Da Giovanni

ma per adesso si gode il ritiro di Moena con la prima squadra. Il suo punto di riferimento? Ovviamente Daniele De Rossi. E poi c’è Axel Gulin, il ‘piccoletto’ triestino che fa impazzire anche i più grandi. Ala vecchio stampo, brevilineo e rapidissimo, ricorda vagamente Giaccherini. Contro il Vigonovo ha dato sfoggio delle sue qualità fornendo assist ai compagni dopo belle fughe sulla destra. Anche lui è un punto di riferimento della Nazionale Under 17 e come Capezzi sarà promosso in Primavera. Il giocatore al quale si ispira è Alexis Sanchez. I tifosi viola sentiranno parlare presto di loro, anche perché Montella li studia da vicino. A.L.

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DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

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GRAFICA E IMPAGINAZIONE Maso Bardi - grafica@ brividosportivo.it STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) FOTO La Presse

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DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it COLLABORATORI Alessandro Rialti, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Chiara Baglioni

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RONCAGLIA E EL HAMDAOUI: SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO… I due nuovi arrivi hanno già fatto breccia nelle simpatie del popolo viola MOENA – Ci sono ‘personaggi’ che fanno la differenza e i primi due nuovi arrivati in casa viola, Mounir El Hamdaoui e Facundo Roncaglia, non sono un’eccezione. Già dalle prime uscite, infatti, sembrano aver fatto breccia nelle simpatie del popolo viola con la loro personalità, le loro caratteristiche e i loro volti da duri, nonché con la loro fame di… Fiorentina. LA COLONIA ARGENTINA. Firenze s’innamora molto facilmente degli argentini e quando questo accade, di solito, è per sempre. Certo, non tutti hanno lasciato il segno. Alcuni sono stati vere e proprie meteore come Oscar Dertycia, Diego Latorre, Antonio Mohamed, Ezequiel Gonzalez, Mario Bolatti e Santiago Silva, per esempio, ma molti vengono comunque ricordati con simpatia, con un sorriso, mentre i campioni vengono rievocati con nostalgia e orgoglio. E con infinita riconoscenza. Francisco Lojacono, Miguel Montuori, Daniel Bertoni, Daniel Passarella, Ramon Diaz e soprattutto lui, Gabriel Batistuta, sono solo alcuni nomi che sono entrati di diritto nella storia della Fiorentina. Molti attaccanti e un difensore (ma che difensore!), ognuno con la loro spiccata personalità, con il proprio carattere e le proprie caratteristiche. Ed oggi, dopo il duttile Santana che ha danzato nell’epoca Prandelli, è arrivato in viola Facundo Roncaglia, difensore tosto dallo sguardo cattivo, proveniente dal Boca Juniors. La speranza dei tifosi è possa seguire le tracce del suo più grande predecessore, ‘El Caudillo’ Passarella appunto, perché l’aria da duro non gli manca per niente. Ruvido, risoluto, potente e determinato, non ha perso tempo ed ha voluto raggiungere i suoi nuovi compagni a Moena prima possibile nonostante abbia partecipato da poco col Boca Juniors alla Coppa Libertadores. Così il 18 luglio è arrivato in Val di Fassa con la voglia di farsi conoscere dal suo nuovo allenatore e conquistare un posto nella linea difensiva della Fiorentina del presente e del futuro: «Mi hanno parlato molto bene di Firenze e dei suoi tifosi molto caldi. La Fiorentina è una grande squadra, nonostante sia reduce da una brutta stagione. Sono contento dell’accoglienza dei tifosi, conosco il loro attaccamento ai campioni argentini che hanno fatto la storia viola. Spero di ripagare la fiducia di tutti». Non ama parlare delle sue caratteristiche (può giocare sia come centrale che come terzino destro), ma riconosce la sua propensione ad inserirsi in fase offensiva sui calci piazzati (ha un ottimo tempismo, un ottimo colpo di testa e anche discreti piedi) e ad andare in gol. Non è un caso, dunque che già nelle prime due amichevoli giocate dai viola a Moena, oltre ad aver dimostrato la sua attitudine ai contrasti decisi, sia entrato nel tabellino dei marcatori: particolarmente bello il sinistro al giro contro il Vigonovo che si è infilato sotto la traversa, dagli sviluppi di un calcio d’angolo. Un gol che ha riscosso i primi grandi applausi dei tifosi presenti che hanno subito apprezzato il suo temperamento. In-

somma, Roncaglia, giocatore dalle origini italiane (vicentine per la precisione) si sta ambientando alla velocità della luce e addirittura sembra abbia già portato nello spogliatoio la sua indole sudamericana ascoltando musica e non esitando a muovere qualche passo al ritmo di danza. RAMADAN E GOL. Se Roncaglia si è presentato con lo sguardo grintoso alla Passarella che piace tanto alla gente, l’attaccante olandese di origini marocchine Mounir El Hamdaoui ha esordito nel migliore dei

modi, col miglior biglietto da visita per un attaccante, ovvero timbrando il cartellino del gol con una regolarità inaspettata da molti e con una forma già accettabile nonostante il lungo periodo di inattività. Infatti nelle prime due uscite, seppur contro formazioni tutt’altro che rilevanti, è riuscito a gonfiare la rete ben 8 volte (3 i gol segnati con la squadra del Monti Pallidi e ben 5 contro il Vigonovo). Alcune davvero di pregevole fattura e questo ha certamente rasserenato gli animi di

coloro che non riponevano grande fiducia nell’ex giocatore dell’Ajax che, da parte sua, è arrivato a Firenze (e poi nel ritiro di Moena) con un entusiasmo fuori dal normale da un paio di anni da queste parti. Sorridente, soddisfatto e sicuro delle sue qualità, nonché con un bel temperamento, si è detto pronto a mettersi a disposizione di Vincenzo Montella sottolineando quella che è la sua posizione ideale: «Sono molto felice di essere qua, seppur con ritardo di qualche mese. Non sono

Speciale ritiro di Michela Lanza

un centravanti, ma amo agire dietro la punta, muovermi molto e interagire con gli altri. Per me non conta il numero di maglia, quello che conta è come si rende in campo». Idee chiare, poche parole e, per adesso, molti fatti. È sul campo che sta già rispondendo a chi non credeva alle sue qualità. Ed è sempre sul rettangolo di gioco che sta rispondendo a chi ha messo in dubbio la possibilità che le sue condizioni fisiche possano risentire dell’astinenza da partita e del… Ramadan. Infatti il giocatore di fede musulmana sta osservando la rigorosa osservanza del digiuno diurno (e lo farà fino al 20 di agosto) e questo lo costringe a svolgere una sola seduta di allenamento al giorno. Ma non si dice assolutamente preoccupato, questo non andrà ad intralciare o frenare la sua preparazione: «Sono abituato ad osservare il Ramadan da quando avevo diciassette anni, è per questo che dico che non sarà un problema per me». E allora, in attesa di capire se El Hamdaoui (che tutti per comodità e per semplicità hanno già iniziato a chiamare Mounir) giocherà o sarà una riserva di lusso, se affiancherà Jovetic (col quale ha ammesso di avere già un buon feeling) oppure no, il popolo viola può ritenersi soddisfatto del suo dimostrato fiuto del gol (soprattutto dopo l’astinenza di veri bomber nella passata stagione). Per adesso i due neo arrivati hanno superato con buoni voti i primi test. Poi arriverà l’esame finale, quello del campionato, ma di certo se il buongiorno si vede dal mattino…


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Speciale ritiro

di Alessandro Latini

ECCO CUADRADO: “DIVERTIAMOCI E VEDIAMO DOVE ARRIVIAMO’’

Presentato il colombiano, in attesa di Viviano e Della Rocca La Fiorentina comincia a raccogliere i frutti del lavoro delle scorse settimane e finalmente può contare sull’apporto di Juan Cuadrado, che è arrivato in ritiro martedì e nei prossimi giorni comincerà a lavorare compatibilmente con il decorso post operazione all’appendice. Viviano e Della Rocca continuano ad essere molto vicini alla Fiorentina, ma la fumata bianca nella trattativa per il portiere ancora non è arrivata. Pradè (piuttosto spazientito per il comportamento dell’Inter) ha però tutta l’intenzione di farli arrivare a Moena quanto prima. In quest’ottica, le prossime ore risulteranno decisive. Il Palermo e l’Inter sembrano essere d’accordo sulla cifra che i rosanero verseranno nelle casse del club di Moratti, anche se rimane da capire quale saranno le modalità e i tempi di pagamento. Rispetto ai giorni scorsi, tuttavia, anche lo stesso Viviano appare più tranquillo e fiducioso. RINFORZO DI QUALITA’. Il primo ad arrivare è stato dunque Juan Guillermo Cuadrado Bello. Sarebbe dovuto arrivare a Moena già qualche giorno fa, ma l’operazione che ha subito lo ha inevitabilmente frenato. E’ uno dei pezzi pregiati della campagna acquisti viola. La Fiorentina versa nelle casse dell’Udinese poco più di 1 milione di euro per il prestito oneroso e il riscatto della comproprietà è già stato fissato. Su questo aspetto non dovrebbero esserci sorprese il prossimo anno: la Fiorentina ha garantito il riscatto. Fa della duttilità l’arma migliore, anche se Montella ha già detto

di volerlo vedere fin da subito largo a destra nel tridente offensivo, dove è convinto che possa ottenere i risultati migliori. All’occorrenza può giocare anche terzino e interno di centrocampo. Gli addetti ai lavori hanno una stima infinita per il giovane colombiano, che nella scorsa stagione è stato il re del dribbling dell’intera serie A. Sorridente e impaziente di iniziare la nuova avventura, Cuadrado lunedì si è recato a Careggi per sostenere le visite mediche e ieri si è presentato ai suoi nuovi tifosi: «Sono contento e felice di essere alla Fiorentina. Sto recuperando dopo l’operazione d’appendicite e dalla prossima settimana spero di iniziare a lavorare in gruppo per mettermi a disposizione del mister. Ho sempre giocato alto a destra, dove posso dare il meglio di me. In Colombia ho fatto il mio esordio come terzino e anche ad Udine con Marino ho giocato in quel ruolo. Guidolin mi ha schierato esterno nel 3-5-2 e avevo qualche difficoltà nella fase difensiva. Adesso però sono migliorato e voglio farlo ancora tanto con Montella, che sta molto attento a questo aspetto e questa cosa mi piace molto. Ogni giorno mi sveglio e penso che devo diventare un grande giocatore. Il mio idolo? Ronaldo, l’attaccante brasiliano, ma nel mio ruolo non c’è un giocatore al quale mi ispiro». Il pensiero corre poi agli obiettivi futuri, senza dimenticare il bel calcio e il divertimento: «Stiamo costruendo un bel gruppo, in campionato si vedrà dove arriveremo. L’Udinese? Con loro

sono tranquillo, spero solo di fare un bel campionato con la Fiorentina, c’è ancora tempo per giocare la Champions e spero che Dio mi aiuti a farlo. Per divertirci l’unico modo è dare tutto, alla fine della partita dobbiamo avere la coscienza a posto per aver fatto il nostro meglio. Firenze è una bella piazza, il gruppo e il mister sperano di raggiungere qualche obiettivo importante». VIOLA AD OGNI COSTO. Su Emiliano Viviano si è, invece, detto e scritto di tutto. La sua voglia di vestire la maglia viola è inversamente proporzionale al rischio che all’ultimo istante salti tutto per aria. Ha vissuto due settimane da incubo, nelle

quali l’obiettivo era ad un passo ma non è mai riuscito a raggiungerlo. L’Inter si è messa nel mezzo con tutte le sue forze nel momento in cui ha capito che aveva la possibilità di lucrare sull’affare, ma il Palermo e la Fiorentina (con la fortissima complicità dello stesso portiere) stanno indirizzando la trattativa per come era stata impostata. Nel ritiro di Moena, intanto, non si parla d’altro. L’attesa per vederlo materializzare si fa sempre più snervante, ma l’ottimismo fra i tifosi continua a prevalere sulle sensazioni negative. E in attesa di incitarlo dal vivo, già domenica scorsa nel corso dell’amichevole contro il Vigonovo sono stati lanciati anche i primi cori in suo favore. ‘Viviano uno di noi’ il più gettonato, a testimonianza del fatto che la gente si riconosce nel portiere fiorentino. La sua appartenenza ai colori viola è la stessa dei tifosi più accaniti e questo lo rende senza dubbio un privilegiato. Per questo motivo, e in attesa che Montella prenda una decisione definitiva, fra i tifosi comincia a serpeggiare l’idea di dare la fascia di capitano proprio a Viviano. Un fiorentino capitano della Fiorentina non suonerebbe per niente male e lui, siamo sicuri, che gradirebbe l’onere e l’onore di portare la fascia al braccio. Intanto ci sono da registrare le prime mosse di Viviano da (quasi) giocatore viola. La scorsa settimana ha trascorso qualche giorno a Firenze e si sarebbe organizzato a livello logistico-familiare.

Il portiere avrebbe già trovato due case vicine in pieno centro, una per sé e una per la famiglia Lupatelli. I due sono infatti molto amici e le mogli dei due portieri sono anch’esse legate da un bell’affiatamento. Per questo motivo le due famiglie avrebbero fortemente l’intenzione di vivere una vicina all’altra. La prima missione, in questo senso, sarebbe compiuta. IN SECONDA BATTUTA. Con Viviano continua a sperare in un passaggio in viola anche Francesco Della Rocca, che sta soffrendo quasi quanto il portiere in queste settimane di tira e molla. La sua trattativa è stata chiusa da tempo fra Palermo e Fiorentina, ma c’è bisogno dello sblocco di quella legata a Viviano per vederlo in viola. Oltretutto il giocatore si sta spazientendo, anche perché il fatto di passare per un giocatore di contorno sta ledendo la sua immagine e dignità di professionista. Detto questo, Della Rocca dovrebbe andare comunque a rinforzare un centrocampo ancora insufficiente numericamente, ma come abbiamo già avuto modo di scrivere è un rinforzo chiesto espressamente da Montella, che ha imparato ad apprezzarlo da diverse stagioni e lo avrebbe voluto con sé anche a Catania. La sua forza è la duttilità, visto che può giocare anche come trequartista o come regista davanti alla difesa. E’ già in discreta forma, visto che si sta allenando intensamente da 20 giorni a Bologna in attesa della fumata bianca.

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Il sogno Gomez potrebbe diventare realtà: ecco la formula giusta

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Il Catania ha capito che ‘El Papu’ ha intenzione di cambiare aria Si dice che i sogni sian desideri e Vincenzo Montella ne ha uno bello grande. Alejandro Gomez è l’uomo che cerca con insistenza la Fiorentina, con la coppia Pradè-Macia che in queste settimane sta lavorando sottotraccia per realizzare il sogno dell’allenatore. L’imbeccata di Montella è arrivata precisa diverso tempo fa. E’ Gomez l’uomo in grado di esaltare gli schemi offensivi, quello che può far saltare il banco in un istante, quello che potrebbe indossare la maglia numero 10 tanto discussa in questi giorni. Un giocatore di tecnica sopraffina, ma quello che fa impazzire Montella è la velocità d’esecuzione. Gomez è il classico esterno rapido e veloce, che oltre ad essere determinante in fase offensiva è assolutamente affidabile in quella difensiva. Ha le caratteristiche giuste per infiammare Firenze, per riaccendere l’entusiasmo sopito da un paio d’anni dove il bel calcio è stato solo un ricordo. Nella scorsa stagione è stato praticamente inamovibile per Montella, che lo ha mandato in campo 35 volte ed è stato ripagato da 4 reti e 5 assist, oltre a tanta corsa per la squadra. E ovviamente l’allenatore ha già ben in mente dove farlo giocare: ovvero a sinistra nel tridente offensivo. L’idea è quella di costruire un reparto di esterni molto forte e in quest’ottica vanno visti l’acquisto di Cuadrado e l’eventuale conferma di Cerci a destra. Al centro dell’attacco (fino a prova contraria) c’è Stevan Jovetic, con El Hamdaoui in seconda battuta. Ecco quindi che con Gomez

(e la conferma di Jovetic) il reparto offensivo sarebbe (quasi) completo: un altro centravanti potrebbe arrivare nella seconda metà di agosto.

Per l’Aeroplanino, dunque, Gomez rappresenta l’obiettivo numero uno in assoluto. La Fiorentina lo sa e Pradè sta cercando la formula giusta per

convincere il Catania. ABILITA’. Anche perché c’è da tenere presente il patto di non belligeranza fatto dai due club, subito dopo la conclusione dell’affare Montella. Pulvirenti aveva intuito che l’allenatore volesse portarsi con sé qualche gioiellino e fece promettere alla Fiorentina di non andare a disturbare i suoi giocatori. Nel calciomercato, però, le cose cambiano nel giro di poche ore e la volontà dei calciatori è spesso decisiva. Negli ultimi giorni il Catania ha capito che ‘El Papu’ ha intenzione di cambiare aria e che sarebbe controproducente tenere in rosa un giocatore scontento. I siciliani sono reduci dalla scottatura presa con Maxi Lopez (rimasto lo scorso anno a Catania controvoglia nella prima parte di stagione dopo essere stato lusingato proprio dalla Fiorentina) e si sono convinti di non ripetere l’errore. E nel momento in cui il Catania ha deciso di aprire le porte ad una cessione, la Fiorentina è stata la prima squadra con cui parlare. A questo punto entra in ballo tutta l’abilità di Pradè, che non potendo contare su un ‘tesoretto’ particolarmente elevato ha pensato all’ormai famosa formula del prestito oneroso con diritto di riscatto. D’altra parte la Fiorentina non ha la possibilità di comprare il giocatore a titolo definitivo e la formula proposta è interessante anche per il Catania. I viola sembrerebbero aver proposto un riscatto fissato intorno ai 7 milioni di euro per il prossimo anno e la prima reazione di Pulvirenti e Gasparin non

li ha scoraggiati. C’è margine dunque per trattare, con le tempistiche che per adesso sono però difficili da prevedere. La Fiorentina, in ogni caso, farà di tutto per cercare di chiudere la trattativa il prima possibile. Oltretutto, un paio di indizi pesanti fanno capire che Gomez è destinato a lasciare la Sicilia. In rossoazzurro è già arrivato Lucas Castro, talentuoso esterno offensivo prelevato dal Racing e si mormora che anche l’uruguaiano Leonardo Melazzi sia molto vicino al Catania. Come dire, prevenire è meglio che curare. SEMPRE DI CORSA. Detto che la trattativa è ben avviata, non ci rimane che conoscere meglio l’uomo dei sogni viola. Nato a Buenos Aires il 15 febbraio del 1988, ha iniziato la carriera nell’Arsenal de Sarandì nel 2003 e in sole due stagioni è arrivato alla prima squadra. Nel 2006 ha disputato il primo Torneo di Apertura da titolare e presto è diventato la colonna portante della squadra. Nel 2009 è passato al San Lorenzo, dove ha disputato una sola (ma strepitosa) stagione, prima che Lo Monaco lo mettesse nel mirino e in breve tempo lo portasse al Catania. Arriva in Italia nel luglio del 2010 e come spesso gli è accaduto ha bruciato le tappe. Impiegato subito, in poche settimane è diventato titolare e non ha più mollato il posto sulla corsia sinistra. Ha giocato con la maglia del Catania 72 volte e ha realizzato 9 gol. Con l’Argentina ha vinto il Mondiale Under 20.

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26 luglio 2012 www.brividosportivo.it

Cercasi centrocampisti disperatamente: rispunta anche Gargano

Il mercato di Alessandro Latini

Pradè intenzionato a stringere, ma manca l’accordo sul prezzo: troppi 10 milioni La Fiorentina è alla ricerca disperata di un paio di centrocampisti e, dopo l’arrivo di Della Rocca e Cuadrado, Pradè sta facendo di tutto per favorire la conclusione di qualche trattativa impostata nelle scorse settimane. Se i nomi di Ralf, Elm e Kucka continuano ad essere tenuti in grande considerazione, c’è da registrare anche l’inserimento di Andrea Poli, per il quale la Juventus (che lo preleverà in queste ore dalla Sampdoria) e la Fiorentina avrebbero già trovato un accordo sulla base di una comproprietà intorno ai 2,5 milioni di euro. Tutto già stabilito da almeno un paio di giorni, ma la società viola predica calma e prudenza, perché il via libera di Andrea Della Valle ancora non è arrivato. Il motivo è semplice e presto spiegato: il numero uno viola non vuol dare (per adesso) alla Juventus nessun privilegio nella corsa a Stevan Jovetic. Detto di Poli (che rimane lo stesso molto vicino alla Fiorentina), Pradè vorrebbe stringere entro breve anche per un altro centrocampista: Walter Gargano. RICHIESTA ESOSA. L’uruguaiano è stato già chiesto al Napoli e questa non è la prima volta che il giocatore entra nell’ottica viola. Pantaleo Corvino aveva chiuso la trattativa anche un anno fa, ma il centrocampista preferì rimanere a Napoli anche per una questione familiare: la sorella di Hamsik è diventata la moglie dello stesso Gargano. Adesso la storia si ripete, anche perché

qualcosa potrebbe essere cambiato. Mazzarri ha sempre dimostrato grande stima per Gargano, ma con l’arrivo di Behrami il suo spazio potrebbe diminuire sensibilmente rispetto alla scorsa stagione. L’allenatore azzurro parla di mancanza di stimoli dopo cinque stagioni sotto il Vesuvio e quest’anno potrebbe essere la volta buona per vederlo cambiare maglia. E come abbiamo detto, la Fiorentina c’è ancora. I due club, nelle ultime settimane, sono stati a stretto contatto per gli

euro. Troppi per la Fiorentina, ma non solo per lei. La valutazione è sicuramente fuori mercato, quella di De Laurentiis somiglia tanto ad una provocazione. La sensazione è che la cifra giusta per iniziare a trattare si aggiri intorno ai 5-6 milioni di euro, anche se il Napoli tirerà la corda fin quanto potrà. Le parti torneranno a confrontarsi nei prossimi giorni, perché il giocatore interessa in modo particolare alla Fiorentina e allo stesso Montella. D’altra parte ha i requisiti giusti per essere schierato davanti alla difesa: esperienza, dinamismo e un’ottima visione di gioco. Gargano è un centrocampista completo, un tipo di giocatore che la Fiorentina in questo momento non ha in rosa. Ma come accade spesso in questo mercato, occorrerà del tempo per limare il più possibile la differenza tra la richiesta e l’offerta. Montella intanto continua ad aspettare, ogni giorno con un pizzico di tranquillità in meno. Il tempo comincia a stringere davvero (fra 23 giorni la Fiorentina esordirà ufficialmente in Coppa Italia) e il centrocampo è senz’altro il reparto dal quale passano schemi e giocate. Senza gli elementi che giocheranno titolari nel corso della stagione il lavoro in quel di Moena diventa sempre più complicato.

affari relativi a Gamberini e Behrami. Talmente tanto a contatto che i rapporti sarebbero diventati davvero buoni. E mentre Pradè cedeva i due giocatori a De Laurentiis, sembra che abbia chiesto informazioni proprio su Gargano. La prima risposta del Napoli non è stata di quelle particolarmente incoraggianti, visto che la richiesta è stata di circa 10 milioni di

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Top 11 viola

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Roberto Baggio kurt hamrin

amarildo

Claudio Merlo luciano chiarugi Il cerchio della storia si chiude fra sette giorni. E’ stata una cavalcata entusiasmante, suggellata da una partecipazione torrenziale a colpi di click nella nostra home-page (www.brividosportivo.it). A voi l’arduo ed avvincente compito di assegnare l’ultima maglia da titolare, quella dell’altra punta da affiancare a Batistuta nel super-tridente. Resta da apporre l’ultimo tassello di un glorioso puzzle immaginario: quello della Fiorentina più forte di tutti i

Gabriel Omar Batistuta

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Giancarlo Antognoni

Giancarlo De Sisti

francesco baiano tempi, costruita con i nomi più suggestivi, pescati (con la preziosa collaborazione delle ‘Glorie Viola’ e del ‘Giglio Amico’) dall’intera storia della nostra amata squadra. E nel prossimo numero, quello che uscirà a fine agosto dopo qualche settimana di stop per ferie, potrete finalmente trovare la squadra dei sogni al completo, la Fiorentina delle Fiorentine: la Top 11 viola di tutti i tempi. Buon divertimento e buone vacanze a tutti.

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Sergio Ardico G iuseppe D aniel Cervato Magnini Chiappella Passarella Giuliano Sarti

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Top 11

KURT HAMRIN

Nasce a Stoccolma il 19 novembre 1934. Arriva a Firenze nell’estate del 1958 dalla Juventus, anche se l’ultima stagione la disputa a Padova con Nereo Rocco in panchina dove fa cose straordinarie. Il presidente della Fiorentina Enrico Befani lo acquista per rimpiazzare Julinho, tornato in Brasile. E Hamrin non lo fa certo rimpiangere. Lo svedese resta in riva all’Arno per nove stagioni, dal 1958/59 al 1966/67 quando viene ceduto al Milan. Nelle ultime due è il capitano della squadra. Colleziona in campionato 289 gettoni di presenza, realizzando 151 reti. E’ il secondo goleador della Fiorentina di tutti i tempi in serie A dopo Batistuta (152). Debutta in maglia viola il 21 settembre 1958, alla prima giornata, al Comunale nell’incontro con il Vicenza vinto 3-1. Hamrin è la classica ala (destra soprattutto). Rapido e veloce è capace di dribbling eccezionali in spazi strettissimi. E’ così che supera per lo più i terzini avversari, dopo averli puntati. Non ha neppure paura dei loro falli (ne subisce tanti) e così gioca con i calzettoni tirati giù. E’ scattante come pochi. Non per niente è soprannominato ‘Uccellino’. E poi è dotato di un bel tiro. La freddezza sotto porta è un’altra delle sue tante qualità. Non vince lo scudetto a Firenze ma nelle sue nove stagioni in viola la Fiorentina solo due volte si piazza sotto il quinto posto (in due occasioni si classifica seconda). E comunque si aggiudica nel 1960/61 la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia e nel 1965/66 la Coppa Italia e la Mitropa Cup. Con la formazione gigliata ottiene un record, tuttora non superato nei campionati a 18 squadre. Il 2 febbraio 1964 a Bergamo contro l’Atalanta nell’incontro vinto dalla Fiorentina per 7-1 realizza 5 reti. Nessun giocatore riuscirà mai a segnare tanto in trasferta. Nel suo palmarès ci sono altri successi con la maglia del Milan. Nel 1967/68 si aggiudica lo scudetto e la Coppa delle Coppe e l’anno dopo la Coppa dei Campioni. Disputa 32 partite in Nazionale, siglando 16 reti. Partecipa al Mondiale del 1958 giocatosi nel suo paese nel quale la Svezia viene battuta in finale solo dal grande Brasile di Pelè. R.L.P.

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AMARILDO Amarildo Tavares de Silveira, per tutti semplicemente e soltanto Amarildo, nasce a Campos in Brasile il 29 giugno 1939. Arriva alla Fiorentina che già lo ha cercato anni prima, nell’estate del 1967 dal Milan, in cambio del capitano viola Kurt Hamrin e di un conguaglio a favore della società rossonera (buona parte della tifoseria gigliata critica la scelta del presidente Nello Baglini). Amarildo resta in riva all’Arno per tre stagioni, dal 1967/68 al 1969/70. Il primo anno lo frena un infortunio, l’ultimo le numerose giornate di squalifica. Così il suo momento migliore coincide con la conquista dello scudetto della Fiorentina nel 1968/69, quando segna 6 reti. Il brasiliano è una punta di movimento. Ha un controllo di palla straordinario ed è dotato di un dribbling e di un tiro davvero magistrali. Splendide sono le sue punizioni. E’ un giocatore funambolico. Ma è anche irascibile e in campo risponde in maniera esagerata alle provocazioni dei difensori avversari. Spesso così rimedia le espulsioni. Debutta in maglia viola il

24 settembre 1967, alla prima giornata, con il Varese al Comunale nell’incontro vinto dalla Fiorentina per 3-1. E Amarildo segna addirittura una doppietta. Colleziona con la casacca gigliata 62 gettoni di presenza in campionato, realizzando 16 reti. Nell’estate del 1970 viene ceduto alla Roma. Torna a Firenze nel 1990 come secondo di Lazaroni (per poco meno di un anno e mezzo). Disputa 23 partite con la nazionale brasiliana, segnando 7 reti. Si laurea campione del mondo in Cile nel 1962, sostituendo Pelè infortunato. Il suo palmarès è ricco. Vince con il Botafogo due campionati carioca nel 1961 e nel 1962 e tre tornei Inicio de Rio de Janeiro nel 1961, nel 1962 e nel 1963 oltre a un campionato brasiliano con il Vasco da Gama nel 1974. In Italia, oltre allo scudetto con la Fiorentina, si aggiudica una Coppa Italia con il Milan nel 1966/67. Da allenatore conquista in Tunisia con l’Esperance lo scudetto nel 1985 e la coppa nazionale nel 1986. R.L.P.

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LUCIANO CHIARUGI Nasce a Ponsacco in provincia di Pisa il 13 gennaio 1947. Cresce nel settore giovanile della Fiorentina sin da ragazzino quando si iscrive al Nagc. La domenica al Comunale spesso fa il raccattapalle. Debutta in serie A il 30 gennaio 1966 a Brescia nell’incontro vinto dai viola per 2-1. Quella per lui è un’annata magica. Si aggiudica il torneo di Viareggio con la Primavera a febbraio (primo successo della Fiorentina alla Coppa Carnevale e segna anche un gol in finale) e poi con la prima squadra la Coppa Italia e la Mitropa Cup. Chiarugi, soprannominato ‘cavallo pazzo’, è uno dei protagonisti della squadra che nel 1968/69 vince il secondo scudetto, pur giocando solo 18 delle 30 partite (Pesaola per quasi tre mesi lo lascia in panchina). Ma realizza ugualmente 7 gol ed è il secondo miglior marcatore dei viola in campionato. Segna tra l’altro il gol decisivo per la conquista del tricolore a Torino contro la Juve l’11 maggio 1969 nel match vinto dalla Fiorentina per 2-0. Chiarugi è un’ala particolarmente veloce che possiede un ottimo controllo di palla. Il suo dribbling è eccellente e gli permette di saltare gli avversari e di concludere in porta o di servire palle deliziose per i suoi compagni. E’ dotato di un tiro forte e preciso ed è uno specialista nei calci di punizio-

ne. Gioca per sette stagioni con la casacca gigliata, fino al 1971/72 quando viene ceduto al Milan. Disputa con la Fiorentina 139 partite di campionato, realizzando 33 reti. Colleziona anche 3 gettoni di presenza in Nazionale, uno, quello dell’esordio a Napoli contro la Germania Est il 22 novembre 1969 (successo azzurro per 3-0), da giocatore viola. Allena a più riprese le giovanili della Fiorentina ed anche la prima squadra (nel 1992/93 e nel 2001/02). Nel suo palmarès ci sono un’altra Coppa Italia e la Coppa delle Coppe conquistate con il Milan nel 1972/73 (quest’ultima con un suo gol su punizione nella finale con il Leeds). E poi vince con il Napoli la Coppa di Lega Italo-Inglese nel 1976. R.L.P.

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Nasce a Napoli il 24 febbraio 1968. Arriva alla Fiorentina dal Foggia nell’estate del 1992. Debutta in maglia viola in campionato il 6 settembre di quello stesso anno al Franchi nel match con il Genoa terminato 1-1. Non segna quel giorno ma a fine torneo, nonostante la retrocessione tra i cadetti, saranno 10 le reti al suo attivo. Non male davvero. In riva all’Arno resta per cinque stagioni, una delle quali in serie B (1993/94). Colleziona 108 gettoni di presenza in serie A siglando 25 reti e 11 nel torneo cadetto in cui segna 4 reti. Nell’estate del 1997 viene ceduto in Inghilterra al Derby County. E’il settimo italiano ad andare a giocare oltre Manica. Baiano è la classica seconda punta che, all’occorrenza, può fare anche la prima. Rapido e veloce, è dotato di un buon dribbling e di un tiro potente e preciso. Quando gioca a fianco di Batistuta è molto bravo ad aprire gli spazi per il bomber argentino. I due formano una coppia molto assortita, che si integra alla perfezione. Nella sua miglior stagione nella Fiorentina – 1995/96 – realizza in campionato 11 reti. E in quella stagione la formazione di Ranieri conquista la Coppa Italia, battendo nella doppia finale l’Atalanta. Il 25 agosto 1996 a San Siro si aggiudica anche la Supercoppa italiana, superando il Milan. Tra i successi di Ciccio Baiano ci sono due vittorie nel campionato di serie B con il Foggia nel 1990/91 (è il capocannoniere del torneo cadetto con 22 reti) e con la Fiorentina nel 1993/94. Disputa anche due partite in Nazionale – nessuna da giocatore viola – dove debutta il 13 novembre 1991 a Genova nell’incontro Italia-Norvegia conclusosi 1-1. R.L.P.

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Top 11 viola

l’intervista

Il brasiliano naturalizzato belga racconta gli ex compagni e gli illustri predecessori

OLIVEIRA: QUEL CALCIO-SAMBA CON HAMRIN, AMARILDO, CHIARUGI E BAIANO Hamrin ha fatto la storia del calcio a Firenze, Amarildo ha vinto uno scudetto insieme a Luciano Chiarugi, mentre Ciccio Baiano ha conquistato tutti con gol e simpatia. Luis Oliveira, il brasiliano di nazionalità belga, li ricorda tutti con particolare affetto. Baiano «perché ci ho giocato insieme, era un amico oltre che un compagno di gioco straordinario», Amarildo «perché invece è brasiliano come me». Lulù non ha dimenticato niente. Di Chiarugi ricorda ancora gli anni in cui è stato alla guida della squadra Primavera, mentre di Hamrin non ha dimenticato i racconti epici fatti spesso dai vecchi tifosi viola, quelli che l’‘Uccellino’ lo hanno visto cinguettare in campo a suon di gol. Luis Olivera, cominciamo dalla fine. Che giocatore è stato Francesco Baiano? «E’ arrivato in viola prima di me, nel 1992, e nonostante l’infortunio che lo tenne lontano dal campo per diversi mesi non si è mai arreso. A Firenze ha segnato, ma soprattutto è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante in squadra nonostante la presenza di campioni veri come

Batistuta e Edmundo». Che idea si era fatto del suo modo di giocare? «A vederlo sembrava quasi un... brasiliano. I dribbling erano la sua passione, ma quello che mi sorprese più di ogni altra cosa fu il fiuto pazzesco per il gol. Umanamente, poi, è una persona straordinaria». Tra l’altro, nel 1996, non appena arrivato, festeggiaste subito un trofeo importante, la Supercoppa italiana. «Io ero arrivato da poco, Ciccio aveva già alle spalle diversi anni in viola. La sua accoglienza nello

spogliatoio fu esemplare». Di Luciano Chiarugi, invece, che ricordo ha? «Il primo che mi viene in mente è per il Chiarugi allenatore. Quando sono arrivato a Firenze lui era alla guida dei ragazzi della Primavera. Era bizzarro, ma anche attento ad ogni tipo di particolare in campo. Non lasciava niente al caso, ma se qualcuno dei suoi giocatori si sentiva pronto a tentare la giocata, lui non era certo tipo da opporsi alla fantasia». Il Chiarugi giocatore, invece, che cosa le ha lasciato? «Ricordo ancora le sue cavalca-

te sulla fascia e la facilità con cui riusciva a saltare l’uomo. Per certi versi mi sembrava di vedere me stesso in bianco e nero. In fondo, il mio modo di muovermi lo ricordava molto: anche per questo credo che Firenze mi abbia adottato fin dall’inizio con grande entusiasmo». E del suo connazionale Amarildo che cosa ci racconta? «E’ stato un giocatore importantissimo per la Fiorentina, ma anche per il calcio brasiliano. Era rapidissimo. A volte non facevi in tempo a capire che stava per scattare che già era diventato imprendibile per tutti. E’ stato tra i primi a lasciare il Brasile per fare fortuna in Italia, una sorta di modello per tutti noi ragazzini nati a distanza di diversi anni. Fu acquistato dal Milan e poi passò alla Fiorentina. Dopo tre anni andò alla Roma per poi fare ritorno in patria, al Vasco da Gama. Quello che ha fatto in viola, però, non è più riuscito a ripeterlo da nessun’altra parte». Veniamo a Kurt Hamrin, lo svedese che tutta Firenze ha adottato. Chi era?

«Un’ala destra micidiale che segnava con straordinaria facilità. Aveva fantasia e visione di gioco. Era veloce e in campo volava. Giocava con dribbling stretti, scatti, guizzi e allunghi. Questo è quello che mi hanno raccontato i tifosi viola. So che era ambidestro sia nel tiro che nel palleggio e che prediligeva trovare il tunnel o il rimpallo per spiazzare ancora di più l’avversario. Nonostante non avesse un grande fisico ha segnato talmente tanti gol che solo Gabriel Batistuta, un mostro in mezzo all’area, il più grande attaccante degli anni ’90, restando a Firenze nove anni, è riuscito a segnare un gol più di lui in viola».

errata corrige La scorsa settimana è uscita la sequenza del gol di Baggio nella partita Napoli-Fiorentina del 1989 e non quella relativa al primo gol del numero 10 viola come erroneamente riportato.

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Benvenuti a Villa San Michele Sulla più alta collina del Chianti fiorentino sorge a circa 900 mt. di altezza l’imponente struttura, ex convento edificato nel X secolo. Oggi l’antico complesso è una villa-fattoria immersa nel verde del parco comunale. Il complesso dispone di un bar dove si possono fare delle favolose merende, di un ristorante con ampia sala la quale consente di ospitare qualsiasi tipo di cerimonia, in particolare matrimoni che possono essere celebrati nell’ adiacente Chiesa del XIV secolo d.C. La capella conserva all’ interno alcuni pregevoli affreaschi. La cucina offre una ricca varietà di piatti tipici Toscani, accompagnati dall’ ottimo vino Chianti Classico Gallo Nero.

I nostri servizi All’interno del complesso si trova un bar aperto con orario continuato dalle 8,00 alle 23,00 dove si possono gustare ottimi panini accompagnati da buon chianti classico; a disposizione dei clienti dell’albergo una gradevole piscina con grande giardino; brevi percorsi per passeggiate intorno al parco o escursioni guidate da mattina a sera per raggiungere il Castello di Volpaia, Radda in Chianti; Panzano o Lamole. A 5 km. dalla Villa si trova un maneggio dove è possibile organizzare escursioni a cavallo per singoli o gruppi; si possono anche effettuare degustazioni di vino e prodotti tipici toscani presso il nostro ristorante, oppure degustazione con visita guidata nelle numerose cantine del Chianti. Per gli amanti di mountain-bike oltre 30 km. di strade sterrate e sentieri con la possibilità di noleggio biciclette.

Villa San Michele Via del Casole, 42 - Lucolena- Greve In Chianti (FI).

Tel./Fax. 055 851 034 - info@villasanmichele.it - www.villasanmichele.it


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NASELLO RESTA MA SERVE ARMENO QUALCHE PEZZO BONO Ovvia, e siamo arrivai, ora anche i’nonno e va ‘n ferie! Ferie? E son sempre ‘n ferie, chiamale ferie, ‘n cantina chiuso ni’ rifugio anti-gobbo a vede’ la televisione! L’uniha cosa che cambia gli è che mi tagliano pe’ un po’ di tempo e’ collegamenti perché ‘n ferie e ci vanno quegli artri, anche quelli che fanno finta di laorare a i’fresco di Moena! ‘Nsomma e sarebbe tempo di fare un bilancio visto che pe’ armeno un mesetto e ci si lascia, ma far un bilancio con tutte queste cose a mezzo e fa quasi scappa’ da ridere. E sarebbe come avere una bambina appena sortia dalla culla e dove’ dire come la sarà da grande! Boh! E si po’ da’ un’occhiata alla mamma, ma poi? Quello che ci manca e lo sa anche i’ gatto e basta guarda’ le formazioni delle prime amichevoli. Co ‘ i’Borgorosso, pardon i’Vigonovo, e tre di centrocampo e gli erano Taddei, Olivera e Lazzari. Ora se si vo’ scherzare va bene, se si vo’ fa’ su i’ serio e ci vo’tre titolari, diciamo due se uno e si pensa possa esse’ Cuadrado impiegato lì. Ma dean esse’ boni, no mezzettoni! Nomi i’nonno e un ne fa, o che mi pagan me pe’ troa’ quelli boni che costano i’giusto? E ce li dirà Eduardo, che laora bene co’ i freddo e co’ i’ cardo, ma ce li diha o, meglio, e ce li troi alla sverta. Di Nasello, detto Jo-Jo, un ne voglio nemmen parlare, Pradè gli ha detto che rimane, Andrea e l’ha ribadio du’ vorte. Al di là di quel che dicono certi gazzettieri Nasello e sarà con noi, punto e basta. I’marocchino e va bene, ma gli è uno, come uno gli era Amauri quando gli arrivò (po’ si ruppe e si rimase a zero). O che si dee ripetere i’rischio? ‘Nsomma un’artra punta co’ i’ viziaccio di fa’ go’ la un ci farebbe punto schifo. Ricapitolando: 1) centrocampo: du’ pezzi boni armeno, 2) attacco: 1 pezzo bono, 3) difesa: se va via Felipe e ci vole un artro che stia dreo a ragazzi, se no e va bene anche così. ‘Nvece l’uniha cosa che gni vanno dreo da un mese l’è i portiere che ci s’arebbe di già. Boh? O va’ a capilli. Se danno retta a i’nonno nelle priorità che gli ha ‘ndicao, la bambina e la po’ veni’ su anche bene, anche pe’fa’ dispetto a que’ trucidi che son di già andai a fagli le pernacchie insino a Moena. I’nonno laggiù e un ce lo portano e allora bercia di qua, pe’ un mese di seguito: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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I’Nonno Pilade dal nostro inviato dalla cantina

Dedicato a chi non protegge il 12° uomo Il pungiglione, l’ultimo prima di andare in ferie, è dedicato con le le api sguinzagliate contro quei pochi ‘fenomeni’ che le loro ferie le consumano per andare a contestare una squadra che sta nascendo. E’ come andare a fare i dispetti ad un bambino in culla. Ancora passi per quei tre o quattro goliardi che con nasi finti e striscioni abbastanza poco originali si son fatti notare in maschera contestando i padroni, ma intollerabile è chi se la piglia, nella prima amichevole semiseria, con un giocatore in particolare dedicando cori offensivi a lui e famiglia. Roba da ricovero immediato. Purtroppo sono segnali brutti che dicono che mancherà anche quest’anno, a meno di miracoli, il dodicesimo uomo. Mancanza che è

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stata, al di là di tutte le carenze tecniche e di gruppo dell’organico che va in campo, una delle assenze più penalizzanti di questi due anni di risultati più che magri. Senza entusiasmo d’intorno si va poco lontano e, almeno all’inizio, questo ci deve essere. Invece qui arriva un difensore del Boca e sembra che arrivi Panarelli, arriva Cuadrado e se gli viene un attacco di appendicite galoppante è colpa di DDV, ma se va via Behrami è come se partisse Pelè. Mancano almeno quattro pezzi importanti, un difensore centrale, due centrocampisti ed un attaccante, devono arrivare, ma mancano anche quaranta giorni. Vogliamo credere almeno fino a tutto il sabato, che la domenica non pioverà?


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IL CENTRO GINNASTICA FIRENZE FA L’EN PLEIN Le ginnaste gigliate tutte qualificate per gli International Games di ottobre L’ultimissimo impegno agonistico, già in pieno periodo estivo, ha regalato ancora una gioia alle atlete e agli allenatori della sezione femminile, impegnati – sabato 21 e domenica 22 luglio presso la palestra di Sorgane – nelle selezioni per l’ingresso nella squadra azzurra ai prossimi International Games, previsti dal 5 al 7 ottobre a Viareggio (LU). Tutte, ma proprio tutte, le ginnaste che hanno disputato i campionati regionali e poi nazionali 2011/2012 – dalla Terza categoria in su – hanno conquistato un posto nella rappresentativa che difenderà i colori italiani nella rassegna autunnale organizzata dalla UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Faranno parte del team le piccole componenti della squadra campione d’Italia di Terza categoria, Giorgia Banchi, Ginevra Gai, Elena Gensini, Saramay La Rocca; le individualiste della stessa categoria Anita Bartolozzi e Viola Vanzi; e ancora Ilaria Materassi, Lisa Menghini e Camilla Natali (che hanno disputato il campionato di Quarta categoria), Sofia Spulcioni e Alessia Giannitrapani (già impegnate nei rispettivi campionati di Sesta categoria concorso D e concorso C). Ma non finisce qui, perché il CGF ha ottenuto anche una qualificazione individuale: quella di Ambra Buglioni che, reduce dal campionato di Quinta categoria, si presenterà a Viareggio appunto come individualista sulle quattro specialità dell’artistica femminile. Intanto, si è conclusa proprio domenica la settimana di allenamenti a Porto S.Giorgio (FM) per Niccolò Vannucchi – ginnasta della sezione maschile e componente della squadra di serie C – che, ac-

compagnato dal suo allenatore Matteo Alterini, ha risposto alla convocazione per il collegiale interregionale che si è tenuto nella città marchigiana dal 15 al 22 luglio. Sette giorni cadenzati da doppie sedute quotidiane d’allenamento, insieme a ginnasti dai 10 ai 15 anni d’età, provenienti da diverse regioni. Una

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CICLONE VIOLA BOOKMAKER-CAFE’, UN ANNO DA INCORNICIARE! Solo il campionato… altrimenti il famoso ‘triplete’ sarebbe stato loro, ma anche lì ci hanno provato fino all’ultimo contro i Puka FC nel girone ITALIA di C5. Solo alla quart’ultima di campionato nello scontro diretto contro la formazione albanese, gli uomini di Franco Melissari hanno capito che sarebbe stata dura portare a casa il titolo del girone dopo il risultato finale di 4-3 per il Puka. La compagine fiorentina non si è però disunita minimamente affrontando le successive fasi finali con il massimo dell’impegno e della grinta, passando la fase a gironi da protagonisti e andando avanti anche nella fase ad eliminazione diretta con grande carattere, fino al fatidico scontro per il titolo di ‘campioni provinciali 2012’ con i Back in Black (fino a quel giorno gli unici imbattuti di tutto il settore Midland fra campionati e fasi finali). Partita d’alto livello dove i viola hanno però espresso il miglior futsal, battendo senza mezze misure la new entry dei Back in Black per 6-2 coronando così il sogno di diventare ‘campioni provinciali Midland’. Questo ai ragazzi del Ciclone Viola non è bastato ed hanno voluto sfidare tutti i pronostici anche nel triangolare UNISPORT contro gli altri ‘campioni provinciali’ di CSEN e CALCIO TOSCANA, rappresentando fra l’altro i colori della MIDLAND. Senza timori e senza dubbi sono scesi in campo con la voglia e la consapevolezza di poter ottenere ancora di più dal loro percorso già di per sé fantastico e così, prima contro il Sorgane C5 e poi contro i Final Blow, hanno inanellato

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MIDLAND

due splendide vittorie (entrambe per 3-2) che li hanno di conseguenza portati sul gradino più alto a livello provinciale. Sono loro quindi nel C5 per il 2011/12 la formazione più forte che ha sbaragliato ogni compagine gli si sia presentata di fronte. Doveroso elencare uno per uno tutti coloro che hanno reso questo iniziale sogno una grande realtà: Albenzio Antonio, Anzini Davide, Augello Giovanni, Augello Luigi, Caruz Tomislav, Fontani Ivan, Gleydson Barbosa, Misuri Alessandro, Natali Lorenzo, Sufi Abdi, Lunghi Lorenzo, Lodato Giovanni, Gregorio Marco, Buttitta Francesco. Primi su tutti anche il presidente Franco Melissari e il vice presidente Sonia Pirisi, con la collaborazione tecnica di Stefano Sedoni. Un applauso quindi da parte di tutta la Midland a questo fantastico gruppo che il prossimo anno dovrà cercare di tenere stretti i titoli acquisiti dalle concorrenti che hanno già promesso battaglia.

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I TORNEI ESTIVI DEL CALCIO TOSCANA VERSO LE FINALI

Torneo C5 Coppa Campioni Sarà I Devastanti-Splinters la finale della Coppa Campioni C5 edizione 2012. Le due finaliste hanno ribaltato il pronostico della vigilia, imponendosi contro le due formazioni che avevano chiuso al primo posto i rispettivi gironi eliminatori, DLF Team e Final Blow. Queste ultime due compagini erano state proprio le finaliste della passata edizione e quest’anno si ritroveranno a disputare la finale di consolazione: i detentori del torneo (Final Blow) sono stati sconfitti per 9-6 dagli Splinters, mentre nell’altra semifinale I Devastanti si sono presi la rivincita sul DLF Team (6-2 il risultato finale) che, il 31 maggio scorso, li avevano sconfitti nella finalissima del Torneo C5 Intenxive. Torneo C5 Mondial Giunto alle semifinali, il Torneo Mondial incoronerà oggi, giovedì 26 giugno, la formazione regina della manifestazione. Raggiungono una storica semifinale Gli Imprevedibili che, dopo aver colto importanti risultati nelle ultime edizioni della Sahara Cup, arrivano con pieno merito fra le prime quattro squadre del Mondial, torneo nel quale hanno finora ottenuto ben nove vittorie (perdendo in una sola occasione). A sfidarli in semifinale sarà l’Atletico Ravaneitor che dopo essere partito col freno a mano tirato (3 vittorie e 2 sconfitte nel primo girone eliminatorio) non si è poi più fermato, vincendo tutte le successive gare disputate (di cui una dopo i calci di rigore). Nell’altra semifinale si affronteranno il Koori Sushi Poggibonsi e l’Alter Ego Florentia: questi ultimi sono ancora imbattuti nel torneo (avendo ottenuto 7 vittorie ed un pareggio), mentre il Koori Sushi Poggibonsi, quarto classificato nella passata edizione della Coppa Campioni, è reduce proprio dai gironi eliminatori della Coppa Campioni (nella quale non è riuscito a raggiungere le semifinali). Torneo C5 Sahara Cup Al Torneo C5 Sahara Cup prendono parte le formazioni che non sono riuscite a superare il secondo turno del Torneo Mondial: i quarti di finale della Sahara Cup hanno riservato alcune sorprese fra le quali spicca l’eliminazione della Steaua, quarta classificata nella passata edizione del Torneo Mondial. Artefice dell’inaspettato risultato sono stati i Bastardi Senza Gloria che adesso se

Ad eccezione del Real Paperino, che ha ottenuto la vittoria a tavolino contro l’AC Peruzzi, sono state molto equilibrate le altre tre sfide dei quarti di finale: I Fenomeni A Tavola hanno superato di misura (3-2) il Befubè, proseguendo così il loro ottimo torneo (nel quale hanno ottenuto 6 vittorie ed una sola sconfitta). Nella parte alta del tabellone invece il Cral Nuovo Pignone si è imposto per 2-0 sulla Lokomotive Oxfam, mentre con lo stesso scarto di reti la Dinamo Florentia ha avuto la meglio (3-1 il punteggio) sul FC Barrettino.

la vedranno in semifinale contro I Ragnoni, formazione che ha estromesso dal torneo il Pes United (squadra che aveva chiuso al terzo posto il campionato). L’altra semifinale vedrà di fronte l’AC Ciabatte Sguaiate (che ha superato nei quarti l’Atletico Far Oer) ed il G.S. O.P.A. (che ha avuto la meglio dello Staff Magnum). Torneo C7 Grand Prix Tante le sorprese nel Torneo C7 Grand Prix, manifestazione stregata (nelle ultime edizioni) per i campioni in carica. Se lo scorso anno fu il Chianti Nord a dover abbandonare la competizione dopo il primo turno, quest’anno è toccato all’AC Peruzzi dover dire addio al torneo prima delle sfide ad eliminazione diretta. E non è andata meglio neppure a I Galacticos (finalisti della passata edizione) che si sono arresi solo al termine dei calci di rigore all’Istopanasto F.C. nella sfida dei quarti di finale. Istopanasto F.C. che affronterà in semifinale il Beautiful Inside, vincitrice nei quarti sull’Avavava FC ed unica formazione rimasta in gara delle quattro semifinaliste della scorsa edizione. Infatti è stato eliminato nei quarti di finale anche il Narangoda FC (quarto classificato nello scorso torneo), sconfitto per mano dell’AC Tua che adesso sfiderà il FC Press, formazione giunta a queste semifinali grazie al successo ai calci di rigore sul S’Era I Re. Torneo C7 Eurosport Cral Nuovo Pignone-Dinamo Florentia ed I Fenomeni A Tavola-Real Paperino saranno le semifinali del torneo C7 Eurosport a cui hanno preso parte le formazioni eliminate dopo il secondo turno del torneo C7 Grand Prix.

Torneo C5 Coppa Primavera Il Tichitichitero è la prima finalista del Torneo Coppa Primavera di calcio a 5 femminile. La squadra detentrice della Golden League Unisports, dopo aver vinto tutte le sei gare del proprio girone eliminatorio, ha conquistato la finalissima solo grazie alla miglior precisione nei tiri dal dischetto contro il Firenze Calcio A 5. La gara di semifinale, che si era chiusa sul risultato di 4-4, si è così protratta fino ai calci di rigore che hanno regalato la seconda finale della stagione alle ragazze allenate da Gianluigi Benini. Il Tichitichitero se la vedrà in finale con la vincente della sfida fra Outsiders e Non Piangere T. Torneo C5 Giglio Rosa Al Torneo di calcio a 5 femminile Giglio Rosa sono giunte le formazioni classificatesi al terzo, quarto, quinto e sesto posto al termine dei gironi eliminatori del Torneo Primavera-Giglio Rosa: nelle gare dei quarti di finale sono stati rispettati quasi tutti i pronostici (con le squadre meglio piazzate nei gironi eliminatori che hanno conquistato le semifinali), ad eccezione delle Smartist che, giunte terze nel loro girone e favorite nella sfida contro Le Papere, sono state da queste superate col punteggio di 7-3. Le Papere ora proveranno a ribaltare il pronostico anche nella semifinale che le vedrà affrontare la Pol. San Quirico, formazione che ha piegato per 5-1 il FC Athena nei quarti e che adesso spera di raggiungere una finale dopo averci provato già nella Golden League Unisports (dove si era fermata ai quarti di finale). L’altra semifinale invece metterà di fronte l’ASD Firenze 2008 (che ha battuto per 8-6 Le Riserve) ed il Cral Dipendenti Comunali Femminile che nei quarti di finale si è nettamente imposta (8-1) sulle ragazze dell’Ellepi. Steto



Prandelli, al suo vice Pin e al gruppo dei preparatori dell’attuale ct azzurro. Poi è cambiato pure lo spogliatoio, ci sembra un po’ più attento e disciplinato anche perché Montella al di là del fisico piuttosto minuto che si ritrova e della faccia da napoletano verace ci risulta sia assai più duro di un presunto guerriero quale era Sinisa Mihajlovic. Sì, tutto è cambiato, la Fiorentina non è la più la stessa, sta diventando una cosa diversa rispetto al recente passato anche se ancora non abbiamo capito quali connotati avrà. Ma è anche vero che poi nella sostanza aziendale e nel rapporto con la città niente è cambiato. Forse ci eravamo illusi nella splendida notte della presentazione delle maglie quando la società viola pareva finalmente diventata di cristallo, poi però le porte e le finestre sono tornate a chiudersi. Ci riesce difficile capire ancora una volta quali siano veramente al momento le strategie: vero che Mario Cognigni ha parlato e ha indicato prospettive, intenzioni, traguardi; vero che il ds Pradè ha cercato di spiegare il mercato e le sue difficoltà con sincerità estrema e lo stesso ha fato il direttore tecnico Eduardo Macia, ma poi quando si arriva al dunque, alla domanda principale, restiamo col naso all’insù aspettando e sperando che un elicottero ci porti Diego e Andrea. E non per il culto della personalità e neppure per il bisogno di sentire la voce del padrone: solo che sappiamo bene che, al di là di quanto viene riportato con dovizia di particolari dal presidente esecutivo Cognigni e dal responsabile delle relazioni esterne Teotino, senza l’avallo dei fratelli Tod’s continuerebbe a resistere quel retrogusto amaro dell’incertezza sul futuro e sulle prospettive di questa Fiorentina. Ci è stato detto che se non arriveranno 30 milioni di euro cash e solo cash Jovetic resterà. Ma per immaginare la squadra, che Montella assicura di poter far giocare benissimo divertendo di sicuro la gente, c’è bisogno appunto dell’atterraggio dell’elicottero proveniente da Casette d’Ete. E abbiamo fretta, quasi quanto quella che ha il nostro Aeroplanino... P.s. Firenze ancora una volta ha perso l’occasione per fare la cosa giusta. Doveva cercare di impedire che un pezzetto della sua storia, la Rondinella, si ritrovasse non iscritta al campionato. Così da adesso siamo tutti più poveri.

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Alessandro Rialti

Fuorigioco

di Duccio Magnelli

QUEL FUTURO DI JOJO SEMPRE IN SOSPESO

“Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così…”. Paolo Conte descriveva così gli sguardi di coloro che, dall’entroterra piovoso e malinconico, andavano a scoprire il mare a Genova. Intravedendo l’altro giorno, per un momento in televisione, il viso di Stevan Jovetic − top player della Fiorentina− ci sono venute in mente proprio

queste parole. Sembrano passati secoli da quando il giovanissimo montenegrino arrivò a Firenze sotto il peso, non indifferente, degli otto milioni di euro pagati dai Della Valle per lui. Con il viso da ragazzino (quale era) e il fisico sottile, a molti sembrò un’azzardata scommessa di Corvino, una di quelle a cui il ds viola avrebbe poi abituato spesso gli affezionati della Viola. C’è voluto del tempo prima che i tifosi ne apprezzassero le qualità tecniche. Poi,

improvviso, l’infortunio: il ginocchio che si spezza, l’attesa e la speranza che, con la saldatura dei legamenti, si potessero saldare anche i legami fra il giocatore e la città. Non è andata così, purtroppo. Jovetic potrebbe rischiare di diventare uno dei tanti ‘fenomeni’ di passaggio, uno di quelli per cui Firenze è soltanto un trampolino di lancio verso lidi più ricchi. Nel frattempo continuano però ad arrivare le rassicurazioni di Andrea Della Valle e del-

la società viola sul futuro ancora viola di Jovetic anche se secondo molti il montenegrino avrebbe davvero voglia di andarsene. Staremo a vedere. Di certo i tifosi fiorentini dovranno iniziare a rendersi conto che, se non cambia il vento, da queste parti transiteranno in tanti e potrebbero fermarsi in pochi. Anche se, fatto consolatorio, basterà a un certo punto guardarli in faccia per capire se continuare a volergli bene oppure no.


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