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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

L’Editoriale

È UN BUON MERCATO CHE GUARDA ALL’OGGI E AL DOMANI

di AlessaNDRO RIALTI

Fiorentina - Parma

spettando il ritorno alla vittoria, la prima in questo 2013 iniziato come il peggiore degli incubi, come neanche i gufi più malvagi avrebbero potuto pronosticare per nuocere a questa Fiorentina, si può dire che anche a gennaio per i viola è stato un buon mercato. Un mercato che ha portato campioni come Giuseppe Rossi, talenti promettenti come Wolski e Vecino, elementi di esperienza e carisma come ‘Momo’ Sissoko e Marvin Compper, giocatori in cerca di rilancio come Larrondo. Un mercato – ed ecco forse l’aspetto più significativo – che guarda all’oggi ma anche molto al domani. Operazioni figlie insomma di un progetto, anzi di una chiara e precisa programmazione per usare un termine caro a Pradè e a Montella. Acquisti che servono a irrobustire il presente, a dotare il tecnico viola di alternative considerando che la sua Fiorentina, tanto bella e arrembante fino a metà campionato, ha finito per vari motivi, compresa la sfortuna e qualche svista arbitrale (ma guai a trasformare tutto questo in un alibi), per diventare una squadra più prevedibile e dunque più facile preda degli avversari. Basta vedere gli ultimi risultati che hanno trasformato gennaio in un mese nerissimo e per certi aspetti indimenticabile. E dunque, se è vero che mediaticamente l’arrivo di Balotelli, piuttosto che quello di Anelka, ha avuto

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un’eco maggiore, è altrettanto vero che la Fiorentina è stata fra le pochissime società che – come già l’estate scorsa – ha lavorato per il presente e per il futuro prossimo, senza farsi condizionare dalle frenesie del momento. È un po’ il marchio di fabbrica di Pradè e Macia, gli uomini-mercato della Fiorentina. Ma anche, stando alle dichiarazioni rilasciate a più riprese, dello stesso Andrea Della Valle, il patron che ha una voglia

Direttore responsabile Michela Lanza Consulente editoriale Alessandro Rialti

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matta di non buttare all’aria questa stagione considerandola terreno fertile per preparare il grande salto per quella prossima. Quello che dovrà portare la squadra viola a lottare stabilmente per le primissime posizioni. Al solito Firenze discetterà a lungo di quello che è stato fatto (o non fatto), di chi poteva arrivare e non è arrivato, di chi è restato e di chi è partito. L’importante è non mettere in discussione quanto mostrato e realizzaGrafica e impaginazione grafica@brividosportivo.it Stampa Galeati Industrie Grafiche srl (Imola)

to nel girone d’andata e nel mercato invernale. La Fiorentina ha sfoderato ancora una volta idee, intuizioni, impegno. Affascina Rossi ma stuzzica pure Wolski, alletta Sissoko ma incuriosiscono anche Compper e Larrondo. Adesso però tocca al campo, tocca a Montella sfruttare al massimo e al meglio il gruppo che ha disposizione e le alternative che gli hanno consegnato. Ora tecnico e squadra devono assolutamente ripartire e riprendere la marcia. L’Europa è ancora lì, la stagione è ancora lunga, sarebbe un delitto non crederci, non continuare a lottare. Anche perché è questo che ispira l’intera programmazione viola.

Foto La Presse Hanno collaborato Francesca Bandinelli, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini,

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Duccio Magnelli, Tommaso Mattei, Ruben Lopes Pegna Federico Pettini, Alessandro Rialti, Mario Tenerani, Giampiero Tosi.

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Appunti di Viaggio di Mario Tenerani

’è un paradosso in questa Fiorentina, ma dobbiamo prenderne atto: è più facile sostituire Jovetic che Pizarro. Non perché il montenegrino sia la pallida controfigura di se stesso, ma perché se a fine stagione fosse venduto a peso d’oro, con quei soldi non sarebbe difficile trovare un altro attaccante molto forte. Se invece a partire fosse Pizarro, e Pradè beneficiasse dalla proprietà di una cifra sontuosa, sarebbe comunque un’impresa pescare un sostituto. Quelli come il Pek sono protetti dal WWF. Per trovare un al-

Fiorentina - Parma

I numeri parlano chiaro: pizarro è il vero top player della fiorentina

Non c’è Viola

senza il Pek tro Panda come lui bisogna andare a Torino, lì c’è Pirlo. Viene da sorridere al pensiero che la Fiorentina possa scorgere sul mercato il vice-Pizarro. Chiedete a Galliani per quanti anni ha cercato in giro per il mondo il vice-Pirlo, con risultati pressoché fallimentari. Alla fine ha risolto il problema... non rinnovando il contratto al suo genio del centrocampo, dando via libera alla Juventus... Pizarro ha caratteris-

tiche tecniche, tattiche, temperamentali che lo rendono unico nella sua specificità. Puoi cercare Cigarini, l’ottimo Lodi, magari Zuculini, la lista è lunga, ma nessuno è abile come il Pek. Un topino nel formaggio. Entra in una nuvola di gambe ed è sempre lui ad uscire con la palla incollata al piede. Pizarro imposta la manovra saltando un uomo, due e aprendo gioco improvvisamente sulle fasce o in verticale. È il metronomo della veloc-

ità viola. Se adesso il gioco è più lento, con un passaggio spesso in più, è perché davanti alla difesa non c’è il Pek. Al termine del girone di andata le statistiche lo hanno incoronato come miglior recuperatore di palloni: 179 in totale, ben 20 più di Pirlo, che lo ha seguito a ruota. E proprio questa è un’altra qualità che lo rende diverso

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

da tutti gli altri: il problema di molti allenatori, infatti, è sistemare un regista come schermo della terza linea. Perché acquisti in qualità, ma paghi sulla quantità. Il centrocampista di classe estrema rischia spesso di perdere palla proprio laddove un errore può diventare letale. Il Pek, invece, fa il contrario: conquista i palloni e li trasforma in preziose giocate. Uomo di lotta e di governo. Operazione che gli costa qualche cartellino di troppo, ma tutto non si può avere. I numeri sono come bengala nella notte, aiutano a vederci meglio: su 22 partite disputate dalla Fiorentina, Pizarro tra squalifiche e infortuni ne ha saltate 9 e i viola hanno sentito molto la sua assenza. La squadra orfana della

Fiorentina - Parma

sua mente più fulgida ha vinto solo 3 volte, pareggiato 2 e perso in 4 occasioni. Insomma,

ha preso solo 9 punti sui 27 a disposizione. Il Pek è veramente decisivo. In campo è un riferimento

costante, una colonna a cui appoggiarsi nei frangenti critici della partita. Pizarro è la cassetta di si-

curezza a cui affidare in custodia il pallone. Il cileno si è infortunato al 20’ della ripresa, il 6 gennaio scorso, quando la Fiorentina era sotto di un gol col Pescara. Forse rientrerà oggi col Parma. Nel frattempo i viola, privi di lui, hanno perso a Udine, sono stati eliminati in Coppa Italia dalla Roma, hanno pareggiato col Napoli e sono stati sconfitti ancora a Catania. Forse la sola assenza di Pizarro non basta a giustificare completamente questa disfatta, ma non si va molto distanti dalla verità. Per l’Europa servono i gol dell’attacco, in particolare di Jovetic ad oggi vittima di una pericolosa involuzione. Ma soprattutto c’è bisogno di Pizarro. Sarà anche un paradosso, ma non c’è Viola senza il Pek.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

L’Esclusiva

Fiorentina - Parma

Intervista con il difensore serbo in comproprietà col Genoa: dai sogni ai compagni, da Montella a Mihajlovic

TOMOVIC: “Vorrei rimanere a Firenze e vincere un titolo” di Michela Lanza

uno dei perni della Fiorentina di Vincenzo Montella, difensore duttile e polivalente (nonché nazionale serbo), ha dimostrato di essere anche un uomo intelligente e rispettoso dei ruoli. Stiamo parlando di Nenad Tomovic, nato a Kragujevac il 30 agosto 1987. Arrivato a Firenze in comproprietà il 31 di agosto del 2012 tra curiosità e stupore (nessuno si aspettava che la società si sarebbe aggiudicata un altro difensore) è sceso in campo con la maglia viola solo due giorni più tardi, a Napoli, dimostrando personalità e qualità importanti. Ad oggi conta in maglia viola 18 presenze (15 in campionato e 3 in Coppa Italia) ed è l’unico del reparto difensivo a non aver ancora segnato una rete (5 gol Rodriguez, 3 Ron-

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caglia, 2 Savic, 1 Hegazy in Coppa Italia), ma siamo fiduciosi che questa interessante intervista che ha rilasciato in esclusiva al Brivido Sportivo, con la quale offre al pubblico la possibilità di farsi conoscere meglio sotto ogni punto di vista, possa portargli fortuna e presto possa sbloccarsi anche in zona gol, vista la peculiarità della squadra di Montella a mandare in rete anche i difensori in virtù del meticoloso lavoro sulle palle inattive che settimanalmente il preparatore Vio fa con il gruppo. E allora andiamo a scoprire il carattere, i sogni e le speranze del difensore viola. Tomovic, iniziamo da una curiosità: il suo nome, ovvero Nenad, ha una traduzione in italiano? «No, non c’è una traduzione. È un tipico nome serbo». Le va di presentarsi ai suoi

tifosi per spiegare loro com’è il suo carattere, cosa ama fare nel suo tempo libero? «Sono un ragazzo molto tranquillo e le mie giornate tipo sono molto regolari. Dopo l’allenamento, solitamente, vado a mangiare qualcosa, poi vado a casa e mi riposo un po’, magari immergendomi nella lettura di un buon libro. Sì, nel tempo libero mi piace leggere. E poi, in questo momento, sono anche molto occupato nell’organizzazione del mio matrimonio perché a giugno, alla fine della stagione, mi sposo». Attualmente vive con la sua futura moglie a Firenze e come si chiama la fortunata? «La mia futura moglie si chiama Maria ed è una ragazza serba. Per il momento non viviamo insieme a Firenze,

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

perché lei sta studiando e le mancano da preparare gli ultimi tre esami per finire il corso di studi e laurearsi. Per questo per adesso viene a trovarmi solo ogni tanto». Dove vi sposerete? «Nel nostro paese, in Serbia». Tornando un attimo ai libri: quali le piace leggere? «Amo i libri di storia, soprattutto tutto ciò che parla dell’Impero Romano. Ne sono molto affascinato. Però mi piace molto anche la scrittura di Paulo Coelho, l’autore del mio ultimo libro letto». E invece, per quanto riguarda la musica, quale le piace ascoltare?

«Io preferisco la musica serba. Quando sono solo mi piace ascoltare musica rock della ex Jugoslavia, ma non sparata, non molto alta». Ci racconta quando e come ha iniziato a giocare a calcio? Un aneddoto della sua infanzia… «Iniziai a giocare a calcio quando avevo 8 anni e vi svelo una cosa: iniziai come portiere. Mio padre, però, mi diceva sempre che nella nostra famiglia mai nessuno aveva giocato nel ruolo di portiere e che non avrei dovuto farlo neanche io. Così cambiai idea e all’età di 10 anni andai a giocare (come difensore) in

una squadra importante della mia città, il Radnički: da lì sono partito e sono arrivato fino a qua». Ci ha parlato di suo padre e di una famiglia nella quale non è mai ‘nato’ un portiere… «Sì, nella mia famiglia un po’ tutti hanno giocato a calcio, ma non a livello professionistico». Lei è figlio unico? «No, ho un fratello che ha quattro anni più di me e vive in Serbia con la mia famiglia. Anche lui gioca a pallone, ma lo fa nel tempo libero, dopo il lavoro. Come fosse un vero hobby».

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Quando è arrivato a Firenze, con chi ha parlato per primo? O con chi ha parlato prima di arrivare a Firenze? «Diciamo che essendo arrivato l’ultimo giorno di mercato ed essendo stato al centro di una trattativa lampo, non avevo tempo di chiedere informazioni su Firenze o sulla Fiorentina. E comunque già sapevo che stavo arrivando in una grande piazza, in una grandissima squadra e in una bellissima città: negli anni passati, quando ero a Genova, ero venuto due-tre volte con la mia ragazza a visitare il capoluogo toscano, quindi non ero impreparato. Conoscevo l’ambiente e non avevo nessun tipo di dubbio quando ho accettato. Poi, quando sono arrivato, sapevo di trovare Jovetic, Ljajic e Savic, tre giocatori che avevo già conosciuto e con i quali, tra l’altro, avevo giocato contro alcuni derby a Belgrado (tutti loro hanno militato nel Partizan, io invece ho giocato nella Stella Rossa). E sapevo anche di trovare Seferovic (adesso ceduto in prestito al Novara), col quale ho giocato insieme a Lecce. Ed è stato proprio Haris (Seferovic, ndr) il primo che ho chiamato quando ho saputo di venire alla Fiorentina».

Genoa, Lecce, Firenze: tre città diverse, in tre regioni diverse dell’Italia. Ha una preferenza? «Devo dire la verità: sono rimasto letteralmente innamorato di Lecce. Una città bellissima, piccola, in cui si vive bene, in cui le distanze sono minime, dove il clima è meraviglioso e dove si mangia pure bene. La gente poi è affabile e solare, infatti giù ho lasciato molti amici, i quali saranno tutti presenti a giugno al mio matrimonio. Insomma, Lecce è un po’ diversa da Firenze anche se viene chiamata ‘la Firenze del sud’. Qua la città è molto viva, c’è più movimento, la gente è aperta, il centro è pieno di turisti, ci sono tanti posti da visitare e ammirare. E poi, essendo uno a cui piace la storia, non potevo venire in un posto migliore. La cosa che amo di più di Firenze è proprio il fatto di essere una città viva, una città in cui c’è sempre qualcosa da fare, una città che offre tante possibilità, anche solamente per uscire a mangiare al ristorante. Anche qui si mangia benissimo…». Lei dunque è un buongustaio: cos’è che ama di più della cucina fiorentina? «Nessun dubbio: la carne, la

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L’Esclusiva bistecca. È buonissima». Ha notato molta differenza di ‘calore’ tra la gente di Lecce e quella di Firenze? «Non tanta, rispetto a Genova dove sono un po’ più chiusi». A proposito di Genova: lei è in comproprietà e forse è presto per chiederglielo, ma le piacerebbe rimanere a Firenze? «Certo! Mi trovo benissimo qua e vorrei rimanere». Si mormora che, in particolar modo nella passata stagione quando lei non c’era, ma un po’ anche quest’anno, il gruppo dei giocatori dell’Est fosse un po’ ‘estraniato’ dal resto della squadra. È realmente così? Oppure avete rapporti anche con gli altri compagni? «No, nessuna estraniazione. È normale che noi stiamo maggiormente insieme fuori dal campo per una questione di lingua, di abitudini, e poi anche perché siamo quasi sempre tutti soli. Usciamo tra di noi anche quando vengono a trovarci le nostre ragazze. Questo, però, non significa che non facciamo gruppo col resto della squadra, anzi. Abbiamo un ottimo rapporto

con tutti». Passiamo al calcio, partendo dalla sua Nazionale guidata da Sinisa Mihajlovic: quanto crede nella qualificazione ai prossimi Mondiali (apparentemente non facile: la Serbia, inserita nel girone A, è a 4 punti in classifica come la Macedonia dopo 4 partite giocate, dietro alle capoliste Belgio e Croazia, prime con 10 punti)? «Abbiamo sbagliato noi. Avevamo un’ottima chance di fare punti importanti in chiave qualificazione in casa con il Belgio. E invece abbiamo perso quella partita compromettendo un po’ il nostro cammino. Quella poteva e doveva essere una partita decisiva per fare un balzo in avanti in classifica. Certo, è ancora tutto da decidere, mancano ancora tante partite, ma da ora in poi non possiamo più sbagliare neanche una gara. Insomma, sarà molto difficile qualificarci per il Mondiale, anche perché la prossima partita andremo a giocarla in Croazia e sarà dura perché è un vero e proprio derby. Ma ci vogliamo ancora credere». Che opinione ha di Mihajlovic, sia come uomo che come allenatore? «Mi piace sia sotto il profilo

umano che come allenatore. Stimo molto le persone che, come lui, hanno un carattere forte e che dicono quello che pensano. Inoltre, per quanto riguarda il suo ruolo di allenatore, penso che lui, siccome ha giocato a calcio a grandi livelli fino a pochi anni fa, conosca molto bene quello che passa per la testa di noi giocatori e quindi sa come prenderci. Le difficoltà della Serbia sono da riscontrare in altri fattori, per esempio nel fatto che la nostra Nazionale è formata oggi da tanti giocatori giovani, è un gruppo completamente nuovo, ha un modulo nuovo e quindi c’è bisogno di un po’ di tempo affinché possa rendere al meglio. Serve un po’ di pazienza.

Sono convinto che con Mihajlovic questo gruppo può solo crescere, però lui ha già dichiarato che in caso di mancata qualificazione ai Mondiali in Brasile, lascerà l’incarico di ct. Questo mi dispiace, forse la Federazione avrebbe dovuto prevenire questa situazione per dare tempo al progetto di prendere forma. Però mettiamola così: voglio pensare positivo e credere nella qualificazione». Ci fa un paragone caratteriale e tecnico tra Mihajlovic e Montella? «Sono un po’ diversi. Mihajlovic è un po’ chiuso, mentre mister Montella è più aperto. E io, sinceramente, preferisco più un tecnico dal carattere aperto, un allenatore che

Fiorentina - Parma

scherza anche con i propri giocatori. Per quanto riguarda il giudizio a livello tecnico, sono bravi entrambi. Di Montella mi piacciono molto gli allenamenti e il modo di lavorare del suo staff. Si vede che sono tutti molto preparati e organizzati». Il rapporto tra Ljajic e la Nazionale, ma anche tra Ljajic e la Fiorentina: perché secondo lei non riesce a decollare? «Sono cose private, non vorrei parlarne». Veniamo al suo ruolo. Lei è un difensore polivalente. Può giocare centrale o terzino, in una difesa a tre o a quattro. E addirittura sia a destra che a sinistra. Ecco, qual è la posizione che

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 predilige? «Il mio ruolo preferito è quello di centrale di difesa, ma da quando sono arrivato in Italia mi hanno sempre spostato e fatto giocare in più ruoli. Quindi non ho alcun tipo di problema». Il calcio e i moduli: preferisce il 3-5-2 o il 4-33? O comunque, meglio la difesa a tre o a quattro? «Negli ultimi anni ho sempre preferito giocare in una difesa a tre. Pure nella passata stagione con Cosmi ho giocato così. Anche se a dire il vero non è che le cose cambino molto se ci sono degli esterni bravi a coprirti. Si può dire che è quasi uguale…». Lei è arrivato a Firenze il 31 agosto, è andato in campo il 2 settembre a Napoli, e sembrava giocasse in viola da una vita. A parte questo, come si sta trovando con i suoi compagni di reparto? «Beh, anche loro erano arrivati da poco – ci tiene a precisare –. Mi trovo molto bene con tutti, ma in particolare sono rimasto colpito da Gonzalo (Rodriguez, ndr). È davvero un ottimo giocatore, molto diverso rispetto a Roncaglia che è un vero e proprio lottatore. Ma non voglio dimenticarmi di Savic che è più giovane di

Fiorentina - Parma

noi, ma quando gioca sembra che abbia l’esperienza di un veterano. In campo sembra più ‘vecchio’ dell’età che ha». Ha parlato di Roncaglia: le va di smentire le voci secondo le quali Montella avrebbe litigato con l’argentino negli spogliatoi? «Voci infondate. Loro hanno un ottimo rapporto e scher-

L’asticella si fermerà alla zona Europa League, oppure ci sono ancora la speranza e la possibilità di alzarla alla Champions? «Noi abbiamo dimostrato che con un po’ di fortuna avremmo potuto lottare per il primo posto. Diciamo che in questo momento il nostro obiettivo è l’Europa League. Poi, vedre-

zano sempre». È vero che c’è stato un momento in cui voi difensori vi siete sentiti più sicuri ad avere alle vostre spalle, in porta, Neto piuttosto che Viviano? «No, perché entrambi sono ottimi portieri». In tutta sincerità: dove può arrivare questa Fiorentina?

mo. Se verrà qualcosa in più sarà ben accetta». Tra i compagni con i quali ha già passato questi primi mesi in viola, chi è il più forte, chi il più sorprendente, chi il più ‘matto’ e chi, invece, il più simpatico? «I più forti sono Gonzalo Rodriguez e Borja Valero, il più sorprendente Savic, il più sim-

patico Lupatelli e il più ‘matto’… come giocatore di sicuro Roncaglia, però dico anche Seferovic (ormai approdato al Novara, ndr) e Toni, due simpatici che scherzano sempre». Jovetic può dare di più di quanto sta dando secondo lei? «Tutti si aspettano molto da JoJo, ma lui sta già dando tanto e spende molto durante ogni partita. Lui è una punta un po’ diversa rispetto a quello che vorrebbe anche il mister. Lui vuole giocare sempre, si sacrifica molto per la squadra e questo lo limita in fase offensiva. Sicuramente, poi, gli manca un po’ il gol». L’esperienza calcistica più bella della sua vita? «Per adesso l’esperienza più bella è legata alla partecipazione con la mia Nazionale alle Olimpiadi». Ha detto per adesso, perché ovviamente ha dei sogni nel cassetto? «Sì, certo. A livello personale sposarmi e avere figli. A livello professionale, mi auguro di poter conquistare presto un titolo, uno scudetto. Mi manca, anche perché nel mio paese sono stato sfortunato: la Stella Rossa era una squadra che aveva vinto sempre, ma quando arrivai io

non fu così. In quel periodo la fecero da padrona i problemi societari. Il mio primo obiettivo, dunque, è quello. E mi piacerebbe, prima di tutto rimanere alla Fiorentina, poi provare a lottare per un titolo qua a Firenze. La squadra è già forte e il prossimo anno…». E invece, la più brutta esperienza professionale? «È recente, ovvero quando ho causato il rigore che ha fatto perdere la Serbia contro la Macedonia nella gara valida per le qualificazioni al Mondiale nel mese di ottobre scorso. Mi sono sentito un po’ in colpa anche nei confronti di Mihajlovic che mi aveva fatto giocare titolare al posto del capitano Ivanovic, mandato in panchina». Chiudiamo con un pensiero su Andrea Della Valle, ovvero il principale artefice della rinascita viola. «Devo dire che mi ha sorpreso. Il presidente è molto attaccato alla squadra, viene a trovarci molto spesso, sta con noi, parla con noi, scherza con noi. Mi piace molto questo suo modo di fare. Così come ho parole positive per i nostri dirigenti. La Fiorentina è davvero una bella famiglia».

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In sintesi, ecco tutte le operazioni del marcato viola

Il Mercato di Francesca bandinelli

ei nuovi acquisti, che con l’opzione di Marcos Alonso che arriverà a giugno a parametro zero fanno sette. Quindici i milioni di euro investiti dalla Fiorentina, a cui vanno aggiunti i cinquecentomila euro di bonus da versare al Legia Varsavia, complessivamente quattro e mezzo i milioni che invece saranno incassati dai viola al termine della stagione dai prestiti di Mattia Cassani (2,5 milioni in caso di permanenza in A) e di Ruben Olivera, ceduti al Genoa, e da quello di Haris Seferovic al Novara. TRA PRESENTE... La Fiorentina resta comunque tra le regine del mercato d’inverno, attenta alle necessità del presente - rafforzare il centrocampo e dare a Montella le giuste variabili tattiche per contrastare la prevedibilità del gioco attentamente studiato dagli avversari -, ma anche a quelle del futuro. È arrivato Giuseppe Rossi, il grande colpo di mercato, quello del giovane talento nato in New Jersey alle prese con il recupero da un grave infortunio al ginocchio ma considerato una delle promesse dell’intero panorama italiano. È stato il regalo del patron viola Andrea Della Valle alla città, perché l’impegno di voler tornare tra le prime forze del campionato, in Italia e in Europa, non restassero solo parole. Due estati fa c’era stato il patto con la città: dalle parole, adesso, si è passati ai fatti. Il duo mercato composto da Pradè e Macia, però, non si è fermato. È arrivato Marcelo Larrondo dal Siena (400 mila euro di prestito più 1,1 per l’eventuale riscatto della metà del cartellino a fine stagione), Marvin Compper a costo zero dall’Hoffenehim e pure Rafal Wolski, il talento dell’est Europa per cui la Fiorentina è riuscita a superare persino l’offensiva del Borussia Dortmund. L’ultimo, in ordine di tempo, ad essere ufficializzato è stato Momo Sissoko, esperienza in mezzo

ENTRATE E USCITE PENSANDO AL FUTURO al campo, caratura internazionale e pure buone gamba. Momo era il prototipo di giocatore richiesto da Montella, quello necessario per far perdere a chiunque la consapevolezza di una maglia da titolare. A fine stagione si deciderà se riscattarlo definitivamente, intanto si farà leva sulla sua voglia di riscatto dopo i tempi bui vissuti al Paris Saint-Germain. Un occhio al presente, dunque, ma soprattutto al futuro.

fino all’ultimo, salvo poi doversi arrendere di fronte alla strenua resistenza del tecnico Freedman. Poco male, è già tutto fatto in vista dell’estate. GLI ADDII. Quattro sono state le cessioni. Oltre a Cassani e Olivera, passati come detto al Genoa, se n’è andato pure Francesco Della Rocca. L’infortunio lo ha bloccato più del previsto, alla fine è stato lo stesso giocatore a chiedere di essere liberato a favore del Siena. Haris Seferovic invece è

...E FUTURO. Sì, perché Matias Vecino, prelevato dal Nacional di Montevideo, verrà tesserato soltanto a giugno, non appena arriverà il passaporto comunitario. Intanto lavorerà con la squadra per integrarsi al meglio ed essere pronto fin dall’inizio del prossimo campionato. Marcos Alonso, invece, raggiungerà l’Italia a giugno, alla scadenza del suo contratto con il Bolton. La Fiorentina ha provato a prenderlo

passato al Novara in prestito, per farsi le ossa e tornare attaccante vero a fine stagione. L’ultimo giorno di mercato è scivolato via senza particolari emozioni. Ribadita l’incedibilità di Viviano - nelle ultime ore ha fatto rumore anche il possibile interessamento della Roma al portiere fiorentino in realtà mai chiesto -, i viola hanno valutato l’ipotesi di cedere Norberto Neto. Lo volevano Napoli e Bologna.

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I viola hanno detto no comunque. Avrebbero potuto prendere in considerazione l’ipotesi rossoblu nel caso in cui come contropartita tecnica fosse stato inserito Agliardi (il cui ingaggio è di poco più di 200 mila euro netti l’anno), ma non Curci (che invece percepisce 750 mila euro). Alla fine ha prevalso la linea di difesa dei propri talenti. Sono rimasti entrambi, Viviano destinato a riprendersi la maglia da titolare e pure Neto, eventualmente pronto a rimettersi in discussione in caso di necessità. Ed è rimasto pure Cristian Llama. Sarebbe potuto partire nel caso in cui il Bolton avesse liberato Marcos Alonso, ma non avendo i viola individuato un altro vice-Pasqual, alla fine è rimasto pure l’argentino. ASPETTANDO I TOP. Adesso, l’attenzione è proiettata tutta a giugno, quando Pradè e Macia dovranno regalare a Firenze i due top player a cui ha fatto riferimento il patron Andrea Della Valle. Serve un grande attaccante, una macchina da gol tanto per intendersi, ma non solo. In questi mesi i viola valuteranno se riscattare a fine stagione, oltre a Cuadrado (con l’Udinese in questo caso è già tutto fatto), anche Viviano oppure se dirottare le proprie attenzioni altrove, verso un altro numero uno. Gli attaccanti nel mirino sono i più importanti d’Europa: c’è Pierre Emerick Aubameyang del Saint-Etienne, Alvaro Negredo del Siviglia e pure Gaston Ramirez del Southampton, specie se Jovetic dovesse decidere di andarsene. Adesso, però, ci sono sei mesi di tempo.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

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Da Rossi a Wolski, ecco le schede

La carica dei nuovi viola: Giuseppe Rossi di RUBEN LOPES PEGNA

a giocato in tre tra i più importanti campionati europei, la Premier League, la serie A e la Liga ‘Pepito’ Rossi. Non è poco per un giocatore di 26 anni. Il soprannome glielo ha dato Enzo Bearzot, il commissario tecnico della Nazionale campione del mondo in Spagna nel

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1982 per la sua somiglianza tecnica con Paolo Rossi (per tutti Pablito), protagonista di quel Mondiale e di quello di Argentina del 1978. ‘Pepito’ nasce a Teaneck negli Stati Uniti il 1° febbraio 1987 da padre abruzzese e madre molisana ed ha naturalmente il passaporto italiano. Nel 2000 il Parma lo nota in America quando è ancora un ragazzino e lo

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Fiorentina - Parma

degli ultimi arrivi nel mercato di gennaio

Fiorentina ‘I LOVE SHOPPING’ porta in Italia, dove gioca nelle squadre giovanili. Nel 2004 lo acquista il Manchester United con cui conquista nel 2005/06 la coppa di Lega inglese. A luglio del 2006 Ferguson lo manda in prestito al Newcastle e sei mesi più tardi, nel gennaio del 2007, sempre in prestito al Parma, dove disputa 19 partite e realizza 9 gol (una doppietta alla Fiorentina al Tardini nel match vinto dagli emiliani per 2-0 del 18 aprile 2007), contribuendo alla salvezza della formazione di Ranieri. Il Manchester lo vende poi a giugno di quello stesso anno al Villarreal dove resta fino al momento dell’approdo a

Firenze. La sua stagione migliore è il 2010/11. Realizza 32 reti tra Liga, Coppa del Re ed Europa League. È anche il miglior marcatore della storia del Villarreal. ‘Pepito’, arrivato a Firenze a titolo definitivo per 9 milioni e mezzo di euro, è l’acquisto più oneroso degli ultimi anni operato dalla famiglia Della Valle. Sarà però a disposizione di Montella solo nei prossimi mesi (sta continuando le cure fisioterapiche negli Stati Uniti), perché è ancora in via di guarigione. Si è infortunato nel novembre del 2011 al Bernabeu (nel match perso dal Villarreal con il Real per 3-0) al legamento cro-

ciato del ginocchio destro e ad aprile dello scorso anno ha subito una nuova lesione al medesimo legamento. ‘Pepito’ è il classico attaccante di movimento. Non sta fermo al centro dell’area di rigore ad aspettare il passaggio di un compagno ma spazia su tutti il fronte offensivo. E per questo motivo fermarlo è molto difficile. Rossi, infatti, non dà mai punti di riferimento agli avversari. ‘Pepito’ comunque è un goleador di razza, uno che la porta la vede. Eccome se la vede. È dotato, inoltre, di grande tec-

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Fiorentina - Parma

nica, notevole velocità e di un tiro forte e preciso. Ha firmato con la Fiorentina un contratto di quattro anni e mezzo a 2,2 milioni di euro netti a stagione, fino al giugno del 2017 con una doppia clausola rescissoria. Fino al 2015 chi lo vuole deve versare alla società viola 35 milioni di euro. Negli ultimi due anni il prezzo scende a 30. Ha disputato 27 partite in Nazionale, tutte da giocatore del Villarreal, realizzando 6 reti. E se non ci fosse stato l’infortunio di mezzo, avrebbe partecipato agli Europei dell’anno scorso in Polonia ed Ucraina. Prandelli infatti stravede per lui. Giocherà con la maglia numero 49, perché quello è l’anno di nascita del padre, scomparso da alcuni anni e al quale il neo giocatore viola era particolarmente legato.

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Nuovi Acquisti

Marcelo Alejandro Larrondo Paez

er tutti è semplicemente Larrondo. Nasce a Mendoza in Argentina il 16 agosto 1988. Cresce nelle giovanili del River Plate con cui partecipa al torneo di Viareggio del 2008. Alla Coppa Carnevale si mette in evidenza, realizzando 4 gol in 3 partite. I dirigenti del Siena così lo acquistano nell’estate del 2008 e lo fanno giocare per un’intera stagione con la formazione Primavera. L’anno successivo (2009/10) avviene il debutto in serie A dove colleziona 15 gettoni di presenza, siglando 1 gol. La sua sta-

gione migliore è quella successiva (2010/11) in serie B con Antonio Conte, l’attuale tecnico della Juve, in panchina. Disputa 27 partite e realizza 6 reti. Poi al suo attivo ci sono 14 gare e una rete nel 2011/12. Nella stagione in corso comincia a giocare solo a novembre, avendo scontato una squalifica di quasi quattro mesi per la vicenda Calciopoli. Così con il Siena ha al suo attivo nel 2012/13 3 gettoni di presenza in campionato (è stato titolare contro la Fiorentina, sostituito all’inizio della ripresa) e uno in Coppa Italia, senza avere mai

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segnato. Larrondo è un centravanti potente fisicamente, in grado di creare degli spazi ai suoi compagni di squadra. Ma non ha, come del resto si evince dal suo score, grande confidenza con il gol. Dovrebbe sulla carta fungere da vice Toni, anche se non ha il fiuto della rete del bomber emiliano.

È arrivato alla Fiorentina in prestito oneroso fino a giugno (400.000 euro) con eventuale diritto di riscatto della comproprietà fissato in un milione e centomila euro. Starà a Larrondo con le sue prestazioni convincere i dirigenti viola a confermarlo a Firenze nella prossima stagione. R.L.P.

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Nuovi Nuovi acquisti Acquisti

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‘Momo’ Lamin Sissoko Gillan

ohammed Lamin Sissoko Gillan, per tutti semplicemente ‘Momo’ Sissoko, nasce a Mont Saint-Agnan, nell’Alta Normandia, il 22 gennaio 1985 da genitori del Mali. E il neo giocatore viola sceglie di giocare proprio con la Nazionale del Mali (impegnata in questo periodo nella Coppa d’Africa) di cui è capitano. È un centrocampista con grande esperienza internazionale, dotato tecnicamente e anche assai grintoso. È anche molto abile nel recuperare i palloni ed ha un tiro potente e preciso. Conosce già il calcio italiano perché ha militato nelle file della Juventus, che lo acquistò per 10 milioni di euro dal Liverpool. Da gennaio del 2008 a giugno del 2011 colleziona

con la maglia bianconera 71 presenze in campionato, realizzando 3 gol, il primo dei quali in rovesciata alla Fiorentina il 2 marzo 2008 nel

match poi vinto dai viola in rimonta per 3-2. Sissoko è l’ottavo di 15 fratelli, due dei quali, Ibrahim e Abdul, sono calciatori professionisti. È ni-

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pote di Salif Keita, presidente della Federcalcio del Mali e cugino del centrocampista Seydou Keita. La Fiorentina ha acquistato Sissoko

dal Paris Saint-Germain, il club guidato da Ancelotti, in prestito gratuito con diritto di riscatto dell’intero cartellino a fine giugno al prezzo

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Parteciperanno i gruppi storici: Calcio storico fiorentino - Gruppo storico Montemurlo Giostra del saracino Arezzo - Gruppo storico Bagno a Ripoli Gruppo storico di Signa - Rapp. Fed. Giochi Storici inoltre parteciparanno i comuni gemelleati di FRANCIA, BELGIO E GERMANIA

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 già prefissato di 3,5 milioni di euro. Il giocatore percepirà da qui a fine stagione un ingaggio di 600.000 euro dalla società viola. Il resto gli verrà conferito dal Paris Saint-Germain. Sissoko a Parigi nell’ultimo periodo è stato impiegato poco. In questa stagione ha al suo attivo solo 7 presenze, 3 in campionato, altrettante in Champions League e una in Coppa di Francia. Di qui anche il suo desiderio di giocare con continuità. Sissoko cresce in Francia nelle giovanili prima del Troyes e poi dell’Auxerre, senza mai debuttare in prima squadra. Passa al Valencia e vi gioca per due stagioni, nel 2003/04 e nel 2004/05, disputando 45 incontri. Poi viene acquistato dal Liverpool, sponsorizzato da Rafa Benitez che lo aveva avuto proprio al Valencia. Da luglio del 2008 a gennaio del 2010 colleziona con i Reds 51 gettoni di presen-

Fiorentina - Parma

za, siglando un gol. Dopo l’esperienza alla Juventus passa al Paris Saint-Germain nell’estate del 2011. Nella prima stagione ha giocato 25 partite, realizzando 2 reti. Poi in questa, invece, rimane ai margini della prima squadra fino a quando non è piombata su di lui la Fiorentina grazie ai suoi uomini mercato, sempre pronti a tirar fuori dal cilindro colpi inaspettati e importanti. Eduardo Macia, del resto, conosce molto bene Sissoko, perché lo ha avuto in due club nei quali ha lavorato, il Valencia e il Liverpool. Il palmarès del neo centrocampista viola è molto ricco. Ha vinto con il Valencia nel 2003/04 lo scudetto e la Coppa Uefa e nel 2004 la Supercoppa europea, mentre con il Liverpool la Coppa d’Inghilterra nel 2005/06, la Community Shield nel 2006 e la Supercoppa europea nel 2005. R.L.P.

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Rafal WOLSKI

asce a Kozienice in Polonia il 10 novembre 1992. Cresce nelle giovanili dello Jastrab Glowaczow. Poi nell’estate del 2008 arriva al Legia Varsavia, uno dei club più prestigiosi del suo paese. Dapprima viene impiegato nelle formazioni giovanili. Poi debutta in prima squadra. E conquista due coppe di Polonia nel 2010/11 e nel 2011/12. Non male davvero per un giocatore di appena vent’anni. Le sue prestazioni non passano certo inosservate. E così Wolski viene convocato dal commissario tecnico Smuda in Nazionale, con la quale disputa tre partite (debutto contro la Lettonia). 2,50 È anche nella rosa Edella 3,50 ELLATE squadra che partecipa aiEcamE 3,00 TTI pionati europei dello scorso paese 4,50 RE anno svoltisi nel suo E

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ed in Ucraina, senza tuttavia scendere mai in campo. Poi, purtroppo, subisce un infortunio al tallone che lo tiene lontano dai campi di gioco per circa sei mesi. Ma adesso sta bene. È perfettamente guarito, tanto da essere ormai tornato a giocare. Così ha disputato il 22 gennaio scorso una partita contro l’Aarau. È stata l’ultima gara da lui giocata con il Legia Varsavia prima di passare alla Fiorentina. E nel giorno del suo addio ha confezionato una prestazione con i fiocchi, realizzando una rete e fornendo due assist. La trattativa con il Legia, che guida la classifica del campionato ma che è anche in grandi difficoltà economiche, è stata lunga e difficile. In un primo PEPSI,sembrava, PEPSI light, PEPSI che twist tempo infatti, ARANCIATA slam, 7UP, BIRRA il club polacco volesse tratte-

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nere Wolski fino a giugno per puntare alla conquista dello scudetto e alla partecipazione alla Champions League (grazie alla quale ci sarebbero stati degli introiti). Poi, però, di fronte alla corte serrata della Fiorentina è arrivata la decisione di cederlo adesso, nel mercato di gennaio, per cercare di sanare in qualche modo il bilancio. Wolski è stato acquistato dalla società viola a titolo definitivo E 2,00 per due milioni e duecenE 1,00

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tomila euro più un bonus di altri cinquecentomila ed ha firmato un contratto fino al 2017. La Fiorentina lo stava seguendo da molto tempo, già prima del suo infortunio. Wolski è un giocatore molto maturo per la sua età e soprattutto è dotato di grande classe ma è anche molto dotato dal punto di vista fisico. È considerato uno dei migliori prodotti del calcio polacco degli ultimi anni. È insomma uno di quegli

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elementi che piacciono tanto a Vincenzo Montella. È un trequartista classico. Giostra a ridosso delle punte o dell’unica punta a seconda del modulo adottato dall’allenatore. Quello sembra il suo ruolo preferito. Tuttavia Wolski può essere impiegato anche come interno di centrocampo. Toccherà al tecnico viola trovargli il ruolo più adatto per farlo esprimere al meglio delle sue capacità. R.L.P.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

Nuovi Acquisti

Matias VECINO Valero

conosciuto semplicemente come Vecino. Nasce a Canelones in Uruguay il 24 agosto 1991 da famiglia di origini molisane. Cresciuto nel Central Español passa poi al Nacional di Montevideo, una delle formazioni più importanti del suo paese. E con il Nacional conquista uno scudetto. È proprio da questo club che la Fiorentina lo acquista a titolo definitivo per due milioni e mezzo di

euro. Per lui è già pronto un contratto quadriennale. Tuttavia, prima della firma del contratto, deve arrivare il passaporto comunitario che il neo giocatore viola ha già chiesto peraltro da

parecchio tempo. Comunque un fatto positivo in tutta questa vicenda c’è già. Grazie, infatti, ad una liberatoria firmata dal Nacional, a prescindere dalla data in cui avverrà il tesseramento, Vecino potrà restare a Firenze ad allenarsi con i compagni (cosa che infatti ha già iniziato a fare). Certo per lui in questo caso mancherebbero la partite. Ma il fatto di iniziare da subito a lavorare con Montella e a capire i meccanismi di gioco della Fiorentina non è cosa da poco per un ragazzo di appena ventidue anni che viene da una realtà completamente diversa quale è l’Uruguay. Vecino è un centrocampista molto duttile, in grado di ricoprire tutti i ruoli di questo reparto. Può essere impiegato sia come regista che come trequartista ma anche come mez-

zala. Insomma Montella ha a disposizione un elemento in grado di risolvere i problemi del presente e del futuro della Fiorentina. Se, infatti, il tecnico viola lo ritenesse in grado di fare il

regista potrebbe essere lui l’alter ego di Pizarro. E in questo caso Pradè e Macia non dovrebbero cercare un sostituto del cileno nel prossimo mercato estivo. R.L.P.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

Nuovi Acquisti

Marvin

Compper

asce a Tubinga in Germania il 14 gennaio 1985. Cresciuto nelle giovanili dello Stoccarda, passa poi al Borussia Möenchengladbach. Dal gennaio del 2008 è all’Hoffenheim. Figlio di un emigrato dall’isola di Guadalupa nelle Antille francesi, Compper è l’unico giocatore del suo club ad avere indossato, sia pure per una partita soltanto, la maglia della nazionale tedesca (contro l’Inghilterra a Berlino nel 2008). Diventa presto uno dei giocatori più importanti dell’Hoffenheim. E così per lui arriva anche la fascia di capitano di una squadra che nell’anno della

promozione in Bundesliga si laurea campione d’inverno. In questa stagione, però, le cose vanno male per il suo club. E l’Hoffenheim finisce in zona retrocessione. A pagarne le conseguenze è il tecnico Markus Babbel che, prima della sosta natalizia del campionato, viene esonerato. Al suo posto arriva Marco Kurz, che rivoluziona l’assetto tattico della squadra. Solo così ritiene di poter ottenere la salvezza. Compper, titolare per tutto il girone d’andata, contesta le strategie del nuovo allenatore. Così finisce in panchina. E da qui nasce la sua voglia di lasciare subito l’Hoffenheim, con il quale

comunque il contratto scade a giugno. La Fiorentina lo acquista a titolo definitivo per duecentomila euro circa. Insomma è il classico affarone di Pradè e Macia. A lui è stato fatto firmare un contratto triennale (scadenza giugno 2016). Compper,

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forte fisicamente, è un difensore centrale mancino, bravo nel gioco d’anticipo e in quello aereo. È una soluzione in più per Montella per il reparto arretrato. Oltre tutto è un elemento esperto ma non certo vecchio (a giugno compirà 28 anni) ed è in grado di

inserirsi subito nei meccanismi della squadra viola. Da registrare anche l’arrivo in prestitodal Venezia di un altro mancino, ovvero del giovane Luca Zanon, terzino sinistro classe 1996. Giocatore, a detta di Pradè, di grande prospettiva. R.L.P.

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Primo Piatto chitarrette nere alla pirata con ombrina, calamari spillo e pomodorino confit Secondo Piatto trancio di branzino pescato all’amo cotto in padella con Vernaccia di San Gimignano Riserva servito con duxelles di verdure croccanti Vino abbinato: Gavi D.O.C.G Principessa di Gavia

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Noi siamo VIOLA!

Noi siamo VIOLA! 1^ giornata Andata

Ritorno

25/8/2012 0-1 2-0 2-1 2-0 2-0 0-1 0-3 0-3 2-2 0-0

4^ giornata Andata 23/9/2012 1-0 1-1 0-3 0-0 0-2 2-0 0-1 1-1 1-1 2-1

Ritorno 3/2/2013

Atalanta-Palermo Bologna-Pescara Cagliari-Roma Catania-Napoli Inter-Siena Juventus-Chievo Lazio-Genoa Parma-Fiorentina Sampdoria-Torino Udinese-Milan

12^ giornata Andata 11/11/2012 3-2 0-0 2-2 2-4 3-2 1-3 2-0 0-0 1-6 1-0

Ritorno 7/4/2013

Atalanta-Inter Cagliari-Catania Chievo-Udinese Genoa-Napoli Lazio-Roma Milan-Fiorentina Palermo-Sampdoria Parma-Siena Pescara-Juventus Torino-Bologna

13/01/2013

Atalanta-Lazio Chievo-Bologna Fiorentina-Udinese Genoa-Cagliari Juventus-Parma Milan-Sampdoria Palermo-Napoli Pescara-Inter Roma-Catania Siena-Torino

5^ giornata Andata 26/9/2012 2-1 0-2 0-0 1-1 2-0 3-0 1-0 1-1 1-0 0-0

18/11/2012 3-0 2-1 4-1 2-2 0-0 2-2 2-0 3-1 1-0 2-2

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1-3

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Ritorno

Catania-Atalanta Chievo-Inter Fiorentina-Juventus Genoa-Parma Milan-Cagliari Napoli-Lazio Pescara-Palermo Roma-Sampdoria Siena-Bologna Torino-Udinese Ritorno 14/4/2013

Bologna-Palermo Catania-Chievo Fiorentina-Atalanta Inter-Cagliari Juventus-Lazio Napoli-Milan Roma-Torino Sampdoria-Genoa Siena-Pescara Udinese-Parma

2/9/2012

0-2

10/2/2013

13^ giornata Andata

2^ giornata Andata -

Ritorno 20/1/2013

Bologna-Milan Cagliari-Atalanta Catania-Genoa Inter-Roma Lazio-Palermo Napoli-Fiorentina Parma-Chievo Sampdoria-Siena Torino-Pescara Udinese-Juventus

6^ giornata Andata 30/9/2012 1-5 4-0 1-2 2-1 4-1 2-1 4-1 1-1 0-1 0-0

25/11/2012 0-1 0-1 0-0 3-0 1-0 3-1 1-0 0-1 1-0 2-2

16/9/2012

1-2

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Ritorno 17/2/2013

Atalanta-Torino Bologna-Catania Cagliari-Pescara Inter-Fiorentina Juventus-Roma Lazio-Siena Palermo-Chievo Parma-Milan Sampdoria-Napoli Udinese-Genoa

14^ giornata Andata

3^ giornata Andata

7/10/2012 2-1 1-0 1-1 0-1 2-1 0-3 2-0 1-2 0-1

21/4/2013

Atalanta-Genoa Cagliari-Napoli Chievo-Siena Lazio-Udinese Milan-Juventus Palermo-Catania Parma-Inter Pescara-Roma Sampdoria-Bologna Torino-Fiorentina

Chievo-Lazio Fiorentina-Catania Genoa-Juventus Milan-Atalanta Napoli-Parma Palermo-Cagliari Pescara-Sampdoria Roma-Bologna Siena-Udinese Torino-Inter

7^ giornata Andata 2-0

Ritorno

2-1 1-3 2-2 2-4 1-0 3-0 2-1 5-1 1-3 4-1

1-0 1-2 1-1 1-0 2-1 1-1 0-6 3-3 0-1 2-2

Ritorno 24/2/2013

Catania-Parma Chievo-Sampdoria Fiorentina-Bologna Genoa-Palermo Milan-Inter Napoli-Udinese Pescara-Lazio Roma-Atalanta Siena-Juventus Torino-Cagliari

15^ giornata Andata 2/12/2012

Ritorno 27/1/2013

Ritorno 28/4/2013

Bologna-Atalanta Catania-Milan Fiorentina-Sampdoria Genoa-Chievo Inter-Palermo Juventus-Torino Lazio-Parma Napoli-Pescara Siena-Roma Udinese-Cagliari

Noi siamo VIOLA! La classifica

PARTITE

in casa

in trasferta

gol

squadra

P g v n p g v n p g v n p F S

1) Juventus 2) Napoli 3) Lazio 4) Inter 5) Milan 6) Fiorentina 7) Catania

49 22 15 4 3 12 8 2 2 10 7 2 46 22 14 4 4 11 8 2 1 11 6 2 43 22 13 4 5 12 9 1 2 10 4 3 40 22 12 4 6 11 6 3 2 11 6 1 37 22 11 4 7 11 7 0 4 11 4 4 36 22 10 6 6 11 7 3 1 11 3 3 35 22 10 5 7 12 8 2 2 10 2 3

PARTITE

1 46 15 3 43 20 3 32 22 4 35 25 3 39 28 5 39 27 5 31 28

in casa

in trasferta

gol

P g v n p g v n p g v n p F S

squadra

8) Roma 34 22 10 4 8 10 5 3 2 12 5 1 9) Udinese 33 22 8 9 5 11 6 4 1 11 2 5 10) Parma 31 22 8 7 7 11 6 4 1 11 2 3 11) Chievo 28 22 8 4 10 11 5 4 2 11 3 0 12) Torino 27 22 6 10 6 10 4 2 4 12 2 8 13) Sampdoria* 24 22 7 4 11 11 4 2 5 11 3 2 14) Atalanta° 23 22 7 4 11 11 5 2 4 11 2 2

6 47 38 4 33 31 6 30 29 8 23 34 2 27 26 6 28 29 7 19 32

squadra

15) Bologna 16) Cagliari 17) Pescara 18) Genoa 19) Palermo 20) Siena◆

PARTITE

in casa

in trasferta

gol

P g v n p g v n p g v n p F S 22 22 6 4 12 11 4 4 3 11 2 0 21 22 5 6 11 11 3 3 5 11 2 3 20 22 6 2 14 11 4 1 6 11 2 1 18 22 4 6 12 11 2 3 6 11 2 3 17 22 3 8 11 10 3 4 3 12 0 4 14 22 5 5 12 11 4 3 4 11 1 2

9 29 31 6 21 28 8 17 45 6 22 35 8 19 35 8 20 32

Penalizzazioni: * -1 punto; ° -2 punti; ◆ -6 punti;

Le soste Oltre a quelle di Natale (non si gioca domenica 30 dicembre, ma si riprende all’Epifania) e Pasqua, ci saranno altri “vuoti domenicali” in occasione degli impegni della Nazionale (9 settembre, 14 ottobre e 24 marzo).

8^ giornata Andata 21/10/2012 2-1 1-0 1-1 2-4 2-0 2-0 3-2 0-0 2-1 1-0

Ritorno 3/3/2013

Atalanta-Siena Cagliari-Bologna Chievo-Fiorentina Genoa-Roma Inter-Catania Juventus-Napoli Lazio-Milan Palermo-Torino Parma-Sampdoria Udinese-Pescara

16^ giornata Andata 9/12/2012 2-1 0-0 0-2 2-1 0-1 2-0 2-4 0-2 1-3 2-4

Ritorno 5/5/2013

Atalanta-Parma Bologna-Lazio Cagliari-Chievo Inter-Napoli Palermo-Juventus Pescara-Genoa Roma-Fiorentina Sampdoria-Udinese Siena-Catania Torino-Milan

9^ giornata Andata 28/10/2012 1-3 0-1 2-0 1-0 1-0 0-0 2-3 0-1 0-0 1-3

Ritorno 10/3/2013

Bologna-Inter Catania-Juventus Fiorentina-Lazio Milan-Genoa Napoli-Chievo Pescara-Atalanta Roma-Udinese Sampdoria-Cagliari Siena-Palermo Torino-Parma

17^ giornata Andata 16/12/2012 3-1 1-0 4-1 1-1 3-0 1-0 4-1 2-3 4-1 1-1

10^ giornata Andata 31/10/2012 1-0 4-2 2-0 0-1 3-2 2-1 1-1 2-2 3-2 2-2

Ritorno 8/5/2013

Catania-Sampdoria Chievo-Roma Fiorentina-Siena Genoa-Torino Juventus-Atalanta Lazio-Inter Milan-Pescara Napoli-Bologna Parma-Cagliari Udinese-Palermo

17/3/2013

Atalanta-Napoli Cagliari-Siena Chievo-Pescara Genoa-Fiorentina Inter-Sampdoria Juventus-Bologna Lazio-Torino Palermo-Milan Parma-Roma Udinese-Catania

18^ giornata Andata 22/12/2012 1-1 1-2 1-3 1-1 0-3 2-1 4-2 0-1 0-2 2-0

Ritorno

Ritorno 12/5/2013

Atalanta-Udinese Bologna-Parma Cagliari-Juventus Inter-Genoa Palermo-Fiorentina Pescara-Catania Roma-Milan Sampdoria-Lazio Siena-Napoli Torino-Chievo

11^ giornata Andata 4/11/2012 1-1 4-0 4-1 1-3 5-1 1-1 2-0 4-1 1-2 1-0

Bologna-Udinese Catania-Lazio Fiorentina-Cagliari Juventus-Inter Milan-Chievo Napoli-Torino Pescara-Parma Roma-Palermo Sampdoria-Atalanta Siena-Genoa

19^ giornata Andata 6/1/2013 0-0 1-0 0-2 2-0 1-2 2-1 2-1 4-1 2-1 3-0

Ritorno 30/3/2013

Ritorno 19/5/2013

Catania-Torino Chievo-Atalanta Fiorentina-Pescara Genoa-Bologna Juventus-Sampdoria Lazio-Cagliari Milan-Siena Napoli-Roma Parma-Palermo Udinese-Inter

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Fiorentina - Parma

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

La Formazione

a Fiorentina torna a giocare al Franchi dopo la beffarda sconfitta di Catania, nella quale Vincenzo Montella ha perso anche Aquilani, che è stato squalificato per due giornate dal Giudice Sportivo dopo le frasi irriguardose rivolte all’arbitro Celi. L’Aeroplanino non sembra orientato a cambiare impostazione tattica e contro il Parma di Donadoni riproporrà il 3-52 che ha fatto volare la Fiorentina nel girone d’andata, ma che dall’inizio dell’anno nuovo ha balbettato (complice anche una certa dose di sfortuna). Il capitolo portiere rimane più che mai aperto. La scelta di Montella è ricaduta – almeno nelle ultime settimane - su Neto, ma le incertezze del giovane brasiliano hanno spinto l’opinione pubblica a caldeggiare un ritorno fra i pali di Viviano. E probabilmente Montella ha deciso di rilanciare dal primo minuto il portiere fiorentino. In difesa, complici gli errori commessi contro Napoli e Catania in occasione dei gol di Cavani e Castro, Roncaglia potrebbe sedersi in panchina. E allora Savic (il più lucido dei tre di difesa in questo scorcio di stagione) potrebbe prendere il suo posto a destra, mentre a sinistra potrebbe toccare a Tomovic. Al centro ci sarà come sempre Gonzalo Rodriguez. A centrocampo troveremo Cuadrado largo a destra e capitan Pasqual sul versante opposto, mentre la linea mediana dovrebbe essere formata da Pizarro (al rientro dopo l’infortunio contro il Pescara) in cabina di re-

Fiorentina - Parma

LE Probabili formazioni Fiorentina - Parma

gia, con l’onnipresente Borja Valero e Migliaccio ai suoi fianchi. L’ex Palermo dovrebbe essere il prescelto per prendere il posto di Aquilani. In attacco, dopo la panchina di Catania, Luca Toni potrebbe ritrovare una maglia da titolare per giocare al fianco di Jovetic. In panchina dovrebbe andare Ljajic, insieme al rientrante El Hamdaoui (reduce da una Coppa d’Africa più che deludente con il Marocco). Il Parma arriva a Firenze forte di una buona classifica, ma sicuramente agguerrito per aver perso l’imbattibilità casalinga per mano del Napoli. Donadoni, che si schiererà a specchio con la Fiorentina, dovrà fare a meno di Santacroce (infortunio al ginocchio che lo terrà fuori almeno dieci giorni), ma potrà contare in difesa sul nuovo acquisto Coda, proveniente dall’Udinese. In porta ci sarà Mirante, che sarà protetto da una linea a tre composta da Benalouane (in vantaggio sul nuovo arrivato), Paletta e Lucarelli. A centrocampo gli esterni saranno Biabiany e l’ex Gobbi, mentre fra gli interni ci saranno altri due ex viola: Valdes davanti alla difesa e Marchionni sul centro-destra, con Parolo che completerà il reparto. In attacco Sansone e Belfodil formeranno una coppia particolarmente affiatata e prolifica, con Amauri che dovrebbe accomodarsi in panchina.

STADIO Artemio Franchi ORE 15.00

Fiorentina 3-5-2

Jovetic Borja Valero

15 Savic, 2 G. Rodriguez, 40 Tomovic;

Cuadrado

Pizarro

Tomovic

1 Viviano

Toni

Pasqual

Migliaccio

11 Cuadrado, 21 Migliaccio, 7 Pizarro, 20 Borja Valero, 23 Pasqual;

G. Rodriguez Savic

Viviano

8 Jovetic, 30 Toni Allenatore: Vincenzo Montella

PARMA 3-5-2 83 Mirante

Belfodil

28 Benalouane, 29 Paletta, 6 Lucarelli;

Gobbi

7 Biabiany, 32 Marchionni, 10 Valdes, 16 Parolo, 18 Gobbi;

Sansone

Biabiany Marchionni

Parolo

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Valdes Paletta

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9 Belfodil, 21 Sansone Allenatore: Roberto Donadoni

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Stagione Viola

Fiorentina - Parma

Prima titolare, poi escluso dopo gli errori di Roma, quindi in partenza. Fino al colpo di scena cercato dal portiere e avallato dalla Fiorentina

VIVIANO ‘UNO DI NOI’: RIECCO TRA I PALI VIOLA IL FIGLIOL PRODIGO di Michela Lanza

ora ricominciamo. Ricominciamo da qui. Ricominciamo insieme. Emiliano Viviano e la Fiorentina, dopo un periodo di crisi amorosa, dopo una pausa di riflessione, si sono ritrovati e la storia continua. Almeno per adesso. Almeno per un altro po’. Il portiere fiorentino si è ripreso la ‘sua’ porta e probabilmente anche il destino, affinché ciò avvenisse, ha scritto parte della favola. DALLE STELLE ALLE STALLE. Quando Viviano è arrivato a Firenze in estate l’entusiasmo era alle stelle. La Fiorentina aveva restituito alla gente la gioia di poter applaudire uno che per la maglia viola avrebbe dato tutto, che c’avrebbe messo il cuore, a differenza di un gruppo – quello dello scorso anno – che di passione e attaccamento alla maglia non ne voleva sapere. Il numero 1 nato a Fiesole aveva restituito ai fiorentini l’orgoglio di tifare un viola doc, nonché un portiere considerato tra i migliori in Italia e facente parte del giro della Nazionale. Addirittura la gioia di vederlo arrivare

a Firenze dopo una lunga ed estenuante trattativa aveva spinto qualcuno ad osare, ad immaginare per lui l’abito di capitano e leader cucito addosso da subito, senza aspettare un minuto di più, scavalcando gerarchie e dribblando le leggi non scritte del calcio. Per non pensare

poi a chi, ancor più entusiasta, avrebbe in maniera provocatoria consegnato a Viviano la maglia numero 10, perché ritenuto l’unico in grado di poterla indossare, e non certo per le sue caratteristiche tecniche, ma per la sua etichetta di simbolo. Tutto questo era un disegno

stupendo, era l’inizio di una favola voluta da tutti. Di un sogno realizzato. Fino a quando, poi, l’arbitro non ha fischiato l’inizio dei giochi ed Emiliano è stato osservato, messo sotto la lente d’ingrandimento in virtù di qualche prestazione considerata da molti al di sotto delle sue possibilità. O quantomeno con troppe sbavature. Tutto è iniziato a Napoli, alla seconda di campionato, quando Viviano fu accusato di non essere stato impeccabile sul vantaggio dei partenopei. Poi qualcuno ha storto la bocca a Verona, contro il Chievo, imputando al portiere viola di essere stato lento e poco reattivo su un tiro apparentemente non imprendibile di Thereau. E ancora dubbi a Milano, dove lo stesso portiere ha ammesso di aver commesso un errore sul gol di Pazzini che riaprì momentaneamente la partita di San Siro. E ancora è rimasta negli occhi di molti la ‘papera’ casalinga contro l’Atalanta che consentì a Bonaventura di pareggiare il gol di Rodriguez (prima che i viola, poi, dilagassero). Solo una settimana più tardi fu criticato a Torino, dove

per l’opinione pubblica non fu impeccabile sia sul gol di Cerci che su quello di Birsa. Infine la goccia che ha fatto traboccare il vaso, Roma, dove ha commesso gli errori più evidenti: calcolando male la traiettoria sul colpo di testa di Castan che sbloccò la partita e facendosi ‘piegare’ le mani da un tiro dalla distanza e centrale di capitan Totti, che di fatto chiuse la gara. Insomma una sagra di errori o pseudo tali che ha portato il tecnico Vincenzo Montella, che lo aveva scelto come titolare della sua Fiorentina, a pensare che Viviano non fosse sereno. Che avesse bisogno di un periodo di riposo. Da lì, l’esclusione. L’OCCASIONE PERSA. Così dal match col Siena in casa del 16 dicembre, Montella ha consegnato al brasiliano Neto le chiavi della porta viola e lui, inizialmente, ha ripagato la sua fiducia sfoggiando un paio di prestazioni ‘normali’ e una superlativa a Udine in Coppa Italia, dove per il passaggio del turno, ad onor del vero, fu determinante. Ma la magia è durata fino a Natale, perché al rientro delle vacanze, il portierino verdeoro

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 ha dimostrato – anch’egli – di non essere del tutto affidabile e in tre partite su cinque giocate ha commesso errori evidenti, che hanno pesato ai fini del risultato. A Udine, in campionato, non si è ripetuto ed ha ‘regalato’ letteralmente il gol del 3-1 a Muriel, chiudendo il match del Friuli nella stessa maniera in cui Viviano chiuse quello dell’Olimpico. Tre giorni più tardi, in Coppa contro la Roma, non è stato perfetto sul gol di Destro, a distanza ravvicinata: c’è chi afferma che nell’area piccola quei palloni devono essere preda dei portieri. Infine, dopo la pregevole parata contro il Napoli su colpo di testa di Pandev (che ha evitato alla Fiorentina l’ennesima sconfitta del 2013), ha definitivamente ri-perso il posto in squadra a Catania, dove su entrambe le reti (di Legrottaglie e di Castro) ha commesso errori che, stando ai fatti, si sono rivelati imperdonabili. Così, quella che era diventata l’occasione della vita, attesa per due anni da quando nel 2011 approdò alla Fiorentina, è diventata un boomerang per lui che, quell’occasione, non l’ha saputa sfruttare. EMILIANO 2, IL RITORNO. E allora a furor di popolo è stato chiesto a gran voce il ritorno di Viviano. Così Montella e la società viola si sono confrontati sul da farsi ed hanno preso una

Fiorentina - Parma

decisione: restituire la porta al figliol prodigo. Il ritorno di Viviano, già da oggi. Colui che sembrava in partenza, colui che solo una settimana fa sembrava con la valigia pronta – direzione Bologna – si è ripreso il suo posto. Più voglioso che mai. Più carico che mai. Con la certezza, questa volta, di dimostrare tutte le sue qualità tecniche. Qualità che l’allenatore napoletano, comunque, conosce bene, visto che lo ha sempre considerato il titolare. Oggi contro il Parma c’è da ricominciare. Da ricominciare a vincere. E Viviano dovrà fare la sua parte. Ora tocca anche a lui, impegnandosi e lavorando con la massima dedizione, dimostrare a Montella che la scelta di puntare su di lui è stata giusta. Ma tocca anche al… mese di febbraio. Dopo un gennaio nero, la speranza è che febbraio sorrida a Montella così come ha fatto a Catania un anno fa, quando l’Aeroplanino ottenne 3 vittorie (a Siena, col Genoa e col Novara), un pareggio (a Cesena) e una sola sconfitta (a Torino con la Juve). Che la sorte, insomma, torni a sorridere alla Fiorentina. Perché la sfortuna del mese di gennaio, messa in risalto dagli errori dei singoli, ma soprattutto da pali e traverse, una squadra così bella non se la merita. E che la favola continui…

Al dirigente viola il Premio Tmw Awards 2012

DANIELE PRADÈ RE DEL CALCIOMERCATO

Daniele Pradè è l’uomo-mercato del 2012. E non è un caso che mercoledì scorso a Milano, presso la sede del calciomercato, l’Atahotel Executive, abbia ricevuto il Premio TMW Awards 2012 - unico riconoscimento riservato alla categoria dei direttori sportivi, arrivato ormai alla sua 4ª edizione - come miglior direttore sportivo dell’anno. Sono stati i lettori ad eleggerlo numero uno del mercato, dopo che in passato avevano investito di tale nomina Pantaleo Corvino (Fiorentina, 2009), Pietro Lo Monaco (Catania, 2010), Pierpaolo Marino (Napoli, 2011). Segno evidente che la Fiorentina ha lavorato bene e sta continuando a farlo (due ds viola premiati in quattro anni non sono una causalità). Premiato dal ‘padrone di casa’, il direttore di Tuttomercatoweb.com Michele Criscitiello, il ds viola si è mostrato felice e soddisfatto del riconoscimento: «Sono fiero e orgoglioso di ricevere questo premio, che però voglio condividere ed estendere alla società viola, ai miei collaboratori e a tutti coloro che lavorano alla Fiorentina. Perché quando un ds vince un premio è sempre merito anche delle altre componenti, significa che ci sono state delle scelte comuni. Lo considero un riconoscimento importante, basta andare a vedere i nomi dei precedenti vincitori, tutti direttori sportivi che hanno un background importante. Probabilmente sono stato votato io in virtù delle tante operazioni di mercato effettuate dalla Fiorentina che aveva bisogno di ripartire. Quindi ringrazio i lettori, che evidentemente hanno fatto caso a quanto ha lavorato sul mercato la Fiorentina, e che hanno scelto me». Tanto ha fatto in estate e tanto ha fatto a gennaio, ma mai trattando con la Juve dopo la diatriba nata dal caso-Berbatov: «Con la società bianconera non ci siamo più parlati, lo sgarbo su Barbatov non lo abbiamo digerito. Quagliarella, benché gli riconosciamo di essere un grande giocatore, non lo abbiamo mai cercato». Però non chiedete a Pradè di scegliere tra le operazioni di mercato portate in porto quella più importante, più

significativa: «Non mi va di fare un nome, vorrebbe dire sminuire gli altri». E allora il nome gli è stato suggerito: «Borja Valero? È fortissimo. È un calciatore che altri top club non hanno preso solamente perché spagnolo. C’è stata titubanza e prevenzione nei suoi riguardi semplicemente perché in Italia gli spagnoli non hanno mai avuto una grande tradizione. In generale, ci tengo a precisare che insieme a Montella abbiamo puntato sulla qualità del gioco. Da lì siamo partiti, sperando di fare un percorso giusto e vincente, indipendentemente dalle ultime cinque partite che hanno registrato un calo sotto il profilo dei risultati. L’acquisto di Luca Zanon? Credo nel giusto mix tra giovani e giocatori esperti. Zanon è un giovane di prospettiva, un terzino sinistro, quindi merce rara nel nostro calcio». Infine, a margine della premiazione, il ds Pradè ha voluto ribadire la fiducia della Fiorentina nel suo portiere, Emiliano Viviano e ha chiosato sugli ultimi colpi di mercato: «Non è assolutamente stato un acquisto boomerang. È partito alla grandissima e con entusiasmo, poi ha sentito un po’ la pressione della sua città, della tifoseria. Ma siamo tutti convinti che Emiliano ci darà una grossa mano, perché è un portiere forte, fa parte della Nazionale. Non è in discussione. Per quanto riguarda gli ultimi arrivi, siamo contenti dei colpi che abbiamo fatto. Sissoko? È un centrocampista con caratteristiche diverse da quelli che avevamo e sono convinto che sarà utile nel nostro percorso di crescita. Vorrei chiudere dicendo che lavorare con la famiglia Della Valle è davvero un piacere». Non ci sono dubbi che, tirando le somme, anche nella finestra di gennaio la Fiorentina sia stata una vera ‘regina’ del calciomercato. Lo testimoniano i tanti acquisti pensati e studiati, ma anche questo premio consegnato a Pradè. La strada per crescere sembra proprio essere quella giusta.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Il Personaggio

Fiorentina - Parma

Dopo l’esperienza in viola e l’unica indimenticabile rete al Milan

versus AMAURI, DUE ‘VECCHIETTI’ DA 178 GOL IN A

TONI

di far valere la sua rivalsa dopo sei mesi in casacca gigliata tempestati dalla jella e da insormontabili difficoltà. Solo una, infatti, è stata la gioia che Amauri è riuscito a regalare al popolo viola nella travagliata esperienza a Firenze: una perla al 92’ che ha permesso alla Fiorentina di sbancare San Siro dopo oltre dieci anni e che ha costituito il primo solido mattone per una sudata salvezza, arrivata per i viola solo alla penultima giornata di campionato. Dall’altra parte invece, per Luca Toni, il feeling con la maglia della Fiorentina è ed è stato ben diverso. Per lui infatti parlano i numeri: 85 presenze 53 gol sono quelli collezionati nella massima serie a cavallo

di Andrea Giannattasio

ieci centimetri, tre anni e trentasei gol in serie A di differenza ma una maglia viola in comune: può essere riassunto così il confronto - apparentemente impietoso - tra l’attuale bomber della Fiorentina Luca Toni (107 reti in A per lui) e quello, davvero sfortunato, della passata stagione, quell’Amauri Carvalho de Olivera (71 gol in A) che quest’oggi lo stadio Franchi si troverà davanti (e Firenze sa bene quanto l’attaccante oggi al Parma possa far male da avversario…) e che, se troverà spazio visto che la coppia Sansone-Belfodil sta dando garanzie e gol a Donadoni, cercherà

delle sue due esperienze nel capoluogo toscano. La prima – indimenticabile – è quella del biennio 2005-2007, quando il bomber di Pavullo a suon di reti riuscì prima a spedire la Fiorentina nell’Europa che conta (poi cancellata a seguito delle ben note vicende giudiziarie di Calciopoli), poi spazzò via la penalizzazione inflitta ai viola, permettendo alla Fiorentina di approdare ad una storica qualificazione alla Coppa Uefa, un traguardo clamoroso al netto del pesante handicap di inizio stagione. La seconda, quella attuale, racconta invece di un Toni letteralmente rinato a Firenze, dopo le faticose esperienze con la maglia di Roma e Genoa

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Fiorentina - Parma

il brasiliano torna al Franchi da avversario in Fiorentina-Parma prima e Juventus poi e quella, deludente, presso l’Al-Nasr di Walter Zenga, dove il centravanti di Pavullo aveva smarrito la via del gol ed in parte anche se stesso. DESTINO INTRECCIATO. La storia di questi due bomber, però, non ha in comune soltanto la maglia della Fiorentina: sono tante le vicende che in un modo o nell’altro infatti hanno accomunato le esperienze calcistiche dei due giocatori. La prima, forse quella più importante, è legata alla calda estate del 2006 quando Toni, fresco vincitore del Mondiale e della ‘Scarpa d’oro’ (primo giocatore italiano ad esserci riuscito), sembrava ormai destinato a lasciare Firenze per approdare all’Inter di Mancini. Così Pantaleo Corvino, per cautelarsi, aveva individuato come eventuale sostituto del bomber di Pavullo proprio Amauri che allora militava nel Chievo Verona ed era reduce da un’annata sontuosa condita da undici reti e uno storico settimo posto della squadra veneta ottenuto sul campo (poi divenuto ‘miracolosamente’ quarto a seguito delle penalizzazioni inflitte dopo Calciopoli). Ma

il deciso intervento di Diego Della Valle, che convinse Toni a restare ancora per una stagione alla Fiorentina penalizzata di ben 19 punti (poi divenuti 15), spalancò di fatto la strada al Palermo di Zamparini, per il quale a quel punto non fu difficile convincere l’italo-brasiliano a sposare il progetto rosanero. POCO SPAZIO. Un secondo punto in comune tra Toni ed Amauri riguarda il loro rapporto conflittuale con la Juventus, un club che – nonostante le promesse rivolte ai due bomber al loro arrivo – non si è poi certo peritato di emarginare col tempo i due giocatori, arrivati come veri salvatori della Patria e costretti a furor di popolo ad emigrare da Torino. Amauri infatti, arrivato nel 2008 come vero colpo-Champions, riuscì a giocare con una certa continuità solo nelle prime due stagioni, dopo le quali cominciò per lui una sorta di calvario che lo spinse, dopo la breve ma fortunata parentesi al Parma, ad accettare l’offerta della Fiorentina nel gennaio 2012, in crisi di risultati e fresca orfana di Gilardino. Toni al contrario, arrivato

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alla Juve in prestito nel gennaio 2011, trovò fin da subito poca considerazione cosicchè fu costretto dopo meno di un anno ad andarsene, un’esperienza durata appena sei freddi mesi e vissuta quasi da separato in casa. Il bianconero, per i due, non porta evidentemente bene. Ma c’è un altro colore che i due bomber hanno in comune nella loro storia calcistica: l’azzurro. Se Toni nella propria carriera ha collezionato 47 presenze nella Nazionale maggiore e 16 reti, per Amauri le porte di Coverciano si sono aperte solo una volta e, peraltro, con notevole ritardo, ovvero nell’agosto del 2010, quando l’allora neo ct Prandelli lo convocò per un’amichevole poi persa col Sudafrica, mettendo fine ad una lunga querelle circa le reali intenzioni del giocatore, diviso nella scelta tra la maglia verdeoro della Seleção e quella, più abbordabile ma non certo di minor prestigio, della Nazionale italiana. Quest’oggi Amauri e Toni saranno rivali sul campo. E a giudicare dallo score di entrambi c’è da scommettere che ne vedremo davvero delle belle.

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L’Esclusiva

Fiorentina - Parma

Intervista con l’ex bomber livornese attuale allenatore degli Allievi nazionali del Parma

CRISTIANO LUCARELLI: “La Fiorentina? È il mio GRANDE RIMPIANTO” di Tommaso Mattei

oteva essere una lunga storia d’amore, un corteggiamento cominciato nel lontano 1992, alla fine nulla è sbocciato ma l’ultima parola non è ancora detta. Sì perché Cristiano Lucarelli, attuale allenatore degli Allievi nazionali del Parma, è stato per estati intere un promesso sposo della Fiorentina senza mai arrivare a vestire la maglia viola. E per un sanguigno come l’ex bomber livornese il mancato arrivo in riva all’Arno è qualcosa che non va giù. Cristiano Lucarelli, ha mai avuto il rimpianto di non essere mai arrivato a Firenze? «Sì. Perché è stata una storia

metti a

lunga. È partita quando avevo 17 anni, venni più volte in prova settimane e settimane a La Villa (storica struttura dove si allenavano le giovanili della Fiorentina, ndr), per continuare poi nel tempo. Ogni anno sembrava che veramente fosse la volta buona, invece... Ci siamo rincorsi un po’ tutta la vita senza mai realizzare questo matrimonio. È chiaro che Firenze è una piazza tra le prime in Italia, una delle piazze migliori dove poter far calcio, dove poter fare il calciatore. Però un domani chissà... Se dovessi avere fortuna nel ruolo di allenatore come l’ho avuta da giocatore, magari in futuro mi toglierò la soddisfazione almeno di al-

lenarla (ride ndr)». Si può dire che è un suo obiettivo, un sogno? «Firenze è una piazza che fa gola anche ad allenatori già affermati, figuriamoci al sottoscritto, anche se sono ancora un aspirante tecnico. Quindi può essere un obiettivo importante». Veniamo all’attualità. Fiorentina–Parma è anche la sfida fra allenatori che stanno facendo benissimo (a parte l’attuale momento sfortunato viola) mostrando prima di tutto bel calcio. «Assolutamente si, io ho avuto la fortuna di lavorare con Donadoni e lo consideravo già bravo prima di vedere i risultati di quest’anno. È un

la Spagna ai calci di rigore dopo aver fatto 0-0 (la sua Italia fu l’unica squadra a non subire gol dagli iberici). Sappiamo tutti quel che ha fatto la Spagna da quel momento

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 in poi: ha vinto tutto, Europei e Mondiale. Anche alla luce di questo, ritengo che Donadoni abbia fatto un biennio ottimo. A Napoli è stata una parentesi sfortunata però aveva fatto bene pure a Livorno e a Cagliari. Insomma, Donadoni per quanto mi riguarda non è una sorpresa». E Montella? «Montella è stato una sorpresa nei suoi primi mesi alla Roma per come si è imposto nonostante fosse giovane come allenatore . Si è trovato a fronteggiare subito grandi campioni in una squadra importante e ambiziosa come la Roma e ha fatto molto bene. Ha ripetuto le ottime cose fatte in giallorosso l’anno scorso a Catania e ora a Firenze sta ripetendo un’altra stagione ad alto livello. Quindi anche per quanto riguarda Montella, si può parlare di ‘sorpresa’ fino a un certo punto». Prandelli ha dichiarato che il 3-5-2 è un modo di intendere l’aspetto tattico molto semplice ma non scontato e che il gioco di Montella rappresenta quello da preservare, fatto di coraggio e palleggio. Donadoni e Montella lo applicano con successo. Da allenatore questo

Fiorentina - Parma

aspetto tattico del calcio italiano la convince? «La penso come Prandelli però troppe volte si deve cercare di ottenere il massimo dai giocatori che si hanno a disposizione quindi non è facile fare subito risultati e bel gioco. Penso che poi il modulo non conti tanto. Escluso Maz-

ta è sempre il risultato, quindi qualsiasi modulo utilizzi quello che conta è il risultato, in Italia in particolar modo, quindi uno deve cercare di ottimizzare quello che ha a disposizione. Se hai giocatori per applicare quel modulo è bene farlo, altrimenti sarebbe autolesionistico. Credo, oltre-

zarri che già un po’ è legato a questo assetto tattico e lo sa ottimizzare al meglio da anni, gli altri devono rapportarsi con i giocatori che hanno in rosa. Alla fine quello che con-

tutto, che oggi gli allenatori guardino molto anche al fatto che le squadre devono essere camaleontiche, devono saper adottare due o tre moduli, cambiarli in corsa durante la

partita, durante la settimana. Ormai i calciatori devono essere pronti a tutto, a giocare a 3, giocare a 4, senza nessun tipo di problema». Lucarelli, stupito da Belfodil? «Sì, mi ha stupito perché non lo conoscevo, poi l’ho visto trequattro volte dal vivo e devo dire che è un giocatore che fisicamente ha grandissime qualità, per di più giovanissimo. Insomma un bel giocatore, mi piace». Su Jovetic che idea si è fatto? «È un giocatore che viene comunque da un lungo infortunio. Era normale che potesse a un certo punto pagare minuti di partita a cui non era più abituato. C’è chi recupera prima lo stato di forma ma ne risente poi. E c’è chi fa fatica all’inizio ma successivamente va alla grande. Lui probabilmente ha recuperato velocemente, poi però ha pagato dazio». Secondo lei è davvero un top player? «Penso di sì anche se non ha completato del tutto la sua crescita. Secondo me ha ancora ampi margini di miglioramento, però è sicuramente un predestinato». Lucarelli è stato il simbolo

del Livorno oltreché tifoso della squadra della sua città. Viviano rappresenta la stessa figura a Firenze, solamente con risultati diversi. Che succede? «All’inizio è stata durissima pure per me, non nego che anch’io il primo anno valutai a gennaio la possibilità di cambiare aria perché sembrerà strano ma è difficilissimo giocare nella propria città, molto difficile, quindi me l’aspettavo. È chiaro che Viviano si è trovato ad un bivio, doveva decidere se continuare a lottare per conservare il sogno della sua vita oppure cercare fortuna altrove. Se avesse mollato, se lo sarebbe portato dietro tutta la vita». Quindi, per lei, se avesse deciso di lasciare Firenze, avrebbe rimpianto la sua scelta? «Si, un rimpianto lo avrebbe avuto, e un domani sarebbe stato ancora più difficile ripresentarsi a giocare nella Fiorentina». E quindi se avesse potuto dare un consiglio a Viviano... «Gli avrei consigliato di fare la scelta che ha fatto: rimanere a Firenze e lottare per il posto della maglia che ama».

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38 Il Confronto

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

La fantasia e il talento di Mutu uniti alle reti e al carattere di Gilardino: ecco Pepito cresciuto nel club emiliano E presto scatterà il Torneo di Viareggio

Il Parma nel destino di due grandi ex goleador viola:

E ROSSI È SULLA STESSA STRADA di alessandro latini

a strada è ormai tracciata a suon di gol e di giocate, di assist e di dribbling. Chi è passato da Parma e poi è arrivato a Firenze non ha fatto altro che confermare la buona tradizione. Lo hanno fatto, soprattutto, Adrian Mutu ed Alberto Gilardino, due che hanno scritto pagine importanti della recente storia viola. Il terzo non potrà che essere Giuseppe

Rossi, che nel Parma prima è cresciuto e poi è tornato da calciatore maturo, per trascinare il club emiliano alla salvezza nel 2007. È questo il nostro augurio per il giocatore che, dalla prossima stagione, dovrà far sognare i tifosi viola. Pepito alla Fiorentina è stato (fino ad ora) il colpo del mercato italiano. Il coraggio di Pradè e Macia - unito a quel pizzico di follia che nel calcio spesso fa la fortuna di un club - ha regalato un

sogno ad una città intera, che brama ardentemente di vedere in campo quel fuoriclasse con la maglia numero 49 sulle spalle. Giuseppe Rossi da Teaneck di strada ne ha fatta. Da quando formava una delle coppie offensive più promettenti con Arturo Lupoli negli Allievi Nazi-

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 onali del Parma sono passati più di dieci anni, ma questo nuovo punto zero della sua carriera può essere in qualche modo paragonato ad allora. La voglia di emergere e di dimostrare di essere un campione vero è la stessa di quando era ragazzino. Sta lavorando ogni singolo giorno per cercare di accorciare lo stop il più possibile: entro la fine di febbraio si trasferirà stabilmente a Firenze per completare l’ultima fase della riabilitazione. GENIO E SREGOLATEZZA. Come dicevamo, i buoni esempi non gli mancano di certo. Il Parma ha rappresentato una specie di vetrina per attaccanti che si sono affermati in altri club più prestigiosi, ma hanno trovato il modo di lasciare il segno nella Fiorentina. Il primo è sicuramente Adrian Mutu. Il ‘Fenomeno’ è ancora nei cuori dei fiorentini. In molti sono convinti che Adrian abbia rappresentato il meglio, a livello tecnico, degli ultimi anni. La sua classe è difficilmente eguagliabile, così come le sue follie fuori dal campo. Classico esempio di genio e sregolatezza, di cui Firenze

Fiorentina - Parma

si è innamorata. La gente gli ha perdonato tutti gli eccessi, perché la domenica in campo regalava spettacolo. Un idolo assoluto, degno di indossare la gloriosa maglia numero 10. Il suo score fiorentino parla di 69 gol in 143 presenze, ma probabilmente il numero di reti realizzate è riduttivo per spiegare quanto sia stato amato il

‘Fenomeno’. Per certe caratteristiche tecniche Giuseppe Rossi gli può somigliare (naturalmente ci riferiamo al Mutu di Firenze, non certo a quello attuale). Entrambi vedono bene la porta pur non essendo centravanti, hanno il dribbling nello stretto ed un ottimo tiro anche dalla distanza. Adrian è più alto, ma Giuseppe in proporzione

è più pesante. Tecnici e fantasiosi entrambi, le differenze arrivano sul piano caratteriale. Il rumeno ha il piglio del leader, non guarda in faccia nessuno ed è abituato ad essere sempre al centro dell’attenzione. L’italo-americano è invece più schivo, particolarmente timido e non fa parlare molto di sé fuori dal campo. Due caratteri completamente opposti, ciò che li accomuna è senz’altro un talento fuori dal comune. GOL E PACATEZZA. Il parallelo si ribalta completamente se, nel nostro ipotetico gioco delle coppie, sostituiamo Mutu con Alberto Gilardino. L’attaccante di Biella è davvero paragonabile a Giuseppe Rossi per un carattere particolarmente docile e mai fuori dalle righe. Negli anni fiorentini abbiamo imparato a conoscere un Gilardino introverso ed attento ad ogni singola parola anche nel corso delle interviste. Giuseppe Rossi, da questo punto di vista, lo ricorda da vicino. I due invece, per caratteristiche, non hanno niente in comune a livello tecnico. Centravanti da area di rigore il bomber di Biella, seconda

punta rapida e veloce il neo viola. Come Mutu anche Gilardino ha fatto le fortune del Parma, prima della parentesi Milan e dell’approdo in pompa magna a Firenze. Il comune denominatore fra questi campioni è ovviamente il gol. Rossi insegue questi due mostri sacri e con un po’ di fortuna potrebbe anche superarli. MIX VINCENTE. Pepito dunque ha ottimi esempi da seguire e assorbe in sé le caratteristiche migliori dei due attaccanti che abbiamo preso in esame. La classe, la fantasia e le giocate di Adrian Mutu, mischiate con il carattere ed i gol di Alberto Gilardino. Ne viene fuori davvero un fuoriclasse, ma non scopriamo certo niente. Rossi ha già dimostrato di esserlo in più di un’occasione e solo il destino avverso, per ora, ha frenato una carriera stellare. Firenze è pronta ad abbracciarlo per eleggerlo immediatamente ad idolo, così come è stato con Mutu e Gilardino e così come sarà con tutti quei giocatori di talento che avranno il merito di riscaldare il cuore ad una città intera.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

I’Nonno Pilade

Il Pungiglione

QUEST’ARTRA ESTATE I’ RITIRO E SI FA A LURDESSE, ARTRO CHE A MOENA

uest’artra estate belle deciso, i’ ritiro e si fa a Lurdesse, artro che a Moena! Qui e un si po’ miha anda’ avanti così, e s’ha più sculo de’ cani ‘n chiesa! Nemmen l’arbitro de’ miraholi gli è servio a una cippa! Bono lui, e ci ha buttao fori Aquilani pe’ un vaffa’ da mimo, dopo i’solito fallo all’incontrario e un ci ha dao i’solito rigore papale, papale su icce 2 spianao da Lefrattaglie ‘n area! Se dessero e punti a’ pali ‘nvece che a go’ e si sarebbe belle raggiunto e’ gobbi! Ma che pali poi! Belli pieni, a presa di giro. E un si gioha artro che noi e marcan quegli artri, solito firme visto co’ i’ Pescara, a Udine e ora a Catania, da meritassi nove punti a aenne punti e un n’è miha uguale. Dice gli è i’gennaio… speriamo, ora gli è finio, perché se fosse i’ 2013 e ci sarebbe da segnassi. Pe’ fa’ gira’ ancora più le scatole a i’nonno su i’primo go’ i’ mi’ nipotino e s’è sacrificao e gli ha fatto la figura di’ coglione. Gli hanno lasciao Le Frattaglie solo, lui gli è partio, tardi, pe’ sarva’ capra e cavoli e gli ha preso l’aria. Pe’ chi se ne ‘ntende le corpe e le son relative ma siccome di

QUANDO CONTE E MAROTTA SUPERANO IL SEGNO

‘gnoranti e prevenuti e gli è pieno i’ mondo ora e me lo metteranno ‘n gratihola. ‘Nsomma giornaa nera che ci vorrebbe una damigiana di quello bono pe’ via ‘ndovena pe’ scordassela! Peccato perché un s’era giocao nemmen male, Aquila e Robocoppe e son tornai a’ su’ livelli, Borja a fare i’Pekke e gli è ‘n fondo, come e dicea i’nonno, i’meglio di tutti, anche i’capitano e parea resuscitao, e gli ha marcao ‘nsin Migliaccio, e parea i’giorno bono, ‘nvece… Dreo e mi son grabai meno, a parte Savicce che gli è sempre i più tosto, ‘nsin Gonzalo gli ha fatto un par di bischerae che un son da lui e poi, quando e c’è e crossi e vanno tutti ‘n amnesia, soprattutto i’ mitraglia che fa doventa’ un Cavani anche Castro! Ora e viene i’Parma e un ci manca che facci fa’ go’ da Amauri, magari di testa e poi e siamo a dama! Se gli era un probrema di’ mese, finarmente e comincia febbraio, a fa’ dodici punti e rimettici ‘n corsa e siam sempre a tempo. E sarebben dodici punti di nulla co’ gobbi e quelli di denti gialli di seguito! Un ci fate caso, e ho belle attaccao la damigiana… però… Forza Violaaaaaaa!!

’è una particolare soddisfazione, inutile negarlo, quando le api con i pungiglioni particolarmente roventi decidiamo di mandarle contro esponenti di Madama, ma sabato scorso sia Conte che Marotta hanno superato largamente il segno e non ci lasciano dubbi sulla scelta settimanale. Il fatto: siamo sull’1-1 a Torino contro il Genoa, risultato certo non entusiasmante per la Juventus che non pare particolarmente ispirata, attacca ma senza avere particolari attitudini alla conclusione finale (ma non hanno sei attaccanti loro? O dove sono?), è ormai il 93’, è finito anche il recupero, quando Granqvist, intervenendo in scivolata, becca la palla di sghembo e quella gli schizza dal piede sul braccio. Sinceramente difficile per un arbitro dare un calcio di rigore in quelle condizioni, soprattutto per un arbitro che ha sorvolato nel primo tempo su un episodio simile, ma ben più netto successo nell’area juventina, protagonista Vucinic. Apriti cielo, spalancati terra! L’uomo dal fluente scalpo in panchina pare un ossesso. Blatera contro il fair play, sbandiera presunte dichiarazioni dell’arbitro, dice che questo non è calcio. Si scorda di aver vinto uno scudetto anche per un gol non dato a Muntari con il pallone entrato di un metro, si scorda che la sua è la squadra che ha ottenuto più rigori a favore o ha finito il 50% delle partite in superiorità numerica. Memoria labile, quando le decisioni arbitrali lo favoriscono non si discutono, sono ovvie. Peggio ancora Marotta che all’indomani di Catania aveva dichiarato che le decisioni arbitrali si compensano ed ora, alla prima che a suo giudizio lo penalizzerebbe, ecco che va a controllare i natali dell’arbitro. Arbitro di Torre Annunziata (provincia di Napoli) ad arbitrare la Juventus! Quando non ha dato il rigore al Genoa per il fallo di Vucinic evidentemente Guida doveva aver chiesto la residenza a Stupinigi. Api partite e pungete senza pietà.

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Senza Filtro

Fiorentina - Parma

Dal diario di Charlie, 30/01, luogo non definito

Ritorno al futuro:

lo ha voluto il destino di Federico Pettini

roppo difficile fare previsioni. Pensare al futuro. Esser certi di qualcosa. Di qualunque cosa. C’è chi ha un affitto, chi una nuova relazione, chi un lavoro, chi niente. Oddio, forse chi ha niente ha la certezza che qualcosa cambierà e male, male se non cambia, la situazione attuale ormai è conosciuta. In fondo, non può piovere per sempre. Certo, a volte certe previsioni sono completamente sballate. Pensate un attimino ai Maya. Grandi personaggi, studiosi delle stelle,

grandi opere nel mezzo a niente e poi ecco che ti tirano fuori un calendario che indica la fine del mondo. E mentre erano lì a guardare le stelle (e chissà come ci son rimasti male che hanno fatto un grossissimo buco nell’acqua), arrivano gli spagnoli e prendono tutto. E tanti saluti ai Maya. Chiamatelo come vi pare, ma il destino in qualche modo influisce su tutto. Poi certo, sta a noi far girare il destino a nostro piacimento. Magari è andata proprio così. Magari il cameraman di Catania-Fiorentina è stato spinto da chissà quale

FUORI

TUTTO APERTI TUTTE LE DOMENICHE ORARIO CONTINUATO 15:00-20:00 CALENZANO - MONTECATINI T.ME - LIVORNO - VALDARNO - PISTOIA

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013 forza per inquadrare il volto di Viviano in panchina e poi un istante dopo far vedere come Neto andava a coglier funghi quando Legrottaglie neanche si rendeva conto di segnare. Magari mi diranno che pali e traverse sono colpa del destino. Magari sono tiri sbagliati. O troppo angolati, fate voi. Fatto sta che in un modo o in un altro, Firenze e i suoi supporter hanno ritrovato il loro tifoso con scarpini e guanti. Magari quei cori con il Napoli sono stati premonitori. Povero Neto, comunque…! Il destino è quel che è, non c’è scampo più per me! Lo diceva si Mel Brooks, ma credo che di questi tempi lo possano dire un po’ tutti. Montella per primo. Poi ‘Pracìa’. Poi i tifosi. Insomma, Viviano torna prepotentemente sulla scena. Come se gli fosse mancata di questi tempi... Ma se per caso quella di domenica con il Catania doveva essere l’ultima partita di Viviano

Fiorentina - Parma in panchina, beh lo sarà davvero. E non perché Emiliano se ne andrà dalla sua Firenze, no (cosa tra l’altro di molto caldeggiata nelle ultime settimane). Ma perché uscirà da quella panchina triste, seppur comoda, e tornerà bello vispo e pimpante nuovamente sulla linea di porta. Per difendere una volta di più, una volta ancora, la porta della sua squadra. Per la sua squadra, prima di tutto. E anche per se stesso. Perché la Nazionale è lì. E Marchetti sembra avere più di una benedizione dal destino di questi tempi. A volte sarebbe bello avere una Delorian, andare nel passato, sistemare quegli errorucci fatti da lui, lei, loro, l’altro e poi ritornare al futuro e andare avanti

più sorridenti. Ora che questo calciomercato è finito, ripensando ai Maya, al destino, alle stelle e ai pianeti, torneremo allo stadio perché il calcio giocato va come va e il trend va decisamente invertito. Così da poter esclamare, magari vedendo correre Jovetic o Cuadrado come ai bei tempi a ottantotto miglia orarie: Grande Giove! Soundtrack - Due Destini, Tiromancino

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

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pesso il destino, anche quello che regola le cose del calcio, è cinico e baro. E ingiusto. La Vecchia Signora − al secolo la Juventus − strabocca di attaccanti: alti, bassi, esterni, centrali… E a gennaio, tanto per cambiare, se n’è aggiunto un altro, Anelka, che arriva dalla Cina come il tanto desiderato Drogba. È comprensibile perciò che Conte sia nervoso, come ha dimostrato sabato sera quando, alla fine della partita con il Genoa, inveiva stravolto contro la sestina arbitrale. Anche mettendo in campo il famoso 4-2-4, gli attaccanti sono decisamente troppi. E allora quale miglior cliente sarebbe stata, per la bottega juventina, la Fiorentina, che avrebbe bisogno di una punta che segnasse con la regolarità di un bomber e non a singhiozzo? Fiorentina che di centravanti ne ha due, il ‘vecchio’ e ammirevole Toni e il nuovo (ancora misterioso) Larrondo. Poi c’è El Hamdaoui, che non è proprio una prima punta,

Fiorentina - Parma

Invece della margherita per Montella...

IL SOLITO TRIFOGLIO

e che è appena rientrato dalla Coppa d’Africa. Infine ci sono Jovetic e Ljajic, che si stanno talmente allontanando dall’area di rigore da essere ormai solo un problema per i compagni

del centrocampo. In ogni caso Conte alla fine si tiene la sua margherita di attaccanti da sfogliare a ogni partita, mentre Montella dovrà arrangiarsi con quello che ha, in attesa di Rossi e

sperando che il marocchino non si faccia distrarre troppo dal mal d’Africa. Però, a dir la verità, l’allenatore della Fiorentina si sarebbe meritato qualcosa di più della ‘cooperativa del gol’, una

squadra dove tutti segnano meno che gli attaccanti. Anche perché lentamente, ma in modo inesorabile, il gruppo viola si sta trasformando nella ‘cooperativa dell’errore’, in cui quelli che segnano sono gli stessi che adesso hanno cominciato a sbagliare. Avere Gonzalo Rodriguez quasi capo cannoniere, se prima era una piacevole novità, ora sta diventando un limite pericoloso. Quagliarella, tanto per fare un nome tra i più circolati in questi ultimi giorni, sarà anche antipatico a qualcuno e i cavalli di ritorno sono sempre difficili da rimettere in pista. Ma sarebbe stato doveroso dare anche a Montella una margherita da sfogliare la domenica. E non il solito trifoglio con gli stessi tre consunti petali.

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46 Ginnastica di Maria Consiglia Grieco

on poteva andare meglio l’esordio in Terza categoria UISP della squadra senior di artistica femminile del Centro Ginnastica Firenze. Irene Gensini, Costanza Mugnai e Camilla Vannucchi hanno centrato subito il gradino più alto del podio, portando a casa la medaglia d’oro nella prima prova del campionato regionale UISP di artistica femminile. Nonostante l’assenza della quarta componente – Chiara Cortese, assente sabato 26 gennaio al palazzetto di Rosignano Solvay (LI) perché influenzata – le ragazze hanno portato in fondo un’ottima gara, staccando le seconde classificate di ben quattro punti (103.575 lo score finale della squadra). Un distacco potenzialmente destinato ad aumentare nelle prossime due prove del torneo regionale, lavorando su alcune imprecisioni alla trave e alle parallele, e soprattutto con la squadra al completo. Una conferma è arrivata poi

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

Senior prime classificate, secondo il team junior; argento anche in serie B

Medaglia d’oro in Terza categoria UISP

dalla squadra junior della stessa categoria: Giorgia Banchi, Ginevra Gai, Elena Gensini e Saramay La Rocca, già campionesse toscane e poi italiane nel 2012, hanno conquistato la medaglia d’argento nella gara d’apertura con il punteggio di 102.075. Due squadre di età diverse

volteggio e alle parallele asimmetriche – allora, forse, l’emozione si raddoppia. E anche Ricciarda Nencini, all’esordio in Seconda categoria come individualista, ha potuto contare sull’appoggio delle compagne, rimaste a seguire la sua gara, portata a termine con grande con-

– classe 1997/98 le senior, 2002/03 le junior – allenatori diversi, ma uno spirito e una passione comuni: oltre che il senso di appartenenza ad una stessa società, è stata la consapevolezza di condividere le stesse emozioni a far sì che le bambine incitassero le ragazze, e le ragazze sostenessero le bambine, quasi che ogni volta a salire sull’attrezzo fossero due squadre intere, e mai una ginnasta alla volta. Perché la gara è gara, a qualunque età, la tensione fa tremare tutte allo stesso modo, e se poi capita di trovarsi a gareggiare insieme alla propria sorella sugli stessi attrezzi – com’è accaduto alle sorelle Gensini al

centrazione e viziata solo da una sfortunata caduta in apertura, alla trave, ma proseguita egregiamente in tutte e quattro le specialità. Il week-end è proseguito domenica 27 con la prima prova del campionato regionale federale di serie B, ancora per la sezione femminile. Pur non disputando il torneo,

per quest’anno, con una squadra propria, il CGF è stato comunque presente con Ilaria Materassi (a disposizione per il volteggio) e Lisa Menghini (che eseguito le prove al volteggio e alle parallele), in prestito alla società Airone. La squadra, formata anche da altre tre ginnaste del team empolese, è stata

medaglia d’argento nella gara d’apertura, a Livorno; mentre per Ambra Buglioni, vicecampionessa italiana in carica alle parallele, l’esordio in serie B è previsto tra qualche settimana in Piemonte, dove la ginnasta gigliata disputerà il campionato con la società Victoria Torino. (foto di Laura Pieri)

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Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Midland

Fiorentina - Parma

Le 5 migliori formazioni della scorsa settimana

TOP FIVE MIDLAND di Nicola Cecconi

5) Gli ULK nel girone RUSSIA C7 hanno ottenuto la terza vittoria di fila. Vittoria che li ha riportati verso la metà della classifica (ovvero la quinta posizione) e gli ha aperto le porte per un possibile accesso finale in Golden League. Vedremo più avanti se questa nuova squadra Midland riuscirà a confermare quanto di buono aveva fatto vedere nelle ultime apparizioni.

4) Ecco i Galacticos che hanno conquistato la momentanea seconda piazza nel girone MONTECARLO C5 grazie alla vittoria sui Gamerz e alla sconfitta dell’Euroflorence per 3-2 contro la Fortis

C5. I blancos di mister Rossi sono arrivati ora a 5 risultati a punteggio pieno che li hanno proiettati nella zona di vertice. L’ultima sconfitta risale al 4-2 contro l’attuale capolista VC Alfa Cure che adesso seguirà i prossimi turni con molta attenzione.

2) Il Montefiridolfi si è piazzato nella zona calda di questa TOP FIVE grazie all’ennesima vittoria, e questa volta per 3-2, contro la capolista Seleçao Argentinos che veniva da ben 4 vittorie di fila nel girone 3) Le Golden Gaya del girone URUGUAY hanno ottenuto l’ottavo risultato utile consecutivo (per la precisione 6 vittorie e 2 pareggi) grazie alla vittoria per 6-2 contro le Atletico Smile. Ottimo cammino per questa neo iscritta che vede sempre più vicino l’obiettivo per un piazzamento in TOP LEAGUE CROAZIA C7. Questo risultato ha e chissà se non qualcosa di più. I portato proprio il Montefiridolfi mezzi ci sono tutti.

DINAMO BUSTER:

TRA VITTORIE E DIVERTIMENTO

a Dinamo Buster C5 ha ottenuto una soffertissima vittoria per 3-2 contro la Rizziconese, che l’ha riproiettata nelle alte zone del girone ITALIA C5. Vittoria sofferta – dicevamo – che è arrivata allo scadere grazie ad una bella azione sull’asse BargasPiazza con quest’ultimo che ha depositato in rete con freddezza. Sicuramente il gol più bello è stato quello di Bargas, siglato al 7’ del primo tempo.

Queste le pagelle della formazione sponsorizzata ‘Buster call”: GHEDEO 7+: Dove non ci arriva lui, ci arrivano i pali. CAFETEROS 7,5: Con le grandi si trasforma, SNOB! VAN DER TANA 6: Difende bene. Male da laterale, macchinoso e imballato. CONEJO 6,5: Taglia bene gli spazi e guadagna tanti falli ma da mister farebbe ancora meglio. PIAZZA 8: Il ragno che tesse la tela e inghiotte il nemico. BARGAS 8: Django Bargas, cuore e spada di questo team. VINCE 6,5: Arrapa i suoi compagni con le sue immagini hot. (pagelle tratte dalla pagina facebook DINAMO BUSTER F.C.)

al secondo posto in classifica, anche in virtù del turno di riposo del Varnelli. Adesso per la formazione arancio-nero sognare è lecito. 1) Prima posizione per i Capezzoli&Cavalli: i giallo-blu sembrano aver trovato la ricetta vincente che li ha portati a realizzare, con l’ultima vittoria sui Bizona AC5, ben 15 punti sui 15 disponibili. Il rientro di Cicali ha portato non solo fortuna ai capezzolini ma anche ottime prestazioni e gol, infatti negli ultimi 5 incontri le reti messe a segno sono state ben 28. Ora i Capezzoli&Cavalli si sono ripresi le posizioni che più spettano loro nella classifica del girone ITALIA C5.

50 Calcio Toscana di Steto

Grande lotta nei 7 gironi al giro di boa dei campionati di calcio a 5: andiamo a scoprire chi sono le regine d’inverno e come si sono definite le classifiche nei vari raggruppamenti a metà campionato. Girone A - FC Barrettino campione d’inverno con 30 punti al termine del girone d’andata. Nell’unico raggruppamento composto da 12 squadre (tutti gli altri hanno 10 formazioni ciascuno) la capolista ha incassato una sola sconfitta, vincendo le restanti 10 gare. L’unica compagine a tener testa al FC Barrettino è l’Amico Pane (distante appena due lunghezze dal vertice) che in caso di successo nello scontro diretto (alla prima di ritorno) può effettuare il sorpasso in classifica. Al terzo posto (21 punti) ci sono le Ciabatte Sguaiate (unica formazione ad aver battuto la capolista) che devono guardarsi le spalle da GS Tedalda (17 punti) e Real Cerveza (16 punti) che si affronteranno nel prossimo turno. Accesa anche la lotta per il sesto posto, dove troviamo ben 5 squadre in soli due punti e con l’AC Giglio che potrebbe rientrare nella mischia. Chiudono a 4 punti i giovani Cloghendantes che pagano l’inesperienza. Girone B - Al giro di boa è il St. Donato Park Rangers (SPR) la formazione in testa al girone (22 punti), ma ad una sola lunghezza insegue La Seleste. La lotta per la vittoria del campionato è comunque apertissima perché, oltre a queste due formazioni, ci sono altre tre squadre a distanza ridotta dalla vetta: The Doctors (19 punti), FC Fuoriforma e Dinamo Rifredi (entrambe a 18 punti) hanno le carte in regola per insidiare il primato del St. Donato Park Rangers (SPR). Al quinto posto troviamo l’AS Stronzi che, con 13 punti, tiene a distanza di sicurezza le inseguitrici, capeggiate da I Loffi e Real Prosekko (che hanno 6 punti ciascuno) e dal Real Raccattati (5 punti). Chiudono la classifica (con un solo punto) i ragazzi del Deportivo La Carogna che, vista la loro giovanissima età, hanno tutto il tempo per potersi riscattare. Girone C - I Prevedibili comandano il raggruppamento con 23 punti (frutto di 7 vittorie e 2 pareggi al termine

Il Brivido Sportivo - 31 Gennaio 2013

Fiorentina - Parma

ECCO LE SQUADRE REGINE D’INVERNO NEL CALCIO A5

del girone d’andata), ma gli Stempiaz FC C5 (che inseguono ad una sola lunghezza) devono recuperare una partita: sarà dunque lotta a due per la vittoria del girone, anche perché la principale antagonista di queste due formazioni è l’Auto Atelier, staccata al momento di 7 lunghezze dalla vetta. Per il quarto posto se la giocano Boca Senior FC 2010 (13 punti, ma con una gara in meno) e Firenze Sud (12 punti), mentre per la sesta posizione è lotta a quattro: in ballo ci sono Gnù Team, Sporting Pampero, Galli Neri ed Atletico Stenterello, racchiuse in due soli punti. In fondo alla classifica, con 3 punti, c’è il Real Bellariva che, se dovesse riuscire a vincere la gara che deve recuperare, rientrerebbe in piena corsa per il sesto posto. Girone D - Marraddotta capolista ed unica formazione imbattuta nel gruppo al termine del girone d’andata: 8 successi ed un pareggio per la prima della classe che tiene a 4 punti di distanza i campioni provinciali in carica della Stella Rossa C5. Queste due squadre si contenderanno la vittoria del girone, con la Stella Rossa C5 che non può fallire l’appuntamento del 7 febbraio (giorno dello scontro diretto) se non vorrà spianare la strada ai propri avversari. Più difficile l’inserimento per il successo finale del DC Tullosai (18 punti) dal

momento che recuperare 7 punti di distacco dalla vetta in 9 giornate non è impresa agevole. Per la quarta piazza ci sono 5 formazioni in lotta, racchiuse in 6 punti: si va dai 15 punti de I’Real ai 9 del F.C.T. Firenze Che Trinca. Più staccate ci sono Mojito Team (4 punti) ed I Sorelli (3 punti) che occupano gli ultimi due posti della classifica. Girone E - Apertissima la lotta per la vittoria di questo raggruppamento: tre squadre in appena tre punti, con il FC Invicta (21 punti) campione d’inverno, ma braccato sia dal Club 70 (che insegue ad un solo punto) che dal D.L. Firenze C5 (distante tre lunghezze dalla vetta). Ha perso terreno (dopo che è stato in testa con 13 punti su 15 a disposizione a metà del girone d’andata) ed ora occupa la quarta posizione il Cosmos All Stars FC

(16 punti), che per di più sente il fiato sul collo sia del Galateo Team (15 punti) che del Forno Pintucci (13 punti). A ridosso di questi ultimi c’è il FC Spartans (12 punti), mentre molto staccate ci sono Atletic Disperado e Corte Dei Conti: queste due formazioni sono appaiate all’ultimo posto della classifica (con appena tre punti all’attivo) e restano da sole in lotta per evitare l’ultima posizione alla fine del campionato. Girone F - È il W I’Parroco a comandare il raggruppamento alla fine del

(9 punti). Atletico Far Oer (7 punti) e Cattolica Ass. C.C.C. (5 punti) cercheranno di evitare il penultimo posto, visto che dall’ultima posizione non sembra riuscire a tirarsi fuori l’AC Campi Bisenzio (fermo a 0 punti). Girone G - Nel raggruppamento che nell’ultimo mese ha pianto le premature scomparse di Shahin Tusha (FC Devastanti) e Cristian Miniati (Atletico Ragnaia), possono essere tre le regine d’inverno: oltre ai Final Blow, con 24 punti potrebbero passare il giro di boa proprio FC Devastanti ed Atletico Ragnaia (queste

girone d’andata: con 25 punti in 9 gare la capolista stacca l’agguerrita concorrenza formata da Il Fortino (20 punti), Nastyboys FC (18 punti, ma con una gara da recuperare) ed I.G.M. (17 punti). Ciò nonostante i giochi ancora non sono fatti in quello che riteniamo (alla pari del gruppo G) il girone più competitivo del calcio a 5. Certo che se la capolista dovesse uscire indenne anche dai prossimi due incontri contro Nastyboys FC ed I.G.M. ecco che le prospettive cambierebbero radicalmente. Il Torracchione (15 punti), alle spalle dell’I.G.M., attende un passo falso dei propri avversari per operare il sorpasso in classifica, mentre difficilmente potranno riuscire ad ottenere qualcosa di meglio del sesto posto la Squadra XXX (10 punti) ed il Gallo Nero

due squadre devono infatti recuperare le gare rimandate a seguito dei purtroppo noti tragici eventi). Un girone di elevato spessore tecnico, se si considera pure che la quarta posizione è occupata dall’AB Ceres (18 punti), formazione che si è sempre ottimamente comportata in questi anni sia nei campionati che nelle fasi finali. Virtualmente chiusa la lotta per i primi 4 posti, Body Star (13 punti ed una partita da recuperare) e Firenze Caffè (10 punti) si contendono il quinto posto, che rimane comunque alla portata pure de I Gigliotti (che devono però recuperare 5 lunghezze al Body Star). Appaiate al penultimo posto (5 punti) troviamo P.A. La Querce C5 (che ha una gara da recuperare) e P.A. Calenzano C5, mentre ancora a 0 punti è il Last Minute Calcio a 5.

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