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7 aprile 2013

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Fiorentina - MILAN { L’Intervista

LA CRESTA!

Giovanni galli:

“Champions? battiamo il milan” da pagina 10 { L’Intervista

maurizio Ganz:

“balo-el shaarawy coppia mondiale ma anche i viola...” a pagina 12

{ L’Esclusiva

UGO CONTI:

“NON FISCHIATE MONTOLIVO E MAGARI DATECI BORJA”

da pagina 28

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

L’Editoriale di Alessandro rialti

ggi nella tribuna vip del Franchi potrebbe esserci anche Diego Della Valle, come ai tempi belli, quando ancora non si era perpetuata la rottura con Cesare Prandelli, quando la Fiorentina stava stabilmente in Europa e per due volte addirittura in Champions. Ovviamente dipende dai problemi di lavoro che potrebbero sopraggiungere all’ultimo secondo, ma è indiscutibile che quest’anno fra le tante battaglie vinte (da Andrea in prima persona) c’è stata anche questa. Non solo riavvicinare la squadra alla gente e la gente, ovviamente, alla squadra, ma anche chiudere una frattura che durava anni e che di fatto rappresentava uno stridente motivo di difficoltà. Tutto questo succede esattamente ad un anno dal primo ritorno di Diego che, guarda caso, avvenne alla vigilia della gara con i rossoneri a San Siro. Ma allora il patron viola raggiunse la sua squadra nel ritiro milanese per cercare di dare un soffio di speranza ad un gruppo che stava oramai lentamente planando in piena zona retrocessione. Oggi per fortuna è diverso. Diego è tornato e comunque non manca mai l’occasione per mandare un messaggio alla sua squadra, soddisfatto di quello che è stato costruito. Lui e più ancora Andrea sanno benissimo che questa Fiorentina è bella, divertente come volevano i fratelli Tod’s, ha futuro, però ancora non è il Milan. A lungo Vincenzino Montella ha tenuto sotto gli uomini di Allegri ma poi il potere societario, il

S TA D I O

Fiorentina - Milan

Il Milan è sempre il Milan, MA LA COPPIA

FIRENZE-DELLA VALLE… esempio. Ma anche con la Lazio e l’Inter, e non sono stati solo dei miracoli, ma la dimostrazione che molto è cambiato e molto potrebbe cambiare ancora. Sempre, ripetiamo, saldando città e Della Valle.

peso di Galliani, i soldi che hanno permesso l’arrivo di Balotelli hanno ribaltato la situazione. Il Milan è il Milan, con i proventi tv, con l’indotto generale, con la sua storia, la Fiorentina in alcune occasioni (nell’era Della Valle-Corvino-Prandelli) è riuscita addirittura ad arrivargli davanti. Può succedere ancora. Bisogna crederci e bisogna che la coppia città-Della Valle si saldi ancora un po’. Molto è stato fatto ma molto è ancora da fare. La battaglia di oggi può servire ad accorciare ulteriormente le distanze. Per capire che niente

Supplemento al n. 13 de Il Brivido Sportivo Direttore responsabile Michela Lanza

è impossibile, sarà pure un sogno ma senza sogni sarebbe inutile entrare al Franchi. Sono le singole battaglie che poi ti danno la misura di quanta strada potresti essere capace di percorrere. Oggi tocca a Borja Valero, tocca a Pizarro, tocca a Montella dimostrare che sul terreno di gioco le distanze si sono comunque ridotte. Poi, questa estate, toccherà ancora ai Della Valle con i loro collaboratori, dimostrare che anche sul terreno societario la Fiorentina non solo è indiscutibilmente cresciuta, ma può fare anche un ulteriore

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passo in avanti. E comunque oggi anche senza Jovetic la Fiorentina può vincere un frammento della sua battaglia per diventare grande fra le grandi. È già successo, a San Siro, per Stampa Grafiche Cappelli - Sesto F.no Foto La Presse Hanno collaborato Alessandro Rialti, Michela Lanza,

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

Champions:

Appunti di Viaggio

di Mario Tenerani

a sconfitta di Cagliari non ci voleva proprio: né per come è maturata, né per la distanza dal Milan che si è dilatata fino a 6 punti. Le premesse (e le promesse) erano diverse: giocarsi lo scontro diretto Champions al massimo delle proprie possibilità. Così, invece, è un’altra storia. In caso di vittoria, i viola saranno comunque sotto di 3 punti, a 7 turni dal termine. Questo ha portato qualcuno a sussurrare, con il fiele di Cagliari in bocca, “adesso col Milan non conta più...”. Errore clamoroso: col Milan conta ancora tanto, lo stesso, forse di più... I rossoneri, infatti, inaugurano a Firenze un trittico di partite ad alto coefficiente di difficoltà: Fiorentina, Napoli a San Siro, Juventus in trasferta. Un ostacolo in grado di fermare o quantomeno rallentare la folla corsa del Milan che in 22 gior-

nate ha fatto 50 punti... Una rincorsa incredibile che dall’arrivo di Balotelli - gennaio 2013 - ha visto aumentare ulteriormente la velocità di Allegri: il Milan non perde dal 22 dicembre (4-2 con la Roma), quindi 12 turni di imbattibilità fatti da 9 vittorie e 3 pareggi. Nell’anno solare è la squadra che ha totalizzato più

punti (30) e non becca gol da 379 minuti (era il 24 febbraio, si giocava il derby, Schelotto il goledaor). Insomma, adesso comincia la salita pure per il Milan: la Fiorentina deve vincere perché potrebbe sfruttare questo periodo non semplice per i rossoneri. Passa l’ultimo treno Champions

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per i viola, devono saltarci sopra in corsa. Montella e i suoi giocatori non sono partiti per questa avventura pensando al terzo posto, ma le occasioni del campionato hanno realizzato questa possibilità, non sfruttarla sarebbe un errore.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

con il Milan passa

l’ultimo treno

E uno sbaglio ancora più grande sarebbe non cogliere il significato di questa opportunità. La sensazione, infatti, è che a Cagliari la Fiorentina non abbia ascoltato il rumore del treno in arrivo... Col Milan, come detto, quel convoglio passerà per l’ultima volta. La sfida, però, nasce per la Fiorentina con alcuni problemi: Jovetic, per il guaio muscolare rimediato a Is Arenas, starà fuori un paio di settimane, salterà Milan e probabilmente Atalanta. Poi mancherà Gonzalo Rodriguez, il giallo di Cagliari lo ha messo a sedere. Il regista difensivo dei viola sarà un’assenza pesante. È l’alternativa a Pizzarro nell’impostazione della manovra da

dietro, oltre ad essere il leader indiscusso della terza linea. In attacco toccherà a Toni: il bomber emiliano ha segnato fino ad oggi 7 gol e tutti al Franchi. Non solo: con il Milan servirà molta esperienza, partite come queste si decidono sul filo dell’equilibrio. Toni ha combattuto mille battaglie, darà una mano alla squadra. Ma resta il fatto che non ci sarà il miglior giocatore della Fiorentina: Stevan Jovetic. Montella ripenserà alla gara dell’andata, quando i viola inflissero una dura lezione al Milan: un trionfo (1-3) senza discussioni. Solo che quello era un Milan diverso, si stava rimettendo in moto. Jovetic era assente pure a San Siro, si limitò ad incitare i compagni dalla tribuna. Fu la prima da titolare di Aquilani (11 novembre) e l’ex

giallorosso segnò un gol (su assist di Ljajic). Ci fu anche il primo gol in viola di Borja Valero. Il principe spagnolo è mancato a Cagliari, eccome. La Fiorentina in mezzo al campo aveva smarrito una guida sicura. Da Borja, ma soprat-

tutto da tutti gli altri, la gente viola si aspetta una partita superlativa. Il Franchi sarà praticamente esaurito, nonostante

l’orario (12,30) poco ortodosso. La spinta d’amore sarà forte come uno tsunami, anzi come un treno in piena velocità.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Stagione Viola

Fiorentina - Milan

La prima ‘riserva’ del Milan, Pazzini, ha segnato più reti del giocatore più prolifico della Fiorentina, Jovetic

Del Milan fa paura l’attacco.

Alla Fiorentina

manca solo una punta da 20 gol di Michela Lanza

a stagione viola passa da qui. Dalla difficilissima partita contro il Milan di Allegri: vincere significherebbe mantenere accese le speranze Champions, non farlo significherebbe continuare a lottare per l’Europa, ma per un posto in Europa League che onorerebbe comunque un campionato importante, inaspettato e soddisfacente per la Fiorentina. Una Fiorentina che è nata solamente in estate, che ha bruciato le tappe, che ha stupito, sorpreso e strabiliato appassionati di calcio e addetti ai lavori non solo di tutta Italia, ma

di tutta Europa. Ma, come si sapeva fin dal principio, questa squadra non è completa. Non lo è mai stata, ha sempre avuto un limite lassù, nella fase offensiva. E questo nonostante abbia segnato la bellezza di 54 gol, che non sono certamente pochi, anzi! A dimostrazione che nel calcio è vero tutto e il contrario di tutto, con le 54 reti fatte la squadra di Montella ha il 4° miglior attacco del campionato dietro a Roma (60), Juventus (59) e Napoli (55). Ma non basta, perché manca ancora quella famosa punta in grado di andare al sodo, di metterci lo zampino anche quando la squadra non

gira a mille come a Cagliari. Manca ancora quell’attaccante che, dal niente, durante una partita ostica e davanti ad una difesa difficile da scardinare, ti sappia tirar fuori dal cilindro un gol da tre punti. Ed è proprio quella, la differenza (in campo) tra Fiorentina e Milan: l’attacco. Perché in fin dei conti l’unica cosa che fa veramente paura della squadra di Allegri è proprio la cattiveria dei suoi attaccanti. Poco altro visto che a centrocampo e in difesa la Viola di Montella ha dimostrato di essere, sì migliorabile, ma anche decisamente non inferiore al Milan. DEBOLI NELLE ‘RISERVE’. La Fiorentina con gli attaccanti ha messo a

segno 28 reti (poco più del 50% di quelle fatte in totale). Un buon bottino, se si pensa che gli attacchi di Juventus, Napoli e Inter, per esempio, hanno realizzato 29 gol ciascuno e quello della Lazio

addirittura 22. Ma, per una squadra che ha ambizioni europee e non ha nei centrocampisti (escluso uno, ovvero Aquilani) la continuità nel cercare e trovare la porta (cosa che hanno invece gli uomini di centrocampo di Juve e Lazio), non basta. Non basta avere tre titolari che in totale hanno segnato 24 gol (Jovetic 12, Toni 7 e Ljajic 5). Servirebbero uomini da 18-20 gol a stagione e delle seconde linee capaci di entrare e, non sporadicamente, fare la differenza. Invece le cosiddette ‘riserve’ viola hanno messo a segno solamente 4 reti (3 El Hamdaoui e 1 Larrondo). E allora, seppur i viola abbiano già in casa per la

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 prossima stagione un signor attaccante che risponde al nome di Giuseppe Rossi, la priorità generale sarà rinforzare l’attacco. Dopo il mancato arrivo di Berbatov in estate (con Toni che, invece di ritrovarsi titolare della Fiorentina, sarebbe dovuto partite con un ruolo che in gergo si chiama ‘riserva di lusso’) e dopo l’arrivo ‘deludente’ di Larrondo a gennaio, ora non si può che prescindere da un uomo da 20 gol a stagione (e magari meno incline agli infortuni di Jovetic, giocatore che nelle sue corde potrebbe anche avere i numeri per segnarli quei gol… se giocasse campionati interi). Ma non è il momento di pensare a quello che sarà domani, meglio pensare ad oggi, ad affrontare il Milan, mettendo in campo il materiale umano a disposizione e sperare che l’attacco dei rossoneri non faccia sfigurare troppo quello viola.

Fiorentina - Milan

CHIAMATELI TUTTI TITOLARI. Perché loro sì che hanno punte concrete, che fanno male, capaci di segnare gol decisivi in ogni partita, in ogni momento, in ogni situazione. Oggi, è inutile nasconderlo, il Milan ha l’attacco più forte del campionato. Un attacco tra l’altro giovanissimo che è un mix di potenza, tecnica e abilità. Gli attaccanti rossoneri hanno realizzato ben 41 delle 53 reti segnate in totale dalla squadra in campionato: una cifra spaventosa, se si considera che lui, Super Mario Balotelli, è arrivato a Milano solo a gennaio. E comunque, nonostante sia lui l’avversario più temibile perché in campo ha dimostrato in più occasioni di essere un ‘animale’, i numeri dimostrano che il Milan sa fare male anche con gli altri suoi uomini offensivi: El Shaarawy 16 gol, Pazzini 13, Balotelli 7, Bojan 3, Robinho 2 e Niang 0 (quest’ultimo ha solo 19 anni e, pur non segnando, ha già fatto vedere le sue doti). A questo punto due sono i dati che devono balzare agli occhi: 1) la prima ‘riserva’ del Milan ha segnato più del giocatore più importante della Fiorentina (Pazzini 13 reti, Jovetic 12); 2) il Milan, come ormai è stato ripetuto in più occasioni, non perde da 12 giornate (l’ultima sconfitta

I NUMERI DEGLI ATTACCHI DELLE ‘7 SORELLE’

risale al 22 dicembre scorso a Roma contro i giallorossi per 4-2: stessa data in cui alla Fiorentina è stato concesso l’ultimo rigore a favore). In queste dodici giornate ha realizzato 30 punti (frutto di 9 vittorie e 3 pareggi). Di questi 30 punti, uno è arrivato dallo 0-0 esterno con la Sampdoria, 3 li ha portati Montolivo con il gol segnato sabato scorso a Verona, 4 El Shaarawy con i due gol segnati a Bergamo, dove il Milan ha vinto 1-0, e nel derby con l’Inter finito 1-1, 10 Balotelli con le sue 7

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reti e ben 12 sono quelli che ha portato la ‘riserva’ Pazzini con i suoi 6 centri (golvittoria col Siena, doppietta al Bologna, doppietta con la Lazio e rete al Genoa). Ecco, dunque, quali sono gli uomini che fanno la differenza. Verrebbe voglia di dire che, con attacchi invertiti, la Fiorentina avrebbe lottato per lo scudetto. Ma questi sono discorsi che non contano. Contano i fatti e allora la speranza è che oggi i viola possano vestire i panni dei mattatori. Abbassare la cresta a Balotelli & Co. non sarebbe poi così tanto male. Anzi!

Juventus Quagliarella Giovinco Vucinic Matri Anelka Bendtner totale gol

8 7 7 7 0 0 29

Napoli Cavani Insigne Pandev Calaiò totale gol

22 4 3 0 29

Milan El Shaarawy Pazzini Balotelli Bojan Robinho Niang totale gol

16 13 7 3 2 0 41

Fiorentina Jovetic Toni Ljajic El Hamdaoui Larrondo totale gol

12 7 5 3 1 28

Lazio Klose Hernanes Floccari Foggia Kozak Zarate totale gol

10 8 4 0 0 0 22

Inter Palacio Milito Cassano Rocchi Belloni totale gol

12 9 8 0 0 29

Roma Lamela Osvaldo Totti Destro Lopez totale gol

13 11 11 4 1 40

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Il Personaggio

Fiorentina - Milan

Per il montenegrino stop di due settimane, probabilmente salterà anche la trasferta di Bergamo

Dal Cagliari al Cagliari:

Jovetic si ferma ancora

nel momento cruciale della stagione di Alessandro LATINI

“A

CF Fiorentina comunica che gli accertamenti diagnostici cui è stato sottoposto l’atleta Stevan Jovetic hanno evidenziato una lesione di primo grado al muscolo bicipite femorale. La prognosi è di due settimane”. Partiamo da qui, dal comunicato ufficiale della Fiorentina emesso lunedì scorso, quando qualcuno ha pensato (e sperato) che potesse trattarsi di un pesce d’aprile. Niente di più serio, invece. La Fiorentina giocherà la partita dell’anno senza il suo elemento più importante, un po’ come accadde un girone fa. Anche allora Stevan si infortunò contro il Cagliari e saltò la partita di San Siro. Il precedente lascia ben sperare, non fosse altro perché la truppa di Montella mise in scena la recita corale più bella della stagione. E speriamo possa essere così anche questa volta, con il gruppo pronto a tirare fuori qualcosa in più a livello globale, orfano della sua punta di diamante (e di Gonzalo Rodriguez in difesa). Senza Jovetic la Fiorentina ha disputato cinque partite (Milan, Atalanta, Torino, Sampdoria e Roma) ed ha conquistato otto punti. Non moltissimi ma neanche pochi, segno che nella difficoltà il gruppo tira fuori l’orgoglio.

SENZA FORZARE. E proprio l’infortunio dello scorso novembre contro il Cagliari ha fatto molto discutere. Doveva trattarsi di una cosa risolvibile in pochi giorni, invece il montenegrino ha saltato appunto cinque partite (che tradotto vuol dire più di un mese di stop). Un incubo un po’ per tutto l’ambiente, a cominciare da qualche frizione tra lo staff me-

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dico e quello tecnico. L’intenzione era quella di recuperare Jo-Jo il prima possibile, ma la forzatura per rimandarlo in campo fu eccessiva e il montenegrino (alla vigilia del match con l’Atalanta) accusò un affaticamento muscolare alla gamba opposta rispetto a quella infortunata. È

proprio per questo che Stevan stavolta non farà niente per accorciare i tempi del recupero. Seguirà alla lettera la tabella dello specialista, non si farà prendere dalla smania di tornare in campo e non cederà se qualcuno gli dovesse chiedere di stringere i denti. Jovetic quindi non ci sarà oggi e non ci sarà neanche a Bergamo sabato prossimo, ma dovrebbe tornare a guidare l’attacco il prossimo 21 aprile contro il Torino al Franchi. UN PO’ PIÙ LONTANO. Parallelamente all’infortunio e alle faccende relative al campo rimangono vive le voci di mercato. A Cagliari era presente Angelo Gregucci, collaboratore di Roberto Mancini al Manchester City, che è rimasto senz’altro con un pugno di mosche in mano. Pochi i minuti in campo per Jo-Jo, l’ex vice allenatore della Fiorentina (fido scudiero di Mancini, appunto, nella stagione 2001/2002) ha fatto un viaggio a vuoto. C’è da dire però che dalle parti di Manchester non hanno bisogno di tante conferme ulteriori perché conoscono già molto bene il giocatore. La scorsa estate (quando Il City ha preso Nastasic) lo sceicco aveva presentato offerta formale anche per Jovetic. La Fiorentina ha detto no, nella persona di An-

drea Della Valle, che ha mantenuto sempre un rapporto franco con il giocatore. Sarà lui a prendere la decisione finale nella prossima sessione di mercato, consapevole di aver promesso a Jo-Jo di liberarlo se lui lo avesse voluto. Il guaio muscolare di questa settimana contribuisce paradossalmente ad allontanarlo da Firenze e ad alleviare un ipotetico addio. La maggior parte dei tifosi conviene che sia giusto cederlo alla cifra che stabilirà la società, anche perché la fragilità muscolare che si porta dietro sembra proprio un suo limite strutturale ed in questi anni ne abbiamo avuto più di una prova. DATECI MOUNIR. E gli stessi tifosi chiedono a gran voce che Jovetic sia sostituito da El Hamdaoui già a partire da oggi. L’attaccante marocchino, che si era preso anche gli elogi di Montella dopo il ritorno dalla Coppa d’Africa, è sparito dal radar non solo della formazione titolare, ma anche delle riserve. A Cagliari gli sono stati preferiti un Toni acciaccato ed un Larrondo impalpabile, ragioni che hanno fatto levare una sorta di crociata del popolo in suo favore. Nelle rare volte in cui è stato impiegato ha destato un’ottima impressione e talvolta è riuscito anche a segnare.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

L’Esclusiva di TOMMASO MATTEI

a scritto la storia di Fiorentina e Milan, squadre alle quali si è legato negli anni migliori della sua carriera. Nove stagioni in maglia viola e quattro all’ombra della Madonnina dove ha vinto due Coppe dei Campioni (1988-1989 e 19891990), uno scudetto (1987-1988), una Coppa Intercontinentale (1989), una Supercoppa Europea (1989) e una Supercoppa italiana (1988). Nella sua carriera anche la sublimazione della Coppa del Mondo in Spagna (1982) con la maglia dell’Italia. La Fiorentina resta tatuata comunque sulla sua pelle anche perché, oltre ad aver difeso i pali della porta viola per tante stagioni, quando i viola vennero cancellati dal fallimento fu tra coloro che rianimarono il giglio. Infatti è stato anche grazie al suo lavoro che la Fiorentina è potuta

Fiorentina - Milan

Esclusiva col doppio ex: “Quanti ricordi in viola e in rossonero. Montolivo? Un giorno sapremo la verità”

Galli: “Champions? È il momento di riprovarci ma bisogna battere il milan” rinascere. Giovanni Galli, pisano di nascita ma fiorentino da sempre, racconta in esclusiva al Brivido Sportivo Fiorentina-Milan, match che potrebbe essere uno spartiacque per la stagione di Montella e dei suoi ragazzi. Giovanni, partiamo dai suoi ricordi da numero 1 di Fiorentina e Milan. «Rammento quando a 16 anni, come secondo portiere della Fiorentina, andai in panchina a San Siro e guarda cosa proprio con il Milan: in ritiro ero in

camera con Beatrice. Poi ricordo l’anno in cui perdemmo 5-1 a Milano nel 1977-78, l’anno del Milan della ‘Stella’ (1978-79) e la stagione della retrocessione dei rossoneri per illecito sportivo nel 1979-80. E poi l’1-0 di Miani a Firenze nel 1982... Senza dimenticare l’emozione della mia prima partita a San Siro con la maglia del Milan: perdemmo ma non mi rendevo nemmeno conto con chi stavo giocando. Poi il ritorno a Firenze da ex, dove venni contestato:

c’era molta delusione in me, ci rimasi male, ma poi capii la motivazione: era il grande amore». A proposito di ritorni, arriva da ex Montolivo... «Credo che Montolivo sia comunque un giocatore che ha fatto cose importanti a Firenze. I tifosi viola ci sono rimasti male anche per come è andato via, senza far guadagnare un euro alla Fiorentina. E poi i litigi con Corvino e molto altro. Sicuramente si è creata nei suoi confronti un’idea sbagliata perché,

per come lo conosco io, mi sento di dire che non è andato via volentieri da Firenze. Di certo, un giorno, qualcuno ci dovrà raccontare la verità». Torniamo a lei: al Milan ha vinto tutto, a Firenze ha vinto l’amore di una città. Quale vittoria preferisce? «Io credo, dall’alto della mia esperienza (e cioè di un uomo di quasi 55 anni), che il campo rispecchia quello che uno è nella vita: se sei sempre stato professionista e se sei

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sempre stato corretto con la gente, questo ti viene riconosciuto. Vedi, anche a Napoli e Torino mi ricordano con affetto. Sono un uomo che quando sposa una maglia lo fa sul serio e che per quella maglia si butta nel fuoco. Firenze però è diversa perché non posso relegarla alle altre esperienze: sono arrivato a 14 anni e andato via a 28, poi l’esperienza da dirigente... Firenze non può essere catalogata». Torniamo all’attualità: quella col Milan sarà una gara decisiva soprattutto per la Fiorentina? «La squadra rossonera è attesa da un calendario difficilissimo e dunque l’occasione è ghiotta per la Fiorentina, anche perché prima era davanti al Milan e ora insegue. C’è stato un brutto passo falso a Cagliari e adesso è arrivato il momento di riprovarci. Ora puoi rimediare, ma devi vincere». In parole povere: crede che il terzo posto sia ancora possibile per i viola? «Tutto dipende da questo match: se lo vinci ci puoi

Fiorentina - Milan

credere. I numeri ci sono e ti lasciano ancora aperta la porta della speranza, ma senza fare risultato coi rossoneri diventa difficile». Senza Gonzalo e Jovetic ma con Borja Valero che Fiorentina sarà? «La Fiorentina ha già fatto a meno di Jovetic e i risultati sono arrivati lo stesso. Certo, uno come Stevan è sempre meglio averlo, ma la Fiorentina, diciamo, si è già abituata a giocare senza di lui. Per Borja Valero è tutto diverso: la squadra senza di lui ha mostrato di soffrire e non poco». Impossibile non toccare l’argomento-portieri: un anno vissuto a discutere di Viviano. Ci dice la sua sul portiere viola? «Lui è arrivato a Firenze con grandi aspettative in una squadra che aveva perso la sua identità e dove non c’erano più giocatori simbolo. Per di più, essendo uno che era cresciuto in curva Fiesole, si è creata una grandissima aspettativa nei suoi confronti. In ogni caso non è stato un campionato alla sua altezza, ma questo non vuol dire che non sia

bravo. Adesso, in queste ultime gare, può dare un segnale. Per me comunque rimane un portiere validissimo». La gestione di Neto e l’alternanza voluta da Montella, secondo lei, è stata corretta? «Montella è stato molto coerente nel senso che ha fatto capire a tutti che c’è una regola: gioca chi trasmette maggiori garanzie. Che si sia trattato di Roncaglia, Ljajic o del portiere, le cose da parte del tecnico viola sono sempre state affrontate nello stesso modo. Montella ha dimostrato di volere in campo solo chi stava meglio e questo principio lo ha fatto valere anche con i due portieri». Si parla per il futuro di Julio Cesar, che ne pensa? «No, no assolutamente no. Vi dico di più: il gol di Balotelli contro il Brasile in Nazionale è colpa di Julio Cesar. Sarebbe un acquisto anche in controtendenza rispetto a quanto fatto dalla società fino a questo momento. Se arrivasse rimarrei deluso».

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

L’ex attaccante di Fiorentina e Milan analizza i reparti offensivi delle due squadre: “E oggi non finirà in pareggio”

Ganz: “El Shaarawy-Balotelli coppia mondiale,

IN VIOLA RIVEDREI BENE OSVALDO”

di michela lanza

ttaccante rapido e veloce che ha vestito sia la prestigiosa maglia del Milan che quella della Fiorentina, purtroppo nel periodo peggiore della sua storia: l’anno del fallimento. 40 presenze e 9 reti in rossonero, 2 gol in 15 presenze in viola. Stiamo parlando di Maurizio Ganz con il quale il Brivido Sportivo ha fatto una chiacchierata in esclusiva cercando di farsi raccontare, da uno che in area di rigore è stato per 20 anni, gli attacchi di Fiorentina e Milan. In cui non possono che spiccare i gol di Balotelli, ma non solo… Ganz, sembra evidente che la differenza sostanziale tra Fiorentina e Milan sia nel reparto offensivo. Crede che quello del Milan sia tanto più forte di quello della squadra di Montella? «Beh, difficile dirlo. Ma una cosa è certa: ora il tandem El Shaarawy-Balotelli è uno dei più forti a livello mondiale. E nel campionato italiano, poi, come coppia è migliore di quella della Juve, di quella dell’Inter, di tutte, non solo di quella della Fiorentina». Oggi in campo ci saranno probabilmente da una parta Balotelli-El Shaarawy-Robinho, dall’altra Toni-LjajicCuadrado: su chi punta?

«Sono attacchi completamente diversi. Quello formato da Balotelli, El Shaarawy e Robinho è un attacco che garantisce qualità e quantità in termini di realizzazione (anche se per me sarebbe fattibile pure un tridente formato da Balotelli, Pazzini, El Shaarawy: con Balo e il Faraone come punte esterne che tornano e difendono sulla linea dei centrocampisti, visto che hanno età ed energie per farlo, e Pazzini come punta centrale). Il Milan ha trovato il suo equilibrio, la sua dimensione. Doveva ridimensionarsi mentalmente, oggi è consapevole e conosce molto bene i propri limiti e i propri pregi. Per questo il Milan è diventato ancora più forte. Ma attenzione, anche l’attacco che scenderà in campo per i viola è valido: Toni è una punta centrale vecchio stile che ha qualità e quantità e ha sempre fatto gol in ogni squadra in cui è andato; Ljajic e Cuadrado, poi, mi piacciono davvero tanto, sono due giocatori che danno il loro apporto in velocità e imprevedibilità, anche se non segnano molto. È chiaro che con uno come Pepito Rossi i viola potrebbero (e potranno) beneficiare su tecnica e quantità, anche sotto l’aspetto realizzativo».

E con Jovetic? «Stessa cosa: anche Jovetic, come Rossi, garantisce qualcosa in più in termini di gol». Quindi secondo lei l’assenza di Jovetic peserà? «Assolutamente sì. L’assenza del montenegrino sarà importante per la Fiorentina». Però c’è un dato per certi aspetti sconcertante: la prima ‘riserva’ del Milan (Pazzini) ha segnato più gol del miglior giocatore viola (Jovetic): 13-12. Che significa secondo lei? «Pazzini non è una riserva, non può essere considerato tale… E poi voglio dire questo: non si possono fare paragoni del genere. Piuttosto credo sia giusto dire che la Fiorentina sta disputando quest’anno un campionato straordinario. Nessuno si aspettava che facesse così bene alla luce della rivoluzione estiva e dei tanti volti nuovi. Alla Fiorentina mancava e manca ancora qualcosa, ma tutto in un anno non poteva essere fatto. Dall’altra parte, invece, c’è una società (il Milan) che sbaglia poco e pochi campionati, che è partita male ma si sta riprendendo alla grande». Prima ha menzionato Giuseppe Rossi: al fianco di chi lo vedrebbe bene il prossimo anno? «Beh non ci sono dubbi: Jovetic, Rossi, Cuadrado sarebbe un bel tridente offensivo». Si parla molto di papabili arrivi in viola: da Lisandro Lopez ad Aubameyang, da Osvaldo a Gaston Ramirez, a Théréau. Chi pensa possa essere l’uomo più adatto a vestire la maglia viola, in base anche a quello che

è il modo di giocare della squadra di Montella? «Osvaldo tutta la vita, è un attaccante che farebbe davvero comodo ai viola e poi fa gol». Nonostante sia considerato un po’ troppo… matto? «Sono quelli un po’ ‘matti’ che fanno la differenza. Che danno qualcosa in più alle squadre in cui giocano. Pensateci bene: gli attaccanti forti hanno tutti un po’ di follia... Come i portieri. A volte un po’ di genialità ci vuole». Quindi, tornando alla domanda di prima su chi vedrebbe bene al fianco di Rossi, se dovesse andar via Jovetic lei direbbe Osvaldo? «Sì. Rossi, Osvaldo, Cuadrado direi che andrebbero benissimo, con quest’ultimo che a me personalmente piace da impazzire per la sua corsa e la sua facilità nel saltare l’uomo». L’attaccante italiano più forte? «Balotelli. In questo momento non ci sono dubbi. Ma credo che si meriti di dividere il podio con El Shaarawy. Perché adesso tutti parlano di Balo ma prima che arrivasse lui è stato Stephan a tenere a galla il Milan. Non ci sono dubbi che oggi siano i migliori in Italia». E lo straniero? «Cavani ha qualcosa in più rispetto a tutti gli altri». L’acquisto più azzeccato ritiene sia proprio quello di Super Mario visto l’impatto che ha avuto sul Milan? «Beh, sì, Balotelli. Il suo arrivo non solo è stato importante in termini di gol e forza in attacco, ma ha fatto crescere tutta la squadra».

Una domanda sui giovani: ci sono viola a giro per l’Italia a farsi le ossa (Seferovic, Iemmello, Babacar): secondo lei qualcuno potrà essere utile alla Fiorentina del domani? «Sono tutti giocatori interessanti e quel che più mi fa piacere è che anche in Italia si sta tornando a pensare ai giovani. Ovviamente, affinché crescano, i giovani bisogna farli giocare e dargli importanza. Però dire chi tra i sopracitati potrà arrivare ad essere utile alla Fiorentina è difficile. Spero per la società viola che questo accada. Che possa ritrovarsi in casa una punta importante per la squadra del domani». Ma suo figlio è meglio di lei? «Magari! Lo spero. Io ero un attaccante alla Pippo Inzaghi, un rapinatore dell’area di rigore, lui invece è un centravanti moderno, un attaccante di manovra, tecnicamente valido, che svaria e fa tanti gol. Ha un futuro davanti a sé. Sono contento che stia crescendo con le caratteristiche che deve avere una punta nel calcio del futuro e sono contento se riuscirà a costruirsi un avvenire, ma non importa che sia più o meno forte di me». Concludiamo chiedendole un pronostico per questa Fiorentina-Milan. «Prevedo che sarà una partita interessante che entrambe le formazioni vorranno vincere. E per questo daranno vita ad un gioco d’attacco. Ci sarà per forza un vincitore (e un vinto). Non credo al pareggio».

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Fiorentina - Milan

Il Confronto

I due ‘principi’ del centrocampo contro il loro passato

Aquilani e Montolivo,

nemici per caso.

Firenze fischia Riccardo e spera nella giocata di Alberto di Alessandro latini

acciamo un passo indietro di circa dieci anni. Alberto Aquilani e Riccardo Montolivo sono i due giocatori più promettenti del calcio italiano, quelli su cui gli addetti ai lavori scommettono ad occhi chiusi per un futuro davvero importante. Il primo lo chiamano il Principe, per quella sua grazia ed eleganza che esce dal settore giovanile della Roma all’ombra di mostri sacri come Totti e De Rossi. Il secondo principe lo vuole diventare partendo dal settore giovanile dell’Atalanta. Elegante anche lui, forse meno dotato tecnicamente del collega, ma deter-

minato a diventare qualcuno. Flashback finito, si torna al presente. E di cose da dire su questi due giocatori ce ne sono diverse. Il Principe romano indosserà la maglia viola numero 10 anche questo pomeriggio, mentre il talentino di Caravaggio, dopo sette stagioni passate a Firenze, tornerà per la prima volta da avversario al Franchi. ACCOGLIENZA CALDA. Difficile non prevedere bordate di fischi ogni volta che Montolivo toccherà il pallone. La sua parabola fiorentina la conoscono ormai anche i muri. Da capitano e bandiera del futuro a traditore da cacciare via il passo è stato brevissimo. Tutta colpa di un rinno-

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Il Confronto vo del contratto non firmato, di una gestione inopportuna della vicenda da parte dell’entourage del giocatore e della stessa Fiorentina. Per i tifosi è un traditore da bersagliare di insulti perché ha fatto perdere alla società che lo ha cresciuto una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Il tamtam è già partito da diversi giorni. Le beffe della partita d’andata saranno niente in

confronto a quello che succederà oggi. Montolivo sarà trattato come un Marco Rossi qualsiasi, lui che ai fischi dei fiorentini si è abituato anche quando indossava la maglia viola. Nel match contro il Novara dello scorso campionato (reso famoso dalla baruffa Rossi-Ljajic) è stato insultato anche mentre si apprestava a calciare il rigore che avrebbe riaperto la partita. Per questo non sarà una novità, anche se l’accoglienza sarà

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sicuramente più piccante. Da qualche mese a questa parte la sua vita calcistica è cambiata. Dall’incubo di giocare al Franchi (e passeggiare per strada) al sogno di vestire la maglia della squadra per cui ha sempre tifato, con l’orgoglio di indossare anche la fascia di capitano. Entrato subito nelle grazie di Berlusconi, è stato promosso capitano in assenza di Ambrosini ed Abbiati. Prandelli ne ha apprezzato la matura-

zione tattica nel corso degli ultimi mesi e ne ha fatto un punto fermo della propria Nazionale. A CACCIA DEL RIBALTONE. Dall’altra parte ci sarà Alberto Aquilani. Maglia numero 10 sulle spalle e una voglia matta di dimostrare che è ancora lui il più bravo e decisivo tra i due. E numeri alla mano è sicuramente così. Il centrocampista della Fiorentina ha messo insieme 5 gol e 5 assist (è già la sua migliore stagione dal punto di vista realizzativo) in 22 presenze (campionato e Coppa Italia). Montolivo invece ha realizzato 4 gol e 4 assist in 40 partite (campionato, Coppe e Nazionale). L’altro dato che balza all’occhio è però quello delle gare giocate. Montolivo ha sicuramente più continuità di Aquilani, anche se quando sono in campo è probabilmente più incisivo il centrocampista romano. Alberto (recentissimo ex rossonero, non riscattato la scorsa stagione in mezzo a qualche polemica) è stato voluto fortemente da Montella, ma anche Pradè e Macia lo conoscevano bene per i trascorsi nella Roma e nel Liverpool. Nel centrocampo della Fiorentina rappresenta un fattore chiave, al pari di Borja Valero e Pizarro. I tre hanno bisogno di giocare insieme per suonare le sinfonie

Fiorentina - Milan più apprezzate dai tifosi viola. Quando ne manca anche uno solo le cose per Montella si complicano. In questa fase della stagione non è in una forma fisica strepitosa (al contrario di Montolivo) ma con una giocata è in grado di risolvere la partita in qualunque momento (anche qui al contrario di Montolivo, che fa della continuità nel match la sua arma migliore). La Nazionale è un suo pallino e solo pochi giorni fa ha dichiarato di sperare nel Mondiale brasiliano. Dalla lista di Prandelli manca dall’amichevole contro l’Inghilterra dello scorso agosto, per rientrare nel giro ha ancora diverso tempo a disposizione e se gli infortuni smetteranno di tormentarlo ha buone chance di convincere il ct e l’opinione pubblica, che negli ultimi tempi sembra aver capovolto il giudizio sui due centrocampisti. Un tempo Montolivo era l’eterna promessa in attesa della consacrazione ed Aquilani il grande giocatore internazionale, adesso i giudizi e le prospettive sono ribaltate nonostante che il Milan abbia diramato in settimana un comunicato per esaltare la stagione di Riccardo e ‘sollecitare’ i media ad una maggiore considerazione).

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Il Personaggio

Fiorentina - Milan

12 anni fa l’addio del portoghese, uno dei giocatori

Applausi e lacrime,

Manuel Rui Costa è ancora nel cuore di Firenze di ALESSANDRO LATINI

e per un attimo chiudete gli occhi e tornate con la mente al 13 luglio 2001 potrete cogliere la poesia e la magia del calcio. Lasciamo per una volta da parte la corsa Champions, il tetto ingaggi ed il calciomercato, è bello anche tornare ad assaporare un ricordo indelebile nella mente dei tifosi vio-

la. Maratona gremita in ogni ordine di posto, fiori bianchi e rossi gettati in campo che si mischiano a sciarpe viola e del Portogallo. Il giorno dell’addio alla Fiorentina di Manuel Rui Costa ha rappresentato un qualcosa di unico per Firenze. Mai per nessuno una folla del genere (circa 10.000 persone) si era radunata in piena estate allo stadio, tanto più per un

addio. Rui Costa ha avuto il potere e la forza di farlo, di far commuovere anziani e bambini indistintamente. Il suo passaggio al Milan (per ragioni di bilancio, che con la poesia del calcio c’entrano poco) ha lasciato immutato l’affetto e la stima nei suoi confronti del popolo viola. Lacrime anche per lui nel giorno dell’addio, che poche settimane prima aveva alzato al cielo la

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Fiorentina - Milan

più amati della storia viola, ceduto al Milan per ragioni di bilancio Coppa Italia con la fascia di capitano della Fiorentina al braccio. Lui che di battaglie ne ha combattute e vinte tante con il numero 10 sulle spalle. Prima al fianco di Batistuta, poi in qualità di condottiero. 276 presenze e 50 gol in maglia viola sono un motivo sufficiente per rendere Rui Costa il doppio ex di Fiorentina e Milan più amato da Firenze. O Maestro, oggi ds del Benfica, che proprio pochi giorni fa ha festeggiato 41 anni, non ha mai dimenticato quella giornata e le sue sette stagioni a Firenze. Ha più volte dichiarato che il suo rapporto con i fiorentini è bellissimo e va al di là del calcio. L’aver rappresentato Firenze in Europa è per lui motivo di vanto ed orgoglio. E quegli stessi fiorentini lo hanno sognato per qualche settimana la scorsa estate, quando sembrava potesse esserci la possibilità di un suo ritorno in qualità di direttore sportivo. La Fiorentina ha poi scelto Daniele Pradè e sicuramente la scelta è stata giusta, ma

il sogno resta ancora vivo e da coltivare. Chissà che nel futuro non possa davvero esserci un ricongiungimento fra le parti, che poi sarebbe la logica evoluzione di un rapporto viscerale tra un uomo ed una città. NON ALL’ALTEZZA. E se il termine di paragone è Manuel Rui Costa, i giocatori che dopo aver vestito la maglia viola nell’era Della Valle sono finiti al Milan non possono che rivestire ruoli marginali, anche se parliamo comunque di elementi importanti.

Uno è Riccardo Montolivo (di cui abbiamo parlato approfonditamente in un’altra pagina del giornale), la cui fine del rapporto con la Fiorentina è stata opposta a quella del portoghese. Fischi ed insulti al cospetto di applausi e lacrime di commozione. Una bella differenza, nonostante che i due siano stati a Firenze lo stesso numero di anni (sette). L’altro è Giampaolo Pazzini, amico quasi fraterno di Montolivo, che dopo un breve peregrinare (Sampdoria ed Inter) è finito alla corte di Allegri nell’ambito di uno scambio con Cassano la scorsa estate. Il Pazzo riceverà un’accoglienza sicuramente diversa rispet-

to a quella di Montolivo. Da queste parti c’è ancora qualcuno convinto che sia stato venduto troppo in fretta e che nel corso degli anni avrebbe fatto comodo, anche (e soprattutto) in questa stagione. Il suo nome è tornato a circolare più volte in sede di calciomercato, ma non ha mai trovato grossi riscontri ufficiali anche perché, dovendo scegliere, Montella ha sempre detto di volere un centravanti di movimento moderno e non un attaccante da area di rigore.

Oggi Pazzini si siederà probabilmente in panchina, perché con l’arrivo di Balotelli le porte della formazione titolare per lui si sono chiuse da tempo. Un gol al Franchi dopo aver lasciato la Fiorentina lo ha già segnato. Indossava la maglia della Nazionale, era il 6 settembre del 2011 e siglò il gol vittoria (1-0) contro la Slovenia, che sancì la qualificazione matematica dell’Italia ad Euro2012. Allora per lui ci furono tanti applausi ed anche qualche coro. Oggi (come lo è stato all’andata, quando ha segnato un gol inutile ai fini del risultato) sarà diverso, ma Pazzini si può collocare tranquillamente in mezzo ai due estremi rappresentati da Rui Costa e Montolivo nella considerazione della gente, sicuramente più vicino all’amico e compagno in rossonero piuttosto che all’inarrivabile Maestro...

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Amarcord

Fiorentina - Milan

La Fiorentina non sconfigge i rossoneri davanti al proprio pubblico da ben 7 anni, all’epoca di Corvino e Prandelli

L’ultima vittoria a Firenze contro il Milan?

PRATICAMENTE UN’‘ETERNITÀ’

di RUBEN LOPES PEGNA

n’eternità. È davvero passato tanto tempo dall’ultimo successo della Fiorentina al Franchi sul Milan. È, infatti, da sette stagioni, ovvero dal 2005/06, che i viola non battono i rossoneri a Firenze. Era il primo anno dell’accoppiata Prandelli-Corvino e in riva all’Arno, dopo l’inferno della C2, il

purgatorio della B e dopo la sofferenza del 2004/05 al ritorno in serie A (salvezza all’ultima giornata) era tornato finalmente l’entusiasmo. La sfida con il Milan del 20 novembre 2005, valida per la dodicesima giornata, è assai sentita.

I rossoneri sono secondi alle spalle della Juve, i viola terzi a tre punti dalla formazione di Ancelotti e reduci da quattro vittorie consecutive. Con la quinta aggancerebbero in classifica i rivali. Così il Franchi è completamente esaurito. Gli spettatori sono quasi 44.000, 43.950 per la precisione. Cesare Prandelli manda in campo la seguente formazione schierata con il 4-2-3-1: Frey; Ujfalusi, Di Loreto, Dainelli, Pasqual; Brocchi, Donadel (Pazienza dal 70’); Fiore (Pazzini dal 82’), Montolivo (Pancaro dal 66’), Jorgensen; Toni. Nelle file del Milan l’ex capitano viola Manuel Rui Costa parte dalla panchina ed entrerà in campo solo a poco meno di

mezz’ora dalla fine. Il futuro viola Alberto Gilardino è al centro dell’attacco. La partita è bella sin dalla fase iniziale. Dopo dieci minuti Manuel Pasqual batte una punizione tagliata da sinistra. Maldini e Serginho si addormentano. Alle loro spalle sbuca Luca Toni che con un perfetto diagonale batte Dida. Guarda il caso. Pasqual e Toni sono gli unici superstiti nella Fiorentina attuale della formazione che superò il Milan. La formazione di Ancelotti reagisce subito. E al 14’ una rovesciata di Maldini, su azione d’angolo, costringe Donadel (uno degli ex con Brocchi e Pancaro) a un salvataggio sulla linea. Passano undici minuti e i rossoneri pareggiano. Seedorf inizia l’azione d’attacco, servendo

Serginho sulla fascia sinistra. Il brasiliano crossa al centro dove Gilardino è pronto a colpire il pallone di testa e a battere Frey per il gol dell’1-1. Allo scadere del tempo Kakà entra in area da sinistra, dopo aver saltato Brocchi e Di Loreto. Il suo tiro, però, è deviato in angolo da Frey. La ripresa parte con il botto. Dopo appena 36 secondi Pasqual, gran protagonista del match, crossa da sinistra. Nesta cicca la respinta. Il pallone va verso il secondo palo dove sopraggiunge Jorgensen che manda il pallone in rete. La Fiorentina è di nuovo in vantaggio. Il Milan a metà tempo reclama per la mancata concessione di un rigore da parte di Rodomonti. Cafu batte l’angolo, Shevchenko di tacco indiriz-

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 za il pallone verso la porta. Brocchi in scivolata finisce a terra appoggiando il braccio sinistro sul quale batte la sfera. I rossoneri protestano ma l’arbitro giustamente giudica involontario l’intervento del centrocampista gigliato. Al 40’ il Milan pareggia con Gilardino. Ma il gol di testa del centravanti di Biella viene annullato da Rodomonti per una spinta dell’attaccante rossonero a Di Loreto. Due minuti dopo la Fiorentina chiude il match. Toni anticipa di testa l’uscita di Dida, dopo un rimpallo in area, e segna il gol del definitivo 3-1. Per il bomber emiliano è il quindicesimo gol in dodici partite di campionato. Nel finale anche i viola reclamano per la mancata concessione di un rigore, quando Nesta respinge nettamente con il braccio un tiro di Pazzini. Il penalty ci sta tutto. La Fiorentina merita ampiamente la vittoria, la quinta di fila, che la porta al secondo posto alla pari con il Milan a cinque lunghezze dalla Juventus. Comunque la partita è stata combattuta fino all’ultimo. La differenza l’hanno fatta Toni e Frey insieme a un ottimo Pasqual. Ma saggia è stata anche la mossa di Prandelli di piazzare Montolivo su Pirlo, togliendo al Milan l’ispiratore delle

Fiorentina - Milan

sue manovre. Dopo questo successo Firenze comincia a sognare. Vogliamo, però, raccontare un altro successo dei viola sui rossoneri. UNA VITTORIA CON IL MILAN CHE VALE IL POSTO IN COPPA UEFA. È quella ottenuta al Franchi sabato 16

maggio 1998 nel 34° e conclusivo turno della stagione 1997/98 (allora si giocavano gli anticipi anche nelle ultime giornate). La Fiorentina di Alberto Malesani è settima in classifica a due lunghezze dalla Roma e dalla Lazio e a tre dal Parma. In caso di vittoria e di passo falso di

alcune delle sue avversarie può entrare in Coppa Uefa. Il Milan di Fabio Capello, invece, è decimo e non ha più ambizioni di classifica. È ormai, infatti, fuori dalle coppe europee. Malesani per la sua ultima partita sulla panchina viola (il suo rapporto con il presidente Vittorio Cecchi Gori è compromesso da tempo) manda in campo la seguente formazione: Toldo; Tarozzi, Padalino, Firicano, Amoroso; Kanchelskis (dal 60’ Mirri), Cois, Rui Costa (dall’82’ Bettarini); Edmundo, Oliveira, Morfeo (dal 46’ Robbiati). Spicca nello schieramento viola l’assenza pesante del bomber Gabriel Batistuta. Nel Milan di Capello, anch’egli alla sua ultima gara con il club rossonero, ci sono fra gli altri Maldini, Costacurta, Albertini, Desailly, Donadoni e Boban. Fa molto caldo al Franchi, perché l’incontro si gioca di pomeriggio. La Fiorentina è motivata, ma la squadra milanista non concede niente ed onora la partita. Succede davvero poco nel corso del primo tempo. Così all’inizio della ripresa Malesani inserisce Robbiati al posto di uno spento Morfeo. E ‘Spadino’ lo ripaga subito della fiducia accordatagli. Così dopo appena cinque minuti realizza il gol che porta in vantaggio

la Fiorentina. Trascorrono altri trecento secondi e i viola raddoppiano. È Kanchelskis a segnare la rete del 2-0, che di fatto chiude l’incontro. Il Milan tenta la reazione ma trova gli spazi chiusi dall’attenta retroguardia gigliata. Malesani, dal canto suo, pensa a coprire la squadra e al quarto d’ora inserisce il giovane difensore Mirri al posto di Kanchelskis. Poi a sette minuti dal termine toglie anche Rui Costa e manda in campo il terzino Bettarini. Il pubblico intanto si accalca vicino alle reti di recinzione per una pacifica invasione di campo. Molti entrano anche sul terreno di gioco. Un fischio dell’arbitro De Santis a pochi minuti dalla fine viene scambiato come il triplice fischio finale. Così i tifosi entrano in campo festanti. Ma la gara non è finita. La gente non ne vuole sentire di uscire dal campo. Si teme anche la sospensione della partita e la sconfitta a tavolino della Fiorentina per 2-0. Ci vuole un’oretta per rimettere le cose a posto e per poter concludere l’incontro. I risultati dagli altri campi nel week-end calcistico sono favorevoli alla Fiorentina. Perdono la Lazio ed il Parma. I viola così concludono il campionato al quinto posto alla pari con gli emiliani ed entrano in Coppa Uefa.

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Atalanta-Palermo Bologna-Pescara Cagliari-Roma Catania-Napoli Inter-Siena Juventus-Chievo Lazio-Genoa Parma-Fiorentina Sampdoria-Torino Udinese-Milan

12^ giornata Andata 11/11/2012 3-2 0-0 2-2 2-4 3-2 1-3 2-0 0-0 1-6 1-0

Atalanta-Inter Cagliari-Catania Chievo-Udinese Genoa-Napoli Lazio-Roma Milan-Fiorentina Palermo-Sampdoria Parma-Siena Pescara-Juventus Torino-Bologna

Atalanta-Lazio Chievo-Bologna Fiorentina-Udinese Genoa-Cagliari Juventus-Parma Milan-Sampdoria Palermo-Napoli Pescara-Inter Roma-Catania Siena-Torino

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13^ giornata Andata 18/11/2012 3-0 2-1 4-1 2-2 0-0 2-2 2-0 3-1 1-0 2-2

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14^ giornata Andata 25/11/2012 0-1 0-1 0-0 3-0 1-0 3-1 1-0 0-1 1-0 2-2

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17/2/2013

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Chievo-Lazio Fiorentina-Catania Genoa-Juventus Milan-Atalanta Napoli-Parma Palermo-Cagliari Pescara-Sampdoria Roma-Bologna Siena-Udinese Torino-Inter

Catania-Parma Chievo-Sampdoria Fiorentina-Bologna Genoa-Palermo Milan-Inter Napoli-Udinese Pescara-Lazio Roma-Atalanta Siena-Juventus Torino-Cagliari

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La classifica 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Juventus Napoli Milan Fiorentina Inter Lazio Roma Catania Udinese Parma

P 68 59 57 51 50 50 47 45 42 38

g 15 15 15 15 15 16 14 15 15 15

in casa v n 11 2 10 4 11 0 11 3 7 4 11 2 8 3 10 2 7 7 8 5

p 2 1 4 1 4 3 3 3 1 2

in trasferta g v n 15 10 3 15 7 4 15 6 6 15 4 3 15 8 1 14 4 3 16 6 2 15 3 4 15 3 5 15 2 3

p 2 4 3 8 6 7 8 8 7 10

partite totali g v n p 30 21 5 4 30 17 8 5 30 17 6 7 30 15 6 9 30 15 5 10 30 15 5 10 30 14 5 11 30 13 6 11 30 10 12 8 30 10 8 12

Gol f s 59 19 55 29 53 32 54 37 47 39 39 36 60 51 40 38 38 38 39 39

P 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Cagliari Bologna Sampdoria* Torino Chievo Atalanta° Genoa Siena ◆ Palermo Pescara

38 36 36 35 35 34 27 26 24 21

in casa v n

15 15 15 15 15 15 15 15 15 15

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4 5 2 4 5 4 4 4 6 1

in trasferta v n p 4 4 3 2 4 4 2 2 0 2

4 1 5 8 0 2 5 4 6 2

7 10 7 5 11 9 8 9 9 11

partite totali v n p

30 30 30 30 30 30 30 30 30 30

10 10 10 8 10 10 6 8 4 6

8 6 7 12 5 6 9 8 12 3

12 14 13 10 15 14 15 14 14 21

Gol f

37 39 35 37 31 30 31 31 25 21

49 38 35 41 45 42 47 42 43 61

Penalizzazioni: * -1 punto; ° -2 punti; ◆ -6 punti;

Le soste Oltre a quelle di Natale (non si gioca domenica 30 dicembre, ma si riprende all’Epifania) e Pasqua, ci saranno altri “vuoti domenicali” in occasione degli impegni della Nazionale (9 settembre, 14 ottobre e 24 marzo).

8^ giornata Andata 21/10/2012 2-1 1-0 1-1 2-4 2-0 2-0 3-2 0-0 2-1 1-0

Ritorno 3/3/2013

Atalanta-Siena Cagliari-Bologna Chievo-Fiorentina Genoa-Roma Inter-Catania Juventus-Napoli Lazio-Milan Palermo-Torino Parma-Sampdoria Udinese-Pescara

16^ giornata Andata 9/12/2012 2-1 0-0 0-2 2-1 0-1 2-0 2-4 0-2 1-3 2-4

9^ giornata Andata 28/10/2012

2-0

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Ritorno 5/5/2013

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Ritorno 10/3/2013

Bologna-Inter Catania-Juventus Fiorentina-Lazio Milan-Genoa Napoli-Chievo Pescara-Atalanta Roma-Udinese Sampdoria-Cagliari Siena-Palermo Torino-Parma

17^ giornata Andata 16/12/2012 3-1 1-0 4-1 1-1 3-0 1-0 4-1 2-3 4-1 1-1

31/10/2012

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Ritorno 8/5/2013

Catania-Sampdoria Chievo-Roma Fiorentina-Siena Genoa-Torino Juventus-Atalanta Lazio-Inter Milan-Pescara Napoli-Bologna Parma-Cagliari Udinese-Palermo

10^ giornata Andata -

17/3/2013

Atalanta-Napoli Cagliari-Siena Chievo-Pescara Genoa-Fiorentina Inter-Sampdoria Juventus-Bologna Lazio-Torino Palermo-Milan Parma-Roma Udinese-Catania

18^ giornata Andata 22/12/2012 1-1 1-2 1-3 1-1 0-3 2-1 4-2 0-1 0-2 2-0

Ritorno

11^ giornata Andata

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Ritorno 12/5/2013

Atalanta-Udinese Bologna-Parma Cagliari-Juventus Inter-Genoa Palermo-Fiorentina Pescara-Catania Roma-Milan Sampdoria-Lazio Siena-Napoli Torino-Chievo

Ritorno

4/11/2012

30/3/2013

Bologna-Udinese Catania-Lazio Fiorentina-Cagliari Juventus-Inter Milan-Chievo Napoli-Torino Pescara-Parma Roma-Palermo Sampdoria-Atalanta Siena-Genoa

19^ giornata Andata

1-0 0-2 2-0 1-2 2-1 2-1 4-1 2-1 3-0

1-2 1-2 2-1 1-0 5-3 0-3 0-2 0-0 2-2

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6/1/2013 0-0

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

La Formazione

ue assenze pesanti ed il morale non al massimo. Ecco che per la Fiorentina la sfida decisiva contro il Milan può rappresentare il vero trampolino di lancio per questo finale di stagione. Montella deve fare a meno dell’infortunato Jovetic e dello squalificato Gonzalo Rodriguez, due perni della formazione titolare che lasciano il posto a compagni vogliosi di mettersi in mostra. Il dubbio sul modulo resisterà fino a quando non vedremo i gigliati in campo, con la tentazione del ritorno al 3-5-2 che stuzzica la mente di Montella. Possibile, in ogni caso, la conferma del 4-3-3 visto nelle ultime uscite. In fin dei conti a cambiare è solo la posizione di Pasqual e Cuadrado, avanzati od arretrati di qualche metro. Contro gli uomini di Allegri la Fiorentina dovrebbe presentarsi con Viviano fra i pali; protetto a destra da Roncaglia, al centro dalla coppia composta da Tomovic e Savic con capitan Pasqual a sinistra. Proprio nel reparto difensivo ci sono i dubbi maggiori, perché anche Compper è in concorrenza per sostituire Rodriguez e non necessariamente con Tomovic, visto che il serbo potrebbe scalare a destra nel momento in cui venisse inserito il difen-

Probabili formazioni

Fiorentina-Milan sore tedesco. A centrocampo nessun dubbio. Torna Borja Valero dalla squalifica e completerà il reparto con Pizarro ed Aquilani. In attacco confermati gli esterni Cuadrado e Ljajic, al centro è ballottaggio a tre, con Toni al momento in vantaggio su Larrondo e su El Hamdaoui. Nessun problema di formazione, invece, per il Milan. Allegri sceglie la formazione tipo da opporre alla Fiorentina e la schiera secondo il consueto 4-3-3. Davanti ad Abbiati ci saranno Abate e De Sciglio sugli esterni, con Bonera e Mexes a comporre la coppia centrale. In mezzo al campo spazio per Ambrosini e Muntari, insieme all’ex Montolivo. Davanti il tridente delle grandi occasioni, con il recuperato Boateng che giocherà al fianco di El Shaarawy e di Balotelli.

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STADIO Artemio Franchi ORE 12,30 Fiorentina 4-3-3 Ljajiac

Pasqual

Toni

Borja Valero Pizarro Savic

Viviano

Tomovic

1 Viviano;

Cuadrado

Aquilani

4 Roncaglia, 40 Tomovic, 15 Savic, 23 Pasqual;

Roncaglia

10 Aquilani, 7 Pizarro, 20 Borja Valero; 11 Cuadrado, 30 Toni, 22 Ljajic. Allenatore: Vincenzo Montella

MILAN 4-3-3 1 Abbiati; 20 Abate, 5 Mexes, 25 Bonera, 2 De Sciglio;

El Shaarawy

23 Ambrosini, 18 Montolivo, 4 Muntari; 10 Boateng, 45 Balotelli, 92 El Shaarawy

Balotelli

Muntari

Boateng

Abate Mexes

Bonera De Sciglio

Ambrosini

Montolivo

Abbiati

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

L’Esclusiva

Fiorentina - Milan

Intervista all’attore tifoso del Milan da sempre: da Van Basten a Balotelli, da Sacchi a Trap, aspettando la sfida coi viola

Ugo conti: “Fiorentini non

fischiate Montolivo. E magari

dateci borja valero” di Michela lanza

go Conti è un grande attore cinematografico italiano che spesso ha lavorato con un altro grandissimo del nostro cinema, Diego Abatantuono, interpretando ruoli di ogni genere: dal comico al drammatico (tra i tanti film nei quali ha recitato, spiccano senza dubbio i capolavori di Gabriele Salvatores,

da Marrakech Express a Puerto Escondido, da Nirvana ad Amnesia, fino al film vincitore del Premio Oscar come miglior pellicola straniera, Mediterraneo). Uniti da una grande amicizia, i due condividono anche una sconfinata passione: quella per i colori rossoneri. Quella per il Milan. Ecco perché oggi che il ‘Diavolo’ giocherà al Franchi, noi del Brivido Sportivo abbiamo intervistato in esclusiva l’attore milanese, che nella gara di andata soffrì a San Siro assistendo alla vittoria viola contro i rossoneri allora privi di Balotelli. Lo fece braccio a braccio con un suo amico tifosissimo viola, nonché amico del Brivido: Gianfranco Monti. I due, che hanno

lavorato insieme facendo per due anni una trasmissione su Radio 101, anche oggi tiferanno e soffriranno guardando il match. Oggi che la sfida è sempre più accesa. Oggi che la volata Champions è arrivata al rush finale. Oggi che Fiorentina e Milan sono le principali concorrenti per un posto nell’Europa che conta. Ma andiamo a conoscere l’Ugo Conti-pensiero su questo match che si preannuncia assolutamente avvincente. Iniziamo dalla Fiorentina di Montella, intesa proprio come squadra, come filosofia di gioco: da tifoso (avversario) ma anche da appassionato di calcio, che giudizio ha sui viola aven-

doli anche visti dal vero a San Siro? «La Fiorentina, insieme alla Juventus, è la squadra che ha espresso il miglior calcio in assoluto in questo campionato. Ogni tanto, poi, essendo una squadra giovane perché messa insieme solo da pochi mesi, ci sta che abbia qualche pausa come sabato scorso a Cagliari. Pausa che può esserle costata qualche punto utile. Resta comunque una bella realtà di questa stagione, una squadra che mi piace». Montella è un allenatore che piace molto ai piani alti del Milan: ammesso che resterà a Firenze, lei lo corteggerebbe fosse la società rossonera? Oppure è più incline

alle ‘vecchie’ bandiere (per esempio, si è udito anche il nome di Donadoni, accostato alla panchina rossonera)? «Rispondo a questa domanda con una teoria: io sono uno che pensa che, con tutta la bravura che può mettere in campo un allenatore, sono sempre i giocatori a fare la differenza. L’abilità e le qualità dei giocatori contano l’80%. Per esempio: la Fiorentina quest’anno sta facendo decisamente meglio rispetto agli ultimi anni e Montella ha dei meriti importanti, ma è anche vero che la squadra è stata quasi totalmente rinnovata e rivoluzionata. A Catania hanno fatto bene Zenga, Mihajlovic, Montella, oggi Maran, che

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 addirittura sta facendo ancora meglio rispetto ai suoi predecessori. Altro esempio: Sacchi, l’allenatore del grande Milan, da altre parti dove non aveva a disposizione uomini di spessore come a Milano, non è riuscito a ripetersi. Ma…». Ma? «Vado controcorrente e smentisco me stesso se parlo di Conte. La bravura di Conte supera quella di altri suoi colleghi e incide di più nella Juve, una squadra a mio avviso forte, ma non fortissima. Ecco, lui è riuscito a fare un lavoro pazzesco e a dare una mentalità vincente al suo gruppo. Tutto questo non vuole sminuire il lavoro degli altri allenatori, né tantomeno quello di Montella che, ripeto, i suoi meriti ce li ha perché è riuscito a far rendere al meglio determinati giocatori. È riuscito a metterli in campo in una certa maniera. Ed è riuscito a rimotivare Pizarro». Jovetic (che non ci sarà oggi col Milan) è stato accostato a tante squadre in Italia e all’estero. Mai al Milan. Perché secondo lei? «Non lo so. Io credo che Jovetic sia bravo, ma che sia un giocatore sopravvalutato, anche a causa, appunto, degli infortuni che ogni tanto lo tartassano. Poi magari, zitto zitto, arriva il Milan e lo prende ma, pur essendo bravissimo, non sono convinto che sia un fuoriclasse». Il giocatore che soffierebbe alla Fiorentina di Montella? «Senza dubbio Borja Valero. È davvero bravo lo spagnolo. Anche se credo che la vera chiave del successo della Fiorentina di Montella sia stata quella di portarsi a casa Pizarro. Se lui sta bene, è un regista che ha pochi rivali al mondo. Poi è chiaro che accanto a lui servono interni che sappiano correre, smarcarsi, farsi trovare pronti al momento giusto. Ma il cileno è fondamentale». E il giocatore che secondo lei, prenderebbe volentieri Galliani dal club viola? «Credo che Galliani soffierebbe volentieri alla Fiorentina il centrale di difesa che non giocherà oggi: Gonzalo Rodriguez. Non male assolutamente l’ex Villarreal». Capitolo ex. Impossibile non toccare il tasto Montolivo. Innanzi tutto è soddisfatto di come Riccardo si è inserito? Crede poi che Firenze lo accoglierà con fischi o indifferenza? «Non solo Montolivo si è inserito alla grande nel Milan, ma ha anche convinto tutti conquistandosi pure i gradi di capitano in campo e nello spogliatoio. È un centrocampista strepitoso che sta giocando con autorevolezza e personali-

Fiorentina - Milan

tà. L’averlo responsabilizzato è il grande merito di Allegri. Per quanto riguarda l’accoglienza che Firenze gli riserverà, non saprei cosa dire. Spero che non lo fischino, ma si sa, nel calcio sono cose che succedono. Più che altro mi auguro che venga esposto uno striscione per il grande Jannacci…». Se da una parte c’è Montolivo, dall’altra c’è l’ex rossonero Aquilani: che ne pensa del numero 10 viola? «Penso che è un grande talento, che ha grandissime qualità ma che i troppi infortuni abbiano in qualche modo falsato la sua carriera. Già dai tempi della Roma, era un giocatore che si faceva male spesso. Un peccato, perché è davvero talentuoso. Mi auguro e gli auguro veramente di poter disputare 3 stagioni di seguito senza saltare neanche una partita». Facciamo un passo indietro: qual è il giocatore della storia della Fiorentina che più di tutti avrebbe voluto che indossasse la maglia del Milan? «Antognoni. Racconto un aneddoto risalente a qualche anno fa. Ero di passaggio a Firenze (stavo andando a Roma per seguire Lazio-Milan) e mi trovai in un ristorante dove, per combinazione, incontrai un componente della famiglia Pontello. Così, ovviamente per scherzo, l’amico che era con me fece un assegno di 10 miliardi di lire: quello che sarebbe servito per convincere l’allora patron viola per farci portare a casa Antognoni…». Non è mai arrivato al Milan Antognoni, però è approda-

to in rossonero Manuel Rui Costa: un grande campione che, però, a Milano non ha convinto proprio tutti. «È vero. Rui è stato un grandissimo al 95%, ma un fuoriclasse si distingue quando diventa importante nel momento in cui deve esserlo. Van Basten, per esempio, era uno che faceva la differenza nei momenti topici, nelle partite fondamentali. Giocava una semifinale, una finale, e lui faceva gol. Incideva. Come Maradona, un altro che faceva davvero la differenza. Però voglio dire che Rui è una persona umanamente squisita, sempre molto gentile ed educato con tutti». Il suo ricordo più bello e più brutto di Fiorentina-Milan? «Il più brutto risale ad un Milan-Fiorentina, quello della passata stagione, quando i viola sono venuti a salvarsi vincendo proprio a San Siro. Direi inaspettatamente. Il più bello, mi dispiace per i tifosi viola, ma è senza dubbio il 7-3 rifilato agli uomini di Radice al Franchi il 4 ottobre del 1992. Quella partita me la gustai proprio allo stadio di Firenze, insieme a Diego (Abatantuono, ndr). Ci aveva invitato Cecchi Gori. Eravamo in tribuna d’onore e quando Baiano portò in vantaggio la Fiorentina, i tifosi che erano in tribuna sotto di noi si girarono e iniziarono a inveire contro di noi, noti tifosi rossoneri, sfoggiando il classico gesto dell’ombrello. Poi, dopo poco, iniziò la goleada del Milan: Massaro, Lentini, Gullit, Massaro, Van Basten… fino al rotondo 3-7 finale». L’uomo che per lei rappresenta in assoluto la sfida tra

viola e rossoneri, visti anche i tanti doppi ex che si sono avvicendati negli anni? «Ce ne sono tanti, non saprei dirne uno: Chiarugi, Hamrin, Amarildo, Massaro… e poi, in panchina, dico Liedholm». Che pellicola potrebbe rappresentare Fiorentina-Milan? «Dico ‘L’attimo fuggente’, e non perché abbia qualche particolare attinenza alla partita, ma perché è un film che mi piace tantissimo per una partita che è sempre stata spettacolare». Facciamo un giochino: il miglior Batistuta o il miglior Toni (quello campione del mondo che per un periodo è stato accostato anche al Milan)? «Non scherziamo: assolutamente Batistuta, con tutto il rispetto per Toni…». Il ‘vostro’ Ibrahimovic o il ‘vostro’ Balotelli? «Balotelli perché in campo è meno antipatico di Ibra (il che è tutto dire) – ci scherza su Conti –. Balotelli gioca più per la squadra, Ibra sembrava il padrone del pallone: come quando da bambini, chi porta il pallone vuole giocare per forza, altrimenti minaccia di portarselo via». Il doppio ex Rui Costa o l’ex fenomeno viola Mutu? «Rui Costa, non c’è paragone, anche solo per l’intelligenza che ha dimostrato di avere in campo e fuori dal campo». L’estro di Jovetic o la concretezza di El Shaarawy? «La concretezza di El Shaarawy». Trapattoni o Terim? «Il Trap. Assolutamente il Trap. È troppo forte. È la sua simpatia che conquista, il suo spirito e

la sua voglia di stupire ancora oggi che, a 74 anni, siede sulla panchina dell’Irlanda con la quale spera di volare ai prossimi Mondiali in Brasile». Il numero 10 per eccellenza? «Rivera». Il tecnico del cuore? «Sacchi». La cotoletta alla milanese o la bistecca alla fiorentina? «Mi piacciono moltissimo entrambe… sono un ottimo buongustaio. Anzi, a tal proposito, venite a visitare il mio blog di cucina www.atavolaconugo. com in cui parlo di ricette, di cucina e di molto altro ancora». Cosa vuole dire al suo amico Monti prima del match attraverso le pagine di questo giornale? «Siccome mi aveva detto che andava a Cagliari lo scorso sabato, e siccome la partita si giocava a porte chiuse… voglio sapere se è entrato – sorride Conti». Tra l’altro, avete visto insieme Milan-Fiorentina sia quest’anno che l’anno scorso e sono state due vittorie viola… Pensa di vederne ancora di partite accanto a Gianfranco? «Sì, si, perché no? Magari oggi sarò a Firenze a vedere la gara con lui. E lo prenderò un po’ in giro ricordandogli di quando, circa quattro mesi fa, gli dicevo vedendolo gongolare: “Stai attento, tanto vi raggiungiamo e vi superiamo”. Glielo dicevo facendo un po’ il gradasso, scherzando, ma sinceramente non me l’aspettavo una rimonta così del Milan». Infine le chiediamo un ricordo di Enzo Jannacci, grande tifoso rossonero scomparso proprio alla vigilia di Pasqua. «Ho tantissimi ricordi di Enzo. Lo conoscevo da quando frequentavo il Derby (locale dove è cresciuta, facendo cabaret, una generazione di artisti di grande livello). Insieme al grande Beppe Viola, ma anche insieme ad attori come Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Diego Abatantuono, Mauro Di Francesco e Ernst Thole, formò il Gruppo Repellente che si esibiva con spettacoli scritti dalla coppia Jannacci-Viola. Racconto un aneddoto che in pochi sanno: una sera Diego (Abatantuono, ndr) aveva la febbre a 40. Doveva esibirsi e non sapeva come fare. Così, io ed Enzo (che era anche un ottimo medico) corremmo in farmacia e comprammo diversi farmaci che, con un’iniezione, fecero rinascere Diego dandogli la possibilità di non mancare la serata. Enzo era un grande artista, ma soprattutto un uomo di grande intelligenza. La sua scomparsa è senza dubbio una grossa perdita».

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

L’Esclusiva

Fiorentina - Milan

Esclusiva con l’ex difensore di Milan e Fiorentina: “Il mio pronostico? Non vedo favorite’”

PANCARO: “È UNA SFIDA CHE VALE TANTO ma non sarà decisiva per il terzo posto” di ANDREA GIANNATTASIO

a partita della verità. L’ultimo treno per tentare di riacciuffare nel rush finale di stagione il terzo posto che significherebbe Champions League. L’appuntamento con il Milan - in un orario che solitamente porta molto bene alla Fiorentina - è diventato ormai il match più importante della stagione. Una partita nella quale, oltre alla componente emotiva per il ritorno per la prima volta da ex di Riccardo Montolivo, molto peso avranno le assenze di Stevan Jovetic - ai box per i prossimi giorni - e Gonzalo Rodriguez, squalificato. Per analizzare tutti questi temi, la redazione del Brivi-

do Sportivo ha contattato in esclusiva il doppio ex dell’incontro Giuseppe Pancaro, protagonista del Milan di Carlo Ancelotti e della prima Viola di Cesare Prandelli. Pancaro, che partita di aspetta all’Artemio Franchi? «Assisteremo sicuramente ad un match importante, tra due delle principali pretendenti per un posto in Champions e, a mio avviso, proprio fra le due squadre che per gioco e risultati si meritano di essere così in alto in classifica. Tengo subito a precisare che al di là del valore della partita non penso che sarà decisiva per l’assegnazione del terzo posto...». Si spieghi. «Mancano ancora molte giornate al termine della stagione e credo che gli attuali sei punti di distacco tra viola e rossoneri siano assolutamente recuperabili. Inoltre sulla carta il Milan ha un calendario più

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difficile di quello della Fiorentina, quindi l’attuale distanza potrebbe ridursi in poco tempo. I viola hanno tutte le carte in regola per qualificarsi in Champions». Parliamo di Montolivo, un giocatore che con Firenze si è lasciato molto male e a Milano sembra aver trovato la sua dimensione. «Riccardo sta facendo davvero molto bene con la maglia rossonera. Io personalmente, sin da quando ho giocato con lui in viola, l’ho sempre reputato dotato di sicuro talento. Le sue qualità però a Firenze non sono emerse al meglio, mentre a Milano grazie alle sue prestazioni ha saputo dare un indirizzo ben preciso alla squadra». Quindi in un solo anno è riuscito a maturare del tutto? «Secondo me sì. Con il Milan ha mostrato una personalità ed un carattere che a Firenze in sette anni non

è mai riuscito a tirar fuori del tutto. E questo è sintomo di grande maturità». Tra i viola, però, c’è un altro centrocampista di tutto rispetto: Borja Valero, al rientro proprio nella sfida contro la squadra di Allegri. «Che giocatore straordinario! Credo davvero che lo si possa considerare senza ombra di dubbio la rivelazione del nostro campionato. Non era affatto facile per uno spagnolo imporsi in serie A, alla luce soprattutto dei precedenti. Sa abbinare ottimamente quantità e qualità e svolge in modo straordinario entrambe le fasi di gioco. Sarà un recupero importante per Montella». Le note dolenti, però, saranno le assenze di Gonzalo Rodriguez e di Stevan Jovetic. «Potranno essere due carenze importanti nella formazione dei viola: in particolar modo l’assenza del montenegrino si farà sentire, perché campioni

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come lui possono risolvere le partite da un momento all’altro con una giocata». Pensa che Ljajic possa essere il naturale sostituto di Jo-Jo? «Ad occhio e croce direi di sì, anche perché il serbo mi sembra in un buon momento di forma. Poi spetterà a Montella prendere la decisione finale». Un’ultima domanda su Luca Toni, un suo caro amico che a suon di gol si è meritato il rinnovo del contratto. «Sono felicissimo per Luca perché è un bravissimo ragazzo e si merita solo il meglio. A Firenze ha ritrovato l’entusiasmo e ha aiutato la Fiorentina a tornare in alto in classifica. Mi auguro che possa continuare su questa strada». Un pronostico secco per Fiorentina- Milan? «Dico che le due squadre hanno entrambe il 50% di possibilità di conquistare la vittoria».

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Il Personaggio di Michela lanza

tranieri perfettamente integrati nella realtà cittadina fiorentina. Sono Borja Valero e la sua dolce metà Rocio Rodriguez, genitori del vero nuovo idolo del popolo viola che risponde al nome di Alvaro, il loro piccolo di 3 anni che ha già imparato l’inno della Fiorentina tanto da intonarlo con naturalezza e gioia. Quest’oggi i coniugi Valero, che fanno della semplicità il loro marchio di fabbrica, che amano la normalità e non i lustrini di serate mondane vip e che si sono apertamente dichiarati innamorati di Firenze, passeranno una domenica diversa. Borja e Rocio, ragazzi giovani che incarnano al meglio il ritratto dei ‘turisti’ perfetti (basti pensare alle loro passeggiate nel centro storico fiorentino, alle gite in Toscana tra San Gimignano e Pisa, ma anche alla loro Pasquetta-svago alle Cascine), passeranno una domenica ‘divisi’. ROCIO LA PODISTA. Sì perché, mentre Borja si appresterà a riprendere il suo posto come interno di centrocampo al fianco di Pizarro e Aquilani (per fortuna della squadra di Montella!) e affronterà il Milan, ovvero la prima e per adesso unica squadra alla quale è riuscito a segnare nel campionato italiano, la

Dopo la squalifica rientra lo spagnolo per la gioia dei tifosi, intanto la moglie partecipa alla maratona VivicitTà

Borja in campo, Rocio a correre:

LA DOMENICA PARTICOLARE DEI CONIUGI VALERO

bella moglie dello spagnolo correrà la Vivicittà, la mezza maratona di 21 km che inizierà alle 9.30 con partenza da piazza Santa Croce. Rocio Rodriguez, giornalista e podista che non ha voluto far mancare la sua partecipazione alla Half Marathon,

non seguirà quindi le gesta del marito al Franchi (o al massimo raggiungerà lo stadio più tardi). Oggi, dopo tanto allenamento fatto nei mesi passati proprio alle Cascine (dove tanti atleti vanno a correre per tenersi in forma), ha preferito passare

la sua domenica in maniera alternativa, senza dimenticare – però – che il marito si starà giocando, insieme ai compagni, una bella fetta d’Europa (che conta). IL 20 AL SUO POSTO. Ma non ce ne voglia, la dolce Rocio: quello che preme in maniera particolare ai tifosi viola in questa domenica di aprile, pur tifando per lei affinché possa disputare una buona corsa piazzandosi bene in mezzo a tanti concorrenti, è che il suo Borja abbia rimesso la maglietta numero 20 e torni titolare di una squadra che senza di lui ha dimostrato di essere un gruppo di uomini ‘brancolanti nel buio’. Un’assenza, la sua, contro il Cagliari, che ha avuto più o meno lo stesso effetto di quelle altresì pesanti di Pizarro in altre occasioni. Quindi la felicità di rivederlo al centro del campo, danzare sul manto verde, non

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può che essere motivo di gioia, di sollievo. Come se improvvisamente, la Fiorentina potesse abboccare ossigeno per i suoi polmoni. La domanda, a questo punto, nasce spontanea: ma se Rocio è alla Maratona e Borja al Franchi Alvaro dove sarà? Chi lo sa, quello che è certo è che il nostro primo piccolo tifoso vorrebbe festeggiare con la maglia viola addosso un’altra vittoria del suo papà. E magari, perché no: sogna un altro gol firmato Borja, per tagliare un altro traguardo insieme. Se tutto ciò accadesse, occorrerebbe festeggiare – vista l’ora – magari mangiando una bella fiorentina o, più umilmente, un panino col lampredotto. Perché ora ai Valero manca solo quest’ultimo step per diventare fiorentini a tutti gli effetti. Ah, dimenticavo: rigorosamente con un gottino di rosso.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

I’Nonno Pilade

Fiorentina - Milan

Pazzolivo?

Bella coppia, e paiano e rossoneri broders

imentichiamoci della Sardegna, lasciamola pe’ l’estate perché di questi tempi gli è meglio star a casa rinvortai ni’ pledde. ‘Ntanto e gli è staa l’urtima partia giohata ‘n qui’ campo virtuale, quest’artre le giohan tutte a Trieste! Più vicino e un potean andare? T’immagini se facean gioha’ noi a Trieste i’pelato che starnazzi che facea? Ma ora e gli è lui che dee venir a Firenze e lì i’pubbriho e c’è e sarà ‘ncazzao nero. E ci ha gorpao Caravaggio, che s’è fatto gorpa’ tutto contento a di’ la verità, e gli eran du’ anni che gni dicea “o pigliami, o portami a i’Campe Nou, o rizzami l’asticella…” ma quella un ce l’ha di già chi gliela rizza? Boh, e giovani d’oggi e sono strani, e si vo’ fa rizza’ l’asticella da Galliani! ‘Nsomma ora lui gli è di là, gli è un artro a strisce, e forse gli è i su’ posto ‘nsieme a i’ 29 che però gli è facile che stia ‘n panca, ‘nsomma ‘ndo gli stava anche prima d’anda’ via da Firenze, anche lui pe’ rizza’ asticelle. Pazzolivo, bella coppia sì, e paiano e

rossoneri broders, e vi si fa vede’ noi oggi icche l’è bono pe’ la tosse! Perché e un ni scherziamo, di partie a mezza iella come quella di Cagliari e

un se ne vo vede’ miha più! Questa gli è l’urtimo tramme pe’ la Scempionse, o vincila o pensa’ a quarcos’artro, e un c’è smanie! E mancherà Gonzalo che però se gioha come l’urtime vorte… ma soprattutto e mancherà Jo-Jo. Anche

lui e va a corrente arternaa, però, se c’è, i rischio che gli ‘nventi quarcosa di bono e c’è sempre. Anche perché se un c’è, chi c’è? I’ poero Luhone che si tien con gli spaghi ormai, o qui’ marocchino disperso che un si sa ‘ndo sia da una vita, o qui’ brindellone novo di Larrondo, se piglio i’pallone e lo sfondo (ma un lo piglia quasi mai). ‘Nsomma come potere di foho e un n’è che se n’abbia dimorto, ma un glielo diciamo a i’diavolo, ‘n fondo basta fagnene uno e non piglianne. Gli è una parola! Appena e vola la palla ‘n area e la sona a morto, la un si piglia nemmen pe’ sbaglio e lì ni’ mezzo e c’è gli omini con la cresta, miha degli scarzabubboli quarsiasi. Eupalla pensaci te, una vorta ogni tanto dacci una mano no? Possibile che s’abbian sempre tutti contro? Di già Cirio pelati e ci avrà fatto manda’ un arbitro su misura con le ‘struzioni ‘n tasca come e mobili dell’IKEA, ma lassù, all’Olimpo e un ci arria nemmen lui, anche se i’ su’ capo e crede di sì. Però e bisogna aiutassi anche da noi, ‘n campo e sugli sparti. Tutti ‘nsieme appassionatamente, come con l’Inter, che si massaggia anche questi! Forza Violaaaaaaaaaaaaa!

Il Pungiglione

Jovetic e il recupero, per ora È UN RONZIO DI INCITAMENTO

a puncicatina questa volta non è cattiva, ma deve solo servire ad incitare, ad avvisare di stare attenti e la rivolgiamo allo staff medico viola e a Jovetic, che è di nuovo ai box. L’altra volta la storia ci si ricorda bene, una lesione abbastanza lieve al polpaccio, la voglia di rientrare, dei programmi un po’ trop-

po pesanti di recupero. Risultato? Affaticamento, e magari qualcosa di più dell’altra gamba, e lo stop previsto di una-due domeniche diventò di cinque! Non ce lo possiamo permettere un’altra volta. Comunque vada questo big-match, siamo alle porte con i sassi. Ci giochiamo davvero l’Europa, quella che conta

(speriamo) o quella che conta meno, che costa tanto di più in termini di fatica, ma che permette di rientrare nel giro di quelli che giocano a metà settimana, croce, ma anche delizia per una società che vuole riacquistare la visibilità internazionale che merita. Per far questo, per arrivarci, non si può fare a

meno del giocatore più rappresentativo, almeno non si può farne a meno a lungo. Perciò non sono concesse leggerezze od errori, il recupero di Jovetic da questo nuovo infortunio muscolare deve essere rapido ma completo e senza rischi. Allo staff medico viola il compito di studiar bene ogni dettaglio, al

giocatore il dovere di impegnarsi al massimo perché i compagni hanno bisogno di lui in questo sprint finale. Le api per ora non pungono, ronzano soltanto vicine e potrebbe essere anche un ronzio di incitamento, come quello dei tifosi.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

L’obiettivo prioritario è un attaccante capace di far fare il salto di qualità alla squadra viola

Mercato

ASPETTANDO L’EUROPA

la Fiorentina è già in viaggio U

n attaccante in grado di far fare il salto di qualità alla Fiorentina. Sia che debba, la prossima stagione, affrontare l’ostacolo Europa League, sia che debba fare fronte ai preliminari di Champions. I nomi sono quelli dei soliti noti: si va da Pierre-Emerick Aubameyang, ventiquattro anni del Saint-Etienne, a Lisandro Lopez, argentino di proprietà del Lione che, al di là dei rumors su un eventuale rinnovo di contratto (in scadenza nel 2014), ancora non ha mollato la pista viola. Attenzione però a Cyril Théréau, francese del Chievo Verona che pare destinato a lasciare il club di Campedelli, e al giovane Christian Benteke, ventiduenne congolese naturalizzato bel-

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ga cresciuto nel Racing Genk e passato quest’anno all’Aston Villa, in Premier League. Il sogno, specie se dovesse poi partire Stevan Jovetic, resta sempre lo stesso, l’uruguaiano Gaston Ramirez, ex Bologna oggi di proprietà del Southampton. IL PRIMO OBIETTIVO. Su Aubameyang la Fiorentina si era fatta avanti già a gennaio. Ad aprire la strada, oltre al padre che ha di fatto confermato un appuntamento a metà aprile con la dirigenza viola («quella capace di dare certe garanzie a mio figlio e con la quale intendo approfondire la que-

stione»), sono arrivate anche le parole dell’allenatore del Saint-Etienne, Christophe Galtier. È stato lui ad ammettere che l’attaccante di origini gabonesi in estate lascerà la Francia. Il giocatore, secondo quanto ha fatto sapere, avrebbe trovato un agreement per liberarsi dal contratto che lo lega con la società transalpina fino al 2016. La Fiorentina, forte della trattativa portata avanti da mesi, sorride ma sul giocatore si è scatenata mezza Premier League, dal Chelsea al Manchester City, fino al Newcastle e al Tottenham, tutti interessati

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di Francesca bandinelli

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 re in estate. Era stato il braccio di ferro del presidente Aulas a bloccare la trattativa, in realtà a stroncarla prima ancora che potesse in qualche modo essere intavolata. A gennaio era stato Pradè a chiudere la porta ai francesi: troppo comodo farsi avanti per sanare deficit economici, pretendendo di avere la strada spianata sulla richiesta economica. È di questi giorni la notizia che Lopez starebbe valutando l’ipotesi di un prolungamento proprio con il Lione, ma vuole garanzie ben precise, oltre ad un aumento del proprio ingaggio. Si tratta di una guerra di nervi, dunque, dalla quale la

al vice capocannoniere della Ligue 1. «Abbiamo un accordo morale con il giocatore - ha rivelato Galtier - ma, fino all’ultimo potrebbero esserci sorprese. Nessuno di noi sa quello che accadrà. Abbiamo un impegno per liberarlo, ma non escludiamo che Pierre Emerick possa restare con noi, specie se dovessimo qualificarci in Champions League». LE ALTERNATIVE. Discorso diverso, invece, è quello da fare per Lisandro Lopez. Il giocatore argentino, trent’anni e una valanga di gol alle spalle (pure alla Fiorentina, proprio in Europa), il suo sì ai viola lo aveva già fatto arriva-

Fiorentina può solo che trarre benefici. OPZIONE BELGA. Oltre a Jordy Clasie, il vice Pizarro sul quale si sta stringendo per la chiusura dell’affare con Feyenoord, le idee della dirigenza viola portano anche oltremanica, in Inghilterra, Aston Villa. Qui piace un belga che in Premier si è fatto strada senza mezzi termini: si tratta di Christian Benteke. Ha ventidue anni, origini congolesi ed ha già realizzato tredici gol in ventisette presenze. Il club di Birmingham ha versato, in estate, quasi nove milioni ai belgi, blindando il giocatore fino al 2016, ma la Fiorentina ha già mosso le pedine del suo scacchiere. Dopo

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essere emigrato quando ancora la sua terra si chiamava Zaire e regnava il regime del Maresciallo Mobutu, Benteke ha costruito la sua carriera in Belgio, prima giocando nel Js Pierreuse poi nei vivaio dello Standard Liegi. Infine Gaston Ramirez: in realtà è un vecchio pallino viola. Il giocatore ha voglia di tornare in Italia, gli piace il gioco di Montella e ai viola ha già ammiccato. La chiusura del bilancio dello scorso anno in attivo, come raccontato dall’ad Sandro Mencucci, apre adesso scenari ancora più interessanti. Aspettando di conoscere se, alla fine, sarà davvero Champions League. E con essa una pioggia di milioni.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

Senza Filtro Diario di Charlie, 2 aprile, luogo non definito

MENTRE GLI ZII AMMICCANO ALL’AEROPLANINO certe tradizioni non cambiano mai di Federico pettini

atale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi. E invece, casualmente, ti ritrovi a Natale perso nei meandri dei ricordi e Pasqua con i suoi. Ma va bene così. Certe tradizioni, certe cose che restano immutabili nel tempo alla fine sono fatte per cambiare. O a restare tali. In Champions League i gol in fuorigioco ci sono sempre. Come quello dello yogurt sorbito dai gobbi o quello di Ibra, imbarazzante più di quello di Klose di nostra nefasta memoria. E poi ci sono le cose che non cambiano mai, quelle terra terra. Come le pause per le nazionali e le chiacchiere sul mercato, sul futuro, sulle destinazioni, sulle partite che contano. Perché Fiorentina-Milan è la partita. Dell’anno, della stagione, del sogno Champions, di Montolivo che torna e via così. Intanto nel mezzo, una trasferta a Cagliari assurda sia per i tifosi, sia per i giocatori che se avessero potuto evitarla sarebbe stato molto meglio. Ma in fondo l’hanno evitata lo stesso, non scendendo pra-

ticamente in campo. E poi ci sono gli ‘zii’ Berlu (Berlusconi) e Fester (Galliani). Che trovano sempre modo di parlare di Fiorentina parlando poi anche di campionato irregolare, dei rigori dati alla ‘viva il parroco’ nessuno parla. E dell’esser passati da settimi a terzi nessuno fa un fiato, però c’è Balotelli... Riguardo alla Fiorentina gli ‘zii’ parlano soprattutto di Montella. Di quanto piace il suo gioco, che incarna il perfetto allenatore del nuovo corso Milan e a giugno chissà. Apprezzamenti di qua, apprezzamenti di là, prima dopo e durante MilanFiorentina del girone d’andata. Tre ‘pappine’ e tanti saluti. Altra Fiorentina, altro Milan. Contento di certo Allegri, che in tutto questo incassa e tace mentre si trova tra le mani Costant terzino e Bonera a difendere Abbiati. In fondo però, per il Milan, da sempre, il campionato ha un’importanza relativa. Quella che conta è la Champions e la storia del club più titolato al mondo non è solo una storia. Una macchina da guerra in Europa capace di vincere anche con il Barcellona

di Messi. All’andata, perché al ritorno altro che remuntada, tramvata! A zio Berlu gli è venuto talmente tanto mal di testa che di lì a poco gli è venuta pure la congiuntivite! D’altra parte Montella accetta tutto e con un sorriso sornione glissa. I complimenti fanno bene ma sa perfettamente che a Firenze c’è l’inizio di qualcosa di importante, di vero, di affascinante. Da restare nella storia anche solo per una stagione indovinata. Insomma, gli ‘zii’ rischiano di restare a bocca asciutta. Chissà se la trasferta di Firenze invece rimarrà indigesta come l’abbuffata del pranzone di Pasqua. Mal digerito anche da un Bayern-Juve dove fare il tifo o simpatizzare per l’una o per l’altra è come scegliere tra una martellata sulla mano o una in testa. Insomma, il peggiore dei mali. Montella a Firenze di certo non si muove. Lo ha ribadito più volte il presidente ADV. E lui, il mister non sembra certo intenzionato ad andarsene. Deve tornare al ‘suo’ 4-3-3 e al gioco che predilige. Con un Giuseppe Rossi in più e forse uno Jovetic in meno: se Pradè fa partire un’asta tra le inglesi ancora una volta giù il cappello. Per Montella, comunque, il discorso non cambia. Grazie zii

ma prima c’è da fare un ciclo in maglia viola, vedere dove si può arrivare e magari giocarsela in Europa. Inseguendo la Champions League come cercare di arrivare all’Isola che non c’è senza la polvere di fata. O tristi per aver perso le rotelle, che poi son palline. E se sogno non è, si rimane alla realtà, in Europa League va bene lo stesso. Perché già gio-

care quella e portarla alla fine, nonostante quelli del partito giocareilgiovedìèbrutto, sarebbe un sogno. Alziamo un trofeo, poi tutti sul carro. Perché certe tradizioni, alla fine, non cambiano mai. soundtrack – “The Kite”, “The Chess” and “Neverland - Piano Variation in Blue”, Jan A.P. Kaczmarek

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

Fiorentina - Milan

Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

DUE ANNI DI RABBIA, non a caso gli ultimi IN VIOLA DI MONTOLIVO

Fuorigioco di Duccio magnelli

a proverbiale ironia dei fiorentini non gli ha risparmiato nulla. Da ‘Pitti Bimbo’ in poi, la ferocia dei soprannomi che gli venivano affibbiati aumentava con il diminuire della sua resa in campo. A Riccardo Montolivo la tifoseria viola ha rimproverato molte cose, dalla mancanza di autorità in campo alla poca grinta, dai pochi gol segnati alle potenzialità inespresse. Alla fine il giocatore è stato anche accusato di non aver voluto rinnovare il contratto con i Della Valle, impedendo così alla società viola di incassare soldi dalla sua vendita. I tifosi riponevano molte speranze in questo ragazzo proveniente dalle giovanili dell’Atalanta. Speranze che con il passare degli anni sono appassite, viste le difficoltà che il Riccardo trovava nel suo sbocciare verso la gloria. Firenze non lo rimpiange, ma la sensazione di non essere stati trattati bene dal giocatore − e anche dal suo entourage (leggi procuratori) − rimane forte in una grossa frangia della tifoseria viola. Anche perché molti speravano di vedere un Montolivo arrancante in un Milan privo dei suoi vecchi

Fiorentina - Milan

talenti (l’inizio di campionato faceva ben sperare…). E invece i rossoneri sono terzi in classifica, e il ragazzo di Caravaggio sembra aver trovato a Milano quella dimensione calcistica che a Firenze ha solo intravisto (‘Pitti Bimbo’ adesso può sfilare fra i grandi!). Al Franchi Montolivo verrà quasi certamente accolto da una valanga di fischi già alla lettura delle formazioni. Improbabile che tra i tifosi possa passare l’idea proposta da qualcuno di mostrare l’indifferenza dei forti. Troppo ghiotta l’occasione di provare a urtare il sistema nervoso del giocatore influenzandone negativamente il rendimento in campo… ammesso che i fischi possano influire sul corso di una partita. Forse qualcuno della dirigenza viola potrebbe non essere d’accordo. Anche perché la

contestazione idealmente si estenderà a Galliani (se sarà in tribuna), a Balotelli (i cui atteggiamenti a volte risultano un po’ indigesti), agli arbitri (che hanno troppo fa-

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vorito l’avanzata milanista in classifica). E questo potrebbe in qualche modo danneggiare la Fiorentina. Ma come negare una giornata di sana contestazione a chi per due

anni di totale dissesto aveva fischiato solo i propri giocatori e aveva assistito a spettacoli indecorosi? Due anni di rabbia, non a caso gli ultimi di Montolivo.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 7 aprile 2013 -

L’Evento

Fiorentina - Milan

L’EVENTO: TORNANO DA DOMANI GLI APPUNTAMENTI CON LO SPORT, I LIBRI, I DIBATTITI

Ricominciano ‘i lunedì del torrino’, con Facundo Roncaglia Associazione Rondinella

del Torrino

“I lunedì del Torrino”

Serate di sport e letteratu

Torrino di Santa Rosa, lungar

no Soderini 2 ore 21.15.

Ingresso libero

8 aprile

“In principio era Facundo”

a cura di Alessandro Mazzo

il difensore della Fiorentina Facundo Roncaglia e l’autore intervistati dal giornalista Mario Tenerani Dalle 20:30 apericena a buffet (5 euro). Info: 055/215921

col patrocinio di:

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opo il successo dello scorso inverno, riparte il grande evento ‘I lunedì del Torrino – serate di sport e letteratura’, un ciclo di serate in cui, presso il famoso e caratteristico Torrino di Santa Rosa (in lungarno So-

derini), a partire dalle ore 21.15, si parlerà di sport e di tradizione fiorentina attraverso rinnovate presentazioni di libri e creando dibattiti sugli stessi. L’amore nei confronti dello sport e della città di Firenze e la passione per la cultura e la letteratura che si uniscono per andare insieme, a braccetto, per apparire più sensuali. Per essere ancor più interessanti agli occhi di chi, troppo spesso, rinuncia a sfogliare e leggere le pagine di un bel libro. Così, riparte proprio domani, lunedì 8 ottobre, il ciclo di quattro serate in cui le porte del Torrino si apriranno a curiosi e interessati per conoscere le opere proposte. Si inizia con la presentazione del libro ‘In principio era Facundo’ (a cura di Alessandro Mazzoni, Edizioni Sarnus). Si parlerà del fenomeno-Roncaglia, del personaggio che, come arrivato in riva all’Arno, ha conquistato tutti entrando nelle grazie dei tifosi senza neanche

rendersene conto, grazie alla sua grinta e alle sue entrate maschie sul terreno di gioco, come vuole la tradizione dei difensori cosiddetti ‘arcigni’. Un duro che per un periodo di tempo è stato addirittura accostato a quel ‘caudillo’ che fu Daniel Passarella. Insomma, la sua fama è stata talmente immediata che, dopo pochi mesi dal suo arrivo in maglia viola, gli è stato dedicato questo libro. E lui, il numero 4 della Fiorentina, sarà presente all’evento, a disposizione per foto e autografi. Felice di farlo.

La serata, alla quale parteciperanno l’autore (Alessandro Mazzoni) e il protagonista dell’opera (Facundo Roncaglia), sarà moderata dal noto giornalista sportivo Mario Tenerani. L’evento, organizzato dall’Associazione Rondinella del Torrino in collaborazione con la Biblioteca Pietro Thouar e con il patrocinio del Comune di Firenze e del Quartiere 1, prevede l’ingresso libero e sarà preceduto da un apericena a buffet (dal costo di 5 euro) che avrà inizio alle ore 20.30 (per prenotazioni 055 215921).

Ecco il calendario completo: 8 aprile “In principio era Facundo” a cura di Alessandro Mazzoni 15 aprile “Giorno per giorno” di Eugenio Giani 22 aprile “Firmamento Viola” di Enrico Zoi 29 aprile “Il vocabolario del vernacolo fiorentino e toscano” di Alessandro Bencistà

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