Il Brivido Sportivo Stadio Fiorentina-Udinese del 26/08/2012

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto - Fiorentina Udinese

{ Noi, le donne dei viola

{ La formazione

Manuela Viviano: “Vi racconto Emiliano”

Viola al via: 3-5-2 e tante facce nuove

Michela lanza da pagina 24

A pagina 15

e quindi uscimmo

a riveder le stelle...

{ Esclusiva ad Abel Balbo

“Con Montella la Fiorentina può volare” Michela lanza da pagina 6

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto di Alessandro Rialti

C

e l’avessero detto prima non l’avremmo creduto. La Fiorentina che avevamo lasciato alla conclusione dello scorso campionato non c’è più, è stata disintegrata. Pradè e Macià, con la collaborazione ovviamente di Montella, hanno usato il lanciafiamme: di quella squadra viola alla quale in tutta franchezza nessuno di noi era attaccato più di tanto non è rimasto nulla, solo poche ceneri. A parte ovviamente quei giocatori che proprio l’anno scorso nella stagione più difficile avevano dato qualcosa in più: parliamo di Jovetic, Pasqual, di Nastasic e fin quando lo ha retto la condizione fisica anche di Cassani. Non solo è sparita quella Fiorentina ma pure lo staff dirigenziale anche se sono rimasti quasi tutti gli uomini più importanti del gruppo. Ci sembra comunque che sia cambiato lo stile generale. Era questo che gli stessi tifosi, che avevano incontrato Andrea Della Valle nella sala Ridolfi del Franchi prima della trasferta con il Milan, avevano chiesto: salviamoci e poi cambiamo tutto. Andrea Della Valle ha mantenuto ogni singola promessa, ha fatto acquistare giocatori importanti, tutti con le stesse caratteristiche: faccia tosta, voglia di lottare, grandissima personalità. Sulla carta è nata dunque una squadra che potrebbe davvero piacere tanto ai fiorentini e l’entusiasmo affettuoso mostrato nella prima uscita in Coppa Italia con il Novara è la dimostrazione che c’era proprio voglia di nuovo. Ma è stata altrettanto importante in questi mesi, fino a queste ore, la battaglia che Andrea Della Valle ha fatto e sta facendo per tenere Jovetic (e pure Nastasic). La diga di protezione che il presidente onorario viola aveva

S TA D I O

are

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Fiorentina Udinese

L’editoriale

LE PROMESSE MANTENUTE DI ANDREA

ASPETTANDO L’ULTIMO GRANDE COLPO assicurato che avrebbe eretto per impedire a chiunque di portargli via il

{

Era questo che i tifosi avevano chiesto ad Andrea Della Valle prima della trasferta con il Milan: salviamoci e poi cambiamo tutto

suo giocatore più rappresentativo ha funzionato e retto. Fin qui Stevan è

Supplemento al n. 30 de Il Brivido Sportivo Direttore responsabile Michela lanza

sempre viola e Montella peraltro gli ha pure messo al braccio la fascia di

capitano. Ora inizia il campionato, non sarà

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affatto facile e non solo per gli avversari: Montella dovrà lavorare anche contro il tempo, il suo gruppo è nuovo e lo deve mettere assieme sapendo che le gare si moltiplicano e bisognerà avere pazienza e intelligenza. Nel momento in cui scriviamo esiste poi anche un’ultima battaglia, sempre dei Della Valle, per l’ultimo colpo, per la pennellata finale: portare a Firenze anche un altro grande

Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Maso Bardi grafica@brividosportivo.it

attaccante. Personalmente siamo convinti che Pradè riuscirà anche in questa operazione. E se sarà davvero così, allora non avremmo dubbi a indicare la Fiorentina, insieme alla Roma, regina del mercato. A pensare che solo poco tempo fa la squadra viola barcollava sul filo della retrocessione non possiamo non fare i complimenti a Diego e più che a ogni altro ad Andrea Della Valle.

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Fiorentina Udinese

VIola al via

I nuovi acquisti e rendono la squadra di

di Michela lanza

È

la Fiorentina che ci piace definire ‘cacio e pepe’, per dirla alla romana, ma pure una Fiorentina che… ce po’ fa’ pazzià, per dirla in napoletano. Il maccherone ‘cacio e pepe’ è un piatto sostanzialmente povero, ma ricco e gratificante allo stesso tempo. È un piatto i cui ingredienti costano il giusto e non vanno a pesare troppo sulle tasche dei consumatori ma che, se ben amalgamati, rendono saporita la tavola. Un piatto semplice, ma essenziale, e ancor di più piccante, saporito, frizzante, pepato. Tutte qualità che sembrano donare, calzare alla perfezione addosso alla nuova Fiorentina di Vincenzo Montella, tecnico napoletano ed ex giallorosso che, insieme a Daniele Pradè ed Edoardo Macià, ha formato una squadra a sua immagine e somiglianza: tecnica, brillante, pungente, mordace, briosa, con propensione offensiva e possibilmente veloce e divertente. Ma quali sono gli ‘ingredienti’ che la società viola ha pagato (ma non strapagato) e sui quali punta per offrire ai propri appassionati un ‘piatto’ gustoso, all’altezza del blasone? Partiamo

PANE, CAL

E’ UNA

“cacio

dalla ‘colonia’ di ex romanisti (dal ds al tecnico, dal portiere di riserva Lupatelli al cuore del centrocampo dove agiranno Aquilani e Pizarro), che ci ha ispirato questo soprannome un po’ ironico e un po’ provocatorio di ‘Fiorentina cacio e pepe’, e che è stata affiancata in fase di ricostruzione da un’altra colonia, quella di sudamericani e spagnoli e, in particolar modo, di calciatori con un comune denominatore: l’eccelsa tecnica e la personalità. Da Borja Valero a Cuadrado, fino a Mati Fernandez: vederli all’opera nelle prime uscite stagionali, seppur con formazioni di relativo valore, ha

infiammato il proverbiale palato fino del pubblico fiorentino. Senza dimenticare la coppia dell’Est formata da Jovetic e Ljajic: giocatori dati per partenti, rimasti invece entrambi in vio-

{

con le parole del tecnico viola, «dialogano con la stessa lingua, calcisticamente parlando». Il giovane serbo poi, rispetto al ‘bambino indisponente’ della scorsa stagione, sembra davve-

Un piatto semplice, ma essenziale, e ancor di più piccante, saporito, frizzante, pepato: è la Fiorentina di Montella

la come fossero innesti veri e propri (nonostante l’ambiente e Montella siano in attesa di un attaccante da 18-20 gol a stagione) che, là davanti, per dirla

ro un’altra persona, ‘rianimato’ da Montella (che ha bloccato la sua prematura cessione per vederlo all’opera personalmente) già dai primi giorni di ritiro

estivo. Tutti questi ‘ingredienti’ vanno a formare una squadra che tecnicamente sembra avere pochi rivali. E perché questa scelta di costruire un team in cui fantasia e tecnica la fanno da padrone? Semplice: la Fiorentina deve avere una sua idea di gioco, deve fraseggiare, verticalizzare, correre, far girare palla, divertirsi e divertire. Non è una squadra che si ispira all’idea di gioco del calcio spagnolo, né tantomeno una Fiorentina alla ricerca di un’imitazione improbabile degli dèi del calcio del Barcellona. È semplicemente una squadra, quella di Montella, che vuol


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Fiorentina Udinese

l’arrivo di Montella nuovo appetibile

LCIO E FANTASIA

FIORENTINa

cacio e pepe” giocare a calcio possibilmente ragionando con la testa perché «Bisogna essere ficcanti – ha detto l’Aeroplanino –. Può succedere di poter vincere anche quando gli altri giocano meglio, ma con le caratteristiche dei giocatori con i quali è stata costruita la squadra, è certamente più facile fare risultato giocando bene». E se dalla cintola in su c’è tanta fantasia in casa viola, quella fantasia che già alla prima uscita stagionale in coppa Italia contro il Novara ha ricevuto consensi, in difesa c’è un ottimo assortimento grazie alla permanenza di un giovane ‘vecchio’ come

Nastasic (nonostante l’ombra del City) e all’arrivo dei nuovi Hegazy, Gonzalo Rodriguez e Roncaglia: ci sono fisicità, piedi buoni da sfruttare in fase di impostazione, abilità negli anticipi,

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E poi lui, la ciliegina sulla torta, Emiliano Viviano, colui al quale sono state consegnate le chiavi della porta viola

personalità e ‘cattiveria’. E già un idolo scelto per la sua irruenza, la sua generosità e forse anche per quella somiglianza a metà tra ‘El Caudillo’ Daniel Passarel-

la (ex libero viola rimasto nei cuori dei tifosi per il suo agonismo) e Ivan Ramiro Cordoba (difensore colombiano e arcigno che ha contribuito a fare

le fortune dell’Inter di Mancini prima e Mourinho poi) è certamente l’argentino Facundo Roncaglia. C’è chi già sogna entrate irruente su caviglie nemiche… E poi lui, la ciliegina sulla torta, Emiliano Viviano, colui al quale sono state consegnate le chiavi della porta viola con fiducia ed eccitazione. Eccoli tutti gli ingredienti della ‘nuova ricetta fiorentina’, ai quali vanno aggiunti gli altri arrivati El Hamdaoui e Della Rocca che (per diversi motivi, Ramadan compreso) hanno avuto meno spazio per mettersi in mostra fino ad oggi e alcuni ‘superstiti’, tra cui Pasqual, Cassani e un sorprendente Romulo, uno che Montella ha tolto dalla naftalina dandogli fiducia e che in questa Fiorentina spumeggiante ha dimostrato di poterci stare. Adesso serve solo l’amalgama. Serve solo accendere il fuoco della passione. Ma la nuova stagione sta finalmente per prendere il via, questo pomeriggio, contro la terza forza dell’ultimo campionato (l’Udinese di Guidolin) tra l’impazienza generale del “Non vedo l’ora di vedere all’opera Tizio o Caio”. A tal proposito sorge spontanea la domanda: ma allora sono

tornati a far capolino anche gli ingredienti base del successo? Quelli che mancavano da due anni a questa parte? Evidentemente sì. È tornato a popolare le tribune del Franchi il signor Entusiasmo. E con lui il presidente onorario Andrea Della Valle, tornato in ritiro al seguito della squadra (quest’anno a Moena, in Val di Fassa) dopo due anni di assenza. E con che verve e che passione, poi! Basti ripensare ai brividi durante la presentazione in piazza della squadra e ai tanti aneddoti raccontati dallo stesso Della Valle durante una cena insieme alla stampa, in parte quasi incredula davanti a tale metamorfosi: dall’Andrea ‘furioso’ che lascia lo stadio contro il Cagliari a quello super eccitato che ride e scherza con i media e decide di tornare in prima linea, il cambiamento repentino è stato notevole e decisamente gradito. Dunque tutto è davvero pronto per il calcio d’inizio del nuovo ciclo viola. 3-2-1, via! Partita l’era della ‘Fiorentina cacio e pepe’. Apparecchiate la tavola per una squadra che ha tutte le carte in regola per piacere. Parola di… Vincenzo Montella: «Stiamo diventando una squadra appetibile a molti. Anche a me sarebbe piaciuto giocarci”. Più chiaro di così.

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Fiorentina Udinese

L’esclusiva Stagione squadra P G

Da giocatore (in Italia) Coi viola gioca anche in Champions League, segnando una rete nell’incontro in casa contro i campioni uscenti del Manchester United.

1989-1993 1993-1998 1998-1999 1999-2000 2000-2002

Udinese 134 Roma 146 Parma 25 Fiorentina 19 Roma 3

65 78 4 3 0

Da allenatore Il 24 febbraio 2009 il Treviso annuncia il suo ingaggio, dal 21 novembre 2010 diventa capo dell’area tecnica dell’Arezzo, portando la squadra ultima in classifica a un sesto posto in meno di tre mesi. Dopo un anno di stop, a giugno, è tornato nella città della Giostra

A colloquio con l’ex bomber di Udinese, Fiorentina e Roma, oggi tecnico dell’Arezzo

abel balbo:

“CON MONTELLA LA VIOLA PUò TORNARE A VOLARE” di Michela lanza

U

n giocatore che in Italia ha lasciato il segno ovunque e oggi è l’allenatore dell’Arezzo, squadra con la quale ha un unico obiettivo: «Il mio è stato un ritorno. Avevo guidato la squadra nel 2010 prendendola in una situazione disastrosa a livello di classifica, ma mi sono trovato molto bene. Ecco perché quando mi hanno chiamato per chiedermi se volevo tornare ho accettato. Mi piace lavorare sul cam-

po e qua lo posso fare serenamente. L’ambizione è quella di vincere il campionato e poi, a livello personale, di poter fare un domani una carriera diversa. Magari andare ad allenare il Real Madrid, se possibile. Sono un ambizioso». Ecco, questo è Abel Balbo, ‘vecchia’ conoscenza viola ed ex centravanti che non ha bisogno di presentazioni (in serie A ha segnato 117 reti in 253 presenze). È arrivato in Italia, a Udine, appena diciottenne quando il campionato italiano era ancora il più difficile e ambito dai

più forti giocatori del mondo («Non ero ancora pronto per l’Italia – ha ammesso – ma a Udine mi hanno accolto e fatto crescere»). Via dal capoluogo friulano dopo 4 anni, si è stabilito a Roma per poi lasciarla per una ‘toccata e fuga’ vincente a Parma (in un anno ha vinto una Coppa Italia e una Coppa Uefa), un’esperienza Champions a Firenze e quindi tornarci appena in tempo per vincere il tricolore. Nella sua lunga e brillante carriera di bomber ha conosciuto e giocato con Gabriel Batistuta e

col nuovo tecnico viola, Vincenzo Montella, come ha raccontato in esclusiva al Brivido Sportivo. Abel, iniziamo proprio da Montella. Avete giocato insieme a Roma e vi conoscete bene. Che compagno era e

che uomo è l’Aeroplanino? «Straordinario. Un ragazzo molto semplice, umile, alla mano. Uno con qualità da grande campione in campo e qualità umane straordinarie. Un compagno col quale personalmente mi sono trovato molto bene».

Montella? Straordinario. Un ragazzo molto semplice, umile, alla mano. Uno con qualità da grande campione in campo e fuori


Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

Aveva personalità nello spogliatoio della Roma? «Sì, assolutamente. Non fatevi ingannare dalla sua statura, era un giocatore dalla grande personalità. Lo era fuori dal campo, dove tra l’altro è una persona molto intelligente che quando parla sa quello che dice e sa come approcciarsi, e lo era in campo perché quando la Roma era in difficoltà lui sapeva tirar fuori la giocata, faceva gol, si prendeva la squadra sulle spalle. E questo lo fanno solo i giocatori dalla grande personalità».

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Fiorentina Udinese

“FURBO? È UN NAPOLETANO. E STA DIMOSTRANDO DI MERITARE L’OPPORTUNITA’ AVUTA DI ALLENARE UNA GRANDE” Ci fa un ritratto del carattere di Montella? Si dice che sia, tra le altre cose, tosto e furbo… «Caratterialmente è molto tranquillo e sereno. Sicuramente è un grande pro-

fessionista. Lo era da calciatore e lo sarà sicuramente ancor di più da allenatore, un ruolo dove le responsabilità sono diverse e maggiori. Sono sicuro che difficilmente lo sentirete urlare o maltrattare qualcuno, ma si sa far rispettare. Tosto e furbo? Sì, è un napoletano – scherza Balbo – ma soprattutto, ripeto, è un ragazzo intelligente che sa quando deve usare la battuta e quando invece c’è bisogno del pugno di ferro. Non usa un sistema autoritario per gestire il gruppo. Quando si è troppo autoritari, si ha poca personalità. Essere autoritari

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è facile: ordini e basta. Invece siamo (io e lui la pensiamo alla stessa maniera) per una gestione più democratica in quanto, avendo grande personalità, puoi comunque farti valere e rispettare». Ha già messo anche delle regole nel gruppo insistendo su un punto fermo: la disciplina che, secondo lui, alla lunga può portare punti. «Eh sì, sono d’accordo conVincenzo. Le regole ci devono essere perché se tu sei ordinato ed educato fuori dal campo, significa che dopo lo sarai anche sul rettangolo verde. Ormai il calcio è così equilibrato che a volte perdi o vinci una partita per una questione di disciplina, di concentrazione». C’è chi dice che, seppur alleni da pochissimo tempo, sembra avere l’esperienza del veterano in panchina. Lei ritiene sia così? E, se sì, quanto si intuiva questa sua predisposizione a diventare tecnico quando prendeva a pallonate le difese avversarie? «Io la penso così: l’opportunità di allenare una squadra importante in serie

A la può avere chiunque, e lui l’ha avuta come l’hanno avuta tanti altri giovani allenatori. Poi però dimostri che sei bravo quando sai rimanere a certi livelli e mantieni le aspettative. Lui ha dimostrato di essere bravo ed ha fatto molto bene. Ha iniziato con la Roma ed ha fatto bene, è andato a Catania e ha fatto benissimo, adesso è a Firenze dove può sicuramente confermare quanto di buono ha già fatto vedere. Ripeto, l’opportunità la può avere chiunque: c’è chi conosce il politico di turno, chi è il ‘figlioccio’ del presidente, chi ha conoscenze, chi ha più fortuna. Alla fine, però, se non sei davvero bravo non vai avanti. E lui bravo lo è e già si capiva quando giocava. Di solito già da come uno si esprime da calciatore può lasciare intendere una predisposizione futura nel fare l’allenatore, poi non è detto che lo faccia perché capita che una volta appesi gli scarpini al chiodo, qualcuno decida di non allenare e preferisca professioni con meno responsabilità. Ma in generale, se tu sei uno disciplinato, un professionista serio, stai attento ai dettagli, cerchi sempre di studiare l’avversario per vedere in che modo

Le regole ci devono essere perché se tu sei ordinato ed educato fuori dal campo, significa che dopo lo sarai anche sul rettangolo verde

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8 lo puoi ‘raggirare’ per fargli gol, è come se tu allenassi già da calciatore. Lui era così». Ci racconta un aneddoto di Vincenzo giallorosso? «Ricordo che a volte ero dispiaciuto per lui perché Vincenzo meritava di essere titolare di quella squadra (quella dello scudetto 2000-01 ndr), mentre spesso non giocava neanche cinque minuti (almeno nella prima parte del campionato). Poi nel girone di ritorno, quando si è fermato Batistuta, iniziò a segnare lui facendo la differenza. Quindi di quel periodo insieme a Roma mi tornano in mente la sua professionalità e la sua correttezza, perché in quel momento davvero avrebbe potuto mandare a quel paese l’allenatore. Difficile vedere uno come lui, dei suoi livelli, stare fuori e continuare ad allenarsi educatamente e con la massima serietà, aspettando il proprio turno». “LA NOSTRA ROMA LA PIU’ FORTE, LUI AVREBBE POTUTO PRETENDERE DI PIU’ DA CAPELLO. LE PRESSIONI? LE SENTE E SA GESTIRLE” La vostra Roma è stata la più forte secondo lei? «Come rosa penso di sì. Ed ha vinto poco. Il campionato seguente, secondo me, era più facile da vincere di quello del 2000-01 e con un’altra gestione quella squadra avrebbe potuto fare molto di più, perché il valore era assoluto». Tornando a Montella: è un tipo che sente le pressioni della piazza e che, secondo lei, si fa condizionare dai giudizi esterni? «Uno che ha giocato ai suoi livelli, le pressioni le sente ma le gestisce. Roma è una piazza dove le pressioni sono tante, come Firenze. Poi è normale, una città importante come quella toscana dove c’è una sola squadra, dove tutti sono tifosi di quella squadra, vivono per quella squadra, le pressioni aumentano. Però credo che questo abbia anche

Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto aspetti positivi, soprattutto quando si arriva alla domenica. Io mi ricordo sempre che quando dovevo venire a Firenze a giocare da avversario, temevo il Franchi perché era un campo difficile, ostico. Poi quando ho avuto la fortuna di giocare con la maglia della Fiorentina, ho capito che quando giocavamo in casa avevamo un’arma in più: campo stretto, con tutta la gente ‘addosso’ a sostenerci. Insomma, le pressioni sono negative e positive, ma vanno sapute gestire eVincenzo lo sa fare». “VINCENZO E’ FELICE DELLA SUA SQUADRA ‘CACIO E PEPE’. PIZARRO INSOSTITUIBILE, JOVETIC FACCIA LA TESTA DI LEONE DEI VIOLA” Si può dire che questa sia la Fiorentina di Montella? «Per le caratteristiche dei giocatori che

Ci dà un giudizio su Pizarro (Montella ha detto che il suo più grande difetto è che la squadra non potrà fare a meno di lui) e su Aquilani (magari un confronto con Montolivo). «Ha ragione Montella. Pizarro quando lo vedi dici “Buon giocatore”. Poi quando gioca e lo conosci veramente ti rendi conto di quanto sia importante per la squadra. Ha una gestione della palla incredibile, non la perde mai, dà i tempi di gioco, sa fare tutto al momento giusto. Per chi comeVincenzo ha in mente un gioco offensivo, Pizarro è il massimo. Per quanto riguarda il confronto Aquilani-Montolivo, sono giocatori abbastanza simili, entrambi molto bravi. Più o meno si equivalgono». Jovetic sembrava poco convinto di restare, adesso forse lo è un po’ di più. Cosa ne

Questa è la Fiorentina di Montella, con calciatori di altissima qualità che hanno già una storia calcistica importante

sono arrivati, sì, è la Fiorentina di Montella. Credo che ogni uomo sia stato una sua scelta. Ormai nel calcio non sempre l’allenatore sceglie i giocatori. Anzi, nella maggior parte delle società sono i dirigenti che scelgono i giocatori e li mettono a disposizione del tecnico dicendogli “Allena questi”. Invece a Firenze penso, anche se non so se poi è realmente così, che i giocatori arrivati siano stati scelti daVincenzo. E’ uno a cui piacciono il bel gioco e giocare in attacco, quindi ha optato per alcuni elementi che conosceva così da non sbagliare. Sa che non falliscono. Calciatori tra l’altro di altissima qualità, bravi tecnicamente, che hanno già una storia calcistica importante alle spalle. Ho parlato ieri con lui (18 agosto ndr) e mi ha detto che è contento della squadra che ha a disposizione. “La squadra è forte” mi ha detto».

pensa di questa vicenda? «Jovetic ha ambizioni come tutti i ragazzi giovani e bravi come lui. Se dovessi dargli un consiglio gli direi di rimanere a Firenze. C’è una società che vuole far bene, con una proprietà economicamente forte e una squadra in cui lui può fare il leader, il numero uno. Io preferirei fare la testa del leone in una squadra come la Fiorentina piuttosto che fare la coda del topo in un’altra squadra, anche se più importante». È una Fiorentina ‘romana’: da Pradè a Montella, a qualche ex giallorosso (compreso Lupatelli che, non ci dimentichiamo, come lei ha vinto lo scudetto nel 2000-01). Ma è anche una Fiorentina molto tecnica, gli arrivi di Fernandez e Borja Valero e la permanenza di Jovetic e Ljajic ne

sono la testimonianza. Si può dire che è una squadra ‘cacio e pepe’? «Non penso che faccia molto piacere ai fiorentini – risponde divertito – ma è una definizione che ci può stare. È una Fiorentina molto tecnica, fantasiosa, ‘piccante’. Io penso che Vincenzo nella scelta dei giocatori sia andato sul sicuro puntando su calciatori bravi e di personalità, soprattutto per quanto riguarda quelli importanti, del reparto chiave di centrocampo». Ha giocato insieme in giallorosso anche a Mihajlovic. Che ne pensa della sua esperienza sfortunata a Firenze? «Ci ho giocato insieme a Roma nell’unico anno in cui lui non ha fatto neanche un gol su punizione – ricorda con simpatia Balbo –. Per quanto riguarda l’esperienza viola, penso sia arrivato a Firenze in un periodo nel quale c’era aria di cambiamento e dove c’era da assestare e riorganizzare il futuro. A volte fai un buon lavoro senza ottenere grandi risultati. E non significa non aver lavorato bene. Questo, secondo me, è il suo caso: lui ha lavorato molto bene pur non ottenendo risultati immediati.

Fiorentina Udinese E se oggi la Fiorentina è in grado di presentare un nuovo progetto è anche merito suo». C’è chi dice che Sinisa sia molto più buono di quello che sembra, al contrario di Montella che è molto più risoluto di quello che appare. «Di solito – scherza Balbo – quelli più piccolini sono più ‘rompipalle’ no? Sì, comunque è così: Sinisa da fuori lo vedi e sembra uno duro, sempre arrabbiato. Poi è un ragazzo molto alla mano, gradevole». Facciamo un passo indietro: lei ha passato tanti anni a Roma per poi lasciarla per le esperienze a Parma e Firenze e tornarci col suo amico Batistuta giusto in tempo per vincere uno scudetto. Che ritorno è stato il suo nella Capitale? E quanto invece fu difficile per Bati lasciare Firenze? «Sono tornato nonostante fossi alla fine della mia carriera per avere la soddisfazione di provare a vincere qualcosa, seppur non da protagonista. Per quanto riguarda Bati, credo che a lui sia


Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto successo quello che era successo a me quando ho lasciato la Roma la prima volta. Arriva un momento in cui, dopo aver dato tanto ed essere arrivato ad una certa età, scegli di provare a vincere qualcosa. Gli dispiaceva molto lasciare Firenze, ma andava in una squadra dove poteva battersi per lo scudetto. Scelta, la sua, arrivata tra l’altro quasi a fine carriera».

di Cecchi Gori è stata una carognata. Quindi penso che Gabriel abbia lasciato Firenze solo per la voglia di vincere qualcosa». E dell’anno con Trap a Firenze, che ricordi ha? «Di Firenze ho ricordi bellissimi. È una città stupenda. Abitavo a San Domenico, un posto fantastico dove sono stato molto bene. Poi ho avuto la possibilità di giocare la Champions con ilTrap che è un personaggio davvero particolare. Un’atmosfera unica. Sono stato contento di aver avuto la possibilità di giocare a Firenze, davvero. È stato un anno molto importante calcisticamente». Il gol ai campioni d’Europa del Manchester United è stato il momento più bello della sua stagione fiorentina? «Non è stato il gol più bello, ma il più importante proprio per la rilevanza di quella partita. Ricordiamoci che il Manchester arrivava a Firenze da Campione d’Europa. Era come il Barcellona di adesso: una squadra che si mangiava tutti gli avversari che incontrava. E noi li mettemmo sotto vincendo 2-0: fu una soddisfazione molto bella per tutta la città». Quanto mancava alla Fioren-

“CAROGNATE ALLA NOSTRA FIORENTINA! AVREMMO POTUTO VINCERE LA COPPA CAMPIONI NON CI AVESSERO ‘DERUBATO’ A VALENCIA” Al di là della voglia di vincere qualcosa, c’è stata la sensazione da parte di voi giocatori che fosse l’inizio della fine della Fiorentina, visto quello che è successo dopo due anni? «Sinceramente non c’era questa percezione ancora. Si parlava di debiti della società, ma erano di poco valore rispetto a quelli di altre squadre.Veramente quello che è stato fatto alla Fiorentina

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Fiorentina Udinese tina di Cecchi Gori per fare il salto di qualità? «Un po’ di fortuna. Se andiamo a guardare, ci hanno fatto fuori dalla Coppa dei Campioni ‘rubandoci’ perché il gol che segnammo a Valencia era valido. La squadra era forte, era convinta di quello che stava facendo. Sicuramente formidabile dal centrocampo in su, forse con qualche lacuna in difesa dove però avevamo unToldo che parava tutto. Una squadra che avrebbe potuto (qualcuno mi darà di matto) vincere la Coppa quell’anno. Se ci pensi bene, siamo andati fuori dal girone con 8 punti (è passato ilValencia con 10 ndr): una cosa praticamente incredibile». “BATI IL PIU’ FORTE DI SEMPRE, PENALIZZATO SOLO DAL SUO CARATTERE CHIUSO. ALLA VIOLA DI OGGI MANCA… DESTRO”

vanti più forte della storia della Fiorentina? «Difficile trovare uno che abbia fatto meglio di lui». Lei e Bati avete giocato anche un Mondiale ‘sfortunato’ insieme in una grande Argentina con Maradona (Usa 1994). Dove sarebbe arrivata quella squadra? «Avrebbe vinto il Mondiale. È la squadra più forte nella quale abbia mai giocato. Una squadra di lusso dal centrocampo in avanti: ci giocavamo io, Simeone, Redondo, Maradona, Caniggia e Bati». Quante reti avrebbero segnato attaccanti come voi nel campionato di adesso? «Molte di più di quelle che segnavamo prima. Uno come Bati avrebbe fatto più di 30 gol sicuramente». A proposito di centravan-

L’esperienza a Firenze è stata bellissima Ho giocato la Champions con il Trap in un’atmosfera unica

Tornando a Bati: ci racconta il vostro rapporto e se vi sentite e vi vedete ancora oggi? «L’ho visto a gennaio perché ero in Argentina, ma ci sentiamo poco da quando lui è tornato a vivere in patria e io sto qua. Il nostro, comunque, è un rapporto di grande affetto e amicizia». Bati è sempre stato apprezzato come campione, ma meno come persona. Forse per colpa del suo carattere introverso, riservato e chiuso? «Sì, è vero. Questo suo carattere in effetti lo ha penalizzato molto perché non si è fatto apprezzare per quello che è veramente. È stato un po’ un suo limite» Batistuta è stato il centra-

ti, a Firenze adesso manca solo una punta. Quali caratteristiche farebbero al caso della Fiorentina? «Montella vorrebbe un finalizzatore da 20 gol a stagione. Giocatori forti tecnicamente li ha, a lui serve uno che finalizzi l’azione e sbagli poco davanti alla porta. Per la Fiorentina, Destro sarebbe stato il top: è giovane e ha le caratteristiche dell’attaccante che manca oggi alla squadra di Vincenzo». “FIORENTINA E ROMA POSSONO SOGNARE L’EUROPA E NON SOLO, IN UN CAMPIONATO DI COSI’ BASSO LIVELLO…” La Roma di Zeman, la Fiorentina di Montella e l’Udinese di Guidolin: fa un pro-

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nostico sul campionato che faranno queste tre squadre? «Saranno tutte e tre protagoniste. Devono essere fortunate, intelligenti e furbe a cercare di approfittare di questo campionato, perché sarà un torneo di basso livello e formazioni come Roma, Fiorentina e Udinese possono dire la loro. Potranno togliersi delle soddisfazioni». La Fiorentina può arrivare in Europa? «Assolutamente sì. Penso che la Fiorentina e la Roma, così come ha fatto l’Udinese negli ultimi anni, possono aspirare anche a qualcosa di più perché, ripeto, il livello del campionato è più basso. È un anno da tenere d’occhio e per questo, se possibile, da approfittarne». A proposito di Udinese. Ogni anno cede i suoi uomini migliori, ma riesce sempre a ripetersi nello stupore generale. Cos’ha di magico? «Lavorano bene, sono intelligenti e bravi.Vendono tutti gli anni i giocatori migliori perché dietro ne hanno altri che sono uguali se non superiori. Anche quest’anno presenterà una squadra molto competitiva con questo Muriel che è un giocatore straordinario e sarà la rivelazione del campionato. Loro investono molti soldi in questo lavoro: mandano in giro tanta gente a vedere le partite in tutto il mondo e un’organizzazione impeccabile. Lo scorso anno sono andato a trovare il presidente Pozzo, era un po’ che non ci andavo, e ho visto infrastrutture che sono di prim’ordine a livello europeo: insomma c’è tutto. Addirittura stanno pensando di assegnare un preparatore atletico per giocatore. Loro vanno avanti, non hanno paura. Sanno lavorare. Penso che sia l’unica società ad ottenere ottimi risultati guadagnando pure qualcosa». Fiorentina-Udinese inaugura il campionato: che partita si aspetta? «Sicuramente tosta».

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10 di Alessandro latini

P

robabilmente, nemmeno il tifoso viola più ottimista avrebbe pensato di trovarsi a fine agosto davanti ad una Fiorentina completamente rinnovata. Ad inizio giugno si chiedeva a gran voce una (giusta e necessaria) rivoluzione, puntualmente messa in atto da chi ha avuto mandato dalla proprietà di cambiare otto undicesimi della formazione titolare dello scorso campionato (ad ora hanno resistito allo tsunami solo Nastasic, Pasqual e Jovetic). Detto e fatto, dunque, con Pradè e Macià (per molti tifosi formano e l’hanno battezzata la ‘coppia dei sogni’) che si sono messi con costanza a scandagliare il mercato alla ricerca dell’occasione giusta. E quando c’è stato da metterci lo zampino Vincenzo Montella non si è tirato indietro. Si è esposto per convincere Aquilani ed è stato l’assoluta garanzia per la scelta di Pizarro. Il mercato della Fiorentina è scivolato via meglio del previsto nel corso di queste settimane. Ad inizio estate Pradè aveva avvertito tutti che la maggior parte delle trattative si sarebbero potute concludere anche l’ultima settimana di mercato, invece il ds viola è riuscito a mettere a disposizione dell’allenatore diversi giocatori importanti fin dal ritiro di Moena. Questo il primo successo di un’estate ricca di cambiamenti per i tifosi della Fiorentina. IL PORTIERE DEL CUORE. Tanti avvicendamenti, a cominciare dal ruolo del portiere: Emiliano Viviano rappresenta la favola con il lieto fine. Inseguito per anni, il portiere di Fiesole ha finalmente coronato il sogno di vestire la maglia viola. Ha vissuto settimane da incubo nel mese di luglio, nelle quali l’Inter si era messa di traverso in una trattativa tra Palermo e Fiorentina che sembrava assolutamente in discesa. Viviano ha pazientato un po’, poi è salito in macchina ed è andato di persona nella sede nerazzurra per sbloccare l’intera operazione. Sarà indiscutibilmente lui il titolare, con buona pace di Neto che si è visto di nuovo sfuggire la possibilità di fare un campionato da protagonista. E per il portiere brasiliano (reduce dalla medaglia d’argento alle Olimpiadi con la Seleçao) appare impossibile un ritorno in Brasile (si parlava dell’Atletico Paranaense) visto che il mercato in Sudamerica è già chiuso. Resiste eventualmente solo la possibilità di un trasferimento in Italia. Poi c’è Cristiano Lupatelli, tornato per la terza volta a Firenze e felicissimo di farlo visto che ritrova l’amico (quasi fraterno) Viviano. I due hanno studiato tutto nei minimi particolari e hanno anche preso casa l’uno vicino all’altro (in centro a Firenze). Un piccolo aneddoto rivela quanto sia profonda l’amicizia tra i due: nella notte in cui Viviano ha raggiunto il ritiro di Moena la prima cosa che ha chiesto appena sceso dalla macchina è stata

Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

Fiorentina Udinese

Il mercato/1

la rivoluzione viola è quasi completata

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I tifosi chiedevano cambiamento e Pradè e Macià, ormai per i tifosi “la coppia dei sogni”, hanno cambiato otto undicesimi della compagine viola

dove fosse il ‘Lupo’, che ovviamente lo stava aspettando sveglio in albergo per il primo abbraccio da compagni di squadra. SPAZIO AI DURI. Volti nuovi anche in difesa, dove i vari Gamberini, Natali, Kroldrup e De Silvestri hanno passato la mano dopo tante stagioni colorate di viola. Adesso è il tempo dei giovani talenti come Nastasic (che, occhio, piace al City), Hegazy e Camporese, oltre che dei grintosi Facundo Roncaglia e Gonzalo Rodriguez. E proprio l’egiziano Hegazy, proveniente dall’Ismaily, è stato il primo acquisto della nuova stagione, anche se alla fine (complici le Olimpiadi) si è aggregato al gruppo per ultimo. Il suo innesto, in ogni caso, è un’eredità lasciata da Corvino. Quelli che destano però la curiosità maggiore sono i due nuovi duri del pacchetto arretrato. Roncaglia è arrivato dal Boca Juniors a parametro zero dopo un’estenuante e beffarda Copa Libertadores, mentre Gonzalo Rodriguez è stato prelevato dal Villarreal insieme a Borja Valero. Il primo ha mostrato le proprie caratteristiche fin dalle prime amichevoli estive, quando non ha risparmiato interventi particolarmente decisi neanche ai malcapitati dilettanti di turno. Deciso e coriaceo (c’è già chi lo paragona a Passarella, chi a Cordoba), i tifosi presenti al Franchi contro il Novara hanno dimostrato di apprezzare particolarmente il suo stile di gioco. Gli applausi ci sono stati anche per Rodriguez, che al centro della difesa ha avuto meno occasioni per mettersi in evidenza, ma anche lui

ha la fama di non andare troppo per il sottile. QUANTE NOVITà. Ma se finora abbiamo raccontato di normali avvicendamenti stagionali, a centrocampo i dirigenti viola hanno dato il meglio di loro stessi. Via per fine contratto Montolivo, Marchionni e Kharja, la linea mediana viola ha visto anche la dolorosa partenza di Valon Behrami, ceduto al Napoli per una cifra vicina ai 9 milioni di euro. Riscattato Lazzari dal Cagliari (anche se non è detto che resti in viola), intorno alla metà di luglio sono cominciati i botti. Il sorriso a Montella è tornato con gli arrivi di Borja Valero e Aquilani, due che saranno senz’altro titolari insieme a David Pizarro, il geometra cileno del centrocampo viola. Per prendere in mano le redini della Fiorentina, Pizarro e Borja Valero non ci hanno messo molto (Aquilani è stato tenuto a riposo in Coppa Italia dopo l’impegno con la Nazionale) e contro il Novara hanno messo subito in pratica le idee di Montella. Tanto possesso palla e gioco a terra, di lanci lunghi se ne sono visti pochissimi e sarà così per il resto della stagione. Pizarro dirige un’orchestra che ha in Borja Valero l’interprete principale. Lo spagnolo sabato scorso ha toccato una serie infinita di palloni, ma è balzato all’occhio anche il fatto che si sia dato particolarmente da fare anche in fase d’interdizione. Al coro si unirà presto Alberto Aquilani, che dopo il dribbling della scorsa estate è finalmente approdato a Firenze grazie ad una grande operazione del ds

viola e all’agevolazione del Liverpool. L’altro nome che stuzzica le fantasie dei fiorentini è quello di Juan Cuadrado, esterno colombiano prelevato in prestito oneroso dall’Udinese e che sarà sistemato sulla fascia destra da Montella: corsa e giochi di prestigio sono assicurati. E’ arrivata poi l’imprevedibilità di Matias Fernandez, uno capace di qualsiasi tipo di giocata. Resta da capire quale potrà essere la sua collocazione nello scacchiere di Montella. Nel 3-5-2 provato di recente può ricoprire il ruolo di seconda punta. Infine si è vestito di viola Francesco Della Rocca, il cui destino è rimasto legato a doppio filo a quello diViviano. Per qualche ora lui ha temuto che la trattativa saltasse per aria, ma alla fine è riuscito nel suo intento: giocare nella squadra di Montella, che lo ha fortemente voluto per completare la linea mediana. IN ATTESA DEL COLPO. In attacco il colpo migliore sarebbe

senz’altro quello di trattenere Stevan Jovetic. Andrea Della Valle ci ha messo la faccia a metà luglio durante il ritiro di Moena e da quel momento in poi i rumors di mercato si sono affievoliti anche non del tutto spenti. Noi continuiamo ad usare il condizionale (anche un po’ per scaramanzia) alla luce delle rinnovate voci di un interesse del Manchester City. La Fiorentina però è stata ancora una volta chiara: Jo-Jo non se ne andrà. Quello offensivo è il reparto che aspetta ancora un rinforzo importante, perché il solo El Hamdaoui non può bastare alla casella ‘centravanti’. Il marocchino, comunque, è finalmente riuscito ad approdare a Firenze dopo la querelle che lo vide protagonista a gennaio. La Fiorentina con lui ha risparmiato anche diversi soldi: in inverno per averlo occorreva sborsare più di 2 milioni di euro, mentre Pradè lo ha portato a Firenze per 850.000 euro.


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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto di Alessandro latini

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trana storia, la sua. Di quelle dove non riesci a capire chi sia il buono e chi il cattivo. Di quelle senza lieto fine, chissà poi per colpa di chi. Alessio Cerci e Firenze si sono detti arrivederci. Il suo passaggio in comproprietà al Torino non è un addio (la Fiorentina possiede ancora metà cartellino, appunto), ma quel retrogusto amaro che resta ha il sapore della grande occasione buttata via. Da Cerci, certo, ma anche dalla Fiorentina, che con quell’incredibile talento non è mai riuscita a farci granché. Spavaldo e verace, il suo modo di comportarsi non è mai andato giù ai fiorentini, che lo applaudivano dopo un gol ma che alla fine trovavano sempre il modo di criticarne la prestazione. D’altra parte è così. Se a Firenze il feeling non nasce ed esplode subito, poi si fa dura. E per Cerci, ad un tratto, si è fatta durissima. Una salita ripida, resa ancora più impervia da tanti piccoli episodi che, sommati insieme, hanno portato alla separazione. Prima l’intervista nella quale diceva di non avere un buon rapporto con i tifosi viola, poi le diatribe con i vigili urbani per via di qualche parcheggio un po’ azzardato e infine l’espulsione nella disfatta contro la Juventus per un ‘calcetto’ a De Ceglie. Episodi, certo, che hanno pesato come macigni perché di lui si trattava e perché ha avuto la sfortuna di far parte della Fiorentina nei due anni più anonimi della storia recente, dove i risultati (scadenti e non più ottimi come nelle stagioni precedenti) non hanno coperto qualche comportamento fuori dalle righe nella vita privata, come invece succedeva in passato. In mezzo tante leggende metropolitane, come quella del gatto al guinzaglio in giro per la città (in realtà era un piccolo cane), che hanno contribuito solo a cre-

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Fiorentina Udinese

Il mercato/2

Il rapporto con i tifosi non è mai decollato: occasione buttata?

Cerci-Firenze, (perora)èunarrivederci

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Poca utilizzato da Rossi, nella scorsa stagione ha segnato 8 gol (secondo solo a Jovetic fra i goleador viola) E con Montella il feeling non è scattato

are un ‘personaggio’, sotto al quale si nasconde - probabilmente - un ragazzo fin troppo timido e un po’ ingenuo. Cerci ha tutto quello che occorre per dividere il tifoso fiorentino. O lo si ama per quella sua progressione palla al piede e per la tecnica innata, o lo si odia perché non è costante, è irritante e a volte un po’ strafottente o perché tiene il pantaloncino arrotolato sulla coscia e si sistema spesso i capelli. Firenze e Cerci, il primo

atto si è chiuso così. NUMERI DALLA SUA. Eppure in campo si è sentito, eccome. Peccato per i viola che i suoi gol e i suoi assist siano serviti ‘solo’ per mettersi al sicuro in classifica nella stagione targata Mihajlovic (6 centri nelle ultime 5 partite) e per ottenere la salvezza lo scorso anno. Guerini si è aggrappato alla sua forza fisica e al suo istinto per traghettare la squadra fuori dalla palude del-

la zona retrocessione e il gol di Lecce rimane lì a testimoniare che se Cerci non si fosse caricato la squadra sulle spalle forse oggi saremmo a parlare di altre cose. I numeri, nonostante tutto, sono dalla sua parte. Gli 8 gol dello scorso campionato lo hanno proiettato alle spalle del solo Jovetic nella speciale classifica interna dei marcatori della Fiorentina. E ad ulteriore suo vantaggio è giusto sottolineare che non ha avuto continuità di impiego, specialmente sotto la gestione Rossi. SCELTA CORAGGIOSA. La stagione appena iniziata doveva essere quella della sua rinascita. Il 4-3-3 di Montella doveva rappresentare il nuovo punto da cui partire, per conquistare Firenze e i fiorentini. E l’allenatore campano ha raccolto subito la sfida: l’obiettivo era quello di renderlo l’arma in più della squadra gigliata. Comunione d’intenti (anche Cerci aveva le migliori intenzioni), dunque, durata però il tempo di un sospiro. Sono bastate due settimane di ritiro per far cambiare idea all’allenatore, che ha aperto le porte ad una cessione ed ha messo il giocatore a disposizione della società. A Moena i due si sono studiati, ma evidentemente non si sono piaciuti. E poi è sorta la questione tattica: con l’iniziale idea di un tridente offensivo (stile Catania, per intendersi) la presenza di Cerci in rosa aveva una sua logica, ma nel momento della virata di Montella sul 3-5-2 le

caratteristiche dell’esterno romano sono di colpo diventate inutili. Montella ha bisogno adesso di un attaccante centrale che possa duettare con Jovetic e non più di un esterno d’attacco. Per questi motivi l’Aeroplanino si è trovato a dover fare una scelta e, dopo aver liberato Cerci dallo status di ‘incedibile’, ha deciso di dare una chance ad Adem Ljajic. Non che il serbo rappresenti il prototipo del centravanti richiesto (è visto più come vice Jovetic), ma il precampionato ha detto che l’ex Partizan ha voglia di affermarsi in viola, tanto da risultare il più prolifico in zona gol, anche più di Jovetic. Montella quindi ha fatto una scelta coraggiosa: fuori Cerci e dentro Ljajic, per la felicità di diversi tifosi che intravedono nel baby serbo le caratteristiche giuste per diventare un grande giocatore e che non hanno mai instaurato il giusto feeling con Cerci. ANCORA DI SALVEZZA. E adesso per l’ex romanista ci sono le cure e le coccole di Ventura, che ha speso la sua estate a sperare nell’arrivo del suo pupillo. I due si stimano dai tempi del Pisa, quando l’attuale allenatore granata trasformò il ragazzo in uno degli esterni più forti d’Italia. La salvezza (ancora una volta, forse è proprio destino) passa tutta dai suoi piedi, visto che Ventura prima del suo acquisto - aveva fatto chiaramente intendere di non avere la squadra all’altezza per salvarsi in serie A. Adesso, forse, le cose per il Toro sono un po’ migliorate.

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

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Fiorentina Udinese

La formazione

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opo i test estivi e la prima uscita in Coppa Italia contro il Novara, per la Fiorentina è tempo di esordio in campionato. Al Franchi prende il via la nuova stagione e l’anticipo contro l’Udinese è il primo banco di prova per la neonata squadra di Montella. L’ex allenatore del Catania sembra aver scelto il 3-5-2 (lo ha usato anche in Coppa Italia), modulo che garantisce equilibrio fra le due fasi di gioco e che esalta le caratteristiche dei giocatori della rosa. Contro i friulani in porta dovrebbe fare il suo debutto sotto la Fiesole Emiliano Viviano, fermato da un problema muscolare durante la trasferta in Turchia, ma che adesso sembra del tutto ristabilito. In difesa non dovrebbero esserci avvicendamenti rispetto

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rimediata in Nazionale. L’ex Liverpool però dovrebbe farcela a scendere in campo dal primo minuto: in caso di forfait sperano in due, Romulo e Olivera anche se il secondo è reduce da un problema fisico mentre il primo ha convinto sia nel pre-campionato che in Coppa Italia. Sulla corsia sinistra sarà confermato Manuel Pasqual fresco di gol su punizione col Novara. In attacco ci sarà spazio per Jovetic, che dovrebbe duettare con Adem Ljajic, il capocannoniere del precampionato viola. El Hamdaoui ha terminato il Ramadan e la sua forma fisica sembra migliorare di giorno in giorno, ma dovrebbe comunque accomodarsi in panchina. L’Udinese, invece, arriva al Franchi dopo il buon esordio nei preliminari di Champions League contro lo Sporting Braga (la squadra friulana ha pareggiato 1 a 1)e dovrebbe opporsi

Montella sembra aver confermato il modulo usato in Coppa Italia. Debutto sotto la Fiesole per Viviano

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Cuadrado potrebbe passare la mano a Cassani, Aquilani è alle prese con una contusione rimediata in Nazionale e in ritardo di condizione

alla sfida di sabato scorso e dunque Roncaglia agirà sul centro destra, Gonzalo Rodriguez sarà il riferimento centrale e Matija Nastasic prenderà posizione sul centro sinistra. A centrocampo cominciano i ballottaggi. Il primo è per una maglia da titolare sulla corsia destra. Il titolare del ruolo è Juan Cuadrado, ma il precampionato del colombiano non è stato dei più tranquilli a causa dell’operazione all’appendice.Almeno all’inizio, quindi, potrebbe trovare spazio il buon Cassani di questo primissimo scorcio di stagione. Detto che Borja Valero e Pizarro sono sicuri di un posto al centro della linea mediana, il dubbio è legato alla presenza di Alberto Aquilani, ancora in leggero ritardo di condizione rispetto ai compagni e alle prese con una contusione

ai viola con il medesimo modulo, il 3-52. Guidolin, al di là dell’addio ad Handanovic, conferma l’intero pacchetto arretrato della scorsa stagione. I tre difensori titolari dovrebbero essere infatti Benatia, Danilo e Domizzi.A centrocampo potrebbe esserci spazio per un po’ di turn over in vista del ritorno dei preliminari Champions, ma gli indiziati per scendere in campo dal primo minuto sono Basta e Armero sulle corsie esterne (possibile comunque la sorpresa Faraoni al posto di uno dei due) e Pinzi, Willians e Pereyra nella zona centrale del campo. In avanti sicuro di un posto Di Natale, che sarà affiancato da Fabbrini visto il probabile stop obbligato di Muriel (out per un affaticamento muscolare ma che potrebbe recuperare per la panchina).

Fiorentina 3-5-2

Jovetic Pasqual Borja Valero Pizarro

Nastasic

1 Viviano

Ljajic

4 Roncaglia, 2 G. Rodriguez, 15 Nastasic

Cassani Aquilani

16 Cassani , 10 Aquilani, 26 Pizarro, 20 Borja Valero, 23 Pasqual

Rodriguez Viviano

Roncaglia

22 Ljajic, 8 Jovetic Allenatore: Vincenzo Montella Udinese 3-5-2 1 Brkic

Di Natale

17 Benatia, 5 Danilo, 11 Domizzi 8 Basta, 66 Pinzi, 88 Willians, 37 Pereyra, 27 Armero

Fabbrini Basta Pinzi

Armero Pereyra Domizzi

Willians Danilo Brkic

31 Fabbrini, 10 Di Natale Allenatore: Francesco Guidolin

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1^ giornata Andata 26/8/2012

4^ giornata Andata 23/9/2012

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Ritorno 3/2/2013

Atalanta-Palermo Bologna-Pescara Cagliari-Roma Catania-Napoli Inter-Siena Juventus-Chievo Lazio-Genoa Parma-Fiorentina Sampdoria-Torino Udinese-Milan

12^ giornata Andata 11/11/2012

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Ritorno 7/4/2013

Atalanta-Inter Cagliari-Catania Chievo-Udinese Genoa-Napoli Lazio-Roma Milan-Fiorentina Palermo-Sampdoria Parma-Siena Pescara-Juventus Torino-Bologna

25/08/2012

Atalanta-Lazio Chievo-Bologna Fiorentina-Udinese Genoa-Cagliari Juventus-Parma Milan-Sampdoria Palermo-Napoli Pescara-Inter Roma-Catania Siena-Torino

5^ giornata Andata 26/9/2012

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Ritorno 10/2/2013

Catania-Atalanta Chievo-Inter Fiorentina-Juventus Genoa-Parma Milan-Cagliari Napoli-Lazio Pescara-Palermo Roma-Sampdoria Siena-Bologna Torino-Udinese

13^ giornata Andata 18/11/2012

Ritorno

Ritorno 14/4/2013

Bologna-Palermo Catania-Chievo Fiorentina-Atalanta Inter-Cagliari Juventus-Lazio Napoli-Milan Roma-Torino Sampdoria-Genoa Siena-Pescara Udinese-Parma

2^ giornata Andata 2/9/2012

Ritorno 20/1/2013

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Bologna-Milan Cagliari-Atalanta Catania-Genoa Inter-Roma Lazio-Palermo Napoli-Fiorentina Parma-Chievo Sampdoria-Siena Torino-Pescara Udinese-Juventus

6^ giornata Andata 30/9/2012

17/2/2013

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25/11/2012

16/9/2012

Ritorno 21/4/2013

Atalanta-Genoa Cagliari-Napoli Chievo-Siena Lazio-Udinese Milan-Juventus Palermo-Catania Parma-Inter Pescara-Roma Sampdoria-Bologna Torino-Fiorentina

Chievo-Lazio Fiorentina-Catania Genoa-Juventus Milan-Atalanta Napoli-Parma Palermo-Cagliari Pescara-Sampdoria Roma-Bologna Siena-Udinese Torino-Inter

7^ giornata Andata 7/10/2012

Ritorno 24/2/2013

Catania-Parma Chievo-Sampdoria Fiorentina-Bologna Genoa-Palermo Milan-Inter Napoli-Udinese Pescara-Lazio Roma-Atalanta Siena-Juventus Torino-Cagliari

15^ giornata Andata 2/12/2012

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Ritorno 27/1/2013

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Atalanta-Torino Bologna-Catania Cagliari-Pescara Inter-Fiorentina Juventus-Roma Lazio-Siena Palermo-Chievo Parma-Milan Sampdoria-Napoli Udinese-Genoa

14^ giornata Andata -

Ritorno

3^ giornata Andata

Ritorno 28/4/2013

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8^ giornata Andata 21/10/2012

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Ritorno 3/3/2013

Atalanta-Siena Cagliari-Bologna Chievo-Fiorentina Genoa-Roma Inter-Catania Juventus-Napoli Lazio-Milan Palermo-Torino Parma-Sampdoria Udinese-Pescara

16^ giornata Andata 9/12/2012

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Ritorno 5/5/2013

Atalanta-Parma Bologna-Lazio Cagliari-Chievo Inter-Napoli Palermo-Juventus Pescara-Genoa Roma-Fiorentina Sampdoria-Udinese Siena-Catania Torino-Milan

9^ giornata Andata 28/10/2012

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Ritorno 10/3/2013

16/12/2012

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Ritorno 8/5/2013

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31/10/2012

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17^ giornata Andata

10^ giornata Andata

17/3/2013

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18^ giornata Andata 22/12/2012

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Ritorno

Ritorno 12/5/2013

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11^ giornata Andata 4/11/2012

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19^ giornata Andata 6/1/2012

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Ritorno 30/3/2013

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

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Fiorentina Udinese

L’angolo del tifoso di Luca Capanni

S

iamo fuori dal tunnel del disamoramento. La crisi di pessimismo o, peggio, di apatia che aveva progressivamente avviluppato la piazza gigliata negli ultimi tre anni sembra per il momento superata. Il ritiro di Moena ha evidenziato un comune pensiero che spazia dal moderato ottimismo alla sfrenata voglia di sognare. E la prima gara ufficiale, quella di sabato scorso col Novara, è stata la prima conferma numerica di un ritorno di passione e partecipazione, con una presenza di spettatori quasi tripla rispetto all’anno scorso (13mila contro i 5mila di un anno fa con il Cittadella). Filippo Pucci, presidente del Centro di Coordinamento Viola Club, ci disse alla vigilia della campagna abbonamenti che un ruolo determinante sugli animi fiorentini l’avrebbe giocato il mercato. Oggi lo ribadisce, tirando un sospiro di sollievo nel constatare che l’emorragia di sottoscrizioni è finita. «Mi sembra chiaro che il mercato abbia influito positivamente sull’entusiasmo. Diciamo che finalmente stiamo assistendo ad un’inversione di tendenza: negli anni scorsi perdevamo sempre migliaia di abbonati e adesso questo non accade». Molti sorrisi fra i tifosi, ri-

Filippo Pucci: “E’ il primo mattone della ricostruzione”

Siamo fuori dal tunnel… del “disamoramento”

A distruggere si fa alla svelta, per creare ci vuole tempo, ma è tornato un po’ di entusiasmo Siamo sulla buona strada

torno della fiducia, applausi per tutti e incitamento alla squadra. Forse ci potevamo aspettare ancora più

abbonati? «No, io questo non l’ho mai pensato. C’è molto da ricostruire da questo punto di vista, e non è che con uno

schiocco di dita si possa far tornare immediatamente tutto com’era ai tempi d’oro. A distruggere si fa alla svelta, ma per ricostruire ci vuole tempo, è un lavoro graduale. Il fatto che sia tornato un po’ di entusiasmo, il fatto che ci sia questa controtendenza rispetto alle ultime stagioni, per me è sicuramente positivo. E’ il primo mattone della ricostruzione». D’altra parte questa controtendenza è cosa molto recente… «Appunto, il buon umore è scoppiato pochissime settimane fa. Pensare di recuperare in un tempo breve tutto il pessimismo di tre anni sarebbe un’utopia. Però siamo sulla buona strada ed i segnali sono tangibili». A proposito di mercato: ma l’imprescindibile fair play finanziario che fine ha fatto? «Non credo affatto che sia stato accantonato. Se ci sarà un passivo, non

sarà vertiginoso, non sarà fuori da quelli che sono i canoni abituali e la strategia della Fiorentina. L’eventuale bilancio finanziario negativo, inoltre, sarà un investimento per il futuro se porterà i risultati». Contro la vendita di Jovetic fareste una class-action come volevano fare i tifosi del Milan per Ibra? «La Fiorentina ha sempre voluto tenere Jovetic, io ho capito questo. Semmai doveva essere lui a chiarire, già da diverso tempo, le sue intenzioni. Ha taciuto per due mesi e, visto che è stato anche nominato capitano (contro il Novara indossava lui la fascia, ndr), non ritengo corretto il fatto che si sia rinchiuso nel silenzio così a lungo». Vuole dedicare un messaggio ai tifosi che in questo momento, nel pre-partita di Fiorentina-Udinese, stanno leggendo la nostra intervista? «Sì. Voglio dire loro che in questo momento nuovo, in questa voglia di rinascita, il tifo non può mancare. I segnali di ripresa si sono visti, ora noi tifosi dobbiamo tornare a quelle che sono le nostre performance abituali. Mi auguro che la gente coltivi questa ritrovata voglia di andare allo stadio e la trasmetta agli altri, a quelli un po’ più pigri e titubanti, perché l’entusiasmo è contagioso. Secondo me è così che si riparte».

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

Fiorentina Udinese

Amarcord di Ruben lopes Pegna

U

n entusiasmo straordinario da parte dei tifosi. E’ quello che si registra a Firenze in questa torrida estate ed è quello che accompagna i viola all’esordio in campionato oggi al Franchi contro l’Udinese. Ci sono tantissime aspettative da parte della gente dopo che negli ultimi tre tornei la Fiorentina non è stata più protagonista. Un entusiasmo simile non si manifestava da almeno quattro anni, dal 2008, quando i Della Valle, come adesso, fecero degli acquisti eccellenti ed arrivarono tra gli altri Gilardino, Vargas, Jovetic, Felipe Melo e Comotto. Era l’estate del ritorno in Champions e la città si strinse con grande calore attorno alla squadra di Prandelli: 35.000 tifosi riempirono il Franchi il 12 agosto per il preliminare con lo Slavia Praga, più di 40.000 il 31 dello stesso mese per il debutto in campionato con la Juve. Se in Europa le cose andarono male, in campionato, invece, i viola rimasero protagonisti e conquistarono di nuovo l’accesso ai preliminari di Champions. Spesso alle grandi aspettative della gente hanno poi fatto riscontro risultati altrettanto positivi. E intanto, rivedere quasi 13.000 persone allo stadio tre giorni appena dopo Ferragosto come quest’anno per un incontro di Coppa Italia è già un segnale incoraggiante. Firenze è di nuovo accanto alla sua Fiorentina. Sembra quasi di rivivere l’estate del 1981. Era il secondo campionato della gestione Pontello. L’anno prima c’era stato un quinto posto dopo le angosce del girone d’andata (squadra penultima a metà torneo) con l’esonero di Carosi e l’ingaggio del trentottenne De Sisti (ex viola ma anche ex giallorosso, quante analogie con Montella!). Arrivarono in riva all’Arno due campioni dal Torino, Pecci e Graziani, i due giovani italiani più promettenti della serie B, Monelli e Massaro dal Monza, uno dei difensori più forti sul mercato, Vierchowod (in prestito) dalla Sampdoria, e l’esperto Cuccureddu dalla Juventus. La Fiorentina disputò un campionato da protagonista e perse lo scudetto per un punto all’ultima giornata con grande rabbia (è un eufemismo naturalmente) a vantaggio della Juve. Ma, per certi aspetti, sembra di ritornare anche all’estate del 1998 quando, dopo un quinto posto e l’esonero di Malesani, Vittorio Cecchi Gori si

ENTUSIASMO VIOLA: SEMBRA L’ESTATE ‘81

affidò in panchina all’esperienza di Trapattoni e fece una campagna acquisti faraonica. L’entusiasmo in città era alle stelle. Arrivarono tre difensori fortissimi, Torricelli, Repka ed Heinrich e poi altre due riserve sulla carta eccellenti ma che tali non risultarono sul campo, Carmine Esposito e Amor dal Barcellona. La Fiorentina per 21 giornate rimase in testa alla classifica e sembrava potesse davvero lottare per lo scudetto (non a caso fu campione d’Inverno). Cecchi Gori, però, non intervenne durante il mercato di gennaio (fu prelevato in prestito dall’Empoli il centrocampista Ficini). All’inizio di febbraio poi si infortunò Batistuta e nel contempo, con il consenso dei dirigenti, Edmundo volò in Brasile per il carnevale. Morale della favola? Terzo posto finale (buon risultato, con tanto di accesso ai preliminari di Champions) ma a debita distanza dal Milan campione d’Italia. Con un po’ di avvedutezza si sarebbe potuto fare decisamente meglio. L’entusiasmo di questi giorni ci riporta con la mente anche all’e-

state del 2005, la seconda dei Della Valle in serie A, dopo la sofferta salvezza (all’ultima giornata) della stagione precedente. La nuova coppia Corvino-Prandelli operò un’autentica rivoluzione. A Firenze arrivarono il centravanti della Nazionale Toni dal Palermo, e poi Frey, Brocchi, Fiore, Gamberini, Montolivo, Pasqual, Pazienza e gli svincolati Di Loreto e Pancaro. L’entusiasmo del popolo viola salì a mille

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riscontro risultati tutt’altro che eccellenti. La realtà, purtroppo, ci dice anche questo. Nel 1984, con gli acquisti di Socrates e Gentile, furono sottoscritti 27.000 abbonamenti (record che ha resistito per diversi anni) ma la Fiorentina non ingranò mai e finì il campionato con un modesto nono posto (allora c’erano sedici squadre). Nel 1992, poi, dopo due dodicesimi posti consecutivi la famiglia

Solo con l’ottimismo e il Franchi pieno si possono ottenere grandi risultati È quello che speriamo possa accadere quest’anno

sin dal debutto in Coppa Italia con la Cisco Lodigiani al Franchi il 7 agosto. C’erano quasi 15.000 tifosi ed oltre 35.000 ce ne erano il 27 dello stesso mese per l’esordio con la Sampdoria in campionato dove i viola arrivarono ai preliminari di Champions, poi purtroppo vanificati da Calciopoli. È anche accaduto, però, che all’entusiasmo della gente hanno fatto

Cecchi Gori fece una campagna acquisti da sogno. Arrivarono Laudrup, Effenberg, Baiano, Di Mauro, Luppi e Carnasciali. I tifosi risposero alla grande e furono sottoscritte circa 25.000 tessere. Tutti ricordano, purtroppo, come andò a finire: la Fiorentina, dopo essere stata terza fino alla pausa di Natale, retrocesse in serie B. Ci piace, pero, concludere questo

nostro amarcord con quanto avvenne dieci anni fa, all’arrivo dei Della Valle a Firenze. La squadra, costruita da zero (dopo il fallimento rimase il solo Di Livio) fu costretta a giocare in C2. Si ripartiva dalle macerie e dal Franchi desolatamente vuoto della stagione precedente in serie A. C’era da riaccendere l’entusiasmo della città e riportare la gente allo stadio. Firenze capì. E i tifosi sottoscrissero quasi 17.000 abbonamenti, colpiti dall’entusiasmo e dalla serietà dei nuovi proprietari. Il Franchi si riempì di nuovo: 30.000 persone il 21 agosto all’esordio in Coppa Italia con il Pisa e 10.000 ad Arezzo il 9 settembre per il debutto in campionato con la Sangiovannese. Altre 30.000 sei giorni dopo a Firenze per la prima nel nuovo torneo con il Castel di Sangro. Con l’entusiasmo della sua gente la Fiorentina in due stagioni tornò in serie A. Ed è solo con l’entusiasmo e con il Franchi pieno che si possono ottenere dei buoni risultati. E’ quello che speriamo che possa accadere quest’anno.


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Fuorigioco di duccio magnelli

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envenuti al nuovo, sfavillante, imperdibile ‘Della Valle Show’. Dopo che molti affezionati avventori, la scorsa primavera, avevano temuto la chiusura del locale, riapre oggi − con grandi attrazioni internazionali e uno spettacolo nuovo di zecca − l’Ar temio Franchi. Si prevede (finalmente!) un notevole afflusso di pubblico pagante, dopo che negli ultimi tempi gli spalti avevano mostrato ampie zone grigie. Le previsioni dei vari

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PREMIATA DITTA DELLA VALLE & Co. (CON SHOW)

Tutti coloro che erano certi di un declassamento della Fiorentina al livello spazzatura da parte delle agenzie di rating, sono stati smentiti

menagramo, rosiconi e affini si sono quindi rivelate sbagliate. Tutti coloro che erano cer ti di un declassamento della Fiorentina al livello spazzatura da par te delle agenzie di rating, sono stati smentiti. Molti di loro, assidui frequentatori dei punti di ritrovo della tifoseria, sembra che abbiano lasciato la città prima di essere esiliati dal sindaco Renzi. Altri, invece, si dice che si siano chiusi in casa in attesa di tempi migliori. Si mormora, ma le voci

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Fiorentina Udinese

non sono confermate, che questi ultimi potrebbero essere stanati uno ad uno dai tifosi più affezionati e più caldi e poi por tati nella tribuna coper ta del Franchi dove, sistemati su appositi inginocchiatoi, sarebbero costretti a chiedere scusa pubblicamente alla presenza di Diego e Andrea Della Valle. Tale manifestazione − da tener si prima di una delle prossime par tite casalinghe della Fiorentina − potrebbe anche essere trasmessa su giganteschi

Si prevede (finalmente!) un notevole afflusso di pubblico pagante, dopo che negli ultimi tempi gli spalti avevano mostrato ampie zone grigie

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schermi sistemati in varie zone della città. Per tornare al grande spettacolo di oggi, si prevede dunque la presenza di attrazioni internazionali provenienti dalla Spagna, dal Cile, dal Por togallo e dall’Argentina. Il grande spettacolo italiano sarà rappresentato dal nuovo direttore ar tistico, Vincenzo Montella, e dal nuovo numero dieci, Alber to Aquilani, di cui si dice un gran bene (anche perché peggio del numero dieci dello scor so anno sarebbe impossibile fare). La ‘Premiata Ditta’ Della Valle coglie l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l’evento. Non r ingr azia, invece , tutti coloro che sono andati via perché sicur i che qui un nuovo spettacolo non ci sarebbe mai stato e che adesso (for se) si mangiano le mani pensando a quello che si sono lasciati scappare .

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Fiorentina Udinese

I’Nonno Pilade

Il Pungiglione

PUNCICATE AI GOBBI NELLA STORIA DI CONTE Non si può non cominciare la stagione con una puncicata a loro, ai gobbi. Non sappiamo come finirà la storia Conte ed allegati, ma una partecipazione così compatta della società a sostenere un dipendente che è accusato di aver taciuto una combine, o altri che sono accusati di avervi addirittura partecipato, senza che ci sia un coinvolgimento diretto (si tratta di eventi precedenti la contrattazione di allenatore e giocatori da parte della Juventus) e quindi senza che esista nessuna necessità di difesa della stessa società, ci pare strabiliante. Quando scrivo le cronache dicono che si è presentato un collegio di tre difensori capeggiati dall’avvocato Buongiorno (appena assunta, ed è un principe del foro) oltre allo stesso Conte. Evidente tentativo di impressionare con la potenza dei mezzi chi deve giudicare. Ma tutto il procedimento è strano, patteggiamento (un innocente patteggia?), rifiuto della proposta da parte dei giudici, condanna a dieci mesi, confermata in appello nonostante questo popò di schieramento. E Palazzi che concorda un patteggiamento di tre mesi e poi ne chiede sedici come pm? La logica mi sembra abbia cambiato indirizzo, l’unica logica che esiste è quella di chi ha il potere e cerca di esercitarlo, in tutti i modi. A noi non restano che le puncicate.

O

vvia, che si ricomincia su’ i’ serio, da’ bianconeri! No, no, carmi, non quelli gobbi, e un ci mancherebbe che quella, dopo tre mesi di mare e di cardo facci ricomincia’ subito co’ una botta così! No, pe’ loro c’è da aspettare più d’un mese, così e ci si prepara a bono perché e c’è da fare e’ conti, e da falli bene! Ma un mettiamo i’carro davanti a’ bovi, andiamo con carma, perché quest’anno e c’è da divertissi. E diceo e bianconeri di Frignolin, che un son miha de’ gran crienti, anche perché e devan esse’ belli e pimpanti perché e si doveano gioha’ mercoledì i preliminare di Scempionse. Ecco, questo e potrebbe esse’ un vantaggino, e gli aranno corso, e su’ i’ serio, ‘n Portogallo. Speriamo, perché noi ‘nvece e siamo ancora ‘n formazione, come un bambino che cresce. Magari riposati, ma di certo no’ ai ‘toppe. La qualità, l’è vero, quest’anno la un ci manca. Di gente che la da’ di “tu” alla rotonda e se n’ha diversa, forse anche troppa questa vorta, ma s’è anche preso dreo un par di pamperi che un si fanno miha pregare a raccatta’ legna, per cui e un ci dovrebbe manca’ nulla. Anche i’popolo viola e sembra convinto, l’ha smesso con tutte quelle cheche daprandellite galoppante e l’è tornao a

vicchio

Fiera calda Sagra della

tortelli e e bistecch

SE CI S’AVESSE I’TONI DI’ 2006 E MI SENTIREI DI SPENZOLAMMI FORTE NE’ PRONOSTICI

spenzolassi pe’ la viola. Tredicimila sotto a i’sole pe’ la Coppa Italia co’ i’ Novara, file di mezzora pe’ fare e biglietti (ma proprio e un ci si po’ organizza’ meglio?). Ora che ritornano e un li facciamo inc..attivire un’artra vorta e mi raccomando. Venendo a noi se ci s’avesse i’To-

Luca Toni esulta alla sua maniera dopo un gol

ni di’ 2006 e mi sentirei di spenzolammi forte ne’ pronostici e penso che si rovinerebbe e’ piani a diversi. Purtroppo i’probrema l’è sempre i’ solito, e seguita a mancare un po’ di cattiveria di buttalla dentro: un monte di rococò, di passaggini, di ricami e di trine, ma uno stonfo pe’ fa’ go’ e rimettila a i’centro e ci vien sempre poho naturale. E dice che si cerca, che la un n’è finita qui, e si fanno anche nomi cramorosi come Lisandro Lopez (ma chi lo scrive che lo sa quanto e piglia a Lione?) o addirittura Berbatov. Speriamo, icche vu’ volete che vi dica, ma pe’ i nonno e ci vole, perché se no e si rischia di fa’ come i’ bell’Antonio (quello di’ firme, no, i’nostro Antonio e un c’entra nulla, aenne!). Belli, belli ma e si serve a poho se e un si mette dentro. A i’nonno e gni comincia i’palletiho da emozione, no e un n’è (ancora) la briaha, gliè proprio l’emozione e son tant’anni e la un passa mai, come se fosse la prima vorta. Che amore gli è questa viola, lei la un n’invecchia mai, e nemmen noi, finché e ci si sente così: Forza Violaaaaaaaaaaa!

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Fiorentina Udinese

Noi, le donne dei viola di Michela lanza

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ietro ad un grande uomo, c’è sempre una grande donna. E lei sicuramente lo è. Ma andiamo per gradi. Sono cresciuti insieme, dopo essersi conosciuti grazie al destino, ad un messaggio mandato per sbaglio. Emiliano Viviano aveva 17 anni quando ha conosciuto Manuela Tosini, la ragazza che è diventata la sua donna, nonché la madre dei suoi figli e anche (e soprattutto) la sua complice. E tra loro c’è talmente tanto feeling che si sono sposati per due volte: la prima volta nel 2008 (in Comune), poi nel 2009 è nata la loro primogenita Viola e nel 2010 si sono detti di nuovo ‘sì’, questa volta in Chiesa per realizzare quella che più comunemente per una donna si chiama ‘favola’. Una promessa d’amore per sempre, suggellata poi dalla nascita del secondogenito Lorenzo. Una donna dalla spiccata personalità, Manuela, che ha raccontato in esclusiva al Brivido Sportivo l’avvenuto coronamento del sogno di suo marito (quello di giocare con la maglia della Fiorentina per intendersi) e qualche gustoso retroscena di una coppia che scoppia di sentimento. Manuela, partiamo dall’ultima estate. Emiliano a Moena ha confessato scherzosamente che lei è stata molto paziente e che lui, per arriva-

MANUELA VIVIANO: “VI RACCONTO EMILIANO MARITO, PAPà E TIFOSO” Viviano con la sua famiglia. Si ringrazia la signoraViviano per aver concesso al Brivido Sportivo queste immagini dal proprio album di famiglia

re alla Fiorentina, ha perfino rischiato il divorzio… È vero? Ci racconta i mesi dell’attesa? «E’ stata l’estate più brutta della mia vita. Tutto è iniziato con una certezza: Emiliano era sicuro che sarebbe rimasto all’Inter. Ancora l’ipotesi Fiorentina non esisteva, tant’è vero che io mi sono adoperata subito per iscrivere la bambina all’asilo a Brescia, vista la vicinanza tra le due città. Così partiamo per la Puglia, per quella che sarebbe stata la nostra prima vacanza tutti e quattro insieme, io, Emiliano e i nostri figli. Una

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E’ stata l’estate più brutta della mia vita. Niente vacanze in attesa della chiamata della Fiorentina

volta partiti iniziano le telefonate ad Emiliano tramite le quali si materializza la possibilità di realizzare il suo sogno di approdare alla Fiorentina: quando non era il suo procuratore, era il direttore Pradè o chi per essi. Tutti i giorni, dieci miliardi di telefonate fino alle tre di not-

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con le maglie ufficiali dei tuoi campioni NON SOLO FIORENTINA... ma anche Juve, Inter, Roma, Napoli ecc...

te. Poi la ciliegina sulla torta: saremmo dovuti partire per Mikonos e tornare l’8 luglio. Il 6 luglio, però, la società viola iniziava le visite mediche così, seppur la trattativa non fosse ancora delineata né tantomeno conclusa, Emiliano mi dice: “Io non posso partire per Mikonos

Venerdì 31/8 ore 21,30 Grande apertura-Tutti a ballare con la musica degli ELIXIR Sabato 1/9 ore 21,30 Musica a 360°-Revival e Commerciale con DJ DIP e Spettacolo di Boogie con gli SWINGAPPLE Domenica 2/9 ore 16,00 CROSTINATA Inizio degustazione di oltre 50 tipi di crostino Ore 17,00 Tra un crostino e l’altro…Piano bar con Walter e Giada Ore 21,30 ON EVERY STAGE Dire Straits and Mark Knopfler cover band Giovedì 6/9 ore 21,30 Spettacolo di DANZA MODERNA delle bambine e ragazze della scuola di Danza FENICE di Molino del Piano.

perché se mi chiama la Fiorentina per le visite mediche, io devo essere qui…”. Morale della favola, non siamo partiti: vacanza rimandata, vacanza rovinata. Tant’è vero che ad un certo punto gli ho veramente detto: “Se non ci lasciamo quest’anno, non ci lasciamo più”». Come se la immagina la prima partita ufficiale di Emiliano al Franchi con la maglia numero 1 della Fiorentina? «Sono convinta che sarà positiva. Come quando con la maglia del Bologna ha fatto il suo esordio in serie A al

Venerdì 7/9 ore 21,30 Serata di musica con DJ DIP ore 21,30 Esibizione dei Maestri di tango della scuola TANGOCLUB ore 22,30 Spettacolo di salsa e balli latini con gli allevi della scuola DIMENSIONE LATINA Sabato 8/9 ore 17,00 ad oltranza (finché regge il fegato), all’OASI: I RAGAZZI DEL COYOTE UGLY Country pub ore 21,30 Musica a 360° - Revival e Commerciale con DJ DIP e le incursioni live di VALERIO PERLA e le sue percussioni …A seguire il tema country dell’Oasi, probabile scontro in pista e sul palco fra Cow Boys e Indiani… Domenica 9/9 ore 16,00 CROSTINATA Inizio degustazione di oltre 50 tipi di crostino Ore 17,00 Tra un crostino e l’altro…GLI AMICI DI’ CHIANTI Canzoni popolari fiorentine Ore 21,30 Ballo con FABRY e la suo orchestra e il cabaret di Massimo KAI

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto -

Franchi contro la Fiorentina e risultò il migliore in campo. E in generale da avversario ha sempre fatto grandi partite, ha sempre giocato bene.Vediamo che effetto farà giocare per la Fiorentina… Sarà possibile un po’ di apprensione, forse pure un po’ di tremarella iniziale alle gambe, ma passata ‘l’emozione del tunnel’, sarà il solito professionista e il solito portiere dalle qualità indubbie che darà il 100% per la sua squadra. Emiliano, poi, ha personalità e sono certa che questo sarà il suo vero anno di consacrazione, dopo gli infortuni e la

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Fiorentina Udinese

Emiliano ha una personalità molto forte, s’arrabbia se vede che uno non corre, se tutti non danno il 100%. E tifoso lo è a tutti gli effetti

parentesi poco fortunata di Palermo». Anche lei è diventata tifosa viola? E se sì, c’è un episodio o un personaggio della storia (anche recente) della Fiorentina che l’ha colpita in maniera particolare? Magari un

qualcosa che ha emozionato suo marito… «Non me ne vogliano i tifosi viola, ma io tiferò sempre e solamente per il mio Brescia. Certo, simpatizzo Fiorentina, non può essere diversamente, ma la fede calcistica non si cambia. Anche

se…» Anche se? «Anche se potrei diventare tifosa viola solo se arrivasse l’olandese Drenthe (ho letto di un interessamento della Fiorentina). Perché? Semplice. Era il 2008 e durante una partita tra Italia e Olanda Under 21 (Emiliano difendeva i pali degli Azzurrini e Drenthe era tra gli Orange), il direttore sportivo del Brescia (all’epoca Gianluca Nani ndr) mi chiese se avevo da segnalargli qualche giovane calciatore interessante di quel match.Allora io gli dissi di guardare quel centrocampista olandese che mi sembrava bravo (tra l’altro Drenthe segnò il gol della bandiera, ma l’Italia di Casiraghi vinse 2-1 grazie alle reti di Osvaldo e G.Rossi ndr). Beh, l’occhio clinico non mi mancava, no? Per questo, se arrivasse a Firenze, potrei iniziare a tifare viola davvero. Scherzi a parte, rimarrò sempre tifosa del Brescia e simpatizzerò viola, così come simpatizzo Bologna, la squadra di una città nella quale ci siamo trovati molto bene». E cosa ci dice del personaggio/episodio della storia viola che l’ha colpita di più o di cui Emiliano le ha maggiormente parlato? «Beh, posso dire che a livello storico Emiliano mi ha parlato del campione considerato il numero uno a Firenze: Antognoni. Tra l’altro una volta me lo presentarono ma la mia ignoranza

non me lo fece riconoscere. Successe a Coverciano, ero andata lì e il precedente procuratore di Emiliano mi disse: “Ti presento Giancarlo…”. Io, ingenuamente, poi gli chiesi chi fosse. Quando ho raccontato l’accaduto ad Emi, me ne ha dette di tutti i colori. Ma non potevo sapere. Io all’epoca di Antognoni non ero ancora nata e della Fiorentina mi ricordo solo Batistuta, il grande leader della storia recente viola». C’è chi vorrebbe Emiliano capitano della Fiorentina, pur nel rispetto di un professionista serio e impeccabile come Pasqual. Lei che ne pensa? Cosa potrebbe dare in più suo marito allo spogliatoio da capitano? «Tanti schiaffi – scherza Manuela –. Diciamo che non sarebbe semplice nella sua posizione, perché essere tifoso di una squadra per cui giochi può avere i suoi pro e i suoi contro, ma sono sicura che la sua fede viola gli farebbe dare qual cosina in più. Poi Emiliano ha una personalità molto forte, s’arrabbia se vede che uno non corre, se tutti non danno il 100%. Sotto questo punto di vista potrebbe essere un buon capitano. Magari sarebbe più difficile schierarsi dalla parte dei tifosi nello spogliatoio. E lui un tifoso lo è a tutti gli effetti. Mi ricordo della volta in cui da giocatore del Brescia

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Il brivido sportivo STADIO - Sabato 25 agosto si recò allo stadio di Bergamo per vedere Atalanta-Fiorentina. Andò con la mia vecchia Clio e tutto incappucciato, perché se l’avessero riconosciuto i tifosi bergamaschi avrebbe rischiato molto (soprattutto da giocatore delle Rondinelle, visto il famoso astio che divide le due tifoserie ndr). E poi ricordo l’ultimo anno di Brescia quando volle fare a tutti i costi l’abbonamento in curva Fiesole. Io gli dissi: “Cosa lo fai a fare? Quante volte ci andrai…?”. E lui mi rispose: “Voglio regalare i soldi a Della Valle”. Era comunque il suo atto di fede nei confronti della Fiorentina». Nei suoi tanti anni passati insieme ad Emiliano (ben nove), c’è stato un litigio a causa della Fiorentina? «Solo prese di giro durante qualche partita, qualche gol subito dalla Fiorentina con lui che prende fuoco subito in difesa della causa viola. Ma mai una litigata. In generale, non riesco a ricordare litigi veri tra di noi. O meglio: litighiamo spesso, praticamente tutti i giorni, ma non ricordo di aver passato più un quarto d’ora con i musi lunghi. Non ce la facciamo. Siamo una coppia che scoppia». Passiamo a cose più riservate, al quotidiano. Emiliano è goloso di qualche piatto in particolare? «Mio marito è un pozzo senza fine. Non è goloso di qualcosa in particolare, ma di tutto. L’unica cosa che non mangia è il fegato, per il resto è clamoroso». Musica, film, hobby: quali sono le abitudini di Emiliano? «Musica rigorosamente rock. Il padrino di Viola, tanto per capirci, è Omar Pedrini (noto cantante e chitarrista ndr) e tra i tanti gruppi rock amiamo molto i Metallica. Devo dire che Emiliano se non avesse fatto il portiere di calcio, sarebbe stato un buon rockettaro. I film? Al cinema ci piace anda-

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la famiglia Della Rocca (Francesco e Michela), conosciuta a Palermo. Quest’anno vanno amalgamate le tre famiglie». Ricapitolando: Viviano in tre parole? «Ti dò due opzioni: altruista, burlone e apprensivo (soprattutto con i figli), oppure tifoso, papà e marito». Cosa spera e sogna per suo marito a livello professionale? E cosa si sente di dirgli tramite le pagine del nostro giornale? «Ogni volta che ho espresso un desiderio, s’è sempre avverato. È successo quando ho sognato di avere un figlio (ed è arrivata Viola), poi quando ho sperato che Emiliano venisse convocato in Nazionale (ed è arrivata la chiamata azzurra), adesso spero di andare in Brasile nel 2014. Partiamo dal presupposto che ad oggi mio marito ha realizzato il suo più grande sogno da professionista e che l’arrivo alla Fiorentina per lui è un punto di arrivo, mentre per altri giocatori può essere stato o può essere un punto di partenza. Quindi, proprio perché il suo sogno di vestire la maglia viola l’ha già realizzato, gli auguro di fare un campionato ad alti livelli (i suoi livelli) e che possa riconquistare la Nazionale perché ha tutte le carte in regola per riprendersela dopo essere stato lasciato fuori dalla lista dei convocati all’ultimo Europeo. Il messaggio che mi sento di mandargli attraverso il Brivido Sportivo? “Che sei tifoso hai sempre dimostrato di esserlo, ora dimostra ai tuoi tifosi che sei anche un grande professionista”». Eh già, perché Firenze deve essere orgogliosa del Viviano tifoso, ma ancor di più di aver rinnovato in viola la tradizione dei grandi numeri 1, oggi che a difendere la porta della squadra di Montella c’è lui, EmilianoViviano.

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re a vedere gli horror. Tra gli hobby, diventa matto per i giochi sull’iPod». I difetti? «E’ troppo buono e a volte questa cosa mi fa arrabbiare. E poi, proprio a volergli trovare un difetto, ti dico che quando guarda la tv lui non ti sente e non ti vede. Lo puoi chiamare dieci volte, lui rimane assorto e preso da quello che guarda». Una pazzia che Emiliano ha fatto per lei? «Speriamo che la faccia a Firenze, perché non ricordo che ne abbia fatta una. Forse la pazzia più grande, quella che pagherà per tutta la vita, è stata sposarmi – scherza –. Fammi pensare, magari siamo pazzi tutti e

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due e quella che gli altri definiscono ‘pazzia’ per noi è normalità. Non so. Di sicuro di pazzie ‘quotidiane’ ne facciamo tante insieme, come quando alla fine dello scorso campionato abbiamo fatto mattina al Casinò per poi, praticamente senza dormire, presentarsi alle nozze di Cigarini. Ma pazzie che lui personalmente ha fatto per me no.Vediamo, magari decide di farla a Firenze, una città in cui ci sono tanti negozi, orafi… Magari ci scappa un 2 carati. Del resto, dopo l’estate che ho passato… – scherza ancora la frizzante e simpatica Manuela –». Emiliano portiere ed Emiliano papà: ci sono analogie e/o differenze?

«C’è una terza categoria: Emiliano tifoso. Ecco, posso dire che è una testa calda in tutte e tre le situazioni. È sempre uguale sia sugli spalti, che in campo, che in casa. Una cosa è certa: l’Emiliano tifoso sta già insegnando ai suoi figli i cori della Fiorentina». Il viaggio dei sogni della famiglia Viviano? «Diciamo il viaggio dei sogni dei coniugi Viviano, perché ci piace continuare a ritagliarci degli spazi anche solo per noi due. Dunque, lo scorso Natale mi ha messa incinta e m’ha fregata, ma quest’anno qualcosa faremo di sicuro. Sogniamo la Polinesia, ma a me va bene anche Cesenatico, quello che conta è la compagnia giusta e staccare la spina». Nella compagnia giusta c’è la famiglia Lupatelli? «Assolutamente sì. Lupatelli è un numero 1, con lui e la moglie Elena ci siamo conosciuti a Bologna. Ma ci troviamo molto bene anche con

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Fiorentina Udinese

Calcio femminile - Mondiale Under 20

di michela lanza

U

na buona prestazione e una pessima: è così che l’Italia Under 20 femminile ha iniziato il proprio Mondiale, pareggiando inaspettatamente e ben figurando contro il forte e temibile Brasile e perdendo amaramente e deludendo contro la Corea del Sud. Così da ritrovarsi con un solo punto in classifica (e ultima) e dover auspicare in una vittoria con almeno due gol di scarto contro la capolista Nigeria (gara che verrà disputata domani a Kobe) per sperare ancora in un passaggio del turno che, a questo punto, avrebbe del miracoloso. Peccato, perché le Azzurrine di Corrado Corradini, dopo un ottimo Europeo disputato in Italia tra maggio e giugno del 2011, durante il quale sono state eliminate solamente dalla forte Norvegia in semifinale, ma grazie al quale sono riuscite a qualificarsi per il Mondiale Under 20 del 2012, avevano iniziato l’avventura giapponese (è in Giappone che stanno affrontando l’ambizioso torneo) davvero col piede giusto e lo spirito italiano: sapendo dunque sorprendere (dominando, come detto, il Brasile) e anche soffrire (stringendo i denti nelle difficoltà quando le verdeoro avevano ripreso vigore). Peccato anche perché nel primo match era andata a segno una fiorentina doc e a noi del Brivido Sportivo piace ricordarla quella rete che ci consola un po’ dopo la ‘risolata’ presa dalle coreane. L’esordio assoluto della manifestazione mondiale (coinciso con l’esordio dell’Italia stessa) aveva visto le Azzurrine protagoniste di una partita difficile ma che erano riuscite a tenere in pugno fino al 92’. Sì, perché il 19 agosto a Saitama le ragazze di Corradini (inserite nel girone B con Brasile, Corea del Sud e Nigeria) hanno affrontato le brasiliane e nel primo tempo sono riuscite a metterle in difficoltà tanto da passare in vantaggio al 38’ su calcio di punizione dalla distanza che ha realizzato la fiorentina Elena Linari, difensore dell’ACF Firenze e del team azzurro. Dopo il fallo subito dal capitano Rosucci, Linari si è incaricata di calciare e, con potenza ma anche precisione, ha realizzato quello che in gergo usa chiamarsi ‘eurogol’. Una fucilata ficcante e precisa che è andata ad infilarsi al sette alla destra del portiere brasiliano per l’1-0 azzurro. La gioia di Linari è stata incontenibile. Quello è stato il gol di apertura del Mondiale in Giappone nonché una rete decisamente pesante (poi purtroppo pareggiata al 92’, dopo che l’Italia è rimasta in 10 contro 11 in virtù dell’espulsione di Di Criscio, e senza allenatore in panchina – espulso anche Corradini –, da un gol di Amanda in seguito ad un sombrero ai danni di Salvai e un pallonetto, chissà poi quanto voluto, sul quale Giuliani non ha potuto niente): «Diciamo che ancora adesso non capisco quello che ho combina-

L’Italia è quasi fuori dalla competizione ma Firenze c’è

La consolazione (per ora) è l’eurogol di elena Linari to – ha detto in esclusiva al Brivido Sportivo – Più rivedo il gol e più mi meraviglio di me stessa. Un gol che mi ha resa pazza di gioia perché nel giro di due settimane è stato il secondo segnato in Nazionale (il primo nell’ultima amichevole pre-Mondiale dell’11 agosto scorso contro l’Argentina vinta dall’Italia per 4-3, e il secondo contro il Brasile qui al Mondiale). Gol, quest’ultimo, che sicuramente resterà il più bello e il più importante della mia vita». Un gol seguito da un’esultanza piena di… baci. A chi erano rivolti? «Prima di tutto ai miei genitori che erano a vedermi allo stadio e resteranno per tutta la fase a gironi per poi tornare a Firenze per esigenze di lavoro anche se sperano di continuare a vedermi in tv… Significherebbe aver passato il turno (che sarebbe il nostro obiettivo). Poi diciamo che quel gesto è riferito a tutti coloro che hanno sempre creduto in me e a mio nonno che è in cielo, a cui ho sempre dedicato tutte le mie prestazioni migliori e le mie partite in Nazionale». Ci racconta le sue sensazioni relative a questa esperienza in Giappone e al caldo che forse sta condizionando tutte le atlete? «Sicuramente un’esperienza unica. Intanto posso dire che qui è tutto fantastico. Ci fanno sentire a casa e ci danno tutto quello di cui abbiamo bisogno, basta chiedere. Sono molto organizzati. Il Giappone è un paese unico che spero di avere la possibilità anche di visitare. Nel frattempo ci hanno portate all’Ambasciata italiana nella capitale giapponese e abbiamo visto la torre di Tokyo, che sembra né più, né meno unaTorre Eiffel in miniatura. Per quanto riguarda il caldo, sì, fa molto caldo, ma quello che maggiormente dà noia è il tasso di umidità. Quando siamo ar-

rivate in Giappone, durante i primi allenamenti, grondavamo di sudore ogni venti secondi, ma piano, piano ci stiamo ambientando». Sicuramente soddisfatte del vostro esordio, un po’ meno della partita contro la Corea? «Sì, peccato solo per il pareggio alla fine della partita col Brasile, ma in inferiorità

numerica abbiamo chiesto anche troppo a noi stesse. Per quanto riguarda la sconfitta contro la Corea, ogni tanto capita la partita ‘no’, quella in cui ti sfianchi, corri per un obiettivo ma sembra che il risultato che cerchi diventi irraggiungibile. Ecco credo che ci sia successo questo, forse anche per la mancata esperienza o perché non siamo entrate con il piglio giusto in campo. Fatto

sta che abbiamo sbagliato dall’inizio alla fine non riuscendo a creare contro la Corea quello che avevamo creato contro il Brasile. Non ci riusciva niente e ci stancavamo a rincorrere loro, quando invece una squadra come la nostra dovrebbe sempre essere rincorsa. Poi è vero che loro hanno dimostrato di essere una squadra organizzata e tecnica, ma siamo state


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Le partite Brasile - Italia Italia - Corea del Sud Italia - Nigeria (26/08/2012) noi a sbagliare troppo. Adesso, come ha detto il mister, dobbiamo cercare di rimboccarci le maniche, capire gli errori, superarli e vincere contro la Nigeria, visto che è l’unica soluzione per sperare di passare il turno». Un’ultima cosa: che differenza ha notato tra l’Europeo dello scorso anno e il Mondiale che sta giocando

con la maglia azzurra? «In un Mondiale le squadre sono tutte preparate e tutte possono farti male, mentre in un Europeo sai sempre in linea di massima con quali avversari te la giochi e con quali non hai scampo. Il Mondiale è ‘un mondo nuovo’ in cui nessuno conosce l’altra, quindi ogni partita te la giochi, come abbiamo fatto noi con il Brasile. Il calcio è anche que-

sto, per fortuna…». E ora, dopo la brutta e netta sconfitta per 2-0 (reti di Lee Geummin al 54’ e di Jeoun Eunha al 56’, ma il passivo poteva essere più pesante) contro la Corea di mercoledì 22 agosto (ahimè meritata in quanto l’Italia, rimasta senza Alborghetti uscita per infortunio, senza Filippozzi uscita anzitempo e ancora in

R I C A M B I

La classifica (Girone B) 1-1 0-2 -

Squadra G V N P Gf Gs Pt Nigeria 2 1 1 0 3 1 4 Corea del Sud 2 1 0 1 2 2 3 Brasile 2 0 2 0 2 2 2 Italia 2 0 1 1 1 3 1

inferiorità numerica per l’espulsione di Michela Franco, si è letteralmente fatta schiacciare dall’avversario, esaltando le doti del proprio portiere Laura Giuliani), domani a Kobe le Azzurrine scenderanno ancora in campo per l’ultimo match del girone contro la Nigeria. In bocca al lupo alle ragazze che ci credono ancora (e fanno bene!) e

alla nostra Linari (tifosissima viola), che comunque sarà ricordata per il grande gol segnato in questo Mondiale. Almeno quello, nel caso in cui la squadra dovesse essere eliminata, sarà un piccolo-grande ‘premio di consolazione’. (Ringraziamo l’Ufficio Stampa della Figc per la concessione delle immagini)

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Il concorso Uno slogan da Brivido

Mille km per diego ilviola “fuori porta” che viene da napoli

DIEGO F. Eccolo qua IL VINCITORE, in questa bellissima foto accanto ad una mega-composizione a forma di giglio, Diego è uno dei tanti eroici sostenitori viola ‘fuori porta’, come spiega nel suo stesso slogan: “Da Napoli mille kilometri per seguire la viola... Questa è la passione degli scugnizzi viola!”. La storia che ci racconta in chiave gigliata è davvero interessante: “Ho quarantaquattro anni - svela Diego - e sono di Napoli ma tifo Fiorentina perché ho ereditato questa passione da mio padre, che era di Massa Carrara. Quando lui purtroppo se n’è andato, pensavo di essere rimasto solo, invece ho trovato un gruppo di ventenni tutti tifosi della Fiorentina, tutti della Campania ma che hanno scelto questa squadra per i motivi più disparati. Anzi, sarebbe meglio dire che questa squadra ha scelto tutti noi, gli scugnizzi viola!”. Insomma, la passione viola, come ci conferma il nostro Diego, è più forte di qualsiasi distanza: “Diversi di noi hanno l’abbonamento in Fiesole, ed ogni due settimane facciamo mille chilometri per seguire la squadra che amiamo. Cerchiamo di essere sempre presenti anche in trasferta, per rappresentare il nostro gruppo, certi che i risultati della squadra torneranno ad essere quelli che ci competono!”.

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Mattinata Fiorentina di chiara baglioni

“V

ado al massimo, vado in Messico, vado a gonfie vele” diceva Vasco Rossi all’inizio degli anni 80. Il suggerimento del rocker modenese è arrivato anche ai ragazzi della Fiorentina che in Messico ci sono andati per davvero per la Copa Independencia Under 17 del Sud America, trovando 40 gradi afosi e appiccicosi come neanche sulle sponde dell’Arno durante le migliori performance di Lucifero. Tanto che i tempi regolamentari delle partite sono stati fissati a 35 minuti anziché 45. La squadra di Leonardo Semplici è stata completamente rinnovata, tanti ragazzi sono saliti dagli Allievi Nazionali, la media età si è abbassata e i volti sono per più di metà nuovi. Anche per questo i viola devono ancora trovare l’equilibrio, il giusto feeling e l’amalgama. Tutto questo non ha comunque impedito alla Fiorentina, unica squadra italiana invitata al prestigioso torneo giovanile, di rendersi protagonista: ha vinto 2-1 contro il Club Universidad Nacional (Pumas) all’esordio, pareggiato 2-2 con l’Internacional de Porto Alegre e poi perso 3-1 contro il Pachuca dopo essere passata in vantaggio.Tuttavia il successo per 2-1 contro il Cruz Azul l’ha portata direttamente in semifinale dove l’aspettava il Boca

Copa Independencia: Baby viola protagonisti beffati solo nella finale

Juniors, roba da far tremare la gambe. Ma non a Cedric Gondo e a Nicolò Fazzi, autori dei due gol-vittoria che hanno portato la squadra viola nientedimeno che in finale allo stadio Azteca di Città del Messico, il terzo al mondo per capienza (circa 110 mila posti a sedere, completamente coperto) dove giocano il Club América e la Nazionale di calcio messicana. Avversari della finalissima i padroni di casa del Chivas Rayadas del Guadalajara, il club messicano che ha vinto più scudetti nella storia della Liga, ben 11, nonché la squadra più conosciuta e sostenuta del paese. Lo hanno scoperto anche i nostri ragazzi della Fiorentina che, entrando all’Azteca, hanno sentito la confusione e il tifo tipico sudamericano di migliaia di so-

La delusione sul volto dei baby viola

stenitori muniti di trombetta e tamburi. Mica male per una squadra di diciassettenni.Tant’è che la Fiorentina ha lottato con le unghie e con i denti per più di 30 minuti, ma il palo colpito del Chivas ha avuto la particolarità di dividere la partita in due puntate. E il calo fisico e mentale dei ragazzi di Semplici non si è fatto attendere fino a subire l’attacco degli avversari affidandosi troppo spesso alle parate di Alessandro Bacci. Quando lo 0-0 sembrava il risultato più giusto e le due squadre aspettavano il fischio dell’arbitro che avrebbe decretato l’inizio dei supplementari, è arrivato il gol del Chivas nel finale: Marques Arauco ha calciato forte in diagonale dalla sinistra spiazzando il portiere viola e spezzando così i sogni di un grande trofeo, ma non la consapevolezza di aver vissuto una grande avventura da protagonisti. Tornati in Italia c’è stato poco tempo per rifiatare e molto da lavorare in vista dell’inizio del campionato Primavera. L’aperitivo in vista della partita Fiorentina-Udinese è stato servito al Poggioloni dove i ragazzi di Semplici hanno affrontato il Parma nella prima partita di questa stagione.

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