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utto in queste ore. Il primo rinforzo per Paulo Sousa si chiama Tino Costa. E’ il centrocampista arrivato dallo Spartak Mosca via Genoa il primo pedone sul nuovo scacchiere disegnato dagli uomini mercato della Fiorentina. In queste ore si è sottoposto alle visite mediche fondamentali per sancire senza incertezze il suo buono stato di salute - diversi sono stati gli stop muscolari subìti nel corso della sua carriera - e presto sarà a disposizione del tecnico portoghese. Anche perché Mario Suarez, quello che avrebbe dovuto essere il colpo dell’estate, arrivato a margine del trasferimento di Savic all’Atletico Madrid, dopo questi primi cinque mesi pieni di lavoro sembra un corpo troppo avulso dal resto della squadra. L’ i n fortunio di Badelj ha fatto diventare all’improvviso corta pure la coperta del centrocampo. Sono ore frenetiche anche per l'arrivo

a Firenze Cristian Tello, classe 1991, di proprietà del Barcellona, in prestito da un anno e mezzo al Porto. C’è già l’intesa con il Barcellona, ed è arrivato l'ok pure del Porto. Dovrà essere versato un indennizzo (simbolico) al club portoghese che in questo 2016 lo ha impiegato solo per 10 minuti contro lo Sporting Lisbona, ma l’affare è praticamente fatto.

Alberto Grassi

Arriverà in prestito con diritto riscatto a 8 milioni a favore dei viola e di “recompra” per i blaugrana a 16. In buona sostanza, se anche il giocatore dovesse lasciare Firenze perché richiamato dalla società che lo ha fatto crescere nel proprio settore giovanile, la Fiorentina si sarebbe assicurata comunque un ottimo indennizzo. Pare invece sempre complicata la trattativa per provare a portare in viola anche André Carrillo, peruviano di proprietà dello Sporting Lisbona. Il giocatore tra sei mesi sarà libero di svincolarsi a parametro zero e allo stato attuale il fondo proprietario del suo cartellino continua a discutere con i lusitani per i diritti sul calciatore. Con l’arrivo di Tello, le strade per arrivare all’e-

Cristian Tello

sterno sudamericano potrebbero, essere lasciate lì, aperte ma non percorribili almeno fino al termine di questa stagione. La battaglia vera è quella per il difensore ed il prescelto si chiama Lisandro Lopez, argentino pure lui con passaporto spagnolo, di proprietà del Benfica. Se la situazione dovesse manifestarsi più spigolosa del previsto, ecco che Armando Izzo del Genoa diventerebbe un’opportunità da cogliere subito, con Jason Denayer di proprietà del City in prestito al Galatasaray. In estate il belga aveva preferito la Turchia ai viola attratto dalle sirene Champions, ma poi nulla è andato come sperava. La Fiorentina potrebbe diventare un trampolino di ri-lancio. La questione più complicata è quella di Giuseppe Rossi. Sì, perché la Fiorentina non si è ancora assicurata il suo sostituto e dare il via libera alla sua cessione, in questo momento è pericolosissimo. Sulle sue tracce ci sono il Genoa, il Levante in Spagna e pure l’Olympiakos Pireo, ma la battaglia è ancora lunga. Chi potrebbe sostituirlo? Papu Gomez è il suo erede naturale, ma l’Atalanta non intende privarsene. Peraltro, pure l’operazione Grassi si sta complicando: il Napoli ha offerto 8,5 milioni di euro più 1,5 di bonus. I viola non sembrano intenzionati a rilanciare e l’azzurrino potrebbe diventare un nuovo rinforzo per Maurizio Sarri, sempre più solo in vetta alla classifica di Serie A.

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Alonso fermo ai box Ma non è grave

nfortunio sì, ma meno grave di quanto si era temuto al momento della sua uscita dal campo di San Siro. Gli esami a cui si è sottoposto Marcos Alonso hanno evidenziato una “lesione capsulare all’articolazione tibio-tarsica sinistra escludendo lesioni ossee associate”. In soldoni si tratta di una forte distorsione e, fortunatamente, sono state escluse fratture. Dunque, come conferma lo stesso comunicato, la sua eventuale disponibilità per la prossima partita di campionato contro il Torino sarà valutata nei prossimi giorni in base all’evoluzione clinica. Insomma lo spagnolo è in dubbio per domenica, ma, comunque vada, non dovrebbe stare fuori a lungo. Certa, invece, l’assenza contro i granata di un altro pilastro della squadra: Matias Vecino. Il centrocampista viola, infatti, sarà squalificato dal Giudice Sportivo.

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Il tecnico viola Paulo Sousa Borja Valero capitano a San Siro

di Mario tenerani sani principi del bilancio. Da esercitare subito. Rischiare qualcosa adesso, con un anticipo di cassa, significa incassare a giugno una qualificazione Champions (circa 40 milioni). Significa anche mettere subito a tacere quel malcontento che è tornato a strisciare in città. Significa spegnere la convinzione, purtroppo diffusa, che i Della Valle si accontentino di vivacchiare quando proprio Diego, con forza, spiegò nel 2008 che non avrebbe mai voluto declinare quel verbo. Significa non dover dare ragione a Montella (che forse invece l’aveva…) che parlò di “dimensione Fiorentina”. Coraggio società, non lasciarti sfuggire questo sogno. Basta poco.

di Massimo Sandrelli

l generale George Armstrong Custer è uno dei miti della storia americana. Henry Fonda lo ha immortalato nel cinema in modo fantastico. Di lui si ricorda soprattutto che a Little Big Horn morì con tutto il settimo cavalleggeri, tutti meno il trombettiere John Martin (un italiano americanizzato che si chiamava Giovanni Martini) che era stato inviato a chiamare rinforzi. Ebbene Cavallo Pazzo, il capo dei pellerossa in rivolta, non fece sconti e consumò per intero la disfatta match di San Siro Tomovic, tra i peggiori nel delle giacche blu. Custer attese vanamente gli aiuti fino in fondo. s a r à Quando arrivò il generale Mc Douneppure Vecino. Fioccano anche le sconfitte e gall tutto era finito. dopo aver beatificato la Lazio, perfino il Milan Ecco, dopo aver patito la partita con il Milan è risorto. E intanto la Juventus è quattro punmi è venuta in mente questa immagine. Ormai sono quasi venti giorni che si parla di mercato e ti avanti (ma era dietro di molte lunghezze) il di nuovi arrivi. Ne parla Andrea Della Valle, ne Napoli è sei punti avanti (fino a qualche domeparla qualcuno dei suoi tanti collaboratori, ne nica fa era dietro ai viola). E neppure è difficiparlano gli esperti di mercato, ne parlano i tanti le capire la causa di questo crollo improvviso procuratori sportivi interessati alle cose viola: della formazione di Paulo Sousa. La coperta è parole, parole, parole…A oggi, però, non c’è corta. Mancano i sostituti di valore, mancano le ancora niente di definito. Tino Costa è in presti- alternative ai titolari. Ormai lo sanno tutti. Lo to al Genoa ma è di proprietà dello Spartak Mocominciano a sospettare perfino i tanti dirigensca; si dice, è tutto fatto, mancano solo pochi dettagli… Lisandro Lopez, difensore del Benfi- ti della Fiorentina. E allora? Niente. E’ inutile ca, addirittura era stato prenotato a giugno. Pare che spulciate i giornali sportivi per rincuorarvi, che Rui Costa, responsabile della società lusita- niente della Fiorentina quasi non se ne parla. na, non sia convinto, per cui è tutto fatto ma il Mi dicono, ma Della Valle ha promesso. Cergiocatore è ancora in Portogallo. Cristian Tello to, è vero e credo che Della Valle sia un uomo è un esterno del Barcellona, in prestito al Porto. d’onore. Nel mentre il povero Sousa continua a Per chiudere l’affare il direttore della Fiorentina rispondere, non senza imbarazzo: la società sa Rogg è andato in Portogallo. Tutto quasi fatto, cosa manca… mancano però alcuni dettagli. Ma perché è anEcco, qualcuno arriverà, non si può ancora cadato in Portogallo se il giocatore è del Barcellona? Fatto è che è ancora tutto nella mente di pire chi, ma la domanda che mi tormenta è: non Giove. Intanto si è infortunato Badelj (pare che sarà come la storia di Little Big Horn? I rinforzi ne avrà per oltre un mese), fioccano le ammo- servono quando c’è ancora un obiettivo da ragnizioni, domenica prossima ad esempio non ci giungere, altrimenti è quasi tutto inutile.

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Come Custer a Little Big Horn

Tecnico e giocatori devono rimettersi a testa bassa e cercare alternative di gioco, rispetto ad avversari che hanno compreso ormai quali siano le trame viola. Fatto questo passaggio doveroso, sarà bene che la società intervenga all’istante, aiutando Sousa con gli strumenti del mercato. Questa Fiorentina va rinforzata, senza se e senza ma. Punto e basta. Uno sforzo economico, non tale da violare i

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Paulo Sousa attende da troppo tempo i rinforzi Il rischio è che arrivino quando ormai sarà tardi

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Giusto non dare alibi alla squadra Ma occorre agire sul mercato

on facciamo drammi, ma non facciamo nemmeno finta di niente. La Fiorentina si è fermata. Se sia stato un pit-stop oppure una cosa più seria, lo scopriremo presto. La magia di qualche settimana fa sembra evaporata, un fluido scomparso tra le nebbie delle perplessità viola. I viola di Milano, di fronte ad una squadra rossonera non trascendentale nello sviluppo della manovra, sono apparsi svuotati come canotti. Veicolazione lenta della palla, in ritardo sul primo rimbalzo, disordinati nella fase difensiva, lievi, fino all’inesistenza, nella parte offensiva. Forse è stata la dimostrazione che questa formazione fino a quando può contare su undici protagonisti, chiamiamoli pure titolarissmi, non è migliore di altri, ma può reggere il confronto in campo con chi le è superiore tecnicamente, prendiamo Napoli e Juve, tanto per intenderci. Ma quando manca qualcuno, pensiamo ad un regista difensivo come Gonzalo e una diga come Badelj, beh, allora il quadro evolve e al peggio. Morale: a Sousa e la squadra vanno tolti alibi.

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Viola Amo Viola e Torino allo stesso modo. Però la squadra di Sousa è più forte e deve vincere” FI 4611317V Luca 333 4233131 - Gerardo 338 9636554 amore mio

Pecci: “Fiorentina, niente è perduto”

di Francesca Landi

’ stato il cervello del centrocampo dell’ultimo Torino campione d’Italia e, per un soffio non ha condotto al titolo anche la Fiorentina nella stagione 1981-82, quella del famoso “scippo” del tricolore da parte della Juventus. Eraldo Pecci rappresenta un punto di riferimento storico per i colori granata e viola. Dunque pochi meglio di lui possono aiutarci a entrare nelle pieghe del prossimo match che attende la squadra di Sousa contrapposta, domenica prossima, proprio al Toro di Giampiero Ventura. Match decisivo per il rilancio delle ambizioni viola, oggi ridimensionate dai pesanti ko con Lazio e Milan.

Eraldo Pecci con la maglia viola

Eraldo Pecci, due grandi amori: la Fiorentina e il Torino, cosa rappresenta per lei questa partita? “Come per tutti i tifosi viola e granata rappresenta la partita per antonomasia, la partita anti-Juve. C’è un forte legame tra queste due squadre e tra le tifoserie, un vero e proprio gemellaggio, di quelli sani, che rappresentano il lato positivo del calcio”.

Eraldo Pecci in granata

Come vede questa sfida, chi è favorito?

parola all'esperto

A proposito di mercato, cosa farebbe con Pepito Rossi? “Se fosse il Giuseppe Rossi che tutti conosciamo, i dirigenti della Fiorentina non avrebbero mai pensato di darlo in prestito, si vede che la cartella clinica del ragazzo non sprizza energia. E’ un talento indiscusso, ma ad oggi, non è ancora nella sua forma migliore. Forse sarebbe meglio mandarlo altrove a giocare”.

“Restano partite delicate, ma credo che la Fiorentina possa vincere. Il Torino riesce sempre ad organizzarsi bene e la squadra di Sousa può far fatica, ma l’organico viola è più forte di quello granata. L’emotività è alla base di queste sfide, bisogna giocarsela bene. Il Toro è un ostacolo molto meno pericoloso della Lazio e del Milan per questo penso che sia la gara giusta per il rilancio gigliato”. Le ultime due sconfitte hanno fatto crollare l’entusiasmo di Firenze, come si esce da questa situazione? “La Fiorentina è una buona squadra, capace di abbinare il bel gioco ai risultati. Fino a due settimane fa il bilancio era stato ultra positivo, poi ci sono state le pesanti battute d’arresto contro Lazio e Milan. Conosco bene Firenze e so che, quando si perde, l’ambiente si deprime oltremodo. Per uscire da questa situazione e restituire entusiasmo c’è una sola strada: tornare subito a vincere. I presupposti per farlo ci sono tutti, niente è ancora perduto”. Cosa ne pensa di mister Sousa? “Sousa ha lavorato bene in questi mesi, ma le basi della Fiorentina erano già solide. C’è un progetto importante portato avanti da 4 anni dalla dirigenza e anche dal vecchio mister Montella. C’era solo da migliorarsi e Sousa, in questo senso, è decisamente l’uomo giusto”.

Qual è il giocatore più forte di questa Fiorentina? “Kalinic nel modo più assoluto, da solo dà risalto a tutto il reparto offensivo”.

entina 1981-82 Pecci (in basso a destra) nella Fior

Uno Scudetto sotto la Mole E un quasi tricolore a Firenze

nelle gioraldo Pecci nasce nel 1955. Cresciuto 1972 e nel A serie in tta debu gna, vanili del Bolo 1974. nel a Itali pa con i rossoblù vince una Cop ma affer si dove no Tori al a pass a La stagione successiv cam del forti più come uno dei centrocampisti di regia anzion colle e 1976 nel etto Scud pionato, vincendo uno viene acquistato do 203 presenze e 16 gol. Nel 1981 bomber granata il con oda appr dalla Fiorentina dove sfiora il triione Francesco Graziani. Nella stessa stag nda a una seco za piaz si che a colore, con la Fiorentin i resta per Pecc sola lunghezza dalla Juventus. In viola pionato cam in te parti 138 me insie 4 stagioni mettendo Napoli, al e erisc con 13 reti all’attivo. Nel 1985 si trasf 1990 nel era carri la ndo lude conc poi torna al Bologna, 1975 al 1978 fa Dal nza. Vice i ross Lane al C1 in serie con cui colleziona anche parte della Nazionale azzurra 6 presenze.

Ma allora cosa manca a questa Fiorentina per diventare grande? “Metto subito una cosa in chiaro: gli allenatori non fanno mai gol, sono importanti sì ma non sono decisivi. Sono l’organico e i giocatori che vincono o perdono le partite. Detto ciò, alla Viola manca poco per competere a livelli importanti. Deve acquisire la mentalità giusta per vincere e questa si conquista con il tempo, con un grande spirito di gruppo. Aspettando anche un aiutino dal mercato di gennaio”.

Il giocatore invece a cui non rinuncerebbe mai? “Sicuramente Ilicic, un fuoriclasse”. Ci racconta un ricordo di un suo Fiorentina-Torino? “Ricordo una partita vinta 4-3 dal Torino contro la Fiorentina, con un gol meraviglioso di Pulici, una partita spettacolare. Mentre quando indossavo la maglia della Fiorentina, contro il Toro, realizzai la mia unica doppietta nel 1985 e la gara finì 2-2, un’emozione unica. Quando giochi con una maglia la devi onorare in tutto e per tutto. Entri dentro la storia della squadra, dentro la sua mentalità e secondo me, se si fa gol, bisogna esultare, non è una questione di rispetto. Le squadre sono come le donne, ognuna ha il suo sapore, ma nell’arco della vita si possono amare più donne. Io ho fatto così: ho amato alla follia sia il Torino che la Fiorentina, non potrei mai scegliere”.

Chi vincerà lo scudetto? “Secondo me la squadra più forte quest’anno è il Napoli, anche se non è abituato a stare a certo livelli quindi ci sta che nel tempo la mentalità vincente vada scemando. Mentre quella che mi fa più paura è sempre la Juve, lei si è che è abituata a vincere”.

Uno dei decani degli allenatori italiani parla in esclusiva al Brivido Sportivo: “Rossi? C’è solo una soluzione: mandarlo via in prestito”

Sonetti: “Il mercato di gennaio logora Sousa sta gestendo una situazione difficile”

Nedo Sonetti

di Alessandro Latini

ettimana lunga per la Fiorentina, che dopo la disastrosa trasferta di Milano ha, comunque, la possibilità di preparare con calma il lunch game di domenica prossima contro il Torino. In casa viola, però, oltre al campo tiene banco anche il mercato. Trattative serrate, condotte dai dirigenti gigliati, che da qui allo stop della sessione invernale dovrebbero portare in viola altri tre giocatori. Il primo rinforzo, Tino Costa, sarà presto arruolabile. Da verificare la sua eventuale disponibilità contro il Torino. L’argentino sta bene fisicamente, manca del ritmo partita. Anche sul fronte del mercato in uscita sarà una settimana delicata. Il futuro di Pepito Rossi tiene i tifosi incollati a radio, siti e giornali. Il Genoa preme. Starà a Rossi emettere l’ultimo verdetto. Per analizzare il difficile momento viola questa settimana Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Nedo Sonetti, decano degli allenatori italiani. Fiorentina in una fase negativa della stagione. Le sconfitte contro Lazio e Milan hanno portato con sé anche accese polemiche. Come giudica il momento viola?

«Io parto dal presupposto che la Fiorentina sta facendo un grandissimo campionato, sicuramente sopra le aspettative di tutti gli addetti ai lavori. Detto questo, dico che nell’arco di una stagione un momento di flessione ci può sempre stare, è naturale che ci sia. Che sia fisica o mentale cambia poco, ma la squadra non può sempre essere al massimo della forma. La Juventus ha avuto difficoltà all’inizio della stagione, altre squadre le hanno avute più avanti ed altre ancora le avranno in futuro. E’ tutto normale». Da collega più esperto, come giudica l’impatto di Paulo Sousa sulla Serie A? «Mi piace come lavora e come si pone. Si è dimostrato una persona molto intelligente, ha capito bene, e subito, quale era il sistema di gioco per la sua squadra e lo ha trasmesso ai giocatori. Gli auguro davvero continuare così, è un personaggio molto positivo per il calcio italiano». Il problema di Sousa, in questo periodo di mercato, è quello di tenere concentrata la squadra. E’ faticoso preparare le partite con il mercato aperto? «Sicuro, su questo con me sfondate una porta aperta. Non esiste fare un mese di trattative in inverno. E’ un periodo logorante dal punto di vista psicologico, sia per i giocatori interessati da voci e rumors, sia per gli allenatori che li devono gestire. L’allenatore spesso si trova in difficoltà e deve cambiare le proprie scelte proprio perché non vede sereno e concentrato un giocatore.

Capisco benissimo le preoccupazioni di Sousa, è capitato tante volte anche a me di dover fare i conti con queste cose». Capitolo Rossi, sa che a Firenze tiene banco il suo futuro. Cosa crede che sia meglio per lui? «Non ci sono dubbi, Rossi deve andare a giocare in una squadra che gli dia sempre la maglia da titolare. Sta bene fisicamente, ha bisogno di trovare continuità e può trovarla solo se gioca diverse partite di fila. Gli spezzoni di gara che gli può concedere la Fiorentina non bastano. Io credo che lui sia ancora in tempo per provare ad andare agli Europei, per questo non vedo altra soluzione che una cessione in prestito».

Chiudiamo con il mercato. Cosa manca alla Fiorentina per fare un salto di qualità? «Questo è un aspetto che dovete analizzare voi giornalisti. Un allenatore, dal mio punto di vista, si deve limitare ad allenare ciò che gli mette a disposizione la società. Sousa avrà sicuramente dato dei consigli, ma poi ogni decisione spetta alla proprietà».

Nedo Sonetti è stato anche allenatore del Torino

Toscanaccio doc e specialista in promozioni La sua carriera in panchina è lunga 40 anni

edo Sonetti nasce a Piombino nel 1941. Dopo un discreta carriera da calciatore, nella quale diventa bandiera della Reggina in serie B, comincia la sua lunghissima esperienza di tecnico che durerà 40 anni. Da mister allena a tutte le latitudini, partendo dal basso fino ad arrivare alla serie A. Diventa specialista in promozione Da noi e rimonte salvezza, ottenendo i suoi maggiori successi sulle panchine ogni di Atalanta, Cagliari, Brescia, Udinese, Ascoli e Lecce. Il picco più euro di - SGOMBERI spesa alto a Bergamo: con l’Atalanta centra, nel 1987, la finale di Coppa TRASLOCHI - TRASPORTI TRASLOCHI ALBO Italia. Nel suo palmares ci sono ben 5 promozioni dalla serie B alla Noleggio Scala Aerea ﬁno a 32 mt. ISCRIZIONE TRASPORTATORI - 338 SGOMBERI FI 4611317V 4233131 - Gerardo 9636554 serie A. Nel settembre scorso viene chiamato nel ruolo di direttore Luca 333 TRASPORTI SMALTIMENTO RIFIUTI tecnico dal Pavia, società di proprietà di un gruppo cinese, ma dà le Noleggio Scala Aerea dimissioni dopo poco più di un mese. Nella carriera di Sonetti c’è fino a 32 mt. anche l’esperienza sulla panchina del Torino (dal 1994 al 1996) e uno dei suoi crucci, da toscanaccio doc, è non aver mai avuto la possibiLuca 333 4233131 lità di guidare la Fiorentina. Gerardo 338 9636554

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Il comico grande tifoso viola: “Ricambi non all’altezza, bisogna sostituire le sedie con belle poltrone. Ma la contestazione non ha sensoˮ

Salvadori: “Allarghiamo… la panchinaˮ

di Giacomo Cialdi

' iniziato il girone di ritorno e la Fiorentina è partita malissimo perdendo a San Siro contro il Milan. Per cambiare marcia e mantenere ambizioni di altissima classifica è indispensabile tornare a vincere. Per questo giocatori e allenatore sono concentrati sulla sfida di domenica contro gli amici del Torino, memori della sconfitta dell'Olimpico. A tenere banco in città, però, non è soltanto il calcio giocato: si rincorrono voci di mercato e il caso Giuseppe Rossi continua a tenere col fiato sospeso i tifosi gigliati. Per analizzare la corsa ai primi posti, la sfida contro il Toro e il mercato, il Brivido Sportivo ha contattato Graziano Salvadori, comico, regista, cabarettista toscano e grande tifoso viola.

Graziano Salvadori

Salvadori, come valuta questa Fiorentina targata Sousa? «In molte partite disputate la Fiorentina ha dimostrato di avere una mentalità vincente, un bellissimo gioco, giocatori che sanno fare la differenza e che in prospettiva possono diventare dei fuoriclasse. Uno su tutti Federico Bernardeschi. La sua assenza ha pesato molto nella sconfitta casalinga contro la Lazio. Le altre defezioni, poi, hanno influenzato il ko di Milano. E qui veniamo ad un punto dolente...». Cioè? «La panchina viola è troppo corta. Rispetto ai nostri avversari non abbiamo ricambi all'altezza. Come dico sempre: togliamo una sedia e mettiamo un pouf. Gli altri, invece, sostituiscono una sedia con una poltrona. Questo fattore alla lunga può penalizzarci molto». Il mercato in tal senso può dare una mano: si aspetta qualche colpo in entrata? «Assolutamente sì! Mi auguro che società e allenatore lavorino in sintonia e che presto arrivino elementi validi. A mio parere servirebbero due/tre colpi: un difensore, un centrocampista e magari un altro attaccante. E poi non dimentichiamoci il caso Rossi...». Da tifoso viola cosa farebbe con l'italo-americano? «E' una situazione intricata, è difficile dire cosa sia meglio fare. So soltanto che amo Giuseppe e vorrei godere ancora della sua immensa classe. Spero rimanga a Firenze e ci faccia divertire». Dopo le ultime sconfitte i Della Valle sono stati contestati da una parte di pubblico. E' d'accordo? «Mi sembra ingeneroso contestare una proprietà come quella viola. E' vero che faticano un po' a spendere per acquistare giocatori, però negli ultimi anni ci siamo tolti diverse soddisfazioni e di questo dobbiamo ringraziare anche loro. Restiamo compatti e andremo avanti». Per andare avanti c'è da superare l'ostacolo Torino. Che partita si aspetta? «E' una gara da non sottovalutare, dobbiamo tenere a mente la sconfitta dell'andata. Il Toro è una buona squadra, gioca un buon calcio ma è nettamente inferiore alla Fiorentina. Se i viola giocano come sanno dall'inizio alla fine della gara, credo non ci saranno grossi problemi. Servirà grande concentrazione!».

bastian contrario

Graziano Salvadori con Carlo Conti

dori ai tempi di

Graziano Salva

Il confronto a distanza con i nerazzurri fa tornare un po’ di ottimismo Perché il gioco della Fiorentina può fare la differenza

di Cristiano Puccetti l campionato ha virato alla boa ed adesso è tutto abbastanza più chiaro. Napoli e Juve si giocheranno lo scudetto, le altre due "big", Inter e Fiorentina, sembrano collassate nella mediocrità del proprio organico. E' necessario tuttavia evidenziare dei distinguo tra le situazioni di viola e nerazzurri. E anche analizzarne le prospettive, che sono estremamente diverse. Thohir ha puntato tutte le proprie fiches sulla Champions: se l'Inter entra nella grande competizione può finanziare gli investimenti messi in piedi la scorsa estate ed attualmente non coperti. Altrimenti saranno guai pesanti. I Della Valle vivono molto più rilassati, sono partiti con l'idea di un campionato di "ricostruzione" e si sono trovati invece in mano un vero gioiello, che doveva essere impreziosito già dall'inizio di gennaio con un intervento più celere ed efficiente sul mercato. Nelle ultime 4 partite l'Inter ha collezionato 1 vittoria, immeritata ad Empoli ed agevolata da due rigori negati alla squadra di Giampaolo, 1 pareggio sabato scorso a Bergamo e due sconfitte interne contro Lazio e Sassuolo. Un ruolino da squadra di mezza classifica. La Fiorentina invece ha infilato due successi consecutivi con Chievo e Palermo, poi ha ceduto malamente alla Lazio ed ha resuscitato il Milan. Il Napoli e la Juventus nel frattempo si sono incamminate, inarrivabili nella loro continuità. Ma, come dicevamo, sono le prospettive a rendere diverso il presente di Fiorentina ed Inter. Perché esiste una componente fondamentale che differenzia le due situazioni: il gioco. La squadra di Sousa ha costruito il suo exploit nel girone d'andata grazie ad un calcio coinvolgente e spettacolare, a tratti irresistibile. Il lavoro del portoghese ha contribuito a rilanciare giocatori in difficoltà come Astori, Borja Valero ed Ilicic, a consacrare elementi nuovi come Kalinic o giovani emergenti come Bernardeschi. Ha migliorato il livello tecnico della squadra ed ha elevato il valore dei singoli giocatori, portando un beneficio alla società che avrebbe dovuto ricompensarlo meglio nel mercato di gennaio e non abbandonarlo a se stesso. Il gioco tornerà ad aiuterà la Fiorentina a riprendersi.

Mancini invece ha badato soprattutto a non prenderle, può continuare a fregiarsi del titolo di miglior difesa, ma dal punto di vista dello sviluppo del gioco della squadra, il suo è stato un autentico flop. Si è beato di aver vinto per nove volte 1 a 0 dimenticando che almeno nella metà dei casi, gli avversari avrebbero almeno meritato il pareggio. Ha pensato che bastasse il blasone per agganciare la Champions, traguardo vitale per tenere in piedi la società che tra l'estate 2016 e 2017 deve esercitare l'obbligo di riscatto per un numero impressionante di calciatori, tra i quali il povero Jovetic, ormai confinato ai margini del progetto. Per questo, tra le mille difficoltà del momento, se il duello per il terzo posto sarà davvero tra

Fiorentina e Inter, val la pena lanciare un messaggio di ottimismo. Col gioco si raggiungono i traguardi, con l'approssimazione e l'acqua alla gola quasi mai.

Vernice Fresca

Quest'anno la Serie A è molto competitiva e divertente se guardiamo la testa della classifica. Quali sono a suo parere le favorite per la vittoria finale? «Devo dire la verità, non credevo che la Juventus fosse capace di recuperare così tanti punti in così poche giornate. Invece è tornata ai vertici e temo sia la prima candidata al titolo finale. L'Inter è molto solida, non pratica un grande calcio ma è una squadra difficile da affrontare e da battere. Poi c'è il Napoli, che con un Higuain così diventa una pretendente allo Scudetto. Tra le squadre che possono vincere il campionato metto anche la nostra Fiorentina: se la società mettesse subito a segno un paio di colpi importanti, sarebbe ancora lecito sognare. Molto dipenderà dalla tenuta atletica dei ragazzi. Sono sicuro che i viola arriveranno tra le prime tre... sarebbe un bel risultato».

Se il duello-Champions è con l’Inter abbiamo ancora buone chance

Ciak si gira

Il tecnico dell’Inter Roberto Mancini

regia Da “vernice Fresca” alla scano La carriera del comico to

ecchio nel 1964. Le raziano Salvadori nasce a Fuc risalgono al 1989 ve visi tele i ion sue prime appariz Fresca” condote rnic durante la trasmissione “Ve molti comici e per io lanc di ino ta da Carlo Conti, trampol e Leonardo llo arie Pan rgio cabarettisti toscani tra cui Gio a il sodalizio comico con inci com i Pieraccioni. In quegli ann perà anche alla trasmissione Niki Giustini col quale parteci montecarlo. Nel 1996 enTele su di “Aria Fresca” approdata ica In” su Raiuno. Poi passa tra a far parte del cast di “Domen to da Maria Venier. Dal dot con 5, a “Ciao Mara” su Canale calcio” nei panni di tifoso il che elli “Qu a pa 2002 parteci lavorando con altri comici ro teat al viola. Dal 2000 si dedica tando in scena i suoi personagtoscani come Katia Beni e por 2013 debutta come regista Nel a. gi storici: Achille e Marusc le” nel quale affronta il tema con il film “Sarebbe stato faci omosessuali. gli so delle discriminazioni ver

Giacchetta nera

Doveri non influenza il ko di Giancarlo Carmagnini

Atalanta - Inter 1-1 Rizzoli – Forse sono un po’ troppi 9 ammoniti… comunque bene! Ho dei dubbi sull’interpretazione della regola del fuorigioco sul gol dell’Atalanta, ma quelli “bravi” dicono che è un gol buono, perché il “Papu” Gomez non influenza Murillo che fa autogol… mah! Bologna - Lazio 2-2 Di Bello – Non viene supportato a dovere dal guardalinee n° 1 Vivenzi nell’occasione del 2° gol del Bologna (Destro in fuorigioco di pochissimo), per il resto partita “sui generis”. Carpi - Sampdoria 2-1 Mariani – Ancora non ci siamo… Deve crescere sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto quello disciplinare. Probabilmente non vede un altro rigore per il Carpi… dove Fernando tenta di “fidanzarsi” con De Gaudio in piena area blucerchiata. Chievo - Empoli 1-1 Abisso – Alla terza assoluta in seria A… fa in pieno il suo dovere, anche aiutato dalla correttezza dei 22 in campo. Genoa - Palermo 4-0 Celi – Onestamente non lo aspettavamo in campo così presto dopo lo scempio di Empoli – Inter… fatto sta che, aiutato anche dai ritmi bassi e dal risultato della partita (a quelli alti va in crisi agonistica), non fa male. Milan - Fiorentina 2-0 Doveri – La Fiorentina non perde per colpa dell’arbitro, che, anzi, fa decisamente una buonissima gara. Napoli - Sassuolo 3-1 Giacomelli – Dopo Carpi – Juve, il designatore Messina gli dà un’altra chance, e lui lo ripaga facendo una più che discreta gara, che non si era nemmeno messa bene (Sassuolo in vantaggio su rigore)… probabilmente aveva bisogno solo di sentire la fiducia del “suo” capo. Bravo! Roma - Verona 1-1 Massa – Oltre al rigore per il Verona, fra l’altro giustissimo, niente altro da segnalare. Torino - Frosinone 4-2 Irrati – Partita senza grosse problematiche… Giusto il rigore per il “Toro” per il fallo di Bertoncini su Glik. Udinese - Juventus 0-4 Rocchi – Altra partita da Top Uefa per l’arbitro fiorentino, che quest’anno non sbaglia un colpo. Bravissimo! E pensare che all’Europeo andranno 2 arbitri inglesi.

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Gabriella Lescai: “Brivido, passione infinita” nessuno avrebbe detto niente. Infatti lo stadio ha applaudito la squadra a fine partita ed è quella la risposta più importante”.

di Federico Pettini

itorna la rubrica "Penne da Brivido", dedicata ai giornalisti che sono cresciuti all’interno della nostra testata nel corso della sua lunga storia. In questo numero abbiamo intervistato Gabriella Lescai, una delle colonne del “Brivido” dell’epoca dello storico direttore Paolo Melani, deus ex machina di un giornale divenuto popolarissimo grazie alla sua critica sempre pungente e appassionata, espressione di una fiorentinità autentica. Gabriella Lescai, ci racconta le emozioni dei suoi primi passi nella redazione del Brivido Sportivo? “Sono arriva in redazione prima della maturità. Ho iniziato a collaborare dopo aver parlato con Manuela Righini e ho avuto la fortuna di lavorare sempre a stretto contatto con lei. All’inizio erani mi occupavo principalmente di pattinaggio ardirettore Mario Ten ervistata dal nostro tistico e pallanuoto, sport che il Brivido dell’eGabriella Lescai int poca seguiva con attenzione. Poi ho iniziato a scrivere di Fiorentina. Il direttore Paolo Melani mi accolse benissimo. Quella del Brivido è staQuando è finita la sua storia col ta per me una scuola importante e un grande diverti- Brivido? mento. Avevo appena 18 anni e una grande passione. “Quando Manuela Righini e Massimo Massimo SanSi finiva il giornale il lunedì notte e la mattina dopo drelli se ne sono andati. Anch’io ho scelto altre strade, andava a scuola. Mi ricordo ancora il primo articolo seguendo Massimo a Radio Libera e continuando poi sulla Fiorentina, all’indomani di una lunghissima tra- la carriera da professionista”. sferta a Foggia”. Passiamo all’attualità, cosa pensa della Fiorentina Quanto è cambiato da allora il mondo del giorna- di Sousa? lismo? “Al di là delle ultime sconfitte, non mi aspettavo un “Molto, oggi è tutto diverso per forza di cose. Vivia- percorso del genere. Dopo quest'estate, gioco e allemo la professione in modo più omologato. A quei natore erano più di un'incognita, così come Kalinic, tempi c'era la curiosità di vedere le cose in maniera un'assoluta novità. Tutto è andato ogni più rosea originale. Anche per il lettore. Era tutto una novità. aspettativa. Ora sarà importante ricominciare a vinPensate che, con Manuela Righini, fummo le prime cere per confermarsi nella seconda parte del campiodonne a realizzare interviste ai giocatori negli spo- nato”. gliatoi. Lei aveva una carica incredibile, ricordo che un giorno disse: “Ora ci penso io! O escono loro o Dopo gli ultimi ko con Lazio e Milan si è fatto straentriamo noi!”. Ogni volta che stavamo per entrare, da il malcontento in una parte della tifoseria. Si dopo una partita o un allenamento, qualcuno avver- può parlare di contestazione o è stato tutto ingitiva: “Ci sono le signore!”. Così i giocatori si rive- gantito? stivano e potevamo fare il nostro lavoro. E’ stata una “Secondo me la contestazione non c'è stata. E' stagrande innovazione per l’epoca, ma è bastato entrare to l'esser permaloso di Della Valle che ha fatto venir nel modo giusto e anche quel mondo divenne meno fuori la cosa. Se il patron non se ne fosse andato dallo stadio in fretta e furia dopo la sconfitta con la Lazio ottuso di quello che si può pensare”.

Il mercato però stenta a decollare… “Dopo le parole di Pradè, pensavo che arrivasse subito qualche nuovo giocatore. Se un direttore sportivo dice che il tipo di giocatore è stato

Chi era Paolo Melani

il nostro storico Direttore

aolo Melani è stato il direttore storico del Brivido Sportivo. Figlio del fondatore della testata (nata nel 1927) il giornalista fiorentino, classe 1930, ha reso grande il “Brivido” trasformandolo in un settimanale di critica e attualità molto popolare in città, tra le voci più seguite e ascoltate sulle vicende della Fiorentina. Melani, che era anche un grande tifoso della Viola, è passato alla storia per il semplice e geniale motto “Meglio secondi che ladri!” ideato nel maggio 1982, dopo il clamoroso scippo dello Scudetto da parte della Juventus nei confronti dei gigliati guidati da Giancarlo De Sisti. Autore di molti volumi sul calcio, tra i quali la collana “Fiorentina 80 anni di storia” e la “Storia della Nazionale italiana”, Melani è scomparso nel 2012 all’età di 82 anni.

individuato dovrebbe voler dire che è stato già preso. Probabilmente sarà Lisandro Lopez, ma sembra che siano nati dei problemi nella trattativa. Non avendo le possibilità delle grandi squadre, bisogna trovare il profilo giusto. Un giocatore come Kalinic, lontano dai riflettori. Il nome a effetto a gennaio è difficile da trovare. Chi si aspettava un innesto nei primi giorni di gennaio può giustamente storcere la bocca, ma bisogna avere fiducia. Basta pensare a Salah, arrivato a fine mercato l’anno scorso e capace di entusiasmare nel girone di ritorno”. A proposito di Salah, come andrà a finire il contenzioso Fifa? “Di sicuro è stata una delusione cocente. E la sentenza Fifa comunque non finirà bene. La società è rimasta sorpresa dall'atteggiamento del giocatore e del suo staff, ma un foglio c'è ed è stato firmato. Di certo però la società ha capito gli errori. Penso ad esempio ai rinnovi di Alonso e di altri giocatori. Un passo avanti rispetto agli anni passati nei quali si sono persi giocatori a zero euro”. Nell'urna Uefa, ancora una volta, la Fiorentina ha pescato il Tottenham. Sarà più difficile dello scorso anno? “Tutte le partite iniziano dallo zero a zero. Già lo scorso anno eravamo preoccupati dall'avversario, poi è andata benissimo. Questa squadra ha dimostrato che può giocarsela con chiunque. E in fondo è anche divertente trovare un avversario del genere. Di sicuro meglio che pescare un'illustre sconosciuta magari in capo al mondo”. Insomma, lei professa ottimismo? “Certamente sì. Anche perché il campionato italiano, mai come quest'anno, è di un livello molto basso. Non c'è una squadra che eccelle clamorosamente sopra le altre e basta poco per tornare in alto. Ci sta di perdere una o due partite, ma in una classifica così corta nulla è mai compromesso e c'è sempre la possibilità di recuperare”. Con la speranza che, magari, le televisioni diano più spazio a questa Fiorentina… “Purtroppo conta il bacino d'utenza. Che aumenta migliorando i risultati. Chi è tifoso della Fiorentina lo sa. Il tifoso viola è abituato a soffrire, per questo ogni vittoria porta il doppio della felicità e della soddisfazione”.

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Sfide-scudetto, grandi allenatori e tanti doppi ex Quante emozioni nei match tra viola e granata

amarcord

La Fiorentina del Prof

Il ricordo della tragedia di Superga e di una commovente sfida tra ragazzi

Fiorentina-Torino la storia siamo noi di ruben lopes pegna

uarant'anni. Tanti ne sono trascorsi dall'ultimo scudetto conquistato dal Toro. E quasi quaranta sono anche gli anni passati Gigi Radice dall'ultima vittoria del Torino a Firenze. Era il 31 ottobre 1976 quando a 12 minuti dalla fine Ciccio Graziani, che nel 1981 avrebbe indossato la casacca viola, firmò la rete dell'1-0 che sancì il successo dei granata. Noi vogliamo ricordare alcune delle sfide tra Fiorentina e Torino della fine degli anni settanta, alcuni giocatori che vestirono la maglia delle due squadre e l'allenatore dei granata scudettati.

SCONFITTA VIOLA ANCHE NELLA STAGIONE PRECEDENTE. In quel magico 1976 il Toro a Firenze giocò due partite. La prima il 4 gennaio. E la vinse per 1-0 con una rete di Graziani al 38' del primo tempo. Anche quella volta molti tifosi della Fiorentina avevano esultato. E quel successo per i granata fu determinante per la conquista del titolo di campioni d'Italia. UN'IMPORTANTE VITTORIA VIOLA. Dopo uno scudetto vinto ed uno sfiorato nella stagione successiva (1977/78), il Torino si presentò a Firenze a tre giornate dalla fine ormai tagliato fuori dalla lotta per lo scudetto, vinto di nuovo dalla Juve. La Fiorentina di Chiappella quel 23 aprile 1978 (la domenica di Pasqua) era, invece, in piena lotta per non retrocedere in serie B. Sotto una pioggia battente i viola riuscirono a cogliere un prezioso successo in chiave salvezza. Vinsero per 2-0 grazie a un gol di Antognoni e a un'autorete di Danova segnati nel giro di due minuti (tra il 27' e il 29' del primo tempo). Grazie anche a quella vittoria rimasero in serie A, mentre il Torino arrivò secondo alla pari con il Vicenza.

LA SCONFITTA DELLA FIORENTINA CONTRO I CAMPIONI D'ITALIA. Fu l'ultima volta quella che vedemmo al Comunale, UN PEZZO DI TORO SCUDETTATO A FIRENZE. Quattro l'attuale Franchi, il Toro con lo scudetto sulla tra i protagonisti del trionfo granata del 1976 vennero a giocare maglia. E sembrava che ci potesse scappanella Fiorentina: Francesco Graziani, Eraldo Pecci, Patrizio Sala re il bis. A Firenze quel giorno, alla quare Paolo Pulici. I primi due, Graziani e Pecci, arrivarono in riva all'Arno nell'estate del 1981 e sfiorarono un nuovo tricolore, svata giornata, conquistò la quarta vittoria nito solo all'ultima giornata. Il centravanti rimase due stagioni consecutiva e logicamente era in testa in viola (1981/82 e 1982/83; al suo attivo 52 presenze in camalla classifica. Ma sulla sua strada pionato con 14 reti), il centrocampista quattro (dal 1981/82 al trovò ancora una volta la Juve a 1984/85, collezionando 138 presenze in serie A e segnando 13 sbarrargli il passo e alla fine argol). Patrizio Sala (per distinguerlo dal suo omonimo Claurivò secondo con 50 punti (su dio, il "poeta del gol") a Firenze rimase solo una stagione 60 disponibili in epoca in cui la (1982/83), quella della delusione dopo il mancato scudetvittoria veniva premiata con to. Disputò 21 partite di campionato senza mai andare a 2 punti) a una sola lunghezsegno. Pulici giocò nella Fiorentina nel 1983/84 e nel 1984/85 sul finire della carriera. Giocò 40 gare di za dai bianconeri. I tifosi della serie A, siglando 3 reti. zone Fiorentina di Carletto Mazghezze (si piazzò terza ma a 15 lunIL RITORNO A FIRENZE DI GIGI RADIdal Toro e a 16 dalla Juve), comunque, CE. Non fu fortunato e si concluse in maniera la sconfitta. non si arrabbiarono per quelper certi aspetti assurda. Fu chiamato dal presiPerdere con il Torino, in lotta per il titolo, dente Mario Cecchi Gori nel settembre del 1991 ché da sempre in fondo non dispiacque, perdopo una sconfitta casalinga con la Roma al chi ama i viola ama anche i granata. E' un posto del brasiliano Sebastiao Lazaroni e congemellaggio storico questo, solido come non mai. dusse la Fiorentina al dodicesimo posto finale. Nella stagione 1992/93 partì molto bene e i Era stato un anno magico per il Toro il 1976. Vinse lo scudetto viola furono anche secondi in clas27 anni dopo la tragedia di Superga. Fu quello l'ultimo tricolore sifica. Ma, dopo la sconfitta al conquistato dai granata, allenati dal quarantunenne Gigi Radice, Franchi con l'Atalanta per esonerato dalla Fiorentina nella primavera del 1974 per aver fal1-0 del 3 gennaio 1993, fu lito la qualificazione alla Coppa Uefa all'ultima giornata nel malicenziato dal vicepresidentch casalingo con la Sampdoria. Gli volevano affiancare Nereo te Vittorio Cecchi Gori dopo Rocco per la stagione successiva. Ma Radice giustamente non una furiosa litigata al termine accettò di lavorare insieme al Paròn dopo aver guidato da solo la della partita. La Fiorentina alsquadra viola. Andò a Cagliari e poi al Torino dove, al suo primo lora era sesta. A fine stagione purFrancesco Graziani troppo fu retrocessa in serie B. anno con la squadra granata, si laureò campione d'Italia.

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Il Museo Fiorentina ricorda il Grande Torino

di Giampiero Masieri

’ in arrivo il Torino, e allora ci rivolgiamo sommessamente a chi ama il calcio prima ancora di essere tifoso, con un ricordo lontano, breve, ma autentico, dovuto al racconto di un lettore. Era un ragazzo di quattordici anni quel lettore quando una sera, nel lontano 1949, sentì alla radio la notizia che l’aereo del Torino si era schiantato a Superga. Tutti morti. Il ragazzo stava di casa al Campo di Marte. Aspettò l’uscita di una famosa rivista, “Il calcio illustrato”, corse in bicicletta alla Filarocca per acquistarla dal giornalaio Barnaba, tornò a casa, si chiuse in camera e nello sfogliare la rivista, tutta dedicata alla tragedia di Superga con le foto dei giocatori, cominciò a piangere. Era un tifoso della Fiorentina, ma conosceva tutti i campioni del Torino, da Bacigalupo a Gabetto, da Mazzola a Grezar, fino alle riserve, Operto e Fadini. Nel suo racconto il lettore ci chiese: lo sa che Romeo Menti, vicentino di nascita, è sepolto a Firenze. Poi si

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soffermò sullo sprazzo di una incredibile partita. Era il 12 giugno del ’49. Il calendario imponeva che nel primo incontro dopo la sciagura di Superga il Torino incontrasse la Fiorentina. Quale Torino? Quale Fiorentina? Furono mandati in campo i ragazzi. La Fiorentina schierava: Grandi, Martini, Cervato,Viciani, Canali, Chiaverini, Cappellini, Torrini, Cantini, Biagioli, Battisti. Fu per tutti una forte commozione. Tra i pali della squadra granata c’era Vandone, successore di Bacigalupo. con il numero 10 c’era Giammarinaro. Chi erano quegli sconosciuti ragazzi viola? Cervato non aveva ancora venti anni, il portiere Grandi diciannove, Viciani lo stesso, Cervato lo ricorderemo sempre come fantastico terzino sinistro campione d’Italia, Viciani come allenatore anche in A con la Ternana di Beatrice, Pietro Biagioli anche lui allenatore. Ora, se permettete: in piedi, silenziosi, nel ricordo del Grande Torino e di tutti quei ragazzi diventati da un giorno all’altro uomini.

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CINQUE DOMANDE AI DOTHRAKI! pedina fondamentale quando chiamato in causa, e poi ci sono io, che dopo un anno di stop per la nascita di mio figlio Ludovico, proprio dai tempi del Real Gioberti, sono tornato in campo nel mio ruolo naturale, la punta”.

Domenico Dragone

di Federico Gennarelli

er la nostra rubrica “Cinque Domande A...”, abbiamo raggiunto uno dei giocatori più importanti de I Dothraki, Domenico Dragone.

Prosegue il progetto dei Guerrieri: quali sono le novità di questa stagione? “Continua il progetto dei Guerrieri Dothraki, nato due anni fa grazie ad Andrea Bastianelli e Giuseppe Olivarelli, che insieme a Ologhola Nosakhare e Luca Cosmi, già compagni di squadra in una precedente avventura Midland con il Real Gioberti, hanno dato vita a questo progetto. Quest’anno si è rinnovato il 50% dell’organico, con 5 innesti: Francesco Cortini, fondamentale rubapalloni, Leonardo Defina, caparbio terzino dal tiro potente, Daniele Marchi, indispensabile uomo assist e polmone della squadra, Stefano Marino,

Come hai trovato il girone Croazia quest’anno? “Assolutamente competitivo nei primi 4 posti: ci sono 3 squadre in 5 punti, tutte pronte a non mollare fino all’ultimo l’inseguimento alla capolista Borussia Monchentampa, ancor di più alla luce dei risultati dell’ultima giornata. Ulteriore conferma si ha dal fatto che gli scontri diretti siano finiti per la maggior parte con un solo gol di scarto: questo sta a dimostrare il livello più o meno bilanciato tra le compagini”. Parteciperete alle fasi finali? Per voi potrebbe esserci la Top League... “Sicuramente parteciperemo alle fasi finali, sperando nel miglior piazzamento possibile, con la consapevolezza che andremo ad affrontare i primi della classe di ogni girone: un’idea stuzzicante che ci spinge a migliorarci costantemente. Probabilmente avremo nuove divise e uno sponsor tecnico, sempre per un discorso di crescita continua a livello societario”. Qual è la vera forza della squadra? “Siamo Guerrieri di nome e di fatto, sempre leali, ma in campo cerchiamo di farci rispettare, di imporci sempre, sia sul piano fisico che del gioco. Quest’anno ci sembra di aver trovato la chiave tattica con il nuovo modulo, il 3-1-2: dà compattezza difensiva e al contempo favorisce le nostre rapide ripartenze, senza

dimenticare l’ottima percentuale realizzativa da calcio da fermo del nostro capitano Bastianelli. Il subentro, poi, di Militano, il nostro portiere, ha segnato una svolta nel cammino nel torneo. Siamo un gruppo unito, anche fuori dallo spogliatoio e credo che in campo si veda”. Dopo un girone di andata concluso al quarto posto, cosa ti aspetti? “Il girone si è concluso nostro malgrado solamente al 4 posto. L’obiettivo è migliorare il piazzamento finale, certi di dipendere anche da chi ci sta davanti: All Scars (sorpassati nell’ultima giornata) e Seleçao Argentinos in primis, ma non vi nascondiamo che il sogno resta la testa della classifica. Per il momento viaggiamo sulle ali dell’entusiasmo di 4 vittorie di fila, che ci spinge a crederci fino alla fine”. Ringraziamo Domenico per la sua disponibilità e auguriamo ai Dothraki una sfavillante stagione!

I Dothraki

IL SAN PAOLINO FC LANCIATO NEL GIRONE A DI CALCIO A 7

dall’Old Romola (13 punti): si avvicinano ad una sola lunghezza Hellas Cabbia e Forno Pintucci, mentre a 10 punti viaggia la coppia formata da Gallo Nero e FC Pignone A Ema. Decimo posto per i Florence Patriots (9 punti) che mantengono a due lunghezze Il Girone, dopo il pareggio (3-3) nello scontro diretto. Chiude con 3 punti il F.C. Ignoranteam 2015.

di Steto

Girone A A due giornate dal termine del girone d’andata prende il largo il San Paolino FC che, con 27 punti, comanda il raggruppamento. Alle sue spalle il Vulvarhampton FC (20 punti) che, grazie al successo di misura (1-0) sull’AS Petta, stacca di due lunghezze l’Atletico Coverciano fermato sul pari (3-3) dal Nuoto Extremo. Quarta forza del gruppo è il Montalunga FC (16 punti) che precede di due lunghezze il Club Sanger, vittorioso di misura (1-0) sul Barellona. A 12 punti troviamo l’AS Petta che adesso è braccato da un gruppetto di tre squadre con 10 punti. Nuoto Extremo, Herta Tavernello e Polisportiva Rugiada insediano il sesto posto: questi ultimi sono a però reduci da cinque sconfitte consecutive (capolisti a punteggio pieno alla terza giornata hanno in seguito ottenuto un pari prima del filotto di ko). CS Sorgane (8 punti) e New Team 2015 (7 punti) si contendono la decima piazza, mentre con un solo punto all’attivo chiude il girone il Barellona. Girone B Nonostante il ko (2-3) subìto contro il Forno Pintucci, il FC Brunardi resta al comando del gruppo con 21 punti: non riescono ad approfittare della battuta d’arresto della capolista i Tassisti Fiorentini che vengono a loro volta sconfitti (4-7) dall’Hellas Cabbia, restando così in seconda posizione a due punti dalla vetta. Chi invece non compie passi falsi è l’Atletico Tullo che si impone largamente (per 13-3) sul F.C. Ignoranteam 2015 e mantiene il terzo posto della classifica (18 punti), precedendo di tre lunghezze l’Hellas Sollicciano (vittorioso per 4-3 sull’Old Romola). Ben cinque formazioni sono in corsa per la quinta posizione, occupata

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Girone C Comandano con 18 punti (dopo sette partite) Skifterat ed Hoffenheim: per entrambe un successo nell’ultimo turno, rispettivamente contro CSKA Losca (3-1) e Real Marrakech (5-2). Non molla la presa l’Albinolecce (15 punti) che si impone di misura (2-1) sul Joshua Drinking Team. I ko di questi ultimi e del Real Marrakech fanno allontanare le due formazioni dalla vetta: le due squadre rimangono in quarta e quinta posizione, ma rispettivamente a 8 e 9 lunghezze dalla coppia di testa. Classifica che si accorcia invece nella zona centrale dove, oltre alle due compagini appena citate, si trovano River Plaid (8 punti, uno in meno del Real Marrakech), CSKA Loska e FC Arriba Perù (appaiate a 7 punti). In penultima posizione (6 punti) troviamo il Secretkick 08 C7 che, vittorioso per 4-2 sull’Athlenc Soviet CCCP, opera noi il sorpasso Sestese Servizi Da ogni euro di in classifica, TRASLOCHI - TRASPORTI - SGOMBERI spesa TRASLOCHI Scala Aerea ﬁno a 32 mt. lasciando Noleggio i - 338 SGOMBERI Luca 333 TRASPORTI 4233131 - Gerardo 9636554 diretti rivali SMALTIMENTO RIFIUTI Noleggio Scala Aerea all’ultimo fino a 32 mt. posto (4 Luca 333 4233131 Gerardo 338 9636554 punti).

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Con l’aggravante di aver perso ancora una volta (è già successo con Juve, Roma e Napoli) contro avversarie comunque di personalità. Il tutto fa sì che la preoccupazione sia obbligatoria. Squadra un po’... stanchina? Squadra che ha perso lo smalto? Sousa l’ipnotizzatore che di colpo non riesce più a trascinare i propri giocatori? Comunque si veda è chiaro che qualcosa di poco positivo aleggia nell’aria. Colpa dei «tocchetti» polemici sul mercato? Qualcosa si è incrinato fra il tecnico portoghese e la sua Proprietà? Il tutto con i tifosi che pur non mollando mai la quadra, di colpo vedono perdersi molte sicurezze. E’ come ci fosse un’emorragia di consenso e di credibilità. Detto che i ritardi sul mercato sicuramente non hanno fatto bene e che la coperta corta ha rischiato più volte di lasciare la Fiorentina con i... piedi al freddo, restano anche dei dubbi sulla tenuta fisica e psicologica della squadra di Sousa. Che cosa sta accadendo? A San Siro i viola hanno avuto un possesso palla pari circa al settanta per cento, al Milan quindi solo il trenta. Peccato che nei loro pochi minuti abbiano segnato due gol e creato un’altra occasione pericolosa. Dall’altra parte la Fiorentina ha costruito, secondo noi, una sola occasione da gol. Troppo poco, specialmente considerato quello che la squadra di Sousa aveva fatto fin qui. E’ Kalinic che non è più al top? Allora forse è venuto il momento di aiutarlo con un altro attaccante accanto. Invece su questo tema i viola balbettano, un po’ parlano dei problemi di Rossi e un po’ mettono in un angolo Babacar. Sia chiaro, nessuno dei due nei pochi momenti in cui sono entrati in campo hanno acceso di entusiasmo, resta il fatto che tocca a Sousa trovare la soluzione. Perché c’è una legge intoccabile: se non tiri in porta non segni e se non segni non vinci. E considerato che dietro non siamo impermeabili...

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uando gli hanno chiesto se Handanovic era stato il migliore in campo nella partita con l’Atalanta, Mancini ha risposto che il portiere era lì per parare. Frase sibillina. Come a dire che qualche collega del numero uno nerazzurro era stato sì in campo, ma per fare altro. Gruppo calcistico strano, quello dell’Inter. Napoli, Fiorentina, Juventus, ma anche Empoli e Sassuolo, sono squadre. Invece l’Inter appare una somma algebrica di giocatori, che finora si è mantenuta in vita contando soprattutto sulle individualità (tipo, appunto, Handanovic). Manci-

ATTENTI A QUELLE DUE ni, dall’inizio della stagione, sta rigirando le carte e cambiando formazione ogni domenica nel tentativo di dare dignitosa identità al gruppo. Si dice però che stia cominciando a perdere la pazienza e sia tentato di dare il via alle epurazioni. Si vocifera che Guarin, Jovetic e lo stesso Icardi potrebbero andar a fare compagnia a Dodò e Ranocchia, dei quali a Milano i tifosi hanno ormai dimenticato l’esistenza. Vero è che tutti i tecnici − dopo un inizio di campionato in cui hanno testato il materiale a disposizione − hanno deciso di puntare su un gruppetto di “fedelissimi”. È successo a Firenze, a Napoli, alla Torino bianconera. La diffe-

renza è che Mancini ha una rosa piuttosto vasta ma poco variegata. Non ha veri esterni offensivi, ma dispone di molte punte e mezze punte (non a caso l’obbiettivo di mercato è Lavezzi) e ha centrocampisti poco duttili. Se il tecnico non corre ai ripari, l’Inter potrebbe ben presto salutare la compagnia delle migliori. Resiste ancora al terzo posto ma solo perché la Fiorentina sta pesantemente rifiatando e la Roma non sta mantenendo le promesse della vigilia. Del resto, quello in corso è un campionato strano. Le squadre partite peggio, Napoli e Juventus, hanno preso la testa con tutta l’intenzione di non mollarla. Pessimo segnale,

questo, per chi ora sta dietro e prima era davanti. L’impressione è che nerazzurri e viola si siano un po’ troppo rimirati nello specchio (guarda come siamo belli!), senza pensare che anche al Palio di Siena chi è di rincorsa spesso vince. Adesso, per non far fuggire Allegri e Sarri, la Viola, tramite la società, dovrebbe tappare i buchi nella rosa al mercato di gennaio, mentre Mancini dovrebbe riuscire a assemblare una squadra (magari tirando a sorte i giocatori volta per volta). L’impressione è che mentre le due davanti galoppano, quelle dietro trotterellino stancamente. Non è che hanno deciso di aspettare Spalletti?