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Handball Fest

Assalto all’Europa, in ballo c’è il primato nel girone

Batistuta e la Viola, sempre più vicini.

UN PONTE VERSO L’EST, UZBEKISTAN NEL BORGO

a pagina 2

da pagina 4

a pagina 10

Corsa Champions...

CREDIAMOCI! NESSUN RIDIMENSIONAMENTO, ma dietro qualcosa non va

L’editoriale

vale storica. L’esame non è stato superato, ma la Fiorentina non esce bocciata dall’Olimpico, né ridimensionata. I viola sono andati per vincere, ci hanno provato in ogni modo, esponendosi a rischi che hanno poi finito col pagare. La Fiorentina ha

di MARIO TENERANI

ai 1 10/10/2013 17.49.39

ate_retro.ai 1 09/10/2013 13.17.12

on facciamo drammi e inutili esercizi di autolesionismo dopo la sconfitta di Roma. Perdere in quel modo fa male, perché si trattava di uno scontro diretto e contro una ri-

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sicuro il gioco. I viola, a tratti, hanno preso il sopravvento sui giallorossi. Li hanno piegati, creando alcune occasione da gol,

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commesso degli errori, certo, tipici di una squadra bella, ma ancora non abbastanza matura per un trionfo. La Roma, invece, pur orfana di Totti si è mostrata più solida, fisicamente, e anche sul piano temperamentale. Questa è stata la reale differenza, non di

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Per toglierci l’amaro della sconfitta (con applausi) di Roma

E ADESSO PRENDIAMOCI TUTTI

UNA BELLA FETTA DELLA COPPA di ALESSANDRO RIALTI

ora prendiamoci tutti una bella fetta della Coppa come fosse un dolce. Prendiamocela per toglierci dalla bocca il sapore amaro della sconfitta di Roma. Cerchiamo in Europa League quell’ultimo biglietto per andare al sorteggio, in programma la prossima settimana, nella convinzione che questa manifestazione internazionale possa essere per Vincenzo Montella e per la sua squadra qualcosa di veramente importante, come in fondo è stato finora avendola onorato con buone prestazioni e brillanti risultati. Nessuno ci toglie dalla testa che

quello che abbiamo visto domenica scorsa all’Olimpico sia comunque la base di una squadra importante. Non ci sono dubbi che sul piano della personalità la Fiorentina abbia fatto un altro fondamentale

passo in avanti. Mettiamo però in un frigorifero il dispiacere per un risultato che non è stato, restano comunque gli applausi di tutti ad una squadra che lotta per vincere contro qualunque avversario. Ora tocca al Dnipro in

un match che nasconde comunque i suoi rischi, primo fra tutti il fatto che nessuna delle due formazioni avrà niente da perdere. A partire dagli stessi ucraini che non hanno obblighi di primo posto, sono già soddisfatti di essere arrivati alla fase successiva della coppa e potranno così cercare di ‘vendicare’ la sconfitta interna subita per mano di Ambrosini e compagni nel gelo e nella neve del loro stadio. La Fi o re n t i n a d’altra parte potrebbe essere stanca e magari Montella potrebbe decidere

il turn over largo per poi presentarsi con tutti i titolari alla partita ben più importante di domenica prossima al Franchi contro il Bologna, possibile trampolino per un ulteriore salto verso le primissime posizioni. Ma questa gara di Europa League, l’ultima della fase a gironi, ha in ogni caso un grande valore, anche un doppio grande valore: il primo è di tipo puramente tecnico perché chiudere in testa e imbattuti qualcosa conta; il secondo perché comunque tornare alla

da Vitolo

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pane Massimo Ambrosini festeggia il suo gol in Europa, contro il Dnipro

vittoria farebbe bene per rendere meno amaro il 2-1 dell’Olimpico condito da molti applausi ma anche da molta delusione. Montella ha la possibilità oggi di dare ancora un’occasione a quelle seconde linee che fin qui non hanno completamente convinto ma, al tempo stesso, avrà anche l’obbligo di non svuotare troppo la propria squadra per non subire una sconfitta che, è vero, varrebbe essenzialmente sul terreno psicologico, ma che comunque non farebbe piacere nessuno.

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Non ha preso parte al ritiro estivo di Moena, eppure si sta dimostrando l’asso nella manica di Vincenzo Montella. Il peruviano ora punta anche all’Europa. di MICHELA LANZA

i salvano in pochi, singolarmente, anche se nel complesso la Fiorentina non meritava la sconfitta. Si salvano in pochi, anche se la squadra di Montella ha giocato alla pari in casa della seconda della classe (per la cronaca, una bella partita!), vincendo comunque (come in ogni match) il duello circa il possesso palla (54% viola contro il 46% giallorosso). I migliori in campo tra i viola, però, sono stati due in particolare: uno è senza dubbio Neto, che ha tenuto in partita la squadra fino al 94’; l’altro è quell’‘animale’ di Juan Manuel Vargas, che il tecnico della Fiorentina ha avuto il merito di rigenerare. Di stimolare. Di riportare… in rosa. DA EPURATO A VICE GOLEADOR VIOLA. Il peruviano è il giocatore che, nell’ultimo periodo, conti alla mano, sta stupendo più di ogni altro: basti pensare che, col gol segnato domenica all’Olimpico, ha raggiunto quota 4 reti, piazzandosi al secondo posto (in compagnia di Borja Valero) nella classifica dei cannonieri viola in questo campionato (dietro a Pepito Rossi, 12). Partita dopo partita, sta continuando a crescere e, aggiunti minuti sulle gambe, sembra aver

conquistato in maniera definitiva la fiducia di Montella e dei tifosi. Facciamo un piccolo passo indietro… L’estate scorsa ha lavorato da solo, a Firenze, quando tutta la squadra faticava a Moena. C’era la certezza che Vargas avesse le valigie in mano. Che fosse pronto per partire. Per salutare Firenze e i fiorentini per dir loro (finalmente?) addio. E invece no. Montella, poi, lo ha portato con sé e con il gruppo in Spagna e Portogallo, in tournée, lanciandogli un messaggio. Tendendo al giocatore una mano. Da lì in poi: o si trovava velocemente una soluzione che stesse bene a chiunque, oppure… Vargas sarebbe rimasto in viola vestendo i panni del ‘peso’. Del giocatore-scarto che è rimasto senza che nessuno lo volesse. L’ORGOGLIO DEL ‘LOCO’. Il peruviano, allora, ha capito che Firenze poteva essere la sua nuova-vecchia chance. Che… o rimetteva la testa a posto e ricominciava a fare il professionista serio fuori dal campo e la differenza in campo, oppure sarebbero rimasti lontani, eccessivamente lontani, quei giorni in cui scorrazzava sulla fascia in Champions League, scodellando cross a go-go per la testa di Gilardino. Così, ha tirato fuori l’orgoglio e

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stagione Viola

Da epurato a rigenerato:

LA RINASCITA DEL LOCO VARGAS

Il peruviano esulta sotto il settore ospiti dello stadio Olimpico di Roma

si è rimboccato le maniche, sudando duro, lavorando come nessuno. Arrivando per primo agli allenamenti e andando via per ultimo. Dimagrendo i chili di troppo che lo appesantivano e che gli avevano tolto lo sprint in velocità che gli permetteva di bruciare sul tempo ogni avversario. E costringendo la critica a tornare a parlare di lui per le sue doti calcistiche, non per le sue bravate notturne. UN NUOVO TITOLARE. È grazie a questo cambio e alla sua ritrovata abnega-

zione che ha conquistato Montella che, prima lo ha inserito a spizzichi e bocconi (la sua prima presenza in questo campionato risale alla 6ª giornata, durante Fiorentina-Parma quando, subentrando a Wolski al 1’ del secondo tempo, aveva trovato il modo di fare la differenza rinvigorendo la squadra e segnando il gol del momentaneo vantaggio gigliato…), poi lo ha fatto giocare anche titolare in tre occasioni: all’11ª giornata a Milano contro il Milan, alla 14ª giornata

contro il Verona a Firenze, alla 15ª giornata a Roma contro la squadra di Garcia. E, sarà un caso, ma oltre alla rete segnata contro il Parma, gli altri 3 gol li ha realizzati proprio nelle tre occasioni in cui è sceso in campo da titolare: ha fatto gol al ‘Diavolo’, ha timbrato il cartellino contro Toni & Co. e domenica scorsa ai giallorossi. Per un totale – ribadiamolo – di 4 reti in 8 partite. Anzi, per la precisione, 4 reti in 407 minuti (1 gol ogni 101,75 minuti). A Roma, poi, c’ha provato

in più circostanze a trovare la porta. E anche a mettere in mezzo qualcuno dei suoi cross tagliati che… sarebbero stati apprezzati tanto da un certo Mario Gomez. Morale della favola: ‘El Loco’ è tornato. È tornato davvero, alla faccia di chi non credeva fosse possibile. Coccoliamocelo e aspettiamo chi, i suoi crossi, li considererebbe clamorose occasioni da trasformare volentieri in gol. Mario, anche Vargas aspetta te… per aggiornare anche la casella degli assist.

Mercoledì 11 dicembre 2013

Un ritorno in grande stile quello del Re Leone.

Un argentino viola

BATI E LA FIOREN

BATI E FIRENZE, di MICHELA LANZA

Batistuta durante l’incontro con la stampa fiorentina. L’unica sua vera passione italia è la maglia viola

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a fare autografi e foto senza mai battere ciglio e mi congratulo con lui per la spontaneità con la quale ha accolto i suoi amici di sempre: con allegria, chiacchiere e inviti a cena. Insomma, lui a Firenze si sente a casa sua, tanto che la sera rientrava in hotel a piedi, camminando felice per le vie del centro. Un mito!». Il soggiorno di Bati a Firenze, dunque, è stato un tourbillon di rimpatriate felici e spensierate davanti alla buona cucina toscana e un calice di rosso. C’È LA VIOLA DIETRO L’ANGOLO! Ma questo viaggio in Italia nasconde altro. È il simbolo di un’apertura importante di Batigol nei confronti della Fiorentina dei Della Valle. Il patron viola l’ha ufficialmente invitato allo stadio, concedendogli anche il suo posto in tribuna d’onore, e lui è tornato al Franchi, per la gioia di tutti i tifosi viola. Oscurando qualsiasi altro ospite. Come se il bagliore emanato dalla sua luce avesse annebbiato agli occhi della gente le altre figure intorno a lui. Ed è tornato con l’intenzione di far capire la sua disponibilità nei confronti della Fiorentina: «Con Andrea Della Valle siamo in buoni rapporti. Cosa ci siamo detti? Presto saprete.

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n amore grande, quello tra Firenze e Grabriel Batistuta. Un amore indissolubile che va oltre ogni aspettativa, oltre il calcio. È passione, è stima, è rispetto reciproco per un rapporto iniziato nel lontano 1991 e, oggi, perfino rafforzato: «La maglia viola è la mia vita – ha detto Batigol –. La Fiorentina, per me, è stata più di una ragazza… è stata una compagna». Sarà per questo che torna spesso nel capoluogo toscano. Sarà per questo che lui e la splendida moglie Irina si sono innamorati di Firenze, città che amano vivere, camminare, respirare. Città nella quale hanno trovato amici veri che sentono spesso e che, ogniqualvolta tornano in città, vogliono assolutamente vedere. Ed è successo anche questa volta, durante una visita durata ben 10 giorni, da domenica 1° dicembre fino a ieri. STESSE ABITUDINI, STESSI AMICI. In questo periodo durante il quale hanno soggiornato all’Hotel Croce di Malta, in pieno centro, hanno approfittato per riprendere quelle abitudini che avevano lasciato quando, nel 2000, fecero le valigie per trasferirsi a Roma. Stessi luoghi, stessi

angoli della città, stessi negozi, stessi ristoranti, stesse quotidianità. E allora ecco che spuntano fuori il taglio da ‘Sarino’ (il parrucchiere dei giocatori viola) con annessa visita a sorpresa di Baiano («La mia migliore spalla – ha ribadito di lui Bati), le risate in compagnia di Isaia e Gaudiano, una rilassante partita a golf nel Mugello, una interessante e colta visita agli Uffizi e al prodigioso Corridoio Vasariano insieme al presidente del Consiglio Comunale Eugenio Giani. E poi tante cene. Una su tutte, quella consumata alla ‘Buca di San Giovanni’ da Gianni, in ricordo dei vecchi tempi. Bati e Irina insieme alla bandiera Antognoni e alla moglie Rita, e ancora Lorenzo Amoruso, ma non solo: c’erano anche l’ex massaggiatore viola Benesperi, il dottor Manzuoli e l’indimenticabile Dati: «Quando ci siamo visti, ci siamo abbracciati come a ‘Carramba che sorpresa’. È stato un piacere rivederlo – ha detto Dati al Brivido Sportivo –. Bati è ancora un ragazzo umile, tanto da non sembrare quel campione che è stato». «Al di fuori lo vediamo come una star, ma lui è incredibilmente semplice e umile – ha fatto eco Sarino –. L’ho visto sempre pronto

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BATIGOL FA COMPAGNIA A PLATINI E VAN BASTEN

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uecentosette reti in 332 presenze con la maglia della Fiorentina, con la quale ha vinto un campionato di serie B, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, 33 reti in 87 presenze con la maglia della Roma, con la quale ha vinto uno Scudetto e un’altra Supercoppa italiana e 2 reti in 12 presenze, quasi a fine carriera, con la maglia dell’Inter. Totale 242 gol in 431 presenze in Italia. Con questi strabilianti numeri, Gabriel Omar Batistuta, non solo è entrato di diritto nella storia di due delle tre società nelle quali ha giocato in serie A (Fiorentina e Roma), ma è anche entrato nella Hall of Fame del calcio italiano (categoria ‘giocatore straniero’ dove a fargli compagnia ci sono Platini e Van Basten, premiati uno nel 2011 e l’altro nel 2012). A premiarlo lunedì scorso, nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, sono stati il sindaco (nonché nuovo segretario del PD) Matteo Renzi e il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Damiano Tommasi. Un campione unico, Batigol, che è arrivato in Italia nel 1991 a soli 22 anni ed ha lasciato il ‘Bel Paese’ solamente nel 2003, quando era consapevole che le sue caviglie non potevano più fargli fare la differenza in serie A. Un attaccante di quelli che, oggi, non se ne vedono più in giro, ma che per diventare il numero 1 ha sudato e lavorato giorno dopo giorno. «Io sono uno che s’è fatto da solo con i sacrifici, il lavoro e la disciplina. E vedere uno che ha quello che avrei voluto avere io (ovvero il talento innato) ma che fa di tutto per sprecarlo, fa veramente incazzare»: è così che Bati ha risposto ad una domanda su Balotelli, tanto per fare chiarezza sull’intensità del lavoro da lui svolto per arrivare a diventare il campione che è stato. Il campione riconosciuto in tutto il Mondo, ma in particolar modo a Firenze, dove è stato ben 9 stagioni e dove – giustamente – gli avrebbero pure consegnato il Pallone d’Oro. E visto che non gli è stato dato (inspiegabilmente) negli anni in cui gonfiava le reti con raffiche di gol, la domanda nasce spontanea: perché non darglielo, oggi, alla carriera? Del resto, è tra i 25 attaccanti più forti della storia del calcio…

Gabriel Batistuta con Giancarlo Antognoni, Sarino e Gianni de "La Buca di San Giovanni"; ricordo della cena fiorentina (foto pubblicata sulla pagina Facebook di Rita Antognoni)

‘rivali’ (Vincenzo Montella) e conosciuto i simboli del presente viola. Poi ha pranzato all’interno del centro sportivo, dal quale è rimasto piacevolmente sorpreso «È molto bello. È tutto cambiato qua rispetto a quando c’ero io. È la dimostrazione che la Fiorentina è cresciuta…». E a proposito di crescita: «Montella (col quale la sera stessa l’argentino è andato a cena al ristorante ‘I 13 Gobbi’ cancellando con un colpo di spugna le voci sui dissapori di Roma

Il Gallone

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E gli amici lo esaltano: “E’ sempre un ragazzo umile”

Intanto posso dire che sarei pronto a tornare. Sono certo che potrei fare comodo alla Fiorentina come ambasciatore viola: adesso, il ruolo più probabile. Sapete che sono legato a questa società e che se la gente mi riconosce per strada, è perché ho indossato la maglia della Fiorentina, quindi…». E allora, in attesa di sviluppi, l’ex centravanti viola ha fatto visita alla squadra venerdì scorso. Ha sorriso, stretto la mano e fatto foto con vecchi amici (su tutti il ds Pradè), vecchi

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e mettendo a tacere i maligni, ndr) sta facendo molto bene. Ma ha anche una società che gli copre le spalle. Se avessimo avuto noi i Della Valle, saremmo arrivati davvero vicini a vincere lo scudetto. Cosa manca alla squadra per ambire al tricolore? I punti. Non ci si sveglia da campioni, vanno formate le basi per vincere. La Fiorentina è una bella squadra, ma deve migliorare per avvicinare la Juve». E allora, chi vivrà, vedrà. Ma attenzione… Batigol è tornato!

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L'esclusiva

Esclusiva con l’ex partner d’attacco dell’argentino: un tuffo nei ricordi ma anche un occhio al futuro

di andrea giannattasio

Baiano: con Batigol questa Fiorentina

a scena di Firenze, in questa settimana, se l’è presa tutta lui, il Re Leone. Gabriel Omar Batistuta è piombato in città ed ha catalizzato l’attenzione di tutti i tifosi e della Fiorentina stessa, che dopo averlo invitato allo stadio ad assistere alla gara con il Verona gli ha aperto le porte del suo Centro Sportivo. Per ripercorrere l’avventura viola di Batistuta e per capire se l’ex numero 9 viola potrebbe essere davvero una scelta azzeccata in chiave societaria, Il Brivido Sportivo ha contattato chi ha giocato con lui per cinque anni (dal 1992 al 1997), ovvero Francesco

SAREBBE DA SCUDETTO

Baiano. Baiano, qual è il primo ricordo che le viene in mente pensando a Batistuta? «I ricordi ed i pensieri che mi legano a Gabriel sono tantissimi, ho difficoltà a trovarne uno particolare. Di Bati posso dire semplicemente che è sempre stato un campione con la voglia costante di migliorarsi. A Firenze era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via agli allena-

Bati e Baiano: l’esultanza dopo un gol

menti. I gol che ha fatto, del resto, parlano per lui». C’è una partita a cui è particolarmente legato nell’era di Bati? «Sì, quella che vincemmo per 2-1 ad Udine grazie ad un mio assist e ad un gol di Gabriel. Mi ricordo che facemmo una grande azione in contropiede, la palla arrivò a me che di prima servii di tacco Batistuta che insaccò per la vittoria finale. Anche il successo in Coppa Italia contro l’Inter per 2-1 fu molto bello: era una semifinale attesissima e raggiungere la finale ci riempì di gioia». Si è parlato in questi giorni del possibile ingresso di Batistuta nel club viola: lei che ne pensa? «Mi sembra un’ottima idea. Bati è la persona più giusta per ricoprire il ruolo di ambasciatore all’estero della Fiorentina, perché è molto conosciuto e ovunque vada viene identificato con la maglia viola. E’ una persona molto tranquilla ma anche di grande personalità, sarebbe all’altezza di ricoprire un ruolo come quello che la Fiorentina potrebbe ritagliargli».

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credo che il gioco della Fiorentina cambierà più di tanto, il credo tattico dell’Aeroplanino è sempre stato basato sul grande palleggio e sullo spirito collettivo. Di certo con Gomez di nuovo in campo i viola saranno più completi ed in attacco potranno avere più soluzioni. La Fiorentina da un po’ di tempo si piace un po’ troppo e spesso si è rivelata poco concreta sotto porta. Con il rientro del tedesco credo che le cose cambieranno molto». E’ ancora possibile il so-

gno-Champions per la Fiorentina? «E’ sbagliato dire, come si sente a giro, che le prime tre squadre stanno facendo un campionato a sé. L’unica squadra che ormai è irraggiungibile è solo la Juventus. Le altre sono tutte più o meno raccolte in pochi punti e si giocheranno fino alla fine i piazzamenti Champions. I viola hanno tutte le carte in regola per arrivare sul podio della Serie A e sono convinto che quest’anno ce la faranno».

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Dove sarebbe l’attuale Fiorentina con Batistuta in campo? «Vincerebbe senza dubbio lo scudetto. Lo dico senza mezzi termini. Con un Rossi così ed i suoi gol, i viola sarebbero stati invincibili. Spesso si dice che con un giocatore non si riesce a fare la differenza, ma nel caso di Batistuta sarebbe stato diverso». Intanto tra i viola sta per rientrare Mario Gomez... «E’ sicuramente un rientro importante per Montella ed i suoi giocatori. Non

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Mercoledì 11 dicembre 2013

O CHE E’ POSSIBILE PIGLIA’ SEMPRE GOL?

i'nonno pilade

E UN’E’ MIHA SEMPRE NATALE!

oi belli, ma a trombare e son sempre quegli artri! O che s’ha a seguita’ dimorto quest’andazzo? Dreo e siamo peggio di pretti vumen prima della cura, e la si dà a tutti, basta chiedere, anche a gratisse. I’nonno e ci ha sortanto i’dubbio se s’ha e difensori più capponi di’ campionao o se Vincenzino, grande attaccante, di difendisi e un gliene ‘mporta una sema! Quelli di quegli artri che gli hanno i pungiglione velenoso e si

lascian liberi di fare icche gni pare. Co’ i’ Verona o che era un segreto che Iturbe e gli era una rogna? E lo sapeano anche ‘n Affriha! e un lo guarda nessuno e n’un quarto d’ora e ci fa du’ go’. Oggi da’ i’ Ghana e gli era arrivao e faxi: “Gervinho, se tu gni lasci spazio, e ti massacra”. E ci ha massacrao. Ma mettigni Facundo no, eh? Armeno e ci si divertia, dalle potae e un gli facea rinasce’ più germogli pe’ un par d’anni! ‘Nsomma bellini come sempre, ma co’ i sederino all’aria, sempre pronti a i’ servizio. Vincenzino vai da Garcia, lascialo perde’ Guardiola che

l’è troppo difficile. Guarda come i’francioso e li sistema dreo, o che ti sembran come e’ nostri? Eppure o chi gli ha anche lui? Castan, un terzinaccio che con lo spagnolo un giocaa mai, Dodò che sembra i’nome d’una di Mulen Ruge! Vien via o che saranno meglio de’ nostri, eppure 5 go’ ‘n quindici partie, noi 20, e nonostante che loro i’ portiere pippa e ce l’abbian davvero. Oggi e n’ha prese una a Pasqual perché gli è vicino i’Natale ma i’ go’ che prese a Bergamp gli è roba da maiali! E’ voglio vedere ora, e controllo, un vu mi scappae miha, che gli è i’primo bischero che

Il pungiglione

Blatter e Platini, che pasticciaccio! API, TOCCA A VOI…

e api dovranno munirsi di passaporto, o, almeno, dì carta d’identità valida per l’espatrio perché non importa che vadano fuori d’Europa, ma il pasticciaccio brutto ordito da Platini e Blatter e messo in opera con mano chissà quanto innocente da Zidane non può esser lasciato impunito. Regole elastiche ad personam, o, meglio, ad nationem, elastiche nei contenuti e nelle date. Il regolamento prevede(va) infatti che al sorteggio le squadre arrivino divise in quattro fasce da otto: le teste di serie, le europee, le africane e

sudamericane, le asiatiche e le centro-nordamericane. Se nella fascia delle europee sono in nove la squadra più debole per il ranking Fifa passa nella fascia con Africa e Sudamerica. Ma essendo la Francia la squadra designata, ecco che improvvisamente è stato cambiato il regolamento, e si è deciso di fare un pre-sorteggio tra le nove europee per stabilire la squadra che finirà nella terza fascia, rischiando il girone della morte. Poi Zidane ha completato l’opera estraendo proprio l’Italia dall’urna e buttandola in terza fascia al posto della Francia.

Dire che se l’Italia avesse vinto almeno una delle due ultime partite facili che aveva in programma nel girone sarebbe stata testa di serie e sarebbe uscita dall’inghippo significa poco. Inghippo resta, ingiustificabile, chiunque ci fosse cascato dentro. Se fosse toccato ad Inghilterra o Olanda avrebbero ben avuto diritto di lamentarsene, superate da una squadra che per due volte consecutive accede alla fase finale nei recuperi e con gol irregolari, solo perché è la patria di Platini! Andate api dai roventi pungiglioni, senza pietà!

dice quarcosa contro Neto oggi. Se un n’era per lui e se ne pigliava cinque. Ecco a quelli che diceano che con du’ portieri normali la partia la finia 2-1 per noi co’ i’ Verona e gni diho che quella d’oggi e la finia 5-2 pe’ loro. Cuadrado piuttoato icche gli

BASTIAN CONTRARIO

ha? Tutte quelle cifre e gli hanno rinfruscao i’cervello? O nini pe’ vale’ tanto, tanto e bisogna fare. Se tu vo’ un consiglio di’ nonno, ‘mpegnati alla grande perché icche l’è oggi una certezza, domani e vale una pernacchia a questo giohino. Godi fanciullo mio,

stato soave, stagion lieta e codesta... e lo dicea uno che un n’avea un gran fisico ma tanta fantasia. E allora godi m fa godere anche noi, come tu facei fino a un mese fa prima che ti facessero tutti que’ discorsi. L’ha visto Gervinho? te, di più. Forza Violaaaaaaaaaa!

La dirigenza viola ha fatto sapere di voler confermare il diesse Daniele Pradé, in scadenza di contratto.

ASPETTANDO UNA FIRMA. SPERANDO CHE ALLA FINE NON SIA UN BLUFF di Cristiano Puccetti

on possiedo elementi certi ed inconfutabili per sostenere che Daniele Pradè sia un dirigente indispensabile per la crescita presente e futura della Fiorentina. Ma dopo averlo visto una quarantina di giorni fa sconvolto e con la camicia sbottonata fino all’ombelico nella notte in cui Calvarese giubilò la squadra viola e Cuadrado contro il Napoli è entrato di diritto nel mio cuore. La sua sofferenza, il suo ripetere, disperato, “che cosa diremo domani ai ragazzi?”, quasi imbarazzato a dover giustificare l’idea di marcio che aleggia ancora sul calcio, è il dolore di un dirigente a cui premono le sorti della squadra. Pradé si è affezionato a Firenze, sicuramente ha lavorato con profitto ed in grande armonia con Macia. Daniele ha il merito di aver perfezionato diverse operazioni difficili, con quel suo fare salomonico ed efficace, col pragmatismo, l’arguzia e la furbizia che solo i grandi direttori sportivi sanno utilizzare. Da qualche settimana rimbalzano strane e contrastanti notizie sul suo futuro. Tutte hanno uno stesso punto di origine: i dubbi, o presunti tali, della Fiorentina sulla sua riconferma. A prima vista andare a turbare

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un equilibrio che ha permesso una rinascita così rapida pare una bestialità. Ma veramente la società viola ha dei dubbi su Pradé? Il contratto di rinnovo è pronto o non lo sarà mai? Ecco i primi interrogativi che si riversano, in modo inquietante, sulla questione. Si sente ripetere e si legge che Daniele sarà sicuramente confermato. Queste dichiarazione spontanee suonano, ai più sospettosi, come il bacio di Giuda. Spero che questa volta non sia così. Si sussurra che la ‘colpa’ di Pradé sia stata togliere visibilità ad altri dirigenti. Questo però non può essere che uno scherzo. Ma vi pare possibile che ad altissimi livelli ci siano manager che si contendano una apparizione televisiva? Oppure un titolo di giornale, una intervista? O che si azzuffano per autoattribuirsi il merito di una operazione lungimirante? Se così fosse, sarebbe umiliante per gli stessi protagonisti. Si dice che la riconferma di Pradé verrà decisa nel consiglio d’amministrazione di aprile e la domanda è: che cosa deve dimostrare il diesse viola da dicembre ad aprile? Di aver conservato l’illuminismo e l’efficienza che ne hanno contraddistinto l’esperienza a Firenze? Questa è una strana storia che stona davvero con l’entusiasmo che si respira intorno alla Fiorentina, nonostante la dolorosa sconfitta di Roma. Come andrà a finire?

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Mercoledì 11 dicembre 2013

Il campione fiorentino salirà sul ring sabato per la quinta difesa volontaria del titolo Europeo. E su Mandela: “Grande uomo e grande combattente” di MICHELA LANZA

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tempo di grandi match per la boxe fiorentina. Il campione europeo dei pesi welter, l’imbattuto Leonard Bundu (31 incontri, 29 vittorie, 2 ‘no contest’ e zero sconfitte) quest’oggi è volato in Inghilterra dove sabato 14 dicembre salirà nuovamente sul ring per la quinta difesa volontaria del titolo Europeo. E lo farà a Londra, contro il ventiseienne Lee Purdy (25 incontri, 20 vittorie, 4 sconfitte e 1 ‘no contest’), soprannominato ‘Lights Out’. Dopo 8 mesi dall’ultima brillante vittoria per ko contro il polacco Rafal Jackiewicz, dunque, il ‘fiorentino d’Africa’ si misurerà con un altro pari livello con l’intento di alzare ancora le braccia al cielo. Per poi continuare a programmare il futuro, sempre all’inseguimento del sogno-Mondiale. Bundu, prima di tutto, come sta? «Abbastanza bene. Mi sono preparato al meglio per questo incontro e, anzi, approfitto dello spazio che mi date per ringraziare tutti i ragazzi della palestra con i quali mi sono allenato fino a pochi giorni fa (gli ultimi guanti li abbiamo fatti mercoledì scorso, poi è iniziata la fase di scarico in vista della partenza per Londra) e che mi hanno impegnato veramente, a testimonianza di quanto (tutti) siano cresciuti. Stanno diventando sempre più bravi. E, insieme, siamo davvero una bella squadra!». Insomma, ci risiamo: sabato salirà di nuovo sul ring per la quinta difesa volontaria del titolo Europeo. «Sì, proprio così. Dopo la difesa del titolo di aprile contro il polacco Jackiewicz, avrei dovuto fare la difesa ufficiale

L'ESCLUSIVA

Bundu a Londra contro Purdy:

‘‘AVVERSARIO DIFFICILE MA IO NON POSSO PERDERE’’ contro Gianluca Branco a giugno. Ma il match è stato rimandato una, due, tre volte. Da giugno era stato posticipato a ottobre, poi a novembre, poi a dicembre (era in programma il 21 prossimo). Sono sicuro che sarebbe stato rinviato ulteriormente. Insomma, a forza di rimandare, qui passa il tempo e io ‘invecchio’ – scherza –. Così, nel momento in cui mi è arrivata proposta di combattere per una nuova difesa volontaria in Inghilterra, non ci ho pensato due volte. Ho deciso di non sottrarmi ad una riunione così bella e prestigiosa e di partire per Londra per affrontare questo giovane pugile, contro il quale dovrò dare il massimo». Che avversario è Lee Purdy? «Non l’ho studiato a fondo, ma dalle immagini che ho visto mi è sembrato da subito un pugile forte fisicamente, uno che non molla mai. Uno tosto. Un avversario difficile da battere, che è arrivato a combattere per un titolo Mondiale, tanto per capirsi. E’ poco più alto di me (il Boncinelli continua a dirmi che è alto come lui…), ma anche altri miei avversari lo sono stati». Ha detto che non l’ha studiato a fondo però il match è tra pochissimi giorni…

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«Sì, io non studio mai troppo i miei avversari. Li guardo. Li osservo. Ma non esagero nei dettagli, perché altrimenti rischio di fissarmi su un particolare. E questo potrebbe essere un fattore negativo. Io, del resto, penso sempre e solo a fare la mia boxe. A combattere per vincere, contro qualsiasi rivale. Questa è la mia mentalità. Semmai…». Semmai? «Cercherò di sfruttare al meglio quelle che sono le mie qualità. Io sono più veloce di Purdy ed ho più fantasia. Cercherò di batterlo e ‘fregarlo’ proprio con queste mie doti».

A livello di difficoltà, dove inserisce questo avversario tra quelli con cui ha già combattuto per il titolo Europeo e le successive difese? «Sicuramente ad un livello di difficoltà importante. Ripeto, non sarà assolutamente facile battere Purdy. E poi lui giocherà in casa. Sarà trainato dal tifo dell’ExCel Arena, che può ospitare fino a 20.000 persone. Sarà sicuramente avvantaggiato dall’ambiente favorevole. Su questo non ci sono dubbi». Ma lei ha già combattuto (e vinto) anche in Germania. Sa cosa significa ‘giocare in trasferta’. «Sì, è vero. Sarà

quello trovato in Germania. E lui, Purdy, prenderà ancora più forza da tanto appoggio. Ma io risponderò colpo su colpo. Non mi farò mettere sotto dalle ostilità. Anche perché ho 39 anni: se perdo questo incontro, ho finito il mio percorso. La mia carriera. No, non posso perdere!» Chi vincerà sabato se la vedrà con Branco per la difesa ufficiale, giusto? «Sì, in teoria si. Poi, se saltasse fuori qualche altro appuntamento di rilievo, tipo una semifiLa nostra Michela Lanza nale Mondiale (Loreni sta con Leonard Bundu e lavorando su questo), non Rodrigo Bracco esiterei a lasciare il titolo (Foto di Monica Caleffi) Europeo per tentare un altro tipo di percorso. Del resto, comincio ad avere un’età…». perché quando salgo sul Quindi sulla sua agenda ring riesco a pensare solo e quali altri appuntamenti ha soltanto al mio contendente. segnato oltre quello del 14 Di sicuro non ho mai avuto dicembre? «Per ora ho sela presunzione di credere di gnato solo gli appuntamenti battere un avversario piut- di dicembre. Anche per scatosto che un altro. Semmai ramanzia, facciamo un pasho sempre cercato di dare il so alla volta. Prima c’è da massimo. Questo sì». battere Purdy». L’ambiente inglese sarà più Un’ultima cosa, una doo meno caldo di quello tede- manda sulla scomparsa di sco? «Credo che gli inglesi Nelson Mandela. «È stato siano più ‘tignosi’. Saranno un grandissimo uomo e un carichi, caldi, berranno qual- grande combattente, infatti che birra prima di entrare è stato anche pugile. Anche a sostenere Purdy – scherza se aveva 95 anni, è una granLeonard –… A parte le battu- de perdita per tutti noi e apte, credo che a Londra trove- profitto per ringraziarlo per rò un tifo maggiore a favore tutto quello che ha fatto. Si del mio avversario rispetto a sentirà la sua mancanza».

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HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Fabrizio Paoli, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta. FOTO Massimo Sestini

Terza edizione della manifestazione, dopo il successo degli scorsi anni. Presente anche la Federazione dell’Uzbekistan

HANDBALL FEST

HANDBALL FEST: UN PONTE VERSO L’EST, UZBEKISTAN NEL BORGO

di Cristiano Puccetti

iniziata lo scorso 5 dicembre e proseguirà fino a domenica prossima l’edizione 2013 dell’Handball Fest 2013, che si tiene a Borgo San Lorenzo. «L’idea di organizzare un evento internazionale (non solo di pallamano) a Borgo San Lorenzo - spiega la società, diretta dal presidente Giovanni Sorrenti - nasce in terra abruzzese, a Teramo, dall’esperienza della ‘Interamnia World Cup’, unica al mondo nel suo genere, alla quale la nostra società sportiva partecipa ormai da dodici anni con le proprie squadre giovanili. Parlando con i tanti amici che lì abbiamo conosciuto, è nato in noi il desiderio sempre più forte di portare lo spirito della coppa anche in terra mugellana. Nel settembre 2011 si è celebrata la prima edizione dell’Handball Fest che ha visto la partecipazione di undici squadre, tra queste La Salle, di Malta, e Sinergia Handball, di Sassari, con arbitri israeliani. Nel 2012 la manifestazione ha acquistato un maggior tocco di internazionalità con la partecipazione al torneo di

I’

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

pallamano della nazionale maschile dell’Uzbekistan e della Bosnia Erzegovina con numeri da capogiro: in tre giorni di torneo, dieci le squadre partecipanti, trenta i dirigenti e allenatori, e 130 gli atleti provenienti da diverse parti del mondo, 600 i pasti somministrati nel villaggio sportivo di Figliano allestito per l’occasione, 17 le gare disputate e 641 le reti segnate nel corso delle 22 ore di pallamano giocate al Palazzetto dello Sport ‘Gaddo Cipriani’ di Borgo San Lorenzo. L’Handball Fest 2013 non sarà caratterizzato dall’evento centrale del torneo di pallamano come i precedenti, ma sarà all’insegna dei valori vissuti dello sport fuori dai campi: incontro tra culture, civiltà, popoli, amicizia. Questa è l’impronta che vogliamo dare alla terza edi-

olio

zione di questo evento, il tutto per suggellare questa profonda amicizia e stima che lega la Fiorentina Handball e la Federazione Nazionale dell’Uzbekistan nata proprio sui campi teramani e proseguita in terra mugellana. Questo simbolico gemellaggio vedrà coinvolti non solo i nostri dirigenti, i nostri atleti e le loro famiglie, ma anche i borghigiani, gli studenti, le istituzioni del territorio, le imprese e tutte quelle eccellenze che il nostro territorio esprime al meglio». Nel programma dell’evento tante iniziative, come visite guidate nel Mugello, allenamenti, partite, ma anche visite turistiche a Firenze, Pisa e Siena. Questo è lo spirito della terza edizione dell’Handball Fest, definita appunto “Un ponte verso l’Est, Uzbekistan nel Borgo”.

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di Fabrizio Paoli

a prima squadra della Pallamano Mugello di Borgo San Lorenzo partecipa ancora una volta al campionato di Serie A/2 F.I.G.H.: nella stagione 2012/2013 le mugellane hanno ottenuto un brillante terzo posto. Il direttore sportivo della società, da oltre trent’anni protagonista della disciplina (è stata fondata nel 1978), è Loredana Generini, mentre l’allenatore è Claudia Guida. “L’inizio della stagione non era stato dei migliori - spiega il tecnico delle mugellane - con due sconfitte nelle due partite giocate fuori casa, e poi con una vittoria in casa. La prima parte del campionato è servita anche a recuperare due giocatrici infortunate come Martina Simoni e Veronica Gargani: due elementi importanti che avevano avuto problemi fisici già nella scorsa stagione. Entrambe sono scese in campo dall’inizio della stagione, ma non avevano ancora i sessanta minuti nelle gambe. Tra le novità positive c’è sicuramente l’arrivo del portiere Pennisi, proveniente dalla Sardegna, che si è rivelato un buon acquisto per la nostra società. E nelle prime giornate siamo stati costretti ad aspettare un altro portiere, Eva Gori, al rientro da un infortu-

Il Mugello guarda avanti. NONOSTANTE GLI INFORTUNI E... LA CRISI

Pallamano Mugello, una società che è stata fondata nel 1978. La squadra oggi milita in A2

nio». Poi l’allenatrice della formazione borghigiana fa anche qualche considerazione sul periodo che sta vivendo la pallamano femminile in Italia: «Non è un bel momento, con una crisi che è dovuta anche a discutibili scelte di

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politica sportiva. Il nostro girone quest’anno è formato solamente da cinque squadre: possiamo dire che siamo sempre le stesse a trainare il movimento”. Il girone della Serie A/2 femminile della F.I.G.H. in cui è inserita la Pallamano

Mugello ha solo cinque società iscritte, un numero davvero esiguo se si pensa che la categoria è a livello nazionale, e le avversarie provengono da tutta l’Italia centrale, con due toscane (oltre alle borghigiane è presente il Tushe Prato),

un’emiliana (l’Ariosto Ferrara) e due laziali (il Flavioni Civitavecchia e la Cassa Rurale Pontinia). Le trasferte sono così molto impegnative; inoltre la federazione è stata costretta ad organizzare il campionato con due gironi di an-

data e due di ritorno per consentire alle squadre di disputare una stagione regolare sufficientemente lunga. Accanto alla prima squadra, la Pallamano Mugello ha allestito anche una formazione giovanile, l’Under 14.

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Giulia Mannelli è allenatore e direttore sportivo. E’ stato rafforzato anche il settore giovanile

PALLAVOLO di Fabrizio Paoli

a sezione pallavolo della Polisportiva San Piero a Sieve sta confermando il proprio trend di crescita dopo la recente rinascita. La società biancorossa, che vanta una lunga tradizione nel volley (iniziata negli anni ‘70), dall’estate del 2012 è tornata a svolgere in proprio tutte le attività, dopo sei anni di collaborazione con la Mugello Volley, ed è ripartita dal basso. La responsabile del settore pallavolo all’interno della polisportiva, Monica Moricci, fa il punto della situazione, partendo dalla squadra principale, che milita nel campionato di Terza Divisione della F.I.P.A.V.: “Abbiamo formato una prima squadra, allenata da Giulia Mannelli con la collaborazione di Marta Cecchi, composta da tante giovani: sono quasi tutte nate nel 1996 e nel 1997, più qualche giocatrice del 1995 e del 1994 che devono garantire un tasso di esperienza, nonostante l’età. Il gruppo è stato in gran parte confermato dalla scorsa stagione e tutte le atlete, come sempre, provengono solamente dal nostro bacino di utenza. Si stanno cominciando a vedere i frutti del grande lavoro che abbiamo svolto negli anni passati nel settore giovanile. La nostra prima squadra è al terzo anno nel campionato di Terza Divisione ed è cresciuta rispetto agli esordi: le ragazze stanno dando tutto e ci riteniamo molto contenti del rendimento. Siamo in lotta per il vertice

Polisportiva San Piero a Sieve: NEL VOLLEY SI RACCOLGONO I FRUTTI della classifica, in un campionato che sarà meno lungo rispetto al torneo 2012/2013, e puntiamo a rimanere in alto: siamo preparati per questo obiettivo». Nella società diretta dal presidente Alessio Azzini il ruolo di direttore sportivo viene svolto dalla stessa Giulia Mannelli e da Fabrizio Borsotti. Nelle ultime due stagioni è stato rafforzato anche il settore giovanile: “La società ha costruito un bel vivaio - prosegue Monica Moricci - che inizia fin dall’avviamento, ovvero dai bambini dell’asilo e della prima elementare. Abbiamo numeri importanti per un paese delle dimensioni di San Piero a Sieve, con oltre venti iscritti al primo livello e quattordici al secondo livello. Siamo contenti del lavoro svolto nel settore giovanile, che può contare anche sul minivolley (di cui è responsabile la stessa Monica Moricci, ndr) e sulle formazioni Under 12, Under 14 e Under 16. Tutte queste compagini avranno il compito di fornire alla prima squadra un ricambio fisiologico quando si renderà necessario».

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L’attaccante del Firenzuola premiato dal presidente Simone Morozzi. Il traguardo è stato tagliato il 3 novembre scorso

LONZI, 100 GOL E UN PREMIO raggiunto il 3 novembre scorso, sul campo del San Clemente, quando Lonzi aveva segnato il gol del 2-0 per la squadra dell’Alto Mugello, ma la società diretta dal presidente Simone Morozzi ha consegnato il riconoscimento con qualche setti-

di Fabrizio Paoli

a scorsa settimana l’attaccante Claudio Lonzi è stato premiato per le 100 reti segnate in campionato con la maglia del Firenzuola. Il traguardo era stato

Claudio Lonzi, 100 gol con il Firenzuola.

premio velo

mana di ritardo. Claudio Lonzi, nato a Firenze nel 1977, milita nel calcio mugellano dall’estate del 2003, quando passò dalla Lastrigiana alla Gallianese. Dopo una sola stagione passò al Firenzuola, dove ha giocato per sei stagio-

ni consecutive, dal 2004 al 2010, sempre in Seconda Categoria. Poi è tornato per due anni a giocare in città, alla Nuova Novoli, dal 2010 al 2012. Nella stagione 2012/2013 è ancora in Mugello, nella Gallianese. L’estate scorsa il ritorno a Firenzuola, dove ha segnato 9 reti nel 2004/2005, 15 nel 2005/2006, 16 nel 2006/2007, 24 nel

CALCIO DILETTANTI

2007/2008, 21 nel 2008/2009 e 13 nel 2009/2010, più quelle realizzate quest’anno. In carriera l’attaccante fiorentino ha conquistato per due edizioni consecutive, nel 2007/2008 e nel 2008/2009, la Scarpa d’Oro Mugellana, il riconoscimento messo in palio da Radio Mugello per il giocatore più prolifico delle società dilettantistiche locali.

Lunedi la xvii edizione:

ANCHE LA FIORENTINA TRA I PREMIATI di Cristiano Puccetti

i svolgerà lunedì prossimo, nella cornice della Fattoria “Il Palagio” di Scarperia, la diciassettesima edizione del Premio Internazionale “Le Vélo - L’Europa per lo Sport”, la manifestazione ideata e promossa dal senatore Riccardo Nencini. I premiati del 2013 saranno l’A.C.F. Fiorentina,

per i successi nel nuoto paralimpico ai Campionati Italiani, nella World Cup e nei Giochi del Mediterraneo; Angelo Zomegnan, per il suo impegno nell’organizzazione del Giro d’Italia e dei Campionati Mondiali di Ciclismo di Firenze; Francesco Pancani, per la professionalità con cui da anni segue importanti eventi sportivi ed oggi principale voce televisi-

per l’impegno alla diffusione del fair-play ed il progetto di stadio senza barriere; il Basket Le Mura Lucca, per la rapida ascesa ai vertici del basket femminile italiano; Camila Giorgi, come promessa del tennis italiano; Diletta Carli, per i successi ottenuti nel nuoto a livello giovanile, nella Coppa del Mondo e nei Giochi del Mediterraneo; Simone Ciulli,

va del ciclismo. Si tratta di simboli dello sport toscani ma non solo, ad arricchire un albo d’oro già ricchissimo. Nel corso della serata verrà premiata anche un’associazione che si è distinta in maniera particolare nella realizzazione di progetti a favore delle fasce più deboli. Camilla Giorgi, promessa del tennis italiano

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QUANDO GLI ERRORI PESANO COME MACIGNI. MA ORSATO HA FATTO BENE di GIANCARLO CARMAGNINI

ltra giornata tutto sommato buona per gli arbitri impegnati nella 15° di andata, uniche eccezioni Giacomelli (ancora immaturo per la serie “A”) che in Cagliari–Genoa penalizza troppo sul lato disciplinare il Genoa (espulsione di Manfredini) mentre non fa altrettanto con il Cagliari per le mancate espulsioni di Conti e Avramov nel finale per una tirata di

UBI MAIOR di Ubaldo Scanagatta

capelli a Biondini, e l’onnipresente De Marco che in Verona - Atalanta, mal coadiuvato da assistente (Vivenzi) e addizionale (Di Bello). Singoli errori, ma determinanti, anche di Gervasoni in Napoli– Udinese che non espelle Maggio per fallo da ultimo uomo sul “Mago” Maicosuel e Mazzoleni che in Bologna–Juve non ammonisce per la 2° volta Peluso, che quindi sarebbe stato espulso, per una brutta entrata su Dia-

manti al 21’ del secondo tempo. Molto bene Orsato, autorevole ma mai autoritario, in Roma–Fiorentina, Tagliavento in Torino–Lazio, Guida (probabile futuro internazionale) in Livorno–Milan (pur con qualche ammonito di troppo) e Valeri che nel freezer di San Siro ha ben diretto Inter e Parma protagoniste di uno spettacolare posticipo finito 3-3. In serie “B” dopo la puntata in “A” della scorsa domenica (bravo

COSA VA

L’Inter ha fatto 7 pareggi. Anche se ha perso una volta sola come la Juve ha appena un punto più della Fiorentina. Anche il Napoli ha guadagnato un solo punto sulla viola sconfitta a Roma. Sono Inter e Napoli le squadre su cui la Fiorentina un po’ molle e discontinua di queste ultime quattro partite deve fare la corsa. Il Milan, che pure sembra aver ritrovato un buon Kaka e un grande Balotelli, non

in Cagliari-Sassuolo 2-2) Fabbri di Ravenna è uscito positivamente da un non facile Siena–Pescara finita 1-3 per gli adriatici, mentre Pinzani di Empoli si è definitivamente

e con merito insidiato al n° 1 degli arbitri della serie cadetta dopo una prestazione molto convincente e di spessore nel big match fra Lanciano e Palermo finito 1-1 con pa-

reggio dei rossoblu di Baroni all’ultimo secondo dei 3 minuti di recupero concessi dal fischietto toscano, sempre più candidato al salto nella massima serie.

COSA NON VA

ha ancora ingranato del tutto. Meglio così. Neto, a Roma migliore della Fiorentina, sta crescendo. Diverse buone parate. Senza quella sul colpo di testa di De Rossi la Fiorentina sarebbe andata sotto 2-0 e probabilmente non sarebbe riemersa fino a rimpiangere il gol del 2-1 incredibilmente ciccato da Aquilani. Avesse fatto la papera di Handanovic con il Parma a Firenze lo avrebbero crocifisso.

13 punti di distacco dalla Juventus e 10 dalla Roma. Tanti, troppi. Il recupero è impossibile (anche se il Milan lo scorso anno ne ha recuperati 18). La difesa ha beccato 20 gol in 15 partite, il peggior record dell’era Della Valle. Addio sogni di gloria. Il terzo posto era l’obiettivo e solo a quello si può e si deve puntare. Un campione di 37 anni come Totti stia per rientrare in campo e nessuno dubita

che lo faccia presto. Mentre per Mario Gomez, 28, i dubbi purtroppo restano e sono pure pesantucci. Sia su quando rientrerà, sia su quanto ci metterà a ritrovare la condizione necessaria per ritornare a valere quel che è stato pagato. I viola a Roma non hanno giocato male, ma sono apparsi un po’ molli. Perfino Borja Valero, Cuadrado, Rossi. Stanchi e meno grintosi dei romanisti. Facundo Roncaglia non è un campione, ma se è piaciuto ai tifosi un motivo c’è: dà sempre l’impressione di mettercela tutta. Ed è rapido quasi quanto...Gervinho. Messaggio non casuale a Montella?

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lla fine il ringraziamento più grosso che Sarri avrà rivolto sarà stato probabilmente quello al Lanciano che con un gol al 94’ ha stoppato sull’1-1 la rincorsa del Palermo verso il primo posto. Ovvero la posizione dove, per il momento, l’Empoli resta ben saldo dopo il pareg-

Mercoledì 11 dicembre 2013

Reduci dall’1-1 in casa del Crotone (protagonisti in positivo pure i tifosi) gli azzurri brindano anche al pari del Palermo

L’Empoli dice grazie al Lanciano

E RESTA PRIMO DA SOLO

gio sul difficile campo del Crotone. La classifica per quanto riguarda le prime quattro piazze resta dunque immutata,

Sarri, tecnico dell’Empoli, durante l’ultima gara giocata.

con le prime che guadagnano un punto a testa e rimandano il confronto al prossimo turno. A spianare la strada ai ragazzi di Sarri - orfani di Laurini per squalifica e di Moro operato in settimana - ci aveva pensato dopo appena 15’ il portiere del Crotone Gomis, che dopo un ‘suicidio sportivo’ ha consegnato sui piedi di Maccarone (al 7° gol in campionato, l’ottavo stagionale) un pallone facile facile che l’ attaccante ha prontamente spedito in rete per la gioia del pullman di supporters empolesi giunti allo Scida per sostenere la squadra. L’errore del giovane portiere senegalese non è però bastato agli azzurri, che dopo aver sfiorato il raddoppio con Rugani (miracolo, stavolta, sulla linea di Gomis sul tiro a botta sicura del difensore) hanno subito un contropiede fulminante che è culminato con un cross di Bidaoui in area intercettato con il braccio da Tonelli. Per l’arbitro Merchiori non ci sono stati dubbi e ha assegnato il

E’ il portiere del Crotone Gomis a consegnare la palla a Maccarone per il suo ottavo gol stagionale.

rigore. A poco è servito il tuffo di Bass, che pur avendo intuito la direzione del tiro di Crisetig dal dischetto (al primo gol in assoluto in B) non ha potuto evitare il pareggio. Nella ripresa, poi, è arrivato immancabile l’assedio dell’Empoli, con Sarri che dopo la consueta staffetta Verdi-Pucciarelli ha provato fino alla fine a portare a casa i tre punti sbattendo contro il muro innalzato da Gomis, protagonista nel bene e nel male della gara di sabato:

dopo un siluro di Valdifiori da fuori area che ha messo i brividi ai tifosi di casa, ci hanno provato Tavano e Mchedlidze ma le loro iniziative sono state disinnescate dal giovane portiere di scuola Torino, che si è riscattato negando più di una volta la vittoria agli azzurri. Alla fine, visto il risultato che si è concretizzato a Lanciano, l’1-1 può andare bene all’Empoli e ai suoi tifosi. Proprio questi e i supporters del Crotone hanno saputo regalare

una delle più belle pagine di calcio sano: sabato mattina si sono ritrovati prima del match per pranzare in compagnia eppoi recarsi allo stadio insieme: un bellissimo segnale di amicizia e di rispetto (pur non essendo i due schieramenti gemellati) che dimostra, ancora oggi, come si possa sostenere la propria squadra senza la violenza che spesso connota il calcio moderno. Anche su questo tema l’Empoli ha fatto scuola.

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La ginnasta junior regala al C.G. Firenze il titolo 2013 alle parallele asimmetriche

AMBRA BUGLIONI è CAMPIONESSA ITALIANA

Ambra Buglioni prima della prova alle parallele asimmetriche di Maria Consiglia grieCo

ra pochissimi giorni compirà quindici anni, e quest’anno ha voluto farsi un regalo magnifico. Ci aveva già

provato dodici mesi fa, ma aveva dovuto – si fa per dire – accontentarsi della medaglia d’argento e del titolo di “vice”. Ma non stavolta. Lei è Ambra Buglioni, ed è la cam-

pionessa italiana 2013 alle parallele asimmetriche, categoria junior. La ginnasta fiorentina centra l’obiettivo proprio nell’annata che ha visto cambiare il regolamento del campionato di Specialità della Federazione Ginnastica d’Italia: non più qualificazione e finalissima a sei ginnasti, ma gara unica con le migliori 72 ginnaste del Paese ad ogni attrezzo, approdate alla fase nazionale a seguito dei risultati ottenuti nelle due prove regionali previste. Ambra le ha tenute tutte dietro di se’, per andare finalmente a conquistare il titolo che le spettava, e che arriva dopo un periodo non semplicissimo per la giovane

atleta del Centro Ginnastica Firenze, cominciato con un lungo stop estivo a causa di un problema muscolare che l’ha costretta a dosare l’intensità dei suoi allenamenti. Ma, si sa, la ginnastica è uno di quegli sport dove l’ambizione, la voglia, la grinta contano più che in altre discipline, e l’obiettivo che Ambra aveva in testa era tutto lì, nello sguardo colmo di determinazione, un attimo prima di affrontare il suo esercizio tra gli staggi del PalaMassucchi di Mortara (PV), una tensione sciolta poi nel più bello dei sorrisi, regalato ai suoi allenatori Lara Poggiali e Cristiano Furelli dall’alto del primo gradino del podio. Un

podio che per soli due decimi e mezzo non ha visto salire anche l’altra ginnasta junior impegnata alle parallele, Lisa Menghini, autrice di un’ottima prova che le vale l’ottavo piazzamento italiano, oltre ad un buon quattordicesimo posto al corpo libero. Pur fuori dalla top ten, non sfigurano le senior – in gara nella giornata di domenica, ventiquattr’ore dopo le compagne più piccole – Camilla Natali (volteggio) e Maristella Bonafede (trave e corpo libero), entrambe classe 1997, oltre alla ventenne Ilaria Materassi, impegnata nelle specialità volteggio e trave. In direzione opposta, invece, la trasferta per la

sezione maschile, in gara per la medesima finale – specialità – delle colleghe, ma a Civitavecchia. Niente podi ma un buon settimo posto agli anelli, e un ottavo posto alle parallele pari, per Jacopo Desolati, che entra così tra i migliori dieci ginnasti italiani in due delle tre specialità in cui era impegnato (disputava anche la finale al cavallo con maniglie). Due attrezzi, invece, per Lorenzo Gabrielli, finalista al corpo libero e alle parallele pari, mentre Davide Fregonas, Lorenzo Brandini e Gabriele Fibbi erano in gara rispettivamente al cavallo con maniglie, alla sbarra e agli anelli.

Ambra festeggiata dalle compagne Maristella Bonafede e Camilla Natali

La campionessa italiana Ambra Buglioni

Le junior Lisa Menghini e Ambra Buglioni tra i tecnici Lara Poggiali e Cristiano Furelli

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Mercoledì 11 dicembre 2013

La Real Gioberti sorride e brinda ai 13 punti in classifica. Prima di tutto viene il divertimento. Ma gli obiettivi non mancano.

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ei giornate di campionato e 13 punti all’attivo, si aspettava un inizio così?

«E’ da fine maggio che abbiamo lavorato per fare le cose per bene quest’anno, quindi perché no? Quando si lavora e si programma bene i risultati arrivano…».

La stagione 2012/13 è terminata con il secondo posto in Silver League, quest’anno qual è l’obiettivo? «E’ troppo presto per definire un obiettivo. Capiremo dove si può arrivare solo verso gennaio. Quello che è certo è che vogliamo stare bene fra di noi; dopo le delusioni della scorsa annata (Silver a parte) ci siamo ritrovati insieme, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che il “progetto Gioberti” doveva andare avanti (e vi garantisco che è stata una scelta per niente scontata). Ci siamo giurati il massimo dell’impegno e della dedizione per questa annata e soprattutto di stare bene tutti insieme e di divertirsi. Per cui l’obiettivo primario al momento è continuare a spassarsela sul campo e fuori».

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Bastianelli-Bosetti, 16 goal in due. L’attacco è atomico, dove potete ancora migliorare? «Il Real Gioberti non è solo Bastianelli-Bosetti in quanto abbiamo già mandato in gol ripetutamente anche altri nostri giocatori e altri che di solito avevano già marcato lo scorso anno a questo punto ancora non sono andati stranamente in rete; certo avere due così davanti comunque aiuta! I primi devono ancora migliorare tanto sono proprio i nostri due bomber sia dal punto di vista fisico che della qualità di gioco. Tutta la squadra deve migliorare ancora tanto... non dobbiamo mai sentirci appagati e dobbiamo fare sempre sana autocritica. IL COCCODRILLO NON DEVE ESSERE MAI SAZIO!»

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Cosa c’è di diverso rispetto alla scorsa stagione? Sono cambiati i giocatori o è cambiata anche la mentalità? real gioberti «La rosa attuale è composta da 11 giocatori più un player ausiliario che convochiamo in caso di necessità; sono cambiati tre elementi e ne sono arrivati Quarto anno alla Sales, c’è una partita che ricorda altri tre in sostituzione, quindi non è che sia cam- in modo particolare? biato tanto. Chiaramente abbiamo (con tutto il ri- «Ho tanti di quei ricordi che potrei scriverci spetto per i primi) preso dei giocatori di qualità tranquillamente un libro sopra e quindi non è famigliore che si sono integrati alla lavanderie grande ma nonself cileservice scegliere, ma se ne dovessi scegliere una su è solo quello: siamo più sereni rispetto allo scorso tutte, direi Sub Pedibus Alae-Real Gioberti del anno fra di noi, molti dei nostri, con gli anni, sono nostro secondo anno. Terza del girone di andata, maturati come giocatori… Quindi direi entrambe noi contro la squadra detentrice del titolo (che le cose». tra l’altro rivinse di nuovo anche quell’anno); una vittoria con gol negli ultimi minuti su mischia d’angolo. Una grandissima emozione sicuramente!».

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Mercoledì 11 dicembre 2013

Lotta al vertice per il primato, ma è in coda che si punta a muovere la classifica

calcio toscana

I CAMPIONATI DI FIRENZE NORD DI CALCIO A 5 MASCHILE di STETO

Solo due squadre (ASD Bulls Prato C5 e FC Devastanti) a punteggio pieno nei tre gironi di Firenze Nord dei campionati Calcio Toscana e MSP di calcio a 5 maschile. Sono invece tre le compagini ancora alla ricerca dei primi punti in classifica.

Girone G Una sola formazione al comando a punteggio pieno dopo 5 giornate: l’ASD Bulls Prato C5 è davanti a tutti, in uno dei raggruppamenti più competitivi dei campionati C5. Vero è che la capolista deve ancora affrontare le più immediate inseguitrici, ma ha già avuto la meglio dei Nastyboys FC (ora quinti in classifica, ma che nelle ultime due stagioni avevano vinto il campionato), e può contare sul secondo attacco del girone oltre che sul suo attaccante Libero Piluso che primeggia con 17 reti nella classifica cannonieri insieme a Leonardo Pistocchi de Il Fortino. Per Pistocchi fra l’altro questo risultato rappresenta una soddisfazione doppia, dal momento che arriva ad appena 6 mesi dal brutto infortunio subìto dal giocatore nella gara di semifinale della Coppa Toscana. Incalzano la capolista tre squadre: La Bombonera (13 punti, con il miglior attacco e la miglior difesa del gruppo), Galateo Team (12 punti, ma formazione più “cattiva” di tutto il calcio a 5 con ben 21 punti ottenuti in

FIOR

Coppa Disciplina!) ed Il Fortino (11 punti, ma ancora imbattuta alla pari delle prime due della classe). Con i Nastyboys FC al quinto posto (9 punti), è bagarre per la sesta piazza occupata dal Twentysix C5 (4 punti) ed inseguito ad una sola lunghezza da Atletico Far Oer, Fort Knox e Firenze Sud. Chiude a 0 punti l’Atletic Desperados. Girone H Nessuna squadra a punteggio pieno ed una sola formazione imbattuta: è il Pes United che con 13 punti è in testa al girone, braccato ad un solo punto dal Global - Car (che proprio nella gara d’esordio contro la capolista ha perso l’unica partita). Altre due compagini cercano comunque di mantenersi a ridosso della vetta: Pelletteria Sestese 33 (10 punti) e Pubblica Assistenza Calenzano C5 (9 punti) che però è stata sonoramente sconfitta nell’ultimo turno - dalla vice-capolista (13-4 il risultato). Al quinto posto troviamo tre squadre a 6 punti (5 Contati, Selexao e Body Star C5), mentre il Real Delta occupa (4 punti) l’ottava posizione precedendo di una lunghezza la Steaua C5. Chiude all’ultimo posto (con 1 punto all’attivo) il Last Minute Calcio a 5 che annovera fra le sua fila - fatto insolito per un’ultima della classe - il capocannoniere del girone: Ndoj Kola ha infatti realizzato 10 reti (così come Andrea Cecconi della Pubblica Assistenza Calenzano C5), quasi la metà (21) di quelle

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realizzate dalla propria squadra. Girone I Non fa notizia il primato a punteggio pieno dopo 5 giornate del FC Devastanti che, dopo aver vinto quasi tutto nella scorsa stagione, non ha perso la fame di vittorie e si sta imponendo in un girone di elevato spessore tecnico. Alle sue spalle (con 12 punti) insegue una coppia: Final Blow (che sfideranno la capolista al rientro dalla sosta natalizia) e Ci Basta I’ 1° Goal Usb (vera e propria rivelazione del raggruppamento che ha incassato l’unica sconfitta per mano del FC Devastanti). In un girone nel quale FC Devastanti (miglior attacco e Riccardo Poli capocannoniere con 32 reti) e Final Blow (difesa meno battuta del gruppo) la faranno probabilmente da padrona, emergono altre importanti realtà (oltre ai già citati Ci Basta I’ 1° Goal Usb): il DC Tullosai (quarto con 10 punti) ha già fatto vedere un’ottima organizzazione di squadra che gli ha permesso di sconfiggere niente meno che i Final Blow; ma anche Megadroga (9 punti) ed Atletico Ragnaia (8 punti) sono formazioni in grado di mettere in difficoltà qualunque avversario. Nelle parti basse della classifica Pepito Team (4 punti) e Pubblica Assistenza La Querce C5 (3 punti) lottano per la settima posizione, mentre ferme a 0 punti ci sono ancora due squadre: Longobarda FC e Team Zeus.

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Segue dalla prima purtroppo non trasformate. La sensazione, in quel momento, è che alla Fiorentina mancasse soprattutto Gomez. Questo al di là di errori difensivi, manifestatisi come in altre occasioni. Un concetto su cui Montella dovrà lavorare: non va bene prendere 20 gol in 15 partite, significa che qualcosa non torna. Ma ricordiamoci, però, che questa squadra è stata costruita per segnare un gol in più dell’avversario: pronta a fabbricare quattro reti, col rischio di beccarne tre... Una filosofia che può essere più o meno condivisa, ma che rappresenta il cardine del gioco di Montella. Ecco perché quando critichiamo la Fiorentina dobbiamo ricordarci che è priva del suo miglior acquisto, ormai da diversi mesi. Conterà oppure no? Nel giudizio complessivo non può mancare la considerazione dello sforzo fatto per affrontare al meglio l’avventura in Europa League. La Roma di Garcia e l’Inter di Mazzarri possono preparare nei dettagli la partita di campionato: hanno un qualità negli allenamenti che ai viola manca. Giallorossi e nerazzurri sono nella felice condizione in cui si trovavano nella stagione scorsa Montella e i suoi uomini. Non è solo un problema di stanchezza, ma anche di lavoro: la Fiorentina se viaggia si allena meno e in campionato qualcosa lascia per strada. E’ vero, la Juventus è distante 13 punti, ma lotta per un obiettivo diverso dalla Fiorentina: lo scudetto. Come la Roma, sotto di soli 3 punti. Nel mirino della Fiorentina c’è il terzo posto, cioè la qualificazione al preliminare di Champions League, e quello è lontano 5 punti. Un gap non così difficile da colmare. Questa è la ragione per cui non bisogna fare drammi: tutto è ancora in gioco e la Fiorentina non è ritardo su niente. Servono pazienza e determinazione. Firenze ha capito che questo gruppo è in viaggio verso il successo.

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Mario Tenerani

IL RETROSCENA di MaRIO TENERANI

uando torna Mario Gomez? La domanda scivola tra un caffé e l’altro in ogni bar di Firenze. E’ normale che i tifosi la pongano, senza Gomez è una Fiorentina dimezzata. Mario rappresenta l’investimento più grande dell’estate viola, quello invernale è stato Rossi. E abbiamo visto fino ad oggi quanto Pepito sia stato importante fino ad oggi. Pensate in coppia con Gomez

LO STRANO CASO DEL SIGNOR GOMEZ quale combinato disposto sarebbe saltato fuori, Genova docet. Vittoria per 2-5 e via andare. Dunque, quando torna Gomez? Probabilmente a gennaio, il 6 col Livorno al Franchi. Questa pare la data più verosimile, a meno che non cambi lo scenario. Spieghiamoci meglio: Gomez è perfettamente recuperato, sta bene, l’unico problema sono quei piccoli dolori, tipici della lunga assenza. Quel leggero fastidio

che ti fa raddrizzare le antenne, quando sai di avere avuto un incidente grave. Contrattempi che frenano il ritorno in gruppo di Gomez. Sì perché il centravanti tedesco ha bisogno di mettere benzina nel motore per rientrare al cento per cento. Senza allenamenti adeguati addio condizione fisica. La sensazione è che Gomez e la staff medico debbano provare a fare un fuga in avanti. Il primo rasserenandosi che è tutto a posto, insom-

ma sotto controllo. I secondi convincendolo che non ci sono rischi. Sembra facile, ma non è così. L’aspetto psicologico in un atleta è predominante: servono convinzione e determinazione per lavorare al massimo. Bisogna che le nubi scompaiono e torni a splendere il sole. Mario Gomez è un professionista formidabile, ha una cultura del lavoro incredibile, lo abbiamo ammirato durante il ritiro di Moena. Lui

quando svolge un esercizio utilizza sempre il 120 per cento delle proprie possibilità. Non è questo in discussione, si parla solo della sua tranquillità. E allora coraggio, un piccolo sforzo. Gomez vinca le ultime titubanze e si lanci in campo. La Fiorentina lo aspetta a braccia aperte. Montella sogna un girone di ritorno con il profilo di Super Mario. In fin dei conti, qualche anno fa, da Firenze è passato un altro cen-

travanti nato per il gol e sempre presente. Gabriel Batistuta in 9 anni in riva all’Armo ha saltato pochissime partite. Dovevano sparargli per non farlo giocare. Il Re Leone ha stretto i denti anche quando la situazione era dura. Sarebbe davvero esaltante rivedere Gomez prima del 6 gennaio, magari a Reggio Emilia col Sassuolo: un gol vittoria prima di Natale sarebbe più dolce del panettone...