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Settimanale di critica e attualità sportiva

L'Esclusiva

La Ricorrenza

Super Mario è tornato a Firenze: è pronto a lavorare con la squadra

Di Chiara: «L’asso nella manica è Cuadrado»

Dieci anni di Rontese: tutti i record di Leonardo Landi

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a pagina 9

a pagina 15

Aspettando Gomez

A I C R A M

L’editoriale

SU ROMA

IL BRIVIDO SBARCA IN MUGELLO, valdisieve e chianti di Mario Tenerani

ari lettori del Mugello, grazie prima di tutto. Da oggi entrate anche voi a far parte della grande famiglia del Brivido Sportivo e di questo siamo orgogliosi, anche se aumentano le responsabilità. Sì perché sbarcare in un territorio così bello, vivace, dinamico e ricco di risorse umane ancorché economiche, ci stimola a non sbagliare nulla. E laddove sia possibile, a migliorarci. Un altro ringraziamento va alla Salvini Editore, il nostro motore. Se il Brivido Sportivo è un prodotto vincente lo si deve ad un patròn vincente. E anche molto ambizioso: la scelta di dedicare pagine speciali al Mugello è un impegno prestigioso. Segue in ultima

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LENTE D'INGRANDIMENTO

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aranno in migliaia i tifosi viola che partiranno con ogni mezzo per andare a Roma. Perché Firenze sa benissimo che questa sarà una partita comunque diversa dalle altre. Per vedere chi conquisterà un posto Champions probabilmente bisognerà aspettare la volata finale, ma il match dell’Olimpico sicuramente chiarirà per tutti il ruolo che potranno recitare squadre importanti come la stessa Roma, il Napoli, i

APPUNTI DI VIAGGIO di MARIO TENERANI

uestioni di cuore. Rosso, giallo e viola. Non è una partita come tutte le altre Roma-Fiorentina. Per quella pattuglia di ex romanisti, alcuni pure romani, trapiantati a Campo di Marte. Vincenzo Montella e parte del suo staff - Daniele Russo, Emanuele Marra, Cristian Savoia, Simone Montanaro -, David Pizarro, Alberto Aquilani, Daniele Pradè, Elena Turra (capo delle relazioni esterne), il dottor Luca Pengue, hanno tutti un passato nella squadra di Totti. E’ singolare trovare una pattuglia così numerosa di ex, ma a Firenze è

PRANZO DI FUOCO. SI GIOCA PER LA CHAMPIONS

viola e l’Inter. Lasciamo fuori la Juventus, che resta, nonostante l’infortunio di Pirlo, una delle grandi favorite (l’unica?) per lo scudetto, ma tutte le altre dovranno “sudarselo”. La Fiorentina è vero che ogni tanto regala qualcosa, ma è anche innegabile che è una squadra capace di recuperare, reagire e riprendere il cammino

con il sorriso sulle labbra. Intanto, non dimentichiamolo, presto tornerà anche Mrio Gomez e nel frattempo Pepito Rossi è capocannoniere. Pure Borja Valero che con il gol aveva una sorta di difficoltà latente - lo aveva detto con un pizzico di rimpianto in estate, alla sua prima conferenza stampa a Moena - ha ripreso a vedere la

porta. E’ evidente che per i viola la gara dell’Olimpico ha il sapore della sfida. Per questo anche i tifosi si stanno mobilitando per una sorta di “marcia” su Roma nella speranza di costruire le basi per una rincorsa verso la Champions. Sarà importante verificare la reazione emotiva della squadra dopo la battaglia con il Verona,

dopo aver riagguantato il quarto posto bloccando lo scatto dell’Inter. Quella dell’Olimpico sarà una sfida all’interno del ricordo di chi non c’è più come Adem Ljajic e chi Roma la ricorda bene come David Pizarro, Alberto Aquilani, il diesse Daniele Pradè e lo stesso Vincenzo Montella. Lo svolgimento di questa partita, per altro,

cercherà di spiegare meglio allo staff viola se non sia venuto il momento di un’ampia riflessione sulla difesa viola, il vero reparto che in troppe occasioni ha mostrato smagliature preoccupanti. Con la Roma si andrà a verificare fino in fondo se oltre all’Europa League e alla Coppa Italia la Fiorentina potrà davvero recuperare i punti persi per strada per agguantare il Napoli e la stessa Roma. Permettendo poi a Gomez di tornare e sancire lo scatto finale verso la Coppa più sognata. E magari cominciare a pensare, tra qualche anno, al sogno dei sogni, quel terzo titolo sfuggito di mano troppe volte.

Insieme formano praticamente una squadra: hanno lasciato tutti Roma per inseguire un sogno. A Firenze.

SE IL GIALLOROSSO SBIADISCE

E AVANZA IL VIOLA

accaduto pure questo. Nonostante il passato, per alcuni fatto pure di scudetti e coppe, il giallorosso ha lasciato spazio al viola. E non è un modo di dire o solo una mera questione di professionismo. A loro la Fiorentina e Firenze sono entrati nel cuore, con la forza di un ciclone. Si sono innamorati della città e della sua gente. Però domenica sarà un’altra storia. E questa storia bisogna

provare a farla. Perché la Roma, la squadra che ha macinato record vincendo una partita dopo l’altra, è ancora imbattuta, anche se i numeri - specie da quando si è fermato Totti - raccontano di una squadra anemica in attacco. In sei gare i giallorossi hanno realizzato appena sei gol, la Fiorentina più del doppio, undici. E senza Mario Gomez. Per questo ha ragione Giuseppe Rossi quando dice che

non appena rientrerà in campo, il panzer tedesco, darà una bella mano. Il passato non si cancella, soprattutto per chi è nato nella Capitale. Non lo farà Pizarro, che punta a recuperare dopo che un anno fa la notte della sfida dell’Olimpico era in Cile per l’improvvisa scomparsa della sorella Claudia, né si tirerà indietro Vincenzo Montella. Lo ha detto pure l’altra sera, vorrebbe vincere sempre

lui, magari per 3-0, anche se dall’altra parte ci sono sempre gli avversari. La testa di ciascuno sarà sulla gara, ognuno per le rispettive competenze, ma l’inno di Venditti e quello stadio in cui hanno vissuto centinaia di partite, risveglieranno sopite emozioni. Solo che nello sport l’orgoglio prevale su tutto. La vittoria è conquista ed è pure rivincita. Si ha voglia di dimostrare ancora di più

il proprio valore contro chi è stato tuo compagno o collega in precedenza. In tribuna, poi, come accade sempre in queste occasioni, ci saranno i familiari e i tanti amici. Se pensate a quanti sono gli ex, vi accorgerete che in Monte Mario ci sarà un piccolo esercito. Viola naturalmente. Oltre ai 3mila tifosi, ma quella sarà un’altra pagina meravigliosa di questa sfida intrigante.

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L’attacante tedesco ha lavorato per cancellare l’infiammazione che lo ha bloccato.

Super Mario stringe i tempi E PREPARA

LA RINASCITA VIOLA

di FRANCESCA BANDINELLI

ario Gomez sta rientrando dalla Germania. Questione di ore. Al massimo di qualche giorno. Lunedì mattina ha avuto l’ennesimo consulto con il dottor Müller-Wohlfahrt. Ha svolto un lavoro specifico - unito a terapie con prodotti naturali (non a caso Müller-Wohlfahrt è soprannominato “lo sciamano”) - per risolvere l’infiammazione alla zampa d’oca che ne ha ritardato il ritorno in campo con i compagni, se necessario le terapie continueranno ancora

per qualche giorno. A rassicurare i suoi tifosi, però, ci ha pensato lo stesso attaccante. Ha scritto una lettera aperta per tranquillizzare tutti (pure il CT della sua Germania, Joaquin Loew, già alla prese con la grana Khedira) - «Tornerò presto con la squadra» - ed ha colto l’occasione pure per alzare la voce contro alcuni «ex medici» del suo club, la Fiorentina, rei di essersi spinti in diagnosi fatte a distanza (ferndiagnosen, come scrive in tedesco l’attaccante) senza conoscere il suo reale quadro clinico. ATTACCO DIRETTO - L’at-

Il calvario del tedesco è cominciato così: era il 15 settembre scorso, Fiorentina-Cagliari.

taccante arrivato dal Bayern in estate ha colpito ad alzo zero, senza urlare, sparando a zero sui suoi detrattori. «Si scrive e si parla molto del mio stato fisico - si legge -. Prima di parlare, ritenevo opportuno confrontarmi con i medici che coordinano la riabilitazione. Attualmente sto bene e la lesione al legamento del ginocchio è completamente guarita. Purtroppo si è leggermente infiammato un tendine del ginocchio, cosa che può verificarsi durante gli esercizi di riabilitazione, fattore questo che mi costringe a pazientare ancora per un breve periodo. Spiego tutto questo perché ci tengo personalmente a confermare che tutto lo staff medico e sportivo coinvolto si è espresso con grande professionalità, attenzione e dedizione. Io stesso sto cercando di forzare i tempi, con l’intenzione di rientrare al più presto ai servizi del tecnico e di essere utile ai miei compagni di squadra. Non nascondo che vorrei ripagare al più presto la fiducia e il calore umano che ho ricevuto da questa stupenda

società, la Fiorentina, e città, Firenze». BANDO ALLE TELEDIAGNOSI - Ma non è tutto: «Sappiate - ha continuato in questa lettera-sfogo il panzer tedesco - che sono circondato da grandi professionisti: colgo l’occasione per ringraziare il club, lo staff medico dell’ACF Fiorentina e il dottor Müller-Wohlfahrt che hanno fatto un ottimo lavoro e che godono della mia totale fiducia. Ci tengo a precisare quanto detto, perché mi infastidiscono le dichiarazioni e le insinuazioni di alcuni ex “dottori” del mio club che hanno perso un’ ottima occasione per stare zitti, evitando così di professare diagnosi superficiali, fatte a distanza, senza conoscere minimamente i dettagli». Per le belle parole, è arrivato pure il ringraziamento dell’Amministratore Delegato Sandro Mencucci. La conclusione della missiva è invece una carezza ai suoi nuovi tifosi: «Sono fiducioso di poter ritornare al più presto con la squadra. Attualmente sto facendo la riabilitazione a Monaco, ma ritornerò nei

Il panzer tedesco ha seguito diverse gare dei viola in tribuna. Qui con le stampelle. prossimi giorni in Italia». NESSUN GIALLO - Dal giorno del malagaurato infortunio durante la gara con il Cagliari, il 15 settembre scorso, non è successo niente da poter colorare di giallo l’evento. Su questo serve chiarezza. L’infortunio era stato grave al punto che si è rischiato davvero di dover ricorrere a un intervento chirurgico che, laddove valutato indispensabile, avrebbe prosciugato le possibilità di Mario di giocare in questa stagione a poco più di zero. A quel punto i medici tedeschi e quelli ita-

liani dello staff tecnico viola avevano individuato in un paio di mesi la guarigione di Gomez. Due mesi per mettersi alle spalle l’infortunio che non vuol dire due mesi per scendere in campo. Così se i tempi tecnici di recupero sono stati perfettamente mantenuti sono venuti al pettine e normali problemi inerenti il recupero fisico dell’attaccante tedesco. Quando tornerà disponibile? Forse prima di Natale. Di sicuro, come dice Pradè, sarà lui il vero grande acquisto del mercato invernale viola.

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Mercoledì 4 dicembre 2013

Quando la differenza la fa anche chi non t’aspetti. A Tomovic sono bastati 90 minuti e per poco non è arrivato pure il gol

STAGIONE VIOLA

SE BORJA VALERO SI VESTE DA BATISTUTA

di MICHELA LANZA

mmenso Borja Valero. Infinito e sempre più leader della Fiorentina targata Montella. Sarà stata la fascia di capitano al braccio (più che mai meritata!), sarà stata l’aria magica che emanava il Franchi dove, seduto, c’era un ospite speciale, Gabriel Batistuta, sarà stato che il tecnico viola ha insistito tanto nell’inculcare allo spagnolo il concetto che avrebbe potuto fare di più sui tiri da fuori area («Ha dimostrato, rispetto al passato, di saper segnare anche da fuori, di destro e di sinistro», ha detto l’Aeroplanino), fatto sta che il numero 20 gigliato, lunedì sera contro il Verona, ha vestito i panni del bomber della serata realizzando due splendidi gol. Davanti agli occhi del capocannoniere viola di sempre, è stato proprio lui a brillare più di ogni altro. Più di Pepito Rossi. Più di Toni. Più di tutti. LA PRIMA DOPPIETTA… Borja ha estratto dal cilindro l’ennesima prestazione maiuscola, agghindata a festa con la sua prima doppietta in carriera. E le sue reti sarebbero potute essere addirittura tre, se quel pallonetto provato in area sul risultato di 1-1, davanti a Rafael, dopo aver stoppato un preciso lancio di Gonzalo Rodriguez, non fosse uscito di poco… Fa niente. Due vanno benissimo e vanno ad aggiornare la tabella marcatori viola del campionato dove, Borja, sale al secondo posto a quota 4 reti in 14 partite (sul terzo gradino del podio, invece, un altro grande protagonista di ieri sera: Juan Manuel Vargas, 3 gol in 7 presenze per lui quest’anno).

Stando ai numeri, dunque, il centrocampista spagnolo – sul quale resta il mistero della mancata convocazio-

ne in Nazionale, perché quello ammirato a Firenze da un anno e mezzo a questa parte è un… ‘Borja Mondiale’ – è in corsa per superare se stesso. Nella sua carriera non ha mai segnato più di 5 gol in un campionato. È successo due volte: nella stagione 2009-2010 quando giocava nel Maiorca (5 reti in 33 partite) e nella stagione 2011-12 quando indossando la maglia del Villarreal (5 reti in 36 partite). Quest’anno, con la maglia vio-

la addosso, potrebbe non solo eguagliare il suo record personale, bensì… superarlo. Certo è che con un Borja così… è un peccato accontentarsi del quarto posto. Lui e la Fiorentina meritano i riflettori della Champions League. LA MIGLIORE DI NENAD. Nella partita di Borja, dove anche il peruviano Vargas merita una nota di merito per la continuità e l’abnegazione che sta dimostrando sul campo (e fuori), c’è un altro nome che può e

deve essere messo sotto la lente d’ingrandimento: quello del difensore serbo Nenad Tomovic, autore, forse, della sua miglior prestazione da quando è arrivato a Firenze. Ha difeso, ma soprattutto ha spinto come mai prima d’ora. Risultando assolutamente determinante: è stato lui, infatti, in una delle sue incursioni, a conquistarsi il meritato (e netto) calcio di rigore (con conseguente espulsione di Jankovic per tocco di mano palese in area) che Pepito Rossi ha

BORJA VALERO, LE SUE STAGIONI DA PROF Stagione 2005-06 2006-07 2007-08 2008-09 ago-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14

Squadra Real Madrid Castilla Real Madrid Castilla Maiorca West Bromwich West Bromwich Maiorca Villarreal Villarreal Fiorentina Fiorentina

Campionato Segunda División Segunda División Primera División Premier League F. League Championship Primera División Primera División Primera División Serie A Serie A

L’esultanza di Borja Valero, alla sua prima doppietta italiana. Per lui anche l’emozione della fascia da capitano.

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Gol 2 2 4 0 0 5 3 5 1 4

Batistuta, in tribuna, applaude dopo il gol di Borja Valero

da Vitolo

pane

poi trasformato in maniera a dir poco esemplare. Non pago, ha perfino cercato il gol a cinque minuti dal termine della gara, ma il portiere del Verona, Rafael, gli ha negato la meritata gioia deviando in angolo il suo tiro con una bella parata. Insomma, Tomovic si è guadagnato (sul campo) la citazione in una giornata che sarebbe stato giusto festeggiasse con la sua prima rete in viola. Appuntamento col gol rimandato. Non quello con i consensi.

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La Fiorentina torna all’Olimpico, stadio maledetto. Il successo più recente è arrivato con un gol di Lazzari

amarcord

L’ULTIMA VOLTA C’ERA UN ROSSI IN PANCHINA.

STAVOLTA IN CAMPO… di RUBEN LOPES PEGNA

on ha mai avuto vita facile nelle ultime stagioni la Fiorentina all’Olimpico contro la Roma. L’anno scorso fu sconfitta per 4-2 proprio l’8 dicembre. Ma nel 2012, il 25 aprile, ottiene una vittoria per 2-1, determinante per la salvezza. C’è l’ex laziale Delio Rossi in panchina a caricare ulteriormente la sfida. Jovetic al 2’ realizza la rete del momentaneo vantaggio. Poi, nella ripresa, al 26’ c’è il pareggio di Totti. Ma al 92’, dopo l’espulsione dell’ex Osvaldo, Lazzari sigla il gol del definitivo 2-1. Di quella squadra, tra titolari e panchinari, sono rimasti a Firenze solo Olivera e Neto (Pasqual era assente). Prima di allora per vent’anni l’Olimpico giallorosso era stato tabù per i gigliati. L’ultimo successo c’era stato nella sfida del 23 febbra-

io 1992, davvero emozionante. I viola dell’ex Gigi Radice quando affrontano all’Olimpico i giallorossi di Ottavio Bianchi, futuro dirigente, allenatore e presidente gigliato, sono reduci da tre gare senza vittoria (una sconfitta e due pareggi). La Fiorentina va a segno nel primo tempo, al 36’, con Gabriel Batistuta (futuro giallorosso; per lui uno scudetto nella capitale) con un tiro assai potente e preciso. Il bomber argentino va poi a festeggiare sotto la curva nord occupata dai tifosi viola. Nella ripresa, al 21’, la Roma rimane in dieci uomini per l’espulsione del portiere Cervone. Entra così il portiere di riserva Zinetti al posto di Di Mauro, che dopo pochi mesi si trasferirà in riva all’Arno. Al 25’ Batistuta con una conclusione precisa realizza il gol del 2-0. Per lui si tratta di una doppietta. La Roma, tuttavia, non demorde. E al

Andrea Lazzari in gol allo stadio Olimpico contro la Roma. L’ultima vittoria giallorossa è targata Rossi. Delio Rossi

34’ Voeller di testa segna la rete che riapre il match e riaccende le speranze per la formazione di Bianchi. I giallorossi attaccano a testa bassa e lasciano così ampi spazi al contropiede viola. Al 91’ Batistuta colpisce il palo alla destra di Zinetti, sfiorando una clamorosa tripletta. Sul pallone, tutta-

via, si avventa il brasiliano Carlos Dunga e lo deposita facilmente in rete. La Fiorentina è in trionfo e la Roma viene contestata vivacemente dai propri tifosi. Otto giorni più tardi un altro successo viola sui giallorossi a Viareggio per 3-2 sancirà l’ultimo trionfo della Fiorentina alla Cop-

pa Carnevale. MATOS. E’ l’unico della rosa della Fiorentina ad aver battuto la Roma all’Olimpico. Addirittura per due volte. Naturalmente con la formazione Primavera. Il 30 marzo 2011, nella finale di ritorno di Coppa Italia, i viola di Buso, dopo l’1-1 dell’an-

data al Franchi, si imposero per 3-1 e si aggiudicarono il trofeo. Il 3 settembre di quello stesso anno, con Semplici in panchina, vinsero 3-2 nella Supercoppa Italiana (in gara unica) e conquistarono l’ambito trofeo. Il brasiliano giocò entrambe le partite, senza, tuttavia, segnare.

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Ha vissuto gli anni d’oro della Roma e ha riportato in A la Fiorentina.

L'esclusiva

LUCCHESI: “E’ UNA VIOLA

CON GOMEZ SARà UNA

Lucchesi, ex direttore generale della Roma, con i giallorossi ha vinto lo scudetto e la successiva Supercoppa italiana.

di MICHELA LANZA

oscano doc, attualmente direttore generale del Pisa e doppio ex della sfida che vedrà di fronte all’Olimpico Roma e Fiorentina domenica prossima. Stiamo parlando di Fabrizio Lucchesi, dirigente preparato ed esperto che con il club dei Sensi ha vinto uno Scudetto e che, successivamente, ingaggiato dalla famiglia Della Valle, ha contribuito a riportare nel calcio che conta la Fiorentina grazie all’escalation dalla serie C2 alla serie A, dopo il triste momento del fallimento dell’epoca Cecchi Gori. Un uomo,

dunque, che può presentare al meglio ai lettori del Brivido Sportivo la sfida tra giallorossi e viola. Lucchesi, partiamo dal passato. Da un Roma-Fiorentina di qualche anno fa quando un Batistuta giallorosso castigò la ‘sua’ Fiorentina, scoppiando in lacrime. Ci racconta un po’ quel dopopartita? «Ricordo benissimo quel momento, quando Gabriel pianse dopo aver segnato alla Fiorentina. Come fosse adesso. Gabriel, un tipo solitamente solare, allegro, sorridente, dopo il match si mise in silenzio. Si isolò, seduto su una panca, non

aveva voglia di parlare con nessuno. Testimoniò così la sua immensa sensibilità, il suo sentimento. L’emotività di una persona che in campo era un animale. Ma fuori un uomo vero». Quanto fu importante Bati per quella Roma che a fine stagione vinse lo Scudetto? «Non importante, ma fondamentale. Tutti furono importanti, a nessuno va tolto il merito di quella vittoria, ma il suo apporto fu indispensabile. Non mi vergogno a dire che gran parte di quello Scudetto fu merito suo. Nel girone d’andata fu devastante, segnò 13 reti. E poi garantiva una forza d’attacco notevole:

quando non segnava lui, lo facevano gli altri. Anche grazie a lui». Batistuta-Montella, un rapporto mai decollato… tutta ‘colpa’ di quel numero 9 sulla maglietta o c’era in ballo il posto da titolare? «Quello tra Bati e Vincenzo è stato un rapporto di competizione. Non scherziamo: stiamo parlando di due campioni puri. Forse Montella era un campione e Batistuta un fuoriclasse, ma comunque erano due prime donne, due numeri uno. Era normale, quindi, ci fosse tra i due una rivalità sportiva accesa. Cercavano semplicemente di primeggiare per avere spazio in quella che all’epoca era la squadra italiana più forte. Non ho mai sentito dire di un campione che avesse voglia di non prevalere su un altro. Non ho mai visto un cavallo voler arrivare testa-testa con un altro, senza cercare l’accelerazione per vincere…». Lunedì sera Bati è tornato allo stadio Franchi, accolto dai Della Valle. Lei che conosce bene sia la famiglia Tod’s che Batistuta… non pensa che insieme potrebbero dare ulteriore lustro alla Fiorentina? «Antognoni è la Fiorentina e sono d’accordo con la tua classifica: Batistuta, nell’immaginario collettivo, è l’uomo e il campione che rappresenta di più la Viola dopo Antonio. Sono due leggende che rappresentano il passato. Figure che meriterebbe spazio, non ci sono dubbi. A suo tempo, quando ero a Firenze,

parlai della possibilità di inserire Antognoni in Fiorentina. Ne parlai con la famiglia Della Valle e con Giancarlo. Poi venni via e non se n’è fatto più di nulla. Ah, a proposito di Bati vorrei aggiungere una cosa…». Prego… «Sono felice di poter dire che con Gabriel ho avuto un rapporto bellissimo fatto di sincerità, di feeling e stima». Passiamo al presente. Alla squadra di Garcia e a quella di Montella. Entrambe divertenti. Entrambe belle da vedersi. Ce le racconti… Quale preferisce? «Non posso rispondere a questa domanda: è come se un padre dicesse quale dei due figli preferisce… Ma posso dire che entrambe le squadre, a mio avviso, stanno facendo meglio di quanto previsto. La Roma era partita alla grandissima, ora è un po’ calata, ma comunque sta disputando un ottimo campionato. La Fiorentina è una macchina che mette continuamente benzine nel proprio motore. Chi si aspettava dai viola qualcosa di più, commetteva un errore. L’aspettativa doveva essere la conferma di quanto di buono aveva fatto la squadra di Montella lo scorso anno quando, tutto quello che veniva, era trovato. Quest’anno – lo ripeto – la Fiorentina è più forte di un anno fa. E verrà fuori». Ma lei preferisce la filosofia della Roma o della Fiorentina? «Sono due squadre diverse,

ma in qualcosa si assomigliano, ossia nell’interpretazione della gara, nel cercare sempre di fare la partita. In questo momento preferisco la Fiorentina. La Roma di inizio stagione era molto brillante. Forse troppo. Se avesse mantenuto quell’intensità lì, sarebbe stata devastante, ma non era possibile rimanere a certi livelli». Crede più nella Roma o nella Fiorentina in vista di un piazzamento Champions o, addirittura, di un ruolo come outsider per lo scudetto? «Credo nella forza di entrambe le squadre. Fiorentina e Roma sono le due squadre che lotteranno insieme al Napoli e all’Inter per conquistare i due posti Champions, dietro alla Juventus che, per conto mio, rivincerà ancora lo Scudetto». Quanto perde la Roma senza Totti in termini di qualità, ma soprattutto di carisma? «Sarà un caso, ma quando è mancato Totti, la Roma è calata pareggiando quattro partite consecutive contro Torino, Sassuolo, Cagliari e Atalanta. Sembrano discorsi da bar dello sport, ma la verità è che Francesco è ancora integro e dinamico e che, con lui, la squadra acquisisce qualità e carisma. Ha colpi da campione che possono cambiare le partite. Colpi che, negli ultimi anni, hanno avuto solo in tre in Italia: lui, Del Piero e Baggio». Quanto invece avrebbe potuto avere in più, la Fiorentina, con Gomez? «Non ci sono dubbi che la

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Mercoledì 4 dicembre 2013

Ma quel silenzio di Bati gli è rimasto dentro come un pugno.

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MA E’ COSI’ DIFFICILE INVESTIRE BENE? I magnati ci sono, vediamo di non farli scappare

SQUADRA DEVASTANTE”

di Cristiano Puccetti

rrivano i soldi, quelli veri, quelli di cuoio. Finalmente una pioggia di capitali esteri sembra potersi riversare sull’Italia. E’ disperatamente costretto ad aggrapparsi ad investitori esotici, il nostro calcio, per tornare a splendere come negli anni ‘90 quando piazzavamo come minimo una squadra in finale di James Pallotta, è uno dei quattro Champions e la Uefa era sempre ‘roba’ nostra. co-proprietari dell’AS Roma. Dal Dopo l’indonesiano Erick Thohir, personaggio 27 agosto 2012 ne è diventato presidente. pittoresco col fratello di nome Garibaldi, ecco il magnate cinese Chen Feng, interessato alla quota della Roma di proprietà di Unicredit. Questa poi sarebbe una manna: il fatto che una banca possieda una porzione consistente di una società e che sia stata costretta più volte a ripianare i debiti ereditati ripartendoli sulle spalle dei correntisti rappresenta una stortura che solo un paese come il nostro (ahimé) può concepire. Una cosa sia ben chiara: questi imprenditori stranieri naturalmente non sono dei benefattori, ma hanno intravisto un business. Nel calcio quando si parla di affari, ci si riferisce esclusivamente agli immobili, cioè agli stadi di proprietà. Ora la palla passa, nuovamente e pericolosamente, a governo e, di rimbalzo, amministrazioni locali. Questa volta la posta in gioco è altissima. Se, come spesso accaduto in passato, la burocrazia si metterà di traverso ed ostacolerà in maniera integralista il decollo dei progetti ‘nuovi stadi’, Thohir, Feng e Pallotta lasceranno immediatamente l’Italia. E’ interessante anche capire come queste ‘flebo’ di liquidità saranno utilizzate dai dirigenti - dalle mosse talvolta poco ortodosse - del nostro calcio. Circa quindici anni fa il calcio italiano era il più apprezzato, ricco e seguito a livello mondiale. Il boom dei diritti televisivi garantì alle casse dei nostri club un vero e proprio fiume di denaro. In Italia non furono poste regole, i soldi andarono ad ingrassare unicamente gli stipendi dei giocatori e le commissioni dei procuratori. Qualche anno dopo questo flusso arrivò anche in Germania. Lo stato e la federazione tedesca imposero ai club una ripartizione disciplinata di queste risorse: obbligandoli ad investire sui settori giovanili e costringendoli alla costruzione di nuovi impianti di proprietà. Così la Germania ha superato l’Italia, relegandola ai margini del calcio europeo. Adesso abbiamo una grande possibilità: attirare i nuovi ricchi e sfruttare i capitali esteri per risorgere. Bisogna ‘solo’ investire bene: è così terribilmente difficile?

Fabrizio Lucchesi ha guidato Fiorentina e Roma. Con i viola ha riconquistato la Serie A dopo il fallimento Cecchi Gori.

Fiorentina con Gomez avrebbe potuto avere molto di più. Senza togliere niente agli altri, i viola hanno perso qualcosa dall’assenza del tedesco. Lui e Rossi insieme potevano e potranno essere devastanti». Lo scorso anno la sfida tra Zeman e Montella la vinse il boemo. E Roma-Fiorentina fu considerata uno spot per il calcio. Chi la spunterà questa volta? «Ricordo quella partita: entrambe le squadre, per come giocarono, potevano vince-

re… e la Fiorentina non meritava la sconfitta. Per quanto riguarda domenica prossima credo che, se la Roma non riuscirà ad esprimersi con i ritmi di inizio stagione, la Fiorentina avrà molte chance di portare a casa un risultato positivo». Infine le chiediamo un parere a 360° su Ljajic e sulle sue vicende in viola: come avrebbe agito con lui? «Quella di Ljajic è una storia strana. Quando successe il ‘fattaccio’, io parteggiai per Delio Rossi. Capii subito che

poteva essere successo qualcosa che era riuscito a smuovere quello che solitamente è un uomo con un equilibrio straordinario. Ljajic si dimostrò prepotente e arrogante. Poi è venuto fuori quello che sapevamo, ovvero che era anche un giocatore importante, con qualità eccellenti. Ma il rapporto con la società si era incrinato, il ragazzo non voleva firmare il contratto con la Fiorentina. Voleva andarsene. E non era saggio trattenerlo. In questi casi, meglio lasciarlo andare».

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Mercoledì 4 dicembre 2013

L’ex terzino ha conosciuto da vicino entrambe le realtà. A Roma è cresciuto nel settore giovanile, a Firenze è diventato grande.

L'intervista

DI CHIARA: “IL CENTROCAMPO MIGLIORE E’ VIOLA, Di Chiara ha conquistato in sette occasioni pure la maglia della Nazionale azzurra. Nel 1991 fu ceduto al Parma.

di ALESSANDRO LATINI

n occhio al presente ed uno al futuro. La Fiorentina si prepara al big match contro la Roma di Rudi Garcia, rivelazione del campionato che testerà il reale valore della squadra di Montella. La partita di domenica porta con sé il fascino di una classica del nostro calcio, anche se per la Fiorentina è soprattutto un’occasione per dimostrare di potersi sedere al tavolo delle grandi del campionato. Il presente, dunque, ma è una settimana che punta anche al futuro. Si fanno i primi nomi di mercato e si sogna un imminente ritorno in campo di Mario Gomez. Questi gli ingredienti di un’attesa piuttosto smaniosa. Il Brivido Sportivo, per parlare di tutto questo e di molto altro ancora, ha intervistato in esclusiva Alberto Di Chiara, cinque stagione da protagonista a Firenze a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, ma con un passato anche in maglia giallorossa, con la quale ha svolto il settore giovanile ed ha esordito nel calcio professionistico. Di Chiara, partiamo dal clima che c’è a Firenze. Dall’entusiasmo a qualche mugugno il passo è stato breve… «A Firenze è così, non c’è da

stupirsi. Con qualche risultato buono l’umore va alle stelle, dopo due mezzi passi falsi arrivano le critiche. La scorsa settimana c’è stata anche la partita di Europa League contro una squadra che non si sa nemmeno dove sia collocata sulla cartina geografica e che non dava stimoli alla squadra. Certe partite possono nascondere insidie, soprattutto perché il gruppo può non avere una soglia dell’attenzione altissima. Riconfermarsi non è mai facile, ma io credo che la Fiorentina si sia comportata discretamente bene fin qui. La squadra è compatta e coesa, per migliorare quello che è stato fatto lo scorso anno deve entrare in Champions League e ad oggi è ancora in corsa. L’unico rischio può essere un calo fisico dei titolari, fisiologico perché giocano quasi sempre gli stessi. Io credo che i tifosi possano essere contenti di quello che è stato fatto di recente, perché solo due anni fa la Fiorentina era nella mediocrità più assoluta». La Fiorentina domenica farà visita alla Roma. La sfida si deciderà a centrocampo?

Alberto Di Chiara con la maglia della Fiorentina. In viola ha messo insieme 132 presenze e realizzato 10 gol.

MA L’ARMA IN PIU’ SARA’ CUADRADO” «Insieme a quello della Juventus io dico che Roma e Fiorentina hanno il miglior centrocampo, tecnicamente e qualitativamente. A centrocampo si vincono sempre le partite, specialmente in scontri fra squadre tecniche. La Roma vive sulle ali dell’entusiasmo, se ci sarà Totti sarà la loro ciliegina sulla torta. Per la Fiorentina sarà un test molto probante. Ha subito solo tre gol, segnare alla Roma non è semplice. Oltretutto segnano molto, sarà una gara difficile. La Fiorentina deve giocare come sa, ha una squadra di tutto rispetto. E’ vero che forse mancherà Gomez, ma Rossi fa gol a raffica». E poi la Fiorentina ha l’ar-

ma Cuadrado. Può essere lui l’uomo decisivo? «Cuadrado è sempre decisivo, fa la differenza nel vero senso della parola. Adesso poi le difese sono più larghe e le marcature meno asfissianti, quando punta il difensore in velocità lo salta sempre. E’ bravissimo tecnicamente e sa anche fare gol. E’ un giocatore in continua ascesa, può essere decisivo domenica, così come può esserlo sempre». A Firenze tiene banco Josip Ilicic. Domenica la Fiorentina si ritrova davanti Ljajic e qualcuno avrebbe preferito tenere il serbo piuttosto che acquistare lo sloveno… «Adesso è facile dire così, ma i conti si fanno sempre alla fine. Dobbiamo aspettare Ilicic, che finora non ha dimostrato di valere la cifra che è stato pagato. Montella è bravissimo a recuperare i giocatori, basti pensare a Vargas che stava andando al Livorno e adesso è un valore aggiunto per la Fiorentina. Ilicic va recuperato mentalmente e fisicamente, dal punto di vista tecnico non c’è niente da dire». Il tormentone sul ritorno di Gomez sembra poter finire nel giro di pochi giorni. Cosa può dare l’attaccante tedesco a questa squadra? «E’ un calciatore importante, è stato acquistato come la punta di diamante. Nel corso delle settimane questo ruolo se lo è preso Rossi, che nessuno poteva pensare fos-

se subito così devastante ed invece adesso è un calciatore di livello mondiale. Adesso la squadra si è assestata con Rossi in versione finalizzatore, quindi il rientro di Gomez farà cambiare un po’ l’assetto tattico. Non c’è quella smania da parte della società di mandarlo in campo a tutti i costi il prima possibile, la squadra va bene e oltretutto si rischierebbe di farlo incappare in qualche inconveniente fisico ulteriore. Certo, quando ci sarà lui Montella avrà una variante tattica importante. Anche ad Udine, per esempio, avrebbe fatto comodo nel secondo tempo».

La Fiorentina insegue la Champions League e la vittoria di un trofeo. La Roma sogna lo Scudetto. Traguardi possibili? «Le due squadre hanno la possibilità di fare tutto. La Fiorentina lotterà fino alla fine per andare in Champions ed inoltre ha le potenzialità per vincere l’Europa League, anche se in questa competizione conta molto la fortuna nel sorteggio. La Roma, se non si perderà nel girone di ritorno, lotterà per il titolo e sono convinto che lo farà, perché Garcia ha dato la giusta mentalità al gruppo».

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Mercoledì 4 dicembre 2013

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DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

IN FASE DI REGISTRAZIONE

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 - Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani - Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) DISTRIBUZIONE distribuzione@salvinieditore.it

HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giulia Bonci, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Fabrizio Paoli, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta. FOTO Massimo Sestini

DISASTRO RIZZOLI, MA PICCOLI ARBITRI CRESCONO… di GIANCARLO CARMAGNINI

S Rizzoli in campo. Direzione di gara, l’ultima, da dimenticare

Ancora una giornata con note più positive che negative per la “truppa” di Braschi. Peccato, però dover sottolineare, purtroppo, la giornata da dimenticare del n°1 (?) dei fischietti italiani Rizzoli, candidato per andare ai mondiali togliendo il posto a Rocchi. A Catania ha cominciato con il dimenticarsi del minuto di raccoglimento per la scomparsa di Ama-

dei ed ha proseguito con rigori negati, espulsioni affrettate, “affaire” Balotelli/Spolli gestito malissimo e cartellini gialli dati a casaccio. Anche Damato a Bergamo è stato contestato per due rigori negati alla Roma, ma qui ci potrebbe essere molto da dire, specie su quello per una presunta spinta ai danni di Gervinho, veramente risibile. Le note positive vengono dal già citato Rocchi, molto bra-

vo in Chievo-Livorno, vero padrone della situazione in campo, dal sempre più concreto Calvarese di Juve-Udinese, che ha dimenticato in fretta FiorentinaNapoli e le polemiche su Cuadrado, ed anche dal quasi debuttante Fabbri che in Cagliari-Sassuolo ha fatto sì che nessuno puntasse su di lui i riflettori. Doveri ha dimostrato ancora una volta, in un pirotecnico Fiorentina–Verona, 4-3 per i viola, le sue

Giacchetta nera

caratteristiche: arbitro di grande fisicità, sempre sull’azione e di bella corsa, ma sempre troppo autoritario e poco autorevole. Concludiamo segnalando che Pinzani, continuando nella sua “escalation” che lo ha portato ad essere il n° 1 della serie cadetta, soppiantando il designato Ostinelli, stasera farà il suo debutto a San Siro, nel 4° turno di Coppa Italia, dirigendo Inter–Trapani. Piccoli arbitri crescono …

BELLI I BIMBI IN CURVA,

UBI MAIOR di Ubaldo Scanagatta

ma non quelli sobillati da finti ultrà

COSA VA Ok che l’Inter venga raggiunta in casa negli ultimi minuti dalla Sampdoria. Se faceva 3 punti addio speranze di raggiungerli a breve. Chi avrebbe mai detto, tre anni fa, che avremmo avuto finalmente un buon motivo per ringraziare Mihailovic? Più che va...sono andati! Sono i 400 tifosi viola a Guimaraes per una partita in cui il risultato contava poco o nulla, e per assistere ad uno dei primi tempi più noiosi della

storia contro il Paco de Ferreira: meritano un pubblico riconoscimento che il Brivido Sportivo è ben lieto di dare. Un riconoscimento più concreto (un biglietto omaggio? Una maglietta firmata di un giocatore?) potrebbe darlo la società. Mensua. A giudicare dalla eccellente parata fatta in Portogallo negli ultimi minuti il portiere uruguagio non è poi così sprovveduto. Per un bel gol ad un attaccante si dà 8 anche se nel resto della partita non ha toccato palla. A Mensua gli hanno dato quasi tutti 6 e mezzo per alcuni brutti rilanci di piede. Ecché Neto invece li fa belli? Ingiustizie della vita.

AUTOFFICINA

COSA NON VA Non va che la Roma abbia acciuffato il pareggio a Bergamo al 91mo. Nè va che Francesco Totti sia stato visto correre meglio di Gomez. Per solidarietà con SuperMario «Er Pupone» non poteva aspettare a rientrare dopo RomaFiorentina? Llorente, in cui pochi credevano, segna e fa segnare anche in modi tutt’altro che banali. Conte è,

duole dirlo, un bravo allenatore. E Marotta, con Tevez e Llorente, un bravo direttore sportivo. La Juve ha lo scudetto in tasca. Bastaaaaaa! Che dire di gran parte dei 12.500 bambini dello Juve Stadium che, probabilmente sobillati da qualche ultrà, si sono esibiti nel «oooohhh Merda...» quando il portiere dell’Udinese effettuava il rilancio? Se son questi i tifosi del futuro si sta freschi.

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Mercoledì 4 dicembre 2013

la voce al tifoso

La super sfida dell’Olimpico vista da due tifosi D.O.C:

di Giulia bonci

Mattioli sfida Vallesi. E’ divertimento in musica

VALLESI:

MATTIOLI:

«Garcia è l’arma in più, ma noi ci teniamo stretto Pepito»

«Attenti a Borja Valero. Rossi? Un fenomeno».

Roma-Fiorentina è una di quelle partite che non può essere come le altre. Anche un tifoso doc come Paolo Vallesi la vive con l’adrenalina delle grandi occasioni: «Nella capitale come qui da noi si parla di calcio dal lunedì mattina alla domenica notte. Loro hanno la nostra stessa passione: per questo, la gara dell’Olimpico non può essere una partita banale” In una ideale classifica delle rivalità, dove si posiziona quella contro la Roma? «La metterei al terzo posto dopo Juve e Milan». Cosa ne pensa di questa nuova Roma? «In questo momento loro hanno lo stesso nostro alone di mistero ed entusiasmo che ci contraddistingueva lo scorso anno. Sono imprevedibili e giocano bene». E come le sembra Garcia? «Non è un genio o un rivoluzionario del calcio ma ha saputo mettere i giocatori nei ruoli giusti e forse questo è proprio quello che gli mancava. Zeman e Luis Enrique pensavano di cambiare il calcio, ma l’equilibrio

e la solidità sono le armi migliori. Io però, preferisco sempre Vincenzo Montella». Chi teme di più? «Se rientrerà, Francesco Totti. Lui ha una marcia in più. E’ uno dei pochi veri campioni rimasti in Italia e nonostante l’età è sempre una dei migliori. Può fare la differenza». E invece quale può essere la carta vincente di Montella. «Voglio andare contro corrente e spero che Ilicic faccia vedere le sue qualità. Non posso credere che sia quello delle ultime partite. Tutti gli addetti ai lavori ne parlano molto. Non possono aver preso tutti un abbaglio». L’assenza di Gomez quanto ha pesato? «Troppo. La squadra era stata costruita su di lui e la sua assenza è stata una grave perdita. Mi sarebbe piaciuto vederlo contro Totti. Avrebbero dato spettacolo». Un pronostico? «Io solitamente non ne faccio ma ho buone sensazioni e sono sicuro che sarà una gran bella partita».

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Per Maurizio Mattioli la Roma è più di una passione è una vera è propria ragione di vita. Un amore viscerale che lo porta a non perdere mai una partita. «Non importa dove sono, per me vedere la “maggica” è una priorità assoluta e quindi, non posso perdermi la sfida contro la Fiorentina» Ma da romanista come vede questa colonia romana a Firenze? «Sono contento sopratutto per Montella. Io credevo molto in lui e un po’ mi è dispiaciuto che non gli sia stato data una possibilità concreta». Lo avrebbe voluto come allenatore? «Adesso sarebbe facile dire di s+. Io ero uno zemaniano convinto e quindi quando la società decise di prendere il boemo ero felice. Ora abbiamo Garcia che sta facendo bene spero che possa aiutare noi tifosi a toglierci delle soddisfazioni». E della Fiorentina cosa pensa? «E’ una gran bella realtà con un proprietà italiana molto solida. Mi piace come stanno lavorando, hanno intrapreso un percorso che secondo me li porterà lontano inoltre hanno alcuni giocatori che non sono per niente male».

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Tipo? «Togliendo Giuseppe Rossi che è di un’altra categoria io ammiro molto Borja Valero. E’ uno dei giocatori che più mi ha impressionato la passata stagione. Pradè è stato bravo, è così che si fanno le squadre. Per nostra fortuna non è ancora rientrato Mario Gomez che è senza dubbio uno dei miglior giocatori arrivati quest’anno nel campionato italiano». Che partita sarà quella tra Roma e Fiorentina? «Per me tutte le gare sono difficili ma quella contro la Fiorentina la temo molto… E’ uno scontro diretto. Lottiamo entrambi per un posto in Champions League quindi tutte e due le squadre giocheranno per la vittoria. Sarà spettacolo». Chi potrà essere decisivo? «Queste partite le risolvono i campioni. Se rientra Totti potrà fare la differenza per la Roma, per i viola, invece, Giuseppe Rossi potrebbe crearci problemi seri». Un pronostico? «Da buon tifoso sono scaramantico l’unica cosa che posso dire è: che vinca il migliore e speriamo di essere noi».

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In principio era un sogno, col tempo è diventato realtà. Coach Chiari mantiene la supervisione delle giovanili.

BASKET

PALLACANESTRO:

di FABRIZIO PAOLI

iniziata una nuova avventura per la S.T.M. Pallacanestro di Borgo San Lorenzo, che nella stagione 2013/2014 partecipa anche al campionato di Prima Divisione della F.I.P. La società di Borgo San Lorenzo, fondata nel 1994 e presieduta da Claudio Zantonetti, da qualche anno non aveva più una prima squadra e si dedicava solamente allo sviluppo del settore giovanile, sotto la guida del coordinatore tecnico Flavio Chiari. Adesso Chiari è l’allenatore della squadra principale, oltre a mantenere il ruolo di responsabile delle giovanili. Per affrontare il campionato di Prima Divisione F.I.P. è stato formato un organico di 16 giocatori: una parte promossa dalla squadra Under 19 della stessa S.T.M., un’altra proveniente dalle società del territorio, in cui i giocatori si trovavano in prestito. Tommaso e Matteo Barletti sono arrivati dalla Polisportiva Mugello ‘88 di Barberino; Pinelli e Tallinucci dal Cillo Basket di Borgo San Lorenzo; Palozzo, Borselli, Francini, Giulio e Tommaso Gualandi dalla Polisportiva Dicomano, che ha deciso di cessare l’attività dopo una

A BORGO SAN LORENZO SI TORNA IN PRIMA DIVISIONE. lunga militanza nei tornei di basket. I direttori sportivi della società mugellana sono Franco Lastrucci e Fulvio Tortoli. «Siamo riusciti, dopo mesi di lavoro e contatti con le società dei comuni limitrofi, a costruire la prima squadra che parteciperà al campionato di Prima Divisione. A gennaio - ha spiegato il presidente Claudio Zantonetti abbiamo deciso all’interno del Consiglio di vagliare la possibilità di costruire una prima squadra per dare un futuro ai ragazzi che finivano il percorso giovanile. Oltre al gruppo dell’Under19 si sono aggregati diversi ragazzi che erano in prestito nelle società del territorio e abbiamo deciso, visto il numero dei componenti, di provare questa nuova avventura. L’obiettivo è quello di ridare entusiasmo a tutto il movimento e vorremmo vedere alle partite il palazzetto pieno, coinvolgendo tutti i ragazzi del setto-

La S.T.M. Pallacanestro di Borgo San Lorenzo partecipa da questa stagione al campionato di Prima Divisione della F.I.P. Soddisfatto il presidente Zantonetti

re giovanile dai grandi ai piccini come in una grande famiglia». Oltre alla prima squadra, sono state composte altre sei formazioni che

disputeranno i campionati giovanili: tre nei tornei della F.I.P. ed altre tre nel minibasket. L’Under 17 (allestita in collaborazione

con la Polisportiva Dicomano) è allenata da Lorenzo Borselli, l’Under 15 (in collaborazione con la Mugello ‘88) da Vincenzo Iula e

l’Under 13 da Davide Matteini. Nel minibasket sono state formate le squadre delle categorie Esordienti, Aquilotti e Pulcini.

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MUGELLI: «IL 2014 SARà L’ANNO DELLE SODDISFAZIONI» di Fabrizio Paoli

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assimiliano Mugelli, per tutti Max, è da alcune stagioni il pilota automobilistico mugellano più in vista. Nato a Firenze il 14 marzo 1974, è cresciuto a Ronta, frazione di Borgo San Lorenzo. Ha iniziato a correre nel 1994 partecipando al Challenge Formula Ford, che ha vinto nel 1995. Dal 1996 al 2004 ha gareggiato in vari monomarca: nella Citroën Saxo

Cup, nella Mazda MX-5 Sport Cup e nel Ferrari Challenge. Poi ha disputato il Campionato Italiano GT, il Campionato Europeo FIA GT3, la GT Sprint International Series e la Superstars International Series, dove è approdato nella stagione 2012. Max Mugelli anche nella stagione 2013 ha partecipato alla Superstars, uno dei campionati più competitivi del panorama automobilistico. Al via della serie le vetture di nove marchi pre-

stigiosi (Audi, BMW, Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Jaguar, Lexus, Mercedes e Porsche) e tanti piloti di alto livello, a partire dagli ex della Formula 1 Gianni Morbidelli e Tonio Liuzzi. Il pilota mugellano è stato confermato dal Team Dinamic, che ha fatto correre le BMW M3 E92. E’ stata una conferma nella squadra di Reggio Emilia, con cui Max aveva concluso la stagione 2012, dopo l’esperienza non felice nella prima parte

dell’anno con la Mercedes del Caal Racing. Il campionato era composto da otto appuntamenti, con doppia gara, su circuiti italiani ed esteri. Debutto all’inizio di aprile sul circuito di Monza e conclusione a fine ottobre a Vallelunga. Max Mugelli ha ottenuto due podi, entrambi nella seconda parte della stagione: il terzo posto in gara-2 a Donington ed il secondo in gara-1 a Vallelunga. Per il resto tanti piazzamenti di rilievo, due

Max Mugelli: il 2014, dice, sarà il suo. ritiri ed una gara in cui non è partito per danni riportati dalla vettura. «Non ho festeggiato sul gradino più alto del podio - il commento finale di Max Mugelli - ma ho avuto la conferma di poter essere al vertice di un campionato che quest’anno, nelle prime sei o sette posizioni, è stato uno dei più impegnativi in Europa. Desidero ringraziare tutto il team ed in particolare Maurizio Lusuardi per

l’appoggio che non mi hanno mai fatto mancare durante la stagione: a differenza di altri team, ad esempio, la nostra BMW non ha mai sofferto di alcun problema di carattere tecnico, che dipende non solo dalla bontà della vettura in sé ma soprattutto dal modo in cui viene gestita. Anche se è presto per parlarne, ci sono dunque le condizioni per potere toglierci delle belle soddisfazioni nel 2014».

Il saluto della Ferrari e di Montezemolo

ferrary day

Obrigado felipe

di Cristiano Puccetti

S Le finali mondiali del sono state disputate con le Ferrari 458 Challenge, all’ultimo anno di corse.

i è svolta dal 5 al 10 novembre all’Autodromo del Mugello l’edizione 2013 del Ferrari Day. L’evento, tradizionale appuntamento itinerante della casa di Maranello con tifosi e clienti che si tiene ormai da un ventennio, quest’anno è stato ospitato dal circuito tosca-

no. La giornata conclusiva è stata anche l’occasione per salutare Felipe Massa: a fine stagione il pilota brasiliano, dopo otto stagioni consecutive, lascerà la guida della Ferrari nel Mondiale di Formula 1 per passare alla Williams. Di fronte a 15.000 spettatori il tributo dei tifosi del Cavallino, alla presenza del presidente della Ferrari Luca

Cordero di Montezemolo e dell’amministratore delegato di Fiat S.p.A. e presidente e amministratore delegato di Chrysler Group, Sergio Marchionne. Nel programma della domenica, oltre all’esibizione della Ferrari di Formula 1 con Felipe Massa, le finali mondiali del Ferrari Challenge, le attività legate alle Formula 1 clienti, l’esibizione

delle Ferrari 599XX e FXX e la presenza delle vetture storiche prodotte da Maranello. Le finali mondiali, che sono state disputate con le Ferrari 458 Challenge (all’ultima stagione di corse), hanno coinvolto tutte le serie del Trofeo Pirelli e della Coppa Shell di Europa, Asia e Nord America, in lotta per la conquista dei titoli monomarca.

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speciale Mugello • Valdisieve • Chianti

Nata appena anni fa, la società borghigiana sta mettendo insieme risultati e prestigio

CALCIO A 5

Mattagnanese tra le grandi della c/2, di Fabrizio Paoli

a Mattagnanese B.S.L. si conferma una bella realtà del panorama sportivo mugellano. La società di calcio a 5 ha vissuto intensamente i tre anni trascorsi dalla fondazione, avvenuta nel 2011. Nella prima stagione il sodalizio guidato dal presidente Sandro Quartani ha allestito due formazioni, una maschile ed una femminile, che hanno partecipato ai campionati di calcio a 5 organizzati dalla Lega U.I.S.P. del Mugello. Dopo soli dodici mesi la Mattagnanese ha deciso di affiancare alle due compagini amatoriali anche una squadra affiliata alla F.I.G.C. Nella scorsa stagione il debutto dei borghigiani in un torneo federale, la Serie D (il gradino più basso nelle categorie del futsal), si è rivelato entusiasmante: è arrivato il secondo posto, ovvero una delle due posizioni che valevano la promozione di-

QUANDO I SOGNI DIVENTANO REALTA’

tecnico Somigli che la maggior parte dei giocatori, con i quali aveva condiviso altre esperienze nelle società della zona. L’organico costruito dalla società, formato da un nutrito gruppo di giocatori esperti che da tempo sono protagonisti del calcio a 5 mugellano, è stato in massima parte confermato. Poi alcuni innesti di elementi esperti, come Novellino e Gesualdi, provenienti da squadre dell’area fiorentina hanno rafforzato la rosa. Nel campionato in corso la Mattagnanese continua a convincere ed è nuovamente ai vertici della classifica, anche se l’obiettivo della seconda promozione consecutiva sembra azzardato viste le circostanze. Comunque il primo terzo della stagione regolare della Serie C/2 ha eletto la squadra di Borgo San Lorenzo tra le grandi del Girone B, assieme alla Mens Sana Siena ed al San Giovanni che sembrano tra le maggiori candidate al salto di categoria.

Sono bastati pochi anni alla Mattagnanese per imporsi ai vertici del Calcio a 5.

retta in Serie C/2. Nella stagione 2013/2014 la società borghigiana ha puntato ancora sull’allenatore Stefano Somigli, protagonista della

tivo: Lorenzo Giovannini, che ricopriva l’incarico, è rimasto in società con un altro ruolo. La direzione dell’area tecnica è stata assunta da Rober-

splendida cavalcata che ha portato alla promozione, con la collaborazione come secondo di Pietro Borghetti. E’ cambiato invece il direttore spor-

to Checchi, proveniente dalla Tre Esse 2005 (che ha cessato l’attività), un altro personaggio storico del calcio a 5 mugellano, che conosce bene sia il

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speciale Mugello • Valdisieve • Chianti

Il difensore è stato premiato per l’attaccamento dimostrato alla maglia neroverde

la ricorrenza

Un’emozione cosi’ non ritorna mai piu’.

LANDI, DIECI ANNI A RONTA di FABRIZIO PAOLI

eonardo Landi, capitano della Rontese, è uno dei personaggi di spicco del calcio mugellano. Il capitano dei neroverdi è stato premiato da Antonino Salamone, presidente della società della frazione di Borgo San Lorenzo, per i dieci anni di militanza con il club mugellano, nel corso dei quali ha messo in mostra serietà e attaccamento ai colori neroverdi. Leonardo Landi è nato il 21 settembre del 1981 a Firenze da una famiglia di origini mugellane (di Panicaglia, a poca distanza da Ronta) ed è approdato in Mugello all’età di 18 anni, nel campionato 1999/2000, quando è passato alla Fortis Juventus.

Ha giocato in biancoverde per due stagioni, prima in Eccellenza e poi in Serie D (dove ha collezionato sei presenze), prima del passaggio al Vicchio per altri due anni (dal 2001 al 2003 in Prima Categoria e in Promozione). Nell’estate del 2003 il passaggio alla Rontese, di cui dopo un decennio veste ancora la maglia indossando la fascia di capitano. In carriera il difensore dei neroverdi mugellani ha conquistato quattro promozioni con Fortis Juventus (nel 1998/’99 dall’Eccellenza alla Serie D), Vicchio (nel 2001/2002 dalla Prima Categoria alla Promozione) e Rontese (per due volte, nel 2006/2007 e nel 2010/2011, sempre dalla Seconda alla Prima Categoria).

Leonardo Landi, capitano della Rontese, riceve la targa ricordo per i 10 anni di militanza nel club dal presidente Antonio Salamone.

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Mercoledì 4 dicembre 2013

Nonostante il pareggio di Brescia l’Empoli resta al comando della classifica, ma il Palermo è a -1

La vetta resta azzurra:

LA CORSA ALLA “A” CONTINUA

Francesco Tavano, centocinque gol in azzurro, macina un record dopo l’altro: per lui venerdì scorso è arrivata l’ennesima doppietta. di andrea giannattasio

L’

Empoli sbatte contro la cabala. E contro la sfortuna. Il rocambolesco 2-2 maturato venerdì sera al termine della partita contro il Brescia ha il sapore di un’ennesima occasione mancata per i ragazzi di Sarri, che contro le rondinelle (che non vanno ko al Castellani dalla bellezza di quattordici anni) hanno prima esultato, poi tremato ed infine tirato un grosso, grossissimo sospiro di sol-

lievo. Il terzo successo consecutivo, in casa azzurra, non vuole proprio arrivare e a togliere le castagne dal fuoco prima del fischio finale ci pensa come sempre Francesco Tavano, che dopo la rete del momentaneo vantaggio siglata al 56’, trova a pochi secondi dal gong finale il punto che vale un preziosissimo 2-2 dopo la clamorosa rimonta ospite. Per l’ex bomber del Valencia sono adesso 11 i gol stagionali con l’Empoli, 105 totali con la casacca azzurra. Numeri sempre

più da record. Una terza vittoria, dicevamo, che continua a mancare nel cammino dei toscani, che dopo gli ultimi rotondi successi contro Lanciano e Spezia hanno rischiato addirittura di capitolare davanti ai propri tifosi (sarebbe stato il primo ko dell’anno) sotto i colpi di Caracciolo (l’altro bomber di razza che si è fatto trovare pronto alla prima occasione) e di Grossi, dopo un iniziale vantaggio costruito sull’intramontabile tandem TavanoMaccarone, quest’ultimo per larghi tratti assente dalla manovra azzurra. La truppa di Bergodi però non è stata a guardare e dopo l’1-0 dei padroni di casa, ha ribattuto colpo su colpo prima trovando la rete del pari con un imperioso stacco dell’Airone (si tratta del primo gol che l’Empoli subisce di testa quest’anno) poi addirittura superando gli azzurri con missile terra-aria di Grossi, con Bassi che nella circostanza non è sembrato esente da colpe. I toscani non però non si sono scoraggiati e con l’ingresso di Mchelidze in

campo Sarri ha ridisegnato la squadra in totale trazione anteriore. E quando ormai la prima sconfitta interna sembrava ormai ad un passo, al 94’ uno scellerato svarione della difesa del Brescia ha spianato la strada a Tavano, che servito in profondità a tu per tu

con Arcari non ha potuto sbagliare. E’ il 2-2. Un risultato fortunato (e fortunoso) che permette comunque agli azzurri di mantenere la vetta della classifica, dato l’inatteso stop in cui è incappato il Lanciano sul campo del Trapani. E proprio nell’estremo Sud

Italia sarà la prossima tappa della capolista azzurra, che sabato prossimo all’Ezio Scida se la vedrà con il sorprendente Crotone: l’occasione giusta per consolidare il primato in B e per continuare a cullare legittimi sogni di gloria.

Maurizio Sarri, tecnico dell’Empoli, in panchina. Sogna di chiudere il 2013 in vetta alla classifica.

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Mercoledì 4 dicembre 2013

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Lompi e Gaito primi tra i toscani: niente finale ma buona prova per la serie C femminile

FINALI NAZIONALI: di Maria Consiglia grieCo

Edoardo Lompi tra i tecnici Andrea Paoli e Matteo Alterini

Jacopo Gaito tra i tecnici Andrea Paoli e Matteo Alterini

l Centro Ginnastica Firenze si “trasferisce” nel nord Italia per un intero fine settimana. Lombardia e Veneto hanno infatti ospitato nel weekend appena trascorso, a cavallo tra novembre e dicembre, rispettivamente la finale nazionale del Torneo Allievi Under 15 (competizione individuale di ginnastica artistica maschile) e quella - a squadre - di serie C di artistica femminile, e la società gigliata ha portato in gara due ginnasti individualisti più quattro allieve a formare il team bianco/rosso. Il primo atleta fiorentino a calcare il campo gara allestito a Mortara (PV) dalla società organizzatrice “La Costanza - Andrea Massucchi” è Edoardo Lompi, in pedana tra gli allievi del primo livello, autore di un’ottima prestazione sulle quattro specialità previste dal programma (corpo libero, volteggio, parallele pari, sbarra), che gli vale un bellissimo tredicesimo piaz-

La squadra di serie C femminile

IL CGF C’E’!

Il campo gara al PalaArrex di Jesolo zamento italiano su ben 53 partecipanti, oltre al primo posto tra i ginnasti provenienti dalla Toscana. A confermare come gli atleti della nostra regione raccolgano in campo nazionale, spesso, più soddisfazioni di quanto accada tra le “mura amiche”, arriva anche il buon piazzamento (26esimo su circa 50 ginnasti) di Jacopo Gaito nel secondo livello che, come il collega

più giovane, risulta primo tra gli allievi toscani nella finale disputata nella mattinata di domenica 1 dicembre. Così come le numerose finali nazionali affidate dalla Federazione Ginnastica d’Italia alla società pavese, anche quello di Jesolo (VE) è ormai un must del calendario agonistico federale: anche quest’anno, infatti, è il PalaArrex del lido veneto ad ospitare le qualificazioni prima, e la finalissima a venti squadre a seguire, del campionato nazionale di serie C femminile, riservato a ginnaste allieve, cioè tra gli 8 e i 12 anni d’età. Con l’organizzazione della Gymnasium Treviso, la gara di qualificazione per le circa 100 formazioni ammesse prende il via già da venerdì 29 novembre, ma l’ordine di lavoro prevede che le ginnaste di Sorgane scendano in campo gara nel sabato pomeriggio, e così Anita Bartolozzi (impegnata su tutti e quattro gli attrezzi), Elena Gensini (parallele asimmetriche), Sara May La

Rocca (volteggio, trave e corpo libero) tornano a disputare una finale nazionale sulla pedana veneta, mentre per Gaia Buglioni si tratta della prima finalissima, già conquistata a pochi mesi dall’inizio della carriera agonistica, ad otto anni (età minima per partecipare alle competizioni ufficiali) compiuti soltanto lo scorso maggio. Anche a lei, nonstante la pochissima esperienza, tocca misurarsi su tutte e quattro le specialità, a fronte degli infortuni di Ginevra Gai - partita ugualmente per la trasferta, a fare il tifo alle compagne di squadra - e Giorgia Banchi, rimasta a seguire da casa l’avventura delle sue colleghe. Squadra forzatamente incompleta, dunque, e allora il piazzamento di metà classifica è comunque un buon risultato - nonostante una sfortunata rotazione alla trave - in attesa di potersi davvero giocare, con la squadra al completo e al meglio della forma, l’ingresso nella finale tra le migliori venti formazioni italiane.

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IL TENNIS. LE SUE INDISCREzIONI. DIETRO LE qUINTE. Noti giornalisti internazionali, tennisti, allenatori, fans dialogano ogni minuto sull’attualità e le piccole grandi storie del circuito mondiale e sulle scelte tecniche da compiere per i figli.

Mercoledì 4 dicembre 2013

Aspettando gli scatti Instagram delle partite giocate, abbiamo incontrato l’anima di Goldbet FC

MIDLAND

A TU PER TU CON TOMMASO REALE Dopo tre ottimi tornei dello scorso anno come P.zza Ghiberti, ora vi siete iscritti al campionato. Puntate a qualcosa di più importante? «Visto il rammarico per la sconfitta in finale di Champions League della scorsa stagione, la squadra ha voluto iscriversi al campionato per riuscire a cancellare quel brutto epilogo che ancora un po’ ci pesa . Penso sia stato proprio questo episodio, a far sì che oggi la nostra formazione riesca a dimostrare sempre il proprio valore con grinta e sacrificio». Siete in un girone, il Germania, molto equilibrato. A che posizione può ambire la Sua squadra? «Non abbiamo degli obiettivi ben precisi, perché prima vogliamo vedere la forza delle altre squadre. Certo, arrivare tra le prime quattro non ci dispiacerebbe affatto ma sappiamo che per arrivare a tal punto serve tanta continuità . Al momento ci riteniamo soddisfatti, visto ci troviamo tra le prime posizioni ed è importante rimanerci il più possibile».

C’è nella squadra un giocatore a cui non vorrebbe mai rinunciare? «Cito Alessio Russo, il nostro difensore che spesso trovandosi anche in situazioni sfavorevoli riesce sempre a uscire con la palla al piede e da vincitore . Non ci ha mai deluso perché oltre a essere forte è anche continuo, non avendo mai sbagliato una partita da quando gioca con noi». Ormai da diversi anni in Midland, come ha trovato i nostri tornei e campionati? «Secondo il mio punto di vista avete una buona organizzazione, siamo sempre ben accolti e perciò vi ringraziamo per quello state facendo».

CONCORSO INSTAGRAM: SCATTA E VINCI Con l’inizio del campionato è partito un nuovo spettacolare concorso su Instagram, l’applicazione più scaricata per le fotografie. Partecipare è molto semplice: 1) Scattate una foto con il vostro smartphone di un momento particolare riguardante la partita, che sia il pre o il post gara, oppure dopo una vittoria o dopo una sconfitta.

Ogni formazione ha punti di forza e punti deboli, dove credE che possiate migliorare? «Dobbiamo migliorare nella fase di non possesso: quando si tratta di recuperare il pallone, dall’attaccante all’ultimo difensore non ci muoviamo da squadra, ognuno si muove per conto proprio. Se riusciamo anche in fase di pressing a muoverci tutti in-

2) Pubblicatela su Instagram aggiungendo #concorsomidland. 3) La foto che, a fine campionato, avrà il maggior numero di like, vincerà un buono acquisto da 100 euro da spendere nel nostro negozio. Più foto pubblicate, più possibilità avete di vincere!

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Evidentemente la sfide sono il pane quotidiano del Brivido. Il Mugello, dai forti risvolti cromatici viola, ci ha spinti a scommettere su questo spicchio di meravigliosa Toscana. Lo sappiamo bene noi che abbiamo seguito in ritiro i viola nelle estati di San Piero a Sieve, quando al campo di allenamento era festa ogni giorno. Un’ondata di affetto formidabile e una grande organizzazione. E sarebbe bello se la Fiorentina riuscisse a tornare qualche volta da queste parti. Il Brivido Sportivo, come detto con gli articoli dedicati al vostro e nostro Mugello: cercherà di soddisfare ogni esigenza, ma siamo abituati anche ad ascoltare le indicazioni dei lettori. E allora coraggio, non fate i timidi, suggeriteci spunti e temi che potremo trattare con grande interesse. Mi piace anche ricordare che nella nostra squadra schieriamo un amico e validissimo collega, Cristiano Puccetti, mugellano doc. Ci sta dando un grande aiuto e ci guiderà sulle strade di casa sua. Il resto speriamo lo faccia la Fiorentina: i viola sono al centro di una stagione straordinaria. Speriamo che continuino con determinazione la scalata al successo, mantenendo quel gioco raffinato, ormai marchio di fabbrica di Montella e suoi uomini. Buona lettura a tutti.

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ono un po’ depressi i giocatori dei Balcani che hanno militato, o che militano oggi, nella Fiorentina. Siamo certi che Jovetic e Ljaijc - i due che se ne sono andati da Firenze in cerca di gloria - a questo punto del campionato si aspettassero qualcosa di meglio dalla loro stagione. Del resto le loro destinazioni non erano proprio roba da quarta serie calcistica...

LA DEPRESSIONE BALCANICA Accompagnato dal suono trionfale delle fanfare, il montenegrino Jovetic l’estate scorsa è approdato addirittura al Manchester City. Stella fra le stelle, JoJo finora non ha potuto dimostrare il proprio valore. Sia perché infortunato (qualcuno a Firenze mormora che abbia la soglia del dolore bassa, mah!), sia perché, molto più probabilmente, il suo astro nascente è stato offuscato dalle luci ben più sfavillanti dei

vari Aguero, Dzeko, Negredo. Voci incontrollate dicono che a gennaio potrebbe lasciare l’Inghilterra per passare alla Juventus. Boh, certo a Firenze nessuno di sicuro si arrabbierebbe più. Diversa la situazione di Ljajic, approdato a Roma quasi per ripiego (il suo sogno era il Milan, ma i Della Valle da quell’orecchio erano diventati improvvisamente sordi). All’inizio sembrava aver trovato posto in

squadra. Certo, qualche maligno aveva detto che Totti l’aveva accolto sotto la sua ala protettrice… Quindi, uscito il capitano per infortunio, l’allenatore Garcia ha pensato bene di centellinare le sue presenze come se si trattasse di un vino d’annata. Ljajic è bravo, ma molti a Firenze non riescono a dimenticare che per due anni, o quasi, si è limitato a fare poco più che atto di presenza. “Dulcis in fundo”, la

pillola più amara per i tifosi viola. Jovetic e Ljaijc sono ormai due ex, e quindi del loro destino non importa quasi nulla a nessuno. Anzi, c’è soddisfazione nell’assistere ai loro flop. Invece Ilicic “gioca” ancora qui. Il grande mistero è capire perché lo sloveno sia venuto a Firenze. Forse, una volta svelato l’arcano, i tifosi potrebbero anche cominciare a chiedersi in che modo Montella potrebbe utilizzarlo in

campo: esterno destro o sinistro, trequartista dietro le punte, seconda punta? Troppi ruoli per capire quali siano le sue qualità, che pure molti addetti ai lavori assicurano eccezionali. Alla fine il dubbio è che i giocatori il cui cognome finisce in -ic siano sempre complicati da gestire. Già, rimane Savic. Che finora a Firenze ha fatto bene. Tocchiamo ferro. E tiriamo avanti.