Il Brivido Sportivo n. 30 del 01.09.2012

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esta l’amaro in bocca solo ed esclusivamente per la vicenda legata a Berbatov, l’attaccante, il bomber, che avrebbe dato la pennellata finale al grande lavoro di Pradè e Macia. La vicenda è stata per certi aspetti grottesca e comunque piena... Segue in ultima


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L’opinione degli ex De Sisti e Merlo plaudono al centrocampo della Fiorentina di Michela lanza

È

bastata una partita (anzi una frazione di gara) per fare esplodere l’entusiasmo e scorgere al Franchi quel girar palla, quei fraseggi, quei cambi di gioco e quella qualità che fino a poco tempo fa i tifosi viola erano soliti ammirare (e sognare) solo attraverso immagini televisive di squadre marziane dall’accento catalano. Ma la visione miracolosa del trio Borja Valero-Pizarro-Aquilani (che diventa quartetto se aggiungiamo l’insospettabile e sorprendente Romulo) ha letteralmente fatto innamorare chi a Firenze ama il bel gioco, ama il calcio, e si era ultimamente abituato e adagiato a vedere trottare in mezzo al campo ‘bradipi’ e uomini senza idee né fantasia. I rimpianti di cessioni amare sono già dimenticati. I giocatori che non credevano nel progetto (come gran parte dei tifosi), sono già ricordi lontani e pure ‘fastidiosi’. Ormai a Firenze è scoppiata la mania del tiki-taka fiorentino tanto che, non avendo mai assistito a tale ragnatela di passaggi (neanche negli anni d’oro della gestione Prandelli, la Fiorentina ha espresso questo tipo di gioco, perché costruita con altre caratteristiche),

Come piacciono quei viola che stanno nel mezzo De Sisti e Merlo A fianco il da sinistra: Aquilani, Pizarro e Borja Valero

qualcuno si domanda già se l’attuale centrocampo viola sia il più forte ammirato dalle parti di Campo di Marte da qualche anno a questa parte. E chi meglio di due ex campioni della storia della Fiorentina quali Giancarlo De Sisti e Claudio Merlo, due che a Firenze hanno vinto uno scudetto, poteva rispondere (in esclusiva al Brivido Sportivo) a questa domanda? De Sisti, quello viola è il centrocampo più forte visto negli ultimi anni a Firenze? «Non ci sono dubbi che sulla carta le indicazioni arrivate dalla prima partita contro l’Udinese sono buone. Sotto l’aspetto tecnico è certamente un ottimo centrocampo ma è troppo presto per dire già

De Sisti: “Quando il denominatore comune è la qualità, ci sono grandi possibilità di fare le cose fatte bene” adesso se può essere il migliore degli ultimi anni. Certo – ha ammesso compiaciuto Picchio De Sisti – Pizarro è un giocatore da elevato tasso tecnico, Borja Valero non lo conoscevo ma vedendolo all’opera mi è sembrato da subito un giocatore molto valido e anche abile nello smistamento e Aquilani, quando è entrato, si è inserito subito bene fornendo un assist grazie ad un lancio millimetrico di quaranta metri per quel fenomeno di Jovetic che ha regalato la vittoria alla Fiorentina. Il centrocampo viola, dunque, è un settore che parla un

buon linguaggio calcistico. Quando il denominatore comune è la qualità, ci sono grandi possibilità di fare le cose fatte bene. Ho visto che corrono tutti l’uno per l’altro, si possono integrare, hanno dimostrato di non avere problemi. Anzi, il problema c’è quando manca la qualità. Certo, la manovra non può sempre svilupparsi palla a terra. Servono anche altre soluzioni ma ripeto, sempre sulla carta e a primo impatto, quello viola ha la prerogativa di essere uno dei settori di centrocampo più importanti della serie A. A patto che…». A patto che? «Che Aquilani giochi

spesso. Questo è un giocatore che Milan, Juve e Liverpool non hanno certo mandato via per mancanza di qualità… e allora dico: se Aquilani sarà presente e il suo rendimento sarà come quello che mi aveva incantato a Roma, allora siamo al sicuro…». Anche perché proprio l’ex romanista è uno di quei giocatori che funge da fonte di gioco della banda Montella. Perché va ricordato che la prerogativa della nuova Fiorentina è proprio la ricerca del bel gioco attraverso le caratteristiche dei giocatori scelti per crearlo (il bel gioco) e tenere costantemente il ‘pallino’ in mano (ops, tra i piedi). A conferma di questo, tendono il braccio alla Fiorentina le statistiche che hanno rile-

vato che contro la squadra di Guidolin la Fiorentina ha ‘stravinto’ alla voce ‘possesso palla’ con una percentuale del 64% (contro il 36% dell’Udinese). Ma per le squadre dell’Aeroplanino, questa non è una novità, bensì una costante: «Anche con il Catania – ha rammentato De Sisti – con la miriade di argentini e giocatori dai piedi buoni che aveva in mezzo al campo, Montella ha cercato (riuscendoci) di far giocare bene la propria squadra». La domanda che in molti si fanno, però, è se alla lunga la Fiorentina risentirà della mancanza di un giocatore alla Valon Behrami per intenderci, uno di quantità, incline a rompere il gioco e alla copertura piuttosto che

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alla costruzione: «Behrami è uno che corre e si sacrifica ma ogni allenatore ha le sue idee di gioco. In mezzo al campo è un discorso di equilibrio, e l’equilibrio va ricercato. Maggior solidità la Fiorentina ce l’ha sulle fasce. Il lavoro dei due esterni (Cassani e Pasqual) è fondamentale per la squadra, per la fase difensiva e per la riuscita delle diagonali. I tre interni (Borja ValeroPizarro-Aquilani) non creano tra loro grandi distanze e in copertura sono protetti proprio dal lavoro sulle corsie esterne. Ma dopo una partita è troppo presto per sbilanciarsi. La Fiorentina ha presentato un ottimo centrocampo (vanno valutati anche i rincalzi,

se sono all’altezza dei titolari o meno), molto tecnico, sarà però il campo a consacrarlo o no ‘il migliore’. Ma su una questione mi pronuncio: mi auguro che Jovetic rimanga. È fondamentale e sarebbe una gran cosa per Firenze e per la Fiorentina: rimane sempre lui il valore aggiunto della squadra». Sulla stessa lunghezza d’onda Claudio Merlo, che però si sbilancia un po’ di più e ammette che nelle mani di Montella c’è un piccolo tesoro tecnico a centrocampo: «Quando Pizarro e Aquilani saranno al 100%, potremo dire di avere uno dei reparti più forti del campionato. Pizarro è un grande regista davanti alla difesa, ha un ottimo piede ed è molto intelligente.

Merlo: “De Sisti-Pizarro? Picchio era migliore. Aquilani? Più vicino ad Antognoni che a me” Aquilani è un altro signor giocatore che ha i piedi buoni per lanci millimetrici e tiri in porta, sa inserirsi ed ha nelle sue corde pure 6-7 gol a campionato. Borja Valero è un grandissimo giocatore, è universale, lo trovi ovunque e lo ritengo un grande acquisto. Anzi – ha confessato Merlo – io seguivo spesso il Villareal e ogni volta che lo vedevo giocare mi chiedevo come fosse possibile che nessuno in Italia lo avesse portato nelle sue fila. Brava la Fiorentina ad aggiudicarselo. A livello di nomi, quando Pizarro e Aquilani saranno al top visto che per adesso l’unico ad esserci sempre

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stato è stato Borja Valero (tra l’altro, il cileno e l’ex-Liverpool sono stati gli ultimi a raggiungere la Fiorentina in ritiro, ndr), potremo dire di avere un centrocampo tra i più forti in assoluto degli ultimi anni. Se alla lunga potrà mancare un ‘mastino’ là in mezzo? Qui entra in gioco l’abilità dell’allenatore. Starà a lui far rendere al meglio la squadra così come è stata costruita, ma mi sembra che, per fare un esempio, il Barcellona non abbia un Gattuso in mezzo al campo. Certamente in fase di possesso la Fiorentina sarà sempre pericolosa. In fase di non possesso,

poi, nel calcio di oggi ormai tutti gli effettivi stanno dietro la linea della palla e si muovono in sincronia. Personalmente preferisco sempre avere un centrocampo tecnico rispetto a 11 Gattuso. Montolivo? Un giocatore che mi piaceva tanto, ma con la sua partenza e l’arrivo dei nomi già citati la Fiorentina non ci ha perso niente». Infine ha risposto a chi, nella mente, seppur con le dovute proporzioni e rispettando il passare del tempo e il cambiamento del gioco del calcio, si è già lasciato andare a facili paragoni De Sisti-Pizarro oppure MerloAquilani: «Non si possono fare certi tipi di confronto. Pizarro è forte, ma De Sisti era migliore. Picchio tatticamente non ha rivali. Io e Aquilani? No. Io ero partito

da trequartista, ero bravo a fare assist ma non avevo il tiro. Alberto ha un calcio di quaranta metri preciso che mette l’uomo davanti al portiere, ma ha anche il tiro. L’assist fornito a Jovetic contro l’Udinese, quel lancio calibrato fatto poco dopo il suo ingresso in campo, lo avvicina molto di più a Giancarlo Antognoni…». Ebbene sì. Per un attimo è stato possibile lasciarsi andare al flashback: testa alta, eleganza nel portamento, lancio perfetto e numero 10 sulla schiena. Un 10 non portato a dispensare magie ‘alla Baggio’… Ma se ogni domenica quel 10 regalasse tali colpi di classe già sarebbe divino. E ora, tutti all’esame San Paolo, laddove ci sarà da fare i conti pure con San Gennaro!

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Il ritorno Colpo di scena a Firenze: torna il signor 47 gol in 67 partite

Berbatov mette in crisi la Fiorentina In attesa del colpo (digennaio?)arrivaToni dialessandro latini

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l mercato della Fiorentina ha la pericolosa inclinazione a tingersi spesso di giallo. Nessuno si è dimenticato quanto successo con Mounir El Hamdaoui e l’Ajax l’ultimo giorno della sessione di mercato invernale e i tifosi viola credevano di aver visto di tutto. In realtà non è stato così e da El Hamdaoui si è passati a Dimitar Berbatov. Nome che ha acceso la fantasia della gente, quello del bulgaro, ma che nella convulsa giornata di mercoledì ha attirato a sé una quantità incredibile di insulti. Una storia piena di aerei, di sms, di parole date non mantenute, di sotterfugi, di mogli e scorrettezze. Una storia che ai dirigenti viola non è andata giù, a cominciare da Andrea Della Valle. Berbatov doveva essere l’uomo dei gol, quello che avrebbe esaltato gli schemi offensivi di Montella. Adesso rappresenta solo un ‘nemico’ per il popolo viola, pronto a dimostrare il proprio dissenso alla prima occasione utile. Il centravanti, adesso del Fulham, era l’uomo su cui aveva puntato la Fiorentina. Nel momento in cui l’accordo

è stato trovato, Pradè e Macia hanno mollato tutte le altre piste. L’intera querelle, inoltre, ha avuto l’effetto di riac-

collocano oltre i confini della lealtà. Per quanto riguarda il calciatore, al di là delle sue caratteristiche e del suo valore

tesse arrivare al suo posto. Pradè ha bussato a diverse porte. Floccari, Kozak, Borriello, Pozzi, Morimoto, Bianchi, Lisandro Lopez, Guidetti, Nene e Gameiro sono stati in qualche modo sondati ma nessuna trattativa è andata a buon fine. L’ipotesi Gameiro, come quella di Pozzi, è rimasta in ballo fino al pomeriggio di ieri, ma l’accordo per il giocatore del PSG non è stato trovato. C’era anche la possibilità di tesserare Ryan Babel, liberatosi dall’Hoffenheim e che quindi sarebbe arrivato a Firenze a parametro zero. Ma la Fiorentina ha deciso di soprassedere perché era alla ricerca di una punta centrale da affiancare a Jovetic e l’olandese, non avendo quelle caratteristiche, è stato lasciato libero di accordarsi con l’Ajax. Pradè, nella giornata di ieri, ha cominciato a far filtrare messaggi che lasciavano intuire che non avrebbe speso soldi tanto per farlo e la sensazione che la Fiorentina potesse guardare al mercato degli svincolati si è fatta di ora in

Il ritorno di Toni dopo la fallita trattativa con Brebatov. 500mila euro l’ingaggio cendere l’astio nei confronti della Juventus. I bianconeri, prima di essere a loro volta beffati dall’attaccante e dal Fulham, sono stati decisivi per far saltare la trattativa con la Fiorentina. Nel famoso aeroporto di Monaco di Baviera un dirigente bianconero ha offerto al bulgaro un contratto più vantaggioso di quello viola, proprio mentre lui doveva raggiungere Firenze con un volo pagato dalla società viola. Questa la parte più significativa del durissimo comunicato della Fiorentina nei confronti della Juventus e di Berbatov: “A Firenze il giocatore non è mai arrivato. A causa di operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell’etica sportiva e che si

tecnico, a questo punto siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina: non meritava la nostra città e la nostra maglia e i valori che essa rappresenta”. Parole dure, a cui ieri pomeriggio hanno fatto seguito quelle altrettanto pesanti (e accolte con grande entusiasmo da tutta Firenze) di Andrea Della Valle. La Juventus ed Andrea Agnelli non sono mai stati nominati dal patron viola nel suo intervento di ieri ma il messaggio è arrivato forte e chiaro a Torino. Con una postilla Stevan Jovetic: adesso e per i prossimi anni lo potete guardare solo in televisione. IL RITORNO DI TONI. E dopo essere stata presa in giro da Berbatov, la Fiorentina si è gettata a capofitto alla ricerca di un altro attaccante che po-

ora più forte. E così è stato. L’idea Luca Toni (ha firmato un contratto annuale a 500.000 euro di ingaggio) è venuta nel pomeriggio e in poco tempo i viola hanno ottenuto il si del giocatore, smanioso di tornare a giocare in Italia. Su di lui c’era anche il Siena. Toni torna quindi a Firenze dopo cinque stagioni, nelle quali ha giocato con Bayern Monaco, Roma, Genoa, Juventus e Al Nasr e a questo punto assumono una certa veridicità le parole di Andrea Della Valle che, nel giorno della cessione di Toni al Bayern, dichiarò che per l’attaccante emiliano si trattava solo di un arrivederci a Firenze e non di un addio. TESORETTO. Nonostante l’incidente di percorso legato a Berbatov (com-

pensato in parte dall’arrivo di Toni), che avrebbe completato un mercato davvero importante, la soddisfazione in società è comunque molto elevata per la campagna acquisti che si è conclusa ieri sera. Pradè e Macia hanno tesserato gran parte dei giocatori che si erano proposti di comprare ad inizio estate e le delusioni sono state davvero poche (anche se una è stata cocente). La Fiorentina adesso ha un discreto tesoretto (circa 8 milioni di euro) che potrà investire proprio nel reparto offensivo nel mercato di gennaio o addirittura la prossima estate, se Toni si rivelerà all’altezza della situazione.

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Scambi Ramadani accasa il serbo al al Manchester City per 16 milioni di euro più il difensore montenegrino

Ecco gli ultimi botti: Nastasic saluta Arrivano Savic, Tomovic e Migliaccio di alessandro latini

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Ad inizio estate eravamo stati fin troppo facili profeti. Avevamo individuato in Fali Ramadani il protagonista assoluto del mercato viola e, nostro malgrado, non ci siamo sbagliati. Il noto procuratore di mercato a Firenze è diventato famoso almeno quanto i suoi assistiti e fino alle 19.01 di ieri (quando non c’è stato più tempo per ulteriori trasferimenti eccellenti: il riferimento a Jovetic non è puramente casuale) ha rappresentato un vero e proprio ‘incubo’ per i tifosi viola. Dopo essere riuscito a trasferire Valon Behrami dalla Fiorentina al Napoli (tra l’altro domani lo svizzero giocherà la sua prima da ex viola), il buon Ramadani si è messo al lavoro per portare Matija Nastasic al Manchester City e in poche ore ha compiuto la sua missione. Due sacrifici importanti per la Fiorentina - soprattutto quello relativo al giovane difensore serbo - anche se l’offerta fatta fare da Ro-

berto Mancini allo sceicco Mansur è stata di quelle irrinunciabili: 16 milioni di euro, a cui deve essere ag-

riva. In un primo momento sembrava che il difensore montenegrino non gradisse particolarmente la destina-

Il difensore serbo sbarca alla corte dello sceicco Mansur Ultimi botti in difesa e a centrocampo giunto il valore del difensore montenegrino Stefan Savic, pagato dal Manchester City circa 9 milioni di euro solo un anno fa. Se ne va, dunque, il ‘giovane vecchio’ della difesa viola, sicuramente uno dei difensori più promettenti dell’intero panorama europeo. Lascia Firenze dopo 27 presenze, nelle quali ha mostrato tutta la sua maturità pur essendo giovanissimo. Esemplare in campo e fuori, è stato una delle pochissime note liete della scorsa stagione. Un sacrificio necessario, per completare la rosa della Fiorentina e per assecondare la voglia del giocatore di andare in un grandissimo club. AMICO DI JOVETIC. Ma per un Nastasic che lascia Firenze c’è un Savic che ar-

zione fiorentina, salvo poi accordarsi con il ds Pradè a stretto giro di posta. Prodotto del vivaio del BSK Borča, la sua storia da professionista inizia subito con un piccolo giallo. All’inizio del 2010 sostiene un provino con l’Arsenal che ha un buon esito e in estate si unisce al club di Wenger. Dopo pochi giorni (e prima di firmare il contratto) fa però rientro in patria fra il mistero generale. Nessuno ha mai realmente saputo come mai la trattativa non sia andata a buon fine, sta di fatto che poche settimane più tardi si fa avanti il Partizan Belgrado. In bianconero disputa una sola stagione, perché il Manchester City mette gli occhi su di lui e decide di portarlo in Inghilterra per 9 milioni di euro. Pur essendo giova-

nissimo è già una colonna della difesa della nazionale montenegrina (14 presenze e 2 gol), nella quale è naturalmente compagno di squadra di Stevan Jovetic. E’ un difensore centrale che fa della forza fisica la sua caratteristica principale. Alto 188 cm, sulle palle alte ha gioco facile e chi lo conosce bene lo descrive come un grande atleta, roccioso e deciso anche in allenamento. Buona tecnica di base, molti esperti lo giudicano adatto alla serie A anche se all’inizio dovrà bruciare le tappe per ambientarsi. Nel 2009, a testimonianza di quello che abbiamo scritto di lui, è stato premiato dalla Federazione calcistica del Montenegro come miglior giovane dell’anno. ULTIMI BOTTI. Ma le ultime (frenetiche) ore di mercato hanno regalato anche altri sussulti al popolo viola. In primo luogo l’arrivo a Firenze di Nenad Tomovic, jolly difensivo preso in comproprietà (2,5 milioni di euro) dal Genoa. Il serbo, classe ’87, va a rinforzare il reparto arretrato e la sua grande duttilità farà certamente co-

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modo a Montella. In carriera ha giocato prevalentemente come esterno destro, ma è stato impiegato anche come centrale e, soprattutto, come esterno sinistro. In quella zona di campo la Fiorentina aveva una lacuna con il solo Pasqual interprete del ruolo, ma in extremis è arrivato anche Cristian Llama in prestito con diritto di riscatto dal Catania (fissato a 3 milioni di euro). L’argentino può ricoprire l’intera fascia ed è uno dei pupilli di Montella fin da quando l’Aeroplanino allenava il Catania. Poi è arrivato a Firenze anche Giulio Migliaccio dal Palermo. Il centrocampista napoletano è stato prelevato in prestito oneroso (circa 1 milione di euro) e il riscatto è già fissato intorno ai 2 milioni. Diesel (il suo soprannome a causa della

forte somiglianza con l’attore Vin Diesel) è stato accolto con favore dai tifosi viola. E’ un uomo spogliatoio di grande esperienza e oltretutto ha caratteristiche tecniche che mancavano nel centrocampo di Montella (può giocare pure al centro della difesa). In uscita invece il club viola ha piazzato due operazioni importanti: Andrea Lazzari ha raggiunto i suoi nuovi compagni dell’Udinese dopo la cocente beffa europea: la formula del trasferimento è un prestito con diritto di riscatto della compartecipazione in favore del club friulano. E Juan Manuel Vargas è arrivato in prestito a Genova giovedì quando ha firmato con il club di Preziosi. Il peruviano da tempo era ormai fuori squadra e dai piani viola.

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di Ruben lopes pegna

La storia Quando Beppone battè il Petisso 4-0 al San Paolo

V

a a caccia del sedicesimo successo della sua storia a Napoli la Fiorentina di Vincenzo Montella. Lo spettacolo comunque tra le due formazioni vittoriose alla prima giornata è assicurato in uno stadio che mette i brividi. Il pubblico del San Paolo è molto esigente, ma è anche tra i più coloriti del mondo. Un tempo sicuramente era anche tra quelli più sportivi. Beppe Chiappella, che avrebbe in seguito allenato all’ombra delVesuvio, ricordava spesso di quel pomeriggio in cui la Fiorentina uscì dal campo di Napoli tra gli applausi scroscianti dei tifosi partenopei, che poi scortarono la formazione gigliata fino all’aeroporto di Capodichino. Quel giorno a cui faceva riferimento il buon Beppone era il 24 aprile 1966 e i viola, che poi avrebbero conquistato la Coppa Italia e la Mitropa Cup, travolsero gli azzurri per 4-0. La Fiorentina aveva giocato con la seguente formazione: Albertosi; Pirovano, Rogora; Bertini, Ferrante, Brizi; Hamrin, Merlo, Brugnera, De Sisti, Chiarugi. Era la squadra yè-yè, composta per lo più da giocatori molto giovani. Bertini aveva 22 anni, Ferrante 21, Merlo 20, De Sisti 23, Brizi 24, Brugnera 20, Chiarugi 19. Cinque di loro, Ferrante, Merlo, De Sisti, Brizi e Chiarugi, insieme ai più esperti Rogora e Pirovano (quest’ultimo non da titolare), avrebbero conquistato tre anni più tardi lo scudetto. Nel Napoli di Pesaola che, ironia della sorte,sarebbe stato l’allenatore della Fiorentina campione

amarcord

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Quella volta che i tifosi del Napoli scortarono la Fiorentina… d’Italia, c’erano fuoriclasse sul viale del tramonto come Sivori e Altafini, ma anche talenti emergenti come Juliano. La partita del San Paolo cominciò con gli azzurri all’attacco, trascinati dai loro tifosi. I viola, però, furono attenti e controllarono l’incontro senza

troppi affanni. Poi a tre minuti dall’intervallo fu il mediano pratese Mario Bertini, futuro nazionale, a sbloccare il risultato. I partenopei rimasero choccati per alcuni minuti. Ma poi all’inizio del secondo tempo si riportarono in avanti con grande intensità. La Fiorentina si

difese comunque con ordine e ripartì pericolosamente in contropiede. Dopo un quarto d’ora Mario Brugnera, centravanti di movimento, realizzò il gol del raddoppio. Il Napoli questa volta era tramortito, mentre la formazione di Chiappella divenne ormai padrona del campo. A

cinque minuti dalla fine Brugnera siglò addirittura il gol del 3-0. Dagli spalti del San Paolo invece che i fischi piovvero applausi calorosi all’indirizzo della Fiorentina. E aumentarono di intensità gli applausi quando centottanta secondi più tardi Kurt Hamrin segnò la rete del

definitivo 4-0. Per i ragazzi di Chiappella fu un autentico trionfo.Vittorie così in trasferta non si ottengono tutti i giorni. E la gioia fu ancora più bella per aver ricevuto gli applausi sinceri dai tifosi avversari, che poi li scortarono nel percorso fino all’aeroporto.

Pesaola e Chiappella si stringono la mano A fianco: Vincenzo Montella, tecnico viola che proverà a ripetere l’impresa al San Paolo

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ove eravamo rimasti? Ci eravamo salutati prima del piccolo break estivo con l’ultimo tassello da inserire nella miglior Fiorentina della storia: l’ultima punta da affiancare a Baggio e Batistuta in un tridente da sogno. I voti sono arrivati copiosi ed alla fine è stato Kurt Hamrin ad aggiudicarsi l’ultima maglia da titolare in questo schieramento stellare. Ma anche uno schieramento stellare, invincibile, favoloso come quello della Top 11 viola, ha bisogno di una guida tecnica. Ha bisogno del miglior allenatore della Fiorentina di tutti i tempi. Chi è? Ancora una volta tocca a voi decidere, ancora una volta la risposta è nelle vostre mani e nei vostri click.Ancora una volta si vota soltanto e sempre su www. brividosportivo.it!

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TOP 11 - l’allenatore Fiorentina - TOP 11 4-3-3

Baggio

Giuliano Sarti Sergio Cervato, Giuseppe Chiappella, Daniel Passarella, Ardico Magnini Claudio Merlo, Giancarlo Antognoni, Giancarlo De Sisti

Merlo

Roberto Baggio, Gabriel Omar Batistuta, Kurt Hamrin

Batistuta

Cervato

Antognoni

Chiappella

Magnini Passarella

Sarti

Hamrin De Sisti

Sven goran eriksson Nasce a Torsby in Svezia il 5 febbraio 1948. Resta a Firenze, come il suo connazionale Liedholm, per due stagioni, nel 1987/88 e nel 1988/89, conquistando un ottavo e un settimo posto. Quest’ultimo, dopo il vittorioso spareggio con la Roma a Perugia, vale un piazzamento in Coppa Uefa. Amato dai tifosi per il suo gioco altamente offensivo (come terzini schiera due centrocampisti esterni), contribuisce alla definitiva maturazione di Roberto Baggio. La sua Fiorentina, spesso spregiudicata, rischia molto in difesa ma piace alla gente. Totalizza 82 gettoni di presenza, 64 più la gara di spareggio, in serie A.

GIOVANNI TRAPATTONI Nasce a Cusano Milanino il 17 marzo 1939. Resta a Firenze per due stagioni, nel 1998/99 e nel 1999/00. Conquista un terzo e un settimo posto che valgono rispettivamente il ritorno in Coppa dei Campioni dopo trent’anni e un piazzamento Uefa. Nella sua prima esperienza in riva all’Arno comincia alla grande. La Fiorentina vola in testa alla classifica e vi rimane per 21 giornate. Poi l’infortunio di Batistuta e la fuga autorizzata (dalla società) di Edmundo al Carnevale lasciano la squadra senza validi attaccanti. Ma arriva comunque il terzo posto che significa Champions. Nella stessa stagione (98-99), gioca la finale di Coppa Italia contro il Parma perdendola in virtù di due pareggi (1-1 a Parma, 2-2 al Franchi). Mentre nella stagione successiva, la sua Fiorentina disputa grandissime partite in Europa (mitiche le vittorie di Wembley e con il Manchester United al Franchi) passando il primo girone (formato da Barcellona, Arsenal, Fiorentina e Aik Solna) ma uscendo dal secondo (formato da Manchester United, Valencia, Fiorentina e Bordeaux) a causa di un gol regolare annullato a Rui Costa in Spagna. Nonostante buoni risultati, non è mai amato, però, da una buona parte della tifoseria per il suo passato bianconero. Totalizza 101 gettoni di presenza, 68 in serie A. Vince 10 scudetti (6 con la Juve, 1 con l’Inter, il Bayern, il Benfica e il Red Bull Salisburgo), 3 Coppe nazionali (2 con la Juve e una con il Bayern), una Supercoppa italiana con la Juve, una Coppa di Lega tedesca, 3 Coppe Uefa (2 con la Juve e una con l’Inter) e con la Juve una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Si aggiudica inoltre 2 Seminatori d’oro.

CLAUDIO RANIERI Nasce a Roma il 20 ottobre 1951. Resta a Firenze 4 stagioni, dal 1993/94 al 1996/97. Conquista la Coppa Italia nel 1995/96 e la Supercoppa italiana nell’agosto del 1996, battendo il Milan a San Siro. Inoltre vince il campionato di serie B nel 1993/94, restando in testa alla classifica dalla prima all’ultima giornata. Al suo attivo anche una semifinale di Coppa delle Coppe nel 1996/97 (Fiorentina eliminata dal Barcellona del ‘Fenomeno’ Ronaldo al Franchi nella gara di ritorno dopo l’1-1 - con qualche ombra - dell’andata al Nou Camp). In campionato ottiene anche un decimo, un terzo e un nono posto. La sua Fiorentina è molto pratica e razionale e si affida quasi sempre alle invenzioni di Rui Costa e alle reti di Batistuta. Il gioco magari non è molto divertente. Ed è anche per questo che non viene mai amato dai tifosi, nonostante i buoni risultati conseguiti. Totalizza 174 gettoni di presenza, 102 in serie A. Vince anche con il Valencia una Coppa di Spagna, una Coppa Intertoto e una Supercoppa europea.

FULVIO BERNARDINI Nasce a Roma il 28 dicembre 1906. Muore nella capitale il 13 gennaio 1984. Arriva alla Fiorentina nel gennaio del 1953. Per svincolarsi dal Vicenza, allora Lanerossi, con cui inizia la stagione 1952/53, paga una penale al club veneto. Rimane a Firenze per 5 anni e mezzo fino al 1957/58, totalizzando 207 gettoni di presenza, 187 in campionato. Vince lo scudetto, il primo della Fiorentina, nel 1955/56, perdendo solo una partita, con il Genoa all’ultima giornata. Arriva nel 1956/57 alla finale di Coppa dei Campioni a Madrid, dove è sconfitto (con un rigore inesistente) dal mitico Real. Al suo attivo con i viola ci sono buoni piazzamenti: due secondi posti consecutivi, un terzo, un quinto e un settimo. Quando diventa commissario tecnico della Nazionale nel 1974 fa debuttare Antognoni a vent’anni. Predilige il calcio offensivo e i giocatori dai ‘piedi buoni’, ovvero quelli dotati tecnicamente. Vince poi una Coppa Italia con la Lazio, battendo in finale la Fiorentina, e uno scudetto con il Bologna.

GIUSEPPE CHIAPPELLA Nasce a San Donato Milanese il 28 settembre 1924. Muore a Milano il 26 dicembre 2009. Dopo aver vinto uno scudetto con la Fiorentina da giocatore, diventa ‘secondo’ dell’allenatore ungherese Hidegkuti nel 1960/61. E da ‘secondo’ conquista in quella stagione la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia.Assume la guida tecnica dei viola nell’ottobre del 1963, prendendo il posto diValcareggi. Mantiene questo incarico fino al dicembre 1967 (4 stagioni e mezzo), quando viene esonerato dopo l’eliminazione in Coppa delle Fiere (l’attuale Europa League) ad opera dello Sporting Lisbona. Vince nel 1965/66 la Coppa Italia e la Mitropa Cup e mette le basi per la squadra che nel 1968/69, con Pesaola in panchina, vince lo scudetto. E’ lui a plasmare la Fiorentina yè-yè, lanciando tanti giovani. E’ richiamato nel 1977/78 per salvare formazione viola, che è in lotta per non retrocedere. E la salva all’ultima giornata.Al suo attivo anche 4 quarti posti consecutivi durante la sua prima esperienza in riva all’Arno. Per lui 209 gettoni di presenza, 154 in serie A ed un Seminatore d’oro.


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TUTTO SUL CALCIO A 5

24 O SU 2RE 4!

GIANCARLO DE SISTI Nasce a Roma il 13 marzo 1943. Dopo aver vinto con la Fiorentina lo scudetto da capitano nel 1968/69, viene chiamato a Firenze nel gennaio del 1981, per una felice intuizione del direttore sportivo Tito Corsi (fino a quel momento ha allenato solo formazioni giovanili), quando non ha ancora compiuto 38 anni. La Fiorentina è allora penultima in classifica. Debutta al Comunale con la Juve con una sconfitta all’ultima giornata del girone d’andata ma poi la porta al quinto posto (perde da lì in avanti un’altra sola gara a Torino con i bianconeri). E nella stagione successiva, 1981/82, vede sfumare il sogno dello scudetto all’ultima giornata. Al suo attivo anche un altro quinto posto e poi un terzo nel 1983/84. Ma in quella stagione, come del resto nel 1981/82, la squadra viola, senza due gravi infortuni ad Antognoni, avrebbe potuto forse vincere il tricolore. La Fiorentina con ‘Picchio’ pratica un calcio offensivo e a momenti spettacolare. Resta a Firenze per quattro stagioni e mezzo, fino al dicembre 1984, quando viene esonerato dopo una sconfitta al Comunale in amichevole con la Dinamo Kiev per 5-0. Totalizza 150 gettoni di presenza, 117 in serie A. Nel 1991 vince il Mondiale Militare con la Nazionale italiana.

TOP 11

NILS LIEDHOLM Nasce a Waldemarkwik in Svezia l’8 ottobre 1922. Muore a Cuccaro Monferrato il 5 novembre 2007. Resta a Firenze per due stagioni, nel 1971/72 e nel 1972/73, conquistando un quinto e un quarto posto. Lancia diversi giovani in serie A, tra i quali Giancarlo Antognoni e Moreno Roggi. Amante del bel gioco, fa divertire i tifosi viola. La Fiorentina torna con il ‘Barone’ ad essere di nuovo apprezzata protagonista. Totalizza 91 gettoni di presenza, 60 in serie A. Vince 2 scudetti con Milan e Roma, 3 Coppe Italia con il club giallorosso e 2 Seminatori d’oro.

CESARE PRANDELLI Nasce a Orzinuovi in provincia di Brescia il 19 agosto 1957. Arriva a Firenze nell’estate del 2005 e vi resta per 5 stagioni fino al maggio 2010 quando viene chiamato a guidare la Nazionale. Nei primi 4 anni, senza le penalizzazioni legate a Calciopoli, avrebbe sempre ottenuto il piazzamento per i preliminari di Champions (tre quar ti e un terzo posto).Arriva comunque due volte in Coppa dei Campioni e una, quando la Fiorentina par te con l’handicap di 15 punti, in Coppa Uefa dove i viola vengono eliminati in semifinale ai rigori dai Rangers di Glasgow (2007/08). Brucia molto anche l’eliminazione agli ottavi di Champions League nel 2009/10 ad opera del Bayern per l’arbitraggio negativo di Ovrebo nel match d’andata a Monaco perso per 2-1 (inutile la vittoria per 3-2 al Franchi nella gara di ritorno). In quella stagione por ta la Fiorentina anche alle semifinali di Coppa Italia (eliminata dall’Inter). In campionato, invece, la squadra (con ben 17 sconfitte al passivo) si piazza solo undicesima. Si batte per l’introduzione del terzo tempo come nel rugby e stabilisce alcuni record come allenatore della Fiorentina: è quello con più gettoni di presenza complessivi, 240, e in serie A, 190. E’ di conseguenza quello che sulla panchina gigliata conquista più vittorie totali, 117, e più vittorie nel massimo campionato, 96. Nonostante tutto, la sua squadra non riesce in cinque anni a regalargli nessuna vittoria in termini di trofei. Si aggiudica due panchine d’oro. Con la Nazionale azzurra ottiene il secondo posto ai recenti Europei svoltisi in Polonia e Ucraina.

BRUNO PESAOLA Nasce a Buenos Aires il 28 luglio 1925.Arriva a Firenze nel 1968/69. Pur con una squadra indebolita per le cessioni dei nazionali Albertosi e Bertini e del giovane attaccante Brugnera, compensate dal solo arrivo di Rizzo, conquista il secondo scudetto nella sua prima stagione in riva all’Arno, perdendo una sola partita (con il Bologna al Comunale alla quinta giornata). Ai giovani viola infonde carattere e fiducia. La Fiorentina del ‘Petisso’ pratica un gioco piacevole. E’ soprattutto il centrocampo, orchestrato da capitan De Sisti, il punto di forza della formazione gigliata. Resta a Firenze per due stagioni e mezzo, fino al gennaio del 1971, quando viene esonerato dopo una sconfitta interna con la Juve. Al suo attivo anche un quarto posto. Totalizza 116 gettoni di presenza, 75 in serie A.Vince anche 2 Coppe Italia con Napoli e Bologna e una Coppa delle Alpi e una Coppa di Lega Italo-Inglese con il club partenopeo. Si aggiudica il Seminatore d’oro da allenatore della Fiorentina.

FATIH TERIM Nasce ad Adana in Turchia il 4 settembre 1953. Arriva a Firenze nell’estate del 2000 e vi resta fino al 26 febbraio 2001 quando si dimette per divergenze con Cecchi Gori e la dirigenza viola. In breve tempo, però, fa innamorare i tifosi, perché la sua Fiorentina pratica un calcio brioso e scintillante, divertendo il pubblico. Eppure l’Imperatore – questo il suo soprannome - deve gestire la non facile stagione del dopo Batistuta. Memorabili restano un 3-3 al Delle Alpi con la Juve e un successo per 4-0 al Franchi sul Milan. E poi porta la squadra in finale di Coppa Italia che i viola, con Mancini in panchina, vinceranno. Totalizza 28 gettoni di presenza, 20 in serie A. Si aggiudica con il Galatasaray 5 scudetti, 2 Supercoppe di Turchia, 2 Coppe di Turchia e una Coppa Uefa.


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I’nonno pilade

TUTTO SULLA GINNASTICA

Du’ go’ di Jovetiv, che gli è sempre una soddisfazione

Ora pe’ pigliaccelo i’ nasello e ci vo’ cento milioni

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si ricomincia da tre! Tre punti presi a de’ bianconeri! Quando i’nonno e vede le strisce bianche e nere e gni va i’ sangue a i’ cervello e i’core e gni ribolle. Poi magari e son que’ taroccati di Frignolin, ma sempre quelle maglie e si vede ‘n campo e battili gli è più soddisfazione che batte’ de’ bianchicci o de’ celestini! Queste le son bischerate? E va bene, ma l’importante e gli era comincia’ co’ i piede giusto e meglio di così come la potea andare? Du’ go’ di Nasello che ora pe’ pigliaccelo e gni ci vo’ cento milioni, i’ go’ all’urtimo minuto utile che gli è sempre una soddisfazione doppia perché vor di’ che la Dea Eupalla tanto male la un ci vole e quello gli è sempre i’meglio segno, i’pallino sempre ‘n mano a noi che i’sehondo tempo quelli che son arrivai terzi e che giohan pe’ la Scempionse e sembraan la Roncolese di Castelfibocchi.

24 O SU 2RE 4!

Il pungiglione

L’affare Conte? È sempre piu’ un pasticciaccio brutto

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Ora c’è e soliti lecchini che diranno che gli erano stanchi, che gli eran mèzzi, che pensaano a i’ ritorno di martedì… Ma che loro e devan già essere a i’massimo perché e c’aveano da giohassi i’preliminare Scempionse mentre noi e siamo ancora ‘n corso d’opera co’ otto giohatori novi su undici che si dee dire o contan sortanto le scuse pe’ quegli artri? I’ go’ decisivo poi gli è stato embrematiho! Aquilani, entrao da poho e va a chiede’ palla, come dire, “e ci penso io” (o che l’avee visto fare spesso a

quello che gli è andao a cerca’ la gloria a strisce rossonere?) e gli ha ‘nventao un lancio di quaranta metri su piedi di Nasello che Luisito Suarezze e si sarebbe messo ‘n ginocchioni a lustragni le scarpe! E Nasello poi? Du’ finte e un appoggino di piatto nell’angolo. Che goduria! A i’ 92’! Nemmen ne’ firmi di Iccecocche un finale così! Nemmeno a ordinallo apposta: “faemelo così” e un venia meglio. Ma quello che gli ha fatto ancor più caso gli è vede’ que’ du’ tifosi scarmanati nelle portrone d’onore.

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E credeo che fossen riservate alla gente seria, ‘ncravattaa, ngessaa, che la parla con l’erre moscia, e ‘nvece e ci hanno fatto entrare uno vestio con la maglia della Fiorentina che cantaa come i’nonno briaho e un artro con le chiazze di sudore sulla camicia che sartaa che parea ossesso. Icche? Gli erano i’Renzi e Andrea? E un ci credo! No, no, un n’è possibile, e deo esse’ briaho. Ma se un n’ho ancora cominciao a festeggiare? Dopo che ho votao la boccia allora e ci vedo anche Diego! Forza Violaaaaaaaaaaaa!

affare Conte si rivela sempre più un pasticciaccio brutto e le api ronzano. Non sanno chi puncicare, alla fine li pungono tutti anche senza saper perché tanto non sbagliano. I fatti: l’attuale allenatore della Juve va dai giudici sotto l’imputazione di omessa denuncia per le partite Novara-Siena e Albinoleffe-Siena. Grazie all’arringa appassionata della Buongiorno che si concentra sulla credibilità dell’accusatore Carobbio, cade l’imputazione per il primo incontro (mancanza di credibilità della tesi accusatoria), ma resta per il secondo. Resta però inalterata la pena rispetto al precedente grado di giudizio: 10 mesi. Il perché lo fa capire uno dei giudici, Sandulli, in un’intervista di quattro giorni fa nella quale, incredibilmente, dichiara: «A Conte è andata bene» facendo capire che, per la seconda gara, sarebbe stata credibile l’accusa ben più grave di illecito. A domanda risponde: «Se il procuratore federale avesse proposto l’illecito sarebbe stato accolto? Non lo so, ma probabilmente sarebbe stato più coerente visto la questione giuridica che si è posta...». Insomma Stefano Palazzi, il procuratore che già aveva agito in maniera abbastanza poco comprensibile concordando un patteggiamento per tre mesi di condanna (poi respinto dai giudici) e chiedendone poi sedici nel procedimento, avrebbe presentato una richiesta ‘addomesticata’, in parte insostenibile ed in parte derubricata ad omessa denuncia? Per sbaglio? O no? E i giudici esagerano la pena per non poter giudicare per la colpa vera e grave? E lo dicono alla stampa? E il Conte, l’imputato, che il giorno dopo si scatena offendendo il giudice in conferenza stampa? E nessuno che avvia un procedimento disciplinare? Solo dichiarazioni indignate di Abete e Petrucci che sembrano fatte più che altro per calmare il popolo. Sono l’unico segno di reazione. C’è da mettersi in pensiero se già, nei (cattivi) pensieri, non ci fossimo da tempo. Api pungete chi vi pare di questa banda, non c’è verso di sbagliare.

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l’angolo del tifoso

24 O SU 2RE 4!

Campagna abbonamenti Tanturli, presidente Atf: “Mille o duemila persone entravano gratis. Giusto darsi una regolata”

“Bene gli stop agli omaggi,ma perché pochi abbonati?” di Luca Capanni

A

nche il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi avrà pagato il biglietto sabato scorso (a meno che non avesse diritto all’omaggio per legge), per gioire insieme ad uno scatenato Andrea Della Valle in tribuna. Potremmo affermarlo alla luce del recente comunicato emesso dalla società viola: stop ai tagliandi omaggio. “La Fiorentina ha deciso da questa stagione di razionalizzare e rendere più efficienti le sue politiche di biglietteria - questo uno stralcio dell’annuncio - ed in particolare sono aboliti biglietti e abbonamenti omaggio, ad eccezione di quelli riservati alle categorie che ne hanno diritto per legge. La società si impegna a sviluppare articolate politiche di biglietteria, in grado di garantire un sempre maggiore afflusso di appassionati allo stadio, utilizzando anche, occasionalmente e per singole partite, tariffe agevolate”. Non ce ne voglia il sindaco, che magari il suo ingresso l’ha sempre pagato, ma il provvedimento è sacrosanto e si aggiunge alle tante novità positive di questo nuovo corso viola. Anche Valter Tanturli, presidente dell’Associazione tifosi fiorentini (Atf), è della stessa opinione: «Sono completa-

mente d’accordo con questa scelta perché negli ultimi anni eravamo arrivati a vedere fino a mille o duemila persone che entravano gratis. Giusto quindi darsi una regolata». Offerte promozionali, mercato stimolante, abbassamento delle barriere in Maratona. Eppure la quota abbonamenti, secondo i dati rilevati sabato scorso, si è assestata a 12.498 (di cui 699 con i voucher allegati alla carta InViola): più o meno gli stessi della passata stagione (13mila circa compresi gli omaggi). E’ deluso? «Personalmente non sono deluso né illuso, nel senso che non sono riuscito a farmi un’idea precisa. Pur essendo a stretto contatto con la gente non riesco ad individuare un’unica motivazione». E’ conseguenza della crisi economica? «Non credo si riduca tutto a questo. Questo fattore può coinvolgere il dieci per cento della tifoseria, coloro che veramente sono in condizioni finanziarie estreme. Per il resto, però, non saprei, vedo anche un sacco di gente che esce la sera, frequenta i locali e spende in altri modi». Lo stadio comunque era gremito contro l’Udinese, mostrando finalmente un bel colpo d’occhio. «A proposito di crisi, vorrei far notare che chi ha comprato il biglietto sabato scorso (12.802 su 25.302 totali,

ndr), ha già speso un settimo di quanto gli sarebbe costato l’abbonamento in curva». E allora, crisi a parte, come mai la corsa agli abbonamenti ha stentato? «I motivi, come ho detto, possono essere disparati. Per scoprirli bisognerebbe fare una tavola rotonda con tutte le categorie sociali, economiche e politiche del pubblico viola. Allora forse qualcuno direbbe ‘non l’ho fatto perché ho preso altre abitudini’, qualcuno direbbe ‘perché mi stanno sulle scatole i Della Valle’, qualcuno direbbe ‘per pigrizia’. Ognuno avrà i suoi perché». La Fiorentina, dal canto suo, ha fatto tutto quello che doveva fare? «Direi proprio di sì. E non certo, o non soltanto, per gli SkyBox e per l’abbassamento delle barriere, che sono positivi ma alla fine influiscono il giusto. La società ha fatto molto di più, sul mercato e sui prezzi degli abbonamenti ad esempio. Poi, con una proroga della campagna abbonamenti e con questo entusiasmo ritrovato, il numero delle tessere potrebbe salire. E se vinciamo a Napoli…». Se vinciamo a Napoli l’entusiasmo può diventare ancora più travolgente e il richiamo della biglietteria irresistibile. Un motivo in più, mille più uno, per espugnare il San Paolo.

Radio senza filtro Ieri e oggi di federico pettini

I

l rombo della moto di Charlie si sentiva fin da dietro l’angolo. Ad aspettarlo sulla porta, il Direttore Calderone. “Finalmente per una volta ti presenti di giorno...”. “Non avevo sonno...”. “Cammina... si registra fra dieci minuti”. Stava anche per tirargli uno scappellotto, ma Charlie sparì veloce dentro la sala di registrazione. “Buongiorno amici di Radio Senza Filtro. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo sentiti. E in questo tempo, la Fiorentina è diventata un’altra cosa. La vittoria è un segnale importante e un ottimo inizio per aprire la stagione. Ma vi ricordate cosa succedeva meno di un anno fa? Tifosi in rivolta e società immobile. Ecco un estratto, giusto per farvi tornare quei loschi periodi alla mente. “Sì, ciao buonasera, son Francesco. Io ve lo dico chiaro e tondo. Mi son stancato di vedere queste partite dove la maglia sudata a fine partita non c’è e non c’è per molti dei giocatori nemme-

no la voglia di stare in campo. E poi di sentire prima o dopo la partita Cognigni che una volta dice che manca lo spirito, una volta che è tornato, che sottolinea che un pareggio a Siena è un buon risultato. Ma dove si vole andare? Prima c’era Mencucci, ora c’è Cognigni a parlare. Basta, si vole dei fatti e al più presto. La Fiorentina non è un giocattolino che si può fare e disfare come tu voi. La Fiorentina è dei tifosi ed è arrivato i’ momento che siano rispettati. Grazie e un abbraccio a tutti”. Oggi è tutta un’altra musica, vero? A proposito, ma Cognigni dov’è? Poco importa, pubblicità! - Interrompiamo la consueta programmazione per un’Ansa lanciata pochi minuti fa. Incredibile richiesta in quel di Udine di malva e affini. La città attanagliata da bruciori e pruriti. Ancora non siamo in allerta, ha dichiarato il sindaco, ma da sabato alle 19.47 il problema persiste. Si spera soltanto non continui fino a martedì sera. “Insomma, si diceva. La Fiorentina sembra un’altra cosa e il tifo sembra

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tornato quello di un tempo. Questa la testimonianza di Luca, in uno dei tantissimi sms che ci sono arrivati”. - Finalmente si torna a gioire. Finalmente si gode. Non abbiamo fatto ancora nulla e nell’Udinese giocavano molte riserve, ma che bello vincere all’ultimo minuto. Era da tanto che non si perdeva la voce allo stadio. Grazie Pradè, grazie Macià e grazie ADV. Quest’anno c’è da divertirsi. “Che dire, cari ascoltatori. La Fiorentina ci fa sognare e ora non ci resta che stare con il fiato sospeso fino al 31 agosto. In attesa di un procuratore che vuol dare battaglia alla Fiorentina dopo Behrami e un Presidente che ancora resiste. Il nostro tempo è finito, ci sentiamo la prossima settimana, sperando che l’arrivo di Beatrice porti in viola un’altra B... Una punta, non è per B che inizia il suo nome? Alla prossima!”. “Direttore venga, offro da bere”. “Lo sai che sono astemio...”. “Appunto...”.

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Mondiale Si chiude l’esperienza delle Azzurrine in Giappone. Il tecnico Corradini: “Usciamo a testa alta”

Finito il sogno azzurro applausi solo per Linari e Giuliani di Michela lanza

L

e Azzurrine sono tornate a casa. L’avventura in Giappone è finita e il sogno Mondiale svanito. Domenica scorsa (26 agosto) le ragazze di Corrado Corradini hanno affrontato la Nigeria per quella che era l’ultima sfida (e anche l’ultima spiaggia) del girone B del loro torneo. Era un match da dentro o fuori, ma c’era solo una possibilità di vederle passare il turno e approdare ai quarti, dopo aver ottenuto solamente un punto in due partite (1-1 col Brasile e 0-2 con la Corea del Sud): battere le fortissime nigeriane con almeno due gol di scarto. Così non è stato e, anzi, le ragazze capitanate da Martina Rosucci hanno sofferto e offerto un’altra prestazione deludente, tanto da uscire sconfitte dallo stadio di Kobe con un passivo netto di 4-0. Tre partite, un solo punto conquistato, ben 7 reti subite e 1 solamente realizzata (fa particolarmente piacere che almeno la rete della ‘bandiera’ azzurra l’abbia segnata la fiorentina Elena Linari): numeri che mettono in luce una

Le partite Brasile - Italia Italia - Corea del Sud Italia - Nigeria

La classifica (Girone B) 1-1 0-2 0-4

Squadra Pu. G V N P Gf Gs Nigeria 7 3 2 1 0 7 1 Corea del Sud 6 3 2 0 1 4 2 2 3 0 2 1 2 4 Brasile

ITALIA 1 3 0 1 2 1 7

reale pochezza, ma che non vanno a scalfire la soddisfazione del gruppo azzurro per l’esperienza appena vissuta e tantomeno l’impegno che tutte le ragazze hanno mes-

so in questo torneo: “Devo ringraziare le ragazze – ha dichiarato il tecnico Corradini appena dopo l’esclusione dal Mondiale - perché sono state meravigliose per

l’impegno che hanno messo in questa avventura. Purtroppo abbiamo incontrato delle nazionali di gran lunga superiori. Usciamo a testa alta, consapevoli di aver fatto tutto quello che era possibile fare”. Del resto, partecipare ad un Mondiale è sempre un traguardo assoluto per qualunque atleta, di qualunque sesso e qualunque età, dunque contentezza e dedizione non potevano certo mancare. Da sottolineare come si siano messe in mostra particolarmente due atlete: il difensore Linari (nata e Firenze e calciatrice del Firenze Calcio Femminile), autore come già ricordato dell’unico gol segnato (al Brasile) dall’Italia al Mondiale grazie ad un gran destro su calcio di punizione da 30 metri e il portiere Laura Giuliani (del Como 2000 A.S.D.), che si è messa in mostra con parate di altissimo livello che hanno permesso alla squadra di evitare passivi peggiori, ben più pesanti. Adesso, per tutte l’obiettivo è guardare avanti per iniziare una nuova stagione, un nuovo campionato, ognuna con la propria squadra.

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Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

Centro Ginnastica Firenze a.s.d. NUOVE ISCRIZIONI A PARTIRE DAL 4 SETTEMBRE 2012

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Iscrizioni Agonistica già al lavoro, corsi base dal 24 settembre, tante novità per gli adulti

Centro Ginnastica Firenze: si riparte, via alle iscrizioni di Maria Consiglia Grieco

S

ettembre è alle porte e il Centro Ginnastica Firenze si prepara a riprendere tutte le sue attività. Mentre la sezione femminile, dopo un breve stop, è già tornata al lavoro da una decina di giorni, e la sezione maschile ha ricominciato gli allenamenti proprio questa settimana, le prossime a rientrare in palestra saranno le ragazze e le bambine della ginnastica generale, a partire da lunedì 3 settembre. Dal giorno successivo, martedì 4, invece, via alle iscrizioni per i nuovi utenti, e per i ‘vecchi’ iscritti che non abbiano già provveduto alla preiscrizione durante i mesi estivi. Il via per i corsi base della Scuola di Ginnastica – artistica maschile, femminile e ritmica – è fissato per il prossimo 24 settembre, poco dopo l’inizio delle attività scolastiche. Come sempre, la società gigliata accoglierà aspiranti ginnasti e ginnaste a partire dai

3 anni d’età – prevista l’apertura di un nuovo corso rivolto proprio ai piccolissimi – con una vasta offerta di corsi per bambine e bambini delle elementari, cui si aggiungono i corsi del primo pomeriggio, indirizzati a ragazzine in età di scuole medie, anche al primo approccio con la disciplina. Grosse novità nella

Tante le novità in cantiere: dal corso di ginnastica dolce per gli adulti a quello di coreografia e acrobatica proposta per gli adulti, gli ‘over 18’: al corso serale di ginnastica artistica per adulti (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 20.30 alle 22.30) il CGF intende affiancare un corso di ginnastica dolce, a cadenza

bisettimanale (lunedì e mercoledì dalle 20.30 alle 21.30), rivolto a donne e uomini che intendano svolgere un’attività fisica di mantenimento, attivando le capacità coordinative e condizionali, attraverso

esercizi a corpo libero e/o con attrezzi. In procinto di avviarsi anche un corso di coreografia e acrobatica, un’assoluta novità dell’anno sportivo 2012/2013, pensato per ex ginnasti, ginnasti, istruttori, ma rivolto a tutti i giovani adulti che vogliano misurarsi in un’attività moderna, coinvolgente, divertente, con lezioni guidate da

due istruttori e l’obiettivo di formare un gruppo in grado di mettere in scena – appunto – coreografie arricchite con movimenti acrobatici. Insomma, a chi ha voglia di ginnastica non resta che venire a visitare la palestra di Sorgane, in via Isonzo 26/A, o navigare sul sito www.centroginnasticafirenze.it. (Fotografie di Laura Pieri)


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Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

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I tornei Si riparte con il trofeo di apertura di calcio a cinque e calcio a sette: aspettando i campionati

Voglia di giocare? Midland ritorna in campo Iscrizione gratuita Inizio torneo 17/09/2012. Inizio iscrizioni 23/07. Termine iscrizioni 13/09.

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orneo di apertura di stagione, sia di C5, che di C7, che di calcio a 5 femminile. Breve ma utilissimo per testare e preparare la squadra al campionato oppure per riprendere la condizione.

14° Edizione CAMPIONATI AMATORIALI 2012/13 Calcio a 5, Calcio a 7, FEMMINILI C5 e OVER 35 SPECIFICHE ORGANIZZATIVE Iscrizione gratuita Possibilità di scelta del campo, del giorno e dell’orario di gioco, con gironi anche a giorno e campo unico; Almeno un Delegato LDA sempre presente per seguire e assistere la serata di gare; Vasta scelta di impianti e giorni di gioco (scegli il tuo girone qui); Campionato seguito dalla Redazione TV (di MIDLAND SPORT CHANNEL) e Internet con continui aggiornamenti giornalieri con news direttamente dai campi; Gironi composti da 12 squadre (22 gare di regular-season); Le gare di C5 sono da 2 tempi da 25 minuti; Le gare di C7 sono da 2 tempi da 30 minuti; Le gare hanno una cadenza settimanale; Fasi finali Coppa Campioni, Coppa Uefa e Coppa Intertoto, comprese nei campionati, per TUTTE le partecipanti (facoltative); Premi finali, con trofei e/o buoni acquisto, per le prime 4 classificate di ogni girone e per le finaliste provinciali; Tutte le Finali dalle Regionali alle Europee (unici in Italia ad offrirle) a spese dell’organizzazione; Ogni anno Midland effettua selezione del personale e delle squadre; Realizzazione dell’esclusiva opera de L’Almanacco annuale delle squadre, con devoluzione proventi in beneficenza; Sconti e convenzioni per i tesserati in vari impianti per affitti campo per amichevoli o allenamenti stagionali.

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Il Brivido Sportivo - Sabato 1 settembre

calcio toscana Le finali Si riparte con il trofeo di apertura di calcio a cinque e calcio a sette: aspettando i campionati

Tornei estivi, gran finale per il calcio italiano Torneo C5 Coppa Campioni E’ il FC Devastanti la formazione che si aggiudica la Coppa Campioni 2012, trofeo più prestigioso nel calcio a 5. Nella finale che si è disputata martedì 24 luglio presso l’impianto dello Spazio Reale a San Donnino, la formazione di Riccardo Poli ha avuto la meglio per 5-3 sugli Splinters. Gara bilanciata, con due squadre che si sono quasi equivalse, ma in cui alla fine ha prevalso il maggior tasso tecnico del FC Devastanti. La squadra neo-campione succede così nell’albo d’oro della manifestazione ai Final Blow che quest’anno si sono dovuti accontentare del quarto posto: i campioni uscenti infatti sono stati sconfitti di misura (6-5) nella finale di consolazione dal DFL Team che così si è preso la rivincita della finalissima (persa) nella scorsa edizione. Torneo C5 Mondial Al termine della settimana (23-29 luglio) nella quale si sono disputate semifinali e finali del Torneo Mondial, è stato il Koori Sushi Poggibonsi ad alzare la coppa del primo posto. Molto equilibrate le sfide di semifinale: lunedì 23 luglio infatti Gli Imprevedibili ed Alter Ego Florentia si sono arresi di misura rispettivamente ad Atletico Ravaneitor (che ha chiuso il match sul 4-3 a proprio favore) e Koori Sushi Poggibonsi (che ha avuto la meglio per 6-5). Equilibrata è stata anche la finale per il 3°/4° posto nella quale l’Alter Ego Florentia si è imposto per 4-2 sulla squadra rivelazione di questo torneo (Gli Imprevedibili), mentre ha avuto vita piuttosto facile il Koori Sushi Poggibonsi che giovedì 26 luglio, sul campo della Sancat, ha superato con un netto 8-3 l’Atletico Ravanietor.

Torneo C5 Sahara Cup Amaro epilogo nella finale della Sahara Cup: la gara fra AC Ciabatte Sguaiate ed I Ragnoni è stata sospesa (sul punteggio di 5-0 a favore dell’AC Ciabatte Sguaiate) a causa delle accese proteste da parte della squadra de I Ragnoni che hanno costretto l’arbitro a decretare la fine anticipata dell’incontro. La vittoria del Torneo è stata così assegnata (su decisione del Giudice Sportivo) all’AC Ciabatte Sguaiate che, a partire dai quarti di finale in poi, ha eliminato formazioni quali Atletico Far Oer e Staff Magnum prima de I Ragnoni nella citata finale, trionfando così con pieno merito. Il terzo posto è invece andato ai Bastardi Senza Gloria che si sono imposti per un solo gol di scarto (4-3) sul G.S. - O.P.A. nella finale di consolazione. Torneo C7 Grand Prix E’ il FC Press la formazione che succede nell’albo d’oro del Torneo C7 Grand Prix all’AC Peruzzi e che di conseguenza si porta a casa la vittoria di una prestigiosa manifestazione nella quale le squadre di calcio a 7 del Calcio Toscana continuano a mostrarsi in pro-

Le squadre al vertice Alla FC Devastanti la Coppa Campioni, Koori Sushi Poggibonsi al top nel Mondial gressiva crescita. A testimonianza di ciò sono state numerose le eliminazioni di squadre eccellenti (AC Peruzzi, I Galacticos, Narangoda FC, tanto per fare i nomi di tre semifinaliste della scorsa edizione) che lasciano così la ribalta a giovani formazioni già molto competitive. Massima incertezza vi è stata nelle semifinali, al termine delle quali sono state premiate Beautiful Inside e FC Press, vittoriose rispettivamente contro Istopanasto F.C. (solo al termine dei calci di rigore) ed AC Tua (sconfitta di misura). Le gare di finale (giocate giovedì 26 luglio sul campo della Sales) invece hanno visto prima un agevole successo dell’AC Tua che si è imposto per 7-2 sull’Istopanasto F.C. nella finale per il 3°/4° posto, e quindi la vittoria per 2-1 del FC Press che, al termine di una gara molto combattuta, ha così dato il via ai festeggiamenti, lasciando con l’amaro in bocca il Beautiful Inside (formazione semifinalista anche nell’edizione 2011).

Torneo C7 Eurosport I Fenomeni A Tavola trionfano nel torneo Eurosport di calcio a 7: la formazione di Antonio Berti, dopo aver sfiorato la vittoria nella passata edizione (dove venne sconfitta in finale dal Lawley dopo i calci di rigore), si è prontamente riscattata andando a conquistare il torneo che le era sfuggito 12 mesi fa. Meritato il successo dei neo-campioni che dopo la vittoria di misura nei quarti di finale (3-2 sul Befubè) hanno dominato le due gare successive, imponendosi prima per 3-0 sul Real Paperino e poi rifilando un netto 5-1 alla Dinamo Florentia nella finalissima. Per la Dinamo Florentia si tratta della seconda finale consecutiva, dopo quella ottenuta (e sempre persa) nella Fase Finale della Silver League C7. Sale sul podio della competizione anche il Cral Nuovo Pignone che, dopo essere stato battuto per 4-2 nella gara di semifinale dalla Dinamo Florentia, si è riscattato infliggendo un

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largo 7-2 al Real Paperino che così chiude il torneo al quarto posto. Torneo C5 Coppa Primavera Va al Tichitichitero (ex Aton Green) la vittoria del Torneo Coppa Primavera di calcio a 5 femminile (per la formazione di Elena Benini è il terzo titolo nella stagione, dopo i successi nella Golden League prima e nella Golden League Unisports poi). Il Tichitichitero ha avuto dalla sua la buona sorte nella gara di semifinale, nella quale ha avuto la meglio sul proprio avversario (Firenze Calcio A 5) solo al termine dei calci di rigore. Ma nella finalissima del torneo l’ex Aton Green ha superato con pieno merito (5-1) il Non Piangere T (squadra sconfitta anche nella finale della Golden League Unisports), concludendo così in maniera eccellente la propria stagione. Il terzo posto è andato alle Outsiders che, nella finalina di consolazione, si sono imposte per 5-4 sulla compagine del Firenze Calcio A 5. Torneo C5 Giglio Rosa Il Cral Dipendenti Comunali Femminile si aggiu-

dica il Torneo Giglio Rosa nel C5 femminile: la formazione del Calcio Toscana ottiene così quest’anno il primo successo al secondo tentativo (la vittoria infatti le era sfuggita nella precedente finale valevole per la Golden League, manifestazione nella quale era stata sconfitta dall’Aton Green). La formazione di Leonardo Mini ha dovuto sudare non poco per portare a casa questo trofeo: nel match di semifinale l’ASD Firenze 2008 è stato superato di misura (5-4 il risultato finale) dalle neo-campionesse che in finale hanno poi dato vita ad un’intensa partita contro la Pol. San Quirico, piegata col punteggio di 7-5. Per la Pol. San Quirico resta il rammarico per un titolo sfuggito davvero per poco, anche se la formazione di Massimo Pintore ha comunque disputato un ottimo torneo, dando così seguito alla buona stagione terminata con l’arrivo ai quarti di finale della Golden League. Nella finale per il 3°/4° posto infine il successo è andato a Le Papere, vera e propria rivelazione di questo torneo, che si sono imposte per 3-2 sull’ASD Firenze 2008.

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Segue dalla prima

di livore da parte della Juventus. Comprendiamo benissimo la rabbia del patron Andrea Della Valle, ben condensata nel suo comunicato: “Considero l’intromissione nell’affare Fiorentina-Berbatov, di fatto concluso tra le rispettive Società e lo stesso giocatore, una cosa vergognosa e dilettantesca. Probabilmente da quelle parti pensano che per ottenere dei risultati ogni mezzo sia lecito. Alla Fiorentina non la pensiamo affatto così. Mai mi sarei aspettato un simile comportamento da quella Società e da quel Presidente”. Comunque vada resta la consapevolezza che sia nata una Fiorentina importante e che giustamente avrà come obiettivo quello di scalare la montagna che può portarla in Europa. Complimenti al club viola che è stato bravo a rivoluzionare, tagliare e ricostruire. Ed è estremamente positivo verificare di come la città abbia capito il segnale lanciato dagli stessi Della Valle. L’immagine importante, festante e ricca della prima di campionato contro l’Udinese ne è la dimostrazione. Ma adesso c’è un’altra montagna da scalare, difficile, complicata, ma che potrebbe dare il segno e la crescita di questa nuova fiorentina: il Vesuvio. Il match con il Napoli, una squadra forte, una squadra europea che sicuramente può giocare un ruolo da protagonista nel prossimo campionato, permetterà a Vincenzo Montella di verificare ulteriormente il valore complessivo della sua squadra. Non ci dimentichiamo che gli uomini messi a disposizione del tecnico napoletano sono tanti, arricchiti dagli ultimi colpi (Tomovic, Migliaccio, Savic, Llama e Toni), e quindi ci sarà bisogno assoluto di tempo. Ma adesso iniziamo la salita proprio dalle falde del Vesuvio perché bisogna dare un segnale di consapevolezza e di forza. Puntiamo su giocatori giovani come Jovetic e Ljajic e su giocatori di maggiore esperienza come El Hamdaoui e Toni per arrivare al gol. Ci dispiace, ripetiamo, che sia stato ‘scippato’ Berbatov, ma quello che è successo comunque servirà a tutti di più per capire ancora una volta perché ogni domenica al Franchi parte lo stesso slogan: “Chi non salta bianconero è…”.

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Fuorigioco Pregustava i faccia a faccia con Ibrahimovic e Thiago Silva, ma l’aspettavano i 90 minuti peggiore della sua vita di duccio magnelli

S

iamo certi che uno scherzo del genere Riccardo Montolivo non se l’aspettava proprio. Se n’era andato da Firenze considerandola ormai la periferia del calcio che conta, convinto di essersi lasciato alle spalle un progetto defunto ancor prima di nascere. L’attendeva la Milano di Berlusconi e di Galliani: già pregustava i faccia a faccia con Ibrahi-

Ma che sfortuna per Riccardo rossonero movic e Thiago Silva, il confronto serrato con la grinta di Gattuso e la classe di Nesta e di Seedorf. Immaginava la propria maglia scintillare nell’arena di San Siro, con la Champions da conquistare e lo scudetto da contendere − come sempre − all’‘odiata’ Juventus. Insomma, il centrocampista di Caravaggio sentiva i brividi del vero potere

calcistico corrergli lungo la schiena, lui che negli ultimi anni si era dovuto accontentare del vecchio e decadente Artemio Franchi e di un pubblico troppo spesso irriconoscente verso la sua classe. Eppure un piccolo campanello d’allarme sarebbe dovuto suonargli in testa il giorno in cui aveva scoperto che la somma offerta dai rossoneri per

assicurarsi i suoi servigi non era quella che lui si aspettava. C’era qualcosa di strano, ma il Riccardo (forse) non l’aveva capito. O non aveva voluto. Poi, improvvisa, il brusco risveglio nel verde di San Siro, in una caldissima domenica pomeriggio di fine agosto. Di fronte una neopromossa, la Sampdoria. Intorno a lui non i fenomeni a cui

aveva sognato di carpire i segreti per diventare ancor più grande, ma ‘soltanto’ Nocerino, Flamini, Bonera, Yepes, De Sciglio… Riccardo ha cominciato a pizzicarsi le braccia perché convinto di essere finito in un inimmaginabile incubo. Non era così. Galliani e Berlusconi gli avevano giocato un brutto scherzo. Avevano smantellato la squadra dei

suoi sogni e deciso di affidare a lui la responsabilità di dirigere il centrocampo rossonero. Per lui sono stati i novanta minuti peggiori della vita. Era convinto che sarebbe rimasto in panchina a stropicciarsi gli occhi guardando le giocate dei fenomeni. E invece gli è toccato andare in campo! Come a Firenze. Solo che a Milano cominciano a fischiare molto prima della fine della partita. E pagano anche poco.


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