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Esodo Viola

Batistuta: «Viola, come nel ’96»

Di Marzio: «Nessuna favorita, largo al bel calcio».

Ventottomila tifosi viola e a Firenze il maxisachermo

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L’editoriale di alessandro rialti

a famiglia Della Valle in questi anni ha battuto una serie importante di record. Ha riportato la Fiorentina fallita e retrocessa dalla C2 fino alla Champions. Ha conquistato per cinque volte il diritto a partecipa-

PER UNA COPPA E PER UN SOGNO re alle coppe europee. Ha cancellato antichi record negativi, uno dopo l’altro, inanellandoli come fossero una collana. Ha raggiunto quota 1000 vittorie nella Serie A a girone unico che resterà un trofeo storico per la vita. Ha conseguito con Montella fin qui

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le uniche nove vittorie in trasferta in campionato (pure negli anni dei due scudetti ci si era fermati ad otto) e ha regalato in questi anni un calcio spesso bello e divertente. I Della Valle hanno riempito questi loro dodici anni di Fiorentina di pic-

cole, medie e grandi imprese. Però la prima squadra non ha mai vinto niente. Almeno, non ha vinto niente di importante, se non si considerano fondamentali il successo del campionato di

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appunti di viaggio

La città è pronta a vivere l’attesa dell’appuntamento più importante della stagione. I Della Valle si giocano molto.

SEGNI PARTICOLARI: FIORENTINA di Mario tenerani

iamo, pronti a vedere quasi 30mila tifosi viola all’Olimpico. Firenze in campo, finalmente, sognando di alzare al cielo una coppa che manca, accidenti, da quasi tre lustri... Freme una città, che ha voglia di giocarsi un trofeo dopo 13 anni. Si preparano squadra e allenatore, il momento è ad alto contenuto adrenalico. Ma per Andrea e Diego Della Valle è un’altra storia. Sono dentro ad un frullatore di emozioni. Per loro, entrati nel calcio nel 2002, raccogliendo sotto un cumulo di macerie quel che restava di una gloriosa Fiorentina, il cammino è stato lungo, seppur percorso ad alta velocità. Sensazioni altalenanti come montagne russe, frangenti felici ed altri laceranti. I Della Valle non conoscevano il calcio, ma hanno fatto presto a capire dove erano finiti. Eppure non hanno mai abiurato il loro stile, modello vincente nelle loro aziende e marchio di fabbrica di un’eccellenza dell’imprenditoria italiana. Circa 220 milioni di euro investiti, ma bacheca sempre vuota. Per i fratelli Tod’s è giunto l’attimo da cogliere. Perché i risultati sono importanti, ma i trionfi aggiornano la storia. Una vittoria che meritano loro, Firenze, Montella e la Fiorentina tutta. Dalla proprietà ai magazzinieri, passando per chi lavora in sede, lontano dall’accecante rivalità del calcio. Resta solo un nodo decisivo da sciogliere: questa coppa va ancora conquistata, altrimenti le buone intenzioni resteranno a galleggiare nell’aria e l’appuntamento con la riapertura di quella bacheca...sarà ulteriormente procrastinato. Montella lo sa, qualcosa ha vinto da calciatore. Lo sanno anche i suoi giocatori. Purtroppo, però, per l’ennesima volta in questa stagione, la formazione sarà dettata dall’esigenza dell’infermeria e da una squalifica pesantissima, quel turno comminato a Cuadrado, dopo il cartellino giallo rimediato in pieno recupero nella semifinale vincente con l’Udinese. Non avere «Vespa» in finale è un danno grave. Ma è anche vero che la Fiorentina ha dimostrato in campionato, e non solo, di saper fronteggiare le criticità. Gli incidenti di Rossi e Gomez hanno costretto Montella ad allenare la Fiorentina nella tempesta, elevando al ruolo di normalità l’emergenza perenne. Questo è un vantaggio sul Napoli. Magari l’unico, ma potrebbe risultare decisivo.

Montella ha esaltato le qualità della Fiorentina anche nelle emergenze: all’Olimpico è l’ultimo banco di prova

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Gabriel Omar Batistuta guarderà la finale di Coppa Italia dall’Argentina:

IN BOCCA AL LUPO, ALZA QUELLA

di Mario tenerani

stato il re del gol. L’unico ad aver spodestato Kurt Hamrin, dopo quarantacinque anni di monarchia assoluta nella classifica dei marcatori di sempre in maglia viola. Gabriel Omar Batistuta, Re Leone, arrivato a Firenze per una intuizione di Vittorio Cecchi Gori. Lo vide in televi-

sione e quella folta capigliatura lo colpì, così come il feeling con il gol che in quella Coppa America fece suo conquistando la classifica marcatori. Qualcuno, intorno a Baires, lo aveva soprannominato “el gordo”, il grasso. Bati ha fatto ricredere tutti. Nonostante uno strano scetticismo iniziale. Sì, perché l’ultimo argentino transitato per Firen-

ze era stato Dertycia, centravanti pure lui colpito per altro da alopecia. Bati con la maglia viola ha fatto impazzire chiunque. Ha rappresentato il Dio del pallone, fantasia e potenza fisica al comando. Dal grido nella notte di San Siro “Irina te amo”, la sera della vittoria della Supercoppa Italiana, fino al gran gol realizzato al Barcello-

na, nella straordinaria cornice del Camp Nou in Coppa delle Coppe, portandosi subito per festeggiare l’indice al naso per zittire i tifosi avversari. Bati la storia l’ha vissuta da protagonista. Rifiutò tutte le squadre che si fecero avanti, perché, ripeteva sempre, «vincere a Firenze ha un gusto completamente diverso». I numeri, anche

per questo, non li ha mai dimenticati nessuno. Un matrimonio sincero durato nove anni con 243 presenze in A, 151 gol, 26 presenze in B con 16 reti. E’ stato anche capocannoniere assoluto nel campionato 1994/95. Gabriel è stato anche le parole che diceva. Ha sempre affrontato tutto a muso duro, senza complimenti né riverenze. Se qualcosa non gli piaceva, non la mandava a dire. Ieri come oggi. La sincerità è sempre stata il suo cavallo di battaglia. Pianse nell’ultima gara, quel del record dei gol segnati in A. Poi convocò gli ultrà. Quella sera, seduto nei locali del Viola Club Viesseux si sedette tra i capi del tifo e disse: «Me ne vado a vincere qualcosa». Stava partendo per Roma, dove avrebbe conquistato lo scudetto, ma con Firenze sempre nel cuore. Un feeling

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quello con la città che è maturato negli anni, anche quelli della lontananza. Eppure, se dici viola, Bati risponde sempre. Gabriel, di nuovo una finale per la Fiorentina: mancava da tanto tempo... «E’ vero, sono molto felice che i viola possano giocare per un traguardo così importante e naturalmente spero che riescano ad imitarci…». Già, quanti ricordi: era il ‘96 e tu lasciasti il segno come al solito... «Vincemmo 1-0 al Franchi all’andata e segnai. Al ritorno a Bergamo ne facemmo due: in gol andammo ancora io e il mio amico Amoruso. Una felicità incredibile, finalmente si vinceva qualcosa». Hai ancora negli occhi il ritorno a casa? «Arrivammo al Franchi alle tre di notte, c’erano 40mila fiorentini ad aspettarci, un’emozio-

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LUNEDI 5 MAGGIO 2014, ORE 17 nella Sala de’ Dugento in Palazzo Vecchio Sapevate che “Barbus” è stato sul campo del Franchi più volte di Batistuta? Avete mai letto di quel ricco e arrogante Presidente che, ai tifosi che reclamavano il ritorno al tradizionale viola delle maglie, fece distribuire migliaia di occhialini viola? Vi hanno mai detto che un famosissimo portiere gigliato saltava diverse partite perché non sopportava il freddo? Nessuno vi ha raccontato che i palloni per le prime notturne venivano dipinti di bianco con un pennello? Pensate sia possibile che le porte del “Meazza” a Milano possano essere più strette di quelle dell’”Artemio Franchi”? La Fiorentina è mai stata dei Fiorentini? Se la risposta è “No” anche ad una soltanto di queste domande, dovete per forza leggere questo libro! Potrete acquistare questo libro presso i seguenti punti vendita: c/o la sede della “Pallium”, dal lunedi al venerdi, ore 9-12, in Via de’ Malcontenti, 6 (Monte Domini); Edicola “Santo Spirito” in Piazza S. Spirito; Edicola “Giornalandia” in Via di RIpoli, 207/L; Edicola “Nincheri Francesco, Gabriele & C.” in Piazza Dalmazia. Per altre informazioni ed ulteriori punti vendita, visitate i nostri siti: www.palliumonlus.it e/o www.ﬁorentinaecuriositaeaneddoti.it, oppure visitate la nostra pagina facebook: “ﬁorentina curiosità e aneddoti”. LIBRO_BRIVIDOinserzione.indd 1

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il suo arrivo a Firenze è previsto per il 19 maggio. Magari per... festeggiare

FIORENTINA! COPPA ne unica. Quando presi la coppa in mano e corsi verso il centrocampo con i miei compagni veniva giù il Franchi dalla gioia. Ma non c’era da meravigliarsi, perché

sapevo com’era Firenze». E ora però c’è il Napoli, una squadra molto forte: che partita dovrà fare la Fiorentina? «Giocare semplicemen-

te come sa e come ha sempre fatto. La Fiorentina ha realizzato una bella stagione e ha dimostrato di avere un grande impianto di gioco e ottimi giocatori anche se qualcuno, a cominciare da Cuadrado squalificato, non potrà scendere in campo. Il Napoli è attrezzato bene e ha un grandissimo Higuain. Sarà dura per noi, ma penso che possiamo vincere con la forza del collettivo. Montella è bravissimo». E dall’Argentina i viola avranno il sostegno del Re Leone? «Sarò a casa mia, a Reconquista, con familiari e amici. Tutti schierati davanti alla tv, da noi sarà pomeriggio. Faremo un gran tifo. E poi 19 maggio verrò a Firenze per la Partita del Cuore. Sarà un’altra emozione rientrare nel mio stadio. Ci vediamo tra poco, ciao Firenze»

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L'intervista

Gabriel Omar Batistuta,

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cquistato dal Boca Juniors nel 1991, con la Fiorentina Batistuta batte tutti record, dalle presenze ai gol. Fa il suo esordio in Serie A il primo settembre 1991 in Juventus-Fiorentina (1-0) e da allora ha messo insieme un primato dopo l’altro che ancora deve essere superato (151 gol in A). Con la Fiorentina ha vinto il campionato di Serie B (1993/94), il titolo di capocannoniere della Serie A (1994/95), la Coppa Italia nel 1995/96 e la Supercoppa Italiana nel 1996. Con l’Argentina ha giocato 78 partite realizzando 56 reti (altro record). Passato dalla Fiorentina alla Roma, ha giocato nell’Inter prima di chiudere la sua carriera in Qatar nell’Al-Arabi.

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E’ la seconda volta che le due squadre si affrontano all’Olimpico, ma allora era campionato

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er la seconda volta Napoli e Fiorentina si affrontano all’Olimpico di Roma. E’ già accaduto oltre 58 anni fa, il giorno di San Silvestro del 1955 (un sabato). Il Vomero, lo stadio dove la squadra azzurra giocava prima della costruzione del San Paolo, era squalificato. Così fu deciso di far disputare l’incontro con i viola, valido per la tredicesima giornata, sul campo neutro della capitale. Il match si sarebbe dovuto giocare in

Miguel Montuori porta in vantaggio la Fiorentina contro il Napoli all’Olimpico: è il 1955

FIORENTINA-NAPOLI, INCONTRO RAVVICINATO A ROMA COME 59 ANNI FA realtà domenica 1 gennaio 1956 (allora si andava in campo anche durante le festività come avviene adesso in Inghilterra). Fu deci-

so, tuttavia, l’anticipo per consentire alla Rai che già avrebbe dovuto trasmettere in diretta Roma-Atalanta di irradiare anche la sfida tra il Napoli e la capolista Fiorentina, la squadra che praticava il più bel calcio del campionato. Era un avvenimento ghiotto per tutti i tifosi. Così furono giocate due partite di serie A nello stesso stadio e nello stesso giorno, evento mai più ripetutosi in seguito. Non c’erano certo i problemi di ordine pubblico che ci sono oggi, dove una cosa di questo genere sarebbe improponibile. Ce li vedreste in uno stesso stadio le tifoserie di Roma, Atalanta, Napoli e Fiorentina? Meglio non pensare alla conseguenze. Ma il calcio allora andava così. Alle 12.45 ci fu la prima partita tra Roma e Atalanta vinta dai giallorossi per 3-2. Poi alle 14.45 iniziò il match tra azzurri e viola, che si presentarono all’Olimpico primi in classifica (imbattuti) e con 5 lunghezze di vantaggio sul Milan (allora le vittorie venivano

premiate con 2 punti). Il match è entrato comunque nella storia. E’ stato il primo della Fiorentina ad essere trasmesso in diretta televisiva, rigorosamente in bianco e nero sull’unico canale Rai esistente. All’Olimpico erano pochi i supporter gigliati presenti. A Firenze, invece, i tifosi si organizzarono invadendo per lo più i pochi bar e i pochi locali che possedevano il televisore che nelle case solo i più abbienti allora avevano. Lo stadio Olimpico tra l’altro non aveva le caratteristiche di quello attuale. Era tutto scoperto compresa la tribuna Monte Mario. Se pioveva (ma quel giorno per fortuna il tempo fu clemente) anche le autorità prendevano l’acqua. La Fiorentina del romano ed ex romanista Fulvio Bernardini giocò contro il Napoli con la formazione titolare e iniziò il match all’attacco. Il gol arrivò al 34’ grazie a Miguel Montuori. Poi nella ripresa raddoppiò il centravanti Giuseppe Virgili al 6’. Ma gli azzurri al 19’ accorciarono

le distanze con l’ala destra Vitali. A quel punto la Fiorentina si scatenò. 3 minuti più tardi Montuori realizzò il gol del 3-1 (sua seconda doppietta stagionale dopo quella segnata al Comunale al Torino all’ottava giornata). E 300 secondi dopo arrivò anche la doppietta di Virgili. Gli azzurri si riportarono in avanti. Magnini stese in area Bruno Pesaola, allenatore della Fiorentina nella stagione 1968/69 (quella del secondo scudetto) che lo aveva superato dopo avergli fatto un tunnel. L’arbitro Liverani concesse giustamente il rigore. E così alla mezzora dal dischetto il centravanti Jeppson trafisse Sarti. Il ri-

sultato non cambiò più. La Fiorentina vinse 4-2 e portò a 7 i punti di vantaggio sul Milan. Tornarono ad essere 5 il giorno dopo quando i rossoneri vinsero a Novara per 4-3. Dopo la partita la squadra viola si trasferì alla stazione Termini ed affrontò il viaggio verso Firenze in treno. All’arrivo alla stazione di Santa Maria Novella, durante la notte di San Silvestro, c’era una gran folla di tifosi ad attendere i giocatori e i tecnici. Furono lanciati anche dei fuochi d’artificio per festeggiare il successo dei viola e il nuovo anno che si sarebbe rivelato fantastico con la conquista del primo scudetto.

IL TABELLINO NAPOLI-FIORENTINA 2-4 NAPOLI: Bugatti; Comaschi, Posio; Ciccarelli, Tre Re, Granata; Vitali, Beltrandi, Jeppson, Vinicio, Pesaola. Allenatore: Monzeglio FIORENTINA: Sarti; Magnini, Cervato; Chiappella, Rosetta, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini. Allenatore: Bernardini ARBITRO: Liverani RETI: 34’ Montuori, 51’ Virgili, 64’ Vitali, 67’ Montuori, 72’ Virgili, 75’ Jeppson (rigore)

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L'esclusiva

DI MARZIO: campion a t o , dall’altro una via di fuga che può riscattare un anno, quello degli azzurri, piuttosto deludente, con un 3° posto conquistato a distanza siderale dalle prime della classe ed un cammino europeo che, Champions esclusa, è stato davvero modesto. La Finale di Coppa Italia arriva dunque in un momento estremamente delicato sia per Fiorentina che per il Napoli, due squadre senza dubbio tra le più divertenti della Serie A che si daranno battaglia per la conquista dell’ambita coccarda tricolore. Quel trofeo che a Firenze manca ormai dal 2001 e che tutto il popolo viola spingerà alla conquista con un esodo di quasi 30.000 tifosi all’Olimpico di Roma. Per analizzare la finalissima della Capitale, Il Brivido Sportivo ha contattato un grande

di ANDREA GIANNATTASIO

na notte che vale una stagione, per Fiorentina e Napoli. Da un lato, in casa viola, l’opportunità di coronare un’annata davvero sfortunata, condita da gravissimi infortuni che hanno di fatto compromesso l’andamento d i tutt o un

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conoscitore dell’ambiente Napoli, ovvero l’ex allenatore Gianni Di Marzio, scopritore tra gli altri di campioni del calibro di Maradona e Lionel Messi. Di Marzio, chi arriva meglio alla finale di Coppa tra Fiorentina e Napoli? «L’andamento in campionato nelle ultime partite può essere la cartina di tornasole per capire come stanno le due squadre e come arrivano a questo

delicato appuntamento. A fare la differenza saranno soprattutto le condizioni fisiche e psicologiche». Lei rischierebbe Giuseppe Rossi anche solo per uno spezzone di partita? «Tutto dipende da come sta fisicamente: anche se Pepito dovesse giocare un breve spezzone non so lo stato di forma quanto lo potrebbe aiutare. Quella del 3 maggio è una partita secca, intensa, non è la

gara adatta a lui. Rossi, così come lo stesso Gomez, giocherà a mio avviso condizionato dal pensiero del Mondiale. Sappiamo tutti che Rossi è un grande professionista ma il Brasile è importante». A Napoli c’è delusione per l’annata di Benitez? «Non la chiamerei delusione, perché tutti sapevano che il tecnico spagnolo non era simile a Mazzarri: Rafa ha cambiato modulo

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stavolta toccherà a Borja Valero e Callejon farlo divertire

«E SPETTACOLO SIA» rispetto a quello attendista e fatto di ripartenze come quello usato dall’attuale tecnico dell’Inter: prima si giocava sull’avversario, ora si cerca il gioco spettacolare ma è naturale scoprirsi maggiormente e i troppi gol subiti hanno un po’ indispettito l’ambiente. La fase offensiva ora è veloce, devastante, con Mertens, Insigne e Callejon che hanno reso il calcio degli azzurri

estremamente piacevole. Resta il fatto che Juve e Roma si sono dimostrate superiori al Napoli». Qual è il suo giudizio su Montella, invece? «Vincenzo sta facendo molto bene e sta dimostrando di essere un grande allenatore, che sa far giocar bene le squadre. Da tempo dico che uno come lui è adatto al Barcellona ed in futuro io me lo immagino lì. E’ il suc-

cessore naturale di Guardiola per il suo calcio offensivo ed il giropalla ed in più si mostra sempre imperturbabile, non facendo mai vittimismo. Forse solo Conte in Italia è migliore di lui». C’è una favorita per la vittoria finale della Coppa Italia? «Tra Napoli e Fiorentina in campionato ci sono 10 punti di distanza ma in gare di questo tipo non si

Gianni Di Marzio e Diego Armando Maradona, un’amicizia che dura a distanza di anni

gioca mai con la classifica alla mano: una finale è una gara secca, come un derby e può quindi accadere di tutto. In carriera io ho allenato squadre in tanti derby e vi posso testimoniare che queste sono gare che si decidono sul nervosismo, sul carattere. Non c’è una favorita ma tutto dipenderà da quanta serenità avranno le squadre. Sarà sicuramente una bellissima partita, questo è garantito». Pensa che Napoli e Fiorentina possano inserirsi nella lotta scudetto nella prossima stagione? «Partiamo dal presupposto che Juventus e Roma si rafforzeranno per la Champions acquistando dei top-player: Napoli e Fiorentina per arrivare lassù devono avere giocatori di qualità, di grossa personalità. Serviranno quindi giocatori importanti, almeno tre calciatori nuovi, uno per reparto per far bene in Europa ed in Italia, altrimenti Juve e Roma anche nel prossimo campionato sono destinate a fare una corsa a sé».

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Ancora poche migliaia di biglietti disponibili, intanto si perfeziona la coreografia e si prepara quella che comunque sarà una festa

OLIMPICO, SARA’ INVASIONE VIOLA (COL CALCIO STORICO) di giulio incagli

a più grande moabilitazione di massa della storia della Fiorentina. Anche per questo sarà ricordata la finalissima di Coppa Italia del 3 maggio. Secondo i dati delle ultime ore starebbero infatti andando a ruba anche gli ultimi 4000 tagliandi disponibili per la Tribuna Monte Mario. L’ennesima dimostrazione d’affetto di una città che vive letteralmente per la propria squadra. A Roma ci saranno anche i rappresentanti del calcio storico, nella speranza di riempire il cielo della capitale del suono delle “chiarine”. Un amore viscerale quello tra Firenze e la Fiorentina, che non si è affievolito neanche in situazioni apocalittiche come l’esperienza della C2 e che in occasioni come questa mostra il lato migliore di sé. In città nessuno vuole perdersi questo storico appuntamento, tutti vogliono poter dire: io c’ero! Lo stadio Olimpico è pronto ad accogliere un’ondata viola composta da almeno 25000 tifosi, che accompagneranno la squadra in questo bellissimo sogno e risponderanno colpo su colpo al calore dei sostenitori

partenopei. La fiorentinità è un sentimento che va oltre successi o trofei, il tifoso viola è un qualcosa di raro, un elemento a forte rischio e in via d’estinzione. Polemico, talvolta vittimista, ma sempre presente nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte, un matrimonio indissolubile quello tra squadra e tifosi, rafforzato da un senso di appartenenza unico al mondo. Per coloro che non potranno seguire la squadra a Roma sarà proiettata la partita al maxi schermo. All’ippodromo del Visarno o, in caso di maltempo, in un altro luogo che deve essere ancora stabilito. Si attende di perfezionare gli ultimi dettagli. In città si vocifera già di una coreografia da urlo, una di quelle alle quali la Curva Fiesole ci ha abituati nel corso degli anni, composizioni suggestive, da rimanere senza fiato. Ovviamente ancora niente di ufficiale, nessuno vuole rovinare l’effetto sorpresa e i preparativi stanno proseguendo. Ci vorrà comunque tutto l’apporto possibile per abbattere la corazzata di Benitez e un dato che fa tremare i tifosi viola. Il tecnico spagnolo infatti, al primo anno in un club ha sempre vinto alme-

A Roma ci sarà anche il Gonfalone del Calcio Storico Fiorentino

no un trofeo. Tutti sappiamo anche che la maggior parte dei successi in carriera li ha ottenuti in competizioni di breve durata, come coppe nazionali o europee. A partire da Valencia, passando per Liverpool ed Inter, fino ad arrivare alla vittoria in

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Europa League dello scorso anno con il Chelsea. Montella & co. sono avvisati… A Napoli i biglietti sono terminati due settimane prima della partita, del resto era lecito aspettarselo visto l’altissimo numero di tifosi napoletani sparsi per tutta

la penisola. L’indiscrezione è che in molti abbiano acquistato la tessera del tifoso viola per poter poi comprare i biglietti nella tribuna riservata ai supporters della Fiorentina. Quindi molto probabilmente la cornice di pubblico sarà in leggera pre-

valenza azzurra, ma siamo più che sicuri che gli almeno 25000 fiorentini faranno sentire il loro supporto e rappresenteranno un fattore per la Fiorentina, con un solo obiettivo: mettere in bacheca il primo trofeo dell’era Della Valle.

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Il 4 maggio di 65 anni fa la tragedia di Superga, c’era anche colui che vinse questo trofeo coi viola nel 1940

LA COPPA ITALIA E ROMEO MENTI, UNA DEDICA DA NON DIMENTICARE di RUBEN LOPES PEGNA

Romeo Menti con la maglia della Fiorentina. Con i viola ha vinto un campionato di Serie B e una Coppa Italia

edicare la Coppa Italia, eventualmente vinta (così tutti ci auguriamo), dalla Fiorentina a Romeo Menti. Sarebbe il modo migliore per ricordare il campione scomparso nell’incidente aereo di Superga, insieme a tutta la squadra e ai dirigenti del Torino (c’erano anche tre giornalisti) 65 anni fa, il 4 maggio (il giorno dopo la finale di Roma) del 1949. Menti, vicentino di nascita ma fiorentino d’adozione, aveva tra l’altro conquistato la Coppa Italia con la casacca viola nel 1940, la prima nella storia della Fiorentina. C’era anche lui in campo nella finale giocata con il Genova al Berta vinta dai gigliati per 1-0. Menti indossava la maglia numero sette. Quel giorno non segnò ma fu ugualmente tra i protagonisti dell’incontro. Era un’ala destra dotata di un dribbling straordinario e di un tiro potente e preciso. Ed era anche uno specialista sui calci di punizione e di rigore. A Firenze era arrivato dal Vicenza, la città dove era nato il 5 settembre 1919, nell’estate del

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1938 per 68.000 lire, una cifra notevole per l’epoca. La Fiorentina era appena stata retrocessa in serie B. Meo - questo il suo soprannome - fu protagonista della promozione in serie A con 17 gol all’attivo. Giocò con la maglia viola anche in serie A per due stagioni, nel 1939/40 (quella della conquista della coppa) e nel 1940/41, quando la Fiorentina si piazzò terza e lui segnò 18 reti, arrivando secondo nella classifica dei cannonieri. Collezionò complessivamente in campionato (tra A e B) 75 presenze, realizzando 44 gol. Poi fu acquistato dal grande Torino. Ma a Firenze, dove nel frattempo si era sposato e risiedeva la sua famiglia, tornò per disputare il torneo centro-sud 1945/46 (18 presenze e 7 gol). Poi passò definitivamente al Toro. In riva all’Arno veniva comunque ogni volta che gli impegni calcistici glielo consentivano per trovare i suoi cari. E a Firenze, davanti ai suoi vecchi tifosi, ebbe la grande soddisfazione di debuttare in Nazionale il 27 aprile 1947 nel match contro la Svizzera vinto dall’Italia per 5-2. Meo realizzò addirittura una tripletta. In

azzurro collezionò 7 gettoni di presenza, siglando 5 reti. Con il Torino Menti vinse 4 scudetti, nel 1942/43, nel 1946/47, nel 1947/48 e nel 1948/49 oltre a una Coppa Italia nel 1942/43. La sua brillante carriera, come quella dei suoi compagni, fu troncata sulla collina di Superga in un drammatico incidente in cui morirono tutti i passeggeri dell’aereo che si schiantò sulla basilica. Il Torino era reduce da Lisbona, dove aveva disputato una partita amichevole con il Benfica per celebrare l’addio al calcio del grande campione portoghese Francisco Ferreira. I granata furono sconfitti per

4-3. L’ultimo gol del glorioso grande Torino lo realizzò proprio Menti su calcio di rigore a un minuto dal novantesimo. Meo lasciò la moglie Giovanna di appena 25 anni, la figlia Titti di 6 e il figlio Cristiano di 13 mesi che hanno continuato a vivere a Firenze sia pure con un dolore incolmabile. E a Firenze si svolsero anche i suoi funerali con la partecipazione di migliaia e migliaia di persone commosse nel dare l’addio al giovane campione scomparso. Sarebbe bello vincere sabato la coppa con il Napoli anche per Menti, un giocatore che ha fatto la storia della Fiorentina. Solo il fato, li ha vinti. A Superga si schiantò l’aereo con a bordo il Grande Torino. Tra loro anche Romeo Menti.

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Esclusiva con il doppio ex che proprio in viola ha vinto l’ultima Coppa Italia nel 2001 Giuseppe Taglialatela ha vestito la maglia della Fiorentina dal 1999 al 2002

TAGLIALATELA: «FIRENZE MERITA UN TRIONFO, MA IL NAPOLI E’ FAVORITO»

di alessandro latini

fiorentina amore mio

e ipotesi e le supposizioni delle scorse settimane stanno per lasciare spazio alle certezze. La finale di Coppa Italia è alle porte, con la Fiorentina che proverà in tutti i modi a vincere il primo trofeo dell’era Della Valle. Impresa non facile, davanti avrà un Napoli agguerrito e con tutti gli uomini a disposi-

zione. Montella valuterà fino all’ultimo l’impiego di Giuseppe Rossi, ma avere a disposizione Pepito sarebbe un segnale importante. Per la nostra rubrica Fiorentina Amore Mio, questa settimana abbiamo intervistato in esclusiva Giuseppe Taglialatela, portiere doppio ex della sfida, che ha vinto la Coppa Italia sia a Firenze che a Napoli. Taglialatela, ormai ci sia-

mo davvero. Che partita si aspetta a livello tattico? «Nessuno dei due allenatori vorrà aspettare la squadra avversaria. Entrambi vorranno fare la partita e per questo verrà fuori sicuramente un bello spettacolo. Per una questione di uomini il Napoli è leggermente favorito. Benitez può disporre di tutti gli elementi della rosa, mentre la Fiorentina ha diverse problematiche. Montella non avrà Cuadrado per squalifica e c’è un grande punto interrogativo su Rossi e Gomez. Poi è normale che le partite devono essere sempre giocate, il campo darà il responso finale». Gomez sarà davvero un punto interrogativo, Pepito fara’ di tutto per esserci anche se non è’ facile... «E’ chiaro che uno come lui può spostare gli equilibri, qualcosa cambia sicuramente tra averlo e non averlo, perché può

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fare una giocata decisiva e può mettere in difficoltà gli avversari». Montella contro Benitez. Cosa pensa di questi due allenatori? «Benitez ha l’esperienza dalla sua parte, di finali ne ha giocate tante. Io rimango convinto che l’esperienza conti fino ad un certo punto in queste occasioni, conta quanta voglia hanno le due squadre di alzare il trofeo. Ho il rammarico di non aver visto la Fiorentina con tutti i suoi attori principali, perché a livello di gioco credo ancora che sia la migliore in Italia. Montella fa giocare in modo speciale questa squadra ed ha trovato in Borja Valero un giocatore pazzesco, che è il suo cervello in campo. Le partite della Fiorentina, oltre a quelle del Napoli di cui sono tifoso, sono le uniche che vedo davvero volentieri». Come arriva il Napoli a

questa finale? C’è un po’ di nervosismo nella squadra di Benitez? «Un po’ di nervosismo a fine stagione ci può stare, qualche screzio tra compagni accade in tutte le squadre. L’episodio che ha visto protagonisti Inler e Behrami è subito rientrato, c’è già stato un chiarimento. Certo, l’ambiente si aspettava qualcosa in più quest’anno: in certe partite la squadra di Benitez ha fatto brutta figura». A Firenze la partita è molto attesa. Napoli come si sta approcciando all’evento? «Napoli e Firenze credo che si approccino in modo simile a questa finale. Le due tifoserie sono molto esigenti, hanno voglia di vincere qualcosa in questa stagione. Le aspettative sono le stesse: so che a Firenze sono molto alte, ma anche a Napoli è così. Un trionfo darebbe prestigio, questo trofeo

quando lo vinci diventa molto importante». Chiudiamo con un ricordo. Lei faceva parte della Fiorentina che ha vinto l’ultimo trofeo della sua storia: la Coppa Italia nella stagione 2000/2001. «Disputammo una competizione stupenda, la ricordo davvero con piacere. Eravamo un bel gruppo, c’era un ambiente favorevole anche se poi vennero fuori tante problematiche che si concretizzarono l’anno successivo. Fu una bellissima vittoria, mi ricordo l’invasione di campo a fine partita, non riuscimmo nemmeno a fare il giro di campo da quanto era intasato il terreno di gioco. Regalammo una bella gioia ai tifosi della Fiorentina, che meritano ancora oggi gioie simili. La società sta crescendo in questi anni ed ha un allenatore che è un grande condottiero. Uno dei migliori in circolazione».

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Nel 2001, un anno prima del fallimento, è di nuovo la squadra viola a conquistare la Coppa Italia. Nessuno avrebbe immaginato un rapido declino

verso la finale di ruben lopes pegna

a Fiorentina torna a disputare la finale di Coppa Italia a due anni di distanza e contro lo stesso avversario, il Parma. Non solo. Come allora gioca la partita d’andata al Tardini e quella di ritorno al Franchi. IL CAMMINO. I viola arrivano a questa sfida dopo aver eliminato la Salernitana negli ottavi, battendola all’Arechi per 5-0 con tripletta di Nuno Gomes e gol di Mijatovic e Marco Rossi e a Firenze per 3-1 con gol di Mijatovic, Vanoli e Chiesa. Poi nei quarti si sbarazzano del Brescia grazie alla vittoria al Franchi per 6-0, con doppiette di Leandro e Chiesa e gol di Bressan e Rui Costa, e nonostante la sconfitta patita al Rigamonti per 3-1 (rete di Leandro). In semifinale la Fiorentina elimina il Milan, pareggiando a San Siro 2-2 con gol di Chiesa e Bressan e vincendo a Firenze per 2-0 con gol di Chiesa e Rui Costa. In tutte queste partite siede in panchina Fatih Terim che poi si dimette. LA FINALE D’ANDATA. L’allenatore è ora Roberto Mancini, mai troppo amato dai tifosi che invadono

LA FIORENTINA DI MANCINI AFFRONTA E BATTE IL PARMA in 5.000 il Tardini (sono più di un quarto, visto che gli spettatori sono meno di 18.000) per sostenere la squadra dì 24 maggio 2001 e contestare, invece, il presidente Vittorio Cecchi Gori. Mancini schiera una squadra abbottonata con Chiesa unica punta e Rui Costa a suo supporto. Il Parma parte forte. Al 3’ un errato disimpegno di Amaral è intercettato da Milosevic che si presenta a tu per tu con Toldo che respinge il tiro. Sul pallone si avventa Di Vaio e Adani, a sua volta, respinge la conclusione a portiere battuto. Poi c’è in assist involontario di Repka per Milosevic, il cui tiro non forte è parato da Toldo. Un’altra conclusione di Milosevic termina quindi a fil di palo. La Fiorentina si fa viva al 38’ con una punizione di Chiesa che scheggia la traversa. Poi è Toldo a deviare in angolo un tiro dal limite di Mi-

coud. Nella ripresa il Parma continua ad attaccare. Una conclusione di Di Vaio da buona posizione termina fuori. L’ex Chiesa con un tiro cross impegna Guardalben. Ma poco dopo Di Livio rischia l’autogol con un retro passaggio di testa a Toldo. Al 33’ il portierone viola è ancora protagonista quando devia sulla traversa un missile di Conceicao. Al 42’ su cross di Bressan, a sorpresa, Paolo Vanoli, un altro ex, di testa batte Guardalben sotto la curva dei tifosi viola, impazziti di gioia. Era stato proprio Vanoli, due anni prima, con un gol a regalare la Coppa Italia al Parma. Gli emiliani comunque non demordono. Toldo para una conclusione di Micoud e poi Repka salva sulla linea un tiro di Amoroso. La Fiorentina si aggiudica dunque la finale d’andata ed è ora favorita per la conquista della coppa.

IL TABELLINO (ANDATA) PARMA-FIORENTINA 0-1 PARMA: Guardalben; Thuram, Sensini, Cannavaro; Sartor (Conceicao dal 73’), Almeyda, Lamouchi, Junior; Micoud; Milosevic (Mboma dall’81’), Di Vaio (Amoroso dal 62’). Allenatore: Ulivieri FIORENTINA: Toldo; Repka, Adani, Pierini, Moretti; Marco Rossi (Bressan dal 71’), Di Livio, Amaral, Vanoli; Rui Costa; Chiesa. Allenatore: Mancini

LA FINALE DI RITORNO. Si disputa mercoledì 13 giugno davanti ad oltre 38.000 spettatori e Mancini ripropone lo stesso schieramento della gara d’andata con Chiesa unica punta. D’altronde alla Fiorentina basta il pareggio per aggiudicarsi il trofeo. Il Parma inizia all’attacco. Toldo effettua due paratone all’8’ su colpo di testa di Sensini e al 14’ su tiro di Lamouchi. La Fiorentina reagisce. Rui Costa parte palla al piede a centrocampo e indisturbato arriva al limite dell’area. Il suo tiro finisce fuori di poco. Al 19’ Toldo fa i miracoli su una sventola di Di Vaio. Nove minuti dopo c’è un assist di Rui Costa per Vanoli, appostato a centro area. Il suo tiro è respinto. Ma il pallone è colpito di testa da Marco Rossi e salvato sulla linea da Junior. Al 38’ lo stesso Junior si libera di Vanoli e Repka e crossa al centro per Milosevic che, con una mezza girata di interno sinistro, batte Toldo. E’ ancora Rui Costa, sul finire del tempo, ad impegnare Guardalben. All’inizio della ripresa Man-

cini toglie il difensore Moretti ed inserisce un altro attaccante, Nuno Gomes. Ma è il Parma a rendersi pericoloso al 13’con un colpo di testa di Di Vaio deviato in angolo da Toldo. Quattro minuti dopo il portierone viola si supera, salvando la porta da una conclusione al volo di Sensini. Al 20’ Marco Rossi appoggia il pallone a Chiesa che trova Nuno Gomes in area. Botta violenta del portoghese e per Guardalben non c’è niente da fare. Il Franchi è in delirio. Il Parma si riporta in avanti ma Toldo non corre più grossi. La Fiorentina così conquista per la sesta volta la Coppa Italia. E’ il capitano Manuel Rui Costa, il migliore in campo insieme a Toldo, ad alzare nel cielo del Franchi l’ambito trofeo. Sarà l’ultimo vinto dalla squadra viola.

IL TABELLINO (RITORNO) FIORENTINA-PARMA 1-1 FIORENTINA: Toldo; Repka, Adani, Pierini, Moretti (Nuno Gomes dal 46’); Marco Rossi, Di Livio, Vanoli (Bressan dal 75’); Rui Costa; Chiesa (Lassissi dall’89’). Allenatore: Mancini PARMA: Guardalben; Thuram, Sensini, Cannavaro; Sartor (Fuser dal 76’), Almeyda (Appiah dall’82’), Lamouchi, Junior; Micoud (Mboma dall’85’); Milosevic, Di Vaio. Allenatore: Ulivieri ARBITRO: De Santis RETI: 38’ Milosevic, 65’ Nuno Gomes Nuno Gomes, con un suo gol, regala l’ambito trofeo alla squadra viola. All’andata aveva segnato Vanoli

ARBITRO: Borriello RETE: 87’ Vanoli

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RiGeneRa zione

L’attuale tecnico della Fiorentina giocava nella Roma avversaria nel 2001 nella sfida di Supercoppa italiana di RUBEN LOPES PEGNA

C’

è Vincenzo Montella nel segno del destino della Fiorentina. C’è lui in campo da avversario quando i viola giocano l’ultima finale della loro storia. C’è lui adesso sulla panchina gigliata quando tornano a giocarne una a distanza di quasi 13 anni, sempre nel medesimo stadio, l’Olimpico di Roma. Domenica 19 agosto 2001 la Fiorentina dunque gioca la Supercoppa italiana contro la Roma, fresca vincitrice dello scudetto. La squadra viola arriva all’appuntamento dopo un’estate tormentata dalle vicende societarie. Il club di Vittorio Cecchi Gori, per cercare la sopravvivenza economica, è stato costretto a cedere tra gli altri due dei suoi giocatori più rappresentativi: Manuel Rui Costa e Francesco Toldo. L’Olimpico, in una serata calda e afosa, è quasi tutto pieno. Ci sono oltre 61.000 spettatori (1.500 sono i tifosi viola) per un incasso di oltre 2 miliardi e mezzo di lire. La Roma è nettamente favorita dai pronostici e in campo lo conferma sin dall’inizio. Al 3’ Batistuta impegna il portiere

FaRi

verso la finale

L’ULTIMA FINALE? ANCHE ALLORA C’ERA MONTELLA.

MA CONTRO

gigliato Taglialatela con una conclusione molto forte. E al 6’ i giallorossi vanno in vantaggio. Un tiro di destro angolato di Candela sorprende Taglialatela, apparso un pò in ritardo. Per la Fiorentina è un’autentica mazzata. La Roma insiste e sfiora il 2-0. Una punizione di Batistuta è respinta da Taglialatela. Sul pallone si avventa Assuncao che con il destro e la porta spalancata calcia incredibilmente fuori. Al 40’ i viola, però, vanno vicini al pareggio. Nuno Gomes, lanciato verso la porta giallorossa, tira addosso a Pelizzoli che respinge. Sulla ribattuta l’attaccante portoghese tira fuori da posizione favorevolissima. Pochi istanti dopo Taglialatela compie due miracoli su conclusioni di Batistuta e Totti. Nella ripresa la gara, di fatto, però si chiude dopo 9

minuti. Assist di Totti per Montella e l’attuale tecnico della Fiorentina con un sinistro al volo sigla il gol del 2-0. Poi c’è la standing ovation dell’Olimpico quando l’aeroplanino viene sostituito al 16’ da Del Vecchio. Dopo un gol annullato a Totti, per sospetto fuorigioco di Zebina, arriva il tris giallorosso al 36’. Assist di Totti per Candela. Il tiro del francese è respinto malamente da Taglialatela. Sulla ribattuta si avventa Totti che con un pallonetto segna il gol del 3-0. La reazione viola è affidata a Tarozzi, subentrato a Baronio, il cui tiro è salvato da Zago a porta vuota. Troppo poco per una modesta Fiorentina che da lì a pochi mesi retrocederà in serie B prima della cancellazione e del fallimento e dell’inizio della nuova era targata Della Valle.

L’aeroplanino di Montella decollò anche nell’ultima Supercoppa giocata dalla Fiorentina: vinse la Roma

IL TABELLINO ROMA-FIORENTINA 3-0 ROMA: Pelizzoli; Zebina, Samuel, Zago; Fuser (Guigou dal 67’), Tommasi, Assuncao (Balbo dall’80’), Candela; Totti, Batistuta, Montella (Del Vecchio dal 61’). Allenatore: Capello. FIORENTINA: Taglialatela; Di Livio, Adani, Pierini, Moretti; Baronio (Tarozzi dal 67’), Cois (Amaral dal 61’) ; Marco Rossi, Morfeo, Nuno Gomes (Gonzalez dall’81’); Chiesa. Allenatore: Mancini. ARBITRO: Cesari di Genova RETI: 6’ Candela, 54’ Montella, 81’ Totti

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Fiorentina e Napoli partono alla pari, nonostante le tante assenze con cui deve fare i conti Montella. L’alternativa a Cuadrado non manca

VALCAREGGI: «QUESTA VIOLA PUò REGALARE ANCORA UN SOGNO»

di ANDREA GIANNATTASIO

i avvicina a grandi passi l’appuntamento che può valere una stagione, la notte che può cambiare il volto di un anno intero. La Finale di Coppa Italia ormai è alle porte e la Fiorentina affronta il Napoli di Benitez dopo la splendida vittoria di Bologna, dove - per il grande rammarico del popolo viola - mattatore dell’incontro è stato il colombiano Cuadrado, costretto a saltare la sfida dell’Olimpico per una squalifica galeotta rimediata in semifinale contro l’Udinese. Una vera e propria grana per Vincenzo Montella, che dovrà fare i

conti anche con l’assenza di Mario Gomez e con un Pepito Rossi a mezzo servizio. Per discutere di questo e di altri temi, Il Brivido Sportivo ha chiesto come sempre il parere all’agente FIFA di nota fede viola Furio Valcareggi. Valcareggi, che gara si aspetta sabato sera tra Fiorentina e Napoli all’Olimpico? «Sarà una gara molto intensa, come tutte le finali. Non c’è una favorita, lo dico subito. Loro sono più forti, è vero, ma solo perché alla Fiorentina mancano alcuni giocatori importantissimi in attacco. In una partita che dura appena 90’ tutto può succedere, un

po’ come nei derby. Questa Viola può ancora regalare un sogno ai suoi tifosi». Quanto peserà, tra le varie assenze, quella di Juan Cuadrado? «Molto senza dubbio, perché il colombiano era il giocatore più in forma della squadra e l’unico che ora come ora poteva spaccare in due la partita quando lo voleva. Non ci piangiamo addosso, però. Montella ha

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ottime alternative e saprà sicuramente come ovviare all’assenza di Cuadrado». Se la sente di stilare una probabile formazione in vista di sabato sera? «Credo che l’aeroplanino opterà ancora per il 4-3-12 che si è visto in queste ultime partite, con Ilicic in posizione di tre-quartista e falso ‘nueve’ pronto ad inserirsi tra le punte. Neto in porta ovviamente con-

fermato, in difesa To m o vic, Gonzalo, Savic e Pasqual, a centrocampo dove noi siamo assolutamente più forti - Aquilani, Pizarro e Borja Valero e davanti Ilicic alle spalle di Matri e Joaquin».

Joaquin con il suo gol di testa ha espugnato il San Paolo

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COSA VA

Il Bologna non è certo lo squadrone che tremare il mondo fa, come si diceva di quello di Fulvio Bernardini, e se nei primi minuti Neto non avesse fatto una gran parata, magari poteva pure girare male. Però dopo il primo quarto d’ora di sbandamento, la Fiorentina non poteva poi giocare meglio. Curci è stato il migliore del Bologna, Ilicic poteva fare una doppietta, Borja Valero è andato vicinissimo al gol in due occasioni (una parata del portiere e una di un difensore), Cuadrado è stato incontenibile ed è uscito dallo stadio bolognese con applausi a scena aperte sebbene i tifosi viola avessero gridato spesso “Serie B. Che si poteva pretendere di più? L’Inter non è riuscita a superare il Napoli nonostante un buon primo tempo e qualche occasione. Peraltro la più limpida di tutte l’ha avuto il Napoli con Inler, senza contarne altre due, con Callejon e Higuain. Aver aumentato il vantaggio sull’Inter, da due a quattro punti, ha reso l’ultima giornata di campionato certamente positiva in vista Europa League (senza preliminari). I continui exploit di Cuadrado...se da un lato aumentano il rammarico per la stupida ammonizione che beccò contro l’Udinese (e spero sempre che non sia vero che lui non sapesse di essere diffidato e in pericolo di squalifica: sarebbe un errore imperdonabile da parte della società), dall’altro hanno il pregio di far aumentare continuamente la

sua valutazione. Ci costerà qualcosa in più riscattarlo, trovando un accordo con l’Udinese, ma se dovesse proprio diventare merce di scambio almeno consentirà ai Della Valle di realizzare una bella plusvalenza da tradurre magari in qualche acquisto di valore. Ciò detto spero che a) che coloro che ritenevano che Cuadrado fosse tanto fumo e poco arrosto si ricredano, se non lo hanno già fatto b) che Montella abbia capito anche dal movimento che il colombiano ha fatto sul primo gol incuneandosi con un taglio esterno da centravanti fra quattro difensori (un po’ addormentati…), che pensare di far fare il terzno a uno così sarebbe proprio

Nove gol in campionato, tredici in stagione: Cuadrado è sempre più bomber

uno spreco! Il secondo gol è stato la prova del nove. c) che i Della Valle non lo vendano perché uno così, di supporto a due punte finalmente sane come Rossi e Gomez vorrebbe dire lottare o per lo scudetto o per uno dei primi 3 posti. E tanto se uno è un giocatore molto buono nel 2014 lo sarà anche nel 2015. E’ come quando si possiede una gran bella casa in una posizione di sicura rendita: a vendere si fa sempre a tempo e se da un calciatore che ha fatto 9 gol e non so più quanti assist (più quante espulsioni o ammonizioni procurate agli avversari) gli si affiancasse una squadra da scudetto o quasi, il suo valore aumenterebbe ancora di più. Sapete cosa vi dico: Ilicic non è così male, e perfino Joaquin mi è piaciuto. Spero solo non sia stata... colpa della pochezza della difesa bolognese.

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COSA NON VA Rossi ha fatto 14 gol, Cuadrado ne ha fatti 9, Gomez ne ha fatti quattro...ma nessuno di questo, salvo che (forse) per una mezzoretta Pepito, scenderà in campo sabato nella partita forse più importante della stagione, quella che potrebbe cancellare lo “zero tituli” nel palmares della Fiorentina by Della Valle. Non è un bel viatico. Se anche nel calcio esistesse la “par condicio” neppure Gonzalo Higuain dovrebbe giocare contro i Viola sabato a Roma. Ma al momento in cui scrivo, nonostante l’uscita in barella da San Siro dopo il contrasto con Andreolli, è invece assai più probabile che el Pipita giochi fin dall’inizio piuttosto che Pepito Rossi. Purtroppo. E questo non è proprio giusto. Perché el Pipita sì e il Pepito no? Anche se, sportivamente, auguro ad Higuain di scendere in campo e di... perdere. Darebbe maggior soddisfazione a tutto il popolo viola. Quando l’altra sera il Benfica ha trovato quel grandissimo gol del 2-1 contro la Juve non sono riuscito a restare fermo sul divano e a non esultare. E’ stato più forte di me. Di solito prima tifavo sempre per tutte le squadre italiane nelle Coppe, ma la Juve mi sta sempre più indigesta. E sì che all’inizio della partita avevo cercato di autoconvincermi a tifare Juve perché se passa il Benfica avremo solo due squadre italiane in Champions nel 2016 e per la Fiorentina, con il suo tetto ingaggi e i suoi budget risicati, sarà sempre più difficile arrivare alla Champions. Credo che la Juventus, anche senza il mio tifo, riuscirà a qualificarsi per la finale. Così avrò...la coscienza a posto...e in finale potrò tranquillamente tifare per il Siviglia!!!

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l sogno, anche se per una manciata di minuti, è quello di rivedere in campo lui, Pepito Rossi. Firenze non aspetta altro da quel maledetto cinque gennaio, nel derby contro il Livorno. L’attaccante italo-americano, dal canto suo, in queste settimane ha schiacciato sul gas per cercare di recuperare il prima possibile. Adesso, dopo aver dimostrato sul campo la stabilità del suo ginocchio, deve convincere Montella. Dal primo minuto, complice la sventurata squalifica di Juan Cuadrado, toccherà ad Alessandro Matri, ma è Rossi stavolta a voler regalare un sorriso gigantesco alla sua gente. E Gomez? Montella è stato chiaro già la settimana scorsa: «Ho la sensazione che non lo rivedremo prima della prossima stagione». Certo, se davvero Super-Mario vuol puntare sul Brasile deve far di tutto per mettere minuti nelle gambe contro la Fiorentina. Non cambierà il centrocampo e nemmeno la difesa, con Pasqual nuovamente al suo posto dopo aver scontato lo stop del giudice sportivo in campionato. Il Napoli, che fino all’ultimo monitorerà le condizioni di Gonzalo Higuain, uscito malconcio dal campo sabato scorso per un contrasto di gioco con Andreolli, è comunque ottimista. Il Pipita sarà al suo posto e comunque a Benitez le alternative non mancano. Christian Maggio, inoltre, può avere l’idoneità fisica e tornare a giocare, dopo lo pneumotorace che lo aveva bloccato un mese e mezzo fa. La commissione medica dell’istituto di medicina dello sport del Coni ha infatti espresso il suo parere favorevole, e spetterà ora al Napoli dare ufficialmente il via libero formale e definitivo del suo giocatore.

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Fiorentina 4-3-1-2 1 Neto

Matri Joaquin Ilicic Borja Valero Pizarro Pasqual Aquilani Savic Rodriguez Tomovic Neto

40 Tomovic, 2 Gonzalo Rodriguez, 15 Savic, 23 Pasqual 10 Aquilani, 7 Pizarro, 20 Borja Valero 72 Ilicic 17 Joaquin, 32 Matri Allenatore: Vincenzo Montella

A disposizione: 25 Rosati, 12 Lupatelli, 3 Diakité, 5 Compper, 4 Roncaglia, 8 Bakic, 21 Ambrosini, 88 Anderson, 27 Wolski, 30 Matos, 49 Rossi, 14 Mati Fernandez. Squalificati: Cuadrado

NAPOLI 4-2-3-1 25 Reina

Higuain

4 Henrique, 33 Albiol, 21 Fernandez, 31 Ghoulam

Calljon

Hamsik Inler

Mertens

88 Inler, 8 Jorginho

Henrique

Jorginho Fernandez Ghoulam

7 Callejon, 17 Hamsik, 14 Mertens

Albiol Reina

9 Higuain Allenatore: Rafael Benitez A disposizione: 80 Doblas, 15 Colombo, 5 Britos, 19 Pandev, 2 Reveillere, 16 Mesto, 20 Dzemaili, 18 Zuniga, 85 Behrami, 22 Radosevic, 24 Insigne, 91 Zapata. nessuno S I GSqualificati: NA L UCCA MONSUMMANO

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Benitez è l’uomo delle finali, Montella le coppe le ha alzate solo a suon di gol:

QUELLO CHE HA VINTO (QUASI) SEMPRE di ANDREA GIANNATTASIO

Per Vincenzo Montella, quella dell’Olimpico è la prima finale della carriera da allenatore

enitez contro Montella. Ovvero mister Finale contro chi, le finalissime, in carriera le ha solo giocate e mai vissute da allenatore. Il giorno e la notte, lo zenit ed il nadir. Accomunati, però, da un solo unico obiettivo: alzare la Coppa Italia al cielo il 3 maggio a Roma. La sfida della Capitale, del resto, è anche e soprattuto questo, ovvero l’usato sicuro (Rafa Benitez) contro il nuovo che avanza (Vincenzo Montella). E se volessimo analizzare Fiorentina-Napoli solo sotto questo aspetto, probabilmente, non ne caveremo davvero le gambe. Il palmarès di Benitez, del resto,

parla molto chiaro: otto trofei vinti in finali secche in ben tre campionati diversi (spagnolo, inglese ed italiano) sia in campo nazionale che internazionale, senza contare le due vittorie della Liga tra il 2001 ed il 2004 sulla panchina del Valencia ed i trofei giovanili con il vivaio del Real Madrid. Un jolly di Coppe, un allenatore nato per giocare e vincere finali e trofei. All’esatto opposto, invece, si trova il tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella, un allenatore giovane, promettente, con alle spalle appena 124 panchine in Serie A ed alle prese per la prima volta in carriera con una prestigiosa finale come quella della Coppa

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28-04-2014 16:35:16

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sfida inedita tra le due nuove icone del calcio italiano

E QUELLO DELLA PRIMA VOLTA Italia, un trofeo che con Firenze ha sempre avuto un feeling tutto particolare (la squadra viola è il terzo club italiano per vittorie, assieme alla Lazio). Da calciatore, per l’aeroplanino, le cose sono andate un po’ meglio, dato che l’ex bomber della Roma ha all’attivo le vittorie dello scudetto e della Supercoppa italiana del 2001 in giallorosso (quest’ultima alzata in faccia proprio alla Fiorentina di Mancini con un perentorio 3-0 in cui Montella segnò il gol del momentaneo 2-0). Per il resto, zero assoluto, un dominio incontrastato che gioco forza - parla in favore del tecnico del Napoli che a conti fatti ha iniziato ad allenare in prima squadra ben

quindici anni prima rispetto all’aeroplanino viola. Nel 1995, infatti, quando Benitez si cimentava nella Liga con la prima esperienza da allenatore di squadre non giovanili sulla panchina del Real Valladolid, Montella (appena ventunenne) era da poco passato dall’Empoli al Genoa e stava facendo il suo esordio assoluto in Serie B. Un vero e proprio abisso di generazioni tra i due, un confronto impari che rende sulla carta la finalissima di Tim Cup del 3 maggio un appuntamento quasi proibitivo per le ambizioni della Fio-

rentina. Se infatti dovessimo scomodare una parabola biblica per i n q u a d ra re la sfida tra Montella e Benitez, potremmo usare quella, arcinota, di Davide contro Golia, ovvero la

storia del giovane pastore che, armato solo di una semplice fionda, fu cos t re t to a

fronteggiare l’invincibile gigante dei Filistei. L’epilogo di quel celeberrimo scontro, che sembrava avere già un finale scritto, è noto a tutti ed è la prova lampante che non

In Italia Benitez ha portato sul tetto del mondo l’Inter. De Laurentiis gli ha chiesto intanto la Coppa Italia

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sempre vince il più forte o, nel caso specifico viola, il più esperto. Ed i tifosi viola sperano davvero che la magica notte dell’Olimpico il 3 maggio possa scrivere una nuova e gloriosa pagina di storia. Perché quel giorno, davanti a 60.000 persone, 15 anni di differenza potrebbero essere spazzati via in appena novanta minuti.

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Il brasiliano vissuto per anni nell’ombra vuole regalare un trofeo a Firenze.

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Neto esulta. Il sogno è quello di portare a Firenze il primo trofeo dell’era Della Valle

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tri: Higuain (se, come sembra, recupererà dal trauma alla tibia rimediato contro l’Inter sabato scorso) per segna-

re dovrà superare il suo connazionale Gonzalo Rodriguez mentre il trio del centrocampo viola (Borja, Pek e Aquilani)

per imporre il proprio gioco è chiamato a neutralizzare la pericolosità di Callejon, Behrami e Inler. Molto, però, di-

penderà dai due portieri, assoluti protagonisti delle stagioni di Fiorentina e Napoli: Norberto Neto e Pepe Reina.

Partiamo dall’estremo difensore dei partenopei, arrivato a Napoli la scorsa estate in prestito dal Liverpool: il portiere spagnolo sta disputando una buona stagione, contribuendo a rendere la difesa napoletana una delle meno perforate del campionato. Con Reina in porta, infatti, la formazione di Benitez ha subito 28 delle 36 reti totali in Serie A. Il 22 Settembre, Pepe Reina si guadagna le prime pagine dei giornali riuscendo nel difficile compito di parare il calcio di rigore a Mario Balotelli, che non aveva mai sbagliato dagli undici metri, nei minuti finali del trionfo del Napoli a San Siro per 1-2. A fine dicembre lo spagnolo si infortuna durante Cagliari-Napoli, restando fuori per oltre un mese e rientrando ad inizio febbraio a Ber-

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TRA NUMERI 1 gamo contro l’Atalanta: in quell’occasione regala un’enorme delusione ai tifosi napoletani con una clamorosa papera sul primo gol di Denis. Nella breve avventura di Europa League, il Napoli non è riuscito a difendersi a dovere, incassando quattro gol in altrettante partite, gli ultimi due dei quali incassati al San Paolo, da tempo fortino di punti e vittorie per la squadra campana. Anche in coppa Italia, nonostante la conquista della finale, la musica è pressoché la stessa: Reina è stato battuto tre volte in altrettanti match, con la poco rassicurante media di un gol a partita. Effettuando un rapido calcolo di presenze e reti subite in tutte e tre le competizioni, il risultato dice che Reina è stato titolare per 43 partite, venendo battuto 45 volte.

Norberto Neto, dal canto suo, risponde alle statistiche dell’esperto portiere spagnolo con numeri alquanto interessanti. Dopo un inizio di stagione tra il pessimismo generale dei tifosi - nessuno ha dimenticato la papera con cui i viola hanno messo a rischio la qualificazione alla fase a gironi di Europa League nella gara interna contro il Grasshoppers - il brasiliano reagisce bene, mostrando una crescita di rendimento strabiliante che permette alla Fiorentina di essere la quinta miglior difesa della Serie A con 38 gol subiti. Ben sei reti in meno rispetto alla scorsa stagione, quella della staffetta quasi continua tra Viviano e, appunto, il brasiliano. Pur non essendo ancora riuscito a parare ancora un penalty nella

sua carriera, Neto, da inizio dicembre fino agli ultimi giorni di gennaio, non subisce neanche una rete, andando ad un passo dal record di imbattibilità con la maglia della Fiorentina, mantenendo la porta inviolata per oltre 540 minuti tra campionato e coppa Italia. L’esperienza di Europa League è stata tutto sommato positiva per il numero uno viola che, collezionando 9 presenze, in totale, ha subito 7 gol. I numeri del brasiliano in coppa Italia, invece, sono pressoché uguali a quelli di Reina, avendo giocato 4 partite e incassato 3 reti. Tra campionato, Europa League e coppa Italia, il rendimento di Neto risulta essere migliore di quello di Pepe seppur di poco: in 47 match, Norberto ha incassato 48 gol.

L’esperienza di Pepe Reina a difesa dei pali del Napoli

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QUELLI CHE HANNO SUBITO BORJA VALERO di giulio incagli

Borja Valero ha superato il suo record personale di marcature: solo in campionato sono 6

li spagnoli faticano nel calcio italiano. Uno stereotipo che ha caratterizzato il nostro campionato per lunghi tratti. Da Mendieta a José Mari, passando per Javi Moreno fino ad arrivare a De la Peña. Questi i nomi più celebri di una lunghissima lista di giocatori iberici giunti alle luci della ribalta in patria, ma rivelatosi poi veri e propri flop in Italia. Provate a spiegarlo a Borja Valero e a Callejon. Approdati in serie A a fari spenti, sono oggi due dei giocatori più decisivi e continui del nostro campionato. Entrambi cresciuti nella “cantera” del Real Madrid, hanno poi percorso strade diametralmente opposte per affermarsi in Italia. Passiamo ai raggi x questi

due talenti spagnoli, che daranno vita sabato sera a uno degli scontri più affascinanti e suggestivi della gara. Il todocampista della Fiorentina ha rivoluzionato il modo di intendere il calcio nel nostro campionato. È la più fedele rappresentazione del tiki-taka alla spagnola fuori dai confini reali, tanto che lo stesso Vincenzo Montella ha dichiarato più volte di considerarlo il giocatore chiave della sua idea di gioco. In questi due anni Firenze ha imparato a conoscerlo e quindi ad amarlo in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. «Sembra danzare sul pallone», questa la frase più utilizzata dalle parti del Franchi ogni volta che il gioiello viola accarezza la palla. Quest’anno ha realizzato già sette reti e fornito ben dieci assist,

risultando uno dei centrocampisti più prolifici del campionato. La Fiorentina non ha assolutamente intenzione di privarsene e il rinnovo contrattuale sembra ormai una formalità. Mai riuscito ad affermarsi in prima squadra, lasciò le Merengue a soli vent’anni per accasarsi a Mallorca, da sempre un’importante vetrina per giovani promettenti. Nel gennaio del 2008 arrivò la grande chiamata dalla Premier, ma la breve esperienza nel West Bromwich Albion rappresenta forse il picco più basso della sua carriera. Tornò in Spagna, prima al Mallorca e poi al Villarreal. Nel sottomarino giallo trovò finalmente la sua dimensione ideale: bel gioco, mentalità vincente e uno degli attaccanti più forti al mondo, un certo

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anche una convocazione in Nazionale che stenta ad arrivare

IN ITALIA DETTATO LEGGE: E CALLEJON Rossi… Il prezzo del cartellino lievitò grazie a prestazioni di alto livello, ma la retrocessione in Segunda Division del 2012, facilitò una sua possibile cessione. Pradé e Macia furono abili, scovandolo tra le macerie del Villarreal, Montella è stato un maestro nel capirne peculiarità e potenzialità, nell’interpretare un’idea di gioco apparentemente incompatibile con il tatticismo e la fisicità del calcio italiano. José Marìa Callejon è una delle più grandi sorprese di questa stagione. Insieme al Pipita Higuain forma una coppia formidabile e ha già siglato diciotto reti, suo record personale. Il chulo (il bullo), così lo aveva soprannominato il suo ex compagno di squadra Sergio Ramos, venne girato in prestito all’Espanyol

ancora giovanissimo e dopo tre anni tra alti e bassi in Catalogna, tornò nella Capitale, non riuscendo però a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Real di Mourinho. Poi il Napoli. Sceglie la sette di Cavani, il San Paolo è scettico, forse era meglio aspettare prima di investire qualcuno di una carica così importante e delicata. Callejon risponde presente ed in poco tempo diventa uno dei mattatori del Napoli targato Rafa Benitez. Una strana caratteristica accomuna però questi due gioielli della nostra serie A: entrambi non fanno parte della nazionale spagnola. Sembra un’eresia, ma è la pura (dura) verità. Certo le Furie Rosse hanno una rosa stratosferica, ma pensare di lasciare a casa questi due…

In campionato, all’andata, contro la Fiorentina, fu Callejon a portare in vantaggio il Napoli

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A fine maggio i due proprietari inaugureranno a Roma

Della Valle e De Laurentiis,

Ma la coppa la

di alessandro latini

De Laurentiis, come i Della Valle, ha rilevato il Napoli dalle proprie ceneri e lo ha riportato tra le grandi del calcio

rmai ci siamo, l’attesa snervante sta per finire. E quando l’evento si avvicina salgono timori ed incertezze. Sentimenti normali, la paura di perdere una finale attesa mesi è tangibile. Nei gesti. Nelle parole. Nei comportamenti dei protagonisti. Non sarà una finale di Champions League, ci mancherebbe altro, ma per Firenze e Napoli è come se lo fosse. Il nuovo che avanza nel calcio italiano non può che ambire a questo trofeo. A que-

sta Coppa Italia. Nessuna chance di vincere lo Scudetto, men che meno di alzare la Champions o L’Europa League. Napoli e Fiorentina ci hanno provato e sperato, ma per festeggiare il primo titolo della stagione dovranno superarsi nella finale di Roma. I duelli in campo, come spesso accade, faranno la differenza. Quello in panchina, tra Montella e Benitez, indirizzerà un match che entrambi gli allenatori vorranno comandare. E poi c’è quello sugli spalti, tra i tifosi ma non solo. La sfida più aperta, ad ampio raggio, è senz’altro tra le due proprietà. Da una parte i Della Valle, con Andrea che non si stacca un attimo dai suoi ragazzi e con Diego che sarà presente in Tribuna, perché nelle occasioni che contano non manca mai. Dall’altra Aurelio

De Laurentiis, che del Napoli è proprietario e presidente. Il nuovo, nel calcio italiano, è rappresentano anche (e soprattutto) da loro. IL PRIMO TROFEO DELLA GESTIONE. La famiglia marchigiana, proprietaria della

Fiorentina dall’agosto del 2002, aspetta questo momento da quando è entrata nel mondo del calcio. Gli ottimi campionati e le partecipazioni alle coppe europee sono traguardi importanti, ma che non entrano nella ba-

Andrea Della Valle ha riconquistato tutti: per i tifosi è l’artefice della rinascita viola

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il nuovo parco giochi dedicato al cinema. Ma prima...

amici e soci in affari.

vogliono entrambi checa del club. Quella stessa Coppa Italia che il Napoli ha vinto il 20 maggio 2012 in finale contro la Juventus, la vogliono anche loro. De Laurentiis il primo trofeo della sua gestione l’ha ottenuto proprio in quell’occasione. D’al-

tra parte sono i trionfi che scrivono la storia di una squadra, senza contare che la vittoria della Coppa Italia dà diritto anche a disputare la Supercoppa Italiana (con ogni probabilità contro la Juventus). Come a dire, una coppa tira l’altra. SOCI ED AMICI. Fra le due famiglie, rivali per l’occasione, c’è anche una certa amicizia. Soprattutto tra Diego Della Valle ed Aurelio De Laurentiis corre buon sangue, tanto che i due hanno qualche affare in comune e si definiscono soci. Sono proprio loro due i più importanti promotori del nuovo parco giochi, interamente ispirato al mondo del cinema, che sta sorgendo a Roma. Si chiamerà Cinecittà World. E lo stesso De Laurentiis, poche settimane fa, ha raccontato di questo idillio: «Io e Diego siamo amici da

una vita, adesso siamo anche soci. Saremo entrambi in Tribuna per la finale ed il 29 maggio saremo assieme a

Roma per tagliare il nastro del più grande parco tematico del mondo, una sorta di Disneyworld sul cinema.

Diego Della Valle è diventato il primo tifoso della “sua” Fiorentina

Abbiamo tante cose da condividere. La Coppa Italia? Quella non la voglio condividere. Al massimo possiamo

pareggiare, ma poi voglio vincere ai rigori». Eh già, la Coppa Italia. Chissà se anche Diego la pensa proprio così…

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uadrado e l’ha fatti tondi! Poeri mortadellari e un son miha ridotti bene, destinai a un testa a testa co’ i Sassolo! Gli è come se noi e si fosse ‘n lotta pe’ non retrocedere co’ i Vicchio! E bisognerebbe ricordagnene a tutti quelli de’ braccini corti, che si mettessen ni’ capo come una reartà miha tanto poi diversa dalla nostra pe’ potenzialità in che troiaio la po’ cascare se un c’è un padrone che ce l’ha e ci sa fare. ‘Nvece noi e si rigioha finarmente una finale, dodici anni dopo, miha pochi,

Cuadrado, all’Olimpico, dovrà trascinare i suoi compagni dalla tribuna

però e la si rigioha. Co’ i solito culo di quest’anno la si gioha senza Cuadrado, Rossi e Gomez e se sulla mancanza di’ primo e ci sarebbe anche da pigliassela con la nostra bischeraggine, pe’ quell’artri due gli è i’ prolungamento della scarogna d’annata. Come e vini, e c’è quelli d’annata, così noi e ci s’ha lo sculo d’annata che quest’anno e gli è stao proprio da recorde! Speriamo che s’apprichi la legge di’ contrappasso. Tanto sculo tutto l’anno, tanto culo concentrao nella finale. Allora e ci si potrebbe anche sperare. ‘Ntanto anche Higuainne... Ma un diciamo nulla pe’ ferprei (speriamo che un giohi, speriamo che un

giohi!). ‘Nsomma se le cominciano a capita’ anche a quegli artri a sculo e si po’ comincia’ a fa “X”, ma e ce n’è di strada da fare. Ora gli è vero che tra i’ Bologna e i’Napoli e ci corre quanto tra stare a vedere e mangiare, però da come e si sono ‘mbambolai e fersinei e si potrebbe anche spera’ di’ bene. Speriamo che S.Gennaro e sia distratto e che S.Giovanni che, come si sa e come e fa anche rima, e un vole ‘nganni e pensi alla coppia sataniha Braschi-Nicchi e che poi e vinca i’meglio, se siam noi, chiaro. Se no e po’ anche vincere i’ peggio, basta che si vinca noi. Dopo dodici anni e sarebbe anche loro di’ vince’ quarche cosa. Forza Violaaaaaaaaa!

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Fischietti ai raggi X dopo l’ultima di campionato: ci si prepara al rush finale

LE PAGELLE DELLA TRENTACINQUESIMA GIORNATA di giancarlo carmagnini

ATALANTA-GENOA 1-1 PERUZZO

Tagliavento dirigerà la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli

Anche mal coadiuvato, nega un rigore abbastanza netto a Gilardino (trattenuto da Lucchini) e concede il pari dell’Atalanta con De Luca in evidente fuorigioco. Bene sul rigore concesso a Denis

BOLOGNA-FIORENTINA0-3 MASSA Giusto non fischiare i due “non rigori”, ma molti dubbi restano sui 2 gialli … Il fallo di mano di Diakité sembra involontario, Koné sembra più rosso che giallo e non concede il “vantaggio” su Ilicic.

CAGLIARI-PARMA 1-0 GERVASONI Bene sui due episodi clou, rigore ed espulsione. In netta ripresa dopo il “caso” Borja Valero

VERONA-CATANIA 4-0 RUSSO Tutto OK in una “non partita”

INTER-NAPOLI 0-0 RIZZOLI Bravo nell’unico episodio degno di nota … giusto solo il giallo per il fallo di Britos su Palacio, non c’e’ chiara occasione da gol.

LIVORNO-LAZIO 0-2 DE MARCO Il solito De Marco, mal assistito, concede un rigore che non c’e’ (Aureliano) e ferma per fuorigioco Keita (Giachero) lanciato a rete, partito dalla sua meta’ campo. A cosa pensava ?

ROMA-MILAN 2-0 TAGLIAVENTO Partita certo non esemplare quella del fischietto umbro, dove aldilà del fuorigioco di Gervinho nell’occasione del secondo gol, gestisce male l’aspetto disciplinare raggiungendo l’apice con la mancata espulsione (neanche giallo) di Robinho per un entrata molta dura su Toloi

SAMPDORIA-CHIEVO 2-1 ORSATO Non al meglio il fischietto clivense che lascia molti dubbi su episodi avvenuti in entrambe le aree. Forse deluso per la mancata designazione per la finale di C. Italia, che nella sorpresa generale, probabilmente, farà Tagliavento.

TORINO-UDINESE 2-0 VALERI Gara molto tranquilla dove l’arbitro capitolino ci mette comunque del suo per portarla senza affanni in fondo

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bastian contrario

Cuadrado ha sempre detto di non aver saputo di essere in diffida, ma qualcuno doveva ricordarglielo ogni istante. Cosa accadrà dopo la finale?

di cristiano puccetti

E ORA MANCA PURE IL TERZO “SUPERSTITE”….

la sabbia. Lo staff medico attua in pratica uno sciopero bianco dopo essere stato delegittimato dalle scelte di Rossi e Gomez. Non riceviamo infatti ormai da mesi comunicazioni ufficiali e precise sulle condizioni dei due attaccanti. Così non va bene, non può andare avanti. Davvero pazzesca l’altalena di notizie che ha accompagnato il recupero di Pepito e SuperMario. Uno in America, l’altro tra Monaco e Firenze, ognuno da propri specialisti e senza una strategia comune o condivisa. Inaccettabile. Sicuramente la Fiorentina prenderà provvedimenti a fine stagione. Se non c’è fiducia dei giocatori nello staff medico societario va cambiato immediatamente. Montella inoltre è agitatissimo: dopo le cri-

tiche subite nel mese di marzo e costruite soprattutto sulle scelte operate nel doppio scellerato confronto contro la Juventus, l’Aeroplanino ha iniziato a lanciare pesantissimi messaggi a mezzo stampa. Un metodo strano ed inconsueto per comunicare un disagio che si fa sempre più tangibile. E che preoccupa Firenze: Vincenzo è l’allenatore che ha fatto rinascere la

passione in città, è l’uomo che, di riflesso, ha fatto riaffezionare il popolo viola ai Della Valle.

Perderlo sarebbe un vero e proprio delitto. Crediamo che la società gli debba essere pesantemente riconoscente. Invece gli spifferi che sono trapelati sul suo futuro in bilico sono inquietanti: davvero Montella

pensa di lasciare la panchina viola? Perché lega la sua permanenza ai propositi di rafforzamento della rosa? Sente che qualcosa sta scricchiolando? I Della Valle avranno presente la necessità di ulteriori investimenti per competere finalmente per la champions League? Interrogativi rilevanti, che la finale di Coppa Italia imminente potrebbe spegnere. Oppure amplificare... Il grande assente dell’Olimpico: Juan Guillerme Cuadrado



astian Contrario vive giorni di irrequietezza clamorosa. Vero, è alle porte la sfida che deciderà il colore della stagione della Fiorentina, ma non è questa la sola ragione. Volge finalmente al termine un campionato disgraziato, giocato praticamente tutto senza i due terzi dell’attacco e che si deciderà in 90’ minuti in cui Montella, ironia della sorte, non avrà neanche il terzo superstite, Cuadrado. Una capolavoro di disorganizzazione l’ammonizione che ha portato il colombiano alla squalifica per l’appuntamento più importante dell’anno. Tutti colpevoli per quel giallo rimediato nei minuti di recupero della sfida con l’Udinese: il calciatore e chi è pagato per ricordarglielo, anche venti volte per tempo. Sono giorni, settimane turbolente in casa viola e non è possibile cacciare la testa sotto

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Il pungiglione

COME UN ANNO FA. CON UNA FINALE IN PIU’. DOVE SONO I DETRATTORI? Tra i più criticati, in questa stagione, c’è stato David Pizarro

Ryder Matos in elevazione: per…colpa di una traversa allo Juventus Stadium non ha festeggiato il suo primo gol in campionato

Lorenzo Cirri

di GIampiero tosi

e api con i pungiglioni roventi questa volta restano a casa e le mandiamo in giro in cerca di tutti quelli che dicevano che Montella aveva sbagliato la stagione, la preparazione, le scelte di questo e di quello. Di tutti quelli che avevano già visto Spalletti sulla panchina viola per averlo visto una volta in tribuna allo stadio. Come se uno, tifoso della Fiorentina, momentaneamente disoccupato (si fa per dire) ed abitante nella zona non potesse andare allo stadio senza nessun secondo fine. Di tutti quelli che Ilicic è un bidone, lento come una lumaca che non serve al gioco della Fiorentina. Di tutti quelli che Neto non è portiere da Fiorentina e ci farà perdere un sacco ci punti. Di tutti quelli che Cuadrado è un giocoliere senza cervello e senza acume tattico. Di tutti quelli che Pizarro è finito, che Ambrosini è uno scarparo finito anche lui se no il Milan non lo lasciava a zero, che Joaquin è una vecchia gloria e Matos un’aletta da serie C. Li cerchino, li scovino e li pungano senza pietà. Perché con tutti quelli di cui sopra si sta arrivando quarti ed in finale di Coppa Italia, praticamente bissando il campionato eccezionale dell’anno scorso, nonostante che i due attaccanti titolari, i due rinforzi che avrebbero dovuto garantire il salto di qualità abbiano giocato un quarto di campionato in due e nonostante alcune vergognose direzioni arbitrali. Se ce le tagliamo da noi, cosa ci faranno gli altri?

Studio legale

Il Datore DI lavoro non tI ha pagato le ultIme tre mensIlItà e Il tFr?

ComunIone e separazIone DeI benI tra ConIugI

In tal caso, ciascun coniuge potrà gestire i beni di cui è titolare in maniera esclusiva.

Cos’è la comunione dei beni?

Come recuperare il TFR e le ultime 3 mensilità?

La comunione dei beni è il regime previsto per legge: ciò vuol dire che in mancanza di una scelta espressa da parte dei coniugi, i loro beni cadranno nel regime della comunione legale. L’art. 177 c.c. specifica che costituiscono oggetto della comunione legale: - gli acquisti compiuti dai due coniugi, insieme o separatamente, durante il matrimonio ad esclusione di quelli relativi ai beni personali; - i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo scioglimento della comunione; - i proventi dell’attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della comunione, non siano stati consumati; - le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio;

E’ possibile passare da un regime patrimoniale all’altro?

L’Inps ha istituito un fondo di garanzia che corrisponde al lavoratore dipendente il trattamento di fine rapporto (TFR) e le ultime 3 mensilità (stipendi), in sostituzione del datore di lavoro insolvente. I lavoratori dipendenti di aziende private (o i loro eredi) possono richiedere di usufruire di questo fondo nel caso in cui il proprio datore di lavoro si trovi in stato di: - fallimento - liquidazione coatta amministrativa - amministrazione straordinaria - concordato preventivo - in caso di insinuazione tardiva del credito nella procedura fallimentare Le ultime tre mensilità potranno essere recuperate attraverso il suddetto fondo, se la richiesta agli uffici dell’Inps viene presentata entro 12 mesi dalla data in cui il datore di lavoro sia dichiarato insolvente. Tale limite temporale non è previsto per il TFR.

Cosa fare in concreto?

Innanzitutto andrà presentata, al tribunale competente, una richiesta d’insinuazione nello stato passivo. Dopo di che si dovrà presentare una domanda online al sito dell’ Inps in modo da metter in moto la procedura necessaria al recupero dei crediti vantati. Alla suddetta domanda online andranno allegati i seguenti documenti: - copia dello stato passivo dell’imprenditore - la dichiarazione di non opposizione alla propria richiesta d’insinuazione, rilasciata dalla cancelleria del tribunale - copia del proprio documento d’identità - il modello SR52 redatto dal curatore fallimentare.

L’art. 179 c.c. prevede che, invece, non costituiscono oggetto della comunione legale: - i beni di cui, prima del matrimonio, il coniuge era proprietario o rispetto ai quali era titolare di un diritto reale di godimento; - i beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione, qualora non venga specificato che essi sono attribuiti alla comunione; - i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge; - i beni che servono all’esercizio della professione del coniuge; - i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno

Cos’è la separazione dei beni

I coniugi possono dichiarare di voler restare ciascuno proprietario esclusivo dei beni fino ad allora acquistati e di quelli futuri.

Certo che si, per apportare modifiche al regime patrimoniale della famiglia è necessario l’atto notarile alla presenza di due testimoni e la successiva annotazione a margine dell’atto di matrimonio.

mantenImento FIglI: sChema Delle spese orDInarIe e straorDInarIe. Il dovere di mantenere i figli minorenni e anche maggiorenni qualora non siano economicamente autosufficienti, incombe sui genitori a prescindere dal tipo di legame esistente. Tale onere permane anche in caso di crisi familiare. La ripartizione delle spese dei figli è uno tra i temi più dibattuti nelle aule di tribunale : distinguere tra spese ordinarie e spese straordinarie non è un compito semplice

Quali sono le spese straordinarie

In assenza di una normativa chiara possiamo identificare le spese straordinarie come quelle necessarie a far fronte ad eventi imprevedibili o eccezionali. Poiché si tratta di spese non quantificabili e determinabili anticipatamente, queste non rientrano nell’ammontare dell’assegno di mantenimento mensile e debbono essere conteggiate a parte. Ciascun genitore dovrà contribuire a queste spese in misura pari al 50% , salvo diverso accordo. Rientrano nelle spese straordinarie, ad esempio:  le spese scolastiche e quelle universitarie  le spese relative a viaggi, sport, o altri hobbies dei figli  le spese dentistiche e quelle chirurgiche

Quali sono le spese ordinarie

Le spese ordinarie sono invece quelle destinate a soddisfare i bisogni quotidiani dei figli e vengono coperte dall’assegno di mantenimento periodico. Rientrano nelle spese ordinarie, ad esempio:  le visite pediatriche e le visite di controllo  le spese per l’abbigliamento  le spese per la mensa

mutuI usuraI, Come DIFenDersI. In cosa consiste l’usura bancaria? Ogni tre mesi la Banca d’Italia stabilisce il cd. tasso soglia, cioè il tasso massimo di interesse che le banche possono applicare ai mutui, ai prestiti e ai fidi stipulati dai loro clienti. Se la banca, come spesso accade, pratica un interesse che supera il tasso soglia, commette usura bancaria. Dalle ultime statistiche emerge che almeno il 70% dei mutui abbia natura usuraia.

Come difendersi?

Il cliente, senza capire bene il motivo, vede il totale da pagare alla banca lievitato e diventa così vittima dell’usura bancaria. Combattere tutto questo però è possibile: sono già numerose le sentenze dei tribunali che hanno condannato le banche a risarcire i propri clienti in caso di interessi usurai. La Corte di Cassazione con la sentenza n. 350 del 9 gennaio 2013 ha specificato che ogni qual volta il tasso di interesse applicato al mutuo o al prestito, superi la soglia imposta per legge, si configura il reato di usura. In tal caso il cliente potrà sporgere denuncia presso le competenti autorità giudiziarie. Si consiglia l’assistenza di un professionista per effettuare in modo corretto i conteggi degli interessi applicati nel corso degli anni, al fine di valutare se il tasso soglia sia stato o meno effettivamente superato.

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GINNASTICA

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di MARIA CONSIGLIA GRIECO

orna a pieno regime l’attività in palestra del Centro Ginnastica Firenze, dopo le festività pasquali e il lungo ponte per la festa della Liberazione, ma in realtà anche questo periodo è stato fitto di im-

Adriana Crisci, trentunenne ginnasta e allenatrice della Victoria Torino, atleta olimpica di Sidney 2000, tornata da qualche tempo in attività e sempre in giro per l’Italia a diffondere la sua passione

pegni per la società gigliata. Già martedì 22 e mercoledì 23 aprile – immediatamente dopo Pasqua – la palestra di Sorgane ha ospitato uno stage di acrobatica tenuto dall’ex maglia azzurra

La squadra di serie D femminile con i tecnici Galli e Bellapadrona

e le sue straordinarie esperienza e competenza. Due giorni di full immersion – organizzati dalla New Events di Lara Poggiali – con l’ausilio dell’ “Air Track”, un attrezzo facilitante per l’apprendimento dei movimenti acrobatici complessi, una sorta di lunga corsia gonfiabile molleggiata, che ha fatto divertire le piccole ginnaste che hanno preso parte agli allenamenti guidati da Adriana. Un successo e un piacere sia per il CGF sia per la Crisci, un’altra bella occa-

sione per cementare un sodalizio nato alcuni anni fa e che continuamente si rinnova, come con l’indimenticata performance personale regalata da Adriana al pubblico di FirenzeSerieA 2013. Tempo due giorni e il CGF torna in campo gara, a festeggiare il 25 aprile con le ginnaste del settore femminile, impegnate a Livorno nella finale regionale UISP delle categorie di alta specializzazione. Lisa Menghini gareggia in Sesta categoria concorso C, e il suo quarto

Adriana Crisci con alcune piccole ginnaste del CGF

Bonafede, Natali, Materassi

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Il podio della serie D maschile Allievi

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il CAMPUS di Pallavolo e Calcio Il campus ha la durata di 6 Giorni (Domenica a Venerdì)Il soggiorno è presso il camping di Vicchio “ il Vecchio Ponte “ . La struttura ci da la possibilità di vivere a contatto con la natura immersi nel verde e per l’occasione il campeggio diventa una specie di centro sportivo senza contare che è possibile utilizzare l a piscina e l’area ristoro A questo punto le giornate vengono strutturate nel seguente modo :

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Dal 4x4 al 6x6 …….impariamo la vera pallavolo Il gioca da grandi .. La fast e la veloce  Calcio da Zeman a Montella E la sera .. NOTTE Horror, Karaoke…

piazzamento le garantisce l’accesso alla finale nazionale, così come volano in finalissima Maristella Bonafede e Camilla Natali per la Sesta categoria D (i piazzamenti corretti saranno omologati in seguito, a causa di alcuni errori in segreteria di gara), insieme con Ilaria Materassi, campionessa regionale della specialità volteggio e seconda classificata alla trave. Un buon test per tutte queste ginnaste, che hanno sfruttato con successo quest’ appuntamento come banco di prova per inserire nelle proprie routine di gara nuovi e più complessi elementi, in vista della finale nazionale di serie B della Federazione Ginnastica d’Italia, in programma il 3 e 4 maggio prossimi. C’è solo la giornata di sabato per riprendere fiato, poi via domenica mattina presso il palazzetto di Montevarchi, dove va in scena il campionato regionale di serie D maschile e femminile. Ed è en-plein per il Centro Ginnastica, con tre squadre su tre qualificate per la finale nazionale, grazie al quarto posto (a soli 2 decimi dal podio) della squadra Open femminile – Chiara Cortese, Irene Gensini, Ricciarda Nencini, Camilla Vannucchi – e al secondo e quarto piazzamento per i due team Allievi maschili. La medaglia d’argento va a Alan Corti, Francesco Di Luca e Pietro Samson, quarti Mirko Bigazzi, Cosimo Donati, Niccolò Falciani e Tommaso Mattei. Ed ora, a fine giugno, tutti a Pesaro!

Nel campeggio di Vicchio , in un’area attrezzata da noi ci sono Campi da Minivolley, Bocce , Arco, Calcetto, zona tennis e ping pong…. Impossibile annoiarsi. Tutte le attività sono gestite e organizzate da noi senza contare la possibilità , durante la mattina , di allenarsi in modo specifico in base al proprio anno e ruolo. Quest’anno per i maschietti anche Calcio con istruttori qualificati.

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Quando da un gruppo di amici nasce un sodalizio sportivo capace di raccontare successi sul campo di steto

lla seconda partecipazione ai nostri Campionati, la giovane formazione del St. Donato Park Rangers (SDPR) ha ottenuto la vittoria del proprio girone di calcio a 5 nella passata stagione, mentre quest’anno ha chiuso il raggruppamento al secondo posto. Ci parlano di questa esperienza nei Campionati del Calcio Toscana - MSP il Presidente Alessandro Fabbri ed il D.S. Tommaso Ciulli. Siete una formazione composta quasi esclusivamente da ragazzi del 1995: come nasce il St. Donato Park Rangers (SDPR) e da cosa deriva il nome della squadra? «Il St. Donato Park Rangers (SDPR) nasce in un pomeriggio di inizio ottobre di due anni fa, quando alcuni dei componenti dell’attuale rosa trovarono un vo-

IL ST. DONATO PARK RANGERS (SDPR) SI PRESENTA lantino che pubblicizzava le Manifestazioni sportive del Calcio Toscana. Quel foglio ci dette l’idea per realizzare un sogno: creare una squadra composta da tutti noi, amici di vecchia data. Il nome deriva invece dall’omonimo parco del San Donato di Novoli, da tempo punto di ritrovo per il nostro gruppo di amici». Partecipate per il secondo anno consecutivo ai nostri Campionati: primi nella scorsa stagione, secondi quest’anno. Vi aspettavate la vittoria già alla prima partecipazione? «La vittoria al primo anno è stata un’inaspettata

quanto splendida soddisfazione per la nostra grande annata. Ai nastri di partenza ci presentavamo come un gruppo di ragazzi, provenienti quasi tutti dal calcio a 11, che si affacciava con un po’ di timore e con poca esperienza al mondo del calcio a 5; col passare delle partite però abbiamo acquisito fiducia nei nostri mezzi e siamo riusciti a sollevare un trofeo già al primo anno di storia del club». Quest’anno il vostro raggruppamento è stato vinto dal Real Kabana: cosa vi è mancato per bissare il successo della passata stagione?

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Squadra St. Donato Park Rangers (SDPR)

«Col rischio di sembrare sfrontati, pensiamo che quest’anno la fortuna non sia stata dalla nostra parte, soprattutto nelle partite decisive: nella gara d’andata contro il Real Kabana abbiamo avuto delle importanti defezioni, mentre nella sfida di ritorno abbiamo giocato in un campo allagato, dal quale siamo usciti sconfitti. C’è da aggiungere però che il distacco dal Real Kabana, a cui facciamo i complimenti, non è dovuto solo agli scontri diretti, ma anche a prestazioni non brillanti. Rimane il rimpianto di non esserci potuti confrontare al massimo delle nostre capacità». Quest’anno vi siete lanciati anche nell’esperienza della Coppa Toscana. Superata la prima fase con le formazioni fiorentine, che sensazioni avete provato a giocare fuori provincia e come vi è sembrato il livello della Fase Regionale? «Non abbiamo potuto fare a meno di notare che con l’aumentare delle distanze per le trasferte si è incrementata anche la forza degli avversari. La prima partita contro la compagine livornese RC Services è stata quasi uno shock,

ma da essa abbiamo imparato molto, soprattutto per quanto riguarda l’approccio al match. Nella seconda partita contro i pistoiesi del Boys Plain invece siamo riusciti ad imporci, seppur di misura. Purtroppo nella sfida decisiva contro il Milady Gold la fortuna non ci ha assistito, e pur giocando una buona partita siamo stati sconfitti 4-3, un risultato che ci estromette da questa bella avventura». Come nella passata stagione, avete centrato il traguardo della partecipazione alla Top Sportika: qual è il vostro obiettivo in questa Fase Finale? «La Top Sportika si sta confermando il nostro tallone d’Achille: a causa della notevole forza degli avversari e di nostre disattenzioni non siamo ancora riusciti ad esprimerci al meglio in questa competizione. L’obiettivo di quest’anno è migliorare il risultato della passata stagione e, magari, riuscire a qualificarci per il turno successivo della stessa Fase Finale o dell’Eccellenza». In queste due stagioni c’è qualche episodio in particolare o qualche partita

Formazione St. Donato Park Rangers (SDPR)

speciale che ci vorreste raccontare? «La partita che non dimenticheremo mai è quella del 27 marzo 2013, la vittoria contro La Seleste che ci ha laureato campioni. Loro erano staccati un solo punto, e con una vittoria ci avrebbero soffiato il Campionato: nella prima frazione abbiamo un po’ sofferto la tensione, ma successivamente siamo riusciti a sbloccare il risultato ed abbiamo legittimato la vittoria con una prova di grande maturità. Al fischio finale è scattata la festa: è stata davvero una serata magica». Dopo quasi due anni nel Calcio Toscana, quali considerazioni potete fare in merito all’organizzazione delle nostre Manifestazioni? «Abbiamo riscontrato una notevole efficienza e non ci sono mai stati problemi di comunicazione od errori, tranne casi fortuiti. Possiamo affermare che il Calcio Toscana offre delle serie Manifestazioni, avvincenti e competitive, e sicuramente rappresenta una delle migliori organizzazioni di questo settore nel panorama fiorentino».

MIDLAND

Oltre quaranta le squadre iscritte: si comincia con il Trofeo 4 Città

AI NASTRI DI PARTENZA IL FIRENZE ESTATE!

ono più di 40 le squadre iscritte al torneo Firenze Estate, divise tra C5, C7 e Femminile. Ottimo anche quest’anno il riscontro avuto dal primo torneo estivo del palinsesto Midland, che proseguirà con il Trofeo 4 Città, in partenza dal 19 maggio. Nel C5 il girone A sarà composto da Caribou FC, Frustoni, Capezzoli e Cavalli, Borussia Florence e Mischia Selvaggia. Le ultime tre hanno già affrontato il campionato, ma solo il Borussia Florence è ancora in corsa nelle fasi finali, specificamente nella Golden League.

Il girone B vede schierarsi ai nastri di partenza una delle escluse eccellenti dalla Top League, nonché campione in carica del torneo, l’Unmimovo. Con loro la new entry Atletico Mi Garba, i veterani dell’A-Team, il Roda Team e il Cinquestelle che ha appena fatto fuori proprio l’Unmimovo dalla corsa al titolo provinciale.

Del gruppo C si conoscono solo Faggi Boys, quarti nel girone Danimarca di campionato, e Boca Florence, che ha iniziato la propria avventura qualche mese fa nel torneo Metropoli. Tre le squadre nuove: Futsal Videonolo, Lavia Costruzioni e Esperia Onda Dolce. L’ultimo gruppo è il D che vedrà protagoniste tra le

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altre il Real Bombay, protagonista in Top League, e La Gang Bang del Bosco, alla seconda fase della Silver League. Completano il raggruppamento Redivivi, Forza Palas e la neo iscritta Aran Island che riprende il nome e forse anche i protagonisti che hanno vinto il campionato provinciale di C7 nel 2012. Nel C7 il gruppo A vedrà sfidarsi Atletico Scandicci, Aloisius, Doppio Malto, Cdp Vingone e Pieve Fight Club. Cdp Vingone e Pieve sono state protagoniste del girone Olanda della regular season, il Cdp addirittura vincendolo. L’Aloisius (ex Atletico Raccattaho) ha concluso il torneo Metropoli al quarto posto. Anche nel girone B ritorna

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Capezzoli e Cavalli

una squadra del Metropoli, l’Acquacenter, seconda classificata. Di fronte a loro La Fonte 04 (seconda volta nel Firenze Estate), Atletico Inps, Tps Turku e Atletico Crociato. Tre squadre alla prima esperienza in una manifestazione Midland. Faranno parte del girone C cinque squadre conosciute ai più. Torna la Sub Pedibus Alae, torna anche il Sangiovese dopo la partecipazione della scorsa stagione e si riconfermano A.C. TO (in lotta in Golden League) e Billabong. La novità sono Le Fohe Infohate che dal calcio a 5 si trasferiscono al campo grande. L’unico girone con 6 squadre è il D ed anche qui la lotta è dura. Presenti

Steaua 2013 e Seleçao Argentinos, appena escluse dalla Top League. Con loro anche i Finti Tecnici, autori di un’ottima stagione nel girone Croazia, e il Borussia Dortmund, che ha giocato l’ultima Midland’s Champions League. Chiudono il raggruppamento I Gladiatori e la novità Orange Furies. Infine il torneo Femminile che vede coinvolte otto squadre divise in due gruppi. Il girone A è composto da Mugnone F, Great Five, Breack Balls e Un Pozzo per Edoardo Ass. Il gruppo B comprende la vincente del campionato femminile MCL Quinto Alto, l’A.C. Clo, la Libertas Bisenzio e la new entry APD San Gimignano.

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C2 e la qualificazione in A nello spareggio con il Perugia. Manca insomma il colpo finale, il fuoco d’artificio che santifica la festa e l’occasione è sicuramente questa di Roma. Battere il Napoli nella finale di Coppa Italia vorrebbe dire mettere davvero un’importante ciliegina sulla torta viola. E’ un trofeo che economicamente non vale l’accesso in Champions, che porta pochi soldi, quasi niente, ma è il valore morale quello che conta, perché potrebbe rappresentare per Firenze un fondamentale trampolino di lancio. Del resto ai Della valle manca proprio quello, alzare una coppa in un grande stadio come l’Olimpico per dire a tutti: «Noi manteniamo sempre le promesse». E Firenze sarebbe riconoscente, perché il lavoro iniziato per la seconda volta dopo Prandelli-Corvino con Pradè-Montella dimostra che gli imprenditori marchigiani quando decidono di ottenere qualcosa prima o poi ce la fanno. Vincere la Coppa, quindi, per festeggiare i progressi di questi anni passati a soffrire e a reagire. Vincere la Coppa per confermare a se stessi e ai patron che questo gruppo che ha fatto bene senza Rossi e Gomez è la base per riuscire ad andare oltre scalando tutte le posizioni fino all’ultima e importante scommessa. Vincere una volta per capire definitivamente che vincere è possibile, magari con la consapevolezza che lo scudetto è lontano ma che è pur sempre possibile raggiungerlo. Come? Nello stesso modo con il quale ha detto Montella essere possibile rafforzare questa squadra: facendo gli ultimi investimenti, con la consapevolezza che tutta la città è dalla tua parte. A Roma quindi si gioca per una Coppa, ma anche per mettere le basi ad un sogno più importante.

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orse fu la vera partita del cuore, anche se nessuno la giocò. Ma quanta passione, affetto e amore ribollirono nel Franchi quella notte del 18 maggio 1996. La partita vera − quella con la palla e i giocatori in campo − era stata giocata a molti chilometri di distanza, a Bergamo, ed era finita alle 22 e 30. Minuto più minuto meno. La Fiorentina aveva vinto la Coppa Italia, allora si giocava con partite di andata e di ritorno. I televisori si erano spenti in fretta e le strade si era-

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UNA NOTTE BIANCA DA RICORDARE no intasate rapidamente perché mezza Firenze era scesa in strada. Direzione il simbolo del trionfo: lo stadio. Si era sparsa la voce che sarebbe stato aperto per aspettare l’arrivo della Coppa. Il viale dei Mille era sommerso di clacson, urla, bandiere e gas di scarico. Nessuno sapeva quando il trofeo sarebbe arrivato a Firenze. Probabilmente a notte fonda. Ma andare a dormire in una serata come quella sarebbe stata una follia, anche perché la Viola non è mai stata prodiga di vittorie. Come dire, cogli l’attimo,

chissà mai se ricapiterà. Per fortuna quella sera non pioveva. Nella lunga attesa, la partita (sempre quella vera) era stata rigiocata almeno mille volte nei pensieri dei tifosi. La Fiorentina aveva vinto due a zero. I gol di Amoruso e Batistuta erano stati rivissuti fino all’esaurimento della forza fisica e mentale, mentre la stanchezza e la notte avanzavano impietose. Ogni tanto scattava un allarme: tutti in piedi perché la squadra era segnalata ora all’aeroporto, ora alla stazione, ora al casello autostradale.

Dai più ottimisti già negli spogliatoi. In effetti nessuno sapeva con quale mezzo la squadra sarebbe tornata a casa. Chi diceva in aereo, chi il pullman, chi in treno. L’ora prevista di arrivo si spostava continuamente in avanti. Ma nessuno mollò. E quando, ormai in vista dell’alba, un turbinio di gambe e braccia uscì dalla porta degli spogliatoi, un fragore disumano come un gol segnato alla Juventus si levò dagli spalti, L’oggetto del desiderio, la Coppa, tante volte sognata e amata, gi-

rava per il campo e rimbalzava sulle mani degli eroi che l’avevano conquistata mentre il pubblico sciamava in campo. Per i tifosi viola, loro malgrado poco abituati ai festeggiamenti, fu un momento indimenticabile. Adesso, a pochi giorni da un’altra finale, di una cosa i tifosi possono stare tranquilli: Roma è più vicina di Bergamo e la Coppa arriverebbe prima. Ma la notte potrebbe essere molto più lunga e molto più bianca di quella di allora. Auguri, Fiorentina.