Il Brivido Sportivo del 5 marzo 2014

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anno

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mercoledi

5

marzo

2014

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Da Torino-Firenze di 150 anni fa alla triplice sfida di oggi

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Graziani: «Viola riprenditi la storia»

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a pagina 8

Faccia a faccia Monti-Pratelli: vip allo specchio a pagina 9

L’editoriale

NIENTE E’ FINITO, MA BASTA AMNESIE di alessandro rialti

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ai vissuto con questa grande intensità una stagione calcistica viola. E’ successo di tutto. Dalle cose peggiori come gli infortuni di Gomez e di Pepito Rossi, alle feroci polemiche come quelle con la classe arbitrale finite dritte nel caos con la vicenda Borja Valero, continuando in quella sensazione di “schifo” provata da tutta Firenze davanti alle dichiarazioni del selezionatore Braschi. Giorni neri, ma anche momenti di grande ritorno all’abbraccio comune. Proprio di questo vogliamo parlare, di una realtà inconfutabile, ovvero quella del ritrovato senso comune fra la gente di Firenze e la propria squadra. E’ giusto mettere davanti a tutto la manifestazione composita e rischiosa come quella messa in atto prima della gara contro la Lazio. A noi sono rimasti negli occhi alcuni momenti fondamentali.

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A fare la differenza, adesso, possono essere soprattutto le motivazioni: perché cosa significhi per Firenze e la Fiorentina battere la Juve lo hanno visto tutti di mario tenerani

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iamo reduci da una settimana di roventi polemiche e forse facciamo fatica a separare i due terreni: questione arbitrale e problemi viola. La Fiorentina è un po’ stanca. Soprattutto di testa, ma anche di gamba, quantomeno in alcuni elementi. E’ il momento di capire che la Fiorentina va aiutata a superare questa criticità e non affossata. Se i viola nelle ultime 6 gare ne hanno vinta una e se nelle ultime 3 in casa hanno pareggiato con l’Esbjerg e perso con Inter e Lazio, non possono entrarci solo gli arbitri. Certo anche loro, ma non solo loro.

appunti di viaggio

QUESTIONE DI TESTA: SERVE UNA MOSSA A SOPRESA La protesta dei tifosi al Franchi, adesso un pezzetto di Firenze si sposterà a Torino: in ballo c’è la storia

Vincenzo Montella, un anno fa, dette la scossa cambiando modulo di gioco. E adesso?

Le assenze pesano: provate a togliere in un colpo solo al Real Cristiano Ronaldo, Benzema e altri big e ve ne accorgerete… Tutto è in proporzione. Borja e Pizarro in un colpo solo, con Gomez ancora al cinquanta per cento, diventa dura. Ma c’è di più:

una difesa e una fase difensiva sulle quali Montella dovrà lavorare tanto. Con lui Pradè e Macia che avranno una missione sul prossimo mercato: fare quello che ha fatto Sabatini a Roma: sistemare la difesa e volare. Il resto lo dovrà fare Mon-

tella: è un allenatore troppo bravo - a proposito, secondo alla Panchina d’Oro a tre punti soltanto da Conte equivale, lasciatecelo dire, ad una vittoria... - per non sapere che qualcosa deve inventarsi. Era accaduto anche un anno fa, ricordate: ad un

certo punto della stagione la Fiorentina era diventata leggibile. Infatti il 17 febbraio con l’Inter Montella passò improvvisamente al 4-3-3 e seppellì i nerazzurri di gol. Stavolta potrebbe pensare a qualcosa per ravvivare le vie centrali. Wolsky, tra tutti i giocatori dietro le quinte, pare quello più pronto. In mezzo al campo c’è Anderson, un portatore sano di personalità. Insomma, volendo qualcosa si può fare, in attesa, naturalmente di recuperare al cento per cento quei giocatori che sono innegabilmente indietro con la con la condizione. Per fortuna, ma pare un paradosso, comincia il trittico di partite con la Juventus, una di campionato e due di coppa. Ebbene, stabilito che i bianconeri sono più forti e che la Fiorentina ha qualche problemino a cui abbiamo accennato, i viola potrebbero trovare risorse inaspettate attraverso le grandi motivazioni di questa triplice sfida. Quando si ha un obiettivo in testa, passa anche la stanchezza o quantomeno non si avverte come prima. Ecco, questa potrebbe essere una chiave decisiva. Per adesso, però, aiuto totale alla Fiorentina che, per la cronaca, è in corsa su tutti i fronti. Passerà anche questo periodo.


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l'esclusiva di giulio incagli

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orse un segno del destino, forse un’occasione per cancellare anni di sofferenza e soprusi. Il calendario dice che nel mese di marzo una delle sfide più sentite d’Italia, Fiorentina-Juventus, si giocherà per ben tre volte, due in Europa e una in campionato. Una sfida che non è mai come le altre. Lo ha ricordato anche l’ex difensore viola Celeste Pin parlando del suo fascino e della sua particolarità attraverso aneddoti e ricordi sugli scontri epici con i bianconeri. Pin, quali giocatori pensa possano incidere maggiormente in questa triplice Fiorentina-Juve e perché? «In questo tipo di partite i singoli contano relativamente. Considerando la rivalità tra le due squadre e il momento quanto mai delicato, sarà importante mantenere i nervi saldi. Per la Fiorentina credo però che sia fondamentale recuperare fisicamente e soprattutto mentalmente Mario Gomez. Il tedesco è un giocatore di livello internazionale, abituato a sfide del genere. Mi auguro che arrivi nelle migliori condizioni al triplice appuntamento con i bianconeri. La Juventus ha una rosa di alto livello, con numerose opzioni anche a partita in corso, ma la sua

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L’ex difensore viola analizza il triplice appuntamento con la Juve ripercorrendo le sue sfide

Celeste Pin: “24 anni da quella maledetta finale. E Casiraghi mi disse…”

Il legame tra Celeste Pin e la Fiorentina è sempre rimasto stretto, anche col passare degli anni

arma in più è sicuramente l’allenatore, Antonio Conte. Dal punto di vista caratteriale e della gestione della squadra è il numero uno, riesce sempre a tenere alto il grado di concentrazione dei suoi. Tranne a Firenze…». Che ricordi ha delle sue Fiorentina-Juve? «Purtroppo mi lecco ancora le ferite che a più di vent’anni di distanza sento ancora aperte. Il tempo a mio avviso non è servito a cambiare le cose e gli episodi recenti valorizzano la mia tesi, 24 anni sono passati e siamo punto e a capo. Il ricordo più duro da mandar giù è sicuramente quello legato alla doppia finale di Coppa Uefa del ’90, che vide la Juventus alzare, tra mille polemiche, il trofeo. Nella gara di andata al Comunale di Torino fui spiacevole protagonista di un episodio che tutt’oggi mi rattrista e mi fa tornare l’amaro in bocca. Nel tunnel degli

spogliatoi, stavo protestando veementemente contro l’arbitro spagnolo Aladrén, che aveva ‘condizionato’ la gara in modo palese e Casiraghi, con tono supponente, mi disse: noi siamo la Juve, voi la Fiorentina. Anche per questo la vittoria per 4-2 di quest’anno è stata bellissima, un’emozione unica. Una goduria immensa. Ho sangue viola e con la Juve più che mai». Cosa significa FiorentinaJuve tre volte in due settimane? «Situazione anomala e quanto mai suggestiva. Il destino ha voluto così, godiamoci questo mese e speriamo di scrivere pagine importanti per la storia del club». Quanto mancherà Pepito Rossi ai viola? «Tanto purtroppo. Giocatore che a me fa impazzire, con mezzi tecnici fuori dal comune, ma con un atteggiamento impeccabile, una rarità di questi tempi. Pragmatico sia den-

tro, che fuori dal campo. Sarebbe potuto essere un fattore contro la Juve, con la quale ha dimostrato di avere un certo feeling. La Fiorentina purtroppo però, ha un conto in sospeso con la dea bendata quest’anno». Conte e Montella, due opposti a confronto? «Sì. Rappresentano due modi antitetici di intendere il calcio, due filosofie completamente diverse. Montella con quell’aplomb tipico dell’uomo di classe, che lo fa sembrare sicuro di sé e sempre con la situazione sotto controllo. Al contrario Conte, tanta personalità, a volte anche troppa, è un leader motivazionale che riesce a prendere il meglio dai suoi giocatori. Sinceramente preferisco l’approccio di Vincenzo, che in tutta la sua tranquillità e compostezza, ha mostrato in più di un’occasione carisma e personalità. Comunque sia, due eccellenze del nostro calcio».


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Solo sei successi per la Fiorentina in trasferta contro i bianconeri, il primo risale al ‘41, l’ultimo nel 2008 con Osvaldo in pieno recupero di ruben lopes pegna

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olti più dolori che gioie a Torino con la Juve. La realtà purtroppo è questa che piaccia o no. I viola, infatti, all’ombra della Mole, hanno vinto 6 volte soltanto in campionato e una in Coppa Italia (nel 1935/36 nei quarti di finale in gara unica per 3-1 in rimonta con gol di Perazzolo, Scagliotti e Comini, questi ultimi due negli ultimi 7 minuti). Ricordiamoli allora questi 6 successi ottenuti tutti all’attuale stadio Olimpico (quello dove gioca il Toro), un tempo chiamato Benito Mussolini e poi Comunale. Mai, invece, la Fiorentina ha vinto allo Juventus Stadium, sorto sulle ceneri del Delle Alpi. Anche quello fu uno stadio tabù per i gigliati, sempre sconfitti tranne che il 6 gennaio 2001 quando pareggiarono per 3-3. LA PRIMA NON SI SCORDA MAI. L’Italia è in guerra da più di sette mesi, quando i viola ottengono il primo successo in campionato della loro storia sul campo della Juve. Allo stadio Benito Mussolini la Fiorentina di Giuseppe Galluzzi, ex giocatore bianconero, il 19 gennaio 1941 vince per 3-2 in una partita ricca di emozioni tutte condensate nella ripresa. I gigliati vanno in vantaggio con l’ala sinistra Magherini al 12’. La Juve pareggia con Gabetto 7 minuti più tardi. Poi nuovo sorpasso viola al 24’ grazie a un autogol di Varglien II. E 60 secondi dopo Romeo Menti, futura ala destra del Grande Torino, sigla la rete del 3-1. Tutto finito? Neanche per sogno. La Juve non molla e al 33’ si rifà sotto grazie a un rigore trasformato da Colausig. Il

amarcord

A TORINO? PER I VIOLA

PIU’ DOLORI CHE (RARE) GIOIE finale è un assedio bianconero. Ma, grazie ad alcune belle parate del portiere Griffanti, la Fiorentina resiste e vince 3-2. QUATTRO ‘PERE’. Si gioca al Comunale di Torino il 2 ottobre 1955 alla terza giornata. I ragazzi di Fulvio Bernardini, reduci da un pareggio e una vittoria, partono bene. Dopo 4 minuti Miguel Montuori, arrivato a Firenze in estate dall’Universidad Santiago, sigla il suo primo gol in maglia viola. Al 18’ raddoppia Giuseppe Virgili, futuro centravanti del Toro. La Juve è stordita. Si butta all’attacco ma il portiere Sarti è attento e non si fa sorprendere dai tiri di Boniperti e Praest. Nella ripresa i viola insistono. Segna anche il terzino Ardico Magnini al 9’. E poi, a 2 minuti dal novantesimo Virgili va in gol ancora una volta, realizzando una doppietta memorabile. Per la Fiorentina è un trionfo in una stagione che si concluderà con la conquista del titolo. LO SCUDETTO A TORINO. Conquistare lo scudetto vincendo a Torino con i bianconeri è il sogno di ogni tifoso viola. Quel sogno si realizza 45 anni fa l’11 maggio 1969. Alla penultima giornata alla Fiorentina basta un successo per aggiudicarsi il titolo con sette giorni d’anticipo. Il Milan, che deve disputare la finale di Coppa dei Campioni, ha giocato il giorno prima a San Siro con il Napoli, pareg-

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La mitragliata di Osvaldo all’Olimpico di Torino: ha appena segnato il gol del 2-3 viola contro la Juventus

giando 0-0. I rossoneri sono a un punto dai gigliati. La Fiorentina va perciò in campo al Comunale di Torino con la giusta determinazione per ottenere la vittoria che vale

il titolo di campione d’Italia. La Juve, invece, per un anno deve difendere il quarto posto dall’attacco dell’Inter (si piazzerà poi quinta). Davanti a 15.000 supporter viola

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di Eriksson ma altra vittoria al Comunale di Torino. All’ultima giornata, il 15 maggio 1988, i viola che concluderanno il torneo all’ottavo posto si impongono all’ombra della Mole per 2-1, obbligando la Juve dell’ex Rino Marchesi allo spareggio Uefa con il Torino (poi vinto dai bianconeri). E’ Roberto Baggio a portare in vantaggio i gigliati al 31’. Poi c’è l’assalto dei bianconeri ma a un quarto d’ora dalla fine Alberto di Chiara realizza la rete del raddoppio. La Juve accorcia le distanze con De Agostani su rigore 3 minuti dopo. Poi Landucci nel finale salva la vittoria. VITTORIA AL 93’. L’ultimo successo viola con i bianconeri risale a 6 anni fa, il 2 marzo 2008 nel match valido per il 26° turno e giocatosi allo stadio Olimpico. Partono bene i ragazzi di Cesare Prandelli in gol con Massimo Gobbi al 19’. 10’ dopo pareggia, però, Sissoko, nella passata stagione a Firenze. Camoranesi ribalta il risultato al 12’ della ripresa. La Fiorentina, tuttavia, reagisce. Al 30’ Papa Waigo sigla il gol del 2-2 e al 93’ Osvaldo, poi espulso per doppia ammonizione, quello del 3-2. E’ il trionfo davanti a 500 supporter gigliati impazziti di gioia. Ma la festa non finisce a Torino. Alle 21, infatti, migliaia di tifosi festanti accolgono l’aereo dei viola a Firenze.

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la squadra di Bruno Pesaola compie l’impresa. Al 3’ della ripresa Luciano Chiarugi segna il gol del vantaggio. Al 24’ Mario Maraschi realizza la rete del definitivo del 2-0. Poi è il trionfo in campo e sugli spalti. VALCAREGGI UNICO. Ferruccio Valcareggi vanta un record tra i tanti ottenuti nella sua splendida carriera. E’ l’unico ad aver vinto a Torino con la Juve sia da giocatore che da allenatore. Lui era in campo il 19 gennaio 1941 con la maglia numero 8, quando la Fiorentina si impose sui bianconeri per 3-2. Lui è in panchina il 28 aprile 1985, quando la Fiorentina, che vive una stagione anonima, si aggiudica il match in rimonta per 2-1. La Juve va in vantaggio con Briachi al 3’. Poi Luca Lecconi pareggia al 37’. Nella ripresa al 32’ Daniel Passerella firma la rete del sorpasso. E’ quella una delle poche soddisfazioni per la Fiorentina in quell’annata. E, comunque, complice uno sciopero di due giorni dei giornali che non escono il lunedì e il martedì e delle televisioni (la gara viene trasmessa da una tivù privata solo il martedì sera e non ci sono le consuete trasmissioni domenicali) il successo se lo godono solo le poche centinaia di tifosi presenti al Comunale. IL DISPETTO AI BIANCONERI. Altra stagione anonima per la Fiorentina

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A un anno dai festeggiamenti per i 150 anni di Firenze Capitale,

sfida capitale

UN TEMPO FU PASSAGGIO DI CONSEGNE di andrea giannattasio

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orino e Firenze hanno sempre avuto un ruolo di assoluto valore nel panorama storico e culturale d’Italia. Due città antiche, fondate in età romana, che hanno profondamente segnato i secoli del Bel Paese attraverso le personalità cui hanno dato i natali e gli avvenimenti politici di cui sono state protagoniste. I capoluoghi di Piemonte e Toscana sono infatti, non a caso, le prime due metropoli che si sono fregiate del titolo di capitale d’Italia. Torino, che ospitò la Real casa dei Savoia dal 1861 (anno dell’unificazione nazionale) al 1865 e Firenze, che resse le sorti italiane da 1865 al 1871, prima che la corona si trasferisse definitivamente a Roma. Un passaggio, quello dalle rive del Po a quelle dell’Arno, che nel 1865 fu vissuto in

modo brusco nella città della Mole: nel 1864, infatti, venne stipulata con la Francia la Convenzione di settembre, che imponeva all’Italia il trasferimento della capitale da Torino ad un’altra città entro sei mesi di tempo; la scelta definitiva ricadde su Firenze, una decisione che suscitò l’opposizione dei torinesi, di alti esponenti della corte sabauda (tra cui lo stesso re Vittorio Emanuele II). A Torino ci furono anche delle sommosse popolari, il 21 e il 22 settembre 1864, represse con violenza nel sangue. Di fatto un feeling che tra Torino e Firenze è sempre stato tutto fuorché idilliaco. Sotto il profilo storico e, oggi più che mai, quello sportivo. E a suggello di quasi 150 anni di “guerra fredda” tra le due città, arriva oggi la triplice sfida calcistica tra Juventus e Fiorentina, due squadre sto-

L’attesa per la triplice sfida contro la Juventus è forte anche tra i politici, specie per Giani che nel 2002 iscrisse la neonata Florentia Viola al campionato dopo il fallimento.

ricamente avverse che in appena dodici giorni si sfideranno per l’alta classifica della Serie A (il 9 marzo) ed i quarti di finale Europa Le-

ague (13 e 20 marzo). Per approfondire la valenza storica che assume questo scontro tra città dal blasonatissimo passato, Il Brivido

Sportivo ha contattato il presidente del consiglio comunale di Firenze Eugenio Giani (nonché responsabile dell’associazione cul-

turale ‘Firenze Capitale’), che ci ha illustrato il valore storico della città gigliata nella storia d’Italia: «Il ruolo di Firenze nei primi


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la città si prepara alla battaglia calcistica contro la Juventus. Ripetuta per tre

DA TORINO A FIRENZE. E anni del nuovo regno è stato determinante per creare quel sentimento di unità nazionale che sotto la guida di Torino non si era ancora formato. La nostra città inoltre ha permesso la creazione di una classe dirigente di ampio spessore, personalità indimenticabili come Bettino Ricasoli e le famiglie Peruzzi e Ridolfi. Sotto di loro Firenze è cresciuta e con loro l’Italia intera. Furono fatti grossi investimenti nella nostra città che purtroppo rimase capitale solo per pochi anni rispetto alle cifre che erano state messe a disposizione per i tanti lavori in città». Come è cambiata Firenze nel momento in cui assunse il titolo di Capitale d’Italia? «Ci furono delle trasformazioni urbanistiche che ancora oggi sono evidenti, come l’abbattimento delle mura, delle tante case torri di età medievale

e la ristrutturazione di una parte del centro storico». In cosa Firenze è considerabile ancora oggi come leader tra le città italiane? «Sotto tanti aspetti sicuramente la nostra città è ancora apprezzata come una delle migliori d’Italia, soprattutto nel campo della cultura, della moda, dell’artigianato e dello sport. Non ci dimentichiamo che Firenze ha ospitato due figure come quelle di Artemio Franchi e del marchese Luigi Ridolfi che hanno fatto di Firenze uno dei templi del calcio italiano: se la Lega Pro e Coverciano hanno ancora oggi sede a Firenze lo si deve solo a loro». Sotto quale aspetto Torino e Firenze differiscono culturalmente? «Firenze ha un patrimonio museale e un giacimento culturale che non ha pari in Italia e forse nel mondo, Torino invece in ogni

angolo della città rappresenta il periodo ottocentesco in cui fu formato il nostro Paese. Il capoluogo piemontese ospita un importantissimo museo del Risorgimento e spesso si è

Eugenio Giani, oggi presidente del consiglio comunale, ripercorre le tappe che hanno visto il passaggio di capitale da Torino a Firenze

sfida capitale

OGGI?

reso protagonista di tanti eventi. Ad esempio, per i 150 anni dell’Unità d’Italia Firenze ha preferito concentrarsi sulla costruzione del nuovo teatro mentre Torino ha orga-

nizzato tante iniziative più piccole». Come si avvicina la città di Firenze a questo triplice evento sportivo con la Juve? «La febbre in città è già molto alta perché

le sfide coi bianconeri sono da sempre l’evento dell’anno a Firenze: il fatto di dovere incontrare la Juve tre volte in poco sta già coinvolgendo tutta la città in modo fremente».


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L’ex tecnico, in panchina nella doppia finale di Coppa Uefa del 1990, si schiera dalla parte della Fiorentina: «Inspiegabile il comportamento di Braschi»

GRAZIANI: «VIOLA, VENDICA TE STESSA»

Ciccio Graziani era in panchina in quelle due maledette notti di ALESSANDRO LATINI

L’

affascinante sfida tra Fiorentina e Juventus porta sé, inevitabilmente, una marea di ricordi. Il fatto che si stia per materializzare la sfida in Europa League non può non riportare alla mente quanto accadde nella finale di Coppa Uefa del 1990, quando i bianconeri si imposero nel doppio confronto sulla Fiorentina (3-1 all’andata e 0-0 al ritorno sul ‘campo neutro’ di Avellino). Attualità e passato, dunque, si intrecciano in maniera inesorabile ed Il Brivido Sportivo ha deciso di intervistare Francesco Graziani, il celebre Ciccio che sedeva sulla panchina viola in quella doppia e sfortunata finale. Graziani, togliamoci subito il dente. Ancora c’è un po’ di amarezza per quella finale persa? «E’ chiaro, deriva dal fatto che non abbiamo giocato il ritorno in casa. All’andata perdemmo in maniera anomala, visto che sul gol di Casiraghi c’era un fallo su Pin che l’arbitro non vide, ma se avessimo giocato il ritorno a Firenze davanti a 45.000 spettatori avremmo potuto anche provare a fare l’impresa. Invece abbiamo giocato di nuovo fuori casa, ad Avellino c’erano più tifosi bianconeri che viola. Eravamo una minoranza, fare l’impresa in quelle condizioni fu impossibile».

La sfida agli ottavi, in questa edizione dell’Europa League, può rappresentare una rivincita? «Le opportunità sono sempre rivincite, anche se in quel caso ci giocavamo la finale e qui ci sono in palio i quarti. Sarebbe comunque una bella soddisfazione per la società e per la tifoseria poter passare il turno, anche perché eliminando la Juventus la strada per la finale potrebbe essere meno in salita».

Che sfide si aspetta tra campionato ed Europa? «Le due squadre vogliono fare bene entrambe, è logico. Occhio alla sfida in campionato, perché se la Fiorentina dovesse ottenere punti importanti potrebbe davvero dire la sua in chiave terzo posto. Poi è normale che l’attenzione di tutti sia sul doppio confronto europeo. Una squadra abbandonerà la competizione e questa non è una bella cosa per il calcio italiano». La Juventus è quella che,

fra le due squadre, ha più da perdere in Europa League? «La Juventus guarda a questa coppa per mille motivi, primo fra tutti che giocherebbero la finale in casa. Attenzione alla Fiorentina però, in questa Europa League ha fatto benissimo ed è una delle favorite per la vittoria. Certo, la Juventus è più forte e se dovessi dare delle percentuali direi che ha il sessanta per cento di passare il turno». Conte avrebbe evitato vo-

lentieri la sfida con i viola… «Conte è furbo ed intelligente, sa benissimo che la Fiorentina è l’avversario più ostico che gli potesse capitare di incontrare. Ovviamente questo lo pensa anche Montella, ma la Fiorentina è una mina vagante per le squadre favoritissime, come la Juve, per la vittoria finale». Firenze arriva a questi appuntamenti dopo una dura protesta nei confronti della classe arbitrale… «Sull’episodio di Borja Valero è evidente che ci sia stato un accanimento di Gervasoni e che la squalifica sia stata esagerata. Detto questo, non mi è piaciuto il comportamento di Braschi. Lui, nella sua posizione, dovrebbe cercare di tranquillizzare tutti

e di rasserenare gli animi ed invece con alcune dichiarazioni non ha fatto altro che alimentare polemiche. Questo atteggiamento non lo capisco». Montella può contare finalmente su Gomez, anche se ancora la condizione non è al meglio. Può essere lui l’uomo decisivo? «Aver recuperato un giocatore così è un valore aggiunto per la Fiorentina. Lui serve come il pane e quindi speriamo che in questi giorni ritrovi anche un po’ più di forma fisica. In queste sfide non importa essere sempre al cento per cento, contano anche altri fattori. E poi, magari, qualche problema di infortuni potrebbe averlo anche la Juventus».

La squadra Viola che nel 1990 ha affrontato la Juventus nella finale di Coppa Uefa

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aranno undici giorni lunghi un sogno. Difficili, ma tremendamente affascinanti da vivere. La sfida infinita tra Fiorentina e Juventus stuzzica la fantasia. Il campionato non

bastava, il destino ha voluto l’incrocio anche in Europa League. E allora è tempo di prepararsi a vivere questa manciata di giorni che segnerà, in un modo o nell’altro, la storia viola. Le speranze toccano il cielo, in mezzo a mille battaglie contro il sistema

calcio Firenze si è unita ancora di più. La città, la tifoseria, la dirigenza e la squadra sono diventati un tutt’uno, fattore che rende ancora più speciale l’attesa. Poi sarà il campo a parlare, con l’ultimo atto di questa tripla sfida che si consumerà nel

catino bollente del ‘Franchi’. E chissà che, per la seconda volta in stagione, una semplice serata di marzo non possa trasformarsi in una data storica. Per vivere al meglio l’attesa, Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva due tifosi vip, uno per squadra

Gianfranco Monti

David Pratelli

«PUR DI ANDARE IN FINALE IN EUROPA, ALLA JUVE LASCIO IL CAMPIONATO»

«VOGLIO LA COPPA. CHE PECCATO NON AVER PRESO BORJA!»

Monti, come arriva la Fiorentina a questo triplo confronto con la Juventus? «Male e bene, mi spiego. Male perché ci manca qualche giocatore che ci avrebbe fatto comodo. Bene perché siamo arrabbiati ed indispettiti. Io credo che a livello psicologico siamo messi molto bene. La Juventus è più forte di noi, ma quando entri in campo la capoccia fa uno strano effetto. I torti subiti di recente ci daranno quel dieci per cento in più che ci potrebbe mancare contro la Juventus». In Europa vale doppio. E questa volta la sfida è particolarmente sentita anche a Torino… «E’ vero, all’inizio hanno fatto tanto i fighi, dicendo che questa Europa League è una coppa minore e che l’interesse era basso. A quanto pare, pur essendo loro più forti della Fiorentina, non sono così forti per dire la loro in Champions League. L’Europa League è la loro dimensione, poi è chiaro che la finale in casa gli darà anche uno stimolo in più». Da tifoso, baratterebbe il terzo posto in campionato con la finale di Europa League? «Assolutamente si, cedo il terzo posto per andare in finale. Io parlo da tifoso, anche perché capisco che la società, forse, gradirebbe il contrario visti gli introiti che derivano dalla Champions League. Ma io immagino già quei giorni di maggio dove, nel migliore dei casi, potremmo disputare due finali ravvicinate. Sarebbe un sogno». Conte ha detto che i derby in Europa sono molto pericolosi… «Fa bene a pensarlo. Con le partite messe

Gianfranco Monti, storico tifoso della Fiorentina, punta tutto sull’Europa. C’è da vendicare la sconfitta del 1990 così ravvicinate non posso pensare che la Juventus le vinca tutte e tre. Conte è una persona intelligente, fa bene ad aver paura. Ripeto, loro sono un po’ più forti, ma noi ce la giochiamo sicuramente alla grande». Chiudiamo con un pensiero su quanto accaduto a Borja Valero, punito oltre modo dalla giustizia sportiva. «La decisione di dargli quattro giornate di squalifica la trovo imbarazzante. Ho un pensiero preciso a riguardo ed è il seguente. Io non credo alla malafede degli arbitri durante le partite. Gervasoni può aver deciso bene sugli episodi di Parma, anche se l’atteggiamento arrogante mi ha dato noia. Tuttavia, credo che nello scrivere il referto ci sia stata malafede. In questo caso si. Ha scritto cose non vere, c’è poco da dire. O lui ha visto un’altra partita oppure c’è malafede. Su questo sono molto chiaro».

FaRi

Il ring dei tifosi

ovviamente, che giocano in anticipo per noi la sfida infinita. Per la parte viola Gianfranco Monti, speaker radiofonico e showman, con una passione viscerale per la Fiorentina. Dall’altra David Pratelli, stimato imitatore ed attore toscano, di fede bianconera.

David Pratelli, tifoso bianconero, ha un rammarico: oltre a Llorente, la Juve doveva mettersi sulle tracce di Borja Valero

Pratelli, ci racconta come sta vivendo l’attesa la Juventus? «Credo che i ragazzi si stiano preparando bene a livello psicologico, Conte farà leva sull’orgoglio per riscattare quella batosta incredibile della gara d’andata. Per tenere a debita distanza la Roma dobbiamo vincere la sfida di campionato, prima di tutto. In Europa League dobbiamo cercare di chiudere il discorso all’andata, perché immagino che al ritorno al ‘Franchi’ ci possa essere una bolgia turca. A Firenze la Fiorentina giocherà la partita della vita, giocherà come se fosse la finale. Per questo dico che spero in un bel 3-0 nella partita d’andata. E soprattutto, dopo quel triste e famoso 4-2, dobbiamo mettere a tacere un po’ di sfottò che arrivano da Firenze». Avendo la finale in casa, la Juventus è la squadra che ha più da rimetterci nel doppio confronto con la Fiorentina? «Può essere un discorso vero. Io nel fattore pubblico ci credo molto ed il ritorno a Firenze mi preoccupa. Sono toscano e conosco bene la mentalità dei tifosi viola. L’unica cosa che vale nel corso della stagione è la sfida con la Juventus, poi magari possono anche retrocedere… Detto questo, nel calcio tutto è aperto. La Juventus è superiore alla Fiorentina, può passare il turno anche andando a vincere a Firenze». E’ un peccato che questo incrocio italiano ci sia solo agli Ottavi? «Si, assolutamente. Io, da toscano, auspicavo una bella finale tra Juventus e Fiorentina, non me ne voglia il Napoli. Poi è un peccato perché l’Italia perderà una squadra in Europa. Sono uno sportivo prima di tutto e quindi mi avrebbe fatto piacere evitare il derby agli ottavi. Le italiane in Europa le sostengo sempre, anche perché l’unica

volta che ho gufato un’italiana, poi ha vinto tutto… Era l’Inter nell’anno del Triplete». Rispetto alla sfida di campionato la Fiorentina non avrà Rossi. Chi teme di più fra i giocatori di Montella? «Paradossalmente dico Matri. E’ un giocatore che ha fatto due grandi stagioni alla Juventus, si mise subito in mostra quando arrivò a Torino. Avrà quello spirito di rivalsa che gli farà dare qualcosa in più per punirci. La storia ci insegna che la Juventus subisce sempre gli ex. Matri sarà l’arma in più della Fiorentina. Nelle partite in Europa League ho paura anche di Borja Valero». Da avversario, cosa pensa della squalifica di quattro giornate comminata allo spagnolo? «Sull’episodio non entro nel merito, anche perché non possiamo sapere cosa è realmente accaduto tra il giocatore e l’arbitro. Da tifoso della Juventus, e questo è un paradosso, dico che sarei stato curioso di vedere cosa sarebbe accaduto se Borja Valero avesse indossato la maglia di Milan, Inter o Juventus. Va contro il mio interesse, ma spesso vedo dei ‘vaffa’ pronunciati da giocatori di queste squadre che passano impuniti, mentre con altri giocatori si è inflessibili». Da tifoso bianconero, nel triplo confronto con i viola, cosa lascerebbe alla Fiorentina se fosse costretto a concedere qualcosa? «Io voglio vedere trionfare la Juventus in Europa League, anche per gettare le basi per il prossimo anno e per essere protagonisti in Champions League. Se proprio dovessi concedere qualcosa, lascerei ai viola la partita di campionato. La coppa la voglio vincere».

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Fiorentina amore mio

Oltre cento presenze con la maglia della Fiorentina, l’ex centrocampista anticipa la “sfida totale” contro i bianconeri

SALVATORE ESPOSITO: «GOMEZ TORNI A RUGGIRE»

di alessandro latini

Q

uella che stiamo vivendo è una settimana cruciale per la stagione della Fiorentina. I viola incroceranno i tacchetti con la Juventus per tre volte nel giro di undici giorni. Sfide sentite, che diranno la loro nella corsa al terzo posto e, soprattutto, sul futuro in Europa League. Questa settimana, per la nostra rubrica Fiorentina Amore Mio, abbiamo intervista in esclusiva Salvatore ‘Ciccio’ Esposito. In maglia viola, dopo il settore giovanile, è diventato giocatore vero a cavallo tra gli anni ’60 e ‘70. Ex centrocampista con più di cento presenze con la Fiorentina. Non ha

certamente bisogno di altre presentazioni. Partiamo da questa sfida totale contro la Juventus. Sensazioni? «Sono partite aperte a tutti i tipi di risultato perché la Juventus è molto forte, ma la Fiorentina ha già dimostrato di poterla battere. Mi dispiace molto l’incrocio agli ottavi di Europa League, per il calcio italiano è un peccato dover perdere una protagonista di questo livello. Non so se varrà molto il fattore campo, potrebbe anche saltare. La sfida è affascinante e terribile, sono questi gli aggettivi che mi vengono in mente per definire questa partita lunga undici giorni». Juventus che vuole a tutti i costi passare il turno, avendo la finale in casa… «Per la Juventus sarebbe gravissimo uscire agli ottavi per mano della Fiorentina. Io mi auguro che accada perché sono tifoso viola. I derby in Europa

non hanno una logica, sfuggono a qualsiasi pronostico». Rispetto al 4-2 del 20 ottobre non ci sarà Rossi, ma la Fiorentina ha ritrovato Gomez… «Si, è già una buona notizia, anche perché ha ancora qualche giorno per ritrovare una forma migliore. E’ un giocatore che deve essere aspettato, ha una struttura fisica importante e per tornare in forma gli serve tempo. Certo, Rossi nella partita di campionato fece il diavolo e sicuramente mancherà. Speriamo che Gomez possa fare la differenza». Cosa pensa delle proteste messe in scena dai tifosi viola e delle decisioni della giustizia sportiva su Borja Valero? «Borja Valero non meritava assolutamente quella punizione, è una cosa assurda e per la Fiorentina è un grandissimo handicap non poterlo schierare in campo. Capisco che i giocatori facciano fatica a stare tranquilli quando accadono certi episodi.

Io credo che la medicina migliore sia quella di tornare subito in campo e pensare a giocare. A protestare ci pensano i tifosi ed anche la società, che è subito intervenuta pubblicamente. Inoltre mi è piaciuta anche la posizione che ha tenuto Montella su tutta la vicenda». Parliamo del campionato e della sfida con il Napoli per il terzo posto. Come la vede?

Salvatore Esposito, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, ha vinto il secondo e ultimo scudetto viola

«E’ interessante come sfida, credo che si deciderà più avanti. Secondo me in questo discorso può entrare anche la Roma, il secondo posto non lo vedo già assegnato ai giallorossi. In quella zona della classifica il campionato è molto interessante». E poi c’è la finale di Coppa Italia in programma a maggio. Sempre contro il

Napoli… «Si, mi auguro che ci possa essere anche Giuseppe Rossi. In questo caso sono abbastanza neutrale, perché la Coppa Italia l’ho vinta sia con la Fiorentina che con il Napoli. A Firenze ho giocato di più, ma anche a Napoli sono stato bene. Sarà una bella partita, di questo ne sono sicuro. Poi, che vinca il migliore».


speciale Mugello

La prima squadra partecipa, da neopromossa alla Divisione Nazionale C e la classifica sorride

I

BASKET

LOREX SPORT,

di Fabrizio Paoli

l presidente della Valdisieve, Sauro Selvi, traccia un primo bilancio della Lorex Sport, la prima squadra della società che partecipa da neopromossa alla Divisione Nazionale C, importante torneo interregionale di basket: «Il campionato che stiamo affrontando è una novità assoluta e anche la squadra è molto rinnovata. La scelta di cambiare molto rispetto alla stagione passata è derivata da alcune esigenze, come ad esempio il fatto che un giocatore come Misuri ha dovuto abbandonare l’attività. Poi il girone nel quale siamo stati inseriti presentava tante incognite: per la prima volta stiamo affrontando squadre marchigiane delle quali sapevamo ben poco. Proprio per tutta questa serie di incertezze - prosegue il massimo dirigente - possiamo giudicare sufficiente il nostro girone di andata. Nel corso del campionato, inoltre, abbiamo dovuto fare i conti con altre vicissitudini. Un nostro giocatore si è fermato a causa di un grave infortunio: Tampieri ha terminato in anticipo la stagione per

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PIEGATI DAGLI INFORTUNI MA ORGOGLIOSI DEL CARATTERE

la rottura del legamento crociato. Poi abbiamo sofferto l’infortunio di Michelacci, che ha costretto la squadra a giocare a lungo senza una colonna del gruppo. Nonostante tutto siamo riusciti a rimanere nelle parti alte della classifica, togliendoci anche alcune soddisfazioni: qualche settimana fa abbiamo vinto in

trasferta contro Pesaro, nel palazzetto che aveva ospitato le partite della mitica Scavolini. Al momento, nonostante il calo, ritengo che la situazione sia abbastanza tranquilla». Il presidente della Valdisieve prosegue l’analisi del settore basket: «Anche la nostra società ha qualche problema con il settore giovanile. L’atti-

vità non deve essere fine a se stessa, ma deve avere come traguardo l’approdo alla prima squadra. In questa stagione abbiamo avuto molte adesioni, ma il problema è mantenere alta l’attenzione sui giovani. E’ difficile dare continuità al settore: vorremmo fare un percorso che accompagni i ragazzi fin dall’inizio, facendo-

li progredire, ma non è semplice metterlo in pratica. Questo è uno dei nostri crucci». Ma l’attività della società non è legata solo al basket: «Vorrei ricordare che l’attività associativa della Valdisieve comprende, oltre alla pallacanestro, anche la ginnastica artistica. Quest’ultima disciplina viene svolta a livello edu-

La prima squadra della Lorex Sport: la classifica sorride pur tra mille difficoltà

cativo e sta ottenendo dei risultati molto positivi anche a livello sportivo. La nostra è una società in crescita - conclude Sauro Selvi - che vanta circa 300 tesserati e che ha quindi bisogno di visibilità».



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Viaggio tra le finali giocate dalla Fiorentina, tra mille emozioni e delusioni: ecco la sfida di Coppa Italia nel 1956/60 contro la Juve

verso roma

QUELLA VOLTA CHE

Sivori fu espulso e Montuori segnò senza vincere

Miguel Montuori regala ai violai gol del momentaneo pareggio, ma non basta per sollevare la Coppa

di Ruben lopes pegna

P

erdere una partita dopo aver giocato con un uomo in più per un’ora fa davvero molta rabbia. E’ quanto è accaduto alla Fiorentina nella finale della Coppa Italia edizione 1959/60 con la Juventus. La gara si sarebbe dovuta svolgere tra giugno e luglio e, invece, si gioca domenica 18 settembre 1960 (alle 16.30), quando la nuova stagione è già cominciata. Lo sta-

dio scelto è quello di San Siro e gli spettatori sono oltre 70.000. I tifosi viola sono in netta minoranza. La Fiorentina è arrivata all’appuntamento dopo aver eliminato in partita unica il Como agli ottavi di finale (2-0), l’Inter ai quarti (2-1) e il Torino in semifinale (5-3). Tutte le gare sono state giocate a Firenze. Per la squadra di Carniglia è la terza finale della storia, dopo quella vinta con il Genova nel 1940 e quella persa con la

Lazio nel 1958. Della formazione che ha vinto lo scudetto, con Bernardini in panchina nel 1955/56, c’è rimasto soltanto il portiere Sarti. Nella Juventus, invece, c’è Cervato protagonista di annate straordinarie a Firenze. Il match non tradisce le attese del numeroso pubblico. I bianconeri passano in vantaggio dopo un quarto d’ora con una rete del centravanti gallese Charles. I viola si gettano in avanti alla ricerca del pareggio che ottengono allo scadere del primo tempo con una rete di Miguel Montuori. Nella ripresa la gara si innervosisce. Comunque la Juve al 12’ ha l’opportunità di tornare in vantaggio. L’arbitro Righi concede un rigore ai bianconeri per un fallo su Charles avvenuto, però, fuori area. I giocatori viola così protestano con il direttore di gara. E le loro proteste hanno effetto, perchè l’arbitro converte il rigore in pu-

nizione dal limite (sono davvero rare decisioni di questo tipo). Tre minuti dopo la Fiorentina passa in vantaggio con una rete del centravanti Dino Da Costa. I bianconeri protestano, a loro volta, per un presunto fuorigioco. Ma la posizione dell’attaccante gigliato è regolare. Sono così inutili le proteste dei giocatori bianconeri. Righi questa volta, a ragione, conferma la decisione presa e convalida il gol. Il gioco riprende con Charles che passa il pallone a Sivori. Il fantasista argentino perde la testa e calcia volontariamente la sfera addosso a Righi. L’arbitro non ha esitazioni e lo espelle. La partita ora è in mano alla Fiorentina. Ma i ragazzi di Carniglia non riescono a sferrare il colpo del kappaò. La Juve riprende coraggio e al 28’ pareggia ancora con una rete di Charles. Le due squadre appaiono stanche e non riescono a creare

cienti. Così la partita finisce con la seconda sconfitta in tre finali di Coppa Italia per la squadra viola. E la rabbia è ancora maggiore perchè la squadra di Carniglia non è riuscita a sfruttare la superiorità numerica. Anzi con un uomo in più ha subito 2 reti, quelle che hanno determinato la sconfitta.

più occasioni pericolose. Si va così ai tempi supplementari. I bianconeri attaccano, pur con un uomo in meno. All’8’ del primo tempo supplementare un tiro di Boniperti viene deviato involontariamente dal mediano Micheli che spiazza Sarti. La Fiorentina si riporta in avanti ma non ha più energie suffi-

IL TABELLINO JUVENTUS-FIORENTINA 3-2 dopo i tempi supplementari JUVENTUS: Vavassori; Burelli, Sarti Benito; Emoli, Cervato, Colombo; Nicolè, Boniperti, Charles, Sivori, Stacchini. Allenatore: Parola FIORENTINA: Sarti Giuliano; Robotti, Castelletti; Micheli, Orzan, Marchesi; Hamrin, Montuori, Da Costa, Milan, Petris. Allenatore: Carniglia ARBITRO: Righi di Milano RETI: 10’ Charles, 45’ Montuori, 60’ Da Costa, 73’ Charles, 98’ aut. Micheli ESPULSO: Sivori al 61’

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speciale Mugello

Il 14 marzo, all’auditorio delle scuole di San Piero a Sieve, sarà presentato il libro dedicato al motociclista che ha fatto divertire l’Italia

“IL PAESE DELLE CORSE”

VIAGGIO NEL MAGICO MONDO DI AGO. LE IMMAGINI DI UNA VITA SU DUE RUOTE di cristiano puccetti

U

n nuovo appuntamento, dopo la serata dedicata a Gastone Nencini, è stato promosso dall’associazione “Il Paese delle Corse” con l’organizzazione della Biblioteca Comunale di San Piero a Sieve e la collaborazione della Pro Loco. Si svolgerà venerdì 14 marzo, alle 21, presso l’auditorium delle scuo-

le di San Piero a Sieve. Il protagonista sarà un altro campione dello sport italiano, Giacomo Agostini, che ha conquistato 15 titoli mondiali. Nel corso della serata in terra mugellana verrà presentato il libro, edito da Studio Noferini e da Parigi & Oltre, scritto dallo stesso campione con Mario Donnini, alla presenza dei due autori. Il volume si intitola «Giacomo Agostini im-

magini di una vita - a life in pictures» e largo spazio è dato alle foto attraverso le quali sarà possibile conoscere non solo «Ago», un campione con pochi paragoni anche in altri sport, ma anche un altro motociclismo e un’altra Italia. Un’opera che, attraverso immagini in larga parte inedite, ripercorre non solo la carriera, ma anche la vita di un campione le cui imprese an-

cora oggi destano meraviglia e che ebbe il merito di rendere popolarissimo il motociclismo facendolo uscire dal ruolo di sport di nicchia, seguito da irriducibili appassionati, consegnandolo grazie anche alla tv, al grande pubblico, anche femminile. Giacomo Agostini: il 14 marzo a San Piero a Sieve sarà presentato i l suo libro

L’obiettivo è quello di creare una cittadella della terra rossa attorno ai nuovi campi

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tati significativi in campo giovanile anche a livello nazionale. Per la stagione 2014 abbiamo formato ben 14 squadre in ambito regionale e nazionale, formate da bambini, adulti e over 60. Vorrei sottolineare che il Campione Toscano Over 60, Bruno Ceseri, appartiene al nostro circolo. Gli impegni delle varie squadre sono appena iniziati».

Pioggia, ghiaccio, neve?

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B ar k c a Sn

nis. Abbiamo iniziato a valutare questa ipotesi qualche anno fa, ma servono mezzi per realizzarla, sono necessari finanziamenti e per questo motivo è difficile stabilire la tempistica: potrebbero occorrere un paio d’anni». Soddisfazioni anche sul lato agonistico: «Grazie al lavoro di due giovani tecnici siamo riusciti a raggiungere risul-

V

I

orio Bertozzi, presidente del Tennis Club Borgo San Lorenzo, fa il punto sull’attività del circolo mugellano, partendo dalle strutture: «A novembre 2012 abbiamo inaugurato i due nuovi campi in superfici sintetiche, a fianco del campo sportivo Romanelli, rimanendo con

gli altri campi e la sede di fronte alle Piscine Comunali. Un ottimo risultato, raggiunto grazie alla collaborazione delle istituzioni comunali borghigiane, che permette di giocare ad un maggior numero di persone. L’idea adesso è di spostare tutta l’attività vicino ai nuovi campi, compresa la sede, per creare una vera e propria cittadella del ten-

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rima il secondo posto per la Panchina d’oro, con solo tre voti di scarto (23 contro 26) sul vincitore Antonio Conte, poi un incontro per chiarire e chiarirsi con il presidente degli arbitri, Marcello Nicchi, durato una decina di minuti, e infine un breve incontro con il presidente Giancarlo Abete e il direttore generale della Figc,

Giacchetta nera di GIANCARLO CARMAGNINI

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n timido arcobaleno, dopo la bufera della scorsa settimana, ad illuminare la giornata degli arbitri, anche se il settimo turno di ritorno era partito nel peggiore dei modi con un Bergonzi imbarazzante nell’anticipo fra Roma ed Inter (0-0). L’ex internazionale ligure ne ha combinate di tutti i colori - e purtroppo non è

Antonello Valentini. Il post Fiorentina-Lazio di Vincenzo Montella a Coverciano, lunedì, non è certo stato di relax. Le recenti polemiche sui torti arbitrali subiti dalla Fiorentina si fanno ancora sentire, ma il tecnico viola è parso volersi concentrare solo sulla partita persa contro la Lazio (vista per altro dallo sky box della società alla luce della prima squalifica rimediata in carriera): «Il secondo posto alla Panchina d’Oro? Per me è un motivo d’orgoglio essere così considerato dai colleghi - ha detto -. La partita persa contro la Lazio? È stata una delle peggiori che abbiamo disputato. Nonostante questo abbiamo creato delle occasioni, con tanti giocatori fuori, e il pareggio forse sarebbe stato più giusto. Ora si guarda avanti, riportando le caratteristiche della Fiorentina. Ulti-

mamente abbiamo fatto degli errori, ma da diversi punti di vista. Gli arbitri? Non posso parlare: queste sono le nuove direttive della società». E pensare al futuro vuol dire concentrarsi quasi esclusivamente alle prossime tre sfide

contro la Juventus, domenica per il campionato e poi la doppia sfida per gli ottavi di Europa League. Nel mezzo c’è il Chievo in campionato, ma l’aeroplanino è abituato a pensare una gara alla volta: «Ci saranno motivazioni in più,

al di là della spinta dei tifosi e delle rivalità. Sarà una sfida difficilissima: i bianconeri sono la squadra più forte in Italia negli ultimi due anni, la classifica parla senza troppe incertezza. In campionato e in Europa League giochiamo contro una squadra decisamente tosta. In campo, però, può succedere sempre di tutto. Campionato o coppe? Non possiamo scegliere, dobbiamo dare il meglio di partita in partita. La corsa per il terzo posto? Anche se ci siamo allontanati, è tutto aperto. Il campionato è lungo, dobbiamo guardarci soprattutto alle spalle». Oltre alla Panchina d’oro, assegnata anche quella d’argen-

cromaticamente simile alle maglie dei giocatori). Tagliavento in Sassuolo-Parma (0-1), dal canto suo, si è ben districato sull’espulsione di Berardi. Valeri in Cagliari-Udinese (3-0) non condiziona la gara, anche se più insicuro e impreciso del solito. Le note dolenti, oltre che per Bergonzi sono per Damato (Toro-Samp 1-2) che, mal assistito dal collaboratore Costanzo, convalida il primo gol alla Samp

4,90€ PANCHINA D'ORO to che è andata a Eusebio Di Francesco per la promozione in A col Sassuolo (22 voti su 61 votanti), seguito da Andrea Mandorlini 19 voti (Verona) e Davide Di Nicola 14 (Livorno). La Panchina d’oro I Divisione Lega Pro è andata a Rocco Boscaglia del Trapani e quella d’argento per la II Divisione a Paolo Indiani (Pontedera). Consegnato anche il `Premio Bearzot´ alla famiglia dell’ex calciatore Giancarlo Galdiolo ed ai dirigenti della Nuova Quarto calcio, società dilettantistica campana. Premio speciale per Roberto Menichelli, ct della Nazionale di calcio a 5 campione d’Europa 2014.

LA PANCHINA D’ORO 2012/13 1 -Antonio Conte - Juventus 26 voti 2 -Vincenzo Montella - Fiorentina 23 voti 3 -Walter Mazzarri - Inter 9 voti

A Coverciano li hanno separati appena tre voti: è battaglia infinita tra Fiorentina e Juventus

NESSUN DISASTRO IN CAMPO, MA QUANTI ERRORI! una novità - mal assistito dall’addizionale De Marco. Nel resto delle gare domenicali, bene Guida che supera l’esame Milan-Juve (0-2) con la sola pecca - non certo lieve… - di non aver espulso Pirlo per un entrata killer su Saponara. Sicuri e tranquilli Mazzoleni in LivornoNapoli (1-1), Tommasi in Verona-Bologna (0-0) e Celi in Atalanta-Chievo (2-1, anche se avrebbe potuto scegliere una divisa diversa, visto che

a soli

in fuorigioco, e ci mette del suo in una conduzione di gara molto approssimativa. Molto bene Irrati in GenoaCatania (2-0) e Banti, che ha diretto un Fiorentina-Lazio ( 0-1) in maniera egregia, commettendo sì qualche errore veniale, ma dando sempre la sensazione di avere la gara bene in pugno e soprattutto di essere molto sereno. Dopo le mille polemiche settimanali non era decisamente facile, BRAVO.

Banti ammonisce Ambrosini. Tutto sommato ha gestito bene la gara


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Il rischio è che, al di là degli sforzi della proprietà, sia proprio questo accanimento arbitrale ad allontanare i campioni da Firenze

bastian contrario di cristiano puccetti

S

arebbe troppo facile, quasi un ‘gioco da ragazzi’, per Bastian Contrario ricordare a tutti che cosa scriveva sulle pagine del Brivido ad inizio campionato a proposito degli arbitri. D’altronde la stagione stava già dando segnali inequivocabili, la tortura alla Fiorentina era solo agli albori, ma già dai contorni definiti. Il timore, dei tifosi soprattutto, era quello di una macchinazione atta a stroncare sul nascere il nuovo vigoroso progetto viola. Purtroppo è esattamente quello che è accaduto. Ma al di là dei punti sottratti alla Fiorentina progressivamente ed inesorabilmente, specie negli scontri diretti che valgono doppio, c’è un aspetto di vessazione psicologica che non viene mai calcolato, mai considerato dalla critica. E che incide in maniera paurosa sui calciatori e sull’ambiente. Facciamo un esempio banalissimo: la Juventus, il 25 settembre in casa del Chievo, ultimo in classifica, avrebbe meritato di perdere la partita. E l’avrebbe probabilmente

OLTRE AL DANNO, PURE LA BEFFA:

ADESSO E’ TROPPO!

persa senza un magheggio del sestetto arbitrale. Sul punteggio di 1 a 1, nella ripresa, Paloschi segnò un gol regolarissimo, l’arbitro era De Marco, ma fu il guardalinee Preti ad immolarsi e a macchiare la propria ‘fedina’ arbitrale con un errore a dir poco clamoroso. La squadra di Conte, tenuta da Preti sull’1 a 1, poi si aggiudicò quella partita e trascorse una settimana serena, perché vincere aiuta a vincere, tiene lontane critiche e polemiche, fa lavorare bene. La Fiorentina contro l’Inter in casa invece, pur non brillando, ha perso la partita a causa di un vergognoso abbaglio del guardalinee Giallatini che non ha visto – solo lui – il fuorigioco nettissimo di Icardi. In settimana su Montella si è scatenato il fuoco incrociato di critiche per un k.o. maturato con la compiacenza (usiamo questo eufemismo) di uno sciagurato assistente dell’arbitro

Damato, tra l’altro, riconoscono tutti, sfegatato tifoso interista. Notate la differenza? Realizzate che al di là dei tre punti, c’è dell’altro che incide sulla tranquillità di un ambiente? Ma c’è dell’altro: la conseguenza del trattamento che sta subendo la Fiorentina dagli arbitri e anche dal designatore, che ha liquidato le garbate lamentele viola come ‘chiacchere da bar’, è quella di ingenerare l’idea nei calciatori che con la maglia viola non sia possibile vincere e togliersi grandi soddisfazioni. Questo, per Bastian Contrario, è l’aspetto più devastante della vicenda. E’ un assillo che ti chiude gli orizzonti e che su qualcuno, in modo particolare, farà effetto e lo spingerà ad abbandonare il sogno di trionfare a Firenze. Sogno che, con questi personaggi al potere, con queste regole, resterà purtroppo a lungo irrealizzabile.

Il fermo immagine che testimonia come Paloschi fosse nettamente in posizione regolare: contro il Chievo la Juve riuscì a strappare così una vittoria

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Icardi è almeno 60 centimetri oltre l’ultimo difensore viola: ma dei sei arbitri in campo al Franchi nessuno ha visto

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Il Franchi si conferma tabù per gli azzurri che lì non vincono da 45 anni: sabato ci sono andati vicino prima del pari bianconero nel finale

EMPOLI

EMPOLI CHE BEFFA A SIENA,

di ANDREA GIANNATTASIO

L

a cabala vince ancora e tradisce gli azzurri sul più bello, a meno di cinque minuti dal fischio finale. L’Empoli, all’Artemio Franchi di Siena, si infrange ancora una volta contro il tabù dello stadio bianconero, un fortino che il club azzurro non espugna da ben quarantaquattro anni. E da sabato, la quota è salita a quarantacinque. E dire che i ragazzi di Sarri erano andati davvero vicini all’impresa se si pensa che, nonostante l’inferiorità numerica dal 44’ del primo tempo, il gol siglato da Maccarone su rigore al 67’ (il decimo stagionale per l’ex storico della sfida) stava portando in dote tre preziosissimi punti fino a 240 secondi dal fischio finale. Poi, in prossimità del gong, la beffa: cross dalla sinistra di Spinazzola, colpo di testa di Jorda che sorprendeva Bassi, indecisione in area tra Tonelli e Bassi e palla in rete. Una doccia gelata che è arrivata dopo cinque minuti dalla notizia del nuovo - e definitivo - vantaggio del Palermo al Barbera, che col 2-1 sul Bari si è nuovamente riportato a +4 sugli azzurri. Un pomeriggio da dimenticare, da archiviare in fretta, ma che ha lasciato tante note positive. In primis la tenuta della difesa, che nonostante la dormita

MA SONO DAVVERO TROPPE LE RIMONTE FINORA SUBITE collettiva in occasione del pari senese, ha saputo rispondere colpo su colpo a Rosina & co., coprendo anche tutte le immancabili falle che si sono prodotte nella ripresa in conseguenza dell’espulsione di Eramo (il neoacquisto ha preso due ingenui gialli nel giro di 7’ per falli su Fabbrini e Belmonte) ed un attacco che coi suoi gemelli del gol va in rete sabato dopo sabato. Ci sono però anche risvolti negativi che arrivano dallo sfortunato pomeriggio del Franchi ed il più fastidioso arriva direttamente dall’infermeria dove sono ancora tutte da valutare le condizioni di Pucciarelli, subentrato nella consueta staffetta con Verdi nella ripresa e costretto ad abbandonare il terreno di gioco dopo appena tre minuti per un’entrataccia di Valiani: difficile che il giocatore classe ‘91 possa

Massimo Maccarone contro la sua ex squadra ha messo da parte i sentimenti e ha portato in vantaggio l’Empoli

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recuperare in tempo per la sfida d’alta classifica contro l’Avellino, in programma già questo venerdì. L’altro dato che fa riflettere è senza dubbio quello relativo ai vantaggi sprecati: da inizio anno infatti sono già state sei le occasioni in cui gli azzurri hanno trovato per primi la rete salvo poi farsi recuperare (e talvolta superare) spesso e volentieri a tempo scaduto. Sarri però guarda avanti e professa fiducia: «I ragazzi sono stati bravi a non abbassarsi nonostante l’inferiorità numerica. Fino a tre minuti dalla fine non avevamo rischiato nulla, poi dopo il pareggio abbiamo rischiato anche di perdere la gara ma sarebbe stato eccessivo perché abbiamo fatto una grande prova contro una squadra di valore». Il tempo per leccarsi le ferite però è poco, perché nell’anticipo di venerdì il Castellani riceverà la visita dell’Avellino: un avversario ostico ancora ferito per l’1-1 casalingo della scorsa settimana contro il Pescara a tempo scaduto. Sperando però che stavolta un’eventuale rimonta possa sorridere ai padroni di casa.

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LA CHAMPIONS SI ALLONTANA, MA MATI VOLA SEMPRE PIU’ SU

di Ubaldo Scanagatta

COSA VA Mati Fernandez, l’unica vera buona notizia della partita con la Lazio. Ha dimostrato capacità e grinta esemplari. Ma il suo esempio non è stato seguito.

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COSA NON VA

Gli unici lampi, contro la Lazio, sono arrivati da Mati Fernandez. E’ stata l’unica nota lieta della serata

Meno male che siamo in finale in Coppa Italia. Il vero traguardo è rimasto quello, a meno che qualcuno si illuda che si possa raggiungere il Napoli o, più difficile ancora, eliminare la Juventus in due partite. Sarebbe stato difficile, difficilissimo, in una partita sola, figurarsi in due. I miracoli come quello del memorabile 4-2 dell’andata una volta si possono fare, ripeterli è quasi impossibile. Hai voglia a dire che il pallone è rotondo, ma ci vogliono anche i piedi per tirarlo dentro una rete. Se non tiri quasi mai è dura tirarlo dentro, però. Per il tiki-taka ci vuole un Messi, non un Matri. E la Juve con il dente avvelenato per l’unica sconfitta subita ve la raccomando. L’Inter avrebbe anche potuto vincere a Roma. E’ meglio che non l’abbia fatto. E’ andata bene. L’Inter con Hernanes si è rafforzata, quattro punti di vantaggio non sono una sicurezza. Il quarto posto va difeso, purtroppo bisogna guardarsi alle spalle. Finché non torna Rossi,e chissà come tornerà, e finché Gomez non torna ad essere quello che era – che ci abbiano mandato il gemello? - con il Matri semi-impresentabile visto fin qui, si va poco lontano. Ed è meglio anche che il Milan, in crescita, abbia perso con la Juve. Purtroppo ormai ci tocca fare il tifo

De profundis, addio Champions. Ogni volta che il Napoli vacilla non sono non ne approfittiamo, ma facciamo peggio degli azzurri di Benitez che pure lasciano punti per strada anche a Livorno. Non vanno gli arbitraggi, ok, ma non va nemmeno una squadra che perda due delle ultime tre partite e abbia fatto solo 5 punti nelle ultime sei. Nel girone di ritorno la Fiorentina (meno male vinse a Catania nella prima di ritorno) è dodicesima. E’ chiaro che siamo sulle ginocchia. Si è scritto mille volte che senza Borja Valero questa squadra non ha mai vinto. Se alla sua assenza si aggiunge quella di Pizarro - se penso che qualcuno lo voleva vendere! - resta una squadra senza fosforo. Ma se basta che ad una squadra manchino due centrocampisti, per quanto bravi, per non riuscire a giocare un calcio decente né a fare un tiro in porta prima del 67mo, beh come fa ade essere squadra che aspiri alla Champions? Purtroppo bisogna rendersene conto. Era una squadra che doveva avere le motivazioni a mille, la solidarietà di tutta una città, il pareggio del Napoli a Livorno e la possibilità di recuperare due punti. Ho visto invece una squadra piatta e molle. per Juve e Roma – e fra un poco pure per il Napoli, temo – perché fra infortuni e squalifiche, hanno più chance le squadre dietro alla Viola di rimontarci piuttosto che la Viola di rimontare chi le sta davanti. Romolo, diventato uno dei migliori assist-man del campionato - sembra incredibile ma lo richiedono grandi squadre, il PSG fra le altre! - ha detto che vorrebbe fare il manager e che il suo primo acquisto sarebbe Wolski. Gli dispiacerebbe fare una telefonatina a Montella per dirglielo? In quella ventina di minuti che ha giocato il ragazzino impiegato con il contagocce sebbene la squadra sia stanca, ha fatto vedere ancora una volta di meritare maggiore attenzione.

Alla Juve (che ha fatto 11 punti più dell’anno scorso) se togli Pirlo e Pogba a centrocampo, se togli Tevez e Lorrente all’attacco, gli restano Vidal e Marchisio, Osvaldo, Vucinic, Quagliarella e Giovinco. Vuoi mettere? Che poi la Viola sia stata supersfortunata, con gli infortuni di Rossi e Gomez, con gli arbitri, è certo vero. Ma non è il solo problema. La rosa della Fiorentina non è competitiva con le più forti, Juve, Roma e Napoli. Matri. Chi l’ha visto? E Gomez? Ok che non si debba infierire, ok che gli manchi il minutaggio (frase di gran moda...), ok che si debba avere pazienza. Ma quanta ce ne vuole?

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Il pungiglione

di GIampiero tosi

L’

api sembrano impazzite, pungono Nicchi, Braschi poi non si riconosce nemmeno più, Gervasoni è rinchiuso a Castiglion delle Stiviere, luogo natale e non può mettere il naso fuori di casa. Banti era circondato da uno sciame minaccioso pronto all’azione. Quindi lasciamo perdere gli arbitri (solo una tregua, non credano di non essere sempre sotto schiaffo) e veniamo un po’ a pungere in casa nostra, perché con la Lazio il nostro destino ce lo siam giocati tutti da soli, allenatore e giocatori. Non ci vogliamo iscrivere alla corsa o ai corsi allenatori come fanno tanti ma che Pasqual in una difesa a quattro diventa un mediocre terzino che non sa difendere ed esalta tutti gli esterni che passano di lì l’aveva capito anche Prandelli, che ad Ambrosini

Ha salvato diverse volte il risultato, ma adesso Neto deve serrare la saracinesca.

due partite in tre giorni è arduo chiedergliele non ci sembra così difficile da metabolizzare, che se la squadra è stanca meglio dei dottori morti sono gli asini vivi è vecchio e saggio detto. Se poi gli “asini” sono invece dei giovani che hanno bagliori da fuoriclasse come Wolski il tenerli fuori non pare molto comprensibile. Insomma se non proprio una puncicata la tiratina d’orecchi va al capo ma anche a tutto il gruppo, perché poi in campo ci vanno loro e, a prescindere da questa o quella scelta, non si può giocare una partita con la testa in ipoteca come quella con la Lazio. Quello sciame che volteggiava sul capo di Banti resta in loco, va ai campini, va a Torino, ma questa volta sotto osservazione siete voi. Sveglia che ci sono tre partite che possono aprire alla gloria o metterci in una situazione molto critica, non è più tempo di pensieri, cattivi o buoni, ma di fatti.

Marzo pazzerello. Dopo un febbraio vissuto tra alti e bassi, i’ novo mese comincia nì modo peggiore

M

arzo pazzo peggio di così e un tu potei parti’. Perde’ a i’Franchi con la banda di Lotrito, gioha’ come e’ maiali e non pote’ da’ nemmen la corpa a i’sicario ‘n giallo liornese che regali e un ce n’arà fatti ma nemmeno e dispetti soliti della su’ congrega, o icche c’è di peggio? Che quarcun’antro e si facesse male, ma siccome quelli che contan di

i'nonno pilade

VIOLA RIMETTITI IN RIGA, PERCHE’ COSI’ UN VA più e un c’erano anche questo e un potea succedere. Già perché e si dirà che mancava i’pecche, i’borca (grazie Gervasoni, omo dalle mille rime) e i’ solito Pepito, che Gonzalo gli è ancora co’ i’ termometro ‘n bocca, che i’ tedescone e pare che ci abbia l’ancore peggio di’ Riga a su’ tempi belli (e cominciasse a

marca’ come lui e sarebbe di già quarcosa), però via, e un s’avea né capo, né coda! Dreo e siamo una buha che tutte l’acque le ci bagnano (e meno male che s’ha i’ portiere che tanti un voleano nemmen dipinto a’ i’ principio), davanti tutti vincoli e sparpagliati ognun pe’ conto suo e Dio, che ci avea giustamente artro

da pensa’, pe’ tutti. O icche sarà stato? Gente co’ i’ capo ‘n ipoteca così e gli era tempo che la un si vedea e magari anche quell’inizio a sparti voti e un n’ha miha aiutao, e i’ nonno e l’avea detto “’n que’ dieci minuti e si piglia un go’ e poi e ci si ciuccia!” detto, fatto. Ragazzi svegliaevi, ora c’è e’ gobbi tre vorte di seguito

e se ci si va così e grandina! O avere o dare, occasione pe’ rinascere ma rischio grosso finicci drento fino alle gengive e se vi garba di più la prima ipotesi, sgombra’ i’ capo dalle gnegne e dacci sodo. La Viola la un po’ esse’ doventaa di corpo quella di iersera! Svegliaevi! Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaa!


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Combattuto il campionato di Eccellenza: solo le ragazze di Sagitta sono riuscite ad imporre il pareggio alla capolista Nuova Zambra

calcio toscana di steto

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i stanno avvicinando al giro di boa le tre Manifestazioni delle Fasi Finali di calcio a 5 femminile Calcio Toscana-MSP: particolarmente equilibrata la Top Sportika che assegna il titolo di Campione provinciale, ma molto combattute anche Eccellenza e Promozione. Nella Sportika Cup - a metà del girone di ritorno - la lotta per la vittoria è aperta a due sole squadre. Top Sportika Dopo 5 giornate, ad eccezione delle Outsiders (0 punti), tutte le formazioni possono ancora sperare di aggiudicarsi il titolo di Campione provinciale. Ben 4 delle 13 gare finora disputate sono finite in parità e nessuna squadra ha preso il largo: in testa c’è il Club Sportivo FI con 8 punti, frutto di 2 vittorie e 2 pareggi, seguito ad una lunghezza dal Cral Dip. Comunali Femm. Queste due compagini si affronteranno nel prossimo turno, con la classifica che potrebbe ulteriormente accorciarsi: La Querce 2009 (terza con

CALCIO A 5 FEMMINILE: E’ LOTTA A DUE NELLA SPORTIKA CUP 6 punti, ma con una gara in più disputata rispetto alle due formazioni che la precedono in classifica) se la vedrà con l’ASD Firenze 2008 (5 punti) in una rivincita del Campionato appena concluso che ha visto prevalere queste ultime solo all’ultima giornata. A 5 punti troviamo anche il Jolly Ferruccia che affronta il fanalino di coda Outsiders e potrebbe avvicinarsi ancora di più alla vetta della classifica. Osserverà il turno di riposo il New Aton Green che occupa il sesto posto con 4 punti, ma che rimane comunque in corsa per il titolo. Eccellenza Solitaria al comando la Smartists Nuova Zambra che in 5 gare ha collezionato 13 punti: solo le Sagittae F.T. sono riuscire ad

imporre il pari alla capolista, col 3-3 nella gara disputata la scorsa giornata. Al secondo posto (ma a punteggio pieno dopo tre gare disputate) troviamo il Cral Ataf Firenze C5 che precede di una sola lunghezza le Sagittae F.T. (4 gare disputate): per la vice-capolista le prossime due giornate rappresentano una prova del nove, dal momento che affronterà nell’ordine la terza e la prima della classe. Saranno comunque queste tre le squadre che lotteranno per la vittoria della Manifestazione, dal momento che le formazioni al quarto posto sono distanti già 10 punti dalla vetta: Novoli, Lastrigiana e Lady Mattagnanese infatti hanno finora ottenuto una sola vittoria ciascuno e con ogni probabilità si contenderanno la quarta posizio-

Sagittae F.T.

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ne. Chiude all’ultimo posto la Lady Mattagnanese che è riuscita a strappare l’unico punto fin qua conquistato alle Sagittae F.T., con un 3-3 maturato nella seconda giornata. Promozione Dominatrice incontrastata è la Pol. San Quirico, che viaggia a punteggio pieno dopo 5 gare e punta a ripetere il successo ottenuto la passata stagione in questa Manifestazione. Cerca di tenere il passo della capolista l’ASD San Lorenzo Campi che con 12 punti bracca le dirette rivali: per la vice-capolista lo scontro diretto in programma nel prossimo turno potrebbe rappresentare l’occasione per portarsi in vetta alla classifica. Al terzo posto (9 punti) troviamo il PGS Torregalli che dopo aver inflitto l’unica sconfitta (per 2-1) all’A-

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SD San Lorenzo Campi, non è riuscito a ripetersi contro la capolista che si è imposta per 3-1. Il Mix Team è quarto con 6 punti (ma ha una gara da recuperare), mentre nessuna squadra è ferma a 0 punti: l’Ellepi ha centrato da poco la sua prima vittoria e con 5 punti precede di due lunghezze il New Garden che ha ottenuto il primo successo nell’ultimo turno superando proprio l’Ellepi. Alla ricerca della prima vittoria restano FC Athena e Le Turche che, dopo il pareggio (1-1) nello scontro diretto, viaggiano a braccetto (2 punti). Sportika Cup Prosegue in Coppa la propria marcia solitaria in testa alla classifica del Cral Dip. Comunali Femm. (33 punti in 12 gare), che ha incassato l’unica sconfitta lo scorso

6 febbraio per mano delle Sagittae F.T. Al secondo posto il New Aton Green (27 punti in 11 gare) non molla la rincorsa alla capolista e con ogni probabilità andrà a giocarsi il titolo all’ultima giornata, allorquando sarà impegnata proprio contro il Cral Dip. Comunali Femm. Al terzo posto, sempre più in crescita, le Sagittae F.T.: con 25 punti quella di Matteo Cecconi è la formazione più in forma, dal momento che è reduce da 5 vittorie consecutive fra le quali quella contro la prima della classe. Quarto posto per la Lady Mattagnanese (21 punti) che precede squadroni quali ASD Firenze 2008 e Club Sportivo FI, ormai impegnati a riservare tutte le proprie energie e forze per la conquista del titolo di Campione Provinciale nella Top Sportika.

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Via Isonzo, 26/A Firenze Tel/fax 055 6531930 centroginnastica.firenze@virgilio.it Un oro, un argento e un bronzo nella Rassegna UISP; quarta la B1 femminile

GINNASTICA

IL CGF FA TRIS ALLO SPERIMENTALE di Maria Consiglia grieCo

M Il podio del Livello C avanzato quartetto

Il podio del Livello D quartetto

La squadra di serie B1 femminile

entre la sezione maschile era impegnata con gli allenamenti regionali, organizzati dal Comitato FGI Toscana, la domenica di gare è stata tutta in rosa per il Centro Ginnastica Firenze. Un fiume di atlete dei corsi avanzati della Scuola di Ginnastica – circa cinquanta ginnaste – ha partecipato al secondo appuntamento con la Rassegna Sperimentale UISP a squadre, presso il palazzetto dello sport “Sergio Bitossi” di Montelupo Fiorentino. Le prime a scendere in campo gara, di buon mattino, sono le ragazze delle scuole medie, alle prese con il programma del Livello D, e subito arriva il primo podio della giornata, la medaglia d’oro del quartetto formato da Nina Belloni, Linda Catallo, Marzia Pelacchi e Irene Pulli, che si sono cimentate sulle quattro specialità volteggio, parallele asimme-

triche, trave e corpo libero. Stessi attrezzi, naturalmente, e medesimo programma tecnico, ma classifica del Livello C avanzato (per ragioni d’età) per le ginnaste dei corsi Sole e Giove, e ancora due medaglie per la società gigliata: le conquistano Martina Bernocchi, Alma Provaroni, Francesca Quarta e Giulia Sacchi – seconde classificate, dal corso Sole – e Camilla Agresti, Gemma Manfredini, Ambra Rossi e Giuditta Serra, da Giove. Niente podio, stavolta, per le piccole ginnaste del Livello C base (corso Luna), ma per loro e per le altre squadre del CGF ci sarà ancora una possibilità di rincorrere una medaglia, il prossimo 18 maggio, nell’ultima delle tre prove della Rassegna regionale. Trasferta romagnola, invece, per la squadra femminile di serie B1, chiamata a disputare a Cesena la finale regionale del torneo, all’interno della macroregione Toscana

– Emilia Romagna. Classifiche separate, comunque, e allora il CGF risulta quarto nella gara del giorno e quinto nel campionato toscano, fuori dal podio a causa di troppi punti persi per strada soprattutto alla trave e alle parallele asimmetriche. Plauso speciale, comunque, alla piccola Elena Gensini, allieva del 2002 chiamata a dare man forte – con un’esecuzione alle parallele – alle colleghe junior e senior Mari-

stella Bonafede, Ilaria Materassi, Camilla Natali e Aurora Ulivelli (ginnasta in prestito dalla società Airone di Empoli), e a Lisa Menghini, pronta ad eseguire il suo salto al volteggio in sostituzione di una compagna infortunata. Per conoscere le ammissioni ufficiali alla finale nazionale sarà però necessario attendere la pubblicazione della classifica unificata in base ai punteggi di tutte le macroregioni italiane.

Gensini, Menghini, Ulivelli, Bonafede, Natali, Materassi

Le ginnaste dei corsi Sole e Giove

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MIDLAND

La squadra capitanata da Vito Corbino ha vinto con una giornata d’anticipo il suo primo titolo della storia

CROAZIA C7: IL TRIONFO DEL COCCODRILLO MAI SAZIO di MARCO CICALI

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artedì 25 febbraio, con la vittoria per 3 a 1 contro il Chocabeck Team, il Real GiobertiNanonet ha vinto, con una giornata d’anticipo, il primo campionato della sua storia. La squadra fondata quattro anni or sono nell’omonima via di Firenze e militante nel girone Croazia, aveva sempre concluso le precedenti manifestazi-

oni del torneo in posizione di bassa classifica; in particolar modo l’ultimo campionato si era concluso con un piazzamento in ultima posizione. Alzi quindi la mano chi avrebbe mai scommesso su un simile risultato. Al di là di quello che sarà il risultato dell’ultimo match in programma contro il Montefiridolfi, il Team del Coccodrillo ha una media punti che sarà comunque più alta ris-

petto alle squadre che avevano trionfato nelle ultime due edizioni (attualmente sui 2,47 punti a partita). In diciassette partite disputate nel campionato in corso, la squadra capitanata da Vito Corbino, ha collezionato una sola sconfitta alla prima giornata, per poi non perdere più una partita inanellando tre pareggi e tredici vittorie; possiede una coppia di attaccanti come Bastianelli/Bosetti in

grado di andare in rete 34 volte (nonostante il primo abbia saltato per infortunio otto partite) e una difesa che, al momento, è la seconda migliore del campionato. Questi risultati appaiono ancor più notevoli alla luce dei soli tre acquisti effettuati (quattro in realtà se si considera il difensore Nosakhare Ologhola, player ausiliario convocato solo per necessità); proprio per questo real gioberti

spiegare tali traguardi in termini di dati statistici appare riduttivo. Il Real Gioberti è infatti un gruppo che ha fatto della “tigna” e della solidità le sue armi vincenti. Queste, insieme alla perseveranza e alla voglia di non mollare mai, hanno permesso al team di vincere gli scontri diretti contro tutte le rivali al titolo. Non solo, anche di risolvere a sua favore situazioni particolarmente complesse

(vedere per esempio il match vinto contro Il Club Lungarno giocando il secondo tempo in sei uomini). Un grande risultato insomma a cui farà seguito la partecipazione alla Top League, prima volta per la squadra, che sarà affrontata con entusiasmo e dedizione; la stagione non finisce qui, perché come il loro stesso motto dice: IL COCCODRILLO NON DEVE ESSERE MAI SAZIO!

ECCO IL TORNEO OVER 35 DI C5 Stiamo preparando la terza edizione del torneo Over 35 di calcio a 5. Le iscrizioni terminano il 27 Marzo. Il torneo prenderà il via dal 3 Aprile 2014. La manifestazione è dedicata a coloro che hanno compiuto il 35° anno di età. Ogni squadra potrà schierare 2 “fuori quota” (compresa la panchina). Non ci sono limitazioni al numero dei “fuori quota”. La formula prevede una fase eliminatoria a gironi con 4-5 gare più le fasi finali. Ci sono vari impianti a disposizione con possibilità di preferenze di giorni e orari. L’ISCRIZIONE E’ GRATUITA Saranno premiate le prime 4 squadre classificate, il capocannoniere e la miglior difesa.

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Segue dalla prima Il primo è stato quello di vedere tanti ragazzi salire su un motorino e accompagnare con un lungo serpente viola pieno d’affetto la propria squadra. C’era gioia e c’erano soprattutto i giovani, cosa che ultimamente era apparsa come persa. Si diceva allo stadio che di “pischelli” ce ne andassero sempre meno, ma in quel corteo ordinato e ben gestito sono tornati a galla tanti ricordi di chi ha visto il tifo viola vivere e lottare in questi ultimi cinquant’anni. Poi ci è rimasta negli occhi, la grande determinazione, pur nel disagio, di chi magari di anni ne ha molti di più, ma per non far patire la manifestazione è rimasto sotto, nelle pieghe del Franchi, ad aspettare che dalla Fiesole e dalla Ferrovia arrivasse il via libera per salire sugli spalti. E ci è rimasto negli occhi pure il brulicante rientro sui gradini della gente, durato un batter d’occhio. Il tifo non è più quello di una volta, si canta meno, si è più spettatori e meno tifosi, ma bisogna ricordarsi che anche se il tempo cambia la voglia e l’amore per la squadra viola sono rimasti gli stessi. Questo può contare poco, niente, ma per Firenze è comunque un segnale di vita e, soprattutto, di voglia di non mollare. Ci è rimasto negli occhi anche qualcosa di meno bello e di meno stimolante e parliamo della brutta gara giocata da Cuadrado e compagni. Ci è rimasto un reparto difensivo che difende sempre di meno e che spesso fa brutte figure, anzi ne fa di pessime. Ricordiamo, risalendo la corrente, gli errori di Gonzalo Rodriguez, il tunnel subito da Compper, le leggerezze di Roncaglia ma anche le amnesie di Savic e Tomovic. Le imperfezioni, le debolezza e le incertezze non cancellano un atto inconfutabile: Firenze non lascerà mai la Fiorentina, ma la Fiorentina deve ritrovare sé stessa per le ultime battaglie. Perché niente è finito.

Alessandro Rialti

FUORIGIOCO di DUCCIO MAGNELLI

DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani Alexandra Barbieri STAMPA Galeati Industrie Grafiche srl (Imola) HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giancarlo Carmagnini, Andrea Giannattasio, Giulio Incagli Duccio Magnelli, Alessandro Latini, Fabrizio Paoli, Ruben Lopes Pegna, Cristiano Puccetti, Ubaldo Scanagatta. FOTO Massimo Sestini

I

n base a quali criteri si può definire un arbitro “bravo”? Quando non concede rigori o quando ne concede molti? Quando fischia come una vaporiera o quando fa l’inglese e lascia correre? Quando fa un uso smodato dei cartellini o quando decide di dimenticarseli in tasca? Difficile dirlo, anche perché ogni società ha la propria idea di arbitro bravo. Per esempio si dice che Lo Bello sia stato il più grande arbitro italiano. Sicuro, autoritario, conoscenza perfetta del regolamento. Probabilmente però i tifosi della Viola non

UN GRANDE ARBITRO

(per una partita a nervi distesi) la pensavano così quando gli gridavano “duce duce” in un’indimenticabile Fiorentina-Cagliari del 1969, durante la quale si inventò un rigore a favore di Gigi Riva (con tentativo di invasione di campo). Anche Collina è considerato un fuoriclasse del fischietto, ma gli juventini non sono di questo parere. Soprattutto dopo quel famoso maggio 2000 con la partita nell’acquitrino di Perugia che assegnò lo scudetto alla Lazio. Anche Agnolin e Casarin erano bravi, alme-

no finché non pestavano i piedi a qualcuno diventando di colpo degli incapaci meritevoli dei peggiori epiteti. In generale oggi gli arbitri italiani navigano in un’aurea mediocrità, accentuata dal fatto che nessuno si decide a dar loro una mano con la tecnologia, che se non altro servirebbe a dare un po’ di uniformità alle loro decisioni. Tanto per dirne una, chi ha visto l’ultimo Roma-Inter si sarà reso conto che, dal punto di vista disciplinare, in 90

minuti De Rossi ha combinato molti più guai di Borja Valero in tutta la sua carriera. Tutto questo per arrivare al nocciolo della questione: a chi la facciamo arbitrare Juventus-Fiorentina di domenica prossima? Gli ultimi risultati hanno tolto molto pepe a questa partita di campionato. Per questo suggeriremmo al designatore di fare, per una volta, uno strappo al regolamento e di affidare la partita a colui che forse è il miglior arbitro italiano,

cioè Gianluca Rocchi, fiorentino. Non sappiamo se sia tifoso viola, ma questo non può essere un problema se si è certi dell’onestà degli arbitri (del resto, secondo gli juventini, Collina di Viareggio era laziale). E poi, visto il numero dei bianconeri sparsi per l’Italia, non c’è nessuna certezza di non far arbitrare la partita a un tifoso juventino. Insomma Rocchi sarebbe una scelta saggia. I bianconeri non protesterebbero, mentre i viola si rilasserebbero. E poi, a stretto giro di posta, ci sono altre due partite uguali da giocare in Europa League. Vogliamo avvelenarle ancor prima che comincino?


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