Il brivido sportivo n 39 del 12 novembre 2014

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Settimanale di critica e attualità sportiva

Fondato nel 1927

Fiorentina amore mio

Parla la societa’

L’esclusiva

DONADEL: «MENO SPETTACOLO E PIU’ GOL»

COGNIGNI: «TERZO POSTO LONTANO, MA...»

DIONIGI: «I FISCHI DI FIRENZE SON D’AMORE»

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i c e t a d Ri

A L O I V LA SERVE L’ASSETTO. QUELLO DEFINITIVO

L’editoriale di mario tenerani

che. Continuiamo a pensare che siano gli uomini a fare la differenza e non i moduli. Ma un ottimo assetto può esaltare i singoli e soprattutto può dare

L

a Fiorentina non è più la stessa e forse le ragioni sono tante. Magari anche tatti-

stabilità. Ecco, quello che sta mancando alla Fiorentina è l’equilibrio della continuità. Montella, probabilmente alla ricerca della carta vincente, ha

cambiato spesso modulo. Anche all’interno della stessa partita. Difesa a tre o a quattro, un attaccante e un trequartista, una punta e due trequartisti,

tridente aggressivo. Queste le principali rotazioni adottate dal tecnico viola, sempre inseguendo l’idea.

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La Fiorentina è la big con l’attacco più sterile: ha fatto meglio anche il Palermo. E rispetto ad un anno fa mancano, oltre a dodici reti, anche otto punti.

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E I SUOI GOL La disperazione di Gomez dopo l’ennesimo gol fallito in Europa contro il Paok

di alessandro rialti

M

ai come in questo momento la Fiorentina ha bisogno di Mario Gomez. Il panzer tedesco è tornato, è guarito e si sta ritrovando. Lo ha dimostrato, anche sbagliando, col colpo di testa sfortunato contro il Napoli finito sulla traversa. Tocca a lui, anche perché Cuadrado dimostra di star pagando il peso immenso del Mondiale e del calcio

mercato. Due momenti della sua carriera che evidentemente ne hanno prosciugato le energie. Babacar, pur mostrando di essere in costante crescita psicologica e anche tecnica, resta il ragazzo che ha bisogno della pazienza di società e tifosi. Ilicic è l’indiscutibile, evidente fallimento di questi ultimi due anni: il rapporto prezzo-rendimento ne fanno il vero caso della gestione Pradè-Macia.

Rossi è ovviamente lontanissimo dal tornare, anche perché quando sarà dichiarato guarito, dovrà pur recuperare condizione fisica e, soprattutto, mentale. Deve buttarsi alle spalle gli incubi ripetuti di quattro interventi chirurgici e di altrettanti lunghi stop. E infine Bernardeschi: pure il carrarino si è fermato e per pensare di rivederlo in campo ci vuole ottimismo, perché nella migliore delle ipotesi potrà al

massimo disputare una frazione di gioco prima della conclusione della stagione o più facilmente lo potremmo rivedere a Moena o dove sarà la sede del prossimo ritiro. Quindi, il gol rischia di diventare, anzi già lo è, il vero problema della squadra viola. Dieci reti appena, quelle segnate. Una manciata in più di Torino, Chievo Verona e Cesena. Solo Mario Gomez che del gol ha fatto un monumen-

ti può, adesso, aiutare la Fiorentina districarsi nella giungla pericolosa della mancanza di segnature. Gomez ovviamente non è ancora al top ma finalmente ha mostrato di essere tornato, sia dal punto di vista psicologico che da quello fisico. Inoltre avrà a disposizione la sosta per aumentare il lavoro e presentarsi alla tripla trasferta di Verona, Guingamp e Cagliari nella migliore delle condizione, fino a quan-

do poi tornerà al Franchi, si pensa e si spera in condizioni migliori, magari davvero al top, per affrontare la Juve. Il resto conta relativamente. I miglioramenti della difesa, il ritorno di una squadra e una sola da parte di Montella, i progressi del centrocampo: sarà tutto inutile se non ci sarà lui, Mario Gomez, e, soprattutto, se non cominceranno ad arrivare i suoi gol. Come una liberazione.

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L’ex centrocampista viola al Brivido Sportivo invita ad essere fiduciosi malgrado il momento no di alessandro latini

L

a sosta del campionato arriva al momento giusto. La Fiorentina ha bisogno di riordinare le proprie idee per cominciare a riprendere la marcia. La sconfitta interna contro il Napoli ha acuito tutti i problemi, da quelli tattici a quelli psicologici. L’impressione è che i nervi siano a fior di pelle, ma che allo stesso tempo possa bastare poco per ritrovare convinzione e risultati. Ne è convinto Montella, che dopo la partita contro il Napoli ha difeso a spada tratta il suo gruppo. Troppe pressioni, troppi giocatori sensibili alle critiche esagerate. E allora si va avanti così, con queste due settimane senza partite che dovranno necessariamente servire per lavorare, soprattutto, sulla testa dei giocatori. Difficile credere che siano diventati brocchi tutto ad un tratto, piuttosto sembra evidente la difficoltà di alcuni nell’approccio alla gara e nella gestione dei momenti decisivi. Il Brivido Sportivo, questa settimana, ha intervistato un importante ex della recente storia viola: Marco Donadel conosce bene l’ambiente e conta 219 presenze (con 6 gol) con la maglia della Fiorentina. Intanto si allena con la Primavera viola di Guidi in attesa di una chiamata. Donadel, per quello che ha visto fin qui quali sono i problemi della Fiorentina? «E’ un momento così. L’asticella in estate è stata posizionata molto in alto, quindi è normale che ci sia qualcosa che non va visti i risultati attuali. Bisogna capire quanto hanno influito gli

l'esclusiva

Donadel: “Cara Fiorentina, ora serve più praticità e meno gioco spettacolare» infortuni. Credo che quello di Rossi sia stato decisivo, ma è inutile stare a piangersi addosso. Gli scorsi anni il gioco era spettacolare, si aveva la sensazione che la Fiorentina potesse vincere le partite ancora prima di iniziarle. Quest’anno la squadra è stata studiata da tutti e gli allenatori trovano bene le contromisure. Si può dire di tutto del nostro campionato, tranne che a livello tattico gli allenatori non siano molto bravi nel bloccare il gioco avversario. Tutte queste cose spiegano il momen-

to negativo, poi devo dire che le parole di Pizarro sono state importanti per cercare di tirar fuori un po’ di carattere in più dal gruppo». A proposito delle parole di Pizarro e del famoso smoking da togliersi. Secondo lei come sono state recepite dal gruppo? Può esserci qualcuno che le ha prese negativamente? «Se qualcuno ha preso

Marco Donadel è stato il primo acquisto di Pantaleo Corvino appena arrivato a Firenze.

male le parole di Pizarro vuol dire che è sicuramente in torto. In uno spogliatoio che è chiamato a dare delle risposte non ci si può prendersela per delle parole del genere. Pizarro ha cercato di essere positivo, per migliorare le cose. Non ha attaccato nessuno, dall’alto della sua esperienza ha esternato un problema che aveva notato. Magari lo aveva già fatto anche nel chiuso dello spogliatoio, era un modo per far capire a tutti che lui tiene alla Fiorentina». Montella ha parlato di troppe pressioni sul gruppo. La sua squadra soffre il dover fare risultato ad ogni costo. L’asticella è stata posizionata troppo in alto? «Il primo anno di Montella la Fiorentina ha stupito, anche perché l’asticella era posizionata in basso. Lo scorso anno la squadra si è confermata su altissimi livelli. Quest’anno le cose sono cambiate. Sono rimasti i giocatori più importanti a dispetto anche delle richieste di mercato. Aver valorizzato giocatori come Cuadrado o Borja Valero è un merito, ma nel momento in cui li confermi in rosa è chiaro che la gente si aspetta che la squadra possa lottare per i primi posti. Inoltre, ad inizio stagione, tutti pensavamo che potesse essere l’anno di Rossi e Gomez. La verità è che gli infortuni ci sono stati e le

altre squadre si sono rinforzate molto. Se sommiamo tutte queste cose ci accorgiamo che lottare per il terzo posto non è così semplice. Il primo bilancio comunque lo dobbiamo stilare alla fine del girone d’andata, anche perché la Fiorentina non ha avuto un calendario semplice e, Juventus a parte, ha già giocato contro tutte le big del campionato. Basta poco, ripeto, per rilanciarsi. Guardate Lazio e Napoli, con un filotto di risultati positivi si sono rilanciate dopo un avvio negativo». E’ lecito aspettarsi qualcosa in più dai leader in questo momento? «Io credo che ognuno di loro stia dando il suo contributo. C’è da dire che la Fiorentina gioca ogni quattro giorni e non è poco. Sui singoli dico che devono riuscire ad adattarsi ed a cambiare un po’ il loro modo di giocare, perché ormai i Cuadrado ed i Borja Valero non sono più una sorpresa per nessuno. Tante volte conviene giocare più sporco, serve ricercare più la praticità e meno la spettacolarità. Il gioco non è mai mancato, ma nel primo anno di Montella spesso le partite venivano vinte anche su calcio piazzato e quest’anno non è mai accaduto». La sosta del campionato arriva al momento giusto? «Si, fa sicuramente bene. E’ arrivato il momento di resettare tutto e lavorare sui particolari. Poi è normale

che, anche a livello fisico, sia fondamentale fermarsi per una squadra che gioca così tante partite. E’ vero che molti andranno in Nazionale, ma tutto il gruppo potrà ricaricare le batterie». La buona notizia arriva da Gomez. Adesso sembra davvero che possa ritrovare la condizione fisica… «Lui è sicuramente un grandissimo campione, deve essere sfruttato per le sue qualità adesso che sta ritrovando la forma dei giorni migliori. La squadra si deve adeguare un po’ a lui, bisogna privilegiare il gioco sulle fasce per consentirgli di poter staccare di testa, come ha fatto contro il Napoli quando ha colpito la traversa». L’ultima domanda è su Ilicic, subissato di fischi dal Franchi al momento dell’uscita dal campo contro il Napoli. Come mai non riesce a mostrare il suo valore? «E’ un giocatore forte, ha le potenzialità per uscire da questo momento. Ognuno ha il suo carattere e l’attitudine alla critica, non è facile giocare a Firenze. Quando il pubblico vede un po’ di sufficienza e poca attenzione arrivano i fischi, sta nel diritto di chi paga il biglietto. Io credo che lui potenzialmente sia un gran giocatore, è normale che gioca in una squadra forte ed ogni occasione da titolare la dovrebbe sfruttare al massimo».

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L’ex attaccante viola da’ i suoi consigli: «Stringere i denti finche’ Gomez non sarà al massimo»

Dionigi: «I fischi di Firenze sono sempre d’amore.

Montella ha molti alibi»

di alessandro latini

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no stop in casa, l’ennesimo di questa stagione, consegna alla Fiorentina due settimane per riflettere sui propri errori. La sconfitta contro il Napoli ha scosso l’ambiente anche se, tutto sommato, poteva anche essere pre-

Davide Dionigi, oggi allenatore, ha vestito la maglia viola nella stagione 1997/98.

ventivata. La squadra di Benitez è, al momento, la più in forma del campionato e lo stile di gioco (difesa e contropiede) è quello che la Fiorentina soffre di più. Da qui i timori della squadra di Montella, che poi si sono rivelati fondati. Il Napoli ha fatto paura, per poi sfruttare un errore della difesa viola ed andare a casa con i tre punti. Qualche giorno per riflettere servirà, poi però ci sarà spazio solo per rimboccarsi le maniche. La Fiorentina è chiamata alla risposta immediata, anche perché adesso la classifica piange davvero. L’Europa è lontana, serve l’auspicato filotto di risultati positivi per riportare entusiasmo e convinzione. Due t ra s f e r t e a Verona e Cagliari, poi il m a t c h interno contro la Ju v e n t u s . Occasioni buone per ri-

scattarsi e per dare senso ad un campionato che, fin qui, è stato avaro di soddisfazioni. Per la nostra rubrica Fiorentina Amore Mio, questa settimana abbiamo intervistato l’ex attaccante, ed attuale allenatore, Davide Dionigi. Dionigi, e’ inevitabile tornare indietro alla partita contro il Napoli. Cosa non ha funzionato? «Il Napoli era sicuramente la squadra peggiore da affrontare in questo momento. La Fiorentina ha sofferto le ripartenze perché gioca a calcio e porta tanti uomini nella metà campo avversaria. Il Napoli, con questo metodo di gioco, può far male a chiunque. Adesso poi sta bene fisicamente, magari 5-6 partite fa non sarebbe finita così». Dopo la partita sono arrivate anche le prime contestazioni. Parte della tifoseria comincia a criticare anche le scelte di Montella… «Purtroppo i risultati non stanno venendo, in partite giocate anche bene. Alla fine pesa il fatto di non aver avuto in attacco Rossi e Gomez. E’ vero che Babacar ha ottime prospettive, ma avere due giocatori così in attacco è un’altra cosa. Togliete Llorente e Tevez alla Juventus, poi vedrete che cosa succede… Non è per trovare giustificazioni, ma credo che Montella abbia diversi alibi». Ed i giocatori sono usciti dal campo fra i fischi.

«I fischi di Firenze sono sempre d’amore, io conosco bene il tifo viola. I tifosi ci mettono poco a tornare ad incitare i propri giocatori. Serve una continuità di risultati, adesso aiuta anche giocare meno bene e fare qualche risultato sporco. Occorre stringere i denti fino a quando Gomez sarà al massimo e rientrerà anche Rossi. E poi magari a gennaio la società comprerà sul mercato un altro attaccante». A proposito di Gomez, contro il Napoli ha mandato il primo segnale con quella traversa colpita. «Il giocatore non si discute, è un campione. Bisogna capire se il calvario è finito e adesso sembra di si. E’ un finalizzatore che è mancato a Montella, perché lui la palla la butta dentro se sta bene». Da ex attaccante, come giudica questa prima parte di stagione di Babacar? «L’ho seguito a Modena e mi è piaciuto veramente tanto. Dopo l’esperienza di Padova era venuto qualche dubbio sul giocatore, inve-

ce l’anno scorso è esploso. Adesso sta facendo bene, ha sulle spalle il peso dell’attacco e sono convinto che possa diventare un campione importante. Le sue prestazioni potrebbero anche migliorare con un giocatore al suo fianco». In conclusione, guardando la classifica che idea si è fatto delle zone alte? Sul campionato in generale dico che mi piace molto la Juventus di Allegri, che ha cambiato sistema di gioco dopo le prime uscite, in cui sembrava un po’ la squadra di Conte. La Roma lotterà per lo scudetto fino alla fine, poi io vedo la Lazio favorita per il terzo posto. Sconfitta di Empoli a parte, mi piace Pioli come allenatore. Le altre sono nel limbo, le milanesi devono dare una svolta. La sorpresa è il Genoa secondo me, con Gasperini che sta realizzando dopo anni il suo progetto tattico. Alla Fiorentina non posso che augurare di ricominciare a fare punti già dalla prossima partita di Verona».

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Il presidente esecutivo della Fiorentina è fiducioso: il terzo posto, dice, è lontano ma non impossibile da raggiungere

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COGNIGNI: «NESSUN PROBLEMA CON MONTELLA, LA STRADA E’ LUNGA» di francesca bandinelli

«I

risultati non ci danno ragione. Non danno ragione a quello che avevamo programmato, soprattutto per gli sforzi che ha fatto la proprietà. Anche questa mattina (lunedì, ndr) parlavo con la squadra: il gruppo è coeso, volenteroso e ha una forte determinazione per recuperare il percorso che purtroppo ha lasciato indietro». Il presidente della Fiorentina Mario Cognigni, a margine di una lezione sul marketing tenuta in settimana all’Università di Prato, non ci ha girato intorno. Ha ammesso la delusione per questo avvio di stagione dei viola, ma non ha ancora perso la speranza. Pur convinto che il terzo posto, «in questo momento sia un obiettivo abbastanza lontano», lascia aperto ad ogni possibilità. «Noi dobbiamo giocarci gara dopo gara perché le alternative le abbiamo e ci sono tutte le possibilità per poter recuperare». Non c’è nessun ripensamento da parte della proprietà del progetto messo in campo, né sul fronte tecnico né su quello relativo ai giocatori. «Nel momento in cui ci siamo legati con Montella

Il presidente esecutivo Mario Cognigni e il tecnico Vincenzo Montella.

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per un periodo molto lungo abbiamo sposato la sua filosofia di lavoro e lui ha fatto altrettanto con una società come la Fiorentina che deve essere presa d’esempio per come fa lavorare i suoi tesserati». Quanto ad Ilicic, non sono esclusi provvedimenti per il suo aver voluto “zittire” col dito sulla bocca i tifosi che lo fischiavano per l’ennesima prestazione negativa. «Noi abbiamo delle regole di moralità sulle quali non intendiamo assolutamente sorvolare. Ma più che a me questa domanda deve essere fatta ai direttori d’area che sicuramente penseranno a verificare bene a situazione e parlare col ragazzo». Anche sul fronte dei rinnovi di contratto la strada intrapresa, per il presidente esecutivo viola, è quella giusta: «I nostri direttori stanno lavorando in tal senso e mi dicono che le sensazioni sono positive perché alcuni di questi rinnovi si concretizzino a breve». C’è stata occasione pure per tornare a parlare del nuovo stadio: «Noi l’ottimismo l’abbiamo avuto fin dall’inizio, fin da quando abbiamo presentato lo studio di fattibilità». Adesso, anche in questo caso, si deve passare dalle parole ai fatti.

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tifosi fiorentini avrebbero voluto vendicare sul campo la cocente sconfitta dello scorso 3 maggio nella Finale di Coppa Italia, ma purtroppo non è stato cosi: Il Napoli si è confermato ancora una volta una bestia nera per i ragazzi di Montella, sembrati confusi e privi della giusta determinazione per buona parte della gara. Per la Fiorentina il ruolino di marcia in campionato è disastroso e la corsa al terzo posto si fa sempre più in salita. Per avere una opinione sulla partita e sulle ambizioni dei gigliati alla luce della sconfitta contro i partenopei, il Brivido Sportivo ha intervistato l’agente Fifa Furio Valcareggi. Furio Valcareggi, come ha visto la Fiorentina contro il Napoli? «La partita di domenica scorsa non è iniziata bene, abbiamo gettato al vento il primo tempo e lasciato il campo al Napoli.

Nel secondo tempo ho visto una Fiorentina molto più determinata, che ha messo in difficoltà gli avversari. Credo che un pareggio sarebbe stato più giusto, anche considerando che il gol di Higuain è venuto da un errore di Tomovic e che Gomez nel finale di gara ha colpito una traversa clamorosa. Non siamo affatto inferiori al Napoli». Cosa pensa delle scelte operate da Montella? «Credo che diversi giocatori siano fuori condizione e che questo determini alcune scelte del tecnico. L’unica cosa che non ho capito è stata l’esclusione di Pizarro. Se il cileno sta bene, deve essere sempre titolare. Nessuno sa far girare il pallone e dare ritmo alla squadra come lui». Fino ad ora sono soprattutto i “senatori” ad aver tradito le aspettative. Perché secondo lei? «Nonostante sia nel calcio da tanti anni non so spiegarmi il perché giocatori come Cuadra-

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L’agente Fifa Furio Valcareggi si fida della Fiorentina e di Montella. Con Gomez al 100%, alla ripresa, sarà tutta un’altra storia

di Giacomo cialdi

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do, Borja Valero e Gonzalo Rodriguez stiano rendendo meno di quelle che sono le loro potenzialità. Forse è soltanto questione di un momento negativo. Al di là delle prestazioni, fossi Montella darei sempre la maglia da titolare a tutti e tre». In città serpeggia pessimismo, alcuni parlano di ciclo finito. Lei cosa ne pensa? «Ciclo finito? Ma di cosa stiamo parlando? Montella è un bravissimo allenatore, ci sono grandi giocatori, la proprietà è forte e vedrete che la Fiorentina supererà questo momento e tornerà a vincere e divertire. E non parlatemi di ambizioni ridimensionate, perché gli obiettivi dei viola sono sempre gli stessi: il terzo posto è più lontano, è vero, ma è ancora alla portata di questa squadra. Adesso è necessario invertire immediatamente la tendenza, fare quadrato intorno al gruppo e ritrovare serenità... tutto il resto verrà da sé. Non piangiamoci addosso, la corsa alla Champions League è ancora una cosa a due tra Fiorentina e Napoli». Prima ha citato la traversa di Mario Gomez. Una battuta sul tedesco? «Gomez è definitivamente tornato. Già in Europa League contro il Paok mi era sembrato in crescita dal punto di vista fisico. Con il Napoli è stata una conferma: il colpo di testa di domenica è da grandissimo campione».

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a cura dell'Avvocato Lorenzo Cirri

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La prima casa è intoccabile La norma che impedisce a Equitalia di pignorare la prima casa è applicabile a tutti i procedimenti di esecuzione in corso, anche se posti in essere in un momento precedente alla sua emanazione. Ad affermarlo è la terza sezione civile della Corte di cassazione, nella sentenza n. 19270 del settembre 2014. Con il dl 69/2013, noto come «decreto del Fare», veniva stabilito lo stop al pignoramento delle prima casa da parte di Equitalia. In una direttiva del 1° luglio 2013, tuttavia, l’agente della riscossione rendeva noto che avrebbe chiesto agli organi istituzionali chiarimenti sull’applicazione retroattiva delle nuove disposizioni. La risposta del ministero dell’economia al question time in commissione finanze alla camera aveva chiarito che non ci fossero ragioni per ritenere la norma retroattiva e, dunque, che la stessa riguardasse solamente i pignoramenti successivi alla sua emanazione. La posizione è stata espressamente smentita dalla Corte di cassazione che, con la sentenza in commento, ha esteso la protezione sulla prima casa a tutti i procedimenti esecutivi in corso. L’articolo 52 del decreto del Fare ha modificato la formulazione dell’articolo 76 del dpr 602/73 («espropriazione immobiliare»), stabilendo che «l’agente della riscossione: a) non dà corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore, con esclusione delle abitazioni di lusso, è adibito a uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente». Tale norma, spiega la Cassazione, non deve essere intesa come «impignorabilità» della prima casa, quanto semmai come una disposizione di carattere processuale, volta a regolare e limitare l’azione esecutiva dell’agente della riscossione. A conclusione della pronuncia, la Cassazione chiarisce che «l’azione esecutiva non può più proseguire e la trascrizione del pignoramento va cancellata, su ordine del giudice dell’esecuzione o per iniziativa dell’agente di riscossione». Ciò anche se il pignoramento è precedente all’introduzione nell’ordinamento della norma che ha sancito tale forma di tutela.


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Il 19 novembre Kurt Hamrin festeggerà gli ottant’anni. A regalargli il soprannome è stato il giornalista Beppe Pegolotti di ruben lopes pegna

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ccellino” sta volando verso il traguardo degli 80 anni. Tanti ne compirà il 19 novembre Kurt Hamrin, l’ala svedese ma fiorentina di adozione, che ha vestito la maglia viola per nove stagioni, dal 1958/59 al 1966/67. A soprannominarlo “uccellino”, con una geniale intuizione, è stato il giornalista de “La Nazione” Beppe Pegolotti. Il motivo? In campo era così veloce che sembrava volasse. Hamrin che a Firenze ha scelto di vivere, al termine della sua splendida carriera, è stato il simbolo della Fiorentina tra la fine degli anni cinquanta e buona parte degli anni sessanta del secolo scorso. Acquistato dal presidente Enrico Befani dalla Juventus per sostituire Julinho (la stagione prima di vestire la casacca gigliata aveva giocato in prestito nel Padova), ha sempre indossato la maglia numero sette e non ha certo fatto rimpiangere il fuoriclasse brasiliano. E’ arrivato a Firenze nell’estate del 1958 da vice campione del mondo. Nell’edizione disputatasi nel suo paese quell’anno segnò 4 reti, una delle quali alla Germania Ovest dopo aver scartato ben sei avversari. Ma poi la Svezia fu sconfitta in finale dal Brasile di Pelè per 5-2. Comunque nel 1958 si piazzò al quarto posto nella classifica del Pallone d’oro. Una bella soddisfazione. Ambidestro, Hamrin giocava comunque sulla fascia destra. E’ stato

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Il 19 novembre Hamrin festeggerà 80 anni. Ha giocato a Firenze dal 1958 al 1967.

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il club che poi lo cedette alla Juve nell’estate del 1956). In compenso ha vinto quella del fair play. Mai nella sua carriera è stato ammonito o espulso. Un record davvero ed uno dei motivi per cui è sempre stato ammirato e rispettato anche dai tifosi delle squadre avversarie. A Firenze ha vinto comunque tanto ma non lo scudetto, ottenendo, invece, due secondi posti, nel 1958/59 e nel 1959/60. Ha conquistato una Coppa delle Coppe nel 1960/61 (capocannoniere con 6 reti), due Coppe Italia nel 1960/61 e nel 1965/66 e una Mitropa Cup nel 1965/66. I successi del 1966 li ha ottenu-

ti da capitano. E perciò è stato lui a sollevare al cielo i trofei. Inoltre per tre volte ha disputato finale: una in Coppa delle Coppe (1961/62) e due in Coppa Italia (1958 e 1959/60). Vanta un record Hamrin, quello delle reti segnate in una sola partita in trasferta nei campionati di serie A a 18 squadre. Il 2 febbraio 1964 la Fiorentina vinse a Bergamo con l’Atalanta per 7-1 e “uccellino” battè il portiere Pizzaballa 5 volte. A Firenze è stato un mito per una generazione di tifosi che gli hanno sempre voluto bene e continuano a volergliene. La decisione di rimanere in riva all’Arno

alla fine della carriera è stata una scelta di vita. Nell’estate del 1967 fu ceduto al Milan in cambio di Amarildo (alla società rossonera andò anche un conguaglio di 200 milioni di lire perché il giocatore brasiliano era di cinque anni più giovane). A Milano Hamrin ritrovò Nereo Rocco, il tecnico che lo aveva allenato nel Padova prima di venire a Firenze. Il “paròn” lo aveva voluto nonostante avesse quasi 33 anni perché credeva in lui. Con il Milan conquistò lo scudetto nel 1967/68 e in quella stagione anche la Coppa delle Coppe (furono suoi i due gol nella finale con l’Amburgo).

Nel 1968/69 quando la Fiorentina si aggiudicò il secondo scudetto Hamrin a 34 anni e mezzo conquistò la Coppa dei Campioni, un trofeo che a Firenze non aveva mai giocato. Chiuse la carriera con il Napoli dove giocò nel 1969/70 e nel 1970/71. Poi, dopo una breve parentesi di una stagione (1971/72) come allenatore della Pro Vercelli l’addio al calcio professionistico e il ritorno in riva all’Arno dove circondato dall’affetto della moglie, dei figli, dei nipoti, di tanti ex giocatori viola e dei tifosi festeggerà il bel traguardo degli 80 anni. Auguri di cuore “uccellino”!

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Regna gran confusione in tema di fuorigioco: il 3-0 di Llorente doveva essere annullato

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A EMPOLI UNA MANATA DA PROVA TV. di Giancarlo carmagnini

Cagliari-Genoa 1-1 PERUZZO Finalmente una gara accettabile da parte dell’arbitro clivense, anche se i 9 “gialli” comminati parlano di una “battaglia” che non c’è stata. Chievo-Cesena 2-1 TAGLIAVENTO Altra gara di molta concretezza da parte del fischietto ternano CHE conduce in porto una partita sulla carta “spigolosa” con tranquillità assoluta. Empoli-Lazio 2-1 MAZZOLENI Gara nella quale non incide sul risultato, e non è poco, però si mostra spesso insicuro e nessuno, fra lui e la sua “squadra”, vede la manata di Mario Rui a Candreva, sicuramente da prova TV. Fiorentina-Napoli 0-1 VALERI Sicuramente, almeno dalla parte viola, la statistica non è dalla sua (12 partite: 10 sconfitte e 2 pareggi), in ogni caso porta in fondo con sufficiente autorità, una partita sulla carta non

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facile. Unico neo un “giallo” non dato a Maggio al 28° del primo tempo per un fallo su Cuadrado a metà campo, sotto la Maratona. L’esterno partenopeo si disinteressa completamente del pallone e cerca, con il corpo, solo il colombiano. Un applauso al contrario all’assistente Dobosz nell’occasione del gol annullato ad Higuain, una “chiamata” da vero fuoriclasse della bandierina. Inter-Verona 2-2 ROCCHI Dopo un periodo da “desaparecidos”, è tornato, per la gioia di Messina, il vero Gianluca Rocchi. Non sbaglia nemmeno una virgola. Bravo Juventus-Parma 7-0 RUSSO L’entrata di Acquah su Coman è da rosso diretto e … non sarebbe ora di mettere in “ fuorigioco “ la nuova interpretazione, da parte della UEFA, del fuorigioco stesso? Romulo, nell’occasione del 3° gol bianconero, è accanto a Mirante, portiere del Parma. Palermo-Udinese 1-1 DOVERI Tutto OK o quasi, nel-

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la direzione dell’arbitro romano, ma perché non ha dato il “giallo” a Badu (sarebbe stato il 2°) nell’occasione del primo rigore per il Palermo. Roma-Torino 3-0 BANTI Partita che va via da sola … Ma perché Darmian e De Rossi rimangono impuniti per 2 falli da “giallo” sacrosanto? Sampdoria-Milan 2-2 ORSATO Partita in netta controtendenza con il rendimento stagionale dell’arbitro di Schio, veramente a livelli ottimali. Più nervoso del solito, nega 2 rigori (uno per parte su Torres ed Okaka) abbastanza solari. Sassuolo-Atalanta 0-0 PASQUA Pur sbagliando poco, fischia troppo (ben 41 volte), ma considerando che era solo alla seconda gara, in assoluto, nella massima serie, lo perdoniamo.

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La Fiorentina ha messo insieme in cinque gare una sola vittoria: troppo poco. Ma si può ripartire. Anche da Pizarro

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Pizarro può dare molto a questa Fiorentina. Qui in azione contro Jorginho

COSA VA Norberto Neto. Ha fatto un paio di uscite coraggiose e con una buona tempistica. E la parata su Hamsik ha consentito alla Fiorentina di sperare fino all’ultimo nel pareggio. E’ quasi una sicurezza. Mario Gomez. Con il Paok si è mangiato tre gol ma ha fatto vedere di essere tornato in condizione, contro il Napoli ha avuto un solo pallone e ha preso la traversa, ma lo abbiamo visto anche lottare e tornare indietro per recuperare un pallone. Resto ottimista, sul

suo recupero. Meno su quello della squadra. Khoumar Babacar. Il ragazzo ha personalità, ha avuto pochi palloni, ha fatto un gran bel tiro, con impressionante facilità, scheggiando la traversa da 30 metri. Certo non si muove come Higuain, ma ha solo 21 anni, diamogli tempo. Juan Cuadrado. Ho letto commenti e voti molto negativi nei confronti del colombiano sebbene suo sia stato l’unico tiro davvero pericoloso a costringere Rafael ad una grande parata. E suoi alcuni

spunti sulla destra nel secondo tempo, suo l’assist per il colpo di testa che Gomez ha fatto colpendo la traversa. David Pek Pizarro. Si ha un bel dire che è vecchio, che commette almeno un errore a partita, però fra lui e Aquilani in fase di costruzione davanti alla difesa e anche per i lanci in verticale c’è un abisso. C’è chi dice che si potrebbe provare Basanta al posto di Gonzalo e Gonzalo nel ruolo del Pek... ma certo non è un esperimento da fare con il Gonzalo attuale.

COSA NON VA La classifica. Adesso il piatto davvero piange e con due trasferte Verona e Cagliari dopo la sosta e poi la Juventus, il rischio grosso è che non ci si possa discostare troppo da quota tredici. Meglio non pensarci.

Cinque partite una vittoria. Ecco perché la Fiorentina è soltanto 5 punti sopra la zona retrocessione. Un tempo regalato. Succede troppo spesso a questa Fiorentina. E genera insicurezza anche nel tempo che la Fiorentina prova a giocare.

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Josip Ilicic. Un disastro, purtroppo. Però farlo giocare da esterno, lento com’è, è un errore. Che Montella non dovrebbe ripetere più. Vincenzo Montella. Premetto che sono un estimatore di questo tecnico, cui oggi molti tifosi sembrano invece avere

tolto la fiducia. Ciò detto, però, mi sembra che dopo 11 partite ancora la squadra non abbia una sua propria fisionomia. Dopo tutti questi anni non si dovrebbe ancora avere dubbi sulla miglior posizione per rendere efficaci Cuadrado e Ilicic.

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Gonzalo Rodriguez. E’ irriconoscibile rispetto alla sua miglior stagione, un po’ com Borja Valero. Tocco ferro nel compiere quest’accostamento, perché ripenso al Villarreal squadra che aveva un notevole potenziale ma finì in serie B.

Il tennis. Le sue indiscrezioni. Dietro le quinte. Noti giornalisti internazionali, tennisti, allenatori, fans dialogano ogni minuto sull’attualità e le piccole grandi storie del circuito mondiale e sulle scelte tecniche da compiere per i figli.


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opo 180’ di gioco, nel Croazia C7 restano a punteggio pieno I Dothraki e il C.R.A.L. I.D.A.. I primi battono 2-0 i Finti Tecnici, grazie a Defina e Bastianelli, i secondi fanno il bottino pieno con il Lungarno con un 1-0 di misura, siglato a pochi minuti dal termine da capitan Marcogiuseppe. Per il C.R.A.L. seconda vittoria consecutiva senza subire reti. Stop per la Seleçao, che

CROAZIA C7 DI OTTIMO LIVELLO,

ITALIA C5 EQUILIBRATISSIMO! si ferma sul pari contro l’Atletico Betlemme: ben 4 calci di rigore concessi nel match terminato 4-4. Reti biancoazzurre tutte firmate da Durin, mentre il Betlemme ha visto le reti di Torti e Schneider, con una doppietta a testa. L’Atletico sale a 7, mentre gli Argentinos vanno a 4. Negli altri match, i Dildo’s centrano il secondo successo e respirano, abbattendo le resistenze del Savonarola, ancora a 0, per 4-3: alle

reti di Cirri (2) e Bianchi rispondono quelle di Poteti, Cappellini, Bandinelli e Piazzesi. Primi punti anche per il Cambogia col 4-2 sull’Atletico Sebevo: Bevilacqua, Forzinetti, Bellentani e Cecconi per la vittoria. All’Atletico non basta la doppietta di Mangani: la casella dei punti resta fissa sullo 0. Hanno riposato Quelli Di Minas. Diamo uno sguardo alla classifica: C.R.A.L. e

Dothraki a 9, Betlemme 7, Quelli Di Minas e Dildo’s 6, Seleçao 4, Cambogia 3, Finti Tecnici, Lungarno, Savonarola e Sebevo 0. Il gruppo Italia di C5 ci mostra un girone equilibratissimo e la classifica è variegata: solo il Mischia Selvaggia è leader del gruppo, unica ancora a punteggio pieno; i tre punti sono arrivati contro Il Fortino, un 8-6 molto equilibrato e giocato fino

alla fine: poker di Petreni, doppietta di Montori e reti di S. Romagnoli e Natali. Dall’altra parte doppie per Pistocchi e Martini e gol di Bendi e Foconi. Il risultato più roboante di giornata lo ottengono i Capezzoli & Cavalli, che strapazzano i malcapitati Hungry Bulls con un incredibile 23-0! Dragoni ne fa 9, Topini 7, Fontanelli 4, Piccini 2 e Cicali 1, record dei campioni New Season. Colpaccio per il New Team

i dothraki

Mischia selvaggia

Firenze, che porta a casa un ottimo 4-2 contro il Real Bombay: il team di Marinari è imbattuto dopo 3 giornate e 3 scontri diretti. L. Porrati (2), F. Porrati e Marvataj superano i gol granata di Ma. Ristori e Montanari. Big match fra Ciclone Viola e Puka, ormai un classico di ogni stagione: le due squadre si sono divise la posta in palio, chiudendo sul 3-3; a Dos Reis e Gomes rispondono Ibraliu, A. Frroku e G. Kuqi. Entrambe sono ancora imbattute in campionato, ma il Ciclone ha la “pareggite” ed è alla terza X consecutiva. Chiude la griglia il successo del Babol Libre Team, che trova i primi 3 punti stagionali grazie al 10-3 in casa delle Yellow Merengues 2.0. Le reti di Meazzini (4), Pinna (3), Betti (2) e Perini superano quelle di Grassi, Giustarini e Panzani. Ecco la graduatoria provvisoria: Mischia Selvaggia 9 punti, dietro Real Bombay e C&C 6, quindi New Team e Puka a 5, Babol Libre, Ciclone e Yellow Merengues 3, Il Fortino 1 e Hungry Bulls 0.

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E’ scattato l’inseguimento al Jolly Ferruccia che la scorsa edizione ha conquistato il titolo di campione provinciale

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ono 25 le squadre di calcio a 5 femminile che prendono parte ai Campionati del Calcio Toscana-MSP stagione 2014-2015, e che sono

state suddivise in 4 gironi (tre composti da 6 formazioni ed uno con 7 squadre). Tutti a caccia del Jolly Ferruccia che nella passata edizione ha conquistato il titolo di campione pro-

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vinciale del calcio a 5 femminile.

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Girone A E’ il raggruppamento delle campionesse provinciali del Jolly Ferruccia che non steccano l’esordio e si impongono per 9-2 sul FC Pro Squadrone Campi, dimostrando quindi di essere ancora la squadra da battere. Partono con i tre punti e senza subire reti Smartists Nuova Zambra e New Garden Nuova Zambra: queste ultime dilagano (8-0) su Le Morelline FC, mentre la Smartists Nuova Zambra fatica non poco per imporsi (2-0) sul Porta Romana. Ed al prossimo turno è già in programma un big match: Jolly

Girone B Partono col piede giusto le due super-favorite del girone: Sesto Nuova Zambra (ex ASD Firenze 2008) ed A.S.D.C. San Giusto Le Bagnese (ex Club Sportivo Firenze) centrano i tre punti. Ma se la formazione di Saimo Manetti si impone piuttosto agevolmente (111) contro Le Turche, il Sesto Nuova Zambra deve faticare molto per superare le ragazze del Sagittae F.T.: la squadra di Matteo Cecconi cede di misura (5-4 il risultato) al termine di un match molto combattuto. Infine successo per 3-0 dell’Ellepi sull’Athena nell’unico raggruppamento composto da 7 formazioni, nel quale il CSI Il Campino ha osservato il turno di riposo. Girone C E’ il girone più equilibrato, almeno a vedere i risultati della prima giornata: le tre vittorie del turno inaugurale non hanno infatti avuto uno scarto maggiore di tre reti. Il risultato più ampio lo centra il Cral Ataf Firenze C5 che si impone per 4-1

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li, imponendosi con un netto 7-1. Successo anche per le forti ragazze del SS Signa C5F (ex La Querce 2009) che tengono inviolata la propria porta nel match vinto per 3-0 contro l’AC Derba Fem. Tre punti infine anche per l’ASD Sancat che è la squadra col miglior reparto offensivo dopo la prima giornata: niente può il Montefiridolfi Calcio nel match terminato 12-2 a favore dell’ASD Sancat, che avrà la prova del 9 nel prossimo turno contro il SS Signa C5F.

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sulla Lastrigiana. Successo con due reti di scarto per le multietniche Mad Cows che superano per 5-3 la Ludus 90. Due sole reti infine nella gara fra New Aton Green e Mix Team vinta dalle prime per 2-0. Il New Aton Green parte con i favori del pronostico, forte anche della sua super difesa: ma in un girone così equilibrato non sarebbero inaspettate eventuali sorprese.

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Segue dalla prima

Quella giusta. Considerando il cammino, la modestia di 13 punti in 11 gare, l’idea non è ancora arrivata e c’è da domandarsi quando giungerà a destinazione. La sosta non potrà aiutare Montella nella sperimentazione effettiva perché come da copione mancheranno tanti nazionali, ma sarà utile per una doverosa pausa di riflessione. L’allenatore viola dovrà decidere se puntare o meno su uno schema piuttosto di un altro e insistere su quello. Tra l’altro, per cultura personale, Montella ha sempre spiegato in questo periodo fiorentino di amare poco le rivoluzioni. E’ stato un campione, sa bene che i calciatori alla fine hanno bisogno di nozioni e certezze. Provare e riprovare per oliare i meccanismi. Queste sono le certezze. Mentre le nozioni servono per sapersi adattare in corsa a nuove situazioni. Se durante la gara il risultato impone aggiustamenti celeri, bisogna saperli attuare. Il campionato è compromesso, ma non definitivamente. C’è ancora spazio per ribaltare l’inerzia del destino. Si tratta solo di cambiare marcia, abbandonando anche certe paure che hanno frenato i viola. Le note implicazioni psicologiche. E’ davvero il momento più delicato della stagione, ma è anche molto affascinante. La crescita per diventare una grande squadra passa anche da questi percorsi tormentati.

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Mario Tenerani

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DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Chiara Reggiani Alexandra Barbieri STAMPA Galeati srl (Imola) HANNO COLLABORATO Francesca Bandinelli, Giancarlo Carmagnini, Giacomo Cialdi, Alessandro Latini, Duccio Magnelli, Ruben Lopes Pegna, Ubaldo Scanagatta FOTO Massimo Sestini

U

na cosa strana sta succedendo nel calcio italiano. Una cosa che forse nessuno avrebbe potuto prevedere. L’Uefa ha chiamato a rapporto per bilanci in rosso Inter e Roma. Curiosamente le due società sono ambedue gestite da capitali stranieri, indonesiano i nerazzurri e americano i giallorossi. Insomma, pare che il tanto sperato avvento di soldi esteri − che sembrava una via di salvezza per il nostro disastrato football

IL FASCINO DISCRETO DEL CALCIO ITALIANO − non abbia dato i frutti attesi (intanto anche il Bologna è stato acquistato da una cordata italo-canadese. Devono toccare ferro al Dall’Ara?). Nel caso delle due grandi di serie A, il dissesto è probabilmente legato a un passato difficile che Thohir e Pallotta si sono trovati a gestire. Le eredità lasciate dalle gestioni precedenti erano fatte soprattutto di debiti. E quindi resta un dubbio apparentemente senza risposta: perché i due si sono cimentati in un’avventura che non sembra poter dare, almeno a bre-

ve termine, risultati esaltanti? Perché i nuovi padroni di Inter e Roma non sono andati a prendere club prestigiosi invece di venire ad accollarsi buchi di bilancio difficili da riempire? Forse si sono dovuti accontentare perché non erano abbastanza ricchi per potersi permettere qualche squadrone inglese, spagnolo o francese? La verità è che, in questo momento, il nostro calcio ha un fascino molto discreto. Lo si vede anche dai giocatori che arrivano qui. Molti a costo zero, da Torres a Cole. Sembrano

dei cacciatori di dote che le squadre d’origine non vedevano l’ora di mandar via. Oppure altri panchinari che non erano più in prima squadra da tempo. Ci viene in mente Menez e qualcuno anche qui a Firenze, che però in quanto a ingaggi costano quanto un top player. Rimedi possibili? Provare a fare come i tedeschi. Togliere, per esempio, dalla bambagia i nostri giovani e buttarli nell’arena. L’esempio di Götze è illuminante. Oggi gioca nel Bayern, e a 22 anni appena compiuti ha segnato

il gol che ha fatto vincere alla Germania il mondiale. Invece le nostre società maggiori non ritengono i giovani di quell’età maturi. Perciò li mandano a giocare nelle serie inferiori e, nel 99% dei casi, non riescono mai a capire quanto valgono perché quando tornano alla “partenza” sono ormai vecchi e tristi. A Firenze hanno già dato il buon esempio con Babacar e Bernardeschi: una ventata di giovanile freschezza, per togliere un po’ di polvere dalle vetrine del derelitto (ma amatissimo) calcio italiano.


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