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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Editoriale di Alessandro rialti

appiamo benissimo che non sarà facile farsi passare la sbornia successiva al 2-0 sull’Udinese. Era troppo tempo che Firenze aspettava una finale. Per non parlare dell’eternità che i Della Valle hanno passato nella speranza di veder coronare i loro sforzi, i loro sacrifici economici. Perché di milioni ne sono stati investiti tanti su questa squadra. Non sarà facile resettare il cervello e tornare giù dalla finale di Roma per planare di nuovo al Franchi per un match importante e delicato come quello contro l’Inter. Ci sarà bisogno di tutta la bravura di Vincenzo Montella nel tenere sul filo dei nervi una squadra che ha già dato i moltissimo. Ha ragione il tecnico viola quando dice che la sua squadra il salto di qualità l’ha già fatto. Non si gioca a a viso aperto con tutti e ovunque senza

Fiorentina - Inter

Raggiunto il primo obiettivo stagionale, la finale di Coppa Italia, restano aperte ancora altre strade: vincere, come dice Montella, aiuta a vincere

GRANDI. GRANDISSIMI.

E VIOLA DENTRO

essere riusciti a trovare quella formidabile alchimia che fa di una buona squadra una grande squadra. Ma anche la Juve dopo aver raggiunto un obiettivo può avere un attimo di scadimento psicologico. Ci auguriamo che non succeda perché la Fiorentina, seppur raggiunto l’obiettivo fissato

questa esitate in prima persona da Della Valle, ha ancora davanti a sé la possibilità di togliersi grandissime soddisfazioni. Ricordiamo bene che Della Valle ci disse a Moena: «Mi piacerebbe ripetere il risultato dello scorso anno e magari e provare a vincere qualcosa». Montella e i suoi

ragazzi hanno già raggiunto l’obiettivo. Nella peggiore delle ipotesi la squadra viola approderà di nuovo in Europa League e lo farà senza neppure dover giocare il preliminare. Non solo, a maggio ci sarà il grande appuntamento di Roma dove Gomez e gli altri proveranno a portare una

Coppa a Firenze e ai Della Valle. Ma nel mezzo rimane ancora da provare a rendere dura la corsa del Napoli e della Roma in Champions e, noi ci crediamo ancora, a provare addirittura l’impresa in Europa. Ma partiamo prima da quello che è l’obiettivo immediato, serio, difficile, stimolante. L’Inter di Mazzarri doveva dare una svolta alla sua storia: si parlava del ritorno in Champions e, addirittura, di sapore lottare per lo scudetto. Se i viola hanno ottenuto quasi tutto, l’Inter invece ancora insegue sé stessa. Ma non sarà un match facile, non tanto per il valore degli uomini di Mazzarri ma per le tante assenze con cui i viola devono costantemente fare i conti e pure per il ricordo della notte di coppa che comunque peserà. Ma noi confidiamo su un gruppo che, ha ragione Montella, è già diventato grande.

Cuadrado balla sulla finale di Coppa Italia e i compagni festeggiano con lui

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Supplemento al n. 06 de Il Brivido Sportivo Direttore responsabile Mario tenerani

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Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Chiara Reggiani - Alexandra Barbieri

Stampa Tipoarta srl Foto La Presse Hanno collaborato Francesca Bandinelli,

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Appunti di viaggio di mario tenerani

o so, abbiamo ancora negli occhi la notte magica di Coppa Italia. Una finale conquistata dopo 13 anni di attesa e per esattezza la numero 22 in totale (sommando coppe europee e italiane) nella gloriosa storia della Fiorentina. Un Franchi commovente che scandisce per minuti il nome del suo eroe, Norberto Neto. Tutto molto bello, forse di più. Ma adesso il campionato bussa ancora forte alla porta dei viola. Arriva l’Inter, non un avversaria qualsiasi. E allora subito sotto con un nuovo obiettivo: staccare definitivamente la squadra di Mazzarri. Ci sono 8 punti di distacco in classifica, la Fiorentina può allungare. Portarsi a 11 lunghezze sarebbe importante anche per gestire il periodo a cui andranno incontro i viola; dalla settimana prossima, infatti, ricominceranno gli impegni di Europa League, mentre i nerazzurri lavoreranno tranquilli ad Appiano. Oddio, per quanto si possa stare sereni in questo momento all’Inter... Respingere un possibile, anche se ad oggi remoto tentativo di aggancio da parte dei nerazzurri, significherebbe per i viola blindare ancora di più la zona Champions. La lotta pare ristretta a Fiorentina e

Fiorentina - Inter

Archiviata la soddisfazione per la finale di Coppa Italia conquistata, adesso c’è da pensare alla corsa per un posto in Champions

E ORA STACCHIAMO L’INTER

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Napoli, la Roma francamente sembra un gradino superiore ad entrambi. Il vertice del campionato spacca in due tronconi la classifica: le quattro grandi in fuga hanno concrete possibilità di arrivare in fondo, senza pericolo di essere riacciuffate. L’Inter è indietro con le sue criticità, il Milan è a

pezzi. Però, appunto, non si sa mai. Ecco perché la Fiorentina dovrebbe sbarazzarsi a Firenze di Mazzarri. Intanto Montella si gode una pressoché certa qualificazione alla nuova Europa League... Con la finale in tasca di Coppa Italia, infatti, considerando che la sfidante dei viola difficilmente arriverà dopo il

quinto posto ma farà quasi certamente la Champions League, per la Fiorentina un traguardo stagionale è già centrato. Minimo? Può darsi, ma è pur sempre una meta raggiunta. E chissà che a far paura ai nerazzurri non ci sia anche Mario Gomez: il tedescone con l’Udinese è andato in panchina, magari

sabato giocherà uno spezzone di partita e in Danimarca farà il titolare. Sarebbe ancora più bello se segnasse un gol dei suoi, da vero bomber d’area di rigore. Un po’ come a Genova. Ricordate? Era settembre, era tanto tempo fa, ma ora ci siamo, il futuro è adesso.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Sta guidando la Fiorentina con la naturalezza di un veterano del calcio internazionale: eppure il tecnico viola è tra i più giovani all’anagrafe

Esame di laurea di Alessandro Rialti

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omunque vada per Vincenzo Montella questa non sarà una stagione uguale alle altre. Potrebbe essere considerato, questo, addirittura, il suo primo anno di università calcistica: messa alle spalle la straordinaria esperienza di Catania, archiviato lo straordinario primo anno con la Fiorentina dove ha conquistato l’accesso in Europa League, è riuscito ad andare oltre su tutti i fronti. E non parliamo dei cinque punti in più guadagnati in una stagione per altro arricchita dal fantastico successo interno con la Juventus. Quel 4-2 resterà per sempre nel ricordo dei fiorentini come uno degli attimi più radiosi di una intera vita passata ad amare il colore viola. Parliamo del fatto che per una stagione intera la Fiorentina ha giocato da protagonista. Lo ha fatto in tutte le competizioni, in campionato dove ancora è lì a lottare per tentare di conquistare quel terzo posto che il Milan in modo assolutamente discutibile è riuscito a portarle via. Anche perché in questa sua battaglia per i vertici assoluti del campionato la squadra viola non è stata seconda a nessuno.

MONTELLA RE VIOLA:

IL PROTAGONISTA ASSOLUTO E’ LUI Se guardiamo la classifica vediamo che, considerando la gara d’andata con Napoli decisa a favore dei partenopei grazie ad un calcio di rigore concesso per fallo su Cuadrado (il colombiano fu anche espulso lasciando in dieci la Fiorentina), i punti in difetto sono troppi. Se quel match avesse avuto l’esito che reputiamo giusto, ovvero almeno un pari, i viola sarebbero adesso appaiati al Napoli e quindi già al terzo posto. Ma anche nella gara giocata contro la Roma la Fiorentina può avere delle recriminazioni. Il bellissimo scontro diretto fu vinto dai giallorossi, ma con gli uomini di Garcia che chiusero il match in difesa e in grandissima difficoltà. Se anche in quella circostanza l’esito fosse stato di un pareggio la fiorentina avrebbe un punto in più e la Roma due in meno. La distanza, insomma, sarebbe stata meno evidente. E’ chiaro che se i viola avessero perso qualche gara in meno, pensia-

mo al match con l’Udinese e col Cagliari, sarebbero lassù in cima ai vertici assoluti. E tutto questo continuando a giocare con grande impegno anche l’Europa League e la Coppa Italia. Ci soffermiamo proprio sulla manifestazione internazionale dove Montella ha saputo attingere ai giovanissimi del gruppo - non è un caso che il bomber sia Matos - raggiungendo per altro la qualificazione prima col play off col Grasshoppers e poi nel girone dove i viola sono passati come primi incassando solo un pareggio. La dimostrazione è che la voglia della Fiorentina di essere protagonisti in Europa è qualcosa di consolidato e reale. Ora ci sarà la difficile trasferta in Danimarca e se Montella riuscirà a vincere porterebbe la Fiorentina agli ottavi in un match doppio che niente meno che contro la Juve, ancora una volta la Juve. L’esame universitario di Mon-

tella è fin qui indiscutibilmente un successo: meritra la promozione perché ha saputo tenere in grande tensione questa squadra in tutto il suo lungo percorso. E senza mai dimenticare che il tecnico viola ha dovuto giocare contro grandi avversari il più forte dei quali si chiama “sfiga”. Non c’è stato un solo difensore capace di fermare come ci è riuscita la mala sorte i due bomber viola, parliamo di Rossi e Gomez. Ci resta nella testa una domanda: cosa sarebbe stata la squadra di Montella se avesse potuto schierare con continuità e senza defezioni la super-coppia europea formata da Ros-

si e Gomez? Ci accontentiamo fin qui di quel che è stato e non possiamo che dire bravo a un tecnico giovanne che ha saputo gestire la Fiorentina come il più esperto degli allenatori internazionali.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Rivoluzione Inter

Dieci anni di colpe e meriti di un direttore tecnico che mai ha amato la ribalta e che nel dopo Mourinho è finito nel mirino dei tifosi

di Francesca bandinelli

anti tifosi interisti non l’hanno mai amato, nemmeno quando i suoi colpi di mercato animavano il mercato. Da quando nel 2003 è diventato responsabile dell’area tecnica, coadiuvato da Lele Oriali, Marco Branca è stato protagonista di alcuni ottimi affari, ma anche di clamorosi flop. Grazie anche alle indicazioni di Mourinho è riuscito a costruire l’Inter del Triplete, ma, dal suo arrivo, ha anche compiuto operazioni di mercato inspiegabili. Cambiasso a zero fu una sua intuizione. Forlan a cinque milioni senza poter essere impiegato in Champions (per un cavillo burocratico non studiato con attenzione) anche. Alla fine Erik Thohir, il magnate indonesiano, gli ha detto addio. Primo atto di forza del nuovo proprietario arrivato da oriente per provare a lasciare un segno nella Milano del calcio. A dare la sveglia all’ambiente, però, ci ha pensato come sempre il patron, Massimo Moratti. Lui l’Inter la sente dentro come un pugno. «Un consiglio a Thohir? Gli direi di essere più presente e di avere qui persone di cui abbia fiducia al 100% perché solo così puoi trasmettere

FUORI BRANCA E MORATTI DA’ LA SVEGLIA A THOHIR Massimo Moratti, ex proprietario oggi patron nerazzurri la stessa fiducia a tutti. Dispiace per Branca col quale ho lavorato tanti anni condividendo tutte le responsabilità. Per il resto, il cambio di proprietà porta queste cose e anche esperienze che la nuova dirigenza si fa e che credo siano utili per toccare la sensibilità dei nostri tifosi, prendere decisioni per non essere loro vittime pur rispettandoli. Sono tutte cose che Thohir ha avuto la fortuna di vivere in un colpo solo». Chi si aspettava

sicuramente un universo nerazzurri diverso è Walter Mazzarri: «E’ una situazione di equilibrio in cui ci sono state difficoltà da tutte le parti - ha continuato il patron - che la società ha un po’ subìto come i giocatori, che non sono robot. Ma tutto si normalizzerà e diverrà meno drammatico. Fra l’altro contro il Sassuolo si sono viste belle cose». Moratti glissa solo sulla possibilità di riacquisto del club: «Come in tutti i contratti

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Marco Branca, ex direttore tecnico dell’Inter: è il primo silurato da Thohir ci sono delle clausole che se non vengono ottemperate poi uno ha il diritto e il dovere di riprendere la società. Ma non credo proprio che questo scenario si addica al signor Thohir, anche per l’amore della nuova creatura. Lo sento e lo vedo molto attento nel fare bene». La rivoluzione sul mercato, adesso, arriverà con Piero Ausilio. Thohir vuole tornare a vincere, ma gli servirà tempo. In Serbia, intanto, sono convinti

che Nemanja Vidic, che a giugno si libererà a parametro zero dal Manchester United, abbia già sostenuto le visite mediche e sia ad un passo dalla firma del contratto (biennale con opzione sulla terza stagione) con i nerazzurri. La stagione di transizione sta scivolando via toccando picchi in negativo che nemmeno con Stramaccioni era riuscita a frenare. Ciclo finito? Possibile. C’è solo da correre ai ripari.

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Stagione Viola

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Dodici anni dopo l’ingresso nel calcio della famiglia marchigiana,

FINALMENTE

IL SOGNO DEI DELLA di Michela lanza

finale! La prima dell’era Della Valle, ma anche la prima dopo anni di assenza. Tredici anni di attesa. Tredici lunghi anni di speranza, prima di tornare a giocare una partita che vale un trofeo. Quella che la Fiorentina di Montella giocherà il 3 maggio a Roma. Una gioia infinita che ha fatto sobbalzare in tribuna d’onore anche i fratelli Della Valle, Diego e Andrea (entrambi rigorosamente presenti al fianco della squadra), al fischio finale di una partita, quella con l’Udinese di Guidolin, che si è rivelata ostica, dura, combattuta fino alla fine. Fino a quando Norberto

Cuadrado balla sulla finale appena conquistata dai viola

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simbolico con il suo pubblico. Con la sua gente. Quella con cui vorrebbe condividere, dopo tanti anni in maglia viola, la vittoria di un trofeo importante. Con questa rete, il capitano viola, non solo ha messo lo zampino nel passaggio del turno della Fiorentina, ma è anche diventato il diciottesimo marcatore stagionale viola. E POI... UN NUOVO EROE: NETO. Dopo il gol subito, l’Udinese non si è persa d’animo e, anzi, si è resa pericolosa in più occasioni, colpendo perfino un palo. Ma nel secondo tempo la Fiorentina è scesa in campo determinata, con l’intenzione di chiudere il discorso qualificazione. Di mette-

Bruno fa tornare l’incentivo!

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Neto non ha messo la parola fine al match con due grandi parate. Ma andiamo con ordine... LO ZAMPINO DEL CAPITANO. È stato Manuel Pasqual ad aver portato in vantaggio la Fiorentina al 14’ del primo tempo con un sinistro al volo imprendibile che ha fatto letteralmente ‘scoppiare’ il Franchi in un boato di gioia. Un gol da manuale del calcio, su assist di Joaquin, che il capitano ha sfoggiato con rabbia agonistica, potenza e precisione, e che ha festeggiato con un urlo liberatorio accompagnato da una corsa verso il parterre di tribuna dove si è lasciato andare ad un’esultanza particolare: un abbraccio

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arriva il primo grande obiettivo. Adesso c’è da conquistare il trofeo

IN FINALE:

Manuel Pasqual è il diciottesimo marcatore viola della stagione: ha aperto le marcature contro l’Udinese

VALLE DIVENTA REALTà re al sicuro il risultato. Ma nonostante il grandissimo gol del raddoppio di Juan Guillermo Cuadrado, che al 16’ della ripresa ha sfruttato un delizioso lancioassist di Pizarro, i friulani ci hanno creduto fino alla fine, mettendo a dura prova i nervi della squadra di Montella e la reattività del suo portiere. E allora, il brasiliano Norberto Neto, ha deciso di vestire i panni del protagonista. Ha deciso che era arrivato il momento di sentir gridare il proprio nome da tutto lo stadio. Per questo si è esaltato salvando il risultato al 96’ (e quindi evitando alla squadra i tempi supplementari), compiendo una doppia parata incredibile

sulle conclusioni ravvicinate di Muriel prima e Lopez poi. Sventato il pericolo, si è concluso il match. E Neto ha finalmente sentito gridare forte dai 30.000 del Franchi il suo nome. È stato senza dubbio uno degli eroi della serata.

Lui che, insieme a Pasqual, ha regalato ai Della Valle la loro prima finale e alla storia della Fiorentina la decima finale di Coppa Italia. E allora, che dire... Tutti a Roma.

FIORENTINA IN FINALE 10 VOLTE Fiorentina 1939-40 Fiorentina 1958 Fiorentina 1959-60 Fiorentina 1960-61 Fiorentina 1965-66 Fiorentina 1974-75 Fiorentina 1995-96 Fiorentina 1998-99 Fiorentina 2000-01

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Simone Bellesi

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

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Il Personaggio

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Il panzer tedesco si è “ripresentato” a tutti: «Piacere faccio l’attaccante e sono qui per segnare»

UBRIACHI DI BIRRA TEDESCA: ASPETTANDO MARIO GOMEZ di lorenzo Cancemi

irenze lo ha conosciuto di prima persona la scorsa estate, in un torrido pomeriggio d’agosto in cui il tedesco ha calcato per la prima volta il terreno dell’Artemio Franchi presentandosi davanti ad un palcoscenico, quello mostrato dalle gremitissime Curva Maratona e Ferrovia, di raro e quanto mai sano furore. “Ciao ragazzi, sono Mario e, da adesso, sono un fiorentino” disse emozionato lui. “Firenze lo ha voluto e lui ha voluto noi!”, aggiunse il presidente Andrea Della Valle che, in effetti, ebbe ragione. Mario si è sentito uno di casa, alzando le braccia davanti ai fotografi verso i tifosi, come se volesse simbolicamente abbracciare tutti loro e, ovviamente, tutta una città, che di Fiorentina e di calcio vive da sempre. Sin da subito, negli occhi

dell’attaccante, oltre all’amore cittadino, traspariva quella enorme voglia di far bene a suon di reti propria di ogni attaccante di razza che si rispetti. E lui, quei goal, li aveva già sulla canna del fucile, pronti per essere sparati tra i pali di qualsiasi portiere avversario, di Europa League, Coppa Italia o campionato che fosse: lui segna e Firenze sogna con lui una grande stagione da protagonista. Alla prima uscita di campionato contro il Catania, il colosso tedesco sbaglia un goal facile colpendo il palo: ma i veri fenomeni, se sbagliano al primo tentativo, al secondo difficilmente ripetono l’errore. Detto fatto, il malcapitato Genoa viene soccombe due volte per i goal del panzer che mette a tacere quelle poche voci che già lo descrivevano come “sopravvalutato”. Ma proprio nel momento più bello, in cui società e tifosi iniziano a sfregarsi le mani per

i traguardi da raggiungere (e ancora fortunatamente raggiungibili), comincia l’incubo: in quel maledetto pomeriggio di Settembre, Agazzi esce di porta ed entra malamente su di lui, che resta a terra per poi essere sostituito. Lui fatica a camminare, i dottori parlano di una lesione parziale al legamento collaterale del ginocchio destro che lo terrà fuori per un paio di mesi almeno. Almeno, perché poi l’infiammazione alla zampa d’oca ha finito col complicare tutto in maniera esponenziale. Chi non ha mai smesso di pensare positivo, però, è sempre stato Mario: “Sono molto fiducioso e spero di tornare al più presto con la squadra”, scrisse in un tweet pieno di speranza. Firenze, dal canto suo, i suoi campioni infortunati, da Baggio ad Antognoni, li ha sempre saputi aspettare. Fino al via libera dei medici: “Mario Gomez tornerà ad allenarsi con

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la squadra.” Il comunicato stampa della Fiorentina ha lasciato tirare un sospiro di sollievo a tutti, da Della Valle e Montella fino ai tifosi. Tra un sorriso e l’altro, è arrivato il fatidico giorno in cui Gomez, tutto imbacuccato per il freddo mattutino e in tuta di allenamento, si ripresenta al tecnico (“Ciao sono Mario, faccio l’attaccante!”) e delizia tutti con una fantastica semirovesciata. Ora SuperMario scalpita, vuole tornare in campo e Firenze non vede l’ora che lui si ripresenti anche a noi con tanti goal per sognare dei traguardi da raggiungere (e fortunatamente ancora raggiungibili). A quando il gran giorno? Allo stato attuale pare difficile immaginare un suo utilizzo per la gara contro l’Inter, mentre la data sulla quale scommettere potrebbe essere Parma-Fiorentina, 24 febbraio prossimo al Tardini.

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Le Sfide

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Riflettori puntati sui duelli che

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di ALESSANDRO LATINI

Immaginare il tema tattico di Fiorentina-Inter non è compito arduo, anzi. La squadra di Montella, pur con tutte le assenze, farà certamente la partita. L’Aeroplanino non lascerà il pallino del gioco nelle mani di Mazzarri, d’altra parte la Fiorentina ha condotto il gioco anche all’andata. Creerà occasioni attraverso il possesso palla, il credo tattico non cambierà. L’Inter, inoltre, non farà niente per ribaltare il tema del match. Mazzarri si adatta bene al gioco degli avversari, soprattutto a quelli che amano fare la partita. Concetto troppo banale? Forse, anche se la verità non è poi troppo distante. I nerazzurri punteranno tutto sulle ripartenze. Ribaltare il fronte del gioco in velocità è una delle specialità della casa, con diversi contropiedisti in rosa e l’attaccante probabilmente più bravo del campionato a fare questo tipo di gioco: Rodrigo Palacio. Ma c’è di più. Il modulo dell’Inter è ormai consolidato, con una difesa a tre, un folto centrocampo a cinque ed un giocatore in supporto della prima punta. Montella

invece può cambiare di partita in partita, ma può farlo più facilmente del collega anche a gara in corso. Se lo schema di gioco dell’Inter è ormai noto, quello della Fiorentina rimarrà segreto fino ad un’ora prima della partita. Qualche indiscrezione, certo, ma la certezza non l’avrà nessuno fino alla comunicazione delle formazioni ufficiali. Ed in quest’ottica Montella può scegliere anche di schierarsi a specchio con l’Inter, con il solito 3-5-1-1 che schiererà Mazzarri. Oppure può scegliere il 4-3-3, per attaccare con due esterni offensivi la difesa dell’Inter. La cosa certa è che all’interno della partita, moduli e schemi a parte, ci saranno diverse sfide individuali, diversi duelli. Noi ne abbiamo individuati quattro.

NETO vs HANDANOVIC Se all’inizio della stagione poteva sembrare un duello impari, adesso non lo è più. Il merito è senz’altro del portiere brasiliano della Fiorentina, che è cresciuto partita dopo partita. Non che Neto abbia eliminato del tutto certe disattenzioni, ma a nostro avviso una differenza abissale tra i due portieri oggi non c’è. Handanovic continua ad essere uno dei migliori portieri del campionato, anche se è stato battuto tre volte più di Neto. Certo, il rendimento della difesa influisce sulle statistiche dei portieri, ma il rendimento di Handanovic è in linea con quello della sua squadra. Il portiere sloveno mantiene un certo appeal mediatico per quello che ha mostrato in qualche stagione passata, ma se oggi ci divertiamo a calcolare la media voto scopriamo che è addirittura migliore quella di Neto. Il portiere viola ha una media di 6,159, mentre il collega nerazzurro si attesta sul 5,881. Questo significa solo una cosa: Neto può piacere o meno, ma se al momento si continua a considerare Handanovic uno dei migliori portieri della Serie A l’estremo difensore viola non è poi troppo lontano da quel livello.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

ANDERSON VS HERNANES

caratterizzeranno Fiorentina-Inter

MATRI-PALACIO: DIAKITE’ vs D’AMBROSIO I due rinforzi difensivi di gennaio. Diakité è arrivato in viola in punta di piedi. Sembrava l’alternativa di tutti, in realtà Pradè e Montella lo volevano a Firenze già un anno fa. Piedi ruvidi, ma un fisico di tutto rispetto. Per prendersi una maglia da titolare ci ha messo davvero poco, anche se è stato agevolato dall’infortunio di Tomovic e dal momento no di Roncaglia. Modibo si è messo subito a disposizione. Eclettico, può ricoprire diversi ruoli, anche se sul centro-destra in una linea difensiva a tre rende al meglio. Dalla sua parte la Fiorentina bada alla solidità. Non gli verrà chiesto di spingersi in avanti, ma lo staff tecnico viola lo sta inserendo sempre di più negli schemi su calcio piazzato. E’ stato preso anche per questo, per la sua abilità nel gioco aereo. Danilo D’Ambrosio rappresenta un po’ il rimpianto del settore giovanile viola. Lo ha detto Macia, giocatori così non devono scappare dalla Fiorentina. Adesso è un avversario, può giocare a destra ed a sinistra nel centrocampo a cinque di Mazzarri. Fa la fascia avanti ed indietro per tutta la gara e con ogni probabilità sarà schierato a destra, con Nagatomo sull’out opposto. Troverà uno fra Pasqual e Vargas. Sarà un bel duello, a tutto gas.

Fiorentina - Inter

Ecco altri due che hanno movimentato il mercato invernale. Brasiliani entrambi, ma giocatori piuttosto differenti. La partita della Fiorentina potrebbe passare dalla crescita dell’ex Manchester United. Montella potrebbe decidere di rimandarlo in campo dal primo minuto e potrebbe addirittura giocare al posto di un mostro sacro come Borja Valero. Ha sempre detto di non avere preferenze, può giocare in tutti i ruoli del centrocampo. Anderson ha, più o meno, un’ora di buon ritmo nelle gambe e per fronteggiare gente come Guarin ed Hernanes c’è da metterla, per prima cosa, sul piano fisico. Hernanes, per l’appunto, è quello che calamiterà il maggior numero di palloni. Le trame offensive passeranno per la maggior parte dai suoi piedi. La Fiorentina dovrà essere brava a tenerlo lontano dalla propria area di rigore. Il suo tiro da fuori è micidiale (come quello di Guarin) ed è una delle armi più importanti a disposizione di Mazzarri. Come tutti i brasiliani gioca molto d’istinto, non è raro vederlo incappare in una serata storta, specialmente se davanti a sé trova poco campo a disposizione.

MATRI vs PALACIO La sfida del gol è fra loro due, anche se entrambe le squadre hanno tante altre alternative per far male all’avversario. Matri alterna buone prestazioni ad altre più opache, ma è probabilmente lo scotto da pagare per avere trascorso in panchina la prima parte della stagione. Nel 4-3-3 o nel 3-5-2 si trova a suo agio, Montella sta facendo di tutto per fargli arrivare più palloni giocabili possibili. Potrebbe trovarsi ad ingaggiare un duello tutto fisico con Samuel e potrebbe anche sfruttare l’occasione. Il centrale argentino, reduce da diversi acciacchi fisici, non è più il famoso The Wall di una volta. Palacio, invece, svarierà su tutto il fronte d’attacco, specialmente se al suo fianco Mazzarri deciderà di schierare un centravanti come Milito. Il numero otto argentino rimane, come detto in precedenza, il pericolo numero uno. La difesa viola dovrà muoversi bene in blocco, perché difficilmente ingaggerà il solito duello individuale per tutta la partita.

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Gli eroi del passato

Fiorentina - Inter

L’ex difensore viola ricorda il suo gol in una

PADALINO: MA FUI IO A Padalino, Batistuta e Carnasciali col logo della vittoria della Coppa Italia

di alessandro latini

a storia viola è ricca di sfide da ricordare tra Fiorentina ed Inter. Una è senz’altro quella della stagione 1998/1999. La truppa di Trapattoni, lanciatissima al primo posto in classifica, ospita i nerazzurri in un

soleggiato pomeriggio di novembre. Al ‘Franchi’ si sfidano campioni del calibro di Batistuta, Rui Costa, Edmundo, Baggio, Zamorano, Djorkaeff e tanti altri. I viola sono l’assoluta rivelazione del torneo, anche se la sfida inizia male. L’Inter va in vantaggio su calcio di ri-

gore dopo pochi minuti. La reazione è veemente, il gol del pareggio tocca a chi non ti aspetti. In mezzo a tanti attaccanti di razza spunta un difensore: Pasquale Padalino. E’ lui che pareggia i conti e dà il via alla rimonta della sua squadra. Poi ci pensa Batistuta con un cal-

cio di punizione a portare avanti i viola ed Heinrich chiude i conti dopo una giocata magica di Edmundo. Il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva proprio il difensore goleador di quella giornata. Padalino, partiamo dai ricordi. Quel gol sotto la Curva Ferrovia che sapore ebbe? «Feci il gol del pareggio, anche da una posizione defilata. Fu una grande soddisfazione, perché in quella partita giocavano campioni incredibili. Per noi fu importante vincere, eravamo una delle ‘sette sorelle’ ed avevamo voglia di stare al livello delle grandi. Eravamo primi in classifica, ricordo il calore delle gente e negli occhi di

qualcuno c’era anche incredulità. Eravamo una macchina rodata già da diversi anni, per certi versi molti non riuscivano a credere possibile quello che stavamo facendo». Facciamo un gioco, che ci consente di parlare anche dell’attualità. In quella Fiorentina quale attuale viola vi avrebbe fatto comodo? «Sicuramente Pizarro. Lui avrebbe fatto la differenza anche all’epoca. Devo dire, però, che avevamo una squadra competitiva, con giocatori che facevano la differenza e che, sono sicuro, l’avrebbero fatta anche oggi. Certo, anche Rossi è un bel giocatore, ci avrebbe completato il reparto offen-

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Fiorentina - Inter

sfida all’Inter nella stagione ‘98/’99

«C’ERANO BATI E RUI COSTA, COMINCIARE LA RIMONTA» La Fiorentina è pronta per arrivare in zona Champions League? «In certi momenti serviva fare il salto di qualità, anche se c’è da dire che sono mancati giocatori fondamentali come Gomez e Rossi e qualche volta sono mancati pure Cuadrado, Borja Valero e Pizarro. In squadre come la Fiorentina, quando mancano certi riferimenti, le cose si complicano. Comunque, per rispondere alla domanda, credo che possa lottare fino all’ultimo per il terzo posto». Al ‘Franchi’ arriva l’Inter: la squadra di Mazzarri è la delusione della stagione? «Secondo me non è la delusione del campionato. Dopo il cambio societario

sivo. Cuadrado, poi, l’avrei preso volentieri. Con loro si sarebbe completata una rosa che, forse, non era attrezzata per arrivare fino in fondo». Che giudizio dà sulla stagione della Fiorentina? «La Fiorentina sta facendo benissimo secondo me. Ha avuto un momento dove ci sono state delle difficoltà, ma nel complesso credo che sia una delle squadre più forti. Esprime un gioco molto piacevole e riesce ad associare risultati importanti. Forse è mancato qualcosa per agganciare la Roma e per avere qualche ambizione un po’ più prestigiosa. Manterrà questo tipo di atteggiamento fino al termine della stagione».

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Pasquale Padalino nella stagione 1998/99 firma il gol del pareggio contro l’Inter. Era la Fiorentina di Trapattoni, lanciata al primo posto in classifica

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e quello in panchina, con l’arrivo di Mazzarri, c’è voluto un periodo di assestamento. Hanno pagato un prezzo abbastanza scontato. L’Inter ha grossi margini di miglioramento, anche se certi giocatori li vedo un po’ frenati per le troppe aspettative che ci sono su di loro». Che partita verrà fuori sul piano tattico? «Secondo me uscirà fuori una partita strana, non quella che tutti si aspettano. Credo che Mazzarri voglia invertire la rotta per ottenere risultati attraverso il gioco. La Fiorentina farà la sua solita partita, quindi credo che sarà una bella sfida dal punto di vista tattico».

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Gli eroi del passato

Fiorentina - Inter

Tante storie dietro Fiorentina-Inter come quella del giovane talento che un giorno disse addio

NICOLA BERTI, QUANDO DA BENIAMINO DIVENTI ‘TRADITORE’ di Michela lanza

novembre 1985. Una delle partite memorabili della storia della Fiorentina. Un 3-0 netto, indimenticabile, che rimarrà impresso nella mente di tutti i tifosi viola per sempre. La partita era Fiorentina-Inter, e i mattatori dei nerazzurri furono Passarella (doppietta per il libero argentino) e Nicola Berti, giovane di belle speranze che Aldo Agroppi decise di far conoscere al calcio italiano, regalandogli un posto da titolare nella sua giovane Fiorentina, quella della stagione 1985-86 e che, a fine torneo, si classificò quarta a pari merito con il Torino.

IL PERSONAGGIO. Non ci sono dubbi che Berti sia il personaggio del passato di Fiorentina-Inter. Lo è perché la sua carriera è legata a queste due compagini. Lo è per come Firenze lo ha lanciato e come la Milano nerazzurra l’ha consacrato. Ma lo è soprattutto per come se n’è andato dal capoluogo toscano: tra la rabbia dei tifosi viola che, da quel momento in poi, gli hanno messo addosso l’etichetta di ‘traditore’ e l’hanno coperto di fischi ogniqualvolta veniva a giocare al Comunale in veste di avversario. L’ESORDIO VIOLA. Agroppi lo fece esordire nella massima Serie A a soli 18 anni e gli dette fiducia. Standogli addosso. Spronandolo. Ma intuendone

tutte quelle doti che lo hanno fatto diventare, col tempo, uno dei più grandi centrocampisti italiani degli anni Ottanta e Novanta. Berti era un centrocampista generoso, dalle spiccati doti offensive. Poteva ricoprire il ruolo di ala tornante così come quello di mediano. Elemento infaticabile e imprendibile in progressione, sapeva difendere e rincorrere gli avversari, ma aveva anche una grande visione di gioco, oltre ad essere decisamente abile negli inserimenti. Insomma era uno di quei centrocampisti completi, del quale Firenze si innamorò in fretta. Così come in fretta dovette dirgli addio. Nell’estate del 1988, infatti, a soli 21 anni, e dopo 80 presenze e 8 reti in A con la Fiorenti-

na (il primo gol nel massimo campionato lo segnò proprio all’Inter quel 3 novembre del 1985), Berti passò all’Inter. FORTEMENTE INTER. Volle l’Inter, Berti, che l’anno prima di lasciare Firenze rifiutò il prolungamento propostogli dalla società viola, così come rifiutò il passaggio al Napoli, perché si era messo d’accordo con il club nerazzurro. E questa storia, che fece molto presto a fare il giro del mondo (fiorentino) non passò inosservata. E tantomeno fu indifferente ai tifosi della Fiorentina che, ‘traditi’ da quello che era diventato un loro beniamino, giurarono ‘guerra’ a Berti. Una guerra di nervi, naturalmente, che il giocatore non seppe reggere. Quando tornò a Fi-

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renze da avversario per la prima volta il 12 gennaio del 1989, non fu solo ricoperto di fischi, ma fu ispiratore di una canzone a lui dedicata dalla Fiesole che cominciava così “Questa è la storia di un mercenario, che gioca solo pensando all’onorario…”. E proseguiva, il motivetto. Proseguiva, mentre lui affossava in una confusione tale che l’allora suo tecnico Trapattoni fu costretto a toglierlo dal campo. Doppia vittoria per Firenze. L’aver messo ko Nicola Berti e insieme la stessa Inter del Trap, sconfitta per 4-3 in un’altra gara consegnata agli annali del calcio. Poi Berti, con la maglia nerazzurra, ha vinto tanto. Tantissimo. Ma contro la Fiorentina aveva gli incubi…

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Gli eroi del passato di Lorenzo cangemi

orreva la stagione ’81/’82: forse il campionato più glorioso della Fiorentina degli ultimi trent’anni. Alla tredicesima giornata andò in scena FiorentinaInter, scontro chiave per le posizioni al vertice della classifica. Ne venne fuori una partita rocambolesca, terminata 4-2 per la Fiorentina, che vide tra i protagonisti, oltre alla fantastica punizione di Eraldo Pecci e alla doppietta di Serena tra i nerazzurri, Francesco Graziani, autore di un assist e del goal del momentaneo 3-1.

Fiorentina - Inter

La Fiorentina lottava per i vertici della classifica e nello

GRAZIANI: « QUANTO MI MA CHE SODDI Signor Graziani, qual è il suo ricordo più bello di quella partita? «Che feci una scommessa con i miei compagni: se facevo goal dovevo offrire la cena e purtroppo dovetti offrirla, spendendo una barcata di soldi (ride)...No a parte gli scherzi, mi ricordo bene quella partita: dal mio assist

Ciccio Graziani, nella stagione 81/82, contro l’Inter trascinò la squadra verso l’impresa. Al resto ci pensò Pecci su punizione

per Bertoni alla punizione di Pecci. Soprattutto perché ci ha dato ulteriore continuità a quel campionato che ci vedeva al vertice». Si ricorda anche della partecipazione del pubblico? «Spettacolare: in quegli anni, ad ogni partita, persino contro l’Ascoli, lo stadio aveva sempre almeno 40.000 spettatori, poi in occasione delle grandi sfide arrivava anche a 50.000 spettatori. C’era una grande voglia di partecipazione per sostenerci». Cosa significò per lei battere l’Inter?

«Significò tanto perché, come ho detto prima, stavamo dando continuità ad un grande campionato. E poi, perché comunque battere grandi squadre, come appunto l’Inter, dà sempre grandi soddisfazioni, sia ai giocatori che ai tifosi». Quale giocatore della Fiorentina avrebbe voluto volentieri nella sua Fiorentina del’82? «Beh, ne avrei voluti sicuramente più di uno. Però, dovessi scegliere, dico Borja Valero». Passando ai giorni nostri, cosa si aspetta dalla sfida di sabato sera?

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Fiorentina - Inter

spogliatoio si respirava voglia di impresa

COSTò QUEL GOL ALL’INTER, SFAZIONE» «Mi aspetto che la Fiorentina riesca dare continuità ai risultati. Sul piano del gioco direi che comunque la squadra ha più o meno sempre convinto, esclusa la parentesi di Cagliari, quindi direi che la continuità è l’obiettivo più importante, tenendo conto di una classifica che, con i vari infortuni, è molto positiva». Chi pensa che potrà fare la differenza nel match? «Io spero Alessandro Matri, anche per iniziare a ingraziarsi col pubblico che comunque credo lo sostenga molto. Se dovessi una persona che mi auguro segni, spero proprio in Matri».

Cosa c’è da temere di questa Inter? «La qualità tecnica: Mazzarri può contare su dei singoli che, da un minuto all’altro, possono cambiarti la partita. Si sbaglia a giudicare l’Inter in base alla classifica che ha e che, secondo me, è un po’ bugiarda, considerando che a loro sono stati negati parecchi rigori. Bisogna temere la loro qualità tecnica: loro sulle ripartenze possono veramente far male». Se la sente di fare un pronostico? «Non è facile, ma dovessi giocare un’ipotetica schedina punterei sull’1X».

Graziani alla festa del centenario granata

La Casa di Caccia

Aria di Maremma a Firenze!!

Al centro di una prestigiosa e antica azienda agricola sulle colline che circondano Firenze, in località Marciola, è situata la sede della Casa di CaCCia Roveta ritrovo principale del gruppo sportivo cacciatori di Roveta, associata CSEN. La nostra associazione è basata su diverse discipline: caccia,cinofilia, mountain bike, tiro con l’arco, trekking, soft-air e la possibilità di poter passeggiare con i propri cani in

aperta campagna. Una lunga esperienza nell’arte venatoria ci permette di offrire a tutti i nostri soci una grande ospitalità gastronomica e quindi di proporre piatti tipici della cucina Toscana e di degustare i vecchi sapori contadini di una volta altrimenti persi nel tempo, preparati prevalentemente con prodotti dell’azienda stessa come l’olio, il vino, funghi, selvaggina, ortaggi etc.etc.. viste anche le origini Se-

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Fiorentina - Inter

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Fiorentina, amore mio

Fiorentina - Inter

L’ex attaccante racconta in esclusiva la memorabile tripletta all’Inter del 15 maggio 1977

DESOLATI: «Quel giorno mi sentivo invincibile.

Prima della partita lo dissi a Beatrice…» Desolati, a distanza di anni, non ha dimenticato la storica tripletta all’Inter del 1977 di Alessandro latini

ella nostra nuova rubrica, Fiorentina Amore Mio, questa settimana abbiamo scelto di celebrare un personaggio che, il 15 maggio del 1977, rifilò una memorabile tripletta all’Inter. Claudio Desolati per un giorno offuscò la stella di Giancarlo Antognoni, anche se lui non lo ammetterà mai: «La stella di Giancarlo era impossibile da offuscare. Io feci tre gol e giocai da otto in pagella, ma lui giocava sempre da dieci. Era il massimo». E se la stima per l’Unico 10 è rimasta immutata nel corso degli anni, Desolati ricorda perfettamente quella giornata, che rimarrà indelebile nella sua mente ed in quella dei tifosi viola.

Cominciamo da quel prepartita. Ricordi ed aneddoti? «Ricordo tutto perfettamente. Andammo in ritiro a Montecatini dal venerdì per preparare al meglio la partita. La domenica mattina facemmo una passeggiata dopo colazione, si rideva e si scherzava e Bruno Beatrice, che era in camera con me, mi chiese chi mi avrebbe marcato. Io ricordo che gli risposi che per chiunque sarebbero stati dolori, perché quel giorno mi sentivo davvero bene». Poi arrivò il momento di scendere in campo. «Eh si, ed andò davvero come dissi al povero Beatrice. Fare tre gol all’Inter non era da tutti in quel periodo. Alla fine mi marcarono Bini e Facchetti, facevano un po’ a turno. Io sfruttai la mia velocità, loro erano alti e lenti, in quella partita non mi presero mai. Con Antognoni ci fu la stessa intesa di sem-

pre, studiavamo gli schemi in settimana. Ricordo ancora i movimenti, quando dovevo andargli incontro e quando dovevo attaccare il dischetto del rigore. Io, rispetto ai difensori, sapevo dove sarebbe arrivato il pallone. Con quella vittoria scavalcammo l’Inter al terzo posto e riuscimmo ad andare in Coppa Uefa». Passiamo all’attualità. Della Fiorentina attuale qual è la cosa che le piace di più? «Quello che piace a me è quello che piace a tutti: il possesso palla della squadra è fatto molto bene, anche se mi piacerebbe vederlo partire più dalla difesa. Sono convinto che se contro il Genoa la Fiorentina avesse gestito meglio il pallone in difesa, sul 3-2 non avrebbe subito il gol del pareggio. Se vuole essere una squadra da Champions League, secondo me, deve fare questo salto di qualità»

Fiorentina-Inter che partita sarà? «La squadra di Montella la vedo favorita, anche se mi sembra un po’ stanca e ci sono alcuni giocatori che non sono al top della forma. Oltretutto mancherà Borja Valero, che è l’anima della squadra. L’Inter non ha cattivi giocatori, spero che Palacio non abbia qualche guizzo dei suoi perché lui è quello più pericoloso. Sul piano del gioco la Fiorentina non deve temere questa Inter. I singoli, invece, possono creare qualche problema». Da ex attaccante, cosa si aspetta dal ritorno di Mario Gomez? «Il fatto che lui si stia allenando con la squadra da qualche giorno è un fatto sicuramente positivo, anche se poi la partita è un’altra cosa. Non gioca da mesi, quindi me lo aspetto al massimo in panchina. Io dico sempre che preferisco un giocatore sano, an-

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che se meno forte, piuttosto che uno forte che è acciaccato. Quando tornerà al 100% potrà fare coppia con Matri, li vedo bene insieme per caratteristiche. Con loro due al centro dell’attacco dovranno aumentare i cross dalle fasce. Ed allora la Fiorentina potrà divertirsi. Permettetemi, però, di dire un’ultima cosa su Giuseppe Rossi…». Prego. «Quando si è fatto male contro il Livorno per me è stato un dramma, mi sono persino messo a piangere. So cosa ha provato e cosa sta provando, perché io ho subìto quattro fratture nel corso della mia carriera. Spero che ritorni presto, anche se gli consiglio di andarci molto cauto. Il Mondiale, secondo me, è troppo vicino. Anche Prandelli deve avere pazienza perché il ginocchio è troppo delicato per la carriera di un calciatore».

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Fiorentina - Inter

NETO SANTO SUBITO. MA LA

di Ubaldo scanagatta

a vittoria con l’Udinese, soffertissima, da infarto, ci ha regalato però una serata davvero memorabile al Franchi, con un pubblico davvero stupendo. Al punto che si è sentito in dovere di elogiarlo perfino un uomo avaro di complimenti verso la piazza fiorentina come Francesco Guidolin (al quale, peraltro, va reso meNorberto Neto, protagonista assoluto della gara, in azione

COSA VA rito di aver messo benissimo in campo la sua squadra, che infatti ha messo in difficoltà la Fiorentina in tantissime occasioni, come forse non s’era mai visto qui. Complimenti a lui, certo più bravo che simpatico.

Neto santo subito. Beh, quante capriole che devono fare in tanti. I tifosi per la gioia incontenibile. I critici per rimangiarsi quel che avevano detto cinque, sei mesi fa. Se ripenso a certi titoli...E alle invocazioni estive per Julio Cesar. E fin lì passi...- ma ci pensate se a difendere la porta del Brasile ai mondiali andasse Neto e non Julio Cesar? - ma anche a quelle per Agazzi (mica Agassi eh...sottolineo per deformazione professionale), per Munua, per quello svizzero del Basilea che manco mi ricordo più come si chiama. Che gran battaglia ha vinto Nor-

Tra gli eroi del Franchi anche Norberto Neto

berto Neto Che mmensa soddisfazione deve essere stata per lui venire sollevato prima in trionfo da un paio di compagni. Eppoi sentire cori con il proprio nome scandito da 30.000 tifosi impazziti di gioia. Neto? Santo subito. Gomez in panchina è stato un bel vedere. Ma rivederlo in campo, già con l’Inter per uno spicchio di partita, sarebbe ancora più bello. Così come rivederlo – è un sogno? Io ci spero – in coppia con Pepito Rossi nella finale di Coppa Italia. Un bel 3-5-2 e via con il trofeo da sventolare bello alto. A Roma

e contro una squadra che oggi ci sta ancora davanti in classifica. Ma a maggio non è detto che lo sia ancora. Che bello sarebbe.

Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Fiorentina - Inter

JELLA SUGLI INFORTUNI FINIRA’? COSA NON VA

Proprio da sballo. La miglior battuta? Quella di Montella in replica a Guidolin che si era lamentato di aver giocato con un pal-

lone solo perché i raccattapalle non c’erano. “Erano andati a cercare quelli dell’Udinese che a Udine non s’erano visti”.

Beh se Cuadrado, il cui costo del cartellino è ahinoi certamente aumentato dopo il gran gol messo a segno contro l’Udinese, non si fosse fatto ammonire parecchio ingenuamente per aver trattenuto il pallone a terra negli ultimi minuti di Fiorentina-Udinese, lo avremmo avuto in campo nella finale di Coppa Italia a Roma il 3 maggio. Un’assenza pesante. Ci avrebbe fatto un gran comodo. Chi lo discute ancora oggi, magari a seguito di qualche partita un po’ opaca, non ha capito nulla. Cuadrado non è Bale, per carità. Ma per il colombiano non si parla di 100 milioni di euro come per il gallese. Ma, tutt’al più, di 30. Sempre tanti, per cari-

Juan Cuadrado al momento del tiro che è valso ai viola il 2-0

tà - come Jovetic? - ma di uomini capaci di far scattare la superiorità numerica ce ne sono pochi oggi in giro. Io il nostro Cuadrado me lo terrei stretto... ma, ripeto, temo che a Roma ci possa mancare a meno che i due tenori, Gomez e Rossi insieme, orchestrati da Borja Valero, si esibisca-

no in qualche acuto memorabile. Savic. S’è fatto male pure lui. L’infermeria viola è sempre piena. Una maledizione quest’anno. Ma finirà, finirà. E allora saranno guai per tutte le altre squadre. Anche quelle che oggi ci precedono.

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1^ giornata Andata 24/08/2013 2-1 0-1 2-0 2-1 2-1 0-2 3-0 0-0 2-0 2-1

4^ giornata Andata 22/09/2013 0-2 1-2 2-2 0-0 2-1 0-0 2-1 1-2 2-0 0-7

9/02/2014

Atalanta - Fiorentina Bologna - Torino Cagliari - Sampdoria Catania - Parma Chievo - Udinese Genoa - Livorno Juventus - Verona Milan - Napoli Roma - Lazio Sassuolo - Inter

12^ giornata Andata 10/11/2013 2-1 2-1 1-0 0-0 2-1 2-0 2-0 3-0 1-1 1-1

Ritorno

Atalanta - Bologna Cagliari - Torino Catania - Udinese Chievo - Milan Fiorentina - Sampdoria Genoa - Verona Inter - Livorno Juventus - Napoli Parma - Lazio Roma - Sassuolo

Verona - Milan Sampdoria - Juventus Inter - Genoa Cagliari - Atalanta Lazio - Udinese Livorno - Roma Napoli - Bologna Parma - Chievo Torino - Sassuolo Fiorentina - Catania

25/09/2013 3-3

2-1

1-2

0-1

2-1

0-0 0-3

3-1

1-0

1-1

2-2

4-3

1-3

0-2

0-0

2-2

0-1

1-0

30/03/2014

19/01/2014

5^ giornata Andata

0-2

Ritorno

1-1

1-1 0-2 1-1 0-1 0-0 1-1 2-0 4-1 1-0 0-1

1/09/2013

0-1

2-4

4-1

0-1

3-0

0-1 3-2

2-0

0-3

2-2

2-5

2-1

3-1

2-0

1-4

3-0

3-1

2-2

16/02/2014

Chievo - Napoli Juventus - Lazio Roma - Verona Atalanta - Torino Bologna - Sampdoria Catania - Inter Genoa - Fiorentina Milan - Cagliari Sassuolo - Livorno Udinese - Parma

29/9/2013

Bologna - Milan Chievo - Juventus Inter - Fiorentina Lazio - Catania Livorno - Cagliari Napoli - Sassuolo Parma - Atalanta Sampdoria - Roma Torino - Verona Udinese - Genoa

2-0 1-1 2-0 2-2 0-2 1-0 5-0 2-2 0-1 2-1

06/04/2014

Bologna - Inter Livorno - Juventus Milan - Genoa Napoli - Parma Roma - Cagliari Sampdoria - Lazio Sassuolo - Atalanta Torino - Catania Udinese - Fiorentina Verona - Chievo

01/12/2013

1-1 2-2 1-3 3-0 4-3 1-1 1-1 1-0 2-4 1-1

3^ giornata Andata 15/09/2013

1-1

3-1

3-0

0-1 1-1

2-0

0-0

1-3

3-3

0-3

1-2

2-2

1-3 0-1

1-1

Ritorno 23/02/2014

Atalanta - Udinese Cagliari - Inter Catania - Chievo Fiorentina - Parma Genoa - Napoli Milan - Sampdoria Roma - Bologna Sassuolo - Lazio Torino - Juventus Verona - Livorno

14^ giornata Andata

Ritorno

Ritorno 26/01/2014

6^ giornata Andata

Ritorno

13^ giornata Andata 24/11/2013

2^ giornata Andata

Ritorno

Ritorno 13/04/2014

Atalanta - Roma Cagliari - Sassuolo Catania - Milan Chievo - Livorno Fiorentina - Verona Genoa - Torino Inter - Sampdoria Juventus - Udinese Lazio - Napoli Parma - Bologna

2-0

Fiorentina - Cagliari Inter - Juventus Lazio - Chievo Livorno - Catania Napoli - Atalanta Parma - Roma Sampdoria - Genoa Torino - Milan Udinese - Bologna Verona - Sassuolo

7^ giornata Andata 6/10/2013 1-4 1-1 0-1 0-3 3-2 0-0 4-0 3-1 2-2 2-0

8/12/2013 2-1 3-3 2-2 3-3 2-1 2-0 0-1 1-0 2-1

3-3 0-3 1-0 1-1 2-0 2-1

Ritorno

Ritorno 19/04/2014

Bologna - Juventus Cagliari - Genoa Inter - Parma Livorno - Milan Napoli - Udinese Roma - Fiorentina Sampdoria - Catania Sassuolo - Chievo Torino - Lazio Verona - Atalanta

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I TROV

1-3 2-0

Bologna - Verona Catania - Genoa Chievo - Atalanta Inter - Roma Juventus - Milan Lazio - Fiorentina Napoli - Livorno Parma - Sassuolo Sampdoria - Torino Udinese - Cagliari

15^ giornata Andata 0-2

0-1

2/03/2014

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Ritorno 02/02/2014

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Juventus Roma Napoli Fiorentina Inter Verona Parma Torino Lazio Genoa

8^ giornata Andata 20/10/2013 2-1 2-1 4-2 2-1 1-2 1-0 2-0 2-1 3-3 3-2

0-0 0-1 3-0 1-1 4-0 2-0 2-2 4-2 0-0 0-2

60 51 47 44 36 36 33 33 32 30

in casa v n

23 22 23 23 23 23 22 23 23 23

19 15 14 13 9 11 8 8 8 8

3 6 5 5 9 3 9 9 8 6

Ritorno 9/03/2014

Atalanta - Lazio Cagliari - Catania Fiorentina - Juventus Genoa - Chievo Livorno - Sampdoria Milan - Udinese Roma - Napoli Sassuolo - Bologna Torino - Inter Verona - Parma

16^ giornata Andata 15/12/2013

Ritorno 27/04/2014

Catania - Verona Chievo - Sampdoria Fiorentina - Bologna Genoa - Atalanta Juventus - Sassuolo Lazio - Livorno Milan - Roma Napoli - Inter Parma - Cagliari Udinese - Torino

in trasferta v n p

1 11 11 1 11 9 4 12 8 5 11 7 5 12 6 9 12 8 5 12 5 6 12 5 7 11 6 9 11 5

0 2 3 3 5 1 5 5 3 3

27/10/2013 1-0 1-0 4-2 2-0 2-0 2-0 3-2 1-0 0-1

1-4 1-0 1-1 1-0 1-2 4-0 1-1 0-1 4-1 4-1

Gol f

11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

3 7 23 14 4 2 18 10 2 10 20 22 2 15 17 20 4 12 22 24 2 16 17 31 4 13 15 27 4 13 15 27 5 9 13 28 3 11 12 24

Ritorno 16/03/2014

Bologna - Livorno Catania - Sassuolo Chievo - Fiorentina Inter - Verona Juventus - Genoa Lazio - Cagliari Napoli - Torino Parma - Milan Sampdoria - Atalanta Udinese - Roma

17^ giornata Andata 22/12/2013

partite totali v n p

0 12 8 0 11 6 1 11 6 1 12 6 1 11 3 3 11 3 2 10 3 2 11 3 2 12 2 3 12 3

9^ giornata Andata

0-0

Ritorno 4/05/2014

Atalanta - Juventus Bologna - Genoa Cagliari - Napoli Inter - Milan Livorno - Udinese Roma - Catania Sampdoria - Parma Sassuolo - Fiorentina Torino - Chievo Verona - Lazio

al 1995 Bux cerca di essere sempre più vicina ai suoi clienti interagendo con loro, creando prodotti di alta qualità e design italiano per le grandi fi rme nel campo della moda, utilizzando materiali di prima scelta rigorosamente monitorati, uniti a lavorazioni e trattamenti all’avanguardia. Il Sig. Bux, fondatore della società, lavorando spesso all’estero si è trovato

Milan Sampdoria Atalanta Udinese Cagliari Bologna Chievo Livorno Sassuolo Catania

10^ giornata Andata 30/10/2013 1-1 0-3 1-2 1-0 4-0 3-3 1-1 1-0 1-2 2-0

2-0 0-0 1-0 2-0 3-0 1-0 3-0 2-0 3-1 1-3

in casa v n

23 23 23 23 23 23 23 23 23 23

7 7 8 8 5 4 4 4 4 3

8 9 12 13 9 10 13 14 14 13

11 12 11 11 12 12 11 12 11 11

8 7 3 2 9 9 6 5 5 7

Ritorno 23/03/2014

Atalanta - Inter Cagliari - Bologna Fiorentina - Napoli Genoa - Parma Juventus - Catania Livorno - Torino Milan - Lazio Roma - Chievo Sassuolo - Udinese Verona - Sampdoria

18^ giornata Andata 06/01/2013

29 28 27 26 24 21 18 17 17 16

Ritorno 11/05/2014

Catania - Bologna Chievo - Cagliari Fiorentina - Livorno Genoa - Sassuolo Juventus - Roma Lazio - Inter Milan - Atalanta Napoli - Sampdoria Parma - Torino Udinese - Verona

in trasferta v n p

5 4 7 5 5 2 2 3 3 3

4 4 2 1 4 6 2 3 1 5

2 4 2 5 3 4 7 6 7 3

partite totali v n p

12 11 12 12 11 11 12 11 12 12

2 3 1 3 0 2 2 1 1 0

4 3 1 1 5 3 4 2 4 2

Gol

10 15 11 14 19 18 15 19 25 13

21 12 7 11 4 10 6 8 10 6

30 29 31 29 31 26 35 43 36 37

11^ giornata Andata 03/11/2013 0-0 0-2 1-0 0-2 2-1 0-1 3-4 1-1 0-3 2-1

Ritorno 26/03/2014

Bologna - Chievo Lazio - Genoa Livorno - Atalanta Milan - Fiorentina Napoli - Catania Parma - Juventus Sampdoria - Sassuolo Torino - Roma Udinese - Inter Verona - Cagliari

19^ giornata Andata 12/01/2014 2-1 0-0 1-4 1-1 0-3 4-0 3-0 4-3 0-0 0-3

Ritorno 18/05/2014

Atalanta - Catania Bologna - Lazio Cagliari - Juventus Inter - Chievo Livorno - Parma Roma - Genoa Sampdoria - Udinese Sassuolo - Milan Torino - Fiorentina Verona - Napoli

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Fiorentina - Inter

Le probabili FORMAZIONI

di Francesca bandinelli

enza Borja Valero, l’ingegnere del centrocampo viola ma con un Mario Gomez in più. Vincenzo Montella valuterà fino all’ultimo se schierare il tedesco dal primo minuto o meno: di certo il panzer ex Bayern farà di tutto per provare a rompere il tabù del gol al Franchi che ancora non ha mai segnato. Aveva realizzato una doppietta a Genova, prima dell’infortunio, poi su di lui si è come scagliata una sorta di maledizione. Adesso, il campionato riprende con un protagonista in più capace di fare la differenza. Contro l’Inter i viola proveranno a cancellare l’umiliazione della gara d’andata quando, dopo essere passati in vantaggio con un rigore trasformato da Giuseppe Rossi (altro grande assente oggi), i nerazzurri riuscirono a trovare la strada del pareggio prima con Cambiasso e del vantaggio poi con Jonathan. E’ un po’ la sfida personale di Vincenzo Montella contro Walter Mazzarri, i tecnici che ogni volta che possono si punzecchiano senza troppi giri di parole. Da una parte c’è la vena polemica dell’allenatore di San Vincenzo, cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina e considerato in passato il possi-

RIPRENDIAMOCI QUEI TRE PUNTI! Fiorentina - INTER

STADIO Artemio Franchi ORE 20,45 bile erede (in realtà mai diventato) di Giancarlo Antognoni, dall’altra la concretezza di chi, nato a Pomigliano d’Arco, ha percorso ogni gradino della vita e del calcio non senza faticare. Montella, che rispetto ad un anno fa - con una competizione in più e i giocatori più importanti indisponibili al momento clou - ha comunque messo insieme numeri di gran lunga migliori, non intende fermarsi: vuole battere il nemico. Per restare alle calcagna del Napoli, continuando a tenere vivo il sogno Champions, ma soprattutto per non perdere quel contatto diretto con l’Europa che ha stabilito fin dall’inizio della stagione. Ha caricato la squadra: rivuole quei tre punti “scippati” a San Siro. Al Franchi può anche permettersi di dettare legge.

Vargas

Fiorentina 4-3-3 Matri

Mati Fernandez

1 Neto

Cuadrado

3 Diakitè, 2 Gonzalo Rodriguez, 5 Savic, 23 Pasqual

Pizarro Pasqual Savic Neto

Anderson G. Rodriguez Diakitè

88 Anderson, 7 Pizarro, 14 Mati Fernandez 11 Cuadrado, 32 Matri, 66 Vargas Allenatore: Vincenzo Montella

INTER 3-5-2 1 Handanovic 35 Rolando, 25 Samuel, 5 Juan Jesus 33 D’Ambrosio, 13 Guarin, 17 Kuzmanovic, 88 Hernanes, 55 Nagatomo 8 Palacio, 22 Milito Allenatore: Mazzarri

Dal Martedì alla Domenica dalle 22.00 (Signa APERTO 7 GIORNI SU 7)

Palacio D'Ambrosio

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Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

Venticinque anni fa la Fiorentina batté l’Inter con un epico 4-3

Amarcord di Ruben Lopes pegna

Fiorentina - Inter

ella storia della Fiorentina c’è una partita con l’Inter a Firenze che non ha nulla da invidiare per emozioni e intensità alla mitica Italia-Germania del 17 giugno 1970 a Città del Messico, vinta dagli azzurri di Ferruccio Valcareggi per 4-3. Con lo stesso risultato 25 anni fa sempre di febbraio, il 12 e non il 15 come oggi, i viola batterono l’Inter al Comunale. A distanza di un quarto di secolo chi scrive ricorda ancora come se fosse ieri le gioie di quel pomeriggio rimasto davvero indimenticabile. Per l’incontro valido per la diciassettesima giornata, ultima del girone d’andata, il tecnico svedese Sven Goran Eriksson manda in

COME NEL 1970. QUANDO IL COMUNALE SEMBRO’ PER UN ATTIMO CITTA’ DEL MESSICO campo la seguente formazione: Landucci; Bosco, Mattei; Dunga, Battistini, Hysen; Salvatori, Cucchi, Borgonovo (Stefano Pellegrini dall’88’), Baggio (Perugi dall’89’), Di Chiara. L’Inter di Giovanni Trapattoni è in testa al campionato e arriva a Firenze imbattuta. Il che la dice tutta sul va-

Carlos Dunga in azione, qui contro la Juventus

lore della squadra. In riva all’Arno l’attesa per questa sfida è enorme. I tifosi viola preparano un’accoglienza particolare a uno degli ex di turno, il centrocampista Nicola Berti (l’altro è l’attaccante argentino Ramon Diaz) che, dopo aver promesso amore eterno a Firenze, l’estate precedente è passato al club nerazzurro. Per lui ci sono fischi ed insulti all’ingresso in campo ed ogni volta che tocca il pallone. L’incontro è elettrizzante sin dalle prime battute. Al 13’ il terzino tedesco Brehme lancia in area Aldo Serena. Lo svedese Hysen lo mette giù. E per l’arbitro Agnolin di Bassano del Grappa non ci sono dubbi. E’ calcio di rigore. L’altro tedesco dell’Inter, Matthaus, va sul dischetto e trafigge Landucci. La Fiorentina si butta in avanti e Zenga compie alcuni interventi decisivi. Alla mezzora Trapattoni opera il primo cambio: toglie dal campo il frastornato Berti che non ne azzecca

una ed inserisce al suo posto Beppe Baresi. Tre minuti più tardi Roberto Baggio riprende un tiro di Borgonovo respinto da un difensore e batte Zenga. E’ il gol dell’1-1. Nella ripresa la partita diventa ancora più emozionante. Al 7’ l’ex nerazzurro Enrico Cucchi, prematuramente scomparso per un male incurabile, porta in vantaggio la Fiorentina con un preciso rasoterra. L’Inter, però, non si arrende e nel giro di cinque minuti addirittura ribalta il risultato. E’ Aldo Serena di testa per due volte, tra il 10’ e il 12’, ad andare a segno. Per i viola la gara sembra stregata. Ma si buttano comunque in avanti alla ricerca del pareggio. Al 28’ Stefano Borgonovo batte Zenga con un secco diagonale per il gol del 3-3. Poi a cinque minuti dal novantesimo accade l’imponderabile. Ferri batte una punizione al limite dell’area nerazzurra, toccando il pallone per Bergomi. Questi tenta il passag-

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gio all’indietro verso il portiere Zenga. Sulla sfera, però, si avventa come un falco Borgonovo che batte nuovamente il portiere dell’Inter, siglando il suo secondo gol della partita sotto la curva Fiesole. I tifosi viola sono in visibilio. La festa è grande in campo e sugli spalti. Per i nerazzurri è la prima sconfitta del campionato. Comunque la formazione di Trapattoni conquisterà lo scudetto. La Fiorentina, dal canto suo, arriverà allo spareggio per un piazzamento in Coppa Uefa con la Roma sul campo neutro di Perugia. Quel piazzamento per l’Europa League (la vecchia Coppa Uefa) che i viola hanno ottenuto anche l’anno scorso, quando a Firenze hanno strapazzato l’Inter che ancora li precedeva di quattro punti per 4-1 con doppiette di Ljaic e Jovetic prima dell’inutile rete nel finale di Cassano in una delle partite più belle dell’intero campionato.

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Fiorentina - Inter

E’ stato il primo agente di Walter Mazzarri quando era ancora

VALC «ALL’INTER FIORENTINA La stretta di mano tra i due tecnici, Montella e Mazzarri. Stavolta la Fiorentina vuole dettare la sua legge. di ANDREA GIANNATTASIO

embra davvero ieri quando dalle tribune del Franchi risuonava il coro ‘’il pallone è quello giallo!’’, coniato appositamente dai tifosi viola per celebrare la roboante vittoria per 4-1 sull’Inter di Stramaccioni. Una vittoria storica per la Fiorentina di Montel-

la, una gara senza storia dall’inizio alla fine che tutta Firenze quest’anno spera di rivivere. Sulla panchina gigliata ancora l’aeroplanino su quella nerazzurra un tecnico mai amato da tutta la piazza fiorentina come Walter Mazzarri. Otto i punti in classifica che dividono la Viola dall’Inter, un abisso tecnico, invece, parlando

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della qualità del gioco. Per fare il punto sulla delicata sfida di sabato al Franchi, Il Brivido Sportivo ha interpellato l’agente FIFA di nota fede gigliata Furio Valcareggi, primo procuratore di Mazzarri quando l’attuale tecnico nerazzurro militava nelle giovanili viola e veniva da tutti considerato come l’erede di Giancarlo

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Antognoni. Un’investitura che, visti i risultati, è stata fin troppo pesante per il buon Walter. Valcareggi, che partita si aspetta sabato tra Fiorentina ed Inter? «Storicamente è sempre stata una sfida difficile ma sono certo che come l’anno scorso creerà pochi problemi. L’Inter si trova in una totale condizione di precariato nonostante la vittoria sul Sassuolo (l’unica in questo 2014, ndr). Mazzarri parla bene ma razzola male: nel suo cervello c’è la rivoluzione,

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la stessa che del resto è in atto anche ai piani alti della società. In questo momento all’Inter regna la totale anarchia». Un’Inter battibile, dunque. «Assolutamente sì: sono certo che di quello che sta avvenendo all’Inter in questi mesi, a Mazzarri non torna nulla. Lui che sta sempre attento a tutto, a partire dall’orario in cui fa colazione fino a spegnere la luce negli spogliatoi quando esce, si trova sballottato nel caos. E non può essere un solo

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Fiorentina - Inter

una giovane promessa viola: adesso è il “nemico” da battere

AREGGI: REGNA IL CAOS, APPROFITTANE» successo la scorsa settimana a ribaltare le carte in tavola». La Fiorentina però dovrà fare i conti con l’assenza di Borja Valero... «Abbiamo una rosa molto ampia, che consente cambi di alto livello. Anderson mi piace molto, è dotatissimo quindi più che passa il tempo e più migliorerà». Chi saranno gli uomini decisivi? «Saranno in due a mio avviso: Ilicic, che partirà titolare, e Joaquin, che credo

partirà dalla panchina. Sarà molto importante il lavoro sulle fasce, dato che la difesa dell’Inter fa acqua da un po’ tutte le parti». Con l’Atalanta abbiamo ammirato la sorpresa Wolski: che giocatore è? «E’ stata davvero una bella rivelazione; a mio avviso il suo ruolo più congeniale è quello della mezz’ala ma come si è visto può giocare anche alle spalle della prima punta. Per adesso ha ancora un difetto: è un po’ gracile, si

deve formare fisicamente. Poi sono convinto che potrà esplodere». Chiusura con Matri: quanto pesa, a suo avviso, non segnare da quattro gare? «Matri non segna perché è poco rifornito, non perché è scarso o sbaglia gol. L’ex Milan è sempre sul pezzo ma spesso Cuadrado vuole fare tutto da solo e non gli passa la palla. Stiamo sereni, Matri è una garanzia e presto ce lo farà vedere a suo di reti».

Walter Mazzarri è nel pieno della rivoluzione Inter: la Fiorentina dovrà essere brava ad approfittare della situazione

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Dr. Glauco Cristofaro Agopuntura Fitoterapia Omeoterapia Master univ. Medicina tradizionale Cinese Integrata Specialista in Medicina Sistematica Integrata Vicepresidente Ass. Internazionale Medicina Naturale (AIMeN)

Cosa può curare l’Agopuntura? L’agopuntura, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, può curare svariate patologie: malattie interne come asma e diabete; malattie genitourinarie come infertilità e sindrome premestruale; malattie muscolo-scheletriche come l’artrosi, tendiniti, borsiti, epicondiliti; malattie neurologiche come la sciatalgia o i postumi dell’ictus cerebrale; malattie di orecchio-naso-gola come acufeni, vertigini, sinusiti; malattie infettive come bronchiti, riniti allergiche; malattie cutanee come acne, eczemi; malattie mentali ed emozionali come ansia, stress, depressione, insonnia.

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L’agopuntura è una metodica terapeutica orientale molto antica. Alla sua origine vi è la leggenda di un soldato cinese affetto da ischialgia, che per un caso fortuito venne ferito da una freccia ad un piede, a lato del malleolo esterno. La puntura della freccia ebbe come effetto la scomparsa del dolore.

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L’OMS riporta 104 patologie, tuttavia numerosissimi studi sono in corso ed ogni anno emergono nuovi dati. Nella realtà, qualunque patologia a livello teorico è trattabile con l’agopuntura con possibilità di miglioramento, tuttavia è necessario ricordare che la cura non corrisponde alla guarigione. Se in alcuni casi si può ottenere una reale guarigione, in particolare nelle patologie funzionali, in altri casi si può ottenere un miglioramento sintomatico senza però guarire, come nei casi di malattie organiche con alterazioni anatomiche irreversibili.

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Una storia vera di Francesca bandinelli

uecentoquarantaquattro vittorie in dodici anni. E da qualche ora pure una finale conquistata, in Coppa Italia. Dal primo successo, in campionato, contro il Castel di Sangro, con la doppietta di Riganò e quella di Evacuo, fino all’ultimo successo, la vittoria in Coppa Italia contro l’Udinese. Nel mezzo c’ stato di tutto, dalla sfida di Rimini, quella dello zero a due, reti di Riga-gol e Bismark, allo spareggio contro il Perugia, fino alla doppia partecipazione in Champions League. Duecentocinquanta vittorie, scandite da traguardi straordinari tagliati, ma anche alcuni insuccessi, dalla finale di Europa League mancata per due rigori sparati alle stelle (Liverani e Bobo Vieri), fino ad un quarto di Champions svanito per fuorigioco non sottolineato. DAL RIMINI ALLA A - Firenze non ha dimenticato niente. Ha fatto tesoro di tutto. Dei sedici mila abbonati che nonostante il fallimento hanno colorato il Franchi, della cavalcata verso la serie A nella stagione infinita del sesto posto in classifica con Mondonico, uno dei pochi allenatori capaci di mettere insieme una media punti partita da scudetto pieno (2 punti), ma anche dei timori di Calciopoli, cominciati a liberarsi nell’aria quando

Fiorentina - Inter

All’indomani della conquista della finale di Coppa Italia, la Fiorentina si guarda allo specchio. Dagli errori si è sempre ripartiti, con una marcia in più C’era anche Diego al Franchi in occasione della conquista della finale di Coppa Italia: l’entusiasmo è stato incontenibile

DODICI ANNI FA IL NIENTE.

OGGI IL MONDO è TUTTO VIOLA la felicità sembrava pronta a prendere il sopravvento, con una qualificazione ai preliminari di Champions arrivata appena un anno dopo alla paura della retrocessione. Il momento più triste, dalla rinascita, è stato la stagione 2004/05, quella del ritorno in serie A: solo nove vittorie, pochissime, e tanti cattivi pensieri, come quelli sussurrati a mezza bocca dallo stesso Dino Zoff nella sala stampa del Ferraris, a Genova. VENTO DI VITTORIA - Con l’arrivo del duo Prandelli-Corvino, però qualcosa è cambiato, a cominciare dai numeri. Ventidue successi in campionato, tre in Coppa Italia, e una valanga di gol a sancire il ritorno al calcio-

divertimento. Anche nell’anno che in realtà avrebbe dovuto essere più complicato, quello della penalizzazione da meno 19 punti (diventati poi meno 15), i viola hanno regalato soddisfazioni: perché nessuno avrebbe mai scommesso sulla qualificazione della Fiorentina in Europa League, né tantomeno sulle ventuno vittorie messe insieme in campionato. Allora c’erano i gol di Toni e Mutu a gratificare i tifosi viola, ma pur variando gli interpreti, in quegli anni, la sinfonia non è mai cambiata. COLPI CONTRARI - Dopo un’Europa League vissuta da protagonisti sono stati i Della Valle a non accontentarsi più. Dal mercato

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arrivano campioni, da Felipe Melo a Gilardino fino a Vargas, ma ai successi, ventotto tra coppe e campionato, si sommano pure le umiliazioni, dal 3 a 0 dell’Allianz Arena contro il Bayern fino a quella, casalinga, contro il Lione, con la conseguente eliminazione. L’anno dopo, però, solo la svista di Ovrebo riesce a fermare la corazzata viola. Ed è stato quella notte, il 17 febbraio 2010 che l’alchimia ha smesso di fare effetto. C’è stata sì la reazione d’orgoglio al Franchi, con il 3 a 2 contro i bavaresi, ma da quel giorno niente è stato più come prima. E’ stato un continuo volo a planare. Prima con Mihajlovic, poi con il susseguirsi di tecnici, da Rossi

fino a Guerini. E’ stata una sconfitta anche questa per la famiglia Della Valle, perché sollevare un allenatore, quel Rossi che la gente tanto aveva acclamato, dopo un match di pugilato in campo, rimarrà come una ferita aperta a vita. Eppure da quella disfatta è ricominciato tutto. E’ arrivato Daniele Pradè che ha portato Montella e l’effetto domino si è fatto sempre più contagioso. Da Borja Valero a Gonzalo Rodriguez, da Pizarro a Aquilani, da Rossi a Gomez: il resto è storia dei nostri giorni. Una storia che si può arricchire di un nuovo trofeo, il primo dei Della Valle, il primo della nuova era viola, quella del divertimento.

Il Brivido Sportivo STADIO - 15 febbraio 2014 -

La parola ai tifosi di Lorenzo cancemi

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importanza della sfida tra la Fiorentina e l’Inter, che rappresenta a tutti gli effetti un delicato scontro per entrare in Europa, non sembra mettere così tanto timore ai tifosi viola.

Fiorentina - Inter

Battere l’Inter restituirebbe quel credito con la sfortuna pagato

VENTO D’OTTIMISMO: «Vogliamo una partita d’assalto - dicono i tifosi vio-

la - tutti all’attacco o quasi perché almeno l’Europa

Il giglio di Firenze riprodotto dalla Curva Fiesole in occasione della gara contro la Juventus

League per l’anno prossimo va presa subito!». E ancora: «Nutro grandissima fiducia nella squadra: dopo questi due anni di calcio spettacoloso, come si fa a non fidarsi. E poi, diciamocelo: questa Inter potrà anche metterci in difficoltà ma non è assolutamente al nostro livello» dice Maurizio (39 anni) che, molto sicuro dei mezzi della corazzata di Montella, conclude il suo discorso con una raccomandazione: «Sogno una partita di carattere si segna subito e mette la partita in salvo, sperando che a Matri diano qualche pallone in più in area sennò è dura che faccia gol». Se Maurizio confida in una gara dallo stile molto arrembante, Aldo (65 anni) reputa utile stare attenti alla fase difensiva: «Chiaramente mi aspetto che si faccia noi la partita, ma bisogna stare attenti in difesa, voglio che

il terzetto dietro sia compatto». Giacomo (21 anni), invece, non crede in una goleada viola, causa un centrocampo in emergenza: «Montella, senza Borja, Ambrosini e Aquilani, deve reinventarsi il centrocampo. Ma se Pizarro gioca come nelle ultime prestazioni, allora avremmo meno problemi nell’imporci».

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a San Siro nella gara d’andata, quando ancora c’era Pepito Rossi

FIRENZE CREDE ALL’IMPRESA Tra i giocatori indicati come fondamentali per la vittoria della Fiorentina il più gettonato è Alessandro Matri, su cui i tifosi nutrono una grande fiducia: «Spero riesca a tirare un po’ di più in porta, aiutato soprattutto dalla velocità Cuadrado sulla destra. E poi io butterei nella mischia anche Wolski, dato che l’ho visto parec-

chio motivato» afferma Valentina (20 anni). Ma siamo sicuri che l’Inter sia così debole? Alessio (24 anni) non si fida: «Punteranno tutto sulle ripartenze, sull’affidabilità sotto porta di Palacio e magari sul ritorno di Guarin. Verranno a Firenze col coltello tra i denti con la voglia di vincere: non sarà facile per niente». Sulla domanda circa il possibile rientro in campo di Mario Gomez, regna il dubbio, accompagnato dalla buone dose di scaramanzia, come quella di Simone (18 anni): «Io onestamente farei in modo di non rischiarlo subito. Certo però, se si vincesse 3-0 o si fosse sul pareggio a pochi minuti dalla fine, io lo farei giocare». La bandiera di Giancarlo Antognoni sventola in curva

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Fiorentina - Inter

Una marea viola pronta... a spiccare il volo con la sua squadra: è l’ultimo passo prima della sfida contro la Juventus

Aspettando l'Europa

Seicento cuori viola in Danimarca:

ECCO LA RISPOSTA DI FIRENZE

di andrea giannattasio

utto pronto, le valige sono ormai quasi chiuse. Passamontagna, sciarpe e moon boot ci sono, così come l’imperdibile biglietto per la sfida di giovedì 20 alla Blue Water Arena di Esbjerg. Si avvicina a grandi passi la sfida dei sedicesimi di finale di Europa League contro i danesi di Niels Frederiksen, una gara decisiva per gli obiettivi stagionali della Fiorentina, decisa a superare senza troppi patemi questo turno per poi proiettarsi all’eventuale ottavo tutto italiano contro la Juventus (attesa dai turchi del Trabzonspor). E per affrontare la lunga trasferta fino

L’esterno dello stadio che ospiterà il sedicesimo d’andata di Europa League contro l’Esbjerg

alla sperduta cittadina danese (tra Firenze ed Esbjerg ci sono in linea d’aria 1700 chilometri) si sta organizzando un vero e proprio esodo viola, una marea gigliata di oltre 600 tifosi che con mezzo di vario tipo (aereo, treno ma c’è anche chi intende attraversare l’Europa in pullman) è determinata a seguire la Fiorentina persino nella fredda terra danese. In un mese, quello di febbraio, che è storicamente il più rigido ed ostile in fatto di meteo e temperature. Tutto questo,

però, senza considerare le scomodità che i tifosi incontreranno al loro ingresso nel piccolo stadio di Esbjerg: un impianto rimasto in dubbio fino all’ultimo, che ha ricevuto il placet della Uefa per ospitare una gara europea solo a fine gennaio, quando sono stati messi in vendita i primi biglietti. Ed il capitolo che ancora oggi fa discutere, quando manca meno di una settimana alla trasferta in Danimarca, è proprio quello legato ai tagliandi (e ai prezzi) concessi dalla so-

cietà biancoblù: i 600 tickets riservati ai sostenitori viola, infatti, sono stati commercializzati al costo di 350 corone, ovvero circa 47 euro. Una cifra assolutamente inadeguata per il poco confort che offre lo stadio e, soprattutto, per la lunga e costosa trasferta che i 600 tifosi gigliati si dovranno evidentemente sobbarcare a spese proprie. Ma c’è dell’altro per quanto riguarda la Blue Water Arena di Esbjerg: dei 18.000 posti stimati, infatti, ne sono stati messi in vendita appena

due terzi (ovvero 12.000) in quando gli altri 6.000 coperti sono tutti in piedi e per la Uefa non sono ovviamente vendibili. I veri protagonisti di uno stadio che si annuncia per larghi tratti vuoto pertanto saranno proprio i 600 viola, che in poche settimane hanno polverizzato i tagliandi a loro disposizione e che fin da martedì si muoveranno verso la Danimarca per prendere i primi contatti col Paese e per assistere alla gara. Una marea viola è pronta a prendere il volo.

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Il Pungiglione

MA PERCHE’ AD ANTICIPARE E’ SEMPRE LA FIORENTINA? Idi giaMpiero tosi

i verrebbe da chiedere a quelle menti sublimi che fanno i calendari di gara e decidono anticipi e posticipi perché mai noi si deve giocare di sabato con l’Inter. Facciamo già un incontro settimanale importante che teoricamente potrebbe comportare anche la disputa dei supplementari, incontro che i nostri avversari non disputeranno per cui staranno tranquillamente a prepararsi la partita tutta la settimana, perché concedere questa giornata di vantaggio addizionale? In Europa giochiamo il giovedì, quindi non abbiamo particolari esigenze di anticipo. Ed allora perché? Chi l’ha chiesto? Sky? E perché mai Fiorentina-Inter? Oltre tutto giocar di sabato e la notte in inverno non è certo un vantaggio nemmeno dl punto di vista economico per gli incassi al botteghino. Si tratta dell’ennesimo sgarbo ai colori viola? Di un’altra conseguenza della nostra presenza in Lega molto marginale? Sarà chi sa ma certo salta agli occhi e le api vengono sciolte in direzione responsabili di queste decisioni. Siccome passeranno da Roma un’altra capatina la devono fare dal signor Nicchi, già visitato ieri, perché, per niente intimorito, ha invece rinforzato la dose, ieri, continuando ed ampliando il suo discorso anti-moviola in campo. Ha aggiunto alla posizione di base: Moviola=fine del calcio (di Nicchi), un sacco di corbellerie di dettaglio tutte facilmente confutabili e risolvibili. Si arrampica sugli specchi e le unghie grattano… Grattano? Questa parola non mi è nuova. Per questo si dà compito alle api di ripungere, magari un po’ più forte, perché la precedente spedizione non ha avuto alcun esito, sembra.

Fiorentina - Inter

I’Nonno Pilade

RIPIGLIAMOCI I TRE PUNTI CHE CI RUBONNO A SAN SIRO!

ome passa i’tempo, e sembra ieri che ci rubonno que’ tre punti a S.Siro con qui’ tiro a i’volo di Gionata che un l’ha più fatto né prima, né dopo ‘n vita sua e ora e ritornano, come la minestra di pane, quelli di’ pesciaolo di S.Vincenzo. E son messi parecchio peggio di’ la verità, allora e ci passaron avanti e ora e son otto punti ‘ndreo e son tutti contenti perché gli hanno battuo i’Sassuolo ‘n casa 1-0. Roba da facci un baccanale, da scatenacci le tevisioni amiche come gli hanno fatto. Boh, contenti loro…Però diacciamoli subito, con quegli artri nerazzurri quelli orobici, e s’è fatto le prove e le stesse du’ pere le gli si rivogano all’Antognoni de’ poeri, come e lo chiamavan quando e l’era qui, Mazzarri, che si pettinaa anche com Antonio, pe’ somigliagni di più. E ci volea artro! Ora ‘nvece e vien tutto pettinatino, ‘ncravattao che pare un omino, e pare che vada a fa’ la Cresima! Poi gli apre bocca e i’litoraneo basso tirreniho e vien fori ‘nsieme a qui’ lamentassi pe’tigna, pe’ sarvassi iddidreo, pe’ abitudine e diennea che ne fanno pe’ definizione un degli omini più antepatici di’carcio italiano. Ora poi e gni hanno anche cambiao padrone e gli è venuto ngam-ngam staile. O che l’avee visto come gli è bellino? Gli è tutto capo, ma gli ha anche e braccini corti, ‘nfatti e un gni ha comprao nessuno e volea anche vende’ Guarin. Comunque e si son messi d’accordo lui, l’omo d’oriente, e i’ tenniho: e giohatori e son tutti sotto esame, e dean dare i’massimo da ora ‘n avanti, perché e sarà Mazzarri a decide’ chi parte e chi rimane, chi continua a meritassi l’Inter (bada lie!) e chi no. Tutti a correre! Poi i’giorno dopo che da S.Vincenzo gli era venuo l’annuncio epiho, Cambiasso e gli ha detto che l’avea rinnovao! E poi vu’ die che Mazzarri e un n’è omo di decisioni rapide! Alui gni è basato corre’ pe’ un giorno, magari da i’ presidente! Andae via baracconi e vu’ vorresti mettici e pensierl a noi? Du’ pappe anche a voi e a casa com’ a nerazzurri tarocchi. Noi e si dee da’ dreo a partenopei o che si po’ da retta a’ partecipati ‘ndonesiani? Noi e padroni e s’hanno seri, di quelli che rimangano su’ i’ solo patrio a fa’ le scarpe a tutti, di nome e di fatto, e un vanno ‘n Inghirterra pe’ un paga’ le tasse, né ci vendano alla gente dell’este o dell’oveste. E rimangan qui e v’anEric Thohir, dranno ‘n tasca a tutti, perché la viola prima o poi (speriamo il nuovo proprietario prima) e la vincerà. Forza Violaaaaaaaaaaaaaa! dell'Inter

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Successi Passati

Fiorentina - Inter

Giugno 2009: la Fiorentina batte l’Inter nella finale Scudetto Allievi.

DELLA PRIMO SCUDETTO

di Francesca BAndinelli

ell’anno del triplette nerazzurro, a guastare la festa all’Inter ci ha pensato la Fiorentina di Diego Della Valle, in passato consigliere d’amministrazione proprio del club nerazzurro. Era il 19 giugno 2009: quel pomeriggio i baby di Moratti vinsero tutti. Tranne una squadra. Conquistarono il titolo nazionale i Giovanissimi e avrebbero dovuto liquidare la pratica viola pure gli Allievi, mettendo insieme un filotto di successi che mai nella storia del calcio avrebbe avuto uguali. Invece, 3-0 e uno schiaffo morale da non aver paragoni, a sor-

ridere furono i ragazzini viola. Quelli del calcio come passione, capaci di piangere dopo l’unico ko in campionato, ma anche di rialzarsi subito dopo. Vent’anni dopo l’ultima volta - che era stata nel 1989 -, invece uno scudetto si tinse di viola. Pietro Iemmello, Federico Carraro e Ryder Matos misero il sigillo, ma il capolavoro della squadra guidata allora da Renato Buso fu collettivo. Quando rientrarono in città, ad aspettarli c’era il bus scoperto, scortato da ali di tifosi

Pietro Iemmello: contro l’Inter realizzò un gol nella finalissima

in festa. Avevano tutti una maglietta i ragazzi, ideata da Pantaleo Corvino: «Primo titulo» c’era scritto. Effettivamente di successi conquistati dal settore giovanile ne sono arrivati diversi, tra campionati, Coppe Italia e Supercoppa di categoria. Di quella squadra - Bagnai; Fatticcioni, Camporese, Romiti; Cenciarelli, Barbero, Piccini, Carraro, Matos; Iemmello, Babacar - oggi diversi sono protagonisti in serie A e B. Matos è diventato il simbolo della cantera viola, Babacar è uno dei trascinatori, a suon

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Fiorentina - Inter

Il tricolore torna viola vent’anni dopo l’ultima volta

VALLE, CONTRO MORATTI di gol, del Modena, con Camporese a Cesena e Piccini a Livorno nel tentativo di farsi le ossa e provare ad emergere. Saranno loro i campioni di domani su cui Vincenzo Montella proverà a costruire le basi per puntare allo scudetto, quello dei grandi, magari sempre da sfilare all’Inter. I ragazzi cresciuti nel settore giovanile il tecnico napoletano li osserva settimana dopo settimana: gli ultimo dvd ad essere arrivati in sede sono quelli di Federico Bernardeschi, il Diamanti viola, sempre più pro-

tagonista con la maglia del Crotone. Tornerà a fine stagione, pronto a mettersi a disposizione, lui che al massimo gioca con la play station e ha sempre il pallone in testa. Ha studiato da Jovetic e Ljajic, quando ancora i due talenti serbi erano a Firenze, ma ora punta a fare il salto di qualità vero. Un primo scudetto è arrivato contro Moratti: adesso, la corsa verso l’Europa che conta passa nuovamente per la sfida contro i nerazzurri. E’ questione d’orgoglio: oggi come allora la storia può ripetersi.

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41 Federico Carraro con i baby viola ha vinto il titolo Allievi ed è stato protagonista con la Primavera

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Fiorentina - Inter

I baby viola umiliano la Juventus nel doppio confronto della semifinale di Coppa Italia

Coppa Italia Primavera

PRIMAVERA SHOW!

Conquistata la finale di Coppa Italia contro la Lazio

Andy Bangu: sua la doppietta alla Juve sul campo di Ivrea di alessandro latini

attere la Juventus non ha età. Dai Pulcini alla prima squadra è sempre una grande soddisfazione. Stavolta è stata la Primavera a fare lo sgambetto alla Vecchia Signora, anzi in questo caso più che di sgambetto conviene parlare di umiliazione. Eh già, perché la squadra di Leonardo Semplici ha vinto la semifinale di Coppa Italia proprio a discapito degli acerrimi rivali bianconeri. Un doppio confronto senza storia. All’andata, ad Ivrea, i baby viola si erano imposti per 2-0 grazie ad una doppietta di Andy Bangu. Bianconeri mai in partita, con il piccolo fantasista viola autore di una prodezza da fuori area e di un gol su calcio di rigore. Al ritorno la festa è stata davvero completa. Lo stadio ‘Buozzi’ di Firenze si è riempito di circa 1000 spettatori, accorsi per spin-

gere la Primavera in finale. In realtà non c’è stato molto da soffrire, perché chi si attendeva una Juventus arrembante è rimasto assai deluso. Pratica chiusa già nel primo tempo, quando Gulin, Capezzi e Fazzi hanno rifilato altri tre schiaffi alla squadra di Zanchetta. Partita chiusa, qualificazione in cassaforte ed un secondo tempo in totale controllo del match. Festa sugli spalti, cori per i baby viola, con anche una manciata di ultras accorsi a festeggiare la qualificazione (la Fiorentina mancava dalla finale dal 2011, quando vinse il trofeo). Sugli spalti tanti addetti ai lavori, compreso Eduardo Macia, il vero motore che muove l’intera organizzazione giovanile viola. Sempre in disparte, all’inizio tradiva un filo tensione, che poi se n’è andata con l’acquisizione del risultato. Macia, al termine della partita, ha tenuto a rapporto la squa-

dra per diversi minuti. Complimenti obbligatori ai ragazzi (sono arrivati poi anche quelli di Montella), ma il concetto che ha voluto trasmettere è un altro: la crescita personale di ogni singolo giocatore viene prima di una finale conquistata e di un trofeo alzato. La Fiorentina ci tiene a precisare la linea. I trionfi devono essere accompagnati dalla maturazione dei ragazzi, altrimenti non servono a niente. L’obiettivo principale della società è quello di costruire giocatori per la prima squadra. Vinceree trofei a livello giovanile deve essere solo la conseguenza. ADESSO LA FINALE. Siccome l’appetito vien mangiando, adesso la Primavera vuole davvero vincere questa Coppa. A contendergliela ci sarà la Lazio, l’unica vera avversaria di questa stagione. In campionato è fuga in classifica proprio per

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L’euforia di Leonardo Capezzi dopo il gol alla Juve sul campo delle Due Strade

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queste due squadre, con i biancocelesti che hanno un punto di vantaggio sui viola. Anche la finale si disputerà sul doppio confronto. L’andata sarà giocata a Roma il prossimo 26 febbraio, mentre sulla data del ritorno c’è ancora un punto interrogativo: la partita sarebbe prevista per il 26 marzo, ma quel giorno la prima squadra sarà impegnata in casa contro il Milan. La società viola chiederà sicuramente lo spostamento della finale di ritorno, anche perché vuole far giocare i baby viola allo stadio ‘Franchi’, dove potranno essere sostenuti da tantissimi tifosi. L’obiettivo è portare sugli spalti almeno 10.000 tifosi.

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La cantera viola è tornata a regalare giocatori al calcio italiano.

DA MATOS A CAPEZZI, PICCOLI FENOMENI CRESCONO.

IN VIOLA

Matos è diventato il simbolo della “cantera” viola: è stato il Re di Europa League della fase a gironi

di Andrea giannattasio

ndrea Della Valle aveva scelto non a caso Ryder Matos come simbolo del settore giovanile della Fiorentina. Un ragazzo nato dall’altra parte del globo, approdato giovanissimo in una sconosciuta Firenze e cresciuto anno dopo anno con pane e maglia viola. Fino ad approdare, dopo stagioni di grande sacrificio, in prima squadra. L’emblema della ‘’cantera’’ viola, il punto di riferimento per tutti i giovani del settore giovanile gigliato che sognano di ripercorrere le orme del brasiliano. E a

giudicare dagli ottimi risultati che tutte le squadre del vivaio viola stanno ottenendo, la strada imboccata è davvero quella giusta. Specie nel caso della Primavera, dove la truppa di Leonardo Semplici sta disputando una delle migliori stagioni degli ultimi anni, sotto la nuova gestione di Eduardo Macìa: un secondo posto in campionato ad una sola lunghezza dalla Lazio capolista ed una finale di Coppa Italia che mancava dal 2011 e che i gigliati si giocheranno proprio contro i biancocelesti. Un gruppo unito, quello dei baby viola, che si è cementato nel corso de-

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gli anni fin da quando lo zoccolo duro della Primavera militava ancora nei Giovanissimi Nazionali. Da allora, poi, c’è stato il periodo degli Allievi sotto la direzione di mister Guidi, quello delle telecamere di MTV (che hanno dato a questa truppa composta quasi tutta da ‘95 e ‘96 una vera e

propria ribalta nazionale) e degli iniziali contatti con la prima squadra, dove Montella per più di una volta - per competizioni come Europa League e Coppa Italia - ha fatto allenare al Centro sportivo ed ha di conseguenza poi convocato i giovani più promettenti della Primavera. I frutti più importanti, però, si stanno vedendo adesso, sul campo. Dove la Fiorentina, di settimana in settimana, continua

Fiorentina - Inter

Luca Lezzerini studia da numero uno viola Leonardo Semplici, allenatore della Primavera

a macinare punti e a mettere in risalto i suoi talenti più importanti. L’esempio più eclatante, che si sta avviando con successo a seguire la strada tracciata da Matos, è proprio il capitano della formazione di Semplici: Leonardo Capezzi. Fiorentino di Figline Valdarno, tifoso viola, cresciuto fin dalla più tenera età con la maglia viola sulle spalle e autore non più tardi di due settimane fa di uno strepitoso gol contro la

Juventus. La rivale di sempre, per lui e per Firenze. Capezzi è il giocatore che più di tutti Montella sta monitorando in questo periodo, dato che in lui rivede tutte le caratteristiche del regista puro alla Pizarro: non è quindi un caso se, fino ad oggi, Capezzi è stato l’unico giovane del vivaio viola ad esordire in prima squadra in una competizione ufficiale. La sfida col Pandurii in Romania, per il mediano, rimarrà per sempre un ricordo indelebile. Occhio però, perché tanti altri giovani sono in rampa di lancio e

ben presto potrebbero trovare il loro spazio tra i grandi: stiamo parlando di Lezzerini, che la Fiorentina fin dalla prossima stagione potrebbe nominare terzo portiere o addirittura vice-Neto in pianta stabile; altri due nomi potrebbero essere quelli dei difensoni Madrigali e Venuti (il primo centrale, l’altro terzino destro), che da mesi ormai passano abitualmente dalle parti dei ‘’campini’’. Insomma, la ‘’cantera’’ della Fiorentina promette davvero un gran bene. E di questo passo, un futuro roseo è assicurato.

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Guerre stellari

Fiorentina - Inter

Continua a il fuoco incrociato tra la famiglia Agnelli e i Tod’s: non si parla di calcio, ma del benessere dell’Italia

DELLA VALLE-ELKANN: QUESTIONE DI STILE, MA ANCHE DI SOSTANZA di francesca bandinelli

in quando era solo calcio, alla fine c’era pure di che divertirsi. Stoccate come in pedana, tra schermidori professionisti e via andare. Si disquisiva di cessioni impossibili perché l’onore conta più dei soldi, ci si scherniva di presunti “ratti” e si pontificava su contatti segreti tra allenatori e dirigenza. Diego Della Valle, patron della Fiorentina e del gruppo Tod’s ha sempre alzato la voce, è vero, ma col sorriso e la giusta dose di humor. Dall’altra parte, in fondo c’era sì John Elkann, ma in veste di presidente della Juventus. Non si parlava di economia

interna e pure la politica era lasciata ad altre stanze. Poi ci si è messo di mezzo Marchionne e pure la Fiat: i buoni propositi di lasciar correre sono finiti in mezzo al guado. Nelle ultime ore c’è stato l’ennesimo scontro, frontale e diretto. In ballo non c’è solo la questione Rcs, ultimo baluardo di una guerra fredda eterna, ma molto di più. «Le mie critiche sono rivolte ad una famiglia che ha avuto tutto e si è presa tutto quello che ha voluto dall’Italia e dagli italiani negli ultimi decenni. Nel momento del bisogno, con un paese che vive una situazione drammatica, invece di essere pronta a dare il massimo

appoggio, è scappata nella penombra per sistemare al meglio i propri affari personali. Chi si comporta in questo modo non merita nessun rispetto». Diego Della Valle non l’ha mandata a dire. A far scatenare il botta e risposta al veleno era stata una battuta di Jaki: «Non posso pensare che Diego Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs, penso che lo preoccupi la Tod’s, perché va male, è giù del 20% rispetto ai suoi concorrenti da inizio anno. Rispetto a Prada, Armani, Lvmh e Kering è un nano. E’ un’azienda di piccole dimensioni e non sta navigando bene». Roba che l’Avvocato Gianni Agnelli non ci si sarebbe mai trovato

invischiato in una situazione tanto complicata. A far infuriare Mr Tod’s non è stata l’offesa “nano”, quanto piuttosto il pressappochismo dimostrato dal rampollo di casa Agnello: «Leggo che Yaki, al ritorno da un lungo week end, ha fatto dichiarazioni trattando argomenti che notoriamente non conosce, quelli del mondo del lavoro e delle imprese che vanno bene. Qualora avesse voglia di visitare un’azienda finanziariamente solida me lo faccia sapere e lo inviterò da noi. Potrebbe anche rimanere per uno stage, visto che ha molto tempo libero, così potrà imparare cosa vuol dire lavorare per davvero».

L’imbarazzo è però persino peggiore: «Mi dispiace dovermi ultimamente contrapporre a lui - ha continuato Diego Della Valle -: lo conosco fin da bambino e non è in grado di capire che non c’è nulla di personale nelle mie prese di posizione sulla Fiat e sugli Agnelli». La saga infinita delle stoccate è destinata a durare in eterno. Proveremo, su queste pagine avvicinandoci alle (tante) gare che aspettano i viola contro la Juventus a ripercorrere le principali battaglie che hanno visto contrapposte le parti, documentandovi di ogni ulteriore passo in avanti. Perché il fuoco nemico non smette mai di sparare.

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