Il Brivido Stadio speciale Fiorentina-Genoa

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Fiorentina - genoa

{ Appunti di Viaggio

Gemelli del gol contro, Matri e GilaRdino

a pagina 4

{ L’Esclusiva

Faccenda, derby del cuore

La squadra

da pagina 6

intelligente

{ Giornata della Memoria

Viola nel cuore e ideali per cui combattere a pagina 12

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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

L’Editoriale

Con l’arrivo di Matri, Pasqual è tornato a fare cross sul fondo: suo lo zampino in tutti e tre i gol di Catania.

di ALESSANDRO RIALTI

L

o ha detto lo stesso Vincenzo Montella: «Questa è una squadra che sa quello che deve fare». Una squadra intelligente, ecco quello che ha permesso alla Fiorentina di superare anche l’accanimento persecutorio della sfortuna. Prima

S TA D I O

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Fiorentina - Genoa

CAMALEONTICI e RISOLUTORI. lo stop a Ilicic, poi quello a Gomez, infine ancora il ko di Rossi, ma in tutte queste circostanze la squadra di Montella ha reagito, con intelligenza, come se sapesse sempre quale strada alternativa prendere. Ha saputo giocare con due punte, nella prima parte del campionato, poi con una sola punta di movimento, ma anche senza punte, fino a queste ultime situazioni. Gli esterni, laddove chiamati a giocare per andare in profondità lo hanno fatto, dove invece hanno dovuto cercare di aiutare un attaccante tradizionale come Matri si sono riciclati, dimostrando che anche sul terreno del cross non sono secondi a nessuno. E’ una squadra che sa risolve re tutti i problemi: tu gli poni un rebus e Borja Valero, Pizarro e Joquin lo risolvono. Una squadra dalle mille pelli che cambia a seconda del momento e dell’avversario, una squadra

Supplemento al n. 03 de Il Brivido Sportivo Direttore responsabile Mario Tenerani

che mai è stata autenticante in difficoltà, proprio perché se anche dovesse precipitare nella giungla troverebbe la strada per tornare nel mondo civile. Del resto, sono intelligenti quelli che che sanno tagliare tutte le curve anche nei momenti difficili. La Fiorentina ci è riuscita spesso: quando ha affrontato una Roma spaziale ed ha chiuso il match tenendo i giallorossi rappresi nella propria area, quando ha rovesciato il match con la Juve passando dallo 0-2 al 4-2, quando ha vinto si campi di provincia ma anche a San Siro con il Milan, per ben due volte. Ma non è tutto, perché i viola hanno battuto anche la tradizione negativa, come accaduto in questo mese di gennaio. Doveva essere il periodo nero e loro l’hanno trasformato in quello splendente. Segnano tutti proprio perché sanno trovare anche le strade traverse. Ora hanno assorbito Matri e stanno per fare la stessa cosa con Anderson. E c’è da scommetterci che ognuno di loro continuerà a giocare in modo intelligente, per la squadra e per questo progetto che rimane il vero e

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Borja Valero, uno dei giocatori più eclettici a disposizione di Vincenzo Montella

incontrovertibile asso nella manica della Fiorentina e di Firenze. Conta la testa e non solo per segnare, ma per imparare che quello che conta è

Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Chiara Reggiani e Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it

essere sé stessi, uguali e, se necessario, anche diversi. Per questa Fiorentina non sono un problema nemmeno le parole incrociate e il cubo di Rubik: loro risolvono tutto.

Stampa TIPOARTA Foto Massimo Sestini

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Hanno collaborato Francesca Bandinelli, Giulia Bonci, Andrea Giannattasio, Michela Lanza, Duccio Magnelli, Ruben Lopes Pegna


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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

Appunti di Viaggio

Fiorentina - Genoa

All’andata, in panchina, c’era un ex viola, Liverani: adesso c’è da battere la solidità resa da Gasperini

QUANDO IL GOL SA DI RIVINCITA:

MATRI vs GILARDINO

Festival del gol al Franchi: Matri rincorre ancora il primo davanti ai suoi nuovi tifosi

di Mario Tenerani

F

ischia il gol. All’andata a Marassi furono 7 in tutto. Finì 2-5 per la Fiorentina e sulla gara incisero profondamente i bomber in campo: tra i viola doppiette di Rossi e Gomez, nel Genoa segnò Gilardino (l’altro gol fu di Lodi, oggi al Catania, su rigore). Una vendemmia di reti che rese giustizia ai grandi attaccanti protago-

nisti di quella sfida. Stavolta sarà diverso: nella Fiorentina mancheranno entrambi per i noti infortuni. Ci sarà però al loro posto il nuovo centravanti viola, Alessandro Matri: l’ex milanista, al debutto a Catania, si è presentato con una doppietta e un assist per Mati Fernandez. Meglio di così... Toccherà a lui rinverdire i fasti del trionfo di qualche mese fa a Genova. Ci sarà invece Gilardino.

Il Gila ha rischiato di tornare a Bologna, ma alla fine è rimasto con Gasperini, anche se il mercato non è ancora finito. La punta del Genoa ha sempre Firenze nel cuore, per Alber to sarebbe stato un sogno tornare,

Alberto Gilardino con la Fiorentina ha realizzato 59 gol in 149 partite.

soprattutto quando si è accorto che Gomez era box per lungo tempo. Ma la Fiorentina ha guardato altrove. Per questo e altro il Gila terrà a fare un’ottima figura davanti a quelli che fino al dicembre 2011 sono stati i suoi tifosi. MatriGilardino sarà il sale del confronto FiorentinaGenoa. Gente vera, uomini gol, punto e basta. Certo, da soli potranno fare poco, per loro conterà il gioco della squadra. E su questo terreno ci sarà un clamoroso vantaggio a favore di Matri. La Fiorentina ha una manovra sublime,

quella che ha permesso un esordio di cachemere al viola domenica scorsa a Catania. Infatti lui stesso a fine gara non ha avuto problemi ad ammettere: «Giocare qui, con compagni che creano così tante occasioni, è facile...”. Non può dire altrettanto Gilardino, anche se dopo l’avvento di Gasperini al Genoa le cose sono cambiate e in meglio. Qualche palla in più di prima arriva là davanti, ma niente è paragonabile alla produzione copiosa della Fiorentina. Il senso di una partita è racchiuso nel gol, con questi due signori dell’area di rigore lo spettacolo dovrebbe essere assicurato. Ma se Matri si confermasse e Gilardino rimandasse all’impegno successivo la sua vena realizzativa, il senso dei tifosi viola sarebbe veramente compiuto...


Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

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Fiorentina - Genoa

Aspettando Mario

Il bomber tedesco è volato in Germania, ricevendo rassicurazioni dal suo Ct in chiave Mondiale.

ATTESA INFINITA:

PER GOMEZ RIENTRO RIMANDATO. di Andrea Giannattasio

A

ppuntamento rimandato. Anche contro il Genoa Mario Gomez non ci sarà. Ennesimo ritardo per l’attaccante tedesco, che nonostante la guarigione al legamento continua ad avvertire fastidio al ginocchio ogni volta che corre o calcia il pallone. Sempre meno, dobbiamo dirlo. Ma ancora sufficiente per procrastinare almeno di altri sette giorni il ritorno del suo nome nella lista dei convocati. Nel corso delle ultime settimane sono stati evidenti i progressi del numero 33, che dopo l’intenso lavoro in palestra (dove peraltro è stato seguito passo passo dal fisioterapista di fiducia di Rossi Luke Bongiorno, prima che questi volasse negli USA per assistere

Mario Gomez deve rimandare ancora il suo rientro in campo. Il Ct tedesco, però, l’ha rassicurato in vista del Mondiale.

Pepito nel recupero al legamento mediale) si è anche sottoposto ad un’ennesima visita di controllo a Firenze che ha certificato i notevoli progressi all’infiammazione alla zampa d’oca. L’atteso consulto però, programmato da tempo, non ha rilasciato al giocatore il via libero definitivo per poter tornare ad allenarsi coi compagni. Un esito dolce amaro per il giocatore, costretto a ritardare ancora il proprio ritorno in campo, così come per i tifosi, che dopo aver riscoperto in Matri un bomber di sicuro affidamento attendono con ansia di riabbracciare il loro numero 33 per una coppia-gol che si annuncia esplosiva. Per fortuna però, oltre a noiose sedute atletiche in solitaria, le occasioni per svagarsi non sono mancate negli ultimi giorni a Gomez, che nell’ultima settimana è volato in Germania prima per registrare uno spot televisivo per una nota bevanda in vista dei prossimi Mondiali e poi è tornato direttamente nella sua Monaco per un incontro programmato dalla Federazione tedesca. Ad accogliere superMario c’era il ct Joachim Löw, che si è sincerato con l’attaccante

a proposito del suo stato di forma e lo ha poi rassicurato in vista della coppa del Mondo brasiliana: la maglia numero 23 della Germania sarà sicuramente sua. Nel mezzo, anche il tempo per una breve intervista sulla sua, sin qui, sfortunatissima avventura in viola, in cui Gomez però ha continuato a mandare messaggi d’amore a Firenze («In Italia vivo molto bene, non è stato affatto difficile ambientarmi perché Firenze è una città fantastica e meravigliosa sotto il profilo dell’arte. Sono davvero entusiasta») ed un nuovo taglio di capelli, confezionato non più tardi di dieci giorni fa presso un noto hair-stylist del centro storico. Mario, insomma, continua a veleggiare a grandi passi verso il ritorno in campo, che per quanto possa sembrare a tutt’oggi un miraggio è sempre più vicino. I tempi ormai sono noti: soltanto quando ci sarà il via libera per il suo rientro in gruppo, potrà partire il conto alla rovescia definitivo. Dieci-quattordici giorni al massimo e la maglietta viola di Gomez tornerà a brillare sul terreno di gioco. Ormai si è fatto 30, aspettiamo 31. Anzi, il 33.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

L’Esclusiva

Fiorentina - Genoa

A tu per tu con il doppio ex, che parla di Matri e Gilardino,

MARIO FACCENDA: “FIORENTINA-GENOA?

Mario Faccenda, doppio ex, è rimasto legato ad entrambe le città, Firenze e Genoa. di MICHELA LANZA

“C

’è chi lo chiama Mario, c’è chi lo chiama Faccenda, noi lo chiamiam Leggenda”. Quale tifoseria e quale città sono in grado di dedicare un coro così ‘grande’, così importante ad un giocatore che, per bocca dell’opinione pubblica, faceva parte di una fascia di secondo livello? Non era certo Roberto Baggio o Carlos Dunga, Mario Faccenda. Eppure, ha saputo conquistarsi le simpatie di Firenze e dei tifosi della Fiorentina, grazie alla sua serietà, alla sua grande professionalità e a prestazioni convincenti. Questa settimana il Brivido Sportivo ha deciso di intervistarlo in esclusiva, in virtù del suo ruolo di doppio ex, visto che ha militato per ben sei anni nel Genoa (1981-1987) e cinque

nella Fiorentina (1989-1994). Ecco come Faccenda ha presentato il match che andrà in scena questa sera al Franchi e non solo. Faccenda, questa sera si troveranno di fronte Fiorentina e Genoa. I liguri arrivano da una vittoria importante contro l’Inter, i viola devono continuare a vincere per inseguire il terzo posto. Cosa si aspetta da questa sfida? «È chiaro che la Fiorentina sia avvantaggiata e che il campionato che stanno facendo i viola è nettamente superiore a quello del Genoa.I rossoblu’ hanno battuto l’Inter, ma hanno avuto anche un po’ di fortuna. Ho visto la partita, l’Inter ha creato e sbagliato un’infinità di palle gol e poi ha trovato sulla sua strada un grande portiere, seppur giovane, come Perin. Insomma, sulla carta stasera non ci sarà

partita: se la Fiorentina giocherà come sa, non ci sarà scampo per il Genoa. Ma ovviamente i viola dovranno stare attenti perché nel calcio – si sa – non c’è mai niente di scontato». La sfida nella sfida tra Gilardino (ex viola) e Matri. Da ex difensore, che dice di questi due bomber? «Gilardino e Matri sono due grandi attaccanti, seppur con caratteristiche diverse. Gila è più un uomo d’area di rigore. Se gli capita una palla vacante, lui non sbaglia e colpisce ‘a freddo’: è implacabile in area. La difesa viola dovrà fare molta attenzione. Matri, invece, è più un attaccante di movimento, di manovra, forte fisicamente, ma che ama svariare su tutto il fronte d’attacco. Non è uno che stazione in area. Visto il campionato che sta facendo Gila e l’esordio di Matri in viola (2 gol in 45 minuti), sarà una bella sfida (ammesso che Matri scenda in campo)». Secondo lei, in virtù degli infortuni di Rossi e Gomez (che comunque dovrebbe rientrare presto), la Fiorentina acquisterà un’altra punta oltre a Matri, oppure resterà così, ovvero con l’ex milanista, il tedesco, e due giovani come Matos e Rebic? «Non

credo che la Fiorentina abbia bisogno di intervenire ancora sul mercato per quanto riguarda l’attacco. C’è Matri, sta per rientrare Mario Gomez, ha Matos e pure Rebic, due giovani che ho visto giocare anche in Coppa Italia e che stanno facendo bene.

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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

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Fiorentina - Genoa

L’Esclusiva

di mercato e di quella finale con la Juve rimasta indigesta

E’ LA SFIDA CHE PIU’ MI FA BATTERE IL CUORE” Insomma, intervenire per andare a prendere un altro giovane, no: in rosa ci sono già. Intervenire per andare a prendere un altro giocatore esperto per poi relegarlo in panchina… mah, non so quanto possa convenire alla società. Un discorso del genere, se verrà fatto, è solo per paura di nuovi

infortuni: se la società vuole stare più tranquilla, senza aver paura di compromettere la corsa alla Champions, allora potrebbe acquistare una punta esperta, che non guadagni molto e che non crei problemi in panchina. Altrimenti non ha senso pensare ancora alla fase offensiva». E per quanto riguarda gli altri reparti? «Sono curioso di vedere all’opera Anderson, un giocatore che la Fiorentina ha preso e che per le sue caratteristiche potrà fare molto bene in questa squadra. Non gioca da un po’, ma le motivazioni e le qualità che può mettere al servizio della Fiorentina, saranno determinanti ai fini del suo rendimento. La Fiorentina sta facendo davvero un ottimo mercato». Si parla molto anche di un rinforzo in difesa. Dopo Burdisso, Musacchio, Vidic, e tanti altri ancora, sono usciti fuori altri due nomi: Mexes e Zaccardo. «Sono nomi importanti, di due elementi completamente diversi. Il francese è un centrale puro, di grande esperienza. L’ex campione del mondo, invece, è più un terzino che si può adattare a giocare anche al centro e, quindi, un giocatore che può ricoprire due ruoli. Anch’egli con tanta esperienza. Sono convinto che entram-

bi farebbero comodo alla Fiorentina, perché un uomo d’esperienza in difesa, a mio modo di vedere, serve. Il ritorno di Dainelli? Tornare in un ambiente in cui si è già stati è sempre difficile. Dipende, se accetta la panchina non ci sono problemi. Altrimenti… Però sono convinto di una cosa». Cosa? «Alla fine prenderanno un difensore che nessuno ha mai nominato. Capita spesso di sentire e leggere tanti nomi, talvolta fatti apposta per sviare l’interesse su altri giocatori in fase di calciomercato, e poi ritrovarsi ad accogliere qualcuno che nessuno si aspettava. In qualunque caso, sono fiducioso: la società viola – ripeto – sta lavorando molto molto bene». Un suo ricordo degli anni in cui ha vestito la maglia del Genoa e uno dei suoi anni fiorentini? «A Genova ho passato anni bellissimi, compreso il primo da professionista. E come si dice in questi casi: il primo anno non si scorda mai… Per questo è una maglia che non potrò mai dimenticare, che mi è rimasta nel cuore. La Fiorentina, poi, mi ha dato la possibilità di trascorrere altri cinque anni molto belli e intensi, sul finire della mia carriera. E a Firenze, città magnifica, sono stato talmente bene, che ho deciso di rimanerci a vivere. E poi, come dimenticare la mia canzone, quella che mi hanno dedicato i tifosi viola e che per me è sempre stata motivo d’orgoglio». Non è possibile non ricordare, tra le

altre cose, la Coppa Uefa sfiorata del 1990. La vostra Fiorentina è stata la squadra ad essere andata più vicina ad alzare quel trofeo… «Per la finale non c’ero, ma quel percorso rimarrà indelebile in ognuno di noi. Anche se in campionato stentammo, tanto da salvarci all’ultima giornata, in Coppa Uefa facemmo un cammino incredibile. Eravamo quotati. Purtroppo incappammo nella Juventus e la partita disputata a Torino per la finale d’andata (con un arbitraggio quantomeno dubbio) ci complicò la vita. Chi se lo dimentica il gol di Casiraghi viziato da una spinta su Celeste Pin. E poi ci mandarono ad Avellino, un covo di juventini. Fu come giocare in trasferta. Peccato, peccato davvero. Se fossimo stati più fortunati, se nella gara di ritorno fossimo passati in vantaggio subito, magari le cose sarebbero potute andare diversamente e, seppur io non fossi in campo, avrei fatto follie per poter portare quella coppa a Firenze. Era anche mia». Ma quest’anno la Fiorentina di Montella…? «Si, i ragazzi hanno la possibilità di vendicare quella sconfitta. Ma anche quest’anno troveranno sul loro percorso la Juventus. I bianconeri sono avvantaggiati, sono la squadra più forte. Ma la Fiorentina ha dimostrato di avere le carte in regola per avere la meglio. Del resto i viola, insieme alla Roma, sono gli unici ad aver battutoi bianconeri di Conte».

31 Gennaio 7-8 Febbraio e 1° Febbraio KYRA

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1^ giornata Andata 24/08/2013 2-1 0-1 2-0 2-1 2-1 0-2 3-0 0-0 2-0 2-1

4^ giornata Andata 22/09/2013 0-2 1-2 2-2 0-0 2-1 0-0 2-1 1-2 2-0 0-7

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9/02/2014

Atalanta - Fiorentina Bologna - Torino Cagliari - Sampdoria Catania - Parma Chievo - Udinese Genoa - Livorno Juventus - Verona Milan - Napoli Roma - Lazio Sassuolo - Inter

12^ giornata Andata 10/11/2013 2-1 2-1 1-0 0-0 2-1 2-0 2-0 3-0 1-1 1-1

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Ritorno

Ritorno 30/03/2014

Atalanta - Bologna Cagliari - Torino Catania - Udinese Chievo - Milan Fiorentina - Sampdoria Genoa - Verona Inter - Livorno Juventus - Napoli Parma - Lazio Roma - Sassuolo

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Ritorno 19/01/2014

Verona - Milan Sampdoria - Juventus Inter - Genoa Cagliari - Atalanta Lazio - Udinese Livorno - Roma Napoli - Bologna Parma - Chievo Torino - Sassuolo Fiorentina - Catania

5^ giornata Andata 25/09/2013 3-3 1-2 2-1 3-1 1-1 1-1 4-3 0-2 2-2 1-0

-

24/11/2013 1-1 0-2 1-1 0-1 0-0 1-1 2-0 4-1 1-0 0-1

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1/09/2013

0-1

2-4

2-4

4-1

0-1

3-0

0-1 3-2

2-0

0-3

0-3

2-2

2-5

2-1

3-1

2-0

1-4

3-0

3-1

Ritorno 16/02/2014

Bologna - Milan Chievo - Juventus Inter - Fiorentina Lazio - Catania Livorno - Cagliari Napoli - Sassuolo Parma - Atalanta Sampdoria - Roma Torino - Verona Udinese - Genoa

13^ giornata Andata

2^ giornata Andata

2-2

2-0 2-2 0-2 1-0 5-0 2-2 0-1 2-1

Bologna - Inter Livorno - Juventus Milan - Genoa Napoli - Parma Roma - Cagliari Sampdoria - Lazio Sassuolo - Atalanta Torino - Catania Udinese - Fiorentina Verona - Chievo

Chievo - Napoli Juventus - Lazio Roma - Verona Atalanta - Torino Bologna - Sampdoria Catania - Inter Genoa - Fiorentina Milan - Cagliari Sassuolo - Livorno Udinese - Parma

29/9/2013 2-0

06/04/2014

26/01/2014

6^ giornata Andata

1-1

Ritorno

-

-

1-1 2-2 1-3 3-0 4-3 1-1 1-1 1-0 2-4 1-1

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Ritorno 23/02/2014

Atalanta - Udinese Cagliari - Inter Catania - Chievo Fiorentina - Parma Genoa - Napoli Milan - Sampdoria Roma - Bologna Sassuolo - Lazio Torino - Juventus Verona - Livorno

14^ giornata Andata 01/12/2013

Ritorno

Ritorno 13/04/2014

Atalanta - Roma Cagliari - Sassuolo Catania - Milan Chievo - Livorno Fiorentina - Verona Genoa - Torino Inter - Sampdoria Juventus - Udinese Lazio - Napoli Parma - Bologna

3^ giornata Andata 15/09/2013 1-1 1-1 3-0 2-0 2-0 1-3 0-3 2-2 1-1 2-0

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Ritorno 02/02/2014

Fiorentina - Cagliari Inter - Juventus Lazio - Chievo Livorno - Catania Napoli - Atalanta Parma - Roma Sampdoria - Genoa Torino - Milan Udinese - Bologna Verona - Sassuolo

7^ giornata Andata 6/10/2013 1-4 1-1 0-1 0-3 3-2 0-0 4-0 3-1 2-2 2-0

-

Bologna - Verona Catania - Genoa Chievo - Atalanta Inter - Roma Juventus - Milan Lazio - Fiorentina Napoli - Livorno Parma - Sassuolo Sampdoria - Torino Udinese - Cagliari

15^ giornata Andata 8/12/2013 0-2 2-1 3-3 2-2 3-3 2-1 2-0 0-1 1-0 2-1

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Ritorno 2/03/2014

Ritorno 19/04/2014

Bologna - Juventus Cagliari - Genoa Inter - Parma Livorno - Milan Napoli - Udinese Roma - Fiorentina Sampdoria - Catania Sassuolo - Chievo Torino - Lazio Verona - Atalanta


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la CLASSIFICA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Juventus Roma Napoli Fiorentina Inter Verona Torino Parma Lazio Genoa

8^ giornata Andata 20/10/2013 2-1 2-1 4-2 2-1 1-2 1-0 2-0 2-1 3-3 3-2

-

0-0 0-1 3-0 1-1 4-0 2-0 2-2 4-2 0-0 0-2

-

55 47 43 40 32 32 29 29 27 26

in casa v n

p

g

10 10 0 11 9 2 10 7 2 9 6 2 10 5 4 10 8 0 10 4 5 10 4 4 9 6 1 10 5 3

0 0 1 1 1 2 1 2 2 2

10 9 10 11 10 10 10 10 11 10

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Ritorno 9/03/2014

Atalanta - Lazio Cagliari - Catania Fiorentina - Juventus Genoa - Chievo Livorno - Sampdoria Milan - Udinese Roma - Napoli Sassuolo - Bologna Torino - Inter Verona - Parma

16^ giornata Andata 15/12/2013

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Ritorno 27/04/2014

Catania - Verona Chievo - Sampdoria Fiorentina - Bologna Genoa - Atalanta Juventus - Sassuolo Lazio - Livorno Milan - Roma Napoli - Inter Parma - Cagliari Udinese - Torino

in trasferta v n p

8 5 6 6 3 2 3 3 1 2

1 3 2 2 4 2 3 4 5 2

1 1 2 3 3 6 4 3 5 6

9^ giornata Andata 27/10/2013 1-0 0-0 1-0 4-2 2-0 2-0 2-0 3-2 1-0 0-1

-

1-4 1-0 1-1 1-0 1-2 4-0 1-1 0-1 4-1 4-1

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partite totali v n p

20 20 20 20 20 20 20 20 20 20

18 14 13 12 8 10 7 7 7 7

1 5 4 4 8 2 8 8 6 5

1 1 3 4 4 8 5 5 7 8

Gol f

s

50 42 43 37 38 34 33 31 26 20

14 10 22 20 24 31 27 27 28 24

Ritorno 16/03/2014

Bologna - Livorno Catania - Sassuolo Chievo - Fiorentina Inter - Verona Juventus - Genoa Lazio - Cagliari Napoli - Torino Parma - Milan Sampdoria - Atalanta Udinese - Roma

17^ giornata Andata 22/12/2013

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Ritorno 4/05/2014

Atalanta - Juventus Bologna - Genoa Cagliari - Napoli Inter - Milan Livorno - Udinese Roma - Catania Sampdoria - Parma Sassuolo - Fiorentina Torino - Chievo Verona - Lazio

P 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

Milan Atalanta Sampdoria Cagliari Udinese Chievo Bologna Sassuolo Livorno Catania

10^ giornata Andata 30/10/2013 1-1 0-3 1-2 1-0 4-0 3-3 1-1 1-0 1-2 2-0

-

2-0 0-0 1-0 2-0 3-0 1-0 3-0 2-0 3-1 1-3

-

in casa v n

p

g

10 10 10 10 10 10 11 10 10 10

5 6 3 4 4 2 2 3 2 3

2 2 4 2 5 6 3 6 5 3

10 10 10 10 10 10 9 10 10 10

3 2 3 4 1 2 6 1 3 4

Ritorno 23/03/2014

Atalanta - Inter Cagliari - Bologna Fiorentina - Napoli Genoa - Parma Juventus - Catania Livorno - Torino Milan - Lazio Roma - Chievo Sassuolo - Udinese Verona - Sampdoria

18^ giornata Andata 06/01/2013

25 24 21 21 20 17 17 17 13 13

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Ritorno 11/05/2014

Catania - Bologna Chievo - Cagliari Fiorentina - Livorno Genoa - Sassuolo Juventus - Roma Lazio - Inter Milan - Atalanta Napoli - Sampdoria Parma - Torino Udinese - Verona

in trasferta v n p

1 1 2 0 2 2 1 1 1 0

4 1 3 5 1 3 2 4 1 0

5 8 5 5 7 5 6 5 8 10

g

20 20 20 20 20 20 20 20 20 20

11^ giornata Andata 03/11/2013 0-0 0-2 1-0 0-2 2-1 0-1 3-4 1-1 0-3 2-1

-

2-1 0-0 1-4 1-1 0-3 4-0 3-0 4-3 0-0 0-3

-

6 7 5 4 6 4 3 4 3 3

7 3 6 9 2 5 8 5 4 4

7 10 9 7 12 11 9 11 13 13

Gol f

s

32 21 24 19 20 15 19 21 16 13

30 29 31 29 31 26 35 43 36 37

Ritorno 26/03/2014

Bologna - Chievo Lazio - Genoa Livorno - Atalanta Milan - Fiorentina Napoli - Catania Parma - Juventus Sampdoria - Sassuolo Torino - Roma Udinese - Inter Verona - Cagliari

19^ giornata Andata 12/01/2014

partite totali v n p

Ritorno 18/05/2014

Atalanta - Catania Bologna - Lazio Cagliari - Juventus Inter - Chievo Livorno - Parma Roma - Genoa Sampdoria - Udinese Sassuolo - Milan Torino - Fiorentina Verona - Napoli


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Fiorentina - Genoa

Probabili Formazioni

MATRI CONTRO GILA: SFIDA A SUON DI GOL di Giulia Bonci

D

opo la vittoria contro il Catania per 3-0 la Fiorentina incontra il Genoa e Montella, ancora una volta, dovrà affrontare un’emergenza. A questo giro ad andare in affanno, per infortuni e squalifiche, è la difesa. Orfana di Gonzalo Rodriguez (squalificato per somma di ammonizioni) e Tomovic (infortunato), la retroguardia viola dovrà cercare di mantenere i tanti minuti di imbattibilità guadagnati nelle ultime partite. Da questo punto di vista Neto, da preoccupazione, è diventato un vero e proprio punto di riferimento per il reparto arretrato. Un netto miglioramento quello del n°1 della Fiorentina che ha dimostrato, oltre alle grandi doti tecniche, anche un carattere di ferro reagendo con intelligenza

alle numerose critiche ricevute. Davanti a lui dovrebbero scendere in campo Pasqual, Savic, Compper e Roncaglia con quest’ultimo che andrebbe a sostituire il giocatore serbo. Il centrocampo, con il rientro di Aquilani, che però potrebbe restare fuori e l’arrivo di Anderson dallo United, è l’unico reparto che in questo momento non pare in affanno. Montella ha tutte le carte a disposizione e può tranquillamente scegliere. Partendo dal diktat “gioca chi sta meglio e dà più garanzie” i titolari dovrebbero essere l ’i m p re s c i n d i b i l e Borja Valero, Am-

brosini e il ritrovato Pizarro, in grandissima forma contro il Catania. Capitolo attacco. Dopo la paura per il presunto problema muscolare (polpaccio) di Matri, Montella, può tornare ad affidarsi alla sua “mitraglia d’attacco”. Con il 4-3-3 e il neo acquisto viola unica punta, sugli

esterni dovrebbero essere confermatissimi Juan Manuel Vargas e Cuadrado pronti a servire al meglio l’ex Milan. Una partita importante quella del Franchi contro l’ex Gilardino che deve servire alla squadra per mantenere la scia del Napoli e puntare dritto al terzo posto.

Fiorentina - GENOA

STADIO Artemio Franchi ORE 20,45 Vargas

Fiorentina 4-3-3 Matri

Cuadrado Borja Valero Pizarro Pasqual Ambrosini Savic Compper Roncaglia Neto

1 Neto 4 Roncaglia, 5 Compper, 15 Savic, 23 Pasqual 21 Ambrosini, 7 Pizarro, 20 Borja Valero 11 Cuadrado, 32 Matri, 66 Vargas Allenatore: Vincenzo Montella

La Taverna di

Castruccio

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Genoa 3-4-3 1 Perin 3 Antonini, 4 De Maio, 15 Marchese 20 Vrsaljiko, 91 Bertolacci 27 Matuzalem, Antonelli

Via Pisana 129/a, Scandicci (FI)

tel. 055 751198

18 Fetfatzidis, 11 Gilardino 29 De Ceglie Allenatore: Gasperini

Fetfatzidis

De Ceglie

Gilardino

Vrsaljiko Bertolacci Matuzalem Antonini Antonelli De Maio Marchese Perin


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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

Giornata della memoria

V

IC

UCCISI PER UN IDEALE.

MA IN CAMPO C’ERA SOLO LA FIORENTINA.

di Ruben Lopes Pegna

ittorio Staccione, Bruno Neri e Armando Frigo. Forse questi nomi dicono poco a molti tifosi viola. Ma noi li ricorderemo per sempre questi tre ex giocatori della Fiorentina (i primi due hanno giocato anche insieme) uccisi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale. E’ per non dimenticare le atrocità e la ferocia di Hitler e dei suoi seguaci che l’Italia, con una legge del 2000, ha istituito, al pari di altre nazioni, il Giorno della Memoria per ricordare tutte le vittime dell’Olocausto. La data scelta è stata quella del 27 gennaio (domani), perché quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di concentramento di Aushwitz in Polonia, il luogo simbolo del genocidio nazista. I tre ex giocatori viola uccisi erano o oppositori politici (Staccione) o partigiani (Neri) o membri dell’esercito italiano (Frigo) che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 tra l’Italia e gli angloamericani, si schierarono contro i tedeschi, ex alleati. VITTORIO STACCIONE. Nasce a Torino il 9 aprile 1904. Arriva a Firenze nella primavera del 1927 (gioca con la Fiorentina anche alcune amichevoli prima della pausa estiva) dal Torino con cui aveva conquistato proprio nel 1926/27 lo scudetto, poi revocato. In riva all’Arno resta per 4 stagioni, dal 1927/28 al 1930/31, contribuendo proprio nell’ultima di queste alla promozione dei

Fiorentina - Genoa

zisti nei pressi dell’eremo di viola in serie A. Totalizza 95 gettoni di presenza Gamogna sull’Appennino in campionato con la tosco-romagnolo. casacca gigliata. A FiARMANDO FRIGO. Nasce renze Staccione vive a Clinton negli Stati Uniti il un autentico dramma 5 agosto 1917 da emigrati familiare di proporzioni italiani. Quando ha 8 anni enormi. Conosce Giulia torna con i suoi genitori a Vannetti, una ragazza di Vicenza. Proprio dal VicenFiesole, e la sposa. Poco za lo acquista la Fiorentina dopo i due aspettano nell’estate del 1939. Il meBruno Neri aderisce una figlia. La piccola Maall’Organizzazione per la Vittorio Staccione, deportato Armando Frigo catturato diano rimane a Firenze per ria Luisa muore subito Resistenza Italiana. Muore nel campo di concentramento dai nazisti viene subito 3 stagioni, fino al 1941/42, dopo il parto. E pochi per le ferite riportate in uno austriaco di Mauthausen, fucilato insieme ad altri collezionando 46 gettoni giorni dopo, sempre scontro con i nazisti. muore nel marzo 1945. due ufficiali italiani. di presenza in campionato per le conseguenze del e segnando 6 gol. Vince anparto, muore anche Giulia. Per osi pestaggi che gli provocano dell’incontro con l’Admira Viche la Coppa Italia del 1939/40, Staccione è un momento davprofonde ferite alla gamba desenna, vinto dalla Fiorentina pur non disputando la finale con vero difficile. Nell’estate del 1931 tra, degenerate poi in cancrena. per 1-0 con un gol di Petrone. il Genova. Poi viene ceduto allo (quindi senza giocare in serie A L’ex mediano viola muore, poco Prima dell’incontro è l’unico Spezia in serie B e lì gioca nella né nel nuovo stadio) viene ceprima del fratello Francesco, nel giocatore a non tendere il bracduto in serie B al Cosenza dove stagione 1942/43. Frigo è quindi marzo 1945. cio e a non fare il saluto romano resta 3 stagioni. Nel 1934/35 arruolato nell’esercito italiano. BRUNO NERI. Nasce a Faenza il come tutti gli altri. Comunque conclude la sua carriera nel Segue la scuola per ufficiali e 12 ottobre 1910. La Fiorentina lo ciò non impedisce al mediano Savoia di Torre Annunziata in diventa sottotenente. Quando acquista dalla squadra della sua viola di disputare da giocatore prima divisione. A 31 anni lascia viene firmato l’armistizio dell’8 città nell’estate del 1929. Resta gigliato 2 partite nella Nazioil calcio e torna nella sua Torino, settembre 1943 si trova a Crkvice a Firenze per 7 stagioni, fino al nale B. Ne gioca anche 3 nella dove inizia a lavorare come opin Croazia e lì rimane a combat1935/36 (poi viene ceduto alla Nazionale maggiore, 2 quando eraio. Nel contempo aderisce tere contro i tedeschi. Ma appeLucchese e giocherà quindi nel è alla Lucchese e una quando alle organizzazioni antifasciste na due giorni dopo è catturato Torino e di nuovo nel Faenza). è al Torino. Neri si avvicina nel della sua città e vi collabora atdai nazisti e subito fucilato inColleziona con la maglia viola contempo agli ambienti antitivamente. Schedato dall’Ovra, la sieme ad altri tre ufficiali italiani. 189 presenze in campionato, fascisti. Poi, dopo l’armistizio polizia segreta del regime, viene Tra i documenti che Frigo ha in 131 delle quali in serie A (segna dell’8 settembre 1943, aderisce più volte arrestato ma sempre tasca al momento dell’uccisione anche un gol) e contribuisce all’Organizzazione per la Rerilasciato. Il 13 marzo 1944 viene, (a poco più di 26 anni) e che vennel 1930/31 alla promozione sistenza Italiana con il nome di però, catturato insieme al fratello gono riconsegnati alla famiglia dei gigliati. C’è una foto di Neri battaglia di Berni. Diviene vice Francesco dalle SS e deportato c’è anche la sua tessera di giocapassata alla storia nel giorno comandante del battaglione nel campo di concentramento tore della Fiorentina, la squadra dell’inaugurazione ufficiale del Ravenna. Muore il 10 luglio 1944 austriaco di Mauthausen. Gli che più di tutte gli era rimasta nuovo stadio di Firenze il 13 in seguito alle ferite riportate in viene assegnato il numero di matricola 59160. Subisce numernel cuore. settembre 1931 in occasione uno scontro a fuoco con i na-

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Il Pungiglione

Ammonizioni ed espulsioni al contagocce: e intanto i giocatori viola finiscono in infermeria

MA LE API SONO NEI TASCHINI DEGLI ARBITRI? di Giampiero Tosi Le aggressioni che si subiscono in campo sembran quasi chirurgiche. Agazzi ci fa fuori Gomez (niente rigore e niente ammonizione, fallo di gioco ritenuto normale), Rinaudo Ici fa fuori Pepito (fallo da dietro a palla lontana, per molto meno Onazi è stato buttato fuori in Udinese-Lazio, il livornese solo ammonito ed è grasso che cola), Rinaudo II ci fa fuori Tomovic (solo ammonito), Spolli passeggia volontariamente sulla testa di Matos (niente, tutto regolare con l’arbitro a due metri), le pedate che si piglia Cuadrado ad ogni partita sono innumerevoli, ma l’espulso direttamente (Napoli, ed il modo ancor ci offende) o per somma di ammonizioni, è sempre lui. L’ultimo episodio, quello di Spolli è veramente clamoroso. Potrei arrivare a capire che, in diretta, un arbitro possa avere un’impressione sbagliata (ma c’era il guardalinee ad un passo dall’evento e come sono scattati indignati Fagorsi ed il dottore, possibile che lui non abbia visto?). Però che dopo, e dopo aver presumibilmente rivisto alla moviola l’episodio, come l’han visto milioni di italiani, l’ineffabile Banti da Livorno, risponda via fax che lui aveva visto tutto e che tutto era regolare, impedendo l’applicazione della prova televisiva (il giudizio dell’arbitro non può essere sovvertito da niente), è roba da apertura dell’ufficio inchieste. Per questo le api hanno questa volta un bersaglio ben definito, il suddetto Banti e tutta la categoria arbitrale che, ben lungi dal proteggere adeguatamente chi gioca a calcio, lo penalizza invece visibilmente non sappiamo sulla base di quale logica maligna. Correte api, sciamate, e pungete, senza pietà e remissione.

Fiorentina - Genoa

I’Nonno Pilade

CHE GODURIA L’URTIME PARTITE, CHE SON BRIAHO? E sembra d’esse’ ni’ Vietnamme ‘n Mashe che un son le patae mascè quelle co’ i’ latte, ma quell’ospedali da campo, come ‘n qui’ firme famoso a que’ tempi, quando i’nonno e gli andaa ancora che parea un leprotto. E si contano e feriti, quello con la rotula sghemba, quell’artro co’ i’ ginocchio ‘n Ameriha, quell’artro ancora che ce l’ha ‘n Italia ma ogni tanto e fa la scappatina ‘n Germania pe’ fassi fa’ gl’impacchi dallo sciamano, quello novo che appena gli arria, dopo un minuto e gni si stira i’ porpaccio! Oh, andiamo a facci benedire, e a fassi benedire pe’ non di’ peggio mandiamo quest’arbitri prezzolati che a quegli artri e gni lascian fare anche le camminate su’ i’ capo della gente e a noi e ci sverzan cartellini gialli appena e si respira più forte! Meglio un pensacci se no e mi viene i’ mar di fegato anche n’un periodo ‘ndo e pare tutto rosa. Nell’urtime cinque partie tredici punti, otto go’ fatti e zero subiti!! O che ci s’ha a credere? O che è vero? E un ci si sveglia miha, vero? Se fossi briaho lasciaemi fare, anzi mettetemelo ‘n vena iCChianti (ma di quello bono, e un fate e pidocchi!) così la un mi passa e magari e arrio briaho fino allo scudetto! ‘Nvece e gli è vero, e mi pizzicotto e sento male e poi, un n’esageriamo, quando e son briaho e me n’accorgo ancora. E allora e si seguita, ora e c’è da provare anche i’brasiliano novo, quello che gli avea le trecce e ora e ci ha la cresta (ma un taglio normale da ragazzino di’ primo banco, no?). E s’ha a pettina’ come gni pare, basta che giochi bene e lui e giohava bene, poi i’solito ginocchio (o che c’è un Rinaudo anche ‘n Premier Lig?), quarche mangiaa, quarcos’artro, ‘nsomma e gli è da rigenerare anche lui. E s’appricherà i’protocollo Inca, quello di Vargasse che gli è diventao secco che pare un artro. Montella e gli è bravo e se anche Anderson e ritorna icche gli era e son volatili pe’ diabetici (pe’ non di’ cazzi amari, uh, e l’ ho detto!) pe’ tutti. E si ricomincia da’ i baloccaio, e gni se n’è dai cinque ‘n casa sua o che ne vo’ meno da noi? Ma un n’esageriamo, l’importante gli è continuare come e s’è cominciao i’ ritorno, e vanno bene anche tre soli, basta che un ne faccian punti loro, così i’ nonno e patisce poho. Ma che siete sicuri che un son briaho? Eppure a dammi e pizzicotti e sento male. Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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Il Brivido Sportivo STADIO - 26 gennaio 2014 -

Amarcord

QUEL 7-1 CHE E’ ANCORA NEI RICORDI DEI TIFOSI

di Ruben Lopes Pegna

P

oche volte le partite tra Fiorentina e Genoa hanno tradito le aspettative dei tifosi. Quasi sempre hanno regalato spettacolo e reti come la sfida dello scorso 17 marzo vinta dai viola per 3-2. Al gol di Aquilani al 33’ del primo tempo i rossoblu replicano con la rete di Portanova al 13’ della ripresa. Poi Cuadrado 4 minuti dopo riporta in vantaggio la formazione di Montella. Ma al 24’ il Genoa pareggia di nuovo con Antonelli prima del definitivo 3-2 al 32’ grazie a un’autorete dell’ex Cassani. Ma ci sono state partite tra le due squadre che non si possono dimenticare neanche a distanza di oltre mezzo secolo e che sono davvero passate alla storia. Ci riferiamo all’incontro del 28 dicembre 1958 valido per la tredicesima giornata.

Fuorigioco

Allora non c’erano pause natalizie durante il campionato. Si giocava sempre e comunque. Quel giorno il tecnico viola, l’ungherese Lajos Czeizler, il sostituto di Fulvio Bernardini che aveva portato la Fiorentina alla conquista dello scudetto, a due secondi posti e alla disputa della finale di Coppa dei Campioni, manda in campo la seguente formazione: Sarti; Robotti, Castelletti; Chiappella, Cervato, Orzan; Hamrin, Gratton, Montuori, Lojacono, Petris. Nelle file rossoblu c’è tra gli altri il terzino destro Ardico Magnini (schierato però quel giorno da mediano con la maglia numero quattro), che proprio quell’anno ha lasciato Firenze, dopo avere conquistato nel 1955/56 il primo storico scudetto. Il giocatore è emozionato come non mai. La partita promette spettacolo sin dall’inizio. Non passa che un minuto dal fischio d’inizio dell’arbitro Moriconi di Roma

che Beppe Chiappella porta in vantaggio i gigliati. La Fiorentina insiste in avanti, mentre il Genoa non riesce a rendersi pericoloso più di tanto. Al 35’ i viola così raddoppiano grazie a un gol di Gianfranco Petris. A due minuti dal riposo è Miguel Montuori a timbrare la rete del 3-0. Nella ripresa la musica non cambia. E’ sempre la Fiorentina a fare la partita, mentre il Genoa arranca. Dopo due minuti dall’inizio del secondo tempo è la mezzala Guido Gratton ad andare a segno. E dopo altri due minuti arriva anche la rete di Kurt Hamrin. Non passano che altri sei minuti e al 10’ del secondo tempo Montuori realizza il suo secondo gol, il sesto per i viola. A quel punto la Fiorentina si ferma, mentre il Genoa tenta di segnare almeno un gol. Vi riesce a dieci minuti dalla fine con il suo terzino sinistro Cuttica. Ma i gigliati, pur senza forzare, trovano al 44’

il gol del 7-1, che chiude definitivamente il match, con Sergio Cervato. La Fiorentina così conclude l’anno con il botto. In tredici partite ha subito una sola sconfitta, a San Siro con il Milan – e sarà una sconfitta pesante perché i rossoneri vinceranno lo scudetto con tre punti di vantaggio sui viola – a fronte di sette successi e cinque pareggi. Ma soprattutto la squadra di Czeizler dimostra ancora una volta di privilegiare lo spettacolo. In tredici gare ha già realizzato trentasette reti, con una media di quasi tre a gara. Per i tifosi della Fiorentina andare al Comunale era sinonimo di divertimento assicurato, un po’ come sta avvenendo sotto la gestione Montella. E speriamo in una replica della partita del girone d’andata, quando i viola si imposero a Marassi con un perentorio 5-2.

QUEL POMERIGGIO CHE FIRENZE EBBE PAURA

di DUCCIO MAGNELLI

F

15

Fiorentina - Genoa

u un giorno dolorosissimo, quello. Il 22 novembre 1981 ricorrevano 18 anni da un attentato che aveva cambiato la storia del mondo, e tolto la vita al presidente americano Kennedy. Molti di coloro che quel giorno del 1981 se ne erano andati dallo stadio di Firenze con il cuore in tumulto erano convinti di aver assistito a un altro attentato che solo per caso (e per fortuna) non avrebbe avuto esiti tragici. La partita con il Genoa che si gioca stasera non può non riportarci con il pensiero a quel pomeriggio terribile. Chi c’era ricorda tutto benissimo. L’uscita sconsiderata del portiere rosso-blu Martina con il ginocchio alzato, più adatta alle arti marziali che non al gioco del calcio. L’impatto terribile con la parte sinistra del viso di Giancarlo Antognoni che sta per mettere la palla in rete. Il giocatore viola che crolla in terra come un sacco vuoto, apparentemente senza vita. I gesti concitati degli altri giocatori in campo. La corsa affannata dei sanitari delle due panchine. L’affollarsi di persone attorno al capitano viola. Soltanto un’altra volta ci è capitato di sentire un silenzio così irreale. È stato il giorno in cui Firenze si è stretta a Cesare Pran-

delli nel ricordo della moglie scomparsa pochi giorni prima. Ma quello era un silenzio mesto, doloroso. Un silenzio di addio, un silenzio di partecipazione al dolore. L’altro, quello del 1981, era invece un silenzio di attesa, un sospiro trattenuto in attesa di sapere qualcosa. Tutto lo stadio aspettava. Come sospeso. Non c’era dolore o tristezza, ma solo tanta paura. Passarono molti minuti prima che il giocatore venisse portato fuori. La partita non fu più la stessa. Qualcuno andò via in cerca di notizie. Internet non c’era e nemmeno i cellulari e solo la radio e la televisione potevano raccontare qualcosa. Altri si fermarono in strada, davanti allo stadio. Si seppe poi che Antognoni fu salvato anche da un intervento del medico del Genoa. Ma anche che, in quell’impatto terribile con la gamba colpevolmente alzata di Martina, aveva rischiato davvero la vita. La partita finì tre a due per la Viola, che da quel giorno cominciò quella cavalcata che l’avrebbe portata a un soffio dallo scudetto. Giancarlo fu degnamente sostituito da Miani. Tornò nelle ultime giornate di quel campionato che soltanto la malasorte − chiamiamola così − avrebbe sottratto alla Viola. Lo avrebbero meritato, la Fiorentina e Antognoni, quel tricolore. Anche come risarcimento per quel pomeriggio terribile.

I soccorsi in campo per il grave infortunio alla testa di Antognoni.

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