Il Brivido Sportivo n.29 del 19/07/2012

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ADDIO SENZA RIMPIANTI A CHI SE NE E’ ANDATO BASTA COL PASSATO, BISOGNA SOLO GUARDARE AVANTI di Alessandro Rialti C’è chi potrebbe avere la tentazione (e qualcuno probabilmente ce l’ha) di lasciarsi andare alla nostalgia, a rimpiangere i bei tempi che furono o anche solo quei giocatori che via via, nelle ultime settimane, hanno fatto le valigie. Invece, se c’è una cosa che la Fiorentina e i suoi tifosi non devono fare è voltarsi indietro. Mai come adesso bisogna soltanto guardare avanti, concentrarsi sul presente anche se le caselle da

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Festa dell’Unicorno a Vinci (Fi) la capitale Fantasy Italiana Il 28 e 29 Luglio 2012 lo splendido borgo medioevale di Vinci è pronto ad accogliere nuovamente l’ottava edizione dell’evento medievale Fantasy toscano. Una edizione imperdibile, che vuole offrire al suo sempre più ampio pubblico ancora più spettacoli, giochi, costumi e divertimento. Il centro storico di Vinci infatti si trasformerà completamente in una nuova città fantastica, suddivisa in cinque aree tematiche dove adulti, bambini, appassionati di Fantasy, di cosplay o di fumetti possano velocemente trovare l’evento a cui sono interessati. E non mancheranno anche le molte proposte gastronomiche del Ristoro di Obelix , dell’Osteria del Gladiatore e delle molte taverne dell’Unicorno Impennato, ovvero ristoranti di Vinci con menù a tema e prezzo convenzionato.

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• Caccia al tesoro • Giochi pirateschi con il gruppo Nobiltà e Contado Pistoriense • Battaglia navale • Animazione continua con la ciurma dei Pirati del gruppo Nox • Corteo sbandieratori

La coRte DeI sognI (Piazza dei Guidi, Via Uzielli) • Spettacoli di giocoleria a cura dei Giullaracci • Danze alla Luna del gruppo Timami - Bellydance & fusion • Concerto acustico a cura degli Arcambold • Matrimonio degli elfi a cura della Compagnia Teatrale Marvesio • Parata Elfica

La cIttaDeLLa DeI cavaLIeRI (Pinetina della doccia, Via Montalbano, Piazza Leonardo da Vinci) • Accampamento medievale a cura della Compagnia del cinghiale brado • La gogna dell’inquisizione a cura della Compagnia Boia de li Cipressi • Vicolo della Paura • Mercato Medievale • Stage di scherma medievale • Spettacolo di Falconeria con il Falconiere Fabio Bonciolini • Tiro con l’arco

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FUmettI e FoLLIe (Piazza della libertà, via Giovanni XXIII) • Gara cosplay fantasy • Gara cosplay classica • Mostra sul fumetto Nathan Never della Sergio Bonelli Editore • Spettacoli giocoleria • Concerto Cartoon Cover Band La famosa squadra G • La guerra dei mondi e oltre...progetti del “futuro”! - Incontro con gli autori di Nathan Never. La prima serie fantasy della Sergio Bonelli Editore - Incontro con gli autori di Dragonero • Concerto Cartoon Seven Stars • Canzoni Classici Disney con animazione

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LE DOLOMITI SI TINGONO DI VIOLA, FIORENTINA AL VIA A MOENA

19 luglio 2012 www.brividosportivo.it

Speciale ritiro di Michela Lanza

In ritiro da lunedì scorso in Val di Fassa una squadra incompleta ma decisa a rilanciarsi MOENA – E’ iniziata lunedì scorso l’avventura della Fiorentina in Val di Fassa. I viola sono arrivati all’hotel Dolomiti, dove alloggeranno nella splendida località trentina, intorno alle 12.45 per poi scendere in campo agli ordini del tecnico Vincenzo Montella già nel pomeriggio per il primo allenamento presso il campo sportivo ‘Cesare Benatti’. Ad accogliere la squadra, poche bandiere e poco colore viola in paese, ma un gigantesco giglio posizionato sulla collina che sovrasta il campo e soprattutto un ritrovato quanto inaspettato entusiasmo (pur non mancando i contestatori, per il momento decisamente isolati, ed infatti è apparso martedì scorso uno striscione di protesta firmato V.C. Feltre, “Società ridicola, progetto inesistente, adesso basta”). Infatti, nonostante la giornata di lunedì sia coincisa con l’ufficialità della cessione di tre pedine viola importanti (De Silvestri, Gamberini e soprattutto Behrami), gli oltre duecento tifosi presenti non hanno fatto mancare il loro apporto e il loro affetto. Quando i giocatori viola sono scesi in campo la prima volta (ma anche nei giorni successivi) ed hanno effettuato le prime corse, passando davanti alla tribuna gremita dai supporters, hanno ricevuto applausi incoraggianti. E applausi e consensi li ha ricevuti Montella che, col suo numeroso staff, sta lavorando sodo (due allenamenti al giorno) puntando principalmente sull’intensità e sul pallone. SQUADRA A IMMAGINE E SOMIGLIANZA. Tanto pallone, tanti esercizi tattici basati su possesso palla con scambi rapidi a due tocchi. Nell’idea di calcio di Montella (allenatore che parla anche molto col gruppo, così come tutti gli uomini del suo staff che non fanno mancare alla squadra attimi di ilarità e ironia durante le ore di energico e vivace lavoro) spiccano del resto il bel gioco e il divertimento. La Fiorentina dovrà essere una squadra che diverte, con un centrocampo che sappia far girare palla e un attacco veloce. Certo, i giocatori presenti in rosa non bastano né a Montella (anche se per adesso sta lavorando col materiale umano a sua disposizione formato da pochi veterani e tanti giovani), né ai tifosi. Per far sì che l’entusiasmo

torni straboccante, mancano i nuovi arrivi. El Hamdaoui, Roncaglia e Lupatelli non bastano a riscaldare gli animi e la stella del gruppo, ancora oggi, è e resta Stevan Jovetic (non a caso giocatore messo al centro del progetto dalla società che continua a dichiararlo incedibile). Se JoJo è la stella, Ljajic è l’osservato speciale di tecnico e tifosi. Dopo la frenata e lo stop alla sua imminente cessione (sembrava destinato al Torino), Montella e il proprio staff lo stanno stimolando e in attesa di nuovi arrivi lo stanno provando a sinistra in un tridente offensivo tutta fantasia e qualità formato da Cerci (a proposito, l’esterno romano è diventato uno dei giocatori simbolo della nuova Fiorentina), Jovetic e il giovane serbo appunto. Dall’altra parte, ci sono la

tenacia e l’evidente personalità di El Hamdaoui che già dalle prime uscite ha mostrato il suo rinomato carattere forte, ma anche la voglia di dimostrare il proprio valore, di mettersi in mostra, di far capire a tecnico e tifosi che lui è un giocatore ‘da Fiorentina’. Durante il primo allenamento, per esempio, è nato un piccolo battibecco tra l’olandese di origini marocchine e Vargas. Un battibecco nato (e subito smorzato) da un passaggio sbagliato del peruviano. C’è voglia di fare bene. Si avverte un senso di positività nonostante lo smantellamento. Nonostante le cessioni, alcune eccellenti. Nonostante qualche giudizio troppo affrettato sul lavoro della società. Giudizi che comunque non toccano Montella e la squadra che stanno lavorando con serenità e tenacia.


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SORRISI E FOTO. La serenità si avverte anche nell’operazione simpatia che la squadra sta portando avanti concedendosi ai tifosi ad ogni fine allenamento per dispensare sorrisi e fotografie. Almeno dopo i primi giorni, sembrano lontani i musi lunghi e la freddezza che caratterizzavano la squadra un anno fa a Cortina. Troppi uomini scontenti di vestire ancora la maglia viola, grigiore nel tempo e nell’anima: l’immagine di una Fiorentina alla fine del suo ciclo, quella dello scorso anno. Al contrario, nuova e solare (in quasi tutti i suoi elementi, a partire da tecnico e staff, e questo non è da sottovalutare) quella di quest’anno che sembra gradire gli insegnamenti di Montella. Questo quanto accade durante il giorno. Quando poi il sole tramonta dietro le cime della Val di Fassa e arriva la sera, la squadra si concede spesso e volentieri dopo cena un giro a piedi nel pittoresco e fiabesco centro di Moena. Gruppetti di tute viola camminano per il paese con tranquillità, senza nascondersi e rispettando rigorosamente l’orario di rientro imposto dalla società. Giro rilassante per la squadra, ma anche camminate rigeneranti per lo staff. Prima di rientrare e pensare alla giornata seguente, nuovamente ricca di lavoro. Non è dovuto sapere se sarà sempre così, forse col passare dei giorni e l’accumularsi della stanchezza, qualcuno potrà apparire più nervoso, più spossato e meno disponibile. Ma di certo, i primi giorni possono lasciar ben sperare in una nuova sinergia tra squadra, staff e tifosi. LA GAFFE. Unica nota negativa (ma pure buffa), una vera e propria gaffe, è la presenza di poster, brochure e manifesti di benvenuto sparsi in tutta Moena (comprese tutte le strutture ricettive) con stampata l’immagine di un gruppo di giocatori viola dove spicca l’ormai ex Valon Behrami che non è mai arrivato in ritiro col gruppo ma che, al contrario, ha preso la strada di Dimaro (gli altri presenti nella foto sono Pasqual, Lazzari e Jovetic). Intanto oggi pomeriggio la Fiorentina disputerà la prima amichevole contro la squadra locale del Monti Pallidi. L’appuntamento per le 17.30, presso il centro sportivo ‘Cesare Benatti’.

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GUERINI: “ASPETTATE PRIMA DI GIUDICARE, DELLA VALLE RILANCERà” Il club manager viola da Moena lancia appelli e racconta ambizioni e rassicurazioni del presidente V. FONTANA 13/R - FIRENZE (FI) Tel. 055 353242 - 348 0928094 - Fax 055 353242 www.manutenzionecaldaiefirenze.com

MOENA - La Fiorentina e la Val di Fassa hanno deciso di unire le loro forze e di intraprendere un percorso insieme nella speranza che sia duraturo e redditizio per entrambe. Martedì scorso, presso il Centro Sportivo ‘Cesare Benatti’ di Moena, il club manager viola Vincenzo Guerini, il presidente dell’Apt Enzo Iori, il sindaco di Moena Riccardo Franceschetti e la responsabile della Comunicazione del Trentino Marketing Paola Pancher si sono scambiati ringraziamenti e speranze reciproche: «Ringrazio il sindaco di Moena e il presidente dell’Apt per l’accoglienza che ci è stata riservata dalla Val di Fassa – ha detto Guerini – ci stiamo trovando molto bene a livello di albergo, campo e di organizzazione. Moena viene chiamata la ‘Fata delle Dolomiti’… beh noi siamo già stregati da questo luogo magnifico. Speriamo che ci porti anche fortuna. Prima di parlare di campo, mi preme portare i saluti dei nostri dirigenti, dell’amministratore delegato Sandro Mencucci e del direttore sportivo Daniele Pradè, che avrebbero voluto essere qui ma che sono impegnati nella fase calda del mercato. Del resto si devono dare da fare sennò – ha esclamato poi con un po’ di buona ironia fiorentina – qui ci rincorrono tutti. Si scusano, dunque, ma sperano di riuscire a venire a trovarci». Gli hanno fatto da eco le tre presenze istituzionali che all’unisono hanno auspicato: «Che la Fiorentina possa tornare ai fasti di due anni fa, quando giocava la Champions League. Siamo contenti di questa partnership con la squadra viola e ci auguriamo che si consolidi nel tempo. La Toscana per la Val di Fassa è un bacino molto importante e siamo pronti ad ospitare più fiorentini possibili. Moena è alla portata di questa grande squadra e la speranza è portarle fortuna come abbiamo fatto in passato con altre compagini. Siamo certi che il nostro territorio, considerato una palestra a cielo aperto, sia l’ideale per prepararsi in vista di una stagione da protagonista». E allora, che il feeling tra la Fiorentina e Moena abbia inizio e prenda il volo. IL MERCATO E L’ATTESA. Ma a dover prendere il volo non è soltanto la partnership tra i viola e la Val di Fassa, bensì la squadra di Vincenzo Montella che è molto lontana dall’essere al completo. Guerini, ha commentato a cuore aperto le ultime vicende viola: «Su Jovetic mi rimetto al pensiero che i dirigenti più importanti di me hanno già espresso più volte con la massima chiarezza e trasparenza. Per quanto riguarda Behrami, lo dico con amarezza, ma i tempi nel calcio sono cambiati: ho smesso di innamorarmi dei giocatori. Ogni allenatore vorrebbe avere un giocatore come Behrami, ma non stai mai tranquillo: la Fiorentina ha fatto il suo proponendogli un contratto importante, ha fatto la sua proposta. Poi capita che arriva un’altra società e vuoi per prestigio, vuoi per obiettivi, vuoi per soldi… Che fai? Lo tieni ‘per forza’? E lui come sarebbe rimasto? Avrebbe potuto spaccare l’opinione pubblica e non sarebbe stato produttivo. La società del resto ha posto dei limiti (ed è giusto così) perché ormai certe condizioni economiche non sono più moralmente accettabili. Poi siamo stati anche sfortunati: Viviano e Della Rocca non sono

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ancora qua, ma non è colpa nostra, Cuadrado l’avevamo già fatto poi sono subentrate delle problematiche (il riferimento è al problema di appendicite del giocatore ndd). Se c’è da avere fiducia? Assolutamente sì. Per quanto riguarda Viviano, poi, sono più che ottimista perché come ormai tutti sapete lui vuole solo noi, a costo di restare fermo. Il 99% dei giocatori avrebbe già mollato dopo l’ostracismo dell’Inter. In generale, ripeto, invito i tifosi ad aspettare metà agosto, magari anche prima, perché Montella merita di avere la squadra a disposizione prima possibile». Poi una chiusura in chiave mercato su Ljajic: «L’allenatore vuole valutarlo ed è giusto così. La società lo lascia lavorare». FIDUCIA RECIPROCA. Guerini ha fiducia nella società che ricostruisca una squadra importante. Ma Montella ha la stessa fiducia? «Assolutamente sì. Ve lo garantisco – ha giurato – il nostro allenatore è molto sereno. Certo avrebbe voluto avere tutti gli uomini a disposizione prima possibile per evitare di dover spiegare le cose più volte. Come avrete potuto notare, dal primo giorno di lavoro Montella ha puntato su esercizi tattici spiegando ai singoli giocatori i movimenti da fare. Così facendo, ogni volta che arriverà un nuovo volto in maglia viola, dovrà rispiegare tutto da capo. Ma come si dice, il tempo delle mele è finito e non è più possibile chiedere quanto costa un giocatore e comprarlo senza se e senza ma. Ma lui ha fiducia e noi abbiamo fiducia in lui. Anzi, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalle sue capacità. Ha smesso di giocare un anno e mezzo fa e ogni calciatore che appende le scarpe al chiodo per intraprendere la carriera da allenatore, resta per un periodo di tempo ancora ‘giocatore’. Lui invece sembra che alleni da dieci anni. Poi ero molto curioso: usa metodologie nuove e questo mi piace. Mi piace come lavora e come gestisce il gruppo. Certo, non è che anche lui possa fare le nozze coi fichi secchi. Ma credo in lui, uno che cura molto sia la fase offensiva che quella difensiva e che vuole una squadra in cui tutti devono partecipare all’azione. Vuole una squadra che torni a far divertire. È quello il primo obiettivo: Firenze, dopo gli ultimi due anni, mi sembra di aver capito che abbia voglia di arrivare allo stadio e divertirsi, ancor più di ottenere una buona posizione di classifica. E Montella vuole la stessa cosa: che la sua Fiorentina diverta». L’OMBRA DI DIEGO E LA PRESENZA DI ANDREA. Quella parola ‘divertimento’ è ormai nota. L’ultimo a pronunciarla è stato Diego Della Valle nel ritiro della squadra in quel di Milano alla vigilia di Pasqua. Ma quella famosa regola delle ‘3 D’ (Dignità, Dovere, Divertimento) imposta dal patron, la Fiorentina attuale la sta mettendo in pratica? «Si – ha assicurato Guerini – in questi giorni ho visto disciplina nel gruppo, nei comportamenti, rispetto negli orari. I ruoli sono ben definiti e c’è rispetto. Lo scorso anno mi sembrava strano accadessero certe cose, quest’anno l’aria è cambiata. C’è volontà di intenti e di rilanciare la squadra. Cosa vorrei che accadesse di diverso dalla passata stagione? Vorrei vedere entusiasmo all’interno dello spogliatoio. Uno spogliatoio diverso… sarebbe già metà dell’opera». Manca all’appello una figura, però, quella più importante, quella di Andrea Della Valle: «Non è vero che manca. Ho sentito il presidente, ci sta molto vicino. Lui vuole sapere tutto da me, da Montella. Lui sa tutto. Ci è vicino come non mai, ha voglia di rilancio e si aspetta di vedere una squadra all’altezza delle sue ambizioni. Lui a Moena? Vuole venire e credo che arriverà. Comunque, ricordate, a volte è più lontana la presenza fisica che quella mentale». Forse ha ragione Guerini, ma se Andrea Della Valle arrivasse a Moena, tutto prenderebbe una piega decisamente migliore e l’ottimismo potrebbe tornare a volare alle stelle… aggrappato al suo ‘Aeroplanino’. AL GATTILE DI BAGNO A RIPOLI-FIRENZE CI SONO BELLISSIMI E DOLCISSIMI GATTINI CHE SONO STATI ABBANDONATI SENZA PIETÀ, PER STRADA, NEL PERIODO ESTIVO. I MICINI CERCANO CON URGENZA UNA CASA E UNA FAMIGLIA CHE LI AMI PER SEMPRE! ADOZIONI FIRENZE E PROVINCIA, FIRMA MODULO ADOZIONE, RICHIESTA STERILIZZAZIONE

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MONTELLA: “PUNTIAMO ALL’EUROPA, MA ORA ASPETTO I RINFORZI CON FIDUCIA”

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ritiro di Michela Lanza

Il tecnico su Jovetic: Vogliamo che resti, ma ora esca allo scoperto. Behrami? Serve solo gente motivata MOENA – Vincenzo Montella scalpita. Vivace, schietto, ironico e senza peli sulla lingua, attende rinforzi dal mercato ma ha già ben chiari quali saranno gli obiettivi della Fiorentina per la stagione 2012-13. E dopo i primi giorni di lavoro e di conoscenza del gruppo (o quello che per adesso è rimasto del gruppo) ha fatto un suo primo bilancio garantendo l’obiettivo minimo e massimo impegno: «Il lavoro prosegue bene. Ci stiamo allenando da dieci giorni, anche se ufficialmente il ritiro è iniziato lunedì scorso qui a Moena. Per quanto mi riguarda non posso che essere contento del lavoro che stanno svolgendo i ragazzi. C’è la massima disponibilità, anche se per adesso l’entusiasmo non è alle stelle e spero di acquisirlo il prima possibile. Perché manca l’entusiasmo? Perché il gruppo si sente incompleto. Magari qualcuno qualche pensiero in questo senso può averlo, anche se fuori luogo, ma nel momento in cui arriveranno nuovi giocatori l’entusiasmo crescerà». E allora Montella si rimette al lavoro dei suoi dirigenti e alla passione dei Della Valle con la certezza che il mercato in entrata regalerà presto al gruppo materiale umano e tecnico importante: «Sono molto fiducioso perché ho visto l’entusiasmo della società, della proprietà. Ad oggi questo non si può assaggiare perché ci sono stati pochi arrivi ma, ripeto, sono molto fiducioso. Mi sarebbe piaciuto avere qualche giocatore in più a disposizione e mi auguro che arrivino al più presto, ma mi adatto. Mi aspetto quanto prima che la squadra venga non dico completata ma almeno integrata». TANTI ADDII E UN DUBBIO CHIAMATO JO JO. Per adesso il neo tecnico viola ha dovuto fare i conti con tante partenze, molte delle quali inevitabili. Nessun dramma,

però, neanche per la cessione di Valon Behrami: «È un giocatore di grandissimo temperamento che può ricoprire più ruoli. Nella nostra squadra dopo la sua partenza, c’è una mancanza in più, non ci sono dubbi. Adesso, oltre a uomini di qualità, avremo bisogno di un giocatore dal suo temperamento da mettere al suo posto, ma non me ne voglia Valon: credo che sia necessario avere giocatori che rimangano contenti di indossare la maglia della Fiorentina. Abbiamo bisogno di riappropriarci dei nostri tifosi perché siamo in debito con loro e per farlo servono, appunto, calciatori motivati». Poi l’attenzione si sposta sul caso Jovetic, sulle voci di un suo possibile trasferimento, sul famoso colloquio tra lo stesso giocatore e l’allenatore. Montella, da parte sua, non nega l’importanza del montenegrino: «Ormai il calcio di oggi, il professionismo di oggi è abituato anche a queste continue voci sui giocatori. È una situazione particolare come ce ne sono tantissime, ma non dobbiamo farci condizionare. La società ha espresso chiaramente la propria volontà. Adesso spetta a Stevan fare le proprie valutazioni e poi ci dovrà essere una squadra che lo vuole prendere. Io sono stato molto chiaro internamente e la società conosce i miei pensieri perfettamente, ma non voglio farmi facili amici con dichiarazioni su di lui che fanno piacere al pubblico. È chiaro – ha continuato l’Aeroplanino – che Stevan sia un giocatore che mi piacerebbe allenare, ma la situazione è chiara ed è inutile tornarci sopra. Se è più motivato o pensieroso? Si può essere sia motivati che pensierosi, probabilmente è tutti e due. Col giocatore ho parlato il primo giorno per capirne le intenzioni con la promessa che non ne avrei poi esposto a nessuno quello che ci

siamo detti perché credo nel rapporto coi giocatori. Posso dire che lo vedo allenarsi bene, anche se a volte è pensieroso. Ad oggi lo considero un giocatore a tutti gli effetti della Fiorentina, fino a prova contraria. Se poi dovesse andare via e non dovesse arrivare nessuno – ci ha scherzato su l’allenatore viola – giocherei io». Potrebbe essere un’idea affascinante, ma ad oggi il numero 8 fa parte della rosa e allora come lo impiegherebbe Montella? Sul suo ruolo, negli anni, ci sono state polemiche e più idee di pensiero: «Jovetic centravanti? Nel suo paese ha giocato così, ma può giocare anche partendo da sinistra. Ad oggi il giudizio su di lui ce l’ho chiaro: lo farei partire proprio da sinistra perché lo conosco bene in quella posizione. Se mi dispiacerebbe vederlo andare alla Juventus? Se devo fare contenti i tifosi dico si, ma non voglio le simpatie della gente per questo. Però mi auguro che rimanga».

L’addio di Jovetic vorrebbe anche dire un altro capitano (o papabile) che se ne va. E a tal proposito Montella è stato categorico: «Quello del capitano è un ruolo importantissimo e deve rispettare determinati parametri comportamentali. La scelta la farò io e non è detto che giochi sempre titolare, così come non è detto che colui che avrà la fascia al braccio nell’amichevole contro il Monte Pallidi l’avrà sempre». ARRIVI E PARTENZE IN STAND-BY. Chiusa la parentesi Jovetic, l’attenzione si sposta su due nomi caldi, uno in entrata, Emiliano Viviano, l’altro in uscita, Juan Manuel Vargas: «Viviano lo stiamo aspettando – ha detto Montella – ci piace non solo per le sue doti tecniche, non solo per le sue doti di tifoso, ma anche per le doti temperamentali che ha. Mi auguro che la situazione si possa sbloccare quanto prima. Per quanto riguarda Vargas, invece, si sta allenando col suo carattere. Vedo disponibilità, forse non massimale come piacerebbe a me. Però, anche se in passato ha commesso degli errori, non è facile allenarsi sapendo che forse non farà parte della squadra. Mi sembra siano un paio di anni gli succede così e poi alla fine è sempre rimasto». Poi una parentesi sul comportamento che deve tenere la squadra: «Il comportamento è molto importante per un giocatore, è un valore aggiunto, anche perché sennò la squadra, com’è successo anche alla Fiorentina in passato, magari rischia di rimanere in dieci in seguito a momenti di isteria. Sul comportamento da tenere in campo sono rigido perché ha lo stesso peso di un bel gol da trenta metri. Fuori dal campo, poi, non importa andare tutti d’accordo. A Roma, quando ho vinto lo scudetto, il gruppo non andava d’accordo. Per vincere non serve andare a

cena insieme». I NUOVI VOLTI E GLI OBIETTIVI. Se esiste poca chiarezza su quei giocatori attorno ai quali veleggiano ancora incertezza e mistero, non si può dire la stessa cosa su quegli elementi che sono già arrivati a rinforzare la compagine viola. Montella ha già iniziato a tessere le lodi di El Hamdaoui: «Ha grandi qualità e abilità realizzative, lo dice la sua storia. Non può essere al meglio ma ha voglia di imporsi, è motivato. E questo è un valore. Roncaglia? Mi è piaciuto il modo con cui si è approcciato, si vede che anche lui ha voglia e fame di imporsi. Adesso aspettiamo i nuovi arrivi. Quello che conta è che arrivi gente motivata a giocare per questa squadra: lo vogliono i tifosi e lo vuole la società. Solo così si può ricreare entusiasmo. L’obiettivo principale è quello di ricreare un’idea di gioco per tornare a far divertire la gente. Poi è chiaro che c’è la volontà di tornare a lottare per un posto in Europa, se poi arrivasse qualcosa in più, vediamo se possiamo arrivare più in alto. La mia voglia di lavorare sarà massimale – promette Montella – ma (sottolinea) sarà necessario qualche intervento in determinati punti del campo. In base ai giocatori che arriveranno, fisseremo meglio gli obiettivi. Il reparto che necessita maggiore intervento è il centrocampo, poi le squadre si possono migliorare anche dove si è già coperti». Più chiaro di così non poteva essere: la Fiorentina vuole e deve tornare in Europa, ma solo dopo aver toccato con mano quella che sarà la sua nuova squadra, potrà sbilanciarsi sul traguardo che la Fiorentina potrà centrare. E se tutto va come deve andare, che i signori si accomodino… C’è da salire tutti sulla giostra del divertimento di Montella.

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DIRETTORE RESPONSABILE Michela Lanza direttore@brividosportivo.it REDAZIONE redazione@brividosportivo.it CONSULENTE EDITORIALE Alessandro Rialti

19 luglio 2012 www.brividosportivo.it

Il mercato

di Alessandro Latini

EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi Bisenzio (Fi) tel. 055.9334666 Fax 055.9334667 info@salvinieditore.it

GRAFICA E IMPAGINAZIONE Maso Bardi - grafica@ brividosportivo.it STAMPA Centro Stampa Editoriale srl Grisignano di Zocco (Vi) FOTO La Presse

DISTRIBUZIONE distribuzione@brividosportivo.it COLLABORATORI Alessandro Rialti, Michela Lanza, Ruben Lopes Pegna, Luca Capanni, Alessandro Latini, Giampiero Tosi, Duccio Magnelli, Chiara Baglioni

Ceduti tre ‘veterani’: la Fiorentina riparte (quasi) da zero

Per Behrami, Gamberini e De Silvestri è il momento degli addii. Ljajic verso la conferma? Una cosa è certa. Firenze chiedeva a gran voce un repulisti generale dopo due stagioni di clamoroso anonimato, e repulisti è stato. Daniele Pradè ci ha messo meno del previsto a piazzare in uscita i giocatori che hanno un mercato importante. E’ dunque arrivata la settimana degli addii. Quelli di Valon Behrami, Alessandro Gamberini e Lorenzo De Silvestri. Tre ‘veterani’, per così dire, che a Firenze avevano smarrito stimoli ed entusiasmo. E’ il caso (forse) degli ultimi due, per Behrami il discorso è diverso. CESSIONE DOLOROSA. E allora iniziamo proprio da lui, la cui partenza ha lasciato una ferita in una parte dei tifosi mentre un’altra non mostra rimpianti. Behrami non indosserà più la maglia viola numero 85. Il dominatore del centrocampo viola ha passato la mano in un’afosa settimana di luglio. Non ha smaniato per andarsene ma neppure ha fatto nulla per impedirlo anche perché in tutti questi giorni non ha mai dato una risposta alla società viola e alla sua proposta per allungare il contratto fino al 2016 a 1,3 milioni di euro più bonus. Neanche il mancato permesso della Fiorentina per la sua partecipazione alle Olimpiadi di Londra avrebbe pesato più di tanto. E’ stato il mercato a generare questa cessione. L’offerta del Napoli è stata particolarmente allettante per lui e soddisfacente per la Fiorentina: lo svizzero ha firmato un triennale con la società partenopea e nelle casse viola entreranno circa 10 milioni di euro che comprendono anche il cartellino di Gamberini, valutato circa 1,5 milioni. Molti tifosi nella sua grinta avevano individuato la componente giusta per tornare a sognare e lo avevano designato come il capitano ideale. Se ne va dopo 50 presenze e tanto affetto da parte della gente che in questo anno e mezzo di militanza viola ha imparato ad apprezzarlo per la sua voglia di dare tutto in campo. L’ultima sua immagine da giocatore della Fiorentina è l’esultanza per la salvezza ottenuta sul campo del Lecce, dove volle scendere in campo ad ogni costo nonostante avesse una spalla completamente immobilizzata. Non sfugge anche lui, però, alle dinamiche del calcio e le prime parole da giocatore partenopeo non sono particolarmente piaciute ai supporter viola: “Non potevo rinunciare a questa possibilità. Napoli è il punto più alto della mia carriera”.. FASCIA MALEDETTA. Firenze invece non si strapperà i capelli per la cessione di Alessandro Gamberini, anche se con lui se ne va un pezzo della recente storia viola. Sette stagioni non si dimenticano facilmente (sarà così in special modo per lui), soprattutto quelle in cui è stato protagonista al centro della difesa e durante le quali ha vissuto le magiche notti europee. La parentesi fiorentina rimarrà indubbiamente la più importante di tutta la car-

riera con 221 presenze impreziosite da 6 gol. Viene ceduto da capitano in carica, confermando di fatto la ‘maledizione’ che ha colpito gli ultimi ad indossare la fascia di capitano. Basti pensare a Dainelli e Montolivo. E se poco fa abbiamo scritto di tifosi poco dispiaciuti per la sua partenza un motivo c’è: il ‘Gambero’ sembra ormai nella fase discendente della sua carriera. Dopo aver toccato picchi di rendimento alti (coronati dalle convocazioni in Nazionale) la sua parabola di rendimento a Firenze è calata sempre di più. Qualche problema fisico di troppo e un’assente serenità familiare ne hanno condizionato le prestazioni in campo, tanto che in molti – nello scorso campionato – preferivano una coppia centrale formata da Nastasic e Natali. L’offerta del Napoli, anche in questo caso, è stata vantaggiosa per lui e per la Fiorentina considerando anche che Gamberini la prossima estate sarebbe andato via a parametro zero (di rinnovo del contratto la Fiorentina non ha mai voluto sentir parlare), mentre il giocatore ha sottoscritto un biennale (più opzione per il terzo anno) da 1,5 milioni di euro a stagione: stipendio discretamente più ricco di quello che percepiva a Firenze. SIMPATICO ALLA GENTE. Pure Lorenzo De Silvestri è arrivato al capolinea (momentaneo, forse) della sua esperienza in viola. La Sampdoria ha versato nelle casse della Fiorentina circa 250.000 euro per il prestito e il riscatto in suo favore fissato sui 4 milioni di euro. L’umore della piazza, in questo caso, è particolarmente altalenante. Se è vero che le prestazioni in campo di De Silvestri non sono state indimenticabili, è altrettanto vero che il ragazzo romano si è fatto apprezzare fuori dal rettangolo verde nel rapporto con stampa e tifosi. Sempre disponibile e sorridente (al contrario di qualche altro compagno di squadra), non ha mai rifiutato una foto o un autografo. La Sampdoria punta molto sulla sua voglia di riscatto, dopo un paio di stagioni nelle quali sembrava aver smarrito quelle qualità che ne avevano fatto uno dei terzini destri più forti e promettenti d’Italia. STAND-BY. Chiudiamo con Adem Ljajic e sveliamo anche un piccolo retroscena. Avevamo in programma di raccontare la sua cessione in prestito al Torino, che fino a qualche giorno fa sembrava assolutamente scontata. Montella però ha deciso di dare un’altra chance al giovane trequartista e nei primi giorni in cui lo ha potuto tenere sott’occhio sembra essere rimasto soddisfatto dall’impegno e dalle giocate di Adem. Il suo eventuale approdo alla corte di Ventura è rimandato ad agosto, quando Montella farà presente alla società se vuole continuare a puntare su Ljajic oppure no.

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19 luglio 2012 www.brividosportivo.it

Telenovela Viviano, Moratti ostacola Della Valle. Colpa di vecchie ruggini?

Il mercato di Alessandro Latini

Ma nelle prossime ore la trattativa dovrebbe sbloccarsi

La trattativa per portare Emiliano Viviano alla Fiorentina somiglia più ad una telenovela piuttosto che ad una normale operazione di mercato. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ecco un rapido riassunto. La Fiorentina e il Palermo sono già d’accordo per il trasferimento del portiere da almeno una settimana: prestito oneroso con diritto di riscatto della metà (quella dei rosanero appunto) fissato a 5 milioni di euro. L’ostacolo maggiore è rappresentato dall’Inter, che negli stessi istanti in cui il Palermo trattava con la Fiorentina ha ricevuto una proposta interessante del Tottenham di Villas Boas, che sembrerebbe disposto a mettere subito sul piatto i 5 milioni richiesti per comprare la metà del cartellino dei nerazzurri. Branca e Moratti hanno dunque sentito profumo d’affare e, anche se la soluzione scelta dovesse essere quella viola in virtù della ferma volontà di Viviano di giocare nella squadra del cuore, i dirigenti nerazzurri vorrebbero comunque guadagnarci qualcosa. In questo mercato, un solo milione di euro può fare la differenza anche per un club come l’Inter. Pradè in tutto questo può solo aspettare. Lui la sua trattativa l’ha già conclusa, spetta al Palermo e all’Inter mettersi d’accordo. Zamparini intanto predica fiducia e ottimismo, ma è letteralmente infuriato per il comportamento di Moratti, che oltre a bloccare la trattativa Viviano blocca inevitabilmente anche quella per Della Rocca e fa rimanere a carico del Palermo gli stipendi dei giocatori. Nelle prossime ore, in ogni caso, l’intera operazione dovrebbe finalmente concludersi con esito positivo.

Le

VECCHI RANCORI. Non era però difficile immaginarsi una certa ostruzione da parte dell’Inter. Com’è noto, i rapporti tra Diego Della Valle e Massimo Moratti si sono bruscamente inaspriti da quando i due hanno incrociato le spade per temi calcistici. In primo luogo fu Luca Toni il pomo della discordia. Il giocatore, all’apice della sua carriera nel 2006, sarebbe dovuto passare dalla Fiorentina all’Inter. Tutto deciso, mancavano solo le firme, quando il ciclone Della Valle si abbatté sul giocatore e sull’Inter. Niente cessione, con l’attaccante emiliano ‘costretto’ a rimanere in viola per trascinare la squadra fuori dalle sabbie mobili di una penalizzazione pesante (-19 punti, poi ne furono restituiti 4 in seguito al processo sportivo di Calciopoli) e lasciato libero un anno dopo di approdare al Bayern Monaco. Moratti si è legato al dito lo sgarbo dell’allora amico Della Valle, tanto che fra le due società non si è mai concretizzato un affare di mercato. Quello legato a Viviano, anche se indirettamente, sarebbe il primo. E a proposito di Calciopoli, un altro momento di tensione tra Moratti e Della Valle lo si è registrato proprio quando l’imprenditore marchigiano propose il famoso tavolo della pace per chiarirsi e riconciliarsi dopo Calciopoli. La risposta di Moratti non fu delle più concilianti, appunto, e da lì in avanti i due hanno interrotto ogni tipo di rapporto. ESPRESSAMENTE VOLUTO. In tutta questa vicenda dobbiamo ricordarci anche di Francesco Della Rocca, che suo malgrado rischia di fare la figura del pacco postale. Mai impressione fu più sbagliata però, perché se è vero che il

suo approdo a Firenze è legato a doppio filo a quello di Viviano, lo è altrettanto il fatto che sia stato proprio Montella a richiederlo espressamente a Pradè. L’Aeroplanino infatti lo avrebbe voluto allenare già quando era a Catania e lo

stima molto per la sua duttilità a centrocampo. Il suo ruolo ideale è quello di mezz’ala sinistra, ma può agire anche dietro le punte e, all’occorrenza, davanti alla difesa. Piccola curiosità a margine. Non è la prima volta che Della Roc-

ca rientra in una trattativa che coinvolge Emiliano Viviano. E’ successo anche nel 2009/2010, quando il portiere passò dal Brescia al Bologna e il centrocampista fece il percorso inverso in qualità di parziale contropartita tecnica.

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danielricardo bertoni Chi saranno i due ‘angeli custodi’ di Batistuta? Mancano solo due pedine ormai per comporre l’undici viola più stellare della storia: si tratta delle punte esterne da affiancare al centravanti che, grazie alla vostra travolgente ondata di voti, si è aggiudicato la maglietta da titolare la scorsa settimana. Gabriel Batistuta, appunto, è il numero 9 della nostra Top 11, e adesso con chi lo fare-

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questa settimana

gli esterni d’attacco

Giuliano Sarti


Top 11

ROBERTO BAGGIO

Nasce a Caldogno in provincia di Vicenza il 18 febbraio 1967. Arriva a Firenze dal Vicenza nell’estate del 1985. Ma non può giocare. Il 5 maggio di quello stesso anno si infortuna, infatti, gravemente al ginocchio destro a Rimini, in un incontro del campionato di C1. La Fiorentina, però, decide ugualmente di acquistarlo. Resta fermo fino a febbraio del 1986 quando partecipa al torneo di Viareggio e poi disputa uno scampolo di partita in Coppa Italia con l’Udinese. Poi altri infortuni sia pure di lieve entità. L’esordio in campionato ed anche in serie A avviene così nella stagione successiva al Comunale il 21 settembre 1986 nel match con la Sampdoria vinto dai viola per due a zero. Ma il ginocchio continua a fare i capricci. Così Baggio disputa solo 5 partite, realizzando un gol, quello che regala la salvezza alla Fiorentina alla penultima giornata, al San Paolo nell’incontro finito uno a uno nel giorno in cui il Napoli di Maradona conquista il suo primo scudetto. Il campione veneto resta a Firenze cinque stagioni, dal 1985/86 al 1989/90, giocando 94 partite di campionato (più lo spareggio Uefa con la Roma del 1989 vinto dai viola) e segnando 39 reti. Baggio è un fantasista puro che viene impiegato da seconda punta. E’ in grado sia di impostare l’azione, con dei lanci al bacio, che di finalizzarla. Ha classe cristallina ed è dotato di un dribbling straordinario e di un tiro preciso. Così molti gol li realizza su punizione e anche su rigore. Rimane alla Fiorentina fino al 18 maggio del 1990 quando viene ceduto alla Juventus contro la sua volontà, scatenando le proteste dei tifosi contro la famiglia Pontello, proprietaria della società. Si registrano fermi e qualche contuso. La protesta si estende poi a Coverciano dove la Nazionale sta preparando i Mondiali. Nella sua ultima stagione in riva all’Arno disputa la finale di Coppa Uefa contro la Juventus. Al suo ritorno a Firenze con la maglia bianconera il 6 aprile 1991, nell’incontro vinto dalla Fiorentina per uno a zero, si rifiuta di battere un rigore prima di venire sostituito. Poi esce dal campo raccogliendo una sciarpa viola tra gli applausi di gran parte dei tifosi gigliati. In Nazionale disputa 56 partite (l’esordio in Italia-Olanda 1-0 del 16 novembre 1988), segnando 27 reti. 13 sono le sue presenze da giocatore viola con 5 gol all’attivo. Partecipa a 3 Mondiali, nel 1990 (da tesserato della Fiorentina), nel 1994 e nel 1998. Vince 2 scudetti, con la Juve nel 1994/95 e con il Milan nel 1995/96, una Coppa Italia con la Juve nel 1994/95 e una Coppa Uefa con i bianconeri nel 1992/93. Nel 1993 si aggiudica il Pallone d’oro e il Fifa World Player. R.L.P.

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JULINHO Julio Botelho, per tutti semplicemente Julinho, nasce a San Paolo, in Brasile, il 5 agosto 1929 e muore nella stessa città l’11 gennaio 2003. Arriva a Firenze dalla Portuguesa nell’estate del 1955. E’ soprattutto il tecnico Fulvio Bernardini a volerlo dopo averlo ammirato ai Mondiali in Svizzera del 1954. E’ lui a convincere il presidente Befani ad acquistarlo. Julinho debutta in maglia viola il 18 settembre 1955, alla prima giornata, a Busto Arsizio contro la Pro Patria nel match terminato due a due, festeggiando il suo esordio con un gol. Resta a Firenze per tre stagioni, dal 1955/56 al 1957/58, disputando 89 gare di campionato e realizzando 22 reti. Ma già nell’estate del 1957 manifesta il suo desiderio di tornare in patria, vinto dalla saudade. Tornato in Brasile per le ferie, vi vuole rimanere. E’ Bernardini a volare in Sud America per convincerlo a rientrare a Firenze. L’anno dopo, però, non ce la fa proprio più. La nostalgia per la sua terra è più forte di ogni cosa. Finisce così la sua avventura con la Fiorentina e viene ceduto al Palmeiras. Julinho è la tipica ala

(destra). E’ straordinario nell’eseguire delle finte di corpo che sbilanciano i difensori avversari, facendoli cadere senza toccarli. Come fa nessuno lo sa. Ma certo è che i tifosi sono in visibilio per lui. Ma queste finte non sono fini a se stesse, perché poi Julinho, nel prosieguo dell’azione, effettua dei cross al bacio rasoterra per i suoi compagni che chiedono solo di essere spinti in rete. E’ più un assistman che gioca al servizio della squadra che non un goleador. Vince lo scudetto nel 1955/56. Al suo attivo ci sono, poi, due secondi posti nel 1956/57 e nel 1957/58 oltre alla finale di Coppa dei Campioni persa a Madrid con il Real nel maggio del 1957. Disputa 27 partite in Nazionale, segnando 13 reti e vincendo nel 1952 il campionato panamericano. Partecipa ai Mondiali del 1954. E’ il primo brasiliano a vestire la maglia viola. Nel palmarès di Julinho ci sono 3 tornei RioSan Paolo vinti con la Portuguesa nel 1952 e nel 1955 e con il Palmeiras nel 1965 e 3 campionati Paulista conquistati con il Palmeiras nel 1959, nel 1963 e nel 1966. R.L.P.

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questa settimana

gli esterni d’attacco

DANIEL RICARDO BERTONI Nasce a Bahia Blanca, in Argentina, il 14 marzo 1955. Arriva a Firenze nell’estate del 1980 dal Siviglia. E’ il primo straniero della Fiorentina dopo la riapertura delle frontiere, rimaste chiuse per quattordici anni (dopo la debacle della Nazionale ai Mondiali in Inghilterra del 1966). Debutta in maglia viola il 14 settembre di quello stesso anno, alla prima giornata, al Comunale nel match con il Perugia vinto dalla Fiorentina per uno a zero. Resta a in riva all’Arno per quattro stagioni, dal 1980/81 al 1983/84 quando viene ceduto al Napoli. Disputa 97 partite di campionato, realizzando 27 reti. Memorabile resta una sua doppietta alla Juve nel 1983/84 nell’incontro terminato tre a tre. E’ soprannominato il ‘Puntero’. E’ dotato di un dribbling secco e di un tiro forte e preciso. E poi ha un ottimo controllo di palla, che gli permette anche degli splendidi lanci per i compagni di squadra. Una parte dei tifosi va pazza per lui. A un’altra non piace per il suo rendimento un po’ incostante. E’ tra i protagonisti nella stagione 1981/82, quella del secondo posto dietro la Juve quando realizza 9 reti e con Graziani è il capocannoniere della squadra. Bertoni disputa anche 31 partite in Nazionale, segnando 12 reti. Vince i Mon-

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diali del 1978 giocatisi nel suo paese e andando in gol nella finale con l’Olanda vinta dall’Argentina per tre a uno. Disputa anche i Mondiali in Spagna del 1982. Il suo palmarès è ricco: con l’Independiente si aggiudica il campionato nel 1977, tre coppe Libertadores, nel 1972, nel 1974 e nel 1975 e una Coppa Intercontinentale nel 1973. R.L.P.

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Edm undo Alves de Souza Net o, da t ut t i conosciut o solo com e Edm undo, nasce a Rio de Janeir o, in Br asile, il 2 apr ile 1971. La Fior ent ina lo acquist a dal Vasco da G am a nel gennaio del 1998, anche se la pr esent azione ai t if osi avviene nell’est at e dell’anno pr ecedent e. A Fir enze r est a una st agione e m ezzo, f ino a giugno del 1999, disput ando 37 par t it e di cam pionat o e r ealizzando 12 r et i. Debut t a in m aglia viola al Fr anchi il 18 gennaio 1998 nel m at ch per so con la Lazio per t r e a uno. Edm undo è sopr annom inat o ‘O ’anim al’ per il suo car at t er e ir r equiet o in cam po e f uor i. Am a il suo paese, il Br asile, più di ogni alt r a cosa. E pur t r oppo la Fior ent ina ne paga le conseguenze. Nella sua seconda st agione a Fir enze il 7 f ebbr aio 1999, dopo la par t it a con il M ilan e con i viola in t est a alla classif ica, va, con il consenso dei dir igent i, al car nevale di Rio, nonost ant e che nell’incont r o con i r ossoner i si sia inf or t unat o Bat ist ut a. La squadr a gigliat a è a cor t o di at t accant i m a Edm undo non sent e r agioni. La f or m azione di Tr apat t oni anche per quest o per de il pr im at o in classif ica. I l br asiliano è la classica seconda punt a. E’ dot at o di un bel dr ibbling e di un t ir o secco e pr eciso con il piede dest r o, il suo pr ef er it o. Am a svar iar e su t ut t o il f r ont e off ensivo. Pur t r oppo ha un r endim ent o incost ant e e non segue sem pr e le indicazioni degli allenat or i. All’O lim pico cont r o la Rom a m anda plat ealm ent e a quel paese Tr apat t oni dopo una sost it uzione. Nell’est at e del 1999 viene cedut o al Vasco da G am a. Disput a 35 par t it e in Nazionale, r ealizzando 11 r et i. Par t ecipa anche ai M ondiali in Fr an c i a n e l 1 9 9 8 q u a n d o i l Brasile arriva secondo dietro la Francia. Il suo palmarès è ricco. Si aggiudica con i l Va s c o d a G a m a i l c a m p i o n a t o c a r i o c a nel 1992 e quello brasiliano (di cui è capocannoniere con 29 gol) nel 1997. Vince con il Palmeiras due campionati paulista nel 1993 e nel 1994 e negli stessi anni il campionato brasiliano. Con la Nazionale conquista la Coppa America nel 1997. R. L. P.

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Top 11 viola

l’intervista

Viaggio tra i campioni che hanno segnato la storia della Fiorentina

DI CHIARA: DA JULINHO A BAGGIO, QUANDO LA CLASSE NON E’ ACQUA Insieme hanno fatto cento gol. Hanno emozionato Firenze, l’hanno fatta divertire. Julinho, Bertoni, Baggio e Edmundo: genio e sregolatezza, fantasia al comando e capacità tecniche. Ricordarli, uno dietro l’altro, fa quasi effetto. Almeno ad Alberto Di Chiara, che qualcuno lo ha visto nelle immagini in tv o se lo è immaginato ascoltando racconti diventati leggenda, ma qualche altro lo ha visto crescere e diventare un campione. Alberto, quel 10 maggio del 1987, il giorno della penultima trasferta con la maglia della Fiorentina di Giancarlo Antognoni non lo ha dimenticato mai. Sono passati ventiquattro anni ma la mente è rimasta lì, in un San Paolo vestito a festa, con ottantamila persone arrivate solo per festeggiare il primo scudetto della storia. Maradona, quel giorno, si cucì il tricolore sul petto, ma Roberto Baggio segnò il primo dei suoi 39 gol in maglia viola. Alberto Di Chiara che cosa ricorda di quel pomeriggio? «Ricordo un calcio di punizione, di destro, ben tagliato sopra la traversa. E poi la felicità di un calciatore reduce da un bruttissimo infortunio. Non era quella la prima partita, è

evidente, ma per un attaccante non riuscire a segnare è terribile. Roberto stava vivendo quel digiuno con certo rammarico e quel giorno ritrovò di colpo la felicità». Chi è stato Roberto Baggio? «Un fuoriclasse, che ha cominciato a Firenze a far intravedere talento, classe, spregiudicatezza, fantasia e una dose incredibile di talento. Umanamente era un compagno affabile, divertente soprattutto nel raccontare le barzellette: era di una caratura sopra la media. Era un tipo espansivo, anche se magari con qualche allenatore il feeling non è stato immediato o forse non c’è proprio mai stato. I campioni, però, sono anche questo e lui è stato sicuramente uno dei giocatori di più alto spessore tecnico mai avuti dalla Fiorentina».

Che ricordo ha del Baggio fiorentino? «Credo che in viola Roberto abbia fatto vedere le cose migliori, salvo naturalmente perfezionarsi nel tempo grazie all’esperienza accumulata. L’anno della finale Uefa ogni pallone che toccava si trasformava in gol. Tra me e lui c’era una grande sintonia, specie in area. Spesso io conquistavo i calci di rigore e lui li trasformava. Fin quando questa cosa non fu scritta su un giornale e da lì ci negarono anche i falli più evidenti». Daniel Bertoni, invece, chi era? «Daniel ha fatto la storia dell’Argentina di Maradona, ha vinto la Coppa del Mondo nel 1978, ha fatto vedere un altro modo di interpretare il calcio. Saltava l’uomo con una facilità straordinaria, era estroso, ma allo stesso tempo sapeva trovare il guizzo vincente per liberare un compagno o per inventarsi un gol, di solito nella maniera più complicata possibile. Era un giocatore tecnico, uno di quelli che faceva dell’imprevedibilità il suo punto di forza. I tifosi viola lo soprannominarono il Puntero: si affezionarono subito al personaggio e al suo modo di giocare, mai scontato».

Di Julinho che ricordo ha? «Ho visto immagini, ma soprattutto ho ben stampato nella memoria il ricordo dei racconti dei tifosi che, non appena mi trasferii a Firenze, mi descrissero le sue gesta in maniera trionfale. Quelli erano altri tempi: Julinho ha tracciato un solco indelebile. Dopo Garrincha è stata la migliore ala del calcio brasiliano. E i fiorentini la classe l’hanno sempre saputa individuare da lontano. E’ stato il primo brasiliano a vestire la maglia viola. Mi ripetevano sempre una frase, che era stata di Fulvio Bernardini, allora tecnico viola: «Un’ala può arrivare al livello di Julinho, non oltre». E di Edmundo? «Edmundo è stato genio e sregolatezza. E’ stato calcio samba, ed è stato calcio disperazione, quando se n’è tornato in Brasile per festeggiare il carnevale senza preoccuparsi della situazione della Fiorentina. E’ stato un campione, difficilissimo però da gestire sotto il profilo psicologico. Poteva risolverti le partite con un guizzo, ma era capace anche di farti perdere tutto in un istante. Era un campione da prendere con le molle».

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l’intervista

ntina 3-2 Napoli – Fiore 1989 17 settembre mpo 31esimo primo te

Baggio salta il difensore senza troppi complimenti con un tocco di destro

Roby è praticamente in area e tra lui e la porta resta solo l’estremo difensore partenopeo, Giuliani

Finalmente il tiro: la palla rotola verso la linea di porta

Roberto Baggio riceve palla nella metà campo viola e si invola verso la linea di centrocampo

Renica, che aveva già steso il Divin Codino in area, concedendogli il rigore, gli si para davanti

Il dieci gigliato sembra allungarsi troppo la palla, un difensore lascia la marcatura e tenta l’anticipo

Baggio ruba il tempo al partenopeo, e con un tocco di sinistro lo supera elegantemente e si invola verso la porta

Giuliani tenta l’uscita, Baggio finta il tiro e lo mette a sedere con un tocco sopraffino, ma ancora non tira: la curva viola esplode

Ormai nell’area piccola si aggiusta la palla sul piede destro. I difensori tentano il recupero: ma è troppo tardi

non è un gol, è un trionfo. Baggio corre, braccia al cielo verso la curva, i tifosi sono in delirio

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Il mercato

di Alessandro Latini

In attesa di Cuadrado, Pradè lavora sul centrocampo e sogna ‘El Papu’

C’è da dire che la dea bendata, quando volta le spalle lo fa in maniera totale. La Fiorentina sembra accusare una certa sfortuna anche in sede di mercato, dopo che nelle ultime due stagioni gliene sono capitate di tutti i colori. Oltre all’intoppo firmato dall’Inter per la trattativa Viviano-Della Rocca, i dirigenti viola devono fare i conti anche con l’operazione d’urgenza per l’attacco d’appendicite acuta per Juan Cuadrado, giocatore colombiano dell’Udinese che a breve diventerĂ viola. Un intervento cosĂŹ non può precludere il trasferimento, ma ha rinviato la chiusura della trattativa e l’arrivo a Moena dell’esterno. In ogni caso tutto è stato definito: Cuadrado approderĂ alla Fiorentina in prestito oneroso e il riscatto della metà è fissato intorno ai 7 milioni. Cuadrado si è fatto conoscere al pubblico italiano per una grande stagione nel Lecce, che grazie ai suoi dribbling e ai gol di Muriel ha tenuto aperto il discorso salvezza fino all’ultima giornata. E’ un esterno tuttofare, che può ricoprire addirittura tutta la fascia destra: dal ruolo del terzino all’esterno d’attacco, la sua fantasia sarĂ presto al servizio di Montella. CENTROCAMPISTI CERCASI. La prioritĂ di Pradè, in questo momento, è quella di inserire nella rosa almeno un paio di centrocampisti. Ed è per questo che, Cuadrado e Della Rocca a parte, il ds viola ha intensificato i contatti per due elementi. Il primo è Juraj Kucka. Come avete potuto abbondantemente leggere sul Brivido Sportivo nelle settimane passate, il giocatore piace particolarmente agli uomini mercato viola, soprattutto ad Eduardo MaciĂ . Gli incontri tra quest’ultimo e Stefano Capozucca sono serviti per gettare le basi di una trattativa che Pradè potrebbe concludere davvero entro breve. La formula giusta sembra essere quella della comproprietĂ , con un riscatto fissato in favore della Fiorentina. Dopo la partenza di un mastino come Valon Behrami, la Fiorentina potrebbe dunque trovarne un altro entro breve. Il secondo è invece Rasmus Elm, geometra del centrocampo dell’Az Alkmaar e della nazionale svedese. C’è giĂ stato un contatto diretto tra Patrik Mork, il suo procuratore, e Pradè in questi giorni. Il ds viola vuole cercare di chiudere l’affare prima possibile ed è convinto di poterlo fare con circa 4 milioni di euro, visto che Elm ha il contratto in scadenza nel giugno del 2013, tuttavia deve vedersela con una concorrenza agguerrita da club russi e non solo. UN SOGNO. Fin qui il centrocampo. In attacco invece c’è un vero e proprio sogno, che Pradè sta cercando di materializzare per far contento Vincenzo Montella. Alejandro Gomez è l’obiettivo numero uno, quello capace di esaltare gli schemi dell’allenatore campano. C’è da dire che tra Catania e Fiorentina, dopo l’affa-

re Montella, c’è un patto di non belligeranza: i viola non disturberanno i giocatori del club etneo, ma nel caso in cui Pulvirenti decidesse di cedere i suoi gioielli Pradè sarebbe pronto a dargli l’assalto. E la voglia del Papu di cambiare aria, in questo senso, potrebbe fare la differenza. La Fiorentina continua a sognare ed a lavorare, consapevole che un prestito oneroso con riscatto fissato potrebbe fare molta gola al Catania. TERZO ATTO. Infine c’è da registrare un nuovo arrivo. Si tratta di Cristiano Lupatelli (portiere classe ’78), che dalle parti di Firenze ormai è parecchio conosciuto. Questa è la terza avventura in maglia viola (la prima nel 2004-2005 e la seconda dal 2006 al 2008) e arriva con l’esperienza giusta per essere un grande uomo spogliatoio. PartirĂ certamente dalle retrovie, ma Montella lo ha voluto proprio per quella sua capacitĂ di cementare il gruppo e di aiutare i piĂš giovani. I due hanno vinto insieme lo Scudetto con la maglia della Roma.

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SEMBRA D’ESSE’ TORNAI A’ TEMPI DELL’ORE DECISIVE PE’ LONGO Tutti i giorni ce n’è una. E si compra Ralf (e poi un si compra), e si compra Maxi Lopez (e poi un si compra), e si compra Borriello (ma icche tu compri se gni danno tre milioni l’anno e giallozzozzi?), e si compra Chamakh (idem come sopra, anzi di più, 3,5 e n’ha presi a Arseniho e vecchi merletti, grazie a una montolivata giohata a i’ Bordo’. E fanno i vin bono ma quanto a gesti’ giohatori laggiò ‘n Francia e son corviniani!), e poi e gli arria Viviano! Tutti e giorni e gli arria, e sembra d’esse’ tornai a’ tempi dell’ore decisive pe’ Longo! Se un n’arria gli è meglio, come e la pensa i’nonno e gli è noto, però basta, e un lo dite più che si casca anche ni’ ridiholo! Ni’ ridiholo pieno e si casca poi con l’arrio di Lupatelli! Ma che ve lo ricordae? Tra lui e Cehas (ma che era ceho davvero?) e faceano a chi gli era peggio. Ora e si ripiglia a 34 anni! E dice che fa gruppo, che gli è simpatiho, che farà i terzo portiere… meglio i’quarto perché se s’avvicina alla porta e fa e danni! Ma se basta racconta’ le barzellette allora pigliamo Benigni, o i’ Pieraccioni! E poi ortre che pensare a i’buonumore de’ giohatori ma quarcuno pe’ fa’ passare i’ giramento a noi, tifosi, o quando e si piglia? Cuadrado? E potea essere anche bono, ma appena sente che si piglia noi e gni s’intorcina le budella e dihan che s’è operao d’appendicite! Però e ci manca tutto i’centrocampo, qui’ poho che ci s’ha e si vende e si va a piglia’ un artro ‘ncrocio ala-terzino tipo Romulo, anche se a i’ cuadrado? Boh! Gli è vero che c’è e laori ‘n corso e un si po’ anda’ a annusa’ i fumo dalle pentole. Lasciamo laorare e cochi ‘n pace, a i brodo e si vedrà se gli è pehora! ‘Ntanto i’nonno e gni dà un gotto e gli è sempre bene aprissi lo stomaho: Forza Violaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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I’Nonno Pilade dal nostro inviato dalla cantina

Il pungiglione

A tutti quelli che se si vende sembra oro e quando si compra bottino Siano puncicati tutti gli impazienti, da quei due esagitati che attaccano striscioni aberranti, a tutti quelli che borbottano, si lamentano, contestano, come se il campionato cominciasse domani e che sono insorti di fronte agli annunci delle tre partenze (De Silvestri, Behrami e Gamberini). Che la Fiorentina deve vendere diversi elementi si sa da tempo, ma tutto quel che si vende ci sembra oro e tutto quel che si compra ci sembra bottino. In realtà cosa si è venduto o comunque perso nella storia recente ha confermato che era tempo di venderlo o di dismetterlo. Cosa hanno fatto Mutu, Frey, Zanetti, Donadel, Santana e Comotto che sembrava uno scandalo aver lasciato partire a zero? Quasi zero. E Gilardino, Bolatti e compagnia, hanno dimostrato di valere di più di quel che si è ricavato? Ora son partiti anche personaggi importanti come Boruc e Montolivo, a parametro zero (e qui dei rimpianti e dei rimbrotti ce li abbiamo), ma altri molto meno (Marchionni, Kharja) e sono arrivati Roncaglia (ed a quel punto la partenza in prestito di De Silvestri era quasi obbligatoria) e El Hamdaoui che, ovviamente, da soli non bastano ad esaltarci, ma che son sempre due ottimi elementi che potrebbero, entrambi, sorprendere. Il centrocampo è tutto da fare, c’era un punto fisso, ed era Behrami, la sua dipartita improvvisa e ormai certa ha lasciato tutti sconcertati, ora è proprio tutto da fare ex-novo il reparto. Manca un punta importante. Tutto vero, ma mancano anche, ancora, 45 giorni! Intanto sta per arrivare Cuadrado. Vogliamo aspettare a veder cosa succede prima di fasciarci la testa? Chi dà segni di insofferenza sarà individuato e punito dalle api, senza pietà.

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Boxe

di Michela Lanza

CAMPIONE NEL DNA: OLTRE LE TESTATE, BUNDU ANCORA IN VETTA ALL’EUROPA

Il pugile fiorentino ha battuto Castellucci grazie alla sua scintillante boxe. E domani tocca a Bracco

È ancora lui il campione. È ancora lui il pugile da battere. E ora tutto diventa più interessante: «Dopo che sono diventato professionista, quello che volevo era arrivare a combattere per il titolo europeo. E non solo ci sono arrivato, ma sono diventato io campione. Dopo questo traguardo, tutto quello che verrà è in più. E in questo ‘più’ c’è il sogno Mondiale». Queste le parole di Leonard Bundu alla fine del match che lo ha visto alzare ancora al cielo la cintura di campione europeo, nonostante le ferite subite che hanno costretto l’interruzione della sfida anzitempo. Ma ‘materiale’ per decretarlo vincitore ce n’era e la valutazione dei tre giudizi è stata unanime. Così con il punteggio di 5044, 50-44 e 50-44 Bundu ha battuto ai punti lo sfidante Stefano Castellucci e si è confermato ancora (dopo la vittoria del titolo contro Daniele Petrucci e la prima difesa volontaria contro Antonio Moscatiello) Campione d’Europa EBU dei pesi welter. Tutto questo è successo sabato scorso al Palacarnera di Udine dove il pugile fiorentino ha disputato un altro match di altissimo livello, attaccando l’avversario senza lasciargli tempo di reazione né respiro. Ma concentriamoci su quanto accaduto sul quadrato. Castellucci era un pugile temibile principalmente per la sua altezza, e quindi per un allungo maggiore, e per il suo colpo potente, considerato la sua arma migliore («I suoi colpi si sentono, fanno male» aveva detto Leonard prima dell’incontro). Già dal primo round, però, lo sfidante è stato preso in contropiede da Bundu che, nonostante non sia un grande picchiatore (come lui stesso ha confermato a fine match) ha imposto la sua boxe scintillante cercando di sorprenderlo, andare dentro e attaccare con colpi corti (tanti dei quali hanno raggiunto il bersaglio) costringendolo a difendersi. Poi la sua straordinaria velocità e la sua riconosciuta tecnica, nonché i continui cambi di guardia, non hanno dato mai il tempo a Castellucci di portare i suoi colpi, tanto da ritrovarsi a ‘scappare’ e indietreggiare dal primo all’ultimo round. Supremazia assoluta nella prima ripresa, la seconda è iniziata con un Bundu ancora più determinato tanto da mandare al tappeto lo sfidante con un perfetto gancio sinistro (con tanto di conteggio). Poi raffiche di doppi colpi del campione in carica che non hanno mai lasciato respiro al pugile di Velletri. Infine il quinto round iniziato e contraddistinto da due testate involontarie, una delle quali ha provocato un brutto taglio all’arcata sopraccigliare sinistra di Bundu e ha costretto l’intervento del medico di riunione e l’arbitro Massimo Barrovecchio a stoppare il match e, da regolamento, a dare il via alla lettura dei cartellini. C’è chi dice che Castellucci, considerato un diesel, sarebbe potuto venire fuori alla distanza. Sta di fatto che Bundu sta dimostrando, incontro dopo incontro, uno stato di forma esemplare e che, nonostante questa brutta abitudine di rimediare testate quasi in ogni combattimento, la sua forza fa sempre la differenza nonostante le primavere (ben 37, ma non si notano) che passano. «E’ una maledizione questa storia delle testate – ha commentato il fiorentino Bundu a caldo – è un po’ anche colpa mia e della mia boxe frontale. Più passa il tempo, più sto bene? Me lo dice sempre anche il Bonci (il suo maestro Boncinelli ndr): “Tu sei come il vino, più invecchi e più diventi

bono”. Adesso c’è Zaveck». Appunto, ora c’è l’ostacolo Jan Zaveck, già campione assoluto dei welter IBF dal 2009 al 2011, anno in cui è stato sconfitto da Andrè Berto, e pugile di caratura superiore rispetto agli ultimi affrontati (ma non per questo farà paura al nostro campione). Sarà il 36enne sloveno, dunque, lo sfidante per la difesa ufficiale del titolo europeo. La riunione di pugilato potrebbe svolgersi in Slovenia, ma questo per Leonard non sarà un problema. Del resto, è giusto

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ribadire che oggi è ancora lui il campione. Ancora lui il pugile imbattuto (27 vittorie, 2 no contest e zero sconfitte da professionista). E allora, archiviata la serata di Udine, testa alla preparazione della difesa ufficiale del titolo: quel match, del resto, potrebbe essere determinante, fondamentale, l’ultimo trampolino prima del sogno Mondiale che un pugile come Leonard Bundu si meriterebbe assolutamente. Nel frattempo domani 20 luglio salirà sul ring un altro pugile del team Loreni (come Bundu) e proveniente

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dall’Accademia Pugilistica Fiorentina, Rodrigo Bracco, che sfiderà Antonio Pio Nettuno per la difesa del titolo italiano dei pesi gallo. La riunione di pugilato si terrà presso lo Stadio del Bisenzio a Signa (inizio ore 20.30) e vedrà la partecipazione straordinaria del campione nonché suo grande amico Leonard Bundu che non vuol far mancare il suo apporto al campione italiano in carica. Un’altra grande serata di boxe, tutta da seguire, tutta da respirare. Emozionatevi con i campioni del pugilato fiorentino.


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C.G. Firenze: il bilancio di un anno appena trascorso Il 21 e 22 luglio in gara le ginnaste del CGF per un posto nella nazionale UISP

Il termine di un anno sportivo è sempre il momento giusto per fare un bilancio, gettare lo sguardo indietro e tirare le somme dei dieci mesi appena passati. E per il Centro Ginnastica Firenze A.S.D. a farlo è, naturalmente, il presidente Francesca Fattorini: “Non possiamo che essere soddisfatti dell’annata appena conclusa. Abbiamo toccato punte di quattrocento iscritti, un record per la società, e siamo stati costretti – più che in passato – a stilare una lista d’attesa di decine di persone e, anche se non è mai piacevole chiudere le porte a chi si affaccia al nostro meraviglioso sport, questo dato ci conferma il trend decisamente positivo che la diffusione della ginnastica sta conoscendo in Italia”. Già, perché i successi che i ginnasti e le ginnaste italiani mietono da qualche tempo in campo internazionale – dall’oro europeo della squadra femminile a Volos 2006, passando per lo storico titolo mondiale di Vanessa Ferrari, alle medaglie che ormai da alcuni anni troviamo puntual-

mente al collo delle “Farfalle” della sezione di ritmica, fino alla recentissima qualificazione olimpica delle squadre maschile e femminile di artistica – hanno innegabilmente contribuito a portare all’attenzione generale quello che può a pieno diritto considerarsi il “padre” di tutti gli sport. “Continuiamo a proporre attività a tutti i livelli – prosegue il presidente – dai corsi base ai gruppi promozionali, dai corsi di acrobatica al corso serale per adulti, fino ai corsi con finalità agonistiche – dalla ginnastica generale all’alta specializzazione – impegnati ogni anno in decine di gare regionali, interregionali e nazionali”. Qualche rammarico c’è, come spesso accade: “Dispiace di aver solo sfiorato alcuni obiettivi nazionali come – ad esempio – la finale di serie B femminile o quella di serie C maschile, o la recente finalissima a 20 squadre di serie D femminile, ma non possiamo dimenticare il bottino di medaglie e titoli che abbiamo portato a casa dai campionati italiani UISP di Cattolica, o

i recenti podi conquistati dai ginnasti di specialità maschile. L’importante è lavorare in crescendo, ed è esattamente ciò che sta succedendo nella nostra società”. Parole di buon

auspicio, quelle del presidente societario, che giungono alla vigilia dell’importante appuntamento del prossimo weekend proprio presso la palestra di Sorgane, le selezioni

ufficiali per gli International Games UISP, che si terranno dal 5 al 7 ottobre prossimi a Viareggio, selezioni che vedranno in gara le atlete della sezione di artistica femminile, suddivise tra il pomeriggio di sabato 21 e la mattina di domenica 22 luglio, in cerca di un posto nella rappresentativa italiana che in autunno vestirà i colori azzurri dell’Unione Italiana Sport per Tutti nella città toscana.

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CAPEZZOLI&CAVALLI E ATON-F SUL GRADINO PIU’ ALTO

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19 luglio 2012 www.brividosportivo.it

MIDLAND

L’11 luglio alla Floriagafir si è disputato il triangolare Unisport

Capezzoli&Cavalli Mercoledì 11 luglio le ragazze dell’Aton-F hanno vinto il triangolare UNISPORT relativo alla GOLDEN C5-F giocato alla Floragafir e organizzato dalla CSEN, conquistando titolo e coppa più importanti. Ottima prestazione anche per gli Sturmtruppen nel triangolare della SILVER C5 dove nei due incontri non ha mai perso ottenendo ben due pareggi. Questi non sono però bastati per salire in testa alla classifica (hanno ottenuto comunque un dignitosissimo secondo posto). Serata grigia invece per i nostri campioni in carica della TOP C7 dove gli Aran Island 2, prima ai rigori e poi con un secco 3-1, si sono dovuti accontentare della terza piazza finale. Nella serata successiva alla Sales si sono giocate invece le altre finali UNISPORT organizzate dal Calcio Toscana.

Nei vari triangolari si sono affrontate (sotto il nome Midland) le Smartist FC per la TOP C5-F, i Capezzoli&Cavalli per la GOLDEN C5 e Ai Capanno d’Angiolino per la SILVER C7. Nessuna medaglia di bronzo in questa giornata per i nostri ma ben due argenti e addirittura un oro, conquistato nel triangolare fra Los Guerrieros, il Fortino e i C&C, dove questi ultimi con un netto 2-0 rifilato ai primi della lista ed una sola sconfitta (ma nata dai calci di rigore) contro il Fortino, hanno alzato la coppa più importante e con lei annesso anche il titolo di “campioni UNISPORT 2012”. Un sincero complimento comunque anche per le Smartist che quest’anno hanno fatto davvero man bassa di coppe e Ai Capanno d’Angiolino per l’annata davvero eccellente.

Aton BATTUTE FINALI DALLa END SEASON Si è iniziato a fare sul serio in quel di Novoli dove la scorsa settimana sono andate in scena le gare d’andata valide per le semifinali del torneo “End Season“. Nella prima sfida si sono affrontate l’Atletico Passera di capitan Federico (Ostuni con la fascia nell’occasione) e la Dinamo Buster capitanata da Barlondi. Sfida avvincente fra queste due compagini che, dopo aver terminato appaiate il girone eliminatorio, hanno fornito un discreto spettacolo anche in questo primo episodio di semifinale al triplice fischio del quale sono stati i “blues” dell’Atletico Passera a spuntarla con un 4-2 frutto della fatica, del sudore e di una importante rimonta (dopo essere andati sotto di due reti). Mansaku aveva infatti messo i Busters sul doppio vantaggio grazie ad una brillante doppietta che il trenino Montagni-Federico-Abisso-Maranghi ha però ribaltato per il risultato andato a referto. La sorpresona della giornata è arrivata però dall’altra semifinale dove la testa di serie Yame Yame è stata travolta da un sorprendente Fiorucci Ac: 8-3 per i bianco vestiti che, considerati svantaggiati ai nastri di partenza, hanno invece fornito una notevole prova di squadra ai danni di un

avversario di livello. Fiorucci era avanti 3-0 grazie alle reti di Ceccarelli, Lorini e Sicoli, le maglie Oro degli Yame però si sono fatte sotto con le reti di Matteini e Rogai che li hanno riportati a meno uno; con un bolide da calcio piazzato è stato poi Sicoli ad allungare nuovamente poco prima che Rogai accorciasse ancora le distanze. Nel finale di gara il serbatoio del Fiorucci è sembrato però averne di più e così il risultato è dilagato grazie ancora a uno straripante Sicoli (poker per lui), Fancelli ed ancora Lorini. Lo Yame Yame ha sprecato poi ben tre tiri liberi nel finale che hanno lasciato un divario ampio ma non impossibile da colmare nella gara di ritorno. Risultati che hanno visto stravolgere la classifica della miglior difesa con l’Atl. Passera che è andata in testa con una rete sui Busters, a loro volta con una rete di vantaggio sullo Yame Yame, che precede anch’esso di una rete il Fiorucci Ac. Per la coppa Capocannonieri è ancora il duetto Matteini-Maranghi a dettar legge con dieci reti. C’è chi ha voglia di stupire, c’è chi ha voglia di rifarsi… gli ingredienti non mancano per due gare di ritorno al cardiopalma!


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19 luglio 2012 www.brividosportivo.it

MIDLAND CALCIO

OICLAC TOSCANA ANACSOT

CALCIO TOSCANA: TRE TITOLI ALLE FINALI UNISPORTS

Si sono svolte la settimana scorsa le Finali Provinciali Unisports di C5 e C7 che, come nella passata edizione (la prima), hanno visto la partecipazione delle squadre vincitrici delle categorie Top, Golden e Silver League per i Campionati 2011/2012 di Calcio Toscana, Csen e Midland. Il Calcio Toscana ha chiuso al secondo posto del podio grazie ai tre successi ottenuti nei nove triangolari: ha trionfato anche quest’anno lo Csen (con quattro successi) mentre la Midland ha vinto due manifestazioni (Top League C5 maschile e Golden League C5 maschile). Ottimo il risultato colto dalle formazioni del Calcio Toscana, soprattutto se si pensa che nella scorsa edizione le nostre formazioni non ottennero nemmeno un successo (a farla da padrona fu sempre lo Csen con 8 vittorie su 9, mentre la Top League C5 maschile andò anche un anno fa alla Midland). E quest’anno addirittura due dei tre trionfi del Calcio Toscana sono arrivati della Top League (la competizione più prestigiosa, ed alla quale non ha preso parte la Stella Rossa C5, vincitrice del calcio a 5 maschile), segno della notevole crescita delle nostre formazioni. Sono salite sul gradino più alto del podio (per il Calcio Toscana) AC Peruzzi (Top League C7), Aton Green (Golden League C5 femminile) e Club Sportivo Firenze (Top League C5 femminile), anche se tutte le nostre squadre si sono ben comportate nelle gare che hanno visto le formazioni darsi vera battaglia (ma in maniera molto corretta). Tre belle serate di sport che si sono concluse giovedì 12 luglio proprio presso l’impianto della Sales con la gestione diretta del Calcio Toscana (martedì 10 era toccato alla Midland presso il campo della Polisportiva Novoli, mentre il giorno seguente era stata la volta dello Csen sui campi del Viale Malta). Hanno sfiorato il successo le Smatte F.T. nella Silver League di calcio a 5 femminile: le ragazze allenate da Matteo Cecconi hanno pagato dazio ancora una volta ai calci di rigore dove le Outsiders (Csen) si sono dimostrate più fredde nei tiri dal dischetto conquistando così il titolo. Molto vicini alla vittoria sono andati anche i Final Blow nella Top League C5 maschile: una competizione molto accesa e sentita, nella quale il Ciclone Viola (Midland) si è imposto di misura sia sul Sorgane Calcio A 5 (Csen) che sui Final Blow (che nella gara d’esordio avevano superato ai calci di rigore la compagine dello Csen). Secondo posto anche per l’AC Bandino Papaya Viaggi (Golden League C7) che si è dovuto arrendere ai fortissimi Blancos (Csen), mentre nonostante il terzo posto si sono comunque messe in evidenza Il Forino (Golden League C5), Florenze Patriots (Silver League C7) e D.L. Firenze C5 (Silver League C5) che ha anche avuto la sfortuna di incappare in un errore regolamentare da parte dell’arbitro che non ha fatto tirare i calci di rigori in ben due partite (col D.L. Firenze C5 che avrebbe potuto conquistare il secondo posto). Per quanto riguarda invece i tre successi delle nostre formazioni, l’Aton Green si è imposta sul Non Piangere T (3-1). L’unica pecca della manifestazione è stata la mancata presentazione delle ragazze della Midland (Libertas Bisenzio) che ha così permesso all’Aton Green di alzare la coppa del primo posto con una sola gara disputata. Grande impresa invece quella dell’AC Peruzzi che dopo aver sconfitto nella gara d’esordio l’Aran Island (Midland) ai calci di rigore, ha avuto la meglio con pieno merito (4-1) della super favorita Pol. San Quirico (Csen). Infine inaspettato successo (fino a pochi minuti dal termine del triangolare) del Club Sportivo Firenze che, dopo aver perso ai calci di rigore contro le Smartist (Midland), ha superato per 3-2 le ragazze del Forever Gogo (Csen): solo una vittoria di queste ultime (anche ai calci di rigore) nella decisiva sfida contro le Smartist avrebbe potuto regalare la vittoria finale alle nostre ragazze. Il 3-0 in favore delle Smartist a 10 minuti dal termine della gara faceva pronosticare un quasi certo secondo posto per il Club Sportivo Firenze, ma la grande reazione del Forever Gogo (che realizzavano tre gol nel finale) ha mandato il match ai calci di rigore dove le pur brave ma sfortunate Smartist (sovrastate da ben tre infortuni) si sono arrese alla maggior precisione delle avversarie nei tiri dal dischetto. E così ha potuto prendere il via l’ultima premiazione delle Finali Unisports e la festa del Club Sportivo Firenze.

Aton Green

CS Firenze

AC Peruzzi



riempire sono ancora numerose. E sul futuro che, secondo i messaggi di Andrea Della Valle fatti pervenire al clan viola in questi primi giorni di ritiro a Moena, vuole essere improntato sulla voglia e i propositi di rilancio pur con la consapevolezza, da parte di tutti, che il lavoro da fare è tanto. Messa in archivio senza alcun rimpianto l’ultima stagione, l’obbligo della Fiorentina è girare pagina e ripartire. Giusto così, la gente vuole tornare a divertirsi e ad appassionarsi per la sua squadra, meglio se il tutto sarà abbinato anche ai risultati. E’ quanto vuole e insegue pure Vincenzo Montella la cui scelta per la panchina viola rispecchia in pieno e non solo per un fatto anagrafico (dopo l’interista Stramaccioni il tecnico napoletano è il più giovane di tutta la serie A) la voglia di rinnovamento che pervade la Fiorentina. Anche per questo motivo non bisogna star troppo a rimuginare sui tempi passati o su chi è passato da queste parti, nessuno dentro e attorno al club viola può permettersi di perdere tempo dietro a rimpianti o nostalgie nei confronti peraltro di chi non ha mostrato, coi fatti e coi comportamenti, di meritarselo. L’ultima penosa stagione ne è l’emblema. E infatti ha ragione Vincenzo Guerini quando dice: «Non c’è niente di cui andar fieri dell’ultimo campionato, non c’è nulla di cui vantarsi». Insomma, adesso occorre cospargersi la testa di cenere, rimboccarsi le maniche e ripartire con un gruppo di giocatori che sia davvero convinto e motivato. Serve uno spogliatoio nuovamente pieno di entusiasmo, capace di trasmetterlo poi sul campo e ai tifosi. Solo così la Fiorentina potrà tornare a essere protagonista. E allora, addio senza troppi rimpianti a chi ha scelto di andarsene preferendo altre maglie, altri lidi: addio a Montolivo che già un anno fa si sapeva che dietro al suo mancato rinnovo c’era la sua voglia di Milan (un Milan comunque al momento ridimensionato dalle partenze di Ibra, Thiago Silva, Nesta e via dicendo); a Behrami che spinto dal suo nuovo procuratore (quel Fali Ramadani che tanto per intendersi cura gli interessi pure di Jovetic e Ljajic e pare avere una predilezione particolare nel proporre i suoi assistiti sui vari mercati) ha scelto le ambizioni e gli euro del Napoli mentre ancora la Fiorentina attende una sua risposta, come almeno educazione impone, alla proposta di prolungamento fino al 2016 a 1,3 milioni di euro a stagione più bonus presentata qualche settimana fa; a Natali che, a 33 anni, ha rifiutato un rinnovo annuale con il club viola puntando ad un contratto più lungo anche se in piazze meno abbienti; a Kharja che dopo aver toccato con mano i petrodollari degli sceicchi (ma come avrà fatto?) ha sputato veleno contro la sua ex dirigenza e i suoi ex compagni incurante del fatto di aver lasciato dietro di sé un ricordo a Firenze fatto solo di fughe in Frecciarossa. Addio a tutti, guardando solo avanti.

G ri a i glieri r e l a e stornel d i ca m p a g n a IONI ENOTAZ R P E O F IN 8 0572-6262 , 3020 o tt e s s Via del Fo ano Terme Monsumm ia) lese (Pisto to in C . c o L ischeri.it rantequeb to is .r w w w

T

ra Empoli e Montecatini, lungo la vecchia strada, in Via del Fossetto a Cintolese, spiccano le luci di un antico fienile del ’400, completamente ristrutturato e trasformato non in un qualsiasi ristorante, bensì in una griglieria e stornelleria di campagna. Infatti il locale è più unico che raro nella zona, la sua originalità viene dal fatto che ricrea un’epoca dove sedersi a tavola era una festa, con lo stornellatore, con del buon vino e il fuoco della grande griglia, che solo a vederla scalda il cuore. Proprio la grande griglia è la protagonista della sala, progettata per cucinare quella che viene chiamata l’arrosto dell’aia; quaglie, galletti, conigli, rosticciane, salsicce grigliate alla brace con legni pregiati come vuole la tradizione e accompagnati da formaggi delle colline pisane, prosciutti al pepe e aglione. Il pane è cotto a legna e non si possono tralasciare i primi piatti conditi con gli intingoli, ovvero sughi di fegatini e carni cotti all vecchia maniera contadina. E per finire la serata non può certo mancare il vinsanto con i cantuccini! Insomma da Que Bischeri si respira davvero un clima d’altri tempi, fatta di semplicità, pietanze genuine e calore umano, perchè anche se qui le grigliate di carne la fanno da padrona, non si trascurano coloro che di carne non sono poi grandi amanti, e proprio come ai vecchi tempi, con un bicchiere vino si mette tutti d’accordo.

Alessandro Rialti

Fuorigioco

di Duccio Magnelli

ANDREA S’È PERSO? (PER DIRLA CON DE ANDRE’)

È il vero mistero dell’estate fiorentina. Prima la fuga precipitosa e sdegnata dal Franchi due mesi fa, durante l’ultima di campionato. Poi il silenzio. Rotto soltanto da una dichiarazione, piuttosto pericolosa (e vedremo poi perché) fatta qualche settimana fa. “Andrea, dove sei finito?”, si chiedono i tifosi della Fiorentina, che pure sem-

brano aver ritrovato un briciolo di entusiasmo anche grazie alla bella serata in piazza della Signoria dedicata alla presentazione delle nuove maglie. I patiti della Viola hanno eletto Andrea loro punto di riferimento (“per forza, non c’è nessun altro” direbbe qualcuno). E la sua assenza li preoccupa. In quindici giorni la società ha dato una sterzata decisiva al proprio futuro. Ha presentato, in rigoroso ordine cronologico, un nuovo

direttore sportivo, un nuovo staff tecnico, un nuovo sponsor e una serie di nuove maglie sgargianti. Eppure a questi fondamentali, e unici, eventi ADV non era presente. Naturalmente tutti i tifosi della Viola sanno che le decisioni vengono prese dalla famiglia e che i dirigenti sono solo meri esecutori di ordini. Quindi, niente paura: i Della Valle sono saldamente in sella. Però, dopo che Andrea aveva dichiarato Jovetic ince-

dibile nelle uniche dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi, sentir parlare di quel gentlemen’s agreement tra il montenegrino e la società viola e per cui a certe cifre (30 milioni di euro) potrebbe anche essere venduto preoccupa non poco i tifosi. In ogni caso meglio mettersi in attesa fino al 31 agosto, alla fine del mercato. Solo allora sarà più facile per tutti raccontare la verità.


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