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I Della Valle devono decidersi e assecondare le esigenze di Sousa

solo innesti di spessore

di Alessandro rialti

nizio da un...post scriptum: io a Torino avrei gradito un diverso atteggiamento tattico. Lo dico da sempre: quella è una partita che inizi già con la sconfitta che aleggia sulla tua testa, allora è inutile badare a portar a casa le membra, meglio giocarsela occhi negli occhi. La squadra di Sousa ha a lungo nascosto la palla agli uomini di Allegri, tatticamente sono stati bravi ma poi alla lunga è tornato a farsi sentire il peso della sconfitta che aleggiava. Ovvio, se non tiri mai in porta, se non osi allora perdi. E’ matematico, non si può stare sempre nell’angolo ad aspettare la fine. Peccato, è una delle poche

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Per crescere davvero

Ripartiamo subito, la lotta continua

Paulo Sousa

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Il pungiglione

Atteggiamento sbagliato contro la Juve, ma niente è compromesso

volte che Sousa non mi è piaciuto. Ripartiamo subito, il campionato non è ancora finito, ancora non siamo arrivati al giro di boa: c’è il Chievo al Franchi prima della sosta, il Palermo alla Favorita nel giorno dell’Epifa-

4 pneumatici

Ilicic e Kalinic a Torino

Delusione viola a Torino contro la Juve

di massimo sandrelli

Borja Valero e Vecino

nia e quindi la sfida contro la Lazio, di nuovo tra le mura amiche. Bisogna andare avanti e senza incertezze, ora più che mai. E bisogna tornare a correre adesso che l’Europa per qualche mese se n’è andata in vacanza. E che Sousa non si nasconda dietro la coperta corta del gruppo, quello sarà un giusto argomento da sottoporre ai Della Valle a gennaio, ora bisogna spremere al massimo questa squadra per un campionato che non si è certo fermato a Torino. Tutto infatti è rimasto assolutamente aperto. Ci sarà la volata di fine anno, poi si faranno i primi conti per il titolo di inverno. La testa della classifica è lì e siamo in pienissima corsa per la zona Champions. Dunque niente è conquistato ma anche niente è compromesso. La lotta continua.

inalmente. La Fiorentina ha perso, la Juventus ha vinto. Saranno tutti contenti: commentatori, dirigenti, tifosi-gufi e così via. Finalmente la Fiorentina ha perso ma a Torino non ha perso solo la partita ma soprattutto ha perso quella spavalderia che aveva incantato tutti: molto possesso palla, molto ordine ma poca cattiveria, poco arbitro, un pizzico di sfortuna. Insomma sembrava una Fiorentina molto normale. Sembrava la Fiorentina di Montella. Ora c’è pensare al futuro. La Juventus, in specie a Torino, è sempre quella. Grande furore agonistico, tanta cattiveria quasi fino alla provocazione sotto l’occhio compiacente del direttore di gara. La Fiorentina è sempre quella: sembra una formazione di piccoli lord e quando si accende la luce dell’agonismo, loro tutti si perdono nello stupore di quello che sta succedendo intorno. Allora torna d’attualità il discorso del mercato. La Fiorentina è sull’orlo di una grande crescita ma ha disperatamente

bisogno di coltivare questa maturazione con degli innesti che conferiscano a questo gruppo quel tasso virilità anche irriverente che manca. Manca un difensore di spessore che sappia comandare una difesa troppo spesso ingenua. Manca un’alternativa di centrocampo. Il triangolo delle meraviglie (Vecino, Badelj, Borja Valero) non possono giocare anche le amichevoli di beneficenza. Soprattutto, però, bisogna che i Della Valle regalino a Paulo Sousa l’opportunità anche di cambiar marcia, di mutare in corsa la squadra per affrontare gli imprevisti. Insomma i fratelli DV devono decidersi. O ci si muove ora perché questo splendido esperimento possa trasformarsi in qualcosa di straordinario oppure si ripiomba nella mediocrità. “Il quarto posto è comunque un bel risultato…” mi dicono i benpensanti. Scusate ma almeno a me non interessa. Che si provi ad essere ambiziosi. Ce n’è l’occasione, perché perder tempo? E se lo scudetto sarà un affare tra Inter e Juve va bene. A noi interessa la Viola.

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Coppa italia

Clamoroso ko dei viola. Sousa lascia ancora in panchina Rossi e schiera quasi tutti i titolari. Va malissimo e la squadra è sulle gambe

Disastro al Franchi Fiorentina eliminata dal Carpi

di Tommaso borghini

na Fiorentina troppo brutta per essere vera riesce nell’impresa di farsi eliminare dalla Coppa Italia, in casa contro il modesto Carpi. Ko ancora più preoccupante poiché incassato, praticamente, dalla squadra titolare, visto che Pauolo Sousa aveva deciso di schierare molte delle prime linee. Scelta che si è rivelata fallimentare alla luce del risultato finale: viola out dalla Coppa e con gli elementi più importanti della rosa (eccezion fatta per Borja Valero, non convocato) letteralmente sfiniti, a tre soli giorni dall’importantissimo impegno di campionato conto il Chievo. E ad agitare ulteriormente le acque c’è anche il caso Giuseppe Rossi, tenuto in panchina per quasi tutta la gara e ormai corpo quasi estraneo al progetto del portoghese, una situazione che apre scenari importanti con l’apertura del mercato alle porte. Ma ciò che toglie maggiormente serenità è l’evidenza che i vari Kalinic, Ilicic, Bernardeschi, Badelj, Vecino e Gonzalo Rodriguez hanno il serbatoio energetico in rosso fisso. Circostanza che dovrà far riflettere seriamente la società in chiave mercato. LA PARTITA Paulo Sousa decide di rinunciare ancora una volta a Pepito Rossi, affidandosi al solito Kalinic che, con Babacar, costituisce la coppia d’attacco, supportata da Bernardeschi che torna a interpretare un ruolo prettamente offensivo. Trova, invece, spazio Rebic, schierato sulla destra

in un centrocampo nel quale giocano anche Vecino e Badelj, mentre Pasqual si occupa della corsia mancina. In difesa, davanti a Sepe, ci sono Tomovic, Gonzalo Rodriguez ed Astori. La Fiorentina parte bene, con l’acceleratore a tavoletta e confeziona una clamorosa doppia occasione, ma prima Kalinic poi Babacar si fanno ipnotizzare da Brkic. Un fuoco di paglia, perché la verve viola dura pochissimo e il Carpi, dopo l’iniziale timidezza, acquista coraggio chiudendo gli spazi e ribaltando l’azione con pericolosi contropiede che costringono Gonzalo Rodriguez e compagni a chiusure affannose. Gli emiliani colgono anche un palo con il tiro dal limite di Gagliolo. I gigliati perdono troppo presto la lucidità e anche coloro che dovrebbero essere freschi, come Rebic, litigano sistematicamente col pallone, facendo infuriare Sousa. Il portoghese prova a cambiare le cose, spostando lo stesso Rebic tra le linee e rimettendo Bernardeschi a destra, ma il croato riesce pure a divorarsi una rete clamorosa a tu per tu con Brkic. La Fiorentina è anche sfortunata al 44’ quando Badelj colpisce la traversa a porta vuota, sulla respinta dell’estremo emiliano. Il primo tempo si chiude, così, sullo 0-0. A inizio ripresa l’allenatore viola lascia negli spogliatoi proprio Rebic, schierando anche Ilicic. La mossa pare sortire effetti perché la manovra scorre più fluida e la squadra alza il baricentro. Al 53’ deve uscire anche Pasqual, in difficoltà fisiche, per Alonso. Ma, come nel primo tempo, si tratta della fiamma di una candela al vento. Le idee si annebbiano subito e il Carpi, compatto e reattivo, intasa tranquillamente gli spazi, punendo i viola al 75’: Di Gaudio esce dal guscio e, dal vertice sinistro dell’area di rigore, si accentra, lasciando partire un destro chirurgico che non dà scampo a Sepe. Con la Fiorentina sotto, a 12’ dal termine, Sousa decide di togliere dalla naftalina Giuseppe Rossi, come mossa della disperazione. Esce Vecino. Ilicic si scuote dal torpore e sfiora il gol su punizione. Astori, nel convulso recupero potrebbe anche pareggiare, ma il suo sinistro è leggermente impreciso. Vengono poi espulsi Mbakogu e Gonzalo Rodriguez. E’ l’ultima emozione di un pomeriggio amaro. I viola escono dal campo a testa bassa. E l’eliminazione fa ancora più male guardando il tabellone della Coppa Italia che (dopo l’eliminazione della Roma a opera dello Spezia) si sarebbe messo in clamorosa discesa per i viola.

FIORENTINA-CARPI 0-1 FIORENTINA: Sepe, Tomovic, Astori, Gonzalo Rodriguez, Pasqual (55’ Alonso), Bernardeschi, Badelj, Vecino (78’ Rossi), Rebic (46’ Ilicic), Kalinic, Babacar. All. Sousa. CARPI: Brkic, Letizia, Zaccardo, Romagnoli, Gagliolo (83’ Spolli) Gabriel Silva (73’ Cofie), Lollo, Marrone, Di Gaudio, Matos Borriello (65’ Mbakogu). All. Castori. Arbitro: Gervasoni di Mantova RETE: 75’ Di Gaudio (C) NOTE: Espulsi: 94’ Mbakogu (C), 94’ Gonzalo Rodriguez (F)

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Orsato è permissivo solo con la juventus di Giancarlo Carmagnini

l netto di Lazio – Sampdoria 1-1 giocata lunedì, ecco il comportamento dei 9 colleghi di Calvarese, impegnati fra sabato e domenica: Chievo – Atalanta 1-0 Pasqua – Non convince in un paio di episodi l’arbitro “prestato” da Farina a Messina. Deve crescere, chiaramente, ma la stoffa per stare fra i grandi sembra esserci! Empoli - Carpi 3-0 Cervellera – Non ci siamo! Le “cambiali”, perché questo lui è … si pagano con i soldi veri, e lui per ora mette sul piatto solo moneta falsa. Genoa - Bologna 0-1 Di Bello – Specialmente sull’aspetto disciplinare ancora ci sono molte cose da registrare! Forse, e ribadisco con forza forse, sta crescendo, ma così talmente piano che quasi non ce ne accorgiamo. Juventus - Fiorentina 3-1 Orsato – Non convince nella gestione tecnica e talvolta anche su quella disciplinare. Innervosisce i giocatori, specie quelli viola, senza motivo. E’ più permissivo nei confronti dei bianconeri (in special modo nei 20’ dopo il rigore), ai quali concede, non di picchiare, ma di fare falli sistematici sui viola, specie su Kalinic, fischiati quasi mai. Sul rigore viola lo aiuta l’addizionale Damato, che non fa altrettanto nel rigore, non dato, di Borja Valero su Mandzukic nel finale di gara. Onestamente speravo meglio! Milan – Verona 1-1 Valeri – Non bene, anche se mal assistito dalla sua “squadra”, su tutti l’assistente Lo Cicero. Decisamente insufficiente, alla fine è l’unico direttore di gara, in una domenica, arbitralmente parlando, sui generis, che rimane “con il cerino in mano”! Napoli - Roma 0-0 Rizzoli – Sbroglia serenamente, da par suo, una gara ruvida sulla carta … dimostratasi tale anche sul terreno di gioco. Bravo! Palermo - Frosinone 4-1 Doveri – Non bene, troppi errori e… meno male che l’assistente Gava lo salva da una figuruccia, non facendogli espellere il ciociaro Blanchard, reo di aver commesso… niente! Sassuolo – Torino Celi – Non iniziata per nebbia – Altra “perla” della Lega. Probabilmente si recupererà il 13/20 o 27 gennaio. Tutto dipenderà dal risultato del derby di Coppa Italia Juve-Toro. Udinese - Inter 0-4 Massa – L’Udinese è in vena di regali e la partita non è certamente un “Mortirolo” da scalare, ma… vorrei sapere da Messina come mai premia Massa dandogli la prima in classifica fuori casa dopo le nefandezze di Sassuolo-Fiorentina?

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L’urna di Nyon accontenta Sousa che voleva un’inglese. Per la Fiorentina un remake dei sedicesimi dello scorso anno

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n tuffo nel passato. Come un anno fa. L’urna di Nyon non ha deluso Paulo Sousa: il tecnico portoghese lo aveva detto subito dopo il successo (di misura) contro i portoghesi del Belenenses: «L’unica preferenza la esprimo sull’ambiente: sarebbe bello affrontare un avversario inglese: il calore degli stadi d’Inghilterra è incredibile». Così, come ai sedicesimi di finale della scorsa edizione di Europa League, quella che ha

SORTEGGIO Europa League

visto la Fiorentina fermarsi solo in semifinale contro gli spagnoli del Siviglia, ancora una volta l’avversario da battere è il Tottenham. LA STORIA E’ il 22 febbraio, quando i viola scendono in campo a White Hart Lane: in porta c’è Tatarusanu. Neto, già messo fuori squadra dalla prima gara del 2015 a seguito della scelta del brasiliano di non rinnovare il contratto con la società dei fratelli Della Valle, è costretto a rinunciare anche allo scenario internazionale. La squadra di Montella si presenta all’appuntamento da imbattuta (10 gare esterne, 0 ko): due soli i tiri nello specchio della porta, peggio era stato fatto solo con la Juventus, eppure il guizzo di Basanta riequilibra il risultato. A portare in vantaggio gli Spurs è Soldado, lo spagnolo sul quale in passato si erano soffermati gli uomini mercato della Fiorentina, ma Mohamed Salah, l’egiziano arrivato nell’ambito della cessione di Cuadrado al Chelsea pare far dimenticare a tutti la fantasia del colombiano. E’ lui uno dei migliori in campo: qualità e coraggio gli ingredienti principali del suo menu capaci di far ripartire la squadra anche nei momenti più complicati. L’affondo decisivo agli inglesi arriva a Firenze, il 26 febbraio. In porta, stavolta, c’è Neto: il rumeno si ferma per una sciatalgia alla schiena e resterà fuori per tutto il resto della stagione. Il brasiliano supera….l’ostacolo Franchi e dopo gli interventi provvidenziali su Soldado e Chadli riceve

Il centravanti viola Nikola Kalinic

atch dello scorso

lm Un'immagine de

anno tra i viola

anche l’incoraggiamento del pubblico. Il resto lo fanno l’egiziano e Mario Gomez, il panzer che in due stagioni in viola ha lasciato pochissimi guizzi d’autore. IL REMAKE Dodici mesi più tardi, tanti ne saranno passati a febbraio, è già tempo di remake. Di fronte ci saranno nuovamente i giocatori guidati da Pochettino.

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e il Tottenham

Stavolta, però, si comincerà al Franchi, il 18, mentre a Londra si volerà il 25, nella tana degli Spurs. Rispetto ad allora, si dovrà fare attenzione ai nuovi volti degli inglesi, dal centrocamposta diciannovenne Dele Alli, al centravanti camerunense N’Jie e l’ala sinistra coreana Son che stanno conquistando spazio e dimostrando il loro valore.

LE REAZIONI Andrea Rogg, direttore generale dei viola, non si è nascosto: «Il Tottenham è un avversario forte, l’ambiente è caldo ma guardiamo avanti con la voglia di fare bene. Partite come queste ci aiutano a compiere passi in avanti verso la nostra crescita. L’oFiorentina - Tottenham ore 19 biettivo nella manifestazione? Intanto pensiamo al sedicesimo che ci aspetta: daremo il 100% e vedremo. Tutte le squadre che partecipano puntano alla finale, lo faremo anche noi». Tottenham-Fiorentina ore 21,05

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L’ex portiere viola: "Tata è bravo, ma dalla prossima stagione valorizzerei l’estremo italiano. Il ko con la Juve incidente di percorso"

Mareggini: “Per il futuro punto su Sepe”

di Lucia petraroli

i sono partite che non s dimenticano e quella del 6 aprile del 1991 tra Fiorentina e Juventus è una di queste: segna Fuser su punizione, Baggio che si rifiuta di tirare un rigore contro la sua ex squadra ed esce raccogliendo una sciarpa viola. De Agostini che lo calcia, trovando le manone di Gianmatteo Mareggini che para il penalty e mette in cassaforte la vittoria gigliata. Un gesto che lo trasforma automaticamente in eroe leggendario, facendolo entrare nella storia della Fiorentina. Per questo il Brivido Sportivo, nella settimana che segue il pesante ko con la Juventus, ha voluto ascoltare l’opinione dell’ex portiere della Fiorentina, oggi allenatore degli estremi difensori delle giovanili della nazionale, anche per smorzare l’amarezza con dolci ricordi. Mareggini, qual è il suo giudizio di questa prima parte della stagione dopo la partita con la Juventus? “Il mio giudizio resta estremamente positivo, nonostante la sconfitta di Torino. Quello è stato un cidente di percorso nel inprocesso di crescita della squadra e non cancella le certezze su una prima parte di campionato esaltante per la Fiorentina. Paulo Sousa ha trasformato questa squadra dandole la mentalità vincente che mancava. Andando a cercare il pelo nell’uovo, l’unica vera delusione è stata la partita contro l’Empoli,

Gianmatteo Mareggini

con quei due punti persi oggi la Fiorentina sarebbe più in alto e la sconfitta con la Juve brucerebbe di meno”.

Mareggini ai tempi della Fiorentina con Baiano, Rui Costa,Toldo, Carnasciali e Cois

Dunque avevano ragione i Della Valle che erano stai travolti dalle critiche a inizio stagione? “Firenze è così: è innamorata della Fiorentina e a volte il troppo amore sfocia nella polemica. Ma questo amore può anche essere la forza che trascina verso imprese incredibili. La società viene gestita in maniera impeccabile da sempre. I direttori sportivi non comprano per comprare, ma cercano sempre gli uomini giusti. Sulla scelta dell’allenatore, poi, difficilmente è stata sbagliata persona. Con Sousa si è scoperto un tesoro che i tifosi, dopo le iniziali critiche per il passato bianconero, adesso osannano perché hanno capito che si tratta di un ottimo tecnico e di una bella persona”. Cosa dovrebbe fare adesso la Fiorentina sul mercato di gennaio? “Bisogna muoversi sul mercato come si è fatto nella sessione estiva. Non importa inseguire un nome altisonante per accontentare la piazza, ma bisogna ascoltare l’allenatore, accontentandolo anche con calciatori poco conosciuti che, però, potrebbero essere utilissimi alla causa. Kalinic insegna”. Si può scegliere tra campionato e coppa? “Non credo e Sousa lo sa. Lui sta mantenendo quello spirito, quella marcia in più che aveva da calciatore. Ha già dato prova di saper gestire la rosa per entrambe le competizioni, non sono d’accordo con chi dice che bisogna fare una scelta. Dobbiamo giocarcela su più fronti, senza paura. Non è vero che i calciatori non possono fare due partite a settimana, la prova è Trapattoni che giocava sempre con la stessa formazione e raggiungeva grandi risultati”. Secondo lei chi dovrebbe giocare in porta fra Tatarusanu e Sepe? “Oggi dico Tatarusanu che è un ottimo portiere e dà sicurezza. Poi gli errori capitano a tutti. Però l‘acquisto di Sepe a titolo definitivo per la Fiorentina sarebbe la cosa più giusta: ha fatto molto bene all’Empoli, dimostrandosi pronto per recitare un ruolo da protagonista in serie A. Sepe può essere il futuro viola tra i pali. Io ho sempre una predilezione per i portieri italiani e credo che qui da noi ci sia ancora grande talento. Vedi Donnarumma che ho avuto in Nazionale o, per esempio, l’altra giovanissima promessa: Alex Meret dell’Udinese. Bisogna avere il coraggio di farli giocare”. Che futuro vede per Lezzerini, il terzo portiere viola? “Lezzerini deve ancora dimostrare tanto. Deve prendere una decisione e chiedere di andare a fare esperienza altrove, per poi tornare a Firenze maturato. Non è appagante fare il terzo portiere. Puoi farlo massimo per due anni, poi basta”.

BRILLI

Fiorentina una vita tra i pali della ere la Juve batt r pe cisiva de parata a E un vanili della Fiorentina,

nelle gio Modena nel 1967. Cresciuto e ianmatteo Marggini è nato a Carrarese, ha debuttato in seri e se che Luc , ella din Ron tra stito ndo pre ane in rim nze oa, dopo le esperie per 2-2 col Gen nella gara interna pareggiata A nel 1990 all’ottava giornata, storica vittoria sulla Juventus una di a nist tago pro o stat è 1 199 ile apr 6 da De Il e. ion a sul calcio di rigore battuto titolare per tutta la stag grazie alla sua parata decisiv ara he l’am anc a con nut a otte clus er) con Fus 93, di (1-0 gol a stagione 92i tra i pali viola, al termine dell 2001 (eccetal fino vi ndo reta 5, 199 Agostini. Dopo altri due ann dal Palermo. Ma a Firenze tornerà do, ha conquistato retrocessione, viene ceduto al i, da secondo di Francesco Tol ann gli que In . atna) Sie al stito si è conclusa con 53 partite all’ to una parentesi in pre Italiana. La sua storia in viola ppa erco Sup . una e urre ia azz Ital ili pe due cop e nazionali giovan to preparatore dei portieri dell enta div è o ritir il o Dop A. e tivo in seri

Passiamo all’attacco: secondo lei Pepito Rossi tornerà fenomeno? “Tutti vogliamo bene a Pepito, tutti lo aspettiamo ed è giusto così perché ha dato tanto alla Fiorentina. Lo vedo preoccupato e triste, ha bisogno di ritrovare la sua condizione e con il tempo ci riuscirà. Lui ha sposato la causa Fiorentina e credo sia giusto che prosegua con la maglia viola. Va compreso e aspettato. Va rassicurato, lui è un pezzo del progetto viola. Per questo stopperei sul nascere le voci di mercato che lo riguardano”. La partita col Chievo chiuderà l’anno viola. Un’occasione da non perdere per fare un bel regalo di Natale ai tifosi…

“Sì e non credo che la Fiorentina se la lascerà sfuggire. Bisogna rialzarsi subito dopo il ko di Torino. Sarà una partita dal sapore dei tre punti con la quale chiuderemo l‘anno. Io sarei contento che la squadra viola mantenesse questa posizione in classifica, darebbe un grande entusiasmo in vista del 2016”. Lei è stato tanti anni in maglia viola, ha qualche rimpianto? “No, ricomincerei tutto da capo domani se potessi. Ho dato tutto per Firenze e per la Fiorentina. Sono arrivato a 14 anni, nei Giovanissimi Nazionali e conservo tutto in testa, ogni ricordo che mi accompagnerà per tutta la vita”.

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Il campione olimpico di tiro a segno, tifosissimo viola: “Quest’anno possiamo farcela. Sousa ha cervello e cattiveria. Rossi? Presto decisivo”

Campriani: “Scudetto? Io ci credo ancora”

le viene chiesto di adattarsi, quasi snaturarsi, di sacrificarsi, di unire talento e grinta. Bernardeschi fa tutto questo egregiamente. Era difficile pensare che nel giro di pochi mesi sarebbe diventato un titolarissimo e uno dei maggiori punti di forza della squadra. Arrivati a questo punto non ho dubbi sul fatto che potrà essere il futuro della Fiorentina e della Nazionale».

Campriani, cosa ne pensa della Fiorentina vista in questa prima parte di campionato? Quali caratteristiche le stanno piacendo di più? «Difficile indicare un solo aspetto positivo parlando di una squadra che sta facendo benissimo, contro le aspettative di molti. Credo che la sconfitta contro la Juventus sia stata solo un incidente di percorso che verrà digerito al più presto. Personalmente ero uno dei pochi a credere, già ai tempi di Moena, nella validità di Paulo Sousa e nell'ambizione del progetto viola. Forse non mi aspettavo una Fiorentina così bella e in alto per così tanto tempo ma ero molto positivo. Gli aspetti che più mi piacciono di questa squadra sono certamente la coesione del gruppo e il possesso palla. La prima caratteristica è fondamentale per vincere le gare, la seconda per farmi divertire».

Poi c'è il nodo Rossi da sciogliere. Cosa pensa a riguardo? «Il caso Rossi è scottante ed è complicato azzardare soluzioni. Sono convinto che il numero 22 viola possa crescere molto nelle prossime settimane e possa tornare a fare grandi cose, quindi non lo lascerei partire. Certo è che molto dipende da cosa pensa e da come è consigliato il ragazzo. La gestione del giocatore da parte di Sousa, fino ad ora, mi è sembrata perfetta. L'importante è che società, allenatore, giocatore e staff di Giuseppe decidano di comune accordo quella che è la soluzione migliore per tutti. E' inutile impuntarsi su una posizione. Già che siamo a parlare di singoli, vorrei dire una cosa anc h e su Suarez: vorrei restasse! Lo so, lo spagnolo ha convinto in minima parte ma non lo ritengo un acquisto flop. Credo abbia bisogno di un po' di tempo per ambientarsi in un campionato che non è il suo. Nella seconda parte di stagione potrebbe far vedere cose molto buone e tornare utile alla squadra».

di giacomo cialdi a qualificazione ai sedicesimi di Europa League (che vedranno come avversario il Tottenham) e l‘amara sfida con la Juventus sono ormai alle spalle; i viola si preparano ad affrontare il match di campionato contro il Chievo Verona con la voglia di continuare la corsa verso traguardi sempre più ambiziosi. Per analizzare il momento della Fiorentina, il Brivido Sportivo ha contattato Niccolò Campriani, grande campione olimpico in carica di tiro a segno e tifosissimo viola.

Paulo Sousa è indicato da molti come l'arma in più di questa squadra. E' d'accordo? «Certamente, è l'artefice di quanto visto fino ad ora. L'allenatore viola mi piace moltissimo, adoro il suo stile, il suo linguaggio e il modo in cui fa giocare la nostra Fiorentina. Credo il portoghese sia molto intelligente e abbia la grande capacità di trasmettere le qualità che aveva da giocatore ai propri uomini: il giusto mix di cervello e cattiveria agonistica. Questo sta facendo la differenza». Parlando di qualche singolo, Bernardeschi sembra crescere partita dopo partita. Immaginava una maturazione così veloce del calciatore? «Il ragazzo di Carrara è un talento fuori dal comune, è il prototipo del giocatore moderno, al qua-

Siamo di fronte ad un campionato insolitamente equilibrato e combattuto.

A suo parere cosa serve per vincerlo? «Occorrono continuità ed equilibrio. Quest'anno il titolo verrà assegnato nelle ultime settimane, quindi sarà fondamentale la gestione degli uomini e delle risorse. Febbraio, marzo e aprile sono i mesi in cui c'è un dispendio di energia maggiore, per chi ha le coppe europee.

Niccolò

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iccolò Campriani è nato a Firenze nel 1987 ed è uno degli orgogli sportivi della nostra città. E’ infatti il campione olimpiLì potrà essere decisiva la qualità e la quantità co in carica della specialità carabina 50 metri tre della rosa a disposizione degli allenatori. Anche in posizioni. Medaglia conquistata a Londra 2012 quest'ottica, spero Rossi rimanga a Firenze. E' bello dove ha anche messo al collo un’altra medaglia: si gioca…forte! poter dire che quest'anno, dopo tante questa stagionivolta da spetl’argento nella carabina 10 metri. Dopo i primi 2 tatori, possiamo essere protagonisti, possiamo lottare 3 anni diFOTO ingegneria a Firenze ha vinto una borsa di per vincere lo Scudetto. Ci credo fermamente, non è studio all’università americana del West Virginia u n a speranza bensì una convinzione». FOTO 1-2 dove si è laureato e allenato fino al 2012. Il primo titolo risale al 2009 agli Europei di Praga, poi Lo stesso vale per l'Europa Leanel 2010 è campione mondiale a Monaco (nell’ague? ria compressa) e campione alle Universiadi di «Assolutamente sì! Questa FioShenzhen del 2011 in due specialità: carabina a FOTO 5 rentina è in grado FOTO di 6bissare i tre3.756,00 posizioni e aria compressa. Nel 2012, l’anno € risultati della scorsa stagione die trionfi olimpici di Londra, entra nel Gruppo anche in coppa. In Europa, 40%Sportivo Fiamme Gialle. Nel 2013 stabilisce il FOTO 4 record del mondo nella tre posizioni alla finale come in campionato, non ci di Coppa del Mondo dove ha un attivo di 8 ori, 4 sono molte squadre che nelargenti e 3 bronzi. Agli Europei di Baku è stato la griglia di partenza sono nominato ambasciatore e, tra gli altri successi, nettamente avvantaggiate FOTO 7 ha vinto anche la medaglia d’oro in coppia con rispetto ai ragazzi di Soula compagna Petra Zublasing. E non è finita qui sa. Serve convinzione e perché si sta preparando al grande appuntamento fiducia nei propri mezzi». AL delle Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro. FOTO 9 I INFO SAUNA TRADIZIONALE FINLANDESE in PIOPPO e ONTANO

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L’ex viola e bianconero, oggi allenatore: “Kalinic è di un’intelligenza superiore e con Rossi formerebbe una coppia implacabile. Sousa ha la mentalità che mancava”

Parola all'esperto

Cuccureddu: “Fiorentina devi essere più cattiva Pepito va aspettato, tornerà grande” Manca qualcosa alla Fiorentina per competere per lo Scudetto fino alla fine? “Forse le manca la cattiveria. Per vincere non si devono fare sconti a nessuno. Comunque, a parte la gara di domenica a Torino, la Fiorentina mi ha entusiasmato in questa stagione sotto molti punti di vista sia per i risultati che per le prestazioni. E’ un’ottima squadra e sta facendo emergere tante qualità positive. Fine dicembre e inizio gennaio saranno decisivi per capire quanto potrà rimanere in alto. Ma credo che ci siano ottimi presupposti per riuscire a resistere lassù”. Secondo lei, questa rosa è completa per lottare su più fronti? “Non spetta a me dirlo ma all’allenatore che è il solo a sapere veramente cosa serve alla squadra. Però se ci fosse qualche giocatore in più non guasterebbe, l’importante è che sia un elemento richiesto dal mister che possa rinforzare un organico già competitivo”.

Cuccureddu (in basso a sinistra) nella Fiorentina che sfiorò lo Scudetto nel 1982

di francesca landi

Firenze è arrivato dopo una vita alla Juve, ma ha sfiorato un’impresa assai più grande di tutti i suoi trionfi in bianconero: lo Scudetto con la maglia della Fiorentina. Antonello Cuccureddu a 32 anni decise di “saltare il fosso” accettando l’offerta dei Pontello che stavano costruendo una squadra in grado di lottare fino alla fine con il colosso Juventus. Lui, che di partite sull’altra sponda ne aveva giocate oltre 400, si calò nella parte e per poco, pochissimo, non fece un grande dispetto alla Vecchia Signora. Cuccureddu, cosa ricorda della sua esperienza in viola e del passaggio dalla Juve alla Fiorentina? “Ho vissuto tre anni bellissimi a Firenze dove ho ancora molti amici e grandi ricordi. Peccato per quello Scudetto del 1982 che siamo andati vicinissimi a centrare, sarebbe stata una gioia incredibile. Mi ricordo il mio trasferimento in riva all’Arno. Sono stato uno dei primi giocatori a passare dalla Juve alla Fiorentina in quell’epoca di accesa rivalità.

A Torino ho vinto tantissimo e mi sono tolto grandi soddisfazioni, ma anche in viola penso di aver dato il mio contributo e sono felice di aver vissuto quell’esperienza”. Cosa ha sbagliato la Fiorentina nell’ultima partita contro la Juventus? “Ha commesso troppi errori in difesa e una squadra come la Juventus in questo momento non lascia scampo. Comunque, come sempre, gli episodi cambiano la partita, è andata bene alla formazione di Allegri che Cuadrado abbia pareggiato subito, altrimenti avrebbe avuto molte più difficoltà. La Fiorentina è stata poco incisiva, non ha quasi mai tirato in porta e negli ultimi dieci minuti c’è stato un calo fisico evidente ed è stata punita. I viola devono ancora imparare a diventare una grande squadra. Per farlo ci vuole tempo, ma Sousa è già a buon punto, nonostante sia arrivato da poco. Forse anche lui deve crescere nella lettura delle partite. Comunque il 3-1 è troppo penalizzante. Giocare con la Juventus in questo periodo non è facile per nessuno e la Fiorentina le ha tenuto testa con personalità”.

Pensa che Giuseppe Rossi possa tornare ai suoi livelli ed essere un acquisto in più per il futuro? “Ne sono assolutamente certo. Stiamo parlando di un giocatore eccezionale, di un patrimonio della Fiorentina e della Nazionale. Deve solo giocare con più continuità e riprendere il ritmo e allora tornerà a essere il Pepito che tutti conoscono. Ci vuole solo pazienza e vedrete che risorgerà”. Conosceva Kalinic, il centravanti che sta facendo impazzire Firenze? “Lo avevo visto in qualche filmato, ma non lo conoscevo bene e sicuramente non me l’aspettavo così forte. Si sta rivelando un centravanti universale che abbina una tecnica sopraffina a tanta qualità. E’ uno che si sa muovere in campo e possiede un’intelligenza tattica superiore. Insomma è il giocatore ideale per qualsiasi allenatore e per qualunque modulo. Posso solo immaginare cosa combinerebbero lui e Rossi insieme…”. La Fiorentina adesso affronterà Chievo, Palermo e Lazio, quanti punti potrà incamerare da queste sfide? “Vincere aiuta a vincere. Quindi bisogna ricominciare a farlo subito con il Chievo e non pensare alla sconfitta di Torino. La Fiorentina gioca al Franchi, è più forte dei veneti e quindi non dovrebbe avere problemi. Poi gli altri successi arriveranno di conseguenza. Le grandi squadre fanno così”.

Antonello Cucc

ureddu in viola

Dopo una vita in bianconero ha sfiorato lo scudetto in viola

ntonello Cuccureddu è nato ad Alghero nel 1949. Nel 1969, dopo le esperienze con Torres e Brescia, è approdato alla Juventus e in bianconero ha trascorso 12 anni, vincendo 6 scudetti, una Coppa Italia e una Coppa Uefa con 434 presenze all’attivo e 39 gol. Una vita in bianconero che, nel 1981, è stata stravolta da un altro colore: il viola. In quell’anno infatti, Cuccureddu decise di lasciare Torino, accettando l’offerta della Fiorentina che stava allestendo una super squadra in grado di battagliare proprio con la Juventus per la conquista del tricolore. Impresa sfumata all’ultima giornata, dopo contestatissime decisioni arbitrali che avvantaggiarono spudoratamente la Vecchia Signora, impedendo a Cuccureddu di passare alla storia come il giocatore in grado di vincere lo Scudetto con entrambe le maglie. Con la Fiorentina l’ex terzino, oggi allenatore, ha totalizzato 34 presenze dal 1981 al 1984. In Nazionale vanta 13 presenze.

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13 I grandi ex Luca Calamai, Marcello Mancini, Gabriella Lescai, Gianluca Tenti e Franco Ligas tutti insieme per festeggiare gli 88 anni della nostra testata, tra aneddoti e considerazioni sul presente viola

Buon compleanno Brivido

Il Brivido Sportivo, una storia infinita

, Gabriella Lescai,

Marcello Mancini ra: Mario Tenerani,

Da sinist

di Tommaso borghini

ttantotto anni di storia vissuti spalla a spalla con la Fiorentina. Con tanta ironia, un pizzico di polemica e con quello spirito critico tipico di ogni fiorentino che si rispetti. Ma sempre e comunque al fianco dei colori viola. Il Brivido Sportivo ha festeggiato il suo compleanno lunedì sera, con una bella serata al Cartabianca Cafè di Calenzano nella quale sono intervenuti tanti dei giornalisti che hanno fatto la storia della nostra testata, crescendo e accumulando esperienza sotto l’ala dell’indimenticabile direttore Paolo Melani. Un tuffo nel passato che, per la redazione di oggi, rappresenta un punto di riferimento per il futuro perché il nostro obiettivo è quello di essere sempre all’altezza della nostra storia. Da Luca Calamai, passando per Franco Ligas, Gabriella Lescai, Gianluca Tenti e Marcello Mancini, uno spaccato importante del giornalismo fiorentino e nazionale che non è voluto mancare all’anniversario del Brivido, celebrato anche in diretta televisiva attraverso la trasmissione il Salotto Viola di Sette Platinum, condotta dal nostro direttore Mario Tenerani e da Luca Calamai. Una serata che ha regalato strepitosi aneddoti, come quello raccontato da Marcello Mancini che riguarda la genesi di uno degli slogan più famosi tra i tifosi viola: “Meglio secondi che ladri!”, lanciato da Il Brivido Sportivo all’indomani dello scippo dello Scudetto da parte della Juventus nella stagione 1982.

La Fiorentina del Prof

Tommaso Borghini

e Luca Calamai

"Sono stato io a dare lo spunto al direttore Paolo Melani per quella geniale battuta – ha raccontato Mancini – ed è stato un caso. Ero un ragazzino alle prime armi e la mattina dopo la partita di Cagliari entrai in redazione e, vedendo tutti i giornalisti presenti abbacchiati, esclamai ingenuamente: “In fondo: meglio secondi che ladri!”. Vidi Melani sobbalzare sulla sedia e da lì capii che avrebbe fatto qualcosa di eccezionale. In effetti riprese la mia battuta, l’affinò e ne fece un adesivo che ancora oggi, a oltre trent’anni di distanza, tutti i tifosi ricordano e alcuni, come il sottoscritto, lo conservano ancora come un grande cimelio”. Ma si è parlato anche dell’attualità e dell’amara sconfitta subita contro la Juve domenica sera: “La stagione della Fiorentina è da nove – ha commentato Luca Calamai - e dentro al nove ci stanno tutti, da Suosa, ai Della Valle, passando per i giocatori. Però la partita contro la Juventus non mi è piaciuta. La gara ha dimostrato che a questa Fiorentina, per competere fino in fondo lassù in classifica, serve un grande mercato di gennaio. Non basta Lisandro Lopez. Servono tre giocatori. La Fiorentina ha speso zero euro in estate e adesso merita tre investimenti importanti. Io adoro Sousa, ma contro la Juve non ha fatto i cambi nel tempo necessario, avrebbero fatto comodo molto prima la fisicità di Babacar, le giocate di Mati Fernandez e la freschezza (rispetto allo stanchissimo Alonso) di Pasqual. Credo che Sousa debba migliorare nella lettura delle partite, è un grande allenatore, ma anche lui in qualcosa deve migliorare.

L’avversario di Europa League? La partita col Tottenham è la peggiore che ci poteva capitare, ma febbraio è lontano una vita. Oggi c’è da pensare al Chievo che è una partita basilare. Poi a gennaio i Della Valle dovranno cogliere l’occasione, per non vivere un senso d’incompiuto”. Sui viola si è espressa anche Gabriella Lescai che ha puntato l’indice sul nuovo talento gigliato: “Bernardeschi è il nostro nuovo campione, un campione da coccolare. E’ uno di quelli che nasce una volta ogni tanto, ma è bene tenerselo caro. Non sarà facile allontanare da lui le pretendenti, ma occorre farlo perché Firenze ha bisogno di innamorarsi dei suoi giocatori, soprattutto se sono cresciuti in casa”. Pure Marcello Mancini ha trattato i temi di attualità: “Come avversario di Europa League, al Tottenham io avrei preferito il Manchester per vedere al Franchi un match ancora più affascinante contro i Red Devils. Speriamo di superare il Tottenham e di giocare poi col Manchester più avanti. Vincere? Io ci credo anche perché a gennaio potrebbe essere un’altra Fiorentina”.

l Brivido Sportivo Il capo redattore de n Luca Calamai co ini Tommaso Borgh

Il direttore del Br ivido Sportivo Mario Tenerani intervista Gabr iella Lescai

Chiude la carrellata di opinioni Gianluca Tenti: “Contro la Juve abbiamo palleggiato tanto, ma abbiamo fatto un solo tiro in porta e io ancora il calcio lo vedo così, in modo semplice: conta soprattutto concludere e se non si tira non si fa gol. Buffon non è stato mai impegnato e questo credo debba far riflettere per il futuro. Negli sconti diretti, a parte la grandissima vittoria con l’Inter, abbiamo sempre perso con Roma, Napoli e Juve. Dunque c’è molto da migliorare e questa è la differenza che, oggi come oggi, ci separa ancora dalle grandi squadre”.

Da sinistra Marcello Mancini, Gabriella Lescai e Gianluca Tenti

Da Chiarugi a Toldo, passando per i filmati della Fiorentina di via Bellini: quante emozioni dalla sala della gloria

Hall of Fame, il lungo abbraccio viola Toldo con Giuliano Sar

di Giampiero Masieri

n genere si dice: una gran bella serata. Questa volta, no, né serata in senso mondano e nemmeno festa spensierata, ma molto di più: un abbraccio. Era la quarta edizione della Hall of Fame, la sala della gloria. Pieno il grande auditorium della Cassa di Risparmio, spettatori in piedi per gli applausi, emozione, commozione, gioia di essere lì. Premiare Chiarugi era fortunatamente semplice, abita vicino a Firenze. Premiare Toldo un po’meno, vive a Milano, ma insomma era arrivato anche lui, sorpreso da così tanto affetto. Applausi per tutti e due? Macchè, di più. Gli organizzatori del Museo della Fiorentina erano però andati molto più indietro nel tempo, al punto da ricordare addirittura uno dei primi portieri viola, il friulano Mario Sernagiotto, Anni Venti. Sul palco è stata invitata la nipote Ilaria Bucchioni, attrice e regista. Che bellezza poter risalire fino alla lontana Fiorentina. Una ovazione hanno ricevuto la signora Chantal Borgonovo, la signora Carla Cervato, la nipote del presidente Ugolini, il nipote del marchese Ridolfi, il figlio di Beatrice, il figlio del telecronista (di fede viola) Paolo Valenti, e poi naturalmente tutti gli altri, compreso il nostro collega Carlino Mantovani. Tanti e bellissimi i filmati della Vecchia Viola, dal campo di Via Bellini e dalla prima partita amichevole della sua storia contro le Signe fino ai successi più significativi. Insomma, un abbraccio lunghissimo e indimenticabile. Ricordarlo non è bassa retorica, è cronaca autentica, un brano di vita per migliaia di tifosi. Se permettete, alè viola. P.S. Con questo piccolo articolo comincio la collaborazione al “Brivido”, che imparai a conoscere da ragazzo. I rapporti di amicizia con Mario Tenerani mi hanno spinto a fare questo passo. Una sola promessa ai lettori: cercherò sempre di non annoiare, e meno che mai di pontificare…

Penna raffinata e fiorentino vero

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asqual e M Manuel P

Benvenuto al Brivido caro Prof

di Mario Tenerani

Luca Calam

C ai, Andrea

Galluzzo e

Francesco Toldo

Luciano Artusi

Luciano Chiarug

Mario Ten

erani

ari lettori del Brivido, siamo felici di potervi fare un bel regalo di Natale. Da questo numero, infatti, comincia a collaborare con noi una firma prestigiosa e raffinata: Giampiero Masieri. Mi legano a Giampiero sentimenti di profonda amicizia e stima incommensurabile. Mi fermo qui perché Giampiero non ama l'uso eccessivo di aggettivi e le celebrazioni. Mi fa tanto però piacere dirvi che ha scelto di stare con noi perché Giampiero, da fiorentino vero del Campo di Marte, ama il Brivido. Basta questo per spiegare tutto. Benvenuto caro Prof, raccontaci ogni settimana questa lunga storia viola.

Foto di Maurizio Rufino del Museo Fiorentina

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MONTECARLO C5 GIRIGOGOL IN VETTA OLANDA C7: DINAMO A PICCO

Girigogol

di Federico Gennarelli

artiamo dal girone Montecarlo C5, disputato alla Well Ness. La capolista Girigogol non perde contro l’ostico Real Marangoni e porta a casa un buon 5-3. Le reti dell’incontro sono di Woodbury (2), Di Castro, Pizzuto e Paroli da una parte e di Castellani, Olmi e Luddi dall’altra. I granata, sconfitti, vengono scavalcati dall’accoppiata Fortino-PSB, che regolano Atletico Ma Non Troppo e Panchester United. I primi si impongono 10-3, con sigilli di Poggi, Bajo e Fallani con tre acuti a testa e di Benelli. Un’autorete, Maioli e Bigiotti per i padroni di casa. I secondi, invece, concludono sul 3-0: Mariano, Nadetti e Mascherini portano il PSB al secondo posto. Frena l’Alfa Cure, ormai lontano dalla vetta, fermato

dal Rapid Garofano sul 5-5. Non bastano i gol di Zuccagnoli (3), Giannoni e Beltrami, stoppati dal poker di Olivieri e da Serena. Infine, prosegue l’ottimo momento dell’Autorimessa Cairoli, che ottiene il quarto risultato utile consecutivo, battendo 7-4 i Cacciatori Della Notte. Musto realizza una tripletta, Mori una doppietta e Degl’Innocenti e Bartoli chiudono i conti, mentre i bianchi si fermano nonostante tutte le reti di Ciampi. Ecco la classifica: Girigogol 21, Fortino e PSB 19, Marangoni 18, Alfa Cure 11, Cairoli 10, Rapid 8, Cacciatori 6, Panchester 4, Atl. Ma Non Troppo 0. Passiamo a Casellina, dove si disputa il girone Olanda di calcio a 7. Partiamo dal tonfo della Dinamo Calabria capolista, sconfitta 4-2 dalla matricola terribile Sporting Bosco: De Marco, Guidorizzi, Diamante e Daddi giocano un brutto scherzo ai leader del campionato, che subiscono la prima sconfitta stagionale, nonostante i centri di V. Petrucci e dell’ultimo arrivato Matei. Primato ora confiviso con il Troppo Sport, uscito vincitore contro l’Atletico Passera (11-2). I gialloblu, padroni della gara, hanno trovato tre reti con Sousa e Cini, due con Giannini e Cangelosi e una con Palanti. Per i Blues, Lo Verde firma una doppietta personale. Sale anche la Samba, unica formazione ancora imbattuta, ma che soffre di ‘pareggite’: contro il Grioli arriva infatti la quarta X del campionato. Nell’1-1 a J. Barducci risponde Guerrini e la vetta dista solo 3 lunghezze. Sporting Bosco Rientra nella bagarre anche il

Celtic Bacon (5-1 sull’Aborigenal United), che con il tris di Guerrini, Valletti e Spina sale a 15 punti, mentre Sigillò va a segno per gli avversari, ancora fermi a 3. Prima gioia, invece, per il New Sperimental Team, che batte di misura per 3-2 il Bausi, grazie a doppio Rufat e a Falsone, che superano le reti di Baccarelli e Mascalchi. Chiude il pari fra San Paolino e A Qualcuno Piace Caldo: un pirotecnico 5-5 animato da quattro doppiette – Cake e Traore da una parte e Burroni e Picchi dall’altra – e dai gol di Storti e Cuccovia. Classifica: Dinamo Calabria e Troppo Sport 19, Samba e Sporting Bosco 16, Grioli e Celtic Bacon 15, A Qualcuno Piace Caldo 11, Bausi e San Paolino 9, Aborigenal e New Sperimental 3, Atl. Passera 0.

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IL PUNTO SUI CAMPIONATI DI C5 MASCHILE GIRONI E - F - G di Steto

Girone E Club 70 solitario al comando ed unica formazione ancora imbattuta nel girone: grazie al successo per 9-5 nello scontro diretto contro il St. Donato Park Rangers (miglior difesa del gruppo), il Club 70 opera il sorpasso in classifica. La nuova capolista - con 16 punti dopo 6 gare e miglior attacco con 53 reti all’attivo - precede di una lunghezza il St. Donato Park Rangers che fino allo scontro diretto aveva sempre vinto. Al terzo posto, ed in lotta per la vittoria del raggruppamento, c’è una coppia: con 12 punti D.L. Firenze e Polis Multietnic precedono di tre lunghezze la Dinamo Surples, prossimo avversaio del D.L. Firenze. Lontani dalla vetta (7 punti) i Cosmos All Stars FC: la formazione vincitrice del girone nella passata stagione ha incassato contro la Polis Multietnic il terzo ko stagionale, ed ora la rincorsa per la vetta appare davvero proibitiva. Settimo posto per la Dinamo Florentia (6 punti) che precede di due lunghezze la coppia formata da Corte Dei Conti ed I Cugini Di Zampagna. Chiude la classifica con 2 punti la Gnu Team, unica squadra a non aver ancora mai vinto. Girone F Raggruppamento incertissimo e ricco di colpi di scena: dopo 6 gare in vetta ci sono due squadre con 15 punti, Steaua ed A.P.A.C. Questi ultimi si sono imposti di misura nello scontro diretto con l’Atletico Ragnaia che

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insegue al terzo posto (12 punti) insieme a Final Blow ed I Gagia. La Steaua - reduce da 5 vittorie consecutive - con 66 reti è il miglior attacco del girone, mentre la miglior difesa è quella dell’Atletico Ragnaia che di reti ne ha subìte 17. La Cantera (10 punti) - squadra che ha imposto l’unico ko alla capolista Steaua alla prima di campionato - occupa in solitario il sesto posto, mentre il Boca Florence (settimo con 7 punti) unica formazione che invece ha sconfitto l’altra capolista, l’A.P.A.C. - precede di una sola lunghezza un quartetto di squadre: Hammers CTF, FC Mangester, Massimone Vive e Dinamo Canà. All’ultimo posto, alla ricerca dei primi punti in classifica, si trova la formazione dell’Old Florence. Girone G Nel girone Under 21 comanda a punteggio pieno dopo 4 giornate lo Strain Hunter: la capolista è comunque braccata da tre squadre che inseguono a sole tre lunghezze. I Fichinghi, Atl. Mica Tanto e Troll Incinta attendono un passo falso della capolista: nella prossima giornata lo scontro diretto fra Strain Hunter ed I Fichinghi potrebbe dare una svolta al girone, in una sfida fra due squadre che hanno segnato lo stesso numero di reti (35) ed incassato rispettivamente 10 ed 11 gol. Al quinto posto gli All Blacks (6 punti) staccano i Real Raccattati (3 punti), mentre in fondo alla classifica ci sono due squadre: Chissà e FC Becks In Black, ferme ancora a 0 punti.

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la Juventus brucia di più. Ma va subito archiviata. La Fiorentina resta seconda e questa posizione va difesa con gli artigli. Il problema semmai non è analizzare come i viola siano riusciti ad arrivare lassù, bensì quale strategia abbiano in testa per rimanerci. La sconfitta di Torino racconta che di fronte alle grandi la Fiorentina non soccombe per il gioco, ma per

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le risorse. Sousa sembra avere pochi cambi a disposizione e adesso ci pare, anche se il portoghese non la pensa così, che i viola siano un po' stanchi. Ne avrebbero tutte le ragioni, visto che da agosto ad oggi hanno volato. E allora tocca alla società dotare questo gruppo di nuove alternative, utili a sostenere la Fiorentina in alta quota. Serve un mercato di sostanza. Da

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febbraio, poi, sarà tutto più difficile con il ritorno dell'Europa League. La competizione assumerà un altro profilo: il sorteggio di Nyon ha posto la Fiorentina di fronte agli inglesi del Tottenham. Uno scherzo del destino, un remake della doppia sfida dello scorso anno, superata a pieni voti dai viola, che andrà a infilarsi tra le partitissime di campionato contro Inter e Napoli. Tour de force ad altissimo coefficiente di difficoltà per il quale servirà una squadra attrezzata per essere sempre all’altezza della situazione. Ma ci sarà tempo per pensarci. Avanti tutta ora col Chievo, quindi seguiranno le meritate vacanze in famiglia per il Santo Natale. Intanto

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contro i veneti certi dubbi affiorati a Torino speriamo scompaiano. Firen-

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ze ha capito anche stavolta, ma su questo non avevamo dubbi.

FUORIGIOCO di Duccio Magnelli

Settimanale di critica e attualità Aut. Trib. Fi nr. 1947 del 26/09/1968 DIRETTORE RESPONSABILE Mario Tenerani Capo Redattore Tommaso Borghini EDITORE E PUBBLICITà Salvini Editore srl Via S. Quirico 167 50013 Campi B.zio (Fi) tel. 055.9334666 GRAFICA E IMPAGINAZIONE Rossana De Nicola Alexandra Barbieri STAMPA Rotostampa srl HANNO COLLABORATO Alessandro Rialti, Massimo Sandrelli, Duccio Magnelli, Lucia Petraroli Giacomo Cialdi, Francesca Bandinelli Giampiero Masieri, Francesca Landi FOTO Massimo Sestini

er resistere al richiamo delle Sirene, Ulisse tappò le orecchie dei compagni e si fece legare mani e piedi all’albero della nave. Altri tempi. Oggi i calciatori, quelli bravi, sono subissati dai messaggi d’amore che arrivano loro dalle grandi squadre e fanno molto poco per resistere. Logico, sono professionisti. I tempi sono cambiati anche nel calcio, le bandiere non esistono più e molto spesso non si va più dove ci porta il cuore. Notizie di qualche settimana fa hanno un po’ fatto drizzare le orecchie ai tifosi della Fiorentina. Il Barcel-

SE IL BARÇA CHIAMA… lona avrebbe messo nella lista dei migliori giovani da tenere in considerazione anche Bernardeschi. La cosa non ha fatto dispiacere: significa che in Viola si lavora bene e si tirano su giocatori importanti. Ma certo quando il Barça chiama, non si può far finta di niente. Anche se fino a questo momento, almeno speriamo, dovrebbe trattarsi solo di “timidi” approcci. Sembra però che gli spagnoli siano andati oltre, chiedendo notizie anche di Marcos Alonso. Il giocatore starebbe discutendo il rinnovo del contratto, ma questo non dà nessuna sicurezza riguardo alla sua permanenza a Firenze. Il padre poi − suo procuratore ed ex

giocatore dei blaugrana − sarebbe felice di un approdo al Camp Nou (e chi non lo sarebbe?)… Se in futuro dovessero partire offerte concrete ai giocatori della Viola da parte delle grandi d’Europa, che cosa resterebbe ai tifosi? Probabilmente niente. Perché la società potrebbe rispondere con la bellezza della città e la sicurezza dello stipendio a fine mese, ma non con molto altro. E purtroppo è quasi certo che gli attacchi partiranno. E anche rinnovare i contratti servirebbe solo a monetizzare lautamente eventuali vendite. L’unica soluzione possibile rimane quella di fare il più presto possibile a vincere qualcosa.

Lo scudetto in cima ai sogni, poi l’Europa League e, come possibile consolazione, addirittura la Coppa Italia. Una vittoria potrebbe far leva sull’orgoglio dei giocatori. Una sfilata in pullman scoperto per le vie della città tra ali di folla festante, un’accoglienza come quella notturna della Coppa Italia del 1996 potrebbero spingere i migliori a resistere al canto delle sirene, rimanendo in questo paradiso di tifo ed entusiasmo. Se non bastasse nemmeno questo, l’unica opzione sarebbe quella di legarli a un albero qualsiasi. Esattamente come Ulisse. Forse erano altri tempi, ma il rimedio si rivelò efficacissimo.