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GRATIS 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

Numero 4 - 2012

Non è un Paese per sobri di Giovanna Dark In fatto di competizioni e classifiche, l’Italia ha smesso di primeggiare ormai da tempo immemore. Le ultime soddisfazioni agonistiche le abbiamo avute oltre 5 anni fa e, a livello internazionale, il nostro belpaese ha perso la quasi totalità del prestigio che una storia così ricca e densa ci aveva attribuito. Ma non tutto è perduto e il popolo italiano può finalmente tornare a festeggiare un primato. Stando ai risultati delle ricerche dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) l’Italia risulta infatti al primo posto in Europa per il consumo di cannabis. E questo, ça va sans dire, ci rende davvero pieni di orgoglio.

In questa edizione:

Prodigi autofiorenti ›› 10 SE FUMI TI LICENZIO Arrivano brutte notizie per gli onesti lavoratori che sono soliti consumare, anche occasionalmente, la cannabis e i suoi derivati. Il lavoratore che fa uso di sostanze stupefacenti, anche fuori dal luogo di lavoro, può infatti perdere il posto. Questo è quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione. ››

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Lo studio – in Italia l’indagine è stata condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa – ha preso in esame la popolazione compresa nella fascia che va dai 15 ai 64 anni e nella speciale classifica lo Stivale si è guadagnato la medaglia d’oro in Europa per l’uso di cannabis nell’ultimo anno (14,3%) e si è attestato al secondo posto (6,9%), dopo la Spagna (7,6%), per il ricorso alla canapa nell’ultimo mese. Ci piazziamo, invece, al terzo posto, col 32% della popolazione (ovvero circa un terzo degli italiani) che ha ammesso di aver consumato cannabis almeno una volta nella vita; mentre ai primi posti si trovano la Danimarca (32,5%) e, ancora una volta, la Spagna (32,1%). Tutte cifre che però, nelle singole classifiche (+7,6%, +3,3%, +8,8%), ci pongono ben al di sopra delle rispettive medie europee, un primato che condividiamo solo con la Spagna, altro paese mediterraneo Continua a pagina 3

[rendimenti più elevati sono possibili]

Speciale varietà 2012 ›› 14 RADIO GROWMED Alla prima fiera europea sulla canapa medica erano presenti le principali case di semi del mondo. In esclusiva per i lettori di Soft Secrets, un assaggio delle novità che spopolano fra i growers di tutte le latitudini. ››

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Venite a visitare il nostro nuovo sito www.plagron.com ricco di nuovi tutorial e consigli



3 Continua dalla prima pagina

La AutoMazar è un ibrido autofiorente dalla resa notevolmente alta ottenuto dall’incrocio tra la leggendaria Mazar di Dutch Passion e una ruderalis/indica. La Mazar è vincitrice di tre premi, un best seller lodato per la sua potenza, le rese elevate e il gusto morbido. La AutoMazar produce cime resinose dalle proporzioni ricche e cresce fino a raggiungere un’altezza di 70-80 cm. La AutoMazar è una tipica indica, una pianta densa dalla buona crescita con foglie grandi e rese che vanno dai 50 ai 125 grammi per pianta. Il miglior risultato fino a oggi è una pianta che ha prodotto 205 grammi in outdoor nell’Europa del Sud. È una varietà robusta che è facile da coltivare e garantisce un buon raccolto all’inizio dell’estate, di qualità superiore se coltivata in outdoor. La genetica stabile garantisce che la AutoMazar possa resistere a insetti infestanti e malattie. Il sapore e l’aroma di questa varietà resinosa sono quelli di una originale e rustica indica. L’intenso effetto “high” fisico è davvero piacevole. La AutoMazar è un must per tutti gli amanti dell’indica, non da ultimo per la sua resa strabiliante. Molto consigliata. Genetica: Mazar x ruderalis/indica Dal seme al raccolto: 11 settimane Altezza: 70 – 80 cm. Effetto: High fisico Adatta alla coltivazione sia in indoor sia in outdoor Foto: Dutch Passion

AutoMazar (100% AutoFem)

ben noto per le abitudini goderecce ma, rispetto al nostro, ben più permissivo e tollerante nei confronti della cannabis e dei suoi derivati. La ricerca ha anche scoperto che in Europa i consumatori di alcolici e sostanze psicotrope rimangono costanti, mentre crescono i fumatori e gli assuntori di sostanze inalanti, come solventi e colle. I giovani italiani registrano in ogni caso consumi sopra la media europea per quasi tutte le sostanze. La cannabis rimane comunque la sostanza illegale più sperimentata e amata dagli studenti europei la cui stragrande maggioranza ammette di aver provato lo spinello almeno una volta nella vita. E anche qui l’Italia è ancora tra le prime dieci nazioni con il 21% (24% maschi, 18% femmine) contro il 17% di media. Insomma, pare proprio che in nostro non sia un Paese per sobri! L’aumento del consumo dei derivati della cannabis a queste percentuali significa che gli estimatori della marijuana sono arrivati ad avere i numeri di un vero e proprio elettorato; eppure le istituzioni continuano a remare contro. L’Italia ha infatti recentemente ratificato – assieme a Usa, Russia, Gran Bretagna e Svezia – un documento programmatico di contrasto alle droghe, ironicamente battezzato “dichiarazione per una politica bilanciata e umana contro la droga”. Un programma che mira a rafforzare ulteriormente i controlli – soprattutto in ambienti scolastici – per, cito testualmente, “proteggere i bambini e i giovani dalla droga, prevenirne l’uso, interrompere il ciclo della dipendenza da droghe attraverso l’offerta di una varietà di trattamento e servizi sanitari a coloro che soffrono di disturbi da uso di sostanze stupefacenti mirando ad un recupero completo”. In pratica tutto il contrario di quanto raccomandato dall’Osservatorio europeo dell’EMCDDA che, nel rendere pubblici i risultati dell’indagine, ha sollecitato i Paesi europei a misure positive e non repressive di riduzione del danno, sulla base anche delle esperienze ormai diffuse e consolidate: dalla Svizzera alla Germania e alla Spagna, dal Belgio al Portogallo. Dalle provincie meridionali dell’Olanda – ormai ex campionessa di tolleranza – giungono invece i primi segnali dei mali da proibizionismo. A Maastricht il turismo sta crollando e stanno spuntando le piazze di spaccio, realtà a noi ben note ma pressoché inedite a quelle latitudini. Risultato: polizia iperattiva, celle improvvisamente piene e vivibilità dei quartieri scesa a livelli di quasi decadenza. Effetti non collaterali del proibizionismo, che più vieta, più genera trasgressione e aumenti nel consumo. A conti fatti dunque, se in Italia si fuma più che altrove, dobbiamo ringraziare proprio la legge FiniGiovanardi.


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LETTERE DAI LETTORI Lettere dai lettori

Ciao amici di Soft Secrets, ho il piacere di presentarvi la mia mamy e due dei cloni di Critical Jack a 8 sett. di fioritura. abbiamo usato prodotti organici Biobizz e Atami, 650w, vasi da 6,5L e una buona dose dei vostri preziosi consigli. PAOLO E ANNA Cari amici grazie della foto! I cloni ci piacciono veramente tanto, sono cresciuti tanto da sorreggerli e hanno una fioritura rigogliosa. Ci auguriamo ce ne siano altri e il volume dei vasi ci fa supporre un S.O.G., altrimenti avresti usato un 11 litri, giusto? Buona stagionatura dalla redazione, la Critical Jack sarà quasi pronta… p.s.: Quella fogliolina lì in particolare sta benissimo!

Attenzione lettori italiani!

Cari amici di Soft Secrets, siamo dei vostri appassionati lettori e vi seguiamo continuamente, grazie ai vostri consigli ho migliorato le mie tecniche idroponiche. Vi mando le foto della mia pura ganja, cresciuta con lampade da 400W (prima fase neon e lampade a ioduri metallici poi HPS in fioritura) e a prodotti della GHE. I semi sono cresciuti per essere forti e rigogliosi, presi dalla pianura del Black River (Jamaica) dove la ganja forma alberi di tre metri con un fantastico sapore e un’ottima resa. Purtroppo il mio missile ha subito un incidente di percorso con l’albero nell’immagine durante la foto.

Cari amici di Soft Secrets, ecco a voi le mie Critical + della Dinafem e le Deimos della Buddha Seeds. Le ho tirate su con amore e sono stato molto soddisfatto dei risultati ottenuti. Ottimi strains. Speriamo che piacciano anche a voi, e sopratutto di vincere il primo premio, visto che la sfida più grossa è stata convincere la mia ragazza a farsi fotografare. Un abbraccio a tutti. Cominciamo allora così: GRAZIE DALLA REDAZIONE. Grazie innanzitutto alla tua ragazza per essersi concessa, grazie a te per aver inviato la foto in redazione e grazie ancora per queste piante, anch’esse quasi pronte ormai… Prepara i vasetti! La prossima volta scrivici qualche dettaglio in più, delle Deimos così grandi sono molto interessanti e ci piacerebbe sinceramente saperne di più. Probabilmente sono coltivate fuori-suolo? A presto ragazzi!

Quel missile è mostruoso e in redazione abbiamo l’acquolina in bocca in tanti! Grazie per la foto che avete inviato, avete usato una lampada da 400 Watt cambiando il bulbo da MH ad HPS per avere una fioritura più copiosa e avete fatto bene perchè la cima ci piace. Soprattutto ci piace la genetica autoctona Jamaicana, in redazione sappiamo bene quanto siano importanti (e buoni) i ceppi autoctoni, padri di tutte le genetiche moderne. Se già vi piace il suo sapore allora chissà come sarà tra qualche mese di vasetto, sicuramente spaziale! La prossima volta provate ad usare la terra anziché l’idroponica, l’unica difficoltà sta nel trovare il giusto clone straproduttivo alle vostre condizioni ambientali. In gamba ragazzi!

Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM? Mandateci una fotografia della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da 3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! Mandate le vostre fotografie via e-mail a italy@softsecrets.nl o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna!

E-mail: italy@softsecrets.nl



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Salve, Io e quella zozza della mia compagna abbiamo approntato un piccolo servizio fotografico in presenza della nostra Smile (AK47 e Orange Bud). Coltivazione aeroponica con controller per la regolazione del microclima (temperatura, umidità, CO2), innaffiamento e luce. Sembra dare buoni risultati… Saluti

FICHETTO E FELICITY Ringraziandovi per la vostra foto cogliamo l’occasione per far notare ai lettori la grandezza delle cime in foto: sembrano prese da un catalogo di una seedbank, sono gigantemente aeroponiche! Scherzi a parte, siamo rimasti a bocca aperta di fronte a queste cime e qualcuno ancora adesso non ci crede. Avete un capolavoro della produzione in mano soprattutto perchè indoor. Una lezione di coltivazione professionale con centralina di controllo della temperature, dell’umidità e dell’Anidride Carbonica. La CO2 integrata è un fattore chiave nella produzione di masse florali così grosse. Continuate così, siete mitici!

Ciao cari amici di Soft Secrets. Vi mando dall’Italia del nord alcune immagini delle mie due piante cresciute sotto 600 watt nel suolo con terra COMPO, Nutrimenti BIO-BIZZ per la ROCK-BUD e vaso da 6,5 litri. e Green House Nutes ( Mostly Indica ) per la seconda che e’ una WHITE LEMON (Cross fra El Nino x Super Lemon Haze ), vaso da 15 litri,terra ma avendo esagerato le dosi con il fertilizzante ho fatto appena in tempo a salvarla dalla morte, alcune cime ne hanno risentito un po’, dovevo usare 10 gr. di Nutes per 10 litri di acqua, invece ho usato 10 gr. per 1 litro!!! Si vedono le ultime foto delle cime sciolte. Spero vi piacciano e di ricevere un vostro pensiero...

SIMO Abbiamo scelto questa per rappresentare la tua fioritura. Sei stato molto tecnico nella scelta del terriccio e dei nutrienti. Stai usando i fertilizzanti granulari nuovi della stessa casa produttrice dei semi di White Lemon, purtroppo hai sbagliato con la diluizione ma hai comunque fatto una buona scelta tattica. Di sicuro non ricapiterà perchè l’esperienza ti permetterà di evitare un errore di distrazione. Se utilizzi un fertilizzante organico hai meno possibilità di bruciarle se eccedi con le dosi (10:1 è tanto comunque). Il litraggio dei vasi è ottimale per la WL ma è stato piccolo per la RB, consigliamo almeno 9 litri nel tuo caso. Buone fumata di gusto e buone coltivazioni man!


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Grandi... continuate così, grazie a voi cresciamo ogni giorno di più. Due delle nostre Blueberry e Skywalker quasi a maturazione; che ne dite per dei neofiti al secondo ciclo? Fioriti auguri per tutti i grower del mondo! Grazie mille per averci inviato la vostra foto, i neofiti spesso hanno timori ad inviare il materiale fotografico e ne vediamo pochi. Se tutti avessero un secondo ciclo così saremmo una nazione di forestali, ma siete persone ben istruite sulla cultura cannabica quasi certamente. Complimenti anche per la scelta genetica, sono due interessantissimi strain soprattutto per l’aroma sviluppata da metà fioritura in poi che persiste nei fiori sino al momento in cui appoggi alle labbra il filtro. Fioriti auguri anche a voi dalla redazione!

Le mie bambine: Super Kritical e Big Bang! Super Kritical e Big Bang da catalogo, superfiorite e supersexy! Il vaso abbondante ha permesso uno sviluppo così grande delle piante, complimenti! Per fortuna hai tolto le foglie perché stai per raccogliere, altrimenti chissà che inferno di materiale verde! Buona fioritura signorina!

Caro Soft Secrets. dopo tanti anni di coltivazione underground, finalmente mi decido a scrivervi. Queste sono solo un paio delle mie magnifiche piante. Mi farebbe molto piacere vedere pubblicate le mie foto, sulla vostra fantastica rivista. Continuate così siete veramente POWER!!! Verdissimi saluti da Pesaro. TH.C. Carissimo, meno male che ci hai scritto! Ci mancavano tanto in redazione delle cime così belle, soprattutto nella foto in cui difendi la Tekno hai in mano una pianta mostruosa, mancherà poco al raccolto, chissà che densità quei fiori! Verdi saluti dalla redazione all’uomo con le fioriture più belle e sicuramente gustose della A14, continua così!


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FLASH PRODOTTI

Sugar Royal della Plagron

Potente stimolatore biologico della fioritura La Plagron ha una vasta offerta di additivi. Questi prodotti UNIVERSAL li puoi utilizzare su tutti i substrati e li puoi combinare con tutti i fertilizzanti della Plagron. Sugar Royal è uno di questi additivi unici. Sugar Royal, in precedenza ‘Repro Forte’, è un potente stimolatore biologico della fioritura. Stimola la produzione di clorofilla e quindi la formazione di zucchero e di resina. Sugar Royal è costituito da una miscela complessa di vitamine e microelementi. Garantisce una resa più alta ed è quindi un prodotto ideale per il coltivatore.

BN SOILMIX A-QUALITY Terriccio trattato Da anni BIO NOVA offre un eccellente terriccio pre-fertilizzato chiamato BN Soilmix A-Quality. Questo mix è composta da torba tritata e filtrata, torba baltica bianca, uno speciale PG mix, calce di magnesio (magnesium lime) e addittivi specifici. Questo mix viene commercializzato tramite sacchi di plastica pronti all’uso. I fertilizzanti inclusi nel terriccio saranno sufficienti per le prime tre settimane, dopodiché converrà affidarsi a prodotti liquidi quali Soil SuperMix o Hydro SuperMix (consultare i piani di fertilizzazione per avere più informazioni). Questo mix è di elevatissima qualità, non coagula tanto rapidamente e può essere riutilizzato.

Uso Agitare bene prima dell’uso. Diluire al massimo 2 ml di Sugar Royal in 1 litro d’acqua (1:500). Innaffiare questa soluzione nutritiva settimanalmente nei pressi della pianta a partire dalla seconda settimana della fase di crescita fino alla terza settimana della fase di fioritura. Sugar Royal è ottenibile in confezioni da 100ml, 250 ml, 500 ml e 1 litro.

Pass it on! Visita il nostro nuovo sito web nel quale troverai tutte le informazioni necessarie sia sui prodotti Plagron che sulle tecniche di coltivazione più avanzate. Troverai in maniera semplice ed intuitiva tutte le informazioni riguardanti un singolo prodotto e quelle ad esso correlate, utili consigli e le immancabili FAQ. Il sito interattivo permette a ciascun coltivatore di incontrare gli altri e scambiare le proprie esperienze ed opinioni sui prodotti Plagron. Esattamente in accordo al significato del nostro slogan ‘pass it on’. Tieni d’occhio il nostro sito per essere sempre aggiornato sulle ultime notizie e sviluppi dei nostri prodotti e sul giardinaggio in generale. Non dimenticare di controllare anche la nostra pagina Facebook per ulteriori trucchi e consigli. (facebook.com/plagron). Ovviamente puoi contattare anche il nostro servizio clienti al seguente indirizzo email: servicedesk@plagron.com

Per una distribuzione ottimale dell’acqua nella terra da vaso si raccomanda l’uso di FreeFlow, un prodotto che abbassa la tensione superficiale dei liquidi e permette un umidificazione omogenea della terra contenuta nei vasi. Quando si riutilizza BN Soilmix A-Quality si raccomanda di analizzare il terreno una settimana prima della raccolta, per eventualmente aggiungere qualche fertilizzante consigliato.Questo assicura un bilanciamento naturale e la massima produttività della coltivazione. www.bionova.com

Collaborazione di Dutch Passion con lo staff CBD! Dutch Passion collaborerà con lo staff CBD per produrre alcune versioni ricche di CBD di determinate varietà Dutch Passion. I semi porteranno a piante di cannabis normali e femminizzate, con un rapporto di circa 1:1 fra il THC e il CBD. Questo lavoro si propone di sostenere la crescente domanda di marijuana per uso medico che richiede un elevato contenuto di CBD per contribuire a lenire i problemi di natura medica. Lo staff CBD è composto di Howard Marks, Shantibaba e Jaime di Resin Seeds. Riunire le competenze e l’esperienza su cannabis e coltivazione di questo team con quelle di Dutch Passion consentirà la produzione di alcune nuove varietà importanti. I livelli di CBD nella marijuana potrebbero

raggiungere il 10% o l’11% con livelli simili di THC: Dutch Passion lavorerà con varie cooperative di coltivatori per uso medico per valutare i risultati di queste nuove varietà. La ricerca medica riporta in modo più o meno costante che il DBC è un potente antinfiammatorio con altri benefici medici per soggetti con una serie di disturbi diversi, fra cui riduzione del dolore legato a tumori, sclerosi multipla, proprietà antispasmiche e altre applicazioni e disturbi medici. Ogni anno nuove riviste mediche e nuovi studi dimostrano la crescente importanza del CBD. Dutch Passion vuole assolutamente dare un grosso contributo a chi fa uso medico della marijuana. Se va tutto bene, le nuove varietà esclusive Dutch Passion saranno in vendita alla fine del 2012.



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IL CANAPAIO

VIAGGIO AL CENTRO DELLO STRAIN PIÙ VELOCE E CONTROVERSO

Prodigi autofiorenti di Franco Casalone

Da alcuni anni si trovano sul mercato cannabico nuove varietà di cannabis dette “autofiorenti”, perchè entrano in fase di fioritura indipendentemente dal fotoperiodo (la durata del giorno e della notte). Normalmente le diverse varietà di canapa hanno una risposta diversa alla durata del ciclo luce/buio, ma quasi tutte hanno una fase di sviluppo vege-

sari ad attivare la formazione di organi riproduttivi. Un’eccezione a questa regola sono le piante di canapa cosiddette “ruderalis”, adattate ad un clima freddo e con estati corte (nord Europa, Russia, Canada, ma anche Marocco: le marocchine da kif, landrace che si riscontrava comunemente nel Rif prima di 30 anni fa, cominciavano a fiorire all’inizio

nel fotoperiodo) e riproducibile nelle generazioni successive. Questo proprio perché è un carattere che garantisce una più facile sopravvivenza. Il primo incrocio (commerciale) di “ruderalis” con indiche dal ciclo molto breve ha prodotto il primo strain “autofiorente” con una buona psicoattività:

NONOSTANTE GLI INDUBBI VANTAGGI CHE OFFRONO, LE AUTOFIORENTI SONO COMUNQUE PIANTE DI NON FACILE COLTIVAZIONE tativo in cui una maggiore durata della luce favorisce una maggiore fotosintesi ed una maggiore formazione di materiale vegetale, radici, fusto rami e foglie. Con l’accorciarsi delle giornate (una decina di giorni dopo il solstizio d’estate) e l’allungarsi delle notti, le diverse varietà di canapa iniziano la fioritura. In genere, notti più lunghe di 10 ore favoriscono l’inizio della fioritura, mentre periodi di buio più corti impediscono che la pianta produca gli ormoni neces-

di giugno…), dove devono terminare la maturazione dei semi nelle migliori condizioni climatiche per permettere materiale fertile per potersi riprodurre. Le vere “ruderalis” hanno un ciclo di vita breve, da 45 a 90 giorni al massimo, rimangono piccolissime, senza rami e con poca resina. Ma hanno un carattere che le rende vincenti in climi estremi. Questo carattere è facilmente trasmissibile anche agli incroci di altre varietà con la “ruderalis”, facilmente riconoscibile (le piante fioriscono senza cambi

la famosa Lowrider, strain di base per la creazione della maggior parte delle varietà autofiorenti oggi sul mercato (ho sentito anche dire che era stato usato il leggendario strain degli anni ’80, il Willie Wonder, di maturazione tanto veloce da equipararlo ad una autofiorente…). Le prime generazioni di questo strain davano piante molto rapide nella maturazione – meno di 2 mesi dal seme al raccolto – ma con una resa molto bassa: al massimo 10 grammi di infiorescenze

essiccate e pulite per pianta. Il miglioramento genetico di molti appassionati ha fatto sì che oggi esistano le “sorelle” autofiorenti di numerose varietà “grandi” e molte varietà a sé stanti. Con un piccolo incremento nel tempo di crescita e maturazione (al massimo comunque tre mesi in totale) si hanno rese, per metro quadrato, comparabili a quelle normali delle varietà “grandi”, a ciclo molto più lungo. Non è raro vedere autofiorenti che superano l’etto di raccolto per pianta. Nella ricerca di miglioramento, anche il gusto selvaggio dei primi strains è stato cancellato, e l’effetto immediato di tante autofiorenti può essere decisamente piacevole, oltre che di solito piuttosto forte, anche sul piano fisico. Tant’è che l’ultima Cannabis Cup italiana è stata vinta proprio da uno strain autofiorente: la Fast Bud di Sweetsseeds. Queste piante, per la velocità di sviluppo dei vari organi, richiedono cure diverse da quelle normali, vediamo nel dettaglio quali sono. Innanzitutto ricordiamoci che sono piante dal ciclo molto veloce. Se da una parte questo comporta una serie di vantaggi per il coltivatore, dall’altra al coltivatore stesso è richiesta un’attenzione ed una precisione negli interventi decisamente maggiori che con varietà a ciclo normale. Ogni piccolo sbaglio da parte del coltivatore o problema sofferto da parte della pianta, si tradurrà in un mancato sviluppo di tutte o di parte


11 delle sue componenti vegetali, e quindi in un raccolto deludente. Consideriamo che, a maturazione, le autofiorenti occupano uno spazio molto più ristretto di una pianta normale. Quindi potremo avere molte più piante nella stessa area: le piante ideali per un “sea of green”… Se, ad esempio con strain normali da seme potremo avere una buona resa con una, fino a 4-5 piante per metro quadrato, con le autofiorenti potremo tranquillamente avere da 9-16 fino a 25-36 piante al metro quadrato (dipende dalla grandezza raggiunta dallo strain usato: più grandi, meno piante). Proprio perché non è una necessità cambiare il ciclo luce/buio e si tende con questi strains ad avere una durata della notte costante, le autofiorenti facilitano di molto la possibilità di avere un raccolto continuo: se spuntano maschi, se le piante hanno qualunque tipo di problema, basta sostituirle con nuove e continuare senza cambiare nulla. La richiesta di luce è discretamente alta, non come per una sativa, ma almeno intorno ai 50-60000 lumen/m² in fioritura. Le ore di luce possono essere costanti, ma in genere si usa un ciclo continuo di 18 o 16 ore di luce e 6-8 di buio. Alcuni grower partono con 24 ore di luce continua, per poi ridurle a 18 in fioritura. Sconsiglio di lasciare le piante per un periodo superiore ai primi 15 giorni con un’illuminazione continua, perché si rischierebbe un accumulo di sostanze tossiche che le piante dovrebbero poter eliminare nel periodo di buio. Non serve molto qui cambiare lampada, dall’MH all’HPS, in fioritura: le HPS “agro” sono ideali dall’inizio alla fine del ciclo (dopo

Se outdoor, non scegliete un microclima troppo umido e non ammassate troppe piante in poco spazio, non lasciate che la vegetazione circostante le soffochi o le copra oscurandole, mantenete il terreno umido ma non zuppo d’acqua. E soprattutto non usate nessun prodotto antimuffa sulle infiorescenze! Eliminate subito le parti colpite e cercate di allontanare al più presto le piante infette da quelle sane. Le autofiorenti, nonostante la piccola taglia hanno grandi esigenze di terreno disponibile. Molte di loro, non appena raggiungono il fondo dei vasi o uno strato di terreno duro, iniziano la fioritura. Se quindi non si vogliono piante piccolissime, conviene dar loro da subito una buona possibilità di crescita: vasi stretti e alti (minimo 15 cm.) per la semina, con un terriccio specifico da semina e professionale. Quando le piante saranno all’inizio della fioritura, che si avrà dopo 20- 30 giorni dall’emergenza del seme dal terreno, faremo un solo trapianto: se in vaso con contenitori da almeno 15 litri (più grandi, fino a 30 litri, garantiranno un maggior raccolto); se in terra fate una bella buca, profonda almeno mezzo metro, e riempitela di terriccio soffice e ben ricco di nutrimenti rapidamente assimilabili. Siccome sono piante delicate, proprio per il loro ciclo breve hanno bisogno di non aver problemi durante tutto il ciclo, altrimenti questo andrebbe a discapito di un raccolto soddisfacente. Per questo è importante usare materiali e prodotti di sicura efficacia, e non accontentarsi di quelli che possono avere un costo minore ma di cui non si è certi della qualità. Ad esempio, non usate MAI terricci comprati al supermercato, generici

Se vedete le piante diventare di un verde più scuro, quasi sicuramente staranno per andare in overdose: lavate subito l’apparato radicale (il terreno) con abbondante acqua (2-3 volte il volume del vaso) a cui avrete aggiunto una piccolissima dose di fertilizzante, meno di ¼ della dose normale. Una fertirrigazione di acqua e magnesio all’inizio della fioritura “rinfrescherà” le piante e permetterà loro di poter

PROPRIO PERCHÉ NON È UNA NECESSITÀ CAMBIARE IL CICLO LUCE/BUIO, LE AUTOFIORENTI FACILITANO DI MOLTO LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN RACCOLTO CONTINUO comunque una decina di giorni con fluorescenti, per non bruciarle da piccole). Buona norma sarebbe aumentarne la potenza per la fase di fioritura. Si può usare il bulbo MH negli ultimi giorni, per favorire gusti e aromi più dolci. Se all’aperto, i mesi migliori e che garantiscono le rese maggiori sono quelli con la maggior quantità di ore di luce: maggio, giugno, luglio e agosto. Una buona esposizione, con almeno 7-8 ore di sole diretto, è anche indispensabile per una buona resa. La vicinanza da terra delle sommità fiorite e delle foglie e la compattezza (in genere) delle cime, rendono le autofiorenti sensibili alle muffe (botrite e oidio). Se coltivate in interni, in un ambiente pulito e sterilizzato prima dell’inizio della coltivazione (e mantenuto pulito durante, ovviamente), una continua ventilazione, un controllo giornaliero per evitare ristagni di acqua sotto i vasi ed il mantenimento di valori di umidità relativa dell’aria sotto il 50% sono le prime misure per evitare problemi.

e di bassa qualità rispetto agli stessi in vendita nei negozi specializzati.

assorbire più potassio ed essere così più resistenti ad ogni problema.

La richiesta di nutrimenti delle autofiorenti si può paragonare a quella di una pianta di medie dimensioni, soltanto che i tempi sono accelerati, e le piante, se soggette ad una carenza o un’inizio di overdose non avranno quindi il tempo di riprendersi e recuperare i loro ritmi senza grossi problemi. Anche un errore nel dosaggio dei nutrimenti può far avere un raccolto insufficiente.

Come sono rapide nel crescere e maturare, le autofiorenti lo sono anche nel deteriorarsi: se una varietà normale con una lenta essiccazione ed una concia ulteriore (processo che può durare mesi) guadagna in gusto ed aromi, una autofiorente è meglio che sia rapidamente consumata, altrimenti perderà presto la sua fragranza ed il gusto tenderà con il tempo verso l’amaro.

Dopo la prima irrigazione con sola acqua, cominciate subito a nutrire le piantine con un concime per la crescita, e continuate ad usarlo fino alla seconda settimana di fioritura, alternandolo, dall’inizio della fioritura, ad uno specifico per questa fase, che continuerete ad usare fino a non più di 15 giorni prima del raccolto e a cui aggiungerete un “fine fioritura” per un paio di settimane. Negli ultimi 15 giorni (anche di più, se si sa pazientare) si dovrà fornire alle piante solo acqua, per lavarle da gusti indesiderati di fertilizzante.

Mi sarebbe piaciuto mostrare alcuni campioni di analisi di cannabinoidi di autofiorenti, ma non riesco a trovare una cromatografia, e non mi posso spostare. Le ditte che le propongono non ci mostrano mai il contenuto almeno dei principali cannabinoidi (CBG, CBD, THC, CBN). Il CBN, cannabinoide responsabile dell’effetto “stone”, narcotico e anestetico, prodotto della degradazione del THC, presente soprattutto negli hashish invecchiati o ricavati da piante

lasciate seccare al sole, mai presente nella cannabis fresca, potrebbe essere presente in piccole quantità in questi strain. Faccio questa supposizione su basi empiriche, e mi piacerebbe poter capire il perché di un effetto piuttosto comune nelle autofiorenti: se usate in piccole quantità possono anche essere stimolanti, ma se usate più massicciamente e per tempi considerevoli in genere tendono ad appesantire e portare sonnolenza. Il CBN potrebbe anche formarsi più rapidamente che nelle altre varietà di cannabis, vista la rapida degradazione dei gusti e dei profumi di questi strains dopo la raccolta. Una ricerca di laboratorio potrebbe spiegare tanti dubbi. Nonostante gli indubbi vantaggi che offrono, le autofiorenti sono comunque piante di non facile coltivazione. Richiedono una attenzione maggiore e un dosaggio preciso dei lavori e dei fertilizzanti, sono discretamente sensibili a muffe e patogeni, hanno alte richieste di terreno e di nutrimenti, necessitano di una buona ventilazione e non sempre comunque rendono in maniera soddisfacente. In compenso sono molto discrete nelle dimensioni (molte di loro non nell’odore: si formano molti terpeni volatili e spesso odorano più delle piante normali), si possono coltivare facilmente in ogni periodo dell’anno con una attenzione minore rispetto al fotoperiodo (ad es. d’inverno se davanti ad una finestra basterà accendere per poche ore una lampada fluorescente vicino alle piante). Se senza problemi durante lo sviluppo, queste piante garantiscono rese al metro quadrato simili o superiori alle consorelle grandi. E sono un’arma in più contro il proibizionismo!


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HISTORY CANNABIS

La Canapa, una pianta d’interesse La Canapa, conosciuta col nome di Cannabis sativa, è una pianta che è stata molto importante fin dall’alba della civilizzazione come fonte di cibo, di fibra tessile e di principi attivi medicinali. Al giorno

una resina usata al giorno d’oggi come antidolorifico, broncodilatatore e ovviamente come blando calmante nell’uso ludico. Per ovvi motivi di interesse economico delle grandi case petrolchimiche

dale contenente un olio tra i più nutritivi al mondo. 1000 semi pesano dai 15 ai 30 grammi. Il seme dà piante dioiche, cioè individui maschi ed individui femmine. Alcune varietà autoctone e da fibra

LA CANAPA ERA INFESTANTE IN ITALIA NEI PRIMI ANNI DEL VENTESIMO SECOLO, POI IL PROIBIZIONISMO INTERVENNE AD ESTINGUERLA DAL NOSTRO AMBIENTE d’oggi è coltivata su superfici esigue in quasi tutto il mondo e in quasi tutti i paesi per gli usi appena descritti. In Italia è coltivata su pochissimi ettari da società simili a Canapuglia, che coltiva nel barese, per uso alimentare o per produrne carta. Ciò che determinò la scomparsa della Canapa dall’agricoltura italiana è stata la concorrenza sleale delle fibre artificiali, derivate dal petrolio. La concorrenza è sleale perché la partita non si gioca tra fibre tessili ma sulla demonizzazione di una pianta che come sottoprodotto di scarto ha una resina contenente principi attivi molto potenti. Ecco che dove potrebbe funzionare perfettamente la fibra di Canapa troviamo una fibra tipo il rayon a sostituire la droga. In più basti pensare a che faccia fanno gli italiani medi annusando una canna ed ecco spiegato perché non siamo più tra i maggiori produttori mondiali di Canapa (noi che siamo una lingua di terra dalle dimensioni ridicole eravamo tra i più capaci). I peli ghiandolari presenti sulle foglie e sui fiori della pianta producono

e farmaceutiche il 90% del mondo la crede una pianta demoniaca capace di produrre solo droga. Niente di più errato, ma l’ignoranza è risaputo non ha limiti. La Canapa infatti era infestante in Italia nei primi anni del ventesimo secolo, poi il proibizionismo intervenne ad estinguerla dal nostro ambiente. Un motivo per rivalutare la Canapa è la quantità di biomassa prodotta in così poco tempo e a così basso impatto ambientale, ma è un ragionamento da agronomi e lo lasciamo qui senza approfondirlo. La Cannabis sativa è una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle Cannabacee. La sua radice fittonante si approfondisce notevolmente sui terreni adatti, quindi ben drenati ed arieggiati. Il fusto è eretto, sottile, alto fino a 4 metri, la cui tendenza a ramificarsi viene contrastata innalzando la densità di semina. Le foglie sono palmo-lobate, formate da 7-10 foglioline ineguali, molto allungate, a margine seghettato. Il seme è un achenio ovoi-

possono essere ermafrodite, ma questo è un carattere poco ricercato. Il miglior terreno per la Canapa, che cresce ovunque al pari di un’infestante, è un terreno fertile, omogeneo, molto profondo e ben strutturato. Il clima adatto va da quello subtropicale a quello temperato con eccezionale sensibilità verso le gelate, tanto che la temperatura di germinazione minima è 15 gradi centigradi. Il fabbisogno idrico è altissimo soprattutto durante la fioritura e la granigione, divenenta perciò indispensabile irrigare nella fase di allungamento degli steli (stretching) se mancano le precipitazioni. Nella rotazione colturale è un tipica coltura da rinnovo ed è considerata un ottimo precedente per il frumento che, dopo la Canapa, trova ottime condizioni fisiche, chimiche e di rinettamento delle malerbe. Le concimazioni predilette sono quelle organiche e sono anche le più valorizzate, ma un minerale 150-100-100 kg/ha è un ottimo apporto. La semina si fa in aprile, 60 kg/ha di seme a file distan-

di CBG

ti 0,15 metri l’una a circa 3 cm di profondità per avere una densità di 150 piante a metro quadro. Il diserbo chimico o meccanico diviene non necessario vista la rapidità di accrescimento della Canapa, talmente rapida da soffocare le infestanti. La raccolta di fibra di Canapa un tempo era effettuata a mano e seguiva circa questa tecnica: mietitura, essiccagione in campo, ammollo per 10 giorni in acqua e infine separazione delle fibre dal cilindro centrale detto canapulo. Oggi purtroppo l’unico utilizzo della Canapa industriale studiato è per la fabbricazione della carta e si raccoglie così: falciatura e condizionatura in campo, essiccagione in andane per alcuni giorni e raccolta con macchine imballatrici comuni. La produzione per ettaro di Canapa da carta è tra le 10 e le 15 tonnellate. Così ne trattano i testi del settore, nulla viene detto in merito al potere curativo dei cannabinoidi che sono presenti nel nostro corpo sotto forma di endocannabinoidi quindi non sono niente di sconosciuto al nostro corpo. Nulla viene detto della filatura delle fibre tessili di Canapa, più fresche d’estate e più calde d’inverno rispetto a qualsiasi altra fibra anche di sintesi. Nulla viene detto della coltivazione di Canapa alimentare per estrarre l’olio o per produrre semi vendibili decorticati, ogni tanto qualche testo riporta informazioni sull’uso alimentare zootecnico tipo per i volatili allevati, ma niente sulla qualità dell’olio per sfamare noi umani. Voglio ringraziare i signori Bonciarelli ed il loro libro di testo Coltivazioni erbacee, che mi ha permesso di trovare delle informazioni in più sulla Canapa, ringrazio inoltre il Professore che non vuole comparire su questo onorevole giornale ma che qui con me ha contribuito a questo articolo. Ma rimango con qualche dubbio… non è che negli anni abbiamo perso una parte della nostra cultura? Quanto la nostra cultura moderna va esportata nel mondo se ci siamo dimenticati di una pianta con così tante virtù benefiche? La Canapa industriale, così per conoscenza, rende: tessuti per abbigliamento o per cordame e imballaggi, carta normale per stampa, materiale da edilizia tipo mattoni pressati o pannelli isolanti, alimentazione umana come olio o sementi decorticate da muesli, olio diluente per solventi o lubrificanti o vernici, sapone vegetale per l’igiene personale, mangimi per uso zootecnico, biomassa da energia da introdurre nei digestori per ottenere biogas, inoltre è un’ottima coltura da rinnovo negli avvicendamenti aziendali e, ultimo ma più importante, la Canapa è un ottima fonte di sostanze medicinali quali i cannabinoidi.


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SPECIALE VARIETÀ 2012

12 Haze per tutti i gusti Apre la selezione la Original Amnesia di Dinafem. Negli ultimi anni, la febbre dell’Amnesia Haze è arrivata in Spagna, con un sapore di incenso dolce che prende molto. Anche in termini visivi ha un buon impatto, per la bellezza delle sue cime, piene di calici molto resinosi. La 2046 di Medical Seeds torna all’essenza delle sative pure, con cime fini, fioritura lunga, sapore complesso e psicoattività molto alta. Il suo gusto presenta una chiara nota di incenso, legni nobili e toni agrumati. L’effetto è energizzante e stimolante. Pyramid Seeds con Lennon ci porta la sua visione della varietà Jack Herer. Produttiva e con un tempo di fioritura breve, mantiene d’altra parte il gusto della Haze. In outdoor dà esemplari di grandi dimensioni. La Neville’s Haze è una delle Haze più ambite dagli intenditori, anche se dà molti problemi di coltivazione per la sua lunga fioritura e le cime sottili. La Sterling Haze di Nirvana è un incrocio tra Neville’s Haze e Northern Light, che

permette di rendere più breve la fioritura e più grosse le cime. Con intenzioni simili, Delicious Seeds fa un incrocio con la Critical, addolcendo il sapore della Neville e aumentando la sua produzione con la Critical Neville Haze. Anche la PsicoHaze di Resin Seeds segue una linea simile, ma in questa varietà l’incrocio è tra Neville’s Haze e Amnesia Haze, con cui si cerca di mantenere la personalità molto Haze. Il risultato ha sapori di incenso forti e psicoattività elevata e cerebrale. In questa stagione Ripper Seeds ci presenta Ripper Haze, una classica Haze olandese, con sapore gradevole e toni agrumati. Tempo di fioritura medio, con forte effetto psichedelico. Produce fiori grossi e resinosi. Positronics con Claustrum rende omaggio al sapore di incenso della Haze, con un gusto di legni nobili, incenso e resina. Alla degustazione riempie il palato, con un effetto molto energetico. Si tratta di un ibrido di Kali Mist, Super Silver Haze e Jack Herer. Usando esemplari selezionati di

Original Amnesia di Dinafem

Critical Neville Haze di Delicious Seeds

Lennon di Pyramid Seeds

Atomical Haze di Paradise Seeds

queste varietà sono riusciti a ottenere un risultato finale con una marcata presenza di Haze, alta psicoattività e gusto di incenso forte. La Dutch Haze di Ducth Passion è il risultato di un programma di selezione tra tutti i tipi di esemplari Haze, per ottenere una varietà in grado di mantenere i sapori della vecchia scuola. Riesce a mantenere questo gusto e la psicoattività elevata, con un tempo di fioritura di sole 9 settimane, dando al contempo una buona produzione. La Domina Haze di Kannabia Seeds offre la combinazione di due Haze di livello, la Super Silver Haze e la Afrodita (Jack Herer x Black Domina). Ha una marcata presenza di incenso a livello di sapore e profumo, ma c’è anche la indica che apporta dolcezza al gusto e dà una buona produzione. Una pianta molto equilibrata e dal forte effetto. La Atomical Haze è l’omaggio di Paradise Seeds alle Haze olandesi di vecchia scuola e il tempo di fioritura viene abbreviato. Sapore agrodolce e

Claustrum di Positronics

Ganja Selecta

Haze Original Amnesia - Dinafem 2046 - Medical Seeds Lennon - Pyramid Seeds Sterling Haze - Nirvana Critical Neville Haze - Delicious Seeds Psicohaze - Resin Seeds Ripper Haze - Ripper Seeds Claustrum - Positronics Dutch Haze - Dutch Passion Domina Haze - Kannabia Seeds Atomical Haze - Paradise Seeds Romulan Haze - Next Generation Seeds

agrumato, con presenza di legni nobili. Effetto intenso e cerebrale. Next Generation Seeds ci propone un altro incrocio con la Super Silver Haze, in questo caso con la sua famosa Romulan. La Romulan Haze è potente e con effetti molto medicinali, produce grandi racemi floreali, molto coperti di resina.

Ripper Haze di Ripper Seeds

Dutch Haze di Dutch Passion


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SPECIALE VARIETÀ 2012

12 nuove piante per il tuo giardino Ganja Selecta

White Dragon di Eva Seeds è una delle novità di alto profilo della stagione. Potente, ma con una fioritura ultracorta. Si tratta di un incrocio di Afgana di Northern Light, che dà raccolto generoso in poco tempo, con sapore afgano ed effetto rilassante. +Speed è una delle novità presentate da Sweet Seeds in questa stagione. Pronta per il raccolto in sole sette settimane, può essere classificata come campionessa di rapidità. Sviluppa cime grandi e molto cariche di resina, con aromi dolci e fruttati. Buddha Seeds torna a sorprendere, in questo caso con la Buddha Purple Kush, la sua rimasterizzazione delle varietà viola in versione autofiorente. Raccolto rapido, ma con un bel color viola che rallegra qualsiasi giardino, oltre a un intenso profumo. Anche Dinafem punta molto sulle varietà autofiorenti nei suoi nuovi lavori, come per esempio la Original Amnesia Auto, versione autofiorente della famosa Original Amnesia. Autofiorente con sapore Haze e resina estrema. La versione autofiorente della White Berry di Paradise Seeds verrà presen-

tata in primavera. White Berry Auto promette un sapore dolce e terroso, con fioritura rapida. World of Seeds ha appena immesso sul mercato la Northern Lights x Big Bud Auto. Una autofiorente dalla buona ramificazione che produce cime coperte di resina. Odore dolce ed effetto medicinale. Un’altra novità autofiorente è la Northern Haze Express di Positronics, in questo caso un incrocio tra Northern Light e Haze che offre una pianta autofiorente dalla buona produzione ma con sfumature sative al gusto. Pato #1 è la varietà sulla quale ha lavorato di più Kannabia Seeds negli ultimi 2 anni. Molto stabile, di statura medio-alta e con buona produzione di fiori (rapporto calice-foglia eccellente). Emana un forte aroma di mango fresco. Ha un effetto progressivo che induce stati di euforia e di buon umore. Effetti molto medicinali. Ducth Passion ci porta una varietà appositamente studiata per gli edonisti, si tratta della Dark Delight. Cime dense, con poche foglie. Fumata ricca di piace-

re, sapore squisito di hashish afgano e psicoattività a lunga durata. Concludiamo questa sezione con tre nuove banche dei semi, che quindi hanno tutte varietà recenti, anche se in questa sede presentiamo una sola varietà per ogni banca. Fast Seeds nasce con l’intenzione di creare varietà molto rapide, che diano quindi prestazioni da autofiorenti, con la qualità delle genetiche convenzionali. La Stamina di Fast Seed Bank è produttiva, con un carattere molto indico ed effetto fisico. Ha profumo e sapore di frutta mista, in particolare di pesca, con un leggero tocco di limone, senza arrivare a essere agrumata.

Novità White Dragon - Eva Seeds +Speed - Sweet Seeds Buddha Purple Kush - Buddha Seeds Original Amnesia Auto - Dinafem Auto White Berry - Paradise Seeds Northen Light x Big Bud Auto - World of Seeds Northen Haze Express - Positronics Pato #1 - Kannabia Seeds Dark Delight - Ducth Passion Stamina - Fast Seed Banks Fresh Diamond - Beta Seeds Hawaiian Wave - Ripper Seeds

Beta Seeds e Ripper Seeds sono due banche costituite da coltivatori con lunga tradizione, che hanno dato vita alle proprie banche dopo vari anni di prove sulle loro varietà preferite. Nel caso di Beta Seeds parliamo della Fresh Diamond, una pianta molto fresca ed equilibrata, di quelle che non ti stufi mai di fumare. Per Ripper Seeds sottolineiamo la Hawaiian Wave, con molto carattere di sativa e qualità da vendere. Effetto cerebrale, ma tranquillo, con un gusto che è un misto di Haze e frutta. Original Amnesia Auto di Dinafem

Northern Light x Big Bud Auto di World of Seeds

Buddha Purple Kush di Buddha Seeds

Hawaiian Wave di Ripper Seeds


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SPECIALE VARIETÀ 2012

12 Skunk per tutti i gusti Apre la classifica la Kritikal Bilbo di Genehtik. La famosa Critical Bilbo è un clone selezionato da una confezione di Critical Mass di Mr Nice Seedbank. Nella sua genetica c’è una parte importante di sangue Skunk. Genehtik ha tenuto in grande considerazione la provenienza Skunk, rafforzata nella Kritikal Bilbo che ci presentano. Un’altra Skunk classica è la stranota AK47 di Serious Seeds. Cresce con vigore, produce un sapore intenso e il suo effetto è forte, per questo è la pianta scelta da molti coltivatori. In un certo qual modo, la AK47 riunisce le caratteristiche di una buona Skunk: vigore, facilità di coltivazione, odore forte e grande quantità di cannabinoidi. Dutch Passion continua a offrire la Orange Bud dagli anni Ottanta del secolo scorso. Si può dire che esisteva già persino quando nacquero le banche dei semi. Varietà con il 100% di genetica Skunk, facile da coltivare, si sviluppa bene sia in indoor che in outdoor. Cime dure, con pilucchi arancioni e un buon rivestimento di cristalli. Royal Queen Seeds ci porta la sua visione della Skunk con Special Queen. Facile da coltivare, sopporta le inclemenze del tempo e sarà pronta per la fine di settembre, dando un raccolto molto saporito, con sapore dolce e molta resina. Ideale per i coltivatori che muovono i primi

passi o per chi voglia raggiungere un raccolto con certezza. Shoreline di The Devil’s Harvest Seed Co. è una genetica selezionata in Texas molti anni fa, a partire da una Sensi Skunk e poi s’incrocia con un maschio di Oasis di Dutch Passion. Il risultato è una pianta con una chiara influenza di Skunk della vecchia scuola, moltissimo odore che anticipa l’intenso sapore. Facile da coltivare e di fioritura rapida. Anche fra le autofiorenti ci sono varietà con una grande influenza Skunk, come per esempio la Sweet Skunk Auto, sviluppata a partire dalla Early Skunk e da una Critical Auto, mediante un incrocio con l’ibrido risultante con la Early Skunk due volte. Risultato: fioritura incredibilmente rapida, con piante abbondantemente ricoperte di resine e piene di odore. Dr Underground ci porta con la King Kong una pianta di grande influenza Skunk, sebbene saggiamente miscelata con altre genetiche di sativa. Il risultato è un’elevatissima produzione, molta resina e fioritura rapida. L’effetto sale rapidamente ed è piuttosto forte. Seedmakers recupera una Skunk molto fruttata con la sua Wonder Skunk. Semplicità di coltivazione, aroma penetrante e grande

tolleranza verso gli errori. Progettata per il fumatore che vuole riscoprire il piacere di assaporare una Skunk dolce. Anche la varietà conosciuta come Cheese appartiene alla famiglia delle Skunk, in particolare alle Skunk della vecchia scuola. Positronics con la SuperCheese offre una versione che conserva molto bene il carattere originale. Pianta robusta con cime grandi, intenso odore di formaggio stagionato ed effetti rilassanti. Next Generation Seeds diffonde la visione canadese della Skunk con la Island Sweet Skunk. Varietà potente e così produttiva che bisogna legare le cime perché non si dividano. Vigorosa e con predominanza sativa. Il suo intenso odore la classifica con chiarezza come una Skunk eccellente.

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Skunk Kritikal Bilbo - Genehtik Ak47 - Serious Seeds Orange Bud - Dutch Passion Special Queen - Royal Queen Seeds Shoreline - The Devi’s Harvest Seed Co. Sweet Skunk Auto - Sweet Seeds King Kong - Dr underground Wonder Skunk - Seedmakers SuperCheese - Positronics Island Sweet Skunk - Next Generation Seeds Big Skunk - Pure Seeds Red Dwarf - Buddha Seeds

Un altro buon esempio di Skunk è la Big Skunk di Pure Seeds. In questo caso la genetica è ibridata con la Northern Light per aumentare la produzione. Grande raccolto, molto odore e facile coltivazione. Chiudiamo questa classifica con una piccola gemma Skunk autofiorente. Si tratta della Red Dwarf di Buddha Seeds, una pianta automatica, ma con una genetica Skunk. Fa pochi rami e forma le cime velocemente. Sapore agrumato, odore intenso ed effetto fisico.

Sweet Skunk Auto di Sweet Seeds

Island Sweet Skunk di Kritikal Bilbo di Genehtik

Next Generation Seeds

Orange Bud di Dutch Passion

Detalle de Red Dwarf di Buddha Seeds

Shoreline di The Devil’s Harvest Seed Co.

Wonder Skunk di Seedmakers



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SPECIALE VARIETÀ 2012

PROCESSO DI COLTURA SELETTIVA DI NUOVE AUTOFIORENTI

Autofiorenti 3G Per questa nuova stagione 2012 Sweet Seeds ha presentato le sue nuove varietà autofiorenti di terza generazione. Big Devil XL, Cream Mandarine, Jack 47 Auto, Sweet Skunk Auto, Mohan Ram Auto, Sweet Special Auto, Green Poison Auto, Sweet Cheese Auto y +Speed. Nove nuove autofiorenti di ultima generazione che si uniscono alle nove precedenti che erano già Sweet Seeds disponibili nel catalogo della stagione 2011. Le varietà autofiorenti stanno vivendo negli ultimi anni una vera età dell’oro. Queste varietà a fioritura automatica, che fino a pochi anni fa erano disprezzate per la loro bassa psicoattività e il pessimo aroma, hanno attraversato un’evoluzione sorprendente e rapida che le ha trasformate nelle varietà più popolari del momento, sia per gli autocoltivatori che per i breeder. Ormai nessuno può negare che le piante autofiorenti rappresentino l’ultima grande rivoluzione genetica che ha vissuto la Cannabis sativa: quest’ultima rivoluzione ha sorpreso tutto il mondo della cannabis, in modo particolare per la rapidità con cui questo tipo di varietà ha migliorato le proprie qualità e per la popolarità eccezionale che ha raggiunto. La popolarità e il recente successo di queste varietà si devono a diversi fattori: da un lato alla loro qualità sempre maggiore e dall’altro ai tanti svariati che queste varietà offrono ai coltivatori. Tra i vantaggi che i coltivatori apprezzano in questo tipo di varietà si può citare principalmente il fatto che cominciano a fiorire in modo automatico approssimativamente quando raggiungono la quarta coppia di foglie reali, ovvero all’incirca 21 giorni dopo che è avvenuta la germinazione. Questo permette ai coltivatori outdoor di ottenere raccolti al di fuori della normale

Big Devil XL

epoca di raccolto, potendo così rifornirsi in qualsiasi momento dell’anno. Un’altra caratteristica degna di nota è la rapidità del ciclo vitale di queste piante, che consente di fare il raccolto appena 2 mesi dopo la germinazione dei semi. Queste varietà sono immuni alla contaminazione luminosa e continuano normalmente la propria fioritura anche se si trovano sotto la luce dei lampioni o persino in coltivazioni in indoor con regimi di luce di 18 ore di luce e 6 ore di buio. Le loro dimensioni ridotte (60-150 cm) le rendono piante molto discrete, una qualità che viene molto apprezzata anche da tanti autocoltivatori.

Autofiorenti di terza generazione Le varietà autofiorenti di terza generazione di Sweet Seeds sono il risultato dell’ibridazione dei migliori ceppi genetici selezionati di autofiorenti di seconda generazione con cloni d’élite non autofiorenti provenienti dalla banca di madri di Sweet Seeds. Questa generazione di autofiorenti produce piante tanto resinose e aromatiche quanto quelle prodotte dai loro parenti non autofiorenti. Quando parliamo di autofiorenti di terza generazione, non ci riferiamo a una terza generazione filiale propriamente detta. Il salto generazionale viene stabilito ogni

+Speed

volta che si ottiene un salto qualitativo sufficientemente significativo, in genere dovuto all’introduzione di nuove varietà non autofiorenti di alta qualità, che allontana geneticamente i nuovi ceppi autofiorenti dai loro antenati. Queste varietà hanno aperto nuovi orizzonti non solo per i coltivatori, che ora possono programmare le proprie autocoltivazioni per ottenere raccolti in outdoor durante quasi tutto l’anno, ma hanno aperto nuovi orizzonti anche per i breeder di cannabis. Con l’arrivo di queste varietà autofiorenti, i breeder di cannabis si sono visti obbligati a tornare alla coltura selettiva con popolazioni di semi, dal momento che queste varietà, per la propria condizione di piante autofiorenti, non consentono di avere cloni d’élite. Per la produzione di semi femminizzati non autofiorenti, il 99% dei breeder utilizza cloni d’élite e vengono utilizzati sempre gli stessi cloni d’élite per produrre ogni varietà. Usare sempre gli stessi progenitori ha i suoi vantaggi, dato che in questo modo i risultati sono molto prevedibili e sono sempre gli stessi. Solo nel caso in cui il breeder trovi qualche clone d’élite in grado di cedere migliori caratteri alla discendenza, mantenendo i tratti caratteristici della varietà, si sostituisce uno dei progenitori; questa non è una situazione frequente. Lo svantaggio di utilizzare sempre gli stessi progenitori è il fatto che in questo modo le popolazioni di semi commerciali non si evolvono, né in bene né in male, e mantengono semplicemente costanti le proprie frequenze geniche per il fatto che per produrre i semi commerciali si usano sempre gli stessi antenati.

Cream Mandarine

Processo di coltura selettiva I breeder che lavorano con varietà autofiorenti non possono conservare attraverso i cloni i migliori esemplari che trovano e devono lavorare con popolazioni di semi. Questo obbliga i breeder a un lavoro costante di selezione dei progenitori, sia per quanto riguarda lo sviluppo del programma di coltura selettiva, sia ogni volta che si riproducono i semi commerciali. In funzione dei progenitori selezionati, queste popolazioni possono subire derive genetiche in una direzione o in un’altra e in questo modo nei semi commerciali non vengono mantenute costanti le frequenze geniche. Negli ultimi anni, queste popolazioni di semi sono state caratterizzate quindi da una costante evoluzione. Questo rende il lavoro di coltura selettiva con queste varietà un compito molto più appassionante e proprio del breeder, che ha sempre la possibilità di esercitare una pressione selettiva per portare la popolazione di semi verso i caratteri ideali che sta cercando. Dal punto di vista di Sweet Seeds, sono due le ragioni principali che hanno provocato il rapido aumento della qualità che ha caratterizzato queste varietà, fino ad arrivare alle attuali piante autofiorenti di terza generazione. In primo luogo, la condizione citata in precedenza per cui si è obbligati a lavorare con popolazioni di semi e a selezionare costantemente i progenitori in ogni generazione, un fattore che porta la popolazione a essere in costante evoluzione verso i caratteri desiderabili fintanto che esiste la pressione selettiva del breeder. In secondo luogo, l’ibridazione dei ceppi selezionati di semi autofiorenti con i

Green Poison Auto


19 migliori cloni d’élite non autofiorenti, il risultato di decenni di selezione. Da quando i breeder hanno iniziato a rendersi conto dell’immenso potenziale che aveva la caratteristica autofiorente di queste piccole varietà, hanno cominciato a incrociare queste varietà dalla fioritura automatica con i loro migliori cloni, cercando piante a fioritura automatica, ma di qualità simile alle loro amate piante madri. Quando si ibrida una varietà autofiorente con un clone non autofiorente, il primo obiettivo è fissare nel 100% della popolazione ibrida il carattere autofiorente. Questo è relativamente semplice, dal momento che il carattere si comporta come se dipendesse da un solo gene, e mostra inoltre una tipica eredità mendeliana. Il carattere di autofioritura è recessivo, motivo per cui nella prima generazione filiale dell’ibrido non compare nessun individuo autofiorente. Sarà necessario che questa generazione si riproduca perché nella sua discendenza si trovi un 25% di individui autofiorenti. Incrociando tra di essi gli individui autofiorenti ottenuti, si arriva alla terza generazione filiale con il 100% di individui autofiorenti. La selezione dei progenitori dei semi autofiorenti ha luogo in tutte le generazioni e inizia non appena germinano i semi. Già nella fase in cui le piante sono giovani vengono eliminate tutte quelle che presentano malformazioni o qualsiasi tipo di difetto. Durante la crescita si continua con la selezione dei progenitori, eliminando tutti gli individui che mostrano caratteri non desiderabili per i fini che si intende conseguire. Durante la fioritura si porta avanti l’eliminazione dei progenitori nei quali si osservano caratteri che non si desiderano e alla fine devono rimanere solo i progenitori più produttivi, aromatici, resinosi e in generale il gruppo di piante che riunisce i caratteri che più si avvicinano agli obiettivi ideali prefissati.

incroci sono stati eseguiti in assenza di maschi, vale a dire che i donatori di polline sono stati sempre femmine alle quali è stato invertito il sesso. Non tutte le varietà di cannabis, né tutti gli individui all’interno di una varietà, hanno una buona risposta alla tecnica di inversione del sesso. Eseguire tutto il processo con femmine e invertire il sesso di alcune femmine in ogni generazione per ottenere il polline presenta un gran vantaggio per il breeder che vuole ottenere un seme commerciale autofiorente e femminizzato. Il vantaggio sta nel fatto che in questo modo ci si assicura che alla fine del programma di coltura selettiva le piante dei semi risultanti abbiano una buona risposta alla tecnica di inversione del sesso, necessaria per produrre i semi commerciali a fioritura automatica e femminizzati. Se realizzassimo tutto il processo con femmine e maschi, potremmo arrivare al punto che quando otteniamo la varietà finale e vogliamo incrociare alcune femmine tra di loro per ottenere i semi commerciali autofiorenti e femminizzati, le femmine non hanno una buona risposta alla tecnica di inversione del sesso, con il risultato che produrranno poco polline utile o non ne produrranno affatto, con conseguenti semi scarsi o inesistenti. Lavorando per tutto il procedimento con femmine invertite, in ogni generazione si esercita una pressione selettiva su quei progenitori che hanno una buona risposta alla tecnica di inversione del sesso e sono in grado di produrre polline utile e abbondante, trasmettendo questi caratteri alla generazione successiva, per cui alla fine del programma di coltura selettiva la varietà avrà una una buona risposta alla tecnica di inversione del sesso.

na ermafrodita che si sia trasformata completamente in maschio e che potrebbe essere facilmente confusa con un maschio puro, introducendo così accidentalmente geni promotori dell’ermafroditismo nella popolazione di semi autofiorenti. Lavorando solo con femmine questo non potrà succedere, perché qualunque femmina dovesse cambiare sesso verrebbe immediatamente individuata. In questa ultima generazione di semi autofiorenti di Sweet Seeds, oltre alla tecnica di ibridazione con cloni d’élite non autofiorenti, in alcuni di questi ibridi è stato utilizzato anche il reincrocio con il clone d’élite originale non autofiorente. Questo è stato fatto per fissare in modo forte l’aroma, il sapore e le qualità desiderabili del clone d’élite nella popolazione di semi autofiorenti. Ogni volta che i semi autofiorenti vengono reincrociati con il clone originale non autofiorente, nella prima generazione non compare nessuna pianta autofiorente e bisogna tornare a fissare nel 100% della popolazione la caratteristica

Inoltre, secondo quanto affermano alla Sweet Seeds, lavorando con maschi esiste la possibilità di commettere un errore nella selezione dei progenitori maschi, selezionando qualche femmi- Mohan Ram

di autofioritura, come abbiamo spiegato in precedenza. In alcune delle nuove autofiorenti di Sweet Seeds sono stati eseguiti fino a due reincroci con il clone originale non autofiorente. I risultati ottenuti con queste nuove autofiorenti hanno sorpreso persino i breeder di Sweet Seeds. L’altezza media delle piante è stata aumentata, e in condizioni ottimali è compresa tra i 60 cm e i 110 cm. In questa generazione sono comparsi nuovi aromi, fissati in modo molto forte in tutta la discendenza e fino a ora sconosciuti nelle varietà di autofiorenti. La qualità degli aromi, la produzione di resina delle piante e l’aspetto generale delle stesse alla fine della fioritura è ormai totalmente somigliante a quella dei loro progenitori non autofiorenti. Le varietà autofiorenti sembrano essere arrivate sulla scena della cannabis per restare, reclamando il proprio posto, ben meritato, al Salone della fama delle varietà di cannabis.

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Quando eseguono queste ibridazioni per introdurre novità dal punto di vista genetico nelle popolazioni autofiorenti, alla Sweet Seeds usano in genere come donatore di polline il clone d’élite non autofiorente, che in tal caso è sempre una femmina selezionata alla quale viene invertito il sesso per ottenere fiori maschili. Come recettori del polline solitamente usano piante femmina della popolazione autofiorente; questa scelta è dovuta al fatto che è molto più semplice realizzare la selezione dei progenitori autofiorenti desiderati su piante con cima femminile rispetto a piante con cima maschile, soprattutto nella selezione che viene fatta alla fine del ciclo vitale dei progenitori. Anche se in qualche occasione alla Sweet Seeds nello sviluppo di varietà autofiorenti hanno usato piante maschio come donatori di polline, nella maggior parte del loro lavoro con le Jack 47 Auto varietà a fioritura automatica tutti gli

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CANNABIS HERO CONTINUA L’ODISSEA LEGALE DEL NOSTRO ALFIERE DELLA MEDICAL

La Storia incredibile di Fabrizio Pellegrini, vol. III

di Carlos Rafael Esposito

Fabrizio Pellegrini è un musicista che vive a Roma. Soffre di sindrome fibromialgica. La sua storia ci racconta i problemi vissuti dalle persone che si curano con la canapa medica autoprodotta. Lo Stato nel frattempo, per motivi politici piuttosto che medici, non si adegua alle necessità dei pazienti (la continuità terapeutica) e così il paziente stesso, solo, si incarica della propria tutela e persegue tutto ciò che è in suo potere per migliorare la propria vita. Sentiamo le parole di Fabrizio, siamo nel 2001 e all’inizio di un lungo calvario che trasformerà l’ostinato malato in un delinquente. SSIT: Come andavi avanti per recuperare l’erba di cui avevi bisogno per curarti? Nel 2001, grazie ad una paziente genovese, Alessandra Viazzi, nasce anche l’associazione Pazienti Impazienti per la Cannabis. Nel 2002 il PIC prende campo e, al Forte Prenestino, dove già si praticava l’auto produzione, l’esistenza stessa dell’associazione ha ribadito con maggior enfasi la necessità di auto produrre per scopo terapeutico. Così noi pazienti potevamo cominciare a rifornirci con una parte del raccolto che andava ai malati. SSIT: Quante volte venivi a Roma ? Ti bastava la scorta? Venivo come minimo una volta al mese ad approvvigionarmi. Tieni presente che il mio fabbisogno mensile varia dai 30 ai 50 grammi e quando erano finite le scorte dovevamo e, ancora oggi, dobbiamo, provvedere diversamente. Per sostenere le spese della coltivazione tutti ci assumevamo un costo di partecipazione. Con quell’investimento si aderisce a un progetto che è poi il mutuo soccorso. SSIT: Quindi oltre ai tuoi viaggi a Roma continuavi a coltivare? Si, nel 2002 decido di insistere per assicurarmi la continuità terapeutica. Intanto il mercato prendeva una certa piega: quello che mi riuscivo a procurare non mi bastava ed era di qualità insoddisfacente. Ho messo 7 piante, una per ogni mese, a scalare. Era la quantità che ritenevo idonea per il mio fabbisogno. SSIT: Come valutavi il tuo fabbisogno? Avevo preso spunto dalle quantità mediche adottate in Canada e Olanda. Ho pensato: “se devo rischiare facendo una cosa che seppur illecita prevede dei margini di riduzione del danno conforme alle indicazioni medico terapeutiche, lo faccio”. Erano semi di Super Skunk. Purtroppo non me le sono godute. SSIT: Che successe? La Finanza. Hanno bussato educatamente e poi hanno fatto irruzione. Non mi hanno messo dentro, ma hanno sequestrato una pipa d’argento e mi hanno mandato a processo per coltivazione. Da

quel momento però sono partito con la documentazione medica. SSIT: Cioè hai iniziato a fornire documentazione che attestava la tua necessità per scopi terapeutici? Si. Sono stati gli stessi finanzieri che, prendendomi in giro, mi hanno consigliato di andare dal medico per dimostrare che ne avevo bisogno per la mia malattia. Io conoscevo un medico Peter Brunn Schulte Wissing omeopata, naturopata e iridologo e gli ho chiesto di visitarmi. Mi ha fatto la foto dell’iride e mi ha diagnosticato una sindrome neuro vegetativa. Poi con le constatazioni cliniche ematiche vide l’insorgere di questa patologia reumatica. Così andai anche a fare una visita neurologica e poi reumatologica. Da quel momento cominciai ad accumulare documenti che dimostravano una comprovata necessità di terapia giornaliera e continuativa a lungo termine. SSIT: Il 19 settembre del 2002 il medico Peter Brunn Schulte Wissing scrive al medico curante di Fabrizio, Bruno Di Iorio, di valutare la prescrizione di cannabis e allega una terapia consigliata. Ma il medico non segue il

suggerimento terapeutico... Il mio medico curante se ne fregava. Così decido di rimettere le piante un’altra volta. Nel dicembre del 2003 mi attestano il 35% di invalidità dal punto di vista lavorativo. Sempre nel 2003 metto 14 piante e in luglio mi arrestano. Faccio 3 giorni dentro e appena sono uscito ho ripiantato, riuscendo finalmente a godermi il frutto del mio lavoro per un paio di mesi. Nel 2003 intanto esce anche il Bedrocan, infiorescenza stoccata e confezionata sottovuoto, ma il medico curante non ha seguito il consiglio di prescrizione e non ha preso a cuore il suggerimento del collega. SSIT: Cioè il medico non ti prescrive nemmeno il Bedrocan autorizzato dal Ministero della Salute olandese e così tu continui a piantare anno dopo anno, andando incontro alle conseguenze. Si e così arriviamo al 2004. Metto 6-7 piante con la tecnica Green house (dietro vetri velati). Vengo perquisito al parco dai carabinieri che mi trovano con qualche cima fresca, vengono subito a casa e mi mettono agli arresti domiciliari per qualche giorno. Nel 2005 poi metto la serra indoor con 10 piante e il 15 giugno alle 7.15 arrivano 4 carabinieri. Gli apre mia madre. Sequestrano piante, neon, terra e mi mettono tre mesi in galera. Per 10 germogli! Non mi liberavano e non si capiva perché non mi liberassero. Ho scritto due volte anche all’arcidiocesi senza avere nessuna risposta. Per fortuna mentre ero dentro c’è stata un’interrogazione parlamentare di Giovanni Russo Spena per me e Giuseppe Ales e qualche giorno dopo sono uscito. Ma se non avessero fatto l’interrogazione? SSIT: Arriviamo al 2006... Nel 2006 finanzieri in borghese mi ferma-

no appena sceso dal bus con mezzo etto d’erba fra le palle. Mi hanno fatto fare 3 giorni ai domiciliari e ho una condanna in appello a un anno. SSIT: Quando richiedi il Bedrocan per la prima volta? Il mio nuovo medico curante, Walter Palumbo, mi sottoscrive immediatamente la procedura di inoltro della richiesta di Bedrocan e per il pagamento parte una petizione per la raccolta dei fondi su Liberazione. 489 euro per 30 grammi di medicinale. La richiesta viene controfirmata dal farmacista dell’ospedale di Chieti e viene mandato il fax al Ministero della Salute italiano, che deve autorizzare. Se tutto fila liscio ci vuole un mese e mezzo prima di ritirare il farmaco. Dopodiché il farmaco dura un mese e poi sei punto a capo. Volendo si può fare la richiesta trimestrale di 90 grammi, ma io sinceramente preferisco l’erba che prende i raggi del sole e magari che mi coltivo da solo. SSIT: E così... Nel 2007 faccio tre piante in outdoor e quando le ho raccolte a fine ottobre ci ho ricavato un quantitativo sufficiente per 4 mesi. Quindi a marzo 2008 ho ripiantato. Nel febbraio cadeva il governo Prodi. E da qui in poi si sono davvero accaniti selvaggiamente. Il 30 giugno 2008, il giorno del mio compleanno, il giudice Marina Valente mi rimanda in carcere per un mese, mentre avevo l’autorizzazione per il Bedrocan. Da quella volta sino ad oggi non ho più ripiantato. Per contatti: f.pellegrinipic@libero.it Appuntamento alla prossima e ultima puntata.


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PARADISE SEEDS 2012

Le nuove incredibili e strabilianti varietà di Paradise Seeds per il 2012 Vorremmo far sapere a tutti i nostri lettori che Paradise Seeds ha presentato 6 nuove grandi varietà. Due varietà femminizzate che risalgono alla fine degli anni ‘90 (classiche) e quattro varietà autofiorenti che sono state selezionate da famosi antenati per la loro superba genetica.

Le novità assolute di Paradise Seeds sono la Original White Widow (IBL) e la Original Cheese (IBL). Certo, i nomi sono familiari, ma sono diverse... queste sono le classiche originali! Vengono direttamente dalla fonte, razze pure che sono state offerte anni fa dai breeder a Paradise Seeds e solo ora condivise con il resto del

Auto Jack

Auto White Berry

Auto Acid

Original Cheese

mondo. Sono materiale eccellente per la coltura selettiva e sono di gran lunga superiori alla maggior parte delle varietà che portano questi nomi. Paradise Seeds ha presentato anche quattro nuove varietà autofiorenti della miglior qualità. L’epoca in cui le piante autofiorenti avevano un sapore di fieno o di ruderalis è finita, almeno per le varietà di

Paradise Seeds. Auto Acid, Auto Jack, Auto Wappa e Auto White Berry sono tutte potenti e gustose. Queste sono piante che diventano forti e danno abbondanti cime piene di resina. Grazie alle genetiche eccezionali che Paradise Seeds ha usato nel programma di coltura selettiva, la soddisfazione è garantita. Alla Paradise Seeds sono orgogliosi di essere in prima linea nella coltura selettiva


23 della cannabis e di aver portato le varietà autofiorenti al livello successivo. Le piante autofiorenti iniziano la fioritura a prescindere dalle ore di luce (sole) che ricevono ogni giorno. Quindi queste piante possono arrivare a fiorire presto in outdoor, in 2,5 mesi dalla germinazione. Sono ideali nelle regioni più fredde per dare raccolti in estate, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, quando il sole è ancora forte. Anche in giugno è possibile iniziare a far germinare i semi, per poi fare il raccolto in tempo, prima che faccia freddo o che il clima diventi umido. In climi più caldi, sarà possibile fare più raccolti in un solo anno. Nei climi tropicali sono fantastiche, perché possono essere coltivate durante tutto l’anno. In tutte le varietà autofiorenti di Paradise Seeds c’è una piccola parte di ruderalis che è responsabile dell’effetto autofiorente. L’arte della coltura selettiva sta nello scegliere le piante che hanno il gene per l’autofioritura senza mostrare le qualità inferiori delle piante di ruderalis. Questo è possibile solo con una selezione che dura per diverse generazioni. Auto Wappa

Buona cannabis a tutti da Paradise Seeds!

Paradise Seeds vince la Treating Yourself Medical Cannabis Cup 2012! La scorsa settimana, Paradise Seeds era a Toronto, in Canada, dove si è tenuta l’Expo Treating Yourself al Metro Toronto Convention Center. Quest’anno è stata una grande Expo. Marco Renda aveva persino organizzato una dimostrazione live di soffiatura del vetro e come sempre c’erano molti consumatori di cannabis per uso medico durante questi 3 giorni. È stata predisposta una sala fumatori per i malati, così non dovevano andare all’esterno per curarsi. La scorsa settimana, Paradise Seeds era a Toronto, in Canada, dove si è tenuta l’Expo Treating Yourself al Metro Toronto Convention Center. Quest’anno è stata una grande Expo. Marco Renda aveva persino organizzato una dimostrazione live di soffiatura del vetro e come sempre c’erano molti consumatori di cannabis per uso medico durante questi 3 giorni. È stata predisposta una sala fumatori per i malati, così non dovevano andare all’esterno per curarsi. Si tratta di una vera convention medica con buone informazioni e ottimi consigli offerti dagli ospiti, tra i quali avvocati e medici, oltre a ricercatori scientifici. È stata la terza partecipazione di Paradise Seeds all’Expo TY e se la sono goduta Automical Haze davvero!

Hanno dato un feedback sulle loro varietà ai pazienti e ai coltivatori in possesso di licenza. Molte persone cercano informazioni sulla loro malattia e scoprono che le pillole che comprano in farmacia spesso non le aiutano, mentre vedono che dalla cannabis ottengono un vero beneficio. Alla Paradise Seeds sono davvero felici di fare parte di questo movimento e sostengono che si dovrebbero condurre più ricerche nel campo della cannabis per uso medico. Per loro è davvero palese che la cannabis aiuta le persone!

La città di Toronto è fantastica, ci vivono milioni di persone che in genere sono gentili e amichevoli. È una città dalle molte culture, con persone che vengono da ogni luogo e si adattano piuttosto facilmente. Sembra che non ci sia crisi al momento, la città è frizzante e i grattacieli sono magnifici. Ci sono diversi vapour lounge dove le persone si ritrovano per fumare. Sono molti gli aspetti che rendono indimenticabile un soggiorno qui, in particolare la gente. L’ultimo giorno dell’Expo è girata la notizia che Paradise Seeds avrebbe vinto una Cannabis Cup per la miglior marijuana nella categoria sativa con l’ultima varietà di Haze che hanno proposto, la Atomical Haze. Aveva vinto il primo premio! La Atomical Haze è stata coltivata a partire da un seme che Paradise Seeds aveva dato l’anno prima a un coltivatore locale che aveva molte belle cime da condividere e da offrire per far partecipare Paradise Seeds alla Cannabis Cup. Questa vittoria è un successo grandissimo per Paradise Seeds.


24 Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

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S.S. 11 Padana Sup. Verso Verona, 279 36100 Vicenza hemporiumvi@yahoo.it dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30 sabato dalle 11 alle 19 cell. 339 61 02 455 cell. 339 27 99 178

Mysticanza, Perugia “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly)

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Amsterdam Shop di Pomezia cambia look! Nuova sede: Viale Alessandro Manzoni 33 Pomezia (RM) 00040 Orario: Aperto dal Lunedì al Sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30 Si effettua anche vendita on-line di materiale per il giardinaggio indoor e outdoor dal nostro sito aggiornato www.growerline.com e di semi di canapa da collezione su www.seedsline.com Servizio di assistenza clienti su Skype oppure via mail agli indirizzi staff@growerline.com o staff@seedsline.com Tel. 0691801148 - 3403824505

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Specializzato nella coltivazione biologica e biodinamica Orto Biologico nasce dall'amore verso la natura. Da circa dieci anni sperimentiamo una serie di terricci professionali pronti all'uso, specifici per tutte le fasi della pianta, questo è il nostro punto forte. La nostra esperienza è a vostra disposizione per aiutarvi a risolvere qualsiasi problema!!

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Growshop Area 51, Ostia, Roma Dopo anni di esperienza e dalla nostra grande passione nella coltivazione biologica, vista la continua richiesta e la difficoltà di trovare prodotti “veramente biologici” nasce la voglia di crearci un nostro orticello e nasce così la nostra attività, basata nel reperire, testare ed approvare per voi le ultime novità del mercato italiano ed estero nel campo della coltivazione indoor e outdoor.

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COLTIVA CON JORGE CERVANTES Il THC (tetraidrocannabinolo) psicoattivo con un forte effetto sulla mente si trova nelle foglie, nelle cime e nei tricomi ghiandolari. La maggior parte del THC si trova nelle piante femmina (sinsemilla) all’interno delle ghiandole di resina o nei tricomi peduncolati sulle punte dei fiori. I tricomi peduncolati sembrano piccoli punti con una palla in cima. Questi tricomi si sviluppano maggiormente sulle cime e sulle foglie più piccole. Il THC si concentra maggiormente dove il peduncolo incrocia la palla della ghiandola di resina.

Raccolto Bisogna raccogliere quando le piante raggiungono il picco di maturazione. Il momento in cui si raccoglie è fondamentale. La finestra temporale relativa al picco di maturazione è di circa 5-7 giorni. La maggior parte dei coltivatori cura le cime raccolte prima di farle essiccare lentamente e in modo omogeneo, affinché si conservi il THC. Dopo l’essiccatura, le cime devono essere curate affinché si sviluppino appieno aroma e sapore. Come per un vino pregiato, l’invecchiamento (con la cura) migliora gusto e fragranza. Una volta curate, se immagazzinate correttamente le cime manterranno tutte le loro qualità essenziali.

Prima del raccolto

Cambiate la soluzione nutritiva passando all’acqua corrente nei sistemi a ricircolo idroponico nei 7-10 giorni prima del raccolto. Continuate a riempire il serbatoio con acqua “pulita” fino al raccolto o utilizzate una soluzione di risciacquo seguendo le indicazioni.

Raccolto

Non irrigate 1-2 giorni prima del raccolto, in modo tale che le piante siano preessiccate al raccolto. Lasciate asciugare il terreno ma non lasciate avvizzire le piante. Le grosse foglie delle piante femmina come la Yumboldt sulla destra e delle piante maschio contengono meno ghiandole di resina e meno THC che ha effetti sulla mente. Il contenuto di THC che si trova nel gambo e nelle radici è praticamente inesistente. Le piante maschio, i gambi e le foglie grandi contengono bassi livelli di THC e sono utilizzati maggiormente per produrre hashish, resina concentrata.

Il raccolto delle foglie

L’odore pungente della marjuana spesso si rivela un problema attorno al momento del raccolto. Per ridurre l’odore al minimo, tenete l’area di essiccatura e cimatura ben ventilate, in modo tale che l’odore stesso non rimanga. Queste aree devono essere fresche, al di sotto dei 21°C, in modo tale che gli oli essenziali della cannabis rilascino pochi odori forti. Un condizionatore può essere una buona idea per ridurre al minimo gli odori nelle aree chiuse. Un filtro al carbonio eliminerà gli odori nelle aree di essiccatura e cimatura e tratterà l’aria espulsa. Irrigate con acqua corrente o con una soluzione di risciacquo per eliminare i residui di fertilizzante nel fogliame e nel terreno. Date acqua corrente alle piante nei 7-14 giorni prima del raccolto. Assicuratevi che il 10-20 percento dell’acqua sia drenato attraverso il fondo dei contenitori. Le soluzioni di risciacquo eliminano i residui di fertilizzante più rapidamente e sono utilizzate negli ultimi giorni prima del raccolto.

Al momento del raccolto la crescita e la produzione di THC delle piante si fermano. Il contenuto di THC non può aumentare dopo il raccolto. In realtà diminuisce. La decomposizione del THC rallenta se si tengono le cime raccolte lontane da luce e temperature elevate (al di sopra dei 27°C), se si sta attenti a gestire il tutto e se l’ambiente è umido.

Lasciate le piante al buio per 48 ore subito prima del raccolto, in modo tale che si sviluppi più resina sulle cime. Come capire quando il fertilizzante incide sul sapore t -F QVOUF F J CPSEJ EFMMF QJBOUF TPOP bruciati t -F GPHMJF TPOP GSBHJMJ BM NPNFOUP EFM raccolto t -F DJNF TDSJDDIJPMBOP RVBOEP WFOHPOP bruciate t -F DJNF IBOOP VO PEPSF DIJNJDP t -F DJNF TBOOP EJ GFSUJMJ[[BOUF

Eliminate le foglie grandi mentre le piante sono ancora nel terreno. Tagliate o strappate l’intera foglia o l’intero gambo. Una volta che si sono formate le foglie grandi, la potenza del THC ha raggiunto il picco. Le foglie più piccole attorno alle cime continuano a sviluppare resina finché le cime non sono mature. Il picco della potenza si mantiene finché le foglie sono sane e verdi. Raccogliete le foglie gialle e malate ed eliminatele.


27 Raccogliete le piante sinsemilla 6-12 settimane dopo aver indotto la fioritura con il fotoperiodo 12/12. Raccogliete quando la produzione di THC ha raggiunto il picco, prima che inizi a diminuire. La maggior parte delle piante che ricevono la stessa quantità di luce sono pronte per il raccolto allo stesso tempo. Le cime inferiori che ricevono meno luce spesso ci mettono qualche giorno in più a maturare.

Mettete le foglie in una borsa di carta, non di plastica. Le borse di carta traspirano e possono essere chiuse ripiegando la parte alta.

In generale, i ceppi di indica e a predominanza indica sono maturi 6-8 settimane dopo l’inizio della fioritura. Troppo spesso i coltivatori raccolgono troppo presto perché non vedono l’ora di avere un raccolto.

Mettete una borsa di carta su ogni pianta maschio che potrebbe spargere polline prima di tagliare il gambo principale alla base. Scuotete la pianta con delicatezza per minimizzare lo spargimento di polline. Vedi Marijuana Horticulture: The Indoor/Outdoor Medical Grower’s Bible per informazioni complete.

Raccolto sinsemilla

Tenete la borsa di carta in un armadio o in un’area con il 45-55% di umidità e una temperatura di 18°– 24°C. Aprite la borsa una o due volte al giorno e giratele foglie in modo tale che quelle umide si miscelino con quelle secche. Le foglie saranno asciutte al tocco in 5-7 giorni. Una volta asciutte, mettete le foglie nel freezer in modo che siano pronte per produrre hashish.

Raccolto dei maschi Raccogliete le piante maschio prima che spargano il polline. La maggior parte dei coltivatori le tolgono dalla loro coltura non appena individuano la pre-fioritura, verso la fine della fase vegetativa. I fiori maschio producono sacche di polline visibili contenenti polline da 2 a 4 settimane dopo che le luce sono impostate in regime di 12 ore di luce e 12 di buio.

Testate il grado di maturazione eliminando un pezzettino della cima matura. Mettetelo in un forno a microonde o in un forno tradizionale. Impostate il forno a microonde a un basso livello di potenza e accendetelo a colpi di 10 secondi finché non è sufficientemente secco da bruciare. Mettete un pezzettino della cima secca in una piccola pipa e provatelo. Il sapore secco, aspro verrà dall’essiccatura rapida, ma vi renderete così conto della potenza.


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Troppo presto! A questa cima mancano varie settimane per essere raccolta. Aspetta almeno 6 settimane prima di testare le cime per il raccolto. Molti coltivatori raccolgono cime sottopeso prima che si sviluppi il THC raggiungendo il suo pieno potenziale.

Raccolto precoce

A questa cima manca ancora un paio di settimane prima del raccolto. I pistilli sani e ricoperti di pilucchi bianchi stanno ancora crescendo e la resina comincia ad accumularsi. Dopo un paio di settimane, questa cima sarà piena di resina. Le cime raccolte adesso renderebbero fino al 30% in meno in termini di peso. Se raccolte un po’ presto, le piante pure di sativa pura e a predominanza sativa contengono basse concentrazioni di cannabinoidi; l’effetto spesso è più cerebrale e a impennata. I ceppi di indica pura e a predominanza indica tendono a produrre un effetto fisico meno intenso.

Raccolto al picco La formazione di ghiandole di resina rallenta. I tricomi iniziano a deteriorarsi più velocemente di quanto non si sviluppino. La produzione di THC ha raggiunto il picco. È ora il miglior momento per il raccolto. Raccogliete quando i livelli di THC

sono al loro picco per raggiungere il massimo effetto. Questo primo piano sui tricomi mostra cosa cercare quando la pianta ha raggiunto il picco di maturazione.

è raggiunto quando metà dei pistilli sono bianchi e l’altra metà è diventata bruna. Questo test è solo un’indicazione del picco della potenza.

Raccolto tardivo

Raccogliete dopo il picco di maturazione per ottenere livelli più alti di CBD rispetto ai THC per raggiungere un effetto fisico maggiore. I ceppi di Indica, afghani e a predominanza indica raccolti ora producono un effetto che v’inchioderà maggiormente al divano. I ceppi di Sativa e a predominanza sativa raccolti dopo il picco della potenza portano a un effetto fisico più forte.

I tricomi iniziano a deteriorarsi sempre più velocemente. Raccogliete adesso per raggiungere un effetto più forte. I pistilli bianchi diventano bruno-rossastri mentre le cime continuano a maturare. In alcuni ceppi, il picco della potenza


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PUNTO LEGALE

GIRO DI VITE DELLA CASSAZIONE SULL’USO DI DROGHE LEGGERE DA PARTE DEL LAVORATORE

Se fumi ti licenzio Il mercato del lavoro è indubbiamente in crisi. La disoccupazione – soprattutto giovanile – ha toccato quote praticamente mai viste ma, nonostante ciò, il governo tecnico che l’Europa delle banche ci ha affibbiato non sembra volersi muovere nella direzione dell’inclusione, tutt’altro. L’attacco sferrato all’articolo 18 – e la conseguente polemica mediatica sul suo essere uno “specchietto per allodole”– è stata solo la punta di un iceberg in grado di affondare quello che resta del nostro sistema di previdenza sociale e di azzerare le lotte e le conquiste che i sindacati ottennero quando erano ancora degni di chiamarsi tali. A livello del dibattito pubblico lo scontro si è acceso in particolare sui licenziamenti per motivi economici. La riforma attuata tra le lacrime (di coccodrillo) della ministra Fornero cancella in questi casi la possibilità del reintegro per i lavoratori mandati via ingiustamente, che avranno diritto a un semplice indennizzo. Si tratta di una modifica che fa scivolare l’Italia a destra della stessa Germania: il famoso “modello tedesco” prevede infatti che il giudice possa scegliere fra indennizzo o reintegro in caso di licenziamento ingiusto sia per motivi economici che disciplinari. In questo contesto, di per sé già alquanto desolante, arrivano altre brutte notizie per gli onesti lavoratori che sono soliti consumare, anche occasionalmente, la cannabis e i suoi derivati. Il lavoratore che fa uso di sostanze stupefacenti, anche fuori

e dipendente che fuma gli spinelli. Chi durante un controllo di polizia dovesse essere fermato e trovato in possesso di hashish, infatti, rischia di essere licenziato per “giusta causa”, ossia senza neanche il dovuto preavviso e senza alcun indennizzo. Ma andiamo nel dettaglio. Mario C. dipendente della Unicredit Banca S.p.A., è stato fermato dalle forze dell’ordine e trovato in possesso di discreti quantitativi di hashish e marijuana. Ciò è avvenuto fuori dall’azienda e l’uomo, peraltro, non è stato ritenuto responsabile di spaccio di stupefacenti. La notizia è stata riportata dalla stampa locale e la banca lo ha licenziato in tronco. Il lavoratore quindi ha impugnato il licenziamento davanti al Tribunale di Cagliari, che ha rigettato il ricorso. In grado di appello la Corte di Cagliari ha riformato la decisione di primo grado in quanto ha ritenuto che l’uso di sostanze stupefacenti al di fuori del rapporto di lavoro, non possa incidere sul vincolo fiduciario intercorrente fra una banca e un suo dipendente. I giudici hanno rilevato il minor disvalore giuridico e sociale della condotta di semplice detenzione di stupefacenti rispetto a quella di spaccio ed ha fondato la sua decisione sulla valutazione – basata sul “fatto notorio” – che l’uso di hashish e marijuana non comporterebbe assuefazione, non determinerebbe la modificazione della personalità e avrebbe un costo modesto, il che comporterebbe l’inesistenza di pericoli per istituto di credito anche dal punto di vista della salva-

seguenza la sua condotta non è molto più ù grave di quella del dipenendente che viene trovato, a parità di contesto, ubriaco, e abbia acquistato una massiccia dose di alcolici. La sentenza numero 6.498 dello scorso 26 aprile, promulgata ata dalla sezione lavoro della Corte di Cassazione, ha però accolto il ricorso presentato entato dalla Unicredit e ha decretato retato il licenziamento del signor nor C., rubricandolo come atto tto “per giusta causa”. Nella sentenza enza emessa si legge: “Per stabiliree in concreto l’esistenza di una giusta a causa di licenziaivestire il carattere mento, che deve rivestire ne degli elementi di grave negazione essenziali del rapporto orto di lavoro [...] re valutare, da un e fiduciario, occorre lato la gravità dei fatti addebitati al lavoratore, dall’altro ro la proporzionalità tra tali fatti e la sanzione inflitta, stabilendo se la lesione dell’elemento fiduciario su cui si basa la collaborazione del prestatore di lavoro sia in concreto tale da giustificare o meno la massima sanzione disciplinare”. In teoria, la Cassazione afferma che quando in ballo ci sono giudizi di valore e non di merito –

– si arrogano qui il diritto di prescindere da quella che è la logica e l’evidenza scientifica e avvallano l’ipotesi di Unicredit, secondo cui il dipendente “tossico” potrebbe ledere gli interessi della banca, arrivando addirittura a rubare dalle casse pur di procurarsi “la dose”. Cose dell’altro mondo! Fino a qualche tempo fa il discrimine sull’uso di stupefacenti, per quan quanto assolutamente lesivo della privacy, era applicato solo a dete determinate categorie di lavoratori: quelli che hanno a che fare con so sostanze tossiche ed esplosive, e quelli che invece lavorano settore dei trasporti stradali, nel set marittim marittimi e dell’aviazione. Questi dipend dipendenti possono essere sottoperiodicamente a drug-test posti p e, in ca caso di positività, possono essere lilicenziati per inadempienza. Con que questa sentenza si crea invece un preced precedente giurisprudenziale per cui è possib possibile applicare queste regole anche a categorie di salariati che nulla hanno a che fare con l’incolumità di terzi, come nel casi riportati sopra. Che questo sia l’ennesimo favore che le istituzioni, in questo caso giuridiche, fanno al capitale può anche essere un’opinione ma il fatto che grazie a questa sentenza, la merce – in

IL LICENZIAMENTO DIVENTA AUTOMATICAMENTE LEGITTIMO NEL MOMENTO IN CUI VIENE MENO IL VINCOLO FIDUCIARIO TRA DATORE DI LAVORO E DIPENDENTE CHE FUMA GLI SPINELLI dal luogo di lavoro, può infatti perdere il posto. Questo è quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione, secondo la quale il licenziamento diventa automaticamente legittimo nel momento in cui viene meno il vincolo fiduciario tra datore

guardia dell’immagine. L’episodio che ha visto coinvolto il signor C. - ha affermato la Corte d’Appello - attiene alla sua sfera rigorosamente privata. L’episodio è accaduto infatti in piena estate, in zona di mare e nella notte tra sabato e domenica, di con-

come qui il fatto di ritenere la cannabis una droga pesante e non leggera, in ottemperanza (purtroppo) alla Fini-Giovanardi –, questi diventano decisivi agli occhi dell’organo giudicante. In pratica i giudici della suprema Corte – come spessissimo accade

questo caso il denaro di Unicredit – sia considerata una persona giuridica in grado di essere lesa dallo stile di vita di un dipendente è certamente la dimostrazione che i diritti inerenti al lavoro si stanno lentamente estinguendo.


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INTERNET

Cannabis.info apre i cancelli al mondo Con il nuovissimo sito Cannabis.info, l’editore Discover di Soft Secrets ha aperto i cancelli online al mondo intero. Non c’è da meravigliarsi in effetti, dato che la società è un leader mondiale di mercato nel campo della stampa settoriale sulla cannabis, con ubriachi che guidano delle Lada… come delle bellissime signorine in versione pianpubblicazioni edite in dieci lingue diverse in tre continenti. Con così ta e umana. tante lingue e nazionalità, il rischio di confusione linguistica stile Secrets TV Babilonia è onnipresente, ma gli autori sono riusciti in maniera Soft Un sito della cannabis senza un forum non ammirevole a creare un portale snello e di facile comprensione, è immaginabile. Il forum di Cannabis.info potrebbe diventare il punto d’incontro più accessibile da ogni punto del mondo. Cannabissimo! Mentre a prima vista, la homepage di Cannabis.info sembra estremamente semplice, forse troppo, il sito contiene molte caratteristiche meno ovvie. Cannabis.info è molto ambizioso, con maggior attenzione sul servizio e sull’informazione rispetto a quanto non avvenga per gli interessi

meramente commerciali. Oltre ai fan e agli appassionati di cannabis, Cannabis.info è anche il miglior portale per il resto del mondo, per tutti gli imprenditori internazionali del mondo della cannabis. Mentre la maggior parte delle società conserva gelosamente i propri rapporti commerciali, qui si ha pieno accesso a tutti gli imprenditori, raccolti nell’internazionale Highlife Guide. Altro che social media! Centinaia di società del settore della cannabis in 15 Paesi europei possono essere trovate in ordine alfabetico e per tipo d’impresa, ma anche in mappa personalizzata su Google Maps.

Morale verde Il fatto che Discover metta le edizioni attuali direttamente online è piuttosto ardito per un editore. Questo permette ai lettori che non fruiscono di una distribuzione locale di leggere le edizioni attuali online nella propria lingua. Possono essere anche scaricate e stampate. Questo vi permette di rimanere informati, anche se vivete in una capanna sui monti Tatra. Questa opzione vale per tutte le edizioni

internazionali di Soft Secrets e Highlife. Con un nome come Cannabis.info ci si può naturalmente aspettare informazioni ed è proprio quello che si troverà. Un sacco d’informazioni! Informazioni quotidiane, come le notizie legate al mondo della cannabis che arrivano da tutto il mondo, ma anche

le informazioni di cui c’è bisogno per poter praticare il proprio hobby. C’è un’intera biblioteca a vostra disposizione in cui potete fare ricerche mirate per trovare la risposta alle vostre domande, anche questo, naturalmente in tutte le lingue. Contenuto di elevata qualità, che comprende articoli e materiale scritto da autori noti come Jorge Cervantes ed Ed Rosenthal, è garanzia di costante aggiornamento. Ovviamente Cannabis.info segue anche l’attualità nel mondo della marijuana medica. Una delle sezioni che spopolano di più fra i lettori è quella delle Mogli dei Lettori Soft Secrets, in cui le mogli e/o le ragazze dei lettori si spogliano per ottenere dei semi in omaggio. I visitatori online possono votare queste signorine dalla morale verde attraverso un punteggio a stelle da 1 stella (NO) a 10 stelle (SEXY) che indica quanto siano sexy queste signorine della cannabis, di cui purtroppo spessissimo non si vede il viso. Un altro aspetto positivo delle Mogli dei Lettori è che mostra che in Polonia ci sono molto più che i soliti cliché di muratori

importante al mondo in cui i lettori possono parlare di tutti gli aspetti della cultura della cannabis con il resto del mondo. Il forum internazionale raccoglie gli argomenti in lingua inglese; chi non parla inglese può divertirsi in olandese nei forum nazionali. Non è bello che la tenda di coltura della vostra stanza degli ospiti possa essere ammirata, per esempio, a Miami? E chi lo sa, quel lettore potrebbe avere anche u un suggerimento ideale per rendere la vvostra tenda ancora più produttiva. È interrattivo al massimo.

Cannabis.info vi indirizza inoltre verso Soft Secrets TV, un canale YouTube con cui le possibilità dell’universo digitale sono ancora più potenziate. Vengono trattati vari argomenti in interessanti video in formato gestibile con tutorial molto chiari e mini report su vari argomenti, come per esempio i dilemmi di un paziente tedesco che fa uso medico della marijuana o un’intervista con Howard Marks di AKA Mr Nice. Se c’è una cosa che i dati precedenti dimostrano, è che il mondo è nostro da Discover (scoprire). Ma l’aspetto davvero incredibile è che la tiratura totale con cui Discover diffonde il suo messaggio verde nel mondo è di 1.500,000 copie in dieci lingue diverse. Sarebbero sufficienti per costruire una Torre di Babele abbastanza grande... » http://www.cannabis.info


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AVVENIMENTI

LA FREQUENZA DIRETTA CON LE PRINCIPALI CASE DEL SEME

Radio Growmed Alla prima fiera europea sulla canapa medica erano presenti le principali case di semi del mondo. In esclusiva per i lettori di Soft Secrets, un assaggio delle novità che spopolano fra i growers di tutte le latitudini. Ecco a voi radio Growmed e i suoi ospiti... “Buongiorno cari coltivatori italiani sono Luc, fondatore di Paradise seeds. Dal 1994 i nostri semi sono venduti in tutto il mondo, le nostre varietà sono stabili, potenti e davvero di buon gusto. Al momento, oltre ai veri classici old school come Sensi Star, Nebula, Dutch Dragon, Bella Donna, che non

italiani. Le automatiche come la Low Rider sono piante per tutti, chiunque in qualsiasi condizione le può coltivare senza bisogno di attrezzature complicate. Le varietà Grass o Matic: Maxi Gom, Auto AK, Sugar Gom e Auto Mass, sono le prime piante automatiche di grande dimensione e di buona qualità con le

per comprendere i vantaggi delle autofiorenti che si adattano specialmente ai paesi con clima mediterraneo. I vantaggi sono la piccola dimensione e il breve periodo per ottenere il raccolto, fattori che diminuiscono i rischi e permettono di raccogliere nel periodo migliore come luglio e agosto. Come ricerca e sviluppo siamo concentrati nella qualità, sapore, potenza e produzione, fattori che stanno migliorando continuamente tanto che, al momento, le autofiorenti possono competere con le non autofiorenti.” Tocca a Ludo di Seed of Life: “Dal 2004 lavoriamo con genetiche regolari di

DALLE AUTOFIORENTI ALLE MEDICINALI, TUTTE LE NOVITÀ SUL PARCO SEMI DELLE MIGLIORI CASE PRODUTTRICI. DIRETTAMENTE DALLA FIERA DI VALENCIA. passano mai di moda, abbiamo sviluppato altre piante già famose per la loro qualità: White Berry, Wappa, Ice Cream, Acid. Tutte le nostre varietà sono femminilizzate. Abbiamo anche due Haze, Atomical Haze e Delahaze, il cui periodo di fioritura è più lungo, ma vi consiglio di aspettare anche perché in outdoor potrete raccogliere fino a un chilo per pianta e in indoor vi regaleranno una tremenda quantità di delizioso raccolto. Per l’estate abbiamo sviluppato delle autofiorenti come Pandora, Vertigo, Automaria e presto arriveranno 3 nuove qualità.” Cambiamo frequenza ed eccoci a Carlos di Sweetseeds: “Le varietà che vanno di più in Italia sono la Cream Caramel (femminilizzata e automatica) e la Big Devil di grande dimensione e produzione, dall’aroma dolce e dalle cime dure. Eccovi un consiglio: non piantate mai le autofiorenti dal principio nel substrato definitivo, sono preferibili 2/3 trapianti a seconda della grandezza della pianta. Questo si fa perché se si pianta direttamente nell’ultimo vaso le radici restano bagnate per il troppo umido e non si sviluppano per mancanza di areazione, generando poi piante piccole e con meno produzione. Utilizzate quindi gli stimolanti di radici nella maggior parte di vita della pianta. Dopo la Spagna, l’Italia è il paese dove lavoriamo di più e per questo siamo felicissimi anche per la Fast Bud che, alla scorsa Cannabis Cup del Forte Prenestino, ha vinto concorrendo in tutte le categorie”. Eccoci ora a Roberto di Grass o Matic: “Dopo aver aperto un growshop in Italia nel 1999 questa è la realizzazione del mio sogno. Il mio lavoro è quello di offrire uno strumento che faciliti l’autoproduzione e che possa agevolare gli

quali si è fatto il salto rispetto alla Low Rider. Vorrei ringraziare i grower italiani e assicurargli che continuiamo a lavorare duro per migliorare i nostri prodotti. L’ultima novità è che siamo parte del CBD Crew per lo sviluppo di qualità autofiorenti 100% medicinali.” E non poteva certo mancare Entela di Hemp Passion: “Dal nord al sud gli Italiani sono adorabili. Al momento lavoriamo tanto con le autofiorenti in particolare con la Diva e con il Diavolo di Delicious Seeds (genetiche molto rapide). La Diva 45 giorni e non sgarra, come un treno tedesco, e il Diavolo in 50/55 giorni con un raccolto di ottima qualità. Come World of Seeds, in Italia, oltre alle famose qualità autofiorenti, è molto richiesta la nostra Medical collection e in particolare la Northern Light per Big Bud femminilizzata, adesso anche in versione autofiorente molto alta e molto produttiva. Samsara è il banco più giovane e, devo dire, che sino ad oggi ci ha dato molte soddisfazioni. Volevo di nuovo salutare gli amici Italiani e dirgli che li adoro con tutto il cuore.” Si continua con il breeder di Dinafem: “Siamo stati i primi in Spagna a cominciare con i semi femminilizzati e siamo molto contenti perché vendiamo in tutti i paesi del mondo dove si vendono semi. Abbiamo sempre lavorato in due direzioni, qualità e prezzo, e questo ha fatto si che tanta gente abbia cominciato ad apprezzare il nostro lavoro. A breve ci sarà White Widow autofiorente, Cheese auto, White Cheese auto, Moby dick auto, Amnesia auto, Haze 2.0 auto. Nelle nuove autofiorenti la qualità è salita, per questo consigliamo di provarle a chi non conosce le automatiche. Per noi l’Italia è un paese laboratorio, la repressione dei piccoli coltivatori è molto forte, ed è perfetta

autofiorenti. Nel 2007 abbiamo femminilizzato la prima autofiorente in Europa e forse del pianeta. Nel 2009 nasce Seed of Life. Le nostre piante sono apprezzate dai clienti di 3 continenti. Un ringraziamento particolare ai lettori di Soft Secrets e a tutti quelli che ci apprezzano in Italia e che ci hanno aiutato a raggiungere gli attuali livelli internazionali. Qui a Growmed stiamo presentando ai visitatori Hindiana (Big Low per Hindu Kush) grandi dimensioni, cime compatte e molto resinose, 80% indica che vuole ricalcare le orme dell’originale Hindu Kush.” Last but not least Boy di Royal Queen Seeds: “La nostra compagnia ha cominciato 5 anni fa e oggi siamo una delle principali compagnie europee. Siamo una compagnia che non guarda ai concorrenti, ma preferisce concentrarsi sui propri clienti, sono loro infatti che giudicano la qualità del nostro lavoro. Le

automatiche stanno spopolando in tutto il mondo e anche noi ci siamo fatti trovare pronti con la Norther Light Automatic da 150 a 200 grammi di raccolto. Qui a Growmed abbiamo presentanto 3 nuove varietà medicinali: Royal Medic, Dance world e Royal Highness, nel futuro potranno soddisfare le esigenze di molte persone dal punto di vista della crescita, del sapore e degli effetti. Chi ordina dal nostro sito troverà degli interessanti sconti per la vendita online.” Ecco la frequenza diretta con le principali case del seme. Appuntamento all’anno prossimo anche da radio Growmed!


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GROWING

Guida alla coltivazione outdoor parte II Cari lettori, trovandoci ormai nel mese di luglio e quindi in piena estate, siamo vicini all’inizio della fioritura della nostra amata pianta. In questa seconda parte della guida alla coltivazione outdoor, cercherò di darvi le nozioni basilari che vi permetteranno di portare avanti con successo il vostro ciclo di crescita e di arrivare al momento del raccolto, con delle piante al massimo del loro potenziale. Il lasso di tempo che va da luglio ad ottobre è quello che richiede una maggiore attenzione dato che dovremo compiere numerose operazioni molto importanti quali: estirpare i maschi, somministrare la giusta quantità d’acqua, prevenire le muffe. Il caldo torrido che colpisce il nostro paese in questi mesi, gioca anch’esso un ruolo importante considerando che causa la disidratazione del terreno e la conseguente mancanza d’acqua. Dando le giuste attenzioni alle nostre piante e innaffiandole con di Carlo Erba regolarità riusciremo sicuramente a centrare l’obbiettivo del raccolto. Fase di fioritura della Cannabis Come spiegavo nel numero precedente, la cannabis è una pianta sensibile al fotoperiodo che entra in fioritura quando le giornate iniziano ad accorciarsi. Nel nostro

Nel periodo che va da fine giugno a fine luglio bisognerà quindi osservare con maggior attenzione le nostre bambine per cercare i pre-fiori, indice di orientamento sessuale. Di solito poi gli esemplari

mentre cala la richiesta di azoto, massima nella fase vegetativa. Sono molto importanti per la formazione dei frutti, anche il calcio e il magnesio e tutti i micro-nutrimenti che si rendono necessari per il metabolismo

ASPETTARE SEMPRE A RACCOGLIERE, FINCHÉ LA PIANTA NON HA ESPRESSO TUTTE LE SUE POTENZIALITÀ: L’ERBA RISULTERÀ PIÙ POTENTE E CON UN EFFETTO PIÙ DURATURO emisfero questo momento coincide con il solstizio d’estate che avviene circa il 21 di giugno. Questo è il giorno con il maggior numero di ore di luce di tutto l’anno, per fare un esempio a Bologna quest’anno il ventuno giugno ci saranno circa sedici ore e venti minuti di distanza tra alba e tramonto. Da questo momento in poi le giornate inizieranno ad accorciarsi, prima lentamente, poi sempre più velocemente fino ad arrivare al 21 settembre, equinozio d’autunno, ad una giornata con dodici ore di buio e dodici di luce. Chiaramente dall’equinozio in poi le giornate continueranno ad accorciarsi fino al 21 dicembre dove, nella notte di Santa Lucia, avremo la nottata più lunga dell’anno. Tralasciando le sative tropicali, abituate ad avere quasi sempre la ratio giorno notte 12/12 e che entrano in fioritura molto tardi, quasi tutti gli ibridi che possiamo coltivare in Italia mostreranno i pre-fiori entro metà/fine luglio. La genetica ha una grossa influenza sul momento nel quale inizierà la fioritura; io consiglio sempre di utilizzare ibridi a prevalenza indica che inizieranno a fiorire tendenzialmente molto prima. Alcune testimonianze poi raccontano di talee figlie della stessa madre, che posizionate in location più ombreggiate rispetto ad altre, entravano in fioritura leggermente prima. Tutto ciò andrà però a discapito della qualità e del peso complessivo delle cime: vale infatti sempre la regola che più ore di esposizione diretta equivalgono ad un raccolto più pesante. Ovviamente piante esposte maggiormente alla luce del sole, dovranno essere innaffiate con maggior regolarità, dato che il loro fabbisogno idrico aumenta in maniera proporzionale alla temperatura che è più alta dove il sole “batte di più”. Soprattutto se le nostre figliole sono esposte a sud, la quantità d’acqua da fornire nei mesi di luglio e agosto sarà molto elevata.

maschili rivelano il sesso qualche giorno prima rispetto ai corrispettivi femminili, con un po’ d’attenzione quindi sarà quasi impossibile commettere degli errori! A ben dire, un occhio esperto è in grado di riconoscere anche prima le piante maschili e quelle femminili. In molte varietà di cannabis i pre-fiori infatti, spesso localizzati al penultimo o al terzultimo internodo, sono ben evidenti già dopo un mese e mezzo di crescita vegetativa. Questo perché la pianta manifesta dei segni di maturità sessuale, come se volesse dire “ beh io sono pronta, ho una buona struttura, sono abbastanza forte e sana per iniziare a produrre succulenti cime resinose”. La fioritura della cannabis avviene in maniera molto esplosiva: le piante si riempono inizialmente di moltissimi calici dai quali spuntano due bianchi (o rosa ma è molto raro) pistilli che in natura servirebbero a “raccattare” il polline rilasciato nell’aria dalle piante maschili. Quando la formazione di nuovi calici inizia a rallentare entriamo nella fase della maturazione e della maggior produzione di resina. La maggior parte delle varietà sul mercato, inizieranno a produrre resina già dalla quarta settimana di fioritura e continueranno a produrla fino all’ultimo giorno di vita. I calici non fecondati dal polline maschile, continuano a gonfiarsi aumentando la loro dimensione fino a quattro o cinque volte rispetto alla loro misura originale. Non smetto mai di ricordare a chi si affaccia al mondo del growing che il peso delle cime raddoppia nelle ultime due o tre settimane di maturazione. Consiglio sempre di aspettare finché la pianta non ha espresso tutte le sue potenzialità dato che anche l’erba risulterà più potente e con un effetto maggiormente duraturo. Per quanto riguarda il fabbisogno nutritivo delle piante, nella fase di fioritura, c’è una grandissima necessità di fosforo e potassio

della pianta stessa. Una delle migliori fonti organiche di potassio e fosforo è il guano di pipistrello: attenzione però, dato che è molto concentrato potrebbe causare un eccesso di sali nel substrato danneggiando le vostre amate piante. Mano a mano che le cime continuano a gonfiarsi, i pistilli cambiano colore e si seccano fino a cadere da soli, le foglie principali cominciano ad ingiallire e ci avviciniamo finalmente al tanto desiderato raccolto!

Il raccolto La regola che spesso sento circolare tra appassionati del genere è che bisogna raccogliere quando il 70 % dei pistilli sono arancione, regola dal mio punto di vista non condivisibile. Io ad esempio consiglio di raccogliere quando la maggior parte dei pistilli sono già caduti: l’esperienza mi insegna che avrò un raccolto più pesante, più resinoso e soprattutto con un effetto molto potente e duraturo. Chi avrà ragione? Per non sbagliare basta munirsi di un

piccolo microscopio che ci permetta di vedere il colore dei tricomi, i quali possono essere trasparenti, opachi o ambrati. Anche qui si tratta di punti di vista: io opto per un 60-70% di tricomi ambrati ed il restante opachi, altri preferiscono diverse proporzioni ma è questione di gusti! Tutte queste disquisizioni sono perfette se ci troviamo in indoor, un ambiente controllato dove ci sostituiamo a Madre Natura per decidere il clima e le stagioni. In outdoor però è Madre Natura a prendere le decisioni al posto nostro e quindi saremo influenzati nella scelta del momento del raccolto dalle condizioni climatiche. Il mese di ottobre e quello di novembre per gli esemplari a tarda maturazione, possono essere dei mesi molto insidiosi: pioggia, vento, nebbia e le prime gelate incombono sulle nostre cime fiorite. Bisogna ricordare che le piante non vanno mai tagliate dopo la pioggia, bisogna sempre aspettare che il sole spunti e asciughi le nostre cime, sperando nel contempo di non incorrere in muffe di alcun tipo. Perchè la botrite faccia il suo corso servono almeno 15 ore di pioggia e 15 gradi di temperatura (regola del 15/15), solo cosi l’agente patogeno riuscirà ad infettare le nostre cime. Ad ogni modo rimuovete il prima possibile qualunque parte di pianta infetta, la botrite è contagiosa!! Non pensate nemmeno per un istante di fumare cime ammuffite dato che possono arrecare gravi danni ai polmoni. L’unico modo con il quale si abbattono i rischi è quello di utilizzare le cime colpite dalla muffa per ricavarne dell’hashish o dell’olio usando come solvente l’alcool oppure il butano. Alcuni sostengono che si possono utilizzare anche per fare dell’Ice-O-Lator ma io non sono molto d’accordo, dato che le spore della muffa dovrebbero sopravvivere anche a bassa temperatura e a contatto con l’acqua. Se le nostre piante si trovano in un ambiente protetto, come un giardino oppure una


34 terrazza, potremmo anche evitare di raccogliere ai primi segni di ostilità climatica; potremo ad esempio coprire le piante con un telo per proteggerle dalle grandinate o dalle forti piogge. Se le piante sono in vaso poi, sarà ancora più semplice spostarle per collocarle dentro casa fino a quando le condizioni metereologiche torneranno nuovamente favorevoli. Per le piante che si trovano in guerrilla invece, consiglio di accontentarsi di raccogliere qualche giorno prima, piuttosto che rischiare di perdere i frutti di un duro lavoro per colpa della muffa o di grandi temporali.

Cura delle cime

a formare dell’ottimo trim dal quale ricavare dell’hashish di qualità, a prescindere dal tipo di estrazione che andremo ad utilizzare. Una volta pulite le cime, bisogna appenderle a testa in giù e rigorosamente al buio, dato che la luce è il primo agente esogeno che degrada il THC. L’ambiente di essiccazione deve registrare un’umidità relativa intorno al 50% e deve avere una temperatura costante compresa tra i 18 e i 20 gradi centigradi oltre che possedere una buona ventilazione. Dopo una ventina di giorni circa, provate a prendere un rametto e spezzarlo: se si rompe in maniera netta le cime sono pronte per essere rifilate e deposte all’interno di vasi di vetro ermetici.

Dopo il raccolto inizia la fase più delicata dell’intero ciclo di crescita della pianta: la pulizia delle cime, l’essiccazione e la successiva concia. Pulire le cime dalle foglie, separare tutto il materiale e mettere ad essiccare i fiori comporta un grosso dispendio di energia ed una grande perdita di tempo. Se avete la fortuna di disporre di un discreto numero di piante e volete evitare una grossa mole di lavoro, consiglio di piantare esemplari con periodi di maturazione differente in modo da poter ripartire il lavoro nel tempo. Il miglior modo di lavorare è quello di separare i rami della pianta e pulirli prima dalle foglie più grandi, passando via via alle più piccole e cariche di resina. Consiglio di raccogliere soprattutto le foglioline più piccole visto che andranno

Una volta collocate le cime all’interno dei vasi di vetro inizia la fase della concia “accelerata”. Normalmente la concia infatti ha tempi molto lunghi, usando la tecnica dei vasi di vetro si riesce ad ottenere una maturazione simile in un tempo molto più breve. I vasi vanno riempiti totalmente, non dev’esserci molta aria a disposizione all’interno del contenitore. Nei primi giorni i vasi andranno aperti più volte al giorno per qualche minuto, cosi permettendo alle cime di far evaporare l’umidità in eccesso. Con il passare del tempo i vasi andranno aperti sempre di meno fino ad arrivare ad avere un prodotto conciato quasi alla perfezione. La cannabis ben conservata all’interno di contenitori di vetro, continua a maturare nel tempo: il

sapore cambia molto dato che gli amidi diventano zuccheri e i terpeni si esprimono al massimo del loro potenziale. Dal mio punto di vista, le cime raggiungono il loro massimo splendore dopo sei mesi di barattolo; trascorso un tempo simile la fumata cambierà totalmente rispetto ai primi fiori che avete assaggiato.

Conclusioni Arrivati al termine di questa piccola guida per la coltivazione outsider, è giunto il momento di trarre qualche conclusione in merito. La coltivazione outdoor è probabilmente la migliore scelta per chi può portarla avanti in condizioni di sicurezza: le piante daranno un maggior raccolto e anche le cime saranno di una qualità più elevata rispetto alle stesse coltivate sotto le lampade arti-

ficiali, dato che niente può battere il sole! Coltivare all’esterno, nel nostro paese, è sicuramente possibile a tutte le latitudini, questo perché disponiamo di un clima ottimo che ci permette di arrivare con serenità fino al mese di novembre. Bisogna chiaramente prendere alcune precauzioni, dato che all’esterno non disponiamo di un ambiente controllato come nella coltivazione outdoor ma ne varrà sicuramente la pena visto che potremo mettere le mani su enormi cime resinose! In conclusione mi sento di dirvi di non esitare a coltivare la vostra migliore amica all’aperto: con un po’ d’amore e qualche attenzione, sarà capace di regalarvi enormi soddisfazioni ed un raccolto capace di soddisfare il vostro fabbisogno personale fino all’anno venturo, rimanendo indipendenti dal mercato criminale.


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MEDICAL CANNABIS

Marijuana VS Emicrania

di Davide Calabria

L’emicrania è costituita da mal di testa ripetitivi e pulsanti, presenta anche sintomi di nausea, vomito, sensibilità alla luce e può essere debilitante per 3-4 giorni. Alcune persone possono percepire l’aurea prima dell’inizio del mal di testa, caratterizzata da un insieme di disturbi alla vista, al linguaggio e dalla perdita di forze. Potrebbe essere determinata da fattori genetici, ma anche ambientali. La causa certa è sconosciuta alla medicina ufficiale,

industrialmente. Può sorgere per stress, ma anche per stimoli sensoriali, come il riverbero del sole, le luci intense, i rumori forti o gli odori sgradevoli, come quelli di vernici o solventi. Il jet lag, un sonno insufficiente o eccessivo, piuttosto che un’attività fisica troppo intensa, incluso il sesso, sono altri fattori scatenanti. Non ultimo, l’emicrania può scaturire da cambiamenti di tempo o della pressione atmosferica, piuttosto che per

effetti collaterali. Se il paziente ha una cattiva risposta anche a questi farmaci, passa a una terapia di profilassi, con il Fluxarten, per esempio, volta a prevenire gli episodi cefalalgici. In caso d’ulteriore risposta negativa alla cura tocca alla somministrazione di antidepressivi come il Cipralex, iniziando con l’assunzione per un paio di mesi, con tutte le conseguenze collaterali del caso. Tutto ciò, a danno dell’ignaro paziente,

L’EMICRANIA E ALTRE CONDIZIONI RESISTENTI AL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO ALLOPATICO, SONO DETERMINATE DA UNA CARENZA CLINICA DI ENDOCANNABINOIDI ma si ipotizza che abbia a che vedere con una dilatazione/costrizione, a livello di cervello, dei vasi sanguigni.

l’assunzione di alcuni farmaci o dall’inalazione di tabacco.

Generalmente i primi sintomi iniziano con la pubertà, colpisce persone sotto i 50 anni, 3-4 volte più le donne degli uomini. In molte donne scaturisce dalla variazione degli ormoni femminili durante il ciclo mestruale, la gravidanza, la menopausa o assumendo contraccettivi orali.

Come risulta dalla relazione di consulenza tecnica al caso di Davide Corda (che vedremo in seguito) eseguita da Gian Luigi Gessa, professore emerito e neuropsicofarmacologo all’Università degli studi di Cagliari, uno dei massimi esperti di cannabis (hashish, marijuana, THC) in Italia, i primi farmaci prescritti dal medico quando sente parlare di mal di testa sono: Aulin, Brexin, Orudis e Aspirina. Questi farmaci possono essere sufficienti a placare un mal di testa, ma in molti pazienti non riescono nel loro intento, tanto meno con l’emicrania.

L’emicrania può presentarsi anche per l’aver saltato i pasti o l’aver mangiato velocemente. Restando in tema culinario, tra i cibi, sono particolarmente nocive le bevande alcoliche, birra, vino, caffeina, cioccolato, gli alimenti salati e soprattutto quelli troppo elaborati

Quando i farmaci appena nominati non funzionano, generalmente i medici passano alla prescrizione di farmaci più potenti, come Amotrex e Maxalt, da assumere al bisogno. Non prevengono la crisi, ma ne attenuano il dolore e sono efficaci solo nel 30% dei casi, mentre il 60% riscontra

Ne soffre il 10% della popolazione (circa 6,5 milioni di persone in Italia), una grande fetta di potenziali acquirenti decisamente appetibile per le grandi case farmaceutiche.

convinto di essere in buone mani, quando invece potrebbe essere prescritta, come farmaco di prima linea, la miracolosa marijuana. Occasionalmente, infatti, ai pazienti capita di provare la cannabis, anche semplicemente inalandola come fumo, e di sperimentare una riduzione del dolore e un sonno rigenerante e confortevole. Alcuni di questi pazienti, anche a causa della leggera dipendenza procurata dalla cannabis, a volte incappano in consumo regolare, sperimentando così una diminuzione della frequenza delle crisi emicraniche. Oltre a ridurre le crisi, un consumo regolare di cannabis, ovviamente soggettivo, è in grado di ridurre anche la sintomatologia neurovegetativa che accompagna l’emicrania: nausea, vomito, perdita dell’appetito, disturbi digestivi, lacrimazione e palpitazione, per esempio. Anche con la cannabis, ad ogni modo, qualcuno, soprattuto chi alle prime armi,

prova degli effetti collaterali severi, per quanto naturali: episodi psicotici (in chi sono già latenti), ansia, panico, deficit delle funzioni cognitive e psicomotorie. Con l’utilizzo coscienzioso di questa singola medicina olistica molti pigliano, comunque, due piccioni con una fava: diminuiscono i dolori in caso di cefalea e si riduce la frequenza d’attacchi emicranici. D’altra parte, fino a prima della proibizione, la cannabis era il farmaco d’elezione per l’emicrania. Sebbene, come per ogni farmaco vegetale, non esistano studi che ne certificano l’efficacia, questo rimedio è stato utilizzato per millenni contro l’emicrania. Testato da milioni di nostri antenati, è quindi un farmaco sicurissimo. La cannabis fu levata dalle sostanze prescrivibili della farmacopea degli Stati Uniti e dell’Europa nel 1941, in seguito alla sua resa illegale nel 1937, e il Journal of American Medical Association sostenne, un anno dopo, che la marijuana fosse più efficace dell’ergotina, il farmaco classico utilizzato per la cefalea. Nell’800, una delle indicazioni principali per la quale veniva prescritta la cannabis era proprio il mal di testa, così come oggi in California e Germania. Non a caso, William Osler (1949-1919), il medico canadese definito il padre della medicina

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36 moderna, sosteneva circa l’emicrania: “La cannabis indica è probabilmente il rimedio che da maggiori soddisfazioni”. A quei tempi la cannabis era prescritta accompagnata dall’assoluto riposo, così come oggi, naturalmente, fanno anche molti soggetti emicranici che, dopo averla assunta, si mettono a letto, al buio, aspettando passino i dolori. Il motivo per cui la cannabis funziona è molto semplice, ma conosciuto solo in qualche università. Come accennato negli scorsi articoli, nel 1992 è stato scoperto che il corpo umano produce marijuana endogena (cannabinoidi prodotti internamente dal corpo, chiamati Anandamide, beatitudine in sanscrito) per i suoi recetto-

maturità. Una volta ottenuto il diploma l’anno successivo, non s’iscrisse all’Università, convinto che il problema non gli avrebbe permesso di portare a termine gli studi. Nel 1990, durante l’estate, andò a far visita a dei parenti in Svizzera, dove il consumo di cannabis è ben conosciuto, da molto tempo, e accettato dalla società civile. In terra elvetica conobbe un ragazzo, amico di suo cugino, con il suo stesso problema, che gli raccontò, appunto, di trovare beneficio e sollievo nell’utilizzo di marijuana. Davide però non prese la cosa molto seriamente, anche perché, a quell’epoca, aveva provato solo una volta uno spinello, a 17 anni, ad una festa di Capodanno, ma era pure stato male, avendo in precedenza bevuto dell’alcol. Durante la perma-

altre 3 crisi e ogni volta riprovò a fumare, con lo stesso risultato positivo. Oltre a placare il male alla testa, la cannabis diminuiva in modo notevole anche la nausea, il vomito e il dolore agli occhi che accompagnavano l’emicrania. Una volta tornato in Italia, Davide iniziò ad informarsi sulla cannabis terapeutica, per scoprire una vasta documentazione in merito. Purtroppo, però, non esisteva la possibilità di curarsi legalmente, così decise di provare l’auto-medicazione, acquistando, a suo rischio, hashish e marijuana nelle piazze del mercato delle droghe. Con il tempo e l’uso regolare della sostanza diminuì pure la frequenza della crisi, da circa un episodio a settimana, ad uno al mese. Grazie alla cannabis, quindi, il

CALCOLANDO CHE QUALCHE PIANTINA PUÒ ESSERE COLTIVATA OUTDOOR, CON UN INVESTIMENTO DI 50 EURO, QUANTI SOLDI POTREBBERO RISPARMIARE I PAZIENTI? ri (denominati CB), molti dei quali presenti nel cervello oltre, che nel resto del corpo. Nel cervello, i recettori dei cannabinoidi sono localizzati nelle aree dedicate alla nocicezione, il processo sensoriale che rileva e convoglia i segnali del dolore. In particolare i recettori sono nella zona grigia pariacqueduttale, ritenuta responsabile dell’insorgenza della crisi emicranica. Ebbene, Ethan Russo, dell’Università di Washington, probabilmente la maggiore autorità al mondo su questo argomento, in una sua ricerca pubblicata su Neuroendocrinoly Letters, sostiene come l’emicrania, la fibromialgia, la sindrome dell’intestino irritabile e altre condizioni resistenti al trattamento farmacologico allopatico, sono determinate da una carenza clinica di endocannabinoidi (CECD, Clinical endocannabinoid deficiency) nel corpo. In pratica, ai recettori del cervello non arrivano gli endocannabinoidi anandamide e ciò provoca il mal di testa. Per un esempio pratico, vediamo ora, in seguito a un’intervista, il caso di Davide Corda, instancabile webmaster dell’Ascia (Associazione Sensibilizzazione Canapa Autoprodotta in Italia), sui siti internet antiproibizionisti www.legalizziamolacanapa.org e www.ascia-web.org. Davide ha iniziato a soffrire di forti mal di testa all’età di sedici anni e sotto prescrizione medica ha assunto i vari farmaci sopracitati. Purtroppo, Davide è anche fabico, una malattia ereditaria che provoca la distruzione dei globuli rossi, e si scatena quando il soggetto mangia o inala i vapori di fave, piselli, altri vegetali o alcuni farmaci: antipiretici e analgesici, antimalarici, sulfamidici, salicilici e alcuni chemioterapici, per esempio. A causa del favismo, possono prescrivergli solo farmaci dall’effetto blando, perché quelli ad alta intensità gli provocano ulteriori problemi. Con il tempo, però, i farmaci perdono la loro efficacia e pertanto lasciano persistere i dolori. Davide ha continuato così fino al diploma, ma nel frattempo aumentava la frequenza delle crisi di dolore. Per questo motivo non fu in grado di prepararsi sufficientemente bene per gli esami e, nel 1989, fu bocciato alla

nenza dai parenti, per oltre un mese, gli venne una prima crisi acuta di fortissimo mal di testa e assunse i classici medicinali che portava sempre con se, ovunque, esattamente come chi ha una malattia a vita. Al presentarsi del dolore, prese 2-3 capsule, ben oltre la posologia, per sentire un leggero effetto positivo sul dolore, che però rimaneva persistente. Proprio durante la crisi, si presentò l’amico del cugino, che lo invitò a fumare una canna. Dopo lo scetticismo iniziale, Davide decise che il dolore provato era troppo forte e, pronto a tutto purché passasse, decise di sperimentare quella che poi per lui divenne la cannabis terapia. Bastarono pochi istanti perché la canna facesse effetto e Davide iniziò ad avvertire una riduzione del dolore, più di quanto avessero fatto i farmaci in precedenza. Subito dopo sentì il bisogno di sdraiarsi al buio, in silenzio, e si addormentò con fin troppa facilità. Al risveglio, il dolore era molto sottile, quasi scomparso. Il nuovo-antico farmaco aveva fatto effetto. Nel periodo in Svizzera ebbe

suo problema di salute si è notevolmente ridotto, un quarto del male rispetto a prima, e in caso di attacco d’emicrania sapeva pure di poter contare su un farmaco eccezionale come quello offerto dalla natura. Consumandola alla sera, prima di coricarsi, non avvertiva nemmeno gli effetti collaterali della cannabis ed aveva eliminato pure quelli derivati dall’assunzione di medicine: bruciori allo stomaco, all’intestino e diarrea, per esempio, che paradossalmente lo costringevano a prendere altri farmaci, per contrastare gli effetti collaterali degli antidolorifici. Seppur illegalmente, quindi, Davide continua la sua cura preferita, ritrovando lentamente il senso della vita. L’auto-cura andava talmente bene che decise di non rivolgersi più ai medici. Sentiva d’aver trovato la sua medicina, con la quale poteva vivere bene. Decise quindi di riprendere gli studi e s’iscrisse all’Università, per poi conseguire, nel 1999, con successo, l’abilitazione all’Albo dei Consulenti del

Lavoro. Entrato nel mondo del lavoro, iniziò come ragioniere, nello studio dove svolse il praticantato, per poi finire nell’azienda in cui lavora tuttora. Con qualche risparmio a disposizione, iniziò a fumare con ancor più regolarità al rientro dal lavoro, all’incirca un grammo e mezzo di sostanza grezza al giorno, notando un ulteriore diminuzione della frequenza dei mal di testa. Purtroppo, però, non è sempre facile trovare la cannabis, quindi, ogni tanto, sceglieva d’ acquistare una scorta di sicurezza per prevenire eventuali mancanze, spendere meno soldi e recarsi meno nei luoghi di spaccio. Sfortunatamente per lui, un giorno venne beccato dalle forze dell’ordine con la sua medicina e subì dei guai giudiziari. Fortunatamente, grazie anche alla relazione tecnica del professor Gessa, la sentenza ha visto Davide completamente assolto. Giustizia è quindi fatta, anche perché i poliziotti che avevano arrestato Corda, sono poi finiti dietro le sbarre per ricettazione di droga. La cannabis, quindi, ha mostrato più efficenza di tutte le altre pastiglie, e questo è uno dei motivi per cui le case farmaceutiche, contro l’etica, non spingono per la sua legalizzazione. Qual’è quindi il vero farmaco? Calcolando che qualche piantina può essere coltivata outdoor, con un investimento di 50 euro, quanti soldi potrebbero risparmiare i pazienti? In termini di prescrizione, essendo l’emicrania legata a una mancanza di endocannabinoidi nel corpo, un valido rimedio è costituito da una dieta a base di cibo biologico, con l’apporto di omega 3, presente nel pesce, ma abbondanti anche nel ricco olio di semi di canapa. Oltre agli omega 3, anche l’attività fisica, non troppo intensa, è un valido propulsore degli endocannabinoidi. Se ciò non bastasse … CANNABIS! Per maggiori informazioni contattare l’Associazione Medical Cannabis (www.medicalcannabis.it).


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GROWING

La tecnologia nel growing Coltivare significa crescere un essere vivente vegetale, in maniera differente a seconda delle varie scuole di pensiero al mondo, per poter godere di una sua funzione o di un suo prodotto. Come tutti gli esseri viventi anche le piante hanno un metabolismo fisiologico, cioè una serie di reazioni biochimiche volte a mantenerle in vita. Anche noi umani abbiamo un metabolismo, mangiamo per fornire energia e mattoncini proprio a queste reazioni biochimiche ed espelliamo sottoprodotti nelle varie forme. Viene da sé capire l’importanza di una corretta alimentazione e di una regolare attività fisica al fine di vivere meglio. Con i corretti input il nostro fisico riesce a star unito, sano e reattivo. Ugualmente per analogia, nonostante non debbano correre per dimagrire, anche i vegetali hanno bisogno dei corretti input per vivere sani. Gli input di cui necessitano le piante nel giusto habitat di crescita sono: una nutrizione adeguata di acqua e nutrienti, una dose di energia luminosa sufficiente allo svolgimento della fotosintesi clo-

decenni fa. Quante informazioni si trovano in rete e quanto veloce si aggiorna il sapere comune grazie ad internet! Ma torniamo indietro nel tempo, quando solo pochi audaci leggevano libri pirata e provavano le prime selezioni artificiali. Si racconta che allora l’unica fonte di luce adatta fossero i neon, una sorgente di luce con poca penetrazione e uno spettro buono. Pensate quant’era difficile negli anni settanta avere un prodotto come quelli che troviamo nei coffeeshop di Amsterdam o nei Cannabis club di Barcellona. Ovviamente non avevano ancora quelle genetiche migliorate che abbiamo noi oggi a disposizione, ma chissà che selezione avrebbero potuto fare i breeders se avessero avuto da sempre le nostre conoscenze e disponibilità. Ora la maggior parte dei growers utilizzano lampade HPS per la fioritura, cioè illuminano con bulbi ad alta pressione di sodio, un’ottima fonte di Lumen per una fioritura copiosa. Non esisterebbe l’idea di growing indoor se non esistessero le lampade ad alta

cartongessisti delle growbox su misura, ma non è così facile per tutti costruire spazi solidi ben coibentati con le giuste aperture del diametro corretto e soprattutto capaci di resistere ad una coltivazione. Chiunque può avere in 10 minuti il suo spazio di coltivazione e può addirittura controllarne l’aria grazie agli estrattori, un’altra tecnologia ora largamente utilizzata per il ricircolo dell’aria negli spazi chiusi e per regolarne l’umidità agendo sul flusso. Un estrattore serve per il ricambio dell’aria, condizione necessaria per una corretta respirazione degli esseri viventi: provate voi a tenere un uomo sotto una campana di vetro e quando esaurirà l’ossigeno morirà. Ugualmente sarà lo sviluppo dei nostri vegetali in un armadio. Outdoor questo non è mai stato un problema in quanto si coltiva all’aria aperta e il vento contribuisce a ricambiare l’aria attorno alle parti aeree della pianta si capisce così l’importanza di una corrente d’aria nuova nella growbox. Rimanendo in tema indoor voglio introdurre le colture fuori suolo. Premetto

QUESTE NUOVE TECNOLOGIE, OLTRE AD AGGIUNGERE INFORMAZIONI SU CIÒ CHE SAPPIAMO SULLE PIANTE, CI DANNO RESE IMPENSABILI SINO A POCHI ANNI FA rofilliana e dell’aria ricca di ossigeno e anidride carbonica per poter finalizzare il loro sforzo metabolico. Nello scorso secolo la scienza ha fatto numerosi progressi in tutti i campi, nell’agronomia sono state introdotte nuove pratiche colturali grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie; queste nuove tecnologie, oltre ad aggiungere informazioni su ciò che sappiamo sulle piante, ci danno rese impensabili sino a pochi anni fa. Quindi ora riusciamo a fornire grandi rese in aree dove è impensabile coltivare, qualche volta a scapito della qualità e con qualche compromesso.

energia, o perlomeno credo sarebbe una pratica molto poco diffusa. Negli ultimi due anni vanno diffondendosi gli utilizzatori di lampade a led. La lampada a led è una piastra di tanti piccoli diodi, da pochissimi watt ciascuno, del giusto colore. L’inconveniente di questa tecnologia è la scarsa penetrazione dei led, ma con uno Scr.O.G. ben misurato si possono raccogliere cime decenti anche quando la temperatura fuori supera i 30 gradi centigradi. Finalmente una soluzione per coltivare indoor anche ad agosto mentre fuori l’asfalto scioglie come il gelato.

Il grower appassionato della Canapa ha trovato legittimità con internet. Ovunque nel mondo vi sia la corrente e la connessione si possono incontrare altri coltivatori e col tempo, volendo, ci si riconosce in una comunità: una comunità purtroppo di criminali per legge, di persone costrette a nascondersi dietro a connessioni sicure per poter avere meno paranoie, parlando di una pianta che avevamo in natura sino a pochi

Le growbox smontabili e rimontabili in soli 10 minuti sono state un’altra innovazione utilissima che ha avvicinato molte persone alla coltivazione indoor, comode anche solo per semplicità o per pigrizia e facili da montare: proprio alla portata di tutti. Un armadio chiuso perfettamente, leggero ma robusto e con le giuste aperture per operare in semplicità. Nulla più. Non me ne vogliano i carpentieri dell’indoor né i

che nulla è stato scoperto, già in antichità sono riportati giardini in acqua perciò è stato solamente studiato e semplificato, grazie alle leggi della chimica e della fisica, il concetto. Il nostro giardino imperiale indoor dove le piante vivono in una condizione di metabolismo accelerato grazie al fatto che le radici prosperano in una soluzione acquosa con nutrienti di pronta assimilazione. La nutrizione minerale ha reso possibile la coltivazione fuorisuolo ovunque, anche al chiuso. Altra tecnologia a grande diffusione sono i fertilizzanti minerali per la Canapa disponibili in commercio presso qualsiasi growshop. “Meno male che hanno inventato i fertilizzanti di sintesi” direbbe qualcuno, io non sono della stessa scuola, ma per completezza esaminerò i prodotti. Probabilmente questa è una scoperta che definisco “comoda”, cioè rende disponibile ai più la coltivazione indoor. Coltivare è sempre stato fatto da migliaia di anni e senza i prodotti a pronta assimilazione per col-

di CBG

ture fuori suolo. Tant’è che ora è in forte crescita la richiesta sul mercato dei fermentati organici liquidi per la coltura biologica della Canapa in terra. Il fertilizzante minerale assicura delle rese di poco più elevate, in termini di quantità, rispetto alla nutrizione organica che però rimane la migliore in termini di qualità. Con la nutrizione minerale si possono somministrare sali minerali e sostanze nutritive in vegetativa ed

ecco che usiamo un fertilizzante ad alto titolo di azoto oppure in fioritura e allora usiamo un fertilizzante ad alto titolo di fosforo e potassio. Esistono in commercio dei nuovi prodotti granulari per la nutrizione delle piante in vendita in prodotto unico, così che basti una sola spesa per assicurare alla pianta tutti gli input nutrizionali necessari ad un’ottima resa. Una volta si sarebbe dovuto andare, giustamente sostengo io, dal contadino a chiedere dello stallatico maturo o del compost di lombrico mentre adesso con una bustina di sali da sciogliere in 100 litri otteniamo la medesima resa. Ho accennato di selezione genetica e non voglio più discorrere di fertilizzanti perché ricadrei nel gusto personale. Il miglioramento genetico che hanno subito le varietà maggiormente coltivate di Canapa è tutto dovuto ai pionieri del breeding che negli ultimi trentaquaranta anni hanno portato la nostra idea di infiorescenza secca alle cime presenti sui migliori cataloghi di case del seme. Per convincersi della veridicità dell’enorme mole di lavoro svolto da costoro basta cercare su google “High Times 1977” e cliccare sul primo risultato riportante le top 40 buds del 1977 – una selezione dei migliori 40 strains al mondo – per rendersi conto dell’enorme differenza nella forma delle cime. Ora abbiamo campioni del peso di cinquanta grammi di cui quarantotto sono fiori mentre allora i campioni presentavano un rapporto fiori/foglie ben più


39 basso. La tecnologia genetica ancora una volta al servizio dei coltivatori. Adesso abbiamo anche i semi confettati, cioè sementi di genetiche selezionate in quanto altamente produttive ricoperti di una pasta di diversi colori composta da un anti-patogeno e da uno stimolatore radicale per proteggere il seme ed al contempo per identificare meglio i diversi strain. Adesso molti laboratori di genetisti hanno un gascromatografo per selezionare gli esemplari con una produttività qualitativa media più alta tra la popolazione. Le scoperte hanno contribuito certamente alla razionalizzazione a alla diffusione

le cose belle sono destinate a trovare una fine, la tecnologia ha portato anche qualche problema per gli appassionati del genere. Se fino a qualche anno fa era pensabile coltivare sulle aree demaniali, oltretutto senza destare gran scandalo, ora vi sono turnazioni di controllo e sfalci programmati per contenere le infestanti generiche (la Canapa è molto competitiva, ciò la rende una potenziale infestante). Lo stato si organizza schierandosi da una parte e i growers sono costretti ad allontanarsi per schierarsi dall’altra. Un piccolo passo con un grande risvolto sociale. La tecnologia al servi-

Un altro sistema di ricerca ed individuazione di coltivazioni illecite in alcuni stati europei sono gli elicotteri con telecamere HD, ad alta definizione, spesso equipaggiati con sistemi di controllo della radiazione tipo eco-scanner. E siccome dal satellite possono controllare la superficie agricola utilizzata penso possano anche individuare spot di vegetazione particolarmente poco occultati. Qualche ardito coltivatore cittadino si spinge sul terrazzo o sul balcone ma purtroppo il cielo dei grandi centri cittadini è percorso spesso da elicotteri di qualsiasi tipo, così da diventare un’avventura tipo una

IL PROGRESSO DELLE CONOSCENZE HA PORTATO I GROWERS A UNA REALTÀ PARADOSSALE DOVE VI SONO ESPERTI COSTRETTI A VIVERE COME DEI CRIMINALI della coltivazione domestica grazie alla possibilità di avere buoni input anche in un armadio. Purtroppo non la insegnano più nelle scuole ma verrà un giorno in cui sarà legittimata anche la degustazione moderata di infiorescenze femminili essiccate di Canapa. Se fosse un argomento di studio valutato correttamente ci sarebbero tanti laboratori farmaceutici con i loro orti canaposi per scopi di ricerca e ci sarebbero sicuramente tante aree agricole coltivate a Canapa per tutti gli usi di cui l’uomo è beneficiario. Le innovazioni sono tante e quasi tutte a favore del growing. Ma, siccome tutte

zio del proibizionismo si è tramutata in maggior controllo su tutte le aree agricole. Le forze dell’ordine in alcuni paesi hanno a disposizione delle telecamere anti bracconaggio, che le qualifica come dotate di sensore di movimento, ergo una volta trovata una piantagione intervengono i tecnici ad installare una telecamera anti-frodo. Nel momento in cui il coltivatore si reca sul luogo per, ad esempio, irrigare le piante viene filmato e segnalato wireless. Un’arma contro i bracconieri e contro i guerrilla gardener sfortunati. I Guerrilleros per definizione non si arrendono mai, mi suggeriscono degli amici spagnoli su skype.

sorta di guerriglia urbana. Spesso un aero club nelle vicinanze porta curiosi nelle proprie pertinenze e non sempre i moto veleggiatori della domenica sono persone discrete. Un telo anti grandine può aiutare, insieme a un buon impianto di rampicanti, a creare un buon ambiente di coltura indiscreto. In Spagna molti Cannabis club lamentano una difficoltà a produrre sufficiente materiale per i propri soci senza sforare i limiti imposti dal contratto di fornitura energetica. Significa che se per accontentare tutti i soci sfori dalla fascia di energia dovuta vengono a

citofonarti e ti chiedono chiarimenti. In altri paesi non esistono forme di telecontrollo sul contatore, in altri ancora il telecontrollo serve solo per verificare l’assorbimento anomalo, in quanto molto maggiore, di una minoranza di utenze ed un’eventuale evasione fiscale nel caso di un’azienda in nero. Di norma un coltivatore hobbystico non ha di che preoccuparsi data la scarsa potenza delle proprie lampade. Un coltivatore commerciale deve per forza risiedere in un paese dove la legge lo consenta ma soprattutto deve essere in possesso di un’apposita autorizzazione. In alcuni paesi europei è tollerata una piccola produzione di Canapa ad uso personale, reminiscenza di un passato dove le erbe officinali venivano coltivate in famiglia. In Italia è illegale qualsiasi forma di Canapa, né un germoglio né una pianta né un clone, solamente i semi in quanto materiale genetico embrionale (in realtà in quanto sprovvisti di principi attivi utili). Il progresso delle conoscenze ha portato i growers a una realtà paradossale dove vi sono esperti del calibro di professori universitari costretti a vivere come dei criminali, dove gli infermi non possono per legge curarsi con una pianta e dove si viene ancora arrestati per uno spinello. Quanto vale allora la nostra cultura se per legge non c’è accesso ad una risorsa naturale? La tecnologia non è figlia dell’ignoranza.


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BOOK REVIEW

Miss Marijuana di Enrico Fletzer Peter Paul Zahl nato a Friburgo nel 1944 è scomparso lo scorso gennaio a Sant’Antonio, dove abitava in Jamaica, una delle parti più tranquille ed incontaminate dell’isola. Ed è anche per omaggiare un grande scrittore ed amico della canapa che la Socrates di Roma ha deciso di pubblicare in questi giorni il suo romanzo Miss Mary Juana, uscito inizialmente con il titolo Cannabis, erba diabolica in seguito ritenuto dall’autore poco consono ad indicare il rapporto sentimentale dei giamaicani con questa pianta. Anche perché la canapa non è

nazionale. Fraser ricorda un po’ anche Ananzi, figura mitica degli Ashanti, un popolo dell’Africa occidentale che, caratterizzato da grande pigrizia, ricorreva a trucchi e stratagemmi spesso ironici per sopravvivere e, con l’astuzia, vinceva i più forti e potenti. Ma è tutto il romanzo che costituisce un vivido affresco e una esaltazione acutissima delle popolazioni giamaicane. Soprattutto delle donne, la vera forza dell’isola, alla base di quella zona grigia dell’economia informale costituita

maroon, gli schiavi neri che rifugiatisi all’interno dell’isola che furono definitivamente esonerati dal pagamento delle imposte dalla Gran Bretagna essendo impossibili da domare. Miss Mary Juana racconta quindi “dall’interno” la realtà di un Paese che secondo i dettami dell’economia globale non dovrebbe avere una propria economia. Al di là delle sue implicazioni sociali e religiose, anche in Jamaica la kallie è un prodotto locale che dà da vivere ai contadini ma non concede

MISS MARY JUANA RACCONTA “DALL’INTERNO” LA REALTÀ DI UN PAESE CHE SECONDO I DETTAMI DELL’ECONOMIA GLOBALE NON DOVREBBE AVERE UNA PROPRIA ECONOMIA. certo quella sostanza infernale descritta dalle politiche proibizioniste e a cui allude il titolo originale. Tipografo, pittore e poeta rivoluzionario, Peter Paul Zahl è stato un intellettuale decisamente turbolento. Le opere di Zahl sono state tradotte in Francia, Danimarca, Grecia, Olanda e Giappone. Fondatore del Gruppo 61 di Dortmund e vincitore di numerosi premi letterari, Zahl divenne membro attivo del movimento dell’opposizione extraparlamentare che dopo il 1968 si era opposta alle leggi di emergenza. Nel 1972 fu arrestato in circostanze poco chiare dopo uno scontro con le forze dell’ordine. Inizialmente fu condannato a una lieve pena detentiva per eccesso di legittima difesa, un’altra sentenza lo condannò a 14 anni di reclusione per “lesioni gravi e resistenza violenta alle forze dell’ordine”. Dopo dieci anni di prigione e molti viaggi in Italia, Seychelles e Grenada, Peter Paul Zahl aveva definitivamente lasciato l’Europa. Con una giovinezza passata dunque tra la DDR del blocco sovietico e la Germania Ovest delle proteste studentesche e della RAF, Zahl rappresenta uno dei grandi scrittori maledetti del nostro tempo. E anche in questa preziosissima riedizione, la sua biografia fa spesso capolino formando un’opera con una trama ai limiti della fantascienza che attraversa tutto il coloratissimo universo umano dell’isola. Fino all’happy ending, con la temporanea sconfitta dei proibizionisti e del loro malefico piano. La storia ha come protagonista l’investigatore privato Aubrey Fraser, un grande elogiatore dell’ozio che non crede che gli americani siano mai stati sulla Luna e che indica tra i suoi nemici gli scorpioni, gli squali, la Regina d’Inghilterra, le Chiese ed il capitale. Ascolta Marley, fuma ganja e vorrebbe fare di “Redemption Song” l’ inno

da venditori di prodotti artigianali, gli higglers. Questi sono per lo più di sesso femminile e costituiscono anche il nerbo di una grande cultura di emancipazione, nata ai tempi della rivoluzione dei

alcuna rendita a chi gestisce il mercato mafioso. Ed è per questo che per i potenti le piantagioni devono essere distrutte e la kaya confiscata. Gira che ti rigira è sempre il Nanny – la banco-

nota giamaicana da 500 su cui (ironia della sorte) è raffigurata l’effige della donna che guidò la vittoriosa lotta di liberazione degli schiavi neri – che fa girare il mondo. Ma poi se ben si guarda, si scopre tra le righe una ricostruzione storica del passato coloniale da cui si evince come la sostanza con più impatto sociale negativo nella storia della colonizzazione sia stata lo zucchero, causa principale della deportazione di centinaia di milioni di uomini e donne dai paesi dell’Africa. Peter-Paul Zahl si era rifugiato in Jamaica dopo una vita turbolenta tra Germania Est ed Ovest e dopo un tentativo fallimentare di stabilirsi nella isola di Grenada. Da allora Zahl ha dedicato i suoi romanzi più belli alla cultura e all’economia giamaicana. Addirittura alla sua cucina, con molti riferimenti – presenti anche nel testo – che vanno dalla predilezione degli abitanti per l’ackee, una pianta africana con spicchi gialli che vengono bolliti e saltati in padella con il baccalà e che vengono serviti a colazione. Per non parlare degli strani cho-cho che sono dei frutti somiglianti alle pere e che vengono consumati cotti. O l’immancabile jelly pork, carne marinata e grigliata. Ma sono le varietà d’erba che troneggiano nel testo come la Kallye, la Kaya o la celeberrima Collie-tree. Per non parlare dei parafernalia come il cushum-peng, la pipa con cui si fuma l’erba o il chalice, la pipa di legno o di vetro. Chissà che con questo libro non si avvii anche in Italia una riscoperta di un autore talmente importante che la sua opera i Felici rappresenta un capolavoro della letteratura tedesca secondo gli standard universalmente riconosciuti, anche dai suoi più feroci critici. Miss Mary Juana ha infatti il grande pregio di presentare un dettagliatissimo glossario che aiuta a comprendere soprattutto cosa significhino espressioni piuttosto triviali, generalmente usate a sproposito. Anche perché, con la amata cultura rasta, il vecchio Peter Paul Zahl aveva avuto toni piuttosto critici ma anche punti di contatto evidenti. Proprio come i protagonisti del libro che si uniscono per indagare su un delitto e per bloccare l’ingerenza della DEA. Sulle tracce degli assassini, si troveranno ad attraversare l’intera isola, in un viaggio denso di situazioni imprevedibili e personaggi emblematici: Valerie e Latoya, bellezze nere misteriose e sensuali; Rass Lick, rasta riflessivo e spirituale che coltiva la Kaya; Henderson, pericoloso gangster che controlla il mercato della cocaina; Billy Chang, boss cinese-giamaicano ossessionato da una sola cosa, vendicare la morte del figlio. Un romanzo corale dunque, complesso nella sua eterogeneità, ma in cui la protagonista assoluta rimane la nostra Mary Jane: diva assoluta di una terra allo stesso meravigliosa e difficile, com’è la Jamaica.



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INTERVIEW

QUANDO LO STEREOTIPO NON È QUELLO CHE TI ASPETTI

L’altra faccia del narcotraffico Il mese scorso il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista a Laura d’Urbino, magistrato del tribunale dei minori di Brescia, in cui veniva denunciata la precocità con cui gli adolescenti si avvicinano al mondo dello spaccio. Stando al pm, sono sempre più i ragazzini italiani che per “pagarsi il vizio” si immettono nel mercato nero degli stupefacenti, al contrario dei coetanei stranieri che invece spesso lo fanno per “vivere o semplicemente per avere un pasto in più al giorno”. In questo numero parleremo proprio di questo stereotipo, facendo quattro chiacchiere con di Giovanna Dark Y., un ragazzo marocchino che pur non avendo mai fumato uno spinello, vende hashish da quasi 10 anni. SSIT: Iniziamo con la domanda di rito, anche se leggermente leghista. Da quanti anni sei Italia e perchè hai scelto proprio il nostro paese per la tua nuova vita? Sono arrivato qui 16 anni fa, assieme ai miei genitori e ai miei due fratelli. Però non eravamo di quelli che fanno “il viaggio della speranza”. A Casablanca mio padre era ingegnere ma non riusciva a trovare il lavoro per cui aveva studiato. Non morivamo di fame, ma con tre figli e un solo stipendio non si viveva neanche da pasha. Quindi, come tanti in Italia fanno anche adesso, mio papà ci ha portati qua credendo di farcela a fare l’ingegnere.

SSIT: Raccontaci bene com’è andata. Allora come dicevo siamo arrivati nel 1999, in un paese piccolo del nord Italia. Li c’era già un cugino di mia mamma e per i primi tempi siamo stati da lui, aspettando che mio papà trovasse un lavoro. A me e ai miei fratelli ci hanno subito spedito a scuola ma non parlavamo una parola di italiano e i compagni erano dei veri stronzi, a parte qualcuno a cui forse facevamo pena. Quando mio padre ha trovato posto come operaio in una ditta di prefabbricati ci siamo trasferiti in una casa nostra, ma poco dopo mia mamma è rimasta incinta di mia sorella e i problemi sono iniziati di nuovo, perchè adesso di bocche ce n’e-

Si la mia famiglia c’ha la sfiga addosso! (ride) Sul subito mio papà aveva anche trovato da lavorare ma mi ricordo che l’affitto dell’appartamento era carissimo e per la prima volta in vita nostra abbiamo provato cosa voleva dire la fame. Io andavo ancora a scuola, avevo finito le medie – dopo che mi avevano bocciato due volte – ma avevo deciso di continuare in un istituto tecnico anche perchè ero il primo figlio e mio padre voleva che facessi l’università come l’aveva fatta lui. Non voleva che andassi a lavorare, mi ricordo che mi diceva sempre “O studi, o lavori. Meglio una cosa fatta bene che due fatte male”. Sta di fatto che dopo un po’ ci hanno sfrattato dall’appartamento

LA GENTE CHE CERCA DA FUMARE SA DOVE DEVE ANDARE E SA CHI DEVE CERCARE, QUINDI NON HO MAI FATTO FATICA AD AVERE DEI CLIENTI SSIT: Dal tono in cui lo dici, intuisco che tuo padre non ce l’abbia fatta a coronare il suo sogno professionale. Certo nel 1996 non c’era la crisi che c’è ora e nemmeno quell’obbrobrio legislativo che è la Bossi-Fini... Ma non immaginavate che al vostro arrivo l’accoglienza non sarebbe stata proprio delle migliori? Sai, in Marocco la nostra era considerata una famiglia per bene e i miei non avevano idea che in Italia c’era un partito chiamato Lega Nord...

rano cinque e lo stipendio era sempre uno, perchè mia mamma, come tante donne, doveva comunque stare a casa dietro ai figli e non poteva lavorare.

SSIT: Vi siete trasferiti quindi a Bologna, una città più grande che, almeno in teoria, avrebbe dovuto offrirvi molte più opportunità. Ma non anche in questa occasione non è purtroppo andata come speravate, non è vero?

e grazie ad alcuni ragazzi di un gruppo politico siamo entrati una delle case vuote del comune e l’abbiamo occupata. Dentro però siamo rimasti poco perchè la polizia è venuta a cacciarci e per una settimana abbiamo dormito in macchina.

SSIT: E’ stato in quel momento che hai sentito che dovevi fare qualcosa per la tua famiglia? Si, l’ho fatto soprattutto per mia mamma e per la mia sorella piccola, che da quan-

do era nata non era mai stata un attimo in pace. Poi mi faceva davvero incazzare che mio papà si faceva un culo così e noi eravamo sempre alla fame. Io ero il più grande e avevo già 15 anni, mi sentivo un uomo.

SSIT: Quindi raccontaci come hai pensato di sbarcare il lunario. Allora, avevo provato a cercare un lavoro da fare la sera, tipo portare le pizze ma per quello serviva il motorino e io non ce l’avevo. Per portare in giro i volantini bisognava andare di mattina e io ero a scuola, come cameriere non mi volevano e di lavorare in un bar non se ne parlava. Poi niente, a scuola di roba ne girava un bel po’. Allora non c’erano tutti questi problemi e la gente si faceva le canne in giardino a ricreazione come se niente fosse, e anche i miei amici lo facevano, quindi ho pensato di chiedere a loro.

SSIT: Un classico! La prima canna a scuola e poi è tutta una strada in discesa... No, ti sbagli! Io non ho mai toccato quella roba l’ho sempre e solo venduta. Non fumo nemmeno le sigarette, costano troppo...

SSIT: Ok, ammetto di essere decisamente spiazzata. Fino ad ora non mi


43 era mai capitato di incontrare uno “spacciatore salutista”! Ma c’è sempre una prima volta, perciò spiegaci meglio di cosa si tratta. Ha per caso a che fare con la tua religione o è una semplice scelta di vita? Sono musulmano ma non sono uno di quelli che pregano dalla mattina alla sera o che se la donna non ha il velo s’incazzano. Sono religioso e quindi cerco di rispettare quello che dice la legge del mio Dio. E poi sono uno che risparmia sempre e il fumo è un vizio che costa.

SSIT: E tu infatti devi saperlo bene! Torniamo appunto a come hai cominciato a fare questo “mestiere”. Dicevi che sei venuto a contatto con questa realtà all’interno del tuo istituto scolastico... Si, i miei amici fumavano praticamente tutti e già a 15-16 anni avevano il loro giro per pagarsi quello che si fumavano e altre cose, tipo il motorino, lo stereo...

deve cercare, quindi non ho mai fatto fatica ad avere dei clienti. Anche perchè con la gente che non conosci e che ha fretta di chiudere e andare via non stai tanto a trattare sul prezzo e quindi il gioco lo faccio sempre io. Si gioca solo con le mie regole.

SSIT: Da allora sei rimasto sempre su quantitativi piccoli o hai allargato il giro? Mi spiego: continui a vendere bustine da pochi grammi o sei passato al gradino successivo, trattando etti o addirittura kili? No sulla vendita no. Non conviene. Sia perchè se ti trovano con tutta quella roba addosso ti mettono dentro, e con un immigrato buttano la chiave! Sia perchè le cose grosse costano troppo e non le puoi far pagare tanto. Io sono 10 anni che faccio sempre così: compro massimo 500 grammi, li divido in buste piccole da massimo 5 grammi e poi le vendo a mini-

che chiedo di solito, e poi vado via subito. Non voglio che si ricordino di me e che poi tornino di nuovo. Poi ci sono altre volte che invece lo faccio col gusto. Quando ho davanti quelli che si credono tutti loro e che si vede che sono pieni di soldi e viziati. Vengono da me perchè sono disperati e non trovano niente, così io gli do delle schifezze e gliele faccio pagare un sacco. Una volta ho fatto pagare 200 euro un pugno di origano! Sono bastardo lo so! (ride)

SSIT: Quanti soldi netti riesci a fare in un mese? Quando va bene anche 3000 euro, quando va male sono comunque 1000 euro. SSIT: Hai detto di non aver mai abbandonato la strada, di preferire un commercio rapido e senza complicazioni di sorta con la persona che ti si

LAVORARE PER STRADA HA UN SACCO DI RISCHI IN PIÙ CHE LAVORARE A CASA MA IO NON HO MAI POTUTO FARE ALTRO QUINDI HO IMPARATO A FARMI FURBO Certi riuscivano a portarsi a casa anche 100 euro la settimana e quindi mi sono convinto che se facevo le cose per bene e senza farmi scoprire potevo fare finta di avere un vero lavoro e dare davvero una mano alla mia famiglia. Ho cominciato con poco, 10 grammi. Me li aveva dati un amico, senza voler essere pagato subito anche perchè io 50 euro non ce li avevo proprio in tasca! Da quelli ho ricavato il doppio e da subito ho visto che la cosa poteva essere davvero buona per me.

SSIT: Un rincaro del 50% è decisamente redditizio! Ma chi erano i tuoi clienti? Non erano certo amici tuoi... No infatti. Non ho mai voluto vendere niente agli amici perchè poi escono sempre problemi. “Me lo dai, poi te lo pago”, “Mi fai lo sconto amicizia”, gente che pensa di potere chiamare a qualsiasi ora e rompere... No, no, io sono sempre rimasto sulla strada. La gente che cerca da fumare sa dove deve andare e sa chi

mo 6 euro se è fumo e minimo 10 euro se è erba. Con quello che tiro su una parte la tengo per prendere altra roba e l’altra parte la tengo per me.

SSIT: Hai mai tirato qualche “pacco”? A dire la verità si, mi è capitato.

SSIT: Raccontaci com’è andata... Delle volte mi trovo davanti dei bambini delle medie che mi vengono a chiedere del fumo. Ma secondo me sono troppo piccoli per fumare qualsiasi cosa e io sono un tipo che ascolta molto la coscienza... Non voglio pensare che per colpa mia possono iniziare a prendere una abitudine brutta, che magari loro non capiscono, né lo sanno fare. Questi vogliono fumare per provare e io non voglio essere quello che li fa iniziare. Quindi quando succede così, prendo dei pezzi di corteccia e glieli do in fretta, mi faccio dare pochi soldi, meno di quelli

suo posto non lo molla più per paura di perdere i clienti. In tanti anni mi sono reso conto che un posto vale l’altro e che in giro c’è davvero un sacco di gente che vuole fumare, a qualsiasi ora di qualsiasi giorno. Poi giro sempre con poca roba in tasca, sempre ben nascosta. E anche i soldi li nascondo bene. Le due volte che mi hanno beccato non mi hanno fatto niente proprio perchè in tasca avevo due canne, mi hanno fatto solo l’amministrativa. Ma è stato anni fa, prima della legge che c’è adesso e io ero anche più piccolo e meno furbo.

SSIT: Ora infatti la sanzione sarebbe stata molto più dura. Non prenderla male, ma non credi che la tua condizione legale – quella di essere schedato come “immigrato” e di essere legato al permesso di soggiorno – potrebbe rappresentare un’aggravante nel caso in cui ti dovessero cogliere in flagrante? Non ci voglio pensare, perchè mi fa solo incazzare. Ho 24 anni e 13 li ho passati qua in Italia: ormai sono più italiano che marocchino! Poi con la paura addosso, non si va da nessuna parte.

trova davanti. La domanda è quindi d’obbligo: come hai fatto a non farti mai beccare? Lavorando in strada sei molto più esposto e in più le cosiddette “zone di spaccio” sono facilmente individuabili sia dai clienti che dalle forze dell’ordine... Hai ragione, è vero. Lavorare per strada ha un sacco di rischi in più che lavorare a casa ma io non ho mai potuto fare altro quindi ho imparato a farmi furbo, a non fare cazzate e soprattutto a farmi i fatti miei. E fino a adesso mi è andata sempre bene.

SSIT: Sono sicura che molti tra i nostri lettori sarebbero felici di sapere qualcuno dei tuoi trucchi... Intanto non vado mai a comprare la roba dalla stessa persona. In quasi 10 anni mi sono fatto i miei contatti e ognuno di questi lo vedo massimo due volte all’anno. Poi continuo a girare: non sono uno di quelli che quando ha trovato il

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GROW

CHI BEN COMINCIA È A METÀ DELL’OPERA

La Fase Vegetativa Introduzione Molto spesso i coltivatori alle prime armi sottovalutano l’importanza della fase vegetativa pensando che, un’attenzione maggiore durante la fioritura, sia sufficiente per realizzare ottimi risultati. Questa idea non corrisponde al vero: la fase di vegetazione risulta fondamentale per permettere alla pianta di svilupparsi nel migliore dei modi e raggiungere la maturità sessuale, premesse fondamentali per assistere ad una fioritura abbondante ,sana e resinosa. Per portare a termine una fase vegetativa di successo, bisognerà seguire alcune semplici ma fondamentali indicazioni

1)Scegliere la giusta fonte di luce Risulta essenziale per ottenere il massimo dalle nostre piante scegliere adeguatamente il tipo di fonte luminosa da utilizzare. In commercio infatti si trovano numerose tipologie di lampade che potrebbero fare al nostro caso ma non tutte si traducono negli stessi risultati. Adatte a questo periodo sono infatti sia le luci fluorescenti che quelle ad alta pressione, ma anche i LED, ultima comparsa nel mercato, si rivelano molto efficienti. Tra queste, nonostante i led abbiano la maggiore emissione di lumens per watt utilizzato e le fluore-

ca, assumeranno un’ aspetto cespuglioso e molto ramificato; cresceranno inoltre molto velocemente a differenza di una crescita più lenta riscontrabile con l’utilizzo di altre fonti luminose. Ad ogni modo le lampade CFL e soprattutto quelle a LED sono in grado di dare risultati sorprendenti anche in considerazione del minor costo da sostenere in bolletta. Per quanto riguarda le lampade a scarica, oltre a quelle agli ioduri metallici (MH), vengono indicate per la fase vegetativa anche quelle ai vapori di sodio (HPS) nella variante Agro. Queste lampade, specifiche per la fioritura, contengono una maggior percentuale di spettro blu rispetto alle HPS e permettono una buona crescita vegetativa, mai equiparabile però a quella realizzabile con l’utilizzo delle MH. Quindi il primo consiglio da seguire è quello di fornirci di 2 fonti di illuminazione differenti: una per la vegetativa e una per la fioritura scegliendo in base alle proprie esigenze e considerando che per un buon sviluppo la pianta necessita di almeno 25000/30000 lumen per mq .

pianta il giusto apporto e ricambio d’aria ( ideale sarebbe avere una proporzione entrata/uscita 1:4), senza i quali le piante non potrebbero effettuare la fotosintesi e crescere, fondamentali e rilevanti sono i parametri di temperatura ed umidità. La temperatura nella quale la cannabis cresce rientra nella sfera compresa tra i 10 e i 32 gradi centigradi, sotto o sopra dei quali subisce un arresto; temperatura ideale per la crescita invece è quella compresa tra i 24 e i 26 gradi. In questa fascia la cannabis cresce veloce e rigogliosa. Perché la crescita abbia tali caratteristiche necessità però del sostegno di un’umidità adeguata, che per il periodo vegetativo necessita di un valore collocabile nella fascia 60%/75%. Per quanto riguarda poi l’escursione termica la cannabis cresce velocemente c’è una differenza tra giorno e notte compresa tra i 3 e gli 8 gradi. Ovviamente piante da un pool genetico prevalentemente sativa, che originariamente si ritrovano all’equatore, saranno più avverse all’escursione termica rispetto a delle indiche che portano tratti genetici afgani o nepalesi,le quali coltivate da sempre in alta quota sono abituate a giorni caldi e notti molto fredde.

3) Rendere disponibili i nutrimenti e regolare il PH Altro aspetto da considerare è come nutrire la nostra pianta. Nella fase in esame c’è una grandissima richiesta di azoto il quale risulta necessario sia per la vera

terreni sembrano più forti, più massicce e meno avverse agli sbalzi termici.

Attendere i giorni necessari per la maturità sessuale

2) Creare le migliori condizioni ambientali scenti forniscano il 100% di luce adatta alla fotosintesi, le lampade agli ioduri metallici sono ancora quelle che danno i risultati migliori. Le piante sotto una lampada di questo tipo, salvo le influenze della geneti-

una formula di fertilizzazione adeguata e completa. Altro fattore importantissimo è la regolazione del ph il quale deve essere bilanciato per il buon assorbimento di tutti i nutrimenti. Il range ottimale è intorno al punto neutro. Esattamente per la coltivazione in terra risulta perfetta la fascia 6.3-7 mentre per quella idroponica ottimali sembrano i valori ricompresi tra 5.8 e 6.5. Ultimamente alcune aziende sul mercato offrono anche dei prodotti a base di micorrize, funghi simbionti che creano un legame di scambio nutritivo con la pianta e permettono di farla crescere meglio: piante che crescono in questi

Per crescere al meglio la cannabis necessita di condizioni ambientali favorevoli al suo sviluppo. Queste condizioni sono diverse a seconda che ci si trovi nella fase vegetativa o in quella di fioritura. Premettendo che il coltivatore deve innanzitutto dare alla

e propria crescita della pianta che per attivarne il metabolismo. Carenze di azoto in questa fase comporteranno sicuramente una fioritura poco sostanziosa, invero un eccesso causerà un ritardo nella fioritura stessa. L’azoto dovrà quindi essere somministrato in maniera massiccia nella prima fase di vegetazione per poi essere diminuito con l’avvicinarsi della fioritura. Anche il potassio e il fosforo, gli altri 2 macroelementi necessari per lo sviluppo, giocano il proprio ruolo in questo periodo, ma assumeranno maggiore importanza lungo il periodo di fioritura. Oltre a questi tre elementi la pianta necessita anche di tutta una serie di microelementi necessari al suo sviluppo quali: ferro,boro,manganese,zinco e anche di altri quali calcio magnesio ecc. Per questo è consigliabile affidarsi ad una delle tante ditte specializzate nel settore per trovare

Tralasciando problemi di spazio che potrebbero influenzare la durata del periodo vegetativo, ideale sarebbe attendere almeno 3/5 settimane prima di passare alla fioritura, periodo che nella maggioranza dei casi sarà sufficiente per far comparire i primi segnali relativi al sesso della pianta. Ovviamente si intende come inizio della fase vegetativa il momento in cui la pianta sarà al secondo palco di foglie oltre ai cotiledoni, la fase precedente nella manualistica viene detta “di emergenza” e dura all’incirca 10-14 giorni. In questa fase le giovani pianticelle sono molto delicate e sarà opportuno mantenere la fonte di luce, soprattutto se si tratta di una lampada a scarica, molto distante da esse per avvicinarla in maniera graduale con l’aumentare delle dimensioni. Dopo aver atteso il tempo necessario ( 2 settimane di emergenza più altre 3 /5 di crescita) saremo pronti per entrare in fioritura nel migliore dei modi. Tempi superiori ai 2 mesi di vegetazione sono sconsigliati perché alla lunga porterebbero ad una perdita di vigore alla pianta e potrebbero manifestarsi problemi nella fioritura come il nanismo delle cime. Carlo Erba


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SPECIALE VARIETÀ 2012 MEDICAL CANNABIS BIKE TOUR

In bicicletta per la ricerca sulla cannabis per uso medico

Attività sportive e buone cause sono un abbinamento molto popolare. siamo venuti a sapere che era di forza Dopo 100 chilometri volevo tirarL’esempio più famoso è l’Alpe d’Huez in Francia, un evento in cui sei cinque. mi indietro, ero davvero esausto”. Come ciclisti amatoriali salgono la famigerata Alpe d’Huez per raccogliere per i partecipanti dell’Alpe d’Huez, però, fondi a favore della ricerca sul cancro. Soffrire per alleviare la sofferenza rinuciare non è una alternativa possibile nel Medical Cannabis Bike Tour. altrui. Due ciclisti amanti della cannabis hanno avuto la brillante idea di applicare un concetto simile alla cannabis per uso medico. Il risultato è Fare pubblicità alla cannabis le magliette stato il primo Medical Cannabis Bike Tour della durata di tre giorni, che con Nonostante le sofferenze, l’avventura li ha si è svolto alla fine di aprile in contemporanea con la fiera della canna- lasciati con il desiderio di fare di più. Luc: bis GrowMed in Spagna. La nascita di una gloriosa tradizione ciclistica. “Il prossimo anno vogliamo organizzare L’edizione pilota del Medical Cannabis Bike Tour è iniziata in modo molto modesto, con due soli partecipanti, che d’altro canto erano anche gli unici sponsor. Matej, della ditta slovena produttrice di cartine Snail, ha avuto il ruolo di leader, mentre l’uomo di punta di Paradise Seeds, Luc, si è accontentato di stargli dietro – anche a una buona distanza. Vi sareste potuti aspettare che il direttore di una società che commercia semi con grande successo avrebbe montato una fiammante bici ultraleggera in carbonio, ma avreste avuto una bella sorpresa. L’uomo di punta della Paradise non aveva nemmeno una bicicletta da corsa, ma piuttosto qualcosa di più simile a una bici per il tempo libero. Una decrepita Gazelle degli anni ‘80, che aveva comprato per 50 euro. “Il sellino è costato più di tutta la bici!”, ride Luc. Da quasi principiante, Luc sapeva a malapena in che cosa si era cac-

ciato. Ha affermato di essersi “molto allenato” a casa. Ma, come si è scoperto, un’ora di bicicletta qualche volta alla settimana nella zona pianeggiante attorno a casa sua non era certo la preparazione idale per coprire una distanza di 400 km in tre giorni. Certo non in Spagna, dove in aprile spesso fa un caldo soffocante e dove è praticamente impossibile trovare una superficie piana. Dire che Luc ha lottato è un eufemismo... è stata una tortura. Il compagno di squadra Matej era meglio preparato e ha aggiunto anche una tappa di 170 km ad Alicante il giorno dopo il tour. Non sono stati i temuti pendii spagnoli che hanno quasi annientato i due uomini, perché ce ne sono stati pochi lungo la rotta pianeggiante che seguiva la costa. Luc: “La quantità di vento contrario che abbiamo avuto per 400 km non era certo irrilevante. Soffiava così forte da formare creste sul mare e poi

un altro tour, puntiamo ad avere quaranta partecipanti. Molte persone hanno già comunicato di voler partecipare, quindi è chiaro che l’interesse non manca...”.

Lo scopo del tour è raccogliere fondi per la ricerca sull’efficacia della cannabis nel trattamento del cancro. Per trovare un proget-

degli sponsor, e potremmo anche mettere una foglia di cannabis sui nostri caschetti. Così faremo vedere che i consumatori di cannabis non sono solo persone apatiche che se ne stanno sedute a casa propria a fumarsi una canna, ma persone che sanno anche sostenere una causa”. Non è intenzione del Medical Cannabis Bike Tour ancorarsi in terra spagnola. “Per quanto riguarda la location tutte le possibilità restano aperte. D’altra parte, l’idea è quella di far coincidere il tour con una fiera della cannabis che si tenga in contemporanea in una città europea”. Il sito web che presto sarà messo online vi terrà informati di tutte le opzioni e i programmi. Luc riesce già a immaginarsi come sarà. “In tutti i paesi toccati dal tour ai margini della

IL SELLINO È COSTATO PIÙ DI TUTTA LA BICI! to adatto a questo scopo, è stata contattata la IACM (International Association for Cannabinoid Medicines, associazione internazionale per la cannabis come medicina). Non c’è ancora nulla di stabilito, ma l’immaginazione di Luc corre già a tutta velocità. “Una delle idee è la possibilità di avere degli sponsor che paghino al chilometro. Più sono i ciclisti che partecipano, maggiore sarà la somma raccolta. I partecipanti indosseranno una maglietta con la pubblicità dei nomi

strada ci saranno persone che salutano. Ci saranno moto a fare da scorta e un elicottero e, certamente, la polizia chiuderà le strade per noi”. Come un vero ciclista, Luc omette di rispondere all’inevitabile domanda sulla possibilità che il doping possa comportare una distorsione della competizione in questo tour. “E tu che cosa ne pensi?”, chiede con un sorriso malizioso. www.medicalcannabis-biketour.org/


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SHOP REVIEW / INDICE PUBBLICITÀ

Dream Planet, Cagliari

Nel capoluogo di una delle regioni più selvagge del paese esiste il pianeta dei sogni. Dream Planet di Paolo Piga, si trova a Cagliari, nel quartiere San Benedetto dal 2003. Pierpaolo, il responsabile del negozio, gestisce un angolo davvero interessante per tutti gli appassionati di grow e per chi cerca un posto dove poter trovare tutto il necessario per partire con le propria avventura dal pollice verde. Ma come è nata questa esperienza? Lo chiediamo direttamente a Pierpa.. Il negozio è principalmente un grow shop, ma vendiamo anche head. Abbiamo grande esperienza nel settore. Sin dall’inizio il lavoro si è dimostrato interessante e infatti si è creato subito un giro di clienti. Siamo sempre stati appassionati e, man mano, per merito dell’approccio onesto e professionale (grazie anche al contatto con la gente e alla nostra volontà di non vendere per forza, ma cercando di capire la disponibilità economica e gli interessi dei clienti) siamo cresciuti, reinvestendo gli incassi per avere più merce a disposizione immediata per i clienti. Quanto è importante la crescita del cliente? La crescita è fondamentale. Posso dirti

che anche io sono cresciuto informandomi visto che, sopratutto per vendere determinati prodotti, bisogna prima conoscerli al meglio per dare al cliente un’informazione corretta. Ho dovuto studiare molto approfondendo i miei interessi di quando ero ragazzino, infatti la passione c’è sempre stata. Qual’è la tua soddisfazione più grande? Mi piace quando le persone sono contente. E la maggior parte dei clienti ritornano soddisfatti. Cerchiamo di ragionare con tutti per fargli crescere in modo che il cliente stesso possa imparare dalla propria esperienza. Punti di forza? Sicuramente onestà, prezzi buoni anche se comparati con i prezzi online e tanta professionalità.

Dream Planet si trova in Via Bellini n. 9b a Cagliari e vi aspetta dal Lunedì al Venerdì dalle 11. alle 13 e dalle 16 alle 20.30. Per informazioni: 328-1689980 email: dream-planet@hotmail.it

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L’imperdibile SSIT 5/2012 esce il 14 settembre 2012

Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 Fax: 0031 - 73 54 79 732 e-mail: it@softsecrets.nl Editore: CC Cremer Collaboratori: Ed Rosenthal, Franco Casalone, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, CBG, Monsignor Jose Maria, Carlo Vinci, Giovanna Dark, Davide Calabria, Carlos Rafael Esposito, Carlo Erba, Little Lebowski e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia PoBox 17250, 1001 JG Amsterdam, Paesi Bassi E-mail: italy@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso imporprio delle informazioni contenute nella rivista. L’editore e i distributori non sono da intendersi implicitamente d’accordo con i contenuti pubblicati. Nessun contenuto di questa pubblicazione può essere copiato o riprodotto in alcun formato senza autorizzazione degli editori.


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