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Numero 5 - 2013
Sognando l'Uruguay AMSTERDAM
CU PWIN N ER
WWW.PARADISE-SEEDS.COM
Atomical Haze ® In questa edizione:
Liberate Fabrizio Cinquini
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MANIPOLARE LE CIME PIÙ GRANDI Al centro della manipolazione delle piante sta il ridirezionamento dell’energia delle piante. A seconda della tecnica, si può avere un ridirezionamento temporaneo o permanente. Nel farlo, chiediamo alla pianta di concentrarsi su aree specifiche durante il ciclo di crescita per ottenere determinate conseguenze. ››
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Con 50 voti favorevoli e 43 contrari, lo scorso 31 luglio l'Uruguay è diventato il primo paese al mondo a monopolizzare la produzione e la distribuzione di cannabis, anche per uso ludico, permettendo la coltivazione fino a sei piante in regime di autoproduzione. Un sogno che si realizza per molti e un passo importantissimo nella lotta alle narcomafie che insanguinano l'America Latina. Ma qualcosa si sta muovendo anche a Roma e la cannabis pare finalmente essere entrata a buon diritto nell'agenda della politica italiana. Alla fine di luglio ha preso infatti avvio alla Camera l'iter per arrivare a un superamento della Fini-Giovanardi per quanto riguarda la parte strettamente penale. Sull'onda delle iniziative referendarie in atto – di cui daremo conto anche in questo numero, con l'intervista al fondatore del progetto FreeWeed –, in commissione Giustizia è stato finalmente inserito nel calendario l'esame di una proposta di legge di Sinistra Ecologia e Libertà. Il testo, depositato a Montecitorio lo scorso 14 giugno, mira a cambiare radicalmente il testo unico sulle droghe: la proposta di legge vuole rendere più lievi le pene previste per la detenzione di marijuana e derivati, inserendo al suo interno anche la non punibilità per la coltivazione domestica della cannabis. Nel dettaglio, la proposta di Sel vuole intervenire laddove la Fini-Giovanardi, modificando gli articoli 73 e 75 del testo unico sulle droghe, ha equiparato il trattamento sanzionatorio per le ipotesi illecite penalmente rilevanti a prescindere dalla tipologia di stupefacente. L'ipotesi di lieve entità viene quindi configurata come "reato autonomo" con l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 73 e l'introduzione dell'articolo 73-bis del testo unico che stabilisce che "quando i mezzi, le modalità o le circo-
stanze dell'azione, ovvero per la qualità e la quantità delle sostanze, le attività illecite previste dall'articolo 73 sono di lieve entità si applica, la pena della reclusione da 3 mesi a 2 anni e la multa da 3.000 a 10.000 euro" (l'articolo 73 invece prevede per tutti i casi la reclusione da sei a venti anni e con la multa da euro 26.000 a euro 260.000). La proposta di legge dei vendoliani esclude poi la punibilità della coltivazione domestica di cannabis, destinata all'uso personale o ceduta, in piccoli quantitativi, a terzi per il consumo immediato salvo che il destinatario non sia un minore. Oltre a Montecitorio, della Fini-Giovanardi si sta discutendo anche in Corte Costituzionale. In questo caso, i giudici stanno vagliando la costituzionalità della legge che però, secondo i colleghi di Cassazione che hanno inviato la richiesta di esame, mancherebbe in ben tre punti. Anzitutto perché è stata inserita nel decreto-legge sulle Olimpiadi invernali del 2006, che con la droga non avevano nulla a che fare; inoltre i 36 articoli che compongono la Fini-Giovanardi sono stati inseriti al momento in cui il Parlamento ha convertito in legge il decreto, cosa possibile solo se i cambiamenti apportati non interrompono il legame logico-giuridico col decreto in approvazione e non ne cambiano la sostanza del contenuto (il decreto legge originario, 272/2005, aveva solo sei articoli; di questi articoli solo uno riguardava le droghe, con disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi). I giudici romani sottolineano poi
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la assurdità della equiparazione di droghe “pesanti” e “leggere”, di cui “va rilevata la modestia degli effetti negativi sull’organismo, non differenti da quelli che provocano alcool o nicotina” e la “assenza
di effetti di dipendenza nei consumatori di cannabis”. Perciò, dicono i giudici di Cassazione, comminare per la cannabis le stesse pene previste per gli oppiacei è irrazionale e contrasta con l’articolo 3 della Costituzione, che non consente di trattare allo stesso modo elementi fra loro così diversi. Di cannabis, insomma, si vuole e si deve parlare anche a livello istituzionale. Dato che le discussioni sono entrambe ancora in iter, per ora ci limitiamo a riportarlo. Dal prossimo numero speriamo di tutto cuore di darvi buone notizie. Giovanna Dark (softsecrets.italia@gmail.com)
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La versione Dinafem di ChemDawg ChemDawg è un ceppo conosciuto del Nordamerica. Dalla sua creazione nel 1991, ChemDawg si è distinto fra un ampio numero di ceppi negli Stati Uniti. In effetti, è uno dei 10 ceppi più venduti, anno dopo anno. Dinafem ha incrociato il clone originale americano di ChemDawg con dei semi GuavaChem, il che ha portato a DINACHEM, una nuova creazione sensazionale. Una superpianta con tutta la potenza e il sapore della ChemDawg originale, rafforzata dal vigore aggiunto di GuavaChem! Genetica: Tipo: Altezza: Raccolto outdoor: Effetto:
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BELPAESE
ARRESTATO IL MEDICO PIONIERE DELLE RICERCHE SULLA CANAPA TERAPEUTICA
Liberate Fabrizio Cinquini
cato finanziario ad avere un potere tale da condizionare le decisioni delle stesse istituzioni democratiche, considerando poi, che a tutt'oggi le aziende sanitarie non sono in grado di mettere a disposizione dei pazienti di Fabrizio Dentini cannabis con standard qualitativo all'altezza degli ibridi di mia strutturazione (come Con amarezza, dolore e disgusto lo scorso 9 agosto ho appreso, l'analisi gascromatografica può dimostrare la quantità e qualità delle moletramite la moglie, che Fabrizio Cinquini è stato arrestato. Fabrizio è delineando cole presenti), considerando il grave ritardo un medico toscano che nel corso degli anni ha subito diversi processi della ricerca italiana rispetto al panorama per la sua instancabile attività di ricerca sulla canapa. Ricerche che internazionale, dove l'evidenza biomedica del successo terapeutico della canapa ha già ha sviluppato a partire da quando si è reso conto che questa pianta avuto conferme accademiche, dobbiamo aveva degli effetti benefici per la patologia di cui soffre, l'epatite C. rammaricarci che fra le alte miracolose virtù di questa pianta non ci sia anche la possibilità di curare le complicanze giuridiche che È inutile negare che in Italia per chi svolge della clinica della cannabisterapia, mi ha rendono questo trattamento terapeutico questo tipo di ricerca, attraverso la coltiva- portato ad interessarmi del potenziamento difficilmente perseguibile. zione, il rischio di essere detenuto è molto genetico dei ceppi selvaggi (afghana, sud Visto l'attuale quadro legislativo proibizioalto. Fabrizio però non è un coltivatore qua- africana, colombiana, brasiliana, messica- nista, nel mio caso personale, dal 2000 ad lunque (con tutto il rispetto che come gior- na e coreana), tramite autoimpollinazioni oggi, pago la mia ostinazione e la mia coenalista di Soft Secrets ho nei confronti di controllate e tramite sistemi di attivazione renza, anche professionale (che deriva dal voi anonimi e coraggiosissimi coltivatori di provincia), Fabrizio è un pioniere. Di seguito la testimonianza che ho raccolto nel libro Canapa Medica: attraverso le lucide parole dello stesso Fabrizio vi potrete rendere conto di chi hanno arrestato. “Mi chiamo Fabrizio Cinquini, sono nato a Viareggio e sono laureato in medicina e chirurgia presso l'Università di Pisa. Mi sono specializzato in chirurgia vascolare presso la stessa Università. In seguito ad un infortunio avvenuto durante un intervento d'emergenza come medico d'ambulanza ho contratto il virus dell'epatite C. Dopo avere subìto la fase acuta del processo infettivo, in accordo con gli epatologi, mi sono sottoposto a cicli semestrali di chemioterapia. Dopo 18 mesi di trattamento il risultato finale è stato la perdita di 15 chili di peso in un soggetto che partiva da 69 chili e quindi la conseguente profonda e generale mancanza di forze. Aiutato da alcune colleghe, ho iniziato la ricerca di possibilità alternative di cura, altrettanto immunostimolanti e, visto che l'Inteferone, come immunostimolante, mi aveva causato un totale annullamento di ogni forma di appetito, alimentare, sessuale ed intellettuale, abbiamo cercato un rimedio alternativo che mi facesse risalire gli anticorpi, ma che non mi togliesse l'appetito. La conclusione di tali ricerche mi ha portato alla scelta di una terapia nutrizionale a base di aloe, canapa e papaia, che dopo soli 6 mesi mi ha riportato al recupero del peso abituale. Considerato, nel mio caso, il notevole successo di questa strategia terapeutica, mi sono adoperato per portarla, prima all'attenzione dell'Università di Pisa (suscitando l'interesse del Direttore della scuola di Anestesia e Rianimazione di Pisa, mio professore nel corso di chirurgia vascolare, Prof Francesco Giunta, il quale ha presentato il protocollo di studio al Comitato Etico dell'Università, ottenendo l'approvazione), poi all'attenzione della comunità medica e dei pazienti, organizzando mostre e convegni sulla canapa medicinale e industriale a Pescia nel 2005 e a Bologna nel 2006 e nel 2007. L'incontro con le massime autorità italiane ed europee nel settore della ricerca e
enzimatica biologica del meristema, al fine di poter disporre di semi e infiorescenze ad alto valore nutrizionale per la mia integrazione alimentare. Considerato nel mio caso, l'inefficacia o meglio la nocività della chemioterapia, considerato il Decreto Turco 2007, che accetta l'efficacia clinica della cannabis e passa in Tabella II i suoi principi attivi permettendo quindi ai medici la prescrizione di prodotti off-label, non ancora etichettati dall'industria italiana, a base dei principi attivi della canapa, considerando che l'approvvigionamento al mercato nero crea un flusso enorme di risorse economiche nelle mani di quelle narcomafie che, grazie a tanto capitale illecito, riescono, intervenendo sul mer-
giuramento di Ippocrate di non nuocere ai propri pazienti) con continue carcerazioni, 26 giorni di prigione e 3 anni di arresti domiciliari e i sequestri del materiale al quale lavoravo. Ciononostante continuo a credere che parte integrante dell'efficacia terapeutica della canapa derivi dal momento silvo-terapico, l'accudire qualsiasi fiore è infatti per me terapeutico”. Mentre Fabrizio mi rilasciava quest'intervista era agli arresti domiciliari, dove avrebbe dovuto rimanere sino al prossimo 14 dicembre 2013. Fabrizio è stato arrestato perché hanno trovato il campo dove ricercava le sue varietà mediche: circa 200 piante e 14 kg a seccare. Un campo del genere
rappresenta una patrimonio di inaudita importanza dal punto di vista scientifico e per amor dello sviluppo delle ricerca lo stesso non dovrebbe essere bruciato, ma affidato a qualcuno che possa proseguire tali investigazioni e portare a termine il raccolto. Al pubblico ministero che si incaricherà del difficilissimo compito di provare che Fabrizio non ricercava, ma spacciava, mi sento di dire, che non vorrei essere nei suoi panni, perché trovare indizi in questa direzione sarà molto duro, visto che il lavoro di questo medico era senza fine di lucro e con spirito esclusivamente scientifico. Vedremo cosa saprà fare il pubblico ministero. Ai giudici che si occuperanno del caso di Fabrizio pongo lo spunto per una riflessione: la pericolosità sociale del soggetto in questione è nulla, al contrario in un differente contesto legislativo ed in un paese dove la cultura dell'efficacia terapeutica della canapa è ben diffusa nella società,
la sua utilità sociale sarebbe davvero elevata. In nessun modo una persona come Fabrizio dovrebbe pagare con il carcere la sua coerenza, il suo coraggio e la sua testardaggine, la sue vere ed uniche colpe. Il processo di Fabrizio è un processo storico nel nostro paese perché è nelle aule dei tribunali prima che nel Parlamento che la modernità potrà progredire nella direzione di un futuro più degno perché meno ipocrita. È nei tribunali che si può cominciare ad affermare che il diritto del cittadino e la sua libertà di ricerca prevale sul diritto dello Stato a punire i comportamenti ritenuti devianti. La parola ai giudici, siate coraggiosi, sappiate distinguere il bene dal male. Il vostro lavoro in fondo è proprio questo.
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LETTERE DAI LETTORI Lettere dai lettori
Attenzione lettori italiani! Ciao a tutta la redazione, vi mando la foto delle mie bimbe... in primo piano potete notare le cime quasi pronte per il raccolto di Black Cream autofiorenti. Che dire? non male per essere la mia prima volta indoor ANONIMO Con una signorina così non potevi non vincere la pagina. Niente male quelle altre Black Cream. La prossima volta mandaci più dettagli perché almeno potremo capirne di più e commentarle insieme. Sei ufficialmente invitato a mandarci innumerevoli foto delle tue signorine di casa!
Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM? Mandateci una fotografia della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da 3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! Mandate le vostre fotografie via e-mail a italy@softsecrets.nl o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna!
Cari compagni di avventure verdi, vi mando in allegato un paio di scatti di graziose cimette di Deimos autoflowering della Buddha Seeds.... Che ne dite? le ho tirate su in un piccolo growbox autofabbricato e con una lampada combi da 200 W. Il risultato per me è abbastanza accattivante. Devo solo pazientare ancora una quindicina di giorni.Ciao e a presto. SANDRO Caro Sandro, ci fa piacere ricevere i tuoi scatti di Deimos, una auto fiorente spagnola. Si intravede che sei su un balcone o una terrazza perciò tutto il reparto outdoor e guerrilleri stanno facendo adesso il tifo per te. Grande, continua così!
E-mail: italy@softsecrets.nl Salve amici di Soft Secrets, io sono innanzitutto un vostro fan, grazie a voi ho scoperto trucchi e segreti del mestiere vi seguo da un anno e mezzo ed ho intrapreso la strada del grower da 8 mesi. Devo dire che è una bellissima esperienza, soprattutto quando si vedono i risultati! Con ciò vi mando le mie prime pargolette, sono tutte cresciute in una growbox da un metro quadro con una Phytolite hps 400 Watt, terre: Light mix, All mix di Bio Bizz; ammendanti: Plagron grow e Plagron bloom, insieme a Rootbastic e Bloombastic di Atami. Sono molto contento di avervi conosciuto continuo a seguirvi sempre e non mi perdo un numero! Le foto con la tipa sono: Syrup della Buddha e Pandora della Paradise Seeds. Ciao e buon lavoro! ALEX Grande Alex, cresciute benissimo le tue piccole auto fiorenti. Hai scelto benissimo perché sono delle più produttive e soprattutto il setup è perfetto. Non possiamo dire nulla in più se non ottime fioriture!
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BIGFROG
Ciao ragazzi, vi mando le foto delle mie Skunk autofiorenti di Sweet Seeds fatte all'aperto in vasi da 11 litri. Sono a 8/10 giorni dal raccolto. Non sono grandissime ma sono piene, ricolme di cristalli di resina. Un saluto e mille ringraziamenti per il lavoro che da anni portate avanti con grande passione e professionalità. WALTER Grazie Walter, ci piace sempre ricevere incitamenti e ringraziamenti come i tuoi. Le tue piccole stanno a 15 giorni almeno dal raccolto, non faranno male due settimane abbondanti in più. Grazie per le tue foto, più sole per premiare le skunk non farà certo male al prossimo giro. Un abbraccio dalla redazione.
Cari amici di Soft Secret vi mando un paio di foto della mia piccola stanza di coltivazione insieme alla mia compagna che adoro e mi supporta. Quella in fioritura è una Skunk della Sensi Seeds apprezzo moltissimo il vostro giornale e trovo molte cose utili, continuate cosi. LACREWDELMALE Evviva la crew del male allora! Continuate così, la tua compagna è fantastica e la tua Skunk è in piena fioritura. Mancheranno 3 o 4 settimane al massimo di ingrassamento di quelle cime! Continuate così!
Bella Bigfrog che ci invia un catino senza tette ma pieno di cimotte. La prossima volta mandaci più dettagli e altre foto così potremo commentarle insieme quando stanno ancora fiorendo. Buona fumata!
Ciao Soft Secrets, grazie dei preziosi consigli che ci date ogni volta.Vi presentiamo le nostre 2 piante: una Maxi Gom Autofiorente, nella fase iniziale abbiamo avuto un po di problemi perché il tempo non è stato favorevole troppa pioggia e lumache, poi pero dalla seconda settimana l'abbiamo iniziata a fertilizzare, l'odore è forte e ha un sacco di resina; siamo al 75esimo giorno ormai è pronta! L'altra pianta è una forza della natura, è cresciuta spontanea da una pianta dell'anno scorso in un vaso con pietre e sterpaglie, quando l'abbiamo avvistata era già in fase avanzata (aveva già 3 palchi di foglie!) ma era alta solo 4cm, ora è bellissima, speriamo sia femmina! Saluti dal nord ANDREA Andrea ma che bella foto! Grazie innanzitutto! La Maxi Gom devi sapere non ama la pioggia, ma nonostante ciò recupera bene anche due settimane di maltempo. Le lumache sono un grosso problema per tutti noi purtroppo amanti dell’insalata dell’orto. Se cerchi su internet trovi tante informazioni e consigli su come scongiurare il pericolo lumache in maniera biologica ed eco-friendly.
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FLASH PRODOTTI
SUPERMIX In seguito alle normative in cambiamento e ai controlli intensivi nell’Unione Europea, Bio Nova ha dovuto modificare le formulazioni della serie SuperMix di fertilizzanti, per ottemperare con le esigenti normative comunitarie in materia di fertilizzanti. Tali cambiamenti hanno avuto a che fare con la percentuale totale di NPK e con la descrizione riportata sull’etichetta. Questo sostanzialmente significa che i SuperMix Soil, Hydro, Haze, NTF-Aqua e Autofiorenti hanno una maggior concentrazione rispetto alle versioni precedenti. Questo appare ovvio se si paragonano i tassi di NPK sulle etichette nuove e su quelle vecchie. È stato un grande sforzo e ci sono stati vari problemi nel decidere di aumentare la concentrazione delle nostre miscele per offrire comunque tutti gli ingredienti nella stessa miscela che avesse lo stesso standard. A causa della loro complessità, le concentrazioni sono arrivate adesso al limite consentito e in condizioni di stoccaggio al di sotto dei 6°C, si potrebbe verificare un po’ di precipitazione polverosa. La temperatura e la saturazione sono strettamente legate (pensate alla differenza che c’è se si scioglie lo zucchero nelle bevande calde o in quelle fredde). Questo non influisce sulla qualità del prodotto. Significa semplicemente che è stata raggiunta la temperatura di saturazione. Stoccando a temperatura ambiente e agitando o scuotendo il prodotto, il tutto si scioglierà. Per l’utente finale una concentrazione più elevata significa dosaggi inferiori e meno prodotto da trasportare. Il dosaggio deve essere dunque diminuito del 25-30%. Per esempio: ± 250-350 ml/100 l anziché 400-500 ml/100 l. Questi prodotti rinnovati saranno disponibili presto. Per lo stesso motivo, ossia le normative comunitarie, anche Nutri Nova e Coco Nova saranno presto modificati. I dosaggi diminuiranno notevolmente, quindi servirà meno prodotto per raggiungere gli stessi risultati. Perché tutto ciò sia chiaro, il nome dei prodotti sarà modificato in Nutri Nova Forte e Coco Nova Forte, così da evitare errori. Per i fertilizzanti monocomponente, l’unica cosa che cambierà sarà l’etichettatura. Maggiori informazioni sono disponibili presso i punti vendita locali. www.bionova.nl
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GREEN SENSATION DELLA PLAGRON
Stimola la fioritura per ottenere la resa più alta e il miglior sapore Rafforza le tue gemme grazie ai composti organici fosforo e potassio presenti nel Green Sensation. Green Sensation contiene quattro prodotti diversi in un unica bottiglia. Con Green Sensation tutte le altre aggiunte, quali per esempio il PK 13-14 e gli enzimi, diventano superflue. Inoltre, a seconda del tipo di substrato, è possibile risparmiare fino al 50% del fertilizzante di base per fioritura. Provalo anche tu e sperimenta i benefici di Green Sensation! Green Sensation è un booster potente in grado di garantire una resa più alta. Questo stimolatore è stato sviluppato appositamente per le ultime quattro-sei settimane della fase di fioritura. Grazie alla combinazione ingegnosa Green Sensation fornisce alla pianta tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno. Assicura una fioritura abbondante e l’infruttescenza, una struttura cellulare dura e un sapore migliore. Vantaggi di Green Sensation: t (FNNF QJá HSBOEJ F GPSUJ t &TBMUB JM TBQPSF EFM QSPEPUUP HSB[JF BMMB maggiore concentrazione di zuccheri. t 1VÛ FTTFSF VUJMJ[[BUP DPO UVUUJ J UJQJ EJ substrato. t "EBUUP QFS UVUUJ J TJTUFNJ EJ JSSJHB[JPOF Contenuto 100 ml, 250 ml, 500 ml, 1 e 5 litro. Hai ancora delle domande? servicedesk@plagron.com. Per informazioni aggiuntive relative a Green Sensation e agli altri prodotti, www.plagron.com
AUTOPOT: ORA È DISPONIBILE IN ITALIA! I sistemi di coltivazione AutoPot sono adatti a tutti i coltivatori, dall'hobbista all'orticoltore commerciale. I sistemi AutoPot sono unici in quanto sono i soli sistemi di coltivazione che permettono alla pianta di controllare autonomamente i propri fabbisogni e funzionano grazie alla forza di gravità, senza elettricità. AutoPot ha dimostrato d'essere uno dei sistemi di coltivazione più efficaci al mondo. È espandibile e potete coltivare da una a mille piante semplicemente aggiungendo altri moduli. Essendo modulare AutoPot si adatta ad ogni ambiente di coltivazione sia indoor che in serra. Si possono così ottimizzare gli spazi e spostare facilmente i vasi dall’ambiente di crescita a quella di fioritura.
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MEDICAL CANNABIS
Marijuana per la terza età Il proibizionismo ha reso la marijuana una droga per giovani », sostiene l’attivista olandese Wernard Bruin, in quanto con la loro spregiudicatezza sono più disposti a infrangere una legge che ritengono ingiusta, perché vieta una sostanza che considerano innocua, e ciò sta crescendo intere generazioni abituate all’illegalità e che di Davide Calabria non credono nel Governo. Le statistiche, infatti, parlano chiaro e i giovani scelgono sempre più la marijuana per distrarsi dalla quotidianità, preferendola alle droghe pesanti e a quelle sintetiche. Secondo la relazione 2013 del Dipartimento alle Politiche Antidroga italiano, calano i consumi di eroina, di cocaina e allucinogeni, mentre aumenta quello di cannabis: i consumi delle droghe calano, cioè, giusto perché aumenta quello di cannabis in sostituzione. In particolare, tra i giovani nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni, il 21,43% ha dichiarato d’aver consumato marijuana 1 o più volte negli ultimi 12 mesi.
grazie al dono di una vecchiaia felice, serena e di una morte senza dolore. Questo, sia chiaro, avviene trovando la cannabis più adatta alle proprie esigenze e consumandola pura e responsabilmente. Solo così, anche un semplice pensionato annoiato può modificare
estratto dai fiori, con altissime quantità di principi attivi. È quindi particolarmente adatta agli anziani, specialmente quelli attuali, che non hanno avuto la possibilità di consumarla in gioventù a causa del divieto. Diversi studi hanno dimostrato come gli hippies americani che avevano consumato cannabis durante la giovinezza, non abbiano poi sviluppato malattie come il Parkinson e l’Alzheimer nella vecchiaia. Il progresso ha allungato la vita, ma sottoposto a sofferenza ed è quindi un obbligo morale ridonare qualità all’esistenza con la cannabis. La canna-
Finché si resta nei termini di consumo saltuario, la cosa non rappresenta ovviamente un problema. Un consumo quotidiano e regolare di cannabis durante la fase di sviluppo, fino ai ventun anni, invece – sebbene preferibile a quello di alcol, tabacco o altre sostanze illegali – non è comunque idoneo alla salute dei ragazzi (nei giovani, per esempio, rende più fragili le tibie).
Nel rispetto degli anziani, la cannabis tiene a bada gli effetti collaterali dei farmaci, anche della morfina, e potrebbe sostituirne molti, per non dire tutti, in certi casi. Un solo farmaco – anziché una decina – per una terapia dolce priva di effetti indesiderati che, se assunto in giuste dosi, solleverebbe dignitosamente le sorti degli anziani e di chi se ne prende cura.
Il proibizionismo, invece, relega l’assunzione di marijuana ai giovani, con la pretesa che poi, crescendo, il consumo venga interrotto per dedicarsi alle cose serie della vita. In realtà, tutto ciò è una colossale balla e solo dopo i ventuno anni il consumo di cannabis può iniziare ad essere svolto con una certa regolarità, anche in un'ottica preventiva nei confronti delle malattie – per contrastare patologie e per correggere eventuali squilibri fisiologici creati dai malesseri. Fino a vent’anni, d’altro canto, la maggior parte delle persone sta bene, e solo con l’età adulta sorgono i primi acciacchi e un interesse per la spiritualità, che a quel punto diventa un fattore chiave
IL PROGRESSO HA ALLUNGATO LA VITA, MA SOTTOPOSTO A SOFFERENZA ED È QUINDI UN OBBLIGO MORALE RIDONARE QUALITÀ ALL’ESISTENZA CON LA CANNABIS. per la salute. La cannabis, olisticamente, serve proprio a correggere gli sbilanciamenti spirituali, e questo le permette di curare le malattie. In teoria, quindi, il consumo di cannabis dovrebbe seguire la progressione della vita, essere limitato occasionalmente al solo uso medico nella gioventù, per poi crescere con l’aumentare delle necessità, quindi dell’età, accompagnando la persona, religiosamente (in termini induisti), verso il Paradiso,
Group (GWG) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), in collaborazione con l’Università Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma, e pubblicata sul Journals of Gerontology Series, gli anziani italiani assumono mediamente dai 5 ai 9 farmaci al giorno. Su oltre 12 milioni di italiani over 65, oltre la metà prende 9 farmaci, oltre l’11% supera i 10. Per la maggiore vanno i farmaci per l’ipertensione, la depressione, l’osteoporosi e gli anti-diabetici (tutte patologie prevenibili con la cannabis), che assunti contemporaneamente creerebbero effetti collaterali devastanti anche in un giovane, figuriamoci in un anziano. Secondo lo studio, ad esempio, l’assunzione di 2 o più farmaci per l’alterazione del ritmo cardiaco pone a rischio 36mila anziani, l’uso contemporaneo di tre farmaci pro-emorragici pone a rischio di sanguinamento 22mila persone, mentre l’impiego di tre farmaci dannosi per i reni pone a rischio d’insufficienza renale ben 85mila persone anziane. Tutti questi farmaci, poi, presi a lungo, potrebbero proprio essere la causa di malattie come il Parkinson e l’Alzheimer – dove la cannabis risulta ottima per fermare i tremori e nel migliorare la memoria, in particolare quella episodica legata agli eventi piacevoli, per il proseguo della vita.
le priorità volute dalla società senza canapa, che gl’impongono di starsene tranquillamente sul divano, e dedicarsi a una delle innumerevoli attività che gli passano per la mente sotto effetto della marijuana. È un farmaco eccezionale per vari acciacchi, da quelli comuni come il raffreddore – quando il livello di cannabinoidi presenti nella ganja è basso –, fino ad arrivare al cancro, quando ingerita sotto forma di olio concentrato
bis è sempre più utile invecchiando, semplicemente perché il corpo tende a ossidarsi, a seccarsi e la marijuana, con il suo richiamo a bere liquidi, per la sete innescata dal consumo, non fa altro che oliare l’organismo, rendendolo più fluido, facilitando quindi un sano invecchiamento. L’acqua è vita, si sa, e allora perché non la cannabis, che per sua natura spinge a berla? Eppure, come recentemente rilevato da una ricerca del Geriatrics Working
In particolare, la cannabis è l’ideale per l’anziano, oltre che per il malato, perché si tratta di soggetti con mobilità ridotta. È noto come il corpo umano produca endocannabinoidi analoghi ai cannabinoidi della cannabis e che ciò avvenga, per esempio, svolgendo dell’attività fisica. È dimostrato come anche soli 30-40 minuti di camminata possano aumentare incredibilmente i livelli di endocannabinoidi nel corpo. Questi endocannabinoidi hanno funzioni farmacologiche analoghe a quelle della cannabis, innescando appetito, relax, sonno e ovviamente un effetto antidolorifico. Una persona giovane e sana può quindi sempre dedicarsi all’attività fisica per migliorare il proprio stato di salute, attivando il sistema endocannabinoide, mentre un anziano, a meno che non sia in gran forma, raramente ha le forze per mettersi a fare jogging. L’anziano potrebbe quindi essere assalito da diverse paure: sensazione di non farcela, di soffrire, di star male, di non guarire, di non poter tornare come prima o, per esempio, di non avere le forze sufficienti per vivere. Questo tipo di paure sono quelle cui la cannabis può porre rimedio, garantendo un buon sonno, per esempio, quindi la possibilità di un risveglio con le energie per affrontare la vecchiaia. Garantisce
11 poi appetito, che altrimenti l’anziano perde per mancanza di movimento. Un buon riposo e l’appetito son la chiave per la salute, ma c’è di più, perché la cannabis, così come gli endocannabinoidi, sensibilizza le viscere e, consumata con consapevolezza, porta pure a scegliere cibi sani, a evitare l’abuso di caffè, alcol e sigarette, a svolgere attività fisica e meditazione, quindi a tutta una serie di buone abitudini utili per invecchiare bene. Ovviamente gli anziani potrebbero trarre beneficio anche dalla semplice alimentazione dei prodotti derivati dai semi di canapa, da considerarsi nutrizionali e farmacologici allo stesso tempo. La farina di semi di canapa, per esempio, è gran apportatrice di potassio (730 mg. in 100 gr. di peso). Con il potassio assunto, favorito anche dall’assunzione di marijuana tramite inalazione, il corpo può sopperire ai tipici effetti della sua mancanza, che spesso caratterizzano la terza età: confusione, debolezza muscolare, riflessi ritardati, inappetenza, fino alla paralisi. Questi sintomi – tipici soprattutto del periodo autunnale e invernale che sta per giungere, quando la mancanza di luce può togliere ai più deboli il buon umore – possono quindi essere risolti
evitare certe situazioni, grazie a una corretta posologia indicata al paziente. Quello che manca alle leggi attuali è proprio di risolvere quest’ignoranza dei curanti. Oggigiorno, però, con un
poco di buona volontà, il medico e il farmacista, come chi non conosce la cannabis, può nuovamente iniziare ad avvicinarsi alla canapa, partendo dall’assunzione di olio di semi, senza
La marijuana usata per guarire la persona, permette di provare il paradiso farmacologico naturale, in sintonia con l’Universo (Dio per i religiosi), differente da quello artificiale innescato dai
farmaci di sintesi, capaci di anestetizzare tutto, non solo il dolore, ma anche le emozioni, “zombiezzando” alla lunga le persone. Non che le medicine di sintesi non possano essere utili, anzi, ma nel
NEL RISPETTO DEGLI ANZIANI, LA CANNABIS TIENE A BADA GLI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI E POTREBBE SOSTITUIRNE MOLTI, PER NON DIRE TUTTI, IN CERTI CASI. dalla cannabis. Risolvendo questi sintomi classici della mancanza di potassio, scompaiono pure le paure, così come gli antichi culti induisti del Dio Shiva associavano la cannabis al concetto del non temere. L’importante è non esagerare con l’assunzione di cannabis, ma sapersi regolare, altrimenti, troppo potassio può a sua volta generare debolezza e confusione, ma anche pesantezza muscolare, fino al rischio di far giungere al collasso cardio-circolatorio, risolvibile slacciando gli eventuale bottoni e cinture e mettendosi sdraiati con le gambe su un rialzo. Ovviamente, medici e farmacisti, fossero realmente informati, potrebbero
THC, ricco di vitamine, Omega 3 e 6, riprendendo così confidenza con questa antica cultura medica. Con il semplice olio di semi di canapa si possono risolvere molti problemi dell’anziano, diminuire o interrompere l’assunzione di farmaci come quelli per il colesterolo, che generalmente si manifesta con l’età, e riequilibrare l’esistenza di moltissime persone. Se poi proprio servisse, la marijuana da resina ricca di cannabinoidi, può sicuramente risultare utile in malattie neuro-degenerative come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson e la malattia di Huggtington, grazie al suo effetto rilassante e rigenerante delle cellule celebrali.
mondo non distorto dal proibizionismo, dovrebbero essere l’alternativa alla marijuana e non il contrario. Quest’estate, tra l’altro, il rabbino ortodosso Efraim Zalmanovich, della città israeliana di Mazkeret Batia, ha dichiarato Kosher, in sintonia con Dio, cioè, l’uso medico della cannabis, dando il primo segno d’apertura da parte delle grandi religioni patriarcali di questo mondo. Guarda caso, in Israele la cannabis è data agli anziani sopravvissuti all’Olocausto, esistono varietà per la mattina, il pomeriggio e la sera, con nomi come “Raggio di luce”, che rendono bene l’idea del suo effetto sulla depressione, ed è fornita al prezzo di
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2,5 dollari al grammo, grazie ad una produzione nazionale. Come dicono da sempre i rastafariani, quindi, la marijuana è adatta a trovare l’armonia con Dio. Poi un giorno ci diranno pure che molte delle grandi religioni derivano probabilmente da culti cannabici, che Cristo utilizzava la canna odorifera per i suoi miracoli e che Dio è femmina, come i fiori femminili di cannabis che permettono di entrare in sintonia con l'universo, e a quel punto la salute pubblica ne avrà un beneficio enorme. La reintroduzione della marijuana terapeutica procede quindi lentamente, per cotanta ignoranza peninsulare, ma in modo sano. In Italia il medico può prescrivere la cannabis su ricetta bianca, lo specialista ospedaliero può farla importare gratuitamente dall’Olanda e, da quest’autunno, il Sativex, per i malati di sclerosi multipla con spasmi, sarà il primo farmaco cannabinoide commercializzato sul suolo nazionale, ma le prescrizioni sono ancora nell’ordine di un solo centinaio (in Israele sono passate dalle 200 nel 2005 alle 10.000 del 2012). Con il decreto del 23 gennaio 2013, tra l’altro, firmato dal Ministro della Salute Balduzzi del governo Monti, i derivati vegetali della pianta di cannabis sono stati inseriti nella Tabella 2B. Ciò permette ai farmacisti di preparare tinture, estratti fluidi, oli concentrati, che possono far presa anche sulle persone più anziane. Una tintura da prendere a gocce non discosta molto dalle abitudini mediche dei nostri nonni e potrebbe trasformarsi facilmente in una medicina assunta volentieri, priva dell’effetto psicoattivo derivato dalla combustione tipica dello spinello. Quel che resta da fare a quest’esercito di malati, diversamente abili, anziani in difficoltà e gente con la fede rotta, quindi, è insistere affinché l’intera pianta di cannabis sia naturalmente introdotta nella Tabella 2B, in modo sia coltivabile e commercializzabile pure in Italia. (Prima d’intraprendere la cura rivolgersi all’Associazione Cannabis Terapeutica, www.medicalcannabis.it)
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MEDICAL CANNABIS
Marijuana, memoria e positività Come sostiene Mila Jansen della Pollinator Company di Amsterdam – colei che ha brevettato macchine come la Bubbleator per l’estrazione di resina dalla cannabis al fine di realizzare il famoso Ice-o-lator – “compito della medicina olistica è quello di ripristinar una sana positività, grazie ai giusti dosaggi di erbe e oli essenziali”. Una positività come quella indicata dalla canzoni da Bob Marley, che indubbiamente era influenzata dall’inspirare cannabis, maestra del mondo vegetale nel riportare un organismo vivente a quella che chiamano vita: la coltivazione della canapa è in grado di ripristinare un terreno inaridito o addirittura inquinato, così come l’assunzione di marijuana può depurare un essere umano o un animale dalla malattia.
La cannabis attiva i recettori dei cannabinoidi nell’ippocampo e nella corteccia prefrontale, la parte del corpo rivolta al futuro, e tutto ciò ha magicamente il potere d’interrompere la memoria di lavoro (a breve termine), cancellare i brutti vissuti e dare risalto a quelli belli. Attenzione, però, l’interruzione della memoria a breve termine è positiva nei
il corpo e insegna che per risolvere un problema ci sia bisogno di concentrazione, anziché di distrazione. In realtà, grazie alla distrazione, è possibile ritrovare la sorpresa nel quotidiano, interrompendo l’alienazione di una vita vissuta in maniera negativa. È così più facile, per esempio, scordare e accettare una separazione o l’aver subito un torto, semplici questio-
termini della terapia, perché serve a distrarre il cervello dal circolo negativo delle memorie avverse o del dolore che si è creato nella testa del paziente.
ni che rimuginandoci sopra potrebbero portare a qualche malanno.
di Davide Calabria La cannabis è la regina delle erbe olistiche ed è maestra nel riportare l’individuo a una vita positiva grazie anche al suo effetto sulla memoria. Ciò, nonostante i proibizionisti si siano da sempre arrampicati sui vetri per trovare degli effetti negativi nella marijuana, dando risalto a studi contorti che dimostrano come quest’erba verde come la speranza sia in grado d’interrompere la memoria a breve termine. Ciò significa, facendo un semplice esempio, che mentre stai facendo una partita a ping pong, i due contendenti potrebbero continuamente distrarsi, ridendoci sopra, e scordarsi il punteggio ogni tre per due. In questo caso, però, ci troviamo nell’uso ludico, e la cosa non è da prendere molto seriamente, anche perché scatena risate incontrollabili che fanno un gran bene alla salute, mentre questa caratteristica della cannabis ha delle ragioni terapeutiche molto valide. Ragione che gli studi scientifici in questione non riescono a rilevare, perché nati da una visione separatista del mondo, tipica dell’Occidente, dove un individuo è
Esistono, ad esempio, studi scientifici sulla memoria che dimostrano come la cannabis sia di gran sollievo a chi soffre di Post Traumatic Stress Disorder, il continuo richiamo alla memoria, cioè, di episodi brutti della propria vita, che mettono il paziente in continuo stress anche a distanza di tempo dall’evento avverso. Su questo argomento scrissi già un articolo tempo fa, titolato Fumo per dimenticare, mostrando appunto come la cannabis fosse l’ideale per scordare i brutti vissuti, contrariamente all’alcool che può intensificare l’accaduto non piacevole. In questo senso, per esempio, è utilizzata in Israele per alleviare i brutti ricordi ricorrenti nei soldati di ritorno dal fronte. Ancora, un articolo pubblicato questa primavera sul sito della Sensi Seed, titolato La Marijuana e la sua capacità d’aumentare la memoria episodica, di Sebastian Marincolo, spiega come la cannabis, così come testimoniato da illustri scrittori della storia e da consumatori attuali, sia in grado di migliorare la “memoria episodica” o “memoria
Guarda caso, l’azione sulla memoria a breve termine avviene più con le varietà
LA CANNABIS È LA REGINA DELLE ERBE OLISTICHE ED È MAESTRA NEL RIPORTARE L’INDIVIDUO A UNA VITA POSITIVA GRAZIE ANCHE AL SUO EFFETTO SULLA MEMORIA. separato, per esempio, dall’Universo, così come una ricerca dalle altre. Quando sei separato dal mondo, poi, devi concentrarti molto per risolvere un problema. Con la visione del misticismo orientale, invece, sicuramente ispirata anche dalla cannabis che è stata utilizzata per millenni nella medicina asiatica, l’uomo è parte dell’Universo, così come si sente sotto effetto della cannabis o dopo aver attivato il sistema cannabinoide con una corsa. Quando si è parte dell’Universo si è ben presenti e a quel punto è necessaria la distrazione per poter risolvere la questione. Un ricerca scientifica non è quindi entità separata dalle altre e tutte devono essere rapportate nell’insieme per ricavarne una visione più chiara.
autobiografica”. Sotto l’effetto della marijuana, in pratica, l’essere umano è in grado di recuperare episodi piacevoli della vita, anche molto distanti nel tempo, come può essere, per esempio, una carezza della nonna quando si era bambini o l’affetto della propria madre. I ricordi passano direttamente per la mente in modo vivo e non semplicemente come ricordo del ricordo. Ad affiorare, guarda caso, sono gli episodi più teneri della vita dell’individuo, a ricordare che la felicità eterna si trova nei gesti più piccoli e spontanei e nel trovare divertimento con poco, così come avviene con la cannabis, capace di portare la morbidezza di un bambino nel corpo, quindi la gioia nelle esperienze.
di indica, che notoriamente sono le più terapeutiche. Quando una persona ha dolore a un’arto, per esempio, la mente del soggetto tende erroneamente a focalizzarsi sul male. Volgarmente, infatti, si dice che se ti fa male un dito della mano destra, dandoti una martellata su un dito della mano sinistra, il primo dolore ti passa al volo, perché la mente sposta la sua attenzione su qualcosa d’altro. Senza bisogno di auto-lesionarsi prendendosi a martellate, la cannabis ha la capacità d’interrompere il pensiero del dolore nelle memoria di lavoro, dando risalto, con la distrazione, per esempio, al colore o al profumo di fiore. Non un è concetto facile alla comprensione di un occidentale, visto che la cultura romano- cattolica non spinge a percepire
È la nobiltà della cannabis che, come il tempo, abbellisce il ricordo. Quando il tempo impiega troppo per donar sollievo, quindi, è possibile consumare marijuana, ottenendo un effetto distensivo sulla mente, grazie al fatto che la cannabis aumenta la velocità dell’orologio interno della persona. A quel punto, con la mente colma d’immagini belle e positive del proprio vissuto, è più facile lanciarsi in un futuro basato sulle esperienze positive della propria vita.
Quando pianti i semenzali o i cloni, dovresti sempre aver considerato il fatto che la marijuana può crescere a un ritmo molto sostenuto. Di conseguenza prevedi uno spazio grande abbastanza grande in cui le piante possano espandersi senza intralciarsi.
4° Fiera internazionale della cannabis
8–10 novembre 2013 Incheba Expo Praga cannafest.cz
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OUTDOOR FOR DUMMIES Preparazione del terreno
Corso di cannabicoltura outdoor per principianti V Dopo aver portato avanti la prima coltura, dalla germinazione alla cura finale, siamo giunti a una nuova stagione. Questa volta cominceremo Monseñor José María prima dalla preparazione del terreno. L’anno scorso, quando è cominciato Outdoor for Dummies, abbiamo consigliato di acquistare un substrato già pronto, dato che è la soluzione più semplice per i principianti, oltre a essere estremamente efficace. In questa stagione abbiamo ancora tempo per preparare bene il terreno, ma prima di tutto alcune osservazioni sulla posizione.
Scegliere la posizione Quando si deve scegliere un luogo per la coltura, a volte si ha una sola possibilità a disposizione e in questi casi, ovviamente, bisogna adeguarsi. Quando si possono scegliere diverse ubicazioni, conviene selezionare un luogo dove ci siano almeno cinque ore di luce diretta ogni giorno, per cui sono consigliabili le aree orientate verso sud, per esempio il lato nord delle montagne, che generalmente è più umido e meno adatto alla coltivazione. Bisogna osservare il luogo in orari diversi, controllare se ci sono alberi o altri elementi che facciano ombra. Meglio ancora recarvisi l’estate precedente, il che è ideale, ma dato che generalmente non accade, tenete presente che d’estate il sole segue un percorso più lungo che in inverno. Bisogna inoltre controllare se è protetto, poiché sia i venti eccessivi che gli sguardi indiscreti sono cattivi compagni del cannabicoltore. Un altro fattore è il facile approvvigionamento d’acqua.
Tipi di terreno È importante osservare il tipo di terreno. È utile avere con sé una piccola pala e un coltello per praticare tagli netti che consentano di osservare il profilo e la sequenza di strati del terreno, oltre a una lente d’ingrandimento portatile. Un test molto semplice è quello di praticare un foro, riempirlo d’acqua e vedere quanto
Preparazione del substrato per vasi
ci mette a drenarla, il che ci darà indicazioni sull’umidità del terreno e sulla sua capacità di ritenzione. Seguono alcune indicazioni di base. Se volete approfondire l’argomento, consultate dei libri di edafologia in biblioteca. L’ideale è un terreno vivo, arieggiato e pieno di materia organica. Se il terreno è buio e si vedono dei vermi di terra quando si scava, allora i segnali sono molto positivi. Il fango che si deposita vicino agli argini dei fiumi è inoltre fantastico per la coltura, grazie all’abbondante quantità di nutrienti. I terreni rossicci e compatti sono argillosi, trattengono molto l’umidità, ma hanno un drenaggio difficile. I terreni a maglia larga e poco consistenti sono arenosi e drenano meglio, ma trattengono male l’acqua. A tutti i terreni piace che si aggiunga materia organica. Somministrare sterco e compost con regolarità è il modo ideale per migliorarli e per crearvi una buona struttura.
dità, mediante la cosiddetta calcinazione. Oltre alla calce, si usa anche la cosiddetta calce di alghe, il Lithothamnium calcareum, ricco di calcio, magnesio e microelementi. Sebbene dia risultati eccellenti, l’utilizzo è ora in calo, poiché per produrla venivano distrutti interi coralli. La calcinazione non è necessaria tutti gli anni, perché sarebbe eccessivo.
Lavorazione del terreno
Il pH del terreno o dell’acqua d’irrigazione è molto importante, perché misura l’acidità o la basicità del substrato. Un pH adatto a ogni varietà di pianta è estremamente importante affinché possa assorbire i nutrienti di cui ha bisogno. Il range va da 1, il più acido, a 14, il più basico. Il pH neutro è 7. La marijuana richiede un terreno leggermente acido, attorno al 6,5. In questo modo si hanno a maggior disposizione i nutrienti, oltre al fatto che un terreno di questo tipo favorisce la vita batterica ideale per la coltura nel terreno.
Il sistema ad aiuole profonde consigliato da John Seymour è molto utile. Questo metodo si basa nella creazione di aiuole profonde e libere. Una volta creata la struttura non si devono più schiacciare, in modo tale che le piante possano mettere facilmente le radici in profondità, il che è la base per una pianta sana e ben nutrita. Per muoversi con facilità attorno all’aiuola, bisogna optare per dimensioni maneggevoli, di circa 1,5 metri di larghezza, per arrivare al centro senza calpestare. La lunghezza è variabile, ma non bisogna esagerare, affinché non sia poi difficile circondarlo da un lato all’altro dell’aiuola. Per farlo a mano, si delimita l’aiuola con delle corde e si scava il primo strato di terreno in profondità. Si tiene poi da parte il terreno fertile e si distribuiscono sterco, composto e integratori. In seguito si scava nuovamente in profondità per dissodare il terreno a fondo e incorporare bene gli alimenti. Aggiungiamo ora il terreno messo da parte, miscelato con i rispettivi integratori. Se il terreno è estremamente arenoso o argilloso, quanta più materia organica si aggiunge, meglio è. Aggiungeremo inoltre all’aiuola il terreno dello spazio fra un’aiuola e l’altra usato come corridoio, per cui l’aiuola fuoriuscirà dal terreno, il che lo rende estremamente adatto per climi molto piovosi che richiedono un buon drenaggio.
Nella parte ovest della Spagna (Galizia, Asturie, Extremadura, Cadice, ecc.) predominano i terreni acidi, per cui tradizionalmente gli agricoltori hanno apportato modifiche per ridurre tale aci-
Gaspar Caballero ha proposto il sistema a pareti in crestall per i climi un po’ meno piovosi. Consiste in aiuole cui non si dà altezza, in modo tale che non drenino molto, oltre a essere potenziato con l’irri-
Acidità e calcinazione
Vasi tappati
gazione per essudazione e con una buona cuscinatura. È importante ricordare di non calpestare le aiuole. Se un’operazione prevede di mettersi sopra, si utilizzerà una tavola per distribuire il peso sul terreno. Conviene togliere i sassi che incontriamo sul nostro cammino. Si possono mettere ai lati delle aiuole, ma saranno un rifugio di bavose e lumache, per cui bisognerà togliere questi ospiti con regolarità. Gli agricoltori che vogliano applicare il sistema di scavo in profondità con motozappatrice o altri macchinari, per superfici più ampie, possono lavorare il terreno in strisce lunghe, in cui si alza il primo strato, si aggiungono gli integratori e si da un’altra passata per sgranare e dissodare bene lo strato inferiore del terreno. Il primo strato del terreno è il più fertile, per cui bisogna metterlo da parte e conservarlo, per non mischiarlo con gli strati inferiori di minor qualità. Per tutti gli amici dell’agricoltura e dell’autosufficienza, l’acquisto de “La felicidad de vivir en el campo” (letteralmente “La felicità di vivere in campagna”) e la “Guía practica del horticultor autosuficiente” (letteralmente “La guida pratica dell’orticoltore autosufficiente”) di John Seymour è un buon investimento. Contengono infatti schemi dettagliati su come procedere con queste aiuole, oltre a moltissime altre informazioni di prima qualità. Un altro sistema è quello di scavare un buon buco e aggiungere gli integratori. Si può anche utilizzare il sistema più semplice: scavare un buco e riempirlo di substrato per la cannabicoltura, con un paio di manciate di guano di pipistrello in barrette, oltre ad altri integratori, come citato in precedenza.
Terreno per vasi In ogni situazione i substrati già pronti sono molto efficaci, perché oltre a essere utilizzati sin da subito, contengono generalmente una quantità adeguata di nutrienti, hanno un pH corretto e sono ben arieggiati, tutti aspetti da tenere in considerazione quando si prepara il terreno per i vasi. Molti cannabicoltori preferiscono preparare da sé il substrato. La ricetta base più usata è quella di mischiare in parti
Un buon terreno di piante sane
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Preparazione della coltura
Tre aiuole
Aiuole stile pareti in crestall
Abbondanti germogli coltivati organicamente
uguali torba, perlite e humus di lombrico. La torba è la “terra base” della ricetta, mentre la perlite aumenta il drenaggio e l’humus di lombrico apporta gli alimenti. Dato che la perlite generalmente galleggia quando s’irriga ed esce dal substrato, si può diminuire la rispettiva quantità e aumentare così quella di torba e di humus di lombrico: in questo modo la perlite rimane più “intrappolata”. In questa ricetta base si possono unire vari elementi, a seconda delle preferenze del cannabicoltore e dei materiali a disposizione. Per gestire quantità importanti di substrato, bisogna delimitare uno spazio in cui si possono impilare gli ingredienti. Anche se si può utilizzare una betoniera o una pala, è sempre un piacere indossare i guanti e mescolare a mano tutti gli ingredienti. Dopo poco sentirete un gradevole profumo di bosco.
Integratori Integratori minerali: normalmente a base di rocce di potassio o fosforo schiaccia. Non eccedere. Guano di pipistrello: fornisce alle piante l’apporto di fosforo e potassio necessario alla fioritura, oltre ad altri micronutrienti. L’erba coltivata con guano di pipistrello
acquisisce un sapore dolce, naturale e squisito. La marca Guanokalong lo offre in vari formati, ma le barrette sono le più adatte da incorporare al substrato, mentre il crushed (barrette schiacciate) è ottimo come copertura, mentre per le soluzioni da sciogliere si consiglia il formato in polvere, sebbene si possa acquistare anche l’estratto liquido. Humus di lombrico: denominazione popolare del compost di verme o lombrico, lo sterco dei vermi è un nutriente fantastico per la cannabicoltura, perché oltre a contenere i macronutrienti di base (soprattutto azoto, ma anche fosforo e potassio), fornisce altri micronutrienti, oltre agli acidi humici e fulvici e diversi ormoni vegetali (auxine, gibellerine e citochine). Ogni manciata di compost di verme contiene miliardi di batteri che lavorano gratis per il cannabicoltore, creando vita, ossigenando il substrato, ripulendolo e contribuendo a incorporare nutrienti. Oltre a miscelarlo al substrato, è ideale per preparare una copertura per la superficie. In questo modo si stabilizza la temperatura e si proteggono le radici, mentre i nutrienti vengono assorbiti con l’irrigazione.
Torba di cocco: oltre ad essere ampiamente usata nella cannabicoltura, soprattutto come sostituto della perlite, consiste nella corteccia che ricopre il cocco, schiacciata per formare un substrato. Prima di tutto è necessario lavarla e bagnarla per ammorbidirla. Questo procedimento è realizzato in vasche enormi. Il cocco adatto alla cannabicoltura richiede un lavaggio approfondito e con acqua dolce, mentre molti dei substrati a basso prezzo che si trovano sul mercato sono di qualità inferiore e contengono molti sali, a causa di un lavaggio sbagliato o con acqua di mare. Un altro aspetto importante è che il taglio e l’omogeneizzazione siano fatti correttamente, oltre a tamponare il pH adatto all’erba. Il cocco di Canna è disponibile in fiocchi, ideali per la coltivazione. Il pH infatti è ben impostato e ha un basso contenuto di sali. Oltre al substrato di cocco in sacche, è possibile anche acquistare mattonelle di cocco pressato, che sono molto più facili da trasportare. Per usare il cocco pressato, bisogna reidratarlo in un secchio con abbondante acqua. Miscele per la preparazione del terreno: come per esempio il Pre Mix di Biobizz, contengono molte cose come la farina di alga o di ossa. Ideali per integrare altri nutrienti.
Sterco e compost La terra madre richiede un maggior apporto di nutrienti, per cui oltre a quanto indicato in precedenza, si usano molto lo sterco e il compost. Lo sterco ha varie proprietà, a seconda dell’animale che lo produce. Quello bovino è delicato ed estremamente adatto alla preparazione del terreno, mentre quello di cavallo è più caldo ed è dunque adatto alla coltivazione invernale. Con la pollina bisogna stare attenti, perché l’utilizzo ripetuto può alterare il pH del terreno. Lo sterco più apprezzato è quello delle fattori dove si utilizza paglia per la lettiera del bestiame. In questo modo si miscelano gli scarti degli animali ricchi di azoto, con la paglia che apporta carbonio e si forma un compost naturale una volta che si lascia maturare il tutto in grandi quantità. Lo sterco migliore è quello prodotto dal bestiame al pascolo di giorno e in stabulazione la notte, che non riceva molti farmaci. Il bestiame passivo e legato a rimedi chimici e mangimi preparati produce uno sterco di qualità nettamente inferiore. Il trucco per lo sterco è quello di distribuirlo a novembre, appena dopo il raccolto, in modo tale che abbia tempo per essere assimilato dal terreno. In caso contrario,
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18 con cui si può produrre compost in pile o in superficie. Le leguminose hanno la caratteristica di aiutare a lasciare azoto a disposizione nel terreno. Nella coltivazione in serra, di solito si rinnova la terra ogni anno e la si lascia seccare all’esterno, introducendo un nuovo substrato commerciale. Questa tecnica richiede una spesa importante ogni stagione. È dunque molto più semplice organizzare la terra aiuole profonde, praticare la rotazione lasciando ogni anno la terra coltivata ad altro e usare concimi verdi quando la terra non è coltivata. Le aiuole rimarranno spugnose e ben distribuite, pronti per essere ripiantati la stagione seguente. Per ottenere germogli di qualità non serve la chimica
conviene che sia sterco maturo, in modo tale che prenda la forma di compost, scuro e dall’odore di bosco.
Disinfezione del terreno Sebbene si consigli l’utilizzo di sterco e compost maturi prima dell’inizio della stagione, sappiamo che molti dei nostri lettori finiranno con l’usare sterco e compost giovani a maggio o addirittura a giugno. Il risultato più diffuso è l’invasione della mosca del terreno che ha un ambiente ideale per deporre le sue larve. Le larve si sviluppano, mangiano le radici delle piante appena trapiantate e le indeboliscono. Come nel substrato le radici attaccate si biforcano eccessivamente, in superficie non formano una buona struttura, ma si ramificano e creano gruppi di fiori più piccoli. Dopo aver mangiato le radici, le larve assumono la forma di mosche. Se le si lascia, continueranno a ripetere il loro ciclo, cosicché al momento del raccolto, le piante saranno piuttosto infettate dalle mosche, il che porterà a problemi di natura estetica. Per evitarlo, bisogna lasciare gli alimenti ben sotto terra e disinfettare il terreno. La disinfezione del terreno è una misura preventiva estremamente efficace. Sconsigliamo la disinfezione chimica, perché porta a intossicazione del terreno e sebbene il substrato venga cambiato tutte le stagioni, non è sostenibile, né per la terra, né per le tasche, oltre a richiedere procedimenti molto laboriosi. La solarizzazione è ammessa in agricoltura ecologica e consiste nel tappare il terreno con plastica nera e utilizzare il calore prodotto per disinfettarlo. Ad ogni modo è una procedura che influisce sulla vita del terreno. Disinfettare il terreno con nematodi è la miglior alternativa. Gli Steinernema feltiae cercano attivamente le larve delle mosche nel terreno e le distruggono, oltre ad attaccare il trip e i bruchi in certe fasi. L’utilizzo è molto semplice: si applicano irrigando appena prima di piantare. Lo si può fare con irrigazione diretta, goccia a goccia o nebulizzata. I nematodi si conservano in frigorifero per settimane e nel terreno per mesi. Vengono uccisi solo dai nematocidi, per cui si possono usare uniti a trattamenti e fertilizzazione chimica.
Alimentare il terreno
Mucchietto di compost
Preparazione del compost Il compost è una soluzione economica ed ecologica per riciclare il cibo, i resti vegetali e boscaglia. Il segreto del compost è un rapporto adeguato fra Carbonio e Azoto, ossia 25-30 parti di carbonio per ogni parte di azoto. Per esempio, falciando un terreno agricolo otteniamo resti con un elevato contenuto di azoto che possono essere uniti a foglie secche o paglia secca per apportare carbonio. Il metodo sta nell’iniziare il compostaggio direttamente sulla terra e alternare strati di alcuni materiali e altri. Bisogna avere una quantità di almeno un metro cubo per ottenere un compostaggio rapido ed efficiente quando la temperatura adeguata viene raggiunta dal compost impilato, il che, fra le altre cose, garantisce allo stesso una maggior protezione dagli insetti infestanti. Si può anche aggiungere sterco o altre sostanze organiche. Se volete aggiungere al compost delle sostanze organiche riciclate, praticate un foro, inserite il tutto e tappatelo. Non conviene lasciarlo all’aria aperta, perché potrebbe attirare la mosca della terra. Il grado di umidità è importante, perché se rimane molto asciutto, il processo non verrà portato a termine correttamente, mentre se rimane troppo umido, si produrrà maggior putrefazione che compostaggio. Di conseguenza, in climi umidi può essere necessario tapparlo, mentre nei climi secchi, si dovrà irrigare. Sfruttate i giorni lunari indicati da Miguel Gimeno in questo numero di Soft Secrets per irrigare con infusioni di alghe o pesce e otterrete un supercompost.
fatto con tempo a disposizione, mai nella terra allo stesso tempo della coltivazione. Un buon compost è scuro e ha odore di bosco. Offre un apporto di humus fantastico per migliorare la struttura del terreno. Non si tratta solo di alimenti, ma di materia viva che lavorerà per noi. Sebbene tutte queste indicazioni possano far sembrare il compostaggio un processo complicato, in realtà è molto semplice. Il fatto sta nel cominciare e quasi sempre riesce bene anche a chi è alle prime armi. Nel peggiore dei casi, si ricomincia impilando, alternando il compost uscito male con del nuovo materiale. Nei luoghi più sperduti, dove è difficile reperire materiale, il compostaggio di boscaglia e di altri resti è la soluzione migliore, oltre a essere estremamente discreto.
Rotazione e concime verde Anziché lasciare la terra scoperta ed esposta agli elementi, è meglio coprirla con un’altra coltura, finché non arriva il momento di piantare la marijuana. Un terreno occupato si arricchisce e drena, mentre la terra lasciata a sé perde le sue qualità e si deteriora. Se c’è tempo per portare a termine questa coltura, fantastico, altrimenti tagliate prima. In questo modo, oltre a mantenere il terreno attivo, si genera una massa vegetale
Si possono acquistare contenitori da compost in plastica per piccoli esperimenti sul balcone, ma in qualunque azienda agricola di una certa superficie, è meglio prodursi un sistema per il compostaggio. Il modello più diffuso è quello dei tre cassetti, il sistema più semplice è un tubo fatto di maglia metallica. Un sistema molto semplice è il compostaggio in superficie, stendendo uno strato e lasciando agire il ciclo naturale. Nel processo di compostaggio, i materiali legnosi e contenenti molto carbonio prendono temporaneamente una parte dell’azoto che sarà poi restituito, di conseguenza il compostaggio deve essere
Mucchi di compost tappati
Uno dei grandi trucchi dei cannabicoltori è alimentare il terreno, non le piante. Con una terra madre ben preparata e viva, le piante potranno assorbire dalla stessa tutto ciò di cui hanno bisogno. La cosa più importante è che abbia una buona quantità di alimenti. Un terreno ben nutrito è la base di una marijuana sana e senza carenze. Bisogna inoltre fare il modo che il terreno sia ben arieggiato, perché le piante hanno bisogno sia di ossigeno, sia di alimenti e respirano attraverso le radici. D’altro canto, bisogna ricercare una buona ritenzione dell’umidità, ma che dreni anche l’eccesso di acqua, perché altrimenti la pianta può marcire. L’ideale è preparare il substrato il prima possibile. Se è terra per vasi si può conservare in borse o negli stessi vasi tappati con della plastica, mentre se è terra madre, conviene coprirla con materiale organico come boscaglia tagliata, erba, sassi, compost, sterco o meglio ancora del concime verde. La cuscinatura è un processo estremamente vantaggioso per il terreno, sia a livello nutritivo, sia di ossigenazione e acquisizione di struttura. I materiali umidi per la cuscinatura devono essere stesi in strati più sottili di quelli legnosi. Tappare con plastica un substrato appena preparato, significa lasciare un ingresso sicuro a un’invasione di formiche.
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CANNABIS EXPERIENCE
Canapa Master Chef Chiamatelo “food porn”, dite pure che in un certo senso è morboso esaltarsi per del cibo. Ma bisogna ammettere che la cucina, intesa come arte del mangiare, è una delle passioni del momento. Chef sudati e incazzati – ma telegenicissimi – stanno facendo letteralmente impazzire il pubblico femminile, mentre quello maschile si mette autonomamente ai fornelli per cercare di emulare i Cracco o i Rubio di turno e creare piatti belli da vedere e buoni da assaggiare. Sarà che in tempi di crisi l'opulenza aiuta molto a distrarre il popolino allo stremo ma in Italia e, in generale, nel mondo civilizzato sta velocemente crescendo una vera e propria filosofia del cibo inteso come nutrimento e fautore di benessere, ma anche come esperienza di Giovanna Dark edonistica e multi-sensoriale. Ho avuto la fortuna di scontrarmi con questo meraviglioso concetto nel posto per me più impensato. Ad un festival rock in un paesino sui monti messinesi ho incontrato lo staff di Canapa Lifestyle, un progetto collettivo che, stando alla sua mission, vuole “sensibilizzare l'opinione pubblica sul discusso tema della canapa, attraverso attività di ufficio stampa, digital Pr ed organizzazione eventi”. Messa giù così può essere fraintesa, lo so, ma quello che i miei occhi hanno visto al Mirto Rock Festival non può davvero essere racchiuso in definizioni da “mission”.
gioito con la birra alla canapa fatta artigianalmente. A tagliuzzare e impiattare c'era invece Andrei, un designer milanese che si è buttato sulla presentazione dei piatti, che – i reality di cucina insegnano – conta tanto quanto il gusto.
Per dimostrare quanto la cannabis possa essere buona per il corpo, tanto quanto per lo spirito, il progetto Canapa Lifestyle
Fin qui, questo showcooking itinerante potrebbe sembrare una versione riveduta e corretta (alla canapa) di uno dei miliardi di reality sul cibo con cui ci stanno ammorbando in tv. Quello che ha reso speciale la performance e l'ha resa in un certo senso evocativa (almeno così lo è stata ai miei occhi) è stata la musica. Nei 40 minuti in cui sono stati davanti ai fornelli e ai taglieri, sia Daniele che Andrei hanno contribuito all'accompagnamento musicale, amplificando i tagli, la friggitura, il tintinnio del mortaio per fare il pesto. Ad occuparsi dell'udito c'era un duo bolognese composto da dj e polistrumentista. Sul tavolo a
ha reclutato Daniele Giannuzzi, uno chef salentino DOC che, dopo aver lavorato nei migliori ristoranti internazionali, ha deci-
fianco della “cucina portatile” erano infatti sparsi i più disparati utensili da cucina – bilance, fruste, coltelli, tritacarne, spremia-
soli tentiamo di fare al riparo delle nostre tastiere utilizzando spesso termini incomprensibili: informare, far conoscere. Perché con la canapa ci si può fare davvero tutto, ci si può vestire, la si può cucinare, ci si possono costruire case e tavole da surf. La canapa non è un'erba da criminalizzare, è anzi una risorsa per la salute e per l'economia. Certo, molto è stato fatto in questi ultimi anni per ribaltare l'opinione comune ed introdurre un'approccio realistico alla cultura della cannabis: l'accezione medica sta prendendo piede anche da noi in Italia e nel resto del mondo stanno lentamente cominciando a cadere molti dei tabù che ammantavano la marijuana di un'aura insidiosa. Eppure c'è ancora molto da fare, tante sono ancora le persone a cui portare la “buona novella”. Canapa Lifestyle non vuole certamente fare proseliti né – per continuare con le metafore bibliche – ha intenzione di vivere di provvidenza. Omar e il suo prezioso staff multitasking hanno intuito che quello che ruota attorno alla canapa può essere un business fruttuoso e potenzialmente
Quello a cui ho assistito – lo ammetto, per la prima volta – è stato uno “showcooking”, uno spettacolo di cucina condito con musica, in cui occhi, orecchie e lingua hanno goduto appieno degli input sensoriali che chef, designer, dj e poli-strumentista hanno indirizzato ad un pubblico sudato e affamato dopo l'ultimo concerto. Perché quello di Canapa Lifestyle è un gruppo molto ben assortito, « Una macchina ben oleata – come ha detto Omar Vins, colui che ha avuto “L'IDEA” – in cui ogni ingranaggio contribuisce a far girare il motore ». E il motore di tutto è la canapa, la nostra amata pianta che, nelle sue innumerevoli applicazioni, ha il pregio di prestarsi in modo ottimo anche ai piaceri del palato; piaceri che oltretutto non pregiudicano la salute e, anzi, aiutano spesso a prevenire disturbi e malattie. I derivati della canapa come i semi, l'olio e la farina,
IL MOTORE DI TUTTO È LA CANAPA, LA NOSTRA AMATA PIANTA CHE, NELLE SUE INNUMEREVOLI APPLICAZIONI, HA IL PREGIO DI PRESTARSI IN MODO OTTIMO ANCHE AI PIACERI DEL PALATO possono infatti essere inseriti a tutti gli effetti tra gli alimenti “nutraceutici”, che altro non sono se non alimenti salutari che associano a componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche (quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità), le proprietà curative di principi attivi naturali di comprovata e riconosciuta efficacia.
so di fermarsi per un po' nella sua Italia a creare piatti a base di canapa. Le mie papille gustative sono rimaste deliziate dalle sue tagliatelle alla canapa con salsa di pomodorini freschi e semi di canapa. Il mio stomaco ha goduto con i fiori di zucca impanati con farina di canapa e fritti nell'olio di canapa. L'alcolista che c'è in me ha
grumi – che venivano suonati a tempo con la base sparata dalle casse del dj. Il risultato è stato certamente uno spettacolo interessante, che incuriosisce. Accattivante nella misura in cui punta su elementi “pop” come la cucina e la musica, per fare quello che noi scrivani ingobbiti e
inesauribile: il catering, le consulenze, la vendita online di prodotti esclusivamente a base di canapa non sono altro che i mezzi di sostentamento, di autofinanziamento. Il progetto che portano avanti ha il nobile scopo di dimostrare che la “verità ufficiale”, quella del DPA di Serpelloni, non è altro che una balla creata e mantenuta a scapito del nostro benessere e funzionale alle lobbies farmaceutiche e del narcotraffico. Perché, come si può leggere sul sito canapalifestyle.com, anche in Italia è possibile avere “uno stile di vita e uno sguardo più vicino al mondo della Natura e al suo rispetto, attraverso la Canapa, come fonte di energia sana ed ecologica, alternativa a questa società avida corrotta ed autolesiva: senza futuro!”. E allora lunga vita a Canapa Lifestyle!
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JORGE CERVANTES
La coltivazione domestica del 2012 Data trapianto: 15 maggio 2012 Quest’anno sono partito da buoni cloni molto forti - 2 Queen Mother x Elvira, 2 Apollo 13 e 2 Lamb’s Bread x Mother Teresa – che mi sono stati dati da un coltivatore medico indoor esperto. Sono stati messi in vasi da 12 cm e sono arrivati a un’altezza di 30-45 cm, superando la media. Le radici erano in buone condizioni, anche se alcune erano di color marrone, la maggior parte era forte, bianca e vigorosa. Ho lasciato i piccoli cloni outdoor all’ombra e li ho portati al chiuso di notte per tre giorni. Il 15 maggio, ho eliminato alcuni dei rami inferiori e li ho trapiantati a una profondità di circa 25 cm. Piantare in profondità permette alle radici di avere un ambiente umido e fresco e i gambi sotto terra producono nuove radici in un mese circa. Il panno per fare ombra ha protetto i cloni appena trapiantati dall’intensa luce del sole e ha tenuto fresco il terreno le prime tre settimane prima di trapiantare. Questa foto è stata scattata il 3 giugno dopo che le piante si sono ristabilite e hanno cominciato a crescere. Per assemblare il sistema per l’ombra, sistemate alcuni sostegni leggeri nel terreno attorno all’aiuola innalzata e usate il 50% del panno sulle piccole talee attaccandolo ai sostegni. Sono stati piantati durante un periodo freddo che è durato vari giorni. I bollettini del tempo in gran parte dei casi ci azzeccano! Il panno per l’ombra è stato tolto una settimana dopo, ma l’ho rimesso alcuni giorni in più quando le temperature sono salite. La prima settimana di giugno i cloni ben stabiliti crescono bene e non hanno bisogno di essere protetti dall’intensa luce del sole. Piantare prima sfrutta la luce meno intensa del sole e le temperature più basse. Le piante hanno così la possibilità di attecchire prima dell’arrivo delle alte temperature. Il 7 giugno la temperatura dell’aiuola innalzata è di circa 30 gradi centigradi durante il giorno e di circa 22 gradi centigradi a 6 cm di profondità. L’aiuola innalzata è d’aiuto quando le giornate sono fresche prima che si riscalda il terreno. Dopo due giorni, la luce del sole stava scaldando l’aiuola portandola a temperature che rallentavano incredibilmente la crescita. La superficie del terreno era di 150 gradi centigradi, mentre a 12 cm di profondità era di 30 gradi centigradi. Uno strato di paglia di 15 cm di spessore ha raffreddato la superficie portandola a 21 gradi centigradi e a 12 cm di profondità a 18 gradi centigradi. Le piante hanno cominciato a crescere 3-6 cm al giorno. Il 12 luglio le piante avevano superato il livello dell’aiuola e avevano bisogno di essere legate e sostenute. Il nuovo recinto di filo metallico di 120 cm con qua-
drati di 15 cm attorno ai due terzi della coltivazione fornisce sostegno ai rami piegati. Ho lasciato aperti i lati ombreggiati per avere facile accesso all’interno dell’aiuola. Ho legato i rami al perimetro attraverso i quadrati di 15 cm nel recinto per avere stabilità. I rami piegati hanno rallentato la crescita in altezza per tenere le piante al di sotto del recinto. Piegare le punte dei rami favorisce inoltre una crescita più rigogliosa. Le piante piegate ed eccessivamente cresciute dovevano essere più sottili in basso per permettere il ricircolo d’aria e per favorire la crescita al di sopra del terreno che riceve luce del sole molto inten-
DOMANDE PER JORGE Jorge Cervantes è l’autore di: Marijuana Horticulture: the Indoor/Outdoor Medical Grower’s Bible (Gennaio 2006), Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD (girato in BC) e Jorge Cervantes’ Ultimate Grow DVD II (girato in Spagna), Indoor Marijuana Horticulture: The Indoor Bible, Marijuana Indoors: Five Easy Gardens, Marijuana Outdoors: Guerrilla Growing e Jorge’s Rx. Scrive per 13 riviste in 6 lingue diverse. I libri di Jorge sono pubblicati in olandese, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Vai al sito www.marijuanagrowing.com per maggiori informazioni.
sa. Taglio sempre rami e foglie con strumenti di potatura per evitare di ferire le piante. La potatura dei rami inferiori aiuta inoltre il ricircolo d’aria fra una pianta e l’altra. Le piante hanno usato così tanta acqua che ho installato un sistema d’irrigazione a gocciolamento per innaffiare le piante quotidianamente. I sistemi a gocciolamento non sono comunque riusciti a fornire acqua in maniera omogenea. Ho innaffiato abbondantemente con una bacchetta con testa tagliata che ha ossigenato l’acqua. Il 24 giugno le piante consumavano più acqua e le ho tenute in regime d’irrigazione a giorni alterni di circa 40-230 litri in tutta l’aiuola di 180 x 300 cm.
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Il 21 agosto le piante avevano superato il livello innalzato dell’aiuola di 180 x 300 cm. Si possono vedere i rami superiori che si protendono verso l’alto e i piccoli segni e stigmi che iniziano a crescere sulle cime che si stanno formando. L’Apollo 13 è stata la prima a maturare, due settimane piene prima del resto della coltivazione. Questa immagine è stata scattata alcune settimane prima del raccolto.
I rami pieni di fiori sono cresciuti di 30 cm o più nelle ultime due settimane. Da notare la pianta di Apollo 13 nella parte frontale a destra. Le cime sono chiaramente più sviluppate delle altre. Da notare i rami della Queen Mother x Elvira sulla sinistra, che non stanno fiorendo come gli altri. Hanno ricevuto luce da una finestra vicina di notte.
Ecco un’immagine del ramo di fiori della Queen Mother x Elvira scattata lo stesso giorno, il 27 settembre, dell’immagine precedente dell’Apollo 13. Da notare che la cima è più grande e più lenta nella maturazione. Questa immagine di un ramo di fiori di Queen Mother x Elvira della stessa pianta. È stata scattata lo stesso giorno, il 27 settembre, come le due immagini precedenti. È meno sviluppata e nel complesso più piccola, perché ha ricevuto luce di notte, proveniente da una finestra vicina..
Sfruttare le condizioni meteorologiche di quando si pianta - Se il bel tempo d’inizio primavera peggiora, create una serra con della plastica - Sistema a rete con nylon - Acqua secondo necessità - Ogni lotto ha dinamiche idriche diverse e quindi fatevi sempre guidare dalle piante
Il terzo anno, secondo le mie osservazioni, so che:
Ecco un’immagine scattata da una finestra al piano superiore. Le piante sono altre fra i 150 cm e i 220 cm. I fiori iniziano a diventare così pesanti che piegano i rami.
1. Le piante hanno ricevuto 4-6 ore di luce del sole diretta durante la fase vegetativa 2. Le piante hanno ricevuto 3-4 ore di luce del sole diretta durante la fioritura 3. Le radici si surriscaldano quando la luce del sole colpisce il terreno e hanno bisogno di essere raffreddate 5. Piantare prima sfrutta il calore e le ore di luce solare 6. Coltivare varietà alte sfrutta la luce solare limitata
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BELPAESE
mente fuori dalla realtà proprio per gli effetti devastanti che comporta l'uso della cannabis, basta chiederlo ai parenti delle vittime degli incidenti stradali provocati da chi ha travolto e ucciso sotto l'effetto della cannabis ». Giovanardi é ossessionato dalla proposta di legge depositata in Commissione Giustizia da Daniele Farina, parlamentare di Sel e storico organizzatore delle feste della semina e del raccolto al centro sociale Leoncavallo di Milano che, introducendo la proposta di legge, aveva dichiarato come nel 2011 quasi due miliardi di euro erano stati spesi in repressione con il 48,2% assegnato al sistema penitenziario, il 18,7% alle attività di polizia e il 32,6% a tribunali e prefetture. Mentre i profitti delle organizzazioni illegali ammontavano raramente a meno di 60 miliardi. Con un'insolita e non casuale alleanza, il braccio della legge e la criminalità paiono i grandi fruitori di questo business sottratto alla collettività secondo il motto “socializzare le perdite e privatizzare gli utili”. Nel frattempo le prigioni scoppiano e torneranno a scoppiare nonostante il possibile decreto svuota-carceri, dal momento che più di un terzo dei reclusi è in carcere a causa delle leggi antidroga. Nel 2011 essi erano il 41,5%, 27.947 su un totale di 67.394 reclusi.
La canapa verso l'Europa La parola “fine” sta diventando un comune percepire per il mondo proibizionista, sempre che il cosmo non finisca prima. Se ne parlerà presto anche al Parlamento Europeo in occasione delle prossime elezioni, sulla spinta di quel che sta avvenendo nelle Americhe e del voto dell'Uruguay. A partire dalle piccole vittorie e delle tante pratiche ragionevoli diffuse si tratta ora di agire affinché al sistema totalitario si succedano forme di sperimentazione a partire dalle cooperative di auto-coltivazione. La legge Fini-Giovanardi è il principale ostacolo per far tornare l'Italia ad essere un paese normale. Ma lo stesso vale per i paesi dell'UE, dove 80 milioni di cittadini possono e debbono far sentire di Enrico Fletzer la loro voce in occasione delle prossime elezioni. Anche per questo l'Assemblea Generale di Encod, il Coordinamento per politiche giuste ed efficaci sulle droghe, ha deliberato nel suo incontro estivo a Bermeo nei Paesi baschi un'iniziativa che coinvolgerà il Parlamento Europeo e i movimenti antiproibizionisti. Un po' come sta avvenendo in Germania per
tre tribunali della Repubblica e in particolare dalla Terza Sezione della Cassazione che, con la sentenza numero 25554, ha scoperchiato i fondamentali della legge Fini-Giovanardi, la quale “non sarebbe conforme né al principio di proporzionalità rispetto al disvalore espresso dalla condotta incriminatrice, né all'esempio
anti-canapa del dottor Serpelloni, controfirmata dal presidente Letta che ha in seguito proceduto ad assegnare la delega alle Politiche antidroga a sé stesso. Insomma nonostante le promesse elettorali pare che le maggiori forze politiche preferiscano l'immobilismo. Rimane ora il giudizio della Cassazione e una proposta di legge che innervosisce a tal punto Carlo Giovanardi da spingerlo a dichiararsi a favore della coltivazione domestica di una piantina presso la Dire: « Sulla piccola pianta, che non è la piantagione, la pianta che uno tiene sul balcone, io sono assolutamente d'accordo. È possibile discutere della depenalizzazione. Ma non toccate le mie leggi sulle pene per coloro che spacciano ». Cercando di mantenere il suo credo che fa di tutta l'erba un fascio – escludendo forse il Lambrusco – lo stesso ammoniva il Parlamento affinché non “tocchi” la distinzione tra droghe leggere e pesanti: « Sull'altro punto, inviterei la Camera a chiamare i tossicologi che spiegheranno
PER MOLTI GIURISTI LA LEGGE FINI-GIOVANARDI È STATA APPROVATA IN CIRCOSTANZE ALTAMENTE DISCUTIBILI COME UN ATTO ILLEGITTIMO DI NECESSITÀ E DI URGENZA le elezioni del 22 settembre, dove lo slogan “La mia scelta: canapa legale” ha dominato l'Hanfparade, il tradizionale corteo antiproibizionista berlinese. In Italia la legislazione anti-canapa potrebbe crollare come un castello di carte per le obiezioni di costituzionalità mosse da
di proporzionalità predisposto a livello comunitario”. Come conseguenza l'intera legge che fa di ogni erba un fascio è stata inviata alla Consulta. A Roma il governo non ha ancora recepito la mostruosità della legge vigente ed ha invece accolto la solita relazione
ai deputati che i principi attivi contenuti oggi nella cannabis e derivati sono totalmente diversi da quelli di 30 anni fa e hanno effetti tossici devastanti su chi ne fa uso. L' l'idea di diversificare le pene per chi spaccia cocaina, eroina o ecstasy, diversa da chi spaccia la cannabis è completa-
La proposta di legge cerca di introdurre due iniziative molto semplici che la decriminalizzazione della coltivazione casalinga di cannabis per uso personale o ceduta a terzi per consumo immediato, con l'esclusione dei minori e, non da ultimo, reintroducendo pene differenziate come ci richiede l'Europa. Per molti giuristi la legge Fini-Giovanardi è stata approvata in circostanze altamente discutibili come un atto illegittimo di necessità e di urgenza, con una procedura illegittima che ha abolito ogni differenza tra la cannabis e le altre sostanze. Insomma costituisce una sorta di truffa legalizzata. Il succitato caso di necessità ed urgenza ha contributo al sovraffollamento del nostro sistema carcerario. Per uscire da questo imbroglio occorre una mobilitazione di massa insieme ad una difesa più forte degli amici processati per cannabis. Ma anche un impegno più concreto di coloro a cui l'oppressione non piace e che possibilmente potrebbero agire per un cambiamento, unificando progressivamente tutte le vittime della truffa e gli amanti della libertà.
L’acronimo NLX sta per Northern Lights eXtended, e talvolta anche per Northern Lights x X. Questo indica quindi che la NLX è un incrocio fra una Northern Lights e una varietà X, che il più delle volte significa una varietà Skunk.
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Nel marzo 2002 a Cordenons in via Martiri della Libertà 21 (PN), viene avviato il primo growshop del Friuliveneziagiulia. Il suo obbiettivo principale è fornire affidabilità e seguire con professionalità il cliente. Merito va allo staff e alla clientela affezionata, se dal 2004 l'Hemp-orio ha conseguito successo sul piano interregionale, fornendo una vasta gamma di articoli per fumatori, nutrimenti per terra, idroponia e cocco, lampade per crescita/fioritura, sistemi per idroponica e aeroponica, oggettistica e tanto altro. Via Martiri della Libertà 21, Cordenons (PN). Aperto dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:00. Tel: 338-766 03 00
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SUGGERIMENTI SULLA COLTIVAZIONE
Manipolare le cime più grandi Di Golgi Apparatus Ho avuto fortuna nell’imparare a manipolare le piante da un amico molto prima che mettessi le mani su materiale informativo relativo all’ambito della cannabis. Dopo aver visto gli effetti ottenuti sulle piante, ho
fronte a una delle mie piante e ha detto: “Non preoccuparti. Ti prometto che non farò male a nulla. La pianta starà meglio che mai da domani stesso”. Ho fatto un respiro profondo e gli ho affidato tutta la mia
NON SPAVENTATEVI SE VEDETE DEL LIQUIDO FUORIUSCIRE DAL PUNTO DI PRESSIONE, È SOLO ACQUA! voluto scoprire perché danneggiare i rami e le foglie aumentasse la resa e quali altre tecniche esistessero per manipolare raccolti maggiori. Mi sono chiesto spesso: “Quante piante posso coltivare sotto questa fonte di luce?”. La mia risposta è sempre quella di porsi una domanda diversa: “Come riempire lo spazio disponibile?”. Per rispondere a questa domanda, dovete prima di tutto pensare a quali tecniche utilizzare per coltivare le vostre piante. Al centro della manipolazione delle piante sta il ridirezionamento dell’energia delle piante. A seconda della tecnica, si può avere un ridirezionamento temporaneo o permanente. Nel farlo, chiediamo alla pianta di concentrarsi su aree specifiche durante il ciclo di crescita per ottenere determinate conseguenze: piante più forti, cime più grandi, ecc. Analogamente a quanto si fa con i bonsai, cambiamo la forma, le dimensioni e il flusso energetico della pianta per creare questi effetti. Possiamo quindi usare queste tecniche di manipolazione per fare in modo che qualsiasi numero di piante possa riempire lo spazio a disposizione, massimizzando al contempo il loro potenziale di resa.
Potatura Una cosa che facciamo come coltivatori per curare le nostre piante è eliminare il fogliame poco sano o danneggiato. La potatura, la forma base della manipolazione delle piante, si riferisce alla rimozione di foglie che hanno perso colore, che sono danneggiate o necrotiche. Questo consente alla pianta di spostare l’energia che normalmente investirebbe in queste foglie inferiori o danneggiate, per trasferirla in una crescita maggiore ed estremamente efficiente della parte superiore. Le nostre signorine investono molta energia nel far vivere le foglie malate o danneggiate, quindi è sempre meglio liberarsene da subito e trasferire il flusso energetico dove vogliamo che agisca maggiormente. Infine, la potatura implica anche la rimozione delle foglie più grandi verso la parte superiore, perché queste fanno ombra sulle foglie inferiori. La rimozione permette dunque il passaggio della luce.
fiducia. Lo ho osservato mentre avvolgeva il pollice e l’indice attorno al gambo principale (meristema) vicino alla punta della pianta e stringeva. Ha applicato abbastanza pressione da danneggiare la parte senza rompere completamente il gambo. Poi ha ripiegato delicatamente il tutto sul gambo
gior crescita vegetativa e il peso delle cime durante il percorso. Si può anche utilizzare per controllare le dimensioni fisiche e l’altezza della pianta senza dover usare agenti chimici mirati allo stesso effetto, come bush load o phosphoload, che alterano la regolazione ormonale della pianta. Mediante questa tecnica, andiamo a danneggiare intenzionalmente i passaggi vascolari interni per obbligare la pianta a curarsi, creando tessuto cicatrizzato e un ‘bozzo’ nel punto in cui stringiamo. Questo permetterà il passaggio della linfa consentendo una crescita ottimale, ma nelle 24-48 ore successive la pianta ridirezionerà l’energia che avrebbe investito nella crescita superiore al fogliame inferiore al di sotto del punto in cui premiamo. Questo porterà a un gambo visibilmente
le aree al di sotto del punto di pressione. Mettete poi il pollice e l’indice attorno al gambo principale fra le due serie superiori di nodi e premete. Applicate abbastanza pressione per sentire che lo xilema si spezza, come se doveste applicare pressione a una vescica. Non spaventatevi se vedete del liquido fuoriuscire dal punto di pressione, è solo acqua. La cosa più importante è evitare di spezzare completamente il gambo, il che porterebbe alla cimatura della pianta. La pianta dovrebbe riprendersi completamente nel giro di pochi giorni, con la parte ripiegata sul gambo che si protende verso la luce e il tessuto cicatrizzato che forma il bozzo nel punto di pressione. Potete ripetere questa tecnica mentre la pianta cresce in altezza fra ogni punto nodale. Il tessuto cica-
FIM- Utilizzando forbicine a punta fine o una lama, eliminate solo una parte del centro della pianta.
nel punto in cui aveva premuto e se n’è andato. Toccava a me provare. Mi ha indicato un’altra zona della pianta e mi ha detto di stringere fino a sentire un ‘tac' fra le dita. È stato il mio battesimo al super cropping. Un vantaggio sostanziale di questa tecnica è quello i rafforzare l’integrità della pianta, in particolare i gambi, per sostenere una mag-
più spesso e più forte di quello che sarebbe senza questa tecnica di super cropping. Per cominciare, selezionate una pianta che ha poche serie di foglie e nodi a un'altezza di almeno 15-20 centimetri. L’idea è quella di applicare questa tecnica in un punto della pianta dove la crescita è più abbondante, per ridirezionare questa energia a tutte
Super cropping La prima tecnica di manipolazione delle piante che ho imparato mi è stata insegnata da un amico di vecchia data le cui coltivazioni producevano raccolti assolutamente invidiabili. Quando gli ho chiesto sugge- CIMATURA- Le frecce indicano i 2 nodi che saranno dominanti a livello apicale una rimenti per ottenere gli stessi risultati con volta tolta la punta. le mie piante, si è messo in ginocchio di
trizzato rende molto difficile la ripetizione del punto di pressione nello stesso punto e farlo potrebbe provocare danni irreparabili. Ma per il resto della pianta, il mio personale motto del super cropping è: ‘Se c’è un punto di pressione, lo farò’. SUGGERIMENTO PER I COLTIVATORI: usare i silicati come additivi rafforza le pareti cellulari della pianta e se li si unisce al cropping, si otterrà una pianta ancora più forte.
Cimatura In natura la riproduzione è la tendenza prevalente fra tutto ciò che fanno le piante. La cima apicale (chiamata anche cima terminale) delle piante di cannabis diventerà sempre la più grande e la più forte, grazie alla vicinanza alla luce. La pianta sa che questa cima è la sua miglior possibilità di riproduzione e applica quella che si definisce dominanza apicale, mandando la maggior parte dell’energia alla crescita della parte superiore. È come dare al miglior giocatore della squadra più tempo per giocare per garantirsi la possibilità di entrare in finale. Durante la crescita normale, una pianta manderà degli ormoni soppressivi alle parti
27 ausiliarie e inferiori, rallentandone la crescita e risparmiando la maggior parte dell’energia per la cima apicale. “Cimatura” è il termine usato dai coltivatori di cannabis per riferirsi alla potatura della parte superiore principale. Alcuni la chiamano strozzamento perché si va a premere fino a spaccare la parte superiore fra le dita. Consiglio sempre di utilizzare forbici o una lama quando si tagliano le parti della pianta. Altrimenti è molto facile provocare danni cercando di strappare le foglie e i rami. In più, l’utilizzo di arnesi garantisce precisione. Per non confondere questo metodo con la pressione applicata nel super cropping, lo chiameremo cimatura. Rimuovere la parte superiore trasferisce la dominanza apicale dalla cima terminale ai due nodi immediatamente al di sotto del punto di taglio. Quindi, quella che era la cima apicale dominante diventa due cime apicali dominanti. Ovviamente, nessuna di queste due cime sarà forte con quella principale, ma due è meglio di uno in questo caso, o tre o quattro! La cimatura potrebbe effettivamente raddoppiare o triplicare il potenziale di fioritura. Oltre a ciò, questo procedimento favorisce una crescita rapida di tutti i rami al di sotto del punto di taglio, non solo dei due nodi immediatamente al di sotto. Analogamente al super cropping, la cimatura è un altro modo con cui si arre-
LOLLIPOPPING- Seguite il gambo premendo con le dita per eliminare le parti inferiori indesiderate.
LollipoppingQuesto metodo prevede l’eliminazione di un grosso quantitativo di parte sana della vostra pianta e per questo motivo spaventa molti coltivatori, che, di conseguenza, non lo provano. Provate sempre
tutte le parti, tranne le gemme più nuove all’estremità dei rami. Il termine lollipopping deriva dall’aspetto assunto dal ramo dopo che è stato trattato in questo modo. Otterrete dunque una struttura simile a un lecca lecca con una cima deliziosa che ne
tenete fra le dita dovrebbe staccarsi piuttosto facilmente. L’eliminazione di questa parte inferiore incanala tutta l’energia disponibile verso i fiori rimasti in alto. Essendo meno i fiori su ogni ramo, dovrete preoccuparvi meno della somministrazione di energia alla pianta e questo porterà sicuramente alla formazione di cime più grosse e più fitte. Il lollipopping non è la soluzione ideale per ogni coltivatore. Ad alcuni non interessa avere cime sottili alla base della pianta. Sono inoltre soddisfatti della dimensione delle cime e decidono quindi di non applicare questo metodo. Per chi vuole che le piante producano delle pepite strabilianti, questa è la tecnica che consentirà alle vostre cime di avere energia a sufficienza per sviluppare il loro pieno potenziale. Come vedremo in seguito, questo trattamento è fortemente utilizzato nel metodo SCROG.
FIM-
SUPERCROPPING- Selezionate un punto dove stringere, ripiegate la pianta in quel punto e lasciate 24-48 ore alla pianta affinché si curi.
ca un danno intenzionale alla pianta per ridirezionare la sua energia, ma con risultati ampiamente diversi. Per applicare il metodo di cimatura alle vostre piante, selezionate uno spazio fra i nodi verso la parte superiore della pianta, dove vorreste tagliare, poi effettuate il taglio e rimuovete la parte superiore. Anziché liberarsi di queste parti tagliate, alcuni coltivatori rimuovo una quantità sufficiente per utilizzarla per i cloni e avviare così un ciclo di raccolto perpetuo.
le tecniche nuove su una o due delle vostre piante. In questo modo non rovinerete l’intero raccolto in caso di errore e avrete un raffronto diretto con le piante su cui non avete usato il nuovo trattamento. Il lollipopping è all’estremo opposto della cimatura e può comunque essere utilizzato in concomitanza con quest’altra tecnica. In questo caso, anziché tagliare o danneggiare la pianta appena cresciuta, vi concentrerete sulla stessa eliminandone
adorna l’estremità (da qui, il lecca lecca). Per applicare questo metodo, tenete il gambo fra il pollice e l’indice, iniziando appena sotto le prime 3-4 serie di internodi o laddove prevedete che si formerà il canopo della pianta. Con l’altra mano, tenete il gambo in un punto che si trovi al di sopra delle dita dell’altra mano. Esercitate una leggera pressione e tirate delicatamente il gambo fino alla base della pianta, facendo attenzione a non danneggiarlo. La parte che
Un metodo più recente che è sempre più popolare fra i coltivatori è la tecnica sviluppata casualmente chiamata FIM (Fuck I Missed – letteralmente ‘Cazzo, non l’ho visto). Questo metodo può avere effetti pazzeschi sullo sviluppo delle cime quando si taglia con precisione. Questa tecnica, come la cimatura, prevede il taglio dei fiori sulla punta (apice), ma anziché tagliarli interamente dal gambo, se ne lascia una piccola parte. È come dire: “Ops, non ho visto alcuni dei nodi mentre cercavo di cimare la pianta”. Questo può portare alla formazione di 6-8 germogli da uno stesso nodo parzialmente tagliato. Essendo una tecnica piuttosto nuova, i coltivatori hanno espresso pareri molto diversi e probabilmente questo è dovuto al fatto che i risultati variano da pianta a pianta, anche se si applica il metodo allo stesso modo su ciascuna di queste. Raggiungere il 100% di precisione quando si cerca di tagliare una parte del nodo è quasi impossibile, ma con vari tentativi ed errori e conoscendo il proprio ceppo, si riuscirà a capire quanto tagliare. Questa tecnica prevede l’utilizzo di forbicine a punta fine per tagliare un pezzo nel mezzo della parte appena cresciuta, in corrispondenza con il gambo principale. Sembrerà un mazzo di foglioline, ma state attente a non tagliarle
28 cime principali che si formeranno. Iniziate con una pianta che ha raggiunto almeno 15-20 cm e posizionatela nel vaso desiderato. Assicuratevi che sia sufficientemente grande per gestire il sistema radicolare delle piante per l’intero ciclo. Utilizzate le istruzioni sulla cimatura per ottenere il numero di rami desiderato, a seconda della dimensione dello spazio e del contenitore a disposizione. Portate dunque i rami a crescere orizzontalmente, per un po’, lungo il filtro, legandoli. Si può usare una struttura a spirale con i punti legati che riempiono la rete. Questa tecnica porta ogni nodo alla stessa altezza del filtro e porta i rami a svilupparsi vertical-
in modo adeguato e che il coltivatore sia diligente. Vincolare i rami affinché crescano orizzontalmente per questo è un tipo di Low Stress Training (LST – Vincolo a basso stress).L’LST richiede l’utilizzo di bastoncini, spago, cavi, velcro, reti, legami incrociati e tutto ciò che può essere utile per legare una pianta e vincolare dunque la crescita dei rami, senza tagliarli o danneggiarli. Fino ad ora abbiamo parlato solo delle tecniche con High Stress Training (HST – Vincolo ad alto stress): tagliare o danneggiare una pianta ovviamente provoca un livello di stress più elevato rispetto a vincolare i gambi in un modo o nell’altro legandoli.
LST/SCROG- Una volta installata la rete SCROG, potete vincolare i rami affinché crescano orizzontalmente utilizzando l’LST (Low Stress Training)
tutte, il che equivarrebbe sostanzialmente alla cimatura. Finora ci siamo concentrati sulla manipolazione della pianta per ottenere una resa maggiore. Parliamo ora dello riempimento dello spazio con le piante. Dato che non sempre un numero maggiore di piante garantisce una maggior resa, bisogna con-
stanza di coltura con poche piante grandi che richiedono una fase vegetativa più lunga, avrete un numero superiore di piante ma con una resa minore per pianta. Questo implica una rotazione costante delle piante in fioritura, il che si traduce in meno attesa fra un raccolto e l’altro. Il metodo Screen of Green (SCROG) è una
SUPERCROPPING- Applicate pressione a sufficienza per sentire un ‘tac’ fra le dita, ma non danneggiate il gambo completamente.
SUPERCROPPING- Non innervositevi se vedete un po’ di liquido fuoriuscire dal punto di pressione. In questo processo si danneggia lo xilema e quindi si tratta solo di un po’ d’acqua.
siderare come riempire lo spazio con le piante. Con le colture indoor, la fonte di luce proviene normalmente dallo stesso punto: dall’alto. Senza “l’alba” o “il tramonto”, la forma triangolare della maggior parte delle piante di cannabis, è difficile che la luce da sopra riesca a penetrare fino alla parte inferiore della pianta. Ecco quando entra in gioco il materiale riflettente sulle pareti o una luce per integrare la principale sui lati nella stanza di coltura, il che è un’altra possibilità per contenere e diffondere la luce che avete a disposizione. Anche l’altezza è un punto importante indoor, soprattutto quando si coltivano ceppi a predominanza sativa che amano allungarsi. I coltivatori sono diventati molto creativi negli anni e hanno inventato vari metodi per controllare e risolvere questi problemi. Per esempio, il metodo Sea of Green (SOG), che è ottimale per avere raccolti rapidi e ha a che vedere con la gestione di spazio e tempo. Il metodo SOG cerca di utilizzare ogni centimetro di spazio illuminato, affiancando piccoli contenitori per piante (da ½ o 1 litro) e mandando le piante in fioritura dopo solo una 1 (massimo 2) settimana di fase vegetativa. Qui, anziché riempire la
delle soluzioni più diffuse fra i coltivatori indoor, in quanto si possono coltivare piante che raggiungono le loro dimensioni massime e che producono abbondantemente, in ogni tipo di spazio. Questa tecnica uscire il lollipopping e la cimatura e introduce una rete o filtro come sistema di sostegno della pianta (e per limitarne la crescita verticale). Nel farlo, crea inoltre un ‘mare di verde’ visibile con un canopo di cime. Una bellissima vista, oltre al resto! È diverso dal metodo SOG, in quanto non si riempie semplicemente lo spazio con tutte le piante che si possono usare per avere l’effetto mare di verde. In questo caso, invece, si usano meno piante e se ne manipola la dimensione e la forma per riempire lo spazio. Questo canopo crea comunque un inconveniente, perché non consente quasi alcuna mobilità, il che rende difficile l’accesso alle piante più interne. Prima d’installare la rete, assicuratevi di completare tutte le operazioni di manipolazione e di verificare che non ci siano problemi d’insetti infestanti che richiedano accesso a tutte le piante più tardi. Per utilizzare il metodo SCROG, dovrete manipolare la pianta all’inizio della fase vegetativa per moltiplicare il numero delle
mente verso la luce per creare un canopo di cime. Per sostenere la maggior produzione con questo numero di cime, si dovrebbe poi usare il metodo del lollipopping sul resto della pianta, eliminando tutto ciò che sta al di sotto della rete. Con questa struttura, la luce non potrà penetrare al di sotto del canopo che le cime creeranno, quindi eliminare questa vegetazione è il modo migliore per dirigere questa energia ai punti in cui può rivelarsi più utile. Permette inoltre di far passare più aria dalla base della pianta. Cimate e applicate il super cropping tutte le volte necessarie per pareggiare il canopo. Il fattore chiave per un metodo SCROG ben riuscito è quello di vincolare i rami affinché si sviluppino distanziati in maniera omogenea e all’incirca alla stessa altezza. Non ci saranno cime leggere con questo tipo di coltura, ma grosse cime che ricevano la stessa intensità di luce alla stessa altezza. Il metodo SCROG richiede una fase vegetativa sufficiente affinché le piante siano vincolate
Se si va al nocciolo della questione, tutte queste tecniche di manipolazione implicano dello stress per le vostre piante: il fattore chiave è capire quale può essere la quantità di stress sana per la pianta. Non dimenticate che troppo stress può portare le vostre signorine all’ermafroditismo (fra le altre cose), il che può portare a una perdita finale per il coltivatore. State dunque attenti e ricordate di testare le tecniche su poche piante prima di applicarle sull’intera coltura. Per quanto efficaci, queste tecniche di manipolazione delle piante non vi faranno arrivare automaticamente al risultato. Le vostre piante hanno inoltre bisogno di un programma completo per quanto riguarda la somministrazione di luce, acqua e nutrienti affinché producano le cime perfette che vedete nelle foto. È qui che la fisica, la chimica e la biologia s’incontrano in una coltivazione. Ottenere l’equilibrio giusto richiede del lavoro, ma il risultato consiste nel raggiungere il massimo potenziale.
FIM- Ricordate che per il FIM dovete lasciare una piccola percentuale della parte appena cresciuta intatta ed eliminare il resto.
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Il futuro della coltivazione commerciale di marijuana negli spazi più ampi. È la differenza fra il giardinaggio e la coltivazione. La tecnica del giardinaggio è redditizia e richiede solo un investimento nominale che va dai €760 ai €1.150 a fonte di luce, ma ha costi operativi molto elevati per energia e manodopera mediante le tecniche di coltivazione, i coltivatori riescono a ottenere la stessa qualità elevata abbassando entrambi i costi. Il costo dei controlli e dei macchinari sarà inizialmente nettamente più elevato, ma il ritorno sugli investimenti arriverà prima. Fino a poco tempo fa, i coltivatori statunitensi non avevano incentivi agli inve-
Seminatrice. S’inserisce un seme in ogni slot mentre il vassoio si muove lungo il nastro trasportatore. Ogni slot riceve un seme alla stessa profondità. Questa macchina gestisce centinaia di vassoi l’ora.
I Paesi Bassi hanno un clima freddo e umido e un terreno di scarsa qualità. L’acqua dei fiumi ha un’elevata concentrazione di solidi disciolti, dato che attraversa la Svizzera e la Germania. Ha poca massa, altipiani ed elevati costi di manodopera ed è urbana. Ciononostante, in termini monetari, è uno degli esportatori agricoli principali.
Le serre hanno dimensioni diverse che variano da mezzo ettaro a circa 10 ettari. La dimensione media è un ettaro e mezzo. Ciononostante, la tendenza è quella di avere serre più grandi ed è qui
Questo è stato possibile grazie alla cooperazione nella ricerca di università di agraria, centri finanziati dallo Stato come a Ede Wageningen, agricoltori e produttori di macchinari agricoli. I Paesi Bassi vantano circa 10.500 ettari di serre*. Sono utilizzate per coltivare verdura, piante in vaso, fiori recisi e bulbi ornamentali. Tutte queste colture hanno un elevato .) La macchina riempitrice degli slot valore, quindi il ritorno sugli spazi è alto. Altri fattori che mantengono alta la com- riempie ogni slot con del mix per la colpetitività del settore sono le economie di tivazione e lo compatta delicatamente. scala e l’automazione.
che gran parte della tecnologia all’avanguardia viene utilizzata. Di recente ho fatto un giro di alcune serre commerciali nei Paesi Bassi e ho visto alcune delle fabbriche che producono i macchinari e le centraline. Tuttavia, prima di dare un’occhiata all’interno delle serre dei Paesi Bassi, pensiamo alle grandi coltivazioni “su vasta scala” degli Stati Uniti. La maggior parte di questi ha fra 20 e 100 fonti di luce. Ho visto una serie di colture in cui il coltivatore ha cominciato con 20-30 fonti di luce. Quando il coltivatore voleva espandersi, costruiva un altro spazio moltiplicando più volte quello esistente, ogni volta apportando modifiche. Sebbene redditizi e nonostante i cambiamenti abbiano portato a maggior efficienza, si parla di coltivazioni commerciali. Sebbene commerciali, queste piccole unità e spazi di solito non riescono a sfruttare la tecnologia adeguata che viene utilizzata
Controllo biologico degli insetti infestanti. I parassiticidi vengono rilasciati contro gli afidi.
stimenti in macchinari o alla trasformazione delle loro colture in vere e proprie coltivazioni. La minaccia dell’interferenza dello Stato è stata tale da scoraggiare gli investimenti. Ciononostante, sembra che la tendenza sia stata invertita. Il NORML della California ha tenuto una
31 conferenza regionale lo scorso gennaio a Fort Mason, un Parco Nazionale urbano di San Francisco. I partecipanti hanno
i più anziani, che erano i più contrari alla legalizzazione, non sarà più presente. I nuovi elettori, che più probabilmente
e tecnologie e sebbene abbiano una grande passione per la cannabis, non hanno le stesse illusioni e sogni, la stessa
intimità con le piante di cannabis che è condivisa dai coltivatori. Sembra evidente che la legalizzazione favorirà un consolidamento e ne deriveranno quindi attività su più ampia scala. L’utilizzo di tecnologie adeguate generalmente inutili per le piccole coltivazioni ridurrà i costi. Gli strumenti olandesi rivestiranno un ruolo fondamentale nella transizione dal giardinaggio alla coltivazione negli Stati Uniti.
Selezionatore ottico di pianticelle. Uno scanner ottico viene programmato per selezionare solo le pianticelle che rispettano determinati parametri, garantendo uniformità nei trapianti. I denti scendono e ciascuno di essi prende una PLUG che viene trapiantata in un contenitore più grande.
I nuovi sviluppi non segneranno comunque la fine del giardinaggio commerciale. In Marijuana Grower’s Handbook ho descritto il modello del pomodoro: Le aziende di qualsiasi dimensione sono coinvolte nella produzione commerciale dei pomodori: multinazionali, grandi aziende agricole che commercializzano a livello nazionale, coltivatori locali e coltivatori commerciali. Tuttavia, la maggior parte dei pomodori è prodotta da coltivatori domestici, sebbene la legislazione dello Stato di Washington negli Stati Uniti non consenta la coltivazione per uso personale. Non sarà comunque un deterrente in futuro per questi coltivatori. I due costi operativi più elevati nella coltivazione sono la manodopera e l’energia per il controllo di luce e clima. Con la legalizzazione entrambi i costi saranno ridotti. L’utilizzo nel settore della marijuana medica ha sempre pagato un prezzo superiore rispetto ai corrispettivi di altri settori. Questa è la conseguenza dei rischi inerenti creati dall’attuale assetto legislativo. Con il diminuire di questi rischi, anche i prezzi scenderanno. Con meno rischi, molti di coloro che hanno esitato al momento di decidere se lavorare in una coltivazione o in un dispensario, non avranno più dubbi, quindi ci sarà un bacino molto più ampio di potenziali dipendenti, il che tende a far calare le retribuzioni.
Primo piano dei denti per la selezione delle pianticelle. festeggiato la vittoria delle iniziative di Washington e del Colorado che hanno legalizzato la marijuana per gli over 21. È stato dedicato molto tempo allo sviluppo del consenso per un’iniziativa di legalizzazione del 2016 in California. Ciononostante, quando ho dato un’occhiata in giro, ho visto davvero pochi giovani e ho invece scorto molti capelli grigi, quelli dei vecchi giovani attivisti. Potrebbe rivelarsi giusto che molte delle persone che hanno iniziato il movimento alla fine del 20° secolo pianifichino ora di completare i loro compiti nel prossimo ciclo di elezioni presidenziali. Il consenso (e sono d’accordo su questo punto) sta in questo: la futura iniziativa deve essere ben elaborata, ben finanziata e, cosa ancora più importante, ben riuscita. Un’altra ragione per essere ottimisti è che il 12 percento dei votanti del 2010,
Il fattore chiave del successo dei Paesi Bassi a livello di coltivazione e manodopera non è il calo delle retribuzioni, ma la gestione di attività estremamente efficienti in cui la maggior parte dei processi viene effettuata da macchinari
saranno a favore della legalizzazione, li sostituiranno. Il giorno dopo la conferenza regionale NORML, l’NCIA (National Cannabis Industry Association – Associazione di categoria nazionale della cannabis) ha tenuto un incontro a Seattle, Washington. Sia gli imprenditori sia gli investitori erano persone più giovani di quelle che hanno partecipato alla conferenza NORML. Anche questo mi è parso giusto. Questa è stato il secondo stimolo. Stavano lavorando sulla base di quanto fatto dalla fondazione da parte degli attivisti. Ho avuto la sensazione che questo gruppo di gente più giovane, e non molti di coloro che si dedicano già al giardinaggio, creerà la transizione nel mondo della coltura. Hanno una mentalità molto imprenditoriale, sono aperti a nuove idee
Lettura dello scanner ottico che mostra l’analisi al computer delle pianticelle.
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33 specializzati o da strumenti che aumentano l’efficienza dei lavoratori. La luce è un’altra questione. Il clima nei Paesi Bassi è freddo e umido. Si trova a una latitudine di 52, la stessa del Québec e di alcune isole dell’Alaska. Durante l’estate i giorni sono lunghi, ma per gran parte del tempo il cielo è coperto. Anche quando c’è il sole, la luce non è intensa. L’inverno accorcia di gran lunga le giornate e la luce solare è molto debole.
I LED a rete sono inseriti fra le file dei pomodori appesi nelle serre, in modo tal che la vegetazione più bassa riceva più luce.
Anche stando così le cose, la luce del sole alimenta la maggior parte della fotosintesi e si utilizza luce elettrica per integrarla. Le centraline determinano la quantità (intensità) di luce somministrata oppure il Daily Light Interval (DLI – Intervallo di Luce Giornaliero), che tiene il conto di quanta luce è stata somministrata durante la giornata, una sorta di contatore per la luce simile a un odometro per la distanza. Le centraline usano tali misurazioni per spegnere o accendere le luci. Se nei Paesi Bassi si risparmia notevolmente utilizzando la luce naturale per la crescita delle piante, tenete in considerazione lo Stato del Colorado. Questo Stato ha 300 giorni di sole l’anno e, grazie all’altitudine, la luce è molto forte, quindi l’illuminazione elettrica integrativa non sarebbe utilizzata granché. Sarà difficile per una coltivazione illuminata elettricamente competere con la luce naturale. Di conseguenza, molti coltivatori commerciali passeranno ai sistemi illuminati con luce solare. Il Colorado è solo un esempio. Dalla Florida al Maine, i costi produttivi sono nettamente inferiori quando la luce del sole entra in gioco.
La nebulizzazione controllata d’acqua è utilizzata per abbassare la temperatura e per aumentare l’umidità nelle serre. Un’altra unità crea una nebulizzazione molto fine che copre il tetto e abbassa la temperatura della serra ma che non influisce sull’umidità.
I sistemi di cogenerazione potrebbero essere fattibili per alcune serre grandi. La combustione del propano alimenta un generatore. I gas di scarico, soprattutto CO2, vengono raccolti e compressi per essere utilizzati in seguito o direttamente nella serra durante i periodi in cui viene usata l’illuminazione. Il combustibile viene dunque utilizzato per alimentare un generatore, per riscaldare la serra e per integrare CO2. Questi tagli alimentano ulteriormente i costi.
Automazione I primi colpi all’automazione nel settore nordamericano della marijuana sono stati inferti dalle macchine per la cura il controllo del clima, l’irrigazione e i fertilizzanti. Alcuni dei trimmer sono strumenti che aumentano l’efficienza individuale, ma le macchine a tunnel hanno fatto un passo in avanti rispetto al lavoro manuale da quando tagliano automaticamente. Purtroppo, a questo punto, devono essere alimentate a mano. L’automazione di questa fase libererà da molto lavoro.
Le CleanLights sono attaccate a questo dispositivo che si muove lungo un binario in una serra di rose. I tubi di tipo fluorescente emettono un raggio che uccide le spore di malbianco. Ogni pianta riceve la luce per circa due secondi al giorno. Tale trattamento evita infestazioni di malbianco mediante trattamenti localizzati con pesticidi.
Ogni fase della coltivazione, del raccolto e del processo di cura può essere automatizzata. Gli strumenti utilizzati per accelerare il riempimento dei vasi, per piantare, per fertilizzare, per trapiantare, per cimare, per controllare le invasioni d’insetti infestanti, per spostare le piante, per tagliare, per curare, per essiccare e per confezionare ridurranno il lavoro
34 necessario a produrre una cima finita o altri prodotti della marijuana. La maggior parte delle tecnologie che ho visto durante il mio ultimo viaggio nei Paesi Bassi era orientata all’utilizzo in attività più estese. Sono comunque disponibili versioni più semplici. Non sono così automatizzate ma sono adatta a una superficie che va da un quarto di ettaro in su. Alcuni sistemi sono portatili, perciò si potrebbe studiare una soluzione a noleggio. L’adozione di tecnologie agricole
moderne nel settore della marijuana porterà a prodotti di qualità più elevata e omogenea, perché le piante saranno quantificate e fornite costantemente senza gli intoppi che spesso caratterizzano la produzione manuale. Questo porterà inoltre a costi di produzione inferiori e a un utilizzo più efficiente delle risorse. *La superficie totale dei Paesi Bassi è di circa 33.700 chilometri quadrati. Quella degli Stati Uniti, invece, è di circa 9.800.000 chilometri quadrati.
I vassoi flottanti sono utilizzati per le colture a breve stagione. Si potrebbe utilizzare questo metodo per la marijuana nei sistemi Sea of Green e le piante potrebbero facilmente essere coltivate mediante questa tecnica in queste unità.
Macchina per lo riempimento di ampi contenitori che elimina operazioni Le CleanLights sono disponibili in modello non professionale negli Stati Uniti.
laboriose. Migliaia di contenitori possono essere riempiti ogni ora.
Serra di due ettari che utilizza fonti HPS per integrare la luce naturale in una giornata invernale con cielo coperto. Anche la debole luce dell’inverno settentrionale permette di risparmiare molta energia. In estate è necessaria ancora meno illuminazione elettrica.
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INTERVIEW
Poliziotti antiproibizionisti INTERVISTA CON MARIA LUCIA KARAM DIRETTRICE BRASILIANA DELLA LEAP, L'ASSOCIAZIONE DEI TUTORI DELL'ORDINE CONTRO IL PROIBIZIONISMO di Enrico Fletzer SSIT: Signora Karam lei è un giudice. Apparentemente sono ancora pochi i rappresentanti della magistratura e della polizia a criticare il proibizionismo o mi sbaglio? In Italia come in Brasile le carceri sono piene di persone in prigione per problemi legati alle droghe.Il sistema penale pare non reggere il sovraffollamento carcerario e le condizioni terribili delle carceri e di molti quartieri del suo paese sono sotto gli occhi di tutti. E qualcuno continua ancora a riproporre il vecchio ritornello come ricordava il gruppo punk Ratos de porao (le pantegane): Aids, pop, repressao. Maria Lucia Karam: In effetti,la maggioranza dei giudici e dei funzionari di polizia non criticano la proibizione delle droghe. Tuttavia, vi è un numero crescente di giudici e specialmente di funzionari di polizia che hanno già compreso il fallimento e i danni creati dal proibizionismo. Law Enforcement Against Prohibition, i tutori della legge contro la proibizione (LEAP), del cui Consiglio dei Direttori sono onorata di partecipare, attesta questa crescita. La LEAP è una organizzazione educativa internazionale, no profit, composta di membri in servizio e ritirati delle comunità della tutela della legge e del sistema della giustizia penale che credono che la guerra alle droghe non solamente sia fallita ma che sia divenuta un disastro per quanto riguarda le politiche pratiche. La LEAP sa ed afferma che per ridurre la violenza, la morte, la malattia, il crimine e la dipendenza è necessario terminare la proibizione e legalizzare e regolare la produzione, l'offerta e il consumo di tutte le droghe. La LEAP è stata creata negli USA nel 2002 da cinque funzionari di polizia. Oggi essa conta migliaia di membri e di sostenitori in tutto il mondo, compreso il Brasile. SSIT: In effetti, le prigioni brasiliane sono stipate di gente arrestata per droga. Nel 2005, solamente il 9% dei
detenuti brasiliani erano reclusi per le droghe; nel 2012 erano divenuti il 27%. Tra le donne questa percentuale arriva al 47%. Quasi tutte le persone detenute a causa delle sostanze sono originarie dei quartieri più poveri del Brasile, i ghetti chiamati favelas. Esiste pure un risultato peggiore del proibizionismo in Brasile. La quota di omicidi è
loro mitra sostituendoli ai giocattoli che non avevano mai potuto avere. Essi combattono per il controllo di territori marginali e per i loro profitti occasionali. Come la grande maggioranza dei ragazzi poveri del Brasile essi coltivano il sogno di diventare di famosi calciatori ma non ne hanno l'opportunità. Sono senza speranza. Non vivono a lungo. Essi uccidono e muoiono. Ben presto, altri bambini prenderanno il loro posto. SSIT: Che cosa c'è alla base del progetto di legge sulle droghe in Brasile e quali potrebbero essere le conseguenze? Se questa nuova legge verrà approvata (è già passata alla Camera e deve esser esaminata dal Senato), essa aumenterà il danno causato dal proibizionismo in Brasile. La legge aumenta il termine minimo stabilito per il traffico di droga che è ora di cinque anni di prigione: se l'imputato guida una “organizzazione criminale”, il termine minimo diverrebbe di 8 anni di carcere. Inoltre la legge agevola il trattamento obbligatorio per i consumatori.
di 27 persone su 100000. Una gran parte di questi omicidi sono un risultato del proibizionismo. A parte le turf war, i conflitti per il controllo del territorio tra le bande rivali, vi è la violenza della polizia che utilizza la versione brasiliana della “war on drugs”. Nelle città di Rio de Janeiro e di São Paulo, un omicidio su cinque è stato il risultato di esecuzioni sommarie avvenute durante delle operazioni di polizia dirette contro gli spacciatori delle favelas. I “nemici” della guerra alle droghe brasiliana sono i rivenditori poveri e marginali che vivono nei ghetti, come pure coloro che gli possono assomigliare. Gli spacciatori a delle favelas sono generalmente molto giovani, imbracciano con fierezza i
SSIT: La cannabis, la macohna, è parte della cultura afro-americana del Brasile ma anche di molte persone di origine europea. Esistono movimenti antiproibizionisti e che stanno facendo?Ho saputo che la Million Marijuana March alcuni anni fa era stata attaccata dalla polizia. La sezione brasiliana della LEAP- (www. leapbrasil.com.br) – fu creata nel 2010. Noi ora abbiamo 121 tutori della legge, per la maggior parte sono funzionari di polizia in servizio. Da allora gli oratori della LEAP nel nostro paese hanno fatto numerose presentazioni in tutto il paese. A parte la LEAP, ci sono altri movimenti antiproibizionisti in Brasile, come quelli che hanno organizzato le marce per la marijuana. In effetti, le marce per la marijuana vennero proibite ed attaccate dalla polizia alcuni fa. Tuttavia, nel
2011, la Corte Suprema brasiliana ha deciso che le marce per la marijuana non potevano essere vietate con la motivazione che esse costituivano una manifestazione legittima della libertà d'espressione. Da allora ci sono state numerose marce per la marijuana che si sono svolte in molte città brasiliane senza avere nessun tipo di problema con la polizia. SSIT: Che prospettive esistono per il movimento antiproibizionista globale nei prossimi mesi ed anni e in particolare in Brasile? Io credo che la prospettiva del movimento antiproibizionista globale è piuttosto positiva. Sempre più gente in tutto il mondo sta prendendo coscienza del fallimento e del danno del proibizionismo e della necessità di regolare produzione, fornitura e consumo di tutte le droghe. Sempre più politici cominciano a parlare di legalizzazione. Sempre più organi di stampa cominciano a pubblicare degli editoriali che esprimono il loro sostegno alla legalizzazione. Alcuni paesi cominciano a mettere in discussione le convenzioni delle Nazioni unite sulle droghe e a discutere delle alternative. Sebbene il governo brasiliano insiste ancora sulla “war on drugs,” altri paesi latino-americani hanno sottolineato il bisogno di cambiare questa politica fallimentare e nociva. I capi di stato di Costa Rica, Guatemala e Colombia hanno già chiesto la fine del proibizionismo. L' Uruguay ha iniziato il cambiamento. Seguendo l'esempio di due stati statunitensi – Colorado and Washington – i cui elettori hanno deciso di legalizzare e regolare la produzione, offerta e consumo di marijuana,l' Uruguay diventerà ben presto il primo paese del mondo a farlo. Io sono sicura che le richieste di terminare la proibizione saranno sempre più numerose ed esplicite nei prossimi mesi ed anni. Io sono sicura che la fine del proibizionismo avverrà molto prima di come potessimo immaginare alcuni anni fa.
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Deimos
INTERVIEW
Buddha Seeds
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PUNTO LEGALE
STEFANO DEL PROGETTO FREEWEED CI RACCONTA LA SUA AVVENTURA REFERENDARIA
Un referendum dal basso Sarà un autunno caldo quello sul fronte delle battaglie per la depenalizzazione della cannabis. In Italia l'attuale legge sulle droghe sta venendo attaccata su più fronti e l'iniziativa popolare riveste un ruolo importante in questo processo. Stefano Auditore è un ragazzo di 27 anni che, sfidando la nomenklatura politica, ha messo in piedi un progetto interamente coordinato e gestito dal basso. Il Progetto FreeWeed nasce per proporre un referendum che depenalizzi il possesso di cannabis ma l'orizzonte sul quale muoversi è ancora incerto. di Giovanna Dark
re dal nostro progetto è sicuramente questa, perché non è possibile equiparare una sostanza come la cannabis alla cocaina o all'eroina. L'equiparazione delle sostanze è la cosa più sbagliata di questa legge. Quindi noi, come i Radicali, puntiamo ad eliminare il reato penale – per quello che è possibile – e ad alleviare le pene amministrative – che è difficilissimo a causa dei trattati internazionali. Ma puntiamo soprattutto ad agire sulla parola “detenzione” che è stata introdotta come novità dalla Fini-Giovanardi. Un vocabolo che però non viene specificato, è a discrezione: potrebbe essere la “detenzione” di una canna, “detenzione” di un etto, “detenzione” di una qualunque sostanza stupefacente. Prima esistevano delle differenze sostanziali che potevano portare un giudice anche ad assolve-
Costituzionale possa invalidare la FiniGiovanardi e che quindi i loro quesiti rimarrebbero comunque validi.
re una grande quantità se dimostrato l'uso personale.
nel merito. Credete che l'attuale legge sulle droghe possa essere semplicemente riformulata e riproposta?
Guarda, anch'io razionalmente non credo possa succedere un'eventualità del genere. Figurati se ci fanno un piacere così grande! Noi comunque sappiamo cosa potrebbe bloccarci e se effettivamente la Fini-Giovanardi fosse dichiarata incostituzionale è bene sapere che la sua forma potrebbe sempre essere valida. Quello che contestano alla legge non è tanto quello che contiene ma il modo in cui è stata redatta. SSIT: Una delle obiezioni è appunto quella dell'essere stata inserita illegittimamente in un decreto d'urgenza riguardante i giochi olimpici di Torino del 2006. Ma i dubbi costituzionali entrano anche
La sentenza della Corte Costituzionale sulla costituzionalità della Fini-Giovanardi mette a rischio le varie iniziative referendarie che si sono sviluppate a partire dalla scorsa primavera. Ma il progetto FreeWeed è pronto anche a questa eventualità e si propone come un esperimento di lungo periodo. Perché, come ci ha confermato Stefano, « Non ci fermeremo fino a che la cannabis non diventerà una sostanza legalmente autorizzata». SSIT: Come avrai sicuramente letto, sullo scorso numero abbiamo intervistato il segretario dei Radicali, Mario Staderini, anche lui impegnato sul fronte referendario per la depenalizzazione. Come a lui, a te chiedo: perché non unire le forze se l'obiettivo è palesemente lo stesso? Perché per arrivare allo stesso traguardo si stanno percorrendo due strade diverse? Quello che onestamente ti posso dire è che noi già dallo scorso anno avevamo preso contatti con la base operativa dei Radicali. Lo avevamo fatto soprattutto per quanto riguarda il fatto che loro hanno possibilità di reperire più facilmente autenticatori per la raccolta firme, rispetto a noi che in fondo siamo ragazzi. SSIT: Vi hanno negato la disponibilità? No, è successo che noi abbiamo chiesto tempo, perché il referendum ci sembra un'impresa che necessita – dal giorno in
erano stati depositati 6 quesiti, inseriti in un pacchetto. Abbiamo sentito Staderini che ci ha detto “Noi abbiamo già fatto tutto, entrate nel comitato dei Radicali”. SSIT: Se non vado errata voi vi definite apartitici per costituzione....
SSIT: C'è da dire che proprio questa ambiguità ha portato, soprattutto nell'ultimo paio d'anni, ad una sequela di sentenze contraddittorie...
Esatto, siamo tecnicamente apartitici. L'idea alla base di FreeWeed è che è il cittadino che deve essere aiutato dal partito politico, non viceversa. E questo va sottolineato. Diciamo che a noi non piace che vengano messe bandiere su battaglie che sono di tutti. Perciò abbiamo detto ai Radicali “voi lavorate pure
Ultimamente c'è davvero una gran confusione. La Cassazione che mette in dubbio la costituzionalità della legge, crea un precedente non indifferente e potrebbe creare un problema anche per le nostre iniziative. Se la Corte Costituzionale dovesse bocciare la Fini-Giovanardi, i quesiti nostri e dei Radicali verrebbe-
L'EQUIPARAZIONE DELLE SOSTANZE È LA COSA PIÙ SBAGLIATA DI QUESTA LEGGE. NOI PUNTIAMO AD AGIRE SULLA PAROLA “DETENZIONE” CHE È STATA INTRODOTTA COME NOVITÀ DALLA FINI-GIOVANARDI cui si dice “ok partiamo!” – almeno un anno. Quindi abbiamo posto come date indicative la primavera 2014 per partire con la raccolta, consegna delle firme per l'estate 2014 e referendum eventuale nel 2015. Questi i tempi che ci eravamo dati come FreeWeed, ma un pomeriggio di aprile ci siamo ritrovati a leggere su internet che
sul decreto legge originale e sulle modifiche apportate dalla Fini-Giovanardi del 2006, noi facciamo da soli”. SSIT: Quindi voi puntate all'abrogazione totale della Fini-Giovanardi? La volontà popolare che deve emerge-
ro bloccati, in quanto sviluppati su una modifica del DPR che non ha più valore legale. Uno dei perché vogliamo partire con la raccolta ad ottobre è anche questo: ci sono ancora dei processi in corso. SSIT: I Radicali sono ottimisti in questo senso. Dubitano che la Corte
Abbiamo sentito diversi esponenti politici. Dovessero sancire l'incostituzionalità della attuale legge sulle droghe, il PDL assieme alla Lega e ad una fetta del PD, riproporrebbe immediatamente un decreto legge identico a quello cassato, magari aggiustato nei punti di criticità costituzionale. Il problema più grande è che a norme identiche – o quasi – i nostri quesiti referendari non sarebbero comunque validi e dovremmo ricominciare tutto da capo. Ma siamo pronti a lavorare anche sull'eventualità di un “nuovo” decreto. SSIT: Il progetto FreeWeed è un'iniziativa che non vuole bandiere politiche, è un'esigenza che arriva direttamente dalla cittadinanza ma è stata raccolta e veicolata soprattutto a partire dai social networks. Non seguite il famoso mantra dell'attivismo “presidiare il territorio”? Da luglio abbiamo cominciato a muoverci finalmente anche sul territorio. Ci voleva un po' di tempo per organizzarsi... SSIT: Sul vostro gruppo Facebook ho visto che siete riusciti a creare una buona
39 rete di collaborazioni e contatti in base alla Regione, e in certi casi alla città.
avete, nel caso la legge rimanesse quella attuale?
Più che rete a me piace chiamarla “catena”. Ci siamo io, Jessica e Luigi che, diciamo, siamo l'organizzazione centrale, che è poi online. Noi prendiamo contatto con i referenti regionali e cittadini e alla fine siamo riuscito anche a penetrare a livello dei comuni con più di 10.000 abitanti, grazie alle richieste delle persone. Molti ci tenevano a che la raccolta fosse possibile anche nei comuni più piccoli in cui abitavano e si sono incaricati personalmente di seguirla. Abbiamo creato dei comitati che possono veicolare il messaggio referendario come meglio credono, l'importante è discuterne prima con noi che siamo “il comitato centrale”. Ci sono delle linee guida che interessano la raccolta fondi, il volantinaggio, l'informazione sulle proprietà della cannabis, sulla raccolta firme e poi sul progetto. Che sono tre cose diverse, perché l'informazione sulla cannabis è un progetto a lungo termine, è una cosa che noi, come progetto FreeWeed, vorremmo continuare anche se un domani l'attuale legge fosse abrogata.
La coltivazione è una materia un po' più problematica. I trattati internazionali la individuano come illegale. Certo si potreb-
SSIT: Avete già delle pubblicazioni dedicate a questi temi? Sul sito freeweed.it c'è tutto. Abbiamo un blog con articoli attuali e studi veritieri e attendibili sulla cannabis, non certo come quelli del DPA. Quello dell'informazione è sicuramente una parte del progetto che non si fermerà. Ma anche se la raccolta firme non dovesse avere buon
be provare a depenalizzarla, come propongono i Radicali con “la modica quantità”, ma sarebbe una forzatura perché così non è che poi puoi coltivare liberamente. Con la depenalizzazione potresti non essere arrestato nel caso in cui coltivi. Rimane quel “potresti” che è brutto. Se sia il nostro che il loro quesito dovesse passare, rimarrebbe comunque questa possibilità: la “lieve entità” purtroppo non comprende la coltivazione. La coltivazione è reato e questo non
ma non auto-approvvigionarsi, il mercato nero è l'unica soluzione percorribile. Paradossi tutti italiani? Guarda ci sarebbe una soluzione a questo. E noi la diamo scopiazzando quello che hanno fatto in Spagna. Con la depenalizzazione effettiva, la soluzione dei social club è fattibile perché può interagire legalmente con le amministrazioni. La cannabis in questo modo sarebbe controllata e tassata, anche se non propriamente venduta ma ceduta in qualità di socio del club. E FreeWeed si sta attrezzando anche in vista di questa eventualità, agendo quindi come associazione di consumatori. A differenza della Spagna la nostra però sarebbe un'associazione nazionale di distribuzione. SSIT: Nella rosea ipotesi in cui i CSC dovessero essere permessi anche in Italia, quale sarebbe l'iter per aprirne uno? Prima di tutto serve il permesso dell'ENCOD (N.d.A. La Coalizione europea per politiche sulle droghe giuste ed efficaci) che ha brevettato questo tipo di club. Quindi se uno non si registra all'ENCOD secondo i criteri che vengono richiesti, la sua iniziativa viene classificata come disobbedienza civile.
FREEWEED FONDAMENTALMENTE VUOLE TASTARE IL POLSO ALL'ITALIA. VUOLE VEDERE SE LO STATO È PRONTO AD ACCETTARE UNA SFIDA esito siamo pronti a ripartire immediatamente. Noi continueremo a lavorare fino a che non si realizzerà la liberalizzazione della cannabis. SSIT: E per quanto riguarda la coltivazione? Che posizione di intervento
si può cambiare, se non con una proposta di legge prodotta dal Parlamento. Con il referendum è impossibile. SSIT: L'auto-coltivazione non è sdoganabile ma la detenzione è già tollerata. Insomma se una persona può detenere
SSIT: Da quanto mi hai detto finora siete sostanzialmente pronti ad affrontare ogni scenario possibile sul fronte della lotta per la liberalizzazione della cannabis. Ma cosa vuole davvero realizzare FreeWeed in quanto progetto?
FreeWeed fondamentalmente vuole tastare il polso all'Italia. Vuole vedere se lo Stato è pronto ad accettare una sfida che è poi quella di accettare la canapa come una pianta diversa da tutte le altre. E non sto parlando del solo aspetto ludico della cannabis, che in realtà ha tantissime potenzialità. Prima ancora che a sfondare con il referendum noi puntiamo a creare consapevolezza e un'informazione decente, a livello nazionale, attorno alla tematica della canapa. SSIT: Quali sono le difficoltà più comuni con le quali avete avuto a che fare nell'organizzazione della raccolta firme? Il problema grosso attualmente è quello della raccolta fondi: inizialmente ci eravamo posti come data di partenza della raccolta firme ottobre 2013 ma la difficoltà nel reperire i soldi necessari alla campagna referendaria ci hanno fatto slittare al 2014. Non avendo nessuno sponsor ma autofinanziandoci con la vendita di magliette, il guadagno è minimo purtroppo. Poi un altro problema grosso è quello di trovare gli autenticatori per le firme. Perché è una carica pubblica, anche se su base volontaria, ricoperta spesso da uomini di partito in quanto consiglieri comunali. E noi non abbiamo agganci tra i partiti. Per questo abbiamo deciso di pubblicare i nomi di quanti ci daranno una mano in questo senso. E anche di quelli che non ce la daranno. Perché è giusto che la gente sappia come si comportano i loro rappresentanti istituzionali, da che parte stanno, se hanno il coraggio di esporsi o meno. SSIT: Se la raccolta fondi dovesse avere buon esito tra sei mesi partirà a tutti gli effetti il vostro progetto. Arrivare a raccogliere 500.000 firme in tre mesi è sicuramente un'ardua quanto eroica impresa: l'augurio di tutta le redazione è che centriate in pieno l'obiettivo. Un grosso in bocca al lupo! Grazie! Incrociamo le dita e ricordiamo ai lettori che non appena il progetto sarà operativo, sarà possibile firmare per il nostro referendum presso gli uffici elettorali di tutti i comuni italiani con più di 10.000 abitanti.
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VERDI METE
Clubbing in Catalunya
di CBG
A Barcellona esistono i Cannabis Club. Questi luoghi di ritrovo e consumo di canapa e derivati sono assolutamente legali e si stanno moltiplicando velocemente in tutta la città. La forma giuridica in cui esistono è quella di associazione di privati cittadini senza scopo di lucro, che hanno diritto di esistere secondo il diritto costituzionalmente riconosciuto al libero associazionismo. Per entrare in questi ARCI della ganja bisogna esser introdotti da una persona già socia del club ed avere sempre con se un documento.
no. La prima categoria di club è quella dei club terapeutici, dove si dispensa canapa sotto forma di capsule, pomate, tinture, generi alimentari, infiorescenze
socializzazione o ludici. In questi esercizi vengono dispensati strain di tutti i tipi, soprattutto tra i più recenti e famosi vincitori di coppe internazionali. I soci
Attualmente vi sono club in tutta la città, da Barceloneta alla Stazione Sants, passando per La Rambla. La maggior parte delle attività sono degli spazi commerciali riadattati allo scopo, cioè con un adeguato impianto di ricambio e pulizia dell'aria, e riarredati per offrire comodità ai soci che vogliono consumare seduti tranquillamente. In tanti posti si possono trovare vere e proprie sale giochi, con videogames aggiornati e computers oppure con ping-pong, biliardo e calcio balilla, quasi tutti i club hanno il proiettore per i principali eventi sportivi e praticamente ovunque si trova un angolo bar con rinfreschi e snacks.
ed estrazioni a coloro in possesso di una regolare prescrizione medica. In questi luoghi sono solitamente presenti strain
non devono presentare nessuna prescrizione medica in quanto hanno diritto ad acquistare e consumare ad uso
A BARCELLONA LA QUALITÀ DELL'OFFERTA GETTA INTERESSANTI BASI PER FAR SÌ CHE LA CITTÀ DIVENTI UNA NUOVA E AMBITA META PER GLI AMANTI DELLA CANAPA Se si volessero catalogare e suddividere i vari club, sicuramente bisognerebbe adottare come criterio l'osservazione dell'utenza finale alla quale si rivolgo-
La media di iscritti per club è di 2000, con circa il 75% dei soci residente in Catalunya, il che conferma un trend già noto agli esperti del settore da quasi 3 anni: la canapa sta entrando in una nuova era di prosperità legale anche in Spagna. A Barcellona la qualità dell'offerta getta interessanti basi per far sì che la città di Gaudì diventi una nuova e ambita meta per gli amanti della canapa. Google offre risposte da internet ad ogni quesito in merito ai club ed alla loro esatta ubicazione. Per chi volesse informarsi meglio consiglio il Resin Club in zona Sants dove si possono trovare le famose varietà ad alto contenuto di CBD e ogni tanto qualcuno come Jaime di Resin seeds o Shantibaba specialmente durante i giorni di Spannabis. Il S.U.C.S. lungo la metro verde, alla fermata Poble Sec, dalle numerose genetiche spagnole e dalle estrazioni innovative che vanno tanto di moda nella penisola iberica. Il Mariland in pieno Liceu che ci ha salvati per l'aria condizionata e i rinfreschi durante una calda giornata di agosto, ma dove puoi trovare un attimo di pace e scambiare due parole con qualche avventuriero che spesso parla anche la tua lingua. Il Kiff in zona Rambla secondo il quale non vi sono buone e meno buone ma solo buonissime. Lo Zion a Barceloneta dove incontri un amico nuovo ogni giorno e la lavagnetta col listino è sempre strapiena, l'NPK con uno staff preparatissimo e l'AIRAM, con più di diecimila soci, più famoso e frequentato dell'Hard Rock Cafe.
All'atto dell'iscrizione si prende visione dello statuto dell'associazione e si firma una richiesta di tesseramento all'attenzione del presidente. Il presidente accetta o nega l'iscrizione. L'iscrizione ha un costo compreso tra i 5 e i 50 euro circa e da diritto ad una tessera di riconoscimento con cui rientrare al club e, ovviamente, godere dei prodotti e dei benefici dell'associazione in quanto socio. L'offerta è ampia: dagli estratti alle erbe si scorre l'intero panorama delle genetiche europee ed iberiche con una particolare menzione per le classiche olandesi, una garanzia per i coltivatori commerciali.
Spesso si trovano birre gelate e bibite di ogni sorta, in altri ancora invece sono bandite le bevande alcoliche e sono serviti solo alimenti per vegani e per vegetariani. Alcuni offrono esperienze sensoriali e sale con libri e vinili altri piscine con terrazze mozzafiato. Qualcuno ha millantato di aprirne con club ippico aggiunto mentre qualcun altro di meno parole e più fatti ha aperto con un campo e una scuola golf.
entrambe le tipologie di utente adottando differenti listini o differenti vetrine arrivando cosi' a soddisfare un vasto numero di soci.
ad alto contenuto di cannabinoidi e strain con forte contenuto di CBD. La seconda categoria è quella dei club di
ludico in loco ovvero portarsi a casa una quantità limite di pochi grammi. Molti in realtà sono degli ibridi tra il terapeutico e il ludico, in quanto si rivolgono ad
Un'esperienza in un club, "entrare in un coffee alla spagnola", è equiparabile e forse superiore al coffee shop inteso come Amsterdam. Talvolta risulta molto migliore un'avventura in un csc piuttosto che un classico tour ad Amsterdam e dintorni. Ora come non mai, sempre più persone decidono di investire fortemente nei Cannabis Social Club, rumors preannunciano grandi nomi con grandissimi investimenti in tutta la Spagna. La speranza è che un giorno anche i club possano divenire delle realtà in grado di potersi rivolgere non solo ai soci ma anche ai semplici turisti di passaggio. La concorrenza sta arrivando e sa essere spietata, anche se le parole del presidente del Resin club ci rassicurano: « Sono contento che esistano altri club, in questa zona ci sono almeno 5000 fumatori cronici, come posso soddisfarli? ho capacità di soddisfare solo un quinto di loro, quindi meno male che esistono altri club... ci sono molti più fumatori che non: fumano tutti! ». Forse un giorno anche nel nostro paese si accorgeranno della quantità di denaro che perde lo stato a non tassare la canapa relegandola al mercato nero. Aspettando quel giorno, buonissimi fiori!
L’ENCICLOPEDIA ONLINE DELLA CANNABIS
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INTERVIEW
Il vero volto del narcotraffico ULTIMA PARTE: GUARDIE, LADRI E POVERI CRISTI di Giovanna Dark Lo abbiamo lasciato dietro le sbarre, ad assumere eroina per farsi scontare la pena di sei anni che la giustizia gli aveva comminato per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. E. è un miracolato della Fini-Giovanardi ma solo perché ha avuto la possibilità di pagarsi degli ottimi avvocati. E perché ha avuto il coraggio, o probabilmente l'incoscienza, di assumere eroina pur di beneficiare degli sconti di pena riservati alle persone tossicodipendenti. Quello che segue è il racconto, spesso crudo, di quella che è la quotidianità dietro le sbarre. Una quotidianità pensata per agire in netto contrasto con i principi del diritto
sezioni. Tieni conto che se uno sta male – perché capita anche in carcere – serve che la sezione intera, tutte e 25 le celle, si metta a sbattere le gavette sulle sbarre così la guardia con la speranza che questo arrivi dall'altra sezione. Ci sarebbe un campanello per chiamare la guardia ma la guardia quando serve non c'è mai. SSIT: Il personale carcerario, si sa, è insufficiente. Secondo i dati forniti dal dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria, al 31 marzo 2013, erano 65.831 i detenuti presenti nelle carceri italiane (quasi 24 mila stranieri e quasi 3 mila donne) a fronte dei 47.045 posti
PSP ( Nda. La consolle portatile della Sony), i cellulari...
SSIT: Mentre eri dentro è capitato che qualcuno sia riuscito a suicidarsi?
SSIT: Secondo quanto esprime la filosofia del diritto attuale, l'istituzione carceraria dovrebbe avere il compito di riabilitare alla società ma nei fatti spesso finisce per escludere o far escludere chi ne esce. Dove eri “alloggiato” tu, qual'era l'attività che avrebbe dovuto favorire la tua riabilitazione?
Quando c'ero io ci hanno provato in tanti ma nessuno c'è riuscito. Però due sono morti di ipotermia.
Io ho lavorato due mesi in infermeria, perché si vede che mi consideravano una persona di fiducia. Nella sezione dov'ero io il 90% erano tossicodipendenti, quindi ovviamente non li mandavano in infermeria per lavorare perché avevano paura che si fregassero tutto. Che poi lavorare... pulivo per terra. E se non ci vai ti fanno il rapporto disciplinare. Mi pagavano 170 euro al mese, ma non me ne fregava un cazzo di quegli spiccioli, piuttosto non ci andavo. SSIT: Chissà cosa avrai visto in infermeria... Ho visto le persone con le vene aperte,
HO VISTO LE PERSONE CON LE VENE APERTE, GENTE CHE SI TAGLIAVA APPOSTA PER NON FARSI PICCHIARE DALLE GUARDIE. GENTE CHE SI È MANGIATA LE PILE PER PROVARE A SUICIDARSI internazionale, che indicano nelle carceri un luogo di riabilitazione e non certo di privazione e isolamento. Perché le celle fredde e umide, i topi e gli scarafaggi, le botte e l'omertà, nelle carceri italiane purtroppo non sono solo un cliché.
disponibili. 39.697 con condanna definitiva, 24.824 ancora in attesa di giudizio. Nel carcere dove eri tu per 400 persone c'erano in tutto 30 guardie, ovvero un secondino ogni 13 carcerati...
gente che si tagliava apposta per non farsi picchiare dalle guardie. Sangue dappertutto, un macello. Le guardie almeno non li toccavano e li mandavano direttamente giù in infermeria, magari spingendoli col
Si erano pochi e in più non si capiva niente. Questi smontavano quando pareva a loro, facevano turni di 6 ore anzi che di 8. Si facevano molto i cazzi loro, sparivano. Poi li vedevi li con la
manganello perché essendo tossici, magari avevano delle malattie e non volevano sporcarsi di sangue. Ho visto gente che si è mangiata le pile per suicidarsi, perché non sopportava più la vita dietro le sbarre.
SSIT: Ipotermia?!? Si, d'inverno lì dentro faceva un freddo cane. Ti scaldavi le mani con la macchinetta del caffè... L'acqua del rubinetto era sempre ghiacciata. E invece d'estate si moriva... Nella mia cella buttavamo a terra i secchi d'acqua e ci sdraiavamo a turno per prendere un po' di fresco. La sera bisognava buttarli anche sulle sbarre per raffreddarle. SSIT: Scusa se insisto, ma questi due poveracci sono davvero morti di freddo? Perché davvero non riesco a credere che possano succedere delle robe del genere. Li ammazzano di botte, certo, ed è gravissimo di per sé ma lasciar morire delle persone per incuria è ugualmente criminale. Si, ti giuro! A me han fatto fare l'isolamento, ho fatto 7-8 giorni di isolamento perché volevano farmi parlare. Era gennaio, quindi in pieno inverno. In sta cella c'era la finestra rotta, con la neve fuori. M'hanno levato i miei vestiti, mi hanno fatto dormire in un sacco e mi hanno lasciato cinque giorni senza lavarmi... SSIT: Almeno vi nutrivano decentemente?
SSIT: L'omertà in carcere è una realtà consolidata? Hai trovato che l'atteggiamento dei tuoi compagni fosse remissivo nei confronti delle “guardie”? Alla fine quando ti massacrano di mazzate non puoi fare altro, taci. Io ho avuto la fortuna che non mi è mai successo niente del genere... perché io non sto zitto! Mi faccio ammazzare, mi faccio 20 anni, non mi interessa. Devo aver avuto la Madonna che mi protegge perché io ho litigato svariate volte con le guardie, soprattutto quando veniva a trovarmi la mia ragazza. Una volta che è venuta alle visite le hanno detto “Signorina, la prossima volta non si vesta da prostituta perché ci turba troppo gli ospiti”. Li è ovvio che divento cattivo... SSIT: Quello dei secondini invece era un atteggiamento prevalentemente provocatorio? Molti provocano, lo fanno apposta. Poi magari altri son degli angeli, io ne ho trovati pochi eh. Dove stavo c'erano in tutto 30 guardie, li conosci poi col tempo... Su 30 ne ho trovati 2 buoni. Che poi buoni è una parola grossa... Corretti, che facevano solo il loro lavoro. SSIT: In che modo erano gestite le diverse sezioni del carcere in cui ti trovavi? Una guardia deve tener dietro a due
Il mangiare dello Stato non si può mangiare e lo sappiamo tutti. Il mio compagno di cella era un romano da un quintale e mezzo, un ubriacone che poveraccio mentre chiedeva l'elemosina a uno gli è
43 caduto addosso e gli ha rotto una gamba. Al processo gli hanno dato rapina e lui ha ringraziato perché almeno aveva un tetto sopra la testa. Lui diceva che però alle mense della Caritas si mangia cento volte meglio. Lo facevo mangiare sempre io... SSIT: Parlaci di come funzionano le cose a livello di autogestione. Mi spiego, come facevi ad approvvigionarti di quello che mancava dentro? Come potevi spendere quel poco che ti davano dal lavoro in infermeria? Allora tu hai al massimo 550 euro da spendere al mese. Ti devono bastare per fumare e tutto il resto. Fai una spesa una volta alla settimana e se all'ultima del mese ti sei già sputtanato tutto non te la fanno fare. Puoi avere anche 3000 euro sul tuo conto ma non te la fanno fare. Certo poi ti possono fare arrivare i pacchi da fuori, coi vestiti e il mangiare che però doveva essere solo roba confezionata con l'etichetta, altrimenti te la buttavano via, anzi se la tenevano loro. Se poi pensi che c'è un frigo per 75 persone e che in media i prezzi della roba sono caricati del 30% in più rispetto a fuori te lo dico cosa ti potevi mangiare! Io alla fine li dentro ero un privilegiato perché avevo la famiglia che mi mandava un sacco di roba, potevo avere tutte le mie cosine. Ho fatto entrare le tovaglie,
erano comunque soldi tuoi che andavano ad aggiungersi a quello che ti davano per il lavoro in infermeria oppure 550 euro era il tetto massimo, tutto compreso? Beh si, erano comunque soldi miei. Anche perché per 400 persone c'erano solo 8 posti di lavoro che dovevano gira-
carrello e se uno sgarrava il giorno dopo se le prendeva. Poi abbiamo dato fuoco a mezza galera. Abbiamo fatto scoppiare centinaia di bombole del gas per protesta. Battitura delle sbarre a oltranza, per 48 ore, con le guardie che ci venivano a prendere e ci massacravano di botte e la gente fuori dal carcere che sentiva e chiamava i carabinieri. Storie assurde, ti giuro!
SSIT: Da quello che mi hai raccontato finora, l'idea che mi sono fatta è che il “sistema carcere” assomigli moltissimo al “sistema paese”. Ovvero: se te lo puoi permettere economicamente va bene, altrimenti sei nelle mani della provvidenza, che . Tu come la vedi? Beh anche se hai i soldi non è che arrivi tanto lontano dietro le sbarre. Sei sempre chiuso li! SSIT: Tu stesso ti sei definito un privilegiato perché avevi i soldi per permetterti quello che magari un tunisino – finito dentro per i tuoi stessi reati di spaccio e detenzione – non si potrebbe nemmeno sognare. O sbaglio?
re tutti i mesi. Ogni tanto veniva il prete e ti caricava 5 euro sul conto ma poi ti arrangi con lo “spesino”.
SSIT: Io pensavo più ai diritti dei reclusi, ma ovviamente quello più sentito è il diritto alla libertà...
IO ALLA FINE LI DENTRO ERO UN PRIVILEGIATO PERCHÉ AVEVO LA FAMIGLIA CHE MI MANDAVA UN SACCO DI ROBA, POTEVO AVERE TUTTE LE MIE COSINE per dirti, perché mi piace mangiare come un cristiano e anche perché c'erano i muri che pisciavano acqua... SSIT: Immagino che le condizioni igieniche non fossero il massimo... Si, pieno di scarafaggi e topi. Le condizioni igenico-sanitarie non esistono in carcere. Ti dico solo che ci davano due rotoli di carta igienica a testa ogni 15 giorni. Io potevo comprarla, ma il resto dei disperati che non potevano? Quelli che campano coi 4 spicci che ti danno li dentro con cosa se lo pulivano il culo? SSIT: Quindi il massimo di 550 euro
ma sono 5 al massimo. Ti cade la linea proprio, non fai in tempo a dire “ciao”. Devi decidere se telefonare alla ragazza o alla mamma. Alla fine fai una telefonata di 5 minuti scarsi alla settimana. In più le telefonate le devi pagare di tasca tua perché lo Stato, oltre che sul cibo, lucra anche su questo...
SSIT: Chi o cosa è lo “spesino”? È uno dei posti di lavoro per carcerati, in pratica è quello che ti carica e ti scarica le robe sul conto che ti fanno apposta quando vai dentro. SSIT: E per quanto riguarda i vostri diritti? Avete mai protestato o portato avanti uno sciopero della fame? Guarda, per avere l'amnistia abbiamo fatto un casino: abbiamo allestito scioperi della fame, scioperi della sete, del carrello. Li ho fatti tutti. C'ero io che cucinavo dei venti chili di pasta al giorno per dare da mangiare agli altri, di modo che non toccassero il
Oh io alla fine mi sono fatto un anno e mezzo solo dentro, ma già dopo un mese si sentiva parlare di amnistia e quando te fai dei mesi convinto che il giorno dopo te la danno, che la settimana dopo magari arriva...te stai male, te lo assicuro! Alla fine le notizie della politica arrivano anche in galera. Il telegiornale lo vediamo anche noi, poi arrivano le lettere, le poche telefonate che puoi fare... SSIT: Come funzionano le comunicazioni con l'esterno? Allora tu hai 8 minuti di telefonate a settimana, che poi non sono mai 8
Quello sicuro. Se non hai i soldi e i contatti giusti, in galera ci puoi tranquillamente morire. Io potevo segnare sulla lista della spesa robe che altri non potevano. C'era una guardia che a me dava del lei e al tunisino dava del cane. Però alla fine finisce li. Finisce qui anche l'intervista-fiume con E. Durante il suo racconto abbiamo visto in che modo è possibile mettere in piedi un giro di spaccio ad alto livello grazie ai prestiti della Camorra e alla spregiudicatezza di chi sa di passarla liscia (o quasi) sempre e comunque perché ha le spalle coperte. Abbiamo toccato con mano poi il fallimento giuridico ed istituzionale della Fini-Giovanardi: una legge che riempie le carceri di poveri cristi – destinati ad un'esperienza traumatica e assolutamente non riabilitante – ed è tragicamente comica nel comminare pene pesantissime per la detenzione di marijuana quando, allo stesso tempo, ti offre la possibilità di diventare dipendente da eroina per beneficiare degli sconti di pena. In quest'Italia alla rovescia, la storia di E. andava senza dubbio raccontata.
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GROWING
Ricomincio dall’indoor Coltivare una pianta non differisce molto dall’allevare un animale domestico. Come tutti gli esseri viventi anche le piante hanno bisogno di una serie di input per potersi sviluppare, crescere ed arrivare a fine ciclo vitale. Gli input di cui necessitano le piante nel giusto habitat di crescita sono: una nutrizione adeguata di acqua e nutrienti, una dose di energia luminosa sufficiente allo svolgimento della fotosintesi clorofilliana e dell’aria ricca di ossigeno e anidride carbonica per poter di CBG finalizzare il loro sforzo metabolico.
tamente necessario è un ternario biologico per fioritura. Il radicante, i vari booster e gli enzimi sono un upgrade di cui parleremo oltre. Cominciando così si arriva in 3 mesi e mezzo a gustare una produzione ben diversa da ciò che si incontra per le strade. Una volta conosciuta la pianta, si può pensare ad aumentare il numero di vasi nel growbox, aumentando così la den-
strain autofiorenti, ma dopo pochi cicli la scelta ricade su varietà foto dipendenti per via della scelta più ampia e per la maggior soddisfazione che si incontra tipicamente con le varietà più conosciute. L’unico accorgimento che mi sento di scrivere è di prestare attenzione alla lunghezza della fioritura più che alle descrizioni sull’effetto tipiche dei cataloghi commerciali. Ciò che importa ad un coltivatore dev’essere la lunghezza della fase di fioritura in base alla quale si assicura una corretta fertilizzazione e una corretta gestione delle tempistiche. Esistono varietà da 50 giorni di fioritura e altre da 100: con una così
Nello scorso secolo la scienza ha fatto numerosi progressi in tutti i campi e in agronomia sono state introdotte nuove pratiche colturali grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie; queste nuove tecnologie, oltre ad aggiungere informazioni su ciò che sappiamo sulle piante, ci danno rese impensabili sino a pochi anni fa. Quindi ora riusciamo a fornire grandi rese in aree dove sino a poco tempo fa era impensabile coltivare. Ad esempio coltivare indoor è una possibilità degli ultimi anni. Poter ricreare in un metro quadro l’ambiente perfetto per lo sviluppo delle piante è diventata una pratica molto diffusa negli ultimi anni, tanto che la maggioranza dei growers sono esperti dell’indoor. In casa si possono ricreare le condizioni ambientali migliori in quasi tutti gli ambienti, ad esclusione di cantina e soffitta, senza spendere grandi quantità di denaro. In caso di cantina o soffitta o di spazi con temperatura o umidità inadatte si può intervenire, ma il costo della tecnologia impiegata non dev’essere sottovalutato quando soprattutto si tratta di un hobby o quando sono necessari drastici interventi di riabilitazione. Mantenere acceso un bulbo da 600 Watt HPS con 35°C all’ombra diventa impensabile se non si ha un impianto di condizionamento dell’aria nella stanza dove sta il growbox, a Valencia hanno cominciato ad usare i led per
recchi all’interno dell’armadio (bulbo, ventilatorini a clip, etc...). L’approccio più semplice e più diffuso al mondo del growing è un growbox di piccole dimensioni, al massimo 60 centime-
sità di coltura e poi la resa. I ventilatorini per il ricircolo d’aria sono indispensabili per garantire una leggera brezza e prevenire così muffe dovute a ristagni d’aria malsana. Un estrattore serve per
IN CASA SI POSSONO RICREARE LE CONDIZIONI AMBIENTALI MIGLIORI IN QUASI TUTTI GLI AMBIENTI SENZA SPENDERE GRANDI QUANTITÀ DI DENARO non interrompere la crescita ad agosto, ma i valenciani assicurano: “per ora non abbiamo risultati che giustifichino un investimento iniziale così alto”. Bisogna tener conto che la maggioranza dei coltivatori hobbistici si avvale dei pratici armadi chiamati growbox. I growbox sono degli armadi smontabili formati da un’intelaiatura di tubi di alluminio ad incastro ricoperta di un telo riflettente all’interno ed oscurato all’esterno. Codesti armadi hanno pratiche aperture per l’estrazione, l’intrazione e il passaggio dei cavi di alimentazione per gli appa-
tri di lato, con una piccola sorgente luminosa CFL a 2700°K da massimo 200 Watt e quattro vasi quadrati da 6,5-7 litri l’uno con dentro un femminizzato autofiorente ciascuno. Taluni preferiscono investire in un ventilatore in più per scongiurare il pericolo di infezioni fungine (muffe sui fiori che annullano il raccolto). Un piccolo estrattore garantisce il ricambio d’aria necessario, coadiuvato sovente da un filtro per trattenere odori indesiderati. Il substrato per iniziare è terriccio comprato in un growshop e l’unico fertilizzante stret-
il ricambio dell’aria, condizione necessaria per una corretta respirazione degli esseri viventi: provate voi a tenere un uomo sotto una campana di vetro e quando esaurirà l’ossigeno, morirà. Ugualmente sarà lo sviluppo dei nostri vegetali in un armadio. Outdoor questo non è mai stato un problema in quanto si coltiva all’aria aperta e il vento contribuisce a ricambiare l’aria attorno alle parti aeree della pianta, si capisce così l’importanza di una corrente d’aria nuova nella growbox. La maggioranza dei venditori di sementi consigliano sempre di iniziare con
ampia variabilità bisogna scegliere attentamente. Inoltre i gusti sono dei più diversi, dal terroso allo zolfo, al pino silvestre, al formaggio, all’arancia. Io consiglio sempre di cercare su internet, su siti specializzati come seedfinder.eu, dove si trovano informazioni veritiere e non sponsorizzate, con anche feedback da parte di altri utenti, quasi come frequentare un buon forum online sul tema. Finché si tratta di una coltivazione di piante autofiorenti non è necessario l’utilizzo di un timer professionale per il controllo della lunghezza della fase diurna, in quanto non soffrono particolarmente gli shock luminosi e non hanno bisogno di venir indotte artificialmente a fiorire. Per indurre la fioritura si deve allungare la fase notturna a 12 ore solitamente, quindi dodici ore di luce e dodici di stretto buio al giorno. Ciò che si può osservare durante le prime due settimane di fioritura è un fenomeno chiamato stretching, cioè un allungamento degli steli di mediamen-
45 te due terzi della lunghezza. Con l’esperienza si arriva a capire poi quand’è il momento migliore per switchare alla fase di fioritura e ritrovarsi con lo spazio riempito perfettamente. Ora, la maggior parte dei growers utilizzano lampade HPS per la fioritura, cioè illuminano con bulbi ad alta pressione di sodio, un’ottima fonte di Lumen per una fioritura copiosa. Non esisterebbe l’idea di growing indoor se non esistessero le lampade ad alta energia o, perlomeno, credo sarebbe una pratica molto poco diffusa. Negli ultimi due anni vanno diffondendosi gli utilizzatori di lampade a led. La lampada a led è una piastra di tanti piccoli diodi, da pochissimi watt ciascuno, del giusto colore. L’inconveniente di questa tecnologia è la scarsa penetrazione dei led, ma con uno Scr.O.G. ben misurato si possono raccogliere cime decenti anche quando la temperatura fuori supera i 30 gradi centigradi. Finalmente una soluzione per coltivare indoor anche ad agosto mentre fuori l’asfalto scioglie come il gelato. Molto spesso l’upgrade successivo è il passaggio al fuori suolo. Quasi chiunque ha avuto un’esperienza con l’idroponica o il cocco. L’idroponica solitamente è ricercata da chi vuole esercitarsi con una pratica molto tecnica dai risultati organoletticamente discutibili. Il cocco è invece una buona soluzione
solamente il corretto equilibrio degli input darà un prodotto di qualità. Altre volte, più raro, l’upgrade successivo è passare a una linea di fertilizzanti biologici, utilizzando terriccio pre-miscelato ed alleggerito in
gia nella quale ancora qualcuno non crede. Basti provare con un filtro rigorosamente nuovo giustamente dimensionato (sotto i 40 centimetri non è un filtro, è un filtrino) e si potrà subito notare l’assenza di sgradevoli e indesiderati odori. Volendo si può integrare
LE VARIANTI ALLA COLTURA DELLA CANAPA SONO INNUMEREVOLI E TUTTE DOVUTE AL FATTO CHE BEN SI PRESTA AD OGNI TIPO DI HABITAT, ANCHE SPERIMENTALE per i principianti, coloro che evolveranno in una coccoponica con fertirrigazione continua avranno grandi risultati parlando di peso della sostanza secca. In generale coltivare fuori suolo implica una serie di conoscenze approfondite e una costante dedizione giornaliera al proprio impianto: bisogna conoscere annotando ogni giorno i valori pH ed EC della soluzione così da correggere eventuali squilibri. L’acqua di norma viene cambiata ogni settimana, partendo sempre da una base di acqua osmotizzata con aggiunta di calcio e magnesio per renderla “buona”. Il pH è molto banalmente un indicatore di quanto è acida o basica una soluzione. Si può regolare con prodotti acidi o basici chiamati pH- o pH+. Normalmente i coltivatori fuori suolo mantengono il valore del pH della soluzione fertirrigua intorno a 5,6-5,8. L’EC invece è, diciamo, la misura dei sali sciolti nell’acqua, quindi possiamo assumere la quantità di nutrienti effettivamente assimilabili dalle radici. L’EC aumenta da 600-800 dei primi stadi vegetativi sino a 2200 e oltre di metà fase di fioritura, quando il valore scende troppo si dovrà integrare con una soluzione di sali disciolti in acqua: un fertilizzante di rapido assorbimento. Per fortuna esistono fertilizzanti di tutte le tipologie. Non esistono però né pozioni magiche, né cure miracolose:
casa e scegliendo varietà dalla fioritura abbondante e copiosa dovuta alla genetica. Ma quasi sempre il passaggio successivo è ad una sorgente luminosa ad alta pressione di sodio, quindi più potente. Aumentando la potenza della lampada si aumenta il calore all’interno del growbox, quindi oltre che ingrandire il proprio spazio di coltivazione può esser necessario raffreddare il calore emesso dal bulbo tramite l’ausilio di un cooltube. Il cooltube è una tecnologia molto semplice che permette di raffreddare di 5 gradi la temperatura d’esercizio delle colture. Il cooltube è un tubo di vetro, nel quale alloggiare il bulbo, collegato ad un estrattore che forzi la rapida fuga dell’aria calda dal suo interno. Per chiarezza, la linea d’uscita dell’aria dall’interno all’esterno è: filtro-estrattorecooltube-uscita. Collegati nella maniera più diretta possibile, senza angoli che ne rallentano fortemente il flusso. In commercio si trovano alimentatori di ogni tipologia, principalmente però sono diffusi quello magnetico e quello elettronico. La differenza non è molta ma incide per almeno il 5% della resa, che a mio parere è tanto. L’estrattore, eventualmente abbinato ad un cooltube, dovrà essere più potente per poter fronteggiare un ostacolo “luminoso”. Il filtro ai carboni attivi è una tecnolo-
con un mangia odori di tipo chimico, tipo quelli a base di terpenoidi che hanno fatto da poco tempo ingresso nel mondo cannabico. Le varianti alla coltura della canapa sono innumerevoli e tutte dovute al fatto che è una sorta di erbaccia infestante che ben si presta ad ogni tipo di habitat, anche sperimentale. Dalle slab, che sono lunghi sacchi di substrato inerte, tipo ad esempio le lastre di lana di roccia, agli airpot i famosi vasi
che arieggiano le radici permettendo un rigoglioso e smisurato sviluppo, alle colture aeroponiche passando per i vassoi inclinati dell’NFT, la Nutrient Film Techinque. Ogni volta è un risultato sicuro. Mi ricordo ora di un ragazzo illuminotecnico, desideroso di studiare i propri pannelli led, che decise di testare i propri prodotti con la canapa, giustamente per la sua altissima adattabilità. Il risultato alla fine fu un gran successo e ora molti dei suoi schemi elettronici sono divenuti quotidianità nella tecnologia del led-growing. Insomma questo articolo spero sia d’utilità a chi si avvicina all’hobby del growing e anche a chi vuole solamente conoscerne di più sul mondo cannabico che ogni giorno si rivela un mondo gigantesco dalle grandissime possibilità per chiunque abbia una passione nel cuore e ancora dell’etica. Con ciò lascio i miei lettori. Buoni pensieri verdi e buon inverno, dove non c’è il sole che alza le temperature diurne.
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SHOP REVIEW / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON
Growshop a Sassuolo, Reggio Emilia, Modena
Nel cuore della rossa e operosa Emilia Romagna troviamo una realtà che nel tempo ha saputo guadagnarsi la stima e il rispetto dei propri clienti. Il lavoro di Secret’s Garden e Growshop Reggio si basa ormai su anni di esperienza. La professionalità e la passione sono il vero motore di questi growshop, ma ascoltiamo la storia dai diretti interessati: Da quanto tempo avete cominciato a lavorare nel nostro settore? Dal 2009 siamo un punto fermo per gli appassionati del giardinaggio fai da te con attività presenti a Sassuolo e a Reggio Emilia. Ad agosto avvieremo l'apertura di un nuovo punto vendita a Modena. Cosa troveranno i nostri lettori presso i vostri punti vendita e perché apprezzano il vostro lavoro? La nostra clientela ci apprezza per l'esperienza, la discrezione e la cordialità. Presso di noi troverete tutte le novità che il mercato propone a prezzi imbattibili. Inoltre vi stupirete delle numerosissime varietà di semi sempre presenti in catalogo e a prezzi di listino, freschissimi e acquistati direttamente dalle case produttrici olandesi e spagnole. Qualche novità da proporre?
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Certo, da settembre a dicembre vi propo-
Le piante di marijuana crescano molto bene durante un’estate ben umida. Le signorine vanno pazze dei livelli elevati di umidità nell’aria e si sviluppano molto rapidamente quando riescono a maturare in queste condizioni. È un peccato che le piogge possano creare problemi al terreno nel quale crescono le piante, che diventa così troppo umido. Ecco perché bisogna sempre assicurarsi che il substrato stia bene e sia arieggiato, in modo tale che gli eccessi di acqua possano essere facilmente drenati.
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