2014 05 IT

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GRATIS 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

Numero 5 - 2014

New York (High) Times di Giovanna Dark AMSTERDAM

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“Ci sono voluti 13 anni prima che gli Stati Uniti tornassero in sé e mettessero fine al Proibizionismo, 13 anni durante i quali le persone hanno continuato a bere, cittadini altrimenti rispettosi della legge sono diventati criminali e le associazioni a delinquere sono aumentate e prosperate. Sono passati più di 40 anni da quando il Congresso ha approvato l’attuale divieto

che i nostri affezionatissimi lettori conosceranno ormai a menadito: “i divieti correnti infliggono alla società danni molto maggiori rispetto a una sostanza molto meno pericolosa dell’alcol”. La serie interattiva è stata pubblicata sul sito www. nytimes.com dal 26 luglio al 5 agosto con il titolo High Time: An Editorial Series on Marijuana Legalization, ed ha trattato in profondità sei differenti tematiche:

utilizzo della marijuana – come ad esempio da parte dei minori e per questo il quotidiano propone regole restrittive per chi ha meno di 21 anni –, riguardo ad altre perplessità sociali, legali e sanitarie, il Times scrive che “non ci sono risposte perfette… ma non esistono neanche risposte del genere per il tabacco o per l’alcol”. E poi – prosegue l'editoriale firmato dai 18 caporedattori – queste preoccupazioni appaio-

sulla marijuana, infliggendo grandi danni alla società solo per proibire una sostanza di gran lunga meno pericolosa dell’alcol. Il governo federale dovrebbe revocare il divieto sulla marijuana”. Apriva così, lo scorso 27 luglio, l'editoriale del quotidiano più letto d'America ed ora l'antiproibizionismo a stelle e strisce ha dalla sua uno sponsor di tutto riguardo.

le legislazioni dei singoli Stati, i numeri negativi della “war on drugs”, i miti e il pizzico di xenofobia che hanno portato al bando del 1973, le evidenze scientifiche sulla sostanza, il fortunato esperimento del Colorado ed, infine, una dettagliata descrizione di come dovrebbe essere regolamentato l'eventuale cannabusiness nazionale.

no minime se confrontate con i “vasti costi sociali” delle leggi sulla marijuana.

Con una mossa che in pochi si aspettavano, il comitato editoriale del New York Times ha deciso di pubblicare una serie composta da sei parti in cui si chiede a gran voce la fine della “Prohibition” della marijuana sulla base di un ragionamento

Il board editoriale spiega che, dopo aver soppesato i pro e i contro della legalizzazione, la bilancia pendeva chiaramente verso la fine del divieto. Ma se da un lato il New York Times riconosce che esistono preoccupazioni legate ad alcune forme di

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In questo numero COME TROVARE LA GENETICA PERFETTA PER LE PROPRIE ESIGENZE ›› 8 REPORT DAL CONVEGNO MILANESE SULLA CANA PA MEDICA ›› 14

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Attenzione: i semi di canapa sono esclusi dalla nozione legale di Cannabis, ciò significa che essi non sono da considerarsi sostanza stupefacente. L.412 del 1974, art.1; comma 1,lett.B, convenzione unica sugli stepefacenti di New York del 1961 e tabella del decreto ministeriale 27/7/1992. In Italia la coltivazione di Canapa è vietata (artr.28 e 73 del dpr 309/90) se non si è in possesso di apposita autorizzazione (art.17 dpr 309/90). In assenza di autorizzazione i semi potranno essere utilizzati esclusivamente per altri fini (zootecnico, collezionistico, etc). I semi vengono venduti con la riserva che essi non siano usati da terze parti in conflitto con la legge

Il New York Times è dunque il primo grande quotidiano americano a sostenere pubblicamente la legalizzazione nazionale della marijuana – una posizione ancora più rilevante se si considera la storia del Times, che in passato è sempre stato abbastanza conservatore sul fronte della war on drugs. L’autorevolezza della testata da cui viene l’appello per una legalizzazione federale della cannabis porterà di certo la discussione americana sulla sostanza a un nuovo livello. E nel Belpaese invece?



3 EDITORIALE

La sindrome di Ulisse

Questa signorina è una bellissima e alta varietà autofiorente di quarta generazione. L’ibrido deriva da selezionati cloni autofiorenti di terza generazione e da un clone elite di Trainwreck, una varietà che ha guadagnato grande fama in diversi dispensari medici di marijuana negli Stati Uniti. Il risultato è una varietà alta con i tipici rami laterali della sativa, una fioritura rapida, cime compatte, elevata produzione di tricomi e un intenso aroma dolce e fruttato, con accenti al limone tipici delle varietà a predominanza indica. Una varietà autofiorente equilibrata che unisce le caratteristiche desiderate di indica e sativa! THC: Resa indoor: Resa outdoor: Raccolto indoor/outdoor: Altezza:

17-20% · CBD: 1% · CBN: 0,2% 350-550 g/m2 40-120 g/pianta 8 settimane dopo la germinazione 60-120 cm

Selezionata da: Sweet Seeds

Sweet Trainwreck Auto

di Carlos Rafael Esposito

Oggi partiamo da una tesi semplice. Se si avversa qualcosa e non si agisce per modificare le condizioni che la causano, o si hanno altre priorità più impellenti o forse non ci è davvero sgradevole. La riflessione odierna contempla il fatto che a parte non conferire le deleghe per le funzioni relative alle politiche antidroga, riservandole a se stesso, subito dopo aver visto passare sul fiume il cadavere della Fini-Giovanardi, il nostro giovane premier Matteo Renzi non abbia preso una posizione concreta (dalle parole discendono i fatti) sul tema del traffico di stupefacenti. Tale constatazione può farci dunque pensare che ne condivida l'utilità sociale restando, soprattutto in un momento di tragedia del lavoro, comunque un impiego per molti, spesso ben retribuito, anche se solo ai livelli più alti e volendo ben vedere stabile, salvo le cicliche retate. Un sociologo del lavoro potrebbe ben dire: “Mediamente e non meno comunemente precario rispetto alla complessità del panorama lavorativo attuale”. Restando invece, la priorità del cammino renziano il rilancio del paese, può essere che si interroghi sul fatto che piantare grane a chi, anche se informalmente, porta la pagnotta a fine mese, non debba essere per forza un obbligo, nel senso anglosassone di must, da risolversi fra quelli ai vertici dell'agenda di governo. Date per valide queste ragioni, su un punto non posso, mio malgrado che restare perplesso. Dopo aver visto il nostro premier comodamente ritratto dalla prima pagina di “Gente”, il giornale delle nonne italiane, non mi spiego il suo agire da “Non più ti demandare e passa”. In quest'immagine era l'accaldato, ma diligente boy scout della sua giovinezza. Siamo d'accordo che la morale cattolica sottintesa a questo tipo di formazione extra scolastica avrebbe dovuto inculcare fra i suoi valori soprattutto e indiscutibilmente quello della salvaguardia morale dei futuri boy scout, credo questo sia pacifico. Ecco, allora, sento forte il dover di richiamare il nostro primo ministro sul fatto che durante la giornata-tipo degli adolescenti svolge un ruolo evidente, anzi dirompente, la cosiddetta sindrome di Ulisse: essi sono fisiologicamente attratti dal magnetismo delle cose sconosciute. Ed è proprio lì che la “droga” li aspetta al varco, proprio appena fuori la soglia dell'oratorio. Indifesi e curiosi. Allora Renzi, – e veniamo al dunque – se, a parte le foto, in questo autunno vorrai sentire prevalere il tuo passato da boy scout, piuttosto che il tuo presente da picciotto, che fa cioè gli interessi (o non cerca di nuocere) delle organizzazioni che lucrano sul traffico di stupefacenti; non ti domando di studiare l'impatto della legalizzazione delle droghe (ma quando cominciamo con la cannabis?) sulle loro economie di scala, ma almeno una mezz'oretta dedicala a preparare una campagna di informazione scolastica che spieghi agli alunni teenager, dettagliatamente, ed in particolare obbligatoriamente, cosa queste sostanze stupefacenti siano. L'obbligo di studiarle le farà venire a noia, come diceva Flaiano per il comunismo, e vedrai che sottraendo i possibili se dai probabili ma e sommando i variabili deduco agli irriducibili quindi, avrai reso servizio alle prossime generazioni, sentendoti sempre un vero lupetto, ma degno dei tempi che vivi. In fondo, la droga: che noia!

L’ENCICLOPEDIA ONLINE DELLA CANNABIS

/SoftSecretsItalia @cannabisinfo_it


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LETTERE DAI LETTORI

Ecco le mie 5 Magnum di Buddah seeds, raccolto molto precoce come si vede dalle dimensioni, cresciute col sole di marzo in vasi da 25 litri su terrazzo, gli unici prodotti usati sono One concime per la vegetativa e BioFlora per la fioritura. Piccole ma toste! Ciao e grazie per tutti i consigli e le informazioni! PIMPI. Ciao Pimpi, grazie per le foto. Se tutti avessimo un sole così a marzo, sarebbe un paradiso! Ci garbano molto perché sono compatte e bianche di resina. Al prossimo giro però pensa ad integrare la tua coltivazione con uno stimolatore di fioritura, raccoglierai molto di più. Viva il sole di marzo e viva la tua amica!

Hola Soft Secrets, vi presento la mia stanza di coltura indoor. Il colore violaceo è dato dalla lampada led 600 a Watt. Speriamo vi piacciano le mie bimbe! Un Saluto alla redazione. VALE Ciao Vale, grazie mille per la foto. Hai usato una sorgente a led da 600 Watt, ma non ci dici nulla di più sul setup... Dalla foto vediamo che hai delle belle bimbe, sviluppate un poco a stento. Ti consigliamo di considerare uno SCROG, la classica rete, per poter meglio esporre le tue piante alla scarsa penetrazione dei led. Oppure alza la densità di semina perché vediamo molto spazio sprecato. Grazie ancora per le foto, un abbraccio dalla redazione!

Autofiorente ultimo giorno dopo due al buio, nessun tipo di fertilizzante né stimolanti. Terra all mix. Ottimo profumo, qualità ottima. Auto Blueberry x Automazar. Ottima ma la mia esperienza con le autofiorenti finisce qua: poco divertimento. Un saluto a Soft Secrets e a chi lo segue. Bella! MARCO

Ciao ragazzi, vi presento la mia splendida complice e due delle cinque Cream Mandarine di Sweet Seeds già "spogliate", cresciute in box 90x50 sotto una hps rossa Philips da 400w, vasi da 9 litri con terriccio Kilomix, linea fertilizzanti minerale B'cuzz Atami. Leggermente bruttine alla vista, resa abbastanza buona. Nel salutarvi e farvi i complimenti per il giornale, mi auguro possiate darmi dei buoni consigli. Ciau. EMILIANO Ciao Emiliano! Grazie mille per la foto, ci piacciono così nude e pronte al taglio. Non è vero che son bruttine alla vista... il fatto che siano già pulite evidenzia la formazione delle infiorescenze. L'unico consiglio che ci sentiamo di darti è di provare a conciarle per bene almeno un paio di mesi in barattolino di vetro perché le Cream Mandarine assumono un sapore sfizioso dopo solo 60 giorni. Continuate così tu e la tua splendida. Buone fioriture!

Grande Marco, hai avuto fortuna ad avere una autofiorente così vigorosa! Ci piace molto il tuo approccio senza fertilizzanti né stimolanti anche se in redazione qualcuno storce il naso e ti consiglia un estratto di alghe brune per stimolare biologicamente, e senza saporacci, la fioritura. Condividiamo in pieno il tuo pensiero, sia sull'utilizzare terra pre-concimata senza aggiungere nulla, sia sull'evitare le autofiorenti. Buone fioriture, ché sappiamo ti vengono bene!

La pianta in questione è una Sweet Skunk Auto della Sweet Seeds, coltivata outdoor con prodotti Biobizz. Si vede benissimo – per la gioia del buon BMT-ÖZZY (mentore in materia da ormai generazioni, ormai mi definiscono "il discepolo") – la mancanza di sole nelle primissime fasi, ecco perché è così piccola e sofferente. La resina non manca. Mancano 5 giorni al raccolto e le foglie inutili sono state asportate, quindi ho sperato come ultima mossa di presentargli un'amica, come fosse l'ultima botta di vita... Vi seguo da anni e rinnovo i complimenti, continuate la vostra divulgazione! Un saluto a voi ragazzi di Soft Secrets ed ai lettori. MIKY Grande Miky che ci invii le foto che ci garbano di più. Hai fatto bene a togliere le fogliaccie inutili a cinque giorni dal raccolto, anche se qua in redazione le togliamo solo gli ultimi due giorni, in modo da non eliminare organi fotosintetizzanti alle piccole... Non possiamo aggiunger nulla se non un grazie alla tua amica per la posa e buone fioriture Miky!

Ciao sono Yo, ecco le mie bambine Torpedo (Vip seeds) a fine fioritura e sullo sfondo la mia bambina. Spero vi piacciano le foto e di essere premiato; grazie per il servizio informativo prezioso che date continuate così! A presto! YO Ciao Yo! Grazie innanzitutto per le foto. Le tue piante ci sembrano un poco allungate, avrete forse esagerato col fertilizzante azotato o invece la luce era lontana dalle cime? La prossima volta mandateci qualche dettaglio in più sul setup così da facilitarci il commento. Ti auguriamo grandi fumate in ottima compagnia!

Attenzione lettori italiani! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di DINAFEM? Mandateci una fotografia della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da 3 semi femminizzati. Se nella fotografia dovessero figurare anche la vostra bellissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x 3 di semi femminizzati. La fotografia del mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! Mandate le vostre fotografie via e-mail a italy@softsecrets.nl o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci piacciono le fotografie di piante in fase vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: italy@softsecrets.nl




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FLASH PRODOTTI BULK SEED BANK Bulk Seed Bank si occupa della vendita di semi di cannabis, prodotti da piante di altissima qualità, in modo da offrire potenza, valori medicinali e aroma ottimali. La banca offre 81 varietà diverse di semi femminilizzati e autofiorenti esclusivamente di genetiche originali, prodotti utilizzando solo nutrienti e insetticidi organici.

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La Desfrán è una varietà elastica che riempie rapidamente la stanza di coltivazione, diventando alta. Originariamente, la genetica proviene da Mexican Oaxaca, Colombian Punto Rojo e Meao Thai. La varietà si adatta bene a metodi di coltivazione SOG e SCROG, produce cime insolitamente dense e compatte per una sativa e ha un aroma fruttato con note di mela verde, pera e un accenno di melone. La Desfrán è frutto di una collaborazione tra Alberto, proprietario della rivista sudamericana Haze e Dutch Passion.

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GUSTO

COME TROVARE LA GENETICA PERFETTA PER LE PROPRIE ESIGENZE

A gusto e anche ad effetto Bene, finisce l'estate e gli armadi tornano a riempirsi... di costumi, di camicie a fiori di cui normalmente ci si vergognerebbe ma soprattutto gli armadi tornano a riempirsi di piante. Sono in molti coloro che decidono, sia per andare in vacanza senza pensieri e sia per temperature troppo alte, di smettere di coltivare durante l'estate. A settembre ricomincia la routine dei lavoratori e ricomincia la routine del grower: si pianta di nuovo. Molti scelgono lo strain in base al contenuto di cannabinoidi, altri guardando i cannabidi CBG noidi espressi, ma la maggioranza continua a scegliere secondo il proprio gusto. Tutti abbiamo iniziato con un seme di una particolare seed bank e poi siamo passati alle varietà considerate da coppa (quelle che hanno vinto cannabis cups negli ultimi mesi) per poi andare a piantare, magari dopo numerose prove, lo strain che più ci piace. La scelta secondo me va affrontata dal giusto punto di vista: un utente ludico deve scegliere a gusto mentre un utente terapeutico deve scegliere in base all'effetto.

Canapa auto fiorente rustica proveniente dal profondo nord (Siberia), chiariamo un poco il concetto di indica e sativa, così da poter meglio scegliere. La indica viene dall’Asia meridionale, identifichiamo un areale di provenienza che va dal

L’effetto di una varietà indica è lo stone, quella sensazione di pesantezza corporea dovuto ad un profondo effetto miorilassante esercitato dai terpenoidi della Canapa. "TTVNFOEP JOEJDB TJ QVÛ BSSJWBSF BMM BEEPSmentamento per via della sua azione soporifera ad alti dosaggi. Chiaramente anche

In genere, quando si va a scegliere la varietà in base all'effetto, la scelta comincia da indica o sativa: quale delle due famose famiglie si andrà a piantare è generalmente la prima scrematura che si fa, basandosi sull'effetto ricercato grazie ai diversi cannabinoidi espressi nella resina dello strain coltivato. Sempre va tenuto a mente che esistono anche gli ibridi che possono riunire in uno strain le potenzialità energizzanti delle sative (l'high) con gli effetti chiari delle indiche (lo stone). Quando mi chiedono che erba preferisco per la mattina e quale per la sera non so mai rispondere perchè personalmente non apprezzo le sative in purezza e a volte mi trattengo dal dire: «Guarda un bell'indicone spaccacervello alla mattina è la medicina per le giornate nere». Non sarebbe la miglior scelta, certamente, per un fumatore non incallito come me... Di sicuro la mia risposta non includerà mai delle autofiorenti: non sopporto il battito in testa e il sapore delle ruderalis che ancora

Pakistan al Bangladesh includendo tutta la penisola indiana, dove gli esemplari autoctoni riuscivano a fiorire con un periodo di fioritura intorno alle sette o otto settimane, con uno stretching molto contenuto ad inizio fioritura. Le foglie palmate sono di un colore generalmente più scuro rispetto alla media delle varietà di Canapa diffuse e le piante di varietà indica sono esemplari bassi, tozzi e robusti con uno scarso stretching e

ammazzandosi di canne di Super Lemon Haze si finisce sul divano addormentati, ma meno velocemente e senza accusare l'effetto che gli anglofoni definiscono "couchlocking" (lucchettato al divano). Una ridotta nausea e un aumentato appetito sono gli effetti collaterali dovuti all’assunzione e sono forse i più ricercati in ambito farmaceutico proprio per contrastare la nausea dovuta ai farmaci chemioterapici e per stimolare

CHI DEVE SCEGLIERE LA VARIETÀ DA COLTIVARE DEVE SEMPRE TENERE CONTO DI QUALE EFFETTO IN REALTÀ SI STA ANDANDO A RICERCARE incontro in innumerevoli strain automatici presenti sul mercato. Se potessi fumerei tutto il giorno quelle prelibatezze che acclamano alto contenuto di CBD, ma io sono un utilizzatore prevalentemente ludico e, fortunatamente, non ho dolori cronici da sconfiggere quindi posso anche passare ad altri strain senza soffrirne molto. Chi deve scegliere la varietà da coltivare deve sempre tenere conto di quale effetto in realtà si sta andando a ricercare. Una indica, una sativa, una ruderalis o un ibrido eventualmente di ultima generazione, magari ad alto contenuto di CBD. Ma come? Premetto che esistono gli ibridi indica/sativa appunto per equilibrare ed offrire un più ampio spettro d’azione a livello di terpenoidi e, premesso che con ruderalis si intende un ceppo di

una fioritura molto compatta con grosse cime, compatte e dure. La resina é decisamente un prodotto ad effetto soporifero. Una varietà indica resiste meglio ai piccoli stress e agli errori del coltivatore indirettamente grazie alla sua vita più breve e quindi meno esposta a muffe e patogeni che potrebbero attaccare le varietà con fioriture molto più lunghe. D'altronde, più tempo rimane in campo un'infiorescenza e più tempo hanno le muffe per arrivare, attaccare e compromettere il raccolto. Inoltre una WBSJFUË JOEJDB Ò DJÛ DIF QPTTJBNP BTTJNJMBSF BM DPODFUUP EJ iFSCB EB GVNBSFw DIF QVÛ andare benissimo sia per i neofiti sia per i fumatori più anziani, quindi alla ricerca di un imprecisato effetto di rilassatezza generalizzato misto al relax mentale.

la ripresa dell’appetito in pazienti affetti da inappetenza tipica di questi medicinali. Non va dimenticato che la canapa autoctona ad alto contenuto di THC è stata identificata come originaria del Kerala, io non sono NBJ TUBUP JO *OEJB NB TJDVSBNFOUF BOESÛ B cercare semi, oltre che charas indiana. La sativa invece proviene dalle zone equatoriali del nostro pianeta come il sud-est asiatico e l'America centrale, dove nascono le grandi sativone pure, piante dalla fioritura lunghissima e dal forte stretching che le caratterizza. Il loro portamento e in generale la loro fioritura, sono dovuti alla latitudine che implica una differente durata delle stagioni e quindi una risposta di adattamento differente. Quindi una sativa GJPSJTDF JO QJá UFNQP 6OB TBUJWB QVSB QVÛ

impiegare sino a 14 settimane per completare la propria fioritura dando origine alla forma ben conosciuta. Una sativa in fioritura si presenta come esile e molto alta, dalle cime dense ma distribuite lungo il fusto. Diciamo tra coltivatori che la sativa è la Dr. Grinspoon delle indiche. Questo adattamento, un grande stretching per distanziare tra loro i fiori, è il risultato di pressioni selettive naturali per creare l’individuo migliore e più resistente agli attacchi dei patogeni lungo tutte le 10-15 settimane di fioritura. È facile capire uno stretching così vistoso a fronte di così tante settimane di fioritura, cosa che rende difficoltose le sative ai principianti che potrebbero perdersi nel mezzo di una fioritura così lunga. Una pianta con una fioritura così lunga deve necessariamente aprire le proprie infiorescenze, così da lasciar passare più aria tra i suoi fiori e contrastare l'insorgenza di muffe che ben sappiamo nascono facilmente là dove si hanno i ristagni d'aria. L’effetto delle sative è molto particolare, basta assumerne almeno una 0,5 per rendersi conto subito della differenza con un’indica. Una sativa agisce prettamente sulla testa, dando l’effetto di apertura mentale e innalzata creatività tanto ricercato dagli “old stoners” (ossia i vecchi fumatori di una volta) che hanno smesso di stonarsi di Indicone con un’ottima componente ansiolitica e antidepressiva. L’effetto di una sativa è denominato “uplifting" proprio perché, agendo come stimolante mentale, non provoca effetti di eccessivo rilassamento corporeo dei muscoli. Il consumatore meno esperto potrebbe non apprez[BSF M FGGFUUP TUJNPMBOUF EFMMB TBUJWB QFSDJÛ prima di passare ad un prodotto fortemente sativa consiglio di assaggiarne un po’ per evitare di ritrovarsi tra le mani un’erba che, come mi son sentito dire più volte, "non ti fa" oppure "mi tiene sveglio". La Ruderalis, invece, proviene invece dalla steppa siberiana dove, ad altissime latitudini e a causa della brevità della stagione favorevole alla fioritura, è stata costretta dalla natura a sviluppare una fioritura brevissima e non fotoperiodica. La selezione naturale ha fatto in modo che ad un certo punto sopravvissero solo quegli individui la cui fioritura risultava di breve durata e soprattutto slegata dalla lunghezza della notte. Le ruderalis sono le autofiorenti per capirci. Il contenuto di principi attivi, sebbene vario, è sempre stato abbastanza povero, tanto che numerosi malati affermano di non trovare giovamento dal consumare varietà autofiorenti. Dobbiamo la comparsa di autofiorenti, valide e paragonabili ai migliori ibridi indica/ sativa, grazie alle seedbank e ai breeders che negli ultimi anni si sono prodigati incrociando le prime autofiorenti sino a creare le auto fiorenti moderne che piano piano, generazione dopo generazione (o meglio, incrocio dopo incrocio) vanno arricchendo la propria resina di qualità. Consumare una ruderalis è decisamente faticoso, a cominciare dal mal di testa caratteristico dell’abbondanza di cannabinoidi secondari. Inoltre consumare autofiorenti porta inevitabilmente ad identificare un sapore come "ruderalis" e ad evitarlo automaticamente, parola di grower fumatore.


9 Il fatto di essere autofiorente significa solamente non dipendere dalla lunghezza delle notti per iniziare a fiorire. Se le varietà classiche hanno avuto bisogno sinora di una notte lunga per entrare in fase di fioritura, diversamente le autofiorenti hanno una sorta di timer interno che le porta a fiori-

– la luce durante la notte, anche in modestissime quantità, è la causa dello stress tanto temuto che provoca la manifestazione dell'ermafroditismo. Una quarta categoria di cannabis ora disponibile alla scelta si tratta della

Il CBD, acronimo di Cannabidiolo, è un metabolita della canapa di una via metabolica parallela a quella di sintesi del THC, EPWF QFSÛ M VMUJNP QBTTBHHJP Ò NFEJBUP dall’enzima CBDAsintasi anziché dall’enzima THCAsintasi. Nel corpo umano il CBD ha affinità verso i recettori GPR55, CB1 e CB2, il che lo rende un antagonista degli effetti del THC nonché un ottimo antidolorifico, miorilassante, sedativo, ansiolitico, antinfiammatorio, anti-discinetico, anti-epilettico e broncodilatatore. Inoltre ultimamente sono stati scoperti effetti di apoptosi sulle cellule tumorali in varie forme di tumore umano. Lo studio della genetica, grazie proprio ai famosi genetisti come Shantibaba, ha portato ad avere genetiche lontanissime dalle originarie quattro varietà conosciute agli albori. Genetiche come la Super Skunk ormai cedono il posto a nuovi incroci migliori, figli – o meglio nipoti – di grandi campioni, a causa del sapore più interessante, dell’effetto migliore o del comportamento durante la fioritura.

re dal diciottesimo giorno dall’emergenza. Non me ne vogliano i più esperti, ma ho dovuto chiarire con parole semplici e generali. Ho sempre sentito sostenere, soprattuto nei growshop, la facilità di coltivazione delle autofiorenti: non bisogna preoccuparsi della luce che entra nella grow, non bisogna cambiare fotoperiodo, perché – ricordo ai lettori

categoria delle erbe ad alto contenuto di CBD. Indipendentemente dall’essere indica o sativa o ruderalis, il fatto di produrre CBD in quantità accettabili (oltre il 5%) implica almeno due settimane in più fioritura. Grazie CBG ma cosa me ne faccio del CBD che a leggerlo sembra tuo fratello?

A mio modesto parere per avere un prodotto realmente superiore bisogna cercare le ultime notizie sui forum online di appassionati e growers, dove è possibile realmente discernere quale genetica è migliore rispetto alle altre. Come genetica “migliore” intendo la più produttiva, dal più alto contenuto di terpenoidi (principi attivi, oli eterici, etc etc) che si traduce in pratica in un migliore e più completo sapore e in un effetto superiore in termini di qualità e dura-

ta. Una genetica per intenderci è superiore TF PMUSF B UVUUP DJÛ DIF IP FMFODBUP Ò BODIF riproducibile: nel senso che ognuno dei semi di quella varietà devono darmi individui uguali e dalle medesime caratteristiche perché il mercato s’è stancato delle meteore. Una meteora è una genetica con 4 fenotipi buoni e uno rarissimo e buonissimo, così raro che se non si tiene una madre non lo si ritrova più. "MMB MVDF EJ DJÛ VOB WPMUB DBQJUF MF WBSJFUË d’erbe e l’effetto che le contraddistingue, resta da informarsi bene sulle varietà scelte NON affidandosi ai cataloghi dei produttori, bensì cercando feedback e report da parte di utenti che le abbiano provate e, se possibile, che abbiano dell’esperienza e delle conoscenze tecniche. Il punto di riferimento dev’essere il sito www.seedfinder.eu dove si possono confrontare i pedigree di ogni varietà presente in vendita sul mercato e i relativi incroci e discendenze. Purtroppo ci vogliono almeno 3 mesi per poter giudicare un seme comprato, perDJÛ MB TDFMUB EFMMB HFOFUJDB EFWF FTTFSF oculata per evitare di trovarsi un prodotto dozzinale che tanto impegno ha portato via e poca soddisfazione ha lasciato. Sarà poi l’esperienza che dirà quale genetica è più stabile, più buona e in definitiva è la migliore. In campo agrario la scelta genetica è il 70% della resa, ma dopo quest'articolo la confusione dei grower è al 100%. Buon ritorno dalle vacanze, che per noi grower significa ricominciare a coltivare!



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BOOK REVIEW

Legalizzare! Ricordando Günter Amendt

di Enrico Fletzer

Günter Amendt è stato probabilmente il ricercatore più autorevole della scena europea ad esprimersi compiutamente sul definitivo fallimento del proibizionismo e della guerra alle droghe. Sulla base di argomentazioni razionali, era arrivato alla conclusione che una legalizzazione controllata non avrebbe risolto i problemi ma avrebbe potuto di sicuro minimizzarli. In particolare grazie alla necessaria ri-legalizzazione della cannabis. Günter è stato per anni il principale riferimento per migliaia di attivisti antiproibizionisti e per gli operatori del settore. Di tutte le sue conferenze da Roma ad Amburgo, raccolte da Andreas Leobell è comparsa quest'anno un'ottima selezione per i tipi della Rotpunktverlag. Luce verde per la legalizzazione è anche la parola d'ordine attualissima della Hanfparade 2014, la tradizionale manifestazione della canapa di Berlino. Per l'etno-botanico Hans Cousto il termine “verde” ha solo in parte a che fare con l'omonimo partito e “non deve essere considerata come una raccomandazione di politica partitica, anche perché la manifestazione si confronterà in maniera critica con la politica delle droghe e sulle dipendenze dei Verdi.Anche per questi motivi la manifestazione iniziava con una critica allo immobilismo dei Grünen. Luce verde al semaforo significa per pedoOJ DJDMJTUJ FE BVUPNPCJMJTUJ DIF TJ QVÛ QSPcedere. Nel senso metaforico, luce verde TJHOJGJDB DIF RVFTUP RVBMDPTB QVÛ FTTFSF iniziato, essere preso in considerazione oppure venire realizzato. Nel senso giuridico e/o politico si ha bisogno di un permesso, una concessione, una autorizzazione o di un accordo. Alla Hanfparade in questo senso si manifesta per la legalizzazione della cannabis come materia prima, medicina e genere voluttuario. Lo slogan dovrebbe naturalmente spingere principalmente a sviluppare delle idee di come si possa portare avanti la ri-legalizzazione della canapa come materia prima, affinché anche alle persone in Germania presto si possa segnalare un “semaforo verde” per la legalizzazione della canapa anche a scopo ludico, come è stato giustamente fatto negli stati di Washington e del Colorado. È merito di Günter Amendt aver fatto della sessualità e dell'illuminismo sulle droghe l'arma segreta della super-cultura giovanile fin dagli anni Sessanta. Ma forse la considerazione importante di questo ricercatore militante riguardava il futuro sempre più incerto del nostro continente: il distacco della politica europea sulle droghe dalla strategia statunitense di guerra alle droghe è la precondizione per un cambio di rotta in Europa. L'abolizione del proibizionismo sulle droghe non è progetto né di destra né di sinistra ma una richiesta della ragione pratica. Anche

perché, riprendendo Hermann Hesse, “al giorno d'oggi la ragione politica non si colloca più dove risiede il potere politico. Occorre un rigurgito di intelligenza e di intuizione da parte di circoli non ufficiali per evitare o attenuare le catastrofi. Nato a Francoforte nel 1939, Amendt si era formato presso l'Istituto di Sessuologia di Amburgo. I suoi libri Sexfront e il Libro del sesso sono considerati dei classici della MFUUFSBUVSB JMMVNJOJTUB #FO QSFTUP QFSÛ la sua ricerca a spaziare a tutto campo, passando dal suo primo studio su hashish e sessualità adolescenziale ad una disanima completa del fenomeno delle droghe pesanti con le scene aperte di Zurigo, fino al tema delle nuove droghe. Nel 2000 aveva scritto con Christian Walder Ecstasy &Co, uscito in Italia per Feltrinelli. Ma l'opera più importante uscita in italiano è stata indubbiamente No Drugs No Future: le droghe nell'epoca dell'ansia sociale. Amico e collaboratore di Bob Dylan, gli aveva dedicato numerosi lavori tra i quali Back to the Sixties. Ultimo – ma non per importanza – un controverso testo in cui si parla de La leggenda del LSD. Amendt era un vero e proprio sociologo partecipante. Pur essendosi dedicato intensamente alla politica sulle droghe ed essendo “experienced”, riusciva ad avere una grandissima autorevolezza in campi che andavano dalle scene aperte di

Zurigo, passando per il doping sportivo e il grande sviluppo della marijuana statunitense con una interessante ricerca sui coltivatori di Mendocino, nella California del Nord. Passava con una certa flemma dai convegni della democrazia cristiana ai centri sociali. In Italia, a parte una conferenza a Bolzano e a Roma, aveva partecipato ad una storica conferenza promossa dal Livello 57 di Bologna alla vigilia dell'ultima Street Parade. Antiproibizionista convinto, fin da giovane Amendt si era confrontato e scontrato con i poteri dello stato in quanto obbiettore di coscienza, iniziatore di manifestazioni contro la casa editrice Springer assieme all'avvocato Horst Mahler e di una vera e propria rivoluzione sociale nel campo della sessualità e della cannabis. Autore di alcuni importanti saggi pubblicati in Italia sul movimento studentesco in Germania e sulle droghe, aveva aperto, in pieno 1969, un importante fronte di illuminismo radicale in cui l'eloquio diventava anche un forma d'arte, rendendosi di fatto un personaggio mai noioso la cui importanza emerse nelle scuole della Repubblica Federale con il suo La crociata dei bambini ovvero la rivoluzione comincia nelle scuola. Ma fu Sexfront (1970) a divenire un vero e proprio best-seller con oltre mezzo milione di copie vendute. Con Uli Stiehl aveva pubblicato Profitto, Tossicodipendenza, Profitto, un contributo sulla economia politica del mercato delle droghe. Come già

accennato Günter, è stato amico e collaboratore del menestrello del rock Bob Dylan e proprio a lui aveva dedicato nel 1991 un libro incentrato sul viaggio infinito del cantante statunitense: The Never Ending Tour. Amendt nel suo La droga, lo Stato, la Morte ha dato gambe e corpo ad un proverbio Yoruba: “Mo Iwa Fun Oniwa” ovvero riconosci l'esistenza di quello che esiste. È un monito spesso inascoltato in nome della morale corrente, ma che dimostra come, sia nel campo della sessualità che in quello della politica sulle droghe, l'importanza del pensiero e della analisi amendtiana che rievoca nei suoi scritti il ragionamento sull'uomo antiquato di Günter Anders. Un ragionamento che si ricollega alla fine del fordismo anche nel campo delle sostanze e che nonostante tanti discorsi ed approfondimenti è una cosa ancora difficile da far accettare alla società delle indulgenze pseudo-religiose in cui siamo ancora costretti a vivere.

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CANNABUSINESS

CANAPA INDUSTRIALE: I POLITICI ASCOLTANO, I MAGISTRATI SEQUESTRANO.

Paradossi italiani In una democrazia rappresentativa i politici eletti, al quale deleghiamo il perseguimento dei nostri interessi, hanno un compito primario: il benessere della collettività, intesa anche nel suo divenire e quindi anche e soprattutto comprendendo il bene delle future generazioni. In questa ottica, lo scorso 4 agosto la XIII Commissione Agricoltura della Camera ha convocato i rappresentanti di differenti realtà regionali che si occupano della filiera della canapa. Associazione Canapa Siciliana, Canapuglia, Assocanapa, Toscanapa, Associazione nazionale bioedilizia e Lucanapa hanno esposto per due ore a politici del Gruppo misto, del Movimento 5 Stelle e del PD le loro osservazioni sulle proposte di legge tese a regolare e coordinare la legislazione in materia.

ne migliora la struttura. In architettura il ruolo della canapa è evidente, unita alla calce diventa un ottimo isolante, sia termico che acustico e costruire una casa o ristrutturarla utilizzandola nei mattoni significa poter raggiungere un 40% di risparmio energetico. Su questi dati devono puntare i nostri politici perché, se vogliamo pensare

Se da un lato ogni realtà ha brevemente riassunto la propria storia e il suo operato all'interno del contesto regionale di provenienza, un aspetto risulta comune a tutti gli interventi ed è emerso con forza trasversale: l'ostinazione di questi imprenditori che hanno capito come la filiera della canapa possa, anche per ragioni storiche e di specificità climatiche, tornare ad essere un settore dell'economia che generi plusvalenza in termini strettamente economici, ma anche e soprattutto socio-ambientali, visto che le numerose qualità di questa pianta ne fanno davvero una “paladina” dello sviluppo sostenibile. Ci tocca parlare di ostinazione (quasi messianica) perché chi lavora con la canapa sa che oltre all'obiettivo di una sostenibilità economica, dovrà impegnarsi sul fronte politico del riconoscimento e legittimazione di questo tipo di coltura, considerato che anni di propaganda proibizionista e conseguenti pregiudizi ormai radicati in grande parte dell'opinione pubblica ne hanno infangato le numerose proprietà e addirittura

di Carlo Rafael Esposito

to di essere partiti da 7000 metri quadrati e di essere oggi arrivati a 200 ettari coniugando al lavoro agricolo quello di informazione all'interno delle scuole pugliesi. In Puglia, tra l'altro, sono in costruzione 60 appartamenti in canapa e calce: la più grande esperienza europea di applicazione di canapa all'edilizia. Su questa linea d'onda anche Holger Zaccanti, di Associazione Nazionale Bioedilizia, che

Torniamo dunque al piano dell'informazione. La canapa è una pianta forte e utilissima all'ambiente. In condizioni normali non necessita di diserbanti e pesticidi (non inquina dunque a priori): basta seminarla e raccoglierla dopo 4 mesi durante i quali assorbe anidride carbonica - da 8 a 12 tonnellate per ettaro- e rilascia ossigeno, nel frattempo poi, aumenta la fertilità del terreno perché grazie al lavoro delle sue radici

Il più grande contributo che i politici possono dare a questa filiera è che la coltivazione della canapa venga considerata alla stregua di tutte le altre colture senza che la presenza delle forze dell'ordine disincentivi gli agricoltori e senza che il timore di sequestri indiscri-

I cannabusinessmen all'audizione. Grazie allo staff di Canapuglia

ad un'Italia sostenibile nel suo sviluppo, tornare alla coltivazione estensiva di cannabis su tutto il territorio nazionale rappresenta la soluzione più pragmatica. E di buon senso: in fondo basterebbe tornare alle origini agricole del nostro paese, prima del boom economico del dopoguerra. Ogni intervento ha poi ricalcato le problematiche e le esperienze su base locale vissute dagli imprenditori. Il presidente di Associazione Canapa Siciliana, Giuseppe

rammenta come sfruttando la legge 13/2013 – che favorisce la forestazione urbana –, puntare sulla canapa potrebbe contribuire fattivamente ad una migliore vivibilità cittadina. Felice Giraudo di Assocanapa, associazione storica piemontese, che associa agricoltori per 1400 ettari di canapa coltivata, si focalizza sulla dimensione più concreta del problema e cioé sul fatto che non siano le forze dell'ordine a

IL PIÙ GRANDE CONTRIBUTO CHE I POLITICI POSSONO DARE A QUESTA FILIERA È CHE LA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA VENGA CONSIDERATA ALLA STREGUA DI TUTTE LE ALTRE COLTURE l'identità stessa, come afferma il Dott. Nicosia di Sicilcanapa.

per chi, ristrutturando casa, si interessa ad un migliore isolamento. Questa sarebbe certamente una facilitazione per JM TFUUPSF *M QVOUP GPOEBNFOUBMF QFSÛ nevralgico per lo sviluppo di un comparto dalle potenzialità enormi, resta quello del contesto culturale.

Sutera, interrogandosi sulla volontà di dare o meno un futuro alla canapa, ha prima ricordato come al momento siano ammesse alla coltivazione semenze provenienti da paesi del nord UE e quindi non ottimali per la coltivazione nel contesto siciliano e in un secondo momento ha domandato che venga inserito nella proposta di legge un rifermento specifico alla lavorazione del seme, delle infiorescenze e delle foglie e non esclusivamente della fibra. Claudio Natile di Canapuglia ha racconta-

dover controllare i campi, mentre come suggerisce Giacomo Bulleri, consulente legale di Toscanapa, si potrebbe demandare queste operazioni di verifica al CRA (Centro ricerche agricole), visto che questo tipo di coltivazioni non hanno alcuna rilevanza penale. Tutti i responsabili delle associazioni, infatti, sono d'accordo su un punto: lo 4UBUP QVÛ MFHJGFSBSF F TQJOHFSF JM TFUUPSF con degli incentivi, da un lato motivando chi vuole coltivare canapa e dall'altro prevedendo incentivi o detrazioni fiscali

minati basati su ignoranza e malafede possano rendere la vita di questi contadini impossibile. Purtroppo queste sono realtà quotidiane, e anche se nel corso degli anni sono andate diminuendo – Assocanapa parla del 2-3 % rispetto ai suoi associati –, nondimeno restano il principale ostacolo da affrontare. Mentre questo articolo va in stampa, ad esempio, l'associazione Lucanapa è stata inserita all'interno di un'operazione più ampia contro il traffico di sostanze stupefacenti in Basilicata ed i magistrati Gerardo Salvia e Michele Tiziana Petrocelli le hanno fatto sequestrare 5 sacchi da 20 Kg l'uno di semi pronti per la spremitura da olio, alimento dalle innumerevoli qualità alimentari. Un'associazione ascoltata dai politici come esponente di una ricchezza imprenditoriale da valorizzare viene osteggiata nel suo lavoro nemmeno dieci giorni dopo la sua audizione alla Camera. Da queste colonne ci rivolgiamo a Zaccagnini, Lupo ed Oliviero, i politici presenti all'audizione, perché capiscano questo inaccettabile paradosso e si adoperino al più presto per appianarlo. Perché sembra – e questo è un passo di grande importanza – che i Zaccagnini, Lupo e Oliviero abbiano finalmente capito che canapa e benessere collettivo possono rappresentare un binomio vincente.



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MEDICAL CANNABIS

REPORT DAL CONVEGNO MILANESE SULLA CANAPA MEDICA

L'erba che cura La Regione Puglia a luglio di quest’anno ha storicamente deciso di partire con la coltivazione di canapa medica per ridurre i costi ai pazienti (si stima di poterla fornire a 1,55 euro per grammo), mentre nella retrograda Lombardia l’oscurantismo della Lega non lascia trapelare luce per le piante. Per ovviare a questa mancanza, l’11 giugno si è svolto a Milano, nel Palazzo Pirelli, il convegno “L’erba che cura”, organizzato dal Movimento 5 Stelle al fine di sensibilizzare la giunta e la popolazione sull’uso dei cannabinoidi nelle terapie. Nel Novembre 2013 il M5S presentò una proposta di legge in Consiglio regionale lombardo, ”Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”, ma la maggioranza (nel momento in cui di Davide Calabria scrivo) non ha ancora calendarizzato la discussione, rendendo impossibile l’approvazione. Come da programma, la conduzione è stata a cura del consigliere M5S Paola Macchi, seguita agli interventi del Dott. Edgardo Vieira de Manincor, membro di Assocanapa, l’agronomo Gianpaolo Grassi, ricercatore presso il Centro Ricerca per le Coltura Industriali di Rovigo, la Professoressa Daniela Parolaro, dell’Università dell’Insubria, il Dottore Vidmer Scaioli, dell’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. Il Dottor Vieira ha fatto una vasta panoramica sulla canapa, raccontando l’antica

storia a partire dal Paleolitco, l’uso tessile e alimentare e come fattore di sviluppo umano grazie alle corde e alla cucitura di vele. Una specie unica e ad alta variabilità, ma c’è un discrimine e le piante con THC inferiore al 0,2% sono tornate coltivabili in Europa dal 1998, mentre quelle contenenti quella molecola in maggior quantità sono considerate dalle autorità pericolose per la specie umana. La canapa migliora il terreno, potrebbe prevenire l’innalzamento delle temperature, ed è utilizzata pure nell’edilizia con mattoni ecologici. Con la canapa possia-

mo produrre carta più efficientemente rispetto al tagliare foreste, per esempio, ma i frigidi repressori non riescono a capacitarsene. Utilizzandola in tutte le parti, si possono costruire carrozzerie di macchine e pure alimentarle con la canapa e fortunatamente sta tornado, specialmente nella cosmesi, come vestito e pure come alimento. Da suoi semi si estraggono olio e farina e le sue qualità nutrizionali e farmaceutiche la rendono un cibo salutare. L’olio ha Omega 3 e 6 nella giusta proporzione, vitamine D e E importanti anche nella crescita, sali minerali come calcio, magnesio, potassio. La farina è pure

molto proteica e con tutti gli aminoacidi essenziali all’uomo acquisibili con il cibo. La sola canapa cosiddetta industriale (preGFSJTDP JM UFSNJOF iBHSJDPMBw QVÛ QSBUJDBmente risanare il mondo! L’intervento del dottor in scienze agrarie Giampaolo Grassi, con l’autorizzazione alla cultura sperimentale di canapa medica, tessile, agricola, ludica, è stato invece molto più tecnico. Il centro di colture sperimentali di Rovigo dal 1994 coltiva canapa e sono arrivati a stabilizzare 300 varietà, grazie all’incrocio di esemplari maschi e femmina. In questo processo, la gran versatilità della canapa permette tramite piccoli procedimenti chimici di ottenere fiori maschi su piante femmine, che produrranno semi fertili femminizzati, velocizzando il processo. Son piante molto variabili nella forma esterna, ma pure nella composizione interna, viste le innumerevoli molecole presenti: un centinaio di cannabinoidi, terpeni e flavonoidi utili nella terapia. Gli sforzi del dottor Grassi si sono quindi rivolti alla selezione di specie con abbondanza di singoli cannabinoidi. Il tutto nei limiti della natura, perché cercando d’ottenere piante ad alto contenuto di Cannabidiolo (CBD), per esempio, generalmente si finisce con l’aumentare anche il THC. A livello medico, esiste poi il problema di stabilizzare la quantità di principi attivi in tutti i fiori della pianta, in modo che il


15 paziente ottenga sempre lo stesso effetto dalle medesime quantità. In natura QFSÛ JM GJPSF BQJDBMF SJDFWFOEP QJá MVDF produce più cannabinoidi rispetto ai fiori sui rami più bassi. Per ovviare a questo problema, Grassi ha proiettato il disegno di una “legatura a ventaglio” della pianta

su rete orizzontale posta qualche centiNFUSP TPQSB J WBTJ 4$30( $JÛ QFSNFUUF d’uniformare l’esposizione alla luce della pianta, quindi il contenuto di resina nei fiori per i pazienti. Il Dottor Grassi, pur di aggirare una legge stupida, con quattrocinque anni di lavoro, selezionando tra 4-5000 piante, è riuscito perfino a sviluppare una pianta totalmente priva di cannabinoidi, utilissima pure nella teraQJB QFSDIÏ QVÛ FTTFSF JNQJFHBUB OFMMB sperimentazione medica come “perfetto placebo”, funzionando in alcuni casi solo con la suggestione. Un corredo floreale di tutto rispetto quello Rovigo, con coltivazioni in campo outdoor, in serra, growbox e che, unito alla bravura di Grassi, ha pure attirato l’attenzione di nazioni estere. Spesso infatti Grassi si sposta fuori confine per partecipare a conferenze e incontrare altri esperti, trovando le argomentazioni sulla canapa di tutt’altro tipo rispetto all’Italia: ormai non si parla più di pene e multe, ma di come fare a ottenere tutti i vantaggi possibili da una pianta incredibile. Grassi si è quindi soffermato sul cannabinoide CBD (cannabidiolo) e le sue proprietà antitumorali. Esistono prodotti, non realizzabili in Italia per mancanze di regole, con CBD in olio d’oliva, per esempio, che offrono molte applicazioni terapeutiche e sono importabili anche senza ricetta da siti internet. In Italia, tra l’altro, ci sono diverse varietà di canapa agricola che sono state ereditate dal passato e generalmente presentano buone quantità di CBD, come la “2077”, con CBD al 12% (nell’erba ludica generamente è meno dell’1%), ma che purtroppo supera la soglia dello EJ 5)$ F QFSUBOUP OPO QVÛ FTTFSF coltivata a beneficio anche dei pazienti. La varietà piemontese “Carmagnola” di "TTPDBOBQB QVÛ JOWFDF FTTFS DPMUJWBUB anche in Italia perché ha THC sotto lo 0,2, ma pure una buona quantità di CBD (rapporto CBD:THC è 29:1). Oltretutto – ha spiegato Grassi – grazie alla collaborazione con il professor Giovanni Appendino (docente di chimica

all’Università del Piemonte), è stato trovato un metodo che permette di togliere il THC dai preparati a base di CBD, lasciando ben sperare per il futuro della cura con questo cannabinoide. Altre sperimentazioni sul CBG (cannabigerolo) hanno invece mostrato come la coltiva-

zione di montagna fosse favorevole allo sviluppo di tal cannabinoide. In Italia, praticamente, abbiamo illustrissimi scienziati, ricercatori, agronomi, oltre alla varietà di microclimi ottimi per la coltivazione (altro che la California!) e già 4-5 anni fa si poteva partire con le cure di moltissimi malati, iniziando a non bruciare i chili d’erba prodotta a Rovigo, che potrebbero essere trasformati in medicina, mentre la cura rimane solo per ricchi (35 euro al grammo con ricetta bianca del medico). Questo nonostante i numeri dimostrino che un paziente in cura con la cannabis ha mediamente bisogno di 1 chilogrammo all’anno, ma alcuni pure due. È quindi necessario intervenire per ridurre i costi come in Puglia, anche perché attualmente le richieste al Ministero della Salute di cannabis sono arrivate a circa 1.200 – ha raccontato Grassi di ritorno dal Ministero – e la maggior parte derivano dal fatto che gli ospedali hanno cominciato a curare gli spasmi della sclerosi multipla con il Sativex, il farmaco spray sublinguale con i soli estratti di THC e CBD dalla pianta approvato lo scorso anno. A proposito di farmaci di sintesi, la farmacologa Parolaro non ha gradito il titolo della conferenza, non appropriato, a suo avviso, per la sanità del 2014, che dovrebbe essere basata sulle pastiglie. La farmacologa è stata ben chiara nel definire come l’uso abituale della cannabis sia per i malati. Se non c’è un bisogno per motivi di salute, il consumo regolare di DBOOBCJT QVÛ EJWFOJSF VO GBUUPSF OFHBUJWP in quanto l’apporto di cannabinoidi va in eccedenza rispetto al bisogno. Se il Sistema Cannabinoide Endogeno (SCE) presente nell’essere umano è sottotono con la cannabis si equilibra, ma se ne viene somministrata troppa va in sovratono, ha spiegato MB EPUUPSFTTB F QVÛ TDBUFOBSF M BOTJB QFS esempio, soprattutto con le Sative. Soffermandosi su THC e CBD, la farmacologa ha poi fatto notare come chimicamente si tratti di due molecole quasi identiche,

ma con un effetto diverso sull’organismo: mentre il THC ha dei bersagli specifici nel sistema nervoso centrale (i recettori dei cannabinoidi), il CBD lega pochissimo con i recettori. La distribuzione dei recettori è molto abbondante nel sistema nervoso: sono presenti nell’ippocampo che regola la memoria, in area del cervello dedite all’apprendimento, nella corteccia prefrontale, per esempio. Il CBD è un ottimo ansiolitico e antidepressivo. Il miglior impiego è nella schizofrenia e nella psicosi, perché è un’anti+psicotico sicuro con molti meno effetti collaterali rispetto a altri farmaci, come l’aumento di peso. Funziona perché nonostante non sia recepito dai recettori dei cannabinoidi presenti nel corpo, alza il tono del principale cannabinoide endogeno, l’Anandamide (beatitudine in sanscrito), dando vita ad effetti anti-psicotici. *M $#% USB M BMUSP OPO FTTFOEP UPTTJDP QVÛ essere assunto in grandi quantità. Per quanto riguarda l’importanza del dosaggio, la dottoressa ha fatto notare come nel Sativex si passa da piccola dose DIF QVÛ OPO GBS OJFOUF B QPDB QJá DIF lo rende efficace, ma alla quale aggiungendone ancora potrebbe rendere negativo l’effetto. Gli accademici tendono a far diventare il problema del dosaggio come una cosa risolvibile solo da illustri dottori, ma con la primitiva assunzione per inalazione di erba pura (meglio con il vaporizzatore) è ancor più semplice regolarsi: quando vien da tossire significa che i

polmoni sono già rilassati e non ce ne più bisogno. D’altro canto il bronco spasmo è generalmente talmente forte da impedire un’ulteriore assunzione. I cannabinoidi hanno inoltre una buona attività neoplastica e possono essere usati nella cura del tumore, da quello della mammella, dell’intestino, al celebrale. Il SCE regola pure l’appetito e recentemente è stato anche scoperto come il cannabinoide THCV abbia un effetto anti-obesità, senza effetti collaterali. La dottoressa ha terminato sostenendo come aggiungere la cannabis ad un trattamento tradizionale, come la chemioterapia, permette di ridurre i farmaci mantenendo l’effetto curativo, così come nella cura del dolore permette di ridurre la morfina. Per i farmacologi la canapa è quindi un “substrato ricco” da cui partire concretamente per realizzare nuove medicine e su cui c’è molto da lavorare.

Anche perché la cannabis è molto efficiente in malattie rare e recentemente è risultata un ottimo rimedio contro le epilessie infantili con continui attacchi su tutte le 24 ore, tanto che la Food and Drug Administration americana ha proceduto alla sua approvazione velocemente per questi trattamenti. È stato quindi il turno del medico Scaioli a rimarcarne la validità in neurologia e, con la sua esperienza, a rilevare le problematiche di accesso al farmaco. Scaioli ha sottolineato con rammarico come purtroppo non esistono studi fatti in Italia e il medico oltre a doversi rivolgere all’estero per importare i farmaci, è costretto a consultare documentazione in inglese per verificare le prove scientifiche, e questo non giova alle prescrizioni. In Italia non si fanno nemmeno trial clinici (studi su soggetti volontari a rispondere a domande) a orientare i medici. Il dottore si è quindi soffermato sull’uso del vaporizzatore che, senza degradare i principi attivi, è privo di sostanze nocive della combustione. Uno strumento utilizzato da anni in Germania, cita Scaioli, anche se pure in questo caso importiamo conoscenza per mancanza di impulso alla ricerca. La superficialità e la mancanza di volontà politica dei governanti pone quindi il medico nella condizione di dover “rubare” le conoscenze per curare il paziente. Come succede spesso, inoltre, è il paziente a sollecitare la volontà di ricevere canna-

bis, perché informandosi ha scoperto la sua utilità, ponendo nuovamente il medico in una situazione di sconforto. È quindi necessario, ha sostenuto il medico, cambiare qualità del dibattito: finché esiste una legge repressiva ci saranno sempre difficoltà d’accesso alla terapia per malati e non si riuscirà a far diventare la cannabis prima scelta o terapia alternativa, perché non si riesce a far conoscere le potenzialità ai medici. A conclusione dell’incontro, l’intervento della consigliera grillina Iolanda Nanni, prima firmataria della proposta, a fare il punto della situazione sulla schizofrenica legislazione italiana: i tabù e la mancanza di capacità nel vedere l’estero dei governanti, impediscono ai pazienti di curarsi e accedere alla medicina facilmente, come sarebbe facile fare se la legislazione fosse di buon senso e permettesse a chiunque di coltivare l’erba.


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GUIDA ALLE VARIETÀ IN VIA D'ESTINZIONE

Panama Red

di Kali Mist

Ovunque siano andati gli esseri umani, ben presto sono stati seguiti dalla cannabis. Ora in ogni continente eccetto l’Antartide ne esistono varietà selvatiche o sfuggite alla coltivazione e, nei secoli successivi alla loro introduzione, si sono evolute svariate varietà locali. Spesso, inoltre, i coltivatori locali hanno coltivato in modo selettivo la pianta per ottenere le caratteristiche desiderate, portando così a popolazioni di cannabis distinte dal punto di vista morfologico in tutto il mondo. La “plasticità fenotipica”, ossia l’abilità della pianta di modificare la propria struttura genetica in risposta alle pressioni ambientali, è molto evidente nel genere cannabis. Ciò ha consentito un rapido adattamento localizzato e si presume che le specie siano di conseguenza in grado di sopravvivere a cambiamenti climatici significativi: effettivamente, questa pianta sta già rispondendo ai cambiamenti in atto. Purtroppo, ciò significa anche che un particolare fenotipo può diventare insufficientemente adatto al proprio ambiente a causa della variazione delle condizioni, mentre arrivano ed evolvono esemplari più nuovi e adatti. In gran parte dell’America Centrale, le devastazioni dovute al commercio della cocaina hanno lasciato un segno indelebile sulla coltivazione della cannabis. In alcuni luoghi, la cannabis viene coltivata

chiaro del suo predecessore e un high sativa più acuto e netto, in contrasto con lo stupefacente effetto narcotico della Colombian Red. Mostra lunghi peletti rossi sui fiori e una colorazione rossastra Il terreno tropicale aspro e remoto offre molte opportunità di

LA LATITUDINE QUASI EQUATORIALE DI PANAMA E IL CLIMA MITE CONSENTONO LA COLTIVAZIONE DI PIANTE DI SATIVA DALLA LUNGA FIORITURA E MOLTO PURE in maniera intensiva e rappresenta una percentuale significativa del narcotraffico, mentre in altri è stata messa da parte in favore della più redditizia pianta di coca. Entrambi gli eccessi possono influire sul patrimonio genetico. Se coltivata intensivamente, una singola varietà redditizia QVÛ BSSJWBSF BMM FTBVSJNFOUP NFOUSF BMUSF vengono lasciate morire. Viceversa, quando il suolo viene lasciato interamente alla produzione intensiva della coca, le popolazioni esistenti si esauriscono e si perdono i fenotipi. Naturalmente, la “guerra alle droghe” ha portato alla distruzione dei campi di cannabis in tutta la regione, aggravando ulteriormente il problema.

delle foglie e dei fiori stessi. La Red ha fatto la sua comparsa, e ha raggiunto rapidamente la popolarità, negli anni ’60 e ’70 e a quanto pare oggi è introvabile. Come accade con molte varietà e cultivar in via di estinzione, le pressioni

creare coltivazioni nascoste. ©DirkvdM

della selezione hanno influito sulla Red, perché i coltivatori hanno preferito una pianta più robusta, a rapida fioritura e dalla resa maggiore, con l’introduzione di ibridi che prosperano grazie al clima benevolo, guadagnando rapidamente il predominio. Inoltre, anche se, di fatto, Panama non ha una forte coltivazione di coca, la sua importanza capitale come via del narcotraffico ha fatto sì che le bande criminali locali spostassero la propria

attenzione sulla cocaina e l’importanza dell’esportazione della cannabis negli ultimi anni si è ridotta. In forma ibrida, questa varietà è ancora disponibile nelle banche dei semi, in genere incrociata con la White Widow o la Skunk per consentire la riuscita delle coltivazioni indoor, ma a quanto pare, salvo che ne esista una comunità sconosciuta sulle aspre colline e sulle isole panamensi, la Red è ormai davvero una varietà perduta.

A Panama, la coltivazione è iniziata sul serio quando i coltivatori hanno portato nel paese i semi (che si presume fossero principalmente della cultivar Colombian Red) dalla Colombia, sfidando la dura repressione della produzione di droga. La latitudine quasi equatoriale di Panama e il clima mite consentono la coltivazione di piante di sativa dalla lunga fioritura e molto pure. Il terreno collinoso e le numerose piccole isole offrono molte opportunità di creare coltivazioni nascoste e nel passato recente la cannabis panamense è stata ampiamente disponibile. Panama Red è il nome dato alla cultivar rossa e cespugliosa che ne è emersa alla fine: stando a quanto si riferisce, ha una struttura più leggera e un colore più

Oggi Panama è invasa dal traffico di cocaina; la cannabis viene trascurata. Questa foto del 2007 mostra il più grande sequestro di cocaina nella storia della USCG. ©Guardia costiera degli Stati Uniti



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PUNTO LEGALE

Art. 73: ancora dubbi sulla legittimità ANCHE LA NUOVA LEGGE PRESENTEREBBE GLI ESTREMI PER L'INCOSTITUZIONALITÀ Nello scorso numero ci eravamo lasciati con un sorriso amaro. Preso atto che la nuova legge targata Renzi-Lorenzin aveva rimesso la cannabis nel luogo a lei deputato – ovvero la tabella delle droghe leggere –, rimanevano però ancora molte ambiguità. Ed ora, a nemmeno due mesi dall'approvazione definitiva del nuovo testo da parte delle Camere, la legge sulle droghe potrebbe tornare nuovamente davanti alla Corte Costituzionale per problemi di Giovanna Dark di illegittimità. Proprio a causa di queste ambiguità. Come avevamo spiegato ampiamente nell'articolo apparso sullo scorso appuntamento con Punto Legale, il nuovo testo sulle droghe ha posto una differenziazione tra sostanze “pesanti” e “leggere” solo a livello nominale: ovvero le ha semplicemente poste in tabelle differenti. Oltre alla ricolloDB[JPOF QFSÛ J MFHJTMBUPSJ OPO IBOOP WPMVUP mettere mano all'impianto penale – se non nella misura di un abbassamento per quanto riguardava le pene carcerarie e pecuniarie

relative alla cannabis. Cannabis che, è bene ricordarlo, rimaneva nella tabella A nel caso in cui fosse frutto di una pianta ibridata con alto contenuto di THC. Avevamo anche parlato di come la formula scelta per far approvare in tempi brevi il testo redatto dal governo Renzi – quella della fiducia e del provvedimento d'urgenza – fosse in realtà un escamotage funzionale ad azzerare il dibattito politico e pubblico sulla tematica.

Insomma, il nostro giudizio complessivo constava nel fatto che la vecchia Fini-Giovanardi, sebbene fosse stata defenestrata dalla sentenza di incostituzionalità pronunciata dai Supremi Giudici, era in realtà rientrata dalle porte di Montecitorio e Palazzo Madama semplicemente con un diverso belletto: riveduta ma di certo non corretta. Anche per queste ragioni l'avvocato Fabio Valcanover del foro di Trento – militante radicale di lungo corso, particolarmente impegnato anche professionalmente sui temi della politica delle droghe e della legislazione proibizionista – che per primo aveva sollevato la questione di legittimità sulla Fini-Giovanardi nell'ottobre del 2012, lo scorso 8 luglio si è ripresentato al Tribunale di Rovereto per ricusare formalmente il nuovo impianto legislativo in materia di stupefacenti e presentare di conseguenza istanza di illegittimità di fronte alla Corte Costituzionale.

Stando a quanto afferma l'avvocato Valcanover si è partiti subito col piede sbagliato dal momento che “l’intervento del legislatore proposto in sede di conversione del Decreto Legge num. 36 del 2014 presenta criticità analoghe a quelle che mostrava il D.L. 272/2005, dopo il passaggio alle Camere per la conversione (L. 49/2006)”. In parole povere, nonostante la sentenza della Consulta fosse stata ben chiara nel ribadire che tra decreto legge e legge di conversione doveva esserci un legame realmente funzionale e coerente, e che la decretazione d'urgenza era da utilizzarsi solo nei casi previsti dall'articolo 77 della Costituzione, il Governo Renzi ha comunque preferito chiudere in fretta la partita usando oltretutto la formula della fiducia per blindare il dibattito parlamentare. Ecco magari stavolta l'hanno fatta un po' più pulita mettendo il testo nel Decreto Omnibus sulla Salute ma di certo l'urgenza


19 con cui il testo è stato redatto, discusso e approvato non era giustificabile. Volendo sorvolare sui cavilli procedurali – che, si sa, in Italia sono aggirabilissimi – quello verso cui punta l'indice l'avvocato trentino è la modifica che viene fatta all'articolo 73 e che, nella distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, lascia volontariamente ambigua la parte riguardante la condotta da riservarsi a quanti trovati in possesso di non meglio specificate “modiche quantità”. L’articolo 1, comma 24 ter, lettera a) del decreto legge del 20 marzo 2014, n.36 (in Gazz. Uff., 21 marzo 2014, n. 67), come modificato in sede di conversione dalla legge 16 maggio 2014 n. 79, sostituisce infatti il comma 5° dell’articolo 73 D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, già modificato dal decreto legge 23 dicembre 2013, n.146 con la seguente formulazione: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti dal presente articolo che, per i mezzi, la modalità o le circostanze dell'azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione da sei mesi a quattro anni e della multa da euro 1.032 a euro 10.329”. Stando a quanto riportato nel testo depositato al Tribunale di Rovereto, l'avvocato Valcanover ravvisa “la illegittimità della disposizione menzionata per violazione del principio di eguaglianza-ragionevolezza di cui all’articolo 3 della Costituzione, e comunque per contrasto con obblighi di natura comunitaria discendenti dal 1° comma dell’articolo 117 della Costituzione”. In pratica, le modifiche apportate dalla legge RenziLorenzin sarebbero in contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza – ribadito oltretutto dall'articolo 49, paragrafo 3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea – che pretende che le pene non siano sproporzionate rispetto al reato. È bene ricordare che la distinzione tra droghe pesanti e leggere, presente nel dato normativo fino alle soglie del 2006, veniva sorpassata dagli articoli 4 bis e 4 vicies ter della FiniGiovanardi, per effetto della totale equiparazione sanzionatoria. La sentenza dello scorso febbraio della Corte Costituzionale, cassando la norma quale legge illegittima, aveva reintrodotto la classificazione in parola, restituendo dignità giuridica – oltre che scientifica – alla distinzione tra sostanze pesanti e leggere. Al punto 4.4. della storica sentenza, la Consulta descriveva infatti l’operazione portata avanti dalla Fini-Giovanardi come “una innovazione sistematica alla disciplina dei reati in materia di stupefacenti, sia sotto il profilo delle incriminazioni sia sotto quello sanzionatorio, il fulcro della quale è costituito dalla parificazione dei delitti riguardanti le droghe cosiddette “pesanti” e di quelli aventi ad oggetto le droghe cosiddette “leggere”, fattispecie differenziate invece dalla precedente disciplina”. “Una tale penetrante e incisiva riforma, coinvolgente delicate scelte di natura politica, giuridica e scientifica – continuava la motivazione – avrebbe richiesto un adeguato dibattito parlamentare, possibile ove si fossero seguite le ordinarie procedure di formazione della legge, ex articolo 72 della Costituzione”. Il Giudice delle Leggi, confermando quindi la

validità della distinzione, ha specificato poi che la parificazione sanzionatoria coinvolge “delicate scelte di natura politica, giuridica e scientifica ” che richiedono un adeguato dibattito parlamentare, da svolgersi nelle ordinarie procedure di formazione della legge. Se dunque la differenziazione sanzionatoria prevista per fatti connessi a “droghe

pesanti” e a “droghe leggere” ha valenza costituzionale, allora l’eliminazione della differenziazione praticata dall’art. 1, comma 24 ter, lett. a), del decreto Lorenzin non QVÛ DIF SJTVMUBSF VOhPQFSB[JPOF JMMFHJUUJNB Sopprimendo la distinzione sanzionatoria tra droghe pesanti e droghe leggere solo per il fatto lieve – e mantenendola invece per quanto riguarda circostanze aggravanti, come appunto quantità più rilevanti di sostanza – i legislatori hanno di fatto contraddetto sia quanto pronunciato come imperativo dalla Corte Costituzionale, sia quello che loro stessi avevano affermato solo poche righe sopra. Per capire meglio la schizofrenia del testo: se in ordine al reato di cui all’art. 73, 1° comma, D.P.R. 309/1990, l’ordinamento reagisce con pene differenziate, di contro, il contenuto del 5° comma dello stesso articolo non tiene conto delle diverse tipologie di stupefacenti ed assegna un trattamento sanzionatorio ingiustificatamente parificato per condotte che – è evidente – hanno fini e modalità completamente diverse. Tagliamo il concetto ancora più a fette: se mai doveste essere beccati in possesso di un generico grammo di cannabis, a livello processuale subireste lo stesso trattamento di chi è stato beccato con un grammo di cocaina, di eroina o di ketamina. E scusate se è poco. Dall'altro lato, dicevamo, la nuova legge non tiene apertamente in conto del principio che vuole la severità della pena proporzionata alla gravità del reato. Con la mossa di cui sopra, infatti, il team Renzi-Lorenzin viola apertamente l’articolo 117, 1°comma della Costituzione che indica invece come la potestà legislativa venga meno di fronte a direttive europee precedentemente sottoscritte e

volte ad armonizzare la legislazione dei Paesi membri. Omettendo, infatti, di attuare l’articolo 4 della Decisione Quadro 2004/757/ GAI (tutt’ora in vigore per effetto degli articoli 9 e 10 del Protocollo n. 36 al Trattato di Lisbona) che chiede ai legislatori nazionali “pene detentive effettive, proporzionate e dissuasive” il testo della nuova legge risulta inevitabilmente incompleto e nuovamente recidivo di fronte a quanto sentenziato in precedenza dalla Corte Costituzionale.

applichi le direttive europee è passabile di sanzioni comunitarie e non ha possibilità di vittoria nel momento in cui un cittadino si appelli alla differenza tra quanto riporta il codice penale italiano e quello europeo.

Non per niente, nel testo della sentenza numero 32/2014, al fine di scongiurare un lungo vuoto legislativo, i giudici costituzionali si raccomandavano di ritornare alla normativa previgente, in virtù degli obblighi di criminalizzazione comunitari rintracciati proprio nella decisione quadro 2004/757/GAI. È stata quindi la stessa Consulta a riconoscere alla decisione quadro lo status di parametro interposto di costituzionalità: le disposizioni raccolte nella decisione quadro sono infatti “vincolanti per gli Stati membri quanto al risultato da ottenere, salva restando la competenza delle autorità nazionali in merito alla forma e ai mezzi”, pur essendo prive di efficacia diretta.

1. Ciascuno Stato membro provvede affinché i reati di cui agli articoli 2 e 3 siano soggetti a pene detentive effettive, proporzionate e dissuasive. Ciascuno Stato membro provvede affinché i reati di cui all'articolo 2 siano soggetti a pene detentive della durata massima compresa tra almeno 1 e 3 anni. 2. Ciascuno Stato membro provvede affinché i reati di cui all'articolo 2, paragrafo 1, lettere a), b) e c), siano soggetti a pene detentive della durata massima compresa tra almeno 5 e 10 anni in presenza di ciascuna delle seguenti circostanze: a) il reato implica grandi quantitativi di stupefacenti; b) il reato o implica la fornitura degli stupefacenti più dannosi per la salute, oppure ha determinato gravi danni alla salute di più persone (...)”.

Nel quadro di una legislazione europea comunitaria, le Autorità Giudiziarie hanno infatti l’obbligo di interpretare il diritto interno in modo comunitariamente conforme, quando sia reso possibile dal tenore letterale delle disposizioni nazionali. Per risolvere antinomie non componibili nell’interpretazione, la disposizione comunitaria, sebbene priva di effetto diretto (qual è sempre la

decisione quadro GAI per espressa volontà dell’articolo 34 del Trattato dell'Unione Europea), integra il disposto dell’articolo 117, 1° comma della Costituzione, inserendosi nel discorso costituzionale in quanto parametro di riferimento. Inoltre, i vincoli imposti della decisione quadro comportano l’insorgenza in capo allo Stato che sia rimasto inadempiente rispetto agli obblighi comunitari di una responsabilità nei confronti del cittadino danneggiato dalla violazione del diritto comunitario. In soldoni, uno Stato che non

Per capire ancora più in profondità quanto sia chiara la differenza tra droghe pesanti e leggere nella normativa comunitaria, riportiamo qui il testo dell'articolo 4 della decisione quadro.

In conclusione, adottando un provvedimento che non corrisponde agli obiettivi denunciati in sede comunitaria, né alle indicazioni della Corte Costituzionale che fa distinzione tra droghe pesanti e leggere, la nuova legge sulle droghe targata Renzi-Lorenzin viola – ed in modo

palese – il principio di ragionevolezza nonché l’impegno di leale cooperazione, che dovrebbe governare il rapporto tra gli Stati membri e l'Unione Europea. La volta scorsa ci sono voluti 8 anni per relegare nell'oblio legislativo il monstrum della FiniGiovanardi, ci auguriamo che per correggere la sua copia raffazzonata i tempi siano un tantino meno biblici. Nel frattempo, come al solito, rimaniamo in balia di una giustizia bendata: non tanto per la sua imparzialità, quanto per la sua miopia.



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COMIC LA CANNABIS PUÒ ESSERE LETALE...

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GROWING MAI PIÙ SENZA: L'ALGA BRUNA CHE “DOPA” LA CANNABIS

Ascophyllum nodosum Gli Yankees la chiamano "il crack delle piante" per il suo effetto sulla cannabis. In Europa è tra gli stimolatori o booster più utilizzati per promuovere la radicazione, la crescita e la fioritura. Sto parlando di Ascophyllum nodosum, un'alga bruna facilmente rintracciabile sulle coste atlantiche dalla Norvegia al Portogallo e nelle coste dell'Atlantico nord occidentale. La raccolta di quest'alga è volta principalmente alla produzione di stimolatori e fertilizzanti per le piante, alla produzione di alginati (un additivi addensanti, emulsionanti o stabilizzanti alidi CBG mentari) e alla produzione di integratori alimentari per il consumo umano ed animale. *O RVFTUP BSUJDPMP BOESÛ BE JMMVTUSBSF l'utilizzo agricolo e quindi sulla cannabis delle alghe brune e nella fattispecie di Ascophyllum nodosum. Quest'alga contiene tracce di macro e micronutrienti, una gran quantità di acidi organici e altri componenti molto interessanti per il corretto mantenimento della pedofauna, ma la sorpresa è nel contenuto di fitormoni che altro non sono se non le molecole capaci di fornire stimoli alle piante. Ed è proprio sul contenuto di fitormoni che dovrebbero rizzare le antenne i growers che desiderano un prodotto capace di stimolare la cannabis in ogni stadio – dal radicamento alla fioritura – e capace di risanare piante deboli donandogli vigore. La prima classe di ormoni che andiamo ad approfondire sono le auxine. L'acido indol-3-acetico, conosciuto come IAA, è stato il primo composto scoperto tra le auxine; provate a guardare sulle etichette dei vostri booster, se c'è l'ingrediente IAA molto probabilmente si tratta di un estratto di alghe brune. I benefici delle auxine sono numerosi, ad esempio aumenta l'elasticità dei rami così da garantire una maggiore resistenza alle rotture dovute ad agenti esterni (come vento, grandinate, passaggio di animali, etc etc) e anche permettere molto più facilmente il posizionamento delle piante sotto una rete da scrog. Inoltre le auxine sono responsabili di accelerare la differenziazione e la crescita delle cellule, caratteristica questa utilissima in caso di rotture accidentali o in caso di un eccessivo supercropping (supercropping è la tecnica di HST o High Stress Technique applicata alla cannabis). Ulteriori utilizzi delle auxine – se vogliamo, più mirati – sono il ritardare la senescenza dei frutti, impedire la cascola dei fiori inducendo maggiore resistenza agli stress ambientali e, soprattutto per i growers, la stimolazione delle nuove radici nei cloni. Un dettaglio non trascurabile di

vocano distensione cellulare sia, cosa importantissima, molecole auxiniche che provocano maggior divisione cellulare: questo significa che le piante crescono sia perché le loro cellule si allun-

e la distensione in senso radiale di quest'ultime, inducono la produzione di germogli ascellari (quindi rendono le piante più simili a cespugli), ritardano la senescenza dei tessuti, aumentano

Ascophyllum nodosum contiene inoltre altri composti organici dalle proprietà benefiche tra cui polisaccaridi, acidi organici ed amminoacidi che se aggiunti al terreno contribuiscono in maniera effettiva all'attivazione ed allo sviluppo della vita nella rizosfera. Questo significa che la pianta quando riceve un estratto di questa alga riceve sia nutrienti che stimoli per acquisire vigore in qualsiasi stadio sia (radicazione, vegetativa o fioritura). "TDPQIZMMVN OPEPTVN QVÛ FTTFS VTBUB JO RVBMTJBTJ NPNFOUP QVÛ FTTFS VTBUB come soluzione pregerminativa per i semi (agisce come i comuni seed booster in vendita sul mercato, lasciare in BNNPMMP J TFNJ EB B PSF TJ QVÛ utilizzare come fertilizzante direttamente spruzzato sui cotiledoni senza paura di uccidere le giovani nate, si utilizza come bagno in cui mettere i cloni prima di spostarsi al clonex e poi metterli nel substrato di radicazione. In GBTF WFHFUBUJWB TJ QVÛ TPNNJOJTUSBSF P al substrato, quindi aggiungendolo al normale fertilizzante in uso, o per via fogliare in quanto induce una crescita rapidissima fin dalle prime applicazioni. Personalmente considero obbligatorio Ascophyllum nodosum per via fogliare durante la vegetativa perché aiuta le piante a superare molti stress ambientali e accelera la crescita esponenzialmente. In fase di fioritura la differenza maggiore si avrà se utilizzato in fertirrigazione come stimolatore della fioritura. Io di solito lo applico per via fogliare anche in fioritura fermandomi alla quarta o quinta settimana. L'effetto di stimolazione della fioritura è incredibile, basti pensare che è il costituente base della stragrande maggioranza degli stimolatori di fioritura presenti sul mercato (ancora una volta invito a leggere gli ingredienti riportati in etichetta).

gano di più sia perché le loro cellule si dividono maggiormente. Quest'ultima caratteristica da me descritta è tipica delle auxine ricavate dalle alghe.

il trasporto effettivo di nutrienti verso i tessuti trattati e inducono una maggiore produzione di fotosintetizzanti così da fornire più vigore alle piante.

Un'altra classe di composti fitormonici, promotori della crescita, sono le citochinine. Le citochinine sono composti organici sintetizzati negli apici radicali e, come le auxine, svolgono differenti funzioni

Le Gibberelline sono un'altra grande famiglia di composti ad azione fitormonale prodotte dalle piante per regolare la crescita stimolando la divisione cellulare, sono capaci di indurre allungamento degli internodi, di regolare la

QUANDO RICEVE UN ESTRATTO DI QUESTA ALGA, LA PIANTA DI CANNABIS RICEVE SIA NUTRIENTI CHE STIMOLI PER ACQUISIRE VIGORE, IN QUALSIASI STADIO SIA Ascophyllum nodosum è che contiene differenti molecole della classe delle auxine, integrando sia molecole che pro-

ormoni sulle radici (che chiaramente ci sono) perché rimando i growers interessati ad approfondimenti personali sul tema: ai coltivatori inesperti basti sapere che se vogliono sperimentare somministrando ormoni in purezza dovrebbero utilizzare piante con un apparato radicale ben sviluppato.

sulle cellule vegetali che sono per noi coltivatori interessantissime. Le citochinine stimolano la divisione cellulare

fioritura e di stimolare la germinazione dei semi. Fin qui non ho parlato degli effetti degli

Personalmente utilizzo Ascophyllum nodosum per tutto, dai trapianti al superamento degli stress, alla stimolazione in genere di qualsiasi organo vegetale. Se per esempio incontro un ramo spezzato o debole, lo irroro di Ascophyllum nodosum appena spente le luci per tre giorni, al quarto giorno già avrà acquisito forza e starà tornando al suo vigore originario con poco o pochissimo stress. Provatela anche voi quest'alga e verificherete dopo pochi giorni perché gli americani la chiamano "la droga per le piante". Hanno proprio ragione, una stimolazione cos forte rende gli estratti di Ascophyllum nodosum obbligatori tra i prodotti da comprare per coltivare buona cannabis.


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BELPAESE

Cannabis Social Clubs subito! Il destino politico dell’Italia è troppo legato a quello degli Usa e anziché volgere lo sguardo alle politiche sulla marijuana di nazioni europee come l’Olanda e la Spagna, anche in questo settore si preferisce subdolamente ascoltare le indicazioni americane. Similmente a come sta succedendo negli Stati Uniti, infatti – dove a partire dalla metà degli anni novanta diversi Stati hanno legalizzato l’uso medico della marijuana – dal 2010 in Italia le Regioni stanno lentamente approvando leggi volte a favorire la distribuzione di marijuana terapeutica. Tra Usa e Italia ci sono quindi almeno quindici anni di differenza nell’ordine delle vedute, seppur la maggior efficienza burocratica americana riesca realmente a fornire cannabis a malati, laddove quella italiana si incarta.

di Davide Calabria

Social Club (CSC) spagnoli somigliano a delle ludoteche con giochi in scatola e di carte, carambola, calcio balilla e play station. Cosa c’è di male allora? Non chiediamo i coffeshop – anche se sarebbe bello per tutti poter consumare liberamente come in Olanda in un bar senza doversi registrare. A meno che non diventi legale JO UVUUP JM NPOEP QFSÛ QBSUF EFM DPNNFScio resterebbe nella mani della criminalità organizzata, e Napoli ´non me ne vogliano i napoletani) non è certo l’Aja. Dateci

Honoré de Balzac e Charles Baudelaire, che si ritrovavano una volta al mese al Club de Hashischins, il primo Cannabis Social Club d’Europa, organizzato da Theolfile Gautier, a Parigi, per poi scrivere parole suggestive e colorate ai lettori. I Cannabis Social Club quindi, anche per ricongiungerci alla storia europea spezzata nel buon senso dal proibizionismo, e poter stare al di fuori dal malaffare generato dalla proibizione ed evitare la criminalizzazione

Legalizzare la cannabis ludica è ormai un imperativo per una svolta sociale e riportare la giocosità ad essere il motore della società. Le persone troppo serie hanno fallito, trascinato con la loro tristezza e depressione l’Italia nel baratro criminale e delle crisi. Lo Stato del Colorado, grazie al denaro incassato dalle tasse sulla marijuana ludica, ha finanziato con 10 milioni di dollari la ricerca scientifica volta a trovare nuovi campi d'utilizzo terapeutico per questa

quindi i Cannabis Social Club all’europea, come quelli no profit organizzati della rete ENCOD (European Coalition for Just and Effective Drug Policies). Li desideriamo subito, perché siamo europeisti convinti. CSC ludici perché abbiamo voglia di giocare, di non prenderci troppo sul serio, con-

che andrebbe risarcita per i danni morali, in modo da poter alchemicamente trasformare quello che ormai è diventato il circolo vizioso della cannabis, in una situazione virtuosa per l’ambiente e la società.

incredibile pianta. Il progetto statunitense riguarderà in particolare lo studio nella cura di forme di cancro aggressive, nel rallentamento dell'Hiv, nel supporto alle difficoltà psicologiche.

Dovete quindi lasciarci coltivare almeno

Legalizzare il ludico, quindi, per favorire la ricerca medica e perché l’Italia possa tornare ad essere un esempio da seguire in questo nuovo millennio connesso da internet, che richiede nuovi modi di vivere e convivere, a partire dall’accettazione di usi e costumi che ormai riguardano milioni di persone.

L’opinione pubblica è comunque leggermente cambiata e c’è una maggiore accettazione, seppur teorica, sulla cannabis medica, mentre su quella ludica continua a rimanere il tabù politico. Nell’ordine delle cose, vista la legalizzazione della marijuana ludica negli Stati americani del Colorado e di Washington avvenuta nel 2012, in Italia dovremmo aspettare fino 2027 prima di poter farci uno spinello e due risate in santa pace. Una prospettiva che sicuramente non condivido e che reputo perfino pericolosa. La televisione elvetica Tele Ticino ha infatti recentemente proiettato un servizio di Matteo Bernasconi, titolato “Allarme canapa avvelenata: abbiamo inalato piombo”, sulla pericolosità dell’erba importata dall’Albania, probabilmente quella che va per la maggiore in Italia. Riporto le testuali parole: l’erba albanese sarebbe «coltivata con pesticidi, poi imbevuta in acetato di piombo per aumentarne il peso, coperta di lana di vetro per simulare la cristallizzazione del fiore ed infine spruzzata con la lacca per tenere insieme il tutto». Che la maggior parte della cannabis importata sia una porcata non è una novità, ma che lo Stato chiuda gli occhi anziché proteggere la salute dei propri cittadini è

LAVORARE A UN NUOVO ORIZZONTE CON TANTA LUCE PER LE NOSTRE PIANTE, FUORI DAL TUNNEL BUIO IMBOCCATO A TUTTA VELOCITÀ DAL TRENO DEL GOVERNO una vera e propria vergogna. Fossimo in una Nazione civile certe cose passerebbero per il controllo dei NAS prima di arrivare al consumatore e, in caso di avaria, come per qualsiasi altro prodotto, scatterebbero le comunicazioni pubbliche. Il piombo, per esempio, è un metallo molto velenoTP QVÛ QPSUBSF B NBMBUUJF EFM DFSWFMMP F del sangue, e sembra possa avere implicazioni con la demenza. Invece le urgenze sono sempre altre, per quanto vane. Eppure si tratta di un erba che fa ridere, ludica appunto, così come i Cannabis

vinti sia questo quel di cui ha bisogno l’Italia dopo il ventennio berluscodraculiano. Il consumo ludico di cannabis crea un’atmosfera da Club, di complicità collaborativa, e un luogo di ritrovo di questo tipo potrebbe offrire un posto giusto anche per la terapia ai pazienti con bisogno di socialità, o semplicemente essere un ritrovo dove gli artisti possano confrontarsi e magari trarre ispirazione per abbellire la nostra nazione, aiutandola nel vivere. Così come succedeva a scrittori del calibro di Alexandre Dumas padre, Victor Hugo,

una pianta, anche se 10 sarebbe l’ideale per levare la criminalità dal campo, perché ENCOD appoggi pienamente la nascita dei Club, anche se mi sembra assurdo doverlo chiedere a un primo Ministro come Renzi, più giovane di me di un paio d’anni, e che sembra ancora non aver inteso come la rivoluzionaria transizione eco-tecnologica che stiamo vivendo avrà come destinazione finale il ritorno in auge della canapa in tutti i suoi impieghi. Canapa e energie alternative, chissà il perché, vanno di pari passo, ma l’Italia stenta a parlarne per convertirsi al bene.

Anche se è paradossale, vista la congettura economica, vi chiediamo quindi civicamente di lasciarci lavorare. Lavorare a un nuovo orizzonte con tanta luce per le nostre piante, fuori dal tunnel buio imboccato a tutta velocità dal treno del governo qualche decennio fa. Ora tocca uscire in retro marcia, tornado a ribadire che di canapa stiamo parlando. Una volta fuori dal tunnel, gireremo il treno e riprenderemo la strada maestra.



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CINE CANNABIS

10 pellicole verdi Che la marijuana sia una potente fonte di ispirazione è fatto assodato. Inalando un po' del suo fumo (preferibilmente quello di una bella sativona), è possibile sciogliere le briglie della fantasia e raccontare storie fantastiche, creare dipinti in cui perdersi o comporre melodie che rincorrono la perfezione del lirismo. E, a sua volta, spesso è stata la ganja stessa ad essere protagonista di racconti, opere d'arte e canzoni. Anche la settima arte ha avuto un occhio di riguardo per la nostra amata piantina e, soprattutto negli ultimi 20 anni, le ha dedicato film più o meno di successo. Ecco la nostra personalissima top 10, prendete nota!

1. IL GRANDE LEBOWSKI (THE BIG LEBOWSKI, 1998) Il cult dei fratelli Cohen narra la storia di un disoccupato, Jeff "Drugo" Lebowski, che dedica la maggior parte del suo tempo a giocare a bowling e a fumare erba. La

avere l'attenzione delle ragazze. Durante un'epifania dovuta a dell'ottima ganja e a del buon sesso con la ragazza che gliela aveva venduta, Fritz capisce che è la Rivoluzione il suo scopo e comincia un percorso verso la radicalizzazione. Ma, si sa, i fumatori in fondo sono dei teneroni... Da vedere per le animazioni psichedeliche e per la colonna sonora spaziale!

4. ALI G (ALI G INDAHOUSE, 2002) Il primo della fortunata serie di film ispirati dalla pazzia dell'attore britannico Sasha Baron Cohen. Un'ora e mezza di gag irresistibili con il gangsta-rapper-wannabe Ali G che, approdato grazie a regolari votazioni alla House of Parliament, riesce a dare una botta di vita all'austera Inghilterra e a salvare i destini del mondo dalla una imminente terza guerra mondiale grazie ad un the molto particolare... Da vedere, se possibile, in lingua originale sottotitolato.

5. DUE SBALLATI AL COLLEGE (HOW HIGH, 2001) Con protagonisti del calibro dei rapper Methodman e Red Man, questo film vi trasporterà all'Università di Harvard

(quest'ultimo interpretato dallo stesso Smith), i celeberrimi pusher della pellicola culto degli anni '90 Clerks. Durante una dlle solite giornate passate a vendere erba davanti al Quik Stop, i due scoprono che a Hollywood è in produzione un film basato sul fumetto Bluntman and Chronic (ispirato a loro) e decidono di andare a Los Angeles per tentare di fermare il film: un po' per non aver ricevuto la loro percentuale sui diritti di immagine ma anche a causa dei feroci insulti degli haters di internet sui loro personaggi.

7. CI VEDIAMO VENERDÌ (FRIDAY, 1995) Film comico sulla vita quotidiana di due adolescenti cresciuti nel ghetto. Tutto si svolge in una sola giornata ed è incentrato sulle innumerevoli disavventure dei protagonisti, interpretati da Chris Tucker ("Smokey") e Ice Cube ("Craig"). La loro giornata si svolge fumando marijuana, dopo aver saputo del licenziamento di Craig, e cercando di uscire dalla serie di guai in cui, immancabilmente, continuano a cacciarsi.

8. LA VITA È UN SOGNO (DAZED & CONFUSED, 1993) Uno dei protagonisti di questo film, Randall “Pink” Floyd, è un prestante giocatore di football che vuole solo giocare nella squadra del college e fumare Cannabis. Si troverà, invece, a dover gestire situazioni che lo vedono coinvolto con atleti, fumatori di marijuana, falsi amici e fan rockettari sfegatati, domandandosi sempre "cosa accadrà adesso?".

9. COCCO DI NONNA (GRANDMA'S BOY, 2006)

sua vita verrà improvvisamente stravolta a causa di uno scambio di persona per un caso di omonimia e, presto, il protagonista si ritroverà al centro di assurde avventure, fra rapimenti e riscatti. Tecnica e linguaggio cinematografici lo hanno reso un "must": eccezionale inventiva di ripresa e sceneggiatura maniacalmente attenta alla psicologia dei personaggi, trasportano lo spettatore in un intricato ed esilarante racconto sui molti punti deboli dell'essere umano.

2. FRITZ IL GATTO (FRITZ THE CAT, 1972) Passato alla storia del cinema per essere il primo cartone animato vietato ai minori di 18 anni, il film racconta le vicissitudini del gatto Fritz, uno studente frikkettone che pensa solo a suonare la chitarra per

3. L'ERBA DI GRACE (SAVING GRACE, 2000) Grace è una donna di mezz'età che, ritrovatasi vedova, viene a conoscenza dell'enorme deficit finanziario in cui l'ha abbandonata il marito, probabilmente morto suicida gettandosi da un aereo senza paracadute. Abituata ad una vita casalinga come tutte le altre donne del paese, si ritrova nel panico all'idea di poter perdere tutto quanto guadagnato in una vita di lavoro. Traendo spunto dal vizio del fidato giardiniere Matthew e sapendo di poter contare sulle proprie abilità di vivaista/giardiniera, decide di coinvolgerlo nella coltivazione idroponica di una serra di piante di marijuana, per poterla poi rivendere sul mercato londinese e pagare i debiti.

attraverso gli occhi di due studenti fumatori d'erba. La trama si sviluppa intorno alle ceneri di un amico morto e al suo ritorno come fantasma, accorso in loro aiuto per fargli superare il test di ammissione al college, facendoli risultare più preparati di quanto non fossero in realtà. In una serie di episodi che metteranno sottosopra il campus, i due scopriranno se stessi.

6. JAY & SILENT BOB... FERMATE HOLLYWOOD! (JAY AND SILENT BOB STRIKE BACK, 2001) Dal regista culto Kevin Smith, arriva un film incentrato su Jay e Silent Bob

Il film narra la storia di Alex, un 35enne fumatore di cannabis di lunga data, che di giorno testa videogiochi. La sua vita si complica quando, un giorno, è costretto ad andare a vivere con la nonna e le sue due coinquiline. Per salvare la faccia con i colleghi, Alex racconta di avere eccitanti avventure con le sue tre coinquiline giovani e sexy, finché la verità non verrà a galla...

10. STRAFUMATI (PINEAPPLE EXPRESS, 2008) Questo film fonda il suo racconto sulle vite di un fumatore incallito di marijuana e del suo spacciatore e su come si ritrovino invischiati in una guerra tra bande della droga, dopo che uno dei due assiste involontariamente ad un omicidio. In fuga dalla polizia e dai boss della droga, si ritrovano protagonisti di una serie di esilaranti avventure. Consiglio alle ladies: da vedere solo per James Franco!


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VARIETÀ CLASSICHE

Northern Lights

Sativa Diva

La Northern Lights è una pietra miliare nella storia della cannabis moderna che in quasi quattro decenni ha ricevuto riconoscimenti e trofei a non finire. Nome Varietà: Creatore Canadese: Genetica: Origini: Fioritura: Raccolto outdoor:

Atomic Northern Lights Dr Atomic 35% sativa / 65% indica Afghani x Thai Haze 50 - 65 giorni metà ottobre

Nome Varietà: Creatore Olandese: Genetics: Origini: Fioritura: Raccolto outdoor:

Northern Lights Sensi Seed 10% sativa / 90% indica Northern Lights #5 x Northern Lights #2 45 - 50 giorni tra metà e fine settembre

Alcune varietà sono semplicemente conosciute. La Northern Lights, invece, è leggendaria. Se si fuma cannabis, ci sono moltissime probabilità di aver provato la Northern Lights o una delle sue varietà sorelle, poiché la NL è uno dei ceppi di cannabis più importanti che siano mai esistiti. A differenza di molte varietà, la Northern Lights è il risultato della genetica e del lavoro di più di un produttore, in vari continenti e per quasi quattro decenni: questo dimostra una longevità che pochi ceppi hanno raggiunto.

Origini genetiche In genere si dice che sia nata nella regione del Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti. La Northern Lights ha una lunga storia che ha coinvolto molti protagonisti. Alcuni dicono che Washington sia stata la sua città natale,

Le foglie sottili e di colore verde scuro e le cime ricoperte di uno strato argenteo sono tipiche della Northern Lights [Credit: User Dan/WikiMedia Commons] sebbene si ritiene che la genetica sia arrivata negli Anni Settanta dalla California. I semi di Afgana e la genetica Thai sono stati incrociati negli Anni Ottanta per creare e stabilizzare un ceppo che potesse sopportare i cicli di crescita outdoor brevi, umidi e cupi di quell’area. Dal primo lotto di piante stabilizzate, varie nuove case produttrici di indica che si sono sviluppate negli Stati Uniti sono state trasferite nella loro nuova casa nei Paesi Bassi, dove la Banca di Semi ha creato la versione Olandese della Northern Lights (venduta oggi dalla Banca di semi Sensi Seed). L’inebriante indica è stata coltivata nelle serre olandesi con altre varietà di punta come Skunk #1, Early Pearl, Holland's Hope e Original Haze. Dr Atomic, produttore di semi canadese, rappresenta la vecchia scuola nella linea

nordamericana della Northern Lights. Dopo aver ottenuto la genetica olandese della NL e dopo aver reincrociato le genetiche con alcune delle lontane parenti del passato, Dr Atomic ha garantito la diversità genetica ai fan della NL negli Stati Uniti. I coltivatori hanno potuto scegliere da un’ampia gamma di versioni diverse di genetiche della Northern Lights sui due continenti.

Fenotipi stabili e diversificati Mentre la NL è acclamata come un’indica per i fan della indica, è anche piuttosto facile da coltivare e la fioritura dura circa otto settimane (addirittura sei nelle idro). Questa varietà ha cime compatte e dense spesso separate da alcuni centimetri di peduncolo, il che facilita la potatura. Mentre le cime sono dense e spesse, non sono così impenetrabili e la NVGGB HSJHJB QVÛ FTTFSF VO QSPCMFNB EJ SJMJFvo, il che la rende una buona indica da coltivare anche in condizioni di umido. Il fogliame della maggior parte delle varietà di Northern Lights è generalmente di color verde scuro, il che dimostra la linea vigorosa, ma le strutture palmate non grandi come quelle delle altre varietà di indica sul mercato. Le cime sono rivestite di uno strato argento-bianco di tricomi e la produzione è straordinaria. Pianta compatta e ben serrata, i fenotipi di Northern Lights possono essere particolari a livello di struttura della cima, ma l’aspetto più tipico è la forma di sempreverde, con un gambo centrale denso e compatto circondato da quattro o cinque rami laterali, il che indica la NL #2. La base originaria dell’incrocio di Sensi, la NL #1, si presenta più come una pianta alta e snella, con un aspetto visivo di erba su un bastone in piena fioritura. Con un sapore delicato ma potente e una fioritura rapida, la NL #5 è apparsa alla Cannabis Castle durante gli anni migliori di selezione. La NL della Banca di semi è stata forse la sorella più cespugliosa, con una produzione abbondante, un raccolto resinoso con un effetto deciso e una fragranza di ginepro o pino.

Varietà parenti I vari ibridi della Northern Lights sono troppo numerosi da citare, se si considerano la stabilità e la portata della genetica NL nel corso dei decenni. Anche la scarsità costituisce un problema, a causa delle librerie genetiche variabili che contengono ancora talee originarie.

Per esempio, dato che la NL #5, magnifico esempio di vigore ibrido che ha unito una femmina NL x Thai (75/25) e un padre puro di NL, è stata sempre disponibile solo sotto forma di clone, è davvero insolito oggigiorno trovare queste genetiche in vendita. Un rapporto interessantissimo noto come NL #5 x Haze ha fatto un’analisi dell’ambiente della coltura professionale nei Paesi Bassi, soprattutto ad Amsterdam, ma solo la fortuna o il fatto di conoscere la persona giusta avrebbero dato accesso a una talea di questa. Il forte rilassamento dei geni NL puri si è unito al tocco inebriante della haze, che offre un effetto potente con sapore di pino e spezie e una fragranza tipica della vera e propria cannabis della vecchia scuola. Black Domina e Hash Plant sono due varietà offerte dalla Banca Sensi Seed che mantengono l’estetica originaria della NL, sebbene ibridi. La Blueberry x Northern Lights di Dr Atomic è una vera e propria leggenda canadese, che offre un effetto leggermente più inebriante rispetto all’originale, unito a un aroma e a una fragranza dolce e terrosa. Fra le vere classiche che contengono la genetica NL figura la Aurora B di Flying Dutchmen, che unisce la Northern Lights originale con un padre di Afgana, che aumenta il corredo indica e garantisce un’elevata resa, un vero e proprio aroma di indica e una serie di veri fenotipi di NL. I sostenitori della genetica di avanguardia forse ricorderanno l’Indica Mongola di Sagarmatha Seeds, una com-

Aurora B. di Flying Dutchmen è un ibrido di NL con un’elevata resa e un effetto potente

binazione forte e stupefacente di Northern Lights, Skunk #1 e Afgana con un aroma dolce, agrumato e a mango. Naturalmente non sarebbe giusto tralasciare la Chronic di Serious Seeds, che è stata la più amata negli anni Novanta sulla scena dell’indica e la prima esperienza di molti fumatori introdotti alla genetica Northern Lights, ossia, coloro che erano troppo giovani per fumare erba durante l’ondata originaria di NL. Infine, chi voglia provare l’effetto confondente delle vere indiche incrociate con piante di haze, dovrebbe farlo con la Super Silver Haze (Società di semi: Green House), che comprende entrambe le famiglie di cannabis con un ibrido resinoso, relativamente facile da coltivare e che ha un impatto costante sulla storia moderna della cannabis.


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MARIJUANA MEDICA

7 informazioni sul CBD Il cannabidiolo, o CBD, è uno dei numerosi cannabinoidi che si trovano nella pianta di cannabis in natura. Negli ultimi anni, Dutch Passion ha lavorato molto nella ricerca e nella selezione di vari cultivar ricchi di CBD. Ecco 7 informazioni che hanno tratto sul CBD durante questo percorso: Di Tony, della banca di semi Dutch Passion, Amsterdam

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Le persone parlano di effetti diversi del CBD. Ad alcuni il CBD dà maggior lucidità mentale ed elimina completamente l’ansia. Altri dicono che è ottimo per il sonno, se lo si assume in quantità lievemente superiori. Molte persone affette da sclerosi multipla dichiarano che i loro sintomi sono stati alleviati notevolmente. Sentiamo molte persone affette da varie condizioni mediche dire che il CBD ha ridotto il dolore e/o ha facilitato le loro condizioni mediche.

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Selezionare varietà di CBD è più difficile che farlo con varietà tradizionali. I test analitici condotti sui cannabinoidi sono richiesti a ogni passaggio del processo di selezione. La selezione dei progenitori non viene fatta solo sulla base di resa, aroma, robustezza e stabilità, ma anche sulla base delle analisi di laboratorio condotte sul profilo del cannabinoide. È un lavoro estremamente difficile e lento, reso ancora più impegnati-

ti in una pianta che vaporizzano/fumano. Le varietà che contengono quasi esclusivamente CBD, come la Charlottes Web, non vi daranno nessun effetto potente anche se fumate abbondantemente e anche se si prova dell’olio. Le varietà stile ‘Charlottes Web’ hanno spesso un 15% di CBD e solo l’1% o meno di THC. Le varietà con rapporto ‘1:1’ offrono un rapporto 1:1 di THC:CBD. Se provate una di queste varietà 1:1, noterete

vo dalla responsabilità etica di assicurare che i semi che vendiamo siano affidabili per chi li coltiva per uso medico.

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CBD è usato da molti solo per eliminare l’ansia. Anche se molte persone con particolari affezioni mediche utilizzano il CBD per dolore e infiammazione, siamo rimasti sorpresi nel vedere quanti affermano che il CBD sia il miglior rimedio da loro trovato. Inizialmente si pensava che fosse una soluzione piacevole per una piccola fetta di utilizzatori del CBD, ma ora è chiaro che si tratta di VOP EFJ QSJODJQBMJ FGGFUUJ DFSFCSBMJ $JÛ DIF MP rende particolarmente sorprendente è che gran parte del lavoro di selezione del CBD è stato condotto per dare sollievo ad alcune affezioni fisiche, ma vediamo come un numero incredibile di persone utilizzi cannabis ricca di CBD per la lucidità mentale, l’attenzione e per lenire l’ansia. Non è un caso che Israeliani e Statunitensi utilizzino il CBD per il Disturbo da Stress Post-Traumatico, di cui soffrono per esempio gli ex soldati. Una scoperta molto

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CBD Skunk Haze chiara è che il CBD allevia le condizioni mentali, ma anche le affezioni fisiche.

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Non a tutti piacciono le varietà di CBD. Alcuni si chiedono cosa abbia di speciale, mentre altri dicono che non esiste di meglio. Abbiamo avuto un ottimo feedback da molti coltivatori per uso medico, ma riscontri piuttosto vari da chi coltiva CBD per uso ricreazionale. Alcuni di questi ultimi apprezzano gli effetti di lucidità del CBD, si sentono ‘curati’, ma riescono a essere attivi. Ad altri piace la sensazione dopo averlo fumato, ma riescono a lavorare, pensare e a essere più attivi di quanto non facciano DPO MF WBSJFUË SJDDIF EJ 5)$ 2VFTUP QVÛ essere utile per chi vuole farsi una fumata piacevole e soddisfacente durante il giorno. Ciononostante, alcuni fumatori ricreazionali non amano il CBD, perché non dà lo stesso effetto cerebrale iniziale. Se volete una stonata pesante, il CBD non fa per voi. Il CBD è fine ma molto soddisfacente, tuttavia, non sarà certo la prima scelta per chi vuole un’esperienza pesante. È strano a dirsi, ma molti utilizzatori di CBD affermano di diventare dei chiacchieroni dopo averlo assunto.

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Il CBD porta le proprietà della cannabis di alleviare il doloro a un altro livello. Per molte persone con problemi fisici, il CBD allevia il dolore a un altro livello, bel diverso da quanto non facciano le tradizionali varietà ricche di THC. Nei casi in cui il THC funziona bene per alleviare, il dolore, vediamo che il CBD fa un ottimo lavoro. Alcuni utilizzatori di CBD si godono così tanto gli effetti del CBD che si rifiutano di fumare una varietà ricca di THC per varie ore dopo aver assunto il CBD, per evitare che il THC abbia la meglio sugli effetti iniziali del CBD.

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Ci si può abituare a sentire e quantificare il CBD in poco tempo. Gli utilizzatori esperti di CBD possono cominciare a sentire quanto THC e CBD siano contenu-

un ‘solletico’ mentale dovuto al THC, ma non avrete nessun effetto potente, a meno che non ne assumiate molto. I coltivatori esperti di CBD possono addirittura distinguere i fenotipi delle varietà di CBD e sono quindi in grado di sentire quali piante hanno più THC semplicemente per questo effetto. Forse la cosa più strana nel fumare una varietà ricca di CBD (ossia > 4% CBD) per la prima volta è che ci si siede ad aspettare la botta iniziale del THC che in realtà non arriva mai.

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Il THC resta più importante che mai per i coltivatori per uso medico. Nonostante il crescente interesse dei media per il CBD, è chiaro che per molti, il THC rimanga estremamente importante per l’uso medico. È importante che le persone non comincino a pensare che il CBD sia l’unico aspetto medico della cannabis. Per alcuni e per alcune applicazioni, il THC è importante da solo o in rapporto 1:1 con il CBD. Il lavoro di Dutch Passion sul CBD è stato un viaggio di scoperta. Inizialmente, non sapevamo esattamente quali sarebbero stati i benefici per i coltivatori per uso medico e non potevamo prevedere quanto sarebbero stati consistenti. Molti utilizzatori di marijuana per uso medico sono pronti a parlare con il medico dell’utilizzo e noi li incoraggiamo a farlo. Spesso i medici approvano l’uso di cannabis. Non consigliamo a nessuno di sospendere il trattamento medico che stanno seguendo per mettersi a fumare marijuana. L’approccio migliore è quello di parlare con un medico. I medici hanno sempre più conoscenze sulla cannabis e viene condotto un numero crescente di studi sulle proprietà della cannabis. La cannabis ricca di CBD è una nuova arrivata, ben consolidata, della famiglia della Cannabis, oltre alle varietà autofiorenti e a quelle tradizionali. Nel mentre, lavoriamo sodo dietro le quinte per vedere come si possono aumentare selettivamente altri cannabinoidi e quali benefici possono apportare. Sarà interessante fra qualche anno.


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GROWING

Selezionare piante madri

Coltivare cannabis comporta una serie di scelte fondamentali come, ad esempio, la tecnica di coltivazione da intraprendere, il ciclo continuo oppure il SOG e lo SCROG, il luogo in cui coltivare, indoor o outdoor, la strumentazione da utilizzare. La prima scelta da fare quando si vuole intraprendere un coltivo di cannabis, è decidere se iniziare da semi oppure da talee; coltivare a partire da una buona pianta madre ha sicuramente alcuni vantaggi, come la disponibilità continua di cloni e la certezza della qualità della genetica che si sta coltivando: il

care i nostri semi, mantenerla entro i 22°25° favorisce una percentuale maggiore di piante di sesso femminile. Durante questa operazione bisogna maneggiare con molta cura i semi, essendo questi molto delicati. Una volta nati i germogli dall'interno del guscio, possiamo piantare i semenzali in cubi di lana roccia o dischi di torba. Bagniamo leggermente il substrato con una soluzione leggera contenente vitamina B1. La soluzione aiuterà i germogli a superare lo shock del trapianto e le radici

UNA VARIETÀ CON UNA BUONA GENETICA CI GARANTISCE UN COLTIVO OTTIMALE CON UNA CONSEGUENTE RESA MAGGIORE ANCHE IN TERMINI DI QUALITÀ clone infatti è una copia esatta della pianta madre. Un altro vantaggio è dato dalla realizzazione di un coltivo con tutte le piante identiche perché in questo modo si facilitano alcune operazioni di mantenimento. Anche coltivare da seme ha i suoi vantaggi, perché da un buon seme crescerà una pianta più vigorosa poiché sarà in grado di sviluppare un apparato radicale maggiore. Iniziamo a descrivere un coltivo, indipendentemente dalle sue dimensioni, partendo dalla scelta di una buona pianta madre. Il primo passo da fare è decidere la varietà che ci piacerebbe coltivare. Una varietà con una buona genetica ci garantisce un coltivo ottimale con una conseguente resa maggiore anche in termini di qualità. -B TDFMUB QVÛ WBSJBSF EB NPMUFQMJDJ GBUUPSJ come la predominanza indica sativa, la discendenza, il tempo di fioritura, l’altezza, la resistenza a muffe e malattie, etc.. Selezionati i semi desiderati, per prima cosa immergiamoli in un bicchiere d'acqua per circa 24 ore, in questo modo l'acqua penetrerà all'interno del guscio del seme, accelerando il processo di germinazione; passate le 24 ore, poniamo i semi in un panno abbastanza umido, avvolgiamolo e conserviamolo in un luogo buio e caldo (un armadio); sebbene una temperatura di 26° sia l'ideale per far germinare e radi-

ad assorbire meglio l'umidità; consiglio di utilizzare la vitamina B1 ogni volta che si trapianta. Porre con delicatezza i semenzali con il germoglio rivolto verso il basso e il guscio verso l'alto e spostare le future piantine sotto l'illuminazione di una coppia di tubi fluorescenti di tipo T5 o T8 ad una distanza di 5-10 cm con un fotoperiodo di 24h fino a quando non saranno pronte per essere trapiantate in contenitori più grandi. Cercate di mantenere l'umidità sopra il 60-70%. Un piccolo box della dimensione di un vecchio televisore aiuterà a mantenere sotto controllo il clima intorno ai semenzali. Quando vedremo spuntare abbastanza radici dai cubi di lana roccia/dischi di torba, le nostre piantine saranno pronte per essere trapiantate in contenitori più grandi; è a discrezione di ognuno la scelta della dimensione del contenitore, personalmente inizio trapiantando le mie piantine in piccoli vasi da 0.2 litri, passando progressivamente a contenitori di 0.7-3-7-11 e 18 litri. Mettiamo uno strato di argilla espansa sul fondo del vaso, riempiamolo di terra di tipo light mix, povera di sostanze nutritive, evitando in questo modo il rischio di fertilizzare troppo le piccole piante. In cima al substrato facciamo un foro abbastanza profondo da poter ospitare le piantine; è

inoltre particolarmente indicato utilizzare trichoderma o micorriza. Aggiungerne un pizzico nel foro che ospiterà le piantine, attenendosi alle quantità indicate dal produttore. Questo genere di funghi benefici infatti colonizzano le radici entrando di fatto in simbiosi con la pianta. Trichoderma e micorriza favoriscono l'assimilazione delle sostanze nutritive e la fortificazione del sistema immunitario. In commercio esistono concentrati liquidi e in polvere, questi ultimi più facili da utilizzare. Trapiantiamo i semenzali e bagniamo il substrato con la soluzione nutriente. Consiglio di lavorare con acqua osmotica, con elettro-conducibilità (EC) pari a 0. Attraverso la misurazione dell'EC possiamo conoscere la quantità di sali minerali disciolti nell'acqua, ma non quali sali e le rispettive quantità. Utilizzando acqua osmotica, saremo sicuri di non irrigare le nostre piantine con acqua con un contenuto di sali minerali in eccesso. È sempre meglio evitare l'acqua delle reti cittadine perché molto spesso è troppo ricca di cloro. Nel caso si utilizzasse semplice acqua di rubinetto, consiglio di decantarla lasciandola riposare per circa 24 ore in un deposito senza coperchio, in modo da consentire al cloro di evaporare. Partendo da un acqua con EC 0 dovremo aggiungere delle piccole quantità di calcio e magnesio, con un rapporto di 1:1 fino a raggiungere un valore di EC pari a 0,3 μȢ (μȢ NJDSPTJFNFOT "UUFO[JPOF QFSÛ la cannabis consuma grandi quantità di NBHOFTJP QFSDJÛ QVÛ EBSTJ TJB OFDFTTBSJP aumentarne le quantità. Il magnesio infatti è alla base della produzione di clorofilla. Aggiungiamo il fertilizzante specifico per la fase di crescita; in generale, suggerisco di scegliere tra fertilizzanti bio o a base organica, che, rispetto ai fertilizzanti di sintesi, conferiscono un sapore più buono al prodotto finale riducendo il rischio di fertilizzare in eccesso la pianta. L'EC finale della soluzione deve risultare di 0,5 μȢ. Aggiungiamo dello stimolatore radicale alla soluzione nutritiva. Molto spesso questo tipo di stimolatori sono privi di N-P-K (azoto-fosforopotassio, elementi indispensabili in tutte MF GBTJ EJ WJUB EFMMB QJBOUB F QFSDJÛ VOB

di 2L3bg

volta aggiunti nella soluzione nutritiva non dovrebbero alterarne l'EC; nel caso contrario, mantenersi al di sotto di un valore di 0,6 μȢ. Misuriamo il ph della soluzione utilizzando un misuratore digitale e portiamolo ad un valore di 6.0 aggiungendo se necessario un prodotto apposito per alzarlo o abbassarlo. Tenere sotto controllo questo valore è molto importante. La scala del ph indica l'equilibrio acido-alcalino dell'acqua, dove 0 corrisponde alla massima acidità, 14 alla massima alcalinità e 7 indica un valore neutro. La disponibilità degli elementi nutritivi varia a seconda del valore del ph. La cannabis assorbe la maggior parte delle sostanze nutritive in un range di ph che va da 5.5 a 6.5. Sistemiamo i vasi sotto una lampada ad alogenuri metallici (MH) a distanza di 1 metro dalla cima delle piante affinché si abituino ad una luce più intensa; le lampade MH hanno uno spettro di colori adatto alla fase di crescita e funzionano con un apposito trasformatore e un riflettore per distribuire la luce in modo più uniforme. Un altro tipo di lampade adatte alla fase di crescita sono le CFL (Lampade a Fluorescenza Compatta). Queste lampade rispetto alle MH scaldano molto meno e non non hanno bisogno di un trasformatore per funzionare. In questo caso, le lampade potranno essere posizionate ad una distanza più ravvicinata. Tuttavia, a causa della scarsa luminosità, le piante cresceranno molto più lentamente. Il clima ideale da riprodurre è di 26°C di temperatura e 55-60% di umidità. Sicuramente sarà necessario installare un estrattore d'aria per espellere l'aria calda dalla stanza di coltivazione. Consiglio di posizionarlo in alto perché il calore tende a salire su. Generalmente in fase di crescita, le piante OPO TPOP NPMUP PEPSPTF NB QVÛ EBSTJ DIF successivamente sarà necessario aggiungere all'estrattore d'aria un filtro ai carboni attivi, in modo tale che l'aria prima di essere espulsa fuori, venga purificata. Anche un ventilatore oscillante aiuta a muovere l'aria nella stanza e inoltre le piante soggette a leggero movimento diventeranno più robuste. Dopo circa dieci giorni le piante


32 saranno pronte per essere trapiantate di nuovo; quando le sfiliamo dai vasi potremo vedere le radici strette intorno al blocco di terra. Prima di trapiantarle nel nuovo vaso, eliminiamo dal fondo delle radici l'argilla

tite da semi femminilizzati, la percentuale di piante femmine sarà maggiore, fino al 100%. Per i semi regolari la percentuale è molto più bassa, generalmente del 50% tra piante maschio e femmina. Una volta

LE TALEE, OCCUPANDO MENO SPAZIO, SONO PIÙ FACILI DA MANTENERE IN STAND- BY IN ATTESA DI UNA SUCCESSIVA SELEZIONE espansa rimasta attaccata. Questa volta usiamo vasi da 0.7 litri, riempiamo il fondo con uno strato di argilla espansa, mescoliamo la terra sempre tipo light mix con della perlite per garantire un drenaggio maggiore e un terreno più arieggiato. La quantità di perlite deve essere pari al 30% del volume totale. Facciamo un foro in cima al substrato e trapiantiamo le piante. Irrighiamo il terreno con la soluzione nutriente e man mano che le nostre piante ne hanno bisogno, aggiungiamo più fertilizzante alla soluzione nutritiva, mantenendoci ad un valore di 0,8-1 μȢ. Sicuramente continuare ad utilizzare uno stimolatore radicale porta i suoi vantaggi, ma non è strettamente necessario. Lo stimolatore radicale è un cocktail di microrganismi benefici, che stimolano lo sviluppo dell'apparato radicale. Controllare costantemente che il terreno sia umido, non deve essere zuppo d'acqua, le radici potrebbero marcire. Abbassiamo la lampada ad una distanza di 60 cm. Ripetere l'operazione di trapianto ogni volta che le radici sono visibili dalla parte inferiore del vaso, oppure quando lo riterrete necessario giudicando le dimensioni raggiunte dalle vostre piante. Utilizzando di volta in volta contenitori di dimensioni maggiori, le piante diventeranno sempre più grandi; inoltre saranno in grado di riprodursi più velocemente ogni volta che gli verranno asportati dei cloni. Quando saranno trapiantate in vasi da 7 litri o più grandi, consiglio di mescolare la terra con del guano di pipistrello o humus di lombrico, per garantire alle piante madri una riserva costante di elementi nutritivi. Dopo circa due mesi di vita, le piante mostreranno il loro sesso; in caso contrario, diminuire il numero di ore di luce, da 18h fino a 14 -12h se necessario, in modo da favorire l'identificazione del sesso. Se par-

identificato il sesso, eliminiamo le piante di sesso maschile. Mantenere le madri con un fotoperiodo di 18-24h di luce, temperatura di circa 26° e umidità sopra il 55-60%. Irrigare con la soluzione nutriente con un valore di EC entro un range di 1,0-1,2μȢ . Generalmente, le piante a maggioranza indica hanno bisogno di livelli più alti di

concentrazione, mentre le piante a maggioranza sativa richiedono soluzioni nutritive meno concentrate. Giudicate voi stessi il fabbisogno delle vostre piante, spesso basta solo osservarle attentamente. Periodicamente è necessario lavare il terreno dall'accumulo di sali minerali; irrigare abbondantemente con acqua con EC

SENTÌ IL BISOGNO DI ANDARE DOVE ERA LEGALE FUMARE E COLTIVARE.

COLORADO O NIENTE

pari a 0,3-0,4 μȢ fino a che non drena dal fondo del vaso. Misurare l'EC dell'acqua di scolo aiuta a capire se il substrato ha un accumulo di sali minerali in eccesso. È probabile che per lavare a fondo il terreno sia necessaria una quantità di acqua pari al doppio o anche il triplo della dimensione del vaso. Ad esempio, se il vaso è da 7 litri saranno necessari dai 14 ai 21 litri di acqua. Alcuni coltivatori aggiungono periodicamente dei prodotti contenenti microrganismi che facilitano la decomposizione della massa radicale morta, come il Cannazym di Canna. Ora siamo pronti a selezionare tra le nostre piante madri, il campione, ovvero quella che più preferiamo. Possiamo mantenere le piante madri in fase di crescita e asportare un paio di cloni da ogni pianta. Etichettare i cloni ci aiuta a capire

a quale pianta madre corrispondono. Nel frattempo, coltiviamo le talee fino alla fase finale di fioritura; questo ci consente di valutarne le caratteristiche, analizzare il prodotto finale e selezionare la varietà più adeguata alle nostre esigenze; dopo di che possiamo eliminare le piante madri corrispondenti ai cloni che non hanno superato la prova.

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Non è facile selezionare un buon campione, oltre ad un pizzico di fortuna, spesso è necessario lavorare su un gran numero di piante. Il lavoro si fa più difficile se la selezione dovrà essere fatta partendo da grandi quantità di semi, ad esempio un centinaio. La difficoltà maggiore sarà infatti tenere in stand- by un gran numero di piante di grandi dimensioni. In questo caso, coltiviamo i 100 semi come descritto precedentemente: poniamoli a germinare, trapiantiamo i semenzali in contenitori più grandi, il vaso finale sarà di 7 litri; prima di indurre la fioritura, asportiamo da ogni pianta un paio di cloni ed etichettiamoli. Le talee, occupando meno spazio, sono più facili da mantenere in stand- by in attesa di una successiva selezione. Facciamo fiorire le piante da seme e

una volta che abbiamo raccolto, possiamo selezionare la genetica che più ci interessa mantenendo in stato vegetativo il clone corrispondente. È abbastanza chiaro che con quanti più semi si lavora, maggiore sarà la possibilità di trovare un vero campione, con una genetica unica e caratteristiche adeguate alle nostre necessità.

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Ultimi ritocchi alla coltura in armadio: le meraviglie degli stoppini Nel mio articolo “Prepararsi a coltivare”, ho presentato il procedimento da seguire per creare una coltura in armadio, scegliendo semi o cloni e avviando i semi. Ho scelto di usare il sistema a stoppino, l’ultima tendenza nei metodi a bassa manutenzione, ideale anche in periodi di conservazione dell’acqua. Passiamo ora a travaso, crescita, fioritura, maturazione e ultimi giorni. PRIMA PARTE: TRAVASO Avevo piantato in ciascuno di 10 contenitori due semi Fruity Juice®. La maggior parte dei semi è germinata, quindi avevo due piante in ogni contenitore. Ho pensato che si trattava di semi non

nastro da imballaggio. Poi ho riempito il contenitore con del mix di coltura. Ho ripetuto il tutto 16 volte. Ogni pacchetto di terreno da 25 cm cubi ha riempito due contenitori. HO

tenitori da 10 cm e ho messo la parte superiore della massa radicolare sulla linea del terreno. Poi ho messo della terra attorno al travaso perché fosse in contatto con esso.

volta che sarebbero state posizionate in un’area più spaziosa e chiara. Prima di tutto, ho preparato i 16 contenitori. Dato che le piante dovevano crescere in un sistema stoppino, ho tagliato due pezzi lunghi 45 cm di

L’ammasso radicolare è stato posizionato nel contenitore in modo tale che la punta si trovasse a livello della superficiale.

Le piante sono state un po’ stressate dai piccoli contenitori e i nutrienti limitati. Le radici hanno riempito il terreno. femminizzati, quindi alcune delle piante sarebbero state maschio. Piantarne due per contenitore ha raddoppiato le possibilità di avere una pianta femmina in ciascun contenitore. Avrei dovuto travasare le pianticelle domenica, ma il mio programma mi ha obbligato a ritardare l’operazione di una settimana. Le pianticelle sono state un po’ stressate dal travaso. Tuttavia, sapevo che si sarebbero riprese una

corda di nylon intrecciata da 1 cm di diametro, per ogni contenitore, 32 in tutto. Una volta tagliata, ho avvolto del nastro da imballaggio attorno alla corda vicino alle estremità per evitare che si lasciasse andare. Ogni pezzo è stato fatto passare attraverso buchi opposti sul fondo del contenitore, in modo tale che si incrociassero in mezzo. Ho tenuto gli stoppini al loro posto utilizzando un pezzo di

Dieci giorni dopo il travaso, le piante crescono bene. Da notare le luci LED. usato quindi otto sacchi di terra. Per piantare, ho scavato un po’ nella terra per creare un’apertura al centro di ogni sacco. Ho inciso le pianticelle nei con-

Dopo aver travasato, ho messo i sacchi sui pallet posti nel vassoio di 120 cm x 120 cm. Mi sono assicurato che gli stoppini pendessero dai contenitori


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35 verso il basso nel vassoio, affinché portassero l’acqua fino al terreno. Ho poi annaffiato le piante con acqua con pH regolato. L’acqua fuoriusciva dai fori nei contenitori, in modo tale che io sapessi che erano completamente saturi. Al momento di piantare, non avevo tempo di riempire i vassoi, quindi il sistema stoppino non funzionava. Le piante sono state annaffiate a mano. Solo dopo due settimane, ho riempito il vassoio con circa 12 cm di acqua contenente una miscela di fertilizzante al 5-2.5-5 con compost tea, estratto di alga e acido umico. Allo stesso tempo, ho installato una piccola pompa per far circolare l’acqua nel vassoio e una pompa ad aria con un aeratore per mantenere l’acqua ossi- Fotografia scattata il giorno in cui le piante sono state messe in fioritura. genata, perché le radici hanno bisogno di questo elemento. Le piante hanno attinto a questo serbatoio durante il ciclo vegetativo, che è proseguito per un mese circa. Dato che gli stoppini attingevano acqua dal serbatoio verso il terreno, non ho dovuto annaffiare i contenitori singolarmente. Ho tenuto solo sott’occhio il livello dell’acqua nel serbatoio e l’ho riempito con acqua con un pH di circa 6.0. Poi ho messo un pezzo di plastica sul sistema e ho praticato dei fori nella plastica sui contenitori per far passare i gambi. Questo serve per vari motivi. Prima di tutto, la luce non arriva all’acqua nel serbatoio, il che previene la crescita di alghe, Secondo, riduce il tasso La coltura dieci giorni dopo. di evaporazione. Terzo, il buio favorisce la crescita delle radici dai contenitori verso il serbatoio, in modo tale che abbiano un passaggio diretto all’acqua.

SECONDA PARTE: CRESCITA E FIORITURA Abbiamo già parlato del travaso delle pianticelle nei contenitori che facevano parte del sistema stoppino. Questo utilizza stoppini di nylon che attingono acqua verso i vasi grazie alla capillarità. Non è necessario annaffiare a mano. Una volta trapiantate, le piante hanno cominciato a crescere subito molto velocemente. Quattro settimane circa dopo il travaso, le piante avevano riempito il canopo, così sono passato a un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 ore di buio utilizzan- Giovane fiore femmina.

do un timer. Questo fotoperiodo forza la pianta in fioritura. La scienza alla base di tutto questo è che durante la fase di buio, un elemento chimico chiamato fitocromo si accumula nelle piante. Quando raggiunge un livello critico, fa passare la pianta dalla crescita vegetativa alla fioritura. La settimana seguente, le piante hanno cominciato a crescere a balzi, aumentando la loro lunghezza di 30 cm o più. Le piante sono cresciute un po’ troppo serrate l’una con l’altra, ma avevo previsto che alcune delle piante sarebbero state maschio e sarebbero state tolte dalla coltivazione non appena la cosa fosse stata visibile. Dopo circa cinque giorno, è stato facile riconoscere le piante maschio. Avevano delle palline che, se lasciate maturare, si sarebbero trasformate in fiori con polline che avrebbe distrutto i sinsemilla. I fiori di 1-3 cm hanno cinque petali biancobiancastro quando si aprono. Le femmine fanno crescere i primi stigmi, organi femmina di color crema che sembrano pilucchi che escono da là. Questi “pilucchi” sono tubicini incavi con “spazzole” che filtrano l’aria alla ricerca di polline per fertilizzare il fiore sotto. Se un grano di polline raggiunge la spazzola, lo sperma viene trasferito al tubicino incavo e poi all’ovulo che aspetta sotto. Si spera che la ricerca sia vana e che il fiore maturi per far parte di una cima senza semi. Solo circa un terzo delle piante si è rivelata come maschio e varie di queste piante erano singole o molto più grandi delle altre piante nei contenitori. Una volta che queste piante sono state tolte, sono rimasti vari buchi nel canopo, ma ho lasciato che le piante circostanti crescessero in quello spazio per riempire quel vuoto. Le piante più piccole, adesso libere dall’ombra, stavano crescendo bene e avevano una crescita a balzi anche durante la fioritura. Prima della rimozione, la densità del canopo teneva le piante dritte. Ciononostante, al rimuovere le piante maschio, lasciando buchi nel canopo, le piante hanno cominciato a piegarsi. Ho usato dei sostegni per le piante e dei legacci per tenere le piante dritte, permettendo ai rami di riempire gli spazi


36 vuoti. Ora le piante stavano cominciando a produrre fiori a balzi. Avevo previsto che sarebbero passate solo sei o sette settimane prima del raccolto.

TERZA PARTE: FIORITURA E MATURAZIONE A questo punto, erano passate sei settimane da quando le luci erano state riportate a 12 ore di giorno per forzare le piante a fiorire. Le piante hanno reagito visibilmente nel giro di cinque giorni e hanno manifestato se erano maschio o femmina. Le piante maschio sono state tolte immediatamente dalla coltivazione. Allo stesso tempo, le piante hanno cominciato una crescita a balzi allungandosi di 30 cm in una settimana circa. Quando questo processo è terminato, c’è stato uno scoppio di fioritura. Ora i punti di crescita delle cime, i rami che le sostenevano, erano ricoperti di stigmi e ne sviluppavano sempre di più. Quando il fotoperiodo è stato modificato a 12-12, il serbatoio è stato dre-

è stato aggiunto nessun nutriente alla coltivazione. È stata usata solo acqua piovana pura per riempire il serbatoio. Il serbatoio è stato poi drenato, eliminando tutti i nutrienti ed è stato riempito nuovamente con acqua piovana, in modo tale che le piante ricevessero oltre 10 giorni di risciacquo, ossia, che sarebbero cresciute con solo una piccola quantità di nutrienti, per evitare che avessero un sapore chimico. Per sostenere le cime e tenerle nella loro area del canopo, sono state installate due reti di nylon con buchi da 15 cm, ma la maggior parte delle piante hanno utilizzato solo la rete sul fondo. A questo punto, le cime stavano maturando bene e diventavano sempre più solide. Avevano una fragranza dolce, tipica della Fruity Juice®, ma non era molto intensa. Sospettavo che nel giro delle due settimane che mancavano alla maturazione, sarebbero diventate estremamente profumate. Non c’era molto da fare nella coltiva-

Una cima di quasi due settimane. Crescerà un po’ durante la maturazione. 4PTQFUUP DIF SBHHJVOHFSË JM NBTTJNP QPUFO[JBMF F EJWFOUFSË RVFMMP DIF QVÛ diventare. Avrà nuovi amici per un po’ e poi scomparirà.

QUARTA PARTE: ULTIMI GIORNI Dei 16 contenitori in cui è stata avviata la coltivazione, solo in sei sono cresciute cime e due delle piante erano piccole. Alla fine, in otto dei contenitori c’erano piante maschio, che sono state

Quando i fiori maturano, seccano e diventano rossastri, a volta con toni violacei. I tricomi sono composti di steli ricoperti di copertura a forma di lampadina. I tricomi sono composti di gambi ricoperti di estremità a forma di lampadina.

Le cime stanno maturando. La maggior parte di queste viene tenuta fra due reti.

nato e riempito di acqua contenente nutrienti usando una formula diversa. L’azoto è stato eliminato durante questa fase del ciclo, quindi il serbatoio è stato riempito di acqua contenente fosforo e potassio. Questo promuove la fioritura e minimizza la crescita vegetativa. Dal cambiamento di acqua, non

zione. Le piante venivano alimentate automaticamente, come richiesto, utilizzando il sistema stoppino. Il fotoperiodo, la CO2 e la temperatura erano tutti automatici. Le piante hanno avuto gradi di maturazione diversi. Ad alcune mancavano cinque giorni, mentre ad altre 15 giorni.

La corda di nylon intrecciato di 1 cm di diametro serve come stoppino per attingere acqua dal terreno per la capillarità. I vasi non devono essere innaffiati perché quattro stoppini, uno su ogni lato, forniscono la quantità di acqua richiesta.

La coltivazione il giorno del raccolto

rimosse. In tutti i contenitori con due piante, una pianta è diventata dominante e con perdita dello spazio nel canopo, l’altra pianta è morta. In due contenitori c’erano piante che non riuscivano a crescere bene. Questo ha lasciato solo sei piante in fioritura con solo due settimane prima della maturazione. Le piante stavano ancora utilizzando il sistema stoppino, che traeva acqua dal serbatoio sotto. L’acqua del serbatoio era appena stata cambiata, passando dai nutrienti di fioritura a un pH di 6.0. Utilizzando questo sistema, ogni contenitore attingeva acqua solo secondo le necessità. Con il passare dei giorni, le cime hanno cominciato la fase finale del processo di maturazione. Gli stigmi, i pilucchi bianchi che escono di 2/3 cm dai fiori, sono tubicini incavi circondati da spazzole fini. Filtrano l’aria, cercando di catturare il polline che si sposta al vento.

Lungo le pareti interne di queste ghiandole, i cannabinoidi e i terpeni vengo-


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Il team Privateer da sinistra a destra; Michael Blue, Christian Groh e Brendan Kennedy

Primo piano delle cime dopo tre settimane d’essiccatura/cura. no prodotti e immagazzinati. Mentre questi olii si accumulano, le membrane delle estremità iniziano ad allungarsi.

In alcune varietà, i fiori a cui sono attaccati gli stigmi iniziano a gonfiarsi in un certo qual modo e potrebbero

Le piante nei contenitori piccoli possono essere trasportate facilmente e possono essere forzate a fiorire precocemente. Coltivazione di Denis Peron, 2009.

Le ghiandole mature si possono vedere chiaramente utilizzando una lente da fotografo 6x o 8x. Al momento del raccolto dovrebbero sembrare palloncini pronti a scoppiare.

sviluppare un baccello come se ci fosse un seme all’interno.

Un altro segno di maturazione è l’aumento della fragranza. Durante l’ultima settimana, l’intensità dell’aroma aumenta drasticamente. All’inizio della giornata, otto settimane dopo aver forzato la fioritura, tutte e sei le piante avevano cime superiori pronte per il raccolto. Piuttosto che far vacillare il raccolto per far maturare le cime inferiori, ho deciso d’interrompere la coltura. Tutte le piante sono state tagliate in fondo al gambo e poi posizionate su una rete in una tenda inutilizzata. Sono rimaste qui a temperatura ambiente e a temperature inferiori di notte per tre settimane, poi sono state potate. Le cime superiori hanno prodotto un totale di circa 112 grammi. Le cime

secondarie hanno raggiunto un totale di circa 35 grammi e le foglie potate circa 73 grammi. La resa non è stata granché per 600 watt. Penso che il motivo sia stato che il canopo non si è riempito di vegetazione, perché erano rimaste solo alcune piante dopo la rimozione di quelle piccole delle piante maschio e le luci LED di Apache si sono rivelate un modello più vecchio, che produceva solo metà della luce dei modelli nuovi. Le cime di Fruity Juice® avevano uno squisito aroma fruttato/fiorito e un effetto potente che spinge le persone a fumare di più, anche se il sapore era mediocre a causa del risciacquo incerto.

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MEDICAL CANNABIS

Unanimità in Consiglio, LapianTiamo va avanti di Carlos Rafael Esposito

Il 22 luglio scorso è stata una data importante per gli italiani che si battono contro la propria malattia grazie all'aiuto della canapa. Il Consiglio regionale pugliese ha infatti votato all’unanimità una proposta che consente l'avvio di progetti pilota per la sperimentazione di medicinali cannabiOPJEJ /FM TJUP EFM $POTJHMJP SFHJPOBMF TJ QVÛ leggere il comunicato stampa che sottolinea: “ La proposta prevede che la Regione Puglia possa sperimentare progetti pilota, in collaborazione con lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, per produrre medicinali cannabinoidi. La Regione potrà inoltre attivare partnership di ricerca e valutazione con le Università di Puglia, associazioni degli utenti ed altri soggetti portatori di interesse o di competenze specifiche. Infine, per ridurre le spese relative all'acquisto e alla preparazione di medicinali cannabinoidi, la Giunta verificherà, entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge, la possibilità di centralizzare acquisti, stoccaggio e distribuzione alle farmacie ospedaliere abilitate, avvalendosi di strutture regionali. La norma consente di attivare un percorso virtuoso coerente con le politiche della Regione Puglia, tra le prime in Italia a sperimentare la somministrazione controllata, attraverso le strutture sanitarie, della cannabis a fini terapeutici, messa a regime, in particolare in tutte le farmacie della ASL di Lecce”. In questo numero la redazione di Soft Secrets si rivolge direttamente ai protagonisti della società civile pugliese: l'associazione LapianTiamo di Racale (LE), che negli ultimi anni tanto ha lottato per promuovere un accesso più agile e meno costoso alle terapie alternative a base di cannabis. Cosa rappresenta per voi la delibera del Consiglio regionale pugliese del 22 luglio? L’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale pugliese rappresenta

per tutti i malati italiani l’inizio dell’avventura targata LapianTiamo e questo risultato altro non è che il frutto del duro lavoro svolto in questi lunghi mesi dalla nostra associazione. Siamo giunti a questo storico passo dopo una campagna di sensibilizzazione fatta di servizi televisivi, fiere, incontri, eventi e congressi, come l’importante Puglia Cannabis Conference, tenutasi lo scorso 24 maggio proprio a Lecce [NDR. Vedi SSIT 4-14 a pag. 39-40]. Potete spiegare ai lettori di Soft Secrets in cosa consisterá il vostro progetto pilota? Il progetto prevede un ragionevole cambiamento nell’iter di approvvigionamento di cannabis terapeutica per tutti coloro che richiedono l’accesso a questa tipologia di medicamenti. Per facilitare pazienti e medici abbiamo creato una rete di informazione (sito internet, sezione medica dedicata, social network) e abbiamo pensato alla creazione di ambienti appositi per la coltivazione, la lavorazione e lo stoccaggio in un sistema controllato da biologi, agronomi e personale qualificato con la collaborazione delle stesse istituzioni che oggi permettono, seppur a poche decine di persone, l’accesso gratuito a farmaci cannabinoidi [NDR. solo nella regione Puglia] come l’ormai famoso, ma non unico, Bedrocan. Nel vostro sito parlate di una nuova società, ESILE, quali saranno i suoi compiti? ESILE rappresenterà il braccio operativo e tutto il progetto verrà seguito passo passo dall’associazione LapianTiamo che farà da garante. Sarà supportata da professionisti

ed esperti del settore che sono già stati contattati per affiancarci in questa importante e delicata fase evolutiva. Il business plan elaborato è stato consegnato da tempo al Governatore della regione e si procede quotidianamente con i rapporti che porteranno presto alla realizzazione della mission. Gli ottimi rapporti con le università italiane ed estere inoltre consentiranno l’avvio di studi clinici e nuove fasi di ricerca sui cannabinoidi, sulle genetiche e sulle malattie trattabili con questa pianta. Il resto dei dettagli verranno resi noti più avanti. Come funzioneranno le varie fasi del progetto (coltivazione, confezionamento e distribuzione) e dove si svolgeranno? Molto probabilmente seguiremo gli esempi di quelle realtà internazionali, pensiamo soprattutto alle realtá dei cannabis social club in Spagna, ai dispensari americani e all’Uruguay del presidente Mujica, che da anni già producono e sono in grado di esportare i propri prodotti anche al di fuori della propria nazione. Sono stati già individuati diverse soluzioni ma anche per questo i dettagli verranno resi noti più avanti. Sul vostro sito affermate di essere in grado di produrre il farmaco al prezzo di 1,55 euro al grammo. Che bacino di utenza pensate di poter soddisfare? I pazienti pugliesi o anche quelli fuori regione? Producendo cannabis a 1.55 euro al grammo il bacino di utenza potrà essere di portata nazionale, giusto perché con le nostre sedie a rotelle ci piace “volare bassi”.

Replicando più volte il nostro progetto pilota, infatti, il numero di pazienti “coperti” crescerebbe in maniera esponenziale: dai 40/50 annuali che attualmente accedono tramite l’iter previsto dalla legge, ad un bacino di utenza di svariate centinaia di migliaia. [NDR. basta calcolare che solo i malati di sclerosi multipla sono nell'ordine dei 70mila] Per quanto riguarda le richieste anche da fuori regione, ci piace ricordare che sul nostro sito www.lapiantiamo.it, nella sezione Tesseramento, è possibile scaricare la modulistica per rientrare nella lista degli Amici Speciali Usufruitori. Le centinaia di persone accompagnate da patologia che hanno già inviato la documentazione richiesta, saranno i primi pazienti ad usufruire dei OPTUSJ QSPEPUUJ F DIJVORVF QVÛ SJDIJFEFSF EJ farne parte seguendo le istruzioni riportate sul sito ufficiale LapianTiamo. Come ci disse Vendola nell’aprile scorso, il fatto che prevediamo di distribuire un prodotto con costi di produzione di euro 1,55 non é piú solo buonismo verso il corpo dei malati, ma vero e proprio buonsenso rispetto al risparmio del servizio sanitario regionale. La Puglia puó davvero essere la regione apri pista per il risanamento della piaga sanitaria nazionale. Una proposta, anche se unanime, di un Consiglio regionale resta comunque vincolata alla legislazione nazionale, in concreto quindi, come e quando pensate di procedere rispetto alla semina vera e propria? In pochissimi mesi la Regione Puglia ha approvato un Progetto Pilota all’unanimità, e questo è segno di cambiamento. Seppur vincolati alla legislazione nazionale stiamo lavorando per accelerare e per muovere il secondo passo entro il 2014. Per quanto riguarda la coltivazione, vi faremo sapere... Parte del movimento antipro, probabilmente per protagonismo, invidia o semplicemente per mala informazione vi accusa di volere sviluppare un monopolio. Cosa vi sentite di rispondere a queste affermazioni? A chi “poveramente” ci accusa di voler creare un monopolio, rispondiamo con i fatti. Basterebbe un pomeriggio con il Direttivo LapianTiamo, per conoscere la storia di ogni singolo, per condividere gli sguardi e il dolore, la forza e i sorrisi e tornare a casa con la convinzione che è giusto così.


40 tando al meglio anche l’onda mediatica». Sinergia politica a livello locale: società civile, sindaco e Consiglio regionale, il Governo centrale dovrà prendere atto di una svolta di questo tipo, dovrà confrontarsi con un'istanza che si presenta con l'autorevolezza di questo triplice sigillo.

Avremmo, tra l'altro, desiderato da tempo che tanti “sani” che oggi ci accusano di monopolio, ma poi sono pronti a batterci VOB QBDDB TVMMB TQBMMF BWFTTFSP DSFBUP DJÛ che noi in poco siamo riusciti a compiere. È inoltre strano che anziché porgere le “munizioni” si crei del “fuoco amico”. Per chi, DPNVORVF OPO Ò DPOWJOUP QVÛ DPOUBUtarci e venire a trascorrere qualche giorno nella nostra splendida terra e vivere un po’ di quella magia salentina che ci permette di sognare, ma anche di realizzare. Dalle parole del Direttivo possiamo capire quando sia delicato il tema in questione. Le risposte sono molto concise e speriamo che questa discrezione sia a pannaggio di un percorso che nei prossimi mesi possa accelerare per il bene ultimo e concreto dei pazienti. Quello che indubbiamente è utile ricordare è l'eccezionalità di una proposta di questo tipo votata all'unanimità. Il Consiglio regionale pugliese racchiude al suo interno sensibilità politiche di opposto colore, dal Nuovo Centro Destra a Sinistra Ecologia e Libertà: il fatto che si sia trovato un accordo su questo BSHPNFOUP QVÛ GBS JOUFOEFSF GJOBMNFOUF che la salute dei cittadini non debba più essere un tema ancorato alla battaglia politica, ma debba essere considerato un

bene superiore, non negoziabile e non riducibile al numero di seggi dei partiti di turno. I partiti infatti passano, le correnti si distanziano e si ricompongono, un malato, invece, cerca la propria dignità tutti i giorni, ogni minuto ed ogni secondo. A parte questo, il comunicato stampa, bisogna riconoscerlo, sui punti più tecnici è molto vago, svariate domande vengono in mente e sono molti gli interrogativi che si nascondono dietro il “politichese” che permette a politici tanto distanti di votare all'unanimità perché fra le parole vi è BODPSB NPMUP TQB[JP QFS EJCBUUFSF $JÛ OPO toglie che al di là dei tempi e dei modi con i quali si comincerà una produzione made in Italy (per la quale i dadi sono ovviamente a Roma) questo voto ci da una scadenza di buon senso: entro 3 mesi infatti la Giunta dovrà verificare, la possibilità di centralizzare acquisti, stoccaggio e distribuzione. E proprio questa scadenza rappresenta un passo in avanti per ricondurre le politiche sanitarie verso una dimensione più umana e più vicina a chi ne è interessato: il paziente italiano, costretto a considerare la cannabis come un farmaco di lusso perché, non nuoce ricordarlo, al di fuori della Puglia il farmaco è a pagamento e si parla di costi scandalosamente alti: in Toscana ad

esempio, un paziente sofferente di dolore cronico neuropatico lo ha pagato 62 euro al grammo (mentre al mercato nero costa fra i 10 de i 15 euro). Centralizzare quindi, significa razionalizzare, risparmiando immensamente e per questo possiamo dire grazie a nome dei contribuenti e dei malati stessi. La terza riflessione che nasce da questo voto è che in queste battaglie di civiltà diventa importantissima la dimensione locale. Tutto infatti è partito da un piccolo paesino del Salento, Racale, che a nostro parere ha la fortuna di avere un sindaco, Donato Metello, che interpellato sull'argomento rilascia questo tipo di dichiarazioni: «La legge nazionale è quella che è, e infatti nel testo regionale si rimanda ad un’autoSJ[[B[JPOF NJOJTUFSJBMF RVFMMP DIF QFSÛ Ò più importante è il fatto che il Consiglio si sia espresso all’unanimità, con procedura di urgenza, su un argomento che sino a due anni fa non si sognava nemmeno di discutere. Per me questa è una grande soddisfazione, la strada percorsa è stata tanta, e questa è solo una tappa importante, fermo tenendo che il traguardo finale resta quello della produzione. Adesso questo tema ha il vento in poppa e questo è il momento di battere, sfrut-

Proprio in merito alle potenzialità di questa sinergia abbiamo contattato l'onorevole Sergio Blasi, segretario regionale PD, e portavoce in Consiglio regionale della proposta poi firmata all'unanimità. Ecco le sue parole: «Ho sposato da tempo la causa, sostenendo l'associazione LapianTiamo nel suo percorso verso la produzione, una frontiera che dobbiamo attraversare e questo perché nonostante il Servizio sanitario regionale dispensi medicinali a base di cannabis, pregiudizi del mondo medico, il costo elevato del farmaco e le farraginosità burocratiche, ne impediscono concretamente l'accesso. La società ESILE si interfaccerà con l'Assessorato alla Sanità ed io TUFTTP EPQP GFSSBHPTUP MP JODPOUSFSÛ BGGJOché si possa cominciare la fase concreta del progetto nel più breve tempo possibile. Le condizioni sono favorevoli. Per quel che riguarda il Premier non ho avuto modo di parlargli direttamente, ma sono in contatto con il Sottosegretario alla Sanità Vito De Filippo e attraverso di lui faremo arrivare la nostra richiesta di aiuto a Renzi». Per chiudere, tornando agli aspetti più tecnici del progetto, quello che ci premerebbe conoscere al più presto sarà cosa cambierá effettivamente per un malato iscritto a LapianTiamo, quali saranno i professionisti del settore che affiancheranno l'associazione in questa avventura, come si crede di sensibilizzare la classe medica – attualmente assolutamente impreparata in materia –, come e con che realtà cominceranno i tanto importanti studi clinici (che in Italia al momento sono proibiti) e soprattutto quali saranno i metodi e le possibilità di produzione perseguite, visto che da questo capitolo potranno poi prendere spunto altre realtà locali sparse per il paese per produrre a chilometro zero per i pazienti della propria provincia. La sfida è difficile, ma quel che conta è che il dado sia stato finalmenete tratto. Soft Secrets si stringe attorno ai ragazzi di LapianTiamo e gli augura un grande in bocca al lupo.


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C’è il falegname alcolizzato che ha smesso di bere da quando ha scoperto la canapa, c’è la mamma dell’infermiere che, senza saperlo, con un buon thé aromatizzato si cura il glaucoma, c’è l’ex poliziotto, diventato esperto botanico, che allevia i sintomi della sclerosi multipla fumando abbondanti spinelli di canapa indica. C’è il medico che, in seguito alla chemioterapia, dopo averla testata su se stesso, ne studia le differenti genetiche e le diverse applicazioni e per questo adesso è agli arresti domiciliari, c’è il ferroviere epilettico che non sapeva nemmeno che la canapa avrebbe potuto accompagnarlo in alternativa a farmaci collaudati, ma dalle conseguenze pesanti. C’è il croupier malato di sindrome di Crohn che grazie alla canapa ha una famiglia, una vita dignitosa e può continuare a lavorare, c’è la studentessa universitaria che soffriva d’ansia, adesso ha risolto il problema, si è laureata e ha scritto una tesi sull’argomento.

“Canapa Medica” si rivolge ai pazienti, ai medici, ai farmacisti, agli operatori del settore sanitario, ma anche agli assistenti sociali, alle forze dell’ordine, ai giudici dei tribunali e in generale a tutte le persone interessate a conoscere le plurime applicazioni mediche di questa pianta. “Canapa Medica” raccoglie, suddivisi secondo la patologia sofferta, racconti di tanta gente comune che per motivi di salute si è imbattuta nella canapa ed ha imparato a riconoscerla come preziosa alleata nel percorso che ogni malato compie per rendere la propria vita il più possibile simile alla vita dei sani. La canapa è percepita dalle istituzioni e dai loro rappresentanti come una droga da combattere ad ogni costo. Lo scopo di questo libro è mettere in dubbio questo costo, in termini sociali, penali e soprattutto sanitari.


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INTERVIEW

La mia parte intollerante

di Giovanna Dark

ESISTE DAVVERO UNA RELAZIONE TRA CANNABIS E PSICOSI? O FORSE ESISTONO SOLAMENTE GLI ASTEMI DELLA MARIJUANA? Non è vero che la cannabis fa bene a tutti. Certo le sue potenzialità medicali sono ormai universalmente accettate e ben note ma, così come qualsiasi altra pianta o sostanza, è bene prendere atto che anche la cannabis può avere degli effetti collaterali ed eventualmente nuocere ad alcuni soggetti geneticamente predisposti. Ne parliamo con una di loro. Lo scorso 16 aprile si è tenuto a Parigi l'annuale congresso internazionale degli allergologi e, per la prima volta, il topic “allergia alla cannabis” è stato inserito all'ordine del giorno nel dibattito della comunità scientifica. Stando infatti alle ultime ricerche pubblicate su La Revue Francaise d’Allergologie da quattro ricercatori del Dipartimento di Allergologia, Immunologia e Reumatologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Anversa, in Belgio, anche la cannabis ha un potenziale allergenico da non sottovalutare. Ma se per gli studiosi francofoni gli effetti collaterali sono legati all'esposizione alla pianta e al suo polline – con comparsa di rinite allergica, congiuntivite, rush cutanei ed eventualmente crisi asmatiche –, dall'altro lato c'è un fronte che afferma come la cannabis, in determinati soggetti, possa “risvegliare” svariati tipi di psicosi. C'è stato fin troppo dibattito sulle ragioni dell'associazione osservata fra uso di cannabis e psicosi, sia in campioni di malati che nella popolazione generale. Fra le ipotesi proposte per spiegare l'associazione, le più in voga sono: 1) fattori comuni spiegano la concomitanza; 2) la cannabis provoca psicosi che non sarebbero avvenute in assenza dell'uso di cannabis; 3) la cannabis accelera la comparsa di psicosi in persone che erano vulnerabili a sviluppare la malattia; 4) l'uso di cannabis peggiora o prolunga la psicosi in persone che hanno già sviluppato la malattia; e 5) che i soggetti psicotici sono più facili a diventare consumatori regolari o problematici di cannabis che le persone normali. Di ricerche che menzionano “allergie alla cannabis” in questo senso ne esistono a

pacchi ma, si sa, la verità non è certo qualcosa di assoluto. Soprattutto per il fatto che i report clinici riportano malesseri dovuti al consumo di cannabis che non per forza sono sfociati in situazioni di disagio permanente. Per questo – vista anche la delicatezza insita nel tema – abbiamo deciso di parlarne attraverso la storia di E., una ragazza francese che oggi ha 29 anni e che da adolescente ha avuto “brutte esperienze” legate al consumo di cannabis. A quando risale il tuo primo contatto con la cannabis? A che età hai cominciato a farne uso e quali erano le modalità con cui la assumevi? La prima volta che ho fumato un joint avevo 14 anni – o giù di lì – ma ho cominciato a fumare regolarmente un anno dopo aver provato. Ho continuato a fumare tutti i giorni fino a circa 18 anni. A dire il vero fumavo per lo più a scuola, non avevo l'abitudine di fumare a casa... se non di tanto in tanto, quando i miei non c'erano. Inizialmente quindi non hai riscontrato nessun tipo di fastidio? No. Fumavo erba perché era divertente e, come tutti gli adolescenti, perché credevo fosse figo. Poi, a un certo punto, verso i 17 anni, ho cominciato a non sentirmi bene le volte che fumavo: bastavano pochi tiri per farmi chiudere in me stessa, per farmi scivolare in una spirale di pensieri e, in generale, per essere sopraffatta dalle paranoie. Immaginavo, o meglio, sapevo che il problema erano i joint ma dal momento che erano anni che fumavo, inizialmente non gli avevo dato troppo peso. Non smisi di fumare subito.

Da quello che ho capito, il malessere che provavi era qualcosa di automatico nel momento in cui fumavi una canna di erba o di fumo. Puoi descriverci come ti sentivi? Esatto, bastavano anche due tiri. Di solito non me la sentivo di parlare con quelli che erano con me, diventavo tremendamente timida e in un certo senso percepivo l'ambiente che mi circondava come ostile. Quindi sì, di base c'era la paranoia. Non mi sentivo bene in generale. Sono andata avanti così per circa un anno, senza preoccuparmi troppo in realtà. Poi un giorno è arrivato questo mio amico con quella che lui stesso definiva un'erba “potente”... Non lo vedevo EB VO QPh QFSDJÛ EFDJTJ DPNVORVF EJ GVNBSF

il joint che mi offriva. Già al primo tiro mi aveva praticamente stesa: per me era diventato impossibile parlare e sentivo che quello che avevo fumato era davvero qualcosa di troppo forte per me. Dopo quella volta ho deciso che se avessi voluto continuare ad avere normali interazioni con la gente, non avrei mai più dovuto toccare una canna. Ho smesso all'improvviso, verso i 18 anni, e non ho mai più fumato. A 18 anni hai quindi smesso di assumere cannabis in ogni forma. Fino a quel momento avevi mai avuto altri problemi di salute? Hai dovuto sottoporti a determinate cure farmaceutiche? O magari un'anamnesi positiva


44 a determinati problemi psicologici? No. Anche altri miei amici che non hanno mai avuto problemi psicologici hanno sperimentato le stesse brutte sensazioni che provavo io, tipo la paranoia. Anche loro hanno smesso con la cannabis ma, come me, non hanno smesso di provare o utilizzare altre droghe. Semplicemente fumare cannabis è qualcosa che non va bene per noi. Certo se sei schizofrenico o hai già problemi psicotici non credo che la marijuana aiuti molto, anzi. Ma se quello che mi stai chiedendo è se uno QVÛ OBTDFSF QSFEJTQPTUP B JNQB[[JSF DPO MB cannabis, allora non ti so rispondere. Nonostante tonnellate di studi provenienti dalle più disparate Università mondiali, ad oggi non esistono ancora prove scientifiche tali da affermare con certezza che la cannabis agisca da “detonatore” di determinate patologie psichiche come la schizofrenia o altre forme di psicosi. I proibizionisti alla Giovanardi ci credono, noi di Soft Secrets decisamente meno. Tu come la vedi? A 23 anni ho avuto anch'io quello che i medici chiamano “episodio psicotico”. Sono bastati tre giorni di cure per far tornare tutto come prima. Ma non credo che questo episodio sia stato innescato dalla

hanno mai avuto problemi o precedenti psicotici, possono sperimentare questi effetti collaterali, questi episodi psicotici. Come ti ho già detto, ho avuto parecchi amici che hanno smesso di fumare per questo motivo e che poi non hanno più avuto nessun tipo di problema.

stupidaggini che servono solo a spaventare la gente, del tipo “la marijuana uccide”. Serve un'informazione vera, che dica che se da VO MBUP MB NBSJKVBOB QVÛ BJVUBSF EBMMhBMUSP QVÛ BODIF GBS NBMF #JTPHOB JOGPSNBSF TVHMJ eventuali effetti collaterali. E secondo te quale sarebbe il modo migliore per dare informazioni utili in vista di un consumo più generalizzato? Non saprei. Forse la prima cosa da fare sarebbe quella di cominciare a fare ricerca seriamente su questo tipo di problema, su questi effetti collaterali che colpiscono solo alcune persone. Ma in generale la cosa importante è non spaventare la gente o renderla scettica grazie a messaggi che sono fin troppo allarmisti. Semplicemente basta avvisarla che porrebbero esserci degli effetti indesiderati.

Ecco, da questo punto di vista sarebbe interessante sapere cosa fumavi. Mi spiego: l'erba proveniva dal mercato nero o aveva un'origine che potevi tracciare? In realtà ho quasi sempre fumato roba che veniva coltivata nelle campagne vicino a casa mia. Anche quella che mi ha fatto smettere definitivamente di fumare era erba prodotta in outdoor da amici con il pollice verde, quindi teoricamente era tutta roba naturale. Sapevi anche quali strain stavi fumando? O meglio, hai avuto problemi solo con certi tipi di strain? Beh magari quello no... Ma ti posso assicurare che nei 4 anni che ho fumato marijuana ne ho provate diverse e che ad un certo punto non c'era nessuna differenza tra quelle “leggere” e quelle “potenti”: bastavano pochi tiri per farmi stare male. Stessa cosa con l'hashish. Non so, probabilmente

della cannabis] sono troppo discordanti e la confusione non aiuta mai. Quello che posso EJSF QFS FTQFSJFO[B EJSFUUB Ò DIF DhÒ DIJ QVÛ F DIJ OPO QVÛ & JP OPO QPTTP Quando ci siamo conosciute mi hai parlato di come, a tuo parere, sia stia

Ha ragione E. ha porre l'accento sugli effetti indesiderati o collaterali, che dir si voglia. In quanto sostanza dalle proprietà psicoattive, anche la cannabis va ad interagire con il sistema nervoso centrale; e se quando la assumiamo a scopo ludico quello che andiamo a ricercare è soprattutto l'effetto di rilasTBNFOUP EBMMhBMUSP MBUP QVÛ DBQJUBSF EJ TQFrimentare invece ansia, palpitazioni, cefalee

LA COSA IMPORTANTE È NON SPAVENTARE LA GENTE O RENDERLA SCETTICA GRAZIE A MESSAGGI CHE SONO FIN TROPPO ALLARMISTI. BASTA AVVISARLA CHE PORREBBERO ESSERCI DEGLI EFFETTI INDESIDERATI. cannabis, che oltretutto avevo smesso di fumare 5 anni prima. Era solo un momento molto difficile e stressante della mia vita... avevo attacchi di panico e, come si suol dire, ho dato un po' di matto! Quando ti è capitato questo episodio, hai detto ai medici che in passato avevi consumato cannabis? Si e tutti i medici che mi hanno avuto in cura mi hanno detto che era una sostanza che non andava bene. Aggiungendo QFSÛ DIF BODIF MF BMUSF BOEBWBOP FWJUBUF Quindi non ci ho dato molto peso. Stando a quanto ci hai raccontato fino ad ora, il tuo sembra essere più che altro un problema di ipersensibilità, o meglio intolleranza, alla cannabis. Si, preferisco definirla così. Posso affermare per esperienza che anche persone che non

ha contato il fatto che io abbia cominciato ad usare cannabis molto presto, a 14 anni. Perché in fondo il tuo cervello a quell'età non è ancora formato. O magari è una cosa ereditaria, una cosa genetica, perché ad esempio i miei genitori – anni dopo – mi hanno detto che anche loro hanno smesso quasi subito di fumare proprio perché credevano che fosse una sostanza “troppo forte” per loro. Questa potrebbe essere certamente un'ipotesi. Come esistono gli astemi per gli alcolici, perché non dovrebbero esistere gli astemi per la cannabis? Se esistono, io sono certamente un'astemia della cannabis! Ho provato a cercare su internet qualche sito o forum che mi potesse dire di più ma le campane [NDA. Quella troppo intransigente dei proibizionisti e quella molto entusiasta degli amanti

prendendo troppo alla leggera la sostanza cannabis e di come in realtà questa dovrebbe essere comunque segnalata come droga pesante, almeno per le persone che hanno sofferto dei tuoi stessi disturbi. Ora che a livello internazionale pare esserci un'apertura decisa verso la legalizzazione – o quanto meno la depenalizzazione –, qual è la tua opinione in merito? Potrà sorprenderti ma io sono assolutamente favorevole alla legalizzazione o alla depenalizzazione. Credo che il proibizionismo sia ipocrita nella misura in cui è ormai palese che moltissime persone fumano e anche a livello di opinione pubblica, farsi una canna equivale a bersi una birra: la cannabis ormai è socialmente accettata. La cosa che io dico è: se viene legalizzata, allora deve anche avere degli avvertimenti. Ma, attenzione, non le solite

o, come abbiamo visto con E., un generale senso di paranoia. È un dato di fatto così come lo è l'assunto che non tutti sono – o sono stati – soggetti a queste reazioni. Che sia intesa come medicamento o come sostanza ricreativa, la cannabis è comunque qualcosa che va dosato in base alle singole caratteristiche personali, siano esse l'età, il sesso, la costituzione o il semplice umore che si ha addosso al momento della somministrazione. Sebbene non esistano ancora studi sufficienti a confermarlo, è stato rilevato come spesso basti un solo episodio negativo per fare percepire negativamente anche le esperienze successive. Quindi ragazzi, se non volete guastarvi la festa da soli, tenete bene a mente quali sono i vostri limiti. Perché il vero sballo non è “dire no”, ma semplicemente è sballarsi bene!


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COMIC

PROFESSIONE REPORTER PERIFERIA METROPOLITANA, ORE 23.47

OH ZIO! PROBLEMI?

CAZZO, SONO NELLA MERDA! NON BUTTO GIÙ UNA RIGA DA PIÙ DI UN MESE. DEVO CONSEGNARE QUALCOSA DI DECENTE O MI BUTTANO FUORI DALLA REDAZIONE... MA DI COSA POSSO SCRIVERE?

SI PROBLEMI DI LAVORO... VOLEVO DIRE... HO DEL LAVORO DA SBRIGARE...

MEZZ'ORA DOPO:

BEH ALLORA TI CONVIENE FARTI DUE TIRI DA QUESTA... VEDRAI CHE AIUTA.

MA IO NON FUMO SIGARETTE...

OH ROBA FORTE QUESTA! DOVE L'HAI PRESA?

ASPIRA BENE E TIENILO NEI POLMONI.

FANCULO I PROBLEMI! AH AH! FANCULO IL LAVORO! EH EH! FANCULO QUELLO STRONZO DEL CAPO! HI HI

QUESTA NON È UNA SIGARETTA.

LA COLTIVO.

LA COLTIVI? COSA SEI? UN CONTADINO?

BEH, IN UN CERTO SENSO... DIREI PIUTTOSTO UN GIARDINIERE.

NON HO MAI SCRITTO NULLA SUL GIARDINAGGIO, SEMBRA UNA STORIA INTERESSANTE. MI FARESTI VEDERE IL TUO GIARDINO?

PROBLEMI ZERO!

IL GIORNO DOPO:

ROBA FORTE – TRAFFICO DI STUPEFACENTI, CRIMINALITÀ ORGANIZZATA... OTTIMO LAVORO!

SPLENDIDO! RACCONTAMI UN PO' DEL TUO POLLICE VERDE...

PROBLEMI ZERO!


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EURO CANNABIS

Cannabis club alla svizzera

di Enrico Fletzer

UNA CONVERSAZIONE CON IL SOCIOLOGO SANDRO CATTACIN, DIRETTORE DEL PROGETTO DI SPERIMENTAZIONE SCIENTIFICA DELLA DISTRIBUZIONE DELLA CANAPA A GINEVRA. tono nella impostazione ginevrina con i cannabis social club in Belgio o Spagna?

Dall'estate del 2012, opera a Ginevra un gruppo interpartitico sulla canapa guidato dal sociologo padovano Sandro Cattacin che ha proposto un'esperienza pilota che coinvolgerà l'area di Ginevra per un periodo di tre anni e che prevede la coltivazione, la distribuzione e il consumo della cannabis e dei suoi derivati nel quadro di associazioni controllate e registrate. Controbilanciata da una maggiore pressione e repressione sul commercio illegale, la proposta intende creare un contatto personale con i consumatori, membri di associazioni registrate,cui verrebbe garantita la confidenzialità, con la istituzione di un controllo sul tenore di THC del prodotto. Un progetto scientifico teso a studiare l'impatto sui consumatori e sul mercato

Com'è nato il progetto sperimentale per la cannabis di Ginevra? Due anni fa sono stato contattato dai partiti rappresentati nel parlamento cantonale di Ginevra per animare un gruppo interpartitico. L'idea alla base del progetto era di dimostrare alla popolazione ginevrina come fosse possibile collaborare senza litigare con altri soggetti sulla agenda politica.Il tema della sicurezza é stato velocemente identificato e legato in particolare al tema della sicurezza percepita, più che quella reale, e che riguarda soprattuto il fenomeno dello spaccio di strada. In maggior parte, nel caso del mercato illegale esso è gestito da neri africani che provengono dai percorsi clandestini e dall'asilo politico, che una volta arrestati vengono velocemente rimpiazzati da altre persone. Senza generare grandi modifiche in termini di mercato. Al seguito di una analisi ci si è rapidamente resi conto di come la cannabis sia il prodotto illegale più venduto in strada. Altre sostanze vengono generalmente distribuite lungo altri canali. Rendendo disponibile la cannabis in un altro modo, potremmo avere un altro impatto su questo commercio ed un effetto positivo sulla popolazione ginevrina. E sulla sensazione di sicurezza. Per dirla francamente, questi spacciatori non

sono assolutamente delle persone pericolose ma che tuttavia fanno paura. Anche per il loro impatto sul quartiere. Noi vigiliamo affinché non succeda niente. Questi venditori operano in posti bui. Risultano invisi alla popolazione e dunque perturbanti. Assolutamente al di fuori di qualsiasi pubblicizzazione, ci siamo messi a discutere per oltre due anni per realizzare una proposta, analizzando diversi modelli di regolamentazione e che consideri un modello multifunzionale che contempli punti di forza e di criticità. Siamo quindi giunti alla conclusione che la soluzione che potrebbe effettivamente rispondere a queste problematiche potrebbe essere il modello delle associazioni dei consumatori e dei consumatrici La nostra ricerca si é concretizzata in un rapporto di circa 30 di pagine che abbiamo inviato ai presidenti dei partiti che ci hanno invitati a continuare il nostro lavoro nel corso del 2013 e che abbiamo poi presentato al pubblico il 5 dicembre 2013. Con una conferenza stampa ha avuto una grandissima eco. Tutte le televisioni e i giornali ne hanno parlato. Praticamente tutti in Svizzera ne hanno cominciato a parlare. Con gente a favore e contraria e con le opinioni più varie. Vi è stato un gran risalto mediatico. Anche eccessivo. Mentre noi siamo stati un po' sconvolti da questa reazione.

GANJAMAN È STATO FERMATO PER STRADA PER ESSERE FATTO DI UNA SOSTANZA CONTROLLATA E IL TUTTO È SFOCIATO IN UNA VERA E PROPRIA LOTTA CON LA POLIZIA.

Oggi, a qualche mese di distanza da questa uscita clamorosa, mi posso spiegare la reazione dei mezzi di comunicazione con il fatto che nel frattempo progetti analoghi stessero per partire in altri stati come in Colorado, nello stato di Washington e in Uruguay. Si procede sull'onda generale che vira verso altri approcci al fenomeno. Nel frattempo i partiti politici locali volevano continuare e sono andati avanti ed hanno operato per fare in modo che si ottenessero dei risultati. Affinché il governo prendesse in mano la questione.Questa parte del lavoro è stato più politica dal momento che il governo ginevrino ha dato un mandato ufficiale al Dipartimento Dipendenze del Cantone per studiare una applicazione di questa nostra proposta. Attualmente la commissione sta lavorando per proporre al governo un testo da discutere a novembre: una proposta gestita di accesso alla cannabis tramite i cannabis club, per un progetto che è molto concreto. A novembre il Cantone prenderà una decisone rispetto a questa proposta, che io penso potrebbe essere positiva e che prevede l'inizio della sperimentazione dal 2015.

In sostanza si tratterebbe di un modello di distribuzione con un controllo da parte delle autorità locali. Ma che differenze sussisPOCO DOPO

ABBIAMO PROVATO IL GAS E I PROIETTILI! NON C’È NULLA CHE LO POSSA FERMARE. E HA RIDOTTO LA NOSTRA TASK FORCE SPECIALE IN POLTIGLIA.

E’ TUTTO QUELLO CHE SAPETE FARE? DOVE SONO I VOSTRI CAZZO DI CANNONI SPARA-ACQUA?

SVILUPPO IN ARRESTO

DEVE AVERE UN PUNTO DEBOLE.

OK! SAPETE COSA FARE RAGAZZE.

Ci sono parecchie differenze. È un modello più complesso. Noi non li chiamiamo social club. Noi non vogliamo creare dei posti attrattivi dove ci si trova per bere o fumare ma piuttosto dei posti sterili che organizzano la produzione di contadini del Cantone di Ginevra che possano produrre prodotti acquistabili a persone maggiorenni del Cantone e che distribuiscano la cannabis. Noi non vogliamo creare dei posti attrattivi ma dei posti sterili. Pur essendo i soci tenuti pagare una quota e a determinare i quantitativi necessari. È importante che operino con modalità piuttosto discrete. Il consumo avverrebbe in un ambito privato. In Svizzera siamo piuttosto restrittivi nel campo del fumo, delle aree fumatori e non fumatori. Il fumo deve avvenire in ambito privato ed abbiamo anche riflettuto parecchio rispetto alle esperienze olandesi.. Ma anche perché la gente deve anche tornare a casa. Con il rischio di incidenti stradali legati al consumo. Noi vogliamo che la gente prenda questo prodotto ma che che sia consapevole del contenuto di THC e che possa apprendere, anche con una consulenza, che ha anche valore preventivo, ad utilizzare questo prodotto come si fa come TJ VUJMJ[[B JM WJOP JO FOPUFDB EPWF TJ QVÛ apprendere la degustazione e il grado alcolico. Si tratta di invitare ad un consumo ragionevole. E dunque per un consumo casalingo dove si propone anche la inalazione al posto del fumo al di fuori di uno spazio pubblico come abbiamo asserito nella nostra prima ricerca.

Insomma niente medicalizzazione? Si tratta di una distribuzione controllata ma che avviene in un contesto ricreativo. Ci possono anche essere degli interventi legati all'uso terapeutico l'iniziativa si distingue decisamente da un approccio terapeutico come nel caso della somministrazione di eroina.

ACHILLE AVEVA IL TALLONE, SUPERMAN LA KRIPTONITE: PER GANJAMAN SONO LE BIONDE POCO VESTITE. E’ UN POLIZIOTTO GIUSTO.

VERRÒ TRANQUILLAMENTE, MA VI AVVERTO: QUELLA CHE HO IN TASCA È UN’ARMA LETALE.



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HISTORY CANNABIS

Bibbia e marijuana Secondo i Rastafari, per comprendere i giochi di parole nella Bibbia e nei testi sacri non accettati dalla Chiesa Cattolica, come i Vangeli Apocrifi, è necessario approcciarsi alla lettura dopo aver consumato cannabis, in modo da avere il giusto senso dello humour. Questo concetto è ripreso dalle religioni orientali come l’induismo e, in teoria, il consumo dovrebbe avvenire solo in queste occasioni e per finalità spirituali/contemplative nei confronti della bellezza del creato. E se i capelloni con i dread potrebbero magari sembrare le persone meno affidabili di questo pianeta, l’intuito alla verità vivacizzato dalla cannabis potrebbe invece porli dalla parte dei “giusti”, di Davide Calabria per usare un termine biblico Un paio di recenti letture (“Rasta Marley e le radici del reggae” e “Haile Selassie I, discorsi scelti 1930-1973”, entrambi di Lorenzo Mazzoni) mi hanno aperto a questo nuovo mondo, esattamente all’opposto di quello moderno chiamato invece Babilonia dai Rasta, con accezione negativa per gli elementi corruttivi dell’animo che lo caratterizzano. L’olio sacro d’unzione dei cristiani oltre a mirra e cannella (Esodo 30, 22-33) conteneva un ingrediente denominato Kanehbosm (canna odorifera nella versione italiana): secondo i Rasta e come proposto dall’autorevole giornale britannico The Guardian nel 2003, riportando un articolo di Chris Bennet della rivista High Times, questo ingrediente sarebbe la cannabis. Kaneh o Kannabus, in ebraico tradizionale, la cui radice Kan significa Canna o canapa, mentre bosm significa aromatico, com’è senza dubbio la profumata cannabis. Questo termine compare altre volte nella Bibbia: nel Cantico dei Cantici (4,14), in Geremia (6,20), in Ezechiele (27,19), in Isaia (43,24). Anche l’incenso religioso nominato nella Bibbia non sarebbe altro che l’attuale hashish. Fatto a mano – come in India – e dandogli la forma di dito, l’hashish effettivamente potrebbe essere un eccezionale inceso da bruciare sacralmente nei templi. Secondo la leggenda, poi, la cannabis cresceva sulla tomba di Salomone, appartenente alla dinastia sacra di Re David, come Cristo. Una dinastia reale nera e con le classiche pettinature a ciocche, come quella di una altro mito rastafaria-

tempo. Vicino a Betlemme, per esempio, in una tomba del quarto secolo avanti Cristo, sono state ritrovate tracce di cannabis accanto ad una donna con ancora il feto nella regione pelvica, probabilmente deceduta durante il parto. La cannabis era quindi utilizzata anche come anestetico per partorienti. Il suo uso terapeutico era all’ordine del giorno e allo stesso modo gli apostoli usavano l’olio sacro per curare le malattie (Marco 6,13): ”E cacciavamo molti demoni, e ungevamo di olio molti infermi e li sanavamo”. Un tempo, giustamente o meno, si credeva gli ammalati fossero posseduti da demoni e la cannabis, come nell’antica India, era considerata in grado di scacciarli ridonando salute. Così, una persona a terra con crisi epilettiche era un indemoniato e con l’unzione all’anticonvulsionante cannabis (la sua azione nell’epilessia è ampiamente documentata

juana nella Bibbia, oltre a quello terapeutico, potrebbe esser relativo al processo d’apprendimento che innesca. Sappiamo che il cervello è pieno zeppo di ricettore dei cannabinoidi che, oltre a ricevere quelli preziosi prodotti dal corpo, accolgono pure quelli provenienti dalla marijuana, attivando quest’organo in tutte le sue funzioni e innescando un processo d’apprendimento nei confronti della natura che a volte lascia letteralmente stupefatto e a bocca aperta il consumatore. Senza bigottismo, già l’antico induismo shivaita attribuiva alla marijuana la capacità di cancellare l’ignoranza e, a quanto sembra, pure nella Bibbia l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male potrebbe essere proprio la nostra innocente beneamata. “E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi, e non avete bisogno che nessuno vi ammaestri, ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è verace e non mente, state saldi in lui, come essa vi insegna” (1 Giovanni 2:27). Secondo queste indicazioni, nell’antico cristianesimo, come per gli attuali Rasta, non c’è bisogno di ammaestratori di anime (i Rasta non hanno preti, ma cantanti reggae a raddrizzare l’anima con la musica, e nemmeno chiese, mentre il proprio corpo è il tempio) e le conoscenza necessarie a una vita giusta vengono intuite con l’unzione (Cristo significa unto), con la OFDFTTJUË EJ SFTUBSF TBMEJ JO DJÛ DIF TJ è appreso per ricevere la salvezza. Un pratica, quella dell’unzione, che richiede quindi un totale abbandono agli effetti delle erbe contenute e un’incredibile fiducia nell’amica natura. E non pensate fosse una passeggiata per tutti quella di diventare cristiani. Ai tempi il proibizionismo non esisteva, le erbe erano abbondanti e non c’erano tabù sul consumo. La ricetta di Mosè includeva 250 Sicli di canna odorifera in un Hin di olio d’oliva. Da un piccola ricerca ho scoperto come il Siclo fosse un’unità di misura del Medio Oriente e quello dei santuari per pesare le erbe era del valore di 10 grammi, mentre lo Hin misurava i liquidi e corrispondeva a circa 6 litri, entro i quali vi erano quindi 2 chili e mezzo di marijuana. Una quantità in grado di unirti a Dio secondo

L’OLIO SACRO D’UNZIONE DEI CRISTIANI CONTENEVA UN INGREDIENTE DENOMINATO KANEH-BOSM CHE ALTRO NON SAREBBE SE NON LA CANNABIS no, Sansone, l’uomo dall’incredibile forza scaturita dai suoi capelli raccolti in “sette trecce del capo” (Giudici 16,19). Alla stessa dinastia apparterrebbe pure Ras Tafari, meglio conosciuto come Haile Selassie I, imperatore d’Etiopia nello scorso secolo, dopo che il seme di Salomone fu portato nel Corno d’Africa dalla regina di Saba. La cannnabis era ampiamente impiegata nella medicina del Mediterraneo del

dalla scienza) si urlava al miracolo per la fine delle sofferenze. Allo stesso modo, cita Julie Holland in “The Pot Book”, gli apostoli curavano malattie per la quali la scienza moderna ha espresso la validità della cannabis: problemi mestruali (Luca, 8:43,48), agli occhi (Giovanni, 9:6-15) e alla pelle (Matteo 8:1-4, 10:8, 11:5, Marco 1:4045, Luca 5:12-14, 7:22, 17:11-19). Una altro aspetto interessante sulla mari-

gli antichi precetti ebrei, visto che è scientificamente provato la cannabis sia assorbita dalla pelle efficacemente quando il vettore è l’olio. Per quanto il Vaticano possa quindi esser lontano dalla verità, caro Papa Francesco, che porti il nome di uno dei maggior stimatori del creato, lascia rivivere queste antiche ricette, per un mondo più verace.


Critical Soma

Foto: Advanced Seeds



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COLTIVAZIONE AVANZATA

PREPARARE IL TERRENO E STIMOLARE L’ASSORBIMENTO DI NUTRIENTI CON ACIDO UMICO E ACIDO FULVICO

Acido umico e fulvico nella coltivazione della cannabis La materia organica è fondamentale per creare un substrato di coltura sano. L’acido umico e l’acido fulvico sono due componenti importanti per Sativa Diva avere piante vigorose.

del terreno aumentano, come la tolleranza alla siccità. Questo contribuisce a ridurre lo stress ambientale, aiuta la germinazione dei semi, incoraggia la crescita e la respirazione radicolare, aumenta la permeabilità della membrana cellulare e stimola il metabolismo della pianta, gli enzimi e la divisione cellulare.

L’acido umico e l’acido fulvico, generalmente formati con sintesi secondaria, sono fondamentali per lo sviluppo di piante sane. Le due sostanze collegate funzionano per aumentare l’assorbimento di nutrienti della pianta e contribuiscono a preparare il terreno, portando a un uso più efficiente dei fertilizzanti applicati ed estendendo la vita del suo substrato di coltura. Se utilizzati adeguatamente in una coltura equilibrata, l’acido umico e l’acido fulvico, biologici (coltivati in terra) o senza terra, possono portare alla formazione di sistemi radicolari più sani ed estesi, a una maggior resa e una crescita e a uno sviluppo più dinamici.

L’acido umico e l’acido fulvico di solito vengono utilizzati per creare substrati di qualità, applicati con inoculanti microbici e fertilizzanti organici. L’obiettivo in generale è quello di aumentare la materia organica nel terreno, come anche la sua lavorabilità.

Il terreno glaciale, ricco di ardesia è diventato arancione per l’acido umico derivante dalla vegetazione in decomposizione che filtra ferro dai minerali [Fonte: ceridwen/WikiMedia Commons] vero nelle coltivazioni biologiche (terra), idroponiche e aeroponiche.

Come applicare le sostanze umiche Terreno: in genere, l’acido umico secco o liquido viene diluito con acqua e somministrato direttamente nel terreno. Di solito lo si fa quando si piantano cloni o pianticelle o appena prima della germinazione, in caso di grossi vasi di cannabis dove vengono seminati i semi.

Cosa è l’acido fulvico? Cosa è l’acido umico? L’acido umico è materia organica di color marrone scuro-nero, idrosolubile a livelli più alcalini (pH >2). Catalizzatore organico, l’acido umico deriva dalle componenti organiche del terreno, compreso Humus e torba. L’acido umico è in realtà un derivato della micro-colonia responsabile della disgregazione della materia organica. Molti altri acidi organici si formano al biodegradarsi della materia organica e l’acido umido è una miscela intricata di tali acidi. Questo conglomerato comprende “macromolecole aromatiche complesse con aminoacidi, zuccheri, peptidi [e] composti alifatici coinvolti nei legami fra i gruppi aromatici”. [Fonte: http:// karnet.up.wroc.pl/~weber/kwasy2.htm] Eccellente idratante del terreno per l’elevato peso molecolare, l’acido umico è perfetto per i substrati terrosi e non, per quanto riguarda l’integrazione o il rinnovamento. La qualità e l’efficienza di substrati sporchi o senza UFSSB QVÛ FTTFSF BVNFOUBUB OPUFWPMNFOUF migliorando la ritenzione idrica e agevolando il movimento di nutrienti fra le varie particelle di terreno, il che aumenta la disponibilità e persino la distribuzione di fertilizzante. Fantastico agente chelante, l’acido umico si attacca ai micronutrienti, formando un composto assorbito in modo più efficiente e più facile dalle piante, promuovendo uno scambio di ioni e un effetto tampone estremamente elevati. Gli elementi metallici come il magnesio, lo zinco, il manganese, il calcio e il ferro vengono assorbiti più facilmente quando viene applicato acido umico, il che porta a un aumento della materia della pianta e della massa radicolare, che comprende la formazione di radici laterali od orizzontali. Questo è

L’acido fulvico è del materiale umico idrosolubile di colore compreso fra giallo chiaro e marrone che apporta un pH (acido) estremamente basso, ma è solubile in tutte le condizioni. Con un peso molecolare inferiore a quello dell’acido umico, l’acido fulvico contiene più ossigeno, ma meno carbonio rispetto all’acido umico con un elevato peso molecolare. A causa del basso peso molecolare dell’acido fulvico, la sostanza penetra facilmente nelle foglie della pianta, entrando BODIF OFJ TVPJ NJUPDPOESJ 1VÛ QBTTBSF GBDJMmente attraverso le membrane cellulari, il che contribuisce all’assorbimento dei nutrienti. Per questo motivo, l’acido fulvico è estremamente efficace se applicato come spray per le foglie o immersione radicolare. Alcune coltivazioni equilibrano l’acidità dell’acido fulvico con integratori più alcalini o basici. Per esempio, alcuni prodotti a base di alghe vengono lavorati con idrossido di potassio (potassa caustica o KOH), che contribuisce a portare il pH verso livelli più desiderabili.

In che modo l’acido umico e l’acido fulvico garantiscono benefici alle piante di cannabis? Le sostanze umiche possono essere applicate in un’ampia gamma di tecniche di coltivazione, che variano da colture con o senza terra, per cloni e talee, come reidratanti del terreno, per metodi d’irrigazione o essiccatura, metodi di semina. Sia l’acido umico che l’acido fulvico chelano minerali utili in forme utili, aumentando la disponibilità e l’assorbimento di queste sostanze. Le tossine vengono intrappolate da entrambi, il che significa che diventano una NJOBDDJB NJOPSF QFS MF QJBOUF 0MUSF B DJÛ M JOfiltrazione d’acqua e la capacità di ritenzione

Compost tea: piccole quantità di concentrati di polvere o liquido di acido umico vengono aggiunte nel secchio all’inizio del processo. Spray per le foglie: i concentrati di acido umico secco in polvere o liquido sono diluiti con acqua, poi nebulizzati liberamente o leggermente sulle foglie delle piante, secondo le indicazioni del produttore.

NOTA: Leonardite non è sinonimo di tutte le sostanze umiche La Leonardite nasce nelle regioni collinari del Dakota ed è stata chiamata in onore dello scopritore, il Dottor Leonard. Mentre questa sostanza contiene molto acido umico, presenta un contenuto minimo di acido fulvico, il che significa che non è ottimale come ammendante del terreno organico. Gli additivi umici più efficaci contengono una quantità superiore di acido umico e di acido fulvico. Uno standard del settore per l’analisi procedurale dell’acido umico è difficile da individuare. Si trovano varie forme di questa sostanza in un’ampia gamma di concentrazioni e di prezzi. Per evitare confusione, molti coltivatori acquistano prodotti di acido umico e di acido fulvico nei centri di giardinaggio locali oppure online. Questo evita il sovradosaggio o lo spreco di denaro in integratori non necessari. In genere è una buona idea seguire le istruzioni sul dosaggio del produttore e le piante trarranno beneficio da applicazioni piccole e regolari durante la vita della coltura e non da dosaggi grandi e sporadici. Alcune applicazioni a secco possono avere concentrazioni elevate e possono contenere solidi che dovrebbero essere filtrati prima di cercare di far passare la soluzione attraverso i piccoli erogatori spray.


COLTIVAZIONE IN VITRO

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CONSERVAZIONE DI MATERIALE BIOLOGICO PER PERIODI PROLUNGATI

Crioconservazione La crioconservazione è una risorsa biotecnologica sviluppata negli ultimi trent’anni che è diventata il principale metodo per la conservazione di materiale biologico per lunghi periodi, prevenendo l’alterazione genetica Bud Spencer indotta dal trascorrere del tempo. Le coltivazioni tradizionali da tempo sono state scalzate da varietà commerciali che maturano prima e garantiscono una maggiore produzione, con una conseguente riduzione della diversità genetica e la relativa perdita di caratteristiche, odori, sapori ed effetti unici. Per evitare questa perdita è possibile avvalersi di due modalità di conservazione genetica di base: la conservazione in situ ed ex situ. Nella prima, si conservano alcuni genotipi all'interno del loro habitat naturale, tenendoli in zone dove crescono selvatici o limitando la coltivazione in aree tradizionali per il prodotto. Nella seconda, si mantengono al di fuori del loro habitat, come il caso delle banche di semi, camere di conservazione apposite, giardini botanici, la coltivazione in vitro e la crioconservazione.

Per questo motivo, i tessuti sono previamente essiccati avvalendosi di tecniche diverse e crioprotettori che diminuiscono il punto di congelamento della cellula. Queste sostanze possono essere penetranti (oligosaccaridi,

I vantaggi principali della crioconserva- Conservazione in situ. zione sono la semplicità e il fatto che, UFPSJDBNFOUF JM HFSNPQMBTNB QVÛ FTTFSF conservato per un tempo infinito con manitolo, prolina…) e sostituiscono l'acqua all'interno della cellula, mantenendo costi e spazi contenuti. la pressione osmotica e la dimensione, o Metodologia non penetranti (polisaccaridi, proteine, PEG, La crioconservazione comporta la conserva- PVP…) e ricoprono lo spazio intracellulare zione di materiale vegetale a temperature evitando che si congeli. ultra basse alle quali si sospendono la divisione cellulare e l'attività metabolica. Il mate- Per il congelamento si utilizza solitamente SJBMF RVJOEJ QVÛ NBOUFOFSTJ QFS VO QFSJPEP azoto liquido a una temperatura di -196 °C. prolungato senza modificarsi né deteriorarsi. La disidratazione può essere eseguita Il principale svantaggio della crioconserva- con procedimenti diversi: t Essiccazione all’aria: è il metodo utilizzato per semi e pollini.

Costi e spazi contenuti

t Protocollo di raffreddamento lento: è stato il primo protocollo sviluppato per i tessuti vegetali. Consiste nel raffreddare lentamente i campioni in presenza di sostanze crioprotettrici fino a raggiungere i -40 °C. L'acqua, in questo modo, esce progressivamente dalle cellule. In seguito si conclude il congelamento immergendo i tessuti in azoto liquido. Al momento il protocollo è utilizzato per l’essiccazione di tessuti non strutturati come calli e sospensioni cellulari.

zione è la presenza di acqua nei tessuti a causa della formazione di cristalli di ghiaccio quando detti tessuti sono congelati. La formazione di cristalli inizia all'esterno dei tessuti e nella zona intracellulare, il che implica un aumento della pressione osmotica dovuta alla perdita di acqua. L'acqua intracellulare, quindi, sarà costretta a uscire per equilibrare la pressione. Le cellule finiscono QFS JNQMPEFSF F DJÛ TFO[B UFOFSF JO DPOTJ- I semi restano vitali per un derazione il danno meccanico provocato periodo di tempo limitato dall'accrescimento dei cristalli.

t Incapsulamento-disidratazione: con questo metodo, i tessuti espiantati sono incapsulati in perle di alginato, un polisaccaride estratto dalle alghe. Sono successivamente essiccati utilizzando aria o gel di silicio. Si tratta di un processo più complesso, sebbene i nutrienti introdotti nella capsula facilitino l'attecchimento successivo della coltivazione. t 7FUSJGJDB[JPOF consiste nel trattare gli espianti con una soluzione di crioprotettori, penetranti o non penetranti, per poi immergerli direttamente in azoto liquido. Applicazioni della crioconservazione alle piante erbacee t 4PTQFOTJPOJ DFMMVMBSJ F DPMUJWB[JPOF EJ calli: solitamente si preservano utilizzando il protocollo di raffreddamento lento. Di norma l'obiettivo è la conservazione di caratteristiche specifiche dei tessuti che possono andare perse con una normale conservazione in vitro, come potrebbe essere la potenzialità di formare nuovi organi (potenziale morfogenetico). t 1PMMJOF il polline si conserva per facilitare incroci nei programmi di coltivazione, per la sua distribuzione e scambio e per la preservazione dei geni. È molto utile per eseguire incroci fra varietà con tempi di fioritura molto diversi. t 5FTTVUJ NFSJTUFNBUJDJ è il tipo di espianto più utilizzato nella crioconservazione. Sebbene l’alterazione genetica del materiale si riduca rispetto alla coltivazione in vitro tradizionale, continua a essere un rischio per questo tipo di coltura, pertanto si preferisce l'uso di tessuti strutturati, come quelli dei meristemi, rispetto ad altri non strutturati. Di norma si utilizza il metodo dell’incapsulamento-disidratazione o della vetrificazione. t Semi: i semi restano vitali per un periodo di tempo limitato. Questa vitalità QVÛ BVNFOUBSF FOPSNFNFOUF TF TPOP essiccati fino a raggiungere un’umidità del 5-10% e conservati a una temperatura ultra bassa.

Integrità genetica delle piante crioconservate Dato che le cellule vegetali coltivate in vitro crescono in condizioni forzate diverse da quelle naturali, permane un rischio di alterazione genetica permanente (variazione somaclonale). Queste alterazioni sono trasmissibili alla discendenza e, quindi, possono essere utilizzate per miglioramenti vegetali al fine di ottenere nuovi genotipi. Nella maggior parte dei DBTJ QFSÛ MF NPEJGJDIF TJ SJQFSDVPUPOP negativamente sullo sviluppo della pianta, quindi, qualora si desiderasse conservare il germoplasma, la loro presenza non è affatto desiderabile. Nella crioconservazione, il metabolismo si ferma e non sono necessarie sottocolture, pertanto si riduce la possibilità di alterazioni genetiche. Resta comunque consigliabile mantenere diverse copie dello stesso genotipo al fine di limitare al minimo i rischi.


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CANNABUFALA / INDICE PUBBLICITÀ / COLOFON

Non mettete dei fiori nei vostri cannoni di Giovanna Dark

Dopo la Spice e i “sali da bagno” che ti trasformano in uno zombie superveloce, i media annoiati hanno ripescato nella rete una notizia che ben presto ha ottenuto una discreta visibilità. Stiamo parlando delle ortensie e di come queste siano dei potenziali sostitutivi della cannabis. Erano la soddisfazione dei giardinieri anche più sprovveduti: così semplici da piantare, subito rigogliose e infine carine da seccare per i centrotavola delle nonne, ma per gli autori di decine di articoli allarmati, le ortensie rischiano adesso di diventare coltivabili in quantità minima a uso personale, una pianta fuorilegge quanto la marijuana. Stando a quanto riportato dalla “Colonna Infame” di Repubblica.it (quella sulla destra del sito, per intenderci), la scoperta l'avrebbero fatta per primi i ragazzi tedeschi, che da qualche anno pare aspettino le piogge d'inizio primavera per saccheggiare giardini e parchi pubblici, e – cito testualmente – “trasformare petali e foglie di ortensia in spinelli floreali”. La nuova pericolosissima droga rischierebbe poi di fare adepti anche oltre frontiera: l'allarme sarebbe scattato anche nel nord della Francia, dove lo scorso febbraio, i giardini della zona di Hucqueliers, vicino a Boulogne-sur-mer, venivano sistematicamente spogliati. Nel mirino dei ladri, esclusivamente i gambi, con foglie e fiori, delle belle ortensie, particolarmente rigogliose in questi ultimi sei mesi di pioggia... Complice la probabile facilità di reperire ortensie in un Paese la cui popolazione anziana supera il 50%, la velina ha fatto il giro dei siti italiani ma non è altro che una bufala, risalente peraltro al 2005. Furono probabilmente delle lepri a mangiare le ortensie da un

giardino e un giornalista fantasioso ci costruì sopra la storia. Eppure una verità in questa storia c'è. Harald Wychgel, portavoce del Trimbos Institute, l’istituto nazionale delle dipendenze olandese, ha fatto sapere che solo un tipo di ortensia “funziona” e non è quella rosa e blu (Hydrangea macrophylla) dai grandi globi fioriti ma quella più rara, con fiorellini a grappolo, che viene dalla Cina e dal Giappone (Hydrangea paniculata). Insomma niente che possiamo trovare nel giardino della vicina ottuagenaria. La notizia che invece ci dovrebbe interessare è che effettivamente le ortensie contengono qualcosa che sballa e che, contrariamente alla marijuana, potrebbe ucciderci se assunta in dosi massicce: il cianuro. Questa sostanza tossica, quando arriva nello stomaco, è attaccata dagli acidi e si trasforma in acido cianidrico, che letteralmente soffoca i neuroni perché impedisce l’assorbimento di ossigeno. Ne bastano 0,3 grammi per uccidere una persona. Se fumata, come sembra accadere con le ortensie, si forma ancora acido cianidrico, che in basse dosi provoca “solo” forti allucinazioni. Appurato che quasi di certo sono state delle lepri trasgressive a innescare questa bufala potenzialmente mortale, vi invitiamo caldamente a non provare l'esperimento e a limitarvi alla solita cara vecchia ganja. Va bene, quella magari non si trova nel giardino della nonna... ma ci stiamo lavorando. Anzi, se volete dare una mano, fino al 20 novembre andate sul sito www.weedliketotalk. wix.com/wltt e firmate a favore dell'iniziativa europea Weed Like To Talk di cui abbiamo parlato nello scorso numero: una comune legislazione europea che depenalizzi la cannabis è certo meglio che fumarsi delle ortensie!

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Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 Fax: 0031 - 73 54 79 732 e-mail: info@softsecrets.nl

Editore: Cliff Cremer

Collaboratori: Franco Casalone, Ed Rosenthal, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, Clod, Giovanna Dark, Davide Calabria, Hugo Madera, Carlos Rafael Esposito, 2L3gb, Little Lebowski, Kali Mist e tanti altri.

Traduzioni: Valefizz

Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: italy@softsecrets.nl

Sito internet: www.softsecrets.nl

Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 Soft Secrets Italia non intende in alcun modo incentivare condotte vietate. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione e i collaboratori non si assumono nessuna responsabilità per un uso imporprio delle informazioni contenute nella rivista. L’editore e i distributori non sono da intendersi implicitamente d’accordo con i contenuti pubblicati. Nessun contenuto di questa pubblicazione può essere copiato o riprodotto in alcun formato senza autorizzazione degli editori. L'editore ha fatto il possibile per contattare tutti i detentori di copyright del materiale fotografico. Chi pensasse ancora di possedere tali diritti è pregato di contattare l'editore.

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