2015 05 IT

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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

GRATIS Numero 5 - 2015

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28 Vincitrice Champions Cup 2015: Night Queen

la Cream Mandarine XL Auto

49 Coltivare la Moby Dick XXL Auto

53 Sistemi di CO2 per la coltivazione della marijuana

18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

La coltivazione di cannabis è stata liberalizzata in Spagna? AMSTERDAM

RRY SENSI-STAR DELAHAZE PANDORA BELLADONNA WAPPA ALL

La nuova "Legge sulla sicurezza dei cittadini” entrata in vigore in Spagna il 1° luglio è notoriamente drastica, in quanto proibisce per legge le manifestazioni in edifici pubblici e impone multe proibitive a chiunque protesti senza permesso. Ha aumentato anche la sanzione minima per l’uso e il possesso di cannabis da 300 a 600 euro e la sanzione massima è stata fissata alla somma incredibile di 30.000 euro per le “gravi infrazioni". Si tratta comunque di una vittoria, poiché i conservatori avevano fatto pressioni per aumentare la sanzione minima a 1.000 euro. Ci potrebbe essere dell’altro. Secondo alcune notizie apparse sul blog spagnolo della Cannabis Medica e su LaMarihuana.com, è stata aggiunta una dicitura alla legge per quanto concerne la coltivazione, ossia che è punibile solo se posta “in spazi pubblici visibili”. Secondo le notizie, que-

sto significa che la coltivazione a porte chiuse è stata effettivamente liberalizzata in Spagna, come avvenuto per il possesso privato da vari anni. La disposizione sulla coltivazione ha ottenuto poca copertura mediatica, anche in Spagna e speriamo che sarà onorata. Il sito di notizie spagnolo 20Minutos riferisce che le retate alle coltivazioni sono aumentate. Nel 2014,

®

Attenzione: i semi di canapa sono esclusi dalla nozione legale di Cannabis, FLz VLJQL¿ FD FKH HVVL QRQ VRQR GD FRQVLGHUDUVL VRVWDQ]D VWXSHIDFHQWH / GHO DUW FRPPD OHWW % FRQYHQ]LRQH XQLFD VXJOL VWHSHIDFHQWL GL 1HZ <RUN GHO H WDEHOOD GHO GHFUHWR PLQLVWHULDOH ,Q ,WDOLD OD FROWLYD]LRQH GL &DQDSD q YLHWDWD DUWU H GHO GSU VH QRQ VL q LQ SRVVHVVR GL DSSRVLWD DXWRUL]]D]LRQH DUW GSU ,Q DVVHQ]D GL DXWRUL]]D]LRQH L VHPL SRWUDQQR HVVHUH XWLOL]]DWL HVFOXVLYDPHQWH SHU DOWUL ¿ QL ]RRWHFQLFR FROOH]LRQLVWLFR HWF , VHPL YHQJRQR YHQGXWL FRQ OD ULVHUYD FKH HVVL QRQ VLDQR XVDWL GD WHU]H SDUWL LQ FRQÀ LWWR FRQ OD OHJJH

la Polizia Nazionale ha “smantellato” 86.000 piante in tutto il Paese. Solo nei primi sei mesi del 2015, questo dato è salito a ben 60.000. Senza contare altre 90.000 piante confiscate lo scorso anno dalla Guardia Civil, la forza paramilitare che è stata interpellata per puntare a bottini più grossi, dove si sospetta il coinvolgimento del vero e proprio traffico. Fonte: Hightimes.com



3 EDITORIALE

Parlare a vanvera

di Giovanna Dark

L'estate di solito è davvero un brutto periodo per le redazioni giornalistiche italiane: in cronaca non succede quasi mai nulla, la politica va in ferie e le notizie dall'estero si eclissano. Non c'è niente su cui dividersi, nulla per cui aizzare delle campagne d'opinione; le discussioni da ombrellone vertono sui flirt estivi di questa o quella soubrette o sul topless di questa o quella deputata, e il livello del discorso pubblico scende solitamente in picchiata. Perciò, molto spesso, si decide semplicemente –perdonate il francesismo – di “buttarla in vacca”. Dopo l'estate dell'allarme “cani sbranatori di bambini”, quella della perenne allerta caldo/maltempo e le svariate che hanno avuto come protagonista la caccia all'immigrato, quest'anno è toccato alla droga essere (spesso a sproposito) sulla bocca di tutti. Ma andiamo per ordine. Il 15 luglio, esattamente allo zenit di quest'estate 2015, l'intergruppo parlamentare di Benedetto Della Vedova ha presentato la prima proposta di legge co-firmata da 218 parlamentari di provenienza politica eterogenea per avere cannabis legale in Italia. Poco meno di un mese dopo un ragazzino di 16 anni muore – per cause ancora tutte da accertare – nella celeberrima discoteca Cocoricò a Rimini. Le due notizie non hanno minimamente a che vedere l'una con l'altra, eppure, per la stampa nostrana il collegamento c'è ed è evidente: la droga. E allora giù con i titoloni, i “pareri degli esperti” e le pubbliche prese di posizione di gente come l'onorevole Stefano Pedica, in quota PD, che per evitare queste spiacevoli situazioni propone a Palazzo Madama di chiudere tutte le discoteche per un anno. La ragazzina “coi piercing” (sic!) trovata morta sulla spiaggia a Messina, il barista di Brescia ucciso perché contrario allo spaccio nei dintorni del suo locale, eccetera eccetera. Ci sono guerre sanguinose in almeno 3 continenti, crisi economiche che minacciano il default di intere nazioni, se vogliamo anche totale mancanza di buone idee e sicuramente molti giornalisti in vacanza, ma il risultato è lo stesso: si parla solo di droghe, c’è una notizia sulle droghe che campeggia nella prima pagina di ogni quotidiano, ogni santissimo giorno.

La Nexus è ideale per la coltura indoor e per i terreni poveri; l’unica cosa che non gradisce è l’umidità elevata. In indoor, ha pochi rami o non ne ha del tutto e si sviluppa formando una grande cima centrale. Questo aumenta il rapporto pianta/m2 e la resa.

Ora, stando a quanto ha affermato l'ultima ricerca OCSE, l'Italia è il primo Paese al mondo per tasso di analfabetismo funzionale. In parole povere, non importa che gli italiani sappiano leggere, scrivere e far di conto: per gli standard internazionali non siamo una nazione in grado di leggere e processare adeguatamente le informazioni per orientarci nella società del terzo millennio. Se a questo aggiungiamo la martellante campagna di tolleranza zero verso la sballo (poco importa che la cannabis sia ormai, anche legalmente, considerata una droga leggera) e il dibattito forzosamente accostato alla proposta dell'intergruppo, non è difficile immaginare la confusione che regna nella testa dell'italiano medio.

Genetica: Fioritura indoor: Altezza indoor: Raccolto outdoor: Altezza outdoor: Raccolto: THC:

70% sativa / 30% indica 60-70 giorni 80-100 cm inizio-metà ottobre 1,8-2,5 metri 500-750 g/m2 17%

Selezionatore: Eva Female Seeds

Nexus

In outdoor può raggiungere un’altezza di 1,8 – 2,5 metri, a seconda del momento in cui si è seminato. In outdoor si ramifica ulteriormente e ha un aspetto più ampio con una forma simile a quella di un albero di Natale. In indoor raggiunge un’altezza accettabile di 80 – 100 cm. La Nexus si presta ai coltivatori alle prime armi e a quelli più navigati. In indoor, il suo fabbisogno nutritivo è minimo e cresce meglio con pochi fertilizzanti.

Certo non possiamo accusare l'informazione mainstream di un complotto ai danni del fronte per la legalizzazione, ma è quantomeno doveroso segnalare che non esiste alcuna “emergenza droga” e che, anzi, il consumo di stupefacenti in Italia è in calo da anni, così come le morti ad esso associato. Dite pure che è dietrologia, ma mettere in fila i fatti e chiamare le cose con il loro nome dovrebbe essere alla base del mestiere dell'informare. Eppure in Italia, nel disgraziato anno del Signore 2015, si preferisce ancora parlare a vanvera di argomenti per cui non si ha né l'esperienza né gli strumenti per parlare. Col risultato che dopo aver fatto un passo avanti – con i suoi limiti, certo, ma il disegno di legge per la legalizzazione può considerarsi tale – si finisce sempre per farne due indietro.


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LETTERE DAI LETTORI

Ciao a tutti gli operatori di Soft Secrets, ecco la mia auto White Widow Dutch Passion al 73g dal seme, cresciuta con terriccio Biocanna mescolato al Biobizz in 18L, fertilizzanti: Biogrow SHU YHJHWDWLYD $OJDEORRP 3ODJURQ SHU ȴRULWXUD 7RSFDQG\ H %LRERRVW FRPH stimolatori. Cresciuta (non da sola) sotto due Adjustwing medium con una 600w e 400w e con led Cultilite 150w agro. Grazie dell'occasione che permette a noi italiani che amiamo questa meraviglia della natura, di poter condividere quello che facciamo, anche se non è ancora legale! Ago Ciao Ago, grazie per le foto innanzitutto e dei complimenti. Speriamo anche noi in XQD SURQWD OHJDOL]]D]LRQH H ȴQR DG DOORUD FRQWLQXHUHPR D VSLQJHUH LQIRUPD]LRQH /D WXD SLDQWD FL SLDFH PROWR OH DXWRȴRUHQWL EHQ FUHVFLXWH KDQQR SUHFLVDPHQWH TXHsta forma. Ci piace molto anche la tua scelta di lavorare col biologico, sicuramente QRWHUDL XQD GL΍HUHQ]D DO JXVWR TXDQGR OD IXPHUDL &RQWLQXD FRV® EXRQH ȴRULWXUH

Ciao ragazzi ho fatto queste 4 belle Dinachem femminizzate di Dinafem e 4 Pineapple Chunk di Barney's farm. Sono state fatte su grow box da 100 × 100 × 200 con vasi da 11 litri, terra Plagron light mix, prodotti fertilizzanti della Bio Bizz, lampada da 400 watt HPS. come sono? Spero di vincere stavolta! Jonni Ciao Jonni, grazie per le foto! Queste piante sembrano ben sviluppate e pronte al taglio a breve. Hai scelto una 400 Watt per problemi di calore? Nel tuo growbox vedremmo bene una lampada da 600 Watt HYHQWXDOPHQWH UD΍UHGGDWD GD XQ FRROWXEH 6LFXUDPHQWH DYUDL IRWR GD PDQGDUFL GHJQH GHOOH PLJOLRUL JXLGH VXOOD FROWLYD]LRQH %XRQH ȴRULWXUH

Attenzione lettori italiani! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di 'Ζ1$)(0" 0DQGDWHFL XQD IRWRJUDȴD GHOOD vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. DINAFEM vi manderà una confezione da VHPL IHPPLQL]]DWL 6H QHOOD IRWRJUDȴD GRYHVVHUR ȴJXUDUH DQFKH OD YRVWUD EHOlissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x GL VHPL IHPPLQL]]DWL /D IRWRJUDȴD GHO mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e DINAFEM! 0DQGDWH OH YRVWUH IRWRJUDȴH YLD H PDLO a italy@softsecrets.nl o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci SLDFFLRQR OH IRWRJUDȴH GL SLDQWH LQ IDVH vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: italy@softsecrets.nl

Buona estate a tutti voi della super redazione di Soft Secrets! Vi invio qualche foto dal fresco canavese (TO). Propongo le mie 7 mogli. Una sola in carne ed ossa ovviamente, lunafragola la mia compagna di vita da ormai qualche tempo, e in più, fuori room : - 4 Kaya Kush (indica 70%) di Green House (super croppate) pronte per l'esiccazione dentro la room (ancora per qualche settimana): -1 AK (sativa 70%) Cbd Seed (sulla dx) -1Mandanga#1(indica 60%)(sulla sx) genetica abbastanza rara di Ginger Ale x Afgana pura (è un incrocio che da quel che ho scoperto è stato creato dal fumettista di MANDANGA spagnolo!). Il tutto sotto una 400w HPS in 90cm x 1,60cm. Ahimè un po' piccina per 6 signore ma utilizzando metodo ScrOG e ottimizzando tutti gli spazi al massimo son riuscito comunTXH DG H΍HWWXDUH XQ EXRQ UDFFROWR &LPH PROWR FRPSDWWH H SURIXPDWH SUDWLFDPHQWH QHVVXQ SUREOHPD FRQ LQVHWWL R PX΍H YDULH ΖQ XQD IRWR VL SX´ QRWDUH DQFKH OD PLQL room dei cloni sulla destra (ma alla redazione non piacciono le foto in fase vegetativa SHU LO FRQFRUVR 3 6SHUR YL VLD SLDFLXWR LO ODYRUR H΍HWWXDWR FRPH SULPR FLFOR GHOO DQno 2015 e sperando di vedermi sulla prossima edizione di Soft Secrets vi ringrazio anticipatamente e mi complimento dell'ottimo lavoro svolto da tutti voi per questo splendido bimestrale! STAY HIGH SOFT SECRETS! Saluti e bbbbbaci John Caro John, grazie innanzitutto per le foto, ci sono piaciute moltissimo. Ringrazia sentitamente la tua compagna per aver posato! Il tuo setup è curato e probabilmente hai una certa esperienza, in quanto con uno ScrOG hai ottenuto un ottimo risultato, in termini quantitativi, da uno spazio così piccolo e con una luce da soli 400 Watt. L'inconveniente di utilizzare XQD UHWH 6FU2* ª LO WHPSR GL YHJHWDWLYD QHFHVVDULR DɝQFK« le piante la riempiano. Ottimo lavoro! Che aggiungere? &RQWLQXD FRV® FKH VHL VXOOD VWUDGD JLXVWD EXRQH ȴRULWXUH




LETTERE DAI LETTORI

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Ciao amici di Soft Secrets, sono lieto di presentarvi le mie 7 bambine: 3 Original Amnesia, 3 OG Kush, 1 Super Lemon Haze, tutte Dinafem. Cresciute con una HPS da 250W, in vasi da 2 litri con fertilizzanti Biobizz, 3 mesi di cure e amore con una resa di 190 gr, pur essendo la mia primissima coltivazione (sono molto soddisfatto). Grazie per i consigli utili che date! Un abbraccio da Simoncino

Northern Light Auto di Royal Queen Seeds! Stefane, Amsterdam

Ciao Simoncino. Grazie per le foto, ci piacciono molto. Le tue piante sono bellissime, inoltre hai raccolto un discreto quantitativo per aver utilizzato XQD :DWW LQ ȴRULWXUD 6HL VLFXUR di aver utilizzato vasi da solo 2 litri? Potresti aumentare la grandezza dei vasi al prossimo ciclo per raccogliere del peso in più. Continua così e complimenti ancora per essere il tuo primo ciclo!


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FLASH PRODOTTI

Dutch Passion celebra due nuovi successi

alla Cannabis Cup

La Night Queen, l’indica afgana originale di grande successo di Dutch Passion, ha vinto il 1° premio alla prima edizione della Champions Cup di Spannabis Malaga. La Night Queen è un’afgana estremamente potente con un ricco aroma kush vecchia scuola e un aspetto croccante e resinoNight Queen Orange Hill Special so. Spesso viene coltivata dai coltivatori per uso medico che ricercano un effetto fisico molto forte e un deciso effetto antidolorifico. I coltivatori per uso ricreazionale apprezzano il raccolto quantitativamente al di sopra della media, il sapore vecchia scuola e l’effetto duraturo. Il 1° premio è stato assegnato nella Categoria Indoor a Malaga. La Orange Hill Special ha ottenuto il 3° premio della categoria ‘Bio’ alla Highlife Cup 2015. La Orange Hill Special è una forte Skunk agrumata che produce una resa al di sopra della media e che deriva dall’incrocio della Orange Bud originale con la California Orange.

www.dutch-passion.nl

W/V diventa W/W Da anni, l’Atami BV misura i suoi prodotti liquidi con il metodo Peso/Volume (W/V). Ciò significa che il prodotto nel volume si dissolve in peso nell’acqua. Tra poco, ciò cambierà nell’indicazione del prodotto che si usa in tutto il mondo, cioè Peso/Peso (W/W). Ciò significa che invece del volume al prodotti, il prodotto in peso è aggiunto all’acqua nel peso. Con altre parole: millilitri diventano milligrammi. La differenza in valori è quindi provocata dal peso del prodotto liquido. Ogni prodotto liquido ha il proprio peso specifico che significa che non ogni litro pesa effettivamente 1 kg. Che cosa cambia per voi? Per voi non cambia assolutamente niente!!!! La ricetta di fiducia rimane la stessa e anche il dosaggio è sempre lo stesso. Cambiano solo le indicazioni dei valori sull’etichetta. I vostri valori NPK di fiducia sull’etichetta sembreranno tra poco più bassi. Il prodotto rimane lo stesso prodotto di fiducia con la composizione immutata. Per ulteriori informazioni, consultate: www.atami.eu Se avete delle domande, contattateci attraverso sales@atami.com o telefonateci durante le ore di ufficio al: 0031 73 522 32 56.

PLANT!T® Aeros PLANT!T® Aeros è un sistema di Deep Water Culture. Si tratta di uno dei sistemi più utilizzati in idroponica che richiede pochissimo substrato di coltivazione. Costituito da un vaso retato contenente argilla espansa, una vasca sottostante riempita con acqua e nutrienti continuamente ossigenata con pompa ad aria collegata a una pietra porosa. In questo modo le radici della vostra pianta saranno costantemente immerse nella soluzione nutritiva altamente ossigenata, garantendo una crescita rapida e vigorosa. Le bolle prodotte dalla pietra porosa manterranno la soluzione in continuo movimento arricchendola di ossigeno. Le radici, con questo sistema, risulteranno sane e funzionali. PLANT!T® Aeros prevede un tappo di ispezione sul coperchio per un agevole controllo di pH e Ec. Vantaggi offerti da PLANT!T® Aeros: Economico, tutto il necessario è incluso Facile da monitorare - rimuovere il tappo di ispezione per verificare pH / letture EC Flessibile - le piante possono essere spostate a piacimento in quanto ogni pianta è un sistema indipendente! FOGLIE D’ERBA è distributore ufficiale di questo prodotto

www.fogliederba.net

Guard'n'Aid - Bud Rot Stop Guard'n'Aid - Bud Rot Stop è un prodotto rivoluzionario che è stato progettato per prevenire, eliminare e curare muffe e funghi, soprattutto risulta efficace sulla dannosissima Botritytis Cynerea (botrite,muffa grigia). Guard'n'Aid - Bud Rot Stop utilizza dei particolari batteri (bacilus subtilis) per ostacolare la riproduzione degli agenti dannosi. Durante la crescita dei batteri vengono prodotti dei metaboliti secondari che funzionano prevenendo la fissazione dei patogeni che aggrediscono i tessuti cellulari e sopprimendo le spore di muffa. Questo inoculo con batteri benefici incoraggerà resistenza sistemica acquisita che aumenterà la salute delle piante. Il risultato sarà: eliminazione completa delle infezioni, rivitalizzazione dei tessuti vegetali e distruzione delle spore. Grazie a questa doppia azione è particolarmente indicato in caso di umidità elevata o per piante a fine fioritura, o a fioritura avanzata, caratterizzata dalla presenza di inflorescenze compatte. Funghicida da usare come nebulizzazione fogliare appena prima del periodo notturno irrorando, in modo che le piante rimangano bagnate almeno per le 4 ore successive (indoor spegnere la ventilazione). Guard'n'Aid - Bud Rot Stop è sicuro da usare in tutte le situazioni, tra cui giardino, casa e serra. Prodotto 100% organico naturale che può essere utilizzato fino al raccolto, ingredienti approvati da “soil association”. Ripetere le applicazioni ogni 5- 7 giorni. FOGLIE D’ERBA è distributore ufficiale di questo prodotto www.fogliederba.net


STATI UNITI

DOVE È LEGALE LA MARIJUANA? Marijuana legalizzata per uso terapeutico e ricreativo:

Marijuana legalizzata per uso terapeutico:

Stati in cui è più probabile che la marijuana venga legalizzata, secondo 24/7 Wall St.:

FONTI: 24/7 Wall Street, NORML.org, 19 agosto Janet Loehrke, USA TODAY

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BANCA DI SEMI

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IL TITANO DELLE AUTOFIORENTI, LA CREAM ® MANDARINE XL AUTO . Colgo questa opportunità per parlare del test di coltivazione che ho fatto con una delle ultime Jaypp varietà lanciate sul mercato dalla banca di semi Sweet Seeds. In occasione del suo 10° anniversario, Sweet Seeds ha rinnovato il proprio catalogo con nuovi prodotti e promozioni e, per i fan più fedeli, ha presentato una nuova versione dell’amata Cream Mandarine® (varietà SWS29), dalle grandi dimensioni e l’elevata resa, con le grandi caratteristiche che l’hanno resa popolare fra i coltivatori più esperti. Parlo della nuova Cream Mandarine XL Auto® (varietà SWS55). È una varietà autofiorente di 4° generazione grande e dall’elevata resa prodotta mediante l’incrocio di esemplari selezionati di Cream Mandarine Auto® e di un clone elite di Súper Tai ’98, che ha contribuito a creare interessanti caratteristiche di sativa. Le dimensioni sono maggiori e la fragranza è delicata e speziata con un aroma di frutta essiccata. La Cream Mandarine Auto® ha un aspetto e una sensazione più simile all’indica. La resa è elevata e i fiori e la resina hanno una fragranza fresca agrumata con un tocco prevalente di mandarino. In indoor, questa pianta rende 450650 g/m2 a 9 settimane dalla germinazione e nella fase finale della crescita, raggiunge più di 100 cm di altezza, prospettiva estremamente promettente in molte colture.

COLTIVAZIONE DELLA PIANTA: UN LAVORO DELICATO.

Parlando di coltivazione di piante, cerco di essere il più semplice e chiaro possibile. La filosofia nel mio modo di coltivare, come regola generale, è “meno significa di più” e questo idealmente si applica alla coltivazione della Cannabis. Nel test che ho condotto, le piante sono state coltivate in indoor, in una tenda di coltura con 2 ventilatori, uno dei quali faceva entrare aria, oltre a un dispositivo di riscaldamento per controllare la temperatura, poiché la temperatura indoor era estremamente bassa.

Sono stati usati i parametri seguenti durante il ciclo di crescita: Ciclo di luce: 20h. ON- 4h. OFF, per tutta la crescita delle piante. Intensità luminosa: 1ª settimana/

Crescita: CFL da 200W CFL – la fioritura iniziata il 10° giorno: HPS da 600W. Ventilatori: 24h. ON. Temperatura: 18º/26º (controllata mediante riscaldamento). Numero di piante: 9 piante in 1 m2 (3 piante in un vaso da 20 litri, 6 piante in un vaso da 10 litri). Tempo di crescita totale: 63 giorni. Fertilizzanti: BioCanna + Magical. Substrato: terra di Canna professionale. Peso totale delle 9 piante: 620 g. Peso massimo di una pianta: 128 g.

ACQUA, UN BUON SUBSTRATO E UN CLIMA IDEALE: LA RICETTA DEL SUCCESSO. La germinazione è la parte più importante del ciclo di crescita. I semi devono essere idratati adeguatamente in anticipo, per darlo, li metto in un vaso con acqua a una temperatura costante di 22ºC e alcune gocce di acqua ossigenata per tenere l’acqua in una buona condizione ed evitare muffe. Dopo 28 ore, tutti i semi sono idratati e gonfi. Oltre il 50% di essi ha già le punte delle radici visibili quando viene estratto dal rispettivo involucro. Attendo 36 ore affinché tutti i semi germinino, dopo di che li pianto direttamente nei vasi finali. Con una varietà autofiorente, consiglio di utilizzare il vaso finale sin dall’inizio, perché queste piante a crescita rapida possono riempire il substrato con le radici in tempi record durante le prime settimane. Se si limita la crescita radicolare in questa fase, la resa potrebbe


12 esserne limitata. È meglio utilizzare un vaso medio-grande, che faciliterà le cose e, importantissimo, eviterà l’inutile e tardivo travaso. Ho messo i semi germinati in 6 vasi da 10 litri e il 3 vasi da 20 litri con fonti CFL da 200 W fino alla crescita delle prime vere foglie. Con una buona irrigazione iniziale con acqua che è stata lasciata a riposare con mezza dose di biostimolante radicolare, ho saturato parte del substrato con una quantità sufficiente per i primi 10 giorni del ciclo di vita. Settimana 1: le piante vengono spostate nella stanza di fioritura con luci al sodio e iniziano a sviluppare i rami laterali con una distanza internodale molto ridotta. L’effetto combinato della luce e della crescita lussureggiante della Cream Mandarine XL Auto® è tale che le sessioni d’irrigazione devono avvenire ogni 4 giorni nelle 2 settimane seguenti. Non fertilizzo l’acqua, se non con mezza dose di biostimolante radicolare. Settimana 4: le piante raggiungono l’altezza di 75 cm e l’inizio della fioritura è già visibile. La struttura è molto ramificata, con germogli forti e fitto fogliame. Irrigo ogni 3 giorni e aggiungo poi 1 dose intera di biostimolante della fioritura e tengo il biostimolante radicolare a mezza dose. Settimana 6: le piante smettono di crescere e coprono tutto lo spazio. I fiori si sono sviluppati notevolmente, tutti con pistilli bianchi. In alcune piante è stato necessario aggiungere un po’ di Calcio/Magnesio dato l’elevato assorbimento. La terra ha tenuto la pianta ben solida e fertilizzata, ma da questo momento in poi ho deciso di aggiungere fertilizzante per la fioritura per rispondere al fabbisogno di questi nutrienti. La dieta che ho mantenuto si basa su mezza dose di fertilizzante biologico per la fioritura e biostimolanti radicolari e 1 dose di biostimolante

per la fioritura. Anche utilizzare enzimi catalitici ogni settimana è di grande aiuto per mantenere sano il substrato. Settimana 9: sono visibili cime mature e altamente resinose che riempiono la stanza con una forte fragranza fruttata. È il momento opportuno per raccogliere, solo dopo aver risciacquato abbondantemente le radici.

XL Auto® ha già consumato i suoi nutrienti ed è pronta per il raccolto. Un ultimo suggerimento sulla degustazione: a prima vista, le cime sono dure e altamente resinose e producono una fragranza agrumata particolarmente dolce e intensa con alcuni accenti esotici che richiamano il mandarino. Delicata e saporita al palato, diventa più percepibile quando si butta fuori il fumo dal naso. L’effetto è ancora più forte se si usa un vaporizzatore. L’effetto mentale è forte senza essere eccessivo, ideale per i compiti creativi o i rapporti sociali. Una delle migliori piante che abbia mai coltivato. Grazie per aver letto questo articolo e buona fumata!

Perché bisogna farlo? Perché migliora notevolmente il sapore, attenuando le caratteristiche essenziali di ogni varietà con toni più delicati e aromi e fragranze più intensi e, cosa ancora più importante, perché è di gran lunga più salutare, poiché i fertilizzanti tendono a provocare l’accumulo di sali minerali nella terra dopo cicli d’irrigazione continui che sono piuttosto dannosi per la salute della pianta. Oltre a ciò, l’effetto finale è molto buono, più ottimistico e ‘medicinale’. Alcuni prodotti rendono il risciacquo più efficace. Non utilizzate questi integratori senza criterio, poiché sono fondamentali per la vostra salute e per l’utilizzo finale delle vostre deliziose piante raccolte.

UN ULTIMO SUGGERIMENTO: DEGUSTAZIONE.

Quando si coltiva adeguatamente una pianta e la terra è stata risciacquata come si deve, la fase finale del ciclo di vita sarà caratterizzata da un colore molto diverso per le foglie, che, a sua volta, definisce il pieno ciclo di vita. Le foglie assumono tinte verde chiaro, aranciato o violaceo e, cosa più importante, perdono brillantezza. Se la vostra pianta è di color verde scuro e brillante ed è già matura, la prossima volta dovrete utilizzare meno fertilizzante concentrato in dose ridotta o dovrete cominciare prima a lavare il substrato. Questa Cream Mandarine

CHI?

FANCULO A STARE ZITTI.

FATTO. NESSUN SEGNO DELLA POLIZIA

ZITTO! CI FARAI SCOPRIRE. ENTRIAMO IN MACCHINA E SCAPPIAMO

L’AUTISTA NON E’ PIU’ IN SE’ E LE PORTIERE SONO BLOCCATE

FIGHETTE! SEMBRA CHE NON ABBIATE MAI SENTITO PARLARE DI GANJAMAN.

LO VEDO! HEY! COS’E’ QUESTO STRANO ODORE?

COSA?

DOVE C’E’ FUMO…



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IL CANAPAIO

CANNABIS MEDICINALE: DALLE SOCIETÀ ANTICHE AGLI UTILIZZI CONTEMPORANEI

UNA STORIA MEDICA. PARTE II

di Franco Casalone

Dopo aver visto (una parte) dell’uso terapeutico della cannabis in Asia nei tempi antichi, non dobbiamo dimenticarci di un’altra cultura antichissima, in un area molto più vicina a noi: l’Egitto. Diverse fonti citano il geroglifico fonetizzato in “shemshemet” come indicante la cannabis: le sue più antiche traduzioni risalgono al 2350 a.C. e lo identificano come cordame. La dea egiziana della sapienza e delle lettere è “Seshata”, rappresentata con una foglia di cannabis sulla testa (alcune fonti dicono che è una foglia di palma, ma provate a cercare la foto su internet…). La cannabis fu usata come medicinale fin dai tempi dei faraoni, e veniva somministrata per bocca, per via rettale, vaginale, sulla pelle, negli occhi e per fumigazioni. Nell’Ebers Papyrus, datato a circa al 1550 a.C., la cannabis viene consigliata per indurre le contrazioni del parto (pestata con miele) e per la cura delle unghie (sotto forma di resina). Nel Papyrus Ramesseum III (ca. 1700 a.C.) si parla di una pozione di cannabis e prezzemolo mischiati e usati per la cura degli occhi: trattamento che potrebbe essere utilizzato per la cura del glaucoma. Nel Fayyum Medical libro datato intorno al secondo secolo d.C.

Plinio il Vecchio, nel suo Historia Naturalis del 77 d.C. ci parla di diversi utilizzi medici della cannabis: l’olio di semi fa uscire i vermi e qualunque animale entrato nelle orecchie, le radici cotte si usano contro le contratture delle giunture, la gotta ed altri problemi simili, crude contro le bruciature, il seme se ingerito in eccesso può disseccare il seme maschile. Concetto ribadito da Oribasio e Atteio, medici greci del 4o e 6o secolo dopo Cristo. Fra i più antichi utilizzi della cannabis nella medicina Araba troviamo l’uso dell’olio di semi, somministrato come gocce per le orecchie. Per questo uso si raccomandava (dal nono secolo d.C.) anche il succo spremuto da infiorescenze femminili, contenenti semi anch’esse, oltre a curare problemi della pelle, uccidere vermi intestinali, eliminare le flatulenze, eliminare gli umori velenosi, favorire le contrazioni uterine, migliorare il dolore neuropatico, abbassare la febbre, controllare il vomito ed uccidere i pidocchi. Secondo il ricercatore I.Lozano, che nel 2006 ha pubblicato uno studio sulla materia, i medici dell’Arabia e della Persia avevano una conoscenza ancora superiore a quella dei tempi contemporanei sui poteri curativi della cannabis. Nel medioevo pozioni medicinali contenenti cannabis erano popolari in Arabia, Persia e nell’India Musulmana. I medici Arabi, che chiamavano la cannabis schahdanach, scadabach o kannab, la consideravano

Una bevanda con piccole quantità di cannabis è usata come antidolorifico contro i reumatismi, le convulsioni, i problemi del tratto urinario e come purgativo del sangue. Tinture di cannabis erano e sono usate per ridurre il dolore di testa e le nevralgie. In Argentina la cannabis è stata usata per combattere la gonorrea, la depressione, il tetano, le coliche, il mal di stomaco, il rigonfiamento del fegato, la sterilità, l’impotenza, la tubercolosi (i semi di canapa sono un aiuto importante contro il deperimento dovuto a questa malattia, ancor oggi una delle primissime cause di morte nel mondo) e l’asma. In Colombia, la cannabis di Santa Marta (la migliore che abbia mai assaggiato!) macerata nel rum viene usata per frizioni sulla pelle contro il dolore delle giunture e dei muscoli. Fumare cannabis fa parte di un programma di mantenimento della salute, che comprende le foglie frizionate sulla pelle contro i dolori. Si danno anche decotti di cannabis e zucchero ai bambini, contro i pianti eccessivi. In Brasile si usano infusi di cannabis contro i reumatismi, le mestruazioni, le coliche e altri malanni comuni. Contro il mal di denti vengono

I MEDICI DELL’ARABIA E DELLA PERSIA MEDIEVALE AVEVANO UNA CONOSCENZA ANCORA SUPERIORE A QUELLA DEI TEMPI CONTEMPORANEI SUI POTERI CURATIVI DELLA CANNABIS troviamo indicazioni per l’uso di cannabis contro le infiammazioni, i tumori e il mal d’orecchie acuto. Gran parte della scienza medica dell’antico Egitto venne incorporata nella medicina Arabica Unani, e poi nei sistemi medici dei Greci e dei Romani. Dioscoride, medico greco, divenuto poi medico personale di Nerone, nel 65 d.C. scrive il Materia Medica, in cui distingue le piante maschio dalle femmine: i maschi possono essere usati contro i dolori d’orecchie e per favorire il flusso mestruale, mentre le femmine si usano contro i dolori muscolari. Galeno (secondo secolo d.C.) ci dice che la cannabis ha poteri disseccanti e riscaldanti, ci parla di focacce contenenti cannabis, che, consumate durante i pasti stimolavano la fame e l’allegria, ma se prese in eccesso inducevano torpore. Galeno ci ripete l’uso contro il mal d’orecchi e dice che il seme di canapa è difficile da digerire e può dare dolore di stomaco e di testa.

una medicina sacra. Dal nono al tredicesimo secolo i trattati medici come il Firdo usul-Hikmat, il Mujardat Quanan, il Al-Mukhtar, citano numerosi e diversificati utilizzi terapeutici della cannabis: come diuretico per aumentare il flusso dell’urina, come emmenagogo per stimolare la circolazione sanguigna pelvica e uterina, come antielmintico per espellere i vermi. Ma anche utilizzi come antiemetico, antiepilettico, antinfiammatorio, antidolorifico… Stando a quanto consiglia Lozano “Le informazioni riguardanti l’efficacia medicinale della cannabis che si trovano nella letteratura Araba dovrebbero essere considerate come base per future ricerche sul potenziale terapeutico della cannabis e dei suoi semi”. Nell’Africa mediterranea troviamo accenni all’utilizzo di cannabis come stimolante del parto e abortivo (mischiata con erbe velenose), dall’Egitto al Marocco. Le informazioni antiche riguardo all’Africa subsahariana sono frammentarie, ma per certo sono state rinvenute pipe di ceramica in Zambia ed Etiopia, datate intorno al decimo secolo d.C., e, sicuramente contenenti cannabinoidi, datate intorno al 1400, prima della scoperta dell’America, e dell’introduzione del tabacco nel Vecchio Mondo. Utilizzata ancora in tempi recenti da molte culture sub-sahariane per facilitare il parto (come antidolorifico, per facilitare le contrazioni e accelerare la nascita). Ma anche come lassativo, per combattere la malaria, le febbri, gli avvelenamenti da antrace, gli avvelenamenti del sangue, la dissenteria. Anche nel Nuovo Mondo, dopo la sua introduzione, la cannabis venne presto utilizzata come rimedio popolare per molti problemi, spesso facendo distinzione fra le varietà psicoattive e quelle non psicoattive, per diverse malattie. In Cile si usano radici di canapa come purgativo, e i semi e i rami in infusione per stimolare il sonno.

preparate compresse da applicare sulla e intorno alla parte dolente. In Giamaica si usano bevande e compresse a base di cannabis come antidolorifici e a scopo preventivo. In Europa l’uso di cannabis come rimedio popolare si trova dai tempi precristiani, contro i dolori, per indurre stati estatici, conto i geloni, l’herpes, come decongestionante, contro i rigonfiamenti e le ferite. In Polonia, Russia e Lituania si usavano i vapori dei semi gettati su pietre roventi contro il mal di denti (pratica simile, ma con diversi scopi, a quello degli Sciti descritto da Erodoto). Utilizzata contro la febbre in Cecoslovacchia, Moravia e Polonia, mischiando fiori di canapa e olio di oliva contro le ferite (Polonia), e olio di semi di canapa e fiori di canapa contro l’itterizia e i reumatismi (Russia). In Polonia e Ucraina si riteneva che i fumi dei semi bolliti fossero in grado di allontanare i vermi.


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In Inghilterra troviamo un erbario dell’undicesimo secolo, l'Anglo-Saxon Herbarium, in cui si afferma che parti della pianta venivano usate per curare affezioni associate a gotta, perdita di peso, rigonfiamenti di testa, infezioni urinarie e problemi di parto. Le radici della cannabis erano molto considerate come medicamento, al contrario della ricerca contemporanea che le ha quasi ignorate. E questo nonostante si sappia non contengono cannabinoidi, hanno invece terpenoidi, steroli e alcaloidi. Giusto per capirci: una ricerca recente, fatta sul Bedrocan, ci dice che le sue radici non contengono alcaloidi. Ma il Bedrocan è coltivato in idroponica, e le sue radici non hanno la corteccia, come l’hanno le radici cresciute nella terra! Nel dodicesimo secolo Hildegard von Bingen, visionaria monaca benedettina, ci lasciò una quantità di studi sulle più disparate materie: arte, letteratura, poesia, musica, scienze, erboristica, filosofia e medicina. Nel suo trattato del 1158, chiamato in seguito Physica e conosciuto anche come “il libro dei semplici” (semplici qui intesi come piante medicinali), von Bingen suddivide le qualità delle piante in calde e fredde, umide o secche. Riguardo alla cannabis, ecco il suo commento: “la canapa è calda, e cresce dove l’aria non è ne troppo calda ne troppo fredda, e la sua natura è simile. Il suo seme è salubre, ed è un buon nutrimento per persone sane. È gentile e benefico per lo stomaco, portando via un poco di muco. È facile da digerire,

diminuisce i cattivi umori e fortifica quelli buoni. Nonostante ciò, se qualcuno è debole nella testa ed ha un cervello vuoto, e costui mangia canapa, questa facilmente gli procurerà problemi alla testa. Non fa danno a chi ha una testa sana ed un cervello integro. (N.d.A: anche oggi si dice che la cannabis può destare psicosi latenti). È pesante per lo stomaco di chi è molto malato, non procura problemi a chi è moderatamente malato…”. Parla poi di compresse di canapa bollita in acqua ed applicate sullo stomaco, di bendaggi di canapa buoni per ulcere e ferite (il tessuto di canapa rimane sterile più facilmente). In Europa l’utilizzo di cannabis come medicinale fu proibito dalla bolla di papa Innocenzo VIII° nel 1484, in cui si asseriva una connessione fra la cannabis e i guaritori che utilizzavano erbe e praticavano quindi la “stregoneria”. La cannabis fu quindi associata a rituali satanici ed il suo utilizzo nascosto fino al diciannovesimo secolo, dove venne rivalutato fino ad essere uno dei medicamenti più usati in assoluto e poi, con il proibizionismo, di nuovo soffocato per quasi un secolo...

Solo François Rabelais, monaco massone, rivalutò la cannabis, sotto uno pseudonimo, nei suoi Gargantua e Pantagruel (pubblicati una quarantina d'anni dopo la scoperta dell’America), enciclopedia iniziatica, in cui la cannabis prende il nome dell’eroe del libro (Pantagruelion). Nondimeno il suo uso popolare come sollievo per tanti malanni si trovava in tutte le regioni d’Europa, dal Portogallo alla Russia, e, di nuovo, nel 1640 nel Teatrum Botanicum dell’olandese John Parkinson, vengono descritti una serie di utilizzi medicinali della canapa, dai suoi semi alle sue radici. Nicolas Culpeper tradusse, abusivamente, la Pharmacopoeia del collegio dei medici di Londra, per portare al pubblico una conoscenza riservata a pochi eletti. E la cannabis si trova listata fra le altre piante medicinali: usata come antisettico, antinfiammatorio e antispasmodico. Utile per infiammazioni, bruciature, tosse secca, ittero, coliche, problemi di stomaco, perdite di sangue, per eliminare vermi e insetti nelle orecchie, e come sollievo per molte malattie dolorose. Nel 1800 assistiamo ad una rinascita dell’uso medicinale della cannabis, nel prossimo numero parleremo degli utilizzi e degli studi in questo periodo, fino alla rivalutazione contemporanea, con la richiesta dell’OMS di cambiare le leggi degli Stati, per poter di nuovo usare questa medicina preziosa. Continua sul prossimo numero...

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BELPAESE

La D maiuscola della droga: informazione e qualità Siamo un Paese bizzarro, lo si sa, ce lo dicono e non possiamo che constatarlo. Nell’estate durante la quale numerosi politici si coalizzano per proporre anche in Italia un percorso legislativo sul come legalizzare la cannabis, il dibattito sulle droghe in generale, a causa della morte di un ragazzo in discoteca, ci permette di riconoscere nitidamente la becera ipocrisia moralista che tiene il nostro paese ancorato ad un passato che lotta come può per non venire scavalcato dal corso di Carlos Rafael Esposito della storia. Per fortuna è dal Medioevo che nascerà il Rinascimento. Capiamoci bene, la morte di questo ragazzo è da mettere in conto al morbo del vietare a tutti i costi, alla pazzia di sostenere che la droga fa male e basta, e alla pratica omicida di ritenersi paladini della gioventù, in nome della quale si portano avanti errori di approccio educativo che nella realtà si trasformano in completa ignoranza sul come si consumano le droghe, e cioè, nella maniera più sicura possibile. Questa tendenza da crociata contro le sostanze viene bene riassunta dalle parole del nostro Ministro dell’Interno Angelino Alfano che al Corriere dichiarava: “Contro lo sballo che uccide adotteremo la tolleranza zero. Non possiamo rimanere a guardare i ragazzi distruggersi il cervello e rischiare la vita. Se non addirittura perderla”. Non credo che Angelino Alfano sappia o reputi importante constatare che, per quel che riguarda le droghe, i nostri ragazzi sono dei completi autodidatti e che questo rappresenta il nostro più grande sbaglio nei loro confronti. Nessuno si vuol prendere la briga di seguirli, consigliarli e

trasmettere un sapere che, come in tutti i campi, si apprende solo con l’esperienza. La tolleranza zero dovrebbe essere contro l’ignoranza, la scuola deve servire a preparare i ragazzi anche sotto questo profilo, sennò a cosa serve, un’educazione che riempie di nozioni, ma non prepara alla vita fuori dai suoi corridoi? La morte di questo povero ragazzo poi, è dovuta molto probabilmente, oltre che al contesto culturale oscurantista, anche ad un fattore certamente non secondario, la qualità della droga assunta. Si fa un bel dire dappertutto: qualità, qualità, qualità, ma quando si parla di droghe il concetto sembra perdere di vitalità per coprire un atteggiamento osceno, quello di chi non concepisce che per il popolo dei giovani, il popolo dei ribelli, il popolo di quelli che stanno crescendo e si stanno formando sui nostri banchi, infrangere le regole è spesso un modo di sentirsi vivi, contro, ma vivi nella ricerca di una strada diversa da quella che i grandi insegnano, senza ricordarsi cosa sia l’adolescenza, quanta sensibilità e paura si porti dietro e quanto dovrebbe

INIZIA TUTTO CON UNA CANNA

BELLA GIORNATA

LA MULTA E’ DI 50£ PER AVER FUMATO UNA SOSTANZA CONTROLLATA E 40£ PER I RIFIUTI.

essere protetta con la forza onesta di parole che informino e aiutino, direzionino, per quanto possibile, i nostri ragazzi nelle loro scelte di evasione. La qualità della droga è fondamentale per capire come si possano generare tali tragedie. Un prodotto di qualità è una garanzia, una tutela per chi consuma. E allora perché non si distribuiscono prodotti di qualità? Perché lo smercio di queste sostanze è libero e indiscriminato, chiunque può acquistarle, chiunque può rivenderle, chiunque può tagliarle per ricavare un margine maggiore di profitto. Questo è il punto. E lo Stato democratico e sinceramente costernato nei suoi rappresentanti che fa? Proibisce prima e proibisce poi, non entra nel merito, chiude la discoteca in causa, ma Alfano si dichiara pronto a chiuderne altre, si smarca dalle proprie responsabilità e punta l’indice contro gli spacciatori. Ma sono gli spacciatori stessi il frutto della nostra politica in materia di stupefacenti. Spacciatori che funzionalmente sono semplicemente degli intermediari fra domanda e offerta, una domanda senza formazione ed un’offerta senza controlli.

ALCUNE ORE DOPO…

E POI AL PARCO… MI SPIACE SIGNORE, MA DEVO MULTARLA DI 40£ PER AVER BEVUTO IN PUBBLICO

MULTA PER ECCESSO DI VELOCITA’ DI £60

Formiamo la domanda, controlliamo l’offerta: solo in questo modo si potrà, nel medio termine, invertire la rotta di questi drammi del venerdì sera, come se fosse arrivato con l’ultima morte il momento decisivo per prendere posizione, fuori dalla propaganda politica e con le mani sporche di un lavoro eseguito per strada, all’ingresso dei locali, e soprattutto, in anticipo, nelle scuole italiane. Invece quel che succede è esattamente il contrario: gli unici che fanno un lavoro di sensibilizzazione ad un consumo responsabile, testando le sostanze e la loro qualità, sono associazioni di volontari che vanno avanti con le loro limitate - anche se appassionate risorse. Sul campo lo Stato pensa ad un unico aspetto, il più semplice: la repressione, il controllo di polizia che arriva al termine del processo e non influisce in nessun modo sul grado di consapevolezza del consumatore. Per non parlare poi di quella che dovrebbe essere l’architrave di ogni politica seria in campo di prevenzione e cioè lo spiegare cosa siano le droghe nei licei e negli istituti della penisola (ricordiamoci che in inglese droga e farmaco sono la stessa parola), probabilmente un lavoro in questa direzione verrebbe bollato come incitazione al consumo, senza voler riflettere, chi in buona chi in cattiva fede, sul fatto che lasciare i ragazzi allo sbando senza informazioni è come mettere la polvere sotto il tappeto e poi lamentarsi dell’asma, perché prima o poi la crisi arriva.

SCENDE LA NOTTE

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OH CAZZO! EHI, SONO FATTO D’ERBA, NON DI SOLDI.


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ESTRAZIONE

Fine fioritura e postraccolto Siamo a settembre e la canapa è quasi a fine fioritura. Manca pochissimo e già bisogna avere ben in mente cosa fare dopo il taglio. Le operazioni post taglio sono cruciali per non compromettere mesi di sforzo e di attenzioni costanti. La miglior canapa lasciata essiccare al sole o in un ambiente fortemente odoroso può perdere il suo aroma improvvisamente. Vediamo come sfruttare appieno le infiorescenze cresciute e come non perdere nessun tricoma.

ttesa su una superficie liscia e pulita. Dopo due m minuti di battitura si sarà radunata una polverina aambrata, composta da globi dei tricomi ghiandolari e piccoli residui vegetali. Q Questa polverina è fumo in polvere che dopo una ccompattatura con le dita avrà l'aspetto dell'hashish ddi alta qualità, quindi un colore marrone e una ttessitura cerosa morbida. Se si ha lavorato bene, il ssapore del prodotto ottenuto, sarà un concentrato iintenso del sapore dei fiori di partenza. Una decina ddi anni fa o poco più divenne famoso il fumo eestratto in acqua, il così conosciuto Ice-O-Lator. M Molti puristi si schierarono contro il passaggio iin acqua, a causa della rimozione degli idrosoluti ooperata proprio dal passaggio in acqua. In realtà è uun sistema meno invasivo della battitura a secco, perciò l' Ice-O-Lator è una lavorazione molto valida ed è stata rivalutata in questi anni.

Innanzitutto va controllato il momento esatto di maturazione dei tricomi ghiandolari con l'ausilio di una lente: inizialmente saranno trasparenti per poi divenire opachi e poi ambrati in tarda maturazione. Il taglio andrebbe effettuato quando la metà dei tricomi sono opachi, se si vuole invece un prodotto dall'effetto meno mentale e più fisico sarà meglio aspettare una settimana in più affinché la maggioranza dei tricomi non saranno ambrati. L'ambratura è data dall'ossidazione dei cannabinoidi ad opera dell'ossigeno atmosferico. Tagliata la pianta andranno rimosse le foglie, avendo cura di lasciare solo poche di esse a coprire le infiorescenze e a rallentarne l'asciugatura. Le foglie manterranno il giusto tenore di umidità attorno alle cime evitando improvvisi sbalzi di umidità che potrebbero portare all'essicagione eccessiva ed alla perdita di sapore ed aromi. Le piante tagliate andranno appese in un ambiente secco, buio e senza forti odori ad essiccare per circa 15 giorni. Dopo due settimane le infiorescenze possono essere ripulite dalle foglie in eccesso e stipate in un contenitore di vetro, col tappo ancora aperto e ovviamente in un ambiente privo di forti odori e al riparo da fonti di luce. Una volta nel contenitore di vetro andranno attesi pochi giorni prima di poterle sigillare, nel caso vi siano residui di umidità pericolosi in quanto atti alla creazione di muffe. Le infiorescenze ora secche possono essere degustate. Le foglie con tracce di resina non andranno gettate, anzi sono utili per incrementare la resa di estrazione. Le foglie e le cime piccole che non si desidera fumare, ma anche le cime grandi se non si adora fumare erba, sono la materia prima per le gustose estrazioni. Come in Marocco si possono battere a secco, su un setaccio che può essere una maglia di Ice-O-Lator ben

GANJAMAN HA MOLTA FAME CHIMICA. RISCHIO DEL MESTIERE DEL NOSTRO EROE FUMANTE

di CBG

Da entrambe le estrazioni si possono ottenere teste di tricomi interi che possono passare alla fase di ri-filtrazione. La ri-filtrazione è la tecnica che produce il Dry-Sift (o Dry-Sieve) cioè il fumo più puro in assoluto: solo globi di tricomi ghiandolari. Sostanzialmente si prende la polvere ottenuta e si passa attraverso un setaccio, in modo da lasciar cadere solo la frazione più piccola formata da gambi di tricomi ed altri inquinanti. Si raccoglie solo la parte che rimane sul setaccio e sarà il fumo più puro in assoluto. Esistono anche delle estrazioni tramite solvente e sono comode per estrarre la quasi totalità dei tricomi: se non si conosce come operare le tecniche sopra descritte, esistono le estrazioni con solvente. Nonostante la pericolosità di lavorare con solventi pericolosi, in quanto infiammabili, si può estrarre la resina senza grandi conoscenze. L'unico inconveniente delle estrazioni con solvente è la difficoltà di pulire l'estrazione dai residui di solvente. I solventi utilizzati – a parte il già conosciuto alcool etilico – sono: metanolo, butano, cicloesano ed etere dimetilico. Nei grow shop vendono differenti apparecchiature per l'estrazione con solvente, ma soprattutto per purgarne fuori i residui. Il materiale ottenuto ha un punto di solubilità bassissimo, fonde a 30 gradi circa e alla temperatura corporea non è solido. Un trucco per maneggiare queste estrazioni è di metterle in freezer prima di toccarle, così da poterle anche agevolmente staccare dal contenitore. Sospendete la fertilizzazione nelle ultime settimane e preparatevi ad essiccare ed estrarre prodotti di qualità notevolmente superiore a quella del mercato nero. Spero di aver rischiarato le idee in attesa del raccolto, buona fine fioritura e ricordatevi che siete solo a metà dell'opera!

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HISTORY CANNABIS

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SHAKESPEARE IN

LOVE

(WITH WEED)

verso queste sostanze. Durante il periodo elisabettiano infatti, è risaputo che sia la cannabis che le foglie di coca erano considerate valide alternative al tabacco e venivamo consumate abitualmente, senza lo stigma sociale che il proibizionismo gli ha inoculato forzosamente alcuni secoli dopo.

LA CANAPA NELLE POESIE E NELLE PIPE DEL “BARDO” “Scrivi sobrio, edita sballato”: così consiglia lo scrittore e antropologo Jeremy Narby. 500 anni fa però le cose sembra andassero in modo diametralmente opposto, almeno per quanto riguarda uno dei più famosi poeti della storia. A portare la questione agli occhi delle cronache è stato l'antropologo ed archeologo Francis Thackeray della University of the Witwatersrand di Johannesburg, che lo scorso luglio ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta su alcune pipe ritrovate nella casa di William Shakespeare. È emerso infatti che nel cottage di Stratford-upon-Avon si di Giovanna Dark facesse uso abituale di cannabis. La notizia è comparsa qualche tempo fa sul Daily Mail, dopo essere stata pubblicata con tutti i crismi accademici dal South African Journal of Science, ed ora la domanda che sorge spontanea è se effettivamente il Bardo scrivesse sotto l'influsso dei verdi fumi della nostra amata piantina. Le prove paiono quanto meno schiaccianti... Stando a quanto hanno riportato le maggiori testate giornalistiche, il gruppo di ricercatori sudafricani ingaggiati da Thackeray ha potuto analizzare nel dettaglio la composizione chimica dei frammenti delle pipe provenienti dal giardino della casa del poeta e di quelli limitrofi. Il risultato? I pezzi di pipa del terreno di Shakespeare riportavano evidenti tracce di marijuana, mentre quelle provenienti dai giardini vicini, secondo gli studiosi, erano usate prevalentemente per le foglie di coca. Sul South African Journal of Science, il professore spiega come ha ottenuto i 24 frammenti di pipa vecchi di ormai oltre 400 anni dalla Shakespeare Birthplace Trust e che tipo di analisi chimiche sono state portate avanti per far emergere i residui delle sostanze fumate. Una tecnica relativamente recente che combina l'utilizzo di un gascromatografo a quello di uno spettrometro di massa: il primo separa i composti chimici presenti nel campione mentre il secondo funziona da rivelatore. Quello utilizzato dai ricercatori del team di Thackeray costituisce uno dei metodi analitici più avanzati e consente l'identificazione e la quantificazione di sostanze organiche pressoché su qualsiasi tipo di superficie. L'analisi chimica dei frammenti è andata avanti ininterrottamente negli ultimi 10 anni ed è legata – almeno da un punto di vista accademico – ad un presunto ritratto di Shakespeare presente in un libro del 1597. Nell'Herbal di John Gerald, un illustre botanico elisabettiano, vengono infatti presentati i “nuovi tipi di tabacco” arrivati dalle Indie Occidentali grazie a Francis Drake e a sir Walter Raleigh, e – stando a quanto ha affermato lo storico Mark Griffiths – tra le figure ritratte nel frontespizio è possibile riconoscere il Bardo come quello che gli studiosi chiamano “il quarto uomo”. Ora, nonostante la puntualità dei dati, non può ovviamente essere dimostrato con certezza che Shakespeare facesse uso abituale di marijuana. Eppure i risultati di questo studio indicano che la cannabis era chiaramente diffusa tra gli abitanti della casa del poeta nel periodo in cui lui viveva lì: dei 24 frammenti analizzati, ben 8 contenevano residui di cannabis e 4 di questi provenivano direttamente dalla casa di Shakespeare. C'è poi un secondo indizio che suggerirebbe la propensione del Bardo verso la cannabis rispetto alle foglie di coca o di tabacco. Niente a che vedere con la chimica ma comunque considerabile una fonte di prima mano. Nel Sonnet 76, composto per esprimere la frustrazione dello scrittore riguardo la sua ripetitività nelle tematiche (quasi esclusivamente amorose), Shakespeare scrive di una “invention in a noted weed” che molto rudemente potrebbe essere tradotto e interpretato come un verso in cui si magnificano le proprietà di stimolazione artistica e creativa della marijuana. Poco prima, nello stesso componimento, il poeta fa infatti riferimento ad un'altra “compound strange”

cui preferisce non farsi associare: i filologi inglesi pensano che questo strano “compound” possano essere le foglie di coca e che Shakespeare fosse consapevole dei suoi effetti, preferendo evitarli. Se i ricercatori quindi escludono la possibilità che il Bardo facesse uso di cocaina, non scartano invece l'idea che il poeta fumasse marijuana, vista anche la cerchia di persone dalle quali era circondato, e considerato poi il clima di generale apertura

Lo stesso professor Thackeray, ricordando la popolarità delle sostanze atte ad alterare la percezione negli ambienti artistici, scrive: “Ci si può facilmente immaginare lo scenario in cui venivano rappresentate le opere alla corte della Regina Elisabetta, in compagnia di Drake, Raleigh e degli altri che fumavano pipe di argilla piene di 'tabacco' ”. Non osiamo immaginare cosa abbiano provato gli spettatori alla prima del Macbeth...

GK



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COLTIVA CON JORGE CERVANTES

Individuare e controllare l’antracnosi, la ruggine fogliare, tumori e il marciume delle piante L’antracnosi è piuttosto diffusa

pv. cannabina), Cylindrosporium (Cylindrosporium spp., C. cannabinum Ibrahimov), Leptosphaeria (Leptosphaeria cannabina, L. woroninii, L. acuta), ruggine bruna (Alterneria alternata = A. tenuis), ruggine del sud (Sclerotium olfsii), marciume gambo e radici, Sclerotium (Athelia rolfsii [teleomorph]), ruggine dei rami (Dendrophoma marconii, Botryosphaeria marconii [teleomorph]). Minaccia per la coltivazione: da bassa a media. Individuazione: ruggine è un termine generico che descrive molte malattie provocate dalle muffe, soprattutto alcune settimane prima del raccolto. Fra i segnali di ruggine figurano le punte scolorite delle foglie, delle chiazze scure sul fogliame, una crescita lenta, l’improvviso

Antracnosi Muffa

d’irrigare troppo poco o eccessivamente. Evitate di mettere le piante in argilla o modificate la stessa per migliorarne il drenaggio. Non bagnate il fogliame e i gambi quando irrigate.

Fra le malattie specifiche che provocano l’antracnosi figurano: antracnosi (Colletotrichum coccodes = C. atramentarium Taubenhaus = C. dematium).

Controllo: il Trichoderma harzianum (Trichodex) controlla l’antracnosi. Le polveri o gli spray allo zolfo o al rame applicati su base settimanale non appena viene individuata la malattia eviteranno la diffusione delle spore, ma non elimineranno la malattia. Cercate dei fungicidi da contatto che contengano clorotalonil. Ci sono molti fungicidi sistemici che uccidono l’antracnosi.

Nomi comuni: antracnosi, ruggine, peronospora, ruggine fogliare, ruggine bruna.

Minaccia per la coltivazione: da bassa a media. Individuazione: le foglie mostrano i primi sintomi quando diventano di color verde chiaro. In poco tempo, delle aree immerse in acqua diventano di forma irregolare e sviluppano centri grigiastri con contorno scuro. I gambi sviluppano delle ferite di colore bianco che diventano nere. Si cominciano poi a vedere dei puntini bianchi e neri nelle ferite. I gambi possono sviluppare tumori. Questa malattia si presenta in modo peggiore nei climi freddi e umidi, soprattutto in argilla e terreni paludosi e quando le piante sono stressate, soprattutto nei sistemi idroponici. L’antracnosi non viene trasmessa nei semi ma si può vedere sulla loro superficie.

con un adeguato equilibrio di nutrienti e un buon drenaggio per prevenire l’accumulo di nutrienti. Biologico: Utilizzate Serenade (Bacillus subtilis) per combattere la ruggine bruna. Utilizzate Binab, Bio-Fungus, RootShield, Supresivit, Trichopel, (Trichoderma harzianum) o SoilGuard (Trichoderma southvirens). Utilizzate una miscela Bordeaux per fermare la ruggine da muffa. Cercate di farlo in anticipo perché poi può essere difficoltoso. La soluzione migliore è quella di eliminare le piante malate e distruggerle. Controllo: una volta che la ruggine attacca il tessuto della pianta, c’è ben poco da fare. Eliminate le piante dalla coltivazione e sterilizzate l’area per evitare la contaminazione.

Tumori

ingiallimento, l’afflosciamento e la morte della pianta. La maggior parte dei tipi di ruggine si diffonde rapidamente in ampie zone delle piante. Danni: uccide le foglie, rallenta la crescita e

Tumore Malattia da muffa

Nomi comuni: tumore del gambo, tumore della canapa. Fra le malattie specifiche che provocano il tumore figurano: tumore del gambo Cladosporium (Cladosporium cladosporioides, C. herbarum, Mycosphaerella tassiana [teleomorph]), tumore della canapa (Sclerotinia sclerotiorum), tumore del gambo Ophiobolus (Ophiobolus cannabinus, O. anguillidus), tumore del gambo Phoma (Phoma herbarum, P. exigua), tumore del gambo Phomopsis (Phomopsis cannabina, P. achilleae, Diaporthe arctii var. achilleae [teleomorph]). Minaccia per la coltivazione: bassa.

Ruggine

Individuazione: le prime ferite immerse in acqua compaiono sui gambi e sui rami in fase di maturazione. Si sviluppano provocando dei tumori scuri che continuano a scendere in profondità e la muffa invade la pianta. Infine, questa malattia scura continua a crescere sui gambi morti.

Danni: l’antracnosi rallenta la crescita e riduce il raccolto. A volte può essere letale. Cause: l’antracnosi è provocata nella cannabis da tre specie di muffe Colletotrichum. Anche il Colletotrichum atramentarium provoca l’antracnosi. La ruggine bruna (antracnosi) è provocata da Alternaria e Stemphylium. Le muffe resistono in inverno nei detriti o nella terra e cominciano a crescere poi in primavera.

Ruggine Malattia da muffa

Prevenzione: l’igiene è la miglior prevenzione. Togliete i residui vegetali. Quando cimate, praticate i tagli con strumenti affilati e sterili per tener pulite le ferite. Utilizzate nuovo terreno ed evitate

Fra le malattie specifiche che provocano la ruggine figurano: ruggine batterica (Pseudomonas syringae

Nomi comuni: ruggine bruna, ruggine del sud, ruggine dei rami.

uccide le piante. Causa: condizioni poco igieniche della coltura, terra infetta, introduzione nella coltivazione di aria o tessuto vegetale. Prevenzione: pulizia! Utilizzate un substrato fresco e sterile. Evitate un’eccessiva fertilizzazione con azoto. Evitate i casi di ruggine mantenendo le piante sane

Danni: tumore del gambo, soprattutto malattia della canapa fibrosa e talvolta colpisce la cannabis terapeutica. Cause: presente nella terra o nel terreno non sterile, contaminato. Prevenzione: utilizzate terreno o substrato fresco per ogni coltura. Tenete la coltivazione


24 e l’area di coltura ben pulite. Eliminate tutti i residui vegetali dalla superficie del terreno. Compostate utilizzando un bel po’ di materiale e temperature elevate.

Minaccia per la coltivazione: la minaccia per le pianticelle è alta! Vedi “Gray Mold (Botrytis cinerea, ossia muffa delle cime): gambi, fiori, cime”.

la circolazione dei fluidi, il che uccide le pianticelle o i germogli. Il marciume blocca i semi appena germinati, che non riescono così a emergere e attacca le pianticelle, portandoli

giornaliero del terreno assicurerà il giusto grado di umidità a semi e germogli. Fate germinare i semi in carta pulita, fresca e inumidita e spostateli nel terreno una volta aperti. Non piantate i semi troppo in profondità. Coprite con la terra per uno spessore di una volta e mezzo la larghezza dei semi. Utilizzate un substrato fresco e sterile e pulite bene i vasi per evitare la formazione di muffe dannose nel terreno. Iniziate a coltivare semi e germogli in sabbia a drenaggio rapido, sterile, in lana di roccia, Oasis, cubetti Jiffy, che difficilmente s’irrigano in eccesso. Metteteli su una griglia o una superficie ben drenante. Non posizionate una tenda per creare l’umidità sulle pianticelle germinate, perché può portare a eccessiva umidità e al marciume delle piante. Il marciume è inibito dalla luce forte. Coltivate le pianticelle sotto fonti HID e non fluorescenti. Tenete bassa la fertilizzazione durante le prime due settimane di crescita. Semi: rivestire i semi con una polvere protettiva è una sorta di garanzia. La disinfezione dei semi viene utilizzata per uccidere gli organismi dell’antracnosi e altre malattie portate dai semi. Gli organismi del marciume si trovano nel terreno, non sui semi. Il rivestimento mira a uccidere o inibire le muffe nel terreno che circonda i semi e a fornire quindi una protezione temporanea durante la germinazione.

Il marciume colpisce le pianticelle prima che sviluppino vere e proprie foglie. (MF)

Controllo: è meglio prevenire il tumore della canapa. Tutti i controlli chimici sono sistemici. Una volta che la malattia attacca, spesso è troppo tardi. Il Contans WG contiene batteri Coniothyrium minitans, parassiti dello S. sclerotiorum.

Marciume delle piante

Muffe: uccidono i semi, le pianticelle e cloni. Nomi comuni: marciume,gambo marcio,germinazione da muffa, malattia della pianta giovane. Fra le malattie specifiche che provocano il marciume delle piante figurano: (Botrytis cinerea, Botryotinia fuckeliana [teleomorph], Fusarium oxysporum, F. solani, Nectria haematococca [teleomorph], Macrophomina phaseolina, Pythium aphanidermatum, P. debaryanum auct., P. ultimum, Rhizoctonia solani, Thanatophorus cucumeris [teleomorph] = Pellicularia filamentosa).

Informazioni: marciume è un termine piuttosto ampio. Questa malattia ha varie cause. Individuazione: ci sono due tipi di marciume: uno uccide i semi quando germinano e prima di aprirsi nel terreno, il secondo tipo, il marciume posteriore/d’emergenza, porta al marciume o all’afflosciamento delle pianticelle poco dopo che le stesse emergono dal suolo. I gambi sono pieni d’acqua, si necrotizzano e sviluppano un’area inzuppata a livello del terreno. Le poche e piccole piante erbacee ricadono sul terreno. Segue un decadimento delle radici. Danni: il marciume attacca i germogli a livello del terreno se presenti nel substrato. Quando la muffa attacca il tessuto del gambo, lo stesso perde vigore a livello del terreno, s’indebolisce e poi perde colore marcendo e diventando marrone e molle. Infine, viene interrotta

a marcire a livello del terreno. Il fogliame ingiallisce e le piante più vecchie marciscono a livello del terreno.

Germogli: i germogli sono meno esposti al marciume delle piante e gradiscono una tenda per l’umidità per favorire il radicamento. Mantenete la temperatura di germinazione fra i 21,1ºC e i 29.4ºC).

Controllo

Cause: varie specie di muffe, fra cui Botrytis, Pythium e Fusarium, sono presenti nell’aria, nel substrato, nella pianta o nei semi. Questa malattia cresce in condizioni di umidità o di scarsa areazione e nei substrati di coltura eccessivamente irrigati. Attacca le piante deboli.

Biologico: applicate dei granuli di Polygangron (Pythium oligandrum) nel terreno e ai semi. Il Bak Pak o Intercept sono applicati al terreno e il Deny o Dagger, forme del batterio Burkholderia Cepacia, viene applicato ai semi. Epic, Kodiac, Quantum 4000, Rhizo-Plus, System 3 e Serenade eliminano inoltre molte cause del marciume delle piante.

Prevenzione: controllate l’umidità del terreno. L’eccessiva irrigazione è il precursore principale del marciume delle piante. Un attento controllo

Chimico: rivestite i semi con Captan. Evitate d’inzuppare il terreno con il fungicida Benomyl perché uccide gli organismi benefici.

Questo brano è estratto dal capitolo 24 “Malattie e insetti infestanti” della Cannabis Encyclopedia (594 pagine, più di 2,000 immagini a colori, formato A4) di Jorge Cervantes, disponibile da aprile 2015. Per ulteriori informazioni, visitate il sito di Jorge, www.marijuanagrowing.com.




MEDICAL CANNABIS

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Cannabis q.b. MR. GREENSPOON A INDICA SATIVA TRADE Quest’anno ho visitato la fiera nazionale della canapa Indica Sativa Trade, a Bologna tra il 5 e il 7 giugno, proprio l’ultimo giorno, notando felicemente come l’afflusso di gente fosse abbastanza copioso. La giornata si può dire sia iniziata solo dopo di un bel caffè nello stand di Soft Secrets, che sicuramente è riuscita a ricreare l’atmosfera olandese sul suolo italiano. Poi via tra le installazioni di semi, lampade, aspiratori, e tutti i prodotti di cui la nostra di Davide Calabria rivista è portavoce. Oltre all’entusiasmo nel vedere un intero settore che riguarda economia, ambiente, salute e società, stare in piedi con le proprie gambe a livelli molto professionali, nonostante le leggi avverse, è sicuramente stata un’occasione per rivedere gli amici tra gli attivisti antiproibizionisti e fare un po' il punto della situazione. Presenziavano, infatti, anche varie associazioni, tra cui la neonata C.I.P. (Canapa Info Point), Free Weed, e son scappate due chiacchiere, qualche ragionamento, e non solo, con i soci dell’A.S.C.I.A. (Associazione Sensibilizzazione Canapa Autoprodotta in Italia) e i Pazienti Impazienti Cannabis (P.I.C.). La programmazione prevedeva pure diversi eventi, tra dibattiti, conferenze e workshop. Nella sala conferenze si è parlato di “Canapa medica: Sistema Endocannabinoide e applicazioni”, in un dibattito coordinato dal nostro Fabrizio Dentini, e che ha visto anche la partecipazione del dottore Francesco Crestani, dell’Associazione Cannabis Terapeutica. A seguire, c’è stata la video conferenza dagli Stati Uniti con il Dr. Grinspoon, intervistato dal nostro Enrico Fletzer e organizzata dai P.I.C., nell’ambito di un dibattito

su “Applicazioni, dosaggi, effetti e rapporto con i pazienti”. Lester Grinspoon è professore emerito all’Università di Harvard (USA), autore del famoso libro Marijuana reconsidered, ed è stato chiamato in causa come massimo esperto mondiale, per dar manforte ai pazienti italiani. In Toscana, la Regione italiana più all’avanguardia nella cure con l'ausilio di cannanbinoidi, se così di può dire, per esempio, succede che i pazienti ricevano il rifiuto senza motivo nel provare ad accedere alla terapia nell’ambito pubblico. I pochi che riescono a avere al cannabis si ritrovano, tra l’altro, con una prescrizione a dir poco ridicola. La ricetta standard è stata negli ultimi tempi di 20/30 milligrammi al giorno (0.02 0.03 grammi), nemmeno un grammo al mese, circa 7-11 grammi all’anno. La quantità giornaliera consentita a un Rasta, in un anno! Essendo quella Rastafari la giusta via, si può dire che il sistema sanitario sia ancora lungi dallo svampirizzarsi. Succede quindi che solo in pochi sentano i benefici della terapia, con il rischio che il rimedio passi per inefficiente. Anche perché la posologia d’assunzione standard adottata in

Toscana è quella della semplice infusione in acqua dopo la bollitura, nemmeno lasciando sobbollire per diversi minuti l’erba. Amo e stimo il tè alla cannabis, di cui scrissi poco tempo fa, ma in acqua la ganja rilascia pochi cannabinoidi e in quelle quantità non è sicuramente adatta a curare i sintomi di chi non ha risposto a altre terapie allopatiche. Tra l’altro, non esiste documentazione scientifica che parli di così modiche quantità (generalmente nell’infusione la posologia è di un grammo/litro). Il Dottor Grinspoon è stato quindi molto bravo nel fare un pò di chiarezza. Ha voluto così sottolineare come nell’uso medico siano ben indicate le piante con molto CBD, pur ribadendo di non scordarsi di quanto il THC possa essere importante per il morale del paziente, in quanto antidepressivo nella malattia. Circa i dosaggi e i metodi di assunzione, Grinspoon ha posto l’accento sull’importanza dell’autotrattamento, affermando che bisogna consentire al paziente di coltivare le varietà di cannabis più adatte alle proprie esigenze. Dall’America ci ha poi suggerito come l’unica maniera possibile per capire quale sia l’erba e il dosaggio giusto sia quella di rollare uno

spinello di ganja (intendeva pura, ovviamente) o d’inalare con il vaporizzatore, facendo un tiro e aspettando qualche minuto. Se i sintomi del malanno non passano, ha suggerito, bisogna fare un altro tiro, e così via, fino all’estinzione del problema. In questo modo il paziente capisce chiaramente quale sia l’erba appropriata e quanta deve assumerne. Senza tanti grattacapi accademici, come succede in Italia, in quattro parole il dottore verde ha risolto il problema dei dosaggio con il buon senso. Grinspoon mi ha impressionato per il linguaggio molto comprensibile utilizzato e mi ha pure meravigliato quando – un professore come lui, proveniente da una delle più prestigiose università del mondo – ha voluto evidenziare, circa l’assunzione con lo spinello, come gli elementi aria e fuoco nell’atto d’inspirare la canna siano parte della terapia. Sembrava di sentire qualche fratello Rastafari della Giamaica parlare dei propri strumenti in cocco (elemento legno) come il Chalice, o in bambù, riempiti d’acqua come filtro, per fumare la ganja (elementi aria e fuoco). A quel punto, mi è quindi venuto da pensare che finalmente hanno vinto gli sciamani e che ne vedremo delle belle. Il dado è tratto.


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INDICA DELLA VECCHIA SCUOLA

Night Queen VINCITRICE CHAMPIONS CUP 2015 Nome varietà: Night Queen Selezionatore: Dutch Passion Origini: Banca genetica Indica Afgana Fioritura: 8 o 9 settimane Raccolto outdoor: all’inizio di ottobre (Emisfero Boreale). All’inizio di aprile (Emisfero Australe). La Night Queen di Dutch Passion è un’Indica Afgana originale che ha vinto il 1° Premio della Champions Cup 2015 di Malaga. È una varietà

introdotta per soddisfare la richiesta di genetica tradizionale della vecchia scuola con un forte effetto per uso ricreativo e terapeutico. La Night Queen è stata introdotta negli anni Ottanta nella collezione di semi originale di Dutch Passion. In quel periodo molte delle varietà più diffuse si basavano spesso su genetiche Skunk, Haze, Northern Lights o Afgana. Le genetiche Afgane autentiche non erano le più facili da reperire in quel periodo e oggigiorno è quasi impossibile, a causa delle difficoltà di viaggio nella regione. Per questo motivo, gran parte della selezione di genetiche afgane o kush imparentate all’afgana avviene utilizzando genetiche arrivate dalla regione Afgana molti anni fa. Se siete fan delle varietà di cannabis indica, non trascurate la qualità offerta dalla genetica Afgana. Le genetiche Afgane originali del programma di selezione di indica degli anni Ottanta non

Tony, Banca di semi Dutch Passion affidamento su varietà ben radicate, quali la Mazar o la Night Queen, per la genetica. Fortunatamente le banche genetiche come Dutch Passion possono fare affidamento su un’ampia gamma di semi raccolti nei decenni scorsi, prima che ci fossero problemi di accessibilità. Nel caso di Dutch Passion, questi semi sono immagazzinati al sicuro ben congelati, in un luogo in cui potranno essere utilizzati in futuro per programmi di selezione o ricerca.

La coltivazione domestica delle varietà di indica pura non è molto diversa da quella degli altri tipi di cannabis. Forse l’aspetto più insolito della Night Queen e di altre varietà di indica pura è il fatto che la pianta non si allunga durante la fase di fioritura. Come per altre varietà a fotoperiodo, la crescita vegetativa viene raggiunta mediante l’utilizzo di un regime di 18-24 ore di luce al giorno. Ridurre la luce a 12 ore porta all’inizio della fioritura

Vale la pena indicare in dettaglio cosa rende eccezionale il raccolto di indica, ecco perché seguono alcuni suggerimenti di Antonio e Ferdinand, i due fratelli europei che hanno coltivato la Night Queen che si è aggiudicata il 1° premio della Champions Cup. La Night Queen è stata coltivata biologicamente in terra contenente il 20% di fibra di cocco per migliorarne l’aerazione. I nutrienti sono stati somministrati mediante Bio-Sannie e fra questi

nelle varietà a fotoperiodo, ma a differenza di altre varietà con genetica sativa, le varietà di indica pura non si allungano per nulla. Questo consente alle varietà di indica di avere una

figuravamo micorriza, nutrienti ed elementi per la fioritura biologici BAC. La Night Queen che ha vinto il concorso è stata coltivata in vasi areati, simili ai contenitori tradizionali per piante, ma con numerose aperture per l’aria che consentono un’ottima ossigenazione delle radici e con una soluzione interna a pozzetti che non consente alle radici di fare dei cerchi attorno ai lati e alla base. Il suggerimento principale di Antonio e Ferdinand è quello di lasciare alle piante una fase vegetativa lunga e ci sarà meno allungamento di quanto non s’immagini durante la fioritura, cosicché dimensioni e raccolto potranno essere massimizzate grazie a questo lungo periodo vegetativo. Le temperature (ºC) dovrebbero essere appena sopra i 20 gradi e mai oltre i 25-26 e le piante svilupperanno uno strato croccante di tricomi iniziando prima in fioritura. La quinta o sesta settimana le piante saranno molto appiccicose e inizieranno a produrre un aroma forte, inizialmente e in molti casi a base di agrumi/frutta. La somministrazione più densa di nutrienti deve avvenire fra la quinta e l’ottava settimana con pK13/14 a un massimo di 2 ml/litro. La Night Queen dovrebbe essere nutrita in modo piuttosto consistente, spingendola finché non dà segni di eccessivo nutrimento e diminuendone poi un po’ la contrazione. Alla Night Queen generalmente ci vogliono circa 8-9 settimane per portare a termine la fioritura e più tempo la si lascia crescere, più sarà pesante fumarla. I coltivatori esperti ‘risciacqueranno’ la Night Queen dai minerali in eccesso somministrandole acqua depurata durante l’ultima settimana circa. I due fratelli hanno coltivato la loro vincitrice della Champions Cup sotto fonti LED e ritengono che questo abbia contribuito a ottenere cime molto dense e dure con livelli di THC ottimali.

Qual è stato dunque l’obiettivo del lavoro iniziale svolto sulla Night Queen? E in questi tempi

di ibridi di indica/sativa, che tipo di coltivatori vogliono coltivare varietà di indica pura? Bene, per alcuni appassionati della cannabis, non c’è nulla di meglio se non una indica della vecchia scuola dall’effetto potente che t’inchioda al divano per alcuni minuti mentre valuti l’attrattiva di far festa in cucina o d’impugnare il telecomando per poi sdraiarti a poltrire a lungo. Per alcuni, una indica Kush di buona qualità è la scelta prediletta per il giorno, mentre per altri è un premio occasionale. Ognuno di noi ha un sistema endocannabinoide unico, perciò è logico che ognuno abbia le proprie preferenze a livello di genetiche di cannabis e quella del cuore, per così dire. Accettiamo ovviamente il fatto che non tutti decreteranno l’indica come preferita di tutti i tempi, ma per chi apprezza le qualità dell’indica, non ci sono sostituti. Le pepite dense e dure che non si riducono nemmeno quando le si schiaccia, l’effetto inebriante e spesso del fumo dalla

fase vegetativa più lunga degli ibridi di indica/ sativa e di rimanere sufficientemente piccole per una tenda di coltura domestica. Spesso i coltivatori fai da te riescono a ottenere raccolti eccezionali soprattutto coltivando varietà di indica a cui vengono dati un paio di

CERCATE DI FUMARVI DA SOLI UN’INTERA CANNA SE CE LA FATE sono importanti solo per noi, sono più o meno insostituibili per la selezione futura. Non essendoci attualmente possibilità evidenti di andare a raccogliere geni in tutta sicurezza in Afghanistan, la maggior parte delle persone deve fare

fragranza di hashish che ricorda una gioventù mal-investita nei coffee shop olandesi. Le varietà di indica hanno molto da offrire oltre agli elevati livelli di potenza narcotica così apprezzati da chi ne fa uso ricreativo e terapeutico.

mesi di fase vegetativa: queste piccole piante cespugliose produrranno vari punti di fioritura e potranno rendere molto bene senza che vi preoccupiate di risolvere i problemi legati all’allungamento delle stesse.

Se avete coltivato la Night Queen per bene, sarete devastati anche dopo un paio di tiri, poiché spesso sarà difficile persino finire una canna. I livelli di THC superiori al 20% in una varietà indica in genere sono soddisfacenti per alcuni coltivatori domestici. Speriamo che le varietà di indica ci saranno per molti anni a venire.



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WORLD CANNABIS

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UNGASS 2016 a New York MOBILITAZIONE MONDIALE PER UN CAMBIAMENTO REALE

In attesa del prossimo incontro generale delle Nazioni Unite sulle droghe dei prossimi 19-20-21 aprile, vale notare come questi summit siano spesso gestiti da persone la cui presenza è il principale ostacolo al cambiamento. È il caso di Cop21, che si svolgerà in Francia dal 30 novembre al 11 dicembre, che avrebbe l'obbiettivo consacrato di ridurre il riscaldamento globale e che pare pilotato da persone che con il miglioramento climatico hanno ben poco a che fare, come denuncia Naomi Klein in Una rivoluzione ci salverà, un libro intedi Enrico Fletzer ramente dedicato alla crisi ecologica. Lo stesso vale per l'UNGASS di New York, nel corso della quale i proibizionisti, pur rimarcando a parole la necessità di difendere i diritti umani, non sono certo

Anche per questo James Gierach, vice presidente della LEAP, i tutori dell'ordine contro il proibizionismo, ha scritto una accorata lettera aperta a Heather J.

rivolta a governi ed opinione pubblica mondiale di una modifica radicale dei trattati: “Lo ripeto tanto spesso, il diavolo degli emendamenti dei trattati sulle droghe sta tutto nei dettagli. E senza la presentazione di proposte specifiche e concrete per la modifica dei trattati, tutte le discussioni che si sono tenute alle conferenze di Vienna, tutti gli eventi collaterali riguardanti come convivere meglio con il proibizionismo, e tutta la discussione sulla UNGASS del 2016 a New York City, non produrranno quel terremoto riformatore di cui abbiamo bisogno per modificare i trattati sulle droghe delle Nazioni Unite che sono utilizzati come la testa d'ariete della guerra proibizionista mondiale”. A questo punto però il compromesso tra le varie componenti dovrebbe saltare e anche questo sembra difficile. Anche perché la segreteria europea è affidata a San Patrignano e la presidenza ai Veri Templari svedesi. Mentre il pendant delle ONG di NYC conta elementi progressisti o esplicitamente antiproibizionisti. In questo contesto l'International Drug Policy Consortium ha organizzato un convegno a cui ha partecipato il Ministro della Giustizia della Giamaica Golding che ha chiesto delle modifiche che permettano agli Stati di adottare politiche sensate sulla cannabis, dopo la parziale decriminalizzazione attuata dal suo paese. Ma su tutte queste speranze è calato l'intervento della rappresentante dell'ONU e dello stesso governo USA che hanno fatto capire come la conferenza potrebbe svolgersi con una regia burocratica rigida e dai toni kafkiani. Sullo sfondo l'irriducibilità della cannabis, la sua modernità impareggiabile, il suo essere bene comune e terreno di conquista in presenza della grande spinta per la legalizzazione che sta lentamente contagiando l'Europa, proprio a partire dalle Americhe.

disposti a modificare l'assetto complessivo. Per non parlare delle procedure che vincolano al consenso e all'intoccabilità dei trattati e che fanno della Single Convention sugli Stupefacenti un vero Moloch.

Hasse, presidente del Comitato delle ONG di New York City e ad Ann Fordham dell'International Drug Consortium per chiedere che queste e altre organizzazioni sostengano esplicitamente la richiesta

Anche per questi motivi l'assemblea generale di Encod, in programma nelle prossime settimane ad Amsterdam, deciderà alcuni punti di partenza per una campagna globale a cui tutti saranno invitati a partecipare e, nonostante le limitate risorse, l'occasione si presenta propizia grazie alla spinta antiproibizionista globale.

Nelle intenzioni del coordinamento europeo per politiche giuste ed efficaci sulle droghe si tratta di organizzare a New York – e in contemporanea su scala planetaria – una manifestazione per la liberazione della cannabis alle 4.20 pm del venti aprile, in un'ora e in un giorno in cui milioni di amanti della cannabis puntano gli orologi come a San Silvestro. Tanto che in tutti gli Stati Uniti e in maniera crescente anche in altri paesi, questo evento é diventato la giornata del

consumatore medio, come testimoniano le lancette puntate degli orologi dei film di Quentin Tarantino ma anche la data di lancio della proposta degli oltre 200 deputati e senatori italiani favorevoli alla legalizzazione della canapa. Sono evidenti le difficoltà di organizzare una manifestazione a New York, con gli attivisti globali coordinati da Dana Beal, l'organizzatore della Million Marijuana March, che dalla città della tolleranza zero ha fatto rinascere il movimento antiproibizionista mondiale. Con un probabile flash mob a piazza Hammerskjold a New York, accompagnato da proposte di rilancio a livello europeo e mondiale tese ad evidenziare le iniziative convergenti e parallele, quelle intraprese dagli attivisti americani ed europei che culmineranno il 20 aprile in una Drug Peace March interamente dedicata alla cannabis. Marcia che sarà coronata dalla presenza di media-attivisti da tutto il mondo – in collegamento con il palazzo di Vetro – con una strategia di attacco globale alle politiche oscurantiste fin qui adottate sotto l'ombra della Single Convention. Magari accompagnate da iniziative di attacco psichico alla Luther Blissett. Continua sul prossimo numero...



BELPAESE

33 di CBG

Milano, un torrido 3 agosto. Per fortuna quest'anno mio fratello non ha seminato autofiorenti e posso riposarmi all'ombra di ben quattro metri di sativa in terrazzo. Quest'anno fa veramente caldo e il tg non smette di ripeterlo, come se lenisse in qualche maniera... Per essere le tre del pomeriggio sento abbastanza traffico: forse non è più vero che Milano si svuota come tanti anni fa o forse quest'estate siamo veramente invasi di turisti. Prendo una boccata d'aria profonda e mi scosto dalla sdraio all'ombra di dieci vasi di Thailandese per bere qualcosa. Ho molta sete e gli ultimi tiri mi hanno brasato la gola.

te di mio fratello e in realtà siamo già in ritardo. Se guardo i balconi delle vie mi accorgo che – chi con un paletto, chi con lo spago o con le reti – tutti hanno già saldamente assicurato le loro piante, mentre io non avrei dovuto fumare così tanto questo mese. Arrivati in viale Papiniano chiedo un timeout e mi fermo alla fontana. «Un'ottima occasione per fumarne una, ti va?». «No- rispondo -mi sto squagliando e se ci fermiamo non arriviamo più». Senza fare una piega estrae una canna già pronta e l'accende cedendo il passo ad un vigile sul marciapiede. «Signorina scenda dal marciapiede con la bici», le dice il vigile, sorride e prosegue provato dalla calura. Tanti anni fa per una canna ci avrebbero arrestati e avrebbero perquisito le nostre case, oggi invece gli cediamo il passo sul marciapiede con un sorriso: come cambia la società... Forse sono l'ultimo rimasto a meravigliarsi di ciò. Mia madre mi dà sempre del malinconico e io effettivamente mi ci riconosco. Ripartiamo e le dico: « Non ti fa strano fumare di fronte ad uno sbirro? Cioè dai, ci avrai anche fatto il callo ma Cristo, quando avevamo quindici anni non lo facevamo».

«Amo andiamo a fare un giro al parco? ho sentito l'Eli e gli altri e stanno festeggiando il compleanno di Gio!». La proposta è allettante ma ho la gola in fiamme, con un gesto della mano chiedo tempo e continuo verso la cucina. Mentre sorseggio acqua e menta non posso non notare il balcone di fronte e commento: «Forse quest'anno riescono a non perdere mezzo raccolto a causa del vento... guarda come hanno legato con quella rete...» . Improvvisamente mi ricordo perché questo pomeriggio non sono già al parco sdraiato a fumare con la mia tipa. «Presto! prendi tutto e usciamo di corsa!». «Al parco?» mi chiede. «Ma quale parco? - rispondo - ci siamo dimenticati delle reti per reggere le piante e se torna mio fratello ci uccide!». In quindici minuti siamo vestiti, con due rollbox, nell'atrio del palazzo. La amo soprattutto perché mi asseconda e sa starmi dietro come nemmeno i miei migliori amici potrebbero fare. «Non sarai un uomo te?» dico. «Perché? Perché sono sempre pronta?» mi chiede sorridendo con i suoi occhioni verdi e quel rastino penzolante sul collo ricordo di un Rototom di tanti anni fa. Sì, la amo ma non abbiamo tempo da perdere e il caldo mi sta rincoglionendo. «Prendiamo le bici, non ci sarà gran

In Italia nel 2020 COME SAREBBE SE IL NOSTRO PAESE DIVENTASSE LA UTOPIA DELLA CANNABIS?

invivibile. Brera è un dedalo di viuzze con comodi gradini dove sedersi e discorrere ore ed ore: con una buona indica le gambe rammolliscono ed ecco intasato il mio quartiere.

attrezzature per fumare e la mia rete purtroppo la vendono sui navigli. La pedalata è agevolata dagli sprazzi d'ombra dei grandi aceri argentati impiantati durante una delle ultime

TANTI ANNI FA QUESTO NON ERA POSSIBILE. ORA INVECE IL NOSTRO MONDO È TUTTO DIVERSO, TUTTO LEGALE E SENZA STRESS casino in giro». Non avessi mai detto queste parole, da quando i turisti americani si sono accorti della infinita bellezza di passeggiare per i centri storici italiani fumando gran cannoni, Milano è diventata una città

In bici sgattaioliamo tra uno yankee e un attempato hippy verso il castello, in direzione del vivaio sui navigli: una volta sarebbe bastato un normale grow shop, mentre ora sono divisi tra chi vende solo semi, chi solo

campagne ecologiste della città. Mi piace pedalare, un poco di meno quando il caldo scioglie l'asfalto. Ora però bisogna pedalare... Servono le reti per reggere le pian-

Con un movimento di spalle mi richiama all'ordine e riparte a pedalare tra un piccione e un gruppo di turisti in cerca di refrigerio. Quel piccione sembra un tacchino, con tutti i semi di canapa che mangiano in giro per la città abbiamo un'invasione di piccioni ciccioni. Rido tra me e me, mi passa la canna e mi chiede perché rido. «Perché sono malinconico» le rispondo, do un tiro profondo e continuo a pedalare. Fa caldo, sono fattissimo, ho la voglia sotto le scarpe, ma come me lo sono la maggioranza degli automobilisti nelle vie. Il traffico è calmo e fluido, la gente si saluta e i sorrisi abbondano sotto agli occhi rossi e gonfi. Nei parchi non ci sono più gruppi di ragazzini ma grandi ritrovi di gente di tutte le età, con profumate nuvolette sopra di loro. Come cambiano le cose. D'improvviso un cartellone pubblicitario condensa i miei pensieri, è una foto di un armadio di coltivazione in legno, smontabile, dell'Ikea con lo slogan "cambiano i tempi, Flöro growbox smontabile in legno, soli 99,99". Tanti anni fa questo non era possibile, eravamo equiparati ai peggiori criminali. Ora invece il nostro mondo è tutto diverso, tutto legale e senza stress. Ah! dimenticavo, la rete.


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CANNABUSINESS

Come ti sponsorizzo la ganja, col VIP Fin dagli albori del “Capitale”, la pubblicità è stata una fida ed insostituibile compagna per l'economia di mercato. Con l'evolversi dei costumi e della società, sempre più prodotti – dai superalcolici ai sex toys – sono stati “sdoganati” e portati sotto i riflettori grazie all'ausilio di very important people. Assodato (almeno oltreoceano) che il cannabusiness è la nuova gallina dalle uova d'oro, sono sempre di più i personaggi del mondo dello spettacolo che sgomitano per associare il loro bel faccione a uno strain medical piuttosto di Giovanna Dark che a una linea di fertilizzanti biologici. Se dalla musica sono arrivati i primissimi endorsements, ora anche gli attori del grande e piccolo schermo hanno deciso di esporsi e salire sul carro dei vincitori della legalizzazione. Un esempio? Whoopi Goldberg, nella colonna che tiene sul Denver Post ha fatto una dichiarazione d'amore verso la sua “canna elettronica” – le vape-pen che stanno ora spopolando negli USA– ed anche Sarah Silverman, star comica della TV, si è presentata sul tappeto rosso degli Emmy Awards spippazzando allegramente il suo e-joint.

platealmente coming out sulla loro passione per la cannabis (medica e non)». Da Cameron Diaz a Justin Timberlake, passando per James Franco e Seth Rogen, le star di Hollywood ci vogliono, insomma, letteralmente mettere la faccia. Ma non è solo pubblicità. Molti di questi VIP hanno pensato di agire direttamente e di re-investire parte dei loro meritati guadagni in prodotti o servizi canna-based. Pioniere indiscusso di questo filone è sicuramente il rapper Snoop Dogg – da poco ribattezzato, secondo i crismi Rastafari, Snoop Lion – che, assieme alla compagnia Grenco Science, ha dato vita alla sua personalissima linea di vaporizzatori, la DoubleG Series. Non pago, ha

Insomma, per la prima volta artisti, registi e addirittura autori si stanno proponendo apertamente per sponsorizzare o dare direttamente il proprio nome a prodotti a base di cannabis o che servono a consumarla. Certo questa “evoluzione” era prevedibilissima: finché di marijuana se ne parlava solo tra growers e breeders, i main sponsor sono sempre state le star della canna come Ed Rosenthal o Jorge Cervantes – giusto per citarne un paio; ora che la ganja è diventata innegabilmente mainstream, la naturale conseguenza è che lo siano anche i volti che la rappresentano pubblicamente.

poi voluto donare “la modica cifra” di 10 milioni di dollari per finanziare Eaze, un'applicazione che si premura di consegnare marijuana a domicilio ed è già attiva in 35 città statunitensi. Chapeau!

«È di certo un nuovo trend – ha spiegato l'ex editor di High Times Steve Bloom, ora tenutario del sito CelebStoner.com – ora che la marijuana sta uscendo sempre di più dall'armadio dei tabù, le maggiori compagnie del cannabusiness si stanno schierando per accaparrarsi le star che hanno fatto più o meno

Se è vero che associare l'hip-hop alla ganja significa – 99 volte su 100 – vincere facilissimo, risulta un po' più dura per quanto riguarda il

cinema, soprattutto se si parla di registi. L'icona indie Kevin Smith – conosciuto ai più per essere il papà di capolavori come “Clerks” e “Dogma” – ha però avuto la brillante idea di sfruttarla per puro scopo di marketing. Per promuovere il suo ultimo film “Tusk”, Smith ha deciso di collaborare con un dispensario di Los Angeles e creare due nuovi strain nuovi fiammanti che avessero i nomi dei due protagonisti del film, White Walrus e Mr. Tusk, appunto. «Questo film è nato in una nuvola di fumo – ha spiegato il regista al New York Times – e in una nuvola di fumo verrà distribuito». Ora, passerà di sicuro ancora un po' di tempo prima che nelle televisioni d'oltreoceano vengano trasmessi spot in cui una star di Hollywood promuove uno strain piuttosto che un vaporizzatore, alla stregua di un qualsiasi alcolico o prodotto di bellezza. Certo è che se vogliamo davvero capire qual'è il trend internazionale per il cannabusiness, dobbiamo guardare (per l'ennesima volta) agli Stati Uniti: il marketing l'hanno inventato loro e, come diceva qualcuno, “quell’attività che si ritiene immune dalla pubblicità prima o poi si ritrova immune da ogni attività”. Nell'attesa di vedere anche da noi un Gerry Scotti o una Sabrina Ferilli che si lanciano in spot e televendite “verdi”, ci affidiamo all'onnipotente internet: tutte le linee delle celebrity stoners si trovano comodamente a portata di click. God bless America!

NON GUARDARE O TU FEDELE LETTORE DI SOFT SECRETS… POICHE’ ANCHE UN EROE TALVOLTA DEVE UMILIARSI

2:30 DI NOTTE. QUALCUNO NON E’ FELICE DEL RITORNO DEL NOSTRO EROE FOGLIOSO. SENTI UN PO’, SONO STANCA DI VEDERTI ARRIVARE PER COMBATTERE IL CRIMINE DA SOLO

MI SEMBRA TU STIA MIGLIORANDO

AMORE DELLA MIA VITA, PRINCIPESSA DELL’ERBA. VIENI DI PATTUGLIA CON ME DOMANI SERA

CUCCIA DEL CANE

MA M-GIRL, LO SAI CHE SONO UN LUPO SOLITARIO E CHE MI PIACE AGIRE IN SOLITARIA

BENE BENE FIDO, DORMIRAI DA SOLO SUL DIVANO STANOTTE, A MENO CHE NON MI DIMOSTRI RISPETTO.

BATTUTA D’ENTRATA DELLA CANZONE DI ARETHA FRANKLIN


ASK ED RADICI POCO SVILUPPATE E RACCOLTI ESIGUI Coltivo con il cocco da vari anni. La qualità è sempre stata buona, ma la resa ridotta. Le radici sono piccole e si sviluppano poco. La coltivazione ha CO2. La stanza ha una temperatura compresa fra i 22° e i 23° C quando le luci sono accese e non irrigo eccessivamente. Tengo la soluzione nutriente a 1.600 ppm, comprese 450 ppm che si trovano direttamente nell’acqua del rubinetto. Wild Landsman La fibra di cocco che si utilizza contiene sali in eccesso che non sono stati risciacquati. Molto spesso la fibra assorbe i sali, soprattutto il comune sale da cucina, il cloruro di sodio, durante il processo di produzione/imballaggio. Questo inibisce la crescita della pianta. Prima di utilizzare il cocco, risciacquatelo abbondantemente utilizzando un bagno e poi spargetelo. Alcune marche vengono vendute già risciacquate e non serve effettuare questa operazione. L’acqua che viene assorbita contiene oltre 400 ppm di minerali disciolti. Probabilmente la maggior parte di questi è composta di calcio. Questo agirà sul pH e sull’alcalinità dell’acqua e si legherà ad altri minerali, il che poi aumenta i problemi che si riscontrano con questo substrato. Fate analizzare l’acqua dalla società incaricata. Probabilmente contiene che ripuliate bene l’acqua utilizzando l’osmosi inversa. Risciacquate il substrato o passate a un prodotto già risciacquato. Abbassate le ppm del fertilizzante a 800-1000 or meno.

PESTICIDI IN PROSSIMITA’ DEL RACCOLTO Posso usare il vostro prodotto antiacari (Zero Tolerance di Ed Rosenthal) a pieno regime la quarta settimana di una varietà di otto settimane senza bruciarne i pilucchi? In alternativa, c’è una formulazione che consigliereste di usare? Jubilee Molti pesticidi, compreso Zero Tolerance di Ed Rosenthal, a volte danneggiano gli stigmi, se utilizzati a pieno regime. Questo effetto viene eliminato con diluzione al 25 per cento circa con acqua, o più o meno 250 ml/litro. Prima di utilizzare un fungicida o un pesticida, testatelo su vari rami per assicurarvi che non bruci le foglie. ASSICURATEVI DI UTILIZZARE SOLO PESTICIDI CONSIGLIATI PER I PRODOTTI COMMESTIBILI. Se l’etichetta cita solo le piante ornamentali, il prodotto non è adatto a essere ingerito e quindi non utilizzatelo sulla marijuana.

CIME CON ACARI Dopo il raccolto ho notato delle strutture simili a ragnatele nel punto di attacco fra la cima e il gambo principale e dei piccoli acari dentro le cime. Se fumassi gli acari mi farebbe male? Non devo venderla a nessuno e non posso permettermi di comprare i farmaci. Chris Gli acari essiccati sono un po’ fastidiosi da fumare, perché talvolta scoppiettano quando li si accende. La marijuana infetta non è considerata di qualità commerciale. Ciononostante, gli acari non sono pericolosi da fumare. Un altro modo per utilizzare la cannabis può essere quello di trasformarla in hashish estratto con acqua. I residui di acari vengono infatti eliminati nel lavaggio.

CO2 OUTDOOR Ho partecipato a una conferenza sulle Normative sulla Marijuana per Uso Terapeutico a Toronto, in Canada, che avete proposto circa un anno fa. Durante la vostra presentazione, avete fatto vedere

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BY ED ROSENTHAL

l’immagine di una pianta coltivata in outdoor in Australia, dietro a una casa vicino a un punto di produzione di CO2, poiché vi era un dispositivo di riscaldamento dell’acqua a metano. Il lato dove c’è CO2 è piuttosto massiccio, mentre la parte dove non c’è CO2 è la metà. Mi chiedevo se poteste far vedere la foto. Ho detto a così tante persone di questa fotografia e vorrei mostrare quanto possono essere drastici gli effetti. Spec

tricomi si riempiono completamente di cannabinoidi e di terpeni, le molecole che danno la tipica fragranza alla marijuana. Molti coltivatori professionisti in Europa raccolgono le cime una settimana o due prima. Risparmiando 10 giorni per ogni raccolto, pensano di poter avere un maggior ricambio durante l’anno. Chissà perché lo fanno, poi. Non dovrebbero avere prezzi più alti per erba di miglior qualità? Si potrebbe pensar così. Ciononostante, il mercato ha deciso che i ricambi più rapidi sono più redditizi. C’è un altro fattore da prendere in considerazione. Un’elevata percentuale di chi in Europa fa uso di marijuana la rolla con tabacco, aggiungendo spesso solo poca cannabis. Se la si fuma in questo modo, o anche con una maggior quantità di cannabis, il fumo di tabacco predomina sul resto. Anche se si fumasse una delle migliori qualità, non si noterebbe. Non ci sono quindi incentivi neanche da questo punto di vista. Se si coltiva un’ottima erba e nessuno lo nota, non si è certo portati a farlo.

PIANTE CHE NON FIORISCONO

Senza volerlo, questo è stato un esperimento ben condotto. Si tratta di un’unica pianta gigante. La pianta è stata esposta alla stessa luce del sole, ha assorbito la stessa acqua e nutrienti. Il dispositivo di riscaldamento dell’acqua emetteva aria calda sul lato sinistro della pianta, che è molto più robusto del lato destro. Ogni volta che l’acqua calda viene girata sulla pianta, c’è aria più carica di CO2. Questa foto documenta come anche delle dosi intermittenti di CO2 durante il periodo d’illuminazione sono state sufficienti a provocare differenze nella crescita.

DISTANZA DEI LED DALLA SOMMITA’ DEL CANOPO Di recente ho acquistato due fonti LED da 300 watt in uno spettro a 9 bande per sostituire le due fonti HPS. Le luci non emettono calore, il che è stato il fattore principale che mi ha portato a tenere le fonti HPS ed MH circa 45 cm sopra le piante utilizzando luci raffreddate ad aria o 90 cm senza il piano di vetro sul fondo. A che distanza dalle piante vanno posizionate le luci? Eric Charles Mettete le luci a circa 30 cm dalla sommità del canopo. Dato che la maggior parte delle fonti LED contiene lampadine a spettro diverso, la distanza consente ai vari spettri di diffondersi in modo più omogeneo sul canopo.

FUMO FASULLO Normalmente coltivo la marijuana per me, ma ultimamente l’ho comprata da una serie di fonti locali (a Londra, Regno Unito). Le cime sembrano sane e hanno THC, ma la cosa principale è che hanno una buona fragranza di erba e il sapore è inesistente, nullo, zero. Perché? Non penso sia dovuto all’essiccatura/cura delle piante. Ci sono motivi ambientali o sono stati i coltivatori alle prime armi nella mia zona? Mark Ho avuto la stessa esperienza in alcuni coffee shop di Amsterdam. Non penso che queste cime insapore e inodore siano il risultato di una varietà, delle condizioni di coltivazione o della cura finale delle piante. Sono invece il risultato di un raccolto effettuato prima che le cime fossero mature. Durante gli ultimi 10-15 giorni di fioritura, i

Ho piantato alcuni semi di India/Bangladesh in outdoor a una latitudine di 290 Nord, a metà novembre. Si tratta soprattutto di varietà landrace a predominanza sativa. La mia idea era che le piante passassero direttamente in fioritura con la fase vegetativa più breve possibile, poiché non sapevo quanto sarebbe durata la fioritura. Dato che ho piantato due mesi e mezzo fa, le piante sono rimaste in fase vegetativa, non sono ancora fiorite e non vedo ancora se sono maschi o femmine. Sono state sempre outdoor e hanno ricevuto più di 13 ore di buio. Non capisco. Questo lungo periodo di buio non è sufficienti per forzare la fioritura? Perché non fioriscono? Alcune varietà hanno una determinata fase vegetativa prima d’iniziare a fiorire? Attualmente, in outdoor, ricevono in tutto 10 ore e 46 minuti di luce e quindi13 ore e 14 minuti di buio. C’è un modo per forzarle in fioritura? Walid Questo inverno anch’io ho coltivato delle piante in outdoor a una latitudine di 37,7°. Ho messo le piante in alcuni contenitori a fine gennaio e ho raccolto all’inizio di aprile, lasciando alcune cime non mature sulle piante. Diciotto giorni dopo, ho raccolto quanto rimasto (vedi Foto n. 5). Una delle piante era a predominanza sativa. Per questo motivo e per varie esperienze avute con altri raccolti invernali, ho notato che i giorni più brevi (e le notti molto lunghe) sono sufficienti per forzare le varietà di sativa in fioritura. Il motivo per cui le tue piante non sono fiorite è che il periodo di buio ha interrotto, in un certo qual modo, il periodo di luce. Anche alcuni secondi di luce dei lampioni o di altre fonti dirette sono sufficienti per riavviare il countdown delle piante. Le piante sono state in fase vegetativa a causa dell’inquinamento luminoso. 3DHVL GHO r SDUDOOHOR 1 ȩ $OJHULD ȩ (JLWWR ȩ 5DMDVWKDQ ,QGLD ȩ ,UDQ ȩ .XZDLW ȩ /LELD ȩ %DMD 0HVVLFR ȩ 0DURFFR ȩ 1HSDO ȩ 3XQMDE 3DNLVWDQ ȩ $UDELD 6DXGLWD ȩ 6SDJQD ȩ 7LEHW ȩ )/ /$ 06 6WDWL 8QLWL

RADICI SELVAGGE Le mie piante sono in fase di fioritura, ma le radici escono dal fondo dei vasi. Cosa devo fare? Posso mettere una spugna sul vassoio per contribuire a tenerle umide? Alicia Una spugna umida, quasi intrisa, è un’ottima soluzione per sostenere le radici delle piante. Le spugne trattengono l’acqua ma hanno anche spazi d’aria che consentono alle radici di stare a contatto con l’ossigeno, di cui hanno bisogno per rimanere sane. Un paio di suggerimenti: appoggia il contenitore su alcuni blocchi solidi in modo tale che la spugna non venga schiacciata. Tieni la spugna costantemente umida in modo che le radici non secchino.


36 QUANTITA’ DI SUBSTRATO A pagina 205 del libro Marijuana Growers Handbook si legge che bisogna utilizzare 11-22 litri di terra per ogni 0,1 metro quadrato di canopo". Se una tenda di coltura ha circa 0,7 metri quadrati di canopo, significa dagli 80 ai 130 litri di terra. Mi sembra tanto. Qual è la quantità corretta? Sto usando una fonte HPS da 600 watt. Quante piane dovrei coltivare in questa tenda? John I dati sulla terra sono corretti. Più è lo spazio a disposizione delle radici, più grandi diventeranno le piante e maggiore sarà la resa. Più sono le piante in uno spazio, meno sarà il tempo che ci mettono a riempire il canopo. Coltiva il numero massimo di piante consentito. Se non ci sono limiti al numero di piante, coltiva le piante in zone da 25-30 cm, ossia 6-9 contenitori nella tua tenda. Una volta che le piante occupano circa i due terzi dello spazio, è ora di riportare la luce a 12 ore per forzarne la fioritura.

Acari e uova sul retro di una foglia, dove si ritrovano.

PLANTS WON’T FLOWER Ho coltivato piante di diverse varietà questo inverno in outdoor. Le cime erano piccole e la potenza piuttosto moderata. Se avessi usato una struttura fredda o una serra non riscaldata, il raccolto sarebbe stato migliore.

La Pineapple Kush, che si vede posta su di un tavolo, ha avuto il miglior sviluppo in fioritura. Qui si vede prima del raccolto in aprile.

IN CUOR MIO Lavoro nel settore della marijuana da quattro anni. Ho la possibilità di coltivare cannabis per una casa farmaceutica. Mi sta dilaniando. Amo coltivare. Mi sta consumando giorno dopo giorno. Essendo un attivista, vorrei rifiutarmi, ma essendo anche un coltivatore di cannabis disoccupato, voglio venderne, che è quello che penso che farò con questi. La mia domanda è: devo aiutare le grandi case farmaceutiche? J. Corey Miller Segui il tuo cuore. Se accetti un lavoro che non ti fa stare bene, non sarai felice di farlo. Si tratta della tua vita. Si vive una volta sola e si può solo vendere il proprio tempo, non lo si può ricomprare. Come vuoi trascorrerlo?

CIME CON ACARI Cercate di fermare le infezioni da acari. Curatele il prima possibile con meccanismi biologici o pesticidi biologici, altrimenti alle vostre piante capiterà quanto segue.

Aumentando di numero, gli acari fanno delle tele per facilitare il passaggio.

A volte gli acari rossi si ritrovano vicino alla sommità delle piante.

Cima di Purple Kush. I cloni sono stati messi in outdoor attorno al 3 febbraio.

CO2 IN OUTDOOR

Le piante sono cresciute fino a raggiungere un’altezza di circa 60-90 cm all’inizio di marzo, ma sono state indotte in fioritura dalle lunghe notti ininterrotte.

Fiore che si sviluppa a un mese dal raccolto.

Quest’unica pianta è stato un esperimento controllato perfetto. Tutte le condizioni sono state le stesse per entrambi i lati della pianta, tranne il fatto che il lato sinistro ha ricevuto CO2 per il dispositivo di riscaldamento dell’acqua posto all’esterno. Il lato sinistro della pianta è notevolmente più robusto del destro. Ha più crescita e un colore più profondo.


37 CIMA DEL MESE Questo ibrido di Kush mostra bellissimi colori autunnali.

PIANTA DEL MESE Questo ibrido adattato è diffuso nell’Oregon Meridionale. Si evolve da 30 anni e vengono aggiunte sempre nuove linee al programma di selezione. Sa di bacche aspre e ha un effetto stimolante.

COLTIVAZIONE DEL MESE

Queste piante hanno delle impalcature che le proteggono dai danni provocati dal vento. Qui si vedono alla fine di luglio e le piante cresceranno fino a superare il perimetro nel giro di poche settimane. Questa coltivazione ha rispettato il limite previsto per legge nella contea, ossia 24 piante. Ciascuna di esse ha reso fra 3,5 e 6 kg circa..


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REPORT

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Sulle vie della canapa. Parte I SOFT SECRETS SI AGGREGA ALLA CAROVANA DELLA CANAPA CHE ATTRAVERSA L'ITALIA

Su iniziativa del “Coordinamento piemontese unitario per la legalizzazione della canapa”, gli attori Giovanni Foresti, Paola Omodeo Zorini e Attilio il fachiro, sono partiti con la “Carovana della Canapa” lo scorso 28 giugno da Carmagnola, in Piemonte, per raggiungere tutte le realtà italiane legate alla benamata, girare un documentario, e tessere le trame del suo ritorno nella nostra vita quotidiana. Lo stato dell’arte è più sorprendente di quel che si possa pensare, cercherò quindi di riassumere gli eventi a mio avviso più curiosi, lasciando le decine di altri incontri di questo viaggio al futuro documentario. Carmagnola ospita il “Museo della Cultura e della Lavorazione della Canapa“ e la sede di Assocanapa, l’associazione che dagli anni ‘90 ha rigenerato la canapa in Italia, per l’occasione si è messa a disposizione per un’intervista. Spostatasi nell’alessandrino, la carovana è stata ospite alla Cascina Nelson Mandela, a Visone, per il “Festival della canapa e dell’agricoltura evoluta”, sugli svariati usi della canapa, dal pane ai mattoni, con visite ai campi. La giornata si è conclusa con lo spettacolo teatrale “Canapa, conferenza tragica”, di e con Foresti e Zorini, seguito dall’antica arte del mangiafuoco e sputafuoco di Attilio. Il giorno seguente c’è stato l’incontro con l’associazione “Canapa Alpina”, grazie alla quale cinque paesi (Domodossola, Nosere Domodossola, Montecrestese, Crodo, Croveo), hanno iniziato la coltivazione di canapa

di Davide Calabria

occorre essere azienda agricola, basta comprare semi certificati e denunciare la coltura alle forze dell’ordine. A Bolzano, invece, l’incontro è stato con Christoph Kirchler di Ecopassion, che si occupa di canapa a 360 gradi, coinvolgendo piccole imprese nella coltivazione, con l’obbiettivo di ricreare una filiera sostenibile e incentivare l’economia. Scesi in Veneto, i tre artisti hanno partecipato festa di Radio Sherwood a Padova e, partiti per Trieste, sono stati accolti da un piacevole buffet presso il bar “Il cappellaio matto”, con farina, semi e olio di canapa. Da Trieste a Bologna, con vista al Museo della civiltà contadina di San Marino Bentivoglio. All'esterno del museo c'è un canapaio per i laboratori didattici, che nasconde al suo interno un labirinto creato con piante di canapa in cui giocano i bambini. La Carovana si è quindi dedicata alla scoperta di progetti e realizzazioni in bioedilizia tra Bologna e Modena, visitando, tra le altre, a San Matteo Decima (BO), la prima casa italiana interamente in canapa e calce (2009): antisismica, senza collegamento al gas metano, con impianto fotovoltaico e pannelli solari. Il successivo spostamento in Umbria, ha travolto i carovanieri con una giornata a Sant'Anatolia di Narco, dove esiste un Museo della Canapa ed è stata organizzata una tavola rotonda sul Tessile Umbro Naturale. A seguire, gli artisti hanno

PER COLTIVARE CANAPA OGGI È SUFFICIENTE AVERE UN PEZZETTO DI TERRA NON OCCORRE ESSERE AZIENDA AGRICOLA, BASTA COMPRARE SEMI CERTIFICATI E DENUNCIARE LA COLTURA ALLE FORZE DELL’ORDINE distribuita su un terreno di 7000 mq., suddiviso in diversi appezzamenti, fino a quota di 1650 metri. Sono stati raccolti aneddoti e storie antiche, e la giornata è stata occasione per incontrare Maurizio Cesprini dell’Associazione Canova, e discutere di bioedilizia in canapa. Il primo luglio i girovaghi sono arrivati in Emilia, dove gli amici Marino Longo e Bernardino Castellana, di CanaPiace, a Lugagnano Val d’Arda, dallo scorso anno coltivano canapa. L’Agriturismo “Prato verde” ha ospitato il dibattito sulla canapicoltura nel piacentino, accompagnando la serata con birra e chisolini alla canapa. Risaliti in Lombardia, il viaggio ha raggiunto Orino (Varese), dove la Pro loco svolge un’operazione culturale incredibile e ospita nel giardino un piccolo canapaio in cui ogni pianta ha una targhetta con il nome del bambino che l’ha seminata. La canapa si trova pure sulle Dolomiti del Trentino, dove Anna Zambanini, per esempio, a San Lorenzo in Banale, coltiva erbe officinali e canapa di varietà Futura 75, ottenendo semi di ottima qualità. «Per coltivare canapa oggi è sufficiente avere un pezzetto di terra», ha precisato un coltivatore di Tione, non

avuto il piacere di incontrare Melania Tozzi, ideatrice del progetto “Canapa cruda”, che recupera, a Fabriano (Marche), l’antica tradizione della fabbricazione di carta in canapa. La carovana si è quindi mossa alla volta di Bellaria Igea Marina (Rimini), dove l’azienda famigliare Berardi, dedita alla coltivazione di erbe aromatiche, da quest'anno ha iniziato ha coltivare le varietà di canapa Felina e Futura 75, in un campo situato a Viserbella (RN), destinato all'uso alimentare, terapeutico (estrazione di CBD) e alla fabbricazione di bio-plastiche. Il sedicesimo giorno, l’incontro è con Alessandro Palumbo di Hemp Farm Italia, il marchio di uno fra i primi oli essenziali ottenuti dal fiore di canapa, al lavoro per entrare pure nelle eccellenze alimentari. Questa è stata anche l’occasione per conoscere il signor Piero Montesi, l’ultimo cordaio marchigiano rimasto, e Amerigo Rasicci, Presidente del Museo della civiltà contadina della Val Vibrata. Fondato nel 1982, raccogliendo interviste e materiali degli anziani coltivatori e tessitori di canapa della Valle, è situato all'interno dell'agriturismo "Lu Feschiuole" di Controguerra (Te). Continua sul prossimo numero...


BELPAESE

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FATE 31!

di Carlos Rafael Esposito

Siamo arrivati finalmente ad uno spartiacque. In Parlamento abbiamo deputati e senatori che propongono la legalizzazione della canapa e non è finalmente un sogno, è solo il loro lavoro: comprendere quello che la società domanda ed eseguire, mettendoci al passo coi tempi che corrono. Sono anni che su queste colonne spieghiamo il perché ed il percome di una situazione la cui ipocrisia non potrà più essere tollerata, il buon senso, il pragmatismo hanno il sopravvento quando si sceglie di stare al timone senza ascoltare le sirene, ma dirigendo la propria attenzione la dove le stelle dicono terra. E se Benedetto della Vedova si chiama Benedetto un motivo ci sarà a quanto pare. Aver convogliato sul filar dell’estate un gruppo non trascurabile di politici interessati a regolare la distribuzione e produzione di canapa è meritevole, noi siamo sicuramente i primi sostenitori di un nuovo percorso legislativo che rimetta questa lodevole pianta al posto che gli spetta in seno al nostro amato paese. La canapa, tutti i nostri lettori lo sanno, è stata sino alla seconda guerra mondiale uno dei principali prodotti dell’agricoltura nostrana, che durante innumerevoli secoli ha approfittato delle sue qualità per ottenere prodotti artigianali finiti di altissimi qualità. Adesso è il momento che torni al suo posto. Di seguito un breve riassunto degli aspetti più interessanti e alcune riflessioni per migliorare la proposta, una proposta di legge, comunque coraggiosa, che prevede innanzitutto tre livelli di produzione: l’autoproduzione sino a 5 piante (ovviamente vietata la vendita del raccolto) in seguito alla comunicazione dell’inizio attività all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio. I dati trasmessi saranno inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…), e non potranno essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste dalla procedura di comunicazione. Oltre alla produzione a casa propria, si parla di Cannabis Social club, sul modello spagnolo, di produzione condivisa e di distribuzione all’interno di un circuito chiuso con un numero di soci massimo di 50 persone limite, che circoscrive l’attività di produzione a cifre reali e che sembra aver compreso le difficoltà di “approvvigionamento parallelo” che molti CSC spagnoli devono affrontare quando i loro iscritti diventano svariate centinaia. Infine, vendita al dettaglio in negozi dedicati forniti di licenza del Monopolio,

Un altro aspetto fondamentale, senza il quale non credo di poter sostenere un qualunque percorso di legalizzazione, è quello riservato alla prevenzione: nella proposta il 5% del totale annuo dei ricavi saranno destinati al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, insieme ai proventi delle sanzioni amministrative che saranno destinati interamente ad interventi informativi, educativi, preventivi, curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti. Io, per non sbagliare, suggerirei di innalzare la percentuale destinata alla prevenzione al 10% e di istituire una regia centrale con ramificazioni locali a livello di Provveditorato allo studio dove si possano favorire le iniziative culturali più meritevoli che si inseriscono in questo solco, quello di preparare i cittadini di domani, ancora minorenni, alla legalizzazione di oggi. In ultimo una nota dolente che credo giusto rimarcare per rendere la legge davvero frutto di un nuovo modo di intendere la relazione fra cittadino e consumo. Sono rammaricato del fatto che si preveda il divieto di consumare cannabis in luoghi pubblici. Che tipo di obbiettivo ha il legislatore? Forse è interdetto il consumo di alcol o tabacco di fronte a una scuola? Credo sia doveroso aggiustare il tiro su questo aspetto. Se decidiamo di legalizzare significa che siamo d’accordo di avere a che fare con una sostanza come minimo pericolosa come l’alcool e le sigarette, quindi che venga trattata alla loro stessa stregua. Insomma noi a Soft Secrets abbiamo sempre fumato dovunque e ci sembrerebbe davvero paradossale ci venisse proibito proprio mentre la cannabis sarà restituita alla società italiana.

LASCIARE LA POSSIBILITÀ A CHI VUOLE DI CONTINUARE A SOSTENERE LE PIAZZE DI SPACCIO, NON È IN NESSUNA MANIERA COMPARABILE A LASCIARE A QUESTE ULTIME IL MONOPOLIO DELLA VENDITA della quale si possono munire anche privati e non solo enti statali. Questi tre livelli di produzione non elimineranno magicamente il mercato nero, che continuerà ad avere interesse nella distribuzione di cannabis (posso già immaginare ad un prezzo più basso) ma certamente eroderanno un bacino di utenza che sino ad oggi è stato gestito in totale esclusività dagli attori interessati a questo commercio e porterà i consumatori a scegliere se preferire spendere meno per un prodotto illegale o spendere un po' di più per un prodotto legale. La differenza, già lo sappiamo, sarà nella qualità dello stesso, ma lasciare la possibilità a chi vuole di continuare a sostenere le piazze di spaccio, non è in nessuna maniera comparabile a lasciare a queste ultime il monopolio della vendita come succede oggi. Diciamo che i puntini sono sulla lettera giusta e il mercato si abituerà velocemente alla novità.



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PUNTO LEGALE

Ganja libera in Italia? Solo qualche anno fa un'idea simile era considerata un miraggio nel deserto del proibizionismo. Oggi invece, anche nel nostro Paese retrogrado e bigotto, di legalizzazione pare si cominci a parlare sul serio. Lo avevamo anticipato qualche numero fa: un fronte eterogeneo di deputati si è messo al lavoro per studiare un'alternativa alla legge vigente ed iniziare un percorso di totale liberalizzazione della marijuana sul modello a stelle e strisce (che, si sa, piace molto alla nostra Italietta, soprattutto se si parla di ca$h...). Negli ultimi anni sono state fatte diverse proposte sul tema – già interessato da riforme di diversa natura in svariati paesi dell'Unione Europea– e un intervento legislativo è in qualche modo richiesto dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale della Fini-Giovanardi, l’ultima legge creata ad hoc e approvata sul tema. Ignorate le proposte che venivano dai radicali, da parte della sinistra (non di centro) e dai pentastellati, l'intervento (decisamente blando) del Governo

Renzi, con la rispolverata alla legge JervolinoVassalli del 1990, ha semplicemente riammesso alcune varietà di cannabis nella tabella delle droghe leggere, senza discostarsi più di tanto dall'obbrobrio normativo che l'aveva preceduta. La proposta di legge presentata lo scorso 15 luglio durante un'affollatissima conferenza stampa a Montecitorio, ha però – forse – una particolarità che la rende più “solida” di altre: è frutto del lavoro di un intergruppo parlamentare di cui fanno parte 113 deputati di diversa estrazione partitica ed è stata co-firmata in tutto da 218 parlamentari. Escluse, of course, le correnti catto-fasciste di Giovanardi, Alfano e Meloni, e l'immancabile Lega Nord di Salvini, si può dire che mezzo parlamento sta seriamente considerando di portare la cannabis ad un'ampia legalizzazione. E così a Montecitorio si respira aria di ottimismo, concentrandosi sul fronte bipartisan di sostegno al progetto. Che la proposta del sottosegretario Della Vedova

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Provaci ancora Italia! COSA COMPORTA LA NUOVA PROPOSTA DI LEGGE SULLA LIBERALIZZAZIONE DELLA CANNABIS Lo scorso 15 luglio la scommessa fatta da Benedetto Della Vedova e dal suo intergruppo parlamentare si è finalmente concretizzata in un disegno di legge: a sostenere la proposta, la cifra “record” di 218 parlamentari. Ecco cosa, quanto e dove si potrebbe fumare e/o coltivare se il disegno di legge passasse indenne da entrambe le Camere. di Giovanna Dark e soci riesca a passare entro la fine di questa XVIIª legislatura, prevista per il 2018, è tutto da vedere. Ma se la straordinaria impresa dell’intergruppo parlamentare dovesse riuscire, ecco cosa cambierebbe.

apertamente contemplata in un disegno di legge: stando al testo dell'intergruppo, sarà possibile coltivare piante di cannabis fino a un massimo di 5 di sesso femminile, in forma sia individuale, che associata. È altresì consentita la detenzione del prodotto ottenuto dalle piante coltivate, a patto che non venga successivamente rivenduta. Per la coltivazione personale sarà sufficiente inviare una comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio e non è necessaria alcuna previa o speciale

š 3266(662 $ ),1, 3(5621$/,

Come primo ed importantissimo punto, si stabilisce il principio della detenzione lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi, che diventano 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche. Rimane comunque illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis, anche per modiche quantità inferiori ai 5 grammi. È inoltre permessa la detenzione di cannabis per uso terapeutico entro i limiti contenuti nella prescrizione medica, anche al di sopra dei limiti previsti per l’uso ricreativo.

š &2/7,9$=,21( '20(67,&$ Per la primissima volta la parola “autocoltivazione” entra nel glossario e viene

autorizzazione. I dati trasmessi sono inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy (opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…), e non possono essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste dalla procedura di comunicazione. Nel caso poi si volesse regalare piccole quantità (massimo 5 grammi) a terze persone, non scatterebbe l'illecito né sul piano penale, né tantomeno su quello amministrativo.

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Sul modello Uruguayano, viene istituito il regime di monopolio per la coltivazione delle piante di cannabis, la preparazione dei prodotti da essa derivati e la loro vendita al dettaglio. Per queste attività sono autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli anche i soggetti e le aziende private. Sono escluse esplicitamente dal regime di monopolio la coltivazione in forma personale e associata della cannabis, la coltivazione per la produzione di farmaci, nonché la coltivazione della canapa esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi industriali. Per le attività soggette a monopolio sono previsti alcuni principi insindacabili (tracciabilità del processo produttivo, divieto di importazione e esportazione di piante di cannabis e prodotti derivati, autorizzazione per la vendita al dettaglio solo in esercizi dedicati esclusivamente a tale attività, vigilanza del Ministero della salute sulle tipologie e le caratteristiche dei prodotti ammessi in commercio e sulle modalità di confezionamento, ecc. ecc.), la cui attuazione è delegata a tre decreti ministeriali da approvarev contestualmente alla proposta di legge. La violazione delle norme del monopolio comporta, in ogni caso, l’applicazione delle norme di contrasto alla produzione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti. La proposta di legge prevede poi che spetti al ministero dell’Economia e Finanze stabilire il livello delle accise, il livello dell'aggio per la vendita al dettaglio, nonché il prezzo di vendita al pubblico. Quest’ultimo potrebbe però non essere semplicissimo da fissare, data la notevole varietà dei prodotti. La variabile del prezzo è quindi cruciale nella lotta allo spaccio illegale: valori di listino troppo alti spingerebbero i consumatori a tornare a rifornirsi per vie illecite.

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Della Vedova e i suoi hanno buttato un occhio pure alla Spagna e nel testo ha inserito la possibilità di coltivare fuori dal regime di monopolio e in forma associata. Per la coltivazione in forma associata, è necessario costituire una associazione senza fini di lucro,


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proprio sul modello dei cannabis social club spagnoli, cui possono associarsi solo persone maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a cinquanta. Ciascun cannabis social club può coltivare fino a 5 piante di cannabis per ogni associato, per un massimo dunque di 250 piante per club. Sarà possibile iniziare a coltivare decorsi trenta giorni dall’invio della comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente per territorio. Anche in questo caso le comunicazioni sono protette dalle norme previste per i “dati sensibili” dal Codice Privacy.

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Sono previste poi svariate norme per semplificare la modalità di individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Sono

inoltre semplificate le modalità di consegna, prescrizione e dispensa dei farmaci contenenti cannabis. L’obiettivo è quello di migliorare una situazione, come quella attuale, in cui il diritto a curarsi con i derivati della cannabis è formalmente previsto, ma sostanzialmente impedito da vincoli burocratici, sia per l’approvvigionamento delle materie prime per la produzione nazionale, sia per la concreta messa a disposizione dei preparati per i malati.

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Non tutto può essere rose e fiori. Anche in questo testo permangono delle resistenze alla piena accettazione sociale del consumo di cannabis. Sul finire dell'articolo 2, al Capo I comma 3, si stabilisce un principio generale di divieto di fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Se mai la proposta dovesse diventare legge, sarà possibile fumare solo in spazi privati: sia al chiuso che all’aperto. E tanti saluti alla proverbiale cannetta al parco...

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Come per l’alcol, la legalizzazione della cannabis non comporta oviamente l’attenuazione delle norme e delle sanzioni previste dal Codice della strada per la guida in stato di alterazione psicofisica. Nel caso di hashish e marijuana, rimane

aperta comunque la questione relativa alle tecniche di verifica della positività al THC che attestino un’alterazione effettivamente in atto, come per gli alcolici, e non solo un consumo precedente che abbia esaurito il cosiddetto effetto “drogante”.

š 35(9(1=,21( ( 3529(17, 67$7$/, Per dare un'ulteriore aura di legittimità istituzionale alla proposta di legge è stato deciso che i proventi derivanti per lo Stato dalla legalizzazione del mercato della cannabis saranno destinati per il 5% del totale annuo al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative relative alla violazione dei limiti e delle modalità previste per la coltivazione/detenzione di cannabis, sono interamente destinati ad interventi informativi, educativi, preventivi,

curativi e riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti. Ora, nonostante gli accorati appelli dell'intergruppo parlamentare e il generale entusiasmo degli stoners di casa nostra, è probabile che questa proposta di legge rimanga lettera morta. Non è eccessivo pessimismo il nostro, ma un semplice esercizio di memoria. A guardare bene, infatti, negli ultimi 10 anni sono stati almeno una decina – tra proposte di legge e raccolte firme per referendum abrogativi – i tentativi di legalizzare (o quantomeno liberalizzare) la cannabis, che si sono inevitabilmente infranti davanti al vaglio delle Camere. Certo quella di Della Vedova è una proposta politicamente eterogenea e finanziariamente allettante per le casse dello Stato, ma sono ancora troppe le resistenze politiche e culturali e religiose presenti nel nostro Paese. Basti guardare alla star del momento, quel Matteo Salvini che piuttosto che legalizzare la cannabis ha dichiarato sarebbe meglio riaprire le case chiuse, perché «il sesso non ha mai fatto male a nessuno, la cannabis invece si». Nella speranza di aver preso un enorme granchio e che la proposta si trasformi in legge entro il 2018, non ci resta che seguire gli sviluppi di palazzo e incrociare le dita.



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47 di CBG

Il numero crescente di growers in Italia ha indubbiamente contribuito alla crescita del mercato dei semi. Sempre più varietà sono disponibili alla vendita da un numero crescente di seedbanks. Il sito Seedfinder.eu ne elenca oltre 6500 e ovviamente non sono che una parte delle genetiche disponibili al mondo. Ma da dove vengono tutti questi strain differenti? Innanzitutto occorre fare un passo indietro e contestualizzare di che tipo di cannabis stiamo parlando.

delle caratteristiche dai genitori ai figli? Non in una via matematica, ma quasi. La genetica ci insegna che non ci sono certezze, in quanto esistono dei meccanismi detti di interazione genica che alterano il normale andamento dominante/ recessivo che ci si aspetta sulla carta. Ciò determina una diversità fenotipica a parità di genotipo, come quando entrambi i genitori hanno gli occhi azzurri e il figlio li ha verdi. Possiamo a grandi linee assumere che il corredo genico del maschio contribuisce al portamento e alla forma dei rami e delle infiorescenze, mentre il corredo genico femminile incide di più sulla resina e sul contenuto di cannabinoidi espresso nella progenie di sesso femminile.

I SEMI DA COLLEZIONE

La canapa, o cannabis, che coltiviamo per fumare è una particolare tipologia dioica ad alto contenuto di cannabinoidi e con una conformazione ben precisa delle infiorescenze. Cannabis dioica significa che esistono individui femmine ed individui maschio differenti, al contrario sarebbe canapa monoica quindi gli individui porterebbero entrambi i caratteri maschili e femminili, quindi ancora sarebbe ermafrodita. Ad alto contenuto di cannabinoidi significa che i tricomi ghiandolari che ricoprono la parte aerea della pianta esprimono un notevole quantitativo di sostanze psicotrope. Con una conformazione particolare delle infiorescenze invece sta ad indicare un alto rapporto fiori/foglie perché l'utilizzatore ludico come è noto non fuma le foglie bensì le infiorescenze.

In natura sarebbe molto difficile trovare varietà del genere, che per comodità definirò da qui in seguito "moderne", in quanto sono il frutto del duro, ma soprattutto rischioso, lavoro dei breeders. I breeders sono i genetisti, coloro che incrociano e selezionano varietà nuove attingendo dalla popolazione disponibile. Come già scrissi qualche

anno fa su queste pagine, basta andare a vedere su Google le immagini delle prime Cannabis Cup degli anni settanta per rendersi conto dell'enorme differenza morfologica tra i vincitori di allora e i campioni moderni. Purtroppo il boicottaggio infame subito dalla cannabis nel secolo scorso ha fatto sì che solo pochi avanguardisti nel garage o nell'orto di casa abbiano potuto studiare a fondo la nostra beneamata, a rischio della galera e delle più pesanti persecuzioni. Ma è anche grazie a loro se la war on drugs non è riuscita ad annientare e cancellare la cannabis dal mondo. Pensate voi quale tremenda intuizione dev'essere stata l'idea di incrociare un maschio afghano con una femmina colombiana e poi ancora con una femmina messicana per poi creare i pilastri del breeding moderno. Certamente se avessimo aspettato il corso di madre natura non avremmo raggiunto questo livello, non conosco flussi migratori di uccelli tra il Medio Oriente e il Sud America perché tendenzialmente migrano per svernare e poi tornano a casa volando da nord a sud e viceversa.

Incrociare e creare varietà nuove significa collezionare il polline prodotto da individui maschili e porlo a contatto coi pistilli bianchi di un individuo femmina, i pistilli devono essere bianchi cioè sessualmente maturi perché in grado di accoglierlo. Ad avvenuta impollinazione i pistilli avvizziscono imbrunendo, segnale che la pianta femmina è stata correttamente impollinata. Alla fine della fioritura, che durerà circa un paio di settimane in più, gli individui femmine sono tracotanti di semi. Una volta essiccate le infiorescenze, basterà rimuovere i semi che se maturi cadranno da soli. I semi ottenuti andranno selezionati secondo la loro maturità. Un seme bianco o verdognolo facilmente non germinerà. Anche i semi che dopo una leggera pressione tra le dita si spaccheranno non germineranno in quanto pieni di aria. Il seme risultante sarà portatore in egual misura del DNA dei genitori (genotipo) ma esprimerà solamente una risultante dei suoi geni (fenotipo). Il 50% dei suoi geni è patrimonio di mamma e il 50% di papà. Ma come è possibile la trasmissione

I semi che troviamo oggi disponibili sul mercato altro non sono che incroci tra le varietà più famose ed affermate che abbiamo al giorno d'oggi. Una casa del seme non fa altro che incrociare individui selezionando poi tra i risultanti quello che più piace per farne una varietà a sé. Sono pochi i professionisti nel mercato dei semi di cannabis da collezione, la maggioranza incrociano pilastri o pietre miliari della cannabis per offrire in poco tempo varietà di sicuro apprezzamento. Non che sia un male questo, semplicemente è richiesto al coltivatore più esperto di scegliere bene a quale seedbank affidarsi per evitare di ritrovarsi coltivata una varietà dozzinale. Con questo vento di legalizzazione nel mondo spero arrivi anche in Italia l'impulso che cambierà le cose e porterà un poco di scienza tra i semi da collezione, perché le varietà sono tante ma il pool genico da cui attingere è pressoché infinito!


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STRAIN REPORT

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&ROWLYDUH OD 0RE\ 'LFN ;;/ $XWR Lo scorso 12 dicembre, un coltivatore chiamato Greenvigilante ha fatto la sua prima esperienza di coltivazione con la varietà Moby Dick XXL Auto di Dinafem. 77 giorni dopo, il risultato è stato imbattibile: un raccolto enorme ottenuto utilizzando un’illuminazione mista di HPS e LED per la crescita di 15 piante di Moby Dick XXL Auto, che ha portato a una resa incredibile di 155 grammi per pianta, ossia 2.340 grammi di cime essiccate in totale. Segue una descrizione di tutte le fasi della coltura e del processo di fioritura seguite Greenvigilante dal coltivatore per questa varietà. La Moby Dick XXL Auto di Dinafem è una varietà di cannabis autofiorente progettata per rispondere alle esigenze dei coltivatori che volessero raccolti abbondanti e la miglior qualità possibile prodotta da semi femminizzati autofiorenti. Questa genetica è estremamente vigorosa e potente e produce una quantità sorprendentemente elevata di resina e fiori per essere una varietà autofiorente. In realtà, questa varietà è una versione migliorata della famosa Moby Dick Auto della Dinafem. Attraverso questa esperienza, è apparso evidente il suo vero potenziale.

Sviluppo

Greenvigilante ha iniziato il processo di germinazione mettendo 22 semi di Moby Dick XXL su un foglio di carta da cucina bagnato in una tenda di 2 metri per 2 metri. Ha poi illuminato l’installazione con quattro fonti HPS da 600 W e alcune luci LED aggiuntive nella parte centrale. In questo ambiente, ha utilizzato un modulo centrale a 2 fonti LED da 75 W prodotto dalla britanni-

ca Grownorthern LTD, con un’elevata resa luminosa e il prodotto finale è stato eccezionale. Questo processo ha implicato l’utilizzo della fibra di cocco come substrato particolarmente efficiente per il drenaggio dell’acqua, che consente alla pianta di assorbire perfettamente tutti i sali minerali di cui ha bisogno. Inoltre, ha alimentato le piante con B-52 (ossia vitamina B, ideale per la germinazione), Big Bud e Overdrive. Il 3° giorno, dopo aver posizionato le fonti di luce, un sistema di aerazione e i vasi nella tenda di coltura, Greenvigilante ha irrigato la coltivazione preparando una soluzione nutriente da 0,3 ml di Roots Excelurator, un prodotto che somministra i nutrienti di base per le radici e 1 ml di nutrienti Sensi Grow A e B (progettati per le colture idroponiche) per litro di acqua d’irrigazione. Il 7° giorno, dopo aver ottenuto la germinazione con fonti T5 fluorescenti, il


50 coltivatore ha messo i semi in15 unità Air Pot da 10 litri, con un sistema di aerazione radicolare e alcuni granuli aggiuntivi di Plant Magic per potenziare la crescita. Ha aspettato quattro giorni e ha poi irrigato nuovamente le piante con i nutrienti. Dopo di che ha somministrato un ulteriore ciclo d’irrigazione ogni tre giorni e, successivamente, ogni due. Ha proseguito durante la fase di crescita (prima della comparsa dei fiori), che di solito dura circa 30 giorni. Durante questa fase, ha aggiunto anche 2 ml di Sensi Grow A e B, 1 ml di Voodoo Juice e 0,1 ml di Roots Excelurator a ogni litro di acqua d’irrigazione. Con tale somministrazione di nutrienti, il pH ha raggiunto 5.8 e l’EC (conducibilità elettrica) lo 0.8. Nel frattempo, il coltivatore ha cominciato a preparare una rete di 2 metri per 2 metri, progettata specificamente per controllare le dimensioni della pianta in indoor. Il ventesimo giorno la rete era pronta. Fino a quel momento aveva continuato ad applicare 2,5 ml di Sensi Grow A e B, 0,2 ml di Roots Excelurator e 1 ml di Voodoo Juice. Ha inoltre iniziato a usare l’illuminazione a LED e alcuni germogli di prefioritura sono comparsi sulle piante come primo segnale di una settimana intera di coltura vigorosa. Le piante hanno continuato a crescere considerevolmente, il parte grazie alla nebulizzazione di sali di Epsom. Il coltivatore ha inoltre installato un sistema sprinkler con ogni unità Air Pot irrigata mediante tre sprinkler per la somministrazione della soluzione nutriente e l’acqua di drenaggio è stata eliminata mediante un sistema di scolo. Prima di utilizzare questo sistema automatico

dotato di timer (un Dripper System 16 Airpot RTA), ha trascorso varie ore nella tenda durante il giorno per irrigare le piante a mano. In questo momento, rimanevano circa 14 giorni prima dell’inizio della fioritura e il pH è rimasto a 5.8, mentre l’EC a 0.8. Il 32° giorno, l’altezza di alcune piante raggiungeva la rete SCROG, sebbene fossero necessari ancora dai cinque ai sette giorni perché le piante crescessero verso sinistra e tutte le piante raggiungessero la stessa altezza. Greenvigilante ha poi deciso di applicare un’illuminazione più forte per ottenere un’elevata quantità di fiori di cannabis, cosa che, a detta sua, aveva già provato in precedenza con altre varietà. Verso il 34° giorno, le piante hanno cominciato a crescere al di sopra della rete SCROG. Il coltivatore ha applicato una piccola quantità di calcio (da 0,1 ml a 0,2 ml) e una quantità simile di magnesio. I sali sono stati applicati alternativamente, ossia, il giorno in cui veniva applicato calcio, non veniva somministrato magnesio. Ha detto che bisogna infatti stare attenti alla quantità di calcio somministrata: deve essere ben dosato perché è da due a tre volte più forte degli altri nutrienti. La temperatura con le luci accese deve essere tenuta al di sotto dei 24 gradi centigradi. Negli ultimi giorni, alle piante sono stati somministrati 2 ml di Sensi Grow A e B, 1 ml di Voodoo Juice, 0,15 ml di Roots Excelurator e 0,1 ml di calcio (o 0,1 ml di magnesio) per litro d’acqua. Tutti questi elementi hanno mantenuto il pH a 5.8 e l’EC a circa 1.1. Attorno al 40° giorno, le piante avevano superato la rete SCROG, erano diventate robuste e il profumo era perfetto. Greenvigilante ha continuato a somministrare calcio, magnesio, Sensi Grow A e B, Voodoo Juice e Roots Excelurator. Ha inoltre aggiunto Carboload, un prodotto che potenzia la fioritura e che aumenta notevolmente le dimensioni delle cime (il pH ha continuato a mantenersi a 5.8, ma l’EC è salita a 1.2). In quel momento, semplicemente a giudicare l’aspetto delle piante, Greenvigilante poteva già dedurre che il raccolto sarebbe stato abbondante. Il 45° giorno le piante hanno cominciato a fiorire e il canopo delle foglie era così spesso che manipolare la cannabis si è rivelato un compito arduo. Inizialmente, il coltivatore ha pensato di dover rimuovere la rete dal sistema SCROG, ma ha deciso infine di rimuovere solo una delle piante per lasciare spazio a sufficienza alle altre affinché continuassero a crescere. Dinafem consiglia di lasciare spazio a sufficienza fra le piante di Moby Dick XXL Auto affinché crescano pienamente. Ha inoltre aumentato la dose di nutrienti a 2,5 ml di Sensi Grow A e B, 0,1 ml di magnesio o calcio, 1 ml di B52 e 2 ml di Big Bud per litro d’acqua. Le quantità sarebbero rimaste le stesse fino al 60° giorno.

Il 49° giorno, a detta del coltivatore, i vicini hanno cominciato a lamentarsi del rumore del sistema di aerazione delle lampade. Per evitare problemi, Greenvigilante ha modificato l’orario di accensione dei ventilatori per evitare che se ne sentisse il rumore. Alcuni giorni dopo, il 53° giorno, la fioritura ha raggiunto il picco e la fragranza rilasciata dalla coltivazione era deliziosa. Le cime hanno raggiunto dimensioni notevoli ed erano piene di tricomi. Nel giro di 15 giorni, sarebbero state pronte per il raccolto. Uno degli aspetti su cui di norma si concentra questo coltivatore quando coltiva autofiorenti grandi è quello di evitare che le cime marciscano, ma dice che con il sistema SCROG ha ottenuto una grande quantità di germogli più piccoli, anziché grosse cime che potessero essere colpite da questo problema. Per questo motivo, ha utilizzato un ciclo d’illuminazione di 18/6 ore durante le ultime due settimane, che è stato poi ridotto gradatamente ogni due giorni fino ad arrivare a 12/12 ore, per evitare che le cime marcissero. Dal 60° giorno in poi, ha cambiato leggermente i nutrienti. Oltre a magnesio, calcio e Sensi Grow A e B, ha aggiunto Overdrive, un prodotto che è estremamente efficace nelle colture idroponiche per tenere le piante forti nella fase finale del processo di fioritura. A partire dal 70° giorno, il coltivatore ha cominciato a irrigare solo con acqua, 7 giorni anziché i soliti 10. In questa fase,

la fragranza rilasciata da alcune delle cime era pervasiva e piacevole. Il 75° giorno, il coltivatore ha rimosso interamente il sistema SCROG per raccogliere dei campioni e fare fotografie. Nel farlo, ha rilevato che circa il 10% dei tricomi era di colore ambrato. Dopo aver rimosso il sistema di bloccaggio, ha lasciato le piante nella tenda 48 ore in più al buio. In totale, la crescita è durata 77 giorni. In quel momento, i filtri antiodore andavano a pieno regime. Quando la tenda è stata aperta, tutta la casa sapeva di Moby Dick, un aroma intenso di agrumi, legno di pino, legno esotico e accenti dolci di Indica. Una volta essiccata la marijuana, ha osservato che la resa era estremamente alta (156 grammi in media per pianta) e che la densità delle cime di dimensioni commerciali era esagerata. Greenvigilante ha definito la qualità del prodotto finale “sublime”. Come prova questo esempio, anche i coltivatori alle prime armi possono ottenere un’ottima resa con una varietà come la Moby Dick XXL di Dinafem. Questa varietà di marijuana produce naturalmente una grossa quantità di resina ed è estremamente potente. Ottenere questa resa richiede inoltre molta pazienza, dedizione e un grande amore per la cannabis. L’amore di Greenvigilante gli ha permesso di ottenere questa resa incredibile con una genetica che non ha esitato a definire “sorprendente”.


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Sistemi di CO2 per la coltivazione della marijuana L’unico modo esistente per sapere se un sistema di CO2 è efficace sulla produzione finale di una coltivazione di marijuana è quello di coltivare anticipatamente le stesse genetiche e nelle stesse condizioni ma senza CO2, per poi ripetere la stessa coltura con la stessa genetica e nelle stesse condizioni, ma con CO2. Questo ci dà esperienza, cosa che non ci darà mai la teoria, ecco perché sono partito da questo presupposto nello scrivere questo articolo. Toni13 – Cultivandomedicina.com &2

A mo’ d’introduzione, dirò che la pianta utilizza l’energia che deriva da una fonte luminosa per realizzare la fotosintesi e trasformare la materia inorganica in materia organica. La CO2 riveste un ruolo fondamentale in questo processo. Le piante si alimentano di questo gas di giorno e lo divorano prontamente. Non si ottimizza con la CO2 nelle fasi notturne, poiché la pianta ha bisogno di ossigeno. Io la utilizzo di giorno nei periodi di fioritura e generalmente, a partire dalla terza settimana, che coincide con la produzione di resina da parte della pianta e poi fino al raccolto. Altri due dati interessanti sono che i livelli di questo gas si misurano in parti per milione (ppm) e che, per il suo peso, si accumula nella parte inferiore dell’armadio di coltura. Per avere un punto di riferimento, conviene ricordare che a livello mondiale si trova attorno alle 385 ppm, valore considerato normale. Logicamente, dove c’è più inquinamento, il tasso di CO2 sarà più elevato e nei luoghi meno inquinati, il tasso sarà inferiore. 3HUFKª XQ VLVWHPD GL &2 SX³ LQFUHPHQWDUH OD SURGX]LRQH" La CO2 è fondamentale nella produzione di carboidrati (carbonio, idrogeno e ossigeno) che alimentano le nostre piante. Quando la pianta viene ottimizzata con questo elemento può incrementare la produzione del 5%-20%. Tutto dipende da come si effettua l’ottimizzazione perché, se lo si fa male, si possono ottenere risultati estremamente negativi. Per cui, si parla di un sistema di coltivatori con esperienza che vogliono ottimizzare la produzione. La CO2 è l’ultima ottimizzazione che si deve effettuare in una coltura di marijuana. Dopo aver illustrato questi dettagli, vorrei sottolineare come i livelli di CO2 che si applicavano alle colture di marijuana ottimizzate con questo gas fossero di 1.500

Coltura ottimizzata con CO2 Boost

ppm e dico fossero, perché in realtà i valori consigliati sono altri. Parlando di questo argomento con il mio amico Jorge Cervantes, mi ha commentato come uno studio recente (2014) condotto negli Stati Uniti abbia concluso che la quantità adatta di CO2 che si deve applicare alle nostre coltivazioni indoor sia di circa 1.000 ppm ed è questo che sto in effetti facendo. La verità è che, da realista, ho notato un aumento della produzione. Quando le piante vengono ottimizzate con CO2, la crescita accelera, il che porta la pianta a stancarsi meno. Ho verificato che questo accorcia il periodo di fioritura della varietà. Ho realiz-

Generatore di propano con fiamma pilota

zato test con cloni identici e ho lavorato con e senza CO2 e in una varietà di 8-9 settimane, la data del raccolto sopraggiunge da due a tre giorni prima. Durante le mie esperienze di coltivazione, ho usato la CO2 in vari modi, variandone molto l’efficacia a seconda del metodo di applicazione: 1º- Soluzione casalinga: si può applicando sfruttando i gas provenienti dalla combustione di una stufa, dal riscaldamento o da simili. Non lo consiglio a meno che non si controlli la quantità (ppm) di CO2, poiché, se lasciamo la pianta esposta a elevati valori di CO2 senza controllo, possiamo provocare molto stress per la pianta e può diventare ermafrodita. Questo metodo può causare vari problemi. { 6ROX]LRQH FDVDOLQJD un’altra soluzione casalinga è quella di unire lievito fresco, acqua, zucchero o bicarbonato e aceto, ma ci sarà da lavorare un bel po’ per ottenere ben poco, poiché l’effetto sulla pianta è minimo, se seguiamo questo metodo. Queste soluzioni che si possono leggere in qualche forum non meritano grossi sforzi. Non ve le consiglio. Ho verificato che 2 o 3 persone in un abitacolo di 12 m2, solo per il fatto di parlare e respirare, fanno aumentare la quantità di CO2 a livelli ottimali. { 6ROX]LRQH GL EDVH &2 %RRVW se volete aumentare il livello della coltivazione, bisogna ricercare un sistema più sofisticato, progettato per raggiungere questo scopo. Per esempio, il &2 %RRVW è un sistema semplice e di facile applicazione. È composto di un secchio contenente una formula brevettata di CO2 organica. Viene convogliata alla coltura mediante una bombola collegata al secchio e attraverso un tubo di silicone che porta il gas all’area di coltivazione. Prima di applicare questo prodotto, ho contattato il produttore e mi è stato consigliato, perché l’applicazione fosse più efficace, di posizionare l’estrazione del gas il più in alto possibile su ogni pianta, perciò ho posizionato tante “T”, uscite di distribuzione, quante erano le piante

nella coltura. Ho costruito un telaio in legno e attraverso una maglia per creare uno S.C.R.O.G., ho distribuito le uscite del tubo in silicone. Nell’immagine si può vedere la descrizione. Era una coltivazione con 16 piante e ho posizionato le uscite a “T” proprio al di sopra di ogni pianta perché il gas si distribuisse in modo il più omogeneo possibile. Il mio consiglio è quello di partire da un sistema semplice, economico e di facile installazione come il CO2 Boost e dopo alcune colture, installare un sistema più completo, come quello che ho attualmente, composto di tre elementi, ossia il sistema di CO2 che aumenterà di più la vostra produzione finale. 4º- Soluzione professionale, generatore di propano + analizzatore + sonda: - Generatore di propano: una bombola di propano alimenta di gas il generatore e questo, mediante i bruciatori incorporati, trasforma il propano in CO2. (VLVWRQR WLSL GL JHQHUDWRUH FRQ ILDPPD pilota e senza fiamma pilota. Con fiamma pilota: nell’immagine si può vedere che il funzionamento è molto simile a quello di un dispositivo di riscaldamento a gas comune, con tre posizioni. Il cerchio nero corrisponde allo spegnimento, la stella indica l’accensione della fiamma pilota e la fiammella indica che il dispositivo è in funzione e brucia propano. Il punto rosso che si vede sotto il regolatore indica in che stato si trova in dispositivo e che sta funzionando. Quando la luce si spegne, bisogna spegnerlo e metterlo in posizione ‘spento’ prima che la fiamma pilota si spenga, poiché questa

Generatore di propano senza fiamma pilota


54 genera calore e CO2. Bisogna comunque ricordare che, come è vantaggioso ottimizzare con CO2 nella fase diurna, tanto è dannoso farlo nella fase notturna, poiché può provocare stress per le piante. Se il tasso di CO2 è molto elevato, potrebbero nascere fiori maschi e la pianta tornare ermafrodita. Senza fiamma pilota: più semplice ed efficace, poiché basta mettere l’interruttore su acceso, “ON”, affinché si metta a funzionare finché la bombola di propano si esaurisce e non bisogna sostituirla. Il connettore nero che si vede nell’immagine proviene dall’analizzatore, che dà il comando di collegarsi, poiché si accende solo quando la fiamma è accesa. Questo elemento vi consiglio sia “senza fiamma”, poiché automatizzerà lo spegnimento e l’avviamento del dispositivo, il che gli conferisce totale autonomia e ci garantisce un maggior grado di sicurezza. - Analizzatore: questo dispositivo è quello che accentra tutte le informazioni e che controlla l’accensione e la regolazione del generatore di propano. Possiamo scegliere con quante ppm di CO2 vogliamo andare a ottimizzare e il rispettivo range. È molto semplice: se fissiamo la quantità a 1.000 ppm e il range a 150, il generatore di propano si metterà a funzionare per raggiungere le 1.000 ppm di CO2 nella coltivazione e darà il comando al generatore di propano fino al raggiungimento di questa quantità, quando poi si spegnerà. Avendo fissato un range di 150, quando la quantità di CO2 scende e arriAnalizzatore analogico + Sonda va a 850 ppm di CO2, darà un nuovo segnale al generatore di propano che ricomincerà a funzionare. In questo modo, ci assicuriamo una quantità “ottimale” costante di CO2 nella coltura.

Analizzatore digitale + Sonda

grammati e le ppm di CO2 che ci sono nella coltivazione in quel momento. - Sonda: indica quante ppm di CO2 ci sono nella coltivazione. È fondamentale conoscere in qualsiasi momento le ppm di CO2 se vogliamo ottimizzare una coltivazione con CO2. Una dose troppo alta produce un forte stress per la pianta, che la può rendere ermafrodita e produrre fiori maschio durante la fioritura o portare a un deterioramento fisico notevole nella pianta. In generale, la sonda si posiziona in mezzo alla coltivazione a un’altezza media. In questo modo, offre dati più globali e oggettivi. Informazioni pertinenti: oltre a disporre di generatori di propano per produrre CO2, dobbiamo sapere che possiamo

anche usare una bombola di CO2 con elettrovalvola, ma questo sistema non sarà molto più caro dell’utilizzo di un generatore di propano per produrre CO2. La bombola da 9,5 chili di CO2 può costare fino a 10 volte in più della bombola di propano. Durata della bombola di propano: di solito ottimizzo le mie coltura a partire dalla terza settimana di fioritura fino alla fine della coltura, ossia circa 6 settimane per coltivazione. Una bombola di propano costa 14€ e mi basta per 2 coltivazioni. L’area di coltura è di circa 12 m2 (circa 28 m3) e si parla di una spesa di 7€ in propano, per ogni coltivazione, il che è estremamente economico. L’unico inconveniente è l’investimento iniziale nella strumentazione.

(VLVWRQR WLSL GL DQDOL]]DWRUH DQDORJLFR H GLJLWDOH Analogico: il modello che mi è piaciuto di più è quello nell’immagine. È composto di due indicatori circolari, uno per stabilire le ppm di CO2 con cui vogliamo lavorare e l’altro per indicare il “range”. È facilissimo. È inoltre dotato di una sonda per misurare i livelli di questo gas. Digitale: ho provato cinque analizzatori diversi e quello dell’immagine è il più efficace e semplice. Ha un pulsante (display) che dà accesso a un menù semplice dove fissiamo il livello massimo in parti per milione (ppm) di CO2 e il livello minimo che attiverà il generatore. Sullo schermo possiamo visualizzare i valori pro-

Ottimizzazione di CO2 + Sodio + LED


L’enciclopedia online della Cannabis

/SoftSecretsItalia @cannabisinfo_it


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EASY CANNABIS

Quello che non vedi COSA C'È DAVVERO DENTRO QUELLO CHE FUMIAMO Quando c'è proibizione, c'è spaccio e quando c'è spaccio, c'è taglio. Questa la regola aurea che (ahinoi!) tutt'ora tiene in piedi il maestoso e ultra-miliardario impero del narcotraffico. Acquistare hashish o marijuana per strada – ma anche dal pusher di fiducia – comporta ancora oggi un rischio in termini di salute, oltre che legali. Usate per aumentarne il peso o modificarne l'effetto, le sostanze da taglio sono purtroppo una realtà ben ancorata a quello che fumiamo ogni giorno. Ecco un piccolo compendio di di Giovanna Dark quelle che sono state analizzate e scoperte fin'ora. Nel belpaese si fa un gran parlare di legalizzazione della cannabis e di come quasi tutti ormai l'abbiano provata almeno una volta, magari godendosela. Allo stato attuale delle cose, però, sia la coltivazione che l'acquisto rappresentano attività illecite e penalmente perseguibili, col risultato che il 99% dell'approvvigionamento di hashish e marijuana – fatta eccezione per le rarissime prescrizioni mediche – avviene sulle piazze del mercato nero. Comperare erba e fumo per strada o dal pusher di fiducia è però sempre e comunque un azzardo: vista la totale mancanza di controlli, è quasi assicurato che il prodotto non sia di qualità. Certo, l'high c'è comunque, ma assieme al THC il nostro corpo finisce per assorbire sostanze che, primo, non dovrebbero stare li e, secondo, potrebbero essere altamente nocive per il nostro organismo. Esistono tonnellate di leggende metropolitane su cosa finisca dentro quello che ci fumiamo. Tante volte sono esagerazioni a favore di pubblico (molto poco pensante) – come ad esempio la celeberrima cannabis tagliata con eroina (sic!) – ma per la maggior parte le voci sono vere e

della cannabis sia nocivo anche e soprattutto per la salute pubblica: vietando l’autocoltivazione di cannabis ed imponendo ai consumatori di rivolgersi al mercato illegale lo Stato abdica platealmente all'articolo 32 della Costituzione che recita chiaramente “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività”. Ed anche una prova della mancanza di controlli seri in Italia, dove ogni giorno vengono dilapidate risorse pubbliche per reprimere consumatori e piccoli coltivatori di cannabis, ma non vengono effettuati controlli sulle tipologie di prodotto rintracciabili sul mercato dello spaccio né vengono attuati programmi per informare sui rischi reali dell’assunzione di queste tipologie di droghe leggere, che evidentemente, più che sulle inesistenti percentuali di THC al 60% vaneggiate da Giovanardi, si ritrovano nelle sostanze da taglio che le mafie utilizzano per aumentare i guadagni. Perché è tutta una questione di business in fondo. Da che mondo è mondo, la grande piramide del narcotraffico campa sulla “diluizione”del prodotto e sul guadagno extra che ad ogni gradino se

senza nessuna eccezione e anche più di una volta, nei vari passaggi dal produttore al consumatore. Tagliare la droga assolve infatti a tre specifiche funzioni necessarie alla sopravvivenza del mercato nero: 1) aumentarne il volume, il peso e quindi moltiplicare i proventi ricavati dalla vendita della sostanza; 2) migliorare gli effetti della sostanza stessa, quando questa è di bassa qualità e di conseguenza stabilizzare la domanda, se non addirittura crearla; 3) alterare il composto in modo che questo sia meno riconoscibile dai controlli, soprattutto cinofili, delle forze dell’ordine preposte. Le analisi effettuate nei campioni di strada, cioè i pochi grammi sequestrati a poveri ragazzini o a semplici sprovveduti dalle forze dell’ordine nei loro controlli di routine, dimostrano la presenza di numerose sostanze da taglio che, più specificatamente, possono essere divise in 4 macrogruppi. – Diluenti: tutte quelle sostanze che aumentano il volume complessivo della preparazione, aumentandone di conseguenza il peso; – Adulteranti: sostanze che hanno un proprio effetto farmacologico aggiuntivo e finiscono per modificare sensibilmente l'high o comunque la percezione psicofisica della sostanza; – Impurezze d'origine: le sostanze naturali presenti nella droga vegetale, da cui si ottiene, per via sintetica, la sostanza stupefacente; – Impurezze di sintesi: tutti i prodotti derivanti dal processo di sintesi o prodotti da esso, diversi dal principio attivo della sostanza lavorata. Dalle analisi effettuate, dal 2007 al 2013, sui campioni di hashish e marijuana sequestrati,

LA GRANDE PIRAMIDE DEL NARCOTRAFFICO CAMPA SULLA “DILUIZIONE”DEL PRODOTTO E SUL GUADAGNO EXTRA CHE AD OGNI GRADINO SE NE RICAVA le sostanze da taglio rinvenute all'interno di campioni analizzati dalle sparute associazioni volontarie e dai ricercatori prezzolati del fu DPA, hanno di che far accapponare la pelle. Un’ulteriore prova di come il proibizionismo

ne ricava. È possibile ipotizzare, ad esempio, che da un kilogrammo iniziale di marijuana si possa ricavare cinque volte tanto, portandola al raddoppio effettivo del peso in almeno 4 passaggi di livello, dal “pesce grosso” allo spaccino di piazza. Tutte le droghe illegali vengono tagliate,

risulta che in essi sono contenuti, oltre al suo composto principale (il delta9-THC), alti livelli di contaminanti biologici, tra cui batteri Aspergillus, che potrebbero condurre alla polmonite fulminante, soprattutto negli immunocompromessi. Sono presenti anche


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contaminanti non biologici, tra cui metalli pesanti come alluminio e cadmio, i quali possono provocare malattie respiratorie accumulandosi nei fluidi polmonari, causando reazioni infiammatorie e attività pro-ossidante. In alcuni casi nella marijuana è stato trovato il “paraquat”, un pesticida tossico per le vie aeree, in grado di alterare la membrana alveolare e causare l’ARDS (Sindrome da Distress Respiratorio Acuto), con ipossiemia e insufficienza respiratoria. Infine, sono state trovate nei campioni di hashish la paraffina e microsfere in vetro o sabbia, aggiunte per aumentare il peso e che possono causare, una volta inalate, reazioni infiammatorie, con conseguente danno alla mucosa orale, ulcere della bocca, epistassi, mal di gola, tosse e polmonite secondaria all’inalazione. Lo scorso anno anche la televisione svizzera si è occupata di questa problematica e in un servizio

trasmesso su TeleTicino ha portato allo scoperto i danni collaterali del proibizionismo. Intervistando anonimi fumatori che hanno accusato nausea, dolori e difficoltà respiratorie sopraggiunti dopo aver fumato, la tv elvetica ha parlato di erba che viene “coltivata con pesticidi, poi imbevuta in acetato di piombo per aumentarne il peso, coperta di lana di vetro per simulare la cristallizzazione del fiore ed infine spruzzata con la lacca per tenere insieme il tutto”. Alla faccia delle droghe leggere.... C'è poi la leggenda metropolitana, rivelatasi però assolutamente fondata, che la cannabis proveniente dai Balcani, in special modo dall'Albania, sia in realtà imbevuta nell'ammoniaca. Stando a quanto dicono i bene informati, prima di tagliare le piante, i coltivatori gettano ammoniaca sul terreno, che viene assorbita dalle radici, facendo seccare molto più rapidamente la pianta, e amplificandone gli effetti

psicoattivi e quelli purtroppo collaterali. Per i gli operatori del mercato nero accelerare il processo di essiccazione è importante: far seccare le piante in modo "naturale" richiederebbe settimane, con i problemi ed i rischi relativi alla gestione del prodotto in tale periodo, mentre imballare erba ancora fresca potrebbe provocare muffe che deteriorerebbero il prodotto, rovinandolo o almeno deprezzandolo. Ma l'ammoniaca viene utilizzata anche per amplificare gli effetti dell'erba di scarsa qualità, sempre proveniente dall'est. La marijuana viene immersa nell'ammoniaca e fatta seccare nuovamente. Anche se il tenore di THC dell'erba in questione è molto ridotto, grazie agli effetti dell'ammoniaca, al consumatore sembrerà di migliore qualità rispetto a quella effettiva, almeno in termini di sballo. Per quanto riguarda l'hashish, invece, fonti meno ufficiali parlano di tagli effettuati con vasellina, paraffina, henné, lucido da scarpe, cera d’api e miele. Personalmente posso dire di aver assistito ad un tipo di taglio dell'hashish che definirei, perlomeno, onesto. Mi trovavo nella cucina di un amico che doveva ammortizzare le perdite di quello che si era fumato da solo. L'amico aveva una ventina di grammi di quello che mi pareva essere Charas – o comunque uno di quegli hash belli morbidoni – e dei rimasugli del classico fumo commerciale e aveva deciso di “rimpolpare” il prodotto di qualità farcendolo letteralmente con quello da poco: sciolta la Charas a bagnomaria, aveva quindi aggiunto i pezzetti del fumaccio commerciale e, dopo averlo impastato manco fosse la base di una Saint Honoré, lo ha lasciato raffreddare e ricompattarsi. Lui rideva, “two gust is megl' che one” diceva. Chissà se i suoi clienti hanno apprezzato... Insomma, nell'era del bio, della filiera corta e dei marchi di qualità anche sulla carta igienica, non ci si può nemmeno più fidare della naturalità del prodotto di una pianta: allo stato attuale delle cose, è quasi impossibile che un composto proveniente dal commercio illegale sia incontaminato. Se infatti il profitto è il fine ultimo e i controlli sulla qualità del prodotto sono pari a zero, dalla “zona grigia” della vendita al dettaglio non ci si può aspettare mai nulla di buono. Tutte queste sostanze utilizzate a vario titolo per trattare la marijuana e l'hashish e che poi finiscono nel mercato italiano e non solo, danneggiano gravemente la salute dei consumatori, in molti casi giovani, specialmente quando il consumo è frequente o abituale. Sostanze la cui inalazione mediante fumo può concretamente provoca rischi sia a livello fisico che psicologico. Anche per questi cruciali motivi la politica e la società civile dovrebbero prendere seriamente in considerazione la proposta fatta dall'intergruppo parlamentare per la legalizzazione della cannabis. «Con 8 milioni di consumatori – spiega l'insospettabile firmataria montiana Adriana Galgano – la legalizzazione è già nei fatti. Da questa situazione lucra la malavita e paga il contribuente visto che il 60% dei processi e dei detenuti è a causa del piccolo spaccio. È giunta l'ora di sottrarre questo traffico alla criminalità e alle mafia e usare i proventi della tassazione per la prevenzione». Dietro il velo del proibizionismo e della war on drugs c'è anche la nostra salute. Legalizzare significa migliorare enormemente la qualità del prodotto e, allo stesso tempo, dare un colpo mortale ai signori della droga che da sempre lucrano sulla nostra pelle, prima ancora che sul nostro “diritto allo sballo”, come impropriamente viene chiamato. Speriamo che questa sia la volta buona.


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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

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Orari: Lunedì- sabato 9.30- 12.45 e 15.00- 19.00 Lunedì mattina chiuso

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GROWING

La stanza dei sogni. Parte II FATTA LA GROW-ROOM, È IL MOMENTO DI PIANTARE Dopo aver descritto come allestire una stanza di coltivazione, siamo pronti a sporcarci le mani! Il numero di vasi per vassoi è a vostra scelta, generalmente va dai 16 ai 25 vasi per vassoio, questo varia anche a seconda della dimensione del vaso, utilizzando vasi da 5,5 litri possiamo arrivare anche a sistemarne 36 ogni mq. La dimensione dei vasi influenzerà alcune scelte tecniche. Nel nostro paese, molti coltivatori utilizzano vasi di grosse dimensioni, a partire da 11 litri, disponendo da 5 a un massimo di 16 vasi per vassoio; in questo caso, molti coltivatori, mantengono le piante di 2L3bg in stadio vegetativo per un periodo più lungo, prima di passarle in fioritura. Nel nostro caso, invece, andremo a mettere 25 vasi da 7 litri per ogni vassoio. La tecnica di coltivazione utilizzata è simile al SOG o mare verde, cioè molte piante di piccole medie dimensioni per mq; la fase vegetativa è molto corta, le piante quando hanno raggiunto un’altezza di 20/30 cm vengono messe a fiorire. È il tipico sistema adottato nel nord Europa e risponde a un fabbisogno più intenso, con questa tecnica avremo un raccolto ogni due mesi circa. È possibile aumentare il numero di piante per mq, utilizzando contenitori più piccoli ma allo stesso tempo aumenta la mole di lavoro. Il substrato da noi utilizzato è una miscela composta da: terra tipo lightmix, cioè poco ammendata, con un valore di EC abbastanza contenuto; cocco, per migliorare la struttura del substrato; humus di lombrico, per rendere fertile il terreno, cioè l'ammendante; perlite, per aumentarne il drenaggio. Mescoliamo nelle seguenti percentuali, 50% di terra, 25% di cocco, 18% di humus e 7% di perlite. In alternativa si può preferire soluzioni differenti, come ad esempio utilizzare un substrato già preparato tipo all-mix, che garantisce un livello sufficiente di nutrienti fino alla fine del ciclo di coltura. Lo stesso vale per miscele contenenti una

buona dose di guano di pipistrello. Personalmente, non utilizzo nessun derivato del guano di pipistrello o di uccello marino, essendo totalmente anti-ecologico: per estrarre il guano, le caverne o le isole dove sostano interi stormi di uccelli, vengono scavate o totalmente distrutte dando luogo quindi a veri e propri disastri ambientali. Una buona alternativa è costituita dal cocco, il substrato più ecologico in commercio; i vantaggi del cocco sono molteplici: ad esempio, è interamente riutilizzabile e inoltre non ha bisogno di essere mescolato come nel mix appena descritto, cioè è pronto per l'uso. Prima di iniziare qualsiasi operazione inerente il coltivo, vi consiglio di collaudare l'intera growroom, controllando che funzioni bene l'elettricità, cablaggi e connessioni, che non ci siano perdite di acqua, l'efficienza del sistema di areazione; il clima ideale va dai 22° ai 26° di giorno e dai 16° ai 20° di notte. Infine disinfettare l'intera stanza con una soluzione a base d'acqua e il 5% di candeggina, per assicurarci di lavorare in un ambiente pulito. La nostra growroom una volta pronta deve essere simile alla sala operatoria di un ospedale.

TRAPIANTO

Per questo ciclo colturale, utilizzeremo dei cloni provenienti da piante madri selezionate in precedenza. La genetica descritta in quest’articolo è un ibrido di Og Kush, ma le istruzioni qui riportate sono valide per ogni genetica di cannabis. Le talee presenti nell'incubatrice hanno sviluppato abbastanza radici e sono pronte per essere trapiantate, hanno circa 20 giorni di età. A questo punto, riempiamo tutti i vasi con il substrato scelto, disponiamoli nei vassoi e al centro di ogni contenitore scaviamo un buco delle dimensioni tali da ospitare la piccola pianta. Se avete a disposizione micorriza o qualsiasi cocktail di funghi benefici, molto spesso devono essere applicati sulla terra prima di trapiantare, di modo che entrino in contatto con le radici quando disporremo le piante nei vasi, infatti, questo tipo di funghi colonizza l'apparato radicale entrando cosi in simbiosi con la pianta. In ogni caso, leggere le istruzioni riportate dal fabbricante. Preparate una brocca da litro contenente una soluzione acaricida e pronti per trapiantare. Immergete nella soluzione acaricida ogni singolo clone, dalla testa fino alla base del tronco, è il modo più efficace di disinfestare piccole piantine ma lo consiglio anche come forma preventiva. Successivamente, piantatelo


61 Sebbene sia migliore utilizzare le MH durante la fase vegetativa, tuttavia non è obbligatorio, per anni ho utilizzato per l'intero ciclo colturale lampade al sodio ad alta pressione o HPS, ottenendo lo stesso degli ottimi risultati. Personalmente ho notato che le piante sotto una HPS crescono molto più velocemente rispetto a piante illuminate da lampade MH, a discapito della struttura perché tendono ad allungarsi creando una maggiore distanza tra gli internodi. Le MH nella nostra stanza, sono alimentate dagli stessi trasformatori utilizzati per le lampade HPS. Quest'ultime, sostituiranno le MH quando porteremo le piante in fioritura. nel foro scavato, riempitelo con un poco di terra e pressate leggermente con le mani assicurandosi che la talea sia ben piantata nel terreno. Ora preparate una soluzione nutritiva a base di stimolatore radicale e nutrienti specifici per la fase vegetativa. Se utilizzate acqua osmotica con EC pari a 0, aggiungere i mono nutrienti calcio e magnesio; aggiungendo il calcio, bisogna portare il valore di EC intorno a 0,2 Ɖ) FP PHQWUH FRQ LO PDJQHVLR O (& GHYH VDOLUH ILQR D Ɖ) FP /D quantità di magnesio deve essere doppia a quella di calcio perché durante la fase di crescita la pianta ne ha un gran bisogno. Come stimolatore radicale abbiamo optato per un cocktail di funghi benefici, privo di N-P-K; abbiamo constatato usando diversi stimolatori radicali che alcuni di questi, molti ricchi di micro e macro nutrienti – soprattutto azoto e magnesio, in aggiunta ai fertilizzanti specifici per la crescita – costituiscono una riserva eccessiva per la pianta, che continuerà a crescere in maniera smisurata. Mantenere LO YDORUH GL (& HQWUR Ɖ) cm e regolare il PH a 6,0. Ogni piantina avrà bisogno di circa 200 ml d'acqua, è molto utile avere la soluzione già pronta, in tal modo le piante non moriranno di sete. Mi raccomando, la natura non aspetta, fatele bere il più presto possibile!

FASE VEGETATIVA

Durante la fase di crescita a illuminare le piante ci penseranno 4 lampade agli alogenuri metallici o più semplicemente MH da 600 watt. Lo spettro luminoso di queste lampade si adatta molto bene alla fase vegetativa e molti coltivatori le utilizzano per sviluppare piante dagli internodi ristretti oppure durante la fase di fioritura in aggiunta alle lampade HPS, ottenendo uno spettro luminoso più ampio.

Appena trapiantiamo, la distanza ideale tra la lampada e la testa delle piante è di circa 1mt, per poi avvicinarle fino a 60 cm dalla testa, nei giorni successivi. Un temporizzatore industriale, tipo DAVIN, controlla accensione e spegnimento delle lampade ed è programmato per farle funzionare 18 ore al giorno. La temperatura ideale durante questa fase è di 26°C e il tasso di umidità di circa il 60%. Un umidificatore all'interno della stanza può rivelarsi utile per rendere l'ambiente più accogliente. Non dimenticate che fino a qualche ora prima le piante erano dei piccoli cloni in un’incubatrice. Cercare di evitare forti escursione termiche tra il giorno e la notte perché favoriscono l'apparizione di muffe; la differenza ideale tra le due temperature è di 5°C. IRRIGAZIONE È a discrezione di ognuno la frequenza con cui irrigare le piante. Alcuni coltivatori lasciano trascorrere alcuni giorni, aspettando che il substrato si secchi completamente prima di innaffiare ma è un’opzione che sconsiglio. Il substrato deve essere costantemente umido ma neanche troppo zuppo, rischiando di fare marcire le radici. Il sistema migliore è di somministrare piccole dosi più volte al giorno, in questo modo le piante avranno a disposizione una costante riserva nutrizionale e il substrato continuerà ad arieggiare. Senza un sistema d’irrigazione automatica è un ritmo impossibile da sostenere. Personalmente ritengo la miglior opzione quella di irrigare a giorni alterni, evitando il rischio di un’improvvisa disidratazione e allo stesso tempo riducendo la mole di lavoro. Un giardino di 100 piante arriva a consumare fino a 150 litri d'acqua ogni settimana. È molto utile organizzare un programma colturale, ad esempio un calendario in cui stabilire tempi e dosi dei vari fertilizzanti a disposizione a seconda della fase in cui si trovano le piante, oppure un’agenda in cui annotare tutte le operazioni che svolgiamo. Per questo ciclo colturale abbiamo optato per alcuni fertilizzanti di Biocanna supportati da altri prodotti che vedremo in seguito. Con i fertilizzanti Biocanna, che sono 100% organici, non corriamo il rischio di over-fertilizzare le piante. Durante la fase di crescita, abbiamo somministrato una soluzione nutriente a base di Bio Vega, specifico per la fase vegetativa, ad alto contenuto di azoto, Voodoo Juice di Advanced Nutrients, uno stimolatore radicale che ritengo ottimo, essendo privo di N-P-.K e allo stesso tempo composto da una vastissima gamma di microrganismi benefici e infine il silicato di potassio. Quest'ultimo è un prodotto molto diffuso tra i coltivatori più esperti: il silicato di potassio apporta molteplici benefici alla pianta, infatti, il suo impiego provoca l'aumento della velocità di divisione cellulare che si traduce nello sviluppo di una lamina fogliare più spessa, il sistema immunitario si fortifica e inoltre aiuta la pianta a sopportare temperature più alte. Per l'intera fase vegetativa abbiamo somministrato la soluzione nutritiva GHVFULWWD FRQ 3+ D H LO YDORUH GL (& HQWUR Ɖ FP 8QD VHWWLPDQD prima di mandare in fioritura il nostro giardino, abbiamo polverizzato una soluzione a base di DELTA9, un biostimolatore metabolico composto da una vasta gamma di micro e macronutrienti, amminoacidi, enzimi e complessi vitaminici; accelera appunto i processi metabolici già in corso nella pianta. Dopo averlo applicato, i risultati sono a vista d'occhio. Ricordate: non polverizzare mai le piante a luci accese, un modo corretto è di aspettare le ore notturne, spegnere il sistema di areazione e riaccenderlo dopo aver polverizzato. A circa dieci giorni dalla partenza, le piante sono pronte per fiorire!


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SHOP REVIEW

Fumerò, Napoli

Oggi siamo a Napoli per visitare una ragazza speciale, Cristina, che oltre ad essere la titolare del growshop Fumerò, è anche mamma di due splendidi scugnizzi, moglie di un editore alternativo di fumetti e organizzatrice della Fiera Canapa in Mostra. Soft Secrets è onorato di potervi raccontare la sua storia.

quartiere che mi protesse dai prepotenti, per me è stata terribilmente dura, mi è successo di tutto, in una grande città ti può capitare che vari prepotenti ti minaccino a più riprese, e proprio per questo, da quando ho aperto, ho fatto un’accurata selezione della clientela cercando sempre di lavorare con persone di un certo livello civile, ad esempio oggi non vendo più bilancini per non avere a che fare con i pusher.

Ciao Cristina, allora come hai cominciato?

Come ti sei avvicinata al grow? Come si lavorara nel tuo negozio?

Ho aperto 15 anni fa in un negozio di 15 m quadrati: un vicoletto perduto nel centro storico (la traversa di una traversa) e dal 2009 ci siamo trasferiti nello spazio attuale, in zona universitaria di fronte alla Federico II. All’epoca, ero una fumatrice di bong che però in Italia erano difficili da trovare, dovevamo andare sino in Olanda, sennò qui non trovavamo nemmeno le pipe, figuriamoci i braceri o gli accessori. Un volta, ero in vacanza in Toscana, e per caso conobbi i ragazzi di Foglie d’Erba che avevano aperto a Bologna da meno di un anno e così decisi di catturare la loro idea e farla mia a Napoli. Fumerò nasce quindi come headshop, inaugurai facendo tutto da sola, avevo 20 anni.

Seguendo l’esempio di altre realtà europee decisi di inserire anche i prodotti più strettamente grow e così adesso il grow è diventato il vero protagonista del nostro lavoro del quale ci occupiamo a 360 gradi. Il nostro punto di forza è l’assistenza calibrata per ogni cliente ed una base di competenza concreta, sviluppata nel corso degli anni, sia per quel che riguarda le differenti genetiche sia per quel che riguarda i prodotti che distribuiamo. Siamo sempre aggiornati sulle novità del mercato.

Come si lavora nella tua amata città? All’inizio per fortuna, essendo una ragazza giovane, venni adottata dal

E da quando hai aperto ad oggi cosa è cambiato? Beh è cambiato molto: in 15 anni di lavoro siamo arrivati sino all’organizzazione di una fiera per i napoletani: Canapa in mostra. Il 16-18 ottobre finalmente ci sarà la seconda edizione e vi aspetto numerosi per coltivare la nostra passione comune.

Fumerò Via Sedile di Porto, 60, 80134 Napoli Fumerò Via Francesco Cilea 256, 80127 Vomero (Napoli) Fumerò Via Chiatamone 56/C, 80121 Chiaia (Napoli) Telefono 393 910 2165

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29 58-59 58-59 58-59 64 51 32 57 18 20 41 58-59 58-59 26 45 46 58-59 52 60 58-59 1 25 40 58-59 17 38 58-59 52 61 56 1 58-59 49 51 56 60 7 52 60 40 58-59 10 31 47 56 21 56 57 37 58-59

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Colofon Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 Fax: 0031 - 73 54 79 732 e-mail: info@softsecrets.nl Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Ed Rosenthal, Jorge Cervantes, Enrico Fletzer, Clod, Giovanna Dark, Davide Calabria, Hugo Madera, Carlos Rafael Esposito, Kali Mist, J. Searcher e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: italy@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94

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