LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985
GRATIS Numero 3 - 2016
11 AMSTERDAM
La canapa come alimento nutraceutico
39 Coltivazione outdoor – Per iniziare con semplicità
56 Idee d'impianto
18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
RRY SENSI-STAR DELAHAZE PANDORA BELLADONNA WAPPA ALL
La marijuana medica è ora legale in Australia Il Parlamento australiano lo scorso mese ha approvato una nuova legislazione nazionale che ha spianato la strada all’utilizzo di cannabis per uso medico per coloro che soffrono di patologie dolorose e croniche.
“Questo è il tassello mancante nel percorso di trattamento di un paziente e sarà ora dato accesso completo ai prodotti a base di cannabis coltivata localmente per uso medico, dalla coltura alla farmacia”, ha affermato.
Gli emendamenti al Narcotic Drugs Act consentono l’utilizzo di cannabis coltivata legalmente per la produzione di prodotti officinali a base di cannabis in Australia. Le modifiche, proposte in precedenza dal governo Turnbull, hanno ottenuto un appoggio bipartisan.
Ai sensi delle nuove leggi federali, i pazienti in possesso di una ricetta valida sono autorizzati al possesso e all’utilizzo di prodotti a base di cannabis per uso medico, derivanti da cannabis coltivata legalmente in Australia, a condizione che la fornitura sia stata autorizzata dal Therapeutic Goods Act e dalla rispettiva legislazione nazionale e territoriale. Le modifiche hanno inserito la cannabis per uso medico nella stessa categoria dei farmaci con limitazioni, quali la morfina.
La coltivazione e l’utilizzo di cannabis per uso ricreazionale sono ancora illegali, ai sensi della legislazione penale esistente.
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Il Ministro della Sanità Sussan Ley ha affermato che si è trattato di una giornata storica per la nazione e per le persone che “hanno combattuto a lungo e con tutte le forze per sconfiggere lo stigma che circondava i prodotti medici a base di cannabis. I pazienti non saranno più trattati come criminali”.
Il governo della Victoria ha annunciato l’anno scorso di voler legalizzare questa droga per uso medico nel 2017. L’NSW sta anche conducendo dei trial medici sul farmaco a base di cannabis
chiamato Epidolex, soprattutto per i bambini affetti da epilessia e si sta concentrando nella sua azione a livello nazionale sulla marijuana medica. La Therapeutic Goods Administration (TGA) dovrebbe a breve consegnare una decisione ad interim sull’utilizzo della cannabis per uso medico il mese prossimo. Il Ministro ha affermato che sarà creata una Commissione di Consulenza indipendente per verificare la prossima fase del lancio di un regolamentatore nazionale per la cannabis medica. “Un regolamentatore nazionale consentirà al governo di tenere sotto stretto controllo lo sviluppo dei prodotti a base di cannabis per uso medico, dalla coltura alla fornitura e di limitare i tentativi di coinvolgimento di eventuali criminali”, ha affermato Ley. Questa legislazione nazionale è un’ottima notizia per una serie di società che cercano di accaparrarsi una fetta di questo lucrativo mercato. MGC Pharmaceuticals, del settore della cannabis medica, ha registrato un aumento delle proprie azioni sin dall’inizio. Questa azienda collabora con la Facoltà di Economia dell’Università di Sydney per sviluppare un libro bianco federale sulla creazione di un settore della cannabis medica. MGC Pharmaceuticals sta costruendo uno stabilimento per la coltura e l’estrazione in Slovenia. Fonte: businessinsider.com.au
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3 EDITORIALE
ADDIO MR. NICE
Nella notte tra il 9 e il 10 aprile si è spenta una delle maggiori icone dell'antiproibizionismo. Dopo una battaglia durata un anno con un cancro che dall'intestino era andato a metastatizzare polmoni e fegato, Howard Marks, conosciuto ai più come Mr. Nice, è morto a 70 anni circondato dall'affetto della famiglia. Una vita, la sua, senz'altro spericolata: dopo una laurea in fisica nucleare e un dottorato in filosofia nella prestigiosa università di Oxford, abbandona la carriera accademica per diventare uno dei più grandi trafficanti mondiali di hashish e marijuana, arrivando a muovere da solo, tra gli anni '70 e '80, il 10% del mercato di cannabis. La sua autobiografia – un best seller mondiale tradotto in diverse lingue – racconta dei suoi legami con l'MI6, il servizio segreto britannico, l'IRA, la CIA, la mafia, le triadi asiatiche e quindici anni di traffici ingenti, via aerea e via mare, fra Pakistan, Filippine, Thailandia, Regno Unito, paesi Bassi, Canada, Hong Kong, Vietnam Stati Uniti e Spagna. Arrestato dalla DEA nel 1988 e condannato a 25 anni per traffico di stupefacenti, Marks è stato in carcere solo fino al 1995, grazie alla buona condotta. Una volta rilasciato, Mr. Nice è tornato nella sua Inghilterra e ha dato avvio alla prima vera campagna di sensibilizzazione per la legalizzazione della cannabis. Una campagna che avrebbe spianato la strada alla nascita di Legalise Cannabis Alliance – il primo partito politico inglese fondato sul presupposto della legalizzazione – e alla candidatura dello stesso Marks nelle elezioni per il Parlamento del 1997, finite purtroppo con un niente di fatto.
Per lo sviluppo della Blow Mind Auto, Sweet Seeds ha usato il clone della celebre “Cordobesa” Amnesia Haze. Per introdurre questo carattere autofiorente in questa genetica, hanno utilizzato linee genetiche selezionate di S.A.D. (Sweet Afgani Delicious) Auto, che conferisce all’incrocio una base di aromi dolci e muschiati. Questa varietà ha un aroma d’incenso piacevole, profondo e complesso, con accenti dolci e muschiati, integrati da tocchi agrumati, sentori di legno e di frutta secca. La Blow Mind Auto è una varietà autofiorente a gambo lungo, estremamente resinosa e molto produttiva! Genetica: Cordobesa Amnesia Haze x S.A.D. Auto Altezza media: 90 cm Resa media indoor: 500 g/m² Resa media outdoor: 125 g per pianta Sapore / Fragranza: incenso, dolce, muschiato, tocchi agrumati di limone Selezionatore: Sweet Seeds
Blow Mind Auto
Mr.Nice ha anche lavorato brevemente nell'industria musicale, prima a capo di un'etichetta discografica e successivamente misurandosi come DJ. Ha anche tenuto conferenze sulla sua vita da “smuggler” ed è stato protagonista di una pièce teatrale intitolata An Audience with Mr. Nice. Nel 2010 è stato addirittura prodotto un film tratto dalla sua autobiografia con Rhys Ifans e Chloë Sevigny, e negli ultimi 20 anni aveva tenuto diverse rubriche a tema antiproibizinista e divulgativo su alcuni quotidiani del Regno Unito, firmandosi sia come Howard Marks, sia con altri dei suoi 43 alias collezionati in più di una decade di clandestinità. In qualche occasione ha pure recitato, come per il cameo nel cult movie sulla X-generation Human Traffic. Un uomo che ha certamente saputo reinventarsi, un sopravvissuto del proibizionismo che alla repressione ha voluto rispondere con l'informazione e la divulgazione, nonostante i detrattori lo abbiano più volte accusato di aver trasformato la marijuana in un brand di successo. Howard Marks è stato e rimarrà nelle memorie come Mr.Nice proprio perché rappresentava a pieno la figura del “criminale gentile”: un uomo di cultura, dai modi affabili e con un'innato spirito d'insegnamento, un gentleman inglese che non ha mai voluto trattare droghe pesanti per ragioni principalmente etiche e che ha fatto dell'amore per la cannabis il suo vessillo. Mr.Nice muore quindi – e nonostante tutto – da esempio: la sua vita è stata innegabilmente una favolosa parabola. In un'intervista rilasciata all'Observer nel gennaio dello scorso anno, la stessa in cui rivelava di essere malato di cancro, diceva: «Naturalmente la legalizzazione della marijuana per scopi medici è da ritenersi benvenuta. Ma personalmente non vorrei dover aspettare di avere il cancro per poter finalmente fumare in modo legale». Soft Secrets – e ci auguriamo anche i suoi lettori – vuole tenere a mente le sagge parole di Mr.Nice e conservarle gelosamente nell'ancora lunga strada che separa la società civile dalla libera fruizione della cannabis. Una società finalmente laica, liberale e autodeterminata, così come lo è stato Mr.Nice nella sua vita straordinaria. La terra gli sarà sicuramente lieve. Giovanna Dark
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LETTERE DAI LETTORI / ITALY@SOFTSECRETS.NL
Attenzione lettori italiani! Volete vincere semi FEMMINIZZATI di 6:((7 6(('6" 0DQGDWHFL XQD IRWRJUDȴD della vostra stanza di coltura o della vostra miglior pianta di cannabis, dove si veda chiaramente una copia di Soft Secrets. SWEET SEEDS vi manderà una confezione GD VHPL IHPPLQL]]DWL 6H QHOOD IRWRJUDȴD GRYHVVHUR ȴJXUDUH DQFKH OD YRVWUD EHOlissima moglie o ragazza che indossano un micro bikini sexy o dell’intimo molto allettante, riceverete una confezione 2 x GL VHPL IHPPLQL]]DWL /D IRWRJUDȴD GHO mese riceverà una confezione 3 x 3 di semi femminizzati di prima qualità! Il tutto è un omaggio di Soft Secrets Europa e SWEET SEEDS! 0DQGDWH OH YRVWUH IRWRJUDȴH YLD H PDLO a italy@softsecrets.nl o mandatele alla nostra PoBox. Fate attenzione: il materiale verrà gestito con la massima discrezione. Non pubblichiamo foto sfocate e non ci SLDFFLRQR OH IRWRJUDȴH GL SLDQWH LQ IDVH vegetativa. Vogliamo vedere grosse cime e belle donne! Buona fortuna! E-mail: italy@softsecrets.nl
6DOYH YROHYR FRQGLYLGHUH FRQ YRL TXHVWH IRWR SHU JXDGDJQDUPL L SUH]LRVL VHPLQL DXWRȴRUHQWL ULQJUD]LR OD UHGD]LRQH SHU regalarci questa opportunità.Mando qualche foto, a voi la scelta della migliore, la pianta è una pure afghan della dna genetics.Se avete bisogno di una risoluzione particolare, più grande mandatemi una mail. Mariano &LDR 0DULDQR VLDPR FRQWHQWL FKH KDL YROXWR FRQGLYLGHUH FRQ QRL OH WXH IRWR OD SLDQWD UDɝJXUDWD VHPEUD DYHU UHVR EHQH DɝDQFR TXHOOD EHOOLVVLPD UDJD]]D IDQQR SURSULR XQ EHO TXDGUHWWR $ SUHVWR UDJD]]L
Ciaoo!! ecco qui tante belle varietà di ragazze H DXWRȴRUHQWL PRE\GLFN purple, white, magnum..... incredibili non pensavo crescessero cosi tanto in 80 giorni.......cresciute con guano stallaticco un po GL QSN [ OD ȴRULWXUD PROWR buone anche se nn come le regolari.... saluto tutti alla grande free joint Enrico Complimenti Enrico! Hai proprio un bel giardino e direi anche abbastanza assoritito e prosperoso. Se hai la possibilità, il prossimo anno utilizza semi regolari, verrano fuori piante molto vigorose. Buono anche il programma di fertilizzazione, degno di un vero coltivo organico. Auguri dall'intera redazione.
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ciao a tutti ! grazie a vostri semi vinti due anni fa quest'anno mi e' cresciuta questa bella sweet deep grapefruit . la cima principale manca ma non stava cmq nella IRWR RWWLPL YRVWUL VHPL [ RXWGRRU In redazione stiamo muorendo dall'invidia per il tuo “albero” outdoor. Le signorine illuminate dal sole crescono sempre vigorose. Hai bisogno di una mano per raccogliere?!?Continuate così!.
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Ciao amici di softsecret, vi mando la foto della piantina piu bella del mio primo ciclo, 1 amnesia.. accompagnata dalla mia fantastica ragazza ed 1 vostra copia! (UDQR ZKLWH ZLQGRZ QRUWKHQ EOXH H DPQHVLD WXWWH DXWRȴRUHQWL GL GXWFK SDVVLRQ ; VYDULDWL PRWLYL YLVWD DQN O LQHVSHULHQ]D KR DYXWR PLVHUR UDFFROWR &UHVFLXWH VROR DG DFTXD VRWWR OHG Z H Fȵ GD Z 9L DOOHJR DOWUH IRWR GL WXWWH OH SLDQWH SXUWURSSR LQ YHJHWD]LRQH H O DOWUD ª dettaglio dell'amnesia! Dimenticavo, se volete spedirci i semi ecco il mio indirizzo: Comune Bleggio Superiore frazione Santa Croce civico 6, Lucianer! /H 'LQDIHP NH SUHIHULDPR VDUHEEH OD &ULWLFDO VH PDJDUL ULXVFLWH D PDQGDUOD 6HQQ´ SD]LHQ]D JUD]LH VDOXWR D WXWWR OR VWD GL VRIW VHFUHW H EXRQ ODYRUR Hai ragione, la tua ragazza è fantastica! Perché non sostituisci le due lampade con una HPS da 400 watt?!! il consumo rimane uguale ma con una resa superiore. Prova a SDVVDUH D YDULHW¢ IRWR GLSHQGHQWL OD VWHVVD GXWFK SDVVLRQ RUH GHOOH RWWLPH DOWHUQDWLYH 3UHSDUD XQ EXRQ WHUULFFLR DPPHQGDOR FRQ GHOO KXPXV GL ORPEULFR H FRQ TXDOFKH piccolo accorgimento otterrai degli ottimi risultati. Un abbraccio dalla redazione!
GK Forza della Natura! Fertilizzante naturale dagli pipistrelli &LDR D SRFKL JLRUQL GDO UDFFROWR HFFR OHL O XQLFD SHU PH H OD QRVWUD DXRȴRUHQWH 5R\DO +D]H +R XVDWR WHUUHQR SUHFRQFLPDWR FRQ JXDQR DWWLYDWRUH GL UDGLFL ELRORJLFR ELR URRWV ELREORRP D PHW¢ ȴRULWXUD Grazie, spero che entrambi i soggetti nella foto siano di vostro gradimento e grazie inoltre per il fantastico lavoro che svolgete. TANTI SALUTI Puoi dirlo forte, entrambi i soggetti sono molto graditi e hanno un'ottima struttura! Il tuo è un vero grow setup biologico, aggiungerei solo trichoderma e micorrize nel terreno. Fate attenzione al clima, 24°C è la temperatura ottimale per ottenere cime forti. A presto!
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REPORT
PARADISE SEEDS PRESENTA:
Probabilmente la piantagione di cannabis più grande che abbiate mai visto Possiamo scommettere che questa sia probabilmente la piantagione di cannabis più grande che abbiate mai visto. In effetti non è neanche una coltivazione… È una piantagione e in aprile oltre 30 persone ci metteranno un mese a raccogliere più di 6.500 piante di Paradise Seeds. La banca di semi, con sede ad Amsterdam, è il fornitore in esclusiva di semi della prima coltura di cannabis medica legale dell’America Latina per il secondo anno e il risultato è che queste piante sembrano uscite direttamente dal paradiso! Queste piante si trovano in Cile e fanno parte di una piantagione coltivata da ottobre 2015 (nell’emisfero meridionale è l’inizio della primavera). La piantagione è gestita dalla Fondazione Daya, un’organizzazione no-profit che si propone di produrre cannabis medica per i pazienti del Cile. “Dovreste vedere le cime,” afferma il co-fondatore e direttore di Daya, Nicolas Dormal.“Sono fenomenali!”. Aspetta il raccolto del prossimo mese ma in parte ne è preoccupato. “Ci sarà da lavorare molto”, afferma sorridendo. “Fortunatamente, abbiamo ricevuto una donazione la scorsa settimana di 30 paia di forbici nuove. Ne avremo proprio bisogno!”
Stabilità della varietà e tasso di germinazione incredibile
Parlando con i coltivatori Daya, sono emersi due temi quando abbiamo parlato delle piante: “germinazione” e “stabilità”. Paradise Seeds è noto per la genetica, la reputazione conquistata nei 20 anni di produzione di varietà pluripremiate. Le immagini della coltivazione Daya di quest’anno testimoniano la forza di Paradise. Le piante estremamente uniformi, il modello di crescita quasi identico e lo sviluppo delle cime sono noti ai coltivatori navigati che piantano varietà Paradise Seeds da anni. Il titolare, Luc Krol, gestisce i programmi di selezione da oltre 20 anni. “È molto importante concentrarsi su questo processo. Facciamo del nostro meglio perché sia tutto a posto prima di lanciare una nuova varietà. Coltiviamo svariate generazioni per ottenere le qualità che ricerchiamo e non mi accontento mai della seconda miglior soluzione! Avere genetiche forti è fondamentale per creare una varietà stabile. Con la stabilità si ottiene coerenza e con la coerenza si ottiene la qualità in ogni seme”. Questo è un aspetto che Daya ha scoperto in poco tempo. La stabilità della genetica porta la piantagione
contati a uno a uno! Se i semi non germinassero, non ci sarebbe altro modo per ottenerne altri. Come ha detto Nicolas, dopo il primo raccolto Daya, “Paradise Seeds ha fatto la storia partecipando alla prima importazione legale di semi verso l’America Latina. È stato solo più tardi che abbiamo cominciato ad apprezzare il prestigio a livello mondiale per la qualità e che abbiamo avuto le conferme che aspettavamo, con un tasso di germinazione incredibile del 94%”.
Piante selezionate per produrre
Per la piantagione Daya 2015-2016, Paradise ha fornito 16 delle sue migliori varietà, alcune ricche di qualità mediche per THC e CBD. Oltre alle varietà mediche ricche di CBD, Nebula ll CBD e Durga Mata ll CBD, Daya voleva una selezione di varietà che fornissero cannabinoidi THC e CBD a sufficienza per l’estrazione e lo sviluppo medico. Oltre alle varietà mediche, hanno deciso inoltre di piantare la vincitrice della High Times e della High Life, Sensi Star, l’arcinota Wappa, la varietà a predominanza sativa Jacky White, la superpotente Nebula e la preferita degli esperti, la Delahaze. Hanno inoltre scelto due varietà con antenati genetici che portano fino alla linea originaria (motivo per cui hanno l’etichetta IBL), Original Cheese e Original White Widow.
Quando Paradise ha incontrato Daya
Nel 2014, Paradise Seeds ha ricevuto un’email dal co-fondatore di Daya Nicolas Dormal. Cercava una banca di semi per la fornitura di semi per un progetto di cannabis medica ‘rivoluzionario’. Molte società produttrici di semi hanno ignorato
Daya è partita con 6.900 semi di Paradise. Sono stati piantati direttamente nella terra, la metà all’aperto e la metà sotto copertura di plastica (polytunnel). Dopo il grande successo del raccolto dell’anno scorso, quest’anno il team Daya ha sperimentato maggiormente con l’agricoltura per migliorare i metodi di coltivazione.
Daya a contenere piante con crescita e resa simili, ma con percentuali diverse di THC e CBD. È fondamentale per lo sviluppo dei farmaci a base di cannabis (oli e capsule)., poiché le cime raccolte vengono testate e lavorate da un laboratorio dedicato che ha bisogno di coerenza nei livelli di cannabinoidi.
Nel processo hanno perso qualche campione, ma Nicolas non è molto preoccupato di questo. “All’inizio il nostro obiettivo (con 6.900 semi) era quello di ottenere fra una tonnellata e 1.500 chilogrammi di cime da mandare in laboratorio per l’estrazione, per produrre il farmaco. Sono state fatte crescere circa 6.500 piante e, a giudicare dalle cime, pensiamo sia probabile ottenere un raccolto di 2.000 chilogrammi”.
Il secondo aspetto che ha sorpreso i coltivatori Daya è stato il tasso di germinazione incredibile. Quando si progetta un’operazione su questa scala, l’efficacia dei semi è un fattore fondamentale. Avere una licenza statale per importare i semi implica la responsabilità di espletare tutte le formalità richieste. Perciò, quando sono stati arrivati i semi Daya da Paradise, i funzionari doganali li hanno
la richiesta, dato che importare semi in Cile era illegale, ciononostante, il titolare di Paradise Seeds, Luc Krol, si è fatto attrarre da questo ‘sogno’. La storia su come Daya ha iniziato e sulle persone coinvolte nel progetto, dai fondatori e i coltivatori di Daya ai politici, gli scienziati, i medici e chi fa uso di cannabis medica che beneficerà del farmaco, viene raccontata nel documentario intitolato Green Medicine: Chile’s Medical Cannabis Revolution, visionabile sul canale Youtube di Paradise Seeds e che verrà proiettato in varie fiere e festival quest’anno. Come dice Nicolas nel documentario, “Lui (Luc Krol) è stato l’unico a vedere quanto gestissimo seriamente il progetto. Ha avuto la lungimiranza di capire che non eravamo dei pazzi che chiedevano semi per un progetto come questo in Cile”. Morale della favola, Daya ha ottenuto una licenza statale per iniziare una piantagione legale in Cile e Paradise Seeds è diventata il fornitore di semi dei semi di cannabis seminati nell’ottobre del 2014. In quel momento, la prospettiva di 300 piante sembrava esagerata, ma naturalmente è stato prima dell’inizio della seconda coltura... Il futuro sembra molto roseo, non solo per questo raccolto, ma perché Daya sviluppi un modello di cannabis medica sostenibile per il Cile, e potenzialmente per l’America Latina. L’obiettivo è quello di collaborare con le autorità locali (Comuni) per fornire farmaci gratuiti o a prezzi contenuti ai pazienti che vivono nell’area. È una prospettiva entusiasmante, basata su radici molto robuste: la genetica Paradise Seeds!
IL CANAPAIO
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LA CANAPA COME ALIMENTO NUTRACEUTICO Aumentano conoscenza e apprezzamento degli alimenti contenenti canapa anche fra chi non ne aveva mai sentito parlare. In pochissimi anni l’Italia è riuscita a figurare fra i primi produttori del mondo di alimenti contenenti canapa. I semi di canapa interi, decorticati, spremuti e ridotti in olii e farine stanno diventando parte integrante delle diete salutistiche e dell'alimentazione degli sportivi. Si trovano nei negozi salutistici, nelle erboristerie, ma anche nelle farmacie e nei supermercati (qui spesso a basso prezzo, ma se si controllano bene le etichette, in genere si vede “prodotto non UE”…). I media se ne stanno accorgendo e anche alcuni medici cominciano a informarsi su questo nuovo (nuovo? È possibile che i semi di canapa siano stati fra i primissimi alimenti usati dall'”uomo”, che ha fondato le varie civiltà che conosciamo) nutrimento, che tanto promette anche come aiuto prezioso per la salute e per ristabilire l'equilibrio delle varie funzioni corporee.
Franco Casalone
Della canapa sono commestibili i semi e la parte verde. Non le foglie grandi, soprattutto quando sono cresciute e cominciano a ingiallire: a questo punto sono piene di sostanze di rifiuto, assorbite ma non utilizzate dalla pianta. Le foglie contengono organi chiamati “vacuoli”, dove s’immagazzinano gli scarti, e quando i vacuoli sono pieni, le foglie ingialliscono e cadono. Per questo motivo, non usate mai le foglie grandi e adulte come alimento e neanche per produrre estratti: potrebbe esserci una concentrazione eccessiva di sostanze potenzialmente nocive. Con le foglie giovani e le infiorescenze, maschili o femminili, con o senza semi, possiamo preparare succhi centrifugati: è meglio una centrifuga a basso numero di giri (chiamata “estrattore”); usate solo materiale proveniente da coltivazioni dove non sia stato utilizzato nessun insetticida, erbicida o fertilizzante, di sintesi o naturale. Appena raccolta, o congelata immediatamente dopo la raccolta, lavate la canapa come fareste con l'insalata e aggiungete un poco di acqua (o frutta) al materiale che si sta centrifugando, per poterne estrarre meglio il succo. È da bere immediatamente o comunque entro poche ore, se conservato in frigorifero. Il sapore è spesso amaro-pungente, più accettabile se fatto con piante giovani (non ancora fiorite). Nelle parti vegetali sono presenti i cannabinoidi, oltre a una serie di sostanze benefiche per la nostra salute. Ma nella pianta fresca e giovane, i cannabinoidi sono unicamente in forma acida, non psicoattiva, ma comunque in grado di stimolare una serie di risposte del corpo. Ci sono pochi studi al riguardo, ma sembra che il centrifugato di canapa fresca sia un potente antinfiammatorio e stimolante del sistema immunitario (non dimentichiamo che probabilmente il sistema immunitario e quello endocannabinoide sono la stessa cosa). Essendo i cannabinoidi in forma non psicoattiva, possiamo assumerne una quantità decisamente molto SL» DOWD VHQ]D DOFXQ HIIHWWR ȊGD VEDOORȋ VL VWLPD DOPHQR YROWH OD TXDQWLW¢
equivalente in forma attiva (diventa attiva con il tempo, dopo la raccolta, e con il calore). Una simile quantità potrebbe essere utile per diversi problemi di salute in cui è necessaria un'elevata concentrazione di cannabinoidi, e in un caso simile, potrebbero emergere problemi di tolleranza. Con l'assunzione di preparati freschi si potrebbe aggirare il problema.
di canapa contiene alte percentuali di diversi acidi grassi polinsaturi, che hanno effetti terapeutici nella cura di diverse malattie, fra cui l'eczema atopico, la psoriasi, l'acne, le artriti, la sclerosi multipla, il cancro, le sindromi premestruali, i disturbi della menopausa; è inoltre utile nella prevenzione di problemi cardiocircolatori, osteoporosi e tumori.
Con le infiorescenze femminili (pulite e selezionate da ogni tipo di contaminante e/o sostanza estranea e a mano), raccolte prima della completa maturazione, possiamo preparare tisane e decotti, efficaci come rilassanti, antinfiammatori e stimolanti dell'appetito, se l'infuso è in acqua e la varietà usata è ad alto CBD; possibili potenti enterogeni se in latte/grassi e se la cannabis usata è di una varietà ad alto potere psicoattivo. A parte i cannabinoidi, la clorofilla e un alto contenuto di fibre, le parti fresche della canapa hanno un basso potere nutrizionale, ma sicuramente stimolano l'assorbimento degli altri alimenti e quindi possono essere un valido aiuto in caso di carenze nutrizionali o funzionali.
I semi di canapa decorticati riuniscono la versatilità e il valore nutritivo della frutta a guscio in genere e della soia, ma sono molto più digeribili e assimilabili di quest'ultima (e non OGM, mentre purtroppo quasi tutta la soia lo è). Sono saporiti e possono esseUH XVDWL VLD FRPH VQDFN FKH FRPH creme, guarnizioni, salse, sostitutivo del latte e per la preparazione di formaggi tipo “tofu” e gelati.
Al contrario, i semi di canapa possono essere considerati un “superalimento”. Contengono grandi quantità di sostanze nutrienti di cui il corpo non può fare a meno. L'olio è costituito da SL» GHO GL DFLGL JUDVVL HVVHQ]LDOL indispensabili per la crescita delle cellule, per una pelle in salute e per la prevenzione delle malattie. I semi di canapa forniscono anche tutti gli aminoacidi essenziali per costruire il tessuto muscolare, gli enzimi, le membrane cellulari e gli anticorpi. L'olio
L'olio di semi di canapa prodotto e conservato nel modo corretto ha un aroma delicato di nocciola. Non dev’esVHUH VFDOGDWR ROWUH L JUDGL SHU QRQ perdere le sue proprietà nutrizionali. L'olio di semi di canapa si utilizza anche nei cosmetici, dove protegge la pelle agendo come idratante, aiuta ad alleviarne i problemi e può rallentare il processo d’invecchiamento dell'epidermide. Il guscio del seme di canapa contiene soprattutto carboidrati racchiusi in fibre alimentari, non assimilabili, e clorofilla, responsabile del colore verde dell'olio. Nella polpa troviamo proteine, piccole quantità di carboidrati e grassi. In quantità inferiori: vitamine, lecitina, fosfolipidi, fitosteroli e enzimi. Nell'olio di semi sono
12 presenti grassi saturi per un totale GHO DFLGR SDOPLWLFR VWHDULFR arachidico e beenico) e insaturi per O DFLGR ROHLFR RPHJD IUD O H LO OLQROHLFR RPHJD GDO DO JDPPD OLQROHQLFR */$ RPHJD GDOO DO DOID OLQROHQLFR RPHJD IUD LO H LO VWHDULGRQLFR RPHJD GDOOR DO LFRVVLHQRLFL PHQR GHOOR 9D aggiunto un quantitativo importante di vitamina E, tocoferolo e tocotrienolo, antiossidanti importanti contro tante malattie degenerative e altre sostanze benefiche, come fitosteroli, fosfolipidi, carotene e minerali. Un buon olio di semi di canapa viene prodotto con semi maturi, provenienti da campi non trattati con sostanze chimiche, essiccati rapidamente a basse temperature (non superare i 40 r& H UDJJLXQJHUH LO GL XPLGLW¢ QHO seme). Nella spremitura non si devoQR PDL VXSHUDUH L r& QHOOH SDUWL FKH fanno pressione e attrito, l'olio è preferibilmente pressato e imbottigliato in atmosfera di azoto per ridurre al minimo l'irrancidimento. L'olio di canapa, nonostante l'alto contenuto di vitamina E, è molto instabile, a causa della reattività dell'acido a triplo legame insaturo alfa-linoleico. La sua reazione con radicali liberi e ossigeno
crea composti di ossidazione, alcuni dal gusto cattivo, altri tossici. Questa reazione si chiama irrancidimento e viene accelerata se l'olio viene esposto alla luce, al calore e/o all'ossigeno. Per questo l'olio di semi di canapa dev’essere conservato al buio e in frigorifero, in magazzino, in negozio o in casa. Una volta aperta la bottiglia dev’essere consumato entro uno-due mesi (dipende dalla quantità di acidi grassi liberi, che non deve superare LO PHJOLR VH LQIHULRUH 'HYȇHVVHUH consumato crudo, al massimo può essere aggiunto alla fine della cottura degli alimenti, ma non deve mai superare i 160 °C, altrimenti si formerebbero prodotti di ossidazione nocivi. La farina ricavata dal panello rimasto dopo la spremitura dell'olio e i semi, interi o decorticati, è una fonte importante di proteine, vitamine e minerali: IUD LO H LO GL SURWHLQH SULQFLpalmente edestina e albumina, tutti gli aminoacidi essenziali (che il nostro organismo deve assumerne dall'esterno), alte percentuali di acido glutammico (importante neurotrasmettitore, carente in situazioni di stress) e non contiene fattori antinutrizionali (per esempio, la tripsina della soia). La farina di semi di canapa non contiene glutine, irrancidisce facilmente
e non lievita. Si deve conservare in frigorifero e si utilizza in proporzione GHO LQVLHPH DOOH DOWUH IDULQH Rende il pane e i preparati da forno croccanti, più appetibili e più digeribili. I semi si possono mangiare crudi, tostati (sono più appetitosi), macinati o fatti germogliare. Se decorticati (non sono facili da decorticare per l'alta percentuale di olio contenuto e in Europa ci sono pochissimi macchinari adatti alla decorticazione dei semi di canapa, poiché i decorticatori usati per altri semi non funzionano bene in questo caso) sono molto versatili e possono essere usati praticamente in tutti gli alimenti, sia dolci che salati. Con i semi decorticati si può anche produrre facilmente latte di canapa DFTXD DO H VHPL IUXOODWL SHU un minuto, dolcificato a piacere) e un burro di canapa simile al burro di arachidi (macinarli finemente e, a seconda della cremosità voluta, aggiungere qualche goccia di olio di semi di canapa). Da provare assolutamente! Anche i gusci rimasti dopo la decorticazione possono essere polverizzati e
utilizzati per la preparazione di bevande proteiche e ricche di fibre o per il mangime animale. Inserire alimenti a base di canapa nella propria dieta quotidiana è una garanzia per la salute e un utilizzo legale e accettato dalle Istituzioni che alla fine, dopo tante evidenze, stanno cambiando opinione sul “dono degli Dei”. Buon appetito! Franco
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Sede centrale: Dutch Passion Hoogoorddreef 133 1101 BB Amsterdam The Netherlands
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BELPAESE
Punire il consumo e non la pericolosità IL CASO DI CANNABIS E PATENTE Siamo onesti, la maniera migliore per condurre un veicolo è quella di essere lucidi e riposati. La guida sicura è la risultante di una condotta che tiene presente tutte le variabili e tutti gli imprevisti che costellano le strade che percorriamo. Inoltre, come racconta con sintassi asciutta e tecnica il Dottor Elio Santangelo nel suo libro: Guida in stato di alterazione psicofisica. L’esempio della cannabis Edizioni SEED, l’uso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope può ripercuotersi sia sulle capacità di percezione e controllo del soggetto, sia sugli atteggiamenti e comportamenti che tale soggetto adotterà alla guida.
di Carlos Rafael Esposito
Premesso questo, oggi, si vogliono offrire alcuni veloci spunti di riflessione che inquadrino l’abilità alla guida e la sostanza cannabis entro la giusta dimensione, quella scientifica, che non regali nulla né alla sottovalutazione della sostanza in questione né, come vedremo, alla sua equiparazione a sostanze molto più pericolose, se utilizzate conducendo, come gli alcolici. Primo punto. Sembra che la ricerca in ambito epidemiologico indichi che in caso di incidenti stradali la cannabis rappresenti la sostanza illecita maggiormente riscontrata. Credo che l’interpretazione più di buon senso di questo dato sia semplicemente che la cannabis risulta essere la sostanza illecita più consumata nella nostra società tout court e che quindi sia anche, e inevitabilmente, la più rappresentata all’interno delle statistiche sugli incidenti. Secondo punto. Se per l’alcol e lo stato di ebbrezza alcolica di norma è possibile correlare a dati valori alcolemici i principali sintomi riscontrati, per la cannabis questo tipo di equazione non è così immediata ed anzi rappresenta causa di dibattito. Infatti come afferma il Dott. Santangelo a differenza di quanto avviene con l’alcol, sostanza per la quale viene accettata l’esistenza di una relazione definita tra concentrazione presente nel sangue ed effetti farmacologici manifestati, nel caso delle sostanze stupefacenti, differenti sostanze, assunte in dosi e vie di somministrazioni diverse sono in grado di determinare ripercussioni sulla
guida di entità talvolta difficilmente valutabili. E questo vale anche per la cannabis, visto che le evidenze riguardanti la relazione di colpevolezza relative alla cannabis negli incidenti stradali sono molto meno chiare rispetto all’alcol, proprio perché non è stata ancora chiarita la relazione fra concentrazioni di THC rispetto al corrispondente grado di disabilità alla guida. Terzo punto, affidabilità dei test. Al momento i test impiegati per comprendere se al volante si trova una persona potenzialmente pericolosa a causa della propria condizione psico-fisica, sono di 3 tipi: analisi delle urine, della saliva o del sangue. Il campione di urina di solito è il più utilizzato nella ricerca di droghe e dei loro metaboliti. Però, nonostante sia molto utile per comprendere se una persona ha fatto uso di una certa sostanza, il Dott. Santangelo ci mette in guardia sul fatto che sia inaccettabile diagnosticare l’effetto prodotto da una sostanza di abuso attraverso l’impiego esclusivo di questo test; infatti la rilevabilità di una sostanza nell’urina può protrarsi anche oltre la sua completa eliminazione dal sangue e quindi quando l’effetto farmacologico risulterebbe cessato. In altre parole la positività urinaria ai cannabinoidi non fornisce alcun tipo di informazione sulla via di somministrazione, sulla quantità di sostanza assunta, sul momento cui l’esposizione corrisponde e sugli effetti ed eventuali disabilità correlate. Nella saliva, a differenza delle urine, il THC resta per minor tempo (si stima sino a più di 5 ore dopo l’assunzione) ma le problematiche di queste analisi restano simili e quindi senza una conferma a livello ematico non sono del tutto attendibili. L’ultimo test, quello più affidabile per rilevare lo stato di intossicazione al momento del prelievo, è quello delle analisi del sangue: l’unica domanda che credo non sia trascurabile è che, considerato il fatto che nei consumatori cronici è risaputo che il THC resti a lungo nel sangue, come si può comprendere che al momento del prelievo l’autista sia effettivamente sotto effetto di stupefacente? Il Dott. Santangelo ci dice che essendo al giorno d’oggi molto difficile esprimere in modo inequivocabile che una data concentrazione ematica di THC sia correlata ad una determinata disabilità, rivestono grande importanza dati come la quantità di sostanza assunta, la via di somministrazione e l’abitudine al suo consumo. Anche l’analisi del solo sangue non sembra dunque poter confermare univocamente che lo stato di disabilità al momento della guida corrisponda alla semplice presenza del THC nel sangue dell’autista. Quarto e ultimo punto. Come agisce concretamente la cannabis su chi guida? Secondo gli studi menzionati dall’autore del libro, evidenze sperimentali hanno dimostrato che la cannabis è in grado di produrre un effetto negativo su importanti abilità necessarie alla guida, determinando una conseguente condizione di disabilità, anche se quest’ultima appare raramente di grado severo e durevole nel tempo. Nel particolare si tratta della diminuzione della capacità di mantenere la traiettoria e di mantenersi in carreggiata, dell’oscillazione della stessa, dell’incremento dei tempi di reazione e dell’alterazione delle capacità di rispondere a situazioni impreviste. Nonostante ciò, sottolinea il testo, a differenza di quanto avviene con l’alcol, i soggetti che hanno consumato cannabis, si dimostrano consapevoli della propria disabilità e cercano di attuare dei meccanismi di compensazione della stessa: riduzione della velocità, utilizzo di maggior prudenza o addirittura riluttanza alla guida di un veicolo. Alla luce delle semplici riflessioni proposte sembra quanto meno in malafede il voler penalizzare gli autisti risultati positivi alla cannabis per un motivo di sicurezza pubblica stradale. La cannabis non fa certo bene al volante, ma finché le tecniche di analisi non daranno dei risultati univoci, si continua a punire il suo consumo piuttosto che la sua reale pericolosità. E questo è maledettamente illiberale.
LETTERE DAI LETTORI / ITALY@SOFTSECRETS.NL
15 Cari amici di soft vi presento i 3 soggetti principali, le piante auto cheese quasi a ȴQH ȴRULWXUD FUHVFLXWD in balcone con fertilizzanti naturali e tanto amore, secondo soggetto il giornale di soft secret e terzo soggetto piú importante la mia DPLFD N 0 FKH VL ª prestata a fare le foto. È stata dura convincerla ma dopo qualche bicchiere e qualche fumata si è sciolta nella sua natura.... Fatemi sapere quando pubblicate la foto così quando mi rispondere vi lascio il mio indirizzo per i semi.
Ciao bella gente di Soft, vi mando la foto della mia Auto Cheese cresciuta outdoor con soli fertilizzanti naturali, insieme alla mia cara amica. Ormai quasi pronta per la raccolta. Un saluto a tutti quanti. :) /H SLDQWH RXWGRRU QRQ GHOXGRQR PDL FRPH TXHVWH YLJRURVH &KHHVH 5LQJUD]LD OD WXD DPLFD per la messa in posa e continua così!
Ma come è biricchino il nostro amico. Ma dobbiamo ammettere che ci hai fatto proprio un bel regalo, con la tua amica in posa. In redazione siamo molto DH]LRQDWL D TXHVWD varietà, la cheese regala sempre forti emozioni. Continua a seguirci!
Crystal Candy
Breeder: Sweet Seeds
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COLTIVAZIONE OUTDOOR
Accendete i motori! Iniziamo a coltivare sul balcone Preparare l’area di coltura e la germinazione sono le prime fasi del percorso che porterà al tanto agognato raccolto e stoccaggio di ricche e Bosterix sane cime.
Pronti per cominciare!
Il momento con maggiori aspettative è senza dubbio l’inizio di una coltivazione. Le attese sono al massimo ed è qui che dobbiamo fare del nostro meglio per tenere tutto in ordine. Per chi coltiva per la prima volta è il primo contatto con la pianta, in veste di coltivatore. Questo è anche il momento in cui la pianta è più debole ed è importante impegnarsi e tenere presente che in questa fase la luce, la temperatura, l’umidità e la ventilazione del substrato sono fondamentali per farla sopravvivere. Il primo passo è quello d’igienizzare accuratamene il balcone ed eliminare i resti della coltivazione precedente, pulire bene con candeggina e acqua, il terreno e i vasi. Se pulite e mettete via i vasi quando terminate una coltura, aumenterete la loro vita utile e potrete spendere i soldi risparmiati sui vasi in altri beni per la coltura. Con una spazzola, un detergente e dell’acqua togliete i resti di terreno, risciacquate, mettete il tutto in acqua con candeggina alcune ore e risciacquate bene alla fine. Alla fine di marzo e all’inizio di aprile, le giornate sono adatte per far germinare i semi, perché aumenta la temperatura di notte e le ore di luce aumentano. A maggio siamo già in fotoperiodo di crescita per la maggior parte degli ibridi. Ricordate che se coltivate per la prima volta, sarà
Un buon luogo per germinare
meglio utilizzare semi economici e piante forti e resistenti, come varietà di genetica Skunk, piuttosto che varietà più care e difficili da coltivare, con fioritura più lunga e meno resistenti, come per esempio le genetiche Haze. Se facciamo in modo che una varietà facile da coltivare esprima tutto il suo potenziale, fumarla sarà più soddisfacente, anziché utilizzare una varietà più cara e difficile da coltivare, a cui non saremmo in grado di dare tutta la nostra attenzione, di cui non riconosceremmo le necessità o che non raccoglieremmo al momento giusto. Una volta acquisita un po’ di esperienza e dopo aver portato a termine delle coltivazioni, provate varietà più difficili, ma è sempre molto utile all’inizio fare pratica con piante facili. Durante la germinazione, il seme attraversa un processo che lo fa uscire dallo stadio di latenza e lo trasforma in pianticella. Per farlo è necessario analizzare una serie di fattori, come la maturità e il suo stato di conservazione. Se un seme viene raccolto prima del dovuto o se lo si mette a germinare senza lasciarlo riposare a freddo per un po’, oppure se è stato immagazzinato in condizioni inadeguate, sarà più probabile avere problemi durante la germinazione, poiché i semi hanno bisogno di un periodo di latenza durante il quale, nelle banche di semi, vengono conservati in frigorifero prima di essere venduti. Vanno considerati anche fattori esterni, come umidità, temperatura e ossigeno. Per germinare i semi è necessaria una temperatura di circa 21-24 gradi, un ambiente umido e ossigenato. Questo significa che un substrato troppo intriso di acqua avrà problemi per la germinazione, perché sebbene avrà umidità a sufficienza, mancherà ossigeno. Analogamente, un substrato ossigenato che secca può compromettere il processo. È importante ottenere l’equilibrio di umidità e ossigeno. Un eccesso d’acqua provoca mancanza di ossigeno, il che fa marcire i semi o quanto meno ritarda la loro germinazione fino a che non evapora una parte dell’acqua e raggiunge l’equilibrio con l’ossigeno. Un buon modo per ottenere la germinazione,
consigliato dalle banche di semi, è quello di far germinare i semi in carta assorbente. Potete utilizzare l’acqua del rubinetto, piovana oppure osmotizzata e ricostituita con un po’ di acqua del rubinetto o con calcio e magnesio. Questo metodo consiste nel mettere i semi fra una decina di fogli di carta assorbente piegati, inumiditi con poco più di un bicchierino di acqua, 50 ml e nel conservare il tutto fra due piatti, perché si mantenga l’umidità. Dopo 36 ore apriamo e osserviamo se compaiono le radici e se si mantiene l’umidità. Un buon luogo per tenere i piatti con i semi in germinazione è sul frigorifero, nello spazio fra il frigorifero e il soffitto o la dispensa. Grazie al motore del frigorifero, questo spazio è un po’ più caldo del resto della casa e di solito la temperatura è stabile a 22 gradi. La germinazione si può effettuare anche direttamente nel terreno. Per questo vanno posizionati i semi nel vaso con del substrato precedentemente inumidito e bisogna coprire il tutto con 3 millimetri di terra. Il problema di questo metodo è ottenere una temperatura stabile e mantenere un buon rapporto umidità-ossigeno. Se il vaso è outdoor, avremo bisogno di giorni e notti calde e bisognerà fare molta attenzione perché non si asciughi il substrato, ecco perché dovremo nebulizzare acqua ogni tanto. Un altro inconveniente è la pioggia, che potrebbe far sprofondare i semi nel vaso. Un altro problema
Posizionamento della pianticella
di questo metodo è che non sapremo se il seme non porta a termine la germinazione fino a molti giorni dopo. Come si può notare, richiede più sforzi e comporta più problemi, mentre con il metodo dei piatti possiamo controllare la temperatura e abbiamo maggiore stabilità nell’umidità del substrato. Inoltre, se i semi non germinano, potremo metterne degli altri più velocemente. Conviene conservare i sacchetti dei semi fino a dopo la germinazione, per poter individuare la banca di semi, all’occorrenza. Se facciamo germinare semi di varietà diverse, è molto importante distinguere adeguatamente le genetiche per individuarle al momento di travasare. La germinazione può durare fra 24 ore e 7 giorni o anche di più a seconda della varietà, dell’origine e dello stato di conservazione dei semi. Una volta germinato, vedremo una protuberanza bianca uscire dal seme, ossia la radichetta. Mentre aspettiamo che il seme germini fra i fogli di carta assorbente e i piatti, è consigliabile preparare il vaso.
Cotiledoni e prima coppia di foglie vere
Se il seme è di una pianta automatica, andranno usate fioriere grandi all’inizio, mentre se la varietà dipende dal fotoperiodo, si dovranno utilizzare vasi piccoli, per poi trapiantare man mano che le radici crescono nel substrato. Questo è dovuto al fatto che le piante autofiorenti o automatiche hanno un ciclo di vita breve ed è molto importante non provocare stress per avere una produzione maggiore. Le piante dipendenti dal fotoperiodo, invece, hanno un ciclo lungo e in questo caso è più importante usare nuova terra concimata, poiché il travaso potrebbe provocare stress. Irrigate bene prima di mettere la pianticella nel terreno, il substrato deve rimanere umido ma non troppo bagnato, in modo tale che la radice abbia ossigeno. Se sono autofiorenti, utilizzate vasi da più di 25 litri. Se dipendono dal fotoperiodo, usate vasi da mezzo litro o da un quarto di litro e un substrato spugnoso e areato è ideale per questa fase. Riportate ogni vaso con la varietà che avete piantato. Fate un forellino con il mignolo, prendete la parte germinata dalla copertura del seme fra il pollice e l’indice e piantatela con la radichetta verso il basso. Copritelo con alcuni millimetri di terra. Se sono autofiorenti, poiché i vasi saranno grandi, per i primi giorni mettetele in un luogo con molta luce, ma che non riceva luce diretta del sole e fate attenzione agli uccelli. Se sono piante dipendenti dal fotoperiodo, utilizzate vasi piccoli e fate attenzione a non fare seccare il substrato, poiché il seme potrebbe disidratarsi. Le piccole serre in plastica che si vendono nei centri di giardinaggio sono molto utili, poiché mantengono l’umidità. Dopo pochi giorni vedrete che spunterà il seme e una parte bianca che sarà il futuro gambo. In pochi giorni cadrà la copertura del seme e la pianticella aprirà i suoi cotiledoni, le false foglioline che compaiono sulla pianticella, che apportano gli alimenti nella prima fase e si distinguono dalle foglie reali, in quanto arrotondati e più spessi e per il fatto che sono già presenti sul seme. Sulla parte superiore del gambo, fra i due cotiledoni, si vede in modo infinitesimale la prima coppia di foglie vere, che saranno facilmente individuabili per il profilo seghettato. Una volta comparsa la prima coppia di foglie vere ben sviluppate, potete mettere la pianta al sole, ma fate attenzione a quale vaso utilizzate, perché i vasi neri e marroni al sole possono aumentare di molto la temperatura e scaldare le radici, provocando dapprima stress e poi danni, per
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Se non ricevono luce si allungheranno eccessivamente
cui, se non avete vasi piccoli bianchi, potete mettere i vasi di colore scuro all’ombra inserendoli in un vaso bianco un po’ più grande, o collocando diversi vasi piccoli all’interno di un vaso bianco grande. In questa fase è molto importante fare attenzione alla pulizia, bisogna eliminare i resti delle coltivazioni precedenti, pulire bene i vasi e le mani quando si manipolano i semi. È pericolosa l’alternaria, un fungo che attacca le piante, soprattutto quando sono pianticelle. La si nota sul gambo, perché lo strangola finché la pianticella si piega e muore. L’altro problema è costituito dagli uccelli. L’amido e gli zuccheri dei cotiledoni sono un richiamo irresistibile. Il problema non si pone quando la pianta ha una o due coppie di foglie ben sviluppate, bensì appena germinata. Bisogna fare quindi attenzione e una buona soluzione è quella di mettere i vasi in una serra in plastica, che si può acquistare in un centro di giardinaggio. Utilizzate reti protettive
temperature, tenetele in casa, di fianco alla finestra, finché non migliorano le condizioni. Se avete piantato i semi direttamente nel terreno o se avete messo le pianticelle in una serra sul balcone, fate attenzione ai giorni di pioggia, perché troppe precipitazioni, in poco tempo, possono far sprofondare i semi, se piantati nel terreno, e questo li farà germinare sul fondo del vaso, ci metteranno più tempo a fare la loro comparsa e si correrà anche il rischio che non ce la facciano ad arrivare in superficie. Lo stesso vale se avete messo la serra sul balcone e se piove molto: fate attenzione perché può sprofondare la serra, i vasi possono inondarsi e questo può comportare problemi di ossigeno per le radici, che saranno stressate e smetteranno di crescere. Il terreno commerciale di buona qualità venduto nei centri di giardinaggio è già concimato. I produttori riportano se è concimato poco o molto e se il concime è minerale, biologico, ecc. Le pianticelle hanno bisogno di pochissimo concime, poiché nei
Una serra può tornare utile
per allontanare gli uccelli, fare ombra o zanzariere. Potete anche usare vari vasi piccoli da un quarto di litro, in un vaso molto grande e incrociarvi sopra alcuni listelli di legno per evitare che si avvicinino gli uccelli o appendere alcuni CD fra le piante per la fase in cui formano la seconda coppia di foglie. Se vi avanzano dei semi, conservateli nelle confezioni originali, in un contenitore ermetico in plastica in frigorifero: è il miglior modo per conservarli per la stagione seguente. Se la temperatura non è ancora quella adatta o se cambiano le condizioni meteorologiche, fate attenzione perché a meno di 5 gradi, la pianticella sarà sottoposta a stress e smetterà di crescere. Se è previsto un calo delle
cotiledoni sono immagazzinati alimenti, per cui non è necessario concimare il substrato fino a dopo qualche settimana dopo che si sono piantati i semi germinati. Dovendo fare travasi successivamente, in questa fase non bisognerà concimare, ma è utile aggiungere uno stimolatore di crescita radicolare in ogni travaso, affinché le radici si sviluppino in modo sano e aggiungere micorrize, che favoriscono crescita e resistenza. Con questi consigli potete già cominciare la vostra avventura di coltivazione sul balcone e avere così la vostra erba da fumare quando volete, senza ricorrere al mercato nero e con la tranquillità di coltivare in legalità, nel rispetto dell’ambiente e in modo sano.
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CANNABUSINESS
La marijuana è femmina
Se l'industria USA prova a genderizzare i prodotti a base di cannabis Le donne: un universo “dolcemente complicato” ma sondatissimo dalle aziende che, dall'alba dei tempi della pubblicità, ha sempre individuato il genere femminile come principale target di vendita. Ora che il canabusiness a stelle strisce è ormai a tutti gli effetti un comparto in espansione, l'attenzione al gentil sesso è diventata obbligatoria e, sebbene la marijuana sia decisamente un prodotto unisex, l'industria sta pian piano provando a “genderizzare” la merce, ovvero a creare prodotti destinati esclusivamente alla donne. Giovanna Dark I tempi della massaia con tanto di grembiule sono ormai passati e oggi il cannabusiness americano punta oltre l'ambito domestico per dare appeal ai nuovi prodotti. Il branding paga, come dimostrano le campagne pubblicitarie per gli alcolici, e ora che negli Stati Uniti la cannabis ricreativa sta diventando socialmente accettabile, al pari e più dell’alcol, il marketing punta su un nuovo pubblico. D’altronde è impossibile negare che il THC abbia meno calorie dell’alcol, e questo è un buon argomento al momento di scegliere un cocktail o un drink analcolico con cannabinoidi. Ma dagli USA stanno arrivando proposte che vanno ben oltre le 4 mura deputate per antonomasia alla donna: quelle della cucina. La prima (e forse la più utile) tra queste si chiama “Foria Relief” ed è un tampone vaginale a base di cannabis e burro di cacao che riesce a rilassare i muscoli e ad alleviare il dolore. A rendere la cosa possibile è la presenza di THC che, stando a quanto pubblicizzato, interagisce con le terminazioni nervose intorno all'utero, alla cervice e alle ovaie e con tutti gli altri meccanismi che causano l'infiammazione. “Foria Relief” è un rimedio naturale al 100% e i suoi effetti collaterali sembrano essere quasi inesistenti. L’84% delle donne che ha provato il tampone conferma di non aver sentito più i crampi a partire da 20-30 minuti dopo l’assunzione e di vivere con più serenità il periodo del ciclo, solitamente associato alla sofferenza e ai dolori lancinanti. Per il momento, il prodotto può essere acquistato sul sito ufficiale dell'azienda solo nei 23 paesi degli Stati Uniti in cui l’uso della marijuana è stato legalizzato per scopi terapeutici. Quattro capsule costano 44 dollari (non proprio cheap) e possono essere comprate solo dall'intestatario della ricetta medica. Marijuana non solo per uso terapeutico ma anche per migliorare le esperienze sessuali, anzi per renderle perfette. Almeno così sostiene l’americana Karyn Wagner, fondatrice dell’associazione Paradigm
Medical Marijuana, e creatrice di “Sexxpot” un tipo di cannabis particolarmente indicato per rilassare le donne prima di fare sesso. Si tratta di una qualità afrodisiaca derivata dalla Mr. Nice, una delle più famose indiche a basso contenuto di THC. Come riporta l'enciclopedia dello strain Leafly, è proprio questo il punto di forza del “Sexxpot” perché, con il 14% di principio attivo di THC, rilassa il corpo femminile ma senza farlo sballare troppo, come spesso succede quando si fuma erba con il 18-20% di principio attivo. Uno strain creato da una donna, per le donne, per caso. Karyn Wagner racconta infatti di aver scoperto gli effetti benefici di questa varietà casualmente: una notte la fumò poco prima di avere un rapporto con il suo compagno. Secondo la Wagner quell’erba riuscì ad aumentare il suo desiderio e la sensibilità, oltre a ritardarle l’orgasmo. Capite immediatamente le grandi potenzialità della sostanza, ha deciso di commercializzarla pensando a un prodotto dedicato soprattutto alle donne over 50. Andando molto più sul classico, tra i bestseller delle librerie a stelle e strisce è possibile trovare Mary Jane: The Complete Marijuana Handbook for Women. Questo il titolo del libro di Cheri Sicard – autrice di ricette e attivista antiproibizionista – che vuole provare a mostrare all’universo femminile più vicino alla casalinga di Voghera che non a Rosa Parks, l’altra faccia di Mary Jane, quella “in rosa”, in cui oltre al piacere del fumo e dello “sballo”, c’è davvero di più. Molto di più. Ad esempio, il piacere di cucinare e di inventare manicaretti con cui sorprendere familiari e ospiti. Oppure, anche per “stracciare il cliché della donna tutta casa e fornelli”, quello di stare in forma e di sentirsi desiderabili, visto che, come si ricorda nelle pagine della guida edita da Seal Press, la cannabis può essere usata con profitto anche per la salute e per le cure di bellezza. Ma non finisce qui. Chi volesse, addirittura può servirsi della marijuana per realizzare saponette al profumo di cannabis. “Dopotutto - sostiene la Sicard nell’introduzione del suo manuale, puntualizzando e cercando di fare a pezzi preconcetti e luoghi comuni, a suo parere, tipicamente maschili - sono solo i fiori della pianta femmina che vengono fumati”. E come darle torto?
ANTIPRO
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Le comunità cannabiche sono importanti Di CBG
Sarà mai legale l'erba? Di sicuro non faremo in tempo a saperlo. I nostri nipoti o forse i nipoti dei nostri nipoti la vedranno legalizzata e libera. Al massimo, noi possiamo sperare in qualche sorta di regolamentazione legale, ma prima che l'erba sia totalmente legale, vi sono ancora numerosi dettagli su cui siamo nettamente fermi. Primo tra tutti, il fatto che dobbiamo riuscire a rimuovere la cannabis dalla lista dei nemici della war-on-drugs che, sebbene dichiarata fallimentare, è ancora in atto da parte delle Nazioni Unite. Ma cosa comporta, oltre a riempire le carceri di innocenti divagatori del pensiero e a rendere microcriminali numerosi liberi pensatori? Per noi coltivatori ciò significa dover vivere nella paranoia, come se fossimo braccati in un film poliziesco. Effettivamente siamo braccati dal duro braccio della legge ed ecco che bisogna nascondersi e proteggersi per godere di XQ KREE\ FKH QRQ KD PDL XFFLVR nessuno. Chi di noi vive in un Paese fortemente repressivo, come l'Italia o la Francia, deve addirittura prestare attenzione al computer con cui si connette ai forum di appassionati di cannabis. Qualcuno arriva a cambiare cellulare, solo per connettersi in modo sicuro ai siti di riviste come Soft Secrets e leggere l'ultimo numero, altrimenti disponibile nel luogo più paranoico di tutti: un centro di giardinaggio. Nelle grandi città non è mai stato un problema, bastava
coli, dove l’articolo di un giornalista con ambizioni di carriera può rovinare la reputazione (per qualcuno anche la vita) di un normale cittadino che abbia la passione di fare uso di marijuana. Il riflesso sulla comunità cannabica è di spingerla fuori dai confini nazionali in una sorta di fuga di cervelli verso l'Eldorado di turno, che adesso è diviso tra la vicina Spagna e il continente americano.
infatti andare dall'altra parte della città e si poteva entrare ed uscire da uno di questi centri senza timore di essere visti e riconosciuti da qualcuno. Nei paesi piccoli, invece, capita ancora di entrare in un centro di giardinaggio e sentire clienti con l'accento della provincia accanto che si spostano perché è lontano da casa loro. A chi ancora vive in quelle nazioni così repressive va tutta la mia stima. Siete l'anima della comunità cannabica italiana, siete coraggiosissimi e vi stimo tantissimo. Ce ne vuole di coraggio in Italia, per esempio, soprattutto se si vive nei paesi pic-
Basta venire ad una fiera cannabica, come la Spannabis di Barcellona a marzo o anche la HighTimes di Amsterdam a novembre (se la faranno ancora), per rendersi conto di quanti italofoni sono presenti con prodotti e notizie sbalorditive. Mi è capitato sovente di ricevere i migliori prodotti da italiani: sarà questione di palato probabilmente, fatto sta che si trovano sempre persone interessanti figlie della nostra penisola, che sono dovute emigrare o semplicemente che hanno dovuto viaggiare per godere di qualche giorno di libertà civile nell'esercizio dei loro diritti di super appassionati e consumatori di cannabis. La nostra comunità cannabica è viva e forte, ma finché la cannabis non sarà argomento di libero studio e ricerca per la comunità scientifica, come possiamo pensare di progredire? Non sono molti i laureati disposti a metterci il nome e ancor meno si trovano i fondi per fare ricerca sul prodotto finale. L'unica possibilità è
data dal mondo medicinale, dove si trovano gli unici operatori, sebbene spinti da qualche interesse, che possono studiare la cannabis in maniera simile a come la studierebbe un utilizzatore ludico. Al giorno d'oggi noi utilizzatori ludici siamo coloro che della cannabis fanno l'utilizzo meno nobile, ma non per questo non dobbiamo veder riconosciuti i nostri diritti. Quando saremo considerati persone normali e quindi non più perseguiti come criminali, potremo realmente confrontare i nostri risultati e iniziare a codificare e ricercare nuovi fenotipi e nuovi chemioprofili per i nostri scopi ludici. Fino ad allora saremo sempre il lato meno scientifico della cannabis. Io sogno spesso ad occhi aperti un mondo in cui la cannabis sarà considerata come un buon vino, perché la cannabis è come ‘er vino’, ma quel mondo è lontano anni luce. Anni di difficile ma costante resistenza, che le comunità underground di coltivatori devono portare avanti, coltivando e scambiando informazioni. Solo così i nostri nipoti avranno delle basi su cui poter costruire il mondo della cannabis moderna, a cui, a poco a poco, stiamo aggiungendo mattoncini. E poi dico, non sarebbe bello avere standard di riferimento analitici su cui fare affidamento per poter commentare e ricordare i prodotti migliori? Analizzando giorno dopo giorno la situazione europea, vedo alcuni spiragli di regolarizzazione che possono dare a noi estimatori possibilità di vivere la nostra passione. In Spagna, ad esempio, è tollerata una piccola produzione casalinga e in Portogallo è consentito il possesso in casa propria, segno che qualcosa si sta muovendo. Se saremo fortunati, anche l'Italia seguirà l'onda della regolarizzazione ora presente nel mondo. Stiamo a vedere. Fino DG DOORUD NHHS LW JUHHQ %XRQL ILRUL H tantissima stima a tutta la comunità cannabica italiana.
NELLA SIRIA DILANIATA DALLA GUERRA, LE FORZE MILITARI CERCANO DI DISTRUGGERSI A VICENDA CON LE LORO ARMI PREFERITE. IMPROVVISAMENTE I SOLDATI SI FERMANO, CON LA TESTA LEGGERA E LA FAME HA LA MEGLIO SULL’ODIO. UNA BREVE PAUSA MENTRE UN VERO EROE ENTRA IN SCENA.
FANCULO STA ROBA DA SOLDATI. FACCIAMOCI UNO SPUNTINO
VELOCI, PRIMA CHE IL MIO GAS AL THC SCOMPAIA
RABKA UHALLA
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COLTIVA CON JORGE CERVANTES
LED e calore
Tutti i dispositivi elettrici emettono calore e le LED non sono certo un’eccezione. Una delle difficoltà nel creare il primo diodo a emissione di luce ad alta potenza è stata quella di evitare che il chip si fondesse. Tutta l’energia consumata da un LED viene trasformata in luce o calore. Più sono efficienti i LED, maggiore sarà la quantità di luce prodotta e minore sarà quella di calore. Per esempio, un LED blu o bianco di alta qualità che consuPD FLUFD ZDWW H WUDVIRUPD LO percento della produzione in luce, HPHWWH FLUFD ZDWW GL FDORUH Sembra che si tratti di molto calore, ma il LED è concentrato in un chip HVWUHPDPHQWH VRWWLOH PP [ PP 6H LO FKLS IRVVH PP [ mm, genererebbe oltre 1.000 watt di calore! Un LED di bassa qualità FKH WUDVIRUPD VROR LO SHUFHQWR dell’elettricità in luce, genera circa ZDWW GL FDORUH Il calore deve essere eliminato, altrimenti il chip si surriscalda e non funziona. Più rimane freddo il LED, più sarà efficiente (produrrà più luce) e più a lungo durerà. Il dispositivo di emissione (chip LED) dei LED di alta gamma è assemblato su una base in ceramica speciale ad alta conducibilità di calore. I LED più economici utilizzano un piccolo pezzo di metallo noto come “slug”.
Questa immagine è stata scattata alcuni minuti dopo la precedente. Toni (vedi capitolo 13, Caso di studio n. 2), il fotografo, ha cambiato le impostazioni luminose della macchina fotografica per mostrare uno spettro luminoso diverso.
Il LED viene poi saldato a una scheda elettronica speciale progettato per trasferire calore. La scheda elettronica in metallo (MCPCB) è composta da uno strato di alluminio ricoperto da un sottile strato di materiale che conduce bene il calore, ma non l’elettricità. Si tratta dello strato dielettrico. Più è elevata la conducibilità termica (misurata LQ ZDWW SHU NHOYLQ >: .@ PHJOLR ª Le schede più economiche hanno XQD FRQGXFLELOLW¢ GL FLUFD : . mentre quelle di miglior qualità KDQQR XQD FRQGXFLELOLW¢ GL : . e le schede di qualità più elevata KDQQR XQD FRQGXFLELOLW¢ GL : .
Sullo strato dielettrico viene posto del rame per condurre elettricità e fornire cuscinetti di saldatura per montare i LED e uno strato protettivo. Queste schede elettroniche sono spesso assemblate a un dissipatore di calore possibilmente dotato di ventilatore. Alcune fonti sono dotate di LED assemblati su schede elettroniche convenzionali in plastica per risparmiare sui costi. Queste schede elettroniche in plastica non conducono bene il calore e porteranno i LED a surriscaldarsi e a smettere di funzionare in poco tempo.
Potenza dei LED
C’è molta confusione sulla potenza dei LED. I LED sono classificati in watt. Ciononostante, questa classificazione non indica il reale consumo di elettricità dei LED in watt. La classificazione in watt dei LED (1, ZDWW HFF ª XQD FODVVH R famiglia e non ha a che vedere con l’elettricità consumata dai LED. I LED da 1 watt funzionano a 350 mA I LED da 3 watt funzionano a 700 mA I LED da 5 watt funzionano a 1000 mA I LED da 10 watt funzionano a 1500 mA Nota: I LED più grandi richiedono un voltaggio superiore e sono meno efficienti.
Tutti i LED di alta qualità in questi dispositivi EVO LED 70 sono prodotti da Cree. Ogni dispositivo da 70 cm contiene quattro gruppi di LED. Ogni gruppo di 9 LED fornisce 15 watt, per un totale di 60 watt.
Le “classi di watt” sono state stabilite per standardizzare la potenza e per fare in modo che i LED prodotti da aziende diverse potessero essere utilizzati nello stesso dispositivo. Gli standard sono stati stabiliti solo per i LED bianchi e blu. Il nome di ogni classificazione (classe) era piuttosto preciso: un LED da 3 watt
consumava circa 3 watt, ma l’efficienza dei LED è aumentata notevolmente e il voltaggio richiesto perché i LED funzionassero a 700 mA è diminuito molto. Oggigiorno, in media, un LED bianco o blu da ZDWW FRQVXPD FLUFD ZDWW 9DUL colori di LED della stessa classe consumano quantità diverse di elettricità, perché i vari colori utilizzano materiali diversi e richiedono voltaggi diversi. Il numero di watt viene calcolato secondo la Legge di Ohm. La formula è: watt = volt × ampere (W = V × A). Ecco il calcolo dell’elettricità consumata da LED di colori diversi da 3 watt. Rosso/ K\SHU URVVR YROW ΖO QXPHUR GL ZDWW D P$ ª YROW [ ZDWW ZDWW %OX UR\DO EOX ELDQFR 3,4 volt. Il numero di watt a 700 mA ª YROW [ ZDWW ZDWW
Brillanza
Quando i LED sono “accorpati” o raggruppati, possono produrre luce a sufficienza per coltivare cannabis medica. Un dispositivo a LED deve HVVHUH SRVWR D XQD GLVWDQ]D GL cm o meno dalle piante affinché sia efficace per la coltivazione della cannabis. A seconda del produttore, i moderni LED producono da 40 a 70 lumen per watt (lm/W). I LED nuovi e sperimentali produFRQR ROWUH OP : 1HO Cree Incorporated ha cominciato a YHQGHUH XQ /(' FKH SURGXFH lm/W, ma vedrete come i lumen per watt sono solo una parte del tutto. La luminosità dei LED è classificata in due modi, a seconda della lunghezza d’onda. I LED fra 640 nm e 460 nm sono classificati in lumen. I LED con lunghezze d’onda superiori a 640 nm o inferiori a 460 nm sono classificati in base all’energia radiante (flusso radiante) in mW (milliwatt). I lumen non sono un buon sistema di misurazione per la produzione dei LED. Non è un sistema lineare, il che significa che non misura tutte le lunghezze d’onda/i colori allo stesso modo. È stato sviluppato come sistema per misurare la luce visibile e la luminosità apparente, ossia quanto appare chiara una luce all’occhio umano. I lumen sono stati sviluppati per classificare le fonti di luce e non per misurare le fonti LED monocromatiche. Inoltre, la risposta dell’occhio umano alla luce è estremamente varia. I colori al centro dello spettro visibile come il verde appaiono molto più luminosi di una luce altrettanto chiara o rossa o blu. I lumen possono essere utilizzati solamente per paragonare le fonti
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24 di luce (LED) alla stessa lunghezza d’onda. Questo spiega perché alcuni LED con lunghezze d’onda di 660 QP K\SHU YLFLQR DJOL HVWUHPL GHOOD visione umana, siano spesso classificati come “640 nm a lunghezza d’onda dominante”.
Questo è il motivo per cui hanno una classificazione in lumen più elevata anche se non producono più fotoni. La luce bianca è categorizzata secondo la temperatura di colore. Si tratta della temperatura di un “corpo nero” (un oggetto che non riflette luce) riscaldato finché la luce che produce rispecchia la sfumatura della fonte di luce bianca. La temperatura di colore della luce bianca è uguale alla temperatura in kelvin della superficie di un corpo nero brillante.
Spettro
Nota: Lo spettro di ogni LED potrebbe inoltre indicare la brillanza e la produzione di luce. I LED sono monocromatici, a differenza delle comuni CFL, fluorescenti, ecc. I LED producono un unico colore di una ridotta gamma di lunghezze d’onda. I LED bianchi in realtà sono blu o a volte ultravioletti. Alcuni LED hanno un rivestimento di fosforo (downshift phosphor), che assorbe la luce blu e la riemette a lunghezze d’onda superiori. Il rivestimento di fosforo contiene una miscela di composti di fosforo diversi,
I LED possono essere configurati in varie combinazioni cromatiche. Questa immagine mostra luce viola meno intensa, il che porta le foglie inferiori a mostrare toni di verde.
LA MAGGIOR PARTE DELLE FONTI LED COMPRENDE LED CON LE SEGUENTI LUNGHEZZE D’ONDA: hyper rossi rossi blu royal blu
660 nm 630 nm 470 nm 450 nm
POSSONO COMPRENDERE ANCHE LE SEGUENTI: far red arancione (ambrato) giallo verde UV (tecnicamente vicino agli UV)
740 nm 617 nm 590 nm 530 nm 390 nm
ciascuno dei quali emette un colore diverso, che si uniscono per creare luce bianca. La miscela giusta di colori porta a temperature diverse e questo crea la luce bianca. Più luce rossa e meno blu creano un bianco più caldo. Più luce blu e meno rossa creano un bianco più freddo. Tenete i LED il più vicino possibile alle piante, perché la luce diminuisce al quadrato della distanza. A prescindere dai vantaggi dei LED, fonti a molti punti e frequenze luminose graduate, la luce è luce e tutte le leggi in natura valgono anche in questo
Nota: L’occhio umano percepisce i bianchi più freddi come più luminosi rispetto ai bianchi più caldi.
Le luci di coltura LED sfruttano la disponibilità dei LED di lunghezza d’onda diversa per produrre fonti che creano luce solo alle lunghezze d’onda che la pianta può utilizzare nel modo più efficiente. In altre parole, le lunghezze d’onda corrispondono ai picchi di assorbimento fotosintetico delle piante. La tecnologia LED consente ai produttori di modulare letteralmente lo spettro dei dispositivi per un PAR estremamente elevato. Solo per questo sono di gran lunga più efficienti per watt.
Lampadine e tubi a LED
Si può inserire un’ampia gamma di LED modificati in una lampadina più grande che possa essere assemblata in un sistema domestico a vite d’incandescenti. Una lampadina di questo tipo costa fra L H L GROODUL H LQ JHQHUH QRQ ª sufficientemente brillante per essere utilizzata per coltivare piante. Queste lampadine vengono classificate in termini di sostituzione di una lampadina incandescente. Per HVHPSLR XQD IRQWH /(' GD watt sostituisce un’incandescente GD ZDWW I tubi LED hanno la forma delle IOXRUHVFHQWL 7 7 H 7 PD L WXEL sono riempiti con LED. In un tubo 7 GL FP FRQWLHQH ROWUH LED, ma non tutti i LED sono creati
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I LED emettono la tipica luce viola che fa diventare viola tutte le fotografie!
allo stesso modo. I tubi a LED contengono molti piccoli LED: un tubo D /(' 7 GL FP SURGXFH lumen. Non sono adatti per i sistemi fluorescenti T8 esistenti. I tubi senza sfarfallio hanno una durata GL ROWUH RUH I tubi T8 rossi sono 660 nm e conWHQJRQR ODPSDGLQH /(' *OL spettri possono esser suddivisi in blue e bianchi con una divisione IUD L /(' GD QP . che contengono 144 LED rossi e 144 LED bianchi. Alcuni sistemi consentono di unire i tubi a LED con i tubi T8 fluorescenti per migliorarne lo spettro. I tubi sono freddi e possono essere posizionati a poca distanza dalle piante.
Sistemi a LED
In genere, si uniscono LED diversi in un sistema per raggiungere un determinato spettro luminoso. Si può assemblare una serie di LED
singoli e la si può collegare direttamente in un unico sistema quadrato, rettangolare o rotondo, o il sistema può contenere lunghi tubi GL YHWUR 7 R 7 FDULFKL GL /(' I sistemi più pratici consentono d’inserire gruppi singoli di LED in una lampadina affinché possano essere facilmente sostituiti. Questi sistemi permettono inoltre di potenziare i LED a un costo ragionevole.
LED contro HID
Possiamo paragonare facilmente LED e HID in termini di watt, lumen e lm/W, ma i milliwatt SHU PHWUR TXDGUDWR P: P e i watt PAR sono la vera misurazione della luce di cui hanno bisogno le piante per la fotosintesi. Paragonare i watt PAR è il metodo migliore. Ciononostante, i LED hanno varie qualità che le HID non hanno. I LED produco-
Le piante mostrano il loro colore verde naturale quando vengono spenti i LED.
no pochissimo calore e possono essere posizionate a minor distanza dal canopo della coltivazione, il che permette alle piante di ricevere più luce chiara. *La luce LED può essere inoltre concentrata e diretta mediante una lente, il che intensifica la luce. Questo fattore può essere paragonato se si considera solo la brillanza dell’intero sistema. Devono essere affrontati anche alcuni dettagli sullo spettro. I sistemi a LED possono contenere da alcuni a centinaia di LED. I LED possono essere di spettri diversi. I sistemi vengono prodotti per includere LED di spettri diversi che forniscano intensità più elevate per la crescita della pianta. Ciononostante, ho fatto fatica a trovare test precisi sulla brillanza dei sistemi a LED. *Vedi “Legge dell’inYHUVR GHO TXDGUDWRȋ D SDJLQD all’inizio del capitolo.
Fine vita
I LED hanno una vita che va da D RUH H D YROWH GL più. Avvicinandosi alla fine della vita, l’intensità si riduce gradatamente. I LED sono così nuovi per i coltivatori che non esistono informazioni specifiche sul momento in cui vanno sostituiti. Molti LED con una serie di spettri diversi possono essere uniti nei sistemi. Un unico LED non funzionante o meno luminoso degli altri non incide sufficientemente sulla resa globale del sistema da richiederne la sostituzione. Nel complesso, consiglio di sostituire un sistema quando arriva D DOOȇ SHUFHQWR GHOOD UHVD Non preoccupatevi di eventuali sostanze pericolose quando smaltite i LED. Non contengono mercurio che possa inquinare l’ambiente. I LED e i sistemi possono essere riciclati.
Questo articolo è tratto dal capitolo 17,“Light, Lamps & Electricity” (Luci, lampade ed elettricità) della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2,000 immagini a colori, formato A4) di Jorge Cervantes, disponibile ovunque in inglese. L’edizione spagnola sarà disponibile a gennaio, nel 2017. Per ulteriori informazioni, visitate il sito di Jorge: www.marijuanagrowing.com.
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REPORT
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LEMON HAZE Ho il piacere di parlare della mia esperienza di coltivazione di 2 piante da seme di Lemon Haze, della Royal Queen Seeds. Secondo la descrizione fornita da RQS, la Lemon Haze è un incrocio dominante sativo di Lemon Skunk per Amnesia Haze, con resa fino a 475 g/ m2 e un tempo di fioritura tra le 8 e le 9 settimane. Il mio setup è il seguente: t QJBOUF EB TFNF JO WBTJ EB MJUSJ t iBEKVTU B XJOHw NFEJVN DPO MBNQBEF )14 EB XBUU t FTUSBUUPSF JO FOUSBUB F VTDJUB DPO GJMUSP BM DBSCPOJP t MJOFB DPNQMFUB EJ GFSUJMJ[[BOUJ "QUVT SFHV MBUPS TUBSU CPPTUFS TVQFS QL UPQ CPPTUFS $B .H FO[ZNF F BDJEP GVMWJDP t DSFTDJUB F GJPSJUVSB CBTF #JPCJ[[ t B NFUË DJDMP IP BODIF BHHJVOUP BMHIF DPO BTDPQIJMMVN GVDBMFT F MBNJOBSJBMFT F QSP CJP CJPDBUBMJ[[BUPSF QSPCJPUJDP OBUVSBMF FOUSBNCF EJ #JP.BHOP t MB UFSSB Ò -JHIU .JY EFMMB #JPCJ[[ SJVUJMJ[[BUB QFS MB UFS[B WPMUB SJHFOFSBUB DPO BDJEP GVMWJDP QSJNB F J EVF QSPEPUUJ #JP.BHOP JO DPSTP E PQFSB L’inizio delle due Lemon Haze è veramente eccezionale. Sono tra le prime a germinare e si distinguono subito
per il livello di sviluppo che è quasi doppio rispetto al resto delle sorelle. Dopo 10 giorni sono stati trapiantate nei vasi da 20 lt e messe sotto le fonti HPS a una distanza di 1 metro, avvicinandole ogni giorno progressivamente di 10 cm, fino ad arrivare a 20 centimetri dalle cime apicali. Sono 2 splendide piante, color verde intenso, estremamente vigorose. Quando vengono legate dopo una settimana, iniziano
a notarsi le prime differenze fenotipiche tra le due piante. La n. 1 si sviluppa diventando un vero e proprio mostro: una pianta dominante che tende a sovrastare le altre attorno a lei, non tanto in altezza quanto in larghezza, producendo molteplici cime principali, internodi medi assolutamente accettabili per un ibrido a dominanza sativa, una crescita esplosiva con lunghe foglie di color verde intenso a coccodrillo, con chiare influenze sative, ma sicuramente più larghe rispetto all’altra. La n. 2 si sviluppa un po’ più in altezza con internodi più lunghi rispetto alla prima, con foglie di color verde meno intenso e foglie da sativa pura; onestamente, all’inizio, queste caratteristiche mi preoccupavano un po’, in termini d’incontrollabilità della pianta e di tempi eccessivamente lunghi per la maturazione dei fiori. Fortunatamente, però, con lo sviluppo delle piante, i miei dubbi sono stati smentiti in pieno! Durante le due settimane di vegetazione, le piante sono state innaffiate una volta ogni 3-4 giorni, solo con Regulator e Start Booster (tranne l’ultima settimana di fase vegetativa e la prima di fioritura, in cui ho aggiunto Biogrow di Biobizz) e dopo 20 giorni di vegetativa, con pH a 6.5 ed EC a 1.2. Nella prima fase di fioritura, le Lemon Haze si allungano, ma fortunatamente non in maniera eccessiva. La n. 1 mantiene una forma più compatta e cespugliosa. È una pianta eccezionale: ultra-resistente,
con un inizio di fioritura esplosivo e molto promettente in termini di raccolto, è la regina della grow! La n. 2 ha uno sviluppo di fioritura più lento, tipico delle haze e meno crescita laterale della n. 1, ma è una pianta altrettanto elegante e resistente e si capisce da subito che i fiori, una volta raccolti, avranno una qualità veramente speciale. Durante la prima fase di fioritura, ho usato Super PK e Topbooster di Aptus, assieme a Biobizz fioritura, pH 6 ed EC 1.8, per poi sostituire Super PK con Super K, nelle ultime settimane. Le Lemon Haze continuano a fiorire profusamente, la n. 1 sviluppa fiori enormi, densissimi per un ibrido a prevalenza sativa, di un colore verde chiaro ricoperto di resina e con un odore molto pronunciato di limone-haze, con un marcato retrogusto dolciastro. La n. 2 continua a svilupparsi leggermente in ritardo rispetto alla prima, i fiori sono anch'essi enormi, ma meno densi e lo strato di resina, benché copioso, presenta cristalli più piccoli. L’odore delle cime è stratosferico: puro haze al limone, freschissimo! Dopo dieci giorni di risciacquo con sola acqua, ho tagliato la n. 1 alla nona settimana di 12-12 e la n. 2 una settimana dopo. Ci tengo a precisare che potevano essere tagliate una settimana prima, ma ho
preferito farle andare un po’ più a lungo. Dopo dieci giorni di essiccatura al buio con ventilatori oscillanti ed estrattori accesi e altri 5 giorni in buste di carta marrone, li ho messi in barattoli di vetro. Il raccolto della n. 1 è stato di ben 61 g, mentre quello della n. 2 è di 45 g. Considerato il setup a disposizione, i risultati in termini di resa sono stati eccezionali. Infine, lo smoke report: la n. 1 è di color verde chiaro con pilucchi arancioni ed è ricoperta di resina, l’odore è limonoso-dolciastro e solo quando la si fuma, si nota il piacevole gusto agro tipico della haze. L’effetto è veramente forte, talvolta persino destabilizzante, duraturo ma sicuramente non narcotico, ideale per un’escursione, una serata fra amici o anche solo per passare un tranquillo pomeriggio spirituale a casa.
Anche la n. 2 è di color verde chiaro con tanti pilucchi rossi e uno strato di resina leggero ma consistente, l’odore è “fuori dal mondo”: esotico, limonoso, agro, ma freschissimo, il sapore è esattamente come l’odore, con una pungentissima nota haze, l’effetto è energetico, stimolante, molto forte, ma mai eccessivo, probabilmente, tra i miei preferiti di sempre. In conclusione, considerata la qualità nettamente superiore a qualsiasi incrocio classico di Skunk con tempi di fioritura e raccolti assolutamente accettabili, oltre che le dimensioni assolutamente maneggevoli, con un minimo di legatura e pulizia dei rami inferiori, consiglio a tutti gli appassionati di cimentarsi nella coltivazione di questa varietà. Resistenza cannabica.
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Ho deciso di testare la mia teoria, così alla fine di giugno ho messo quattro lampade (far-red) da 730 nm sopra alcune piante per vedere se potessi indurre una fioritura precoce accendendole all’imbrunire. Ho creato un gruppo di controllo per testare la mia teoria. Questo gruppo di controllo è stato esposto alla luce naturale durante il giorno ma non alle fonti farred alla fine della giornata. Prima di tutto, ho progettato la mia coltura sperimentale. Ho inserito le piante in un sistema di coltura in acqua profonda fatto in casa, dove sono cresciute bene. Ho usato 9,525 mm di filo di nylon intrecciato come stoppino per attingere l’acqua dal fondo del contenitore. Ho attinto poi all’acqua attraverso il mix di coltura mentre le radici l’hanno rimossa.
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Luci Far-Red Nell’estate del 2015 ho deciso di progettare un esperimento con alcune lampade far-red che non vedevo l’ora di utilizzare. Lo scopo dell’esperimento era quello di testare e prendere nota degli eventuali cambia-
e il pH a circa 6. Sono stati aggiunti acqua e nutrienti al bisogno per mantenere i suddetti livelli. Durante i mesi estivi, ai vassoi sono stati aggiunti acqua e nutrienti due volte a settimana. Tuttavia, il sistema avrebbe potuto essere automatizzato mediante l’aggiunta di una valvola flottante attaccata a un serbatoio, come un secchio grande installato al di sopra del livello dell’acqua.
menti derivanti dall’aggiunta di lampade far-red a una coltura indoor controllata. Speravo che la luce far-red inducesse una fioritura precoce nelle piante posizionate direttamente sotto la stessa.
Una settimana più tardi, il 1° luglio, il mix di nutrienti è stato cambiato dal vegetativo alla formula di fioritura e l’EC è stata mantenuta a 550-600 ppm
Una luce fluorescente a induzione è stata montata su una parete laterale che faceva passare luce solo al centro della coltura. Le piante vicine all’apertura frontale o posteriore non hanno ricevuto luce dal sistema. Queste piante sono state il mio “gruppo di controllo” sperimentale.
All’inizio di agosto le piante sperimentale erano state poste sotto luce far-red da oltre cinque settimane. I risultati sono stati inaspettati. La luce far-red non ha accelerato la fase di fioritura. Sono ancora convinto che la
Le piante poste sotto la luce fluorescente a induzione sono maturate prima. Alle altre ci sono volute varie settimane per maturare.
Primo piano di cima: i tricomi sono evidenti
Cima matura.
Il momento preferito del coltivatore: il raccolto!
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31 teoria sia valida, ma non penso che queste fonti avessero l’intensità sufficiente per innescare la reazione del fitocromo che ricercavo. Ciononostante, senza rendermene conto, ho avviato un altro esperimento. Posizionando una fluorescente a induzione da 300 watt al centro dell’area sperimentale, alcune delle piante hanno ricevuto cinque ore in più di luce
Le fonti far-red sono appese sulla destra. La fluorescente è al centro. Le piante non esposte alla luce sono sulla sinistra.
Primo pianto di una cima sotto luce fluorescente. Lo sviluppo dei fiori è stato accelerato.
Parte alta delle piante sotto luce far-red o fluorescente.
Primo piano della parte alta di una pianta sotto luce far-red. Non ha inciso sulla fioritura.
La fluorescente è accesa quando c’è ombra. Illumina le piante frontalmente, non lateralmente.
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33 non legate alla varietà sarebbero attribuibili all’aumento di luce del gruppo sperimentale. Il risultato è stato che il gruppo sperimentale è diventato più grande ed è maturato maggiormente del gruppo di controllo, in meno tempo. Il risultato di questo esperimento ha applicazioni pratiche: integrare la luce naturale con luce elettrica di maggior intensità aumenta la resa e accorcia il tempo di maturazione. Questa luce può essere usata per integrare l’intera coltura in autunno, quando l’intensità della luce naturale diminuisce un giorno dopo l’altro. Aumentare la luce sulla parte in ombre della coltivazione, soprattutto quando le piante maturano, ha ancora più vantaggi. Integrare la luce naturale con fluorescenti a induzione, LED bianchi o luce ad alogenuri metallici aggiunge brillantezza, ma di solito non viene notata dai passanti, dato che gli spettri sono simili a quelli della luce naturale. Le piante esposte alla luce sono state raccolte il 3 settembre. I gruppi di controllo sono stati raccolti 12 giorni più tardi, ma in quel momento le condizioni meteorologiche erano cambiate. Oakland, città costiera della California, ha un’umidità elevata. La temperatura di notte cala a 13°C e le piante trascorrono molto tempo fra i 13° e i 21°C, perciò era quasi inevitabile che le piante venissero attaccate dall’ascomiceto. Abbiamo cercato di controllarlo utilizzando una soluzione di latte al 10% e fungicidi vegetali, ma l’attacco è stato molto forte. La seconda parte del raccolto non è valsa i nostri sforzi a causa delle cime meno dense derivanti dai livelli inferiori di luce della fine di settembre e degli attacchi diffusi di ascomiceto. Quindi, l’utilizzo di luce aggiuntiva ha portato a una maggior resa nelle piante esposte a luce integrativa e a un minor tempo di maturazione, che ha salvato il raccolto dagli attacchi del clima autunnale. Le piante non tagliate sono state appese in una stanza non riscaldata per circa tre settimane. La temperatura nell’area è rimasta fra i 15° e i 21°C. Le cime sono state essiccate ma sono rimaste flessibili: perfette per essere fumate, ma non eccessivamente essiccate al punto da diventare rafferme e croccanti. Un amico ha poi curato le quattro piante. I due ibridi di Jack pesavano 68 grammi e 87 grammi rispettivamente. Due ibridi sconosciuti pesavano 80 grammi e 53 grammi rispettivamente, per un totale quindi di 288 grammi. Tutte le cime
Piante appese in una stanza fredda per essiccatura e cure. Il processo dura tre settimane circa. durante le fasi di luce, ma c’erano ancora momenti di ombra durante la giornata. Nessuna di queste piante è stata messa sotto luce far-red. Un terzo gruppo di piante può essere considerato di controllo. Queste piante si trovavano all’altro lato delle fluorescenti, all’opposto rispetto alle fonti far-red e non hanno ricevuto né luce far-red, né luce supplementare. Il risultato è stato che i fiori delle piante esposte alla luce fluorescente si sono sviluppate maggiormente nel giro di 7-10 giorni alla fine delle cinque settimane, rispetto alle piante esposte alla luce far-red o a quelle che non avevano ricevuto luce supplementare. I fiori del gruppo di controllo, che non ha ricevuto luce supplementare e delle piante esposte alla luce far-red si sono sviluppati altrettanto lentamente. Questo indica che una luce meno intensa rallenta lo sviluppo e la maturazione dei fiori, oltre a ridurre la resa e la qualità. Aspettatevi che le piante cresciute all’ombra o sotto un cielo nuvoloso producano meno in più tempo. Tuttavia, si può aumentare la resa e accorciare il tempo di maturazione con luce supplementare. La prima settimana di settembre, un mese dopo, le piante hanno mostrato nette differenze sulla base della loro posizione, piuttosto che della loro varietà. Le cime più vicine alle fonti di luce e a contatto diretto con la luce del sole sono state le prime a maturare. Le cime della stessa pianta che hanno ricevuto meno luce sono rimaste più indietro, ma alle piante laterali, che non hanno ricevuto luce supplementare, mancavano due settimane o più alla maturazione. Questo risultato è in linea con altri studi condotti sull’integrale di luce giornaliera (DLI). Rappresenta la quantità totale di luce utilizzabile dalla pianta in 24 ore. La teoria è che la crescita e il grado di maturazione dipendono dalla quantità di luce ricevuta dalla pianta. In questo esperimento, né le piante con luce supplementare, né le piante di controllo sono state esposte alla quantità massima di luce tollerabile, ma le piante esposte a luce supplementare ne hanno ricevuta molta di più delle piante di controllo. Pertanto, le differenze a livello di crescita o di grado di maturità e
34 erano di dimensioni moderate ma serrate e cariche di tricomi. Le cime sono state messe in contenitori di vetro e saranno poi refrigerate a circa 7°C, il che le manterrà fresche. Dato che l’esperimento sul fitocromo far-red si è concluso con risultati negativi, sto togliendo le fonti di luce dalla stanza. Ho intenzione d’installare più luci che rimarranno accese durante il giorno, quando le piante sono all’ombra. Prevedo che questo aumenterà la resa e accelererà la crescita e la maturazione. Lascerò le piante di controllo senza luce aggiuntiva per vedere quali saranno le differenze.
Tutte le cime erano serrate.
Primo piano di cime appese.
L’ibrido di Jack ha prodotto cime lunghe e serrate con un bellissimo colore e un aroma misto.
Rami cimati dal gambo, pronti per le cure.
Tre delle varietà sono state curate. La quarta sta per essere trasformata.
Il tripudio della generosità. Servono più barattoli per le cime.
STRAIN REPORT
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Somango XL RESISTENZA CANNABICA
Ho il piacere di raccontare la mia esperienza coltivando 3 piante di 6RPDQJR ;/ GHOOD 5R\DO 4XHHQ 6HHGV 6HFRQGR OH GHVFUL]LRQL GHOOD 546 OD 6RPDQJR ;/ Hȇ XQ LQFURFLR WUD OD 6RPDQJR GL 6RPD -DFN +HUHU [ 6XSHU 6NXQN [ %LJ 6NXQN .RUHDQ IDPRVD SHU LO VXR HIIHWWR ULODVVDQWH PD stimolante, con la Critical #47 conosciuta per la sua grossa produzione. /D UHVD GRYUHEEH DUULYDUH ILQR D J SHU PHWUR TXDGUDWR LQ XQ WHPSR GL fioritura che va tra le 8 e 9 settimane. Il mio set up e’ il seguente: ȏ SLDQWH GD VHPH LQ YDVL GD OW LQ XQR VSD]LR GL P [ P ȏ DGMXVW D ZLQJ PHGLXP FRQ ODPSDGH KSV 3KLOLSV GD Z ȏ Estrattore in entrata ed in uscita con filtro al carbonio della carbon active ȏ O LQHD FRPSOHWD IHUWLOL]]DQWL DSWXV UHJXODWRU VWDUW ERRVWHU VXSHU SN WRSERRVWHU . ERRVW FD PJ HQ]\PH H IXOYLF DFLG FUHVFLWD H ILRULWXUD EDVH GL ELREL]] DOJKH H SUR ELR GHOOD ELR PDJQR SHU ULJHQHUDUH LO VXEVWUDWR OLJKW PL[ GHOOD ELR EL]] DO VXR WHU]R FLFOR GL XWLOL]]R L’inzio è tra i migliori, le somango sono tra le primissime a germinare VRWWR XQD FIO GD Z VSHWWUR EOX PRVWUDQGR XQD YLJRURVD FUHVFLWD nei primi giorni. Dopo sette giorni sono stati trapiantati nei vasi finali da venti litri sotto le hps a una distanza di 1 metro, avvicinandole SURJUHVVLYDPHQWH RJQL JLRUQR GL FP ILQR DG DUULYDUH D FP GDOOH FLPH apicali. Le Somango XL rispondono benissimo alla legatura sviluppando un classico cespuglio ibrido indica/sativa con molte cime che competono tra loro, con foglie di un intenso verde-chiaro e internodi medio corti. La cosa che subito mi ha sorpreso e’ stata la sbalorditiva somiglianza tra tutte e tre le piante e la loro crescita vigorosa e regolare, un vero sogno per qualsiasi coltivatore. Hanno brillato anche per resistenza a fattori avversi, dato che tutte e tre sono state tra le poche a non subire contraccolpi causati da valori errati del mio misuratore ph verso la fine della vegetativa e l’inizio della fioritura. Durante le prime settimane di vegetativa le piante sono state innaffiate ogni 3-4 giorni solo con regulator e start booster e solo tra l’ultima di veg e la prima di fioritura ho aggiunto la bio grow di biobizz con un ph medio GL H XQ HF GL Dopo una ventina di giorni di veg le ho messe in fioritura: tutte e tre avevano un'altezza approssimativa di 30 cm. Nei primi dieci giorni si sono allungati di almeno 10 cm pur mantenendo internodi medio corti; in questi giorni inoltre si cominciano a notare le prime differenze tra le 3 Somango XL: la #1 sviluppa una forma molto cespugliosa e una statura PHGLR DOWD FP DO PRPHQWR GHO WDJOLR OD VYLOXSSD PHQR FLPH principali ma in compenso le cime sono enormi e densissime (al taglio PLVXUHUDȇ FP OD ULPDQH OD SLX EDVVD DOOD ILQH DUULYHUDȇ D FP ma e’ la piu’ ramificata e anch’essa promette benissimo in termini di raccolto. 'XUDQWH OD SULPD IDVH GL ILRULWXUD KR XVDWR VXSHU SN H WRSERRVWHU GL DSWXV DVVLHPH D UHJXODWRU H ELREL]] ILRULWXUD XQD YROWD D VHWWLPDQD HQ]\PH H una volta ogni due anche ca-mg) ph in questo periodo abbassato a 6 e EC DXPHQWDWR D 1HOOH XOWLPH VHWWLPDQH KR SRL VRVWLWXLWR LO VXSHU SN FRQ LO N ERRVW SHU DVVLFXUDUH XQD LGHDOH PDWXUD]LRQH Le Somango XL tra la terza e la settima settimana di fioritura continuano a sviluppare densi fiori assumendo colori porpora/violacei ricoperte di cristalli con pelucchi arancione intenso, e un aroma che mi ha davvero sbalordito: PURO MANGO MATURO!, con sfumature speziate linonose! /DVFLR LPPDJLQDUH OD WUHSLGDQWH DWWHVD GHO VRWWRVFULWWR /D FRVD peculiare è che nonostante le piccole differenze strutturali, tutte e tre le piante presentavano queste esatte caratteristiche. Ho deciso di tagliare le somango alla nona settimana di fioritura dopo dieci giorni di sciacquo (ho innaffiato con sola acqua fino a quando l’acqua di scolo dei vasi aveva lo stesso EC dell’acqua del rubinetto). Dopo 10 giorni ad asciugare al buio FRQ XQ YHQWLODWRUH RVFLOODQWH SHU UHJRODUH OȇXPLGLWD OH KR PHVVH SHU DOWUL giorni nelle buste di carta marrone che hanno i verdumai per intensificare i sapori.
Finalmente e’ arrivato anche il giorno della degustazione: al primo tiro la bocca viene inondata da un travolgente sapore di mango e albicocca molto marcato, il fumo risulta molto delicato e non induce a tosse fino all’ultimo tiro il sapore di mango e albicocca rimane evidente. L’effetto risulta essere incredibilmente rilassante ma allo stesso tempo lucido, non confusionale o soporifero, ideale per attivita’ creative o un pomeriggio meditativo ascoltando buona musica. $OOD ILQH LO UDFFROWR Hȇ VWDWR LO VHJXHQWH J SHU OD VRPDQJR J SHU OD H J SHU OD &RQVLGHUDWR LO QXPHUR GL SLDQWH WRWDOL SHU VROH due hps il risultato finale delle Somango XL è stato più che soddisfacente. In definitiva questo strain mi ha conquistato come non avrei mai immaginato, lo consiglio vivamente a tutti: adatta sia per i principianti che per veterani che ne apprezzeranno la facilità di coltivazione, l'eleganza e la struttura generale oltre ai raccolti abbondanti e al sapore e all’effetto davvero speciali. VIVA LA RESISTENZA CANNABICA E LA SUA CULTURA!
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Coltivazione outdoor – Per iniziare con semplicità Coltivare la canapa alla luce del sole è il modo più facile ed economico per ottenere questa pianta. Che abbiate bisogno di canapa per motivi medici o ricreazionali, dovreste prendere in seria considerazione la coltivazione outdoor. Grazie alle varietà automatiche, è ora possibile coltivare la canapa anche in luoghi in cui sarebbe stato impossibile in passato. Vediamo come iniziare una coltura outdoor.
Mr. José / info@mrjose.eué
In tutta onestà, dobbiamo dire che coltivare a cielo aperto è piuttosto soggetto ai capricci della natura e il compito di ogni coltivatore è quello di gestire questi intoppi in qualche modo. È un po’ esagerato dire che a volte sia sufficiente seminare al momento giusto e che il tempo ideale possa garantire un buon raccolto. In altri casi, ci occupiamo delle piante giorno dopo giorno, cerchiamo di eliminare gli effetti delle inclemenze meteorologiche e nonostante ciò, non otteniamo i risultati attesi. È così che va la vita. Tuttavia, la canapa è una pianta relativamente tollerante e coltivarla non è così complicato. Può sopportare addirittura lunghi periodi di tempo avverso. Se si ha una serra, la posizione iniziale è più semplice, perché si può controllare meglio non solo l’irrigazione, ma anche, in un certo qual modo, le altre condizioni climatiche. La coltivazione in serra si è dimostrata una soluzione adatta soprattutto nelle regioni più fredde e temperate, dove la primavera è fredda e il calore estivo finisce al massimo a settembre, ma nelle regioni più calde, la temperatura in serra sarebbe troppo elevata. Ciononostante, è possibile coltivare la canapa sia in condizioni molto calde sia molto fredde. Naturalmente è necessario adattarsi a queste condizioni e scegliere varietà e strategie adeguate alla coltivazione.
Un luogo adatto alla coltivazione
Prima che decidiate cosa coltivare, dovete avere bene a mente dove lo farete. Il luogo ideale è all’aperto, sotto il sole, con terreno fertile e acqua disponibile e, oltre a ciò, una temperatura di circa 30 °C in un luogo in cui le temperature calde durino almeno sette mesi. Non dimenticate che la maggior parte delle varietà di canapa matura in giornate di 12 ore, quindi le giornate devono essere di questa durata per 2-3 mesi durante il periodo di coltivazione più adatto. Ciononostante,
viviamo nel mondo reale, naturalmente, quindi, anche sul davanzale di casa, ma non aspettatevi nella maggior parte dei casi, un luogo di questo un raccolto abbondante. Avete più possibilità di tipo non sarà disponibile. Tuttavia, questo non ottenere un ottimo raccolto se coltivate canapa su importa se si riescono a gestire condizioni meno un balcone o su una terrazza, se ne avete una. adeguate. Se avete una serra, lasciate un po’ di Scelta delle varietà giuste spazio e cercate di far crescere almeno alcune Ora che avete scelto il luogo, potete iniziare a piante. Avrete bisogno di almeno 1 m2 per scegliere una varietà adatta, in particolare una coltivare una varietà classica non automatica di varietà che si adatti meglio alle vostre condizioni. canapa e metà di questo spazio Attualmente, le varietà automatiche di per una varietà automatica. canapa sono molto popolari, perché Se non avete una non diventano molto grandi e i fiori serra, ma avete una si formano a prescindere dalla coltivazione, cercate quantità di luce e quindi maturano un luogo assolato molto prima. Questo significa dove creare che anche i coltivatori delle aree una piccola più fredde possono coltivare aiuola fertile o canapa e i coltivatori delle aree posizionare una più calde possono ottenere fioriera e dove più raccolti in una stagione. l’irrigazione Inoltre, potete eliminare una sia facile. Se serie di rischi. Meno tempo ci sono rischi passa fra la semina e il raccolto, di temperature minore è il rischio che le piante estremamente vengano attaccate da parassiti e elevate dove vivete, Pianticelle con le malattie, che l’area venga scoperta non importa se le prime foglioline vere o che ci siano altri problemi. Inoltre le piante sono all’ombra piante non diventano così grandi, pertanto attorno a mezzogiorno. Dato non richiedono molte cure, il che facilita le cose che la coltivazione della canapa per i coltivatori alle prime armi. In media, non è legale, o persino le varietà automatiche maturano nel tollerata, ovunque, è giro di 70 giorni dalla semina. La bene ricordare che canapa si dovrebbe coltivare da non tutti quelli marzo (Europa Meridionale) che passano a maggio (Europa Centrale e in prossimità Settentrionale) e raccogliere devono vedere fra settembre e novembre. Le la vostra varietà automatiche possono coltivazione o essere seminate a luglio e la canapa che anche in agosto nelle regioni state coltivando. con un’estate lunga. Quindi, quando scegliete il In breve, quando scegliete la luogo dove vostra varietà, ricordate ciò che coltivare, tenete Frisian Dew coltivata è possibile e le caratteristiche in considerazione in Danimarca specifiche della vostra area. Per la legislazione vigente esempio, un coltivatore dell’Europa sulla canapa e il vostro Settentrionale ha condizioni di coltivazione rapporto con i vicini. Se non totalmente diverse da quelle di un coltivatore avete terra, potete coltivare dell’Italia del sud. Mentre i Danesi in un’area in natura. dovrebbero scegliere una varietà Ciononostante, dovete autofiorente o una varietà che trovare un luogo non maturi oltre settembre, i dove nessuno vi Siciliani possono permettersi rubi il raccolto e di prendere in considerazione dovete anche varietà che ci mettono di più sperare che a maturare o di pensare di nessun animale Dettaglio di ottenere fino a quattro raccolti se ne cibi. Forse cima di una di una varietà automatica. un’area vicina varietà autoDurante la coltivazione, questi a una ferrovia matica Red coltivatori dovranno risolvere potrebbe essere Dwarf problemi completamente un’idea: non è diversi. Mentre i Siciliani dovranno molto trafficata forse lottare con la siccità, i Danesi e non ci sono devono sperare che non ci siano animali selvatici. periodi di freddo improvviso durante Potete coltivare canapa
40 l’estate. Quando scegliete una varietà, considerate quindi i parametri noti. Le caratteristiche a cui dovete fare più attenzione sono il periodo di maturazione, l’altezza raggiunta durante la crescita e l’adeguatezza alla coltura outdoor. Le varietà per la coltura indoor probabilmente cresceranno bene nelle regioni più calde dell’Europa Meridionale, ma non funzioneranno in Europa Centrale e Settentrionale. Se coltivate outdoor, è una buona idea scegliere una varietà adatta a questo tipo di coltura. Se intendete coltivare canapa in una zona decisamente fredda o montagnosa, dovreste cercare varietà adatte a queste condizioni. Alcuni produttori di semi coltivano piante in condizioni dure, quelle con maggiori possibilità di sopravvivere e maturare in condizioni climatiche difficili e di freddo. Anche le dimensioni delle piante sono estremamente importanti. Se le coltivate in serra o su un balcone a casa, scegliete una varietà di altezza adeguata. Di norma, più è piccola la pianta, più sarà facile da coltivare.
Alcuni coltivatori optano inoltre per le varietà normali perché il sapore e l’effetto, a parere loro, sono migliori di quelli delle varietà automatiche. È questione di gusto, ovviamente. Dato che questo articolo tratta la coltivazione facile outdoor, forse dovremmo prendere in considerazione varietà automatiche o varietà ordinarie a maturazione rapida di dimensioni piccole-medie con minor tendenza alla ramificazione laterale. Se avete già esperienza nella coltivazione di altre piante e vi sentite preparati, potete tentare con piante più grandi e più dense.
Iniziare la coltivazione
For la coltivazione outdoor è sempre consigliabile Varietà classica Opium far crescere le pianticelle in anticipo, se non si coltiva a partire da cloni. Fate germinare i semi su torba o in una piccola quantità di substrato leggero in una piccola fioriera o barattolo. Potete acquistare il substrato in qualsiasi negozio di giardinaggio. Conviene immergere i semi in acqua per 24 ore e poi seminarli 0,5-1 cm sotto terra. Dopo alcuni giorni In Repubblica Ceca è le pianticelle dovrebbero fare capolino dal terreno. A Non dimenticate di considerare il tipo di semi. Oggigiorno, la facile anche in una fioriera questo punto hanno bisogno di molta luce, altrimenti maggior parte dei semi femminizzati è in vendita: questo si protenderanno per trovarla e avranno gambi significa che una pianta femmina crescerà da ogni molto deboli. Se necessario, travasate le pianticelle seme. È un vantaggio enorme per il coltivatore medio. in vasi più grandi quando cominciano ad avere Il raccolto è puro e non ha bisogno di semi e non delle foglie vere. Le due piccole foglioline che dovete individuare ed eliminare le piante maschio spuntano inizialmente dal seme non possono che altrimenti feconderebbero le piante femmina. essere considerate foglie. Non appena crescono Ciononostante, se volete produrre i vostri semi per un po’, la pianta può essere travasata. A questo un’altra stagione, dovete scegliere semi classici punto le pianticelle sono molto sensibili e hanno (regolari). Le piante maschio e femmina crescono bisogno di calore e preferibilmente anche dell’aria da questi semi e al momento del raccolto otterrete umida. Il substrato deve essere umido ma non un numero elevato di semi per utilizzo futuro o per bagnato. Potete travasare le piante outdoor quando ottenere olio di canapa e altri prodotti. le temperature non scendono al di sotto dei 10°C (le Nello scegliere una varietà, non affidatevi solo ai piante sopportano brevi periodi di freddo di mattina). venditori di semi. Potete anche utilizzare cloni, che sono Quando fa più caldo, i semi si possono seminare outdoor talee delle piante madri della canapa. Per esempio, in Austria, sin dall’inizio e saltare la fase di pre-crescita. Tuttavia, ci sono i cloni di solito vengono venduti in punti vendita specializzati. maggiori probabilità di successo se si fa pre-crescere la pianta. Tuttavia, se l’Austria per voi è fuori mano, magari avete amici che vi possono dare cloni. Mi preme sottolineare che la clonazione è possibile solo per Se avete fatto crescere preventivamente le vostre piante a casa e volete le varietà non automatiche. piantarle al sole, dovete prima di tutto farle abituare alla luce del sole Varietà normali o automatiche? diretta. Le piante che crescono al sole formano un sottile strato simile a Abbiamo già parlato di alcune delle differenze esistenti fra le varietà normali una cera sulle foglie, che le protegge dalla forte luce del sole. Le piante e quelle automatiche. Le varietà automatiche sono adatte alle condizioni coltivate in casa non avranno questo strato sulle foglie, ecco perché climatiche di maggior freddo, maturano in meno tempo e quindi, in condizioni dovreste prima di tutto metterle in un luogo ombreggiato, oppure spostarle ottimali, si possono ottenere vari raccolti l’anno. Grazie alle dimensioni ridotte al sole qualche ora al giorno. In una settimana circa, le piante si abitueranno sono anche meno difficili da coltivare e grazie alla rapida maturazione, ci sono e formeranno uno strato protettivo, dopo di che potranno essere lasciate al meno rischi d’incorrere in problemi di vario tipo. Perché quindi vogliono tutti sole permanentemente. Se mettete subito le piante con pre-crescita al sole, i coltivare le varietà tradizionali? Fra i motivi principali figurano dimensioni e raggi le bruceranno. Ne deriva che, teoricamente, dovreste lasciare le piante resa. Le varietà ordinarie possono passare inosservate per le dimensioni. Se germinare outdoor direttamente sotto i raggi del sole. Questo è possibile per la pianta ha spazio a sufficienza, un buon clima e il giusto livello di nutrienti, i coltivatori che vivono in climi caldi e temperati, ma nelle regioni più fredde, raggiungerà un’altezza di oltre due metri senza alcuna difficoltà. Il raccolto di la pre-crescita a casa è indispensabile. una sola di queste piante solitamente supera di molto un chilogrammo. Una produzione di questo tipo sarebbe eccezionale per una varietà automatica Credo sia sufficiente per spiegarvi quanto sia facile iniziare a coltivare canapa coltivata nello stesso luogo, anche se si otterrebbero quattro raccolti l’anno. outdoor. Parleremo delle fasi seguenti alla prossima occasione. Buona fortuna!
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PUNTO LEGALE
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L'Italia preferisce criminalizzare LA DELUSIONE E LA GRANDE OCCASIONE MANCATA DOPO IL NO DELLA CONSULTA
Lo scorso 9 marzo i giudici costituzionali hanno confermato l'illegalità della coltivazione di cannabis per uso personale. Un duro colpo per quanti speravano nel buon senso della magistratura e nella risoluzione giuridica e definitiva di un problema che tutt'ora contribuisce ad affollare tribunali e carceri. Coltivare resta una condotta penalmente perseguibile, la strada verso la depenalizzazione è ancora lunga - Giovanna Dark e in salita. Quando è il caso di dire “mai una gioia”. No, non ci riferiamo agli interisti ma ai milioni di consumatori e coltivatori di cannabis del bel paese. La notizia è arrivata lo scorso 9 marzo ed è stata
sollevata dai giudici della Corte d'Appello di Brescia e riguardava le disposi]LRQL FRQWHQXWH QHOO DUWLFROR GHO '35 309/1990, il testo unico sulle droghe, nella parte in cui "escludono tra le condotte suscettibili di sola sanzione amministrativa, qualora finalizzate al solo uso personale dello stupefacente, la condotta di coltivazione di piante di cannabis", in relazione ai principi di ragionevolezza, uguaglianza e di offensività, previsti dagli articoli 3, 13, H GHOOD &RVWLWX]LRQH 3HU L SRFKL che ancora non lo sapessero, il tutto ha preso avvio lo scorso anno, quando davanti ai giudici lombardi era finito il caso di un commerciante bresciano trovato in possesso di 8 piante di FDQQDELV H JUDPPL GL ȊSURGRWWR essiccato”. In primo grado era stato condannato a 8 mesi di reclusione e mille euro di multa ma, nel marzo GHO OD &RUWH Gȇ$SSHOOR GL %UHVFLD aveva accolto l’istanza dei difensori, gli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti, sospendendo il processo e rimettendo gli atti della causa ai giudici della Consulta, per esaminare appunto la questione di legittimità costituzionale.
te di cannabis destinate al consumo personale degli imputati. Al momento in cui scriviamo le motivazioni della Corte Costituzionale non sono ancora state pubblicate ma, guardando alla VHQWHQ]D GL DQQL ID ª SRVVLELOH provare a indovinare quali siano stati gli indicatori che hanno fatto propendere infine per il no. La Consulta del DYHYD SXQWDWR WXWWR VXOOD WXWHOD della salute del cittadino e sulla mancanza del “nesso di immediatezza” tra la coltivazione e l'uso personale, indicando nella cannabis una sostanza stupefacente la cui produzione è da contrastare a prescindere, in quanto foraggiatrice del mercato nero.
Se le motivazioni della Consulta del GRYHVVHUR ULVSHFFKLDUH TXHOOH GL una solenne doccia fredda: il sistema DQQL ID OD GHFLVLRQH FRQIHUPHUHEEH sanzionatorio nazionale relativo alla che l'ordinamento ritiene tuttora che la coltivazione di cannabis per uso persocoltivazione e l'uso di cannabis (diretnale rimane penalmente perseguibile tamente per chi ne fa uso, indirettaperché costituzionalmente legittimo. mente per quanto può causare) siano Lo ha deciso la Corte Costituzionale, un fatto rilevante per i (supposti) danni che ha dichiarato "non fondata la queche producono all'individuo e alla colstione di legittimità costituzionale sollettività. Un atteggiamento paternalilevata dalla Corte di Appello di Brescia stico e anacronistico, che alcuni hanno "sul trattamento sanzionatorio della voluto collegare alla firma – avvenuta coltivazione di piante di cannabis per lo stesso 9 marzo – della legge sull'ouso personale". La decisione, riferisce La sentenza uscita da piazza del micidio stradale, una norma inasprita la Consulta nella persona del giudi- Quirinale non deve però sorprendere, che colpisce duramente coloro che ce relatore Giuseppe Frigo, «è riferita in passato la Consulta aveva già boc- guidano sotto l'effetto di droghe, canDOO DUW GHO WHVWR XQLFR LQ PDWHULD ciato la questione di legittimità costitu- nabis compresa. In Italia, a conti fatti di stupefacenti ed è stata assunta nel ]LRQDOH VXJOL DUWLFROL H GHO 7HVWR e a sentenze vedute, si continua ad solco delle sue precedenti pronunce Unico sulle droghe. Lo aveva fatto con assumere che la marijuana sia una in materia». OD VHQWHQ]D Q H VHPSUH LQ sostanza dannosa per se e per gli altri L'eccezione di costituzionalità era stata riferimento alla coltivazione di pian- ma, contrariamente a quanto avviene
UN ATTEGGIAMENTO PATERNALISTICO E ANACRONISTICO, CHE ALCUNI HANNO VOLUTO COLLEGARE ALLA FIRMA – AVVENUTA LO STESSO 9 MARZO – DELLA LEGGE SULL'OMICIDIO STRADALE
44 per alcool e tabacco, lo Stato continua a preferire che se ne occupi esclusivamente il mercato nero. Insomma, il tanto auspicato cambio di rotta, al fine di chiarire una volta per tutte che la coltivazione per uso personale non solo non accresce lo stupefacente presente sul mercato ma anzi rappresenta un antidoto contro le mafie, non c'è stato. Così come non c'è stata la volontà di dare una spinta
potuti raggiungere due importanti traguardi. In primo luogo i giudici costituzionali avrebbero potuto tracciare le linee giuridiche per differenziare, già in primissima istanza, i casi di autoproduzione ad esclusivo fine di uso personale, da situazioni di coltivazione su larga scala destinate alla produzione di sostanza per il successivo spaccio. In secondo luogo il regime dell’onere della prova avrebbe potuto subire sostanziali modifiche che lo avrebbe-
necessità personale del coltivatore. Si sarebbe, quindi trattato di un importante passo avanti, anzi forse due. Ma tant'è. Per i Radicali, impegnati da oltre 40 anni nella battaglia antiproibizionista, quella del 9 marzo è stata senz'altro un'occasione persa: «Un diverso pronunciamento avrebbe avuto di sicuro una portata storica - dicono Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, e di Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni - ma quanto accaduto non ci stupisce. Ed è la conferma del fatto che la legalizzazione della cannabis - anche se non appare più come un risultato impossibile - è ancora un obiettivo il cui raggiungimento è pieno di ostacoli». E aggiungono: «Ostacoli ideologici, che troppi danni hanno già causato sul piano sociale sanitario e soprattutto della giustizia. Per queste ragioni non ci fermeremo, e anzi, rilanceremo con più forza le nostre iniziative antiproibizioniste: tra qualche settimana saremo di nuovo in strada per raccogliere le firme su una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della cannabis. Ed è già online una petizione rivolta al Parlamento europeo per chiedere di assumere politiche comuni sulle droghe, politiche per la legalizzazione della cannabis e per la decriminalizzazione dell'uso e del possesso per uso personale di tutte le droghe. E ancora, promuoveremo iniziative di disobbedienza civile diffusa e un progetto con ricercatori da sei diversi paesi europei per un confronto di best practices. Insomma, sarà una primavera antiproibizionista». Se lo dicono loro...
IN TEMA DI DEPENALIZZAZIONE L’ITALIA MAGARI NON È L’ULTIMA IN EUROPA, MA SI MUOVE ANCORA UNA VOLTA SULLE RETROVIE ai legislatori affinché su questi temi ci sia un cambio di politiche radicale che vada incontro alla depenalizzazione dell'utilizzo di cannabis e derivati e alla decriminalizzazione dei consumatori. E forse, anche per una parte della magistratura, quella del 9 marzo è stata una sconfitta. Nonostante le arzigogolate interpretazioni giuridiche – che mostrano come nelle basi di diritto non si sarebbe comunque andati incontro ad una effettiva depenalizzazione della condotta di coltivazione, seppure a scopo esclusivamente personale – si sarebbero comunque
ro allineato con i principi generali in materia: allo stato attuale dell'arte è infatti l’indagato a dover dimostrare che il prodotto ricavato dalla pianta non è idoneo a creare un aumento dell’offerta di sostanza stupefacente sul mercato nero mentre, se la consulta avesse dichiarato l'illegittimità, sarebbe invece rimasto sempre a carico del PM il dovere di dimostrare che la condotta di coltivazione di cannabis sia propedeutica – in toto o in parte – alla successiva cessione del prodotto a terzi e non sia, quindi, esclusivamente orientata alla soddisfazione della
Interviene anche il senatore e sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, animatore dell'intergruppo parlamentare "Cannabis Legale". «Per quanti ritengono che la legalizzazione della cannabis sia una urgente misura di buon senso e di buon governo, la sentenza della Corte Costituzionale non smentisce, ma conferma la necessità di procedere rapidamente alla discussione del disegno di legge - sotWRVFULWWR GD WUD GHSXWDWL H VHQDWRri - oggi all'esame delle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali della Camera», dice Della Vedova. «La questione relativa alle droghe non va trattata con demagogia e paternalismo populista, ma ancorandosi ai dati e alle evidenze – scrive su Il Manifesto il presidente di Antigone, Patrizio Gonella – noi lo stiamo facendo con la campa gna “Non me la spacci giusta”. La guerra alle droghe è fallita. Lo dicono esperti non accusabili di empatia o militanza movimentista. Ce OR GLFRQR L QXPHUL /H SHUVRQH DUUHVWDWH WUD LO H LO ΖO PLOLDUdo di euro l’anno che spendiamo per
tenere in carcere persone accusate di reati di droga. I miliardi di euro incassati dalle mafie e che potrebbero finire allo Stato sotto forma di tassazione. I 180 milioni che utilizziamo affinché le forze di polizia facciano rispettare la normativa anti-droga e che potremo invece utilizzare per reprimere il crimine organizzato. C’è bisogno di una rivoluzione pragmatica che lasci la morale fuori dal diritto». Il resto del mondo comunque si muove: in Europa il regime di tolleranza sulle droghe leggere varia di Paese in Paese, anche se in nessuno Stato la coltivazione di cannabis è apertamente legalizzata. In Spagna, per esempio VL SRVVRQR FROWLYDUH ILQR D SLDQWH pro capite nei Cannabis Social Club; in Olanda è permesso ai coffee shop; nella Repubblica Ceca è totalmente GHSHQDOL]]DWR LO SRVVHVVR ILQR D grammi di marijuana, e in Portogallo, che è lo Stato dove vige il regime più liberale d’Europa in materia di stupefacenti, è depenalizzato il consumo personale di tutte le sostanze, senza distinzione tra droghe leggere e pesanti. L’Italia in questo campo magari non è l’ultima, ma si muove ancora una volta sulle retrovie, malgrado la stessa Direzione Investigativa Antimafia abbia evidenziato il totale fallimento dell’azione repressiva e delle politiche proibizioniste.
La “patata bollente resta dunque in mano ai giudici che, in ultimo, rappresentano l'unico vero ago della bilancia GRSR FKH QHO IHEEUDLR OD VWHVVD Corte di piazza del Quirinale aveva dichiarato incostituzionale la FiniGiovanardi. A guardare nel dettaglio dentro i tribunali italiani, sono numerose le sentenze che hanno equiparato le due condotte di coltivazione e detenzione. L’ultima volta risale all’8 febbraio scorso, quando la VI sezione penale della Cassazione ha annullato una sentenza di condanna emanaWD QHO GDOOD &RUWH Gȇ$SSHOOR GL Trento contro una coppia di ventenni che aveva in casa due piante di canapa indiana e un essiccatore. Che all'antiproibizionismo resti solo la speranza nel buon senso dei giudici è quantomeno riduttivo. La legalizzazione – o quantomeno la depenalizzazione – per via giudiziaria non è un'opzione percorribile. O almeno, dopo il niet della Corte Costituzionale, non lo è più.
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Semi: i vantaggi La Natura ha colpito nel segno quando ha creato i semi: sono piccoli, portatili e mantengono la capacità di germinare per anni se conservati in buone condizioni. Un piccolo contenitore ermetico in frigorifero può contenere una raccolta completa di varietà di cannabis di tutto il mondo. I semi sono molto più pratici delle talee, poiché non bisogna tenere viva una pianta madre tutto l’anno. Per il coltivatore fai da te che vuole provare genetiche buone e diverse, i semi sono senza dubbio José T. Gállego la migliore opzione. Oggigiorno, oltre il novanta per cento dei semi di cannabis psicoattiva del mondo è femminizzato. I coltivatori non devono eliminare le piante maschio, poiché ogni seme porterà a una femmina. Molti, oltre alle femminizzate, scelgono varietà di semi autofiorenti che si possono piantare in ogni momento dell’anno, che crescono e fioriscono senza tenere in considerazione il fotoperiodo. Sebbene siano molto pratici, i semi femminizzati e autofiorenti nascondono alcuni inconvenienti. Con tutte le varietà femminizzate che esistono, non ci sono più molti coltivatori che usano semi regolari, per cui non hanno accesso a piante maschio con cui impollinare le piante femmina. Senza piante maschio, si perde uno dei maggiori piaceri dell’autocoltura della cannabis, ossia la possibilità di ottenere ibridi, incrociando le piante migliori di ogni stagione. Sebbene si coltivi generalmente a partire da semi femminizzati, a mio avviso, è importante che tutti i coltivatori coltivino di tanto in tanto varietà con piante di entrambi i sessi, perché solo in questo modo conserveremo il potere di continuare a coltivare, nel caso in cui un giorno le autorità decidessero di vietare la vendita dei semi. I maschi consentono a qualsiasi coltivatore di ottenere nuovi semi ogni anno in modo estremamente semplice e totalmente gratuito.
essere attaccata dalle muffe, dalle mosche bianche, con un sistema radicolare poco vigoroso o con gambi sottili che si piegano facilmente trasmetterà queste esatte caratteristiche a ogni talea prelevata dalla stessa. Una coltura di talee non ha diversità genetica e poiché tutte le piante sono identiche, se compare un insetto infestante o una malattia per cui non hanno difese, il danno si potrebbe estendere a tutto il raccolto. Partendo dai semi, sebbene della stessa varietà, c’è sempre una certa diversità genetica che fa variare il livello di resistenza agli insetti infestanti o alle malattie da una pianta all’altra. Alcune soffriranno, ma altre sopravvivranno e il coltivatore non perderà mai tutto il raccolto.
Molti coltivatori sottovalutano i semi per la loro variabilità. Sebbene appartengano alla stessa varietà, ogni seme dà luogo a una pianta unica, lievemente diversa dalle sue sorelle e magari con caratteristiche incredibili. Con le talee questo non succede: tutte le talee della stessa pianta madre sono esattamente uguali e nessuna è meglio della madre. Tuttavia, questa omogeneità, sebbene sia estremamente pratica nelle grande coltivazioni commerciali, dove tutte le piante ci mettono lo stesso tempo a fiorire, hanno lo stesso aroma, lo stesso aspetto e la stessa potenza e potere psicoattivo, costituisce anche il punto debole principale delle talee, poiché tutte le piante hanno quindi gli stessi punti deboli. Una pianta madre che tende a
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ATTUALITÀ
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d’hashish. C’erano poi i Clown Army e il Furgone del Rosso (il Rosso è il soprannome di uno storico artigiano lombardo, famoso costruttore di cilum), che hanno percorso la centralissima via Po, da Piazza Vittorio Veneto a Piazza Castello. Qui è stata invitata tutta la cittadinanza a partecipare al dibattito a microfono aperto, il cui tema centrale, incalzato da vari pazienti, è stato l’uso terapeutico. Gli attivisti piemontesi hanno quindi successivamente organizzato l’incontro “La canapa che ci cura”, lo scorso 18 giugno, presso l’ex ospedale San Giovanni di Torino. La giornata è stata l’occasione per una prescrizione pubblica, gratuita, di farmaci cannabinoidi. La lodevole iniziativa ha avuto un gran successo e diversi medici coscienziosi (sono intervenuti i Dottori Simone Fagherazzi, Davide Bono, Ugo Zamburro, Paolo Zirilli, Tania Re e Paolo Calliero) hanno informato il pubblico e in alcuni casi hanno prescritto cannabis per ragioni mediche a chi (circa una trentina di persone), dimenticato dallo Stato, non riusciva a ottenere una ricetta, per i soliti motivi legati alla burocrazia, l’ideologia e l’ignoranza di istituzioni e medici. Ho avuto il piacere di partecipare a tre riunioni del Coordinamento ed è stato bello vedere diversi giovani volonterosi, ricchi d’entusiasmo, disponibili a impegnarsi su vari fronti, affinché chiunque possa fumarsi una canna in santa pace. Lo fanno anche per te che stai leggendo, quindi, nel caso non ti fossi già attivato in qualche modo, cerca di unirti al movimento o, per esempio, cerca di creare un coordinamento anche nella tua regionale, che successivamente, grazie anche ad internet, sia in grado di collegarsi con quello piemontese e altri che potrebbero sorgere in futuro. Ciò avrebbe la forza di creare una vera e propria onda anomala, in grado di far cadere quel muro ormai decrepito, a quasi un secolo dalla mussoliniana fattezza che è il proibizionismo.
COORDINANDO LA LEGALIZZAZIONE
Di Davide Calabria
Nel gennaio del 2014, il Comune di Torino approvava un appello al Parlamento italiano, con la richiesta di "passare da un impianto proibizionistico a uno di tipo legale per la produzione e la distribuzione delle droghe leggere". Sulle ali dell’entusiasmo, alimentato anche dalla bocciatura della famigerata Legge sulle droghe Fini-Giovanardi, nacque allora il “Coordinamento piemontese unitario per la legalizzazione della canapa”, volto a creare una rete regionale dei vari soggetti legati alla pianta in questione, estendibile a livello nazionale e internazionale. A far rete sono le persone di buona volontà, unite dall’idea di legalizzare la canapa in tutte le sue forme e di ridarla agli italiani, in modo da sottrarre ingenti quantità di denaro alle mafie e liberare persone innocenti dal carcere. Un coordinamento tra persone e gruppi, quindi, per creare un movimento unitario e ottenere la possibilità di coltivare cannabis per uso personale. Tutto ciò passando dall’analisi e dalla divulgazione delle proprietà della canapa, che permettono d’interagire in vari ambiti con partiti, associazioni di varia estrazione, sindacati, studenti e facoltà universitarie (medicina,
giurisprudenza, farmacia, architettura, agraria, veterinaria), creando una massa critica in grado di smuovere gli animi dei parlamentari. A far parte del gruppo sono ovviamente invitati tutti i conoscitori della canapa che abbiano il senso della giustizia, anche perché con il tempo sono state coinvolte molte persone e sono stati creati vari progetti. Tra le prime iniziative, lo scorso 16 maggio, il Coordinamento ha organizzato la manifestazione “Fuma parei!”, che ha visto la partecipazione di artisti di strada e di centinaia di persone che divertendosi, hanno passeggiato pacificamente ed ecologicamente per il centro di Torino, sensibilizzando i passanti e i commercianti sulla libertà di coltivare e sull’accesso terapeutico reale. Un corteo simpatico e colorato, animato da artisti di strada come Attilio il Fakiro, che un giorno in Marocco mi ha amichevolmente confessato di aver realizzato un cilum fatto esclusivamente
La presenza di pazienti nel Coordinamento è stata uno stimolo per creare l’associazione Medical Cannabis Club Torino (MCCT, www. facebook.com/mcctorino), per promuovere la vita secondo i buoni criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS definisce la salute come uno "stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia". E come definizione calza a pennello, anche per descrivere l’effetto terapeutico e ludico, includendo l’abito sociale, della cannabis. Nasce per promuovere iniziative socio-culturali legate alla canapa e ha come fine non ultimo, quello di alleviare le sofferenze dei propri soci, informandoli correttamente su base scientifica e non in maniera ideologica come fanno i potenti. Ambisce pure a stimolare la ricerca, cercando di coinvolgere studenti universitari, organizzando dibattiti e portando una maggior consapevolezza riguardo le proprietà della canapa. L’obiettivo è quindi quello di arrivare a garantire il diritto alla cura. Anche in questo caso, ovviamente, sarebbe bello nascessero altre associazioni di questo tipo, a livello regionale, ma anche provinciale, nell’ottica di una maggiore presenza territoriale, di affiancare anche a quelle storiche dei Pazienti Impazienti Cannabis, quella dell’Associazione Cannabis Terapeutica e al pugliese Cannabis Social Club La Piantiamo. Lo stimolo potrebbe nascere laddove ci sia un gruppo di persone con patologie che ritengono sia utile parlare, conoscersi, confrontarsi, anche all’interno di un percorso di cura. Un modo anche per farsi forza ed evitare l’isolamento dettato dalle istituzioni, che mettono i pazienti fuori legge e sotto il controllo delle organizzazioni criminali. Per raggiungere i propri nobili fini, l’MCCT ha organizzato una tre giorni non stop, durante il weekend di pasqua, con dibattiti di esperti, musicisti, giocolieri, dj e banchetti. Con i soldi raccolti, stanno partendo con la coltivazione di cannabis legale, a basso THC, sulle colline piemontesi, da utilizzare terapeuticamente e come alimento. Mentre scrivo, il Coordinamento e l’MCCT stanno inoltre organizzando la Fuma Parei 2016, nella data del 7 maggio. Sono tutti invitati a partecipare con vestiti colorati, in particolar modo gli artisti e le street band, in modo da rendere l’evento “una lotta festosa e costruttiva”, come si legge nell’appello. Lo slogan della manifestazione è: libertà di coltivare, diritto all’uso terapeutico, contro le mafie. Successivamente, in calendario, anche quest’anno ci sarà una nuova occasione per la prescrizione gratuita di cannabis, questa volta maggiormente orientata sull’informazione dei medici. Il tutto, divertendosi. Allora non resta che mettersi a grattare il muro!
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SCIENZA
INNOCENTE COME LA CANNABIS
Di Davide Calabria
Negli Stati Uniti, la legalizzazione è attualità e le iniziative sorgono come funghi in ogni angolo del Paese. 4 Stati hanno legalizzato l’uso ludico (Colorado, Washington, Oregon, Alaska) e 23 quello medico, oltre al Distretto della Columbia, in entrambi i casi. Fortunatamente, questo sta portando cambiamenti profondi nella società americana, dando la possibilità a sempre più ricercatori d’interessarsi al fenomeno. Gli studiosi sono anche meno preoccupati, giacché le Leggi diventano meno severe e aumentano le pubblicazioni e l’attenzione sulla
ricerca scientifica, in modo d’avere un approccio pragmatico con il fenomeno. Uno studio pubblicato a febbraio di quest’anno su JAMA Psychiatry, per esempio, condotto dall’Università della Columbia e intitolato “Effetti del consumo di cannabis sul comportamento umano, in particolare cognizione, motivazione e psicosi”, ha rivaluto al ribasso i rischi legati al consumo di cannabis e la notizia è stata riportata su quotidiani come il Washington Post. Fumare una canna d’erba senza tabacco fa molti meno danni di quanto si credesse. Ebbene, secondo i ricercatori dell’Università della Columbia, il consumo di cannabis non può essere associato a depressione, ansia, disturbo bipolare e dell’umore. Va quindi contro molti studi precedenti ed è il primo a screditare il legame tra cannabis e problemi mentali, imputandoli, in caso siano stati rilevati, ad altri fattori presi in considerazione: la storia famigliare e psichiatrica dei pazienti e le caratteristiche socio-demografiche. Si tratta di una ricerca ben documentata, che ha analizzato 35.000 americani partecipanti alla
”Indagine epidemiologica nazionale sull’alcol e le rispettive condizioni”, una ricerca dell’Istituto Nazionale Americano sull’abuso di alcol e sull’alcolismo. Uno studio ambizioso sulle abitudini alcoliche, quindi, i disturbi che innescano e i trattamenti, con domande anche sul consumo di tabacco e altre droghe illecite. I ricercatori dell’Università della Columbia, in particolare, hanno esaminato l’uso di marijuana tra i partecipanti allo studio, nel 2001 e nel 2002, e tre anni dopo, nel 2004 e nel 2005, alla ricerca di problemi, comparandone lo stato mentale. Lo studio ha notato anche come i consumatori di cannabis siano più propensi a fare uso di droghe, come alcol e tabacco e avere problemi di abuso e dipendenza. Ma stabilire se sia l’alcol, la cannabis o i problemi infantili irrisolti, per esempio, a determinare l’uso di altre sostanze, non è semplice. Alcol e tabacco, per esempio, vanno a braccetto e io stesso ho iniziato in questo modo, prima di approdare alla cannabis. Il policonsumo può essere quindi considerato un altro fattore di confusione sull’analisi dei problemi generati dall’erba, questione che spesso gli studi scientifici non hanno preso in considerazione. In questo caso specifico, poi, la cannabis potrebbe essere una soluzione per controllare gli effetti collaterali e la dipendenza delle altre sostanze, oppure più semplicemente, potrebbe far parte di un modello d’assunzione basato sul consumismo. I ricercatori si sono quindi posti delle domande e hanno cercato risposte alle affermazioni classiche che nascono dallo stato illegale della pianta e hanno condizionato finora gli studi esistenti. L’uso di cannabis è in grado d’influenzare la capacità cognitiva? Diminuisce la motivazione? Aumenta il rischio di psicosi? Secondo alcuni studi, la capacità di attenzione, apprendimento e memorizzazione è compromessa dall’uso di cannabis, ma non è chiaro se sia associabile a una perdita duratura di natura neuropsicologica. Le evidenze indicano anche come un adolescente possa essere vulnerabile agli effetti della cannabis, ma analizzando le immagini di analisi neuronali di giovani e adulti, i ritrovamenti di danni sono inconsistenti. Sono tuttavia necessarie altre analisi, secondo lo studio, perché le differenze individuate nelle risposte a test neuropsicologici, a livello di attenzione, di struttura o di funzioni cerebrali, sono probabilmente determinate da una differenza nel soggetto antecedente al consumo di cannabis. Ci vorrebbero quindi studi che seguano gli adolescenti anche prima del consumo di cannabis.
Dopo un’attenta analisi sulla sindrome amotivazionale, considerando anche vecchi studi che la supportavano, gli studiosi sono giunti alle stesse conclusioni: non è possibile stabilire in modo univoco se la cannabis sia la causa, la conseguenza o sia correlata a una motivazione alterata. Idem per la psicosi, per cui i ricercatori han tratto le medesime conclusioni. Morale della favola: decenni di disinformazione hanno fatto più danni alla società e alla salute pubblica di quanti possa farne la cannabis. Prima di attribuirle la capacità di generare psicosi, mancanza di motivazione e problemi cognitivi, bisognerebbe quantificare i livelli di consumo e l’età che possono generare problemi. Lo studio si domanda quindi quale sia effettivamente l’età a rischio per il consumo e la quantità che possa effettivamente considerarsi troppo elevata quando si parla di cannabis. Nel frattempo, vale la pena continuare a consumarla secondo coscienza e, affinché sia un toccasana, farlo con rispetto come nella filosofia Rastafari, che l’accompagna con uno stile di vita basato su una dieta vegetariana, attività fisica quotidiana e l’astensione dalle altre droghe legali e non, per mancanza di bisogno. Anziché poca, perché costa e manca, che rischierebbe per esempio di lasciarvi con la voglia e di farvi su droghe che danno dipendenza, sarebbe meglio un po’ di più, in modo da dimenticare le altre sostanze. Con una bella borsetta di cannabis e la giusta inclinazione salutista, è più facile smettere di fumare tabacco, bere alcol o, dicono, assumere altre droghe. A quel punto, poi, probabilmente, in caso di analisi sugli effetti della cannabis, sarebbero i punti evolutivi ad emergere, anziché quelli involutivi. Il problema, quindi, non è la cannabis, che non fa male a nessuno, ma la sua scarsità in un Paese come l’Italia, che guarda caso si trova solo al cinquantesimo posto nella classifica dei Paesi più felici del mondo. Perché la felicità non riguarda solo l’economia, ma anche la società e l’ambiente. E la cannabis legale non può che renderci più ricchi con le tasse, in una società migliore che toglie spiccioli dalla mafia e con un ambiente più pulito per i mille impieghi ecologici della canapa. Quel che dobbiamo metterci in testa in Europa, per raggiungere questo scopo, è che dovremmo, contrariamene alle nostre abitudini, consumarla senza tabacco, per non aumentare i fattori di confusione che lasciano dubbi in chi osserva, studia, legifera e favorire quindi la sua normalizzazione a 360 gradi. Perché pura ti apre!
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ESTRAZIONE
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Ice-O-Lator 2.0 Non solo negli States, ma anche nel panorama europeo della marijuana, concentrati ed estratti di cannabis si fanno sempre più spazio. Sia tra i consumatori che tra gli addetti ai lavori, gli appassionati al mondo dell'estrazione sono in netto aumento. Quando parliamo di concentrati ed estratti, infatti, si apre un mondo: dalle tecniche tradizionali come il semplice setacciare, a metodi più sofisticati che prevedono l'utilizzo di solventi e strumenti specifici. Negli ultimi anni, c'è stato un boom di concentrati noti come Bho, Wax, Shatter e via dicendo, ottenuti con tecniche che prevedono l'uso di gas butano; si tratta di estratti di marijuana la cui concentrazione di cannabinoidi supera facilmente il 50%. Dopo un’esaltazione iniziale, molti utenti hanno iniziato a diffidare di questi concentrati, sia per i rischi correlati ai metodi di estrazione, che, soprattutto, perché il loro utilizzo può rivelarsi pregiudizievole per l'uomo, dato che non è semplice eliminare completamente il gas presente nell'estratto. Questo però non ha significato rinunciare a prodotti con alte concen2L3bg trazioni di cannabinoidi. Vediamo un po’ cosa è emerso dall'incontro, alle pendici dei Pirenei, tra il collettivo SudESt Growers e l'associazione Weflowers. Vi proponiamo la dimostrazione di un vero
per il test è una Love Triangle di Bodhi Seeds, una varietà con lignaggio OG Kush. Innanzitutto, abbiamo provveduto a rimuovere le foglie grandi prive di resina dalle
scenze e diviso i rami dai fiori, per un totale di 330 grammi utili. Successivamente, i fiori sono stati divisi in parti più piccole per facilitare la separazione della resina dalla materia vegetale e in seguito, sono stati lasciati a riposo per 24 ore con lo scopo di eliminare parte della clorofilla contenuta. Per preservare l'integrità delle ghiandole di resina, abbiamo cercato di maneggiare i fiori il meno possibile. Passate 24 ore, siamo pronti al lavoro. La struttura che ci ospitava era abbastanza attrezzata, con diversi banchi da lavoro, numerose forbici, sacchi per Ice-O-Lator, congelatore a pozzetto con ampia capienza, secchi e contenitori di diverse dimensioni e tutto il materiale e strumenti necessari per fare un buon lavoro. Dopo esserci assicurati che i banchi da lavoro fossero perfettamente puliti, abbiamo iniziato a estrarre il materiale necessario: sacche per Ice-O-Lator da 120 litri, lavatrice XL specifica per estrazioni in acqua, termometro laser, colino-microplane, un piatto di porcellana, un cucchiaio, tessere, carta forno, carta assorbente e secchi da 90 litri. Ci siamo posizionati nel cortile di casa per avere accesso diretto all'acqua e agevolare i lavori di risciacquo e scarico. La lavatrice è
golo, di circa 20 litri e una capienza che si aggira attorno a 1 chilogrammo di trim o materiale secco. Nel nostro caso, abbiamo utilizzato tre borse-triangolo più piccole, per assicurarci che tutta la marijuana presente nel triangolo entrasse a contatto con l'acqua, dandole più possibilità di movimento. Abbiamo atteso per circa 15 minuti che la temperatura dell'acqua scendesse intorno a 0°C, misurandola con il termometro laser. Raggiunta la temperatura desiderata, la lavatrice è stata programmata per il lavaggio dei delicati, per un tempo totale di 15 minuti. Nel frattempo, i ragazzi del team hanno pensato a come rendere il lavoro meno faticoso, rollando una serie infinita di joint e finendo molto spesso nel perderci in una vera e propria degustazione. Appena la lavatrice ha finito di girare, una volta staccata dalla presa elettrica, è stata posizionata sopra un banco alto circa 1 metro, al fine di facilitare lo scarico dell'acqua. Prima di iniziare l'operazione di scarico, abbiamo sistemato i sacchi per Ice-O-Lator in uno dei contenitori da 90 litri, inserendo prima la sacca con setaccio più fine, cioè da 25 micron e successivamente quelle da 45, 73, 120, 160, 190 e 220 micron. Il bordo delle sacche era ben tirato attorno al secchio, in modo che i setacci sul fondo si mantenessero tesi.
CI SIAMO, PRONTI PER UN TEST CON IL DABBER. LO GUARDO, HA GLI OCCHI SPALANCATI, L'ICE FUMATO NEL DABBER NON LASCIA RESIDUI. DIREI CHE IL TEST È STATO AMPIAMENTE SUPERATO! e proprio full melt bubble hash. Per ottenere questa primizia, abbiamo scelto di lavorare in live, cioè con piante vive appena tagliate; il risultato in gergo viene chiamato live resin. La varietà eletta
piante ancora invasate, dando una rapida sforbiciata intorno alle cime. Due giorni dopo, al momento della raccolta, le piante erano pronte e si è deciso di procedere con l'esperimento. Abbiamo raccolto le infiore-
stata riempita di acqua e ghiaccio tritato e le borse-triangolo, una volta piene di marijuana fresca, sono state immerse nell'acqua. Generalmente, le lavatrici XL funzionano con una singola borsa setaccio, detta trian-
Una volta posizionato il contenitore in questione vicino alla lavatrice e rivolto il tubo di scarico verso di esso, abbiamo iniziato l'operazione di scarico dell’acqua. L'acqua che esce dalla lavatrice è ricca di cannabinoidi,
54 ha un aspetto dorato e un odore talmente intenso da essere facilmente riconducibile al ceppo di Bodhi Seeds. Il fondo del secchio, dove erano ubicati i sacchi, era stato appositamente forato per scaricare l'acqua direttamente senza il minimo sforzo. Dopo esserci assicurati che la lavatrice fosse completamente vuota, è stata nuovamente caricata con acqua fredda e ghiaccio e mentre tiravamo fuori i sacchi dal contenitore, il mio collega con tubo dell'acqua alla mano provvedeva a dargli una rapida sciacquata. Quando l'acqua è stata drenata completamente dai sacchi, ci siamo spostati all'interno per finire il lavoro. Iniziando dalla borsa con il setaccio più fine, cioè quello da 25 micron, abbiamo raccolto la resina depositata sul fondo dei sacchi. Abbiamo posizionato la borsa sul piatto di porcellana e, una volta aperta, per agevolare l’operazione, abbiamo teso il setaccio e con una scheda abbiamo raccolto la resina.
la lavatrice di nuovo a scaricare, quando l'acqua è drenata completamente attraverso i sacchi, siamo rientrati per finire il lavoro. Siamo alla terza tornata: le borse con setaccio da 220-190 e 160 micron sono state lavate direttamente, senza raccoglierne il prodotto e son tornate subito pronte all'uso. Il resto dei setacci continua a regalarci forti emozioni, se non fosse per quello da 25 micron, la cui resina incominciava ad avere una tonalità verde. Dopo aver asciugato le resine sull'apposito screen, abbiamo provveduto a filtrarle e a metterle a riposare sul foglio di carta forno. Il tempo scorre in fretta e la lavatrice è di nuovo pronta per scaricare; siamo alla quarta tornata e gli estratti risultanti continuano ad avere un aspetto molto interessante. Vale la pena continuare con un altro paio di tornate; ci guardiamo, è notte fonda e capisco subito cosa significano quegli sguardi: va bene così, sono strafatto anch'io.
Le borse da cui era già stato prelevato l'hashish sono state lavate per bene e riposizionate nel secchio, seguendo l'ordine crescente da 25 a 220 micron. L'hashish depositato sul fondo del setaccio da 73 micron appare come una grossa pietra d'oro bianco e nonostante la maggior parte dei terpeni si siano dispersi nell'acqua, l'odore che emana è molto intenso. La dimensione dei tricomi ghiandolari differisce da varietà a varietà di cannabis; molto spesso, quando si lavora con marijuana indoor, il top della qualità è contenuto nella borsa da 73 micron. La resina, ancora bagnata, è stata collocata su screen da 25 micron, ideali per asciugare l'hashish. Gli screen erano stati posizionati su fogli di carta assorbente, per asciugare il prodotto più in fretta. Mentre i ragazzi riempivano nuovamente di acqua e ghiaccio la lavatrice, io ed un mio collega, aiutandoci con un cucchiaio, abbiamo filtrato la resina umida attraverso il colino. Successivamente, la resina filtrata è stata sparsa uniformemente su un foglio di carta forno; questa operazione infatti consente un essiccamento uniforme delle ghiandole di resina.
Prima di andare a dormire, tra un joint e l'altro, i fogli di carta forno con sopra la resina sono stati riposti su scaffali all'interno di una stanza apposita per seccare. La stanza era ben arieggiata, dotata di ventilatori e deumidificatore per tenere sotto controllo l'umidità.
Passati 15 minuti, la lavatrice è abbastanza fredda per rimettersi al lavoro. Il luogo dove ci troviamo è abbastanza freddo e ci consente di lavorare con temperature anche inferiori a 0°C. Rimessa in moto la lavatrice, sempre con un programma per “delicati”
della durata di 15 minuti, non ci rimane che aspettare, ansiosi di vedere cosa verrà fuori dalla seconda tornata. Durante la fase di lavaggio della lavatrice, la temperatura dell'acqua è stata monitorata costantemente, mediante l'ausilio del termometro laser, assicurandoci che si mantenesse costantemente intorno a 0°C. Quando la lavatrice ha terminato il programma di lavaggio, sono riprese le operazioni di rito; la lavatrice è stata riposizionata sul banco da lavoro, il secchio contenente le borse messo vicino alla lavatrice e il tubo di scarico posizionato verso il secchio. Girato il comando sulla posizione scarico, l'acqua ha iniziato a scendere attraverso il tubo, filtrata dai sacchi e defluendo attraverso il foro sul fondo del secchio. Contemporaneamente, i sacchi venivano tirati fuori uno ad uno dal secchio e sciacquati con acqua pulita. Non appena l'acqua è drenata completamente dai setacci, siamo entrati di corsa nel laboratorio per
estrarre dai sacchi la preziosissima resina. Analogamente a come descritto in precedenza, ogni singola borsa andava collocata sul piatto e la resina veniva raccolta dal fondo del setaccio con una tessera e messa ad asciugare sopra uno screen da 25 micron. Delle prime due tornate, abbiamo ritenuto opportuno conservare la resina risultante da ogni singola borsa, esclusa quella da 220 micron. Tutti gli altri prodotti erano veri e propri bubble hash. A partire dalla terza tornata, ci siamo limitati a conservare solo la resina risultante dalle borse da 120 micron fino quella da 25 micron. Mentre aspettavamo che la lavatrice rifacesse il suo lavoro, alcuni di noi hanno pensato a pulire le borse e a ricollocarle nel secchio e con il resto della squadra abbiamo filtrato la resina ancora zuppa d'acqua attraverso il colino. Filtrare la resina attraverso il colino, la rende simile a tanti granelli di sabbia. Passata mezz'ora, l'acqua all'interno della lavatrice è tornata a essere dorata. Riposta
La nottata è stata molto fruttuosa, considerato che il peso totale della resina estratta è stato di 24 grammi di vero full melt bubble hash, cui vanno aggiunti circa 2 grammi di una qualità inferiore. A conti fatti, siamo riusciti a estrarre circa il 7,5% di resina, lavorando con materiale fresco, il che è un risultato eccellente. È passata una settimana esatta dall'esperimento e non vedo l'ora d’incontrare i miei amici per la prova finale. Ci siamo, pronti per un test con il dabber. Lo guardo, ha gli occhi spalancati, l'ice fumato nel dabber non lascia residui. Direi che il test è stato ampiamente superato! Consigli utili: - non congelare la materia fresca; - preparare previamente acqua fredda; - lasciar riposare la lavatrice carica per 15 minuti prima di metterla in funzione; - lavorare a temperature inferiori a 0°C. Foto Instagram: we_flowers
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COLTIVAZIONE
IDEE D'IMPIANTO
In questo articolo voglio portare a conoscenza di chi inizia il nostro hobby preferito alcuni esempi di coltura indoor con lampade, speranzoso di stimolare riflessioni e ricerche in coloro che vogliono migliorare e contribuire ad allargare la cultura underground della cannabis. Quando si sceglie fra nuove genetiche, viene naturale porsi domande sullo stretching (la continua crescita sino alle prime settimane di fioritura) e sul vigore dei semi. Se una varietà "stretcha" molto, quando sarà cresciuta sino a occupare metà del volume disponibile nella coltura, bisognerà mandarla in fioritura, altrimenti allungherà molto i suoi rami fino al contatto con gli altri esemplari della coltivazione. Se invece si hanno tra le mani varietà molto compatte, si potrà prolungare il periodo di vegetativa: così facendo, si otterranno piante più grosse e quindi più produttive. Penso si possa chiamare la disposizione delle piante di cannabis indoor "sesto d'impianto", anche se non è propriamente corretto perché si riferirebbe alla disposizione degli alberi in un arboreto e la cannabis non è un albero. Al fine di
Di CBG
sfruttare meglio lo spazio quadrato sotto i nostri riflettori, i coltivatori son passati molto velocemente ai medesimi modelli di vasi quadrati utilizzati dai professionisti del vivaismo. Infatti, oggi, in un centro di giardinaggio, si possono trovare sicuramente vasi quadrati e raramente vasi tondi o di altre forme. La cannabis ha una radice fittonante, è quindi auspicabile l'utilizzo di vasi alti più che larghi, un fattore non da poco che permette ai coltivatori di sperimentare tecniche di Ultra Sea Of Green, addensando altissimi numeri di vasetti quadrati stretti ma alti, in poco spazio. Molti utenti dei forum lavorano con un elevato numero di piante per metro quadrato, perché ottengono alte rese; ogni scelta comporta accorgimenti da mettere in pratica, se si vuole aumentare il rendimento, come
ad esempio l'utilizzo di un sistema d’irrigazione automatica eventualmente a ricircolo (nel caso di colture fuori suolo, quali la coccoponica), oppure l'utilizzo dei tavoli con vassoi per scolare l'acqua in eccesso, indispensabili per rimuovere rapidamente i ristagni d'acqua che si formerebbero in un sottovaso. I sottovasi inoltre devono essere svuotati manualmente uno alla volta, contrariamente a una piscinetta o un vassoio con buco di uscita, che si svuotano molto più facilmente. Mi ricordo che tanti anni fa, quando abbiamo dovuto svuotare tanti sottovasi e le piante erano intrappolate nella rete, il lavoro è stato davvero
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impegnativo… Ci abbiamo messo ore, per paura di rovinare le piante e vanificare settimane di sforzo, ma alla fine siamo riusciti nella nostra impresa, senza strappare la rete, né distruggere le piante inavvertitamente. Pensateci bene prima di decidere di cambiare il vostro metro quadrato, dai bastoni reggenti alla rete unica, per non ritrovarvi poi con un'impresa da certosino da compiere. Gli esempi che ho deciso di riportare in questo articolo hanno vantaggi e ovviamente, come rovescio della medaglia, alcuni svantaggi. La chiave nella scelta del sesto d'impianto è lo spazio occupato a fine fioritura, che si ottiene
57 calcolando quanto tempo e con quante potature lasciar crescere (stretching incluso) le nostre piante, affinché occupino quello spazio con la densità da noi desiderata. Nell'articolo farò riferimento a uno spazio di 150 x 150 centimetri, illuminato da una fonte HPS da 600 watt, montata su un riflettore ad ali di gabbiano, adatto a coprire egregiamente l'area designata. Se si sceglie un sistema idroponico a posti fissi non si avrà molto margine decisionale sulla grandezza o sulla sistemazione delle piante, se invece si opta per un’idroponica, come quella a vasi attivi, allora si potrà giocare con lo spazio muovendo i vasi (è una soluzione molto produttiva, ma richiede costanza nella manutenzione e nella somministrazione di energia elettrica).
infiorescenze copiose e resinose con sapori totalmente particolari. Di contro, questa scelta di impianto implica una lunga vegetativa, perché per raccogliere molto, si ha bisogno di piante cresciute e ramificate: serve tempo e potature continue, direi almeno un mese di crescita in un vasetto piccolo e altre 2 o 3 settimane nel vaso dove andrà a fiorire. Una lunga vegetativa implica costi più alti, sia di materiale (come fertilizzante e altro), sia di sicurezza. Inoltre, all'aumentare della capienza dei vasi corrisponde una maggiore spesa per il substrato e per il suo smaltimento, a meno di non voler riempire il cassonetto dietro casa, ma non sarebbe una soluzione geniale nel caso in cui si debbano scaricare numerosi litri di terra esausta.
Il primo caso ipotizzato è un sistema di coltivazione con sesto d'impianto 3x3, utilizzando vasi da 20 litri o più. Il numero delle piante nello spazio è bassissimo, si potrebbe ipotizzare una lampada a ioduri metallici (meglio conosciuta come MH) anche meno potente di quella da fioritura, sotto la quale far vegetare le piante per il primo mese, prima di posizionarle nella stanza da fioritura di 150x150 centimetri. Coltivando con così poche piante ci si può permettere il lusso di sessarle, a condizione che si
Il secondo esempio analizzato è una coltivazione di 9x9 esemplari, piante in vasetti da 2 litri di tipo stretto e alto, come quelli usati nei vivai. Chiaramente quello che balza agli occhi subito è il numero di esemplari e la densità fin dai primi giorni, indice di scarsissima disponibilità di spazio per crescere, quindi la vegetativa sarà
abbia spazio, ossia si possono coltivare semi regolari fra cui selezionare i fenotipi migliori. Coltivando correttamente (grazie all’esperienza), si ottengono risultati spettacolari sia in qualità che in quantità, andando anche sopra il fatidico grammo/watt. La qualità può anche essere delle migliori, perché con così poche piante significa che si ha molto spazio per il substrato, che può anche essere un terriccio ben preparato e inoculato per una coltivazione biologica. La coltivazione biologica in un terriccio inoculato di micorrize e batteri produce piante dalle
ridotta a zero, il che vi eviterà la spesa da sostenere per i fertilizzanti da vegetativa. Inoltre, senza fase vegetativa, si riduce il tempo di esposizione a eventuali furti o inconvenienti indesiderati. Il numero di piante utilizzato permette fra l’altro di ammortizzare eventuali esemplari poco vigorosi (che comunque non andrebbero introdotti nella stanza, in quanto sicuramente poco inclini a fiorire abbondantemente). La resa con questa tecnica ad altissima densità potrebbe sembrare assicurata, ma non è così, a meno che non si presti attenzione al fabbisogno idrico delle piante. Non oso immaginare quanto tempo è necessario per bagnare tutte le piante senza dimenticarne
nessuna e soprattutto ogni quanto bisogna tornare sul proprio metro quadrato per bagnare... A queste fatiche ovviamente si può rimediare mediante l'utilizzo di un sistema d’irrigazione automatica a gocciolatoi singoli su ogni vaso o un ebb-nflood che allaga e scarica inferiormente nella piscinetta. Un altro fattore contro questo sistema di coltivazione è il numero di potature continue richieste, come nel primo esempio, per crescere le piante che vogliamo ottenere e chiaramente non bisogna dimenticarsi del fabbisogno di cloni per supportare questa tecnica di coltura. Se non si riescono a reperire cloni decenti, si dovrà fare una pianta madre e cominciare a clonare per approvvigionare il proprio spazio dell’altissimo numero di cloni necessari. Quando si opera con questo gran numero di esemplari, una buona pratica è quella di dare la forma di arena rialzando le file di vasi più esterne. Per aumentare la resa, vi consiglio invece la fertilizzazione minerale e direi anche soluzioni più estreme: a discapito della qualità, si otterrà un’elevata quantità. Coltivare biologicamente con terra in vasi così piccoli richiede di rimanere al di sotto del limite di spazio nel vaso affinché si sviluppino le radici e la rispettiva pedofauna. In più, praticare una coltivazione biologica in questi contenitori minuscoli significherebbe affidarsi eccessivamente alla genetica e molto spesso capita che non sia quella giusta. Con un clone d’elite si potrebbe anche provare un numero così alto di piante, ma il prossimo esempio mi sembra più gradevole rispetto a questo 9x9. Il terzo caso è una coltura con 6x6 vasi da 11 litri minimo, meglio se sono disponibili vasi più alti e quindi con una capienza maggiore. Con 36 piante si può prevedere anche una germinazione direttamente a 12/12. Non è il mio sistema preferito, ma se devo scegliere tra cloni scarni e semi, opterò sempre per i semi per via del loro vigore indiscutibile. Nel caso si vogliano usare cloni o si voglia dare un po’ di vegetativa ai semi, consiglio di non superare le due settimane e mezzo. Con una limitata vegetativa, servono pochi fertilizzanti per la crescita, quindi consiglio piuttosto uno stimolatore di vegetativa, nel caso in cui si vogliano crescere le piante solo
due settimane. In questo sesto d'impianto si può scegliere qualsiasi tipo di fertilizzazione, anche una fertirrigazione completamente biologica o magari una preparazione in granuli da sotterrare nei vasi. Di contro, questa tecnica ha innanzitutto bisogno di vasi il più capienti possibile, soprattutto in altezza, se non di un vascone con substrato pronto (tra l'altro il substrato va caricato di nutrienti al diminuire delle dimensioni). Spero con questi esempi di aver portato la scintilla della curiosità in chi si avvicina al nostro hobby, la canapicoltura indoor. Al di là della scelta del fertilizzante, al coltivatore esperto interessa avere piante in salute, sane e vigorose dalla germinazione alla fine della fioritura, in modo da poter raccogliere piante dalle infiorescenze abbondanti, pesanti e resinose. Il vigore è dato dalle migliori condizioni possibili, dall’inizio alla fine della vita della pianta. A fine fioritura, si stringono i fiori uno all'altro, si addensano e prendono peso. Il resto lo fa la luce della corretta intensità e dello spettro migliore, come sarebbe una HPS al giorno d'oggi: gli esempi riportano una HPS da 600 watt con un riflettore ad ala di gabbiano, su uno spazio di 150 x 150 centimetri. La temperatura dell'aria non deve inoltre scendere sotto i 22 gradi e non deve salire oltre i 26, se vogliamo un prodotto di estrema qualità. L'umidità dell'aria, dove è possibile regolarla, deve essere adatta, ma non il costo gestionale non deve essere troppo alto. Il ricircolo d'aria e il ricambio devono essere costanti tra le piante. Rispettando questi valori, s’impara a riconoscere cosa chiedono le piante, se schiariscono o se avvizziscono le foglie: qualsiasi cosa succeda quando si mantengono i parametri ambientali corretti è dovuta alla fertirrigazione. Buone fioriture ai nostri lettori!
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REPORT
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New York New York L'ultimo messaggio di Joep Oomen, coordinatore di Encod,“Coltiva la tua libertà” rilancia il diritto di coltivare delle piante, il diritto-facoltà che ci ha concesso la natura di battersi per le proprie libertà, battendo e sconfiggendo l'autoritarismo.Un messaggio che sarà portato all'UNGASS da due sciamani boliviani e da una manifestazione indetta dal movimento antiproibizionista statunitense in Piazza Hammarskjold all'incrocio tra la first Avenue e la 47ma strada a New York, a pochi passi dalla sede delle Nazioni Unite dove il il 19 aprile è previsto un tributo a Madre terra con una cerimonia ancestrale dei popoli andini a cui segue la manifestazione in stile 4/20 del 20 aprile che promuove la coltura e cultura della canapa.E' la giornata del fumatore medio che ricorda un po' il tradizionale fughino scolastico. Di Enrico Fletzer Nel frattempo e nelle settimane precedenti alla grande assemblea dei popoli sul tema delle droghe,la rivendicazione di un diritto pare ancora non entrare in testa a molte organizzazioni umanitarie, che straparlano di riduzione del danno e perfino di antimafia,restando subalterne all'architettura oscena del potere del presidente americano 5LFKDUG 1L[RQ D FXL GREELDPR O Rrigine della guerra alle droghe e l'architettura di un grande imbroglio. I motivi della crociata erano dovuti allora alla necessità di affrontare gli Afro-americani e il movimento con-
tro la guerra con strumenti ,che per quanto discutibili, fossero legali ed efficaci.Per lo staff del Presidente, a differenza di quanto gli stessi stavano facendo altrove, non era possibile eliminare gruppi sociali molto estesi e che grazie alla guerra alle droghe si conquistò uno strumento ideale per arrestare e perseguitare milioni di persone imponendo per una radicale svolta a destra nel paese.. Privando del diritto al voto gli abitanti dei ghetti e lasciando i genitori bianchi o neri a lamentarsi o a invocare la polizia.Con il risultato di poter modulare un meccanismo di terrorismo psicologico valido fino ai giorni nostri ed applicato in quasi tutte le latitudini.Garantendo peraltro , in presenza di un pensiero pubblico puritano, di manipolare a distanza il mercato delle armi .
non cambia: il consenso alla proibizione è crollato e lo ha espresso soprattutto il governo canadese che ha ribadito le misure concrete da attuare: legalizzazione,tassazione e regolamentazione della cannabis ,maggiori risorse per il sostegno ai tossicodipendenti con misure con-
Anche ai giorni nostri, le principali organizzazioni riformiste fino all'ultimo si sono mosse senza disturbare manovratori occulti e che, pur contrari alla pena di morte, alla tortura e alla criminalizzazione, continuano ad ignorare la richiesta di libertà di coltivare.
crete similmente a quanto adottato in Colorado.Uno stato dove ci sono delle notizie piuttosto tristi per i cartelli messicani visto che la cannabis di qualità ha conquistato il mercato messicano e dove incidenti stradali e crimini sono diminuiti. Con incasCon il risultato che, a poche setti- VL GL PLOLRQL GL GROODUL QHO PDQH GDOOD 8QJDVV GL 1HZ <RUN D rispetto ad uno zero registrato nel Vienna, si è palesato il fallimento &RQ XQ WRWDOH GL PHWUL annunciato del movimento della quadri coltivati a cannabis a Denver. riduzione del danno in un quadro Mentre a poche settimane dall'Asecumenico che prevede politiche VHPEOHD GL 1HZ <RUN LO QRVWUR SDHVH condivise, tutela di donne e bam- non ha brillato per carica innovativa bini, rifiuto della pena di morte, proponendo un inedito patto Italiaaccompagnato ancora una volta 5XVVLD QHO FRUVR GHOOD XOWLPD PD dall'immancabile rimando alla eli- Conferenza Droghe Narcotiche di minazione delle sostanze illecite. Vienna dove il nostro sottosegreta3HU ILQLUH ª DUULYDWD LQ H[WUHPLV rio Rossi nel corso di una conferenla protesta di molti in previsione ]D VWDPSD FRQ LO FROOHJD $OH[DQGHU dell'ennesimo flop.Ma il quadro Ivanov invitava a perseguitare “chi
IN UN BAR DOVE SI FUMA ERBA, G-MAN HA FATTO COLPO SULLA SUPER EROINA CHIAMATA TOKESTORM. GUARDATELO IN AZIONE
QUINDI QUANDO NON COMBATTI IL CRIMINE, COSA TI PIACE FARE? HAI UN HOBBY?
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coltiva cocaina”. Com'è noto la Russia è all'avanguardia nelle sue politiche sanitarie e sociali in questo ambito facendo della proibizione del metadone uno dei suoi cavalli di battaglia. Per non parlare delle quasi inesistenti politiche di riduzione del danno in una società autoritaria ed antidemocratica. Da segnalare invece il contributo dell'economista Loretta Napoleon secondo cui il traffico delle sostanze che l'ONU si ostina a definire 'controllate', ha destabilizzato interi continente creando un quadro allarmante in cui il narcotraffico controlla gran parte dell'Africa sub-sahariana a dispetto alla logica di intervento immacolato che permea le grandi istituzioni internazionali. Anche nelle nostre società, indipendentemente dal SURSULR EDFNJURXQG FXOturale, andrebbe ribaltata la cecità quasi totale delle nostre istituzioni europee di fronte alla necessità di una svolta politica e culturale anche nel campo del cosiddetto controllo internazionale degli stupefacenti. A maggior ragione per il legame distruttivo di molti giovani con la società in cui vivono.Che viene spesso camuffato e sotterrato in nome di stili di vita osteggiati e di dispositivi di controllo sociale ormai decrepiti.Resta la magra consolazione di un vecchio proverbio fiammingo che ci invita a non fare la pipì verso la luna e l'appello ripreso dalla Colombia che lancia la sfida contro la follia di una UNGASS che vorrebbe rilanciare una forma attenuata di guerra alle droghe invece di dichiarare finalmente la pace. Con il risultato di un eterno rinfocolamento delle litanie securitarie e del populismo penale.
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OLIO DI SEMI DI CANAPA: ALIMENTO E FARMACO Al contrario di altri olii assunti come integratori, quali l'olio di lino o quello di pesce, che oltre ad avere un sapore sgradevole e quindi la necessità di essere assunti in capsule, hanno anche la proprietà di sopperire a carenze o alterazioni nel bilancio dei grassi nell’organismo e ristabilire l’equilibrio, l'olio di semi di canapa è buono e può essere assunto insieme agli altri alimenti (anche se si trovano in commercio capsule contenenti il prodotto). In molte malattie comuni, si riscontra una deficienza o un'alterazione nel bilancio di acidi grassi omega-3 e omega-6 e dei loro derivati, le prostaglandine. Alcuni soggetti possono soffrire di queste carenze a causa di fattori genetici, problemi nel sistema immunitario o fattori ambientali (inquinamento). È stato dimostrato che un'integrazione giornaliera nella dieta di acidi grassi essenziali o dei loro metaboliti (come il GLA, acido gamma linoleico 18:3 omega-6) spesso previene o addirittura cura questi problemi di salute. L'olio di semi di canapa contiene omega-3 e omega-6 in una proporzione ideale (3/1, il contrario, per esempio, del lino: 1/5) e fornisce anche due dei metaboliti degli acidi grassi stessi.
di buona efficacia, soprattutto quando le pomate contengono tutto il fitocomplesso della canapa (compresi i cannabinoidi). Acne – Le creme per la pelle contenenti omega-6 sono efficaci nel trattamento della pelle affetta da acne. I prodotti contenenti olio di semi di canapa e/o tutto il fitocomplesso sono efficaci, soprattutto se uniti a una dieta che comprenda l'uso di olio di canapa. Malattie cardiovascolari – Un trattamento con dosi giornaliere di cinque cucchiaini da tè (un cucchiaio da minestra) di olio di semi di canapa si è dimostrato efficace nel ridurre rapidamente i livelli di colesterolo LDL, riducendo il rischio di trombosi. Gli omega-3 riducono i rischi
proprietà antinfiammatorie e stimolanti del sistema immunitario. Una somministrazione giornaliera da 1,2 a 1,4 grammi di GLA (quantità presente in due cucchiai da minestra di olio di semi di canapa) ha dimostrato di ridurre significativamente i sintomi dell'artrite reumatoide, senza effetti collaterali. L'assunzione di acidi grassi omega-3 ha effetti antinfiammatori nella cura di patologie quali l'infezione cronica della vescica e malattie infiammatorie dei visceri, come la colite ulcerativa e il morbo di Crohn. Osteoporosi – Studi clinici hanno dimostrato come integrare l’alimentazione con acidi grassi essenziali, in particolare GLA omega-6, aumenti
d’improvvisa morte cardiaca fra i soggetti sopravvissuti a un infarto. L'olio di canapa riduce il rischio di aterosclerosi (deposito di grassi sotto forma di placche nelle arterie) e altre malattie cardiache e circolatorie. Artrite reumatoide e altre malattie infiammatorie – Alcuni acidi grassi, compreso il GLA e i loro metaboliti hanno ben note
l'assorbimento del calcio da parte del tubo digerente, riduca l'espulsione di calcio con le urine e intensifichi la sintesi dei collageni ossei, aumentando la robustezza delle ossa. Se introdotto nella dieta, in percentuali ben bilanciate di acidi grassi essenziali, l'olio di canapa contribuisce a prevenire l'osteoporosi. Sindrome premestruale e menopausa – Alcuni
La cura con gli acidi grassi omega-3 e omega-6 è efficace per le seguenti malattie: Eczema atopico (neurodermatite) e psoriasi – Queste malattie sono legate a una carenza di acidi grassi polinsaturi omega-6. Ricerche cliniche con integrazioni di GLA hanno dimostrato un graduale miglioramento dei sintomi e l'olio di canapa può essere utile per la prevenzione e il trattamento di questi disturbi. Dopo dodici settimane di trattamento con una dose giornaliera di circa quattro cucchiaini da tè di olio di semi di canapa, si sono riscontrati notevoli miglioramenti nella condizione della pelle. Anche l'uso esterno di pomate a base di olio di canapa si è dimostrato
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studi dimostrano come le donne affette da sindrome premestruale abbiano un disturbo nel metabolismo degli acidi grassi che rallenta la conversione dell'acido linoleico in GLA e prostaglandine. Con una dose giornaliera di un cucchiaino da tè di olio di semi di canapa (150200 milligrammi di GLA) per dodici settimane, si sono verificati miglioramenti significativi nei sintomi associati alla sindrome premestruale. Con l'integrazione nella dieta di acidi grassi essenziali si possono alleviare anche diversi sintomi della menopausa, quali pelle secca, vampate di calore, sudore notturno, cambiamenti di umore, secchezza delle membrane delle mucose della vagina e della vescica. Sclerosi multipla – Alcuni studi suggeriscono un collegamento fra un metabolismo anormale degli acidi grassi essenziali e il progredire dei sintomi della sclerosi multipla, probabilmente per un difetto di enzimi. Chi soffre di sclerosi multipla potrebbe non riuscire a convertire gli acidi grassi essenziali nei loro più alti metaboliti polinsaturi. L'aggiunta nella dieta giornaliera di olio di semi di canapa può apportare miglioramenti. Diabete – Uno degli effetti del diabete è che gli alti livelli di zuccheri nel sangue portano gli acidi grassi essenziali nei tessuti a non essere più utilizzabili, causandone una carenza. I pazienti affetti da diabete soffrono spesso di neuropatie, pruriti o intorpidimento delle estremità, provocati da una ridotta circolazione del sangue. Si può notare un miglioramento di questi sintomi, con dosi giornaliere di 360 milligrammi di GLA, due-tre cucchiaini di olio di canapa. Le cellule cancerogene hanno un contenuto inferiore di GLA e di altri grassi polinsaturi omega-6. Alcuni studi suggeriscono come il trattamento dei tumori possa essere migliorato grazie alla somministrazione di acido linoleico e GLA. Ulteriori ricerche indicano che l'olio di semi di canapa può dare miglioramenti nel caso di depressione cronica, depressione post-parto, disturbi di carenza di attenzione e psicosi schizofrenica. I pazienti affetti da ciascuna delle suddette malattie dovrebbero parlare con un medico dell'utilizzo terapeutico degli olii ricchi di grassi polinsaturi. Franco
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BOOK REVIEW
Legalizzare con successo L'OREGON COME MODELLO PER L'ITALIA NEL NUOVO LIBRO DI LUCA MAROLA
Luca Marola, iniziatore de Il Canapaio Ducale di Parma, uno dei più longevi grow shop italiani, da militante al passo con i tempi, ha deciso di aprire una finestra sul mondo della legalizzazione della cannabis statunitense in un libro in cui peraltro condensa con una inedita rassegna stampa il sancta sanctorum dei mass-media statunitensi. “Dove niente è proibito e quasi tutto di Enrico Fletzer é concesso”, come direbbe il Vecchio della Montagna. Con il suo ultimo Legalizzare con successo Luca ci mette in presa diretta con un mondo apparentemente alla rovescia rispetto al nostro e dove tutto – almeno per quanto riguarda la cannabis – sembra funzionare alla grande. Uno dei motivi risiede probabilmente nel fatto che, dopo che un numero crescente di cittadini degli Stati Uniti hanno acceso il cervello e fatto fruttare il 14 emendamento della Costituzione che permette politiche locali su droghe ed alcolici (che era stato ripreso dopo l'abolizione del Volstead Act, fautore del proibizionismo degli inizi del secolo scorso) si sono quasi automaticamente attivati i nessi amministrativi, ovvero gli organismi locali che presiedono alla vendita di alcol ed armi e che sono divenuti in maniera molto naturale e diretta anche gli enti deputati alla regolamentazione della distribuzione della cannabis. Anche qui, in un regime non monopolistico come invece tentato in Ohio. Con alcuni stati che permettono la coltivazione personale e altri no. Ma su tutto pesa anche la popolarità della pianta, ormai supportata anche da settori del partito repubblicano. Siamo alla vittoria di un buon senso sempre più diffuso, soprattutto nella West Coast. La cannabis é tutto il contrario di una “flora non grata” in America, basti pensare alle famose coltivazioni di cannabis di George Washington ma soprattutto alla sua popolarità anche a livello elettorale – come provano i riferimenti costanti alla pianta sostanzialmente bipartisan. Proprio mentre in Italia la canapa é ancora appannaggio di servizi segreti e mafie, almeno nella West Coast, la marijuana é diventata un genere voluttuario pienamen-
te inserito nella cultura. Un genere peraltro piuttosto trendy, gestita da professionisti con criteri manageriali,
un mainstream che la stampa ufficiale non può ignorare e i cui contributi vengono condensati in Legalizzare con successo. Con un altro particolare interessante che contrappone la cultura locale con quella europea: la sostanziale lontananza da una sostanza tossica e nociva come il tabacco. Il grande merito di Luca è di avere dato abbrivio al vento fresco che dall'Ovest degli Stati Uniti sta lentamente toccando l'Europa dove, a differenza del Nordamerica, la mancanza di spirito innovativo conduce a derive reazionarie ed identitarie che vanno ben oltre la congiuntura o la crisi economica tout
court. Con conseguenze non ancora lineari, viste le forti resistenze e il clima cupo che favorisce peraltro la decadenza europea a dispetto dell'America, dove il filosofo Franco Berardi “Bifo” ha invece intravisto un generale risveglio. Il libro della Reality Books è arricchito da una introduzione dell'onorevole Pippo Civati di Possibile, che assieme al sottosegretario Della Vedova e l'on. Daniele Farina di Sinistra Italiana, è uno dei principali volti del movimento di 220 deputati e 70 senatori che animano l'intergruppo di legalizzazione della canapa e che mirano a riprodurre anche da noi un senso di realtà. Sarà un caso ma proprio a dimostrazione di questo vento del West, mi è piombata in casa una delle massime personalità delle neuroscienze americane, la dottoressa Muriel Deutsch-Lezak, autrice di prestigiosi libri di testo su traumi cerebrali e recovery, a cui recentemente sono stati aggiunti dei capitoli dedicati alla cannabis. Considerando il rapporto tra cannabis ed apoptosi ma anche con la morte cerebrale, in una dimensione futuribile o per lo meno promettente. Venuta in volo direttamente da Portland, Oregon, questa insigne scienziata, a quasi novant'anni suonati, nonostante non abbia mai usato la cannabis é sinceramente entusiasta di quello che sta avvenendo nel suo stato, da sempre considerato una regione particolarmente progressista degli States e dove il boom della cannabis e anche della auto-coltivazione ne fanno una delle regioni a cui potrebbe ispirarsi la proposta di monopolio attenuato proposto dall'Intergruppo che prevede la tassazione del business ma anche la libera coltivazione domestica. Insomma come non percepire di fronte ad un libro così ben fatto come ora tocchi a noi. Senza però attenderci troppo dai grattacieli dell'Ordine Costituito. A questo punto sorge la domanda: adottare lo slogan Fare come in Oregon! Quasi emulando i richiami alla Russia di Lenin ai tempi della Rivoluzione bolscevica? La risposta è un semplice e modesto sì. Ma come avrebbe detto il sociologo tedesco Günter Amendt, sull'argomento si è detto e studiato un po' di tutto. Ed é ora di agire politicamente, come si appresta a fare una parte dei nostri rappresentanti al Parlamento. A cui occorrerà un po' di sostegno da noi tutti e dai nostri amici, “with a little help from our friends” come cantavano i Beatles in una canzone in cui la canapa era veramente centrale.
BELPAESE
I FIGLI DELLA DISINFORMAZIONE
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L'EROINA TORNA AD ESSERE LA DROGA PREFERITA DAI TEENAGER DOPO LA CANNABIS 650.000 studenti italiani fanno abitualmente uso di sostanze stupefacenti, tra questi, ben 320.000 hanno usato eroina nell'ultimo anno. Questo il dato a dir poco inquietante che è emerso dall'ultimo studio ESPAD Italia dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (IFC-CNR) che ha coinvolto 30.000 studenti tra i 15 e i 19 anni ed è stato condotto dalla sezione di Epidemiologia e Ricerca sui Servizi Sanitari del CNR. La cifra tonda risultata dalla ricerca è chiaramente una proiezione ma in questo caso forse fin troppo ottimistica, se si tiene conto che il dato demografico per questa fascia d'età è di poco più di 3 milioni e che gli adolescenti non sono certo propensi a confessarsi su un questionario distribuito a scuola.
Quella di ESPAD è comunque una ricerca che viene aggiornata annualmente e che ha ottime basi statistiche, ma se lo scorso anno era l'avanzata dei “painkillers” a preoccupare, il dato inconfutabile del 2015 è che i teenager che hanno fumato, sniffato o si sono iniettati il derivato dell'oppio sono in costante aumento, soprattutto tra i quindicenni, che vedono il dato raddoppiarsi rispetto al 2014. In un quadro che vede sempre più italiani consumare abitualmente hashish e marijuana – sono oltre tre milioni i consumatori sotto i 35 anni –, la cocaina è in leggera diminuzione ma usata comunque da 430.000 persone, in calo anche gli stimolanti con 155.000 consumatori e gli allucinogeni con 120.000. Ma se alcuni stupefacenti registrano finalmente una flessione nei consumi, il dato che più preoccupa riguarda di certo il ritorno prepotente dell'eroina. «Tra i quindicenni l'eroina risulta essere la droga più popolare dopo la cannabis: il 2% dei maschi 15enni, circa 5.000 ragazzi, ha dichiarato di averne consumato almeno una volta nel mese precedente all'indagine. Ulteriore allarme viene dal fatto che 3.000 15enni se la sono iniettata. Dimentichi, inconsapevoli visti la mancanza di informazione in questi decenni, dei rischi, di una generazione di tossicodipendenti decimata dall'Aids». Così ha spiegato a Repubblica la dottoressa Sabrina Molinaro che ha condotto la ricerca nell'istituto pisano. Insomma, sempre più eroina ma anche sempre più policonsumatori: tra i maschi quindicenni, 2 su 3 hanno consumato anche eroina, cocaina, allucinogeni e/o stimolanti negli ultimi 12 mesi, mentre 3 su 4 hanno fatto uso di cannabis. E tra loro si segnala il maggior impiego di nuove sostanze sintetiche: il 62%, infatti, ha usato Spice, la cosiddetta cannabis sintetica, e il 57% painkillers, farmaci antidolorifici per sballare. Tra i 15 e i 19 anni, poco meno del 3%, cioè circa 80.000 studenti (3,2% maschi contro il 2,5% delle studentesse), ha fatto uso almeno una volta nella vita di painkillers. In aumento anche l'uso di smart drugs, le droghe cosiddette furbe perché al limite tra legalità ed illegalità, facilmente reperibili sul web sotto forma di prodotti naturali, come gli sciroppi all'oppio. Poco più di 50.000 studenti le hanno utilizzate di recente (circa il 2%), percentuale comunque raddoppiata rispetto ai dati del 2010. Dimentichi, inconsapevoli, disinformati: questo il risultato di un decennio di Fini-Giovanardi e della strenua equiparazione tra droghe leggere e pesanti. I teenagers di oggi, nativi del nuovo millennio, si avvicinano al mondo delle sostanze stupefacenti già alle scuole medie, approcciandosi per lo più alla cannabis ma sempre più spesso alle droghe sintetiche come Extasy o MDMA. E lo fanno alla cieca, senza aver mai visto una conferenza seria sugli stupefacenti o averne discusso tra le mura di casa. Ne abbiamo parlato lo scorso anno, sul numero 2 di Soft Secrets, intervistando proprio un gruppo di adolescenti: grazie al loro racconto, abbiamo avuto conferma di quanta diffidenza ci sia verso chi pretende di spiegare ai ragazzi il vasto e complicato “mondo della droga”. Demonizzata, politicizzata, decontestualizzata: così è stata vista la cannabis con il filtro degli “educatori”. E il risultato, com'è ovvio, è che l'autoformazione e l'esperienza degli amici sono viste come uniche vie per scoprire quello che in fondo rimane ancora un tabù tremendamente appetibile. Non è certo questa la sede per criticare la curiosità dei ragazzi ma il problema che qui ci preme sottolineare è la totale inconsapevolezza dei giovanissimi riguardo ad una sostanza come l'eroina. Quelli che oggi hanno 15 o 16 anni non possono ricordare le migliaia di overdose o i casi di AIDS che l'eroina ha causato 20, 30 o 40 anni fa. Se nessuno prova nemmeno ad accennarglielo – a casa, come a scuola, come alla tv –, questi ragazzi continueranno giustamente a sperimentare, senza però avere la minima idea di cosa stiano consumando. Per questo è fondamentale dare agli adolescenti gli strumenti necessari: fino ad oggi la funzione di informazione e divulgazione nelle scuole è stata delegata alle associazioni (fin troppo spesso cattoliche), con risultati evidentemente disastrosi. Molto più spesso sono stati i centri sociali a sopperire all'imperdonabile mancanza delle istituzioni che però, come accadde per il Livello 57 di Bologna, invece che ringraziare hanno ben pensato di sgomberare o addirittura estinguere. Se alle istituzioni la retorica antiproibizionista non bastasse, che almeno provino ad ascoltare la verità dei numeri: ancora nel 2015 quasi uno studente italiano su due ha fatto uso di eroina. È evidente che chi ancora si ostina a difendere le politiche proibizioniste non ha la benché minima visione d'insieme del problema. Un problema che presto potrebbe tornare ad essere una piaga, un problema che è stato liquidato sempre troppo facilmente grazie allo stigma sociale ma il cui oblio forzoso è chiaramente un atto criminale.
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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza
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INTERVISTA
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DUE PAROLE CON GLI AVVOCATI SIMONETTI E MIGLIO DI TUTELALEGALESTUPEFACENTI.IT
Di Carlos Rafael Esposito
Lo scorso 23 marzo viene pubblicata in Gazzetta Ufficiale una nuova legge che introduce nel nostro paese il concetto di omicidio stradale. La legge in questione prevede che chiunque cagioni, per colpa, la morte di una persona in violazione alle norme sulla disciplina della circolazione stradale, sia punito con la reclusione da due a sette anni. Chiunque, invece, ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica (Art. 186) o di alterazione psicofisica, conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope (Art. 187) cagioni, per colpa, la morte di una persona, viene punito con la reclusione da otto a dodici anni, mentre in passato la pena prevista prevedeva la reclusione da tre a dieci anni. Se poi, invece di provocare la morte, il conducente, nelle medesime condizioni, cagiona per colpa una lesione personale, è punito con la reclusione da tre a cinque anni per le lesioni gravi e da quattro a sette anni per le lesioni gravissime. Nei giorni duranti i quali questo nuovo provvedimento è stato varato il Governo ne ha rivendicato la paternità politica e, nella persona del suo Premier, non ha fatto segreto di provvedere a questa novità per venire in contro alle tante associazioni delle vittime della strada. E’ stata la politica che risponde finalmente ai problemi della società? Una vittoria quindi della società civile? Secondo noi niente di tutto questo. Nessuno mette in dubbio il dolore che le famiglie di queste associazioni provano per la scomparsa prematura ed assurda dei propri cari, il punto delle riflessioni che oggi proponiamo, anche grazie alle parole degli avvocati Miglio e Simonetti, è un punto di principio, di merito. Noi siamo contrari all’inasprimento delle misure previste dal nuovo reato e siamo contro l’introduzione nel nostro codice penale dello stesso.
Ma perché?
5LFRUGR DJOL LQL]L GHJOL DQQL XQD SXEEOLFLW¢ GDYYHUR LPSUHVVLRQDQWH fatta circolare sulle fiancate degli autobus: l’immagine ritraeva un classico paesino di provincia italiano abbarbicato sopra una collina e ammoniva: “Ogni anno un paese come questo scompare a causa degli incidenti stradali” Davvero forte come messaggio lo ricordo ancora oggi EHQ QLWLGR $ TXHL WHPSL GDWL Ζ67$7 QHO OH PRUWL VX VWUDGD HUDQR 7.096, davvero troppe, e infatti la metafora del paese che scompariva era davvero azzeccata nel suo lucido accostamento. Siccome però, un conto è quello che dicono i politici per creare consenso e un conto è quel che accade realmente nel paese dove viviamo, sono andato a guardare i dati relativi ai nostri anni ed ho scoperto che, sebbene Renzi abbia aumentato le pene per chi provoca incidenti stradali, come forse si converrebbe se gli stessi fossero costanti o addirittura in aumento, le morti su strada VRQR GUDVWLFDPHQWH FDODWH QHJOL XOWLPL DQQL 6HPSUH GDWL GHOOȇΖ67$7 WHVWLPRQLDQR FKH OR VFRUVR OH PRUWL VLDQR VWDWH QHO FRUVR GL tutto l’anno. Certo, sempre troppe, ma quasi la metà rispetto a quindici anni orsono. Allora perché l’introduzione di questo nuovo reato? Non era sufficiente la legislazione che esisteva? E poi, riflettendo sulle aggravanti per chi guida in stato di alterazione psico-fisica causato da consumo di cannabis, come è possibile condannare senza l’esistenza di un test scientificamente univoco come spiegato chiaramente nell’articolo: “ Punire il consumo e non la pericolosità. Il caso di cannabis e patente”.
69 Oggi parliamo di tutti questi interrogativi con gli avvocati Simonetti e Miglio di tutelalegalestupefacenti.it In quanto esperti di giustizia e stupefacenti che giudizio date di questo nuovo reato? Avv. Simonetti: Noi riteniamo che il reato di omicidio stradale sotto effetto di sostanze stupefacenti debba essere valutato dal giudice caso per caso. E’ bene distinguere la guida sotto assunzione di sostanze dalla guida in stato di alterazione da sostanze: il concetto di assunzione e quello di alterazione devono essere tenuti ben distinti. Si può infatti aver assunto sostanze stupefacenti e non versare in stato di alterazione psicofisica. Quindi bisogna tenere distinte la condotta di omicidio stradale sotto effetto di assunzione oppure sotto stato di alterazione. Delle due la seconda è l’unica titolata ad essere un reato. Avv. Miglio: Quando il legislatore ragiona con la “pancia” piuttosto che con la testa, le leggi prendono una deriva giustizialista ben lontana dal concetto di “giustizia”. Se si volevano inasprire le pene per l’omicidio stradale non occorreva una modifica al codice: il giudice già in sede di commisurazione della pena può incidere pesantemente con il riconoscimento di aggravanti e con la valutazione in ordine alla gravità del reato secondo gli indici dettati dall’art. 133 codice penale, tra i quali rientra anche il “grado della colpa”. Per quanto riguarda, poi, l’ipotesi prevista di omicidio stradale in stato di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, il legislatore ha rimarcato – peggiorandolo – un problema che già era presente nell’art. 187 Codice della strada e relativo ad un difetto di tassatività che, secondo noi, sussiste. In altre parole la legge penale dovrebbe essere scritta in maniera chiara per tutti, mentre il concetto stesso di “stato di alterazione” non può essere dimostrato in modo certo poiché attualmente non esistono strumenti idonei a riscontrarlo univocamente. Se infatti questo problema già esisteva nel codice della strada, che prevede pene meno gravi, adesso con l’introduzione dell’omicidio stradale la questione è ben più allarmante >1'5 ( VHPSUH LUULVROWD @ Conoscendo la mancanza di univocità dei test per quel che riguarda lo stato di alterazione alla guida, per quel che riguarda
la cannabis, non giudicate irresponsabile e illiberale, aggiungere un reato come questo, senza una certa controprova scientifica dello stato di alterazione del guidatore? Avv. Simonetti: Siamo d’accordo sull’illiberalità e la troppo frequente ingiustizia che viene a concretizzarsi in queste situazioni. Lo stato di alterazione infatti è verbalizzato dagli agenti accertatori in condizioni spesso pessime: al buio, di notte, puntando una lampadina sulle pupille ed utilizzando un tono che genera timore e paura nel controllato. Si aggiunga tra l’altro che gli agenti non sono medici e quindi non hanno le competenze e le capacità medico legali che invece potrebbero essere soddisfatte presso l’ospedale più vicino al luogo di controllo. In quell’occasione i medici sarebbero in grado di accertare la sintomatologia dell’effettivo stato di alterazione. Avv. Miglio: Esatto. Il problema riguarda proprio il principio di legalità. La norma penale, come dicevo, deve essere scritta in modo tale da non generare alcun dubbio. Invece, il concetto di “stato di alterazione”, o meglio, le modalità per accertarlo, non sono affatto univoche soprattutto in considerazione degli strumenti che vengono utilizzati dalle Forze dell’Ordine. Cosa consigliate come legali a chi ha un incidente è viene sottoposto a test (urina, saliva o sangue)? Avv. Simonetti: Consigliamo di far verbalizzare che nell’ipotesi in cui la persona fermata sia lucida e non alterata, cioé che sia concretamente idonea alla guida e lo stato sia di effettiva non alterazione, di domandare che lo stato di salute psico-fisico venga accertato da personale medico. Avv. Miglio: In questi casi è fondamentale il verbale che viene redatto dagli agenti operanti ed è, dunque, necessario che sia reso un esame obiettivo dello stato psico-fisico quanto più completo possibile. Solo per fare un esempio, l’avere gli occhi arrossati non è certamente un indice sicuro dello stato di alterazione: il conducente, infatti, potrebbe essere un portatore di lenti a contatto. Fatto ciò, è evidente che l’accertamento delle condizioni di salute non può che essere fatto da personale medico. Insomma se si sta bene, bisogna chiedere al medico di verbalizzare che il nostro stato è lucido e orientato?
Esattamente.
Pensate che questo reato punisca più il consumatore di stupefacenti in quanto tale che quello che guida in stato di alterazione, che ne pensate e che conclusioni traete da questo atteggiamento del legislatore? Avv. Simonetti: Non è detto che un consumatore, anche nel caso di un forte consumatore di sostanze stupefacenti, sia sempre e comunque alterato. Ad oggi ci sembra che venga quindi punito più lo status di consumatore che quello di persona concretamente pericolosa per la circolazione stradale. Avv. Miglio: Premesso che la sicurezza stradale è un bene primario e che le morti stradali sono le più odiose, occorre essere più che prudenti quando si affronta questo argomento. Il tossicodipendente non può pretendere di mettersi alla guida come se non lo fosse. Allo stesso modo, il consumatore occasionale, il quale magari giorni prima ha fatto qualche tiro, non può essere criminalizzato ingiustamente. La questione è serissima perché riguarda la salute e la libertà personale: i valori più importanti dell’uomo. Ciò che pensiamo è che se ne debba parlare in modo più serio di quanto il legislatore abbia fatto sull’onda della propaganda. Le parole di questi tecnici della giustizia inquadrano il dibattito nella giusta cornice: anche se l’attuale Governo dimostra di essere un Governo del fare, questo non significa che tutto quello che sceglie di fare abbia di per sé, a priori, una positività che non necessita di un vaglio della realtà. In particolare, secondo noi di Soft Secrets l’introduzione di questo reato altro non è che uno sfogo senza raziocinio per un mero rendiconto elettorale: l'omicidio infatti è intenzionale, premeditato oppure fortuito, preterintenzionale. Perché se abbiamo bisogno di un omicidio stradale avremo bisogno dell'omicidio nella selva, dell'omicidio balnerare-marittimo, dell'omicidio spaziale e perché no, dell'omicidio anfibio. Come con le aggravanti sulle aggressioni: violenza è violenza punto. Che importa se chi la commette lo fa per una motivazione razziale, religiosa o di genere, sempre è qualcuno che preferisce la violenza alla parola. Secondo noi il vero lavoro è prima nell'educare e non dopo nell’etichettare le diverse angolazioni degli inverni dell'uomo a piedi o in macchina che sia.
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LA GERMANIA APRE ALL'AUTOCOLTIVAZIONE MEDICA di Giovanna Dark
“Le persone affette da patologie terminali o invalidanti sono autorizzate a coltivare piante di cannabis per automedicazione, nel caso in cui non esistano altre cure efficaci e l'assicurazione sanitaria non copra le spese di approvvigionamento del prodotto essiccato”. Questo quanto deciso lo scorso 6 aprile dal Bundesverwaltungsgericht, la Corte Amministrativa Federale tedesca, chiamata a dirimere il caso di un malato di sclerosi multipla da oltre 30 anni, imputato per la coltivazione di alcune piante di canapa.
nei casi in cui sia provato che nessun altro farmaco anti dolorifico agisca sul paziente, che il paziente non possa permettersi l'acquisto della cannabis presso le farmacie, e qualora vi sia la prova della totale e certa inaccessibilità del prodotto a terzi. A differenza di quella del Tribunale di Colonia, quella emessa dalla corte di Lipsia (NdA: La sede del Bundesverwaltungsgericht) è una sentenza dalla valenza nazionale e, come in un certo modo accade con la nostra Corte Costituzionale, le sue ripercussioni
Una sentenza storica che, inserita nel contesto della sanità semi-privata tedesca, ha un valore ancor più fondamentale. Il Bundesverwaltungsgericht ha infatti ammesso in primo luogo che, nel caso in cui l'assicurazione sanitaria non copra le ingenti spese per l'importazione del prodotto, il paziente (chiaramente autorizzato) può procedere all'autocoltivazione del principio attivo curante. Nello specifico, il paziente – un 52enne di Mannheim che viveva con una pensione di invalidità di 891,64 euro mensili – non aveva alcun modo di provvedere all'acquisto delle infiorescenze, né la sua Krankenkasse (l'assicurazione sanitaria tedesca, obbligatoria ma non gratuita e a carico dell'interessato) aveva intenzione di farlo. La Corte Amministrativa ha quindi riconosciuto che, non avendo alcuna alternativa se non quella di rivolgersi al mercato nero, il paziente ha dovuto “arrangiarsi” e, provato che parte del raccolto non era destinata a incrementare alcun giro di spaccio, ha dato ragione all'imputato. Il pronunciamento della Corte Amministrativa Federale arriva dopo quella del Tribunale Amministrativo di Colonia che il 22 luglio del 2014, aveva ammesso l'autocoltivazione a fini terapeutici
sono immediate e interessano la questione in toto. Il precedente di Lipsia può quindi rappresentare uno spiraglio entro cui incanalare un più ampio ripensamento della normativa nazionale ma i tentennamenti da parte del Bundestag, lasciano intendere che il processo sarà lungo. Quella avvallata del Bundesverwaltungsgericht è infatti e comunque una “soluzione di necessità", che in ultimo sottolinea come la coltivazione domestica della marijuana, al di fuori dei casi eccezionali approvati dalle varie corti, resti ancora del tutto vietata in Germania. Ma è comunque un inizio. Quello che pare evidente, buttando un occhio fuori dal bel paese, è che la battaglia per l'autocoltivazione legale sembra dover passare sempre e comunque prima per la via medica. Nonostante il consumo sia depenalizzato praticamente ovunque e con esso sia venuto meno lo stigma sociale della cannabis, non più vista come droga, è in ultimo il grower a fare le spese delle anacronistiche leggi nazionali, in Germania come Italia. Se è vero che l'unione fa la forza, forse è arrivata l'ora di unire i pazienti ai consumatori ricreativi. La battaglia, in fondo, è comune.
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