La rivista della cannabis dal 1985
www.softsecrets.com | Numero 6 - 2020 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
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Stretta dei Monopoli di Stato sulla cannabis light È stato dav vero un ottobre nero per la cannabis in Italia. Per poco il CBD non finiva tra le sostanze stupefacenti - ne parliamo a pagina 24 - e per la cannabis light pare non si possa ancora tirare un sospiro di sollievo. A metà ottobre, infatti, è partita l'offensiva dei Monopoli di Stato. Ad annunciarla, con tanto di determinazione pubblicata sul sito dell'Agenzia, è lo stesso direttore generale Marcello Minenna, il quale ha chiesto ai rappresentanti degli esercizi di vicinato, delle farmacie e delle parafarmacie che vendono o hanno intenzione di vendere al pubblico dei prodotti da inalazione senza combustione, costituiti da sostanze liquide, con o senza nicotina, di autocertificare l'impegno a "non commercializzare o detenere foglie, infiorescenze, oli, resine, o altri prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa sativa" (Sic!). Senza autocertificazione dell'impegno a non vendere prodotti illegali non si potrà più ottenere il rilascio delle necessarie autorizzazioni e di eventuali rinnovi. In particolare, i soggetti già autorizzati avranno 30 giorni di tempo a partire dal 13 ottobre, per presentare l'autocertificazione con il nuovo impegno a non vendere prodotti che contengano quantitativi di THC superiori allo 0,6%. In caso di mancata presentazione entro i termini previsti, scatterà il procedimento di revoca delle autorizzazioni già rilasciate. I Monopoli hanno poi annunciato un'azione di controllo sul campo, con controlli mirati presso i
punti vendita ormai sparsi in tutte le città, le farmacie e le parafarmacie, nonché presso le rivendite generi di monopolio come le tabaccherie. Come si legge nella determina del 13 ottobre, consultabile sul sito delle Dogane e dei Monopoli www.adm.gov.it/ portale/documents/, la stretta si è resa
SWS87
solo. I Monopoli citano anche la legge del 2016, che autorizza la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale, indicando che il testo afferma come foglie, infiorescenze, oli e resine, venduti da soli o in forma composta, non sono specificamente compresi tra i prodotti nei quali è consentito l'utilizzo di derivati della canapa. A rafforzare la decisione di una stretta sulla vendita della cannabis light, i Monopoli si rifanno in primo luogo al Consiglio Superiore di Sanità, secondo cui non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, qualunque sia il contenuto percentuale di THC. Di qui la raccomandazione di adottare misure di contrasto alla libera vendita di questi prodotti derivati dalla coltivazione della canapa sativa. In secondo luogo c'è stata la Corte di cassazione che il 10 luglio 2019, con la sentenza n. 30475, ha rilevato che la cessione di questi prodotti si configura come reato se i beni non rispettano i valori indicati dalla legge 242 del 2016, e quindi vanno oltre lo 0.6% di THC.
necessaria per evitare che negli esercizi autorizzati alla vendita dei liquidi da inalazione, siano commercializzati anche prodotti che violano la legge sugli stupefacenti (Dpr 9 ottobre 1990 n. 309). Non
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Un'altra bella gatta da pelare, quindi, per i rivenditori di cannabis light. Soprattutto se si pensa che i Monopoli hanno intenzione di segnalare alle Questure competenti quanti non rispetteranno i termini dell'autocertificazione.
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Breve storia tragicomica di come il CBD ha rischiato di diventare uno stupefacente
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Un sorprendente ibrido autofiorente di piccola statura che produce grandi bud resinosi con aroma dolce e fruttato. Si distingue inoltre, soprattutto, per l’incredibile rapidità di fioritura. Senz’altro una delle più rapide varietà sul mercato. Sweet Seeds® ha un vasto catalogo di varietà. È praticamente impossibile non trovarne una che faccia al caso nostro: ci sono piante ad alta resa, piante di qualità che, pur garantendo raccolti eccezionali, si distinguono maggiormente per il loro odore e, infine, varietà preferite per la loro rapidità. È il caso della +Speed Auto: sinonimo di buona qualità, raccolti abbondanti e gusto. Ma la caratteristica che più la contraddistingue è che può essere raccolta in sole sette settimane dalla germinazione. Il sogno dei coltivatori più impazienti: erba buona in poco tempo. Questo ibrido autofiorente di terza generazione è il risultato dell’incrocio di due fantastiche autofiorenti, provenienti dal reparto di R&S della Sweet Seeds®; una Critical Mass autofiorente, selezionata per la sua velocità e il suo aroma, e una Speed Devil #2 Auto® con un periodo di fioritura molto breve. Le piante della varietà +Speed Auto sono piccole (raggiungono appena un metro di altezza), ma il fusto e i rami che si sviluppano sono spessi e robusti. La resa all’interno s’aggira attorno ai 500g/m2, mentre all’esterno va dai 30 ai 150 grammi per pianta. Grazie alla velocità della fioritura, è possibile ottenere qualche raccolto in più durante la stagione rispetto ad altre varietà. È certamente fra le varietà più veloci e produttive disponibili sul mercato. In sole 7 settimane si ottiene un buon raccolto di bud enormi e densi, ricoperti da un buon strato di resina. Genera un effetto rapido e gradevole di rilassamento e felicità a tutti i livelli, senza però lasciare prostrato sul divano il consumatore. Ha un sapore forte, dolce e fruttato, con un lieve sentore di formaggio.
Germinazione e crescita
Un bel bud di +Speed.
Abbiamo fatto germinare diversi semi di +Speed Auto tra stracci bagnati e, in poco più di 24 ore, si erano aperti tutti. Di solito, piantiamo queste varietà direttamente nel vaso dove
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miglioramento, sono stati ottenuti risultati straordinari: raccogliere in così poco tempo è un sogno avverato per molti coltivatori. Inoltre, queste piante, di alta qualità, producono raccolti che non hanno nulla da invidiare ad altre varietà. In 7 settimane dalla germinazione, i nostri esemplari maturi pullulavano di bud enormi, carichi di resina. Recidere i rami è stato abbastanza facile e veloce, dato il rapporto foglia-bud piuttosto basso.
Degustazione
Dopo un breve periodo di essiccazione, abbiamo finalmente gustato +Speed Auto: un’erba dal sapore fruttato, forte, intenso e dolce ad ogni boccata, con un finale leggermente piccante. L’effetto, come la pianta, è rapido e rilassa all’istante.
Un altro spettacolare esemplare.
trascorreranno il loro intero ciclo di vita, per evitare lo stress causato da un trapianto. Questa volta abbiamo coltivato i nostri esemplari in vasi da 11 litri (una dimensione ideale per le autofiorenti): abbiamo inumidito il terriccio e li abbiamo piantati con la radichetta rivolta verso il basso, a brevissima profondità, sotto lampade al sodio da 600W a 20 ore di luce e 4 di buio. Qui sono restati per tutto il loro breve periodo di 7 settimane. In meno di un giorno, le prime foglie sono spuntate attraverso la superficie del terreno, in direzione della luce. Abbiamo usato uno stimolatore di radici nell’acqua di irrigazione solo durante la fase di crescita vegetativa, fino all’inizio della fioritura. Il loro sviluppo, in pochi giorni, è stato sorprendente: presentano una struttura omogenea e robusta; la distanza internodale è molto breve, il che facilita la formazione di bud enormi. Verso la terza settimana, le nostre piante hanno iniziato a mostrare i primi segni di fioritura e si sono formati i primi pistilli.
Fioritura
Durante questa fase abbiamo mantenuto l’illuminazione a 20 ore di luce e 4 di buio. Fino alla fioritura lo sviluppo è stato ininterrotto; successivamente gli esemplari hanno focalizzato tutta la loro energia sulla produzione di cime. Alla fine tutti avevano raggiunto una dimensione e un portamento invidiabili.
Piante di questo tipo non hanno quasi bisogno di cure. Nel breve tempo in cui si sviluppano, è più difficile che insorgano problemi di parassiti e malattie. Peraltro, dato il fogliame scarso e la taglia grande, la spuntatura risulta alquanto agevole. La formazione dei pistilli è continua e le cime diventano sempre più grandi man mano che la pianta matura. La cima centrale si distingue per la sua particolare dimensione e densità. Gli esemplari di +Speed Auto sono come piccoli Critical+, ma possono essere raccolti in soli 49 giorni. Durante questa fase, abbiamo aggiunto uno stimolatore di fioritura all’acqua di irrigazione e, in un paio di occasioni, abbiamo anche utilizzato un fertilizzante per la fioritura. Di più non è possibile fare, data la rapidità di sviluppo delle piante. Negli ultimi giorni di fioritura, abbiamo lavato bene le radici e aspettato che gli esemplari finissero di maturare. Erano tutti altri circa 70/80 cm e tutti i rami erano carichi di bud enormi, con lunghi pistilli arancioni che, al minimo tocco, sprigionavano un aroma piacevole e dolce nella sala di coltura. Dopo circa 7 settimane abbiamo reciso tutti gli esemplari di +Speed Auto.
Raccolto
Incredibile! Molti progressi nella selezione vegetale erano impensabili anni fa e ora, pur essendoci ancora qualche margine ulteriore di
Bud secondari enormi e colmi di resina.
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Antiproibizionismo
Un’altra polizia è possibile
di Fabrizio Dentini
Il collettivo francese dei Poliziotti contro il Proibizionismo. Il collettivo PCP (Poliziotti contro il Proibizionismo) è composto da agenti di polizia e gendarmi francesi, in attività o meno, che, grazie all’esperienza dovuta alla loro professione, hanno deciso di unirsi per promuovere una necessaria riforma della legge sugli stupefacenti e per testimoniare l'inefficacia del proibizionismo e della repressione del consumo di droga. Benedicte Desforges, portavoce del collettivo, ci spiega perché un’altra polizia è possibile e soprattutto necessaria in Italia come in Francia.
SSIT: Perché un poliziotto decide di mettersi dall’altro lato del proibizionismo? Essere un poliziotto significa anche essere un cittadino all’interno della società, significa essere autorizzati a pensare in maniera indipendente ed esercitare una critica necessaria rispetto alle proprie funzioni, all’applicazione della legge ed al suo contenuto. Avendo la fortuna di essere posizionati all’ultimo gradino della catena penale, siamo in contatto diretto con la delinquenza e con alcuni aspetti della società. Si tratta di un contatto che, prima dell’intervento della magistratura, non è mediato da nessun prisma mediatico o politico. La nostra conoscenza della società, per chi ha voglia di osservarla, è unica. Parlando della repressione dei consumatori di sostanze stupefacenti, siamo probabilmente i meglio posizionati per capire che non serve a nulla e che genera degli effetti perversi. I consumatori,
Si tratta di una repressione inutile che, in più, non ha alcun impatto pedagogico o sanitario. È quindi abbastanza semplice, quando si è poliziotti, adoperare indulgenza nei confronti dei consumatori. Anche perché, professionalmente, la repressione di questo delitto, una disobbedienza senza conseguenze, non è molto valorizzante.
SSIT: Come si passa dalla repressione quotidiana dei consumatori al loro sostegno politico? Effettivamente, adottando una posizione contro il proibizionismo, il nostro collettivo è in linea con le aspettative dei consumatori. Inoltre proponiamo un modello di polizia differente, più interessante per noi poliziotti e per i cittadini. Senza repressione dei consumatori, la "politica dei numeri" e cioè la politica dell’amministrazione che, alla qualità del lavoro svolto, predilige
Parlando della repressione dei consumatori di sostanze stupefacenti, siamo probabilmente i meglio posizionati per capire che non serve a nulla e che genera degli effetti perversi nel peggiore dei casi, fanno solo male a loro stessi e noi possiamo arrestarli o denunciarli in maniera sempre più intensa, ma il narcotraffico non ne risente in maniera alcuna.
SSIT: Penalizzare i consumatori non serve a nulla?
ed esige la quantità, verrebbe a mancare. L’esercizio quotidiano del nostro impewgno potrebbe calibrarsi verso una delinquenza più pericolosa come il narcotraffico. In Francia, più della metà dell’attività proattiva della polizia è dedicata al consumo di sostanze: uno spreco di tempo per polizia e magistra-
11 tura ed uno spreco di risorse pubbliche. I rapporti fra la polizia e popolazione ne risulterebbero migliorati: la repressione dei consumatori diventa infatti, spesso, un pretesto per il controllo di certe fasce della popolazione, in particolare i più giovani ed i più precari.
SSIT: Quale impatto ha il vostro collettivo sulle politiche antidroga del vostro paese?
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Il collettivo esiste da soli due anni ed il nostro impatto a livello di politiche nazionali è nullo. Nonostante questo, le nostre argomentazioni risultano d’interesse per alcuni parlamentari. Ad esempio, parlando della correlazione fra la repressione di questi delitti e la politica dei numeri di cui prima. Convincere quelli che scrivono le leggi rimane un lavoro di pazienza e perseveranza. Il collettivo, comunque, apporta una voce inedita perché siamo poliziotti ed andiamo ad integrare efficacemente, col nostro punto di vista, il contesto antiproibizionista. Abbiamo suggerito diverse proposte, lettere aperte o trasmesse ai deputati. Ci auguriamo, tra le altre cose, che i test salivari eseguiti su chi guida vengano sostituiti con testi comportamentali. Suggeriamo poi, che la prevenzione delle droghe nelle scuole non venga affidata ai poliziotti, ma all’intervento degli specialisti ed auspichiamo, infine, che la polizia venga provvista di kits al naloxone per venire in aiuto alle vittime di overdose. Questa ultima proposta, che ci sta particolarmente a cuore, perché ci darebbe la possibilità di non svolgere un ruolo esclusivamen-
te repressivo, è stata considerata dal Ministero della Salute.
SSIT: Vuole mandare un messaggio ai suoi colleghi italiani? I danni del proibizionismo sono gli stessi in Francia ed in Italia. I poliziotti non possono che tirare le stesse somme, perdono il loro tempo con gli stessi arresti e con le stesse procedure. L’opinione deve essere per forza la stessa. Ai nostri colleghi italiani quindi ho voglia di dire: riflettete sulla società nella quale vorreste vivere, riflettete sulla
possibile rivalorizzazione del vostro mestiere, sulle relazioni che intrattenete con la popolazione...una persona che fuma o coltiva cannabis o sniffa una riga di cocaina nel week end, è il delinquente che sognavate di arrestare prima di diventare poliziotti? Non possiamo cercare tutti insieme di fare in modo di lavorare per svolgere un mestiere più efficace e più concentrato sui "veri" delinquenti? E perché concedere a chiunque la libertà di scegliere cosa fare con il proprio corpo e con il proprio stato di coscienza fino a quando non nuoce al prossimo, potendo contare su
Flashy Ice Bong 'Blaze Glass' con luce LED Questo fantastico ice bong 'FLASHY' di 'Blaze Glass' ha una doppia vita! Dapprima come bellezza abbagliante ma misteriosa con un effetto arcobaleno metallico e il potenziale per diventare una star del cast di 'Frozen'. Poi, una volta premuto il telecomando in dotazione, voilà, il fantastico bong a pistone si trasforma in una regina della festa che lampeggia in tutti i colori dello spettro, creando l’atmosfera giusta per ogni occasione con uno spettacolo di luci e attirando tutti gli sguardi su di sé. Ma sia che si tratti di una bella ragazza o di un’appariscente festaiola, con il bong realizzato con il miglior vetro borosilicato il risultato sarà sempre perfetto. Prima di tutto, l’adattatore del diffusore fa ribollire l’acqua del bong in modo potente e raffredda il fumo. Per un’esperienza più fredda, la camera di ghiaccio ha la capienza giusta per contenere molti cubetti di ghiaccio. La ciotola sollevabile è per le erbe e non richiede un filtro per il piccolo passaggio. C’è anche un foro (con un tappo), se si preferisce lasciare la ciotola bloccata. L’elevato spessore di 7 mm, estremamente stabile, permette al tubo di vetro di sopravvivere anche alle feste più pesanti. E il bocchino è molto ben arrotondato. Il logo 'BLAZE GLASS' è a specchio, il che conferisce al 'FLASHY', che è sia un tubo molto efficiente sia un bellissimo oggetto luminoso decorativo, un ulteriore effetto interessante. Per lo spettacolo di luce sono necessarie 3 batterie AAA non incluse nella confezione. Il telecomando è già dotato della necessaria cella a bottone CR2025-2032.
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di un’informazione necessaria, è cosa impossibile quando si è immersi nella politica proibizionista? Per concludere direi loro di interessarsi alla politica delle droghe del Portogallo. Da ormai quasi 20 anni, il consumo di tutte le droghe è stato depenalizzato e questa scelta di far uscire il consumo di droghe dal campo penale è stato un successo da tutti i punti di vista. I poliziotti possono consacrare il loro tempo alla delinquenza di livello e non si lamentano per niente di questa politica più coerente e più umana.
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Growing di sudestfam@protonmail.com
L' (altra) erba medica L'alfalfa nella coltivazione di cannabis
L'erba medica, conosciuta soprattutto con il nome di alfalfa, è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Fabaceae, diffusa soprattutto come pianta foraggera, è anche molto apprezzata dal punto di vista agricolo per le sue capacità di migliorare le caratteristiche del suolo.
adattano abbastanza bene ad un ampio range di temperature che vanno da alcuni gradi sotto lo 0 ai 30°C dei climi più temperati.
Composizione chimica
L'alfalfa contiene numerose sostanze nutritive, vitamine e minerali tra i quali, azoto, fosforo, potassio, magnesio, calcio, zolfo, boro, zinco e ferro. È ricca di vitamina A, gruppo B ed E; le vitamine del gruppo B sono un ottimo promotore della crescita radicale. Numerosi amminoacidi sono presenti nell'alfalfa, ma il componente più interessante è il Triacontanolo, un alcool grasso considerato a tutti gli effetti un ormone regolatore della crescita.
Ruolo del Triacontanolo
Questo fitormone agisce aumentando l'attività fotosintetica della pianta che in questo modo assorbe più luce e produce più zuccheri. Questi ultimi vengono trasferiti nel suolo attraverso il sistema radicale, i microrganismi presenti nel suolo si nutrono di questi zuccheri e in cambio forniscono alla pianta tutti gli elementi nutritivi di cui ha bisogno per crescere. La maggiore disponibilità di zuccheri accresce la popolazione microbica che a sua volta aumenta la trasformazione delle sostanze nutritive presenti nel suolo rendendole in forme assimilabili. Alcune di queste sostanze nutritive vengono ulteriormente utilizzate dalla pianta per produrre nutrienti più complessi, che accrescono notevolmente il vigore e le difese immunitarie della pianta.
Possibili usi foglie di alfalfa
Etimologia
Il nome scientifico di questa specie è Medicago sativa, sebbene derivi dal latino, è un termine preso in prestito dal greco, dove Medicago indica la provenienza di questa pianta cioè dalla Media che è una regione dell'antica Persia, invece il termine sativa è un aggettivo, che dal latino significa coltivata. Il nome più diffuso per indicare questa pianta è il termine spagnolo Alfalfa e deriva dall'arabo al-fasfasa che significa foraggio.
Storia
Le testimonianze più antiche sull'alfalfa risalgono a circa 6000 anni fa, in Iran sono stati rinvenuti dei reperti archeologici che documentano il suo impiego domestico e la sua diffusione. Romani e babilonesi la utilizzavano per nutrire i propri cavalli impiegati in battaglia, avvalorando la tesi sulla grande importanza di questa pianta per le civiltà passate. Nel 18esimo secolo è stata introdotta negli Stati Uniti, dove si diffuse rapidamente per il foraggio degli animali da traino impiegati nella corsa all'oro che caratterizzava quell'epoca.
Origine e distribuzione
L'alfalfa è originaria dell'Asia sud occidentale e di alcune regioni a sud del Caucaso, quindi da zone caratterizzate da un clima prevalentemente arido, nonostante ciò in Europa le superfici più estese dedicate alla coltivazione di alfalfa si trovano in Francia e Italia, nel nostro paese è diffusa soprattutto in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Calabria.
sebbene esistano anche varietà di colore giallo. I frutti sono dei legumi a forma di spirale e contengono da 2 a 6 semi
L'alfalfa è impiegata soprattutto come foraggio, grazie al suo alto valore proteico è la più diffusa tra le leguminose come alimento per gli animali da allevamento. Per fini terapeutici è utilizzata da
Descrizione
Il Medicago sativa è una pianta erbacea perenne dotata di un potente apparato radicale, la radice principale è un fittone che può raggiungere anche 5 metri di estensione e in grado di penetrare in profondità nel terreno. L'altezza della pianta varia da 60 a 100 centimetri, dalla base si innalzano multipli steli piccoli ed eretti, le foglie hanno una forma trifogliata, ai primi stadi di crescita si può confondere con il trifoglio ma successivamente le foglie di alfalfa assumono una forma più allungata e seghettata. Le infiorescenze sono costituite da petali viola o azzurri,
infiorescenza di Medicago s. di piccolissime dimensioni. Provenendo da regioni aride, l'alfalfa preferisce climi caldi e secchi, ma molte varietà si
millenni dalla farmacopea tradizionale cinese per il trattamento di disturbi intestinali e della ritenzione idrica. In
13 da 11 litri di dimensione andranno applicati 16.5 grammi di farina di alfalfa. Per le piante di cannabis coltivate all'aperto direttamente nel terreno o in letti di terra, sono necessari 100 grammi di alfalfa per ogni metro, quindi in un aerea di 10 mq andrà miscelato 1 kg di alfalfa. 2 - Pacciamatura. Questo metodo prevede la creazione di uno strato di alfalfa dallo spessore di almeno 5 cm sulla superficie del terreno di coltivazione; la pacciamatura, oltre a mantenere costantemente umido il substrato, lo protegge anche dall'erosione.
farina di alfalfa
India è presente in numerose ricette di cucina. Nella produzione di semi di alfalfa, sono impiegate le api per la sua impollinazione; attraverso questa attività viene prodotto un delizioso miele uniflorale. In agricoltura gioca un ruolo fondamentale per la rigenerazione dei terreni meno fertili, è un potente azotofissatore in grado di catturare l'azoto presente nell'atmosfera e trasferirlo nel suolo attraverso il suo apparato radicale. Inoltre le radici di alfalfa, in grado di penetrare profondamente nel suolo, ne migliorano la struttura rendendolo più permeabile e lo salvaguarda dall'erosione.
di compostaggio della materia organica; agisce come un agente in grado di dare inizio e migliorare l'attività di compostaggio. La forma di azoto contenuta nell'alfalfa, come già accennato, è a rilascio rapido, ciò consente ai microrganismi che popolano il suolo di digerirlo molto facilmente provocando un repentino aumento della temperatura all'interno del cumulo di compost. Le alte temperature facilitano la decomposizione della materia organica e la trasformazione dei minerali in forme nutritive assimilabili dalle piante. L'alfalfa è ricca di vitamine, in particolare del gruppo B; questo tipo di vitamine
ricchissimi di triacontanolo, un ormone regolatore della crescita. Questo fitormone è un ottimo stimolatore delle radici, promuove la formazione di nuovi getti e quindi di piante con breve distanza internodale. L'alfalfa, oltre ad essere un efficiente promotore della vita microbica del suolo, svolge la funzione di agente di controllo delle popolazioni di nematodi presenti nel terreno.
Come utilizzare l'alfalfa
Introdurre l'alfalfa nella coltivazione di marijuana è abbastanza semplice; i formati disponibili in commercio sono
Coltivazione del Medicago S.
Si pianta a partire dal seme, nelle zone dal clima più caldo si semina già in autunno mentre nelle zone più fredde si aspetta la primavera. La semina può essere eseguita a spaglio oppure germinando i semi in appositi semenzai. Preferisce terreni profondi, con valore ph di circa 7.0 e con una buona capacità di drenaggio per favorire lo sviluppo delle radici. Per un'ottima crescita, l'alfalfa ha bisogno di grandi quantità di calcio, fosforo e potassio; i terreni più poveri vanno arricchiti con ammendanti organici oppure con fertilizzanti di sintesi. Lo sterco è tra gli ammendanti organici maggiormente impiegati. La raccolta dell'alfalfa va effettuata ad intervalli di tempo larghi in modo da garantire a lungo termine il massimo rendimento.
Alfalfa nella coltivazione di cannabis
Introdurre l'alfalfa nella propria coltivazione di cannabis apporta numerosi benefici. L'alfalfa oltre ad essere ricca di micro e macronutrienti, è una fonte ricchissima di azoto a rilascio rapido, infatti nei primi stadi di crescita va applicata con cautela per non fertilizzare eccessivamente le giovani piante. La farina di alfalfa è un ottimo attivatore e acceleratore del processo
semi germogliati di alfalfa giocano un ruolo fondamentale nei processi vitali di una pianta, vediamo quali vantaggi offre la sua applicazione: aumenta la resistenza di fronte agli stress biotici e abiotici migliora l'assimilazione delle sostanze nutritive accelera il metabolismo delle pianta stimola la crescita di un apparato radicale forte e sano
la farina e il pellets. Non utilizzare alfalfa OGM ma solo proveniente da coltivazioni biologiche. La farina ha un impiego più versatile rispetto al pellets che in alcuni casi deve essere sminuzzato per poter beneficiare completamente delle sue proprietà.
Questi fattori contribuiscono allo sviluppo di piante più forti e con rese di gran lunga maggiore. Farina ed estratti di alfalfa sono
1 - Miscelata con il substrato. Nelle coltivazioni sviluppate in vaso, miscelare 1.5 grammi di alfalfa per ogni litro di substrato, ad esempio in un contenitore
L'alfalfa può essere applicata in modi differenti:
3 - TCA. Introdurre l'alfalfa nella ricetta per la preparazione del tè di compost areato amplifica il suo potenziale. Durante la somministrazione di ossigeno alla soluzione acquosa, la popolazione di microrganismi cresce esponenzialmente ed insieme ad essa aumenta anche la disponibilità di sostanze nutritive. Le dosi sono di 2.5 grammi di alfalfa per ogni litro di soluzione. 4 - Infusione. È il metodo di applicazione più semplice. Per preparare un'infusione sono necessari 10 grammi di alfalfa per ogni litro d'acqua; immergere la farina di alfalfa in acqua decantata per circa 24 ore, successivamente filtrare la soluzione acquosa per poterla somministrare via fogliare o per fertirrigazione. 5 - Sprouted Seed Tea o SST. È una tipologia di tè a base di semi germogliati. I germogli impiegati per realizzare un SST sono la parte più ricca di sostanze nutritive, minerali, fitormoni ed enzimi. Infatti gli SST risultano essere un ottimo cocktail di enzimi fatti in casa. I semi di alfalfa sono tra i più diffusi per produrre un SST. Per realizzare 10 litri di SST sono necessari circa 15 grammi di semi di alfalfa. Innanzitutto immergere i semi per 12 ore in un bicchiere d'acqua priva di cloro, successivamente filtrarli dall'acqua e collocarli in un panno umido per farli germinare, dopo 2-3 giorni i semi saranno germogliati. Quando i germogli raggiungono le dimensioni del seme saranno pronti per l'uso. Con l'ausilio di un frullatore, miscelare i semi con un poco d'acqua, è possibile utilizzare la stessa acqua dove i semi sono stati immersi prima della germinazione. Con un setaccio, filtrare dalla polpa il cocktail di semi germogliati. La parte liquida risultante è l'SST. È possibile somministrarlo immediatamente, diluendolo in 10 litri d'acqua priva di cloro, oppure conservarlo per lunghi periodi aggiungendo melassa in parti uguali. SST di alfalfa è consigliato applicarlo soprattutto durante la fase vegetativa delle piante. L'alfalfa è un ingrediente alla portata di tutti e facile da reperire, perché non impiegarla nella propria coltivazione?!
Topic sui fertilizzanti Hai qualche domanda riguardo i fertilizzanti in generale o su come fertilizzare le tue piante? Invia le tue domande a francesco@bionova.nl. In ogni edizione di Soft Secrets verranno pubblicate le risposte a molte dei vostri quesiti. Tutte le altre domande possono essere trovate su bionova.nl & softsecrets.com
“Meccanismi di difesa vegetali e come promuoverli con la fertilizzazione” In natura le piante sono circondate da un elevatissimo numero di potenziali nemici. Praticamente tutti gli ecosistemi contengono una grande varietà di batteri, funghi, nematodi, insetti, mammiferi ed altri erbivori che cercano in diversi modi di vanificare tutti gli sforzi e le attenzioni che abbiamo riservato alle nostre signorine. Non potendo muoversi per evitare questi avversari le piante hanno sviluppato alcune vie biosintetiche per la produzione di un gran numero di molecole di difesa e di barriere protettive sia fisiche che bio-chimiche. Per quanto riguarda le barriere fisiche, la cutina, la suberina e le cere formano strati protettivi contro i patogeni già sulla superficie delle piante e limitano la traspirazione riducendo la perdita d’acqua. Il secondo gruppo di barriere difensive, quelle bio-chimiche, è costituito da una serie diversificata di composti organici che le piante sintetizzano in gran numero. Questi composti autoprodotti sono definiti metaboliti secondari, ovvero composti che apparentemente non sono coinvolti direttamente nei processi primari di crescita e sviluppo. Vi sono tre principali gruppi di metaboliti secondari: terpeni, fenoli e composti contenenti azoto. I terpeni sono composti da unità a 5 atomi di C (carbonio). Fanno parte di questa categoria sostanze generalmente insolubili in acqua sintetizzate a partire da prodotti del metabolismo primario delle piante. Sono delle tossine e dei deterrenti contro fitopatogeni ed erbivori. I fenoli rivestono numerosi e importanti ruoli nella pianta. La lignina rafforza meccanicamente le pareti cellulari mentre numerosi pigmenti flavonoidi schermano le dannose radiazioni ultraviolette e sono importanti agenti attrattivi per l’impollinazione e la disseminazione. In ultimo ma non per importanza questi composti fenolici in aggiunta ad altri servono da difesa contro erbivori e patogeni.
I composti azotati, appartenenti al terzo gruppo di metaboliti secondari, sono principalmente sintetizzati a partire da amminoacidi comuni. Anche questa categoria di metaboliti ha un importante ruolo nella protezione contro animali erbivori. Infatti nella difesa contro gli insetti fitopatogeni le piante inducono la sintesi di metaboliti secondari e molecole segnale che attirano i nemici naturali degli insetti oltre ad avvisare del potenziale pericolo le piante vicine. Contro i microbi patogeni le piante hanno sviluppato meccanismi di difesa ed allarme. Oltre a i metaboliti secondari, alcuni dei quali già presenti, le piante durate l’infezione microbica inducono la sintesi di altri composti come enzimi di parete e barriere fisiche polimeriche che impediscono la penetrazione del patogeno. Come accennato prima, le piante attivano sistemi specifici che permettono il riconoscimento dell’invasore patogeno attivando una rapida e vigorosa risposta difensiva indotta. Alcune piante una volta infettate sviluppano un’immunità a successivi attacchi microbici. Queste caratteristiche intrinseche delle piante possono essere stimolate ed amplificate attraverso l’impiego di prodotti ad azione specifica su pianta o su suolo. Fertilizzanti organici di origine vegetale come Veganics Grow e Veganics Bloom sono ricchissimi in microrganismi benefici come micro-alghe e fitoplancton oltre ad estratti di altri vegetali e forniscono alla pianta molti precursori per la sintesi di metaboliti secondari aumentandone sensibilmente la capacità di sintetizzare composti antiossidanti come i fenoli, altri come i terpeni e i composti azotati. Le piante trattate con The Missing Link sono più pronte a rispondere ad un’eventuale attacco esterno da parte di batteri e funghi fitopatogeni grazie all’esclusiva e
Inviate le vostre domande riguardo I fertilizzanti in generale e/o su come fertilizzare le vostre piante a Soft Secrets: francesco@bionova.nl
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speciale formulazione che avvia nella pianta dopo la somministrazione una risposta di resistenza indotta. Di conseguenza la coltivazione risulta più sana, dinamica e resiliente. Il costante impiego di Silution apporta un altro componente molto importante come il silicio. Questo contribuisce alla difesa meccanica della pianta irrobustendo le pareti cellulari vegetali fornendo un ulteriore barriera contro la penetrazione dei fitopatogeni. Altri prodotti ad azione su pianta come NovaFoliar, composto a base di estratti vegetali, incrementano notevolmente la naturale capacità repellente delle piante nei confronti degli insetti fitofagi. O ancora, impiegando prodotti a base di microrganismi come Microlife infettiamo in modo positivo e mirato, con inoculi di microrganismi benefici, gli apparati radicali in crescita dei vegetali. In questo modo le piante instaurano rapporti simbiotici e mutualistici con funghi micorrizici e batteri della rizosfera che silenziosamente combattono per le piante e con le piante contro i patogeni in cambio di elementi nutritivi, in questo caso zuccheri essudati dalla pianta. I microrganismi inoculati proteggono i vegetali ospiti in diverse maniere, attaccando attivamente i patogeni con la produzione di essudati e composti dannosi ed in maniera passiva schermando la radice grazie alla loro presenza che impedisce ad altri patogeni di insediarsi per mancanza di spazio. In oltre questi tipi di rapporti tra pianta e microrganismi della rizosfera aumentano notevolmente anche la capacità delle piante di reperire anche in condizioni meno favorevoli elementi nutrizionali ed acqua. Per concludere possiamo dire che, già di loro natura le piante hanno messo a punto numerose e diversificate strategie difensive. In aggiunta se noi andiamo ad apportare dei prodotti che stimolano e aumentano la risposta dei vegetali ad esternalità vedremo aumentare le prestazioni produttive anche in presenza di un certo numero di stress esterni sui quali non abbiamo il pieno controllo.
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Outdoor 2020 Par Macky, Percysgrowroom.com
Concia della Cannabis
La fase finale di ogni coltivazione viene spesso trascurata. Tuttavia, è una delle fasi più importanti se si vuole ottenere una cannabis di qualità elevata. Questa fase è nota come concia.
Quando la cannabis viene essiccata dopo il raccolto, in genere la parte esterna delle cime può apparire secca, ma l’interno contiene ancora molta umidità intrappolata. Il processo di concia porterà lentamente questa umidità fuori dal centro e la disperderà in modo uniforme attorno alle cime. La concia consente alle cime di asciugarsi in modo più uniforme e ad un ritmo più lento rispetto all’essiccatura. Eviterà che le cime diventino troppo secche e libererà il meglio delle fragranze e dei sapori. È un processo semplice che può trasformare la cannabis media in erba di qualità da scaffale. Tutto ciò di cui avete bisogno sono dei contenitori ermetici e un po’ di pazienza. Ma anche dopo qualche giorno di concia, noterete una grande differenza nella qualità delle vostre cime.
Cosa accade alle cime durante la concia?
Mano a mano che la cannabis si asciuga, l’umidità fuoriesce dalla superficie esterna delle cime ed evapora nell’aria che la circonda. L’umidità deve farsi strada verso la superficie prima che ciò possa accadere. Ci sono zuccheri e amidi all’interno delle vostre piante di cannabis che le daranno un sapore aspro se fumate. Questi saranno scomposti dalla pianta mentre si asciuga. Ma una volta che la cima è asciutta, questi zuccheri e amidi non potranno essere spezzati. Facendo fuoriuscire lentamente l’umidità dal centro delle cime, darete alla pianta più tempo per spezzare gli amidi all’interno della materia vegetale. Se la pianta viene essiccata troppo velocemente, questi amidi saranno lasciati indietro e faranno sì che le cime abbiano il sapore dell’erba e siano dure da fumare. Quindi, anche se la vostra cannabis può sembrare secca all’esterno, c’è ancora molta umidità intrappolata al suo interno. Estraendo questa umidità lentamente, attraverso la concia, si permette alla pianta di spezzare gli zuccheri e gli amidi per un periodo di tempo più lungo. Questo migliorerà di gran lunga la qualità delle vostre cime.
Come si concia la Cannabis
Come avete letto finora, per la concia della vostra cannabis, dovete estrarre l’umidità dal centro delle cime, in modo che possa evaporare. Per fare questo, è necessario sigillare le cime in contenitori a chiusura ermetica. Potete usare barattoli di vetro oppure vaschette di plastica, purché siano a tenuta stagna. Cominciate assicurandovi che ogni contenitore che state per usare sia pulito e a tenuta stagna. Riempitelo con acqua, sigillatelo e controllate se perde. Se è così, significa che non è a tenuta stagna e dovreste quindi usare un contenitore diverso. Assicuratevi che i contenitori che usate siano asciutti prima di metterci dentro le cime e che sia sparito ogni odore residuo di detergente. Mettete le vostre cime asciutte nel contenitore e riempitene non più dei 2/3! Dovete lasciare un po’ d’aria nella parte superiore del contenitore.
Come conciare la Cannabis
La cannabis viene conciata mettendola in un contenitore a tenuta stagna. L’umidità intrappolata all’interno della cima si disperderà poi in tutta la cima. L’umidità evaporerà poi dalla superficie esterna della cima e nell'aria all’interno del contenitore.
Man mano che il livello di umidità sale all’interno dei contenitori, gli stessi devono essere aperti per far uscire l’aria umida. Questa procedura si chiama “eruttazione”. Dopo dieci-quindici minuti di eruttazione, i contenitori vengono chiusi nuovamente e il processo viene ripetuto fino a quando le cime non raggiungono la consistenza desiderata.
La concia della cannabis richiederà almeno una settimana, ma può durare mesi. Più a lungo la si concia, più la cannabis sarà buona. Si tratta di far uscire lentamente l’umidità dal centro delle cime. Questo garantisce più tempo agli amidi e agli zuccheri perché vengano scomposti all’interno della materia vegetale.
Una volta che ne avete riempiti i 2/3, sigillate il contenitore e mettetelo in un luogo fresco e buio per circa 24 ore. Durante questa fase, l’umidità al centro delle cime si diffonderà in modo uniforme intorno al resto della cima. Raggiungerà poi la superficie e inizierà a evaporare nell’aria nella parte superiore dei contenitori, il che aumenterà l'umidità all’interno dei contenitori. Dopo 24 ore, aprirete i contenitori e
16 farete uscire la vecchia aria umida. Lasciateli aperti per 10 - 15 minuti e poi sigillateli di nuovo. Agitate i contenitori prima di riporli. Ripetete questa procedura ogni giorno, fino a quando le cime non hanno raggiunto la consistenza desiderata. La maggior parte dei coltivatori tenderà
contenitore contenente le cime. I sensori mostreranno chiaramente l’umidità all’interno dei barattoli e sarà chiaro se è necessario procedere ad aprirli o meno per l’eruttazione. Se l’umidità all’interno del contenitore è superiore al 62%, sarà quindi necessario far eruttare i contenitori. D’altro
Finché la cannabis è conservata correttamente e ai giusti livelli di umidità, può essere utilizzata per molti mesi dopo il raccolto. a conservare le cime con il 58-62% di umidità all’interno dei contenitori. È possibile monitorare l’umidità all’interno dei barattoli munendosi di piccoli rilevatori di umidità.
Sensori e pacchetti di umidità
Per tenere traccia dell’umidità presente all’interno dei barattoli o delle vaschette di plastica, è possibile utilizzare sensori di umidità all’interno del
canto, se l’umidità all’interno dei contenitori è inferiore al 58%, non sarà necessario far eruttare di nuovo i vasi. In alcuni casi, è possibile che le cime si asciughino eccessivamente durante la concia. Potrebbe anche essere che vogliate conservare le cime per lunghi periodi di tempo. Per mantenere le cime all’interno del contenitore al livello corretto potete usare i “pacchetti di umidità”. Questi possono essere acquistati
al 58% o al 62%. Se vengono posizionati nel contenitore con le vostre cime, manterranno l’aria all’interno dello stesso a un livello ottimale per la concia.
Durata della concia
La concia dovrebbe durare almeno 2 settimane. Alcuni coltivatori conservano e conciano le loro cime per 6 mesi prima di utilizzarle. Finché la cannabis
che possa spezzare sempre più zuccheri e amidi, vi garantirà cime migliori, che hanno un ottimo sapore e potenza. Più a lungo si concia, migliori saranno le cime. Provatelo! La concia è una parte importante della vostra coltivazione. Il lavoro non è completo quando le cime sono secche. Per ottenere il meglio dalla
Mettete le vostre cime asciutte nel contenitore e riempitene non più dei 2/3! Dovete lasciare un po’ d’aria nella parte superiore del contenitore. è conservata correttamente e ai giusti livelli di umidità, può essere utilizzata per molti mesi dopo il raccolto. Una volta che l’umidità all’interno dei contenitori ha raggiunto un livello stabile, non c’è motivo di far eruttare i vasi ogni giorno. Si consiglia di aprirli un paio di volte la settimana solo per far uscire l’aria vecchia, ma di non lasciarli aperti troppo a lungo. Trattenere questa umidità, in modo
vostra coltivazione, dovete conciare l’erba per almeno 2 settimane dopo che è stata essiccata. Questo è il momento in cui le cime iniziano a mostrare il loro potenziale. Usare le cime prima di questo momento va bene, ma noterete un enorme miglioramento se prima le conciate per un po’. Questa era l’ultima parte della mia serie outdoor. Grazie a tutti per la lettura! Ora stacco, Macky.
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Storia della varietà di Barney’s Farm Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.
Strawberry Lemonade:
Una produzione potente ed esagerata Avete voglia di limonata? No? Troppe calorie? Beh, per gli appassionati di cannabis, c’è un’alternativa del tutto priva di zuccheri. E ha un aroma fruttato fresco di fragola/limone freschi puramente biologici. Sto parlando della Strawberry Lemonade, un ibrido a predominanza sativa (60%) che appartiene alla Cali Collection di Barney’s Farm dai Paesi Bassi. È stata selezionata utilizzando la Strawberry Lemonade e la Lemon OG di Barney’s. L’aroma intenso di questa varietà dovrebbe “far esplodere le narici e le papille gustative” – questa sì che è quella che io chiamo un’audace previsione di Barney’s! Contiene più del 20% di THC e proprio come dovrebbe avvenire per una buona limonata, la Strawberry Lemonade ribolle audacemente, con un effetto stimolante energizzante che la rende una buona alternativa per l’uso durante il giorno. Grazie a questo tipo di effetti, può provocare allegria e diventare uno stimolo perfetto dell’umore. Nonostante ciò, la Strawberry Lemonade non solo vanta un aroma e un effetto corposi, le sue caratteristiche di coltivazione sono anche piuttosto elevate - dopo un periodo di fioritura di 60-70 giorni, i coltivatori possono aspettarsi un raccolto massimo indoor che può raggiungere i 700g/m2. Anche all’esterno, ha dimostrato di ottenere grandi risultati, producendo raccolti che arrivano fino a 2,5 chili e mezzo per pianta. Un altro aspetto positivo da tenere in considerazione è che la Strawberry Lemonade ha una forte resistenza alle muffe (5/5 nella scala di valutazione di Barney’s) e la coltivazione termina abbastanza presto (1a-2a settimana di ottobre), il che contribuisce a mantenere basso il rischio d’infestazione da muffa. Neanche gli acari del ragno hanno vita facile con questa varietà, poiché la sua resistenza contro questi devastatori è valutata a 4/5.
Forte vigore in fase vegetativa
Non facendo segreto dei suoi geni a predominanza sativa, la Strawberry Lemonade diventa abbastanza alta, non di rado raggiungendo altezze di 120-150 cm indoor. Nonostante ciò, Barney’s valuta la sua difficoltà di coltivazione a 2/5, considerandola una varietà piuttosto semplice. Questo è caduto a fagiolo per The Doc,
19 poiché oggigiorno il mercato è sempre più inondato da varietà a predominanza indica e a lui piace avere anche dell’erba in serbo con un effetto rinfrescante stimolante, per contrastare le indiche sedative. “Ok, facciamolo!”, ha detto contento quando ha trovato questa varietà di Barney’s Farm. Si è subito procurato dei semi, due dei quali sono stati posti in vasi Jiffy lo stesso giorno. Dopo un processo di germinazione veloce e regolare, le due pianticelle hanno cominciato a crescere a un buon ritmo. In rapida successione, si è sviluppato un paio di foglie dopo l’altro e le giovani piante hanno mostrato un forte vigore.
The Doc ha notato che i germogli laterali crescevano insolitamente dritti verso l’alto, non in espansione come al solito. Anche questa quinta varietà di Barney’s testata da The Doc ha mostrato grande uniformità - quando le ha messe in fioritura dopo tre settimane di crescita in fase vegetativa, le due Strawberry Lemonade erano alte 38 e 40 cm, un buon risultato a questo punto, secondo i suoi standard.
La pesatura porta a un risultato bomba, la Strawberry Lemonade si è rivelata infatti un’ottima produttrice The Doc ha tenuto in fioritura le sue due Strawberry Lemonade per 70 giorni, è giunto poi il momento del
raccolto, proprio alla fine del periodo di maturazione ufficiale. Le piante sono cresciute fino a un’altezza di 109 cm e 117 cm, arrivando quasi al triplo della loro altezza alla fine della fase vegetativa. Grazie al basso numero di foglie delle cime, si è mosso con agilità nella raccolta, tagliando rapidamente le numerose cime e mettendole nella rete di essiccatura. Qualche settimana più tardi, al momento della pesatura, l’ago della bilancia ha segnato un sensazionale valore di 272 grammi. Questo ha davvero tirato su il morale a The Doc, “Incredibile! 136 grammi per pianta! Un vero e proprio risultato da bomba, la Strawberry Lemonade ha dimostrato di essere una produttrice potente ed esagerata”.
Nella bocca, nel corpo e nel cervello, sulla pelle: questo tipo di limonata ribolle ovunque!
“Ho sentito una forte sensazione ribollente sulle papille gustative. Raramente prima d’ora avevo provato un sapore di marijuana così fruttato in bocca, questa roba potrebbe quasi passare per un rinfrescante dell’alito! Ma proprio come indica la sua fragranza, non si sente solo l’acido del limone, ma anche un po’ di dolce”, ha detto The Doc parlando della sua degustazione. Mentre il primo tiro ha avuto un effetto immediato di apertura degli occhi e affinamento della vista,
il secondo e il terzo gli hanno quasi fatto venire la pelle d’oca, proprio come prima in bocca, mentre poi la sensazione è stata un formicolio all’interno del corpo e sulla pelle. Si è sentito risvegliarsi fisicamente e il suo battito cardiaco è stato accelerato, il che lo ha fatto saltare dalla sedia in modo agile e mettersi al lavoro doveva lavare i piatti, un’operazione davvero noiosa e fastidiosa, ma spinto anche da un po’ di energizzante musica house, è stato quasi divertente. The Doc si è sentito molto energico e di umore sublime e dopo aver lavato i piatti, ha anche ballato un po’ a ritmo di musica. Quando questo effetto fortemente rinvigorente è svanito, dopo circa un’ora, ha detto entusiasta “è stato una benzina di sativa di prima classe che è riuscita ad attivarmi!”. È seguita poi una fase di rilassamento e distensione. Riassumendo la sua esperienza in questo test, The Doc ha detto: “Buona, migliore, la Strawberry Lemonade! Questa super sativa mi ha incantato fino in fondo, ha ottenuto il massimo dei voti in ogni categoria ed è davvero una pianta favolosa. Si è catapultata nella mia personale top ten delle sative, se non addirittura nella top five - e questo significa indubbiamente molto dopo quattro decenni di coltivazione in casa!” www.barneysfarm.com
Dati sulla coltivazione: Genetica
Strawberry Lemonade (Strawberry x Lemon OG)
Fase vegetativa
Tre settimane (dopo la germinazione)
Fase di fioritura
70 giorni / 60-70 giorni in generale
Substrato
Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri
pH
6.2-6.6
EC
1.2–1.8 mS
Fonti luminose
Fino a 12 x SANlight S4W = 1680 watt
Temperatura
19-28°C
Umidità atmosferica
40-60%
Irrigazione
A mano
Fertilizzazione
Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids
Additivi/stimolatori
Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds e Clean Fruits di Green Buzz Liquids
Strumentazione
CleanLight Pro per la prevenzione delle muffe
Altezza
109 e 117 cm
Resa
In totale, 272 grammi
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Il Canapaio di Franco Casalone
Appello per richiesta autorizzazione Chiedo scusa ai lettori di Soft Secrets: vi avevo promesso la seconda parte della traduzione dell’importante articolo del dott. Russo e della dott.ssa McCallum sull’uso pratico delle preparazioni cannabiche in terapia, ma l’articolo si è rivelato troppo lungo per pubblicarlo a puntate. Sul sito web di Soft Secrets troverete l’articolo completo in originale e la sua traduzione con alcune aggiunte fatte da me. Leggetelo, contiene informazioni necessarie a medici, operatori, pazienti e tutti quelli che hanno a che fare con la cannabis terapeutica. Adesso vi vorrei chiedere un’azione che possa portare come risultato iniziale che almeno i possessori di ricetta per uso terapeutico di cannabinoidi possano coltivarsi la propria medicina, senza il rischio di vedersela portar via. Ringrazio le redazioni e tutti i lettori di SoftSecrets, MyPassion, BeLeaf, Dolce Vita, tutti i siti web e le pagine dei social, le associazioni e gli attivisti cannabici che mi hanno aiutato, appoggiato e si sono interessati alla vicenda giudiziaria capitatami. Bisognerebbe riuscire a cambiare una legge chiaramente lesiva dei diritti costituzionali e che in 30 anni ha portato tanti danni. Ma visto che
uso terapeutico: 140 piante! Sono passati 25 anni e da noi nessuno, a parte il monopolista istituto farmaceutico militare di Firenze, ha avuto l’autorizzazione a coltivare. Si, perché nella legge 309/90 l’autorizzazione può essere concessa solo ad enti o imprese. E i privati, i singoli, non sono previsti. Mi chiedo: perché devo essere obbligato a comprarla? Perché non posso usare la/le varietà a me più
mai l’accesso sicuro e continuativo a ciò che potrebbe essermi utile e che non hanno altro risultato che di far aggravare la mia situazione di salute e, ancora oggi, se mi faccio la mia medicina rischio di andare in galera? Faccio appello affinchè più pazienti possibile, in possesso di ricetta, facciano domanda di autorizzazione a coltivare
Esistono diverse sentenze che riconoscono che la coltivazione di cannabis ad uso esclusivamente personale non è un reato penale, ma rimane l’illecito amministrativo e sarà solo un giudice a decidere se sia reato o meno. È diritto di tutti prodursi per sé quello che ci possa far piacere, ma è necessario che chi usa cannabis per curarsi sia sicuro di poter continuare a farlo. Se venite sorpresi a coltivare cannabis, intanto vi portano via la medicina, e poi vedremo… Questo non deve più succedere! A me, oltre alla medicina, hanno portato via anche la canapa industriale (legale) che stavo lavorando. Anche questo non deve più succedere, ma finora i nostri politici si sono sempre rifiutati di far chiarezza su tutto un settore che potrebbe veramente creare un rilancio dell’economia e permettere un benessere diffuso. Milioni di utilizzatori, milioni di malati, centinaia di migliaia di posti di lavoro, un grosso beneficio per l’ambiente… tutto questo a rischio per leggi e convinzioni/convenienze ottuse, mantenute e reclamate da chi pensa e si comporta: “io faccio quello che voglio e tu fai quello che voglio io!”. Sul sito web del giornale troverete anche una serie di motivazioni (non completa, potrete trovarne altre, sono quelle già pubblicate nel n. 5-2019 nell’”appello alle associazioni”) per chiedere l’autorizzazione a coltivarsi la propria medicina. Parlatene con i vostri avvocati, cerchiamo di uscire da questo oscurantismo che crea ancora tanti danni e tante sofferenze. Si propone a tutti i malati che utilizzano cannabis a scopo terapeutico: - di farsi rilasciare, da un medico di fiducia, una prescrizione di cannabis rispondente ai suoi reali bisogni, in quantità e varietà (tipo di cannabis a THC predominante, tipo a THC/CBD 1:1, tipo a CBD predominante), dalla quale dedurre la quantità di cannabis da crescere ad ogni ciclo di coltivazione. Ricordo a tutti i possessori di ricetta che non possono togliervi la patente, proprio perché usate la cannabis per scopi terapeutici - di presentare domanda, al Ministero della Salute, di autorizzazione a coltivare cannabis per proprio esclusivo uso personale e terapeutico, per quantità compatibili, per ogni ciclo di coltivazione, con le quantità indicate in ricetta, indicando lo “stato di necessità e urgenza”.
non se ne vuole nemmeno parlare, per codardia e interessi biechi, cerchiamo almeno di usare le disposizioni di legge esistenti per evitare tante sofferenze. Nel 1995 incontrai in Olanda Marco Renda, attivista cannabico canadese, che aveva appena ottenuto dal governo del Canada l’autorizzazione a coltivare cannabis per
adatte potendo scegliere fra migliaia di possibilità e mi devo limitare a quello che mi viene offerto al momento (ad es. il terpene linalool è un efficace antiepilettico, e nessuna delle varietà disponibili in farmacia lo contiene)? Perché, per potermi curare, o semplicemente star meglio, devo seguire complicati e difficoltosi iter burocratici/legali che non mi garantiscono
per sé il quantitativo indicato in ricetta, appellandosi ad uno stato di necessità palese e al diritto di gestirsi la propria salute. E che le associazioni create per i malati che utilizzano cannabis si facciano carico di poter garantire la medicina a quei pazienti soci che non possono, per problemi di salute, coltivarsi la propria cannabis medicinale.
Come primo passo bisogna arrivare al riconoscimento che ogni persona bisognosa possa avere una ricetta con quantità e qualità adatte ai suoi bisogni (cercare, informare e creare una rete di medici prescrittori.). Ogni possessore di ricetta deve potersi coltivare un quantitativo annuo equivalente (un poco superiore, per eventuali scarti, come per ogni prodotto) al suo bisogno in ricetta. Chi coltiva per altri (con ricetta e delega, riconosciuto da un’Associazione) non deve subire conseguenze penali.
Advanced Hydroponics of Holland since 1993
We Wish You a Merry Christmas and a Happy Growing 2021
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Belpaese di Giovanna Dark
a pochissime case farmaceutiche, nonostante l'olio di CBD non sia un prodotto da considerarsi psicotropo, come sottolinea l'Organizzazione mondiale della Sanità" spiegava a Wired Luca Fiorentino, fondatore di Cannabidiol Distribution, una delle maggiori aziende italiane nel settore della cannabis light.
CBDisastro! Breve storia tragicomica di come il CBD ha rischiato di diventare uno stupefacente
Ancora una volta la cannabis light italiana l'ha scampata. Il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza fa un passo indietro e cancella il decreto - da lui stesso firmato - che avrebbe potuto dare il colpo di grazia al cannabusiness italiano. Dalla fine del mese di ottobre il CBD sarebbe diventato ufficialmente una sostanza stupefacente ma a due giorni dalla data di entrata in vigore, arriva la miracolosa retromarcia del ministro. Complotto, rimorso di coscienza o classica "pezza" apposta ad una madornale distrazione? Proviamo a capirlo di seguito. Sono state giornate infuocate quelle che a fine ottobre hanno visto il cannabusiness italiano rischiare l'annichilimento per decreto. La notizia si è diffusa verso la metà del mese e riportava come il ministero della Salute avesse deciso per decreto che il CBD sarebbe entrato a far parte della Tabella 2 sulle sostanze stupefacenti. Un decreto che, in quei termini, pareva più che altro una condanna a morte: grazie alla firma del ministro Roberto Speranza, introiti per 150 milioni di euro rischiavano di andare in fumo, così come quasi 10.000 posti di lavoro.
Stando al testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 ottobre scorso e (fortunatamente) revocato solo 13 giorni più tardi, dal 30 ottobre 2020, il CBD sarebbe diventato ufficialmente una sostanza stupefacente e, quindi, i prodotti attualmente in commercio nei negozi sarebbero stati da considerarsi illegali. Nel decreto si menzionavano in modo molto poco specifico le "composizioni per somministrazione a uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis" e, alla diffusione della notizia, il mondo del cannabusiness italiano - assieme ai tantissimi che
beneficiano del CBD nelle loro vite - è giustamente andato in panico. Con un nuovo lockdown alle porte, la prospettiva di dover chiudere del tutto i battenti si è fatta concreta per un settore che occupa per l'80% giovani under 30, e per cui il CBD rappresenta almeno il 50% del fatturato. Un comparto che aveva prosperato durante il primo lockdown, aiutando moltissimi italiani a fare i conti con l'isolamento e le ansie cui la pandemia globale ci ha abituato. "In questo modo si toglie il mercato alle aziende italiane per metterlo in mano
Anche il mondo agricolo si era detto parecchio preoccupato dal decreto: "Il timore è che con l'entrata in vigore delle nuove disposizioni, aventi ad oggetto la classificazione di composizioni a base di CBD ottenute da varietà di canapa industriale nel perimetro della legge 242/2016, si possano verificare ulteriori e più forti battute di arresto della filiera canapicola - aveva dichiarato il Coordinamento Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari - il settore necessita di un quadro normativo chiaro che disciplini l'utilizzo delle diverse destinazioni d'uso della canapa industriale, con particolare riferimento a tutti quei settori della bioeconomia che offrono maggiori opportunità di reddito, quali ad esempio la nutraceutica, la biocosmesi e la salute della persona". "Tutto ci saremmo aspettati tranne che il colpo più grave alla canapa italiana venisse inferto dal governo Conte-bis e da uno dei ministri in teoria più aperti al cambiamento - aveva commentato Federcanapa, in una nota pubblicata sul sito di ADUC - Non si capisce perché l'ingestione di un estratto a bassa dose di CBD (e con il THC sotto lo 0,2%) non possa valere come integratore alimentare, ma solo come farmaco acquistabile unicamente di volta in volta con ricetta". Dal 23 di ottobre, aveva poi preso il via il digiuno collettivo per la cannabis, una iniziativa di dialogo con le istituzioni a fianco della battaglia di Walter De Benedetto - il malato di artrite reumatoide denunciato per coltivazione delle piante che gli permettevano di avere la cannabis che il Servizio Sanitario non riusciva a fornire - che sollecitava il confronto sulle cannabis terapeutica. Il "digiuno a staffetta" è programmato fino alla fine di febbraio 2021 e, nel momento in cui scriviamo, ha raccolto più di un centinaio di adesioni: chi partecipa per gli aspetti terapeutici, altri per quelli industriali o commerciali e altrettanti perché semplici antiproibizionisti. La decisione di inserire il CBD tra gli stupefacenti aveva incontrato anche la contrarietà dell'intergruppo parlamentare per la cannabis legale, che conta oltre 70 parlamentari di vari partiti politici, compreso Liberi e Uguali (Leu), quello del ministro Speranza.
24 "È una scelta illogica" - si leggeva in una nota – "che penalizza gravemente tutto il settore della coltivazione della canapa, lasciando così campo aperto ai soli colossi farmaceutici".
recentemente aveva inserito i prodotti della cannabis tra le varietà officinali, nell'intento di rendere la vita un po' più facile (soprattutto a livello legale) alla filiera agricola della canapa.
Probabilmente conscio di tutte le ragioni di cui sopra e sicuramente redarguito dalla stampa di settore e non, il 28 ottobre il ministro Roberto Speranza ha quindi firmato - in zona Cesarini - un nuovo decreto che
Se i pareri degli organi di sanità internazionali hanno certamente perso di credibilità durante il diffondersi del Covid-19, suona perlomeno poco istituzionale che non ci sia stata la minima coordinazione a
più sotto ai riflettori durante una pandemia, Speranza in quel 1 ottobre in cui ha apposto la firma al decreto, non ha probabilmente nemmeno letto di cosa si trattasse. Tuttavia, nella premessa del decreto, si fa riferimento al fatto che l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) sta valutando una richiesta di autorizzazione all'avvio della commercializzazione "di un medicinale, in soluzione orale contenente
"controllato attraverso un programma di uso compassionevole, notificato all'AIFA" - sarebbe impiegato nel trattamento dei pazienti con sindrome di Dravet e sindrome di LennoxGastaut, due tipi di epilessia infantile. Tutto molto bello e nobile, se non fosse che, sempre a seguito dello sbarco di GW Pharmaceutics in Italia, la cannabis light ha subito a stretto giro due attacchi da due istituzioni diverse: il ministero della Salute con il decreto Speranza e l'Agenzia dei Monopoli di Stato, con la direttiva di cui abbiamo parlato sulla copertina di questo numero. Storicamente, infatti, tra i principali oppositori alla legalizzazione vi sono state società farmaceutiche specializzate in psicofarmaci e antidolorifici, e società che producono prodotti rivali (ad esempio superalcolici) che negli anni hanno finanziato feroci campagne per evitare la regolamentazione delle sostanze. Nel caso della marcia indietro del ministro Speranza, alcune fonti suggeriscono una forte azione di lobbying di alcune società farmaceutiche che avrebbero messo gli occhi sul business dei prodotti a base di CBD, e che andrebbero a sottrarre business a piccoli produttori o a società non farmaceutiche.
sospende l'efficacia del precedente, con l'intenzione di convocare un tavolo di lavoro per affrontare la materia cannabis e CBD "in maniera sistematica e complessiva". Ma come si è arrivati a firmare un decreto del genere in primo luogo? Nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, si descrive la sciagurata decisione come un atto dovuto, tenuto conto dei pareri dell'Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità: entrambi caldeggiavano ampiamente l'inserimento del CBD nella tabella dei medicinali, sezione B, del testo unico, con relativo regime di fornitura con ricetta non ripetibile. Una decisione, quella del ministro, che però andava contro il parere dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che invece aveva raccomandato all'Italia di non inserire i prodotti a base di CBD nelle tabelle di medicinali con stupefacenti. La decisione, inoltre, era in evidente contrasto con quanto promosso dal ministero dell'Agricoltura, che proprio
livello di Governo: Roberto Speranza e Teresa Bellanova non saranno dello stesso partito ma fanno sicuramente parte dello stesso esecutivo. D'altro canto, è anche vero che il povero Speranza si sta trovando ad affrontare la peggiore crisi sanitaria del secolo e molti (compreso chi scrive), nel momento in cui hanno appreso la
cannabidiolo, che ha già ricevuto l'autorizzazione all'immissione in commercio da parte dell'European Medicines Agency (EMA)". Ed è questo che, agli occhi di alcuni osservatori, è parso il passaggio malizioso e il potenziale vero innesco del decreto. Soprattutto dal momento che il farmaco in questione sarebbe prodotto
Grazie alla firma del ministro Roberto Speranza, introiti per 150 milioni di euro rischiavano di andare in fumo, così come quasi 10.000 posti di lavoro notizia del decreto, hanno pensato ad una semplice distrazione del ministro della Salute. Subissato di dati in continuo aggiornamento (e, purtroppo, peggioramento) e con la pressione di dover gestire il ministero
da GW Pharmaceutics, il gigante del comparto sanitario che, guarda caso, ha aperto la sua prima sede italiana giusto un paio di mesi addietro. Nel dettaglio, il medicinale -
Non ci resta quindi che convenire con l’On. Michele Sodano, intervistato dalla redazione online di Soft Secrets, il quale crede che il ripensamento del ministero della Salute non possa essere considerato come un punto di arrivo: "Non la possiamo definire una vittoria, bensì una risoluzione di una violenza ingiustificata nei confronti del mondo della cannabis. La pressione da parte di molti di noi parlamentari è stata enorme, minacciando anche di non dare più la fiducia al governo se non avessero fatto questo passo indietro. Quindi ribadisco - ha concluso il parlamentare del Movimento 5 Stelle - che non si può parlare di vittoria, bensì di ristabilire giustizia per questo cruciale argomento, il quale è necessario che sia affrontato in modo progressista come stanno facendo altri Paesi del mondo". All’inizio di dicembre, infatti, all’ONU di Vienna si voterà su una serie di raccomandazioni che l’OMS ha adottato dopo anni di revisione di letteratura scientifica e confronto con governi, ricercatori, malati e associazioni. Il punto centrale dell'iniziativa è rimuovere la pianta della cannabis dalla tabella che include piante, derivati e composti chimici ritenuti molto pericolosi per la salute pubblica e senza alcun valore terapeutico, con il fine di renderla più facilmente disponibile per motivi medico-scientifici. Speriamo che stavolta le istituzioni italiane recepiscano il messaggio.
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Intervista di Fabrizio Dentini
L’importanza dell’artigianato per il futuro della cannabis Alexandre Zwojsczyki è un agronomo francese che, per motivi di straripante passione per la cannabis, al momento è installato in Svizzera come Direttore di produzione di Cann’alp e come breeder per Paradise Seeds. Il suo “istinto contadino” e la serietà con la quale cura ogni particolare del proprio lavoro, lo hanno portato ad affrontare una tematica nevralgica per il futuro della nostra industria: il miglioramento genetico delle piante. Come sta evolvendo, infatti, il mercato della cannabis? Verso quali direzioni puntano le nuove tendenze? Le piante di oggi conservano le loro caratteristiche millenarie o, al contrario, la legge del denaro potrebbe compromettere un mestiere che, allontanandosi dalla produzione artigianale, rischia di condurre le nostre piante sulla strada della degenerazione genetica?
zione per sopravvivere. Gli umani possono cercare di eradicarle ma le piante sono sempre la. Sono come gli Dei.
SSIT: Cosa significa lavorare al miglioramento genetico della cannabis? Significa che possiamo far diventare un bell’asino uno stallone da corsa. Vuol dire lavorare con genetiche performanti che rispettino delle specifiche definite. Ad esempio, vogliamo una pianta veloce, ultra produttiva, resistente agli animali infestanti ed alle malattie, con un buon livello di terpeni e molto resinosa, quindi piena di cannabinoidi. Perfezioniamo le piante per migliorare le loro prestazioni rispetto ai nostri obbiettivi, in altre parole, per portarle a raggruppare tutti i parametri e tutti i fattori che ci conducano alla pianta perfetta.
SSIT: Qual è la tua filosofia di lavoro? Per il suo 70% il lavoro è costituito dall’osservazione della fisiologia delle piante (struttura, colore, nervature, spazio internodale, proliferazione radicale), il restante 30% spetta al ruolo dell’acqua. Lavoro in idroponica attiva, quindi le piante mi danno dei riscontri immediati che mi aiutano a capire cosa stiano vivendo, il loro funzionamento, il consumo e come si regolino. Le tre variabili fondamentali sono il PH, l’EC e l’ossigeno. Su grande scala le piante, come le persone, funzionano in maniera differente. Per esempio sappiamo che le Indiche consumano più fertilizzanti che le Sative.
SSIT: Parlaci del tuo lavoro in Svizzera. Di cosa ti occupi esattamente?
Inizio della settima settimana di fioritura
SSIT: Come hai cominciato ad interessarti di cannabis? Ho coltivato la mia prima pianta a 14 anni. Era un seme a chilometro zero, era quasi canapa, ai tempi quel tipo di cannabis la chiamavamo «Crystal»
perché erano le prime piante dove si potevano scorgere dei tricomi. Arrivato a 21 anni, ero talmente innamorato del regno vegetale che ho deciso di iscrivermi al liceo agrario per la produzione vivaistica.
SSIT: Cosa ami del regno vegetale? La superiorità delle piante rispetto all’uomo. L’uomo è debole rispetto alle piante, queste si difendono sempre, gli uomini possono provare a distruggerle, ma le piante trovano sempre una solu-
Lavoro al miglioramento genetico, ovvero cerco di capire come e attraverso quali tecniche possiamo arrivare a creare dei frutti magnifici, delle super infiorescenze. In pratica si tratta di fare evolvere e depurare i fiori da qualsiasi fertilizzante, dall’azoto, dal fosforo, dal potassio ed in seguito, ottenere calici di fiori ben sviluppati gli uni sopra gli altri in piena maturità e, soprattutto, senza dover sacrificare il lavoro ai tempi del mercato. La base per queste super infiorescenze sono delle piante sane e quindi lavorare alla costruzione di ognuna di queste affinché siano e restino sane. Per esempio, contro i funghi, non lavoro con fitosanitari chimici, ma preferisco lavorare alla “vecchia maniera” con fermenti lattici, aglio e bicarbonato di sodio. Contro gli infestanti utilizzo i loro animali antagonisti che Koppert mi spedisce al bisogno. In pratica si tratta di “coltivazione ragionata” e cioè fornire alle piante solamente quello che necessitano e niente più. L’approccio commerciale esige che la produzione sia veloce, stressante, risultato della pressione per fare i soldi, noi non lavoriamo così perché
28 preferiamo lavorare rispettando i ritmi delle piante ed i ritmi della natura. Per questo motivo essicchiamo le piante nella loro interezza e successivamente manicuriamo a mano.
SSIT: Perché tanta attenzione a due fasi che molti considerano senza troppa importanza? L’essicazione rappresenta il 50% nel lavoro di finalizzazione precedente alla degustazione vera e propria. Essiccare la pianta nella sua interezza permette alle foglie di proteggere i fiori ed i cannabinoidi dall’ossidazione e dalla polvere e, soprattutto, avere una pianta attaccata al tronco, permette di conservare la linfa e l’umidità relativa necessaria per ottenere un’essicazione lenta e corretta. Al momento della degustazione, la differenza con le infiorescenze essiccate senza il resto della pianta e manicurate a caldo è enorme. Per que-
la produzione delle infiorescenze, 85 m² dedicati alla fase vegetativa, 3 spazi da 25 m² l’uno per la produzione dei semi e 50 m² che, in maniera ultra ottimizzata, mi permettono di mettere a seccare sino a 1.000 piante alla volta.
un gusto di agrumi ed in particolare di pompelmo, mentre la ULTRA V1 presenta un maggior numero di calici con un volume più areato che alla degustazione risulta speziato e dalle forte note d’incenso.
l’anfiteatro: posso muovere le piante in funzione dell’esposizione alla luce, le più piccole al centro e le più grandi sull’esterno e, al contrario, quando una pianta nel centro cresce troppo la sposto sulle estremità.
SSIT: Come lavori alla produzione di semi?
SSIT: E per quel che riguarda l’illuminazione come ti regoli?
È un lavoro che si divide in tre fasi: selezione, analisi e stabilizzazione della genetica. Potendo lavorare con uno spazio ottimizzato e dedicandosi in tutto e per tutto al risultato, questo processo dura in tutto un anno. Nella prima fase s’incrociano le élite maschili e quelle femminili, poi si eseguono i test sulle talee, sulla fase vegetativa, due test sulla fase di fioritura, il test del peso ed il test di resistenza ad animali e funghi. Arrivati a questo momento conservo il patrimonio genetico (facendo 3-5 talee che lasciamo in dormienza)
La mia filosofia è: consumare meno per inquinare meno, producendo di più, analizzando meglio. Grazie al sistema elettrico concepito per il lavoro che intendevo svolgere, posso sfruttare una tensione elettrica di 600 amperes su 380 volts. Che io sappia, la maggior parte dei miei colleghi utilizza lampade da 1000 watts, mentre io preferisco lavorare con le 600 watts, in relazione alla penetrazione luminosa di queste ultime. Mentre una 1000 watts genera uno spazio di 2 / 2,5 m², una lampada da 600 watts copre uno spazio da 1 m², ma in questo caso posso avvicinare le lampade alle piante rendendole più efficaci. In più consumo 400 watts in meno per punto luce. Se si calcola il risparmio sulle mie 80 lampade, si tratta di una bella economizzazione. I miei 4 filari misurano 1 m² in larghezza e 20 m² in lunghezza. Ho sempre 9 piante per metro quadrato e questo mi permette di poterle osserva-
SSIT: Una delle tue preoccupazioni riguardo il mercato moderno della cannabis è che le persone non rispettino più i codici della natura. Puoi spiegarci questo concetto? Oggi le piante sono trattate come schiavi, come ratti da laboratorio. Non c’è più rispetto, ma solo profitto. Uno dei problemi che riscontro è, per esempio, in merito alle molecole di sintesi utilizzate per modificare le piante. Queste possono provocare una destabilizzazione genetica delle piante stesse, che restando registrata nel loro DNA, può divenire, a volte, irreversibile. Un altro grande problema è quello relativo alle landrace. Penso a chi visita paesi esotici per recuperare semi di genetiche autoctone, landrace, e offre in scambio ai contadini del posto dei polibridi che garantiscono delle produzioni importanti. Le genetiche importate si ibridano con le landrace e queste vengono così perdute. Fra 15-20 anni bisognerà tor-
Inizio della ottava settimana di fioritura sto motivo bisogna essiccare le piante al contrario, per minimo 13 giorni, prima della manicurare. Un’operazione basilare e necessaria per togliere la clorofilla e quindi, chi la salta, sacrifica l’amore per le piante e quello per i soldi. Dopo 13 giorni di essiccazione ci occupiamo della manicure per poi raffinare l’erba per una successiva settimana, prima della distribuzione. In ogni modo, grazie alla qualità, sono convinto che il futuro del nostro lavoro vedrà una netta separazione fra la cannabis commerciale e la cannabis artigianale.
SSIT: Hai creato il tuo spazio da solo. Ci descrivi come ti sei organizzato per ottimizzare tutte le fasi? All’inizio il capannone era di 300 m² per 10 m di altezza. Dopo i lavori di ottimizzazione, adesso, grazie ad una soppalcatura creata a proposito, posso lavorare su una superficie di 565 m². Questo spazio comprende 250 m² per
e lo moltiplico. Dopo di che, quando tutte le caratteristiche appaiono come vogliamo, si comincia con il retro incrocio di due piante “élite” per arrivare alle “super élite” dalle quali si parte dal seme e a partire dal quale selezioniamo infine le “super mega élite”. Questa parte del lavoro prende 4 mesi pieni. Io lavoro con 180 piante in linea e, in questo momento, per la fase di fioritura, posso lavorare fino a 4 genetiche diverse con 4 sistemi di fertilizzazione indipendenti. Per la qualità dei loro prodotti lavoro con Terra Aquatica anche e perché condividono la mia stessa filosofia per le piante.
SSIT: Vuoi descriverci le genetiche a cui ti stai dedicando? Al momento lavoro con la N22X (40% Sativa 60% Indica) con 10,4 % di CBD e 0,5% di THC e con la ULTRA V1 (60% Sativa 40% Indica) che presenta un 10,2% di CBD e 0,5 % di THC. La N22X ha dei fiori piccoli e pesanti ed
Inizio della ottava settimana di fioritura
re e spostarle armoniosamente e con semplicità. Posso osservarle centimetro per centimetro e questa osservazione è alla base del miglioramento. Tre per per tre per tre. Questa è la mia cifra d’oro. In questo modo creo quello che chiamo
nare indietro sulle vecchie genetiche, perché a forza di polibridi si destabilizzano le genetiche, si indeboliscono, queste producono meno e diventano più golose di fertilizzanti. Il consumismo spinge il mercato all’estremo.
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Growing di CBG
Un hobby per il lockdown
armadietto di circa un metro quadro coltiva due piante. Dato il volume d’aria e lo spazio non utilizza estrattori d’aria, ma solo un piccolo ventilatore ricavato da una ventolina da pc. La fonte luminosa può essere una coppia di lampadina a led di quelle recenti, che sprigionano molta luce. Tanti anni fa utilizzavo tre neon da 18 Watt per la fase vegetativa e tre lampadine a risparmio energetico per la fioritura... son passati tantissimi anni da allora, ma il ricordo dei miei primi fiori autoprodotti è ancora vivo.
Chiusi in casa in questi periodi di lockdown si cucina per un esercito, ci si svaga, si studia... chi più ne ha ne metta. Se ne sono viste di tutti i colori in questo 2020 e i social network sono pieni di testimonianze dei passatempi praticati da noi confinati. Un hobby sano e da tener nascosto, che ha visto crescere i propri amatori è quello del coltivatore di canapa casalingo. Oltre ai cactus e alle piante carnivore c’è anche questa bellissima pianta da coltivare che rende tante soddisfazioni. Forse qualcuna in più delle piante grasse della vicina... Era la metà di febbraio e avevo deciso di comprare un piccolo kit di coltivazione per mantenere in vita degli esemplari di alcune varietà di canapa rarissime in Italia. Il mio acquisto è stato: un growbox da 60x60 cm per 160 cm di altezza, una lampada a led da 150 Watt, un estrattore minuscolo, un filtro anti odori, vasi, terriccio non prefertilizzato e due ventilatori piccolissimi. La scelta di comprare un terriccio così scarico di fertilizzanti è dovuta al fatto che scelsi di semplificare al massimo la mia coltivazione di modo da poter esser sostituito in qualsiasi momento da un amico inesperto. Al che ho deciso di provare la tecnica del supersoil perché ancora non sapevo quanto tempo avrei potuto dedicare alla cura delle mie piante e dovendo affidare la fioritura a un supplente ho scelto la soluzione meno difficoltosa: solo acqua. Le cose sono andate diversamente a causa del confinamento a cui siamo stati obbligati tra marzo e aprile, ma ormai era impostato il supersoil e alla luce dell’esperienza posso ritenermi soddisfatto. Ho dovuto solo aggiungere acqua e madre natura
ha fatto il resto, senza far mancar nulla alle mie piccole ospiti. Se non si ha la fortuna di aver comprato un kit per coltivare giusto prima del lockdown e il growshop è lontano allora si può improvvisare una coltivazione con le risorse casalinghe. Il growbox è un armadio pieghevole col vantaggio di avere le aperture pensate per un cablaggio con gli estrattori e l’hardware in genere che si utilizza nella coltivazione amatoriale. In più un growbox è chiuso, quindi con un estrattore può venir creata una depressione, in modo da non lasciar uscire aria con odori pericolosamente piacevoli. Può andare bene per sostituirlo anche un armadio e se si vuole coltivare fino a due-tre piantine, piccole, non serve un estrattore d’aria. Ovviamente se si può fornire un cambio d’aria è ben meglio. Si ha il vantaggio di abbattere gli odori installando un filtro anti odori e si fornisce alle piante aria fresca per respirare e compiere la fotosintesi. Un mio amico coltiva in un armadietto sotto la scrivania, pitturato di bianco all’interno per riflettere meglio la luce. In un
Il terriccio è il componente forse più facile da reperire: va bene del terriccio universale trovato al supermercato. Se non si hanno fertilizzanti solidi da incorporare al terriccio allora si può fornire un vaso più grande del dovuto alle nostre piante e lasciare che si
sfamino da sole. Produrranno meno rispetto a chi coltiva utilizzando fertilizzanti specifici, ma comunque la qualità sarà gustosa. Un mio amico fa come si fa in certi paesi dell’Africa: diluisce la propria urina tre o quattro volte e la utilizza come soluzione per fertilizzare. È una pratica poco diffusa nel nostro paese, ma una ricerca su Google saprà convincere anche i più dubbiosi. I semi più indicati sono quelli delle varietà autofiorenti, così da poterci dimenticare anche del fotoperiodo e non comprare un timer. Queste idee sono degli stimoli o tuttalpiù dei suggerimenti, se non si hanno grandi pretese, per iniziare un sano hobby casalingo. Il primo ingrediente è la passione, che non manca sicuramente in chi inizia a coltivare con strumenti recuperati in casa. I professionisti sono degli ex-dilettanti ai quali va aggiunta la conoscenza e l’esperienza, senza scordare la passione. La passione è il motore della coltivazione di canapa, finché non sarà regolamentata e alla luce del sole. Per ora accontentiamoci di passare un altro lockdown badando a delle creature capaci di farci sorridere e di smorzarci lo stress prima, durante e dopo il raccolto. Buone fioriture!
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Banche dei semi TricomaTeam (tricomateam@gmail.com)
Gelato #33 È arrivata una nuova regina
più spessi e stavano crescendo gli ultimi germogli. Poco a poco la crescita si è rallentata e le energie sono state tutte concentrate sulla formazione dei fiori. Dopo una settimana in sala di fioritura, a un ciclo di 12 ore, abbiamo sostituito il fertilizzante di crescita con uno specifico per la fioritura, oltre ad usare uno stimolatore di crescita vegetale anche per questa fase. In pochi giorni le enormi cime formatesi sui rami erano spettacolari e sembravano diventare ogni giorno più grandi: spesse, dense e appiccicose. Anche l’enorme strato di resina che le ricopriva era ammirevole. Due settimane prima del raccolto, abbiamo lavato bene le radici e abbiamo interrotto la fertilizzazione, mentre aspettavamo che i fiori maturassero completamente. Abbiamo reciso tutte le piante circa 60 giorni dopo l’inizio della fioritura. I bud erano giganteschi, duri e completamente ricoperti di tricomi.
Raccolto e degustazione
Un bel bud centrale.
Spettacolare pianta femminilizzata con buon portamento che ha tutte le carte in regola: rese abbondanti, effetto potente e di lunga durata, concentrazione di resina molto alta ed aroma squisito. Si sta guadagnando un posto di tutto riguardo in ogni spazio di coltura per la quantità e la qualità dei suoi raccolti. Straordinario incrocio della banca dei semi Advanced Seeds, che combina in modo sorprendente due varietà di qualità, Sunset Sherbet e Girl Scout Cookies Thin
di fiori pesanti. I bud sono enormi, duri come pietre e ricoperti da uno strato di resina lucida e appiccicosa, che la rende anche una varietà ideale per realizzare ogni tipo di estratti. Gli esemplari di Gelato #33 sono impressionanti sotto ogni aspetto e si adattano facilmente a qualsiasi sistema di coltivazione. All’esterno sono alti più di due metri e la resa può facilmente raggiungere il kg per pianta, mentre all’interno può arrivare fino a ben 600g/m2, con piante alte poco più di un metro.
Un enorme bud secondario.
Mints. Il risultato è una delle piante più complete e acclamate sul mercato. Gelato #33 è una varietà ideale per la coltivazione all’aperto e sotto lampade all’interno: molto produttiva e alquanto resistente, è pronta per il raccolto tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, se coltivata all’aperto, e in circa otto settimane all’interno. Gelato #33 ha uno sviluppo esplosivo, con rami laterali rigogliosi e forti, carichi
La concentrazione di THC può attestarsi fino al 25%, con un high abbastanza equilibrato, che comincia con un effetto allegro ed energico, che lascia lentamente posto a una sensazione più rilassata, senza mai perdere l’euforia iniziale. Il sapore dolce, con sentori di agrumi e terra, è un altro dei punti di forza di questa pianta; varietà molto completa, robusta e facile da coltivare, caratterizzata da raccolti abbondanti di ottimi bud.
Germinazione e crescita
Dopo esserci procurati alcuni semi di questa fantastica Gelato, ne abbiamo germinati tre fra panni umidi. In meno di 48 ore, la radichetta era ben visibile in tutti e tre gli esemplari. Abbiamo preparato dei vasi di capacità inferiore
a un litro, pieni di terriccio abbastanza morbido, e li abbiamo annaffiati prima di introdurre i semi. Dopo aver inumidito il sostrato, abbiamo piantato i semi con la radice rivolta verso il basso, a poca profondità. Abbiamo quindi collocato i vasi sotto lampade al sodio nella nostra sala di coltura. In meno di un giorno, tutte le piantine erano spuntate dal terreno. Le abbiamo irrigate ogni due giorni con acqua e una piccola quantità di stimolatore radicale. In questi piccoli vasi sono rimaste per circa dieci giorni. Quindi le abbiamo trapiantate in vasi da sette litri. Subito dopo il trapianto, le abbiamo annaffiate di nuovo con uno stimolatore per radici per svariati giorni. Dopo ogni trapianto, il primo ciclo di irrigazione è stato abbondante, in modo da imbevere bene il sostrato e favorire uno sviluppo uniforme della zolla. In poco più di tre settimane, le abbiamo trasferite dai vasi da sette litri ai vasi finali, che in questo caso erano di 18 litri. Pochi giorni dopo quest’ultimo trapianto, abbiamo collocato le piante nella sala di fioritura a 12 ore di luce e 12 di oscurità. La dimensione e il portamento dei tre esemplari sono stati sorprendenti.
Fioritura
Nel giro di pochi giorni dal cambio del fotoperiodo, le tre Gelato #33 hanno compiuto il loro ultimo grande scatto di crescita - gli steli e i rami erano ancora
In meno di nove settimane, abbiamo raccolto le nostre tre meravigliose Gelato #33. La resa per pianta è molto alta e di qualità superiore. Il basso rapporto tra foglie e bud rende la spuntatura un lavoro facile e veloce. Grazie all’alta concentrazione di resina, abbiamo conservato le foglioline rimosse dalla base dei bud per la futura produzione di estratti. Abbiamo appeso i rami nell’essiccatoio al buio e aspettato circa 15 giorni per degustare per la prima volta la Gelato #33. Al solo prendere in mano un bud staccato dal ramo si nota già la gran quantità di resina che lo ricopre. Al termine di queste due settimane di essiccazione abbiamo quindi tirato una prima boccata: l’aroma è dolce e molto
Tricomi visibili ad occhio nudo. gradevole; il fumo intenso, riempie la bocca di un bouquet di sapori. Al palato si percepiscono molte note dolci, fruttate e anche un vago sentore terroso. Lo sballo è istantaneo e potente, molto piacevole, energico e un po’ euforico.
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Cannabusiness di Giovanna Dark
CBD, skin care e weedwashing L'industria della bellezza e le bugie sul CBD nelle etichette
Ma di CBD si parla ancora troppo poco e la consapevolezza del consumatore medio sulla differenza tra derivati ed estratti è purtroppo ancora bassa. Ed è proprio su questo gap informativo che i piccoli e grandi marchi del mondo beauty stanno giocando le loro strategie di marketing e, pare, stiano vincendo alla stragrande. Dal punto di vista del consumatore - è innegabile - la situazione è un tantino allarmante; dal punto di vista della "normalizzazione" della cannabis lo è probabilmente ancora di più.
Il "whitewashing" è un termine che indica una pratica dell'industria cinematografica in cui un attore caucasico ottiene il ruolo di un personaggio storicamente di un'altra etnia col fine di renderlo più appetibile al grande pubblico. Allo stesso ingannevole modo, il "weedwashing" rappresenta la tendenza ad appiccicare una foglia di cannabis sulla confezione di un prodotto che ne contiene risibilissime quantità, per renderlo più appetibile, più biologico, più eco-friendly e in ultimo più "cool". Una pratica molto più comune di quanto si pensi, soprattutto nell'industria della bellezza e della cura del corpo, che però comincia finalmente ad essere segnalata. Nel 2018 il mercato europeo dei prodotti di bellezza a base di CBD ha incassato circa 645 milioni di euro di introiti netti e, almeno stando al report "Disrupting Beauty" edito da Prohibition Partners, potrebbe sfiorare gli 870 milioni di euro nel 2024. Un business in crescita esponenziale che però al momento non se la passa benissimo: oltre al complesso ed intricato quadro legislativo europeo e alle resistenze di alcuni Paesi, l'industria della bellezza che ha puntato sul CBD sta ricevendo grosse critiche per applicare con fin troppa nonchalance il weedwashing ai suoi prodotti.
Il problema principale è la trasparenza: mentre molte marche del mondo beauty hanno deciso di abbracciare il cannabidiolo come ingrediente di punta, sugli scaffali hanno cominciato a moltiplicarsi prodotti a base di olio di CBD la cui pubblicità era, come si suole
I motivi di questa tendenza, come è ovvio, sono tutti di natura economica. Il CBD viene estratto dai fiori delle piante di cannabis e, contrariamente a quanto si può pensare, non si trova nell'olio di semi di canapa, nell'olio di canapa o nel concentrato di canapa estratto dai
C'è una bella differenza tra "spremere" i semi e "spremere" i fiori, e questa differenza finisce per creare prodotti ben diversi da quanto pubblicizzato dire, decisamente ingannevole. Creme che sull'etichetta recano la dicitura "a base di olio di CBD" ma che in realtà sono formulate con estratti di olio di semi di canapa; prodotti cosmetici che vantano altissime percentuali di CBD sulla confezione ma che alla fine contengono quantitativi più che risibili; integratori che si fregiano dell'aggettivo "terapeutico" ma che, a guardar bene, non contengono nemmeno la metà del CBD che servirebbe semplicemente a rilassarci.
semi delle piante di canapa - ingredienti decisamente più economici del CBD. C'è infatti una bella differenza tra "spremere" i semi e "spremere" i fiori, e questa differenza finisce per creare prodotti ben diversi da quanto pubblicizzato. Ci sono certamente dei benefici dell'olio di semi di canapa quando lo si usa per cucinare, ma l'olio di semi di canapa non possiede i cannabinoidi, i terpeni e i fenoli che invece ha il concentrato, ed è proprio da quest'ultimo che derivano i veri benefici medicinali e curativi.
Poiché le aziende più affermate introducono prodotti senza CBD promossi con nomi, immagini e testi che evocano la cannabis, è più che probabile che l'esperienza iniziale dei consumatori di prodotti di bellezza a base di canapa, non fornirà i benefici che si ritiene derivino dai cannabinoidi a spettro completo. Il cosiddetto "effetto entourage" - il meccanismo mediante il quale le sostanze contenute nella cannabis agiscono in sinergia per esercitare effetti distinti - non ha possibilità di innescarsi senza CBD a spettro completo; e così la stragrande maggioranza dei prodotti che mettono la foglia di Maria in bella mostra, finisce per non avere quasi nulla a che fare con la vera e benefica pianta. Il weedwashing infatti nuoce gravemente anche alla reputazione della cannabis, e al CBD in particolare. Se la prima esperienza con la cannabis avviene attraverso un prodotto nominalmente a base di CBD ma che è fatto con olio di semi di canapa, si sta facendo un disservizio al vero impatto benefico della pianta: il consumatore infatti sperimenterà solo i benefici superficiali degli acidi grassi rispetto ai cannabinoidi. Allo stesso modo, se si pubblicizza il 25% di CBD in un prodotto che in realtà ne contiene il 2,5%, è chiaro che il prodotto non contiene una dose sufficiente per produrre gli effetti desiderati e che le aspettative del consumatore saranno deluse. Impariamo dunque a leggere molto bene le etichette e, quando possibile, a sbugiardare quei marchi che cercano di fare profitti vendendoci fischi per fiaschi.
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Coltiva con Jorge Cervantes Di Jorge Cervantes jorge@marijuanagrowing.com
Irrigazione Le piante grandi utilizzano più acqua delle piante piccole, ma
sono molte di più, oltre alle dimensioni, le variabili che dettano il consumo d’acqua di una pianta. Alcune di queste comprendono la varietà e l’età della pianta, la dimensione del contenitore, il substrato di coltura, la temperatura, l’umidità e la ventilazione, che contribuiscono tutte a determinare il fabbisogno d’acqua. Cambiate una
viene visualizzata su una scala analogica da umido a secco nella parte superiore del dispositivo. Rimango sempre sorpreso di quanto sia disomogeneo il modi in cui alcuni terreni e miscele senza terra trattengono l’acqua. Le tasche di terreno asciutto circondate da substrato bagnato compromettono l’assorbimento di umidità e nutrienti. Le radici subiscono stress e la crescita diventa più lenta. Io utilizzo un igrometro piuttosto economico (20 dollari). I
la superficie del terreno si asciuga. Finché il drenaggio è buono, è difficile esagerare nell’innaffiare la cannabis a crescita rapida. I cloni di quattro settimane che fioriscono in contenitori da 7,5-11 l hanno bisogno di essere innaffiate su base giornaliera. Se sono esposti alla luce diretta del sole e al vento, i contenitori piccoli si asciugano molto velocemente e può quindi rivelarsi necessario irrigare due volte al giorno.
Irrigate la cannabis nei contenitori, a prescindere dalle
dimensioni, quando la metà dell’acqua
kg. Se è stato utilizzato il 50% dell’acqua, il contenitore peserà 5 kg. Dopo aver pesato alcuni contenitori, avrete presto acquisito l’esperienza e la destrezza necessarie nel sollevare il contenitore e potrete quindi avvicinarvi di molto al peso reale quando irrigate. Il passo successivo sarà quello d’inclinare il contenitore per capire quando irrigare. Un altro metodo è quello d’irrigare le piante in contenitore quando il terreno è asciutto poco più di un centimetro sotto la superficie. Questo metodo funziona bene ma non tiene conto delle dimensioni del contenitore ed è meno preciso.
Lasciate che almeno il 10 per cento dell’acqua sia drenata dai fori presenti sul fondo del contenitore. Il deflusso porta via i
I tubi per l’irrigazione a goccia sono facili da spostare da un vaso all’altro, cosicché le piante ricevano l’esatta quantità di soluzione nutritiva.
qualsiasi di queste variabili e il consumo d’acqua cambierà. Una buona circolazione d’aria e una buona ventilazione sono fondamentali per favorire il libero flusso dei fluidi, la traspirazione e una crescita rapida. Più una pianta è sana, più sarà rapida la sua crescita e maggiore la quantità d’acqua di cui ha bisogno.
Per esempio, una piccola
coltivazione di 120 x 120 cm che contiene 16 piante sane in vasi da 11 litri ha bisogno di circa 40-100 litri d’acqua a settimana. Una pianta grande con un’altezza di 3,6 m che cresce rapidamente può utilizzare fino a 38 litri d’acqua in una calda giornata di sole.
Troverete in seguito le basi dell’irrigazione.
Dovete sempre tenere a mente queste nozioni di base nell’accrescere le vostre conoscenze e competenze su quando e quanto irrigare la vostra coltivazione. Rimanete vicini alle vostre piante e capirete le loro esigenze.
Gli igrometri eliminano le
congetture sulla penetrazione dell’acqua nel terreno e sulle miscele senza terra. La sonda viene inserita nel terreno e rileva il contenuto di umidità in punta. La lettura
rilevatori più costosi inviano le informazioni raccolte al vostro dispositivo digitale dove vengono compilate, analizzate e presentate in formato numerico o grafico.
Un programma d’irrigazione manterrà voi e
la vostra coltivazione sulla buona strada. Modificate il programma d’irrigazione a seconda del vento, del calore e dell’umidità. Le piante utilizzano più acqua quando salgono le temperature e quando c’è vento. Le piante utilizzano meno acqua quando scendono le temperature e l’umidità aumenta. Controllate sempre manualmente l’umidità del terreno prima e dopo l’irrigazione.
Irrigate all’inizio della giornata in modo tale che l’acqua
finita sulle foglie abbia la possibilità di asciugarsi. Evitate di bagnare il fogliame e non lasciate che l’acqua si depositi sulle foglie durante la notte per evitare la comparsa di malattie.
Le piante piccole
che hanno un ridotto apparato radicale poste in contenitori piccoli devono essere annaffiate spesso. Annaffiate le piante poste in contenitori piccoli di frequente, non appena
Saturate il terreno in un contenitore e mettetelo su una bilancia per registrarne il peso.
è stata assorbita. Per capire quando è stata assorbita metà dell’acqua, saturate il terreno nel contenitore fino a quando l’acqua non fluisce dai fori di drenaggio presenti sul fondo dello stesso. A questo punto, il terreno contiene il 100 per cento di acqua miscelata al substrato di coltura. Pesate il contenitore. Diciamo che pesa 10
sali di fertilizzante in eccesso che si sono accumulati nel terreno.
Organizzate i contenitori in linea retta in modo tale che sia facile tenere traccia delle piante che hanno bisogno di acqua e di quelle che sono state irrigate. È molto
35 che arrivi il caldo. Le piante trapiantate crescono molto meglio e hanno bisogno di un’irrigazione meno frequente rispetto a quelle piantate dopo l’arrivo del caldo.
tendono ad avere maggiore resistenza alla siccità rispetto ai cloni che hanno un apparato radicale molto meno profondo. Riducete lo stress da temperatura e il
Un idrogetto con soffione tipo doccia nebulizza l’acqua e la disperde in modo uniforme. Si possono raggiungere più punti con tale dispositivo ed evitare di spezzare il fogliame.
La coltivazione delle pianticelle che inizia direttamente nel terreno oppure indoor, spostandole poi all’esterno prima del normale offre la possibilità alle stesse di sviluppare una lunga radice a fittone. Il fittone cresce in profondità nel terreno. Le pianticelle piantate all’inizio dell’anno
Quando la pianta nel contenitore pesa la metà, il 50% dell’acqua rimane nel terreno. È giunto il momento di annaffiare. facile saltare un contenitore quando ce ne sono diverse centinaia da irrigare.
Nutrite leggermente la superficie del terreno
nei contenitori per consentire all’acqua di penetrare in modo uniforme ed evitare la formazione di tasche asciutte che non si bagnano. Evitate inoltre che l’acqua nei contenitori scorra lungo la fessura presente fra la parte interna del vaso e il terreno fuoriuscendo poi dai fori di drenaggio. Spezzate delicatamente e nutrite la parte superiore del terreno per 1-2 cm usando le dita o una piccola forchetta da giardino. Fate attenzione a non disturbare le minuscole radici superficiali.
Non lesinate sull’acqua
in nessuna fase della crescita della cannabis. La cannabis ha bisogno di molta acqua. Se l’acqua viene centellinata, si verifica stress che rallenta tutte le fasi della crescita. Il razionamento dell’acqua durante la fioritura porta alla formazione di fiori più piccoli che producono meno. Le piante colpite da stress idrico sono molto più soggette a una serie di problemi.
Irrigate secondo un
programma bagnato/ asciutto. La cannabis cresce meglio
quando le radici cercano acqua e sostanze nutritive. Aspettare d’irrigare fino a quando il terreno non è un po’ secco porta le radici a cercare acqua, facendole crescere e penetrare maggiormente nel terreno.
Le piante esposte al vento seccano molto più
velocemente. Le piante all’aperto, in terrazza e nel patio utilizzeranno fino a quattro volte o più di acqua in una giornata calda e ventosa. Tenere il passo con l’irrigazione è difficile per chi viaggia e richiede molto tempo. Un sistema d’irrigazione automatizzato che utilizza un timer contribuirà a mantenere la costanza nel programma d’irrigazione.
Irrigate la cannabis coltivata a terra quando il
terreno è asciutto circa un centimetro sotto la superficie del suolo. La cannabis trapiantata di recente avrà bisogno di essere annaffiata più spesso nelle prime settimane, in particolar modo nei periodi caldi. Quando viene piantata in climi freddi, le radici hanno la possibilità di crescere verso il basso e verso l'esterno prima
consumo di acqua applicando pacciame e coltivando sotto l’ombra di un panno.
Applicate pacciame
per proteggere il terreno dalla pioggia e dal sole cocente. La pacciamatura attira e trattiene l’umidità nel terreno. Conservate
36 La maggior parte dei fertilizzanti solubili contiene un agente imbibente.
Se il terreno è difficile da bagnare, applicate circa un
quarto o la metà della quantità d’acqua di cui si prevede che la pianta abbia bisogno e aspettate poi da 10 a 15 minuti affinché sia completamente intrisa. Applicate dell’altra acqua fino a quando il terreno non è umido in modo uniforme. Immergete i contenitori piccoli in acqua per assicurarvi che il terreno sia inzuppato. Riempite un contenitore grande con acqua. Tenete la mano sul terreno e immergete il vaso piccolo fino alla saturazione completa del terreno.
Immergete i vasi in acqua per non più di 20 minuti altrimenti le radici
affogheranno letteralmente. Mettete il contenitore in un secchio d’acqua e aspettate che affondi, saprete poi che è saturo perché il terreno e l’acqua hanno lo stesso peso. Mettete i vasi su dei piattini per mantenere l’acqua di drenaggio sotto controllo.
Pacciamate le coltivazioni per mantenere fresco il terreno e proteggerlo dalla pioggia battente. molta acqua applicando uno spesso strato del mio pacciame preferito, la paglia. Date un’occhiata al capitolo 12, Outdoor, per informazioni pratiche sull’utilizzo del pacciame.
Installate un blocco antivento di stoffa semipermeabile per
diminuire il vento nelle zone più colpite. Il panno ombreggiante funge bene da blocco del vento ed è facile da costruire. Il vento risucchia velocemente l’umidità dalle piante di cannabis, diminuendone l’energia e aumentando il fabbisogno d’acqua e lo stress delle piante. Mettete un panno ombreggiante sulle coltivazioni all’aperto per mantenerle più fredde, il che a sua volta riduce il fabbisogno d’acqua e lo stress delle piante.
L’irrigazione eccessiva
è un problema diffuso, soprattutto quando si coltiva in terreni pesanti che drenano male. Troppa acqua annega le radici tagliando l’apporto di ossigeno. Le radici soffocano letteralmente a causa della mancanza di ossigeno se lasciate in acqua per più di 20 minuti. I coltivatori troppo zelanti che amando così tanto le loro coltivazioni somministrano alle piante troppa acqua sono spesso la causa dell’irrigazione eccessiva. Le piante usano meno acqua e sono più esposte a un’eccessiva irrigazione quando il flusso d’aria è limitato e l’umidità è elevata.
Fra i segni d’irrigazione eccessiva figura l’arricciamento
delle foglie lungo i bordi e una crescita lenta. Un terreno inzuppato d’acqua e fradicio favorisce il marciume radicale e altre malattie trasmesse dall’acqua. I sintomi
iniziali di un’irrigazione eccessiva sono spesso poco visibili e i coltivatori inesperti potrebbero non accorgersi di alcun sintomo fino a quando non si verifica un danno.
pacciamatura sul terreno all’aperto una volta che il terreno si riscalda, coltivate le piante in contenitori piccoli sotto un panno ombreggiante.
L’irrigazione insufficiente può provocare
Per fare in modo che il terreno sia
gravi problemi se non viene controllata. Quando una pianta di cannabis appassisce, è stata in carenza d’acqua per un giorno o più a lungo e cominciano a verificarsi dei danni. Le piante iniziano a richiudersi per conservare l’umidità e la crescita rallenta, addirittura fermandosi. Se il terreno diventa secco, i teneri pilucchi delle radici si seccano e muoiono in poco tempo. Il terreno secco, anche nelle tasche, può causare l’essiccazione dei pilucchi delle radici e la morte. Sembra che ci voglia un’eternità prima che le radici producano nuovi pilucchi radicali e riprendano una crescita rapida.
Un sistema d’irrigazione automatica mantiene l’irrigazione più costante. Un timer dosa l’acqua a un determinato orario prima di spegnersi. I sensori dell’acqua possono
L’utilizzo di acqua aumenta se la crescita rapida
è associata a un clima caldo, al sole, al terreno cotto al sole e al vento. Quest’acqua deve essere sostituita in poco tempo, altrimenti le piante sono colpite da stress idrico. Il terreno presente nei contenitori piccoli si asciuga rapidamente. La cannabis a crescita rapida coltivata in contenitori piccoli richiede spesso un’irrigazione quotidiana. Se viene dimenticato anche un solo contenitore, la pianta in carenza d’acqua potrebbe avere una crescita rallentata e non riprendere mai una crescita rapida.
Prevenite l’irrigazione insufficiente controllando
regolarmente i livelli di umidità, soprattutto quando salgono le temperature e quando aumenta il vento. Applicate la
Un igrometro è indispensabile quando si controlla l’umidità del terreno.
completamente bagnato, aggiungete due gocce per
litro o quarto d’acqua a un sapone liquido concentrato biodegradabile come Castille®. Il sapone agisce come agente imbibente aiutando l’acqua a penetrare nel terreno in modo più efficace. Questo protegge anche dalla formazione di sacche di terra asciutta.
anche accendere e spegnere il sistema d’irrigazione automatica. Gli erogatori del sistema a goccia possono essere impostati per dosare determinati volumi di acqua ogni ora. Date un’occhiata a “Irrigazione e fertilizzazione” qui sotto per maggiori informazioni sull’irrigazione automatica.
Jorge Cervantes è l’autore della Cannabis Encyclopedia (596 pagine, oltre 2.000 immagini a colori, in formato A4) e di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia). Entrambi sono disponibili in vendita su Amazon a livello internazionale. La Cannabis Encyclopedia contiene un ottimo capitolo sull’acqua. Contattate Jorge su www.marijuanagrowing.com.
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Coltiva con Mr. José Mr. José / info@pestovat.cz
Cosa è meglio: la cimatura
a secco o a umido?
Probabilmente non c'è una risposta giusta a questa domanda. Ognuno deve decidere da solo se rimuovere le foglie dalle piante di cannabis subito dopo il raccolto o se lasciarle prima essiccare. Ciò che posso fare è esporre tutte le informazioni fondamentali sui vantaggi e gli svantaggi dei due metodi, in modo tale che possiate scegliere la tecnica più adatta a voi.
si rivela necessario rimuovere le foglie piccole nel loro insieme - dipende dalla loro dimensione. Le foglie più piccole possono essere lasciate nelle cime, quelle di dimensioni medie possono essere tagliate nel punto in cui sporgono dal fiore. Le foglie piccole abbondantemente ricoperte di resina, il cui picciolo inizia già a sporgere dal fiore, devono essere rimosse completamente, anche con il picciolo, perché con esso non si migliora né il sapore né l’aroma. Questo procedimento permette di avere cime apparentemente interessanti con la massima attenzione sul gusto. Va notato che lasciando i piccioli piccoli e le sugar leaves sulle vostre cime, il raccolto pesa di più. In volumi maggiori, questo può fare una differenza equivalente a un discreto profitto extra, che va a beneficio di molti rivenditori del mercato nero.
Cimatura a umido
Durban Poison avant et après la taille des grandes feuilles.
Qualche nozione sull’anatomia vegetale
In quanto lettori della rivista Soft Secrets, non dubito che siate interessati ai fiori femmina di cannabis. O più precisamente - siete interessati alla resina prodotta dai tricomi ghiandolari. I tricomi più ghiandolari si trovano sui calici dei fiori femmina. Ed esistono anche due tipi di foglie che sporgono dai fiori. Un tipo di foglia grande, caratterizzata da un picciolo più spesso e più lungo, una grande superficie fogliare e un numero relativamente piccolo di tricomi ghiandolari, che si concentrano alla base delle lame. Queste foglie in genere sono composte da cinque o sette foglie piccole e sono una caratteristica tipica della cannabis. Si sviluppano da steli e rami a tutti i livelli della pianta e svolgono una funzione essenziale nell’assimilazione dell’energia luminosa. Inoltre, sono di grandissima importanza nel processo chiamato traspirazione, in quanto hanno aperture richiudibili che determinano la velocità e la quantità di acqua che evapora dalla pianta. Il secondo tipo di foglia ha le stesse funzioni ma è più piccolo e i suoi deboli piccioli non sporgono dal fiore. Queste foglie hanno spesso un numero minore di foglie piccole, ma sono ricoperte da tricomi ghiandolari.
In inglese, si usano i termini fan leaves per le foglie più grandi e sugar leaves per quelle più piccole. Le foglie più piccole si sono guadagnate l’appellativo di zucchero grazie all’elevata densità di tricomi ghiandolari, che le fa sembrare zuccherine. Questi due tipi di foglie rivestono una funzione fondamentale nella cimatura del raccolto.
Perché e come (non) tagliare le foglie
Sia che rimuoviate le foglie subito dopo il raccolto o più tardi, quando le piante sono essiccate, lo fate per due motivi. Le foglie grandi non hanno praticamente tricomi, quindi contengono quantità molto basse di cannabinoidi e terpeni. Quando si fumano o si vaporizzano, le foglie grandi peggiorano notevolmente il sapore, a causa dell’elevato contenuto di clorofilla e della trascurabile presenza di resina con i terpeni. Anche se le foglie piccole sono notevolmente più potenti, hanno anche un effetto negativo sul gusto dei fiori. In breve, ci si può aspettare il gusto e l’aroma migliori dai fiori senza foglie. In generale si concorda sul fatto che le foglie grandi - siano esse fresche o essiccate – andrebbero rimosse, in quanto non sono di alcuna utilità per la maggior parte dei coltivatori. La situazione è diversa nel caso delle
foglie più piccole. Queste possono servire come protezione dei fiori dai danni meccanici e dall’essiccatura rapida. Se decidete di lasciare alcune foglie piccole sulle vostre cime, potete rimuoverle appena prima di fumare. Naturalmente, possono anche essere consumate insieme alla cima con un lieve deterioramento del gusto. Le foglie cimate tornano sempre utili. Mentre le foglie grandi sono più adatte per produrre creme e unguenti, le foglie piccole hanno un potenziale molto più ampio. Possono essere utilizzate per vari tipi di estrazioni, imbevute in alcolici, aggiunte agli alimenti e per i suddetti unguenti e preparazioni simili applicate sulla pelle. In caso di emergenza, naturalmente possono essere anche fumate. Per rimuovere le foglie, si consiglia di utilizzare forbici appuntite per un rimozione precisa delle foglie anche con il picciolo. Personalmente io rimuovo le foglie grandi a mano. È più veloce e con un po’ di pratica, il picciolo si rompe proprio in corrispondenza del gambo. Ciononostante, ho ancora le forbici a portata di mano nel caso in cui alcune foglie non possano essere rimosse correttamente o nel caso in cui si strappino insieme al gambo e tolgo anche i fiori sottostanti. Non sempre
La maggior parte dei coltivatori rimuove le foglie grandi e le foglie piccole subito dopo il raccolto. Questo metodo comporta diversi vantaggi. Le piante fresche sono flessibili, in quanto sono più facili da maneggiare durante la cimatura. Si possono facilmente aprire le cime e rimuovere tutte le foglie indesiderate senza danneggiare i fiori. Un altro vantaggio importante è il minor rischio di caduta della resina. I tricomi freschi rimangono flessibili e saldamente attaccati ai calici e alle foglie. Anche la resina si separa meno rispetto a quando si maneggia materiale essiccato. Questo è particolarmente importante per la cimatura a macchina. Se siete alle prese con la mancanza di spazio per essiccare i fiori, cimare le piante a umido è una soluzione migliore per voi. In genere, le cime fresche vengono rimosse direttamente dai rami grandi e possono poi essere sparse su vari setacci di essiccatura. Inoltre, possono essere posizionate una sopra l’altra, quindi non c’è bisogno di molto spazio rispetto a quanto serva per l’essiccatura di piante intere. L’essiccatura fatta in questo modo richiede meno tempo e possono volerci da quattro a dieci giorni, a seconda delle condizioni climatiche del luogo. Ciononostante, alcuni coltivatori preferiscono cimare soltanto le foglie e lasciare i fiori sui rami. Questo rallenta il tempo di essiccatura, il che può avere un effetto positivo sulla qualità dei fiori, soprattutto se le piante essiccano in un clima più caldo e secco. In questo caso, un altro vantaggio è che le cime conservano la loro forma naturale. Durante l’essiccatura su un setaccio, le forme più grandi possono appiattirsi sul lato su cui poggiano. L’essiccatura di piante intere dopo la cimatura di foglie grandi e piccole è di fatto un metodo che unisce la cimatura a umido e a secco. La cimatura a umido presenta anche alcuni svantaggi. Forbici, mani e altri strumenti sono molto appiccicosi a causa della resina, che è piuttosto difficile da rimuovere. Naturalmente, questo problema può essere risolto utilizzando
39 attrezzi e le mani non diventano così appiccicose. Inoltre, se si posiziona un setaccio adatto alla raccolta della resina sotto le cime tagliate, si otterrà una quantità più che decorosa di hashish di alta qualità pronto per l’uso. Anche la cimatura a secco presenta alcuni svantaggi. Il primo ha a che vedere con il processo di essiccatura - quando le cime sono ricoperte dalle foglie, il rischio di muffa aumenta. Le piante intere devono essere essiccate in aree ben arieggiate a una temperatura di circa 18 °C. I tricomi ghiandolari non tengono bene sulle parti secche delle piante come su quelle fresche e si rompono e cadono facilmente. Anche le palline di resina possono staccarsi molto facilmente e in poco tempo dai tricomi secchi. Quando si cimano le piante secche, è quindi necessario lavorare in modo efficiente e con sensibilità e cercare di danneggiare le piante il meno possibile.
Lavoro manuale e macchinari
Durban Poison avant et après la taille des grandes feuilles. guanti in lattice e pulendo di frequente gli attrezzi con alcool. Ovviamente, però, non buttate via la resina, poiché ha un’elevata concentrazione di cannabinoidi e terpeni.
Cimatura a secco
Uso la cimatura a secco da un bel po’ di tempo. È più laboriosa, ma consente di controllare completamente l’aspetto del prodotto finale. Quando si tagliano le cime fresche, non si può sapere quanto
le parti principali si essiccheranno e quanto sporgeranno le foglie rimanenti. Con le cime secche, si può sapere esattamente quali foglie piccole devono essere rimosse dai fiori e quali possono essere lasciate al loro posto. Le piante intere ci mettono più tempo a seccare, ma questo può avere un effetto positivo sul gusto e sulla fragranza del prodotto finale. Il tempo di essiccatura varia in genere da sette a quattordici giorni. Quando si cimano a secco le piante, gli
Des glandes de trichomes couvrent entièrement les calices.
Tagliare le cime è un’operazione laboriosa e piuttosto noiosa. Tuttavia, la maggior parte dei coltivatori domestici riesce a gestire il processo semplicemente con le proprie mani e le proprie forbici. Quando si tratta di coltivatori commerciali, molti preferiscono comunque svolgere
l’operazione a mano. Possiamo dire che la cimatura manuale è più precisa e contribuisce a raggiungere la qualità massima, a condizione che venga svolta correttamente. Nei Paesi in cui la coltivazione della cannabis è legale, ci sono gruppi di cimatori professionisti che lavorano secondo il programma di raccolto dei loro clienti - coltivatori ufficiali. Su chiamata, tagliano, vengono pagati e passano alla fase seguente. Tuttavia, al giorno d’oggi esistono macchinari per fare qualsiasi cosa e la cimatura non fa eccezione. Mentre qualche anno fa le macchine andavano bene solo per tagliare le cime fresche, oggigiorno si può facilmente acquistare una macchina che gestisce anche i fiori secchi. Questo rende la fase postraccolto molto più veloce, soprattutto se si raccolgono decine, centinaia o migliaia di libbre. La qualità della cimatura è piuttosto elevata, ma la mia opinione personale è che con la cimatura manuale le cime vengono danneggiate meno, i risultati sono migliori e ci sono meno sprechi. Naturalmente, questo non significa che disapprovi le macchine da taglio. Al contrario, le uso io stesso. L’ultimo problema da risolvere per quanto riguarda le macchine è quello di renderne più facile la pulizia. E qual è il vostro metodo preferito per cimare le piante?
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History Cannabis di Giovanna Dark
Breve storia della cannabis nella letteratura La nostra amata pianta nelle parole di scrittori, poeti e filosofi Nella ricca e lunga storia del canone letterario occidentale, si è fatto riferimento alla cannabis e ai sui derivati molto più spesso di quanto si possa pensare. Da Boccaccio a Baudelaire, passando per Shakespeare, sono stati molti gli autori che hanno cantato le lodi della nostra amata pianta, descrivendola come fonte d'ispirazione. A riprova di come la cannabis abbia sempre fatto parte della nostra cultura, anche quella più alta. Non ci è dato sapere quale sia stato il primo poeta a scoprire la cannabis come mezzo per espandere la percezione ed eludere le leggi della realtà. Gli archeologi sono riusciti a dimostrare che l'uso della cannabis e dei suoi derivati era probabilmente una parte di pratiche religiose molto più antiche, che vedevano la pianta come una porta per esperienze spirituali elevate. Ma doveva passare ancora qualche secolo prima che la cannabis passasse dall'esclusiva spirituale al mondo - ben più immanente - dello storytelling. Gli
spirituale e, per lo più, si sono limitati a copiare in bella calligrafia quanto già scritto nei secoli precedenti. Le carte in tavola, tuttavia, sono decisamente cambiate con l'alba della modernità.
Il Rinascimento
La prima età moderna, cronologicamente fissata tra la fine del XIII° e l'inizio del XIV° secolo, portò una nuova percezione dell'arte, della spiritualità e di come l'umanità si definiva in generale. In sintesi estrema: l'autocoscienza
relazione al divino ma, grazie ai rinnovati commerci internazionali e alle lunghe campagne delle Crociate, vengono in contatto con culture e costumi "esotici". I rinnovati studi classici poi, introdussero gli autori europei alla letteratura bizantina e araba, che li redarguì sul fatto che - oltre alla produzione di corde e tessuti - la cannabis aveva ben altri usi in Africa e in Asia. In un primo momento, sembra che il senso di paura abbia travolto gli scrittori rinascimentali: Boccaccio menziona la
assassin" nel XIX° canto dell'Inferno, quando incontra i simoniaci nella terza bolgia. Entrambi gli scrittori alludono probabilmente al famoso ordine islamico degli Ḥashīshiyyīn, che visse in Siria e sulle montagne della Persia dall'XI° al XIII° secolo. Marco Polo portò la loro storia in Europa nelle pagine de "Il Milione", descrivendoli come la setta che usava l'hashish per ottenere un esercito di "fideles", pronti a tutto pur di ricacciare in Europa i cavalieri crociati. Secondo il racconto del mercante veneziano, il fondatore degli "Assassini", Hassan-i Sabbah, usava l'hashish per reclutare e plasmare pericolosi e infallibili macchine da guerra: in linea con i dettami del Corano, il sultano prometteva il paradiso ai suoi guerrieri facendogli fumare hashish per prepararli spiritualmente alla battaglia. E anche se gli storici hanno contestato questa versione dei fatti, la loro leggenda è sopravvissuta fino ai giorni nostri, molto probabilmente anche grazie a quanto scritto nei testi rinascimentali.
Shakespeare
Di Shakespeare e della sua probabile affiliazione alla cannabis si è parlato già molto. Qualche anno fa, alcuni scienziati inglesi hanno reso pubblici i risultati di uno studio decennale sugli oggetti trovati in quella che si crede essere la casa del Bardo, a Stratford Upon Avon. L'esame chimico dei campioni ha “identificato fermamente” nicotina, acido miristico (noto per essere allucinogeno), borneolo e altre forme di canfora. Gli scienziati hanno anche scoperto vanillina, chinolina e cocaina introdotte in Europa dal Sud America. I residui di cannabis erano "suggeriti ma non provati". Il team di scienziati si affrettò a notare che "non si presume che nessuna delle pipe fosse necessariamente usata dal poeta elisabettiano - il luogo di nascita di Shakespeare divenne una locanda all'inizio del XVII° secolo -, ma i risultati supportano l'opinione che la cannabis fosse accessibile a lui e altri scrittori nel XVI° e XVII° secolo.
antichi Greci e Romani erano noti per documentare soprattutto le gesta di vite singole e straordinarie, mentre gli artisti medievali riconoscevano solo l'ispirazione divina come un potenziatore
dell'uomo europeo iniziò a cambiare. La connessione con Dio non è però stata interrotta del tutto, come di solito si presume: le persone e gli artisti costruivano ancora le loro identità in
"polvere o droga" ottenuta dal Principe d'Oriente, che la usava per inviare i suoi "novizi" "in Purgatorio quando voleva" (Il Decameron: Terzo giorno, Ottava Storia), mentre Dante fa riferimento a un "perfido
C'è poi un secondo indizio che suggerirebbe il fatto che Shakespeare fosse a conoscenza della cannabis e soprattutto dei suoi effetti. Niente a che vedere con la chimica ma comunque considerabile una fonte di
42 prima mano. Nel Sonnet 76, composto per esprimere la frustrazione dello scrittore riguardo la sua ripetitività nelle tematiche (quasi esclusivamente amorose), Shakespeare scrive di una “invention in a noted weed” che molto rudemente potrebbe essere tradotto e interpretato come un verso in cui si
si dovette accontentare di una bevanda locale a base di hashish e foglie di canapa affumicate. L'esplicito divieto di Napoleone di tale pratica fu in gran parte ignorato e gli europei alla fine riportarono l'hashish in patria. Ben presto l'intera Francia ne fu affascinata, soprattutto grazie a una serie di curiosi eventi che
Si può dire con certezza che la cannabis - soprattutto nella sua forma estratta, l'hashish -, si è fatta strada nella storia letteraria occidentale proprio quando è nata la modernità
mentali ed invitò il poeta Théophile Gautier a provarlo. Il resto è pura storia letteraria. Moreau e (probabilmente) Gautier formarono il Club des Hashischins, che si riuniva in sedute mensili all'Hôtel Pimodan (ora Hôtel de Lauzun), e raccolsero la crema della società letteraria del tempo: da Victor Hugo ad Alexandre Dumas, da Charles Baudelaire a Gérard de Nerval e Honoré de Balzac.
Gautier alla fine lasciò il Club per perseguire la sua carriera di direttore della Società Nazionale di Belle Arti, mentre Baudelaire notoriamente non riuscì a trovare l'ideale di perfezione nelle sue visioni infuse di oppio e hashish. Ma le loro parole, impresse per sempre in opere ormai considerate fondamentali, sono ancora qui per testimoniare ilo loro spirito di conoscenza e i loro incontri con la realtà cannabica.
Gli studenti che hanno sfilato per le strade di Parigi durante la rivoluzione del 1848 hanno letto "Il Conte di Montecristo" di Dumas (che ha esplorato le proprietà afrodisiache dell'hashish), "Les Paradis Artificiels" (Paradisi artificiali) di Baudelaire e il libro biografico del fisico François Lallemand "Le Hachych", in cui l'autore descrive nel dettaglio la sua personale esperienza con l'hashish
Anche nel nord dell'Inghilterra, l'hashish si è fatto conoscere tra gli scrittori dell'epoca vittoriana, ma sembra che sia rimasto, in qualche modo, sempre oscurato dall'oppio. Nelle sue "Confessions of an English Opium-Eater" (1821), Tomas de Quincey affermò di aver "preso la felicità, sia in forma solida che liquida", mentre Oscar Wilde rappresentò perfettamente l'atmosfera di evasione fin de siécle nei tentativi dei suoi protagonisti, primo fra tutti il celeberrimo Dorian Gray, di "comprare l'oblio" grazie all'uso massiccio di oppio. Le ragioni di questa preferenza sono quasi tutte da ricercare nell'economia dell'allora impero britannico: la Compagnia britannica delle Indie orientali, dopo aver conquistato il Bengala - sconfiggendo i francesi nella Battaglia di Plassey del 1757 - iniziò in quella zona la coltivazione intensiva del papavero da oppio, assicurandosi il predominio nei traffici, selezionando gradualmente una qualità di oppio molto migliore e importandolo massicciamente prima sul suolo patrio e poi in tutta Europa.
Una storia d'amore ed odio
Si può dire con certezza che la cannabis - soprattutto nella sua forma estratta, l'hashish -, si è fatta strada nella storia letteraria occidentale proprio quando è nata la modernità. Ha anche sfilato gloriosamente attraverso la letteratura del XIX secolo, dietro le luci delle rivoluzioni, per arrivare fino ai giorni nostri.
magnificano le proprietà di stimolazione artistica e creativa della marijuana. Poco prima, nello stesso componimento, il poeta fa infatti riferimento ad un'altra “compound strange” cui preferisce non farsi associare: i filologi inglesi pensano che questo strano “compound” possano essere le foglie di coca e che Shakespeare fosse consapevole dei suoi effetti, preferendo evitarli.
Le Club des Hashischins
Nel 1798, Napoleone portò le sue truppe e gli accademici in Egitto per insidiare gli interessi commerciali inglesi in Medio Oriente, la campagna terminò però con una sconfitta per i francesi e le truppe rimasero bloccate in Egitto fino al 1801. Poiché non c'era alcol disponibile in Egitto, l'esercito francese
Nel XIX° secolo una serie di curiosi eventi portò l'hashish ad essere promosso addirittura dai circoli letterari parigini. portò l'hashish ad essere promosso addirittura dai circoli letterari parigini. Un giovane psicologo, Jacques-Joseph Moreau (successivamente proclamato come uno dei padri fondatori della psicofarmacologia moderna), decise di studiare il dawamesc algerino (una pasta commestibile a base di hashish) come potenziale trattamento per le malattie
in Asia. Lo stesso Gautier, scrisse un racconto breve proprio dal titolo "Le Club des Haschischins" in cui descrive una seduta del club: il narratore descrive le sensazioni strane e fantastiche provocate dalla sostanza, passando da uno stato di beatitudine o di incubo a seconda dei casi; infine, gli ospiti riacquistano il loro stato normale e la consapevolezza del tempo prima di tornare a casa.
Ma gli scrittori avevano un rapporto di "amore e odio" con esso. È stato sia un treno stimolante che porta al paradiso, sia un incubo in agguato nelle profondità del sé interiore. "Il Poema dell' Hashish" di Baudelaire è uno degli esempi più lampanti di questa dualità: mentre esplora l'ebbrezza, il poeta descrive la sensazione come "il paradiso in un cucchiaino", ma riflette anche sul fatto che "sia un paradiso che deve essere acquistato al prezzo della salvezza eterna". Alla domanda se l'hashish ha grandi benefici spirituali e se può essere uno strumento fertile per pensare, il poeta maledetto francese finì per rispondere: "L'hashish non rivela all'individuo nient'altro che se stesso [...] Ammettiamo per il momento che l'hashish dà, o almeno aumenta, il genio; dimenticano che è nella natura dell'hashish diminuire la volontà, e che così dà con una mano ciò che ritira con l'altra; vale a dire, immaginazione senza la facoltà di trarne profitto". E come dargli torto?
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QUIZ
8. Qual è il colore più diffuso degli afidi? A. Rosso. B. Bianco. C. Nero. D. Verde.
Quiz su parassiti e malattie 1. Dove si possono trovare in genere gli acari del ragno sulle piante di cannabis? A. Gambo. B. Radici. C. Lato inferiore delle piante. D. Substrato di coltura.
2. Quanto sono grandi gli acari del ragno? A. Fino a 1mm. B. Fino a 10mm. C. Fino a 20mm. D. Fino a 30mm.
3. Quante specie diverse di acari del ragno esistono? A. 1 – 10. B. 10 -100. C. 100 – 1000. D. Più di 1000.
4. In quanto tempo possono raggiungere la maturità riproduttiva gli acari del ragno? A. 1 giorno. B. 5 giorni. C. 12 giorni. D. 24 giorni.
5. Cosa si può fare per prevenire in modo efficace gli acari del ragno? A. Aumentare EC/PPM. B. Ridurre EC/PPM. C. Tenere alta la temperatura di coltivazione. D. Olio di Neem.
6. Come funziona l’olio di Neem? A. Forma una barriera protettiva sulla pianta. B. Avvelena i parassiti. C. Avvelena le piante. D. Impedisce la riproduzione dei parassiti.
7. Qual è un segnale della presenza di afidi? A. Le foglie diventano di colore rosso. B. Un odore forte e stantio. C. Un sottile reticolato fra i rami. D. Scie lucide sulle foglie.
9. Perché è bene coprire la parte superiore dei vasi durante la coltivazione? A. Per ridurre il rischio di afidi sulle radici. B. Per aiutare le piante a fiorire. C. Per aumentare la resa. D. Per promuovere la presenza di afidi sulle radici.
10. Qual è un modo diffuso per liberarsi dai parassiti nella stanza di coltura? A. Tenere le luci accese 48 ore. B. Acari/coccinelle predatori. C. Musica alta. D. Utilizzare un filtro al carbonio.
11. Qual è un buon modo per tenere i parassiti fuori dalla stanza di coltura? A. Filtro sulla presa d’aria. B. Utilizzare un ventilatore oscillante. C. Filtro sull’aspirazione. D. Utilizzare fonti LED.
12. Quale parte della pianta è colpita da una malattia sistemica? A. Viene colpita l’intera pianta. B. Vengono colpite solo le foglie. C. Vengono colpite solo le cime. D. Vengono colpite solo le radici.
13. I parassiti possono trasmettere le malattie alle piante? A. Solo durante la fase di fioritura. B. Solo durante la fase vegetativa. C. No. D. Sì.
14. Qual è il primo segnale che le vostre piante potrebbero essere colpite da oidio? A. Piante ermafrodite. B. Polvere bianca sulle foglie. C. Le foglie diventano più scure. D. Macchie nere sotto le foglie.
15. Si può trasmettere l’oidio quando vengono prelevati cloni da una pianta infetta? A. Sì, sempre. B. No, mai. C. A volte. D. Solo se c’è oidio sul clone prima che venga prelevato.
16. Quando usereste una bomba fumogena? A. Quando la stanza di coltura è in fioritura. B. Quando la stanza di coltura è in fase vegetativa. C. Quando non ci sono piante nella stanza di coltura. D. Quando la stanza di coltura è piena di piante.
17. In quali condizioni si sviluppa la botrite? A. Caldo e umidità. B. Asciutto e caldo. C. Secco e freddo. D. Quando sono accese le luci.
18. Cosa è il marciume radicale? A. Radici della cannabis ammuffite. B. Foglie della cannabis ammuffite. C. Gambi della cannabis ammuffiti. D. Fiori della cannabis ammuffiti.
19. Dove si trova in genere il Pythium? A. Cime. B. Gambo. C. Rami. D. Radici.
20. Cosa fa il Pythium alle radici delle piante? A. Le secca. B. Le rende viscide e marce. C. Non c’è nessun cambiamento. D. Le fa diventare rosa.
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Banche dei semi H. Madera
Arrivano le varietà Gelato e Sunset Sherbert originali Il progetto è una collaborazione con Sherbinsky, selezionatore di leggendarie genetiche Abbiamo parlato con il Dr. OG di Dinafem e Diggs Terra della Humboldt Seed Organization del loro nuovo progetto, il lancio di una famiglia di Gelato e Sunset Sherbert, l’unica creata a partire dalla genetica originale, grazie alla collaborazione con il selezionatore di queste varietà, Sherbinsky. Ci hanno detto che questi ceppi sono i primi ad essere presentati, ma ci stanno ancora lavorando, perché il loro catalogo sarà presto ampliato con altre versioni di Gelato e Sunset Sherbert. Seguiranno infatti ulteriori iniziative di selezione, dove il loro team di professionisti e il laboratorio Dinafem offriranno la loro assistenza per realizzare nuovi incroci e versioni. L’idea non è di ottenere nuove varietà e ricavarne denaro: si tratta piuttosto di un progetto a lungo termine il cui obiettivo finale è utilizzare la collezione creata come riferimento genetico - sempre in associazione con il fitogenetista che l’ha realizzata e utilizzando gli incroci originali. Insomma non è un progetto venuto fuori dal nulla in soli quattro giorni; la sua gestazione ha richiesto piuttosto diversi anni. Il lancio era previsto per il 2019, quando è apparsa The New, un incrocio di Girl Scout Cookies e Larry OG, ma hanno deciso di aspettare un altro anno per presentarlo degnamente. Si è trattato insomma di un complesso progetto di miglioramento vegetale in cui hanno puntato tutto sulla creazione di valore. Ad esempio, Dinafem sta preparando ulteriori versioni ricche di CBD, autofiorenti e rapide.
America Latina, Canada, parte dell’Africa e parte dell’Asia, allo scopo di farlo conoscere in tutto il mondo. Come spiega il dottor OG: “Pensiamo che sia giusto che il breeder originario possa raccogliere i frutti del suo lavoro, sia in termini di benefici economici che di riconoscimento”.
Collaborazione di HSO e Dinafem con Sherbinsky
La collaborazione con Sherbinsky è iniziata quando Dinafem e HSO stavano lavorando con altri team di selezionatori americani, ma capirsi non è stato affatto un compito
Finora Sherbinsky si è specializzata nel mercato statunitense, ma Dinafem diffonderà ora questo marchio in tutta Europa,
Le madri: Gelato, Sunset Sherbert e Cookies
“Abbiamo conosciuto il signor Sherbinsky qualche anno fa: aveva questa collezione di genetiche, un’eredità che voleva tramandare dando ai cultori della cannabis di tutto il mondo la possibilità di accedervi”, spiega Diggs Terra aggiungendo, sul tema delle genetiche, che il lavoro di Sherbinsky è iniziato con Pink Panties, clone élite di Florida OG Kush impollinato da Burmese. L’esemplare maschio era una landrace arrivata negli Stati Uniti dalla Birmania tramite alcuni fenotipi che impiegavano 14 settimane per fiorire; fra questi ne ha scelto uno molto speciale e più veloce. Successivamente ha effettuato una selezione in cui è apparsa Pink Panties, capostipite di questa famiglia.
La selezione è stata fatta con maschi e femmine, prestando molta attenzione alla struttura dei maschi e ai tratti che erano in grado di trasmettere. Per prima cosa hanno germinato 2000 piante, che hanno poi sottoposto a stress, per verificarne la resistenza ai parassiti e alle infezioni fungine, e quindi scartato quelle deboli. Hanno stabilizzato la Humboldt per due generazioni successive, e poi l’hanno successivamente incrociata in Spagna, dove hanno realizzato una selezione molto speciale intorno al 2014. Il risultato è una varietà mai commercializzata prima, chiamata Three Kings Blueberry Headband. Questa varietà discende da una base genetica strettamente legata alla famiglia OG, da cui provengono anche Gelato e Sunset Sherbert, il che significa che l’ibrido appena creato ha una struttura e un profilo terpenico simile a quello delle sue progenitrici. Ciò ha reso più facile la stabilizzazione per l’ef-
D’altra parte Sherbinsky aveva collaborato con la Cookies Family alla creazione della saga Cookies, nata da un incrocio tra OG e Durban Poison. Ha quindi ibridato Pink Panties con Cookies e prodotto Sunset Sherbert. Lingerie
semplice. Sherbinsky stesso è una celebrità, ma quando l’hanno incontrato faccia a faccia, hanno constatato che è una persona normale e ragionevole, senza un grande ego. Questo ha reso molto più facile la collaborazione.
L.A. Gelato
fra loro, viene fatta una selezione, gli si dà un nome… e così dicono di aver creato una varietà nuova. Non è facile trovare gente umile come Sherbinsky, che ti dice la verità: fin dall’inizio ci ha detto di rispettare molto il nostro lavoro di miglioramento genetico a lungo termine, con selezioni che durano svariati anni. Ci siamo insomma sentiti a nostro agio con lui”.
ste varietà mitiche, la Humboldt Seed Organization ha cominciato a valutare la più selezionata del suo pool genetico. Dopo svariati test, ha optato per una selezione con un precedente incrocio fra Blueberry e Headband, poi incrociato di nuovo con Three Kings (ibrido di Headband e Sour Diesel, incrociato con OG Kush).
Il dottor OG ricorda: “Quando abbiamo incontrato il signor Sherbinsky per la prima volta, è venuto con sua moglie e abbiamo parlato di argomenti molto normali e delle nostre famiglie. Fin dall’inizio, è stata una relazione molto alla pari. È un personaggio pubblico, ma nei rapporti interpersonali è davvero umile. Negli Stati Uniti sono molto diffusi i poli-ibridi: gli ibridi sono incrociati
Infine, ha incrociato Sunset Sherbert con un clone élite di Thin Mint Cookies, da cui ha ricavato diverse selezioni e ottenuto, infine, la famiglia delle Gelato (fenotipi come Bacio Gelato 41, Mochi Gelato 47 o Acai Berry Gelato 49). Attualmente molte banche dei semi commercializzano semi di Gelato o Sunset Sherbert; si tratta però di semi provenienti da prodotti conservati nei dispensari californiani. Non esiste un accesso diretto alla genetica originale.
L’impollinatore: Three Kings Blueberry Headband Per realizzare un incrocio degno di que-
Purple Matcha
fetto del reciproco rafforzamento tra varietà parentali. Tutte le nuove varietà ottenute presentano un gusto piccante, pungente e speziato, con note di petrolio e benzina. Il retrogusto, invece, è più complesso: dolce
47 e con una forte presenza di frutti tropicali e note di menta.
aggiunto “San”, come omaggio al villaggio di San Sebastián.
Inoltre Three Kings Blueberry Headband contribuisce ad abbreviare il periodo di fioritura degli ibridi finali; in particolare, Sunset Sherbert impiega 70 giorni per fiorire, mentre Three Kings Blueberry Headband ne impiega 63: ciò porta la fioritura degli ibridi finali a circa 65 giorni. Analogamente a molte varietà create da Sherbinsky, questa ha toni viola ereditati anche nell’intera collezione.
Bacio Gelato è la varietà più gettonata della famiglia, ma, per questo stesso motivo, anche la più falsificata. I semi che si formano sulle cime di questa varietà sono stati ampiamente utilizzati da diversi selezionatori, perché, sebbene le impollinazioni avvengano in modo casuale e la loro vera origine sia sconosciuta, la madre è dominante e la grande quantità di cannabinoidi e terpeni rimane invariata, ottenendo così un bouquet molto intenso di sapori.
L.A. Gelato
Si tratta di un incrocio proveniente da Acai Berry Gelato 49. Sherbinsky ha voluto rendere omaggio a Los Angeles per l’accoglienza calorosa che ha ricevuto in questa città e perché la sua fama è cominciata lì. Acai Berry Gelato è molto resistente ai parassiti e alle malattie, caratteristica che L.A. Gelato ha
facendo parte della famiglia OG, per cui bisogna essere moderati nell’alimentazione. Pur raggiungendo grandi dimensioni, non necessita di molti nutrienti azotati. È consigliabile una leggera defoliazione, per aumentare la penetrazione della luce; il taglio finale, al momento del raccolto, è molto agevole. I bud sono grandi, come palline da golf, ma con spazio sufficiente tra i calici. Basta annusarli per attivare l’intero apparato olfattivo. Il gusto presenta note di
Clienti in cerca di una Gelato a buon mercato troveranno solo imitazioni presso altre banche. Chi però intende acquistare le genetiche originali e le loro versioni autorizzate potrà attingere da questa collezione. Non è certo una proposta destinata al coltivatore alle prime armi, ma a quelli più esperti, interessati a una genetica americana di qualità superiore, che comprano un paio di pacchetti di semi, fanno la loro selezione e continuano a coltivare piante madri per anni. L’offerta, però, è anche rivolta ad associazioni in cerca di qualcosa di speciale.
Resiste a climi molto diversi. La struttura è solida ed equilibrata, simile a quella di L.A. Gelato, ma con una resa leggermente superiore. Il prodotto finale ha un ottimo aspetto, con colori violacei e un ottimo rapporto calici-foglie. Presenta bud compatti e si distingue da tutte le altre varietà del progetto per il suo intenso profilo terpenico. Colpisce il palato con intense note di benzina e di terra, frutta acida e pepe. Presenta anche il più elevato tenore di cannabinoidi, che si combina bene con una grande quantità di terpeni per produrre un effetto forte e contundente che rilassa il corpo e la mente.
Sunrise Sherbert
San Bacio Gelato
ereditato. Cresce bene nei climi molto secchi e ancora meglio in quelli umidi, perché può resistere senza problemi a qualche pioggia estiva. È molto facile da coltivare perché richiede poche cure. Offre un buon equilibrio tra indica e sativa, con rami forti e poca distanza internodale, senza però raggiungere una taglia troppo grande. All’esterno, facendo germinare prematuramente alcuni esemplari, questi crescono enormi, con una resa di diversi chilogrammi, tanto che sono necessari tutori per sorreggere le pesanti infiorescenze che crescono sui rami. I bud sono molto compatti, con un bell’aspetto finale. La maggior parte dei fenotipi di questa pianta sono di colore viola. I loro calici sono grandi e rotondi. Il sapore è fenomenale per l’alto tenore terpenico. Al palato la base di petrolio evolve verso toni più fruttati e dolci, con sentori di legni nobili e cannella.
San Bacio Gelato
Attraverso una selezione di Gelato, si è ottenuta Bacio Gelato. Negli Stati Uniti, i cambi di nome sono alquanto frequenti per portare una boccata di novità nel panorama dei prodotti già esistenti. Sherbinsky ha
Nomen omen, un nome che richiama alla mente il gusto caratteristico di questa varietà, con molteplici influenze e un effetto piacevole. È un gelato al gusto Tutti Frutti che si mangia al tramonto. La resistenza alle infezioni fungine permette di coltivarla in svariati climi. Ha un portamento da indica e si sviluppa in forma molto compatta. Le foglie sono grandi e abbondanti, per cui si raccomanda la defoliazione, per permettere alla luce di filtrare all’interno. Se coltivata all’aperto, assume una forma tondeggiante, ben equilibrata e molto ramificata. Varietà dai toni violacei più intensi tra tutte le altre, con infiorescenze finali molto belle. In questo caso, il sapore di benzina rimane sullo sfondo e prevalgono le note fruttate e dolci, con una miscela di sapori diversi: mango, ananas, frutto della passione e toni anche più acidi e citrici.
Lingerie
Incrocio realizzato a partire dalla Pink Panties, ha un’espressione più sativa rispetto al resto della saga. Si distingue per la sua crescita aggressiva, con elevata distanza internodale, per cui si consiglia la potatura apicale. All’interno i risultati sono sorprendenti, ma è all’esterno dove raggiunge il suo pieno potenziale e cresce… come una bestia. I coltivatori californiani hanno ottenuto anche esemplari che si estendono fino a cinque metri di altezza per cinque metri di larghezza. Passando al periodo di fioritura, la pianta può raddoppiare o addirittura triplicare le sue dimensioni. In ogni caso, la fioritura avviene sempre intorno ai 65 giorni (è incredibile che possa crescere così tanto in così poco tempo). Richiede una maggiore fertilizzazione rispetto alle “consorelle”, pur
di prima qualità. Per un produttore attivo in questo mercato, acquistare semi premium di questo tipo per realizzare una propria selezione è un investimento che, alla fine dell’anno, non si nota nemmeno fra i costi di esercizio, ma si riflette comunque su un prezzo finale più alto per il volume di merce venduta. Basta cercare la migliore varietà, coltivarla con un terriccio ricco di nutrienti e un compost speciale, far maturare al punto giusto il raccolto e ottenere così un prodotto finale di alta gamma.
Conclusioni
Sunrise Sherbert
benzina ben distinte, con sentori di frutta, fiori e menta. Nonostante l’aspetto prevalente da sativa, l’effetto rimane quello di un’indica, con un’elevata potenza.
Purple Matcha
Tra le varie selezioni ottenute dalla prima generazione di Cookies, mai messe in circolazione, è stata scelta una madre ad alta resa, con profilo terpenico molto forte. Può essere coltivata nella maggior parte delle regioni e dà ottimi risultati in indoor. Non ha bisogno di potature apicali, avendo un portamento tondeggiante. Il suo aspetto è più da indica e si raccomanda, pertanto, di defoliarla durante la fioritura. Cresce un po’ più lentamente rispetto alle “consorelle” ed è molto resistente ai parassiti e alle muffe. I bud sono molto compatti e rendono il prodotto finale alquanto attraente. La discendenza ha ereditato le sfumature viola della madre Cookies. Il gusto, meno floreale, è caratterizzato da note predominanti di terra bagnata Kush, con sentori di hashish e menta nel retrogusto e ulteriori note di benzina, agrumi e fiori. L’effetto è potente e “incolla al divano”: non va fumata in giorni in cui bisogna restare attivi.
Prezzi
Alla base della piramide delle banche dei semi ci sono operatori con strategie a breve termine, che vendono a prezzi bassi per cercare di realizzare volumi elevati. La mentalità di Sherbinsky è esattamente opposta: il suo obiettivo è vendere prodotti di lusso. Negli Stati Uniti c’è un segmento di mercato disposto a pagare prezzi elevati per cannabis
Si tratta di basi genetiche molto particolari. provenienti dal professionista che per prima le ha concepite (e che finora è rimasto fuori dal mercato dei semi). Altre banche, invece, usano semi commerciali e cloni non originali per lanciare novità con questi stessi nomi. Questa è la prima opportunità offerta al pubblico di consumatori di accedere alle genetiche originali, che non sono mai state messe in commercio prima d’ora e sono rimaste invariate fino ad oggi. Si quindi voluto creare una famiglia dai sapori completamente nuovi e inusuali, una proposta che consente agli intenditori di realizzare una propria collezione. Oltre all’aggiunta di nuove varietà, ulteriori attività di selezione sono in corso ai fini di una maggiore stabilizzazione delle varietà esistenti. Pertanto se intendi creare una tua selezione, questo è il momento opportuno per farlo: sarai certamente in grado di realizzare una gamma di varietà ancora più ampia. Queste piante hanno un “maggior appetito” per i fertilizzanti rispetto ad altre genetiche americane, pur non consumandone tanto quanto quelle europee, quindi raccomandiamo di non eccedere. Non hanno nemmeno bisogno di tanto azoto, in quanto mantengono facilmente una colorazione verde. Si comportano bene con tutti i tipi di nutrienti, anche se coltivate in idroponia. Per massimizzarne il gusto, però, risulta più indicata la coltivazione biologica. Per ogni coltivatore, è insomma una questione di scelte. Come spiega Diggs Terra: “Preferisco un bud meno appariscente, ma dal profumo straordinario, a uno apparentemente perfetto ma con meno aroma.” La Humboldt Seed Organization ha cominciato a lavorare a queste varietà proprio per il loro sapore caratteristico e unico, ereditato dalla famiglia OG Kush e la loro personalità inconfondibile, che si colloca a un gradino più in alto. Siamo ormai in una nuova fase, caratterizzata da gusti più intensi.
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Growing di sudestfam@protonmail.com
Come clonare la cannabis Decalogo per il taleaggio di successo Nella coltivazione di cannabis, il termine clone indica una pianta che è l'esatta riproduzione di una pianta madre, avente lo stesso DNA e quindi caratteristiche genetiche. La cannabis si riproduce per via sessuata o per via asessuata, nel primo caso ci riferiamo al processo di
Vassoio con jiffy pronti all'uso
le prime radici, andando incontro a vari problemi come la manifestazione di malattie fungine che ne pregiudicano l'esito finale. 2. Preparazione delle piante madri Nei giorni che precedono le operazioni di taleaggio, diminuire la quantità di fertilizzante somministrato alle piante madri perché alti livelli di azoto inibiscono il radicamento dei nuovi cloni ed eseguire dei trattamenti fitosanitari a garanzia di piante madri libere da plaghe e malattie. 3. Preparazione delle talee - Le parti migliori di una pianta madre per realizzare la clonazione sono le porzioni dei rami apicali; le parti più alte della pianta presentano maggior vigore rispetto ad altre zone della pianta. Ogni talea deve essere alta almeno 15 centimetri e avere il diametro del gambo di 3-5 millimetri. I cloni, al momento del taglio, vanno immersi immediatamente in acqua priva di cloro per evitare la formazione di bolle
impollinazione di una pianta di sesso femminile da parte di una di sesso maschile, dando vita a nuovi semi. Nella riproduzione asessuata invece viene impiegato un solo esemplare, in questo caso la pianta di sesso femminile e la sua riproduzione avviene attraverso tecniche di taleaggio. La propagazione della cannabis per taleaggio consiste nel prelevare da una pianta prescelta, detta pianta madre, una porzione di un ramo che attraverso alcuni accorgimenti viene indotto a sviluppare un proprio apparato radicale, con l'obiettivo finale di creare una nuova pianta. Ecco un elenco di suggerimenti divisi in 10 sezioni differenti: 1. Elezione delle piante madri - La scelta di una buona pianta madre da replicare è di vitale importanza. Innanzitutto scegliere piante madri che siano in buona salute, se le piante che desideriamo clonare presentano malattie o carenze nutrizionali, incontreremo gli stessi problemi anche nelle nuove talee. Valutare il tempo che impiegano i nuovi cloni per sviluppare un proprio apparato radicale, infatti alcune piante hanno bisogno di molto tempo per sviluppare
Incubatrice
d'aria all'interno dello stelo. Accorciare le punte delle foglie ne diminuisce la traspirazione, in questo modo i giovani cloni mantengono più a lungo le loro riserve nutritive. 4. Trattamenti fitosanitari - Prima di collocare le talee nel substrato di crescita, oltre ad essere provvidenziale risulta essere anche molto efficace eseguire un trattamento contro plaghe e malattie in quel determinato momento. Immergere completamente i cloni in una soluzione pesticida, in questo modo viene trattata l'intera superficie. Una soluzione a base di piretro è un'ottima scelta. 5. Substrato - Per fare radicare le nuove talee, noi di Sud Est Fam utilizziamo dei vassoi completi di substrato pronti per
l'uso. La miscela di torba con cui sono realizzati, possiede delle caratteristiche fisiche che favoriscono lo sviluppo di un apparato radicale forte. Porosità e capacità drenanti sono studiate appositamente per mantenere un certo equilibrio aria-acqua. Inoltre sono arricchiti di sostanze nutritive utili per la vita delle giovani talee. 6. Radicante - Il clonex è il gel radicante preferito dai coltivatori di cannabis, contiene acido indol-3-butirrico, un ormone appartenente alla famiglia delle auxine che stimola la formazione di nuove radici. Immergere la base delle talee in una soluzione di acqua e Aloe vera spremuta, prima di intingerle con il clonex, favorisce il loro radicamento. 7. Ambiente di coltivazione - La temperatura perfetta per il successo della clonazione della cannabis è di circa 25°C e il tasso di umidità deve essere superiore del 80%. Per mantenere costanti queste condizioni è necessario collocare il vassoio con le talee all'interno
Argilla espansa collocata al di sotto dei cloni di un'incubatrice. Riscaldare la base di appoggio dell'incubatrice con delle apposite serpentine favorisce la formazione di nuove radici in pochissimi giorni. La temperatura ottimale della base di appoggio è di 24°C. È nostra abitudine disporre sotto il semenzaio uno strato di argilla espansa bagnata con una soluzione radicante molto leggera per stimolare la crescita delle radici. La fonte di illuminazione deve essere adeguata, due neon fluorescenti tipo T8 da 4 x 18 watt sono sufficienti per illuminare una sola incubatrice. Il fotoperiodo ottimale è di 18 ore di luce e 6 ore di buio. 8. Vitamina B - Le vitamine del gruppo B sono un ottimo supporto nutrizionale per i cloni che ancora non hanno sviluppato un forte apparato radicale. Polverizzare le talee con una soluzione a base di vitamine del gruppo B aumenta il loro vigore e fornisce una marcia in più in attesa che il sistema radicale si sviluppi. Anche polverizzata direttamente sul substrato di crescita risulta efficace. 9. Acclimatamento delle nuove piantine - Quando eseguiamo il trapianto delle talee ben radicate è importante che le radici siano esposte alla luce per il minor tempo possibile, il trapianto di ogni clone va realizzato velocemente. Un
Talea ben radicata contenitore da 0,2 litri è sufficiente per mantenere in stand-by le nuove piantine per almeno 3 settimane. Il tasso di umidità della growroom deve essere superiore del 60% per garantire la sopravvivenza delle nuove piantine; un umidificatore è abbastanza utile a questo scopo. I cloni appena trapianti non devono essere esposti direttamente a fonti di illuminazione troppo forti. Le comuni lampade di coltivazione da 600 watt, nei primi giorni successivi al trapianto, devono essere collocate ad almeno 120 centimetri di distanza dalle piante. 10. Propagatore aeroponico - I sistemi di propagazione aeroponica sono molto efficaci per realizzare il taleaggio della cannabis. I propagatori sono dotati di una vasca che contiene la soluzione nutritiva, chiusa da un coperchio che funge da supporto per le talee; il coperchio è dotato
Scansia di piante in crescita di un numero predefinito di alloggi dove andranno inseriti gli steli per almeno 5 centimetri di profondità. La vasca è attrezzata di una pompa ossigenatrice e di un pompa a immersione che provvede a mettere in circolo la soluzione nutritiva e attraverso degli ugelli viene polverizzata direttamente sulla porzione del gambo collocata all'interno della vasca. Questo sistema garantisce lo sviluppo delle radici in pochissimi giorni. Questa serie di suggerimenti garantisce la propagazione della cannabis con il 100% di successo.
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Mysticanza, Perugia
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Growshop Seedshop Headshop “Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) v. San Francesco, 7 06123 Perugia Tel/wts +39-338-8819198 Shop +39-075-3747740 info@mysticanza.it www.mysticanza.it LUN dalle 15:30 alle 19:30 MAR-SAB dalle 11:00 alle 19:30 pausa 14:00-15:00 DOM chiuso
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Growerline, Pomezia
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Orto Biologico Shop, Cagliari Via Tigello 60 Cagliari Orari di apertura: 09:00 - 13:00, 16:00 - 20:00 Tel. 070-653170 orto_biologico@hotmail.it Sabato sera chiuso
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Orto Biologico Shop
Yerba Santa
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Via Eleonora d'Arborea 65 Cagliari Orari di apertura: 10:30 - 13:00, 16:30 - 20:30 Tel. 070-65990 yerba.santa@hotmail.com Lunedi mattina chiuso
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Dream Planet Smartshop
Do.Is. Growshop Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo
9 Bear Bush Botanical Collective Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 0805536618 +39 3405445453 Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 3939659751 Viale della Rep. 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 3421261029
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EverGreen
Domani Smetto Grow & Seeds Shop
Via Figurella 2 ,Catona 89135 Reggio Calabria Tel 0965/301974 Cell 3886288734
Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì
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16 Canapajò
Head Grow Seeds Shop
Shop & Wholesale Cattolica
Via Pascoli, 60 Tel. 0541 950533 Info: www.canapajo.it - info@canapajo.it
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Organic-Farm Via Gentileschi 3 56123 Pisa Organic-Farm quando hai bisogno di risultati è la chiave del tuo successo, una scelta chiara sicura come il Sole. Nuovo show room. Orari : tutti i giorni dalle 15 alle 20 chiuso la domenica , mattina solo appuntamento Tel: 350-1104613 www.organic-farm.it Instagram : marcoarmillei12@gmail.com #organicfarmpisa
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New Biogroup Alessandria
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Legalized
New Energy Grow Piacenza
Indirizzo: Via Alberto Scoto, 9/A, 29122 Piacenza PC, Italia Orari: Lu-Sa 11-12.30 e 15-19 Telefono: +39 0523 590953
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W W W. N AT U R A L S T O R E . I T
Naturalstore
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Via Cherubini, 6 63074 San Benedetto del Tronto (AP) info@naturalstore.it telefono: 0735 650968
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10 Skunkatania, Favara
Skunkatania, Catania Skunkatania, Ortigia Skunkatania, Modica www.bearbush.it facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari
CHACRUNA Hemp & Growshop Chacruna TRENTO dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso Tel: 0461 922896 Chacruna BOLZANO dal 2013 Via Cavour 3B – Tel. 0471 975106 Chacruna Dispensary e Info Point - dal 2019 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso email: shop@chacruna.it Website: www.chacruna.it FB-INST: ChacrunaShop
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Coltiva con Robert B. di Robert B.
Come sorreggere le piante di cannabis coltivate all’interno L’importanza di osservare le piante durante la crescita
Appena le piante saranno un po’ cresciute, la rete non sarà più visibile.
La cannabis è una pianta in grado di crescere diversi centimetri al giorno in condizioni ottimali. Se coltivata all’interno, poi, non sarà soggetta a una luminosità variabile (dall’alba al tramonto, ma anche quando il cielo è parzialmente annuvolato). Non sarà nemmeno esposta a temperature variabili, precipitazioni o raffiche di vento. Tutti questi fattori, sicuramente, finiscono per irrobustire le piante coltivate all’esterno. Ciononostante, perché assumano la posizione desiderata, sarà sempre necessario sorreggerle con tutori (stecche o legacci). Ma torniamo a occuparci della coltivazione all’interno, che è quella che ci interessa. Il cannabicoltore esperto saprà creare le condizioni ottimali affinché dalle piante spuntino infiorescenze corpose: per effetto del peso i rami tenderanno inevitabilmente a piegarsi verso il basso. Se questo avviene, si formeranno più facilmente funghi e muffe e non sarà più assicurata una sufficientemente illuminazione o
aerazione. In definitiva la quantità e la qualità della resa saranno pregiudicate. In questo articolo mi propongo di fornire un paio di suggerimenti su come assicurare alle nostre piante un sostegno efficace. Con pochi semplici accorgimenti saremo in grado di raddrizzare il loro fusto, esponendole alla luce in modo più uniforme. Nella coltivazione indoor, si distinguono
essenzialmente due situazioni molto diverse in fase di fioritura: vasi destinati ad essere spostati per il completamento della fioritura o vasi che possono restare al loro posto. Se i vasi devono essere spostati, è opportuno assicurare alle piante un sostegno efficiente, con stecche di bambù piantate direttamente nel vaso o utilizzando appositi yo-yo di fissaggio. Lo yo-yo viene ancorato al soffitto trasversalmente da un chiodo
piegato verso l’alto. Il gancio dello yo-yo è poi tirato verso il basso e agganciato alla pianta. Purtroppo, i ganci tendono ad allentarsi e, quando si interviene riportandoli verso alto, finiscono per strappare le foglie. È quindi opportuno far girare il gancio attorno alla pianta e agganciarlo allo stesso filo dello yo-yo. Se invece, per completare la fioritura, le piante non devono essere spostate, è preferibile utilizzare apposite reti da appendere semplicemente sopra ogni esemplare, che verranno poi distese longitudinalmente, prima che inizi la fioritura. Secondo la vigoria delle piante, la rete potrà essere allungata un po' più in basso o un po’ più in alto. Normalmente, le piante hanno bisogno di supporto solo quando iniziano realmente a fiorire. La rete, pertanto andrà a coprire dal centro
53 al terzo superiore dell'altezza della pianta. I rami di ciascun esemplare cresceranno attraverso le maglie della rete e saranno sostenuti dalla stessa. Poiché le piante tendono a crescere verso la luce, l’area più illuminata nella sala di coltura sarà caratterizzata da un’esplosione di verde. Al momento del raccolto, si potranno recidere i rami che fuoriescono dalla rete per poterla poi riutilizzare o, in alternativa, tagliarla e utilizzarne una nuova al ciclo di coltivazione successivo.
Utilizzando sempre la stessa rete e con un buon sistema di fissaggio in sala di coltura sarà comunque tutto più semplice. Non saremo infatti costretti a sorreggere ogni pianta con uno yo-yo o una stecca di bambù. Al di sopra delle piante potremo inoltre installare lampade su guide, che la presenza di yo-yo sistemati a soffitto, invece, impedirebbe. Occasionalmente, anche in un sistema professionale con coltivazione
idroponica, ha senso continuare a spostare le piante rispetto alla loro posizione iniziale. Come tutti gli esseri viventi, ci sono piante che crescono più velocemente e sono di taglia più grande rispetto alle altre. Avremo pertanto cura di collocare quelle più basse sotto le lampade, mentre quelle più grandi verranno spostate ai margini della sala. Ovviamente questi spostamenti non saranno possibili se abbiamo installato delle reti di sostegno, a meno che, prima della fioritura, non siamo in grado di
intuire che portamento avranno i nostri esemplari. La rete di sostegno risulta inoltre poco indicata tutte volte in cui siamo obbligati a spostare le piante per sostituire un dispositivo o perché è saltato un tubicino dell’impianto di irrigazione. In questi casi siamo costretti a distruggere la rete applicata e a sostituirla con stecche di bambù e yo-yo. Le stecche di bambù sono facilmente riutilizzabili. Inoltre negli shop di giardinaggio è possibile reperire clip
Indica Sativa Pro 2020 Il 3 e 4 ottobre 2020 si è tenuta a Bologna la prima edizione di Indica Sativa Pro, la due giorni B2B riservata agli operatori del settore canapa. Produttori, distributori, commercianti: un evento unico che ha voluto sviluppare un concetto nuovo in Italia, quello di un incontro conviviale dedicato ai professionisti, concepito per i professionisti e in tutto e per tutto voluto affinché le varie anime della nostra industria potessero tornare a vedersi per parlare di business. Lo staff di Indica Sativa Trade è già al lavoro per una nuova grande edizione in forma classica di Indica Sativa Trade, ma se questo non fosse possibile causa Covid, è in preparazione un’edizione Hybrid oppure nuovamente B2B. In ogni appuntamento per PRIMAVERA 2021
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BIGGEST LEADER
54 Indice pubblicità Nome Pagina
Growerline 50-51
Advanced Hydroponics of Holland
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GrowShop Wholesale
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Advanced Seeds
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Happy Life
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Hemphilia 37
Art Genetix
Atami 31
Hemporium 50-51
Bahia 40
HRG 40
Bahia 50-51
Humboldt Seed Organization 9
Barney's Farm
26
Hydrorobic
Bear Bush
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Idroponica.it 1
Bear Bush
50-51
Indoorline 31
Bio Nova
1
Jorge Cervantes
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Bio Nova
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La Bottega del Verde
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Buddha Seeds
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Legalized
50-51
Campo di Canapa
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Linea - Herba
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Particolare di un gancio dello yo-yo per piante. È meglio far passare il gancio attorno alla pianta e agganciarlo allo stesso filo di plastica dello yo-yo.
Canapajo 50-51
Mycologics
Canna 2
Mysticanza
50-51
piante e, pertanto, queste devono aver già raggiunto una certa taglia prima di poterli applicare.
Chacruna 50-51
Natural Store
50-51
City Jungle
Near Dark
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Cvltvs 45
New Biogroup
50-51
Ovviamente in fase di crescita si distinguono varietà piccole, tozze e stabili e varietà più grandi, ma pur sempre stabili. L’instabilità o meno di queste “dame di cuori” sotto le lampade dipende dai metodi di coltura o dalla situazione di partenza. Spesso non serve applicare tutori di sostegno alle piante coltivate, almeno non a tutte. Il nostro obiettivo potrebbe essere di ottenere cime di una certa consistenza. A tale scopo collocheremo 25 piantine su uno spazio di un metro quadro. Prima della fioritura o all’inizio della stessa, dovremo rimuovere dal fusto principale i germogli laterali. Otterremo così, sotto le lampade, 25 cime spesse che, normalmente, non avranno bisogno di essere sostenute. Vi sono però varietà che tendono a non lignificare durante la fioritura, a differenza di altre varietà, e sviluppano pertanto rami flessibili che, con l’esplosione della fioritura, presto si piegano verso il basso.
Dinafem Seeds
1
New Energy
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Dinafem Seeds
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Ora Legale
50-51
Do.Is. 50-51
Organic Farm
50-51
Domani Smetto
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Orto Biologico Shop
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Dream Planet
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Paradise Seeds
1
Dream Planet
50-51
Paradise Seeds
45
Dutch Passion
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Procare
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Dutch Trimming Company
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Seed Side the
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per piante o fascette, ugualmente riciclabili. Questi articoli si trovano nella categoria “legature per piante”. Sistemare bene i legacci richiede sicuramente un po’ di tempo. Però, tenendo conto che stecche di bambù piantate in stuoie di lana di roccia o bancali ‘flusso e riflusso’ non hanno molta tenuta, gli yo-yo sono sicuramente preferibili in queste situazioni. Una volta fissato un numero sufficiente di ancoraggi a soffitto, si possono facilmente posizionare tutti gli yo-yo necessari e non resta poi granché da fare. Tutto ciò per dire che sta a noi adattarci alla tecnica scelta. Saremo così in grado di assicurare alle piante il sostegno adeguato. I rami non si intrecceranno fra loro e le piante saranno, nell’insieme, più aerate. L’umidità non ristagnerà, le muffe non attecchiranno o, comunque, non causeranno danni. La maggiore esposizione alla luce si tradurrà in una migliore crescita. In questo modo, esemplari che normalmente sono messi da parte per il peso delle infiorescenze possono invece essere gestiti in modo più efficiente con una rete per piante, già quando il ciclo di luce cambia da 18/6 (18 ore di luce su 6 di buio) a 12/12 o anche dopo, utilizzando stecche di bambù o yo-yo. Gli yo-yo esercitano una certa trazione sulle
Svariati fattori intervengono nella coltura della cannabis e, per le nuove varietà, molti aspetti si scoprono solo quando vengono coltivate. Se non siamo sicuri che una rete per piante faccia al caso nostro e temiamo invece che si riveli controproducente, possiamo sempre optare per le stecche di bambù o gli yo-yo.
Risposte al quiz a pagina 44 1. C 2. A 3. D 4. B 5. D 6. A 7. D 8. C 9. A 10. B
11. A 12. A 13. D 14. B 15. A 16. C 17. A 18. D 19. D 20. B
45
Evergreen 50-51
Skunkatania 50-51
Evergreen 50-51
Sweet Seeds
1
Fior di Canapa
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Sweet Seeds
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Gea Seeds
1
Colofon Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV P.O. Box 362, 5460 Veghel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Stoney Tark, Rich Hamilton, G.B.I., e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L'editore si propone di mettere in luce
il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.
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Febbraio 5 2021