Soft Secrets Italy 0421

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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

www.softsecrets.com | Numero 4 - 2021 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

LA CASA DEI FAMOSI STRAIN WAPPA - SENSI STAR - L.A. AMNESIA ORIGINAL WHITE WIDOW - NEBULA ACID - ATOMICAL HAZE - PANDORA

USA sempre più vicini alla legalizzazione federale Gli USA si stanno avvicinando ad un punto di svolta sulla legalizzazione della cannabis. Quasi la metà del paese - circa il 44% della popolazione - ora vive in uno stato dove la marijuana è legale o dove presto sarà legale consumarla solo per divertimento. Negli ultimi mesi infatti, ben cinque stati hanno legalizzato la cannabis per uso ricreativo: New Jersey, New York, Virginia, New Mexico e, ultimo a legalizzare lo scorso 22 giugno, il Connecticut. Si tratta di un enorme cambiamento che ha avuto luogo in pochi anni: un decennio fa la cannabis ricreativa era illegale su tutto il territorio; ora, 18 stati e Washington DC, hanno legalizzato la marijuana. E 6 di questi lo hanno fatto con semplici leggi, senza nemmeno dover passare dalle urne.

Dal punto di vista economico, la cannabis legale ha creato una nuova grande industria in stati molto popolosi - primo tra tutti la California - e il cannabusiness americano spinge per continuare ad espandersi. Uno dei vicini degli Stati Uniti, il Canada, ha già legalizzato l'erba, e l'altro - il Messico probabilmente la legalizzerà presto, creando un mercato internazionale che potenzialmente abbraccia mezzo continente. Nell'arco di due decenni poi, la legalizzazione della cannabis è passata dall'essere una questione spinosa nell'opinione pubblica, a coprire sempre più spazio nel dibattito. Nel 2000, solo il 31%

degli americani sosteneva la legalizzazione mentre il 64% si opponeva. Nel 2020 i numeri si sono ribaltati: il più recente sondaggio Gallup sull'argomento ha mostrato come il 68% del paese sostiene la legalizzazione mentre solo il 32% è contrario. Ci sono alcune possibili spiegazioni per questo

capovolgimento. Il fallimento generale della guerra alle droghe per fermare la tossicodipendenza diffusa (vedi l'epidemia di oppioidi), così come i danni sociali causati dalle politiche punitive che la guerra alle droghe ha portato, hanno indotto molti

GRATIS

americani a desiderare un nuovo approccio da parte del Governo. L'opinione pubblica è arrivata a vedere la cannabis come meno dannosa delle altre droghe legali come l'alcol o il tabacco. L'avvento di internet ha poi probabilmente accelerato alcune di queste conversazioni e la diffusione della marijuana medica potrebbe infine aver mostrato che gli USA possono gestire tranquillamente la legalizzazione. A questo punto, la completa legalizzazione della cannabis a livello federale è più una questione di "quando", non più di "se". Quello che è meno chiaro è come accadrà. Forse sarà una lenta battaglia stato per stato prima che il governo federale metta fine alla sua proibizione sulla cannabis; o forse l'azione federale porterà a una raffica di stati che decideranno in proprio. Quello che è diventato ormai chiaro è che la legalizzazione alla fine vincerà. Certo, potrebbero volerci

ancora anni prima che diventi una realtà su tutto il territorio statunitense ma la legalizzazione della cannabis pare proprio sia - come dicono loro - is here to stay. di Giovanna Dark


@CANNAItaly

cannaitalia.official

www.canna-it.com


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IL MERCATO GLOBALE DELLA CANNABIS

FRA PASSATO RECENTE E FUTURO PROSSIMO

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AYAHUASCA PURPLE

THE DOC SI IMBATTE NELLA MASSIMA STRAVAGANZA INDICA

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TEST DI COLTURA DELLA NUOVISSIMA RUNTZ XL AUTO® DI SWEET SEEDS® UN DELIZIOSO SAPORE DI GELATO, COOKIE E FRUTTA!

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MANUTENZIONE DELLE COLTURE OUTDOOR

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UNA STORIA PERSIANA

DARIUSH CI RACCONTA COME HA SFIDATO LA TEOCRAZIA IRANIANA UNA PIANTA ALLA VOLTA



YOUR PASSION OUR PASSION DUTCH PASSION www.dutch-passion.com


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LIFESTYLE

OVERJAM INTERNATIONAL REGGAE FESTIVAL Una frontiera naturale che da secoli è un luogo di scambio

ed incontri, Sotočje, un luogo che se non conoscete dovete assolutamente visitare. In questa cornice tanto bella da sembrare un sogno ad occhi aperti, dal prossimo 5 all'8 agosto si terrà la nona edizione dell'OverJam International Reggae Festival. Appuntamento a Tolmino in Slovenia, a due ore da Venezia, a festeggiare la libertà sulle sponde dell'I-sonzo. Per gli amanti della natura e soprattutto della musica, un festival che unisce le vibrazioni musi-cali a quelle della terra, dove la convivialità è seconda solo alla voglia di divertirsi. Soft Secrets ha in-contrato Fulvio dell'organizzazione, per presentare un festival che non è solo musica ma tanto altro... SSIT: Allora, cosa avete in mente per gli amanti del reggae? Questi sono gli anni in cui bisogna ricostruire una scena e ripartire da dove ci eravamo lasciati, e anche molto bene. L'edizione del 2019 è stata una delle più riuscite e stavamo preparando un'edizione molto internazionale, con diversi nomi dalla Giamaica e dagli Stati Uniti, oltre che dal Regno Unito. Ora dobbiamo guardare avanti e fare un'edizione speciale di ripartenza. Daremo spazio a grandissimi artisti europei e stiamo organizzando tutte le attività diurne: workshop, sport, area kids, dibattiti e, soprattut-to, un bel sound potente in spiaggia che ci terrà compagnia per tutto il giorno, mentre nel pomeriggio inizieranno i concerti sul palco principale, il Maver stage.

SSIT: Se dovessi pensare alle edizioni trascorse, che sensazioni emergono? È stato incredibile vivere tutti gli anni i vari processi di cambiamento interno e dell'intera scena reggae, dancehall e dub. Saremo sempre riconoscenti a tutte e tutti coloro che hanno aiutato negli anni ed han-no messo sempre il massimo impegno in tutto. Saranno sempre i benvenuti. Purtroppo qualche anno fa è venuto a mancare uno dei pilastri delle prime edizioni, Sandi Maver, a cui abbiamo intitolato il palco principale. La prossima edizione sarà la decima, per noi è un

grandissimo traguardo, ed era il nostro primissimo obiettivo: durare almeno 10 anni! E la stiamo già preparando e abbiamo due bellis-sime sorprese! Pare che a settembre di quest'anno la Slovenia si prepari a liberalizzare completamente le cosiddette "droghe leggere", pertanto crediamo che quella del 2022 possa veramente essere un'edi-zione molto ma molto sentita da parte del nostro pubblico!

SSIT: Cos'ha di diverso l'OverJam rispetto agli altri festival? Nella produzione del festival ci sono fondamentalmente italiani e sloveni, ma anche spagnoli, croati, serbi. Alcuni di noi vivono alle Canarie, altri a Milano, Barcellona, Londra. Una collega è in Indonesia e ci raggiunge in agosto, mentre il nucleo del team di base è tra Trieste, Gorizia, Udine, e ovviamente nella capitale dello stato che ci ospita, Lubiana. Per questo motivo è un festival diverso perché questo mix riesce a dare un taglio davvero "europeo", nel senso che è uscito fuori così, ma in un territorio inconfondibile: il verde della Slovenia e delle sue fantastiche colline e montagne. È un festival dove ci sono ormai più di 200 under 12, che un giorno diventeranno magari, con il po-tere del passaparola di un'esperienza magnifica vissuta da bambini - 1000 o più nuovi teenager che potranno trovare in OverJam, ma soprattutto nel reggae, quella passione

per questa musica e per la natura che ha travolto tutti noi tantissimi anni fa e che cerchiamo di trasmettere.

SSIT: Oltre ai concerti state pensando di organizzare altre attività per il pubblico? Il festival inizia la mattina e finisce la sera tardi, o la mattina molto preso, dipende da come la si vede. C’è un’area dedicata ai bambini con attività quotidiane

magnifiche renderanno il tutto ancora più mistico.

SSIT: Hai un messaggio per i lettori di Soft Secrets? Vi chiediamo di supportare la musica dal vivo, gli artisti e i promoter che da anni hanno cercato di fare cose incredibili nonostante questo sia un lavoro che pone sempre delle condizioni assurde e dei rischi veramente importanti e sotto diversi

PER GLI AMANTI DELLA NATURA E SOPRATTUTTO DELLA MUSICA, UN FESTIVAL CHE UNISCE LE VIBRAZIONI MUSICALI A QUELLE DELLA TERRA, DOVE LA CONVIVIALITÀ È SECONDA SOLO ALLA VOGLIA DI DIVERTIRSI organizzate dalle operatrici e dagli operatori multi-lingua. Ci saranno workshop, dibattiti presso la nostra University, attività sportive e motorie, musica diffusa. Ma anche una spiaggia incredibile con un bel sound e selecter e dj di qualità, che ani-meranno tutta la giornata in riva al fiume, dove le vibrazioni e la compagnia di persone

punti di vista. Cercate di aiutare i festival, quando possibile cerca-te di tenere i biglietti validi per la prima edizione utile. I festival prima o poi si faranno, ma se i festival dovranno rimborsare tutti i biglietti, poi non potranno più ripartire, e verranno così divorati dalle gran-di multinazionali dello show business. Noi vogliamo fare la decima edizione nel 2022 e quindi con-tiamo anche su di voi!


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PRODUCTS

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CANNACURE. UNA DIFESA ANTIPARASSITARIA AL 100% NATURALE PER LE TUE PIANTE. CANNACURE è uno stimolatore della crescita che ha la particolarità di combattere anche i parassiti più comuni delle piante (ragnetto rosso, cocciniglia, afidi, ecc..) rispettando l’ambiente. I laboratori di ricerca di CANNA hanno creato un prodotto unico che ha più funzioni: • •

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COLTIVA CON STONEY TARK

SOG (SEA OF GREEN) SPIEGATO La cannabis è una pianta così varia e il modo in cui siamo in grado di coltivarla indoor ci consente di alternare una lunga coltivazione stagionale, per produrre una rapida rotazione e raccolti abbondanti. Sea of Green è il nome dato a un sistema che prevede un gran numero di piante di piccole dimensioni, che vengono volutamente mantenute piccole durante la fase di crescita e, una volta fiorite, raggiungono un’altezza media. Nell’articolo troverete tutto quello che dovete sapere sul S.O.G. e sui benefici derivanti.

come il low stress training, il super cropping, la potatura e la cimatura. Le piantine o i cloni vengono semplicemente lasciati ad allungarsi e a crescere fino a raggiungere un’altezza media, nel migliore dei casi. Se non vi

accuratamente le varietà più adatte secondo i selezionatori, poiché questo vi renderà la vita molto più facile a lungo termine e, non da ultimo, al momento di selezionare le piante madri migliori per il S.O.G.

Nessun bisogno di vasi grandi Le piante più piccole andrebbero coltivate in vasi da 6,5 l e mai in

nutrienti per la crescita e di potenziatori radicali. • Si ottiene una veloce rotazione del raccolto. • È perfetto per la coltivazione su scala commerciale. • Non è richiesto alcun training delle

Cosa significa SOG? Avete mai fatto fiorire le piante nella vostra tenda o nel vostro spazio di coltura e avete poi pensato che avreste potuto riempire molto di più lo spazio? O forse avreste potuto facilmente aggiungere un numero superiore piante o dedicare del tempo per il training che avrebbe assicurato uno spazio di coltura pieno da parete a parete? Un allestimento Sea of Green vi darà esattamente questo risultato e, come indica il suo nome, quando le piante sono pronte per il raccolto, troverete letteralmente un mare verde di piante. Naturalmente, potete comunque riprodurre il tutto in un piccolo spazio di coltura, quando dovete decidere se è meglio avere piante grandi che richiedono tempo per la formazione, o tante piante più piccole.

Fase vegetativa breve Durante la fase di crescita in fotoperiodo 18/6, quando le piante di Cannabis stanno formando radici e foglie, è meglio lasciare alle piantine fino a 10 giorni e ai cloni radicati 7 giorni di tempo vegetativo. Uno dei vantaggi nel mantenere la fase di crescita estremamente breve è che la quantità di nutrienti utilizzati è ridotta al minimo, il che fa in modo che i vostri flaconi di nutrienti durino molto di più. L’altro vantaggio è che le vostre bollette elettriche saranno notevolmente ridotte rispetto a quanto non accadrebbe coltivando una pianta grande con fase di crescita di 6-8 settimane.

Non è richiesto training delle piante Perfetto per la coltivazione su scala commerciale, il Sea of Green non richiede alcun training delle piante

Un S.O.G. su scala commerciale. sentite a vostro agio con il low stress training o l’high stress training, l’S.O.G. può sicuramente essere l’alternativa perfetta per voi.

Quali varietà funzionano meglio? Se avete mai sfogliato un catalogo di semi, avrete notato che il selezionatore spiega come la varietà si presti al S.O.G. o allo SCROG. Lo fa perché la struttura di crescita, le dimensioni e il tempo di fioritura saranno più adatti a un allestimento Sea of Green. Normalmente le piante di indica e le piante corte e tozze funzionano meglio, perché crescono fino a raggiungere un’altezza di circa 75-100cm. Anche alcuni ibridi possono essere una buona scelta, ma quelli a predominanza indica saranno anche i più regolari. Un buon consiglio è quello di ricercare

contenitori grandi come quelli da 10 l o più. Le piante semplicemente non avranno la possibilità di riempire i vasi di radici, quindi in questo caso si consiglia di lavorare con vasi da 6,5 l a 9 l. In una tenda da 1,2 metri, per esempio, potreste avere 16 vasi da 6,5 l ed essere pronti a raccogliere nel giro di 9 settimane, a condizioni che abbiate una varietà con 8 settimane di fioritura. Se seguite tutto con attenzione e coltivate le migliori piante possibili, dovreste riuscire ad avere una tenda piena di cime di alta qualità.

I 7 vantaggi: • Le bollette dell’elettricità sono ridotte, dato che il fotoperiodo 18/6 è necessario solo per 7-10 giorni al massimo. • Sono necessarie piccole quantità di

piante. • Si raccolgono piante di dimensioni da piccole a medie. • È ideale per piccoli spazi e un’altezza limitata.

Raccolti perpetui: Uno dei vantaggi principali di un allestimento Sea of Green è che si può raccogliere ogni 8-9 settimane, a seconda di quanto ci mette la vostra varietà a portare a termine il rispettivo ciclo. Questo significa che quando un coltivatore che dedica 8-10 settimane alla vegetativa di una pianta enorme con un sistema SCROG vedrà la pianta fiorire, un altro coltivatore che ha usato un allestimento S.O.G. sarà già pronto per il secondo giro.


Advanced Hydroponics of Holland since 1993

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CANNABUSINESS di Fabrizio Dentini

Il mercato globale della cannabis: fra passato recente e futuro prossimo ha visto davvero accelerare il ritmo del settore. L'acquisizione di GW Pharmaceuticals per 7,2 miliardi di dollari da parte di un operatore farmaceutico, non legato alla cannabis, è particolarmente simbolica ed ha fissato davvero un punto di riferimento per gli altri attori dello stesso settore in termini della possibilità dei risultati da raggiungere nel lungo termine. In ambito medicinale, la fusione di Tilray e Aphria è un altro esempio importante. Per quanto riguarda il CBD, alla fine del 2020, la sentenza della Corte di Giustizia UE ha dato un serio impulso all'industria in Europa. Inoltre, stiamo assistendo alle prime IPO [ndr. offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato] di successo di aziende di cannabis europee - un territorio abbastanza nuovo per l'industria.

SSIT: E per quanto riguarda i paesi che hanno legalizzato la cannabis al di fuori del consumo medico

Barbara Pastori è Direttrice del Consulting Services presso Prohibition Partners, il principale consulente mondiale ad occuparsi esclusivamente del mercato della cannabis. Previsioni di mercato, approfondimenti legislativi, analisi dei dati, studio delle licenze governative, esame dei consumi e della logistica, intelligence e strategie per entrare nell’industria della pianta che promette essere il cavallo su cui puntare nel ventunesimo secolo. SSIT: Il mercato della cannabis ha delle peculiarità rispetto ad altri mercati? Per prima cosa, in molti paesi le aziende di questo settore non possono ancora quotarsi in borsa il che, ovviamente, è una delle principali peculiarità del mercato. Spesso, poi, quando si fanno previsioni future, le aziende attive in questo settore sono estremamente esposte ai cambiamenti politici e normativi e

quindi le previsioni possono variare drasticamente rispetto alla realtà. Molte aziende lavorano sia nel campo medico che ricreativo ed operano, quindi, in due ambiti completamente diversi. Uno è regolamentato molto pesantemente in termini di qualità e controllo, mentre l'altro non lo è. La struttura dei costi nelle operazioni differisce enormemente. Altre aziende, invece, sono più focalizzate sul settore farmaceutico e dovrebbero essere paragonate ad altre aziende

farmaceutiche che quindi assumono costi come gli studi clinici o per i brevetti farmaceutici. Invece sono spesso paragonate ad altre aziende di cannabis, anche se condividono poche somiglianze.

SSIT: Che anno è stato sino ad ora il 2021 per il mercato globale della cannabis? Sotto un'ampia prospettiva, il 2021

Anche dal punto di vista della cannabis ricreativa i progressi sembrano avvenire un po' più velocemente del previsto. Negli Stati Uniti continua l’effetto domino. La legalizzazione di New York è stata certamente una pietra miliare e, con ogni successiva legalizzazione statale, aumenta la pressione su Washington per affrontare la questione a livello federale. Anche in Europa le cose iniziano a muoversi. I Paesi Bassi stanno implementando il loro progetto pilota per la supply chain legale, la Svizzera ha iniziato un progetto pilota e il Portogallo sta preparando un disegno di legge per la piena legalizzazione che, questo o il prossimo anno, sarà votato in Parlamento con una seria possibilità di essere approvato. L'aspetto più interessante sarà vedere quali paesi sono disposti a compiere questo passo avanti pionieristico e in quale direzione. La domanda è quale sarà il prossimo Canada, o Uruguay. In Europa i governi sembrano diventare più audaci nei loro passi verso la legittimazione e la regolamentazione; in America Latina, il Messico ha fatto passi da gigante nella legislazione, mentre Brasile, Paraguay, Argentina stanno andando avanti con


11 l'approccio terapeutico. A livello globale sembra che i governi siano più che mai disposti ad agire e c'è la sensazione che il tabù sulla cannabis stia svanendo rapidamente e che gli aspetti positivi per più settori della società diventino evidenti.

SSIT: Pensa che l'Italia sarà all'altezza di questa corsa all'oro verde? Tutto è possibile. Nel complesso l'Italia è stata pioniera nell'ambito legislativo per la cannabis medicinale e, anche se si fanno sempre due passi avanti e uno indietro, ha visto lo sviluppo di una forte industria del CBD. Per questo motivo, nel prossimo decennio, in termini di capitalizzazione della più ampia crescita dell'industria della cannabis, l'Italia ha molto terreno da recuperare. Abbiamo un sistema di produzione inefficiente, troppo controllato dal governo. Al di fuori del CBD, visto che manca un quadro legale per consentire la crescita del business della cannabis medicinale di proprietà italiana, c'è poco spazio per l'imprenditorialità. Quello che va a nostro merito è che almeno abbiamo un sistema per curare i pazienti. Su piccola scala, siamo consapevoli dell'emergere di cliniche private specializzate in cannabis e tali realtà possono essere creative nell'uso commerciale dei dati su pazienti anonimi, poiché i dati sono un punto nevralgico per il settore.

SSIT: Mancano pochi mesi al terzo anniversario della legalizzazione della cannabis in Canada. Cosa può insegnare questo paese al resto del mondo? Ci sono molti insegnamenti che possiamo trarre dal Canada, non ultimo la dimensione dell'opportunità in termini di sviluppo di un'industria nazionale per la cannabis. Nel 2020,

solamente le vendite di cannabis ricreativa hanno raggiunto oltre 1,7 miliardi di euro, il che significa entrate fiscali significative per lo Stato. Al momento le vendite legali superano il mercato nero, un risultato importante che rappresenta il successo del passaggio da un mercato illecito e non regolamentato ad uno legittimo e completamente regolamentato. Inoltre, il numero di pazienti curati con cannabis medica è nell'ordine di centinaia di migliaia, con ognuno di essi in grado di accedere a medicine a base vegetale per varie condizioni e a prezzi accessibili. Questo ovviamente non è il risultato della legalizzazione di tre anni fa, ma delle politiche a lungo termine sulla cannabis medica. L'implementazione di un quadro per l'uso di cannabis medica è un processo che richiede tempo, il Canada ha iniziato presto e ora gode dei benefici dell'attuazione di tali politiche anni fa. Altri paesi dovrebbero prendere l'esempio canadese e usarlo sia come dimostrazione del potenziale positivo della cannabis, sia come un comodo banco di prova che indica alcune delle potenziali insidie della legalizzazione della cannabis.

SSIT: Quali sarebbero a suo parere le insidie da evitare? La prima quella di non creare le condizioni per un mercato secondario per le licenze di produzione da vendere privatamente al miglior offerente. Poi lavorare per evitare imbottigliamenti nella supply chain, come quello affrontato dal Canada, a causa della lenta implementazione dei negozi per la vendita al dettaglio di cannabis. In ultimo, gestire l'approvvigionamento, cioè evitare le condizioni che, come attualmente avviene in Canada, possono condurre ad un'offerta eccessiva di stocks. La situazione canadese è ancora in fase di sviluppo, ma è normale che il primo paese ad aprire le danze incontrasse problemi

e difficoltà. D'altra parte questo ovviamente aiuterà molti altri paesi a stabilire i propri mercati legali.

SSIT: Si trova spesso ad analizzare un mercato come quello della cannabis che deve competere con una sorta di duplicazione illegale? Che tipo di dinamiche comporta questo confronto? La dinamica del mercato ricreativo rispetto al mercato nero è interessante. La qualità del prodotto per prima cosa, è più standardizzato sul lato legale ma a volte i coltivatori legali fanno fatica a raggiungere gli standard degli esperti grower illegali (anche a causa delle grandi dimensioni delle coltivazioni industriali legali). In un certo senso, la cannabis è come il vino, piantare le stesse piante in una coltivazione intensiva industriale raramente porterà ad un prodotto comparabile o migliore quello prodotto da un piccolo coltivatore con decenni di esperienza. In aggiunta, la regolamentazione ed i requisiti di sicurezza necessari gravano sui coltivatori legali, con un impatto importante su processi e costi. I consumatori sono felici di pagare un extra per ottenere il prodotto attraverso canali legali, ma solo fino a un certo punto. Il mercato nero in questo modo ha l'effetto di far scendere i prezzi nel mercato legale al dettaglio, perché altrimenti il trade off sarebbe troppo elevato. Infine in termini di potenza, usiamo sempre l'esempio del proibizionismo dell'alcol. Durante il proibizionismo la maggior parte degli alcolici erano liquori piuttosto che birra. È logico, infatti, che quando si tratta di contrabbando, si miri a prodotti altamente concentrati per ridurne, il più possibile, il volume. Questa è la tendenza che, negli ultimi decenni, abbiamo visto per il mercato nero della cannabis, con livelli di THC

che sono aumentati considerevolmente rispetto a 20-30 anni fa (più che duplicati). Ora, con l’instaurazione di un mercato legale, stiamo assistendo, per una proporzione significativa del mercato, all'emergere di strain bilanciati e a bassa percentuale di THC, poiché i consumatori hanno più potere per scegliere la loro preferenza.

SSIT: In Canada, l'ascesa del mercato della cannabis coincide con un periodo storico in cui il consumo di tabacco e alcol, grazie anche alle politiche pubbliche attuate, tende a diminuire. Quali impressioni hai sviluppato in questo senso? Naturalmente si è tentati di indicare le due tendenze inverse e rivendicare la causalità. Tuttavia, in Canada, l'uso di tabacco è in calo da decenni e l'uso di alcolici effettivamente è aumentato durante la pandemia. Dai dati disponibili, comunque, la cannabis sembra avere certamente un effetto riducente ed è utilizzata come prodotto sostitutivo in entrambi i casi.

SSIT: Con quale trend stanno investendo le multinazionali del tabacco e degli alcolici in questo nuovo mercato? Le multinazionali dell'alcol sembrano prendere di mira il mercato delle bevande alla cannabis, e questo non sorprende. I due principali esempi sono AB Inbev che collabora con Tilray e Constellation Brands che investe in Canopy Growth. Big Tobacco ha un punto di ingresso meno ovvio, ma British American Tobacco acquisendo una partecipazione del 20% in Organigram, un coltivatore e produttore di prodotti a base di cannabis, ci da qualche indicazione sul tipo di investimenti ai quali probabilmente assisteremo.


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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Ayahuasca Purple: The Doc si

imbatte nella massima stravaganza Indica “Devo assolutamente rimediarla!” – Avendo coltivato innumerevoli varietà per decenni, non capita spesso che il master grower The Doc venga assalito da un estremo desiderio di possesso quando si imbatte in una nuova varietà di cannabis. Lui è stato immediatamente catturato dal forte tocco esotico espresso sia dal nome che dal pedigree della pianta “Ayahuasca Purple” di Barney’s Farm. La sua supposizione che “Ayahuasca” (un infuso psichedelico di erbe del Sud America) si riferisse a un’origine sudamericana si è però rivelata sbagliata. Sorprendentemente è una pianta del Nord del Vietnam, chiamata Red River Delta, che conferisce ad Ayahuasca Purple il suo esotismo. Barney’s Farm l’ha ricevuta come regalo diversi anni fa, e quando ha effettuato i test di coltivazione su di essa ha scoperto che era una pianta molto attraente, con un gioco di colori rosso rubino e viola. Incrociarla con la classica Master Kush ha dato vita a un ibrido perfetto con quasi il 100% di geni Indica e con un livello di THC di oltre il 20%. La pianta ha ereditato i meravigliosi colori di Red River Delta e, grazie alla quantità cime dense e grandi, è in grado di produrre raccolti eccezionali che arrivano fino ai 650 g/m2 in 55-65 giorni di fioritura. Questo strain si comporta molto bene anche all’aperto sotto la luce del sole, arrivando a maturazione nella terza o quarta settimana di settembre. Come si addice alle Indica eccellenti, Ayahuasca Purple è dotata di un effetto sedativo piuttosto forte che però non ti mette fuorigioco, ma fa sentire i consumatori spensierati se non euforici, agendo potenzialmente come stimolo per socializzare con gli altri. Questa varietà propone una tavolozza variegata di sapori; secondo Barney’s si distinguono gusti di lavanda, mango e nocciola, mentre una deliziosa fragranza di papaya spicca nel menu olfattivo che presenta anche note terrose e pungenti.

Un modello di crescita sorprendentemente aperto Dunque, una volta ricevuti i suoi semi di Ayahusca Purple, Doc si è gioiosamente messo a lavorare. Per prima cosa ha fatto i complimenti a Barney’s per il modo di impacchettare i semi: “Questi blister sono strepitosi, super saldi e trasparenti, proprio come dovrebbero essere!”. Nel giro di tre giorni i due semi piantati sono germogliati e hanno iniziato a crescere rapidamente. Alla seconda settimana di crescita vegetativa, The Doc ha osservato: “per essere 100% Indica, queste due piante mostrano una crescita piuttosto vigorosa e una ramificazione precoce con una struttura aperta per via della spaziatura internodale abbastanza ampia, e ciò mi rende felice! Dato che questo tipo di crescita permette alla luce di raggiungere

le cime laterali e le intersezioni tra fusto e rametti, viene favorita la crescita di grosse cime. Sorprendentemente le foglie a ventaglio sono più sottili di quanto mi aspettassi da un’ Indica.” Al termine delle tre settimane di vegetativa, ha cambiato il fotoperiodo da 18/6 a 12/12 per portare a fioritura le piante, che misuravano 37 e 41 cm di altezza.

La fase di fioritura: le piante sembrano essere cadute in un secchio di vernice e presentano una immensa spolverata di cristalli La fioritura andava avanti da tre settimane quando Doc ha riferito: “Sono molto compiaciuto del modo in cui queste due piante si stanno comportando. La loro forte tendenza ad allungarsi è continuata

in questo primo stadio della fioritura, e una di esse sta già diventando viola – evvai! Su quei lunghi rami sono comparsi, fitti fitti, tantissimi piccoli fiori che crescono di giorno in giorno.” Tre settimane dopo – ha proseguito – “le piante hanno continuato ad allungarsi per quattro settimane e mezzo come se non ci fosse un domani, arrivando a triplicare la loro altezza, qualcosa di molto raro per una pianta 100% Indica. Sembra che entrambe siano cadute in un secchio di vernice, mostrando su foglie e cime uno spettro di colori che va dal rosso al viola; ed eccola di nuovo, la mia amata caramella per gli occhi! Già adesso, Ayahuasca Purple ha mantenuto la promessa di colore del suo nome. L’atipica natura Indica di queste piante si manifesta anche nelle loro cime che, diversamente dalla maggior parte delle piante 100% Indica, hanno un alto rapporto calice/foglia. La perfezione generale è completata dal fatto che, già adesso, le infiorescenze e le “sugar leaves” sono ricoperte da una manto di stelle pieno di ghiandole di resina. Ed essendo queste ancora lontane dalla maturazione totale, la produzione di resina andrà certamente ad aumentare. Ad ogni modo, questo strain ha molto da offrire non solo

ai miei occhi, ma anche al mio naso – le cime emanano una fragranza inusuale, in cui spiccano soprattutto toni fruttati e tropicali, sostenuti da una pennellata terrosa speziata con una leggera nota di benzina.”

Fine del ciclo di vita molto puntuale, cime dannatamente resinose e colori meravigliosamente contrastanti Nelle settimane rimanenti, proprio come ci si aspettava, tonnellate di cristalli dall’aspetto ghiacciato nevicavano sulle cime fino a oltre il sessantesimo giorno di fioritura. The Doc le ha dunque reputate mature: “Le cime spesse e compatte sono diventate dannatamente resinose! Questa pazzesca ricchezza di resina è puro piacere per gli occhi, in particolare per il suo splendido contrasto con le sfumature di rosso scuro e viola scuro, diventate anche più intense verso il finale del ciclo di vita. Solo alcune delle “sugar leaves” più piccole sono rimaste verdi. La loro spiccata tendenza all’allungamento ha fatto sì che le piante raggiungessero altezze finali di 90 e 115 cm, parecchio più alte rispetto a


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quanto mi aspettassi visto il loro retaggio Indica.”

Dopo l’essiccazione: Ayahuasca Purple entra nel club dei 100 grammi e rivela la sua natura bizzarra che richiama la nocciola Entrambe le piante hanno prodotto un totale di 203 grammi essiccati, facendo guadagnare ad Ayahuasca Purple un posto nel club delle varietà da 100 grammi. The Doc era sbalordito dal fatto che, dopo il processo di essiccazione, c’era nelle cime qualcosa della nocciola, una sorta di aroma che lui non aveva ancora sperimentato in una pianta di cannabis. Quella nota di nocciola era chiaramente emersa dall’evoluzione aromatica del componente delle cime che prima aveva

odore terroso, mentre esse avevano comunque conservato l’aroma di frutta tropicale dolce. “Francamente, non conosco l’odore della Papaya, dovrei acquistarne una prima, ma posso ben immaginare che si possa mettere questa

etichetta di frutta esotica su cime così fragranti”, ha ipotizzato The Doc. Durante la trimmatura, lui aveva lasciato intatte alcune foglie di medie dimensioni che ora avvolgevano, come artigli viola, i grappoli di fiori splendidamente ricoperti di cristalli glassati – queste cime hanno sicuramente quel qualcosa in più!

L’assaggio: Ayahuasca Purple culla The Doc in un felice stato sedativo e agisce da rullo massaggiante La voluminosa nuvola di fumo inalata da Doc durante l’assaggio dell’erba ha prodotto un’intensa sensazione gustativa a due fasi: fruttata e dolce quando aspira, speziata e al sapore di nocciole quando butta fuori il fumo e nel prolungato retrogusto. “Molto speciale! E anche specialmente saporita!”, così The Doc ha elogiato il sapore di Ayahuasca Purple. Dopo tre boccate, l’effetto ha iniziato a farsi sentire nel retro della sua testa, all’inizio come una piccola bollicina piena di allegria che, dopo un’altra boccata profonda, è esplosa rilasciando un’ondata di euforia che ha inondato tutto il suo cervello. Non era quel tipo di euforia attivante, piuttosto una sensazione Indica gioiosamente calmante che riscalda l’anima. La seconda ondata di effetti è stata più di tipo fisico, con lo sballo Indica di Ayahuasca Purple ad agire sui muscoli di braccia e gambe di The Doc come un rullo massaggiante che lo ha piacevolmente e profondamente rilassato. Comunque, non era andato in estasi totale, era semplicemente super rilassato e molto a suo agio. Con un simile stato mentale di socievolezza, The Doc

si è spontaneamente unito alla festa dei vicini ed ha passato un pomeriggio molto divertente. “Questa è probabilmente l’Indica più stravagante che io abbia mai coltivato”, ha concluso. “Grazie al suo insolito temperamento tendente all’allungamento,

combinato con un alto rapporto calice/ foglia, fantastici colori vibranti e uno straordinario sapore fruttato e di nocciola. Inoltre, con rese elevate e un effetto spettacolare, cos’altro può desiderare un amante delle Indica? Green Born Identity – G.B.I.

Dati di Coltivazione: Genetiche

Ayahuasca Purple (Red River Delta x Master Kush)

Fase vegetativa

tre settimane (dalla germinazione)

Fase di fioritura

60 giorni / 55-65 giorni totali

Substrato

Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Illuminazione

Fino a 8 x SANlight Q6W = 1720 watts

Temperatura

19-28°C

Umidità

40-60%

Irrigazione

manuale

Fertilizzanti

Organic Bloom Liquid from Green Buzz Liquids

Additivi/stimolanti

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits from Green Buzz Liquids

Strumenti

CleanLight Pro per la prevenzione della muffa

Altezza

90 + 115 cm

Resa

203 grammi (somma di entrambe le piante)


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GROWING di CBG

POLIPLOIDIA LE ANOMALIE GENETICHE DELLA CANNABIS Agronomicamente significa avere delle femmine sterili, che se messe in mezzo ad un campo di maschi non produrranno polline. Le femmine sterili sono molto interessanti per chiunque coltivi al giorno d'oggi, soprattutto in zone vocate alla canapicoltura, dove il rischio di una impollinazione indesiderata è altissimo. Fin qui abbiamo detto molto ma in maniera molto semplice per renderlo comprensibile a tutti, chi vuole cercare un approfondimento ha a disposizione Google Scholar, dal quale attingo numerose informazioni che mi servono nella stesura di questi articoli. Ma oltre alla sterilità, possiamo puntare a qualche altro miglioramento genetico? Si e no, nel senso che le piante poliploidi hanno il vantaggio di avere più informazione genetica al loro interno, ma ancora dobbiamo studiare cosa avviene nelle cellule poliploidi durante il loro ciclo vitale. Alcuni studi ci riportano di piante dalle rese aumentate in sostanza secca, ma i cannabinoidi totali non sembrano aumentare proporzionalmente. Sono sicuramente necessari altri studi, perché la poliplodia nella canapa è un argomento molto recente. Ma sono sicuro che anche perseguendo questa strada avremo esemplari degni di nota.

Mi guardo attorno e vedo un crescente interesse nelle mutazioni indotte, nella triploidia, ovvero la ricerca delle femmine sterili e di quelle più produttive. D'altronde una femmina più produttiva è utile ad ogni coltivatore, che siano più cannabinoidi o più fiori o più terpeni…

Per precisazione, nelle cellule del polline maschile e negli ovociti delle femmine sono presenti una sola serie di cromosomi ma in tutte le altre cellule della pianta sono presenti le due serie di cromosomi: una serie da parte del padre ed una da parte della madre. Nella normalità quindi la canapa si presenta con 2n cromosomi, cioè due serie di 10 cromosomi ciascuna.

Ma cosa vuol dire tetraploide? Poliploide? Triploide? Perché se ne sente parlare tanto ultimamente? Avete presente quelle cime di canapa malformate che ogni tanto si vedono su internet? Potrebbero essere organismi poliploidi dalla crescita mostruosa. Ma cominciamo dall'inizio. La canapa è una pianta diploide, questo significa che in tutte le cellule della pianta sono presenti due serie di cromosomi.

Detto ciò immaginiamo la poliplodia come l'alterazione del numero di coppie di cromosomi e l’aneuploidia come quella mutazione nella quale le cellule hanno solo un set di cromosomi disaccoppiati. Chiarito questo possiamo addentrarci nelle anomalie genetiche che si creano quando ad una pianta diploide si aggiunge una serie in più di cromosomi o se ne toglie una, quindi quando da 2n si passa a

3n o 1n. Si provocano delle mutazioni con agenti mutageni, per esempio lasciando i semi 24 ore a bagno in una soluzione di colchicina che è forse il più famoso tra i mutageni disponibili oppure si micropropaga il polline per ottenere organismi aneuploidi (1n). Cosa succede in questi casi? Quando si hanno un numero dispari (1n, 3n) di serie di cromosomi allora si è di fronte ad un esemplare potenzialmente sterile, adatto alla moltiplicazione tramite talea ma incapace di generare semi. La spiegazione ce la da la biologia, quando si formano i gameti (il polline o le cellule dell'ovulo) non avviene correttamente la meiosi e quindi non riescono ad unirsi coi gameti provenienti dall'altro esemplare.

Certo, avere una copia di geni in più aiuta ad avere più informazioni nelle cellule e quindi alcuni caratteri possono manifestarsi dove non sarebbe possibile. Piccoli esperimenti si possono condurre anche in casa: come ho accennato prima si possono indurre mutazioni nei semi o nei calli micropropagati e sperimentare un poco un nuovo modo di fare breeding. Con un microscopio poi si possono andare a confrontare certi caratteri come ad esempio la grandezza degli stomi e si capisce subito se si ha davanti un organismo poliploide o no. Lo so, in poche righe ho condensato un argomento complesso e vasto, ma d'altronde la canapa è una pianta così piena di risorse che non si può ricondurre a semplificazioni inutili e fuorvianti. Un abbraccio ai miei lettori, buone fioriture!


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MEDICAL CANNABIS di Giovanna Dark

sottoposti con successo ad ampie sperimentazioni cliniche e superare un rigoroso processo di valutazione al fine di raggiungere i pazienti che ne hanno bisogno. Sono particolarmente orgoglioso che questo farmaco abbia ottenuto il rimborso in Italia”.

Epilessia: l'AIFA autorizza la rimborsabilità per il primo farmaco a base di CBD Lo scorso 10 giugno l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha riconosciuto lo status di innovatività al primo farmaco a base di cannabidiolo e ne ha autorizzato l'utilizzo e la rimborsabilità come terapia aggiuntiva per le crisi associate alle Sindromi di Lennox Gastaut o Drave (due rare forme di epilessia), in combinazione con clobazam.

Lo ha annunciato GW Pharmaceuticals Limited, ora parte di Jazz Pharmaceuticals, in un comunicato stampa. “Accogliamo con favore l'approvazione dell'AIFA poiché fornisce ai pazienti in Italia un ulteriore ed innovativo trattamento per gravi e farmacoresistenti sindromi epilettiche ad insorgenza infantile. Questa è una notizia positiva per i pazienti e le loro

famiglie, che avranno ora accesso ad un nuovo farmaco a base di cannabis rigorosamente testato, sperimentato, approvato dalle autorità regolatorie e rimborsato," ha affermato Chris Tovey, Vicepresidente esecutivo, direttore operativo e Managing Director, Europe & International di Jazz Pharmaceuticals: "Questa è la prova che i farmaci a base di cannabis possono essere

Epydolex - questo il nome scelto da GW Pharmaceuticals per il farmaco - è stato il primo prodotto prescrivibile a base di cannabis di origine vegetale a ricevere l'approvazione dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) per l'uso in Europa e a ricevere l'autorizzazione alla commercializzazione all'interno dell'Unione nel settembre 2019. Si tratta di una soluzione orale che contiene cannabidiolo (CBD) altamente purificato e viene promosso come analgesico e antiepilettico. Come previsto dall’autorizzazione AIFA, il farmaco sarà soggetto a prescrizione non ripetibile e potrà essere prescritto solo da medici appartenenti a centri ospedalieri e specialisti quali neurologi, neuropsichiatri infantili e pediatri. Stando a quanto riportato nel comunicato stampa, "GW Pharmaceuticals crede con passione nei potenziali benefici terapeutici della cannabis ed è fermamente convinta che i pazienti e i loro medici meritino l'accesso a farmaci a base di cannabis efficaci e supportati da solide evidenze scientifiche". Questo è possibile soltanto se i prodotti derivati dalla cannabis sono soggetti a studi clinici rigorosi e di alto livello qualitativo e all'approvazione finale da parte delle autorità regolatrici, così come accade per tutti gli altri farmaci. In assenza di un profilo di sicurezza, qualità ed efficacia, pazienti e medici sono esposti a rischi sconosciuti poiché devono basarsi quasi interamente su evidenze aneddotiche limitate e non hanno garanzie sufficienti in merito alla qualità di prodotti a base di cannabis non regolamentati. La determina AIFA del 10 giugno 2021 recante "Regime di rimborsabilità e prezzo del medicinale per uso umano «Epidyolex»" è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 149 del 24 giugno 2021. "La specialità medicinale «Epidyolex» (cannabidiolo) - recita l'articolo 2 - è classificata come confezione da 100 mg/ml con classe di riΩanno far uso. Il che è decisamente un sollievo, se si pensa che il prezzo di una confezione è di 1910,98 euro IVA inclusa! Decisamente un colpaccio quello di GW Pharmaceuticals, del cui sbarco in Italia vi avevamo già dato conto sul numero 5 del 2020. L'azienda britannica, assurta agli onori delle cronache per aver messo in commercio il celeberrimo Sativex, pare essersi già adattata alle regole del mercato italiano e con il sigillo dell'AIFA si aggiudica ora il celeberrimo "appalto". Chapeau!


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QUIZ 7. Come si può eliminare l’odore quando si effettua la decarbossilazione?

1. Prima di cucinare, si deve... A. Decarbossilare l’erba. B. Lavare l’erba. C. Friggere l’erba. D. Macinare l’erba.

2. Cosa è il THCA?

A. Mediante un contenitore di silicone con coperchio. B. Con una potente ventola da cucina. C. Mediante un macchinario per creare il “sottovuoto”. D. Non si può, è impossibile.

A. Perché i dolci sono i migliori per i prodotti commestibili. B. Perché esaltano bene il gusto della cannabis. C. Perché mascherano il sapore della cannabis. D. Perché sono molto diffusi.

8. Come si ottiene la maggior quantità di THC negli alimenti?

15. Perché i prodotti commestibili non si dovrebbero cuocere al di sopra dei 180°C?

A. Producendo burro di cannabis o un infuso di olio. B. Aggiungendo direttamente cime decarbossilate. C. Bollendo e utilizzandolo ingrediente liquido. D. Abbassando la temperatura di cottura di 10°C nelle ricette.

A. L’odore attirerebbe l’attenzione. B. L’elevato calore brucerebbe i cannabinoidi. C. Gli alimenti avrebbero un sapore di bruciato. D. Gli alimenti cuocerebbero in modo più uniforme.

9. Per cosa è utilizzata la lecitina di girasole?

A. Un cannabinoide minore. B. Un altro nome del CBD. C. Un ingrediente con cui si cucina. D. La forma grezza non psicoattiva del THC.

A. Migliora il gusto. B. Cuoce gli alimenti più velocemente. C. Mantiene freschi gli alimenti più a lungo. D. Aumenta l’assorbimento del THC negli alimenti.

3. Cosa fa la decarbossilazione?

10. Perché è meglio utilizzare olio di cocco per produrre l’olio di cannabis?

A. Uccide tutti i batteri. B. Migliora il gusto. C. Attiva i cannabinoidi. D. Migliora la consistenza.

4. Come si fa a decarbossilare l’erba? A. La si mette nel microonde per 1 minuto per ogni grammo. B. La s’inforna a 115-146°C per 20-30 min. C. La s’inforna a 100°C per 1 ora. D. La si fa bollire per 15 minuti.

5. Se si supera la temperatura di 150°C nel forno A. Si degradano e si distruggono i cannabinoidi. B. Si rende il sapore dell’erba più forte. C. Si attivano più cannabinoidi. D. Non si fa alcun danno.

A. Si scioglie facilmente. B. Ha un elevato livello di grassi che si legano ai cannabinoidi. C. Ha un sapore più buono. D. Può essere conservato più a lungo.

A. Solo le cime. B. Le cime e le foglie. C. Solo gli scarti. D. Le cime, le foglie, i gambi e gli scarti.

16. Cosa faccio se la ricetta richiede una temperatura superiore a 180°C? A. Non potrai utilizzarla. B. Aggiungi una dose doppia d’infuso. C. Riduci la temperatura e aumenta il tempo di cottura. D. Cuoci in quantità più piccole a temperature più basse. 17. Come si fa a testare quanto è forte un infuso? A. Si sostituisce 1/2-1 cucchiaino di olio/ burro normale con l’infuso, per porzione. B. Si sostituisce l’intera quantità di burro/ olio normale con l’infuso. C. Si sostituisce metà con metà. D. 3/4 di olio/burro normale, 1/4 d’infuso. 18. Cosa faccio se l’infuso è troppo forte?

11. Per quanto tempo si conserva l’olio di cannabis? A. 6 mesi a temperatura ambiente, in un contenitore di vetro scuro. B. 1 settimana, deve essere fresco. C. 2 settimane se conservato in frigorifero. D. 3 mesi. 12. Per quanto tempo si conserva il burro di cannabis? A. 1 settimana, deve essere fresco. B. 3 mesi in frigorifero, 6 mesi in freezer. C. 2 settimane in frigorifero. D. 3-4 giorni.

13. Come andrebbe aggiunto l’infuso alla propria ricetta? 6. Quali parti si possono decarbossilare?

14. Perché il caffè e il cioccolato sono sapori adatti?

A. Grattugiandolo per distribuirlo in modo uniforme. B. Aggiungendolo in forma solida. C. Schiacciandolo prima per ammorbidirlo ma senza scioglierlo. D. Sciogliendo burro/olio e aggiungendolo (l’olio di cocco è solido a temperatura ambiente).

A. Buttalo via. B. Aggiungi dell’altro olio o burro normale all’infuso e testalo nuovamente. C. Cuoci gli alimenti a una temperatura di 20°C in più. D. Cuoci gli alimenti 30 minuti in più. 19. Cosa faccio se l’infuso è troppo debole? A. Sostituisci olio/burro normale con 1/2-1 cucchiaino d’infuso in più per porzione. B. Prepara una nuova ricetta con più cannabis. C. Mangia porzioni più grandi. D. Sostituisci olio/burro normale con 1 cucchiaino d’infuso in più per porzione. 20. Cosa bisogna fare quando si serve un infuso ad altri? A. Chiedere se hanno qualche allergia. B. Servirlo con delle bevande. C. Chiedere se vogliono più porzioni. D. Comunicare esattamente cosa c ’è dentro.

Risposte a pagina 54


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

L'INGREDIENTE SEGRETO

Il chitosano nella coltivazione di cannabis Molti coltivatori di cannabis, soprattutto di Inghilterra e Stati Uniti, negli ultimi anni hanno iniziato ad impiegare dei prodotti conosciuti con il nome di PGR, ovvero regolatori della crescita delle piante, che potenziano le loro coltivazioni. Queste sostanze però sono vietate nella maggior parte degli stati perché sono nocive per la salute. Le piante producono in maniera naturale degli ormoni regolatori della crescita e i grower più astuti sono alla continua ricerca su come stimolare le piante a produrli. Il chitosano è un composto chimico organico appartenente alla classe dei glucidi, comunemente conosciuti come carboidrati, considerato un potente

realizzare organi e tessuti con materiali biodegradabili.Nei sistemi di filtrazione delle acque il chitosano gioca un ruolo fondamentale, infatti è in grado di rimuovere metalli pesanti e olii senza provocare un impatto sull'ambiente. È impiegato anche nell'industria vinicola e birraria, nei processi di chiarificazione necessari per rendere stabile una bevanda.

che popolano il terreno, infatti induce la proliferazione di enzimi chitinolitici in grado di distruggerne il guscio. Possiede anche delle proprietà fungicida e battericida ma alcuni studi hanno dimostrato che il chitosano agisce selettivamente tutelando i microrganismi benefici come ad esempio il Trichoderma e ciò ha come effetto secondario di

NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS

COME APPLICARE IL CHITOSANO

L'applicazione più utile del chitosano è in funzione di agente di controllo delle infestazioni della cannabis, soprattutto di malattie fungine come l'oidio, il pythium e la botritis. Più esattamente il chitosano non è un pesticida ma

In commercio è possibile trovare un'ampia gamma di prodotti che contengono chitosano, alcuni sono in forma liquida, perfetti per la realizzazione di trattamenti fogliari oppure da aggiungere all'acqua di irrigazione. Invece quelli che vengono venduti sotto forma di farina, ad esempio la farina di crostacei, sono da utilizzare per il top dressing del substrato oppure come inoculante durante le fasi di trapianto. Le dosi da applicare variano in base al produttore.

Molecola di chitosano. stimolatore della crescita delle piante. Questa sostanza è ottenuta dalla chitina, uno dei principali elementi che compongono l'esoscheletro dei crostacei e di numerosi insetti ma è presente anche nelle pareti cellulari di funghi e lieviti; la chitina è una delle sostanze più diffuse in natura, seconda solo alla cellulosa. La maggior parte del chitosano in commercio è ricavato dalla lavorazione dei gusci dei crostacei come gamberi e granchi ma sul mercato è possibile trovare anche chitosano di origine vegetale pensato per l'agricoltura vegana. A COSA SERVE IL CHITOSANO? Il suo impiego è diffuso soprattutto nel settore agricolo come stimolatore della crescita delle piante e per il controllo di insetti e malattie, ma incontra un'ampia applicazione anche nel settore medico soprattutto per la cura delle ferite grazie alle sue proprietà antibatteriche ed emostatiche. Sempre in campo medico è impiegato nel bioprinting, una tecnologia per

bensì un agente biotico elicitore, una classe di sostanze in grado di stimolare le piante a produrre particolari metaboliti coinvolti nel suo sistema difensivo. Le piante possiedono un sistema di difesa chiamato SAR, ovvero resistenza sistemica acquisita: quando le piante soffrono l'attacco di un agente patogeno, producono in risposta una serie di composti organici che inibiscono l'azione del patogeno in questione. Tra le sostanze che la pianta produce per proteggersi vi sono anche flavonoidi e terpenoidi, quindi l'applicazione di chitosano alle piante di cannabis ne stimola le difese immunitarie e incrementa le qualità organolettiche del prodotto finale. Le applicazioni fogliari di chitosano inducono la parziale chiusura degli stomi delle foglie creando un ostacolo alla penetrazione di alcune malattie, inoltre diminuisce la traspirazione della pianta con conseguente risparmio delle risorse idriche, molto utile per le piante outdoor coltivate in ambienti dove l'acqua scarseggia. Il chitosano risulta essere un valido agente di controllo dei nematodi

ottimo agente chelante naturale in grado di accrescere la disponibilità delle sostanze nutritive presenti nel substrato. Nei forum dedicati al settore, molti grower sostengono che le piante trattate con chitosano hanno una resa finale maggiore sia in termini di peso che di qualità. Un ulteriore effetto positivo del chitosano è di incrementare il tasso di germinazione dei semi trattati con esso.

Chitosano in capsule. stimolare la vita microbica del suolo. L'intensa attività microbica nel terreno favorisce una crescita esuberante delle piante di cannabis. Inoltre è un

Oggetti biodegrabili realizzati con chitosano.

Un'alternativa è quella di creare una soluzione madre a base di chitosano puro, facilmente reperibile sul mercato; miscelare 100 mg di chitosano puro con 100 ml di acqua distillata, la soluzione ottenuta va applicata alle piante nelle dosi di 1 millilitro per ogni litro d'acqua. Le proporzioni per la preparazione sono puramente indicative. L'applicazione del chitosano è efficace sia per via fogliare che per irrigazione del substrato di crescita. Ecco come la natura vince ancora una volta sull'uomo!


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GROW REPORT Testo: Tommy L. Gomez Foto: Sweet Seeds®

TEST DI COLTURA DELLA NUOVISSIMA RUNTZ XL AUTO® DI SWEET SEEDS® UN DELIZIOSO SAPORE DI GELATO, COOKIE E FRUTTA! Di tanto in tanto mi viene voglia di coltivare una nuova varietà marijuana in breve tempo: posso così ottenere un raccolto di alta qualità in appena un paio di mesi senza che ne vengano compromessi aromi e potenza. Raramente prendo la decisione di coltivare delle autofiorenti di punto in bianco, senza pensarci per un po’. Quando però Sweet Seeds® ha annunciato il lancio della nuova Runtz XL Auto® (SWS88) non ho avuto esitazioni. Questa autofiorente di sesta generazione, con geni Zkittlez e Gelato, sembra avere tutte le carte in regola per diventare la star della stagione 2021, sia indoor che outdoor, ed è per questo che ho deciso di effettuare un test di coltura. In questo articolo vi racconto la mia esperienza con questa “bomba della genetica di cannabis”. Il giorno in cui ho ricevuto i semi ne ho subito messi 9 a germinare tra due fogli di carta da cucina inumiditi e li ho lasciati chiusi ermeticamente in un contenitore di plastica, in un luogo buio della casa. Circa 24 ore dopo ho dato una prima occhiata; i primi semi hanno però iniziato a germogliare solo 24 ore dopo. Al quarto giorno erano tutti pronti per essere piantati nel terreno. Per le prime due settimane ho usato come contenitori piccole tazze da 300 ml. Le piantine sono cresciute rapidamente, con grande omogeneità, in tutte le 9 tazze da me utilizzate, che ho posizionato sotto una lampada CFL da 18W, con un ventilatore che muoveva l’aria in direzione delle stesse, per rafforzarne gli steli fin dai primi giorni di crescita.

COLTIVAZIONE DI RUNTZ XL AUTO® Circa 16 giorni dopo la comparsa dei cotiledoni, le piante erano pronte per essere trapiantate nei loro vasi definitivi. Ho prestato particolare attenzione durante il trapianto, perché bisogna assolutamente evitare di causare stress alle radici in quanto se ne rallenterebbe la crescita. Chi coltiva autofiorenti e non è sicuro di poterle trapiantare in modo sicuro in un altro vaso, farà meglio a piantarle direttamente nel vaso definitivo, dove trascorreranno tutto il loro ciclo di vita, dalla germinazione al raccolto. Le mie piantine di Runtz XL Auto® presentavoano già uno stelo forte e un calibro molto interessante. Erano sane e resistenti e, pertanto, il loro trapianto è stato perfetto. Dopo 17 giorni erano già sistemate nei

loro vasi definitivi (in questo caso da 7 litri). Di solito riesco a posizionare 9 vasi da 11 litri nella mia tenda di coltura di 1 metro quadrato. Stavolta, però, ero sicuro delle qualità di questa nuova varietà, dato il breve ciclo di vita (di sole 8 settimane dalla comparsa dei cotiledoni al raccolto). È bene coltivare le piantine nei loro vasi definitivi 17 giorni dopo la germinazione, perché, così facendo, gli esemplari avranno abbastanza tempo per adattarsi completamente al nuovo substrato, prima che la fioritura inizi davvero, un paio di settimane dopo. In questa fase, le piante sono state collocate sotto una lampada HPS da 600W. Coltivare le piante in pieno inverno e con l’uso di un estrattore d’aria RVK aiuta a rimuovere il calore ambientale. In questo caso, le temperature minime non sono mai scese sotto i 19°C e quelle

massime sono sempre rimaste sotto i 28°C. Per migliorare la circolazione dell’aria all’interno della tenda, ho utilizzato due piccoli ventilatori che soffiavano aria verso la parte aerea delle piante e sulla stessa lampada al sodio ad alta pressione da me utilizzata, in modo da dissipare direttamente parte del calore. Con qualche centimetro di spazio libero tra i vasi nelle zone inferiori della tenda, le piante hanno potuto beneficiare di un efficace rinnovo e circolazione dell’aria ambientale. 25 giorni dopo la germinazione, tutte le piante presentavano una breve distanza internodale; un buon numero di piccoli rami laterali sembravano pronti ad allungarsi e a produrre infiorescenze. Di fatti qualche esemplare ha cominciato ad sviluppare un certo numero di prefiori. Tra il giorno 25 e il giorno 30, erano già visibili alcune differenze (comunque non troppo


19 RACCOLTA E DEGUSTAZIONE DELLA RUNTZ XL AUTO® Il giorno 54 le piante erano quasi pronte. Due esemplari potevano essere raccolti sin da subito, ma ho deciso di raccoglierli tutte lo stesso giorno. I profumi e gli aromi che si diffondevano nell’aria erano deliziosi e pervadevano tutta la stanza; erano anche molto omogenee, con un odore abbastanza simile: bastava sfregare i fiori con le dita per un’esperienza olfattiva ricca di terpeni. Alcuni esemplari presentavano un odore fruttato più pronunciato degli altri, ma tutti emanavano un aroma gradevolmente dolce. Per questo e tanti altri motivi la Runtz ha rivoluzionato la scena della cannabis californiana, essendo annoverata fra i genotipi più aromatici e potenti della costa occidentale statunitense. Il giorno 60 tutte le 9 piante erano più che pronte o, per meglio dire, al giusto punto di maturazione (da quanto ho potuto osservare), avendo anche superato il normale grado di maturità. Come consumatore di cannabis e in base alle mie preferenze del profilo di cannabinoidi, posso dire che questa caratteristica rappresenta un grande vantaggio. Tutti gli esemplari sono stati raccolti e potati lo stesso giorno. Ogni cannabicoltore sa che, il giorno del raccolto, l’odore diffuso

rilevanti) nella struttura delle piante, La differenza di altezza tra l’esemplare più basso e quello più alto era di soli 6 cm (26 cm contro 32 cm). Avendo deciso di arricchire il mix di terriccio con nutrienti organici (tra gli altri, humus di lombrico e guano di pipistrello in polvere), ho evitato di usare fertilizzanti liquidi man mano che le piante crescevano in altezza. In effetti sono cresciute con vigore, in soli 12 giorni, da 30 cm a più di 70 cm.

FIORITURA DI RUNTZ XL AUTO® Il giorno 37 i miei esemplari di Runtz XL Auto® stavano concentrando tutta la loro energia sulla crescita del bud centrale e dei rami laterali. Molti fiori cominciavano a prendere forma e tutto era molto promettente. Si percepivano i primi aromi dolci e le piante sembravano pronte a ricevere un po’ di fertilizzante organico liquido. Leggendo il catalogo di questa varietà ho notato che la sua maturità ideale è stimata a circa 8 settimane dalla germinazione: è quindi importante interrompere la somministrazione di nutrimenti almeno 14 giorni prima del raccolto. Ad ogni modo preferisco gustare la mia erba a un buon grado di maturità ed è per questo che contavo di effettuare il raccolto a circa 60 giorni. In definitiva, le ho concimate solo 3 volte, nei giorni

37, 41 e 44. Successivamente, ho lavato delicatamente le radici con il doppio dell’acqua con cui le innaffiavo normalmente e ho continuato a irrigarle con acqua pura circa 5 volte fino alla data del raccolto. Pur trattandosi di un ibrido indica-sativa molto ben bilanciato, la Runtz XL Auto® presenta una struttura leggermente più indica, con forma compatta e molti rami corti ma robusti, carichi di cime strette e spesse ma non troppo lunghe. In generale, ci si può aspettare di ottenere un bud centrale molto lungo e compatte e 5-7 bud laterali di ottime dimensioni. Le 9 piante presentavano una struttura molto omogenea. L’esemplare più alto ha raggiunto 88 cm, il più corto 76 cm. Il rapporto calici-foglie è eccezionale, proprio come piace a me, perché non solo comporta il vantaggio di rendere la potatura molto più facile, ma, alla data del raccolto, permette anche di ottenere una percentuale di fiori molto più alta del solito. I bud erano composti da una moltitudine di calici gonfi e totalmente ricoperti di resina. Di soluto, quando mi preparo uno spinello, ho la pazienza di rimuovere tutte le foglioline e gli steli: questa operazione richiede un po’ di tempo, ma con i fiori della Runtz XL Auto® è durata un quarto del tempo che normalmente impiego per la maggior parte delle varietà.

delle piante in casa è talmente intenso da diventare persino un po’ sgradevole. Con questa straordinaria varietà della collezione genetica di Sweet Seeds®, invece, l’inconveniente non si è verificato. Tutta casa ha continuato a odorare di caramelle e frutta per svariate ore. Dopo circa 12 giorni i fiori erano già tutti essiccati e sono stati conservati in vasi di vetro, ermeticamente sigillati, per un ulteriore periodo di stagionatura di 2 o 3 settimane. Ho potuto così ottenere circa 50 grammi per pianta: una quantità ottimale, considerando i miei 9 esemplari coltivati in 60 giorni in vasi da 7 litri in uno spazio di solo un metro quadro. Sia fumata che vaporizzata, questa varietà è davvero squisita e deliziosa. Gli aromi dolci e fruttati che hanno pervaso la casa nelle ultime settimane si sono rivelati un’esperienza organolettica davvero eccezionale. Dopo il consumo di alcuni dei suoi fiori resinosi, gli aromi della pianta restano a lungo in bocca. Runtz XL Auto® presenta un effetto potente ed equilibrato al tempo stesso, che produce una sensazione di calma e rilassamento. Ma non è tutto...è una varietà che fa anche divertire in modo creativo, stimolando efficacemente l’immaginazione. Saremo noi, poi, a decidere quale deliziosa varietà Sweet Seeds® coltiveremo nella nostra prossima avventura con la cannabis.


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NOVITÀ SULLA CANNABIS di Rich Hamilton

IL PRIMO SEME DI CANNABIS BIOLOGICA CERTIFICATO AL MONDO La Humboldt Seed Company venderà i primi semi di cannabis biologica femminilizzata certificati al mondo ai coltivatori domestici e commerciali di tutto il mondo. Questo sarà possibile grazie alla collaborazione con il produttore autorizzato Nymera della British Columbia.

Nonostante la legalizzazione a livello statale, nessun produttore o società di semi autorizzata è riuscita a ottenere la certificazione “biologica” ufficialmente riconosciuta negli Stati Uniti. “Biologico” è un termine regolamentato a livello federale negli Stati Uniti. Poiché a livello federale la cannabis è ancora illegale, l’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti) non riconosce la cannabis come coltura agricola legale. Pertanto, il termine biologico non può essere usato legalmente per descriverla. Humboldt è un marchio affermato della California Settentrionale che prende il nome dalla celebre contea di “Emerald Triangle” (Triangolo di Smeraldo). Da molti anni fornisce genetiche di cannabis di qualità superiore sia ai coltivatori domestici che a quelli commerciali. Nymera è specializzata nella produzione di cime di prima qualità congelate intere fresche, ricche di terpeni e pronte per l’estrazione, che attualmente fornisce al mercato canadese. Vanta un impressionante numero di varietà a elevato contenuto di terpeni, biologiche e certificate Pro-Cert negli 86 acri della sua azienda agricola Organic Westwold British Columbia. Sodalizio celebrato nel paradiso della cannabis, le due aziende hanno unito

le forze per offrire accesso costante ad alcune genetiche del patrimonio e ad alcune varietà nuove di zecca. I nuovi semi biologici sono stati certificati da “Pro-Cert”. Pro-Cert è accreditata dalla CFIA (Canadian Food Inspection Agency) e fornisce una certificazione di terza parte al Canadian Organic Regime (COR). Le competenze, il patrimonio e la dedizione del team di Humboldt hanno dato i loro frutti. I risultati di tutta la caccia al fenotipo e dello sviluppo genetico portati avanti nel corso degli anni sono ora disponibili al grande pubblico in diverse nuove varietà. Fra queste figurano Magic Melon, Apple Blossom Auto, All Gas OG, Royal Highness, Train Wreck e Blueberry Muffin. I semi sono stati approvati sia per la coltivazione outdoor che in serra. Tuttavia, a seconda degli obiettivi del coltivatore, gli addetti alle vendite di Nymera possono assistere nella scelta della varietà che meglio soddisfa le rispettive esigenze. Ben Lind è il responsabile scientifico della società Humboldt Seed. Nel corso di tutta la sua carriera si è dedicato alla pratica della coltivazione e della selezione della cannabis nella California Settentrionale. Nutrendo un amore

autentico per le varietà artigianali di cannabis, utilizza la genetica delle varietà antiche per progettare le nuove varietà del futuro. Il signor Lind ha dichiarato: “Siamo entusiasti di condividere con il mondo una parte del patrimonio di selezione della cannabis di Humboldt”. Nymera è entusiasta di lavorare al fianco di una società di semi con talenti unici e un’eccellente reputazione per la professionalità e la cura nella produzione dei semi. Humboldt è veramente al top del settore e rappresenta un marchio che Nymera spera di poter un giorno emulare. Rick Gill, CEO e co-fondatore di Nymera, ha commentato: “Siamo enormemente orgogliosi di aver collaborato con la società Humboldt Seed per aiutarla a offrire le sue incredibili genetiche ai coltivatori di cannabis canadesi e internazionali”. ANC Cannabis gestirà la distribuzione e le relazioni con le commissioni provinciali di tutto il Canada. Fondata nel 2017, ANC ha iniziato come azienda genetica impegnata a progettare i migliori prodotti di qualità possibili. Tuttavia, nell’ambito della costante espansione, sta ora distribuendo semi per il coltivatore commerciale e domestico.

ANC è una società motivata da un prodotto di qualità accessibile all’intera community della coltivazione. La sua visione è che a prescindere da quale sia il background o l’esperienza maturata, tutti dovrebbero essere in grado di coltivare la propria cannabis di alta qualità. Tairance Rutter, Vicepresidente per lo Sviluppo Commerciale di ANC, ha dichiarato: “La Humboldt Seed Company è stato il primo seme che abbia mai acquistato”. “Avere l’opportunità di offrire il suo patrimonio genetico sul mercato legale è stato un punto chiave della mia carriera”. Non è solo il processo di coltivazione della cannabis che dovrebbe essere biologico. Bisogna cominciare dal seme. La cannabis biologica è più sana sia per l’ambiente che per l’organismo e mantiene il suo sapore naturale intatto. Le presone fanno sempre più attenzione a ciò che mettono nel proprio organismo e ai suoi effetti sul benessere e sulla salute. Data la crescente domanda di prodotti biologici, perché la cannabis dovrebbe esserne esclusa? Speriamo che questo sia l’inizio di un movimento verso una maggiore certificazione dei semi e dei prodotti della cannabis biologica, perché è una scelta che tutti noi meritiamo di avere.



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COLTIVA CON JORGE CERVANTES di Jorge Cervantes – jorge@marijuanagrowing.com

MANUTENZIONE DELLE COLTURE OUTDOOR parassiti e malattie iniziano in genere durante la crescita vegetativa. Tenete sott’occhio qualsiasi deviazione nella crescita, eventuali macchie sulle foglie o piccoli punti sotto le stesse. Nella stagione calda, irrigate su base quotidiana, se necessario. Le piante usano molta più acqua durante la stagione calda, soprattutto se ricevono sole tutto il giorno. Anche le piante in contenitore assorbono più acqua durante la stagione calda. Utilizzate un misuratore di umidità per controllare i substrati e assicurarvi che le piante siano irrigate correttamente. I sistemi d’irrigazione automatica forniscono acqua in modo regolare e questo consente alle piante di non seccare. Un soffiatore per foglie funziona a meraviglia per eliminare tutte le grosse gocce di acqua piovana. Scuotete i fiori che raccolgono molta acqua per disperderla. Iniziate sempre dalla cima della pianta e aspettatevi di bagnarvi. Questo è un buon metodo se si elimina l’acqua piovana da alcune

Per i coltivatori di cannabis che pianificano e mettono in atto i loro progetti in anticipo c’è meno manutenzione della coltura I coltivatori impreparati che non pianificano, trascorreranno molto tempo a risolvere problemi che avrebbero potuto evitare. La cosa divertente è che ci vuole circa la stessa quantità di tempo per coltivare al di sotto degli standard e per farlo ottenendo una coltura di cannabis eccezionale.

piante. Un soffiatore per foglie è una soluzione semplice se si hanno molte piante. Di rado il vento costituisce un problema se si dispone del graticolato giusto per le piante. Personalmente preferisco cominciare con un graticcio a rete orizzontale. Questo tipo di graticcio sostiene i rami e offre loro anche la libertà di muoversi e crescere. Le piante non fissate patiranno la furia del vento. Se i fiori sono bagnati e pesanti, il vento può spezzare i rami delle piante.

PACCIAME Il pacciame è uno strato di paglia, erba tagliata, carta, sassi e altro, posizionato attorno alla base delle piante. Il pacciame protegge la superficie del terreno, attira e trattiene l’umidità del suolo e soffoca le erbacce. La paglia è la mia preferita per la mia coltivazione di cannabis all’aperto. Acquisto una o due balle di paglia in primavera per pacciamare

Stabilite un piano di manutenzione regolare per la vostra coltura e osservate attentamente ogni pianta per vedere come ogni azione che fate influisca sulla crescita e sulla salute della stessa. Tenete un diario per registrare la temperatura, l’umidità e la durata del giorno. Registrate i tempi d’irrigazione e il volume d’acqua. Registrate ogni volta che fertilizzate. Conservate i vostri registri per l’anno successivo e integrateli. Rimarrete sorpresi nel vedere quanto queste informazioni vi aiuteranno a prevenire i problemi e a coltivare piante più grandi e migliori. Applicate la pacciamatura quando la temperatura del terreno supera i 21°C in primavera. Una volta che aumenta la temperatura del terreno, le radici soffrono. Uno strato di pacciame raffredda il terreno e protegge le giovani e tenere radici superficiali. Inoltre, il pacciame trattiene l’umidità. Ispezionate le piante per individuare eventuali malattie, parassiti e problemi colturali. Gli attacchi di

La paglia è il mio pacciame preferito. Trattiene l’umidità nel terreno più a lungo e dura di più del fieno di erba medica. Il pacciame raffredda il terreno e protegge la superficie dalla pioggia battente e dalla luce solare intensa che riscalda e asciuga il terreno. Uno strato superficiale pieno di vita crescerà appena sotto il pacciame. Aspettate che il terreno si sia riscaldato per applicare il pacciame.


23 a un’altezza di circa 30 cm. Col passare del tempo si cuoce trasformandosi in ricco compost. Il pacciame di fieno di erba medica aggiunge azoto e altre sostanze nutritive. Il fieno di erba medica costa di più della paglia e cuoce più velocemente. Coprite i letti di coltura con uno strato spesso di pacciame per svernare. Uno strato di oltre 30 cm di pacciame manterrà intatti gli elementi del terreno e attirerà l’umidità. Il terreno nudo perde molti degli organismi benefici e la preziosa fertilità della parte superiore a causa dell’erosione che si verifica durante i mesi invernali.

La temperatura del terreno aumenta velocemente se è esposto alla luce diretta del sole. La temperatura del terreno non pacciamato arriva a 41°C dopo pochi minuti di esposizione alla luce diretta del sole. Se il substrato raggiunge temperature elevate, la crescita rallenta e aumenta la manutenzione necessaria.

Dopo la pacciamatura, coprite la coltura con un telo pesante o del tessuto da giardino per mantenerla privo di erbacce fino a quando non sarete pronti per trapiantare. Quando il terreno si è riscaldato, applicate uno strato di pacciame. A me piace usare il termometro laser per misurare la superficie del terreno. Quando la temperatura si aggira attorno ai 26-32°C, applico uno spesso strato di pacciame di paglia. Il pacciame attira l’umidità, mantiene il terreno fresco e previene l’evaporazione. Si svilupperà un ricco strato di vita anche nello strato superiore del terreno sotto il pacciame.

Con uno strato di pacciame, in questo caso ciottoli di argilla espansa, la temperatura superficiale scende rapidamente. La temperatura sotto il pacciame rimane fresca, fornendo l’ambiente perfetto alle radici e favorendo una crescita rapida.

la mia coltivazione e mi bastano per tutto l’anno. Una volta che la superficie del terreno si è riscaldata raggiungendo circa 27°C, applico la pacciamatura. Durante l’estate, aggiungo il mio secondo pacciame preferito, ossia l’erba tagliata, se disponibile. Accumulo il pacciame più in alto e più in profondità, lo chiamo metodo PHD. Ma non c’è bisogno di avere un PhD (dottorato di ricerca) per fare miracoli. Ammucchiate il pacciame di paglia fino

Le rocce e la polvere di roccia sono un ottimo pacciame. Usate pacciamature in roccia se sono facilmente disponibili. Anche nei giorni di sole e di caldo torrido, quando i pacciami di roccia sono caldi al tatto, ombreggiano comunque il terreno e lo proteggono dalla perdita di umidità dovuta a evaporazione.

Il pacciame in plastica nera è diffuso fra i coltivatori di varietà a elevato contenuto di CBD. Coprono i letti di coltura con della plastica nera e la forano per piantare piantine e cloni. Per irrigare si può inserire sotto la plastica un tubo microforato. I fori devono essere abbastanza grandi affinché gli steli delle piante non tocchino la plastica. La plastica nera si scalda abbondantemente durante il giorno, ma in realtà riscalda poco il terreno. Praticate i fori di coltura affinché siano abbastanza grandi in modo che gli steli delle piante delicate non tocchino la plastica. La plastica nera calda andrà letteralmente a cuocere lo stelo lungo la linea del terreno. Un pacciame in plastica di colore scuro ombreggia le erbacce, previene la perdita di umidità e aumenta la temperatura della superficie del terreno nelle giornate di sole.

Le rocce scure possono modulare la temperatura in un’area molto piccola assorbendo il calore del giorno e rilasciandolo lentamente quando di sera la temperatura scende. Le rocce devono ricevere molta luce del sole per riscaldarsi.

La carta di giornale è un buon pacciame. Bagnate la carta una volta posizionata e coprite con pacciame organico per formare uno strato di protezione aggiuntivo. Praticamente gratis e prontamente disponibili, gli strati di carta di giornale dovrebbero essere spessi almeno sei pagine, meglio se una decina o più, prima di aggiungere una copertura di terreno o pacciame per ancorarli in posizione.

Le barriere di tessuto per erbacce lasciano drenare l’acqua ma non lasciano passare le erbacce. Coprite queste barriere con una pietra o scaglie di corteccia. Evitate di usare strisce di tappeto di scarto perché le erbacce vi passeranno attraverso e la rimozione sarà difficoltosa.

This an excerpt from the Outdoors chapter in the new, unpublished 6th Edition of Marijuana Horticulture (AKA the Bible) by Jorge Cervantes. The 6th Edition of Marijuana Horticulture will be available Spring 2022. Find all of Jorge´s books at all amazon retailers worldwide.


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COLTIVAZIONE DI CANNABIS TricomaTeam (tricomateam@gmail.com)

AUTO SOMANGO

UN'ERBA ESTREMAMENTE DOLCE IN TEMPI RECORD Superbo ibrido autofiorente di medie dimensioni che produce cime spettacolari e resinose con un dolce odore di frutta tropicale. Fiorisce in tempi molto brevi (con abbondanti raccolti, grazie alla sua generosa ramificazione) e presenta un effetto molto energetico ed euforico. Auto Somango di Advanced Seeds è una pianta automatica rapida, ad alta resa, femminizzata e dal gusto delizioso. Questa varietà sarà pronta all'interno in poco più di nove settimane, con esemplari che traboccheranno di cime. All'esterno può essere coltivata per tutta la stagione, con esemplari che raggiungeranno circa un metro e mezzo di altezza. All'interno, le piante raggiungeranno a malapena il metro, con rese fino a 450g/m². La quantità ideale da coltivare in una tenda di coltura di un metro quadrato è compresa fra le 9 e le 12 piante. La varietà è omogenea e robusta, con ramificazione estesa e distanza internodale breve: ragione per la quale sviluppa numerose cime di buone dimensioni. Con un tenore di THC del 15%, genera un effetto rapido, vivace, euforico e molto energico ma non troppo forte. Il suo sapore è sensazionale ed è particolarmente apprezzato dagli amanti della famiglia Somango frutti tropicali dolci con note un po' citriche che persistono sul palato - e può essere gustato tutto il giorno senza accusare pesantezza. Auto Somango è una pianta facile da coltivare che ha bisogno solo di un buon terreno e un po' di fertilizzante per produrre un raccolto spettacolare di cime resinose dall'odore e dal sapore squisiti.

Crescita Abbiamo fatto germinare diversi semi di auto Somango tra panni umidi e, in poco più di 24 ore, si erano tutti aperti. Preferiamo far crescere le piantine direttamente nel vaso in cui trascorreranno tutto il loro ciclo di vita, per evitare qualsiasi tipo di stress causato da un trapianto, che potrebbe ostacolarne o ritardarne lo sviluppo. I nostri esemplari sono stati coltivati in vasi da 17 litri. Qui hanno trascorso le circa 10 settimane che normalmente impiegano per maturare. Li abbiamo messi in un terreno precedentemente irrigato, con le radichette rivolte verso il basso e a poca profondità. Quindi li abbiamo collocati in una tenda di coltura sotto lampade LEC. Ne abbiamo fissato il fotoperiodo a 20 ore di luce e 4 di buio e, In meno di un giorno, le prime foglioline erano sputate del suolo per cercare la luce. Il terreno da noi usato era stato sufficientemente fertilizzato. Per

con ramificazione estesa e robusta. Le Auto Somango non richiedono molte cure e sono abbastanza resistenti; per questo stesso motivo, nel breve tempo in cui crescono, è difficile che il loro sviluppo sia pregiudicato da parassito o malattie. La formazione dei pistilli è continua e le cime diventano sempre più grandi. Il bud centrale si distingue per la particolare dimensione e densità. L'odore che emana all'apertura della tenda è delizioso. Durante questa fase, abbiamo aggiunto uno stimolatore di fioritura specifico all'acqua d'irrigazione e, in un paio di cicli d'irrigazione, abbiamo anche nutrito le piante con fertilizzante specifico per la fioritura. Gli esemplari cresciuti erano sani e verdi e non sembravano aver bisogno di altro nutrimento.Gli ultimi giorni di fioritura abbiamo lavato abbondantemente le radici e abbiamo aspettato che le piante finissero di maturare. I bud erano enormi, con lunghi pistilli arancioni e traboccanti di resina. In soli 65 giorni tutti gli esemplari di auto Somango erano pronti ad essere raccolti.

Un bud centrale resinoso.

Raccolta e degustazione

Un bel bud in piena fase di sviluppo. questo motivo non abbiamo aggiunto molte altre sostanze nutritive all'acqua d'irrigazione. Durante i primi giorni, abbiamo somministrato unicamente uno stimolatore di radici annaffiando il terreno un paio di volte con Bactomatik, per promuovere ulteriormente la fase di crescita vegetale. Tutti gli esemplari hanno mantenuto un colore verde intenso. In seguito abbiamo aggiunto lo stimolatore di crescita, solo in un paio di occasioni, prima che le piante iniziassero a fiorire. Lo sviluppo di questa varietà è spettacolare: presenta una struttura molto forte e robusta, con numerosi rami e germogli laterali. La sua distanza internodale è piuttosto corta, il che facilita la formazione di cime enormi. Tra la terza e la quarta settimana, le piante hanno cominciato a mostrare i primi segni di fioritura e si sono potuti vedere i primi pistilli.

oscurità. Le piante non hanno smesso di crescere fino all'inizio della fioritura, per concentrarsi poi esclusivamente sulla produzione di bud. Alla fine della fase di crescita, erano tutte alte circa un metro,

Fioritura Durante questa fase, abbiamo mantenuto il ciclo luminoso a 20 ore di luce e 4 di

Vista generale di un’auto Somango.

Dopo aver reciso le piante, il solo pensiero di lasciarle essiccare per almeno altre due settimane prima di poterle assaggiare ci ha fatto venire l'acquolina in bocca. Portando al naso i bud è possibile percepirne un odore delicato, molto piacevole e dolce. Tutti i bud, specialmente quello centrale, sono duri e molto densi e ricoperti da uno strato luccicante di resina. La potatura è abbastanza facile e veloce da realizzare, dato che il rapporto foglie/bud è piuttosto basso. Dopo un breve periodo di essiccazione abbiamo infine degustato la Somango automatica. È un’erba dal gusto davvero ricco, con una dolce nota fruttata di mango che piacerà a tutti. L'effetto è di grande allegria e rilassamento, ma anche stimolante.


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8/4/19 9:02


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IL CANAPAIO di Franco Casalone

MICORRIZE E BATTERI. PARTE SECONDA Continua su questo numero l'approfondimento, cominciato a pagina 40 del

numero 3/2021 di Soft Secrets, su come utilizzare un mix di micorrize e batteri in alternativa ai prodotti chimici per il trattamento dell'oidio.

Le piante vengono lasciate crescere ancora per 8 giorni (18/6), e vengono sottoposte a giorni alterni a trattamenti fogliari con micorrize, equiseto, propoli e ortica. L'oidio sembra bloccato, si sono formati numerosi rami e inizia la levata. Si cambia il regime di luce/buio a 13/11 ore (c'è bisogno che le piante fioriscano ma anche che crescano ancora, per riempire di rami l'area a disposizione. Continuano i trattamenti fogliari con solo micorrize per mantenere l'oidio fermo, le piante cominciano rapidamente a mostrare i primi fiori e a produrre nuovi rami e foglie. Si cominciano a somministrare, insieme all'acqua di irrigazione, basse dosi di fertilizzante per fioritura ricco di zuccheri per nutrire anche le micorrize e di un acceleratore ricco di fosfati naturali da melasse. Purtroppo, durante i giorni di massima formazione di nuovo materiale, nonostante una buona ventilazione e un potente ricambio di aria permettevano di mantenere un'umidità dell'aria vicino al 50%, per ben tre volte ci sono stati lavori sulla linea

elettrica. Tutto bloccato per tutto il giorno, e l'umidità è salita, per tutto il giorno, al 90%. L'oidio riparte alla grande… Le infiorescenze si stanno cominciando a formare e, prima che sia troppo tardi, decidiamo di intervenire con un trattamento a base di zolfo bio, usato per fragole e tabacco. Con lo zolfo l'oidio si ferma, e fortunatamente dopo un paio di giorni non si sente più odore. Seguiranno un paio di lavaggi con acqua e micorrize nei due giorni seguenti, e poi basta trattamenti fogliari: sulle infiorescenze non bisogna dare nulla.

forza dei rami - fanno sì che comincino a rompersi numerosi rami centrali e bassi, su parecchie piante. Proviamo a somministrare, un paio di volte, un pochino di PK 13/14 per cercare di rinforzare i rami, ma è troppo tardi. Le Italian Kiss sono ibridi a prevalenza indica, molto produttive ma con i rami rigidi, come le Cannatonic. Nello stesso coltivo erano presenti, per prova, anche alcune Papaya CBD, nuovo ibrido con prevalenza sativa (buonissime!), i cui rami sono più elastici, e, nonostante il peso ancora maggiore, non si rompono.

Le piante cominciano a fiorire molto rapidamente, dalla quarta settimana riduciamo le ore a 12/12.

Comunque, al prossimo giro sarà necessario sistemare una (o due) rete a maglie larghe (tipo quella per piselli) orizzontale sopra alle piante, per evitare rotture e scosciamenti.

Il tempo è inclemente, susseguono settimane di piogge, maltempo e poi caldo umido. Con le piante in piena attività e al massimo di traspirazione l'umidità non scende sotto al 65%, e l'oidio, confinato a poche foglie vecchie e basse, si ripresenta, anche se per ora solo sulle foglie grandi. La fioritura rapida e la formazione di cime compatte e pesanti - troppo rispetto alla

Alla metà della sesta settimana di fioritura vengono sospesi tutti i trattamenti di fertirrigazione, e si continuerà fino alla fine con sola acqua. L'oidio va piano grazie all'ambiente creato dai batteri (micorrize), ma avanza e rallenta il metabolismo e la maturazione delle piante. Alla fine della settima

settimana riduciamo le ore di luce a 10, 14 ore di buio, per far finire le piante in fretta, prima che l'oidio arrivi sulle infiorescenze. Allo scadere dell'ottava settimana tagliamo. Io sono abituato a far maturare le piante di cannabis fino ad un inizio di senescenza, ma in questo caso ci sarebbe stato il rischio di perdere buona parte del raccolto. Le infiorescenze sono sane, compatte (fin troppo) e molto profumate. I pani di terra presenti nei vasi, 35 litri di terriccio, sono pieni di radici, fitte e dappertutto. Successivi esami di laboratorio ci diranno del contenuto di cannabinoidi e terpeni. Per ora: le infiorescenze sono ricche di resina, piacevolissime di odore e di gusto, e chi ci ha dato le piantine ha detto che non ha mai visto cime così grandi e numerose! Per concludere: usare batteri e micorrize è sicuramente utile e produttivo, sia come quantità sia soprattutto per una qualità e una salute delle piante superiori. Buon raccolto a tutti!


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

DAI RIFIUTI AL SUPER AMMENDANTE COME FARE IL COMPOST IN CASA PROPRIA

Il compost è un super ammendante organico ottenuto dalla decomposizione della materia organica, come ad esempio gli scarti alimentari o i rifiuti vegetali, da parte di macro e microrganismi che in particolari condizioni provvedono alla sua bio-ossidazione e umificazione, trasformando la materia organica in un prodotto assimilabile dalle piante.

La durata del processo di compostaggio varia da pochi mesi fino ad un anno e dipende dai 4 principi fondamentali su elencati, infatti un cumulo di compost ben arieggiato, umido e con un alto rapporto di C/N consente di ottenere il compost in meno di 3 mesi.

Il compost è una delle chiavi per il successo dell'agricoltura organica, la sua incorporazione nel substrato di coltivazione apporta numerosi benefici, vediamo esattamente quali sono nella coltivazione di cannabis: • è un ottimo rigeneratore del suolo: arric chendolo di materia organica e sostanze umiche, consente di recuperarne la ferti lità • potenzia la capacità di ritenzione idri ca del terreno: il compost è in grado di immagazzinare grandi quantità di acqua, fungendo da serbatoio per le piante in caso di siccità e assicura un grande risparmio nella gestione delle risorse idriche • incrementa la porosità del terreno e di conseguenza la sua areazione: ciò favori sce lo sviluppo di un apparato radicale forte e sano • diminuisce l'erosione del suolo salva guardando la sua struttura • è ricco di micro e macronutrienti soprat tutto a rilascio lento: garantisce alla pian ta una riserva di nutrienti a lungo termine • incrementa la capacità di scambio catio nico di un terreno, favorendo di conse guenza l'assimilazione delle sostanze nutritive • il compost possiede delle proprietà tam pone: aggiungere questo ammendante al proprio substrato di coltivazione dimi nuisce le variazioni del livello di ph • è ricco di microrganismi benefici che migliorano la fertilità del substrato ed entrano in simbiosi con la pianta favorendone una crescita esuberante • riduce ed immobilizza il contenuto di metalli pesanti e di altre sostanze tossiche derivate dall'impiego di pesticidi • il compost aumenta la temperatura del suolo per via dell'intensa attività micro bica, ciò rappresenta una proprietà molto utile durante i mesi più freddi • incrementa la resa e la qualità del prodot to finale

FONDAMENTI DEL COMPOSTAGGIO Il compostaggio è un processo biologico aerobico di degradazione della materia organica per mezzo di microrganismi come

la maggior parte dei microrganismi muore a causa di un esaurimento della frazione organica labile ed ha inizio la degradazione di molecole più complesse e la trasformazione del cumulo in sostan ze umiche.

Resti vegetali freschi riposti a compostare. funghi, batteri e protozoi; il prodotto di questa azione è una sostanza umica conosciuta con il nome di compost. Per realizzare con successo il compostaggio dei rifiuti organici è essenziale la presenza dei seguenti 4 fattori: 1. Carbonio. È il cosiddetto materiale marrone e secco, rappresenta la frazione organica più facilmente degradabile, fornisce energia ai microrganismi che producono calore per via dell'intensa attività metabolica. 2. Azoto. È rappresentato dal materiale verde e umido, fornisce sostanze nutritive utili alla proliferazione della popolazione microbica. 3. Ossigeno. Il compostaggio è un processo aerobico quindi la presenza di ossigeno è di vitale importanza per i microrganismi addetti ai lavori. 4. Acqua. È necessaria per la vita dei microrganismi e per mantenere stabile la temperatura del cumulo del futuro compost perché l'attività microbica potrebbe scaldarlo eccessivamente, il cumulo deve essere umido ma non troppo per non creare condizioni anaerobiche.

di materiale marone con il 25% di materiale verde. Il processo di compostaggio si divide in 3 fasi: • Mesofila. In questa fase i batteri mesofili degradano il materiale organico e come risultato aumentano rapidamente la temperatura del cumulo fino a 55-60°C dando il via alla seconda fase. • Termofila. I batteri termofili sono batteri che si attivano e prosperano solo ad alte temperature, in questa fase la degra dazione della materia organica continua ma avvengono anche due eventi impor tanti, l'eliminazione di agenti patogeni come la Salmonella e la riduzione della carica microbica come effetto di un auto-sterilizzazione causata dall'alta tem peratura. • Maturazione. In questa fase, detta anche di raffreddamento, la temperatu ra del cumulo cala fino ai 20-25°C,

Il rapporto tra carbonio e azoto, detto anche C/N, è importantissimo per l'efficienza del compostaggio; il rapporto ideale è di circa 30:1 poiché il carbonio favorisce la rapida decomposizione della materia organica che incrementa la temperatura del cumulo, più avanti capirete l'importanza della temperatura. Un rapporto di C/N inferiore a 30: 1 rallenta il compostaggio e può provocare il rilascio di composti ammoniacali indesiderati. Per ottenere il giusto rapporto tra carbonio e azoto è prassi miscelare il 75%

Compostiera costruita con pallet di legno.

TEMPERATURA E RISOLUZIONE DEI PROBLEMI La temperatura del cumulo ci indica se il processo di compostaggio si sta realizzando correttamente. Dopo circa una settimana che avviamo il compostaggio di un cumulo di materia organica la temperatura al suo interno dovrà salire rapidamente. Un cumulo caldo è il segnale che sta andando tutto per il verso giusto: è importante fare attenzione che la temperatura non superi i 60°C altrimenti anche i microrganismi benefici moriranno, in questo caso basta bagnare la miscela con acqua a temperatura ambiente. Se il cumulo risulta essere freddo è evidente che ci sono dei problemi; la prima cosa da analizzare è la presenza di ossigeno, quindi provate a volteggiare il cumulo per arieggiarlo, successivamente bisogna controllare l'umidità stringendo sul palmo della mano una zolletta presa dal cumulo, se sprigiona acqua significa che è saturo quindi in questo caso è necessario continuare ad arieggiare il cumulo. Nel caso invece la zolla risulta essere secca allora sarà necessario inumidire la miscela polverizzandole acqua. Il tasso


31 ottimale di umidità è del 40%. Se il cumulo continua nei giorni successivi a rimanere freddo è il segnale che il rapporto C/N è basso quindi bisogna aggiungere materiale marrone e secco per alzare il livello di carbonio. Anche la presenza di odori sgradevoli provenienti dalla miscela sono il segnale di qualcosa che non sta funzionando. Generalmente i mal odori sono associati

da soli oppure acquistarne una già pronta all'uso. Le compostiere in commercio sono costituite da un contenitore con alla base un cassetto estraibile separato per mezzo di una rete dal resto del contenitore. Il sistema è abbastanza semplice, la parte alta del contenitore viene riempita con i rifiuti organici e quando il cumulo si trasforma in compost si depositerà nel cassetto inferiore, pronto per essere raccolto ed utilizzato. Alcune compostiere sono dotate di prese d'aria oppure di un sistema rotativo che permette di arieggiare il cumulo all'interno. Costruirne una in casa è abbastanza semplice, è possibile realizzarla sia con dei pallet di legno posti in modo tale da formare un cubo, oppure se si ha disposizione un bidone di grandi dimensioni è sufficiente fargli alcuni buchi per arieggiare il cumulo all'interno. Una caratteristica importante di una buona compostiera è la possibilità di volteggiare il materiale all'interno.

Il compostaggio in natura. alla presenza di microrganismi anaerobici che proliferano quando il livello di ossigeno è scarso all'interno del cumulo, in questo caso è necessario volteggiare la miscela per arieggiarla. Anche l'eccessiva presenza di azoto, quindi di materiale verde, può provocare odori sgradevoli dovuti al rilascio di ammoniaca; per risolvere questo problema basta aggiungere materiale marrone alla miscela.

COSA POSSIAMO COMPOSTARE? Realizzare il compost in casa propria permette di riciclare la frazione di rifiuti organici solidi; come già detto in precedenza, tra questi distinguiamo due principali categorie, i materiali verdi e marroni. Nella prima categoria troviamo gli scarti vegetali come ad esempio frutta e verdure, i rifiuti pre o post consumo come i gusci d'uovo, i fondi di caffè, i gusci di frutta secca e le bustine del tè. Anche gli scarti del giardino come l'erba recentemente tagliata e le foglie fresche si possono compostare.

Una volta ottenuta una compostiera arriva il momento di riempirla; per eseguire un buon compostaggio è necessario creare degli strati alternati di materiale verde e marrone, ad esempio disporre prima uno strato di rami e foglie secche, successivamente uno strato di rifiuti vegetali freschi e ripetere lo stesso esempio per gli strati successivi. In questo modo il cumulo sarà più arieggiato. Ricordare di mantenere le giuste proporzioni tra materiale verde e materiale marrone. Quando la compostiera è piena, inumidire il cumulo con dell'acqua; gli estratti di erbe benefiche come il fermentato di ortica o di consolida sono degli ottimi attivatori del processo di compostaggio. Se si dispone di una compostiera che ha poca capacità di areazione sarà necessario volteggiare il cumulo almeno una volta a settimana. Dopo circa tre mesi il cumulo sarà notevolmente diminuito di dimensioni e trasformato in una materia umica simile ad un terriccio pronto per essere utilizzato.

Mentre nella categoria dei materiali marroni trovano posto la vegetazione secca come foglie e rami, il legno non trattato, la carta e il cartone privi di coloranti, la cenere di legno, la segatura e le fibre naturali come il cotone. Anche gli scarti animali si possono compostare però è meglio evitarli perché potrebbero attirare i roditori.

COME UTILIZZARE IL COMPOST Il compost può essere impiegato per ammendare la terra sia nelle colture in vaso che in quelle direttamente in suolo. Nel primo caso è necessario miscelare il compost con un terriccio di base tipo light mix, la quantità di compost da utilizzare varia in base alla dimensione delle piante e alla genetica, circa il 20% del volume totale del substrato è sufficiente a garantire il fabbisogno nutritivo della pianta. Attenzione, non coltivare le piante direttamente nel compost senza miscelarlo perché potrebbe compromettere totalmente la loro crescita. Per le coltivazioni che si sviluppano direttamente in terra è possibile incorporare il compost nel substrato spargendolo in superficie.

COMPOST HOMEMADE Per produrre del compost in casa propria sono necessari materia organica e una compostiera. La materia organica come da prassi verrà recuperata dai rifiuti solidi organici, mentre la compostiera possiamo costruirla

Il miglior modo per sfruttare completamente dei benefici del compost in una coltivazione di marijuana è la realizzazione di un tè di compost aerobico, già descritto in Soft Secrets nel primo numero del 2018. Il tè può essere applicato per via fogliare oppure irrigando la pianta.


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GROWING di CBG

BREEDING:

L'ARTE DELLA SELEZIONE ARTIFICIALE Qualche volta è il caso, altre volte la natura, altre ancora è la selezione artificiale a creare nuove tipologie di piante. Quando se ne occupa la natura la chiamiamo selezione naturale, quando invece è l'uomo la chiamiamo selezione artificiale. Se non parliamo di autoctone, allora le diverse varietà di canapa che troviamo attorno a noi sono disponibili grazie a un breeder che le ha scelte e riprodotte. La selezione è l'opera di scelta e riproduzione controllata di una determinata varietà, ma soprattutto dei caratteri da essa espressi. Un breeder sceglie le caratteristiche di una pianta e cerca di riprodurle nelle generazioni a venire tramite opportuni incroci. Anticamente la selezione sulla canapa veniva effettuata in gran parte per fissare determinati tratti agronomici che permettessero migliori raccolti, come ad esempio la lunghezza del fusto o il numero di semi prodotti per ettaro. Circa 60 anni fa si è cominciato a selezionare alcune varietà per via dei loro metaboliti secondari, come cannabinoidi e terpeni. Inizialmente si cercò di produrre varietà con altissimo THC, il primo cannabinoide ricercato dai breeder. Sono da ricordare Skunk o Chemdog come pietre miliari nel breeding. Per passare gradualmente negli ultimi trenta anni a selezionare

varietà più complesse, con alti livelli di cannabinoidi secondari o con alto contenuto di terpeni. Oggigiorno sono disponibili varietà con betamircene dominante o terpinolene dominante, per esempio. Perché seguendo questa strada di selezione artificiale siamo arrivati alle varietà moderne. Data la complessità della pianta di canapa è ovvio che saremmo arrivati a una pletora di selezioni disponibili, da un certo chemiotipo di cannabinoidi espressi, ad un particolare profilo terpenico, le combinazioni offerte da madre natura sono tantissime. Questa grande varietà di combinazioni possibili la dobbiamo al fatto che la canapa è assimilabile ad un piccolo laboratorio chimico a disposizione dell'essere umano. Fin qui però abbiamo parlato di breeding per il consumatore finale. Nel senso che fare il breeder selezionando un chemioprofilo particolare, senza tener conto di nessun'altra caratteristica agronomica, ci porta ad avere esemplari interessanti solo per il consumatore e indirettamente per il coltivatore. È chiaro che una varietà più profumata verrà venduta meglio dall'agricoltore, ma al coltivatore interessano anche altre caratteristiche di una determinata

varietà. Ad esempio una varietà con la resistenza ad un determinato patogeno potrebbe interessare di più al coltivatore rispetto ad un'altra con un profumo nuovo ma molto più dispendiosa da coltivare. Cosa significa questo? Significa che siamo arrivati a dei grandissimi risultati nel settore della canapa medica, ma le possibilità di fare breeding sono ancora da esplorare e nei prossimi anni avremo varietà nuove e geneticamente migliori. Chi finora si è occupato di breeding della canapa sono le seedbank, gli appassionati e in minima parte altre entità. Le seedbank e gli appassionati sono però i responsabili dei grandissimi passi da gigante avuti negli ultimi 60 anni. Questo ha fatto sì che attualmente la maggior parte degli strain disponibili siano stati selezionati solo per il consumatore finale, strain dai sapori nuovi ed effetti differenti rispetto al passato. Ma il miglioramento genetico deve ancora venire. Piante agronomicamente superiori sono molto poco diffuse e, quando riescono a venir valorizzate, allora diventano pietre miliari. La mia non vuole essere una critica ma una presa di coscienza da parte di chi vuole fare il breeder, se si vuole continuare bisogna stare al passo coi tempi e specializzarsi affrontando sempre più scientificamente

questa professione. Sono certo che un nuovo sapore verrebbe apprezzato tantissimo ma anche un nuovo carattere di resistenza alle muffe per esempio verrebbe ugualmente apprezzato. Quando capita di avere piante molto buone ma deboli e poco produttive? Quando il breeder ha fissato caratteri di debolezza e scarsa produttività. La perfezione non esiste, ma è compito di chi fa il genetista di arrivare ad esemplari buoni, forti e vigorosi. Credo che le strade da percorrere siano numerose e piene di soddisfazione per i breeders che procederanno con un buon metodo alla ricerca degli esemplari migliori. Per chi vorrebbe diventare breeder consiglio di studiare perché è un metodo migliore dell'affidarsi alla fortuna. Dopo di che guardare in giro e trovare ispirazione dai professionisti, sapete che esistono varietà che non si impollinano? Sapete che ci sono in giro strain senza THC, quindi legali quasi ovunque? Per non parlare di quelle che si trimmano in un minuto perché hanno pochissime foglie? Riprenderemo questo discorso più avanti, adesso lasciamo che passi il tempo e che il duro lavoro dei breeders in tutto il mondo ci mostri i risultati che tanto attendiamo. Buone fioriture a tutti!


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CUCINARE CON LA CANNABIS di Betty Green

UOVA “SVEGLIA E INFORNA” PRONTE IN 7 MINUTI L’olio di cocco infuso alla cannabis è naturalmente privo di latticini, vegano, a base di vegetali e amico degli allergeni. Può fungere da sostituto in qualsiasi ricetta in cui si utilizzi olio o burro tradizionali. L’olio per cucinare si può inoltre conservare a lungo, il che lo rende una scelta molto economica come infuso della cannabis. Come il burro, i grassi presenti nell’olio di cocco si legano bene con i cannabinoidi presenti nella materia vegetale, rendendo così possibile estrarre livelli elevati di THC. Per produrre il vostro olio alla cannabis, avete bisogno di due ingredienti: 450 grammi circa di olio di cocco biologico (raffinato o non raffinato) e 28 grammi circa di fiori di cannabis decarbossilati. Macinate la vostra erba decarbossilata. Mettetela in un barattolo di buona qualità adatto alla conservazione e aggiungete l’olio di cocco. Mettete il barattolo in una pentola piena d’acqua, portate l’acqua a ebollizione e lasciatelo lì per 2-3 ore. Prelevate il barattolo e filtrate la miscela con una stamigna mettendola in un nuovo barattolo, lasciate raffreddare e chiudete ermeticamente. L’olio di cocco si presenta in forma solida a temperatura ambiente. Potete riscaldarlo poco a poco quando volete usarlo come ingrediente liquido. Non esiste una “taglia unica” per i prodotti commestibili e gli infusi, quindi fate molta attenzione. Per il primo utilizzo dell’olio, sostituite un cucchiaino di olio o di burro tradizionale nella vostra ricetta con olio alla cannabis ed esaminate il risultato. Potete aggiungere più o meno olio nella vostra prossima ricetta, a seconda della vostra tolleranza e degli effetti che volete ottenere. Potete anche giocare con le proporzioni tra olio e fiore nella vostra prossima ricetta, a seconda che vogliate ottenere un effetto generale più forte o più debole. Potete calcolare la potenza potenziale del vostro olio se conoscete la percentuale di THC della varietà che avete scelto, utilizzando un “calcolatore dei dosaggi dei prodotti commestibili” online gratuito. Ora che sapete come produrre il vostro olio alla cannabis, ecco una grande ricetta per darvi un assaggio della versatilità del vostro olio infuso e di come può essere aggiunto a tutti i tipi di piatti. Se avete 7 minuti a disposizione, questa deliziosa colazione vi darà un sacco di proteine, carboidrati e grassi buoni, con la possibilità di “svegliarvi e infornare” in un modo del tutto inedito!

Ingredienti: Due uova di grandezza media Pane a lievitazione naturale Olio di cocco alla cannabis Salsa Sriracha Maionese Coriandolo fresco Semi di papavero Due strisce di pancetta ben striate Grigliate la pancetta fino a quando non è bella croccante. Fate bollire una pentola d’acqua, aggiungete le uova e fate sobbollire per 7 minuti. Tagliare una fetta spessa di pane a lievitazione

naturale. Mettetela sulla griglia e giratela regolarmente fino a quando non sarà ben cotta. Tritate il coriandolo fresco e prendete qualche pizzico di semi di papavero. Per fare la maionese Sriracha, mescolate 2 cucchiai di maionese e 1 cucchiaino di salsa Sriracha. Aggiungete più Sriracha o più maionese a seconda di quanto volete che sia piccante la salsa. Una volta trascorsi i 7 minuti, sciacquate le uova sotto l’acqua fredda per 30-60 secondi e togliete il guscio. Spalmate sul vostro toast un’abbondante quantità di burro, seguito dalla maionese Sriracha.

Tagliate a metà le uova e mettetele sul toast. Il segreto di questa ricetta è la tempistica. Sette minuti sono perfetti per ottenere uova spesse e gustose, ma ancora liquide senza essere acquose o poco cotte. Cospargete i semi di papavero sulle uova e sul pane tostato. Ora il tocco finale più importante. Prendete il vostro olio di cocco infuso e versatelo a cerchio sul vostro piatto. Quanto ne aggiungete dipende da voi, ma andateci piano se non siete sicuri di quanto sia potente il vostro olio. Aggiungete la pancetta in cima, seguita dal coriandolo e voilà: avrete un piatto delizioso che vi assicurerà gusto, nutrimento e cannabinoidi! Questo è solo uno dei modi in cui potete utilizzare l’olio infuso di cannabis nella vostra cucina quotidiana. È un ingrediente così versatile che le possibilità sono infinite. Potreste anche preparare una maionese fresca Sriracha utilizzando l’olio alla cannabis. Conservato in un barattolo a chiusura ermetica, sarà fresco per una settimana in frigorifero e potrà essere utilizzato per ravvivvare e “potenziare” tutti i tipi di piatti.


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CANNABIS WORLD di Giovanna Dark

UNA STORIA PERSIANA Dariush ci racconta come ha sfidato la teocrazia iraniana una pianta alla volta Quando si parla di Persia la fantasia corre inevitabilmente al passato. Di questo impero durato quasi 2500 anni ricordiamo le battaglie di civiltà avvenute con i Greci, i 300 delle Termopili contro l'esercito di Serse e le conquiste sterminate di Alessandro Magno. Le nostre nonne ricordano i rotocalchi con il viso di Soraya, la regina triste di Persia e chi è appassionato di storia contemporanea non può dimenticare suo marito, l'ultimo Scià di Persia Mohammad Reza Pahlavi, troppo innamorato dell'Occidente per rendersi conto di come il suo regno stesse letteralmente morendo di fame e pianificasse di spodestarlo. Con la rivoluzione del 1979 la Persia ha infatti cambiato ordinamento e nome ed è diventata la Repubblica Islamica dell'Iran, e, nonostante la maggior parte suoi abitanti ci tenga ancora a definirsi "persiana", le cose sono cambiate parecchio rispetto ai tempi dello Scià. Ora comanda l'Ayatollah e vige la legge islamica: i costumi sono stati drasticamente disciplinati e la società cerca di bilanciarsi tra la vita globalizzata del XXI° secolo e le rigide regole imposte da una teocrazia di stampo medievale. Noi occidentali siamo stati abituati a pensare all'Iran come ad una dittatura islamica da guardare con un misto di

compassione e sospetto ma - come spesso accade - la realtà dei fatti è ben diversa e gli iraniani hanno messo a punto le loro tecniche di resistenza, riuscendo ad eludere i molti divieti che la Repubblica Islamica ha posto alla loro libertà. Ad aprimi gli occhi su questo è stato Dariush, un trentenne di origine persiana con cui ho messo alla prova parecchi dei miei "bias" da donna bianca ed europea. Ho incontrato Dariush per caso a Berlino, città che ci ha entrambi accolti dalle nostre rispettive - anche se molto diverse - fughe dal paese natale. Ho avuto la fortuna di poter provare la squisita erba che autoproduce, mi sono incuriosita e gli ho chiesto se avesse voglia di raccontare a Soft Secrets un po' della sua storia e del suo paese d'origine. Perché l'idea che qui in Europa ci siamo fatti su come girano le cose in Medio Oriente ha decisamente bisogno di un aggiornamento. Quello che segue è il racconto fedele di quanto ci siamo detti, stesi su un enorme tappeto rigorosamente persiano, assaporando ogni boccata dei nostri joint. SSIT: Cominciamo con la domanda di rito: a quando risale il tuo primissimo incontro con la cannabis? L'ho provata molto presto, a 11 anni. Ma ho iniziato a fumarla regolarmente solo qualche anno più tardi. SSIT: La cannabis è ovviamente

illegale in Iran ma cosa prevedono le pene per chi trasgredisce? Come tutte le droghe e l'alcol la cannabis è proibita in Iran. Dal momento che l'Iran è uno stato islamico, le leggi e i processi seguono i precetti islamici in quel campo, ossia quello che dice il Corano. Ad esempio: se sei un ragazzino e ti trovano per strada con un joint, finisci in riabilitazione dalla NA (Ndr. la Narcotici Anonimi) per 21 giorni senza poter lasciare la struttura e senza poter vedere la tua famiglia. Se invece ti beccano con l'erba in tasca - tipo uno, tre o cinque grammi - sarai condannato a ricevere frustate in proporzione a quanto avevi addosso. Te ne possono dare fino a 80. Se invece la quantità supera i 10 grammi, puoi finire in carcere fino a un anno. Fino a qualche anno fa poi, se ti trovavano con un chilo o più, c'era direttamente la pena di morte per impiccagione. La logica per loro è semplice: tu stai contravvenendo alle regole dell'Islam e quindi devi essere punito. SSIT: Confesso di non aver mai letto il Corano ma davvero si fa riferimento alla cannabis nel libro? Non si parla esattamente di cannabis ma ti posso dire che la base legale per questo tipo di pene sono le storie contenute nel Corano. Per quelli che ci governano quel libro è alla base di tutte le leggi che regolano la società e il paese

a dire il vero... C'è corruzione com'è ovvio e, se puoi permetterti di pagare, la polizia chiude un occhio e anche tutti e due. Ma la maggior parte degli iraniani non è certo ricca e quelli che la scampano sono più l'eccezione che la regola. SSIT: Le stesse pene sono previste anche per chi coltiva cannabis? Si fumare, coltivare, possesso: tutto quello che ha a che fare con la cannabis è punibile. Con la coltivazione può succedere che anche la tua famiglia venga coinvolta. Ad esempio, se vieni scoperto a coltivare entro la proprietà di famiglia, anche i tuoi genitori possono essere puniti. Oppure, può succedere che provi a scappare all'estero per evitare la pena ma la latitanza ti si ritorce subito contro perché, se non possono arrestare te, allora arrestano qualcuno della tua famiglia e non lo rilasciano fino a che non torni e ti costituisci. SSIT: Passiamo a qualcosa di più leggero... L'erba che coltivi qui a Berlino è una delizia degli dei: hai cominciato a coltivare cannabis qui o lo facevi già quando eri ancora in Iran? Ho cominciato a coltivare outdoor con alcuni amici attorno al 2006 o 2007 e l'ho fatto nella mia città - Isfahān - che nemmeno a farlo apposta, è famosa per i suoi giardini! Il primo tentativo è stato in un giardino ormai abbandonato,


35 SSIT: Noi europei immaginiamo il Medio Oriente come un posto torrido e semidesertico ma tu mi dici che hai sempre coltivato con successo outdoor. Ti prego, illuminaci sulle vere condizioni climatiche dell'Iran! Nella mia città ci sono tutte e quattro le stagioni! Abbiamo inverno, estate, autunno e primavera e possiamo coltivare tranquillamente outdoor.

Una delle cime autoprodotte da Dariush a Isfahān. abbastanza in periferia e ben nascosto da occhi indiscreti. Abbiamo buttato semplicemente due o tre semi che avevamo ricavato dall'erba che ci eravamo fumati: il classico primo esperimento di coltivazione che tutti nella vita abbiamo provato. Ovviamente non è andata bene! Per il secondo tentativo io e i miei amici abbiamo pensato di comprare dei semi direttamente da Teheran ma purtroppo è andata male anche quella volta, perché in realtà non avevamo la minima idea di quello che stavamo facendo! SSIT: Quando siete riusciti ad ottenere qualcosa di fumabile? Ce l'abbiamo fatta quando il fratello di un nostro amico, che viveva nel Regno Unito, è tornato a casa per una visita alla famiglia e gli abbiamo potuto chiedere tutto quello che sapeva sulla coltivazione. Sapevamo che la fumava e visto che era più grande di noi - all'epoca avevamo 15 o 16 anni - credevamo sapesse anche come si fa a piantarla. Lui ci dice che non ci può aiutare perché è solo di passaggio ma ci passa il contatto di un "esperto". L'esperto era un uomo sulla cinquantina che da circa 30 anni coltivava cannabis e aveva tantissima esperienza in outdoor. Ci ha insegnato praticamente tutto e dopo un po' siamo riusciti ad ottenere un raccolto decente. Inutile dire che non ci siamo fermati al primo raccolto decente... SSIT: E non avete mai avuto problemi con la legge? Abbiamo coltivato altre mille volte da allora e fortunatamente non abbiamo mai avuto veri e propri problemi con la polizia. Ne abbiamo avuti di più con i ladri: una ventina di raccolti sono stati rubati completamente. E due o tre volte è stata la polizia a distruggere la piantagione ma per fortuna nessuno di noi era sul posto e non abbiamo avuto conseguenze. Siamo sempre stati furbi!

Non abbiamo mai avuto problemi con il clima: c'è il giusto equilibrio tra secco e umido ed è perfetto per coltivare. E questo non solo a Isfahān, ma anche in molte altre città dell'Iran. Al sud magari un po' meno, perché li le temperature sono davvero desertiche. Ma abbiamo anche le montagne con la neve! Stanno nella parte nord e ovest del paese... (Ndr: si tratta delle catene dello Zagros e dell'Elburz). SSIT: E come la mettiamo con l'acqua e il terreno? Come tutti i grower dobbiamo starci attenti e dobbiamo sapere quando piantare, in modo da avere pioggia a sufficienza. Di solito piantavamo i semi attorno alla prima metà di marzo, in modo da avere la fioritura in quella che è la parte più asciutta della primavera. Per la terra invece bisognava fare un po' più di attenzione perché normalmente c'erano già state altre colture e bisognava capire come la terra fosse stata trattata ma, almeno per quanto riguarda la mia città, non abbiamo quasi mai trovato brutte sorprese e con un po' di accorgimenti siamo sempre riusciti a preparare un buon letto per le nostre piante. SSIT: Come funziona il mercato nero della cannabis in Iran? Io e i miei amici abbiamo sempre coltivato per noi stessi. Perché? Per quale motivo avremmo dovuto spendere soldi per qualcosa che Madre Natura ci porge in dono? Per questo abbiamo deciso di coltivare e di fumare sempre e solo la nostra erba. Su come funziona il mercato nero, ti posso dire che, nonostante la cara Repubblica Islamica dell'Iran abbia proibito praticamente qualunque cosa, in giro si trova di tutto: c'è letteralmente tutto quello che vuoi. Certo è ben nascosto e devi sapere dove cercare ma puoi comprare tutto, dalla ganja al DMT. Nonostante il governo islamico, la gente vuole divertirsi e trova il modo di farlo. SSIT: "Raving Iran", un documentario tedesco-iraniano uscito qualche anno fa, mostrava infatti come anche da voi esista una cultura underground, fatta di psichedelia e musica elettronica. E questo nonostante le leggi del regime. Hai mai partecipato a una di queste feste?


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La moschea dello Scià a Isfahān con una vista sui giardini di piazza Naqsh-e jahān.

Certo che ci sono stato! Ed è la ragione per cui ora mi trovo qui a Berlino invece che a Isfahān: qui in Germania possiamo fare una festa senza il rischio di essere puniti. In Iran il regime non vuole che ragioni con la tua testa e ogni trasgressione deve essere punita. Ti faccio un esempio: per strada la polizia cerca giovani coppie e chiede se sono sposate (Ndr. per la legge islamica solo le coppie sposate possono camminare non accompagnate), cerca gente coi capelli lunghi, va a infastidire chi è vestito un po' "fashion", o anche solo chi porta le braghe corte perché anche quelle sono proibite. SSIT: Poco fa hai detto che in Iran si trova di tutto. Ma se l'opera della polizia è così invasiva, come può esistere e fiorire questo tipo di cultura alternativa e praticamente antitetica a quella del regime? Guarda, in questo esatto momento stanno facendo un party nella mia citta. Come è possibile? Lo fanno illegalmente! Pensa ai tempi del proibizionismo in America: l'alcool era proibito ma la gente non ha mai smesso di berlo. È un meccanismo proprio della natura umana ed è abbastanza comune: se qualcosa è proibito, allora sperimentarlo sarà due volte più piacevole/divertente/ appagante. In Iran tutto è proibito ma non ci manca nulla! SSIT: C'è molto conflitto tra la popolazione e le forze dell'ordine? Certo che c'è conflitto e la polizia è dappertutto. Ma diciamo che noi siamo sempre all'erta. Tutti i movimenti che facciamo sono pensati, dobbiamo essere intelligenti e furbi. Le pene per

chi trasgredisce sono pesanti e nessuno vuole rovinarsi la vita. Se mi chiedi se io ho mai camminato con dei kili di erba addosso, ti rispondo che l'ho fatto e che non è mai stato piacevole... In Iran la vita per la maggior parte è un concentrato di stress: pensa che l'aspettativa di vita massima da noi è di 60 anni! Cioè, se arrivi a 65 anni è già un miracolo... SSIT: Mi hai detto che a te è sempre andata bene. Conosci qualcuno che invece ha pagato la sua passione per la cannabis? Il mio migliore amico è in galera in questo momento e so che è alla completa mercé di quella gentaglia. Per una distrazione stupida poi... Per quello dico che bisogna essere sempre all'erta. Io ormai ce l'ho come un riflesso condizionato e anche qui in Germania quando vedo la polizia mi irrigidisco inevitabilmente. È automatico: se li vedo per strada, cambio immediatamente direzione. E questo mi da fastidio. SSIT: Come definiresti la scena della cannabis nel tuo paese? Dieci anni fa la scena della cannabis non era così popolare in Iran ma adesso si è diffusa tantissimo, soprattutto tra i giovani under 30. Addirittura nei primi anni duemila la polizia stessa non sapeva bene cosa fosse! Pensa che una volta - sarà stato 15 anni fa - mi hanno fermato con kilo di ganja nel bagagliaio: lo hanno aperto, l'hanno guardato e hanno richiuso dicendomi "buon lavoro" perché credevano fossi un giardiniere. In Iran tutti sanno cos'è l'hashish o l'oppio ma credo che se mettessi una busta di erba sotto al naso di mio padre,

lui non avrebbe la minima idea di cosa ha davanti. Diciamo che è una cosa generazionale... Ma d'altra parte ci sono città "famose" per la cannabis, come la mia Isfahān, Ghalat al sud e Yazd nella parte centrale dello Stato, infine Shiraz che probabilmente conoscete anche voi europei soprattutto per il vino...

Più o meno sui 50 euro ma sto facendo un calcolo molto approssimativo...

SSIT: Quanto può costare un grammo di cannabis in Iran?

Grazie a Soft Secrets per avermene dato la possibilità!

Non costa poco e questa è una ragione in più per coltivarsela da soli. SSIT: Grazie per averci fatto un conoscere un po' di Iran, Dariush!


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AUTOFIORENTE O CLASSICA? State pensando se coltivare varietà automatiche o classiche? Oppure le avete provate entrambe e non siete sicuri di quale sia più adatta a voi? Di tanto in tanto, anch’io mi trovo di fronte a questo dilemma. Ho esperienza nella coltivazione di entrambi i tipi di varietà sia all’aperto che al chiuso e, in questo articolo, riassumerò tutte le conoscenze di cui potreste aver bisogno per prendere una decisione informata.

Definizione della terminologia

Per evitare confusione, spiegherò prima di tutto i concetti di base con cui molto probabilmente la maggior parte di voi ha già familiarità. Per varietà classiche intendo varietà di breve durata. Iniziano a maturare, cioè a formare cellule sessuali, solo quando la luce del giorno si riduce a circa 13 ore. Le varietà classiche non iniziano a fiorire prima. Potete influenzare la durata del giorno solo a condizione che coltiviate in una serra e abbiate la possibilità di coprire il tetto oppure che coltiviate al chiuso sotto fonti di luce artificiale. All’aperto, si dipende da un ciclo naturale regolare, il che significa che le varietà classiche non iniziano a fiorire prima di agosto e sono pronte per il raccolto tra la fine di settembre e l’inizio di novembre (nell’emisfero settentrionale). Le varietà autofiorenti sono varietà neutre, il che significa che cominciano a maturare in un determinato stadio della loro vita, a prescindere dalla durata del giorno e della notte. Non so esattamente perché le varietà neutre siano chiamate automatiche o autofiorenti, ma probabilmente questo è dovuto a ragioni di marketing. Il termine “neutra” non trasmette la sensazione adeguata, ossia che coltivarle dovrebbe essere facile. D’altro canto, i termini varietà autofiorenti o automatiche danno immediatamente l’idea nella coltivazione tali varietà siano completamente autosufficienti. Il che non è del tutto vero, ma arriverò anche a questo punto. La stragrande maggioranza dei semi delle varietà autofiorenti si possono reperire in forma femminizzata, pertanto da questi crescono solo femmine. Non è certo un fatto che sorprende, poiché i semi femminizzati hanno la meglio su quelli non femminizzati (regolari) ormai da anni. Chiarisco questi termini in modo tale che non si faccia confusione fra i semi classici (femminizzati) e i semi non femminizzati. Per chiarire: in questo articolo farò un raffronto tra la coltivazione delle varietà classiche a breve durata e le varietà neutre.

Le varietà autofiorenti arrivano sul mercato

Oggigiorno le automatiche indoor possono essere facilmente paragonate alle classiche (Auto Lemon Skunk XXL).

Nel settore della canapa esistono da tempo le varietà neutre. Sono tanto diffuse quanto le varietà monoiche, che producono entrambi gli organi sessuali, maschile e femminile, in una sola pianta. Tuttavia, per i coltivatori e i consumatori attenti all’elevato contenuto di cannabinoidi, le varietà neutre sono state per lungo tempo prive di interesse perché il gusto e le rese erano scarse. La prima e più celebre varietà con un gusto e un effetto migliori è senza dubbio la Lowryder, che ha fatto la sua

apparizione intorno al 2005, per quanto ne sappia. Ma il vero boom delle autofiorenti si è verificato circa dieci anni dopo. Attorno a quel periodo, sono cominciate a spuntare le varietà a resa elevata e il gusto e l’aroma iniziavano a essere buoni come quelli delle varietà classiche. I coltivatori outdoor che vivono in regioni più fredde o in luoghi dove l’estate finisce ne sono rimasti davvero entusiasti. Le varietà autofiorenti davano loro la sicurezza che le loro piante sarebbero state mature prima dell’arrivo delle piogge e del freddo autunnale. Con le varietà classiche, non potevano mai esserne certi e, dopo quasi sei mesi di coltivazione, questi coltivatori outdoor spesso si trovavano costretti a raccogliere le loro piante in anticipo, prima che fossero completamente mature. Tutto ciò era molto triste, naturalmente, perché aveva un impatto negativo sul peso del raccolto e sulla sua qualità. Non ci è voluto molto prima che anche i coltivatori indoor che usavano fonti di luce artificiale saltassero sul treno delle autofiorenti. E qual è stato il motivo principale? Che coltivarle è facile. Improvvisamente

Le automatiche sono ottime anche per i coltivatori che hanno un balcone o un piccolo giardino (CBD Auto White Widow). non c’è stato più bisogno di considerare quando ridurre la quantità di luce e passare alla fase di fioritura. Le varietà autofiorenti si comportano infatti bene quando ricevono luce tra le 18-22 ore al giorno per l’intero ciclo di crescita. Le varietà più veloci possono essere pronte per il raccolto in meno di 70 giorni dalla germinazione e in genere sono più piccole, il che significa che non serve lottare con piante enormi nella propria stanza di coltura.

Pro e contro

Nei paragrafi precedenti ho già citato una serie di vantaggi delle varietà autofiorenti. Riassumiamoli per la cronaca: 1) All’aperto, possono maturare con temperature più fresche. 2) Possono ricevere la massima intensità di sole estivo. 3) Non c’è bisogno di cambiare il ciclo di luce quando si coltiva al chiuso. 4) Intercorre un breve periodo di tempo fra la semina e il raccolto. 5) Le piante non crescono eccessivamente in altezza.


39 ture. Una reazione diffusa è che le piante smettano di crescere per una settimana, a volte anche più a lungo. Le varietà classiche hanno ancora moltissimo tempo a disposizione per recuperare questa perdita – sempre che le condizioni migliorino. Per quanto riguarda le autofiorenti, tuttavia, la loro crescita può risultare completamente rallentata, il che significa che le piante non sono in grado di riprendere la crescita normale in tempo.

Se coltivate all’aperto, le classiche potrebbero diventare molto più grandi delle autofiorenti. Ciononostante, anche le varietà classiche presentano alcuni vantaggi, o - in altre parole - ci sono anche degli svantaggi nelle varietà autofiorenti. 1) Si possono fare cloni dalle varietà classiche, ma non dalle autofiorenti. 2) I cloni possono essere raccolti in indoor tanto presto quanto le varietà autofiorenti, ma con costi di elettricità inferiori. 3) Se coltivate all'aperto, le varietà classiche possono produrre molti più grammi per pianta rispetto alle varietà autofiorenti. E' logico, perché più le piante possono crescere, più sono grandi. I pro e i contro devono essere vagliati da ogni coltivatore a seconda delle proprie preferenze. Personalmente, mi piace coltivare le varietà autofiorenti all’aperto. Il fatto che possano essere raccolte in così poco tempo è una cosa che mi piace molto. Mi piace anche il fatto di non dovermi preoccupare molto della muffa - un problema che spesso devo affrontare nei mesi autunnali umidi quando coltivo le varietà classiche. Per la coltivazione indoor, tuttavia, opto per le classiche, perché in genere preferisco coltivare da cloni. Tuttavia, il motivo della mia scelta è che mi concentro sulla produzione standardizzata, e in questo senso la coltivazione da seme di solito pone dei problemi. C’è sempre una certa variabilità quando si coltiva una varietà partendo dai semi. Anche se molti piccoli coltivatori domestici apprezzano il fatto di avere diversi fenotipi e chemotipi di una varietà (anche in una confezione da dieci semi), tale instabilità non è un fattore desiderabile per la produzione commerciale e standardizzata. Detto questo, ho una sezione di piante autofiorenti nella mia stanza di coltura per i test. Se non le avete ancora provate, vi consiglio vivamente di farlo.

Specifiche di coltivazione

Mentre la coltivazione delle varietà classiche oggigiorno viene molto ben padroneggiata e descritta, sussistono ancora opinioni diverse in merito ai metodi di coltivazione da utilizzarsi con le autofiorenti. Si sente spesso dire, per esempio, che le varietà autofiorenti richiedono meno nutrimento. Ciononostante, tutto ciò dipende da dove si analizza la questione. Se si confrontano una varietà classica e una varietà automatica coltivate all’aperto, è probabile che in termini assoluti la classica abbia bisogno di più nutrienti. La ragione ovvia è che il suo ciclo di vita dura il doppio e produce molta più biomassa. Tuttavia, in base alla mia esperienza, è stato dimostrato che le autofiorenti ben fertilizzate hanno rese più elevate delle loro controparti meno fertilizzate. In entrambi i casi, è consigliabile mettere i semi o le piantine in un substrato di coltura leggero e leggermente preconcimato. Per esempio, il Light-Mix è una scelta eccellente. Questo mix può essere acquistato da vari produttori. Le mie marche preferite sono Plagron e BioBizz. Non appena le piante cominciano a dare segni visibili di crescita e vigore (dopo circa tre settimane dalla germinazione) dovrebbero essere fertilizzate almeno un po’. Raccomando i fertilizzanti organici quando si coltiva in terra e i fertilizzanti minerali quando si coltiva in idroponica. Il breve ciclo di vita delle varietà autofiorenti lascia poco spazio per correggere potenziali errori e danni. Se stressate in qualche modo le vostre piante, potete incidere notevolmente sul risultato dell’intero ciclo di crescita - in modo negativo. Immaginate, per esempio, di fertilizzare eccessivamente le piante all’inizio del ciclo di crescita o di esporle a basse tempera-

Tutto ciò porta a piante nane con rese limitate. Cercate quindi di evitare il più possibile di stressare le varietà autofiorenti. Mentre le varietà classiche possono essere facilmente ripiantate due volte durante il loro ciclo di crescita, è meglio seminare le autofiorenti direttamente nel contenitore in cui trascorrono tutta la loro vita. Personalmente, preferisco pre-coltivare i semi e ho avuto esperienze positive in questo campo. Con le varietà autofiorenti, pianto le piantine in vaso non appena compaiono le prime foglie vere. In questa fase, le radici non sono ancora spuntate dal substrato disponibile nel piccolo vaso utilizzato. Quando trapianto, faccio molta attenzione a fare in modo che il substrato intorno alle radici non crolli o cada fuori. Date alle vostre autofiorenti calore, molte sostanze nutritive e un’irrigazione adeguata. Più spazio date alle radici, maggiori sono le probabilità che otteniate un raccolto abbondante. Se coltivate in vaso, usate contenitori da almeno 12 litri. Io uso vasi da 25 litri per la coltivazione all’aperto e

vasi da 15 litri al chiuso. Anche le varietà autofiorenti apprezzano molto la luce. Per la coltivazione indoor, nel mio caso ha funzionato meglio un ciclo di 20 ore di luce e 4 ore di buio. Quando si coltiva all’aperto, penso che il momento migliore per cominciare a germinare sia la seconda metà di maggio. Le piante iniziano a mostrare i primi segni di fioritura intorno al 20° giorno dopo la semina e fioriscono per 50 giorni circa. Le piante seminate nella seconda metà di maggio possono sfruttare giornate più lunghe, una maggiore intensità di luce e spesso la parte più calda dell’anno. Anche le piante seminate in giugno si troveranno in condizioni eccellenti (questo vale per l’emisfero settentrionale). Le piante seminate più tardi nel corso dell’estate vi ricompenseranno con una bella colorazione, che è più pronunciata rispetto a quella delle piante che maturano in autunno. Sebbene vi siano anche alcuni contro nella coltivazione delle varietà autofiorenti, da molti punti di vista è più facile e ci sono molti pro. In ogni caso, ritengo siano un’eccellente opzione per i coltivatori outdoor. Ma anche se decidete di coltivarle sotto fonti di luce artificiale, potete ottenere raccolti sorprendenti - a patto che seguiate i metodi di coltivazione corretti. Sinceramente spero che questo articolo vi abbia aiutato a decidere cosa piantare la prossima volta. Ora non vedo l’ora di scrivere un nuovo articolo per il prossimo numero della vostra rivista preferita Soft Secrets.


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CHIEDI A STONEY di Stoney Tark

CHIEDI A STONEY cultivar e l’altezza che la pianta raggiugerà al momento del raccolto sarà un’altezza media. La coltivazione di una pianta grande, d’altro canto, richiede una fase di crescita più lunga, per consentire alle radici di insediarsi correttamente e per ottenere una chioma pesante che produrrà la stessa quantità di cime secche che si otterrebbe in un Sea of Green. Coltivare piante di grandi dimensioni richiede training molto più pratico e dà al coltivatore la possibilità di manipolare la chioma come vuole, o anche di usare uno schermo. Fra gli svantaggi della coltivazione di una pianta grande figura il fatto che la fase di crescita deve durare almeno 6 settimane, che sono necessari più nutrienti e più spazio. Se sai cosa significa ricevere una bolletta dell’elettricità salata, allora la coltivazione Sea of Green è la migliore, a mio parere, perché ha il ritorno sull’investimento più veloce.

BUONGIORNO SIG. TARK, HO LETTO CHE ALCUNE PERSONE Foglia a ventaglio sana senza alcun segno di tossicità o carenza.

FANNO FLUSHING SULLE LORO PIANTE PER 21 GIORNI. COSA È

CIAO STONEY, A CAUSA DEL VENTO FREDDO ALL’ESTERNO, STO RISCONTRANDO PROBLEMI

avere una forte corrente d’aria che venga fatta circolare grazie a diversi ventilatori oscillanti che funzionano contemporaneamente.

NEL MANTENIMENTO DELL’UMIDITÀ BASSA DURANTE

CARO STONEY, HO UTILIZZATO

LA FASE DI FIORITURA E SONO

ALCUNI NUTRIENTI CHIMICI E LE

PREOCCUPATO DI PERDERE IL

FOGLIE SONO DIVENTATE SECCHE

RACCOLTO. COSA DOVREI FARE?

E SI SONO ARRICCIATE VERSO IL

Bjorn - Oslo, Norvegia

BASSO COME UN ARTIGLIO. TUTTE

Non c’è bisogno di preoccuparsi di perdere il raccolto, perché hai a disposizione diversi modi per mantenere le condizioni dell’ambiente costanti nella tua stanza di coltura. Se non tratti il problema, potresti ritrovarti di fronte a un’infezione da oidio o peggio ancora da Botrite. Ti consiglio vivamente di acquistare un dispositivo di riscaldamento e di collegarlo a un regolatore di temperatura che entrerà in funzione quando il sensore nella stanza rileverà una temperatura al di sotto della zona di comfort. Dovresti puntare a mantenere la temperatura il più vicina possibile ai 24 gradi, assicurandoti di

nelle parti inferiori delle piante. Dopo una settimana circa, le piante ricresceranno sane e allora potrai iniziare a somministrare una soluzione nutritiva. Ti consiglierei di utilizzare una forma di azoto a rilascio lento in modo tale che le radici lo possano tamponare facilmente, per esempio il vermicompost fresco applicato come strato superiore.

LE PIANTE NELLA TENDA STANNO

CARO STONEY TARK…

FACENDO LA STESSA FINE. È IL

È MEGLIO AVERE TANTE PIANTE

NUTRIMENTO CHE STO USANDO?

PIÙ PICCOLE O UNA SOLA PIANTA

Barry - Londra sud, Regno Unito

GRANDE? CON MOLTO AFFETTO.

Sembra dovuto alla tossicità dell’azoto e il tutto può essere facilmente risolto somministrando solo acqua, con un pH corretto. Le dita delle foglie a ventaglio più grandi e più vecchie si sono arricciate verso l'interno e hanno assunto una malsana formazione ad artiglio verso il basso.

Sono molte le variabili che possono influenzare la decisione relativa a una coltivazione. Coltivare diverse piante piccole tutte assieme come Sea of Green significa che il periodo di crescita si riduce a 10 giorni al massimo, non c’è alcun bisogno di training come L.S.T., potatura o cimatura.

Queste foglie non possono essere salvate e potrebbe essere utile eliminarle per far penetrare più luce

Natalie - Marsiglia, Francia

Puoi anche fare rotazione del raccolto ogni 7-9 settimane a seconda della

MEGLIO: FARE FLUSHING PER 14 O PER 21 GIORNI PRIMA DEL RACCOLTO?

Marco - Amsterdam, Olanda Non c’è una risposta giusta o sbagliata a questa domanda, più che altro dipende da come viene coltivata la pianta. L’obiettivo principale di un flushing ben fatto è quello di lavare via tutti i sali disciolti che si sono accumulati durante il ciclo di vita della pianta, per poi permettere ai nutrienti interni rimanenti di essere completamente utilizzati. A seconda del regime nutritivo che segui, questa procedura può durare da 10 a 21 giorni prima che le piante sbiadiscano completamente e comincino a manifestare pigmenti multicolore nel tessuto fogliare. Spesso è la parte più piacevole del periodo di fioritura, per molti coltivatori. Fra i modi per capire se le vostre piante sono pronte per il raccolto c’è quello d’ispezionare i tricomi per vedere quanto sono diventati maturi. Un tricoma argenteo più lattiginoso indica che le piante sono pronte per il raccolto, a meno che non si


41 preferisca lasciarle finché i tricomi non raggiungono una tonalità ambrata. Un altro metodo è quello di verificare quanto i calici siano impilati e rigonfi e cercare di non prestare troppa attenzione al rapporto tra pistilli marroni e bianchi, perché spesso può essere fuorviante.

CARO STONEY, HO DECISO D’INIZIARE A COLTIVARE A CASA DOPO AVER LETTO SOFT SECRETS E VOGLIO CHIEDERTI QUALI SONO MEGLIO... I SEMI REGOLARI O FEMMINIZZATI?

Mauro - Napoli, Italia Congratulazioni per aver iniziato la tua carriera di coltivatore e per rispondere alla tua domanda, il modo migliore di vedere la cosa è dal punto di vista della praticità. I semi regolari sono spesso più economici della versione femminizzata e puoi acquistare 10 semi regolari al prezzo di 5 semi femmina. Dovrai a quel punto sessare le piante e separare i maschi dalle femmine una volta iniziata la fioritura. Se vuoi provare a produrre i semi da te, allora puoi trovare un buon utilizzo anche per il maschio. I semi femminizzati, d’altro canto, garantiscono che tutte le piante producano cime e non avrai più alcuna preoccupazione di eliminare le piante maschio. I semi femmina ti permettono di massimizzare il tuo spazio di coltivazione senza correre il rischio di sprecare vasi, terra, nutrienti e spazio. Il mio consiglio personale è quello di coltivare con semi femminizzati e più avanti, quando sarai più esperto e conoscerai meglio i fenotipi, le piante madri o la selezione, potrai utilizzare i semi regolari.

allungamento durante la fioritura. L’Amnesia Haze crescerà in altezza e mostrerà una predominanza sativa, il che significa che può crescere molto in altezza se il training non è adeguato. Un altro fattore sono i vasi troppo piccoli che portano quindi le piante ad allungarsi molto più del necessario oppure il fatto la distanza e l’intensità delle fonti di luce da coltivazione non sono quelle che dovrebbero essere. Il mio consiglio è quello di utilizzare il low stress training e di legare delicatamente le punte delle piante una settimana prima di mettere il timer a 12/12. Questo dovrebbe ridurre drasticamente l’allungamento finale e permetterti di avere una chioma profonda 60 cm con molte pepite dense. Le temperature calde o fredde possono anche far sì che la distanza internodale diventi eccessiva, quindi fai attenzione alle temperature diurne e notturne.

CARO STONEY, COME POSSO OTTENERE LE CIME ORGANICHE PIÙ GRANDI POSSIBILI?

Mikael - Praga, Repubblica Ceca

Mi piace usare i microrganismi benefici nella coltivazione biologica, perché questi piccoli aiutanti possono davvero contribuire a incrementare i raccolti. Uniti ad acidi umici e melassa, è possibile che la pianta metta su dei veri e propri chili durante le fasi finali della fioritura. Evita di

utilizzare potenziatori chimici ad alta potenza, perché non faranno altro che rendere il sapore finale aspro e sgradevole. Se riesci a somministrare alla coltivazione della CO2, potrai riuscire ad aumentare le rese fino al 25%. Il mio consiglio è quello di non concentrarti sulla resa così tanto e di prestare invece attenzione ai terpeni e raccogliere le cime al momento giusto in base al grado di maturità dei tricomi e a quanto sono rigonfi i calici.

CARO STONEY, CIAO STONEY, QUALE VARIETÀ MI CONSIGLIERESTI PER COLTIVARE ALL’APERTO QUEST’ANNO IN INGHILTERRA? LE MIE ULTIME COLTIVAZIONI OUTDOOR SONO STATE MOLTO DELUDENTI E NON HANNO PRODOTTO QUASI NULLA.

Nigel - Bristol, Regno Unito È meglio trovare una varietà che si adatti al clima freddo e rigido che avete nel Regno Unito. Le cultivar a predominanza Indica con un periodo di fioritura breve di 7-8 settimane, sopportano in genere le temperature più fredde grazie alla loro alta resilienza all’esterno. In alternativa, potresti provare a coltivare varietà autofiorenti femminizzate. Il bello delle autofiorenti è che sono estremamente versatili e ho assistito in prima persona a rese e qualità delle cime estremamente sorprendenti, prodotte da autofiorenti coltivate in Inghilterra in estate. Il mio consiglio è quello di evitare qualsiasi varietà

CARO STONEY TARK, HO BISOGNO DEL TUO AIUTO PER QUANTO RIGUARDA L’ALTEZZA DELLE MIE PIANTE DURANTE LA FIORITURA. NELLA MIA ULTIMA COLTIVAZIONE SI SONO ALLUNGATE COSÌ TANTO CHE HO DOVUTO TAGLIARE LE PUNTE PERCHÉ SI SONO BRUCIATE. STO COLTIVANDO AMNESIA HAZE IN VASI DA 10 L. GRAZIE.

Josh - Nottingham, Regno Unito C’è una serie di fattori che rivestono una funzione importante nell’altezza finale della pianta e nella forza di

richieda più di 8 settimane per fiorire, perché potresti ritrovarvi con piante poco compatte che producono molto poco al momento di maturare e riempirsi. Potresti sempre piantare una serra piena di autofiorenti e avere accanto a questa una varietà a fioritura normale, assicurandoti di raccogliere due volte l’anno in date vicine fra loro.

Le piante cominceranno a sbiadire e a rivelare i propri tratti gli ultimi giorni del raccolto.

ESISTE UN MODO CORRETTO PER INSTALLARE I CONDOTTI IN ALLUMINIO? SALUTI

Alistair - Stirling, Scozia Se il condotto è ben aderente all’estremità della ventola R.V.K. o del filtro al carbonio e il rac-cordo è totalmente a tenuta d’aria e solido a sufficienza da essere a prova di strappo, allora sei a posto. L’utilizzo di clip metalliche o fascette di plastica funziona bene come il nastro adesivo spesso. Ti consiglio di assicurarti che il condotto sia appeso in linea orizzontale retta e non cada tra la ventola di uscita e il filtro al carbonio. Suggerirei anche di dare un’occhiata ai condotti acustici, che sono sostanzialmente condotti in alluminio con un fonoassorbente in linea, che comporta quindi una riduzione del rumore dell’aria che passa dovuto alla ventola di aspirazione. I condotti acustici possono essere 3-4 volte più costosi, tuttavia vale la pena investire del denaro se il rumore è fonte di preoccupazione ed è la prima volta che si predi-spone una coltura indoor.


Slurrica ne Advanced Seeds www.advancedseeds.com


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CANNABUSINESS di CBG

SSIT: Benvenuto, parlaci di chi siete e cosa fate in Italia con la canapa. La mia esperienza con la cannabis light inizia esattamente un anno fa. Con due amici decidiamo di cominciare a produrre e fondiamo una azienda agricola. In mezzo a mille consigli, da parte di tante persone specializzate, abbiamo deciso di cominciare e poi di aggiustare il tiro man mano. Alla fine è una avventura, c'è sempre da imparare sul campo perché in giro trovi poche informazioni vere e molte poche persone esperte. Che poi sai, se uno è esperto o si fa pagare bene o non ha tutta sta voglia di fare da baby sitter ai novizi. Parlando invece del nostro capannone, il montaggio è stato complesso perché abbiamo deciso di comprare le lampade dalla Cina e abbiamo perso molto tempo aspettandole. Il resto è stata un'esperienza bellissima e anche faticosa, soprattutto psicologicamente. Passare da un armadio in casa a delle stanze intere con decine di lampade non è proprio una cosa semplice.

Coltivare canapa indoor in IL NOwSTeRbO sito Italia E V I L ' E Quattro chiacchere per

SSIT: Si, è un grande passo per niente semplice. Che prodotto fate, come lavorate? Siamo un marchio che produce e imbusta infiorescenza ad uso tecnico, ci trovi in qualche negozio e online. Produciamo indoor, abbiamo circa 30 lampade a led da 600 Watt in un capannone. Abbiamo scelto di lavorare indoor per controllare noi la stagione ed avere un prodotto ottimo anche d'inverno. In due ci occupiamo delle piante mentre il terzo socio ci aiuta nei momenti di lavoro più intenso, occupandosi dell'amministrazione e di stare dietro al sito internet e ai clienti quando non è con noi. In due riusciamo a controllare la routine del capannone, vanno sfasate di circa un mese le due stanze di fioritura che abbiamo.

SSIT: Dicci qualcosa in più su come coltivate indoor, quanti cicli avete fatto e come? Coltiviamo indoor, abbiamo due stanze, una è con l'irrigazione automatica e ha i

capire come funziona la produzione di cannabis light nel belpaese Il mondo della canapa in Italia è in crescita, si vanno delineando più posti di lavoro e più occasioni per gli interessati. In questo numero voglio riportarvi un'intervista a tre ragazzi produttori di canapa ad uso tecnico in Italia. La loro testimonianza è quella di tre giovani imprenditori che si sono avventurati nel sogno di coltivare una pianta a cui sono molto attaccati. Dalle loro parole emerge l'incertezza legislativa in cui è ora il nostro paese e chiedono una regolamentazione per il settore. Andiamo a sentire cosa hanno da dirci.

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44 vasi da 7 litri, l'altra più piccola invece la bagniamo a mano e ha i vasi da 20 litri. Quella che bagniamo a mano usiamo un fertilizzante minerale che troviamo al growshop, mentre in quella irrigata automaticamente diamo solo acqua. Abbiamo scelto di dare solo acqua aggiungendo al terriccio dei concimi pellettati come ci ha suggerito un coltivatore californiano che conosciamo da tanti anni.

abbiamo fiori di alta qualità. Chissà… finché il prezzo regge così, riusciamo a starci dentro. So che se le puliamo a macchina risparmiamo tempo ma potrebbero non venire così belle come quando le puliamo a mano. Ce le pagano un prezzo buono perché sono buone e ben pulite le nostre cime. Se posso dare un consiglio a chi produce, penso che il prodotto si possa pulire a macchina, l'importante è parlare bene

Compriamo semi femminizzati di incroci CBD in Svizzera. Non avremmo lo spazio per fare le talee, se in un futuro la legge lo permetterà penseremo anche a quello, per ora ci troviamo benissimo con i semi. Tanto - ti ripeto - produciamo poche lampade e di alta qualità, possiamo permetterci di produrre anche lotti minuscoli da seme. Vorremmo provare le varietà al CBG o con altri

Siamo più soddisfatti della stanza dove diamo solo acqua e per questo dal prossimo giro monteremo l'irrigazione automatica anche nella stanza più piccola. Abbiamo un impianto di aria condizionata molto sovradimensionato per gestire qualsiasi richiesta di temperatura dentro le stanze, sia d'estate che d'inverno.

Lo puliamo a mano, non vogliamo ancora investire in macchine perché il prezzo di acquisto è cambiato molto durante questo anno. Forse ora intravediamo uno spiraglio per noi che siamo piccoli produttori e

Usiamo il Bt contro i parassiti, mentre contro la botrite diamo un sistemico in vegetativa e poi nulla in fioritura. Rispettiamo il tempo di carenza e non ci sono residui sulle nostre piante. Almeno ci assicuriamo di portare a casa il raccolto. Non fare prevenzione abbiamo imparato che è da matti che preferiscono rischiare il proprio investimento. Ci sono prodotti che sono pericolosi ma se vengono usati bene non lasciano che tracce nell’ambiente.

Si certo, un corso per utilizzare i fitofarmaci è indispensabile. Sia per comprarli sia per sapere quale è meglio utilizzare e in che momento vanno utilizzati. Noi non siamo esperti, ma una telefonatina all'agronomo o al rappresentante ci chiarisce spesso i dubbi.

SSIT: Quali sviluppi vorresti vedere nel tuo settore in Italia?

SSIT: Che tipo di fertilizzante pellettato usate? Fate tipo supersoil?

SSIT: Fate bene, ci sono in giro delle formulazioni molto interessanti, ma parliamo di raccolto: come lo pulite?

SSIT: Quali trattamenti effettuate in prevenzione?

SSIT: Sono d’accordo con te, concorderai che serve preparazione per utilizzare coscientemente certi prodotti...

Anche se non abbiamo ancora affrontato il caldo estivo. Per quello all'inizio pensavamo di aggiungere dell'anidride carbonica se serve, per far crescere le piante anche con la temperatura più alta, ma poi abbiamo installato delle macchine dell'aria condizionata molto performanti e quindi non credo avremo questo problemone col caldo estivo. Abbiamo fatto tre cicli finora perché il primo è andato benissimo, il secondo un poco meno e il terzo sta per finire. Cioè sta per finire il terzo nella prima stanza, tra un mese e mezzo finirà anche il terzo ciclo della seconda stanza e tireremo le somme.

Sì alla fine facciamo supersoil. Diamo solo acqua e le radici vanno a prendersi quello di cui hanno bisogno da sole. Quello che usiamo è un concime in pellet col 2% di azoto e tanta sostanza organica. Hai presente tipo lo stallatico pellettato? Ecco qualcosa del genere va benissimo. Poi trovi anche tu la tua formula provando nella tua grow. Noi per esempio dovremmo aggiungere qualcosa in fioritura perché nella stanza piccola sembrano rispondere meglio alla fertilizzazione a base di fosforo e potassio. Vorremmo però provare in futuro qualche marca di supersoil che abbiamo visto si dedica alla cannabis.

degli esemplari molto rustici e forti ma i sapori per molti rimangono troppo canaposi.

ABBIAMO SCELTO DI LAVORARE INDOOR PER CONTROLLARE NOI LA STAGIONE ED AVERE UN PRODOTTO OTTIMO ANCHE D'INVERNO col compratore e aggiustare il prezzo in base al prodotto che si ha in mano. Non consiglio di aspettarsi prezzi alti per delle cime pulite a macchina, tutto sta nel parlare col cliente e accordarsi su che tipo di prodotto e a che prezzo. Il prezzo più alto verrà con le cime pulite a mano e ovviamente ben coltivate.

SSIT: Quali varietà coltivate?

cannabinoidi legali e fino ad adesso abbiamo solo sentito parlare bene di queste piante ma non le abbiamo provate a coltivare. Un sogno sarebbe avere una varietà totalmente legale col sapore della ganja che gira nei coffeshop, ma ancora non l'abbiamo trovata. Quella sarebbe la varietà "game changer", veramente i coltivatori potrebbero dimostrare cosa sanno fare. Con le varietà che girano abbiamo

Una bella regolamentazione sarebbe utile, che si riconoscano i fiori anche per altri usi oltre a quello tecnico. Sono contento che almeno siamo riusciti ad arrivare fino qua, ma abbiamo sempre la paura che il governo sbagliato faccia chiudere tutti i negozi e i produttori, rigettando l'Italia nel passato. Siamo gli unici in tutta l'Europa, insieme alla Svizzera, a poter coltivare la canapa oltre allo 0,2 di THC. Non vorremmo giocarci questo oligopolio mi auguro… Spero poi si arrivi anche alla coltivazione professionale di cannabis ad alto contenuto di THC perché siamo il paese col clima migliore al mondo e siamo bravissimi a coltivarla, vuoi vedere che conquisteremmo il mondo anche con la ganja?

SSIT: Ne sono convinto anche io, sicuramente sapremmo fare prodotti di eccellenza come sappiamo fare con qualsiasi prodotto dalla filiera agroalimentare. Ti ringrazio, anzi vi ringrazio, per la vostra testimonianza e vi auguro di continuare con soddisfazione nella vostra avventura, spero che le vostre parole siano di ispirazione per altri imprenditori intenzionati a lavorare con la canapa. A voi e ai miei lettori, buone fioriture!



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LIFESTYLE di sudestfam@protonmail.com

LA CRIPTOMONETA DELLA CANNABIS ECCO A VOI BITCANNA: LA SOLUZIONE

A UNO DEI GRANDI PROBLEMI DEL CANNABUSINESS gli addetti ai lavori nel settore legale della cannabis come i growshop, le seed bank, i coffeshop, i distributori di CBD o i negozi di cannabis light. Vediamo come funziona e come utilizzare Bitcanna in pochi semplici passaggi. Il protocollo di sicurezza utilizzato da Bitcanna si basa sulla "proof-of-stake", un protocollo di consenso della rete che implica che ogni utente dimostri di possedere un certo quantitativo di moneta, risultando molto più efficiente del protocollo che adotta il Bitcoin basato sulla "proof-of-work" in cui la prova di consenso prevede la risoluzione di complessi calcoli che comportano il consumo di notevoli quantità di energia elettrica rendendo questa metodo insostenibile.

Nel precedente numero di Soft Secrets abbiamo parlato di criptovalute come il bitcoin, analizzando la tecnologia su cui si basano molte di esse e la loro utilità, soprattutto nel mondo della cannabis. All'interno di questo mondo un progetto molto interessante è quello di Bitcanna, una criptomoneta creata da alcune aziende leader della cannabis in Europa e pensata per la cannabis. Già nel 2018 su questa rivista sono apparsi degli articoli che annunciavo il suo lancio. Oggi Bitcanna è realtà. Bitcanna è stata creata inizialmente per risolvere problemi legati agli ostacoli che le banche pongono nell'eseguire

transazioni che riguardano i prodotti del comparto cannabis. Negli anni sono stati numerosi i casi di rifiuto da parte delle istituzioni finanziarie di mettere a disposizione gli strumenti di pagamento alle aziende coinvolte nel settore e - nel peggiore dei casi - abbiamo assistito al congelamento dei conti correnti, cosa che ha messo queste imprese completamente in ginocchio. Bitcanna è la soluzione a questi problemi: permette di comprare in totale sicurezza e anonimato qualsiasi prodotto dalle aziende associate alla rete Bitcanna. Questa criptomoneta rappresenta il perfetto metodo di pagamento per tutti

Passiamo alla parte pratica, innanzitutto è necessario scaricare un wallet digitale, il Bitcanna Crypto Wallet, disponibile per computer e smartphone sia con sistemi operativi Windows/Android che con Mac/iOS. Il wallet è un portafoglio virtuale che ci permette di custodire, inviare e ricevere le nostre criptovalute. Una volta che abbiamo il wallet e ci siamo registrati, ci verrà fornita una chiave di 12 lettere che dobbiamo assolutamente conservare con attenzione: la chiave serve per accedere al proprio wallet ed è importante non perderla perché senza di essa non potremo più accedere ai nostri fondi. Oltre alla chiave di sicurezza, ci verrà fornito un indirizzo che utilizzeremo ogni volta che dobbiamo ricevere le criptovalute sul nostro wallet. A questo punto bisogna convertire il nostro denaro in BCNA, ovvero la coin di Bitcanna. È possibile acquistare BCNA con carta di credito o di debito attraverso la piattaforma di exchange di criptovalute Indacoin, facilmente raggiungibile dal sito web ufficiale di Bitcanna. La prima volta che effettuiamo un acquisto è necessario superare una verifica della propria identità attraverso un sistema noto come KYC, un passaggio che richiede pochi minuti. Quindi inseriamo il nostro indirizzo corrispondente al wallet di Bitcanna e siamo pronti per convertire

la quantità di denaro che desideriamo in BCNA, con una commissione minima che va alla piattaforma di scambio. A questo punto possiamo effettuare qualsiasi acquisto dai negozi online che supportano BCNA come metodo di pagamento semplicemente scannerizzando il codice QR relativo al prodotto desiderato e in pochi secondi la transazione è completa, senza il rischio che salti fuori nel proprio estratto conto bancario. La rete Bitcanna, come spiegato dal CEO Jan Scheele, si propone non solo di risolvere i problemi finanziari del settore cannabis ma si pone ben due obiettivi in più: incrementare il livello di trasparenza sull'origine e la qualità dei prodotti acquistati, quindi il controllo sull'intera filiera e creare un sistema di fiducia e reputazione attraverso l'analisi aziendale, l'adozione di piattaforme per la sicurezza dell'identità digitale e sistemi di recensione. Come intendono raggiungere questi obiettivi? Uno dei passi principali è l'adozione di una nuova blockchain su cui sviluppare Bitcanna basata su Cosmos, una nuova tipologia di blockchain dotata di un sistema IBC ovvero Inter-Blockchain Communication in grado di fare interagire ogni blockchain presente su questa rete, ad esempio con giganti come Ethereum o Coinbase. Questo permetterà di portare Bitcanna su tutte le maggiori piattaforme di exchange. Inoltre Cosmos offre maggiore versatilità e libertà di sviluppo rispetto alla tecnologia della blockchain 1.0 che non risulta per niente facile da utilizzare. Adesso è sul banco di prova, il 17 giungo di quest'anno Bitcanna ha annunciato conclusa con successo la prima fase della testnet e per settembre è previsto il lancio completo. Ad oggi oltre 80 aziende coinvolte nel settore della cannabis sono associate alla rete Bitcanna e sembra che la sua diffusione sia inarrestabile: usare Bitcanna rende i vostri acquisti più sicuri e aiuta a supportare questo grandioso progetto.


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IL CANAPAIO di Franco Casalone

BASTA CON LO STIGMA SOCIALE CONTRO I CONSUMATORI! Ho aspettato a scrivere questo articolo, e ho fatto bene. Lo scorso 24 giugno è uscito il dodicesimo Libro bianco sulle droghe, edizione 2021. Leggetelo, lo trovate facilmente online. Contiene informazioni molto più dettagliate dei semplici spunti di riflessione che posso scrivere qui. C'erano idee che da tempo esprimevo, soprattutto dopo le recenti prese di posizione rispetto alla cannabis dell'ONU, dell'Unione Europea, della scienza ufficiale e della nostra magistratura e sul Libro bianco vengono sviscerate in diverse monografie. Prima di tutto, la situazione "politica" rispetto alla cannabis è cambiata: la declassificazione, decisione presa dalla Commissione Droghe delle Nazioni Unite (CND) da una parte ha confermato i possibili impieghi terapeutici della pianta, dall'altra ha escluso che per questo motivo la cannabis debba continuare a essere ritenuta una pianta talmente pericolosa da dover sottostare alle stringenti norme del controllo internazionale sugli stupefacenti. La decisione della CND è molto importante per almeno tre ordini di motivi: 1) per la prima volta nella storia delle

Nazioni Unite si esclude una sostanza dalle tabelle; 2) si dà finalmente seguito ai motivi per cui le Convenzioni internazionali erano state proposte: migliorare la "salute dell’umanità" favorendo l'accesso a piante medicinali e loro derivati; 3) si è dato ascolto a un accurato studio della più recente letteratura scientifica in materia. L'OMS ha chiesto a gran voce di poter utilizzare a pieno titolo la cannabis terapeutica. Il tribunale EU ha escluso la possibilità di vietare cannabinoidi "se non ci sono evidenze scientifiche della loro pericolosità". I tribunali italiani riconoscono la "non punibilità penale" di chi coltiva cannabis per sé stesso, sia per uso terapeutico sia ludico…Ma rimane comunque una "condotta illecita" e quindi da stigmatizzare e da punire, anche se non con il carcere. Non ci sarà il carcere ma le tue piante (troppo spesso la tua medicina) vengono sequestrate e distrutte, subisci un processo con grosse spese, rischi di essere licenziato e/o isolato socialmente, ti limitano pesantemente la libertà - potendoti togliere la patente, il passaporto e il porto d'armi

(su quest'ultimo sarei dell'idea di vietare veramente le armi. A tutti). Il consumatore continua ad essere considerato un "drogato", un irresponsabile, pericoloso per sé e per gli altri, da curare o da inibire nella sua libertà sociale. Ed è questa idea che dobbiamo a tutti i costi cancellare. Cento anni di proibizione, di bugie e di oppressioni hanno creato la paura da parte dei consumatori di mostrarsi e farsi valere in quanto PERSONE, e la paura, da parte dei non-consumatori, dei comportamenti "senza controllo" (così gli è stato fatto credere) dei consumatori. Oltre allo stigma o alla ridotta considerazione dei consumatori da parte di chi è ipnotizzato dalla gestione "ufficiale" delle informazioni, ci sono due discriminazioni e abusi verso i consumatori che non sono accettabili in una società che si dice civile e che dice che valgono le "evidenze scientifiche". Il primo riguarda la discriminazione verso i lavoratori che utilizzano macchinari e che devono sottoporsi a umilianti test delle urine, che sono lesivi di ogni diritto dei lavoratori ma che continuano ad essere utilizzati obbligatoriamente, e creano problemi a lavoratori e datori di lavoro.

Il secondo abuso è quello dei test sulle sostanze su chi è alla guida di veicoli: si dice che è per prevenire incidenti, ma è dimostrato ampiamente (e i numeri sul Libro bianco lo dimostrano bene) che l'uso di sostanze NON è causa di maggiori incidenti alla guida ma che anzi, che la percentuale di persone che hanno avuto incidenti e contemporaneamente sono risultate positive alla cannabis è estremamente bassa… Dal 1894 - anno della formazione della Indian Hemp Drug Commission - in poi, tutte le commissioni governative incaricate di far luce sul fenomeno cannabis hanno ribadito che il danno reale rispetto a questa sostanza viene soltanto dalla sua proibizione e dalla conseguente criminalizzazione dei suoi estimatori. Speriamo che l’evidenza scientifica si faccia valere…


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CANNA BINGE WATCHING di Giovanna Dark

MURDER MOUNTAIN: I DESAPARECIDOS DEL MIRACOLO VERDE

IL TRUE CRIME DI NETFLIX RACCONTA LUCI ED OMBRE DELLA LEGALIZZAZIONE IN CALIFORNIA Immersa tra i fitti alberi di sequoia, circa 500 kilometri a nord di San Francisco, c'è una delle più prolifiche regioni produttrici di cannabis degli Stati Uniti: la contea di Humboldt. Humboldt è un terzo del famoso "Emerald Triangle", il "triangolo di smeraldo" della California del Nord (contee di Humboldt, Mendocino e Trinity), che insieme comprendono la più grande regione produttrice di cannabis degli Stati Uniti. Per decenni, la fitta copertura di alberi e il terreno rurale apparentemente infinito hanno reso Humboldt un luogo perfetto per coltivare segretamente la marijuana. Le stesse condizioni rendono la contea un luogo ideale per sparire. Ma solo ad Alderpoint, una zona sonnolenta nel sud di Humboldt, è stato dato il soprannome di "Murder Mountain". Il sinistro nomignolo si spiega facilmente se si pensa che, nel febbraio 2018, il North Coast Journal ha riferito che 717 persone su 100.000 scompaiono nella contea di Humboldt ogni anno. Questo numero impressionante - il più alto dello stato - è ciò che inizialmente ha spinto il documentarista Josh Zeman a un'esplorazione di nove mesi per raccontare della tensione tra la fiorente industria della cannabis e quella storicamente ostile della contea. Il risultato è "Murder Mountain", una docuserie in sei puntate disponibile su Netflix, che promette di tenere incollati allo schermo gli amanti del true crime, tanto quanto chi si interessa di come gira la legalizzazione negli USA. Ciò che Zeman ha scoperto nel corso dei nove mesi in cui è stato a Humboldt è infatti una storia molto più avvincente, in cui le persone scomparse rappresentano solo la punta dell'iceberg. La serie parte da un'indagine sul 29enne Garret Rodriguez, scomparso a Humboldt nel 2013 a un anno dal suo arrivo, dopo essersi dato al traffico di marijuana, allora ancora largamente illegale. Mentre il corpo di Garret è stato trovato e la sua morte è stata considerata un omicidio, Zeman ci racconta che l'alto numero di

Il poster ufficiale della docuserie © Netflix.

persone scomparse che inizialmente ha attirato la sua attenzione non è sempre il risultato di qualcosa di nefasto: un sacco di gente scompare a Humboldt, ma un sacco di gente viene anche ritrovata. Da decenni infatti la contea rappresenta un rifugio per chi vuole vivere lontano dalla società urbana, o dal proibizionismo. All'inizio degli anni '70, i veterani di ritorno dal Vietnam cercavano rifugio nelle colline boscose di Humboldt, dove potevano nascondersi e curare i loro traumi con la cannabis. La prolifica produzione di cannabis di Humboldt ha portato a diversi decenni di feroce tensione tra le forze dell'ordine e i coltivatori di cannabis. Negli anni '80, le forze dell'ordine federali e statali hanno unito le forze, trasformando effettivamente alcune parti della California del Nord in una zona di guerra e sconvolgendo quella che era stata in gran parte una comunità pacifica. Paradossalmente, è stato il passaggio della Prop 64 della California nel 2016

(legalizzazione dell'uso ricreativo della marijuana per adulti) che ha spinto Humboldt in un nuovo tumulto. Tra le tasse della contea e dello stato, le richieste di permessi statali e i consulenti, i costi possono ammontare a centinaia di migliaia di dollari l'anno, costringendo i coltivatori a chiudere le loro attività o a rimanere sul mercato nero. Gran parte di questo mercato nero cresce sulla Murder Mountain, dove il commercio illegale non si limita alla cannabis ma vede purtroppo sempre più la vendita di altre droghe come la metanfetamina e l'eroina. "Sappiamo che la marijuana non è una droga di passaggio", dice chiaramente nella serie Zeman, "ma la produzione e la vendita illegale di cannabis può generare la produzione e la vendita illegale di altre cose". La lontananza di Murder Mountain - oltre alla sua storia travagliata con le forze dell'ordine e questo afflusso di attività del mercato nero - è ciò che rende così

difficile andare in fondo a qualcosa come l'omicidio di Garrett Rodriguez e la sparizione di molti altri. Se aspettate il momento in cui verrà rivelato l'assassino, "Murder Mountain" non è certo il tipo di visione che fa per voi: la serie di Josh Zeman è un prodotto che vuole intrattenere chi lo guarda ma soprattutto vuole spingere gli spettatori ad avere uno sguardo più critico su come viene gestito il miracolo verde nella ridente California. Nel frattempo i coltivatori legali si sono uniti per creare il True Humboldt Brand, un collettivo di oltre 200 piccoli agricoltori che sperano di tenere testa agli interessi delle grandi aziende del cannabusiness e preservare un tipo di coltivazione meno intensiva, senza rinunciare alla legalità. Un lieto fine ad una docuserie che è un ottimo compendio di sociologia della devianza, uno studio accurato su come i danni causati dalla proibizione della cannabis hanno importanti strascichi sociali, economici e legali anche dopo che quest'ultima è stata legalizzata.


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MEDICAL CANNABIS di Fabrizio Dentini

il sistema endocannabinoide è un sistema specializzato nel tempo e nello spazio. Solo nel momento e nel punto in cui c'è bisogno di questo tipo di controllo il sistema interviene nei circuiti celebrali. Quando invece si somministrano i cannabinoidi, in teoria, tutti i recettori sono attivati allo stesso momento e per un tempo che dipende soltanto da quanto dura l'effetto della sostanza. Esiste quindi una differenza nel meccanismo di azione. Nel nostro gruppo lavoriamo su entrambi e quindi su a che cosa serve il sistema endocannabinoide a livello fisiologico, in una condizione, quindi, di normalità e poi quali possono essere i meccanismi di azione dei cannabinoidi.

SSIT: Il suo gruppo di ricerca si chiama "Endocannabinoidi e Neuroadattamento". Cosa significa?

GIOVANNI MARSICANO: IL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE ED IL RECETTORE CB1 Giovanni Marsicano è il Vicedirettore del Neurocentro Magendie a Bordeaux, centro dedicato alle neuroscienze nel quale si occupa di cannabinoidi, endocannabinoidi e soprattutto del recettore CB1 che studia dal 1997. Lo abbiamo intervistato riguardo la sua pluriennale attività di ricerca sul sistema endocannabinoide. SSIT: Come definirebbe il sistema endocannabinoide e perché è importante studiarlo? Il sistema endocannabinoide è presente in tutto il corpo e, per quanto riguarda il cervello, è il sistema di modulazione più importante. Parto dal presupposto che ancora non sappiamo quasi niente di come funziona il nostro cervello, ma una cosa l'abbiamo capito e cioè che il principio fondamentale

del suo funzionamento risiede nel freno e nell'accelerazione, dunque nell'eccitazione e nell'inibizione. Questo equilibrio fra più e meno è quello che ci permette di fare tutto. Abbiamo infatti due grandi sistemi, il primo quello del glutammato che si occupa di eccitazione ed il secondo, il gaba, che si occupa di inibizione. Detto questo, il sistema endocannabinoide si occupa di modulare dicendo ai neuroni che si eccitano di non eccitarsi troppo e a

quelli che si inibiscono di non inibirsi troppo. Quando si verifica un eccesso il sistema endocannabinoide si occupa di bilanciarlo.

SSIT: Esistono grandi differenze fra il sistema endocannabinoide interno a tutti gli esseri umani e l'effetto dei cannabinoidi presenti in natura? Bisogna fare una grossa distinzione:

Che ci occupiamo dell'omeostasi celebrale e quindi di fisiologia e di come un organo o un individuo si mantengono in vita e funzionano nella maniera più ottimale. Ci occupiamo di come il sistema endocannabinoide contribuisce a quest'equilibrio, ma anche di come le alterazioni di questo equilibrio possano alterare il sistema endocannabinoide o, al contrario, di come le alterazioni del sistema endocannabinoide, per esempio con la somministrazione di un agonista come il THC (agonista in quanto attiva il CB1) possono alterare questo equilibrio.

SSIT: Come si studia un composto cannabinoide? Negli anni sessanta, prima che venisse scoperto il recettore CB1, si utilizzava la cosiddetta tetrade degli effetti dei cannabinoidi per capire se un composto fosse effettivamente un cannabinoide. Si era stabilito che iniettando un composto a un topo, quando questo composto provocava catalessia, analgesia, diminuiva la temperatura e diminuiva la locomozione allora si trattava di un cannabinoide. Quando poi si è scoperto il recettore, si è visto che effettivamente questi quattro effetti sono mediati dal recettore CB1. Alcuni di questi effetti rappresentano esempi di tipico effetto positivo ed altri di tipico effetto negativo: l'analgesia è una delle ragioni per cui la cannabis medica si considera come molto promettente però, allo stesso tempo, la catalessia al contrario è un effetto negativo essendo, per esempio, uno dei motivi dietro ad alcuni incidenti in macchina: i riflessi ci sono, ma i movimenti volontari sono rallentati.

SSIT: Quindi su che tipo di ricerche vi siete focalizzati? Ultimamente abbiamo scoperto che il recettore CB1 regola anche l'attività degli organelli all'interno delle cellule, i mitocondri, che sono le centrali


53 energetiche della cellula e che bruciano l'ossigeno ed i nutrimenti per produrre delle molecole che sono utilizzate dalle cellule. Nel cervello la regolazione di quest'attività energetica diventa un modo fondamentale per regolare le funzioni. Ci siamo quindi focalizzati sugli effetti analgesici e catalettici dei cannabinoidi e abbiamo scoperto che avvengono nella stessa zona del cervello. La cosa interessante, però, è che il CB1 è un recettore e quindi, tradizionalmente, si trova sulle membrane delle cellule, in questo caso particolare però abbiamo scoperto che una sottopopolazione di CB1 si trova anche all'interno delle cellule ed esattamente sul mitocondrio. Ci siamo accorti che la catalessia dipende dal recettore sul mitocondrio e che invece l'analgesia dipende dal recettore sulla membrana. Quindi uno potrebbe immaginare di produrre farmaci come il THC, ma con una modifica che non permetta loro di entrare dentro la cellula. Così facendo attiverebbero soltanto il CB1 che sta sulla membrana inducendo l'effetto analgesico senza l'effetto catalessico.

SSIT: Nel 2014 avete pubblicato uno studio su una molecola che proteggerebbe il cervello dall'intossicazione da cannabis. Di cosa si tratta e che importanza riveste per le possibili applicazioni mediche? Il collega Pier Vincenzo Piazza, all'epoca direttore di questo Istituto, si era messo in testa che certe molecole che si chiamano neurosteroidi, ormoni prodotti nel cervello scoperti una trentina di anni fa, erano importanti per la dipendenza da sostanze. Così abbiamo preso un gruppo di ratti e abbiamo iniettato loro tutte le droghe, cocaina, eroina, anfetamine, cannabis etc. etc. Quando poi abbiamo misurato i neurosteroidi ci siamo accorti che tutte le droghe influenzavano leggermente il livello di questi neurosteroidi del

10%, del 50% 100%, ma che il THC li faceva salire del 4000%. La nostra ipotesi iniziale era quindi che questi neoristeroidi partecipassero alle funzioni del THC, come parte della catena causa effetto, provocata dalla somministrazione di un cannabinoide. I risultati però non corrispondevano sino quando un giorno ci siamo domandati: «Ma se fosse il contrario? Se fossero i neurosteroidi a voler frenare l'azione del THC?». Dati alla mano ed in seguito ad esperimenti specifici abbiamo capito che effettivamente era così. Abbiamo cioè capito che questo neurosteroide specifico, che si chiama pregnenolone, è un formidabile inibitore naturale del recettore CB1. Quando il CB1 è attivato in eccesso interviene la produzione di pregnenolone che inibisce il CB1 soltanto in alcuni effetti che, guarda caso, sono quelli più dannosi dell'intossicazione da THC. Mi riferisco alla catalessi, ma soprattutto il pregnenolone riesce ad inibire l'auto somministrazione compulsiva di cannabinoidi e quindi lo sviluppo di dipendenza. Il problema è che questo neurosteroide non si può usare direttamente perché essendo un precursore inattivo di altri neurosteroidi se lo si somministra così com'è rischia di trasformarsi in un altro steroide. Il trucco è stato quello di modificare la molecola nei due punti dove gli enzimi si attaccherebbero per modificarlo.

SSIT: Che tipo di applicazioni potrebbero avere i vostri studi nel campo della medicina? In America grazie ad un finanziamento del NIDA [National Institute of Drug Abuse] questi farmaci hanno passato la fase uno di tossicità nell'uomo. Gli studi sugli animali sono stati assolutamente un successo e addirittura non si riesce a trovare la dose tossica. Adesso sono in fase clinica due, fase nella quale il farmaco è dato a gente che fuma regolarmente cannabis e che non riesce a smettere. Per quanto riguarda gli

sbocchi medici potrebbe diventare il primo farmaco specifico per dipendenza da cannabis.

SSIT: L'approccio della medicina contemporanea non rischia di diventare un limite per sfruttare le potenzialità di una pianta che da il suo meglio nell'applicazione terapeutica del suo fitocomplesso? Siccome la scienza moderna ha una caratteristica che rappresenta il suo grande vantaggio, ma anche il suo grande limite e questa caratteristica è la specializzazione che porta la scienza a capire come le cose funzionino nel dettaglio sempre più piccolo, più ci si addentra nel dettaglio più si dovrà essere specializzati per farlo. Quando però si parla di comportamento animale e di funzionamento celebrale, questa specializzazione rischia di farci perdere

diversi del cervello, alla fine ci obbliga a mantenere una visione d'insieme. In realtà comunque si tratta di una contraddizione apparente, nel senso che la scienza procede in questo modo: ci sono migliaia e migliaia di ricercatori come me che, come piccole formichine, si occupano della propria piccola ricerca accumulando informazioni. Poi, di tanto in tanto, c'è qualcuno che si prende la briga e tira fuori la sintesi. La sfida dello studio degli effetti della cannabis è esattamente questa. Non si può prescindere dalla specializzazione però allo stesso tempo ci vuole qualcuno che, di tanto in tanto, faccia guardare l'insieme. In questo caso la complessità è talmente elevata che sicuramente la pianta agisce con tante molecole diverse, di cui alcune non sappiamo proprio quasi niente, ma anche se prendiamo il solo THC, la complessità delle maniere con cui il THC può interagire nel cervello è già sbalorditiva di per sé. Credo nel

"CI SIAMO FOCALIZZATI SUGLI EFFETTI ANALGESICI E CATALETTICI DEI CANNABINOIDI E ABBIAMO SCOPERTO CHE AVVENGONO NELLA STESSA ZONA DEL CERVELLO" la visione d'insieme, quella globale, di come il cervello funzioni e cioè di una macchina di scambio, fatta per interagire con altre parti del corpo, con l'esterno del corpo e con altre parti del cervello scambiando informazioni. Tornando al sistema endocannabinoide, uno dei grossi vantaggi di studiare il recettore CB1 e che ci permette di lavorare sui due piani. Da un lato siamo estremamente specializzati, però dall'altro, lavorando su questa singola proteina che è talmente tanto implicata in funzioni diverse e che tocca talmente tanti meccanismi

metodo scientifico, ma questo è basato sul fatto che ogni concetto può essere cambiato da un momento all'altro e quindi credo che quando la scienza si sostituisce alla religione sia un'idiozia. Dire che una cosa è scientificamente provata non vuol dire assolutamente niente, se non che in quel momento c'è una teoria e che la maggior parte delle evidenze puntano verso questa. E la stessa cosa vale per altri tipi di interpretazioni ed indagini sulla realtà: finché sono aperte al dubbio ed alla continua revisione, tutto va bene.


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CINEMA di Giovanna Dark

FALLA GIRARE Provate ad immaginare il peggio: immaginate un mondo in cui la cannabis non esiste più. Un virus ha attaccato le piantagioni di canapa di tutto il mondo col risultato che la pianta si è completamente estinta. Questo lo scenario distopico (e terrificante!) da cui si dipana la trama di "Falla girare", secondo lungometraggio diretto da Giampaolo Morelli, attore napoletano noto ai più per aver dato il volto all'ispettore Coliandro. Le riprese sono in corso in questo momento a Napoli e dal poco che è trapelato della sceneggiatura, promette di essere la primissima action comedy italiana a ruotare interamente sulla cannabis. Tra i protagonisti, insieme ovviamente a Morelli, ci saranno a Laura Adriani, Giovanni Esposito, assieme a Ciro Priello e Fabio Balsamo dei The Jackal. Nel cast anche Leopoldo Mastelloni e la partecipazione straordinaria di Michele Placido. Questo l'abstract del film: "In un futuro non troppo lontano, un grave attentato alla libertà è stato messo in atto: un virus incurabile ha distrutto ogni piantagione di canapa. La cannabis non esiste più. E con essa anche la libertà e la felicità sembrano essersi estinte. Ma un giorno accade l'impensabile: Natan (Morelli), un vanesio influencer quarantenne, trova per caso un esemplare maschio e, deciso a diventare ricco, mette su una scalcagnata banda per raggiungere l'ultima piantina femmina sopravvissuta, e produrre semi con l'intento di venderli a un narcotrafficante". Una commedia napoletana che prende spunto dai film di genere americani alla Pineapple Express - in cui la cannabis è comunque ancora raccontata come sostanza illegale - aggiungendo però quel tocco distopico e immaginario che oltreoceano non si è ancora tentato.

Una cornice narrativa che promette di regalare situazioni esilaranti al limite del demenziale ma che pare anche puntare a normalizzare la cannabis e il suo uso. Giampaolo Morelli non sarà magari considerato un "advocate" per la legalizzazione sulla scorta degli attori hollywoodiani alla James Franco ma è innegabile che alcuni personaggi da lui interpretati abbiano lasciato il segno nell'immaginario di noi stoner. Chi non ricorda il Massimone di "Paz!" e l'iconica scena su "l'ultima canna della serata"? Per non parlare dello stesso Coliandro, il personaggio nato dalla penna di Carlo Lucarelli, che è un poliziotto decisamente non convenzionale. Insomma, Giampaolo oltre ad essere bellissimo potrebbe tranquillamente anche essere un amico di Maria e aver scelto di scrivere, dirigere ed interpretare questo film come omaggio alla nostra amata pianta! Certo non speriamo che "Falla girare" venga additata come "pellicola inneggiante alla cannabis" ma dalla redazione siamo certi felici di sapere che anche nel cinema italiano c'è spazio per una pellicola di questo genere...decisamente sui generis!

Prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, il film è una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution. Scritto da Gianluca Ansanelli, Tito Buffulini e Giampaolo Morelli. Completano il cast Jun Ichikawa, Taiyo Yamanouchi, Shi Yang Shi. Il film sarà distribuito in Italia e nel mondo da Vision Distribution ma non è ancora stata fissata la data di uscita nelle sale. Toccherà quindi ancora aspettare per vedere il prodotto finito. Nell'attesa, se non avete mai visto "Paz!", fatevi un favore e andate a recuperare un capolavoro!

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Growerline 50/51

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Hemphilia 31

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Hemporium 50/51

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Hierba del Diablo

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Bahia 11

Highlife Cup

28/29

Bahia Growshop

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HRG 45

Barney's Farm

55

Hydrorobic 49

Bear Bush

45

Idroponica 1

Bear Bush

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Indicasativa Pro

Bear Bush

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Indoorline 47

Campo di Canapa

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Jò Bulk Seeds

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Canapa Mundi

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Jorge Cervantes

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Legalized 50/51

Cha Cruna

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Linea - Herba

City Jungle

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Mysticanza 50/51

11. A 12. B 13. D 14. C 15. B 16. C 17. A 18. B 19. A 20. D

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Cvltvs 45

Natural Store

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Do.Is. 50/51

Near Dark

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Doctor's Choice

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New Biogroup

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Domani Smetto

50/51

New Energy

50/51

Dream Planet

45

Ora Legale

50/51

Dream Planet

50/51

Organic Farm

50/51

Dutch Passion

5

Orto Biologica Shop

50/51

Dutch Trimming Company

35

Paradise Seeds

1

Eden Green

49

Paradise Seeds

43

Evergreen 50/51

Primitiae 1

Evergreen 50/51

Sanlight 49

Fior di Canapa

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Seed Side the

49

Gea Seeds

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1

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Sweet Seeds

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Greenfield Farm

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1

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Traduzioni: Valefizz

1. A 2. D 3. C 4. B 5. A 6. D 7. C 8. A 9. D 10. B

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Canna 2

Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri..

RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 16

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Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

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