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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

www.softsecrets.com | Numero 5 - 2021 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

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Un passo avanti verso l'autocoltivazione legale La buona notizia è giunta nella serata dello scorso 8 settembre: la legge che permette la coltivazione domestica fino a quattro piantine di cannabis muove un passo in avanti con l'adozione del testo base da parte della Commissione Giustizia della Camera. E finalmente in Italia si torna a parlare di legalizzazione. Il governo Draghi ha messo in cantiere un'ambiziosa riforma della Giustizia e nella commissione parlamentare era arrivata non senza il solito strascico di polemiche la proposta di depenalizzazione totale della cannabis: un atto più che dovuto, quando il fulcro di questa riforma pare sia essere la ridefinizione dei reati di "lieve entità". Inutile dire che il dibattito tra i partiti - soprattutto tra gli ex alleati di Lega e Movimento 5 Stelle - e gli operatori degli uffici giudiziari è stato accesissimo e che c'è voluto l'intero mese di luglio per accordarsi sulla bozza che sarebbe stata presentata alle Camere. Una bozza frutto di innumerevoli compromessi, che è stata ulteriormente diluita durante le prime due settimane di agosto, quando la Commissione Giustizia avrebbe dovuto valutare delle riformulazioni degli emendamenti già depositati dal governo, inserendo in essi le modifiche e le aggiunte concordate durante le sedute di discussione. Nell'ultima seduta prima della pausa estiva, la Commissione Giustizia della Camera aveva rimandato la discussione a settembre, cedendo alle pressioni di Italia

Viva che aveva chiesto più tempo, motivando la richiesta con la necessità di approfondire il testo e il tema - nonostante la Commissione avesse discusso di questo provvedimento per oltre un anno e mezzo. Allora le speranze di molti si erano affievolite e in pochi si aspettavano di vedere il testo approvato a settembre. Eppure, per una volta, le previsioni non sono state azzeccate. A votare a favore del provvedimento sono stati Pd, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e Più Europa ma la maggioranza di Governo si è spaccata proprio con Italia Viva che alla fine ha deciso di astenersi. Come prevedibile, le destre di Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro il testo redatto sulla base della proposta di legge a prima firma di Riccardo Magi (Più Europa), mentre un sorprendente voto a favore è arrivato da Elio Vito, presente in Commissione in

rappresentanza di Forza Italia. Certo è ancora presto per cantare vittoria: dopo la votazione del testo base, dovrà essere fissato il termine per presentare gli emendamenti da discutere sempre in Commissione e solo dopo questi ulteriori passaggi si potrà andare in Aula. Non si tratta certo di una riforma organica sulla giustizia relativa alla cannabis ma è innegabile che rappresenti un primo passo decisivo nella direzione giusta, dopo trent'anni di danni prodotti da una fallimentare guerra alla droga. E di questo non possiamo che essere contenti! Del testo approvato in Commissione Giustizia e di quello che significherà per noi coltivatori di cannabis nel momento in cui passerà ad essere discusso alle Camere, ne parliamo in dettaglio a pagina 15. di Giovanna Dark


@CANNAItaly

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CANNABIS LEGGERA, PROCESSO PESANTE

INTERVISTA A LUCA MAROLA

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DOS SI DOS 33

UNA FORMULA 6-IN-1 CON SUPER POTERI!

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TUTTO IN ROSSO!

LA SCOMMESSA SICURA DI SWEET SEEDS®

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SST: COME FARE UN TÈ DI SEMI GERMOGLIATI

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SHIBARI: COS'HANNO IN COMUNE LA CANAPA E IL BDSM?


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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark

dovuto, che si inserisce perfettamente negli obiettivi della riforma della Giustizia. Il celeberrimo articolo 73 del testo unico degli stupefacenti, che si intende andare a modificare con questo provvedimento, è infatti la principale causa di ingresso in carcere nel nostro Paese. Per non parlare poi dell'assurdità nel continuare a colpire penalmente chi coltiva poche piante, o della vergogna che dovremmo provare tutti di fronte a processi come quello recentemente istruito a carico di Walter De Benedetto, colpevole solo di voler curarsi con metodi naturali. Il Parlamento, dopo decenni in cui gli unici cambiamenti sono stati decisi dalla Corte Costituzionale o per via giurisprudenziale, avrebbe l'occasione di far vivere la sua tanto invocata, quanto ormai delegittimata, centralità. La politica italiana avrebbe l'ennesima chance di affrontare un fenomeno sociale che riguarda milioni di cittadini e di mostrarsi consapevole che le leggi ideologiche non hanno garantito affatto giustizia, salute, legalità, lotta alla criminalità.

AUTOCOLTIVAZIONE: ADOTTATO IL TESTO BASE IN COMMISSIONE GIUSTIZIA Una piccola grande vittoria, aspettando la discussione in Aula Nella lunga estate caldissima della politica italiana, uno degli argomenti più scottanti è stato quello della riforma della Giustizia. Le carceri italiane sono al collasso e, anche a causa del Covid, i già biblici tempi processuali si sono allungati ulteriormente: urge un cambiamento di rotta e ce lo chiede anche l'Europa. Il cosiddetto "governo dei migliori", guidato da Mario Draghi, ha passato la palla alla ministra Cartabia che tra i suoi obiettivi ha proprio quello di limitare l'ingresso in carcere, andando ad agire sui reati per i fatti di lieve entità. Nel giorno che non ti aspetti, quello in cui alla Camera dei Deputati si discute il nuovo decreto Covid, con dentro il Green

Pass, e la Lega incrocia le spade con il governo, appoggiando gli emendamenti di Fratelli d'Italia contrari al disegno di legge, spunta - come un fiore di canapa sul balcone, è proprio il caso di dire! - un testo di legge che avvicina la possibilità di una depenalizzazione delle droghe leggere, cannabis in testa. La novità più importante del testo approvato in Commissione Giustizia della Camera riguarda la non punibilità della coltivazione di piccole quantità. Di fatto, con il testo base, viene legalizzata la coltivazione domestica e per uso personale fino ad un massimo di quattro piante femmine di cannabis. Vengono depenalizzati

anche i fatti di lieve entità, attraverso una distinzione tra le varie tipologie di stupefacenti. Nel caso poi sia una persona tossicodipendente a commettere il reato di produzione o spaccio, il testo dà la possibilità di sostituire la pena del carcere con i lavori socialmente utili. Il testo, però, fa anche altro: aumenta le pene in caso di associazione a delinquere e spaccio nei confronti di minorenni. Insomma, un testo equilibrato e che non legalizza assolutamente le droghe come si è affrettata a berciare la destra di Lega e Fratelli d'Italia - ma che si limita a depenalizzare la produzione e il consumo di cannabis in modica quantità. Un atto

La maggioranza di Governo si è però spaccata su questo voto e il timore di molti è che, una volta arrivato in aula, il provvedimento venga affossato dal fuoco incrociato degli emendamenti una storia purtroppo già vista e vissuta nel 2015, quando la proposta di legge voluta dall'intergruppo parlamentare per depenalizzare la cannabis rimase ahinoi lettera morta. Sulla carta la maggioranza favorevole c'è, ma il rischio da evitare assolutamente è che una volta arrivato il testo alle Camere, questa maggioranza non ci sia o non si manifesti. In questo caso, come prospettato dallo stesso Magi, sarà inevitabile prepararci a un referendum. La vera domanda da porre alla politica però è: si può aprire un ampio dibattito sulla riforma della Giustizia evitando accuratamente di parlare del principale motivo per cui in Italia si finisce in carcere, cioè la violazione della legge sulle droghe? Nel nostro Paese più di un terzo dei detenuti sono in prigione per violazione del testo unico sugli stupefacenti, in altre parole senza la loro presenza e senza il 30% circa di nuovi ingressi in carcere ogni anno per lo stesso motivo non vi sarebbe sovraffollamento carcerario. Si può davvero parlare di riforma della giustizia senza interrogarsi sulle scelte di politica criminale che determinano la parte più consistente del lavoro dei tribunali e delle forze di polizia? Risposta: No che non si può, se da oltre trent'anni, pur avendo una delle normative più repressive in materia di stupefacenti, non si è ottenuta una diminuzione della circolazione della cannabis né dal punto di vista del consumo, tanto meno da quello della produzione. Sprecare anche questa occasione - a causa di prese di posizione prettamente ideologiche - sarebbe una vergogna e un peccato. I tempi sono più che maturi: è davvero ora di legalizzare!




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GROWING di sudestfam@protonmail.com

WILLOW WATER

UN RADICANTE NATURALE stimolano la divisione cellulare soprattutto del meristema apicale delle radici, promuovendo di fatti la crescita di nuove radici e il loro sviluppo laterale. L'acido salicilico, tra le varie funzioni che svolge, è anche responsabile dell'attivazione del SAR ovvero la Resistenza Sistemica Acquisita, un sistema di difesa endogeno che coinvolge l'intera pianta a seguito dell'attacco di un agente patogeno. Sempre come meccanismo di difesa, l'acido salicilico stimola la produzione da parte della pianta di particolari composti volatili utili a comunicare con le altre piante con il fine di stimolarne le difese immunitarie.

Madre Natura è una fonte continua di sorprese: sono una miriade le piante benefiche che ci mette a disposizione e i growers riescono sempre a ricavare qualche beneficio per il proprio giardino. In questa rubrica di Soft Secrets, dedicata alle piante benefiche, parleremo della pianta del salice, approfondendone la botanica, la storia e gli impieghi, in particolar modo nella coltivazione di cannabis. Il salice è un genere di piante e arbusti perenni appartenente alla famiglia delle Salicacee, contando oltre 400 specie al suo interno. Quella più conosciuta è il salice piangente, un albero diffuso soprattutto per scopo ornamentale che può raggiungere anche i 20 metri di altezza. I rami sono penduli e sottili, con foglie allungate a spirale e con i margini leggermente seghettati di circa 10-15 centimetri di lunghezza. Questa varietà è caducifoglia, cioè perde annualmente le proprie foglie. I fiori sono riuniti in grappoli ed appaiono al principio della primavera, inoltre essendo una pianta dioica, caratteristica analoga alla cannabis, si distingue tra esemplari

con fiori maschili ed esemplari con fiori femminili. I frutti sono delle capsule piene di semini con dei ciuffi setosi. Il salice piangente è originario di alcune regioni situate in Cina e deve la sua diffusione in Occidente a quella che una volta era la via della seta. Il nome scientifico è Salix e deriva dal latino ma alcune teorie rimandano l'origine del nome alla lingua celtica, dove il termine Sal significa vicino e Lis indica l’acqua alludendo all'habitat naturale della pianta. Gli anglosassoni si riferiscono genericamente a questo vegetale con il termine "willow". La prima testimonianza sull'impiego del salice è riportata nel Papiro Ebers, un trattato egiziano sulla medicina risalente al XVI secolo a.C. dove viene descritto come un antinfiammatorio. Sono vari i popoli, dai sumeri alle civiltà precolombiane, che utilizzavano la corteccia e le foglie di salice come rimedio per febbre e dolori. Infatti, uno dei principi attivi del salice, l'acido salicilico, è il precursore di quella che oggi è conosciuta da tutti con il nome di aspirina.

Oggi giorno uno degli impieghi più importanti risiede nell'attività di prevenzione dell'erosione del suolo; infatti il salice è dotato di un apparato radicale molto forte in grado di proteggere il suolo dall'erosione esercitata dagli agenti climatici. Spesso vengono piantati lungo gli argini dei fiumi per proteggere le sponde dall'azione dell'acqua. Il salice è tra i vegetali più diffusi per la produzione di biomassa a scopo energetico, infatti è ritenuto a tutti gli effetti una coltura energetica. Nella coltivazione di cannbis il salice è utilizzato soprattutto per realizzare uno stimolatore naturale delle radici denominato "willow water" ovvero acqua di salice. Le parti apicali dei rami più giovani sono ricchi di due importanti ormoni regolatori della crescita, l'acido indolbutirrico indicato con l'acronimo IBA e facente parte della famiglia delle auxine e l'acido salicilico il cui nome deriva dalla pianta in questione. L'acido indolbutirrico è una sostanza impiegata soprattutto per la produzione di radicanti per talee; infatti le auxine

Vediamo come realizzare un estratto di salice in casa propria. L'acqua di salice viene ottenuta per macerazione o infusione delle parti apicali dei rami in un liquido che in questo caso è rappresentato dall'acqua. In questo articolo ci limiteremo a descrivere solo il processo di macerazione. Per la sua preparazione sono sufficienti pochissimi strumenti e materiali, quali una caraffa con capienza di almeno due litri, un colino, acqua declorata e dei giovani steli di salice. La primavera è il periodo migliore per raccogliere i rami perché trovandosi in piena crescita contengono maggiori concentrazioni di fitormoni. È necessario pulire gli steli dalle foglie e tagliarli in piccoli pezzi di circa 2-3 centimetri di lunghezza per aumentare la superficie che entra in contatto con l'acqua e migliorarne l'estrazione dei principi attivi. Quindi riempire la caraffa con 1 litro d'acqua declorata, immergere all'interno circa 200 grammi di steli di salice previamente sminuzzati e lasciare macerare. Occorre attendere almeno una settimana per ottenere un liquido ambrato e gelatinoso al tatto, segnali che indicano l'esito positivo dell'estrazione. Prima di utilizzare la soluzione è necessario filtrarla dai rami sminuzzati aiutandosi con il colino. Come radicante per talee l'acqua di salice va utilizzata in forma pura; immergere la base delle talee all'interno della soluzione per circa due ore prima di riporle nei jiffy o nel substrato utilizzato come medium di crescita. Risulta efficace anche trattando direttamente il medium di coltura. L'acqua di salice diluita con acqua declorata, nelle proporzioni di 2 parti di soluzione per 8 parti di acqua, può essere impiegata come spray fogliare per aumentare il vigore della pianta. Ringraziamo ancora una volta Madre Natura!


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CANNABUSINESS

MICROHEMP:

LA MICROPROPAGAZIONE AL SERVIZIO DELLA CANNABIS Si sente sempre più spesso parlare di micropropagazione. Ne abbiamo parlato con il team Microhemp, start up che mette le più recenti tecniche di coltura in vitro al servizio della filiera della cannabis.

qualità, sia a coltivatori che hanno interesse a fare grandi estensioni outdoor da destinare all’estrazione dei composti aromatici, che vogliono essere certi di partire con piante vigorose e pulite al 100%, evitando parassiti o patogeni che in una grande coltivazione potrebbero produrre danni economici importanti. Abbiamo una gamma di servizi destinati ai grower, ma

patogeni sistemici quali virus e viroidi, possiamo intervenire attraverso la dissezione e coltura del meristema. Questa sezione della pianta è rappresentata dalle ultime cellule nate (dalla dimensione di circa 0,5 mm) che, non essendo ancora connesse al sistema vascolare della pianta, non sono ancora state attaccate da virus e viroidi. Dissezionare il meristema e

utili anche e soprattutto a seed bank e vivaisti. Nel nostro laboratorio siamo in grado di ringiovanire e rinvigorire le piante, tramite la coltura nodale in vitro, per ovviare a quello che è il “genetic drifting” che si verifica quando per un periodo prolungato si mantiene una pianta madre viva e si va incontro ad una perdita generale di vigore che porta ad una peggiore capacità di radicazione dei cloni, associata ad una minor produzione sia a livello di raccolto che di produzione di cannabinoidi e composti aromatici. Questo problema non si ovvia, come si potrebbe erroneamente pensare, creando una pianta madre nuova ogni anno tramite clonazione tradizionale in quanto questa degradazione cellulare, insieme ai patogeni accumulati negli anni, verrebbero trasmessi alle nuove mamme. Ecco allora che si interviene con un passaggio in vitro. Se la pianta dovesse invece essere infetta da

metterlo in coltura in vitro ci permette nell’arco di circa 12 mesi di risanare la genetica. Questa è senz’altro la tecnica più complessa e richiesta, che ci dà la possibilità di recuperare genetiche dall’alto valore commerciale, ed è l’unica arma che abbiamo per contrastare virus e viroidi come l’Hop Latent Viroid, piaga che si è già diffusa in America causando danni per milioni di dollari e che si sta propagando anche in Europa.

produttore di semi o talee che si ritrova piante da riportare alle condizioni ottimali.

SSIT: Nel vostro lavoro fate selezione genetica? Disponiamo di alcune genetiche CBD\ CBG frutto di una nostra selezione, scelte per il loro profilo terpenico e per

SSIT: La micropropagazione spiegata ai principianti. Brevemente cosa significa e di cosa si tratta? Con il termine micropropagazione si intende una tecnica di propagazione che permette di ottenere cloni aventi le stesse caratteristiche della pianta madre. La micropropagazione si avvale della moltiplicazione di materiale vegetale in vitro in condizioni di sterilità e in ambiente controllato. Grazie al passaggio in vitro e all’eliminazione di tutti gli agenti patogeni, la micropropagazione porta numerosi vantaggi: il più evidente per i clienti è un aumento della produzione sia a livello quantitativo che qualitativo. Ma la micropropagazione è solo uno dei servizi che un laboratorio di coltura in vitro può offrire. Si possono infatti ringiovanire piante che negli anni hanno perso vigore, risanarle da patogeni, sistemici e non, attraverso la coltura meristematica o nodale e fornire un servizio di banca genetica conservando a basse temperature, tramite i semi sintetici, genetiche dall’alto valore che il cliente si assicurerà di non perdere a causa di parassiti, malattie o altri eventi esogeni alla coltivazione. Tutte queste tecniche trovano il loro fondamento nel concetto di totipotenza cellulare, ovvero nella proprietà delle cellule vegetali di creare, differenziandosi, qualsiasi organo o tessuto della pianta, fino a poter rigenerare un intero individuo.

SSIT: A chi si rivolgono i vostri servizi? Microhemp, avvalendosi della micropropazione, è in grado di produrre un elevato numero di piante, che essendo coltivate in ambiente sterile saranno sempre prive di patogeni e parassiti. Ci rivolgiamo dunque sia a produttori indoor il cui fine è un fiore di

Infine, una volta che tramite la coltura nodale o meristematica otteniamo una copia pulita della pianta, attraverso i synthetic seeds, possiamo conservare la genetica a basse temperature e fornire al bisogno stock di piante rigenerate e pulite. Grazie a questi servizi tutti gli attori della filiera possono trarre vantaggio dal nostro lavoro, dal coltivatore finale che cerca cloni “100% pest and desease free” al

la loro capacità produttiva. Tramite l’utilizzo della micropropagazione siamo in grado di produrre un alto numero di cloni mantenendo un ingombro contenuto e, grazie anche all'utilizzo di bioreattori, riusciamo a gestire al meglio i flussi di lavoro. Stiamo inoltre ultimando una linea delle migliori genetiche di cannabis ornamentale. Questa gamma, frutto di selezione, rappresenta un’assoluta novità nel mercato, dato che proporremo piante ancora sterili nel vasetto di coltura, radicate e acclimatate. Questo permette ai grower di partire da piante di alta qualità, sempre al massimo del vigore e soprattutto prive di agenti patogeni. Garantiamo inoltre la costanza nel tempo di tutte le caratteristiche del fenotipo. Per maggiori informazioni www.microhemp.it


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BELPAESE di Fabrizio Dentini

CANNABIS LEGGERA, PROCESSO PESANTE. INTERVISTA A LUCA MAROLA SSIT: Com’è possibile incriminare per traffico di stupefacenti un grossista di cannabis light? La legittimità di questo tipo d’inchieste si trova nel problema originale: la legge è scritta così male che la si può interpretare sia in un modo che nel suo opposto. Inoltre, la sentenza della Cassazione del 2019 non chiarisce nulla e questo fa sì che un procuratore particolarmente reazionario possa, attraverso l’analisi di quella stessa legge, condiderare il fiore di canapa alla stregua di uno stupefacente mentre, a pochi chilometri di distanza, un suo collega possa considerare l’intero commercio come legale. La tesi dell’accusa sostiene che se il fiore di canapa non è destinato ad uno dei sei utilizzi tassativi presenti nella legge (la vendita al dettaglio non ricade in nessuno dei sei punti) allora il fiore è illegale e non protetto dalla legge sulla canapa. Questo è l’artificio giuridico per trasformare in droga un fiore che non droga per poi, nell’inchiesta e nel processo penale, trattare il fiore come stupefacente. Il che significa: sequestro preventivo, campionatura, misurazione e peso complessivo del THC, suddivisione in dosi droganti e distruzione di quanto sequestrato.

SSIT: Nello specifico di cosa sei imputato?

Secondo il Procuratore di Parma che lo vuole mettere fuorigioco, Luca Marola è la «macchina del consenso» capace di propagare l’equivoco sulla liceità della canapa light influenzando opinione pubblica, politica, mass media, istituzioni e magistratura. Sotto processo per aver sottolineato, con la nascita di Easyjoint, le contraddizioni della legge sulla filiera della canapa, oggi, l’imprenditore ed attivista parmigiano rischia di vedere chiudere il suo percorso con la cannabis light, passando da esserne il pioniere nazionale ad esserne il principale imputato e capro espiatorio.

Sono imputato per spaccio perchè nel magazzino di Easyjoint detenevo circa 488.812 dosi droganti contenute in 646 kg di canapa, tutta o quasi, con il THC inferiore allo 0,2%. Il ridicolo è che per esser dose drogante e creare quindi l’effetto stupefacente, l’assuntore la dovrebbe assumere tutta insieme. Nel mio caso, una dose drogante è contenuta in circa 18 grammi di cannabis light: bisognerebbe farsi un cannone di 18 grammi e fumarselo tutto… Il Procuratore che mi accusa vuole fare giurisprudenza il che significa imporre la propria interpretazione di legge come unica e lo può fare a causa di una legge scritta male e di una sentenza di Cassazione ambigua. Ad oggi, la Procura di Parma ha inviato la sua teoria accusatoria ad una ventina di procure italiane affini per corrente politica e, nell’autunno scorso, ben 18 inchieste analoghe sono sbocciate in altrettante città e in un’intera regione, la Sardegna. Molti procuratori in conferenza stampa hanno fatto esplicito riferimento al «Modello Parma». L’errore


11 che molti possono compiere è credere che l’inchiesta che mi coinvolge sia un problema mio o di Easyjoint. Al contrario questa potrebbe essere la prova generale per la distruzione dell’intero settore: si parte da Parma, si portano a processo gli indagati delle altre 18 città dove sono avvenuti i sequestri e, se si vince da qualche parte, si lancia l’offensiva in tutta Italia. Mentre io sono l’imputato, al banco degli accusati c’è la cannabis light e tutto il settore. E’ il momento che ognuno se ne renda conto ed agisca di conseguenza.

SSIT: Che tipo di approccio difensivo hai deciso di scegliere? La Procura di Parma rappresenta il proibizionismo nella sua essenza. Un’ideologia che non necessita di agganci con la realtà, ossessionata dalle droge che trova anche dove droga non c’è, senza alcun senso del ridicolo e del grottesco. L’approccio difensivo, oltre ad essere giuridico, è militante e scientifico al tempo stesso. Vorrei riuscire, insieme ai nostri avvocati, a creare un caso di scuola, un processo pilota capace, nel risultato, di fare definitivamente giurisprudenza e chiarezza e, nella struttura, di essere un modello. Cercheremo di portare la Scienza nell’aula giudiziaria, di educare ed istruire, di dare gli elementi di conoscenza minimi perchè sia lampante l’assurdità della teoria accusatoria che cerca di confondere un prodotto senza capacità drogante con uno che la tiene. Per fare tutto questo serve la collaborazione e la vicinanza di tutti. Per invitare in udienza i migliori scienziati e ricercatori, per mantenere l’attenzione mediatica vigile per l’intera durata del processo, per inchiodare alle proprie responsabilità chi ha devastato in due anni la principale azienda italiana di cannabis light, per trascinare l’Italia in tribunale e chiedere che i danni subiti ci vengano risarciti servono risorse economiche. E ingenti. Per questo abbiamo aperto una sottoscrizione popolare, a partire dal 30 settembre, sulla piattaforma ideaginger.it dal titolo Cannabis Leggera, Processo Pesante.

SSIT: Sembra che vi siano state delle pressioni da parte della Procura a livello di Camera di Commercio. Di cosa si è trattato?

La Procura ha capito, durante le indagini, che rappresento molto più di un semplice grossista di canapone. Dalle circa mille intercettazioni sbobinate è emersa la mia posizione centrale nella nascita e nello sviluppo dell’intera filiera e, proprio per queste ragioni, lo scontro è ben più profondo che una schermaglia processuale. Il Procuratore ci ha messo tutta la sua autorevolezza e si sta giocando la faccia; da questa parte ci giochiamo la vita stessa dell’intero settore. Chi perde, perde tutto e quindi, sono leciti tutti gli strumenti che disarticolino l’avversario, anche prima del processo. Le pressioni sulla Camera di Commercio perchè cancellasse il

nostro oggetto sociale rendendo quindi la società inutilizzabile, anche in caso di nostra vittoria, rappresentano un atto di vandalismo giuridico. Oggi, a causa della pervicacia del Procuratore di Parma nel voler debellare questa pericolosa minaccia alla società, le camere di commercio dell’intera Regione negano la registrazione di nuove aziende aventi ad oggetto la commercializzazione di canapa e suoi derivati e, in caso di inchiesta giudiziaria, cancellano d’ufficio l’oggetto sociale come è capitato a noi.

SSIT: Credi o auspichi un coinvolgimento dei rappresentanti della politica? Per ora sono una decina i parlamentari che hanno contribuito al Fondo Legale per il processo ed altri se ne stanno aggiungendo. Devo riconoscere che anche i colleghi imprenditori della cannabis light ed i grow shop mi hanno dedicato altrettanta solidarietà.

SSIT: Credi possibile la richiesta di un risarcimento per l’ingente danno commerciale provocato dalla Procura di Parma che ha portato la tua impresa al fallimento? Ora sono concentrato nel preparare un processo perfetto e le mie energie sono dedicate a far conoscere questa storia e raccogliere fondi attraverso il crowdfunding. Siamo stati obbligati alla chiusura da due anni e questo processo potrebbe costarci fino a 80 mila euro che non abbiamo. La Procura ha sequestrato e distrutto l’intero nostro magazzino per un valore commerciale di quasi 2 milioni di euro. Ci serve l’aiuto di tutti…

SSIT: Se da una parte il THC è imputato con Marola in questo processo kafkiano, dall’altra, ricordiamo che il Ministero della Salute, sul finire del 2020, aveva previsto un decreto, adesso sospeso, che avrebbe dovuto classificare il CBD come narcotico. Cosa pensi di questa attitudine ministeriale? Il THC, se è imputato, non si è presentato…La nostra cannabis light era, per la maggior parte, sotto lo 0,2% … Imputato con me è il fiore di cannabis, a prescindere dalla sua capacità di far sballare. E’ già la sola idea della cannabis ad essere intollerabile per il proibizionista militante, nella politica o nella magistratura. Il tentativo di «appropriazione indebita» del CBD da parte di qualche azienda privata grazie ad un decreto ministeriale, fortunatamente sospeso, la dice lunga sullo stato di salute delle nostre istituzioni. Il decreto era il tentativo, per ora fallito, di un colpo di mano avente il duplice scopo di tagliare le gambe all’emergente settore della cannabis light e dei suoi derivati e,

dall’altra, di sequestrare il CBD dandolo in mano solo a pochi soggetti privati. Fu il frutto avvelenato della convergenza d’interessi tra la parte più opaca delle nostre istituzioni, quella parte che sfugge al controllo pubblico, che è l’apparato dirigenziale ed i funzionari ministeriali e qualche portatore d’interesse. Non avendo in Italia una legge sulle lobby, sono spesso gli intrallazzoni che convincono, spostano, influenzano, manovrano, blandiscono senza alcun controllo pubblico. E d’altra parte, è doveroso ricordarlo, al Ministero della Salute sono incistati da decenni funzionari pubblici il cui principale scopo è far da tappo a qualunque riforma sulla cannabis, qualunque sia l’aggettivazione: light, terapeutica o ricreativa.

SSIT: A giugno scorso anche il Ministero dell’Agricoltura ha diramato una bozza di decreto sulle piante officinali dove veniva indicato che la coltivazione finalizzata allo sfruttamento delle infiorescenze avrebbe dovuto essere autorizzata dal Ministero della Salute. Otto mesi dopo il «Decreto Speranza» si ripete lo schema che mina la filiera della

canapa light in favore dell’industria farmaceutica. E’ solo un problema di peso di pressioni lobbistiche contrapposte? La bozza è stata ritirata grazie alla vigilanza di pochi osservatori antiproibizionisti e alla levata di scudi generale che ha portato il decisore politico ad aprire gli occhi ed accorgersi di cosa stava avvenendo sotto il suo naso. E siamo alle solite: funzionari e dirigenti ministeriali che lavorano con una propria agenda politica e si muovono nell’ombra, spesso all’insaputa dei politici, spesso influenzati da qualche portatore d’interesse. Il pericolo all’orizzonte è chiaro: soffocare qualunque futura fuga in avanti in stile Easyjoint, mettere sotto controllo il CBD trasformandolo con un colpo di penna in farmaco e creare una piccola filiera chiusa ed impenetrabile magari gestita da qualche amico e fare altrettanto con il fiore di canapa. Filiera chiusa, insomma, dalla produzione alla vendita al dettaglio. Autorizzazioni a pochi, le corporazioni dei tabaccai e di Coldiretti al tavolo dei commensali. Tutti gli altri fuori. Questo è quanto potrebbe a breve accadere sotto i nostri occhi.


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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Dos Si Dos 33 Una formula

6-in-1 con super poteri! Le ha avute quasi tutte. E le ha amate molto. Si potrebbe quasi parlare di poligamia: OG Kush, Girl Scout Cookies, Gelato, Sunset Sherbert... Un gran numero di signorine della cannabis che figurano nella crème de la crème della genetica statunitense è passato fra le amorevoli mani da coltivatore di The Doc, ogni volta affascinandolo enormemente. Non meraviglia sapere che si sia appassionato di un’altra cultivar molto di tendenza proveniente dalla terra delle opportunità: la Dos Si Dos. Più precisamente, la Dos Si Dos 33 della collezione Cali di Barney’s Farm. Barney’s gli aveva di recente fornito alcune bombe genetiche davvero stupefacenti, che incendiavano la sua stanza di coltura. Aspetto interessante, in questa versione della Dos Si Dos degli olandesi con eccellenti connessioni con gli USA, diversi nomi illustri della storia recente delle varietà statunitensi si uniscono in una fusione spettacolare, è un incrocio multiplo estremamente complesso. Aggiungendosi a tre delle quattro varietà citate all’inizio, OG Kush Breath, Face Off OG e Thin Mint GSC si uniscono così alla festa, producendo la linea genetica ([OG Kush Breath x Face Off OG] x [OG Kush x GSC]) x [Sunset Sherbet x Thin Mint GSC]. Quello che sembra essere l’inizio di una complicata formula matematica può essere scomposto e semplificato nella Dos Si Dos (composta dalle prime quattro varietà) x Gelato #33 (composta dalle ultime due). Questa gloriosa parata di diverse varietà di punta estremamente forti, questa super formula 6-in-1 conferisce alla Dos Si Dos 33 una potenza molto elevata - ha un incredibile contenuto del 22-28% di THC. Anche dal punto di vista della resa, le sue prestazioni arrivano a essere straordinarie: secondo Barney’s, si riescono a ottenere fino a 700 grammi secchi per metro quadrato sotto le giuste fonti di luce e le piante possono raggiungere un’altezza di circa 90 cm. Outdoor, la Dos Si Dos 33 ostenta una resa potenzialmente da record, fino a due chilogrammi per pianta, arrivando al termine in poco tempo sotto la luce naturale, tra la prima e la seconda settimana di ottobre. Indoor, ha bisogno di 60-65 giorni di fioritura per maturare. Esteriormente, questa varietà con un rapporto 60:40 indica/sativa presenta una glassatura pazzesca che lascia senza fiato e foglie di un colore verde lime impressionante. Inoltre, ha un profilo terpenico potenziato, scoppiettante di dolcezza Cookies rinfrescata da sprazzi di lime e menta. L’effetto più potente di questa pianta si articola in due fasi: all’inizio la Dos Si Dos 33 accende un fuoco di sativa energizzante potenzialmente accompagnato da un’ondata di euforia, segue poi una fase di profonda calma indica sedativa che lascia uno stato mentale di beatitudine e un corpo meravigliosamente rilassato.

Vigorosa crescita ramificata in fase vegetativa The Doc non vedeva l’ora di avere il suo appuntamento di coltivazione con le sei signorine americane in una sola volta, dato che 6-in-1 era il motto della varietà. Come sempre, due semi di prova femminizzati sono finiti nel terreno e sono germogliati perfettamente, tanto che dopo meno di tre giorni le teste delle piantine erano già dritte sopra il terreno. Le due piante hanno mostrato un grande vigore durante la fase vegetativa di quattro settimane, con un’abbondante ramificazione laterale che partiva dallo stelo principale. Durante la crescita vegetativa si sono allungate molto di più di quanto The Doc si aspettasse, visto il contenuto di indica lievemente dominante, ed hanno raggiunto un’altezza di 44 e 49 cm quando le ha messe in fioritura, mostrando un modello di crescita aperto con una spaziatura internodale piuttosto generosa.

Fase di fioritura: “Un’asta argentea scintillante”! Nella fase di fioritura, le due Dos Si Dos 33 hanno manifestato un istinto di allungamento altrettanto forte, raggiungendo più del doppio della loro altezza durante le prime quattro settimane. “Questa specie di

struttura vegetale più ariosa offre il vantaggio di una migliore ventilazione attraverso le piante, in quanto le cime vengono aerate in modo ottimale, il che, come tutti sappiamo, le protegge bene dalle infestazioni di muffa”, ha commentato The Doc. In poco tempo, le due piante hanno cominciato a fare ciò che è una caratteristica distintiva della genetica Dos Si Dos: produrre quantità eccessivamente ricche di ghiandole di resina. Hanno formato calici piuttosto grandi che si impilavano sempre di più l’uno sull’altro, finendo per unirsi in grosse cime paffute che tendevano chiaramente verso il lato indica. Si sono gonfiate sempre di più e si sono ricoperte di opulenti strati di tricomi, finché, dopo nove settimane di fioritura, apparivano così bianche da sembrare bloccate in una bufera di neve. O meglio, per dirla con le parole di The Doc, sembravano “un’asta argentea scintillante”. Anche le foglie palmate dei fiori erano interamente ricoperte di cristalli.

Fragranza: un pot-pourri variegato estremamente dolce Le due piante di Dos Si Dos 33 hanno anche raggiunto un livello massimo di fragranza, sprigionando un’enorme dolcezza accentuata sia da una nota speziata di hashish


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biondo che da un tocco fruttato e leggermente acidulo di agrumi – “un pot-pourri sfaccettato assolutamente stuzzicante che evoca una piacevolissima anticipazione dell’imminente esperienza gustativa”, ha detto entusiasta The Doc. Le sue due piante sono state pronte per il raccolto dopo 65 giorni di fioritura. La forte crescita in estensione sia nella fase vegetativa che in quella di fioritura aveva fatto sì che le piante raggiungessero alla fine 104 e 110 cm di altezza, che si sono quindi dimostrate anche piuttosto uniformi. Al momento della

The Doc fuma la Dos Si Dos 33: “Come se mi avesse dato un calcio un cavallo!” Nella sua forma essiccata, la fragranza dolce e speziata delle pepite di Dos Si Dos, estremamente argentate, ricordava a The Doc l’impasto dei biscotti appena miscelato in cui era stato grattugiato un pizzico di buccia di lime e noce moscata: “è così deliziosa, il mio naso va in estasi!”, ha detto entusiasta. La resa di entrambe le piante è stata di ben 167 grammi. Per testare la Dos Si Dos

aveva mangiato poco quel giorno o che questa marijuana era semplicemente così dannatamente forte, o entrambe le cose: subito dopo il primo tiro, The Doc si è sentito come “se un cavallo gli avesse dato un calcio” - questa nuova varietà di Barney’s Farm si preannunciava come una potente campana che riverberava nella sua testa. Per rimanere comunque sulla metafora del cavallo quel cavallo immaginario non gli ha dato un calcio in testa, ma nel sedere, che lo ha fatto svegliare di colpo - eccolo lì, un calcio di sativa davvero vivace! Altri due tiri e il suo cuore ha cominciato a pulsare violentemente, così non è più riuscito a stare fermo ed è saltato giù dal divano. Una passeggiata sotto il bel sole primaverile gli è sembrata un’ottima cosa da fare... il verde della vegetazione in crescita gli sembrava ancora più rigoglioso e vibrante, il cinguettio degli uccelli cresceva diventando un chiassoso coro polifonico e il senso della vista di The Doc era acuto come se avesse gli occhi di un falco e potesse individuare ogni singolo coniglio, topo e lombri-

co nell’ambiente. Quando è tornato a casa, dopo circa 45 minuti, e si è messo a suo agio, un profondo e riposante rilassamento da indica si è impadronito del suo corpo e della sua mente e gli ha regalato una bella e duratura sensazione di armonia ed equilibrio. Un ottimo abbinamento con questo stato d’animo era guardare la serie di documentari sulla natura di Netflix “Night on earth” con le sue fantastiche riprese di animali e natura. Quando ha emesso il suo verdetto finale, The Doc ne ha tessuto grandi lodi: “La Dos Si Dos 33 è una varietà assolutamente corposa che per molti aspetti mi ha completamente sorpreso: questo tipo di erba è tremendamente glassata, tremendamente dolce e tremendamente potente! Ha inoltre il grande effetto bifase che all’inizio dà lo slancio e fa poi rilassare alla grande. Urrà! La trionfale parata di Barney’s Farm nella mia stanza di coltura è proseguita in modo impressionante”. Green Born Identity – G.B.I.

Dati di Coltivazione:

raccolta The Doc non ha dovuto fare quasi nulla, dato che le cime presentavano solo una piccola quantità di foglioline ed erano così resinose nella loro interezza che in realtà avrebbe potuto lasciarle così come erano. Una sforbiciata in un punto, uno scatto in un altro - la fase di concia è stata molto semplice.

33, nell’entusiasmante attesa, The Doc ha preparato una paffuta canna con mezzo grammo di erba che ha avidamente portato alle labbra, facendo un primo tiro generoso, il che gli ha regalato un sapore così follemente dolce, solo lievemente piccante, che la Dos Si Dos 33 gli è sembrata un delizioso manicaretto. Che fosse dovuto al fatto che

Genetica

Dos Si Dos 33 (Dos Si Dos x Gelato #33)

Fase vegetativa

Quattro settimane (dopo la germinazione)

Fase di fioritura

65 giorni / 60-65 giorni in generale

Substrato

Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Fonte di luce

Fino a 12 x SANlight S4W = 1.680 watt

Temperatura

19-28°C

Umidità atmosferica

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzazione

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/stimolatori

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds e Clean Fruits from Green Buzz Liquids

Strumenti

CleanLight Pro per la prevenzione delle muffe

Altezza

104 e 110 cm

Resa

Nel complesso, 167 grammi


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GROWING di CBG

FINISCE LA FIORITURA

Ci siamo quasi, a fine settembre inizia il periodo di raccolta per le varietà più precoci. Siamo vicini alla fine e proprio ora gli ultimi passi devono garantirci di coronare al meglio gli sforzi finora sostenuti. Sono passati mesi di impegno, attenzioni continue, preoccupazioni e adesso è giunto il momento di gioire.

Per prima cosa dobbiamo essere sicuri di avere delle piante mature, se si coltiva in vaso si può soppesarlo fino a che non si nota che le nostre piante hanno smesso di bere. Questo è il segnale di fine ciclo. Se invece non si possono soppesare i vasi bisogna munirsi di lente ed osservare il colore dei tricomi che ricoprono la pianta. Se da trasparenti sono diventati bianco lattiginosi - o ancora meglio ambrati - allora saremo a fine ciclo, pronti noi e pronte loro per il taglio. Nel momento in cui si vogliono fumare i fiori così come sono, il mio consiglio è di tagliare quando i tricomi sono quasi tutti ambrati. Se invece si vuole produrre hashish, il compianto Frenchy Cannoli - che ci ha lasciato improvvisamente lo scorso 18 luglio a causa di complicazioni durante un intervento chirurgico suggeriva invece di tagliare quando sono quasi tutti trasparenti. Il consiglio di

Frenchy è dovuto al fatto che i globi sono di una grandezza più omogenea e sono meno ossidati. Perché, ricordiamolo bene, l'ambratura dei tricomi è data dall'ossidazione subita da loro stessi ad opera dell'ossigeno atmosferico e della luce. Tagliata la pianta andranno rimosse le foglie più grandi, avendo cura di lasciare solo quelle più piccole a rallentare l'ossidazione dei tricomi. Le piante tagliate andranno appese in un ambiente secco, buio e senza forti odori ad essiccare per circa 15 giorni. Dopo due settimane le infiorescenze possono essere ripulite dalle foglie in eccesso e stipate in un contenitore di vetro col tappo ancora aperto e ovviamente in un ambiente privo di forti odori e al riparo da fonti di luce. Una volta nel contenitore di vetro andranno attesi pochi giorni prima di poterle sigillare nel caso vi siano residui di umidità pericolosi in

quanto atti alla creazione di muffe. Le infiorescenze ora secche possono essere degustate. Le foglie in eccesso che abbiamo rimosso andranno immediatamente utilizzate per fare estrazioni, così da recuperare del buono anche dagli scarti. Insieme alle foglioline si possono usare anche le cime più piccole per le estrazioni. Non consiglio di usare le cime più belle perché a me garbano da fumare ma ovviamente, se non piacciono, si possono utilizzare per estrazioni di primissima qualità. L'estrazione che più mi piace è l'hashish, il dry, il fumo, il battuto secco, chiamatelo come volete. Prendo gli scarti e li metto su una rete da 150 micron ben tesa su un contenitore tipo un catino e dopo averli coperti con un telo di plastica li batto stile marocchino con due pezzi di canna dell'acqua spessi e semirigidi ma di gomma. Dopo tre minuti al massimo recupero nel catino la polverina che è caduta dalle cime e la ripasso su una maglia tesissima da 90 micron. Quello che rimane al di sopra (non al di sotto) della maglia da 90 micron è il cosiddetto rifiltrato. Questo processo di ulteriore pulizia può essere saltato, serve solo per raffinare un prodotto già buono di per sé. L'estrazione e la raffinatura vanno effettuate con temperature massime di 10 gradi centigradi, o la resa sarà decisamente minore perché tutti i tricomi si incolleranno alle maglie. Dopodiché prendo questa polverina e la metto in una mutanda di sigarette (per i pochi che non lo sapessero è la parte in plastica che ricopre il pacchetto delle bionde) che ripiego accuratamente e poi vado a pressare col calore delle mani. Da qui in poi consiglio di assaggiare il prodotto estratto, che sicuramente dopo due mesi dall'estrazione sarà molto migliore (a patto di averlo pressato col calore delle mani). Nel caso in cui si fosse lavorato bene, il sapore del prodotto ottenuto, sarà un concentrato intenso del sapore dei fiori di partenza con delle note tipiche dell'hashish. Purtroppo non ho suggerimenti su come produrre un fumo con hashishene, ho solo la teoria ma non ho la pratica. Rimando questo approfondimento al prossimo articolo sul fumo che farò. Per ora è tutto, buone fioriture e buone estrazioni a tutti!



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1. Dove hanno avuto origine le piante di cannabis e di canapa? A. Europa attorno al 500 a.C. B. America Settentrionale attorno al 500 a.C. C. Asia Centrale attorno al 500 a.C. D. America Latina attorno al 500 a.C.

2. Per cosa coltivavano la cannabis le culture antiche? A. Medicine a base di erbe. B. Per sballarsi. C. Come alimento. D. Come pianta decorativa.

3. Dove è stata poi introdotta la cannabis? A. Olanda. B. Inghilterra, Irlanda, Scozia. C. Spagna. D. Africa, Europa, le Americhe.

4. Cosa è successo nel XVII secolo? A. La cannabis è stata bandita. B. Ai coltivatori statunitensi è stato ordinato di coltivare la canapa. C. Le persone hanno cominciato a fumare la cannabis. D. Guerra per la canapa.

5. Per quali motivi principali veniva coltivata? A. Per sballarsi. B. Per utilizzarla come alimento. C. La fibra di canapa veniva usata per tessuti e altri materiali. D. Per produrre olio.

6. In cosa differivano le prime piante di cannabis? A. Rimanevano molto più piccole. B. Erano più difficili da coltivare. C. Livelli più bassi di CBD. D. Livelli più bassi di THC.

QUIZ

7. Negli anni 1830 cosa ha scoperto un medico? A. La cannabis faceva sballare. B. La cannabis poteva essere d’aiuto nella depressione. C. La cannabis poteva essere ingerita. D. La cannabis poteva trattare il dolore cronico e la malattia.

14. Cosa ha stabilito la legge sulla tassazione della Marijuana del 1937? A. Penalizzazione di tutto tranne l’utilizzo industriale della pianta. B. Tassa sull’uso medico della cannabis. C. Tassa su tutta la cannabis in ingresso negli Stati Uniti. D. Tassa su chiunque fosse trovato in possesso di marijuana.

8.Cosa è successo alla fine del 1800? A. La cannabis era venduta dai medici in Europa e negli Stati Unit. B. È stata introdotta la tassa sulla cannabis. C. La cannabis è stata bandita in Europa. D. La cannabis è stata bandita negli Stati Uniti.

15. Che cosa ha fatto la “Guerra alla droga” di Nixon del 1970? A. Ha consentito la coltivazione della cannabis per uso medico. B. Ha inserito la cannabis nella tabella 1 delle droghe. C. Ha bandito la canapa e la cannabis. D. Ha aumentato la pena detentiva per i possesso.

9. Quando ha cominciato a essere fumata la cannabis negli Stati Uniti? A. Alla fine del 1800. B. All’inizio del 1900. C. A metà del 1900. D. Non lo sa nessuno.

10. Come si è arrivati a questo? A. I medici la suggerivano come farmaco. B. Era economica e ampiamente disponibile. C. È stata introdotta dagli immigrati messicani. D. Commercianti di diverse culture asiatiche.

11. Come chiamavano la cannabis i messicani? A. Erba. B. Mary Jane. C. Four Twenty. D. Marijuana.

12. Cosa è accaduto durante il Proibizionismo statunitense 1920-1933? A. Divieto d’ingresso negli Stati Uniti per gli immigrati. B. Divieto di produzione o vendita d alcolici. C. Divieto delle Public House. D. Divieto di consumo di alcolici in pubblico.

13. 29 Stati hanno bandito la cannabis nel 1931, perché? A. Era ritenuta pericolosa per la salute. B. Era circondata da troppa criminalità. C. Divieto, odio degli immigrati e paura dell’ “erba cattiva”. D. Il governo non poteva tassarla.

16.Che altro contiene la “tabella 1”? A. Farmaci su prescrizione. B. Antidolorifici acquistati in negozio. C. Eroina, LSD ed Ecstasy. D. Qualsiasi sostanza che alteri la mente.

17.Qual è stato il primo Stato a legalizzare la cannabis? A. California, nel 1996, per uso medico. B. New York, nel 1996, per uso medico. C. Il Canada è stato il primo Paese a legalizzarne ogni tipo di uso. D. California, nel 1996, per uso ricreativo.

18. Attualmente, in quanti Stati americani è legale la cannabis? A. 18 Stati per uso ricreativo, 37 per uso medico. B. Tutti e 50 gli Stati per uso ricreativo e medico. C. Tutti e 50 gli Stati per uso medico. D. 40 Stati per uso ricreativo e medico.

19. Quando è stata completamente legalizzata la cannabis in Canada? A. Mai. B. 17 ottobre 2018. C. 1° gennaio 2020. D. 1° gennaio 2018. 20. Per il 2020, si è calcolato che il valore dell’industria mondiale della cannabis è: A. $10 milioni di USD. B. $1 miliardo di USD. C. $9,1 miliardi di USD. D. $2,1 miliardi di USD.

Risposte a pagina 47


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Tutto in rosso! LA SCOMMESSA SICURA DI SWEET SEEDS®

Quest'anno 2021, la banca dei semi di alta qualità Sweet Seeds® ha sfornato 6 nuove varietà di primordine molto attraenti. Oggi mi concentrerò su due grandi piante di cui mi sono innamorato follemente dopo averle coltivate: Red Gorilla Girl XL Auto® (SWS89) e Red Strawberry Banana Auto® (SWS90). chi non può fare a meno di innamorarsi di fronte a tanta bellezza ed effetto? Come se non bastasse, la resina tende a coprirne quasi interamente calici e foglie, richiamando alla mente i frutti rossi glassati. Uno spettacolo assicurato per la vista! Soffermiamoci ora sulle caratteristiche delle piante e avventuriamoci alla scoperta di dolci cime tutte da gustare.

Red Gorilla Girl XL Auto®. Il gorilla si veste di rosso.

Sono sicuro che molti di voi avranno già provato (o coltivato) la leggendaria Gorilla Girl® (SWS74) di Sweet Seeds®. Questa varietà ha già avuto un ottimo impatto, sia nella versione fotodipenden-

Cari colleghi coltivatori, preparatevi a leggere un reportage davvero “colorato”. Ma prima di farlo, per rendere la vostra esperienza ancora più piacevole, procuratevi un buon vaporizzatore o gustatevi un pezzo del vostro edibile preferito e tuffatevi nella lettura! Dopo quasi 30 anni di esperienza nella coltura della cannabis, difficilmente sono sorpreso da una qualsiasi novità. Eppure ogni anno incontro nuove varietà in grado di impressionarmi: sono così gustose da lasciare un segno indelebile nei miei ricordi di vita vissuta.

La verità è che il team di Sweet Seeds® scommette sempre alla grande e quindi finisco per innamorarmi delle novità da loro proposte. Resta però il fatto che de gustibus non disputandum est. Quest'anno mi hanno colpito due delle loro creazioni in versione autofiorente, le cui genetiche portano i sigilli USA e The Red Family®. Il segno distintivo? Una potenza elevata e fiori dai colori stravaganti ed esotici, come rosso, violetto, rosa o viola scuro, tendente al nero. Mi chiedo

te che nella sua versione auto, essendo sulla scena mondiale una delle piante di Cannabis più potenti che ha dato origine alla categoria di prodotti "Super strong". I breeder di questa banca dei semi hanno ricreato questa meraviglia ottenendo colori rossastri o viola, aromi accentuati e un sapore dolce e citrico pronunciato, con note di spezie e toni freschi di cipresso (tipico di questa famiglia di prodotti). La pianta è stata ottenuta da un incrocio tra Gorilla Girl XL Auto® (SWS82) [Gorilla Girl® x Sweet Gelato Auto® (SWS76)] e l'autofiorente a fiori rossi Bloody Skunk Auto® (SWS44). La sua altezza finale, dopo 8-9 settimane dalla germinazione, può raggiungere i 120cm in buone condi-


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zioni ambientali e la resa finale si spinge fino a oltre 500g/m2, con oltre 100g per pianta. Se si dedica un po' di tempo alla cura dei suoi rami, si possono ottenere rese al top, di qualità straordinaria. È una varietà molto equilibrata, come si può notare dai seguenti dati: Indica 52,3% / Sativa 45,2% / Ruderalis 2,5%. Per quanto riguarda i tenore di cannabinoidi, il THC si avvicina al 15-21% e il CBD allo 0,5%. L’esperienza di coltura riserva ottimi risultati: è un piacere vederla crescere e formare fiori. Di solito somministro alle mie piante fertilizzanti organici e uso un sostrato di terriccio. Se però voi preferite il cocco o un sistema idroponico, le rese supereranno i dati nominali forniti dalla banca dei semi. È una pianta che cresce a elevata velocità. Nel mio caso, prima di raggiungere la fioritura, i miei esemplari erano già a quota 80 cm. Non è una pianta che ramifica molto ma, intervenendo sulla cima centrale con un allevamento a basso stress (LST), è possibile aumentarne la crescita laterale e far penetrare luce più uniformemente attraverso le fronde. La fioritura è maestosa, con lunghi e numerosi pistilli che presto si svilupperanno in voluminose infiorescenze piramidali. Durante questo periodo di fioritura, gli esemplari, che normalmente sopportano forti dosi di fertilizzante, devono essere nutriti a sufficienza. Uno spettacolare gioco di colori soddisferà gli occhi del cannabicoltore, con colorazioni che varieranno dal verde delle foglie e dei calici a un intenso colore viola-rossiccio su tutta la parte aerea. Una produzione estesa e traboccante di tricomi accompagna queste variazioni di

colore. Nei calici, super gonfi, la quantità di tricomi è un vero spettacolo che vale la pena fotografare (si vedano le foto allegate), anche se le foglie tendono a rimanere totalmente inzuppate d'acqua. La potatura risulta difficile perché tutte le parti sono buone e “non si butta via niente”. Sono piante ideali per realizzare estratti o produrre concentrati con la tecnica rosin (pressandole). Il bubble hash (ice-o-lator) ricavato da questa pianta presenterà sfumature rosse molto attraenti. Gli aromi sono davvero piacevoli e inebrianti. Di solito avvicino il naso ai bud e poi li strofino continuamente per godere del loro ricco aroma. La quantità di terpeni che questa pianta possiede è incredibile. Svapando l’erba di questa prelibatezza è possibile assaporarne appieno gli aromi, che finiranno per saturare il palato con un sapore dolce, speziato e molto fresco, seguito da un piacevole retrogusto agrumato e fruttato. L'effetto è istantaneo: un po' forte all'inizio, produce subito dopo una sensazione di totale rilassamento nel corpo, mentre la mente si adagia su un letto di piume. È ideale per trascorrere momenti speciali con gli amici o lasciarsi andare sul divano, dopo una giornata intensa. I miei amici ne vanno pazzi e sono sicuro che anche voi la apprezzerete!

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20 a germinare per poi proseguire la coltivazione sul mio terrazzo, in modo da raccogliere le mie dolci piante all'inizio dell'estate. All'interno questa varietà si comporta molto bene, mostrando il suo carattere di Indica fin dall'inizio, con un portamento più tozzo. Le foglie sono semplicemente enormi. Essendo una pianta che non necessita di un EC elevato per formare buoni fiori e restare in salute, la fertilizzazione deve essere dosata in modo soft e senza esagerare: gli esemplari si svilupperanno con molto vigore e sarà facile mantenerne vivi i colori. La fioritura sarà veloce e sicuramente abbondante. In particolare, consiglio di usare un buon stimolatore di fioritura per approfittare dello scatto iniziale di crescita e ottenere bud di buona qualità. Essendo una pianta a fioritura rapida, va nutrita adeguatamente prima dell'inizio della fioritura.

per un motivo logico: è stata ottenuta da un incrocio fra un clone elitario di Strawberry Banana e un esemplare selezionato di Red Poison Auto®. Ho apprezzato, in particolare, il suo sapore eccezionale e la qualità del suo effetto. È inoltre estremamente semplice (e anche ultra-veloce) da coltivare. Penso che questa pianta sia ideale da coltivare per tutti i principianti che intendano

ottenere una buona qualità a tempo di record: può essere pronta per il raccolto in appena 7-8 settimane dalla germinazione. È quindi indicata per colture permanenti all'aperto o colture intensive indoor. Nel mio caso, ho coltivato i miei esemplari con concimi biologici all’interno, utilizzando luci LED di ultima generazione. Il risultato è stato spettacolare. Per questo motivo ho deciso di mettere altri semi

Se si fertilizza ripetutamente in questo periodo, i risultati saranno sorprendenti. Ma attenzione! Proprio in considerazione della rapidità di crescita, bisogna evitare di usare una quantità eccessiva di fertilizzante a 6 settimane dalla germinazione, tenendola continuamente d'occhio: non appena appassiscono i primi pistilli, molto probabilmente sarà pronta per il raccolto dopo non più di 10 giorni. I bud sono arrotondati e sparsi, molto duri e densi. Il colore rosso-viola pervade gradualmente tutta la pianta e diventa particolarmente evidente quando si effettua il lavaggio delle radici. Saranno

visibili calici enormi: raccomandiamo a tutti, pertanto, di non essere impazienti lasciandoli crescere completamente. La ricompensa sarà una qualità elevata, fiori potenti e tanta resina. A occhio nudo si vedrà una quantità di tricomi fuori dal comune e... il piacere è assicurato. Prima dell'essiccazione, l'aroma della pianta è molto fruttato e dolce, pur potendosi percepire anche note di noci e rucola. Una volta essiccata e stagionata, potrete gustare un’erba fra le più ricche che abbiate mai coltivato. Ha un sapore molto intenso che persiste in bocca dopo il consumo, in modo da potersi godere appieno ogni boccata o svapata dall'inizio alla fine. L’effetto non impiega molto tempo a farsi sentire ed è decisamente rilassante, creativo e suggestivo. Di solito con questa varietà imbraccio la mia chitarra e mi diverto a creare musica impossibile, o faccio una passeggiata in silenzio, navigando nei paesaggi immaginari disegnati dalla mia mente. È l'ideale per scrollarsi di dosso tutto lo stress accumulato durante il giorno. E con queste due meravigliose scommesse che Sweet Seeds® ci offre quest'anno 2021, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo reportage. Non dimenticate di visitare il loro sito web, i loro profili social o i loro forum specializzati. Il servizio clienti vi fornirà tutto il supporto di cui avete bisogno; ma non solo, troverete anche i loro straordinari concorsi e promozioni.

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budget serio, oltre che pianificazione e dedizione. Ricordate che per tutte le coltivazioni, nei primi mesi, è necessario dedicare tempo extra alla messa a punto. Ho scoperto che ogni volta che stabilisco un budget per un progetto, alla fine mi costa sempre più tempo e denaro del previsto. La scelta del sito può limitare le opzioni per il tipo di coltivazione indoor che potete allestire. Coltivare alcune piantine perché raggiungano un’altezza di 30-60 cm richiede poco spazio, elettricità e ventilazione. Le coltivazioni grandi richiedono più spazio, elettricità, acqua e ventilazione. Se avete intenzione di coltivare in permacultura, vi serviranno per lo meno due stanze diverse, una per le piantine, i cloni e la crescita vegetativa e una seconda stanza per la fase di fioritura. Per l’essiccazione e la lavorazione post-raccolta ci può volere una stanza completamente separata per le colture più grandi.

COLTURA SINGOLA Coltivare in un’unica stanza è una buona strategia per ottenere un raccolto ogni 4-6 mesi. Potete prendervi il tempo necessario per allestire la coltivazione in modo adeguato e non essere impreparati quando si presentano eventuali problemi durante la crescita delle piante. Avviare troppe piante in una stanza grande seguendo lo schema del “guadagno rapido” si traduce spesso in un raccolto inferiore alla media e, in alcuni casi, nel fallimento del raccolto.

Le fonti a LED per la coltivazione sono le più efficienti nel convertire l’elettricità in luce di cui la cannabis ha bisogno per crescere.

INTRODUZIONE Pianificate la vostra coltivazione indoor su carta prima d’investire tempo e denaro. Qualche ora di pianificazione e di ricerca su internet vi assicurerà un buon inizio e incrementerà le vostre possibilità di successo. Quali sono i vostri obiettivi? Volete coltivare una singola coltura dal seme al raccolto? Volete optare per la permacultura e raccogliere quindi ogni settimana o due? Oppure volete un raccolto ogni 2-3 mesi? Forse avete in mente di avviare una grande coltivazione commerciale. Siete coltivatori outdoor o in serra e volete partire presto con la stagione di coltura avviando le piante in casa? La vostra decisione detterà il tipo di area di coltivazione che allestirete e i materiali e gli strumenti di cui avrete bisogno. Stabilite un budget che si adatti alle vostre esigenze. Una piccola area per avviare i semi che diventeranno piante alte 30 cm da trapiantare all’aperto costa poco e richiede un piccolo investimento finanziario e di tempo. Allestire un grande spazio per produrre diversi chilogrammi al mese richiede un

Tutto ciò che vi serve è un raccolto di cannabis per riuscire a fumare tutto l’anno.

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23 una coltura in fioritura. Inducete la fioritura con un fotoperiodo di 12 ore di luce e 12 ore di buio nella stanza vegetativa.

PERMACULTURA

Questa stanza piena di cloni comincerà a fiorire tra una settimana. La stanza sarà pulita e ripiantata lo stesso giorno. Jaime di Resin Seeds dispone di diverse stanze che riempie di cloni dopo il raccolto.

Due stanze separate sono necessarie per ottenere un raccolto perpetuo a meno che non possiate fidarvi di un distributore di cloni. La stanza vegetativa dovrebbe essere circa un quarto della stanza di fioritura. Si tratta di un rapporto di 1 a 4. Allestite una stanza vegetativa e una stanza di fioritura in modo da poter ottenere un raccolto perpetuo. Prelevate diversi cloni da piante in vegetativa nella stanza vegetativa ogni giorno oppure ogni settimana.

Jaime di Resin Seeds mostra la sua coltivazione in Tailandia in cui utilizza una tecnica di raccolta scaglionata. Grazie a questo metodo Jaime riesce a riempire completamente di piante lo spazio a disposizione.

Spostate lo stesso numero di piante nella stanza di fioritura ogni giorno oppure ogni settimana. Raccogliete lo stesso numero di piante ogni giorno oppure ogni settimana. Prelevate cloni dello stesso numero di piante raccolte. O meglio, prelevate uno o due cloni in più per far fronte a eventuali errori. Raccogliete una pianta nella stanza di fioritura e spostate una pianta dalla stanza vegetativa alla stanza di fioritura.

GRANDI COLTIVAZIONI

Questa stanza piena di cloni è in fioritura da quasi tre settimane.

germinare i semi. Ammucchiate le piccole piante in alcuni contenitori sotto fonti di luce artificiale. Le pianticelle in fase di crescita vegetativa hanno bisogno di livelli di luce meno intensi. Disperdete maggiormente le piante e aggiungete più luci man mano che le loro dimensioni aumentano. Impostate il timer a 18 ore di luce e 6 ore di buio per la fase di crescita vegetativa. Inducete la fioritura con 12 ore di buio e 12 ore di luce. Allestite una stanza per la fase vegetativa. Applicate le informazioni che seguono in “Stanza vegetativa” fino a quando le piante non raggiungono la dimensione della fioritura, ossia 30-60 cm di altezza. Nota: la stanza dovrà essere abbastanza grande per ospitare

Le grandi coltivazioni richiedono diverse stanze per nutrire le piante in ogni fase della loro vita. Stanze separate per le piantine, i cloni e le madri sono necessarie per dare a ciascuno le condizioni esatte di cui ha bisogno. Le stanze per le piantine e i cloni possono far parte di una stanza più grande, a condizione che siano selezionate in modo tale che i livelli di temperatura, umidità, ventilazione e luce possano essere controllati in modo autonomo. Le piante piccole usano pochissima acqua e possono essere irrigate a mano. Le piante piccole dovrebbero essere poste fuori dal terreno in modo tale da poter essere controllate visivamente.

Le stanze da coltivazione grandi sono le mie preferite! Questa è piena di femmine in fioritura che sto per raccogliere. Le stanze grandi possono contenere un singolo raccolto oppure piante in fasi diverse della loro vita.

COLTIVAZIONE INDOOR, IN SERRA E OUTDOOR Avviate piantine e cloni indoor sotto le luci e spostateli in una serra o all’aperto. Fate crescere le pianticelle fino a 15-60 cm di altezza prima di trapiantarle all’aperto. Le pianticelle devono essere rafforzate quando lasciano l’ambiente indoor, che è protetto, prima di effettuare il trasferimento finale in ambienti esterni e serre, dove le condizioni sono più difficili.

Queste piantine sono state avviate indoor e spostate outdoor in una serra nel nord della California. La plastica è stata tolta di recente. Lo stesso giorno, più tardi, sono state rimosse le lampadine per interrompere il fotoperiodo notturno in modo che le piante rimanessero in crescita vegetativa.

Questo è un estratto dal capitolo sul Giardino Indoor nella nuova, inedita 6a edizione di Marijuana Horticulture (AKA la Bibbia) di Jorge Cervantes. La 6a edizione di Marijuana Horticulture sarà disponibile nella primavera del 2022. Trova tutti i libri di Jorge nei migliori bookstore online.


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COLTIVA CON RICH HAMILTON

DISCO BISCUITS

In ogni numero, ci immergiamo nelle pagine del Bud Diary personale dello scrittore di Soft Secrets Rich Hamilton.

BRANI DAI BUD DIARIES GENETICA Ibrido a predominanza Indica (70/30), la Disco Biscuits è una varietà che si è aggiudicata numerosi trofei, selezionata da Underground Originals (UGORG) ed è un incrocio fra la leggendaria Girl Scout Cookies e la UGORG (un mix di UK Cheese e UGORG's Blues). Ha un elevato contenuto di THC, di circa il 22%.

INFORMAZIONI SULLA COLTIVAZIONE Con una resa medio-elevata, questa varietà risponde bene alle tecniche di coltivazione come il super-cropping e forma in poco tempo pesanti cime rigonfie piene di sapore e potenza. Il periodo di fioritura è di 8-9 settimane, durante le quali ci si può aspettare di

ottenere pepite dure come la roccia piene di THC che sono veloci da raccogliere grazie all’ottimo rapporto cime/foglie.

CIME La forza della “cheese” è marcata, la Disco Biscuits ha un’estetica “vecchia scuola” con un rivestimento verde e di pistilli più forte e una copertura più modesta di tricomi che abbraccia le pepite serrate e ben curate. Ci sono anche macchie di viola scuro tonale sulle punte di alcune foglie che danno alle pepite un po’ più di profondità e carattere. Non lasciatevi tuttavia ingannare dall’aspetto sobrio, perché non la rende certo meno potente. Apritela e troverete una tavolozza di tonalità verde pisello vivaci e più chiare che esplodono da sotto il suo involucro esterno scuro. Si macina anche

in modo molto soddisfacente, ha una bella croccantezza e sprigiona una maggiore quantità di quel bel verde audace.

FRAGRANZA La mia attenzione viene attirata dapprima dal cremoso e dolce profumo di biscotti che si sprigiona quando si scoperchia la famosa famiglia di Girl Scout Cookies. Ciononostante, spezzando la pepita, si sprigiona il suo profilo completo. Un famigliare e nostalgico sentore di “cheese” mi colpisce e mi riporta subito alla mia adolescenza. La dolce e biscottata fragranza di Cookies è molto appetitosa, mentre le note di formaggio puzzolente sono confortanti e seducenti.

DEGUSTAZIONE Questa cima mi è stata regalata da un amico del sud. Fumata pura in una cartina organica super-sottile con filtro in cartone. Io e un mio amico graffitaro l’abbiamo fumata tutta la notte. Abbiamo conservato l’ultima canna fino al mattino, per la passeggiata di ritorno dallo scalo ferroviario.

SAPORE All’inizio la Disco Biscuits ha un sapore dolce e fiorito, con un sottofondo diesel inconfondibile e un effetto piccante che arriva dopo, senza dubbio il risultato della sua parentela con la Cheese. Il fumo è delicato e cremoso e va giù che è un sogno; mi viene da pensare che questa varietà sarebbe altrettanto valida in un bong.

EFFETTO Come ci si può aspettare da una varietà a predominanza Indica, l’impatto è stato più a livello fisico. Anche se pesante, non è stata opprimente, il che mi ha sorpreso, dato il suo contenuto di THC relativamente alto. Essendo del Regno Unito, ho più che familiarità con lo sballo della “cheese” e la Disco Biscuits mi ci ha portato fino a un certo punto, con la parentela Cookies che mi ha aiutato a superare il limite delicatamente. Grazie al suo elevato contenuto di THC e agli effetti rilassanti, questa varietà è un’ottima scelta medica per chiunque soffra di depressione, ansia e dolore cronico. Basandomi su quanta fame chimica mi ha dato, la consiglierei anche a chiunque soffra di nausea o perdita di appetito.


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2021

Paradise Seeds www.paradise-seeds.com 1° premio ceppi americani Sunset Paradise Coffeeshop Dizzy Duck Trompstr. 210 2518 BR Den Haag

Club Media Gerard Doustraat 85 1072 VN Amsterdam www.coffeeshopclubmedia.nl

1° premio Hybrid Hydro Grapesidos 1° premio Haze Hydro Amnesia Haze 1° premio Indica Kerosine Krash 2° premio varietà Kush Cookie Kush 2° premio varietà Skunk Cheese 3° premio ceppi americani Runtz Muffin

3° premio Haze Organic Silver Haze

HighLife Weed Cup Vincitore 2021 Amnesia Haze

Seed Stockers www.seedstockers.com 1° premio Ceppi CBD Critical XXL CBD 3° premio Autofiorenti Santa Marta Haze auto

Coffeeshop Genesis Rijksweg Zuid 88 6161 BR Geleen 2° premio Hash d’importazione Black Mamba

Gallery Colorado Vlampijpstraat 52 3534 AR Utrecht 2° premio Sativa Tangerine Dream 2° premio Ceppi CBD OG Kush CBD 3° premio Nederhash Colorado Purple

Royal Queen Seeds www.royalqueenseeds.com 3° premio Sativa Royal Gorilla

Cremers Prinsestraat 84 2513 CG Den Haag 2° premio Haze Hydro Joe’s Lemonade 2° premio Haze Organic DelaHaze 3° premio Importazione hash King Hassan

Serious Seeds www.seriousseeds.com 3° premio Ibridi Biologici Seriosa

Kosbor Maastricht 1° premio Haze Organic AMG (Amnesia Mac Ganja)


Greenhouse Secret Farmers Elandstraat 18 2513 GR Den Haag

Growers Choice www.growerschoice.nl 2° premio Autofiorenti Tropicana Wedding Cake 2° premio varietà outdoor Chocolat Sherbet 3° premio varietà Skunk Brain Damage

Coffeeshop Zero Zero Hommelseweg 19 6821 LA Arnhem 3° premio Estrazioni Jelly Hasj

1° premio Nederhash God’s Gift 1° premio Ibridi Biologici Dream’s Gold 2° premio Estrazioni Wedding Cake 2° premio Hybrid Hydro Mimosa 3° premio Indica Cookie and Cream

Coffeeshop ’t Bunkertje Laan vd Mensenrechten 101 7331 VT Apeldoorn 3° premio Haze Hydro Golden G13 Haze 3° premio varietà Kush Pineapple Kush

Zamnesia www.zamnesia.com 1° premio varietà outdoor Purple Punch Dutch Passion Seed Company www.dutch-passion.com www.cbdweed.com 1° premio Autofiorenti Auto Cinderella Jack 1° premio varietà Skunk The Ultimate 2° premio Nederhash Kerosine Krash 3° premio varietà outdoor Sugar Bomb Punch

Mary Jane Hoogbrugstraat 4 6221 CR Maastricht 3° premio Hybrid Hydro Narstie Glue

Coffeeshop Relax Amsterdam Centrum Binnen Oranjestraat 9 1013 HZ Amsterdam Amsterdam Zuid Vechtstraat 9 1078 RH Amsterdam 3° premio varietà CBD Strawberry CBD

Coffeeshop Solo Korte Koningsstraat 2 1011 GA Amsterdam 1° premio Hash d’importazione Do-si-dos Double Filtered

Coffeeshop Magic Gortstraat 6 2511 AP Den Haag 1° premio varietà Kush Pink Pineapple Kush 1° premio Sativa RS-11 Gas No Brakes 1° premio Estrazioni Shaher Magic 2° premio Ibridi Biologici Naughty One 2° premio Indica Blue Ice 2° premio varietà americane Skilatti 2.0 HighLife Hash Cup Vincitore 2021 Shaher Magic

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GROWING di sudestfam@protonmail.com

SST: COME FARE UN TÈ DI SEMI GERMOGLIATI

contenute in un SST e di conseguenza le sue proprietà variano in base ai semi che verranno impiegati per la sua realizzazione. I semi maggiormente impiegati sono quelli di alfalfa, orzo, mais e segale, ma è possibile utilizzare anche alcuni legumi come la lenticchia o di altre varietà di vegetali. Un fattore da considerare nella scelta di altre semenze è la velocità di germinazione, infatti, è consigliato impiegare solo semi che hanno bisogno di 2-3 giorni per far nascere i propri germogli.

Il tè di semi germogliati, conosciuto anche con l'acronimo SST, è un potente cocktail di enzimi, fitormoni e di numerose sostanze nutritive ottenuto dalla spremitura di semi già germogliati. Questa variazione del tè di compost, abbastanza facile ed economica da preparare, risulta essere un efficace biostimolante 100% naturale che applicato alle piante di cannabis ne garantisce uno sviluppo esuberante. Gli SST hanno acquistato popolarità soprattutto attraverso la rete di growers di cannabis organica, infatti i germogli dei semi di alcune varietà vegetali contengono una miriade di sostanze utili alla crescita della pianta di cannabis, in particolare sono impiegati come fonte naturale di ormoni regolatori della crescita e di enzimi. Proprio questi due elementi sono quelli che hanno richiamato anche la nostra attenzione. Gli ormoni della crescita, detti anche fitormoni, sono dei composti organici sintetizzati dalla pianta, che ne regolano il suo sviluppo. I tè di semi germogliati più comuni sono ricchi di citochinine e triacontanolo, quest'ultimo è un composto organico contenuto nei semi di alfalfa e classificato come un fitormone a tutti gli effetti.

Le citochinine, contenute soprattutto nei semi di mais, sono una classe di ormoni della crescita coinvolti in numerosi processi biologici; la loro applicazione alla pianta di cannabis ne stimola la divisione cellulare, induce la formazione di numerosi internodi e promuove la crescita dei rami laterali. Le citochinine favoriscono il movimento dei nutrienti verso le parti della pianta trattate con essa: questo fenomeno è conosciuto come mobilizzazione dei nutrienti. Inoltre possiedono la proprietà di ritardare la senescenza della pianta ovvero l'invecchiamento cellulare - infatti questo ormone viene anche utilizzato per estendere il periodo di conservazione dei frutti raccolti. Il triacontanolo è un potente fitormone in grado di aumentare l'attività fotosintetica della pianta che di conseguenza assorbe più luce e produce più carboidrati. Gli zuccheri prodotti dalla pianta, in parte vengono utilizzati come fonte di energia in alcuni processi biologici, mentre un'altra parte viene rilasciata dalle radici nel substrato, sotto forma di essudati. I microrganismi che popolano il suolo si alimentano dei carboidrati e in cambio forniscono alla pianta una vasta gamma di nutrienti in forme prontamente assimilabili.

Per creare un tè di semi germogliati sono necessari un frullatore, due contenitori di vetro con una capienza di almeno 500 ml, un colino, garze o tovaglioli di carta, acqua priva di cloro e i semi della varietà vegetale desiderata. Per produrre 10 litri di SST sono necessari 30 grammi di semi, nel caso utilizziate quelli di alfalfa ne saranno necessari la metà, cioè 15 grammi, altrimenti risulterebbe troppo forte per le piante.

Preparazione SST, da sinistra a destra e dall'alto in basso. Gli enzimi sono delle sostanze di natura proteica che svolgono il ruolo di catalizzatore della maggior parte dei processi biologici; gli enzimi sono di vitale importanza perché velocizzano le reazioni chimiche riducendo l'energia necessaria per la loro attivazione. Dal punto di vista pratico gli enzimi favoriscono la decomposizione della materia organica presente nel substrato, rendendo disponibili per le piante numerose sostanze nutritive ma anche gruppi di carboidrati, frutto della sintesi di specifiche porzioni delle radici, utili per la rete alimentare del suolo. Inoltre la rapida decomposizione della materia organica e delle radici morte permette di ridurre significativamente la proliferazione di malattie, infatti gli agenti patogeni utilizzano le parti della pianta che stanno marcendo come fonte di nutrimento e via di accesso per infettarla. L'applicazione di enzimi al substrato di coltivazione lo mantiene pulito e in buona salute. Spesso gli SST per via della loro composizione vengono chiamati anche con il nome di tè enzimatici. Realizzando un SST non facciamo altro che raccogliere tutto questo potenziale e racchiuderlo in una bottiglia pronta all'uso. Le sostanze

Ecco come realizzare un SST in pochi semplici passaggi; innanzitutto occorre germinare i semi, ma prima di farlo è consigliato lavarli con acqua corrente servendosi del colino per eliminare alcune sostanze presenti sul guscio che inibiscono la loro germinazione. Successivamente

Realizzazione SST, da sinistra a destra e dall'alto in basso.


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Dopo circa due giorni i semi saranno germogliati, attendere che i germogli raggiungano la dimensione del seme prima di passare allo step successivo. Spremere i germogli con l'ausilio del frullatore, aggiungendo un poco d'acqua declorata per ottenere un liquido omogeneo. Quindi eliminare la polpa dalla soluzione filtrandola con un colino e conservarla all'interno del secondo contenitore di vetro. La polpa può essere sparsa sulla superficie del substrato che l'assorbirà lentamente. Il liquido conservato nel contenitore è il nostro SST pronto per l'uso.

L'Aloe vera in polvere è ottima da aggregare ad un tè di semi germogliati, infatti è ricca di numerose sostanze utili, tra cui micro e macronutrienti, numerosi enzimi e soprattutto l'acido salicilico, un fitormone che stimola lo sviluppo di un forte sistema immunitario. Anche l'acqua di cocco contiene una vasta gamma di nutrienti, vitamine ed ormoni regolatori della crescita come le auxine e le citochinine, che possiamo facilmente incorporare in un SST. Un altro modo per accrescere il potenziale di un tè di semi germogliati è di farlo fermentare per 18-24 ore come accade per i tè di compost ossigenati; è un'operazione abbastanza semplice da eseguire, infatti occorre solo installare una pompa ossigenatrice dotata di pietra porosa inserita all’interno della soluzione per farla arieggiare. L'ossigeno immesso nella soluzione stimola la proliferazione dei microrganismi benefici contenuti nel SST. Vediamo come applicare il tè di semi germogliati ad una coltivazione di cannabis. Innanzitutto è necessario diluire il tè con acqua declorata prima di somministrarlo alle piante; un tè ottenuto dalla spremitura

I tè di semi germogliati di alfalfa funzionano molto bene anche quando vengono applicati come spray fogliare, infatti ne conseguono molteplici risultati, migliora l’assimilazione delle sostanze nutritive da parte della pianta, accelera la fotosintesi ed aumenta la resistenza a vari tipi di stress. Gli SST possono essere somministrati durante l'intero ciclo vitale della pianta, sebbene quelli a base di germogli di alfalfa siano consigliati solo per la fase vegetativa. Un SST a base di alfalfa applicato alla cannabis tre giorni prima di passarla in fase di fioritura aumenta significativamente la resa finale. Invece i tè di semi germogliati di mais e di orzo possono essere tranquillamente somministrati ogni settimana fino alla quinta della fase di fioritura. Gli SST sono molto utili anche per il trattamento di altri semi più difficili da far germinare. Ma come possiamo sapere se il nostro SST funziona veramente? L'azienda CANNA ha messo a disposizione un video dove uno dei loro scienziati illustra due modi per verificare se una soluzione è ricca di enzimi. Il primo test prevede di immergere completamente due pezzi di carta della stessa dimensione in due bicchieri differenti, uno contenente solo acqua e l'altro bicchiere invece riempito con una soluzione a base di enzimi, nel nostro caso con il tè di semi germogliati. Occorre attendere 24 ore prima di verificare l'esito dell’esperimento; se il tè è ricco di enzimi il pezzo di carta immerso al suo interno dovrebbe essere sparito, decomposto dagli enzimi appunto, mentre quello immerso in acqua dovrebbe essere rimasto intatto, come controprova di questa analisi casalinga. Per eseguire il secondo test invece sono necessari due barattoli di purea di mele, due caraffe graduate da 500 millilitri, due colini abbastanza capienti e un cronometro. La purea è un liquido molto viscoso e mescolata con un tè di semi germogliati dovrebbe diventare molto più fluido per via degli enzimi che decompongono la materia organica; in questo esperimento viene misurato il tempo che impiega, sia la purea trattata con SST che quella non trattata, a scorrere attraverso il colino nelle caraffe graduate. La purea di mele a cui è stato aggiunto il tè di semi germogliati dovrebbe risultare più veloce a passare attraverso il colino e concentrarsi nella caraffa graduata. Questo è il segnale che il nostro SST funziona perfettamente.

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Gli SST possono essere potenziati in vari modi, ad esempio utilizzando germogli di semi differenti, oppure aggiungendo alcuni ingredienti alla soluzione. Tra questi vi sono la melassa e lo zucchero non raffinato che oltre ad essere una fonte di carboidrati molto utile per la proliferazione dei microrganismi, consentono anche di conservare il tè per periodi più lunghi. Entrambi gli ingredienti vanno aggiunti nella misura di ½ del peso complessivo della soluzione.

di 30 grammi di semi va diluito con 10 litri d'acqua. Gli SST possono essere somministrati sia per via fogliare che per irrigazione del terreno. La modalità più appropriata è per fertirrigazione poiché gli enzimi contenuti nel tè risultano essere più efficienti quando lavorano all’interno del substrato, accelerando la decomposizione della materia organica.

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immergere i semi in uno dei due contenitori di vetro riempito con acqua priva di cloro per almeno 12 ore, quest'operazione ne favorisce la germinazione. È importantissimo utilizzare acqua declorata perché il cloro è un potente battericida che comprometterebbe l'attività microbica di un SST, perciò utilizzare acqua decantata oppure acquistata dal supermercato. A questo punto i semi saranno ben idratati e pronti per germinare. Quindi filtrare i semi facendo scolare l'acqua fuori dal contenitore lasciando al suo interno i semi bagnati e tapparlo con un tovagliolo per mantenere l'ambiente all'interno umido e protetto.

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GROWING di CBG

L'ARIA DEL MIO GROWBOX COME REGOLARE LA TEMPERATURA NELLA COLTIVAZIONE INDOOR Photo Credits: CRYSTALWEED cannabis - Unsplash.

Che problema coltivare d'estate! Fa troppo caldo in quasi tutta la nostra penisola per coltivare senza l'aiuto dell'aria condizionata e spesso ai piccoli coltivatori non conviene o non riesce di utilizzarne una. Il risultato delle fioriture indoor a temperature troppo alte è un raccolto di cime poco compatte e senza molto sapore. Un raccolto sicuramente valido per chi cerca l'effetto dei cannabinoidi, ma inevitabilmente di bassa qualità se si vuole degustarne il sapore. Chi può spegne la lampada fino a che le temperature esterne non permettono di ricominciare: personalmente la trovo la miglior soluzione quando si hanno temperature esterne superiori ai 25 gradi. D'altronde, basta provare ad accendere una lampada in un growbox e vedere di quanto sale la temperatura con l'estrazione al massimo. La canapa cresce anche col caldo torrido ma la qualità ne risente molto. In più, se malauguratamente dovesse capitare una infestazione di patogeni, sarebbe ben peggiore col caldo umido dell'estate rispetto al fresco invernale. Tanti anni fa le provavo tutte, anche a far andare la lampada di notte, ma alla fine il miglior risultato in un growbox l'ho ottenuto spegnendo da giugno a settembre. Oggi, se dovessi riprendere

a coltivare in un growbox in casa, proverei a farlo in camera da letto dove tengo l'aria condizionata accesa, così da avere l'aria in entrata nel growbox ben raffreddata Passando a un setup più grande, l'unica soluzione è l'aria condizionata ben dimensionata. Ci tengo a rimarcare sul dimensionamento dell'aria condizionata perché troppo spesso ho sentito coltivatori lamentarsi delle temperature troppo alte e dell'incapacità dell'aria condizionata di sopperire al caldo. Un impianto corretto riesce a rinfrescare correttamente qualsiasi spazio, se non ci riesce allora non è quello giusto. Semplice. Un'altra soluzione che mi viene in mente è quella dell’aria arricchita con anidride carbonica. Può funzionare ma solo calcolando accuratamente con un calendario, in modo da arrivare a metà fase di fioritura e avere temperature in entrata accettabili. In questa maniera ci si trova ad interrompere la somministrazione della CO2 insieme all'abbassamento delle temperature. Quest'ultima mia proposta però la terrei come riserva nel caso ci si ritrovi malauguratamente a non riuscire a raffrescare l'ambiente ad inizio fioritura, perché non si usa così l'anidride carbonica.

E quando farà freddo invece cosa faremo? Fino a 15 gradi circa tutte le varietà di cannabis non subiscono danni, al di sotto entrano in una sorta di stasi sempre più dannosa con lo scendere della temperatura. Al di sotto dei 15 gradi non si dovrebbe mai scendere. Una buona escursione termica, che darà luogo a fenomeni di colorazione accentuati, è di almeno 5 gradi di differenza tra il giorno e la notte. Insomma, se vuoi vedere le tue piante colorarsi, fai in modo di procuragli una escursione termica notturna. Però quando fa troppo freddo bisogna alzare la temperatura, molto più facile del raffrescamento dell'aria. Va bene qualsiasi stufetta ma sconsiglio di utilizzare i bruciatori a butano che andavano molto qualche anno fa, perché si corre il rischio di diffondere etilene nel growbox e a quel punto addio al raccolto. Se invece l’aria è troppo umida o troppo secca? Se è troppo secca - che è il caso più facile da risolvere - basta mettere un umidificatore di quelli economici da growshop e si risolve molto facilmente. Se invece è troppo umida allora un buon deumidificatore diventa indispensabile ma assieme consiglio di valutare un'aria condizionata, perché

per deumidificare deve scaldare l'aria. Sia per il deumidificatore che per l'umidificatore bisogna compare una centralina con sonda che permetta di regolarne il funzionamento ed evitare di incappare nel caso opposto. Questo capitolo sull'areazione lo voglio concludere col solito consiglio sul filtro anti odori, indispensabile per abbattere gli odori dell'aria in uscita e garantire al coltivatore la tanto agognata (e ancora purtroppo necessaria) discrezione. Anche in questo caso se si sente odore significa che il filtro - ed eventualmente anche l'estrattore - non è a misura o non è nuovo e va preso un filtro nuovo. Un impianto estrattore più filtro ben commisurati non lascia passare nessun odore indiscreto. Esistono anche altri sistemi per abbattere gli odori ma per i growbox e i piccoli spazi di coltivazione rimane più economico e sicuro l'uso di un buon filtro ai carboni attivi. Spero di esser stato chiaro e infine aggiungo un ultimo consiglio: non sottovalutate l'aria in entrata nel vostro growbox: assicuratevi che non puzzi troppo o le vostre cime avranno uno sgradevole odore!

Torno al mio CBD, buone fioriture a tutti!


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CUCINARE CON LA CANNABIS di Betty Green

COSA RENDE PERFETTA UNA

SPACE CAKE? Quando si cominciano a preparare i propri prodotti commestibili, il grande dilemma è: che forma di cannabis andrebbe utilizzata? Come per la maggior parte degli aspetti relativi alla cannabis, non credo in una soluzione a “taglia unica”. Sia che usiate il fiore che l’hashish, potete comunque preparare dei deliziosi manicaretti. Cucinare con i fiori di cannabis è economico, consente di utilizzare interamente l’erba tagliata perché si può decarbossilare tutto, non solo le cime! È anche un ottimo modo per utilizzare qualsiasi prodotto più vecchio o meno adatto che altrimenti non si userebbe. Usare il materiale vegetale vero e proprio consente di ottenere il massimo dell’effetto “entourage” possibile dai prodotti commestibili. Quando si usano i fiori, si può scegliere una varietà in base al suo profilo completo di cannabinoidi o terpeni o agli effetti Indica/Sativa che si vogliono ottenere. Molte persone cucinano con i fiori perché preferiscono il gusto autentico che conferiscono. C’è anche una varietà per ogni occasione e una varietà che si abbina bene con ogni tipo di alimento, in modo analogo a come si abbina il vino agli alimenti. L’utilizzo dei fiori presenta comunque alcuni svantaggi. È difficile prevedere con precisione il THC e il dosaggio. A differenza dell’hashish, si lavora con tutto il materiale vegetale e non solo con i tricomi ad alto contenuto di THC. Nonostante si possa aggiungere il fiore direttamente al proprio piatto, questo ne altera significativamente la consistenza e il gusto. Vi consiglio vivamente di fare un infuso di burro o di olio che ha un sapore migliore, è più facile da utilizzare e non contiene materiale vegetale in eccesso. Rispetto al fiore, con l’hashish è più facile stimare il contenuto di THC e i dosaggi delle porzioni. L’hashish ha anche un sapore più terroso e complesso rispetto al fiore, che si abbina bene a salse a base di carne o funghi e a sapori di cioccolato e caramello. Grammo per grammo, i prodotti commestibili a base di hashish hanno

una concentrazione di THC più elevata dei rispettivi prodotti a base di fiori e una durata di vita più lunga. Potrebbe perdersi parte dell’effetto entourage; tuttavia, i prodotti commestibili compenseranno questa mancanza spaccandovi con il THC. L’hashish ha bisogno di meno tempo per decarbossilare rispetto al fiore, 10-20 minuti a 115°C dovrebbero bastare. Anche gli infusi sono meno complicati da preparare, in quanto non c’è bisogno di filtrare il materiale vegetale dal prodotto finale. L’hashish setacciato a secco di buona qualità è il più facile da lavorare. Di colore biondo-marrone, secco e friabile, ha un sapore caratteristico senza essere eccessivamente forte. Può essere facilmente macinato e aggiunto alle ricette o trasformato in infuso. Anche l’hashish prodotto con ghiaccio secco o Kief è un’ottima scelta. È facile da lavorare e ha un sapore delicato che si fonde bene con la maggior parte degli alimenti. L’hashish strofinato a mano è molto più scuro, duro, lucido e appiccicoso a causa della forte pressatura. A un hashish eccessivamente appiccicoso

Il settore culinario del mercato legale della cannabis sta crescendo a non finire. Tuttavia, la preparazione di alimenti in casa è altrettanto diffusa, grazie alle maggiori informazioni, ricette e cannabis di buona qualità più disponibili che mai.

si potrebbe aggiungere dell’olio extra per aumentarne il peso, il che avrebbe un impatto negativo sulla qualità. A causa della sua consistenza, è meglio utilizzare l’hashish strofinato a mano in infuso. Se non siete ancora certi su quale forma utilizzare, divertitevi a sperimentare finché non trovate la forma migliore. La migliore Space Cake per una persona non è necessariamente la migliore per qualcun altro. Tutto dipende da ciò che VOI volete da questa esperienza. Non esiste un solo modo per fare una Space Cake; di nuovo, tutto dipende dai gusti personali. Io ho scelto una semplice e gustosa ricetta di muffin a base di olio da cucina infuso con cannabis, che può essere prodotto utilizzando fiori di cannabis, hashish, oppure entrambi. I muffin sono ottimi perché sono abbastanza leggeri da essere mangiati a colazione, come spuntino “al volo” in qualsiasi momento della giornata oppure quando ci si rilassa con un caffè. Inoltre, i muffin possono essere conservati fino a 3 mesi in un contenitore ermetico in freezer! Sostituite il cioccolato e il cacao in

polvere con altri sapori e ingredienti, se desiderate. Oltre a ciò, potreste preparare una crema di burro di cannabis per dare una spinta extra, o semplicemente miscelare dell’olio di CBD in un po’ di glassa e cospargerlo poi sul piatto per bilanciare tutto il THC e ottenere uno sballo più stratificato.

INGREDIENTI 125g di farina 00 25g di cacao in polvere 1 cucchiaio di lievito in polvere 1 uovo grande 60g di zucchero semolato 2 cucchiaini di olio vegetale (sostituire la quantità scelta di olio di cannabis) 100ml di latte intero 50g di pezzi di cioccolato 100g di zucchero a velo (per la glassatura facoltativa)

PROCEDIMENTO Riscaldate il forno a 180°C/160°C ventilato. Setacciate la farina, il lievito e il cacao in polvere in una ciotola. Rivestite uno stampo per muffin con sei pirottini per muffin. Mescolate l’uovo, lo zucchero, l’olio, il latte e le gocce di cioccolato in una brocca, versate poi il tutto poco a poco negli ingredienti secchi e mescolate bene. Trasferite il composto con un cucchiaio nei pirottini per muffin e infornate per 20-25 minuti. Togliete dal forno e lasciate raffreddare. GLASSATURA Mescolate poco a poco ½-1 cucchiaio di acqua nello zucchero a velo, aggiungete qualche goccia di olio di CBD e cospargete sui muffin una volta raffreddati.


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LIFESTYLE di Giovanna Dark

SHIBARI: cos'hanno in

comune la canapa e il BDSM? La corda di canapa è stata considerata una risorsa universale per migliaia di anni e può essere fatta risalire all'antica Mesopotamia. Da allora la canapa è sempre rimasta tra le fibre preferite per costruire corde resistenti e durevoli: dall'agricoltura alla navigazione, passando per le pratiche erotiche. Alla scoperta dello Shibari e di come anche la fibra di canapa ha un ruolo nel piacere della costrizione. Photo Credits: Warm Orange - Unsplash.

Quello che oggi chiamiamo "Shibari" è un'evoluzione delle tecniche dell'Hojōjutsu, un'arte marziale nata per immobilizzare i prigionieri di guerra nel XV secolo, utilizzata dalla polizia e dai samurai come forma di prigionia fino al XVIII secolo. Allora in Giappone le risorse di metalli scarseggiavano, mentre in compenso abbondavano le funi di canapa e iuta: così, spesso, i prigionieri non venivano rinchiusi in una prigione ma venivano semplicemente immobilizzati con una corda. Spesso i prigionieri venivano svergognati pubblicamente, mostrandoli legati con le corde - che di solito venivano intrecciate in modo da rappresentare la loro classe e il loro crimine - prima dell'esecuzione o dell'imprigionamento. Una pratica radicata nella cultura nipponica visto che, anche ai giorni d'oggi, la polizia giapponese continua a portare nei propri furgoni un fascio di corda di canapa. La legatura entrò nell'immaginario erotico giapponese nel periodo Edo (1600-1860) attraverso le cosiddette Seme-e, un particolare tipo di illustrazione su stampa, che rappresentavano scene di costrizione. La gente in Giappone ha iniziato a usare le tecniche di legatura Hojōjutsu per il BDSM, e a giocare con la costrizione fisica e la vergogna emotiva di essere legati. Quest'arte della legatura stretta e spesso dolorosa, sessuale o sensuale, divenne nota come Shibari (legatura decorativa) o Kinbaku (legatura stretta). Lo Shibari si differenzia dal bondage

occidentale in alcuni modi: usa una corda di fibra naturale non elastica, sia di iuta che di canapa, invece di una corda più morbida di cotone, seta o poliestere; si concentra sull'attrito e sugli avvolgimenti invece che sui nodi e ha una profonda attenzione all'estetica dei legami. L'estetica della posizione della persona legata è importante: in particolare, il bondage giapponese si distingue per l'uso di specifici kata (forme) e regole estetiche. A volte, vengono impiegate posizioni asimmetriche e spesso intenzionalmente scomode. In particolare, lo Shibari riguarda molto il modo in cui la corda viene applicata e il piacere è più nel viaggio che nella destinazione: la corda diventa un'estensione delle mani della persona che lega (rigger) e viene usata per comunicare emozioni e sensazioni alla persona legata (model). Più recentemente, lo Shibari ha iniziato a diventare popolare nelle comunità BDSM - dove la B sta appunto per "bondage" - di tutto il mondo. Mentre coloro che non sono giapponesi non saranno probabilmente in grado di capire o sperimentare pienamente l'aspetto della vergogna di essere legati, la complessità, l'efficienza e l'attrattiva dei legami stessi hanno fatto guadagnare l'apprezzamento per questo stile di bondage con le corde di canapa. Alcuni dei più popolari performer e rigger giapponesi viaggiano addirittura in tutto il mondo per esibirsi sul palco o per tenere corsi e workshop.

Lo Shibari però è molto più che legare qualcuno e dargli un orgasmo: è un'arte vera e propria. Il sartiame in stile Shibari crea modelli geometrici e forme con la corda che contrastano meravigliosamente con le curve naturali del corpo umano. Le corde di fibra di canapa e la loro consistenza naturale forniscono un contrasto con la pelle liscia e le curve. Nello Shibari, la modella è la tela, la corda è la pittura e il pennello, e il rigger o Nawashi è letteralmente l'artista della corda. La disposizione estetica delle corde e dei nodi sul corpo della modella nello Shibari enfatizza caratteristiche come la sensualità, la vulnerabilità e anche la forza. Il posizionamento dei nodi in luoghi appropriati stimola i punti di pressione sul corpo, in modo molto simile alle tecniche di agopuntura e allo Shiatsu. Oltre a creare bellissimi modelli, con il posizionamento delle corde, del corpo e degli arti, il sartiame Shibari induce condizioni fisiologiche conosciute come "sub space" e "top space", che sono simili al "runner high" sperimentato dagli atleti. Un'esperienza Shibari si traduce in un aumento del livello di endorfine e di altri ormoni, creando un'esperienza simile alla trance per il bottom/modello e una scarica di adrenalina per il Top/ rigger. Quando una scena di Shibari è eseguita con un ambiente appropriato, questi effetti sono effettivamente visibili nel volto della modella. Il termine "ubriaco di corda" è a volte affettuosamente usato per descrivere la

condizione euforica del modello dopo un'esperienza Shibari. Lo Shibari è praticato con corde di 6-8 metri di lunghezza. A causa del fisico generalmente più grande dei soggetti occidentali, da noi vengono usate più comunemente corde da 7-8 metri. Anche se il materiale della corda è di solito juta o canapa, molti altri materiali sono in uso tra cui cotone, seta e vari materiali sintetici. Con tutte le diverse opzioni tra cui scegliere, la fibra di canapa rimane ancora la preferita nella comunità BDSM e da chi pratica lo Shibari in particolare. Perché? Le ragioni sono diverse: - A causa delle sue fibre, l'uso regolare ammorbidisce la corda. È come indossare un filo di perle: gli oli naturali della pelle condizionano e ammorbidiscono la corda ogni volta che la si usa. - Quando hai finito di giocarci, puoi lavarla e asciugarla senza temere di danneggiarla perché la corda di canapa è resistente e fatta per durare. - È economica e relativamente facile da trovare. Infatti, la maggior parte dei negozi di ferramenta o di forniture artistiche la tengono in catalogo. - La corda di canapa è disponibile in varie larghezze e texture: questo può funzionare a vostro vantaggio a seconda di quanto ruvido vorreste ottenere. Ad alcuni piace la sensazione di morbido e liscio, altri vogliono sentire la bruciatura e la corda di canapa può garantire entrambi.


35 tenuta insieme dall'attrito delle torsioni e dei giri o da un nodo molto semplice.

Photo Credits: Ella de Kross - Unsplash. - È abbastanza resistente da sostenere il peso in sospensione: alcuni dicono che lo Shibari senza l'elemento aereo è buono solo a metà ma se volete intraprendere la sospensione della persona legata è sempre bene essere in totale sicurezza. - Le fibre naturali della canapa si agganciano facilmente l'una all'altra, il che significa che la legatura può essere

Quando si tratta di questo fetish, usare un livello leggero di costrizione può essere decisamente divertente ma indipendentemente dal fatto che tu sia alle prime armi, o che corde e nodi siano il tuo pane quotidiano - lo Shibari è una pratica che va fatta in sicurezza e soprattutto consensualità. Avere una conversazione dettagliata in anticipo con il proprio partner è la cosa più importante da fare prima di iniziare. Prendetevi il vostro tempo e non siate timidi perché questa conversazione stabilisce il tono dell'esperienza: siate avvertiti che se vi affrettate, dando per scontati i confini e i limiti, il risultato potrebbe essere disastroso o addirittura traumatico. Ecco perciò una serie di utili consigli per chi vuole provare ad avventurarsi in questo mondo ma non è ma non è mai andato oltre il porno. - Stabilire una "safe word" è una delle primissime cose da fare: gridare "stop" o "pizza 4 stagioni" va bene, ma cosa succede se si ha un bavaglio in bocca? Quando si tratta di parole sicure in camera da letto, ricordati di includere spunti non verbali.

- L'aspetto medico poi non può essere mai sottolineato abbastanza: chiedi sempre della storia medica precedente del tuo partner. Se stai per legare qualcuno in qualche posizione contorta, vuoi sapere se ha mai avuto un incidente d'auto o se è epilettico. Nessuno si aspetta che la sua scena di bondage si trasformi in una storia dell'orrore ed evitare che questo accada è tutta una questione di comunicazione e di pianificazione preventiva. - Tieni un paio di forbici a portata di mano e provale prima di iniziare. Chi sa cosa potrebbe succedere? Potresti andare a tagliare la corda e avere le forbici letteralmente a pezzi! È successo a un amico di un amico... - Non esagerare con i farmaci o con le droghe. Lo Shibari consiste nell'essere presente al tuo corpo e richiede una concentrazione totale per tenerlo al sicuro. Devi essere lucido per riconoscere se la scena sta andando male. - Porta con te tutto ciò che vorresti avere o usare, perché una volta iniziato, lasciare la stanza crea problemi. Non solo può provocare il panico per la

persona legata, ma le cose possono anche diventare pericolose. - Fai i tuoi nodi con la mano sotto per creare un allentamento e proteggere la pelle. Se la corda si muove quando si tira un'estremità attraverso un buco, c'è meno rischio di dare al tuo partner una brutta ustione da corda... a meno che non sia quello che vuoi fare! - Nessuno che sente freddo vuole mai mettersi nudo. Sii consapevole della temperatura della stanza e tieni delle coperte a portata di mano. Non è difficile fare davvero male a qualcuno se lo leghi senza sapere come farlo. Nel migliore dei casi, causerà disagio al punto che sarà necessario fermarsi e slegarlo. Nel peggiore dei casi, si potrebbe interrompere una funzione critica all'interno del corpo e causare un serio problema medico come i coaguli di sangue. Più si impara, più ci si diverte! Nel mondo del BDSM, la conoscenza è sicuramente potere e i migliori e i più esperti sanno quanto sia importante arrivare sempre preparati sulla scena. Possibilmente con 7-8 metri di corda di fibra di canapa...


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CANNABIS di Rich Hamilton

JAY-Z LANCIA UN FONDO DI 10 MILIONI DI DOLLARI PER AIUTARE LE

START-UP DEL SETTORE DELLA CANNABIS GESTITE DA MINORANZE Il marchio “Monogram” lanciato lo scorso dicembre da Jay-Z è stato l’ultimo nella linea delle celebrità dei marchi di cannabis. Elegante e stilizzato, il design e l’estetica del marketing non erano secondi a nessuno, come ci si poteva aspettare, così come le dichiarazioni sulla qualità. “Con la sua accurata selezione delle varietà, le sue meticolose pratiche di coltivazione e la sua qualità senza compromessi, Monogram cerca di ridefinire il significato della cannabis per i consumatori di oggi” - Comunicato stampa di Monogram. Le prime 4 varietà artigianali di Monogram sono state chiamate semplicemente No.88, No.96, No.70 e No.1 e sono disponibili in 3 intensità: “light”, “medium” ed “heavy”. Sono state sviluppate dal coltivatore veterano DeAndre “De” Watson. Il prodotto di punta di “Monogram” è la “OG Handroll”. Si tratta di una canna da 1,5 grammi rollata da esperti utilizzando una tecnica sviluppata nel corso di 12 mesi. La canna contiene un fiore di piccole dimensioni e il suo punto di forza unico è che brucia come un sigaro. Non è comunque un prodotto economico, costa 50 dollari al pezzo. A partire dal suo lancio, la gamma “Monogram” si è ampliata per includere più varietà. È disponibile per l’acquisto o la consegna in tutta la California. A differenza di molte altre celebrità che cercano di guadagnare sul mercato legale della cannabis, Jay-Z aveva comunque intenzione di concentrarsi sulle questioni di giustizia sociale legate alla legalizzazione. Jay-Z è entrato nella società madre di Monogram “Caliva” come Chief Brand Strategist nel luglio del 2020. Fra le mansioni c’era quella di partecipare alle decisioni creative, alla strategia e al lancio della linea di cannabis. Inoltre, Jay-Z ha voluto affrontare il razzismo intrinseco del settore della cannabis stabilendo il “Social Equity Ventures Fund”. Il fondo è stato lanciato con un avviamento di 10 milioni di dollari,

ricevuto nell’ambito di una fusione commerciale e volto a incoraggiare e promuovere la partecipazione della comunità nera al mercato legale della cannabis, fungendo da trampolino di lancio per tutti coloro che sono stati denigrati dalla “Guerra alla droga” negli Stati Uniti. Il fondo aiuterà le start-up del settore della cannabis gestite da minoranze, migliorando la rappresentanza e la partecipazione delle persone precedentemente incarcerate che sono state tenute lontane dal mercato legale. Le persone di colore sono state stigmatizzate e punite in maniera sproporzionata per il coinvolgimento nel settore illegale della cannabis nel corso della storia. Quando la legalizzazione ha travolto gli Stati Uniti, c’è stato un afflusso massiccio di aziende pronte a soddisfare la domanda. Questo ha quindi portato a chiedersi: perché i bianchi si stavano arricchendo facendo la stessa cosa per cui gli afroamericani erano finiti in carcere? “Siamo stati i più colpiti dalla guerra alla droga e gli Stati Uniti hanno svoltato e hanno creato un business che vale miliardi”, ha affermato Jay-Z.

Jay-Z, vero nome Shawn Carter, è da lungo detrattore esplicito della “guerra alla droga”, che ha devastato le minoranze da quando è stata ideata sotto il Presidente Nixon nel 1971. Ha anche parlato pubblicamente di come la legalizzazione avvantaggi gli Stati e le aziende prevalentemente bianche mentre, al contrario, le persone di colore continuano ad affrontare pene detentive dovute a violazioni minori legate alla droga. La ‘social equity venture’ auspica di rettificare la situazione aumentando la partecipazione dei cittadini che escono dal carcere attraverso il patrocinio, la formazione lavorativa e lo sviluppo generale dei dipendenti e della forza lavoro. Non c’è dubbio che si debba affrontare il dibattito sull’uguaglianza nel settore della cannabis. Ci deve essere più consapevolezza e comprensione per far emergere una cultura dell’equità. La cosa triste è che nonostante la continua legalizzazione Stato per Stato, gli arresti legati alla cannabis negli Stati Uniti continuano ad aumentare su scala nazionale. Nel 2018 ci sono stati più di 660.000 arresti, il 90% dei quali per possesso di droga. Ciò che peggiora ulteriormente

le cose è che questi arresti continuano a colpire in modo sproporzionato i neri e i latini, che non hanno certo più probabilità di vendere o fare uso di cannabis dei bianchi! Questo tipo di statistica dimostra come ci siano disuguaglianze razziali profondamente radicate nel sistema legale statunitense. Può davvero verificarsi un cambiamento significativo attraverso imprenditori miliardari e i loro progetti di finanziamento della giustizia sociale? Alcuni direbbero di no, perché, come può un’industria guidata dal profitto assicurare davvero la giustizia economica e razziale? Ciononostante, si può senza dubbio concordare sul fatto che i progetti stanno sensibilizzando, permettendo ai consumatori di cannabis di prendere decisioni e scelte informate su dove e da chi acquistare erba. Se un numero sufficiente di persone agisce in modo deciso, probabilmente tutto il settore dovrà ascoltare e adattarsi. In ogni caso, bravo Jay-Z per aver cercato di avviare un cambiamento per il meglio e per non aver cercato solamente di fare soldi!


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FIERE DELLA CANNABIS Mr. José / info@mrjose.eu

ICBC BERLINO 2021 Si spera che il mondo stia finalmente iniziando a rimettersi in carreggiata e, di conseguenza, le fiere e le conferenze ricominciano lentamente a spuntare. Uno degli eventi più importanti per il mercato europeo della cannabis si è tenuto a Berlino. La quarta edizione dell’ICBC ha riunito persone provenienti da tutto il mondo e ovviamente non è mancato un rappresentante di Soft Secrets. E ora potete dare un’occhiata ai momenti salienti dell’evento. Come è successo per altre conferenze, l’anno scorso l’ICBC ha subito una battuta d’arresto forzata. Quando ho sentito che ce ne sarebbe stata una quest’anno, non ho esitato neanche un momento. Ho adeguato il mio programma di lavoro e mi sono diretto a Berlino il 25 agosto. Dopo le tre edizioni precedenti, l’evento si è tenuto in una nuova sede - la Vienna House Andel’s Berlin. Rispetto alla sede precedente, vicino alla Porta di Brandeburgo, è una zona molto più tranquilla ed è più facile trovare parcheggio, il che è stato molto utile. Il programma della conferenza era molto promettente e non vedevo l’ora di conoscere la situazione attuale relativa alla cannabis per uso medico e alla normativa sulla sua coltivazione, distribuzione e disponibilità.

Luc e Damian di Paradise Phytogenetics.

Quando si maneggia la cannabis per uso medico è necessario un imballaggio speciale.

Cannabis in Germania Il primo giorno della conferenza è stato dedicato al mercato della cannabis medica in Germania. Peter Homberg, partner di Dentons Europe LLP e probabilmente l’avvocato tedesco di maggior spessore specializzato nel settore della cannabis, ha tenuto una conferenza interessante sulla regolamentazione della cannabis medica in Europa e in Germania. Fra le altre cose, Homberg ha messo in luce la differenza fra la quantità di cannabis medica importata e le reali esigenze del mercato. Nel 2020, sono state importate in Germania circa 9,5 tonnellate di cannabis, ma per soddisfare la domanda dell’anno scorso, ci sarebbero volute 28,5 tonnellate, vale a dire il triplo. Tuttavia, sembra che quest’anno la differenza non sarà così enorme. Attualmente la cannabis viene importata in Germania da Canada, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Danimarca e Australia e si ventila l’ipotesi di aggiungere altri cinque Paesi all’elenco. Non c’è dubbio che parte della domanda dovrebbe essere soddisfatta anche dalla cannabis coltivata in Germania. In linea di massima, il prezzo dei trattamenti con la cannabis dovrebbe diminuire con l’aumento della concorrenza. È stato presentato anche un interessante grafico che riportava informazioni sulle indicazioni per cui viene prescritta maggiormente la cannabis. Il 75% della cannabis importata viene prescritta per il dolore, il 10% per gli spasmi (spasticità), il 6% per l’anoressia, il 4% per la nausea, il 3% per la depressione, ecc. Le altre conferenze della prima giornata hanno affrontato principalmente il tema delle normative e dei regolamenti - una sfida enorme per molti attori coinvolti nel business della cannabis per uso medico. Il viaggio che deve affrontare la cannabis dal coltivatore autorizzato al paziente è pieno d’insidie e costellato da numerosi blocchi stradali, come la contaminazione o il degrado del fiore o dei prodotti derivati. Anche l’effettiva trasformazione della cannabis in estratti, pillole o prodotti commestibili è regolamentata da una serie di norme, anche per i prodotti contenenti CBD completamente legale. Poiché la cannabis è ancora relativamente nuova nell’ambito delle case farmaceutiche e delle aziende del settore alimentare ormai affermate, le rispettive normative non sono sempre chiare e spesso complicano anche il percorso dalle stanze di coltivazione agli scaffali delle farmacie. Come è stato detto durante la conferenza: è fondamentale che tutti coloro che vogliono prendere

parte al mercato della cannabis imparino le regole del gioco, le seguano con attenzione e cerchino il prima possibile di reagire a ogni possibile cambiamento. È l’unico modo per avere successo nel mercato regolamentato della cannabis medica. Come sapete, questo autunno si terranno delle elezioni importanti in Germania, quindi non ha sorpreso nessuno il fatto che alcuni membri di FDP, CDU, SPD, Die Linke e del Partito Verde abbiano partecipato alla conferenza di giovedì. Presto sapremo quale di questi partiti deciderà del futuro delle leggi sulla cannabis in Germania. E poiché la Germania è molto più avanti nel campo della cannabis medica rispetto alla maggior parte dei 27 stati membri dell’UE, potrebbe diventare una politica determinante per tutta l’UE.

Coltivazione e lavorazione della cannabis Ogni prodotto a base di cannabis parte da una piccola pianta. E due normative sono già in vigore in questo momento: la Good Agricultural Cultivation Practice (GACP), che regolamenta la coltivazione e la raccolta e la Good Manufacturing Practice (GMP) che regolamenta tutti gli altri processi che portano a un prodotto medico. Gli impianti di coltivazione e

Micha con il suo libro sull’estrazione della cannabis.

di lavorazione devono avere entrambi i certificati. Il primo passo per ridurre il rischio di contaminazione virale delle piante è quello di coltivare partendo da cloni coltivati in vitro, usando quindi


39 diversi nei cannabinoidi principali. Sono rimasto molto colpito dal discorso sulla tecnologia che si è tenuto venerdì pomeriggio. Sono sempre interessato alle opinioni di chi ha da tempo esperienza nel grande business della cannabis. Sono tre le ipotesi fatte durante la conferenza che mi trovano pienamente d’accordo. 1) Bisogna migliorare costantemente i metodi di coltivazione della cannabis e, cosa ancora più importante, aumentarne l’efficienza. 2) Dobbiamo ridurre al minimo il contatto umano con le piante durante la coltivazione, la raccolta e la lavorazione - questi processi devono essere automatizzati il più possibile. 3) È fondamentale portare avanti la ricerca in tutte le aree della coltivazione, della lavorazione e della distribuzione della cannabis per uso medico. Sacchetti Boveda.

tecniche di coltura dei tessuti. In questo processo, il tessuto vegetale, costituito da cellule con funzione divisoria (meristema), viene rimosso dalla pianta madre. Questo tessuto si trova all’apice della pianta (meristema apicale) o sulle punte dei rami laterali (meristema laterale). I vantaggi nell’ottenere cloni tramite coltura tissutale sono stati riassunti da Damian Nixon di Paradise Phytogenetics. Se il nome vi suona familiare, sappiate che questa azienda è stata fondata da Luc Krol, il titolare della rinomata banca di semi Paradise Seeds. Paradise Phytogenetics si concentra sulla produzione di

radici laterali che crescono dalla radice principale e assumono una forma conica ideale e naturale. Un altro vantaggio piuttosto importante è che il metodo “comune” di clonazione può essere un’attività piuttosto impegnativa in termini di spazio. In media, lo spazio occupato dalle piante madri e dai cloni è circa il 20% dell’area totale di coltivazione di ogni coltura. Con la coltura tissutale, gran parte di questo spazio può essere utilizzato per altri scopi, perché nella coltura tissutale una singola pianta madre può produrre un numero incomparabilmente maggiore di cloni rispetto ai metodi

Estratti con CBD.

cloni di varietà registrate con chiara provenienza e stabilità genetica, il tutto ottenuto grazie a tecniche di coltura dei tessuti. I loro clienti sono soprattutto coltivatori di cannabis per uso medico. Damian ha messo in luce un vantaggio ben noto: l’eliminazione di potenziali virus o di altri agenti patogeni dalle piante, mentre un altro vantaggio è la forma della zolla radicale, che ha lo stesso aspetto nella coltura dei tessuti e nella coltivazione dei semi, con le

convenzionali. Pertanto, i coltivatori non hanno bisogno di mantenere un gran numero di madri. Risparmiando spazio, che inizialmente veniva utilizzato per coltivare cloni, il profitto annuale di un’impresa commerciale di cannabis medica può aumentare di circa 5 milioni di euro ogni 1.000 metri quadrati. Si tratta senza dubbio di un grande incentivo. Attualmente Paradise Phytogenetics offre cloni da coltura tissutale di dieci varietà con rapporti

Prodotti interessanti Fra i vari espositori, mi ha incuriosito un’azienda chiamata PolySto, che fornisce rivestimenti igienici per i pavimenti e le pareti delle strutture di coltivazione. L’igiene in un impianto di coltivazione è estremamente importante, poiché ogni piccola fessura può

diventare terreno fertile per muffe o altri agenti patogeni. Tutte le fessure possono essere sigillate mediante un rivestimento speciale e poi pulite con facilità. È una buona soluzione per migliorare notevolmente gli standard igienici in quasi tutte le colture. Che altro aggiungere? Ho avuto la fortuna d’incontrare una serie di figure affascinanti alla conferenza. Per esempio, il noto attivista Micha mi ha presentato brevemente il suo nuovo libro sui metodi di estrazione. Si tratta di un ottimo strumento non solo per i coltivatori domestici ma anche per chiunque voglia imparare il più possibile sulle estrazioni. Il libro contiene molte immagini illustrative che aiutano i lettori a capire i vari processi. Anche un altro ospite consueto, Boveda, era presente all’ICBC. Se conservate la cannabis in barattolo, provate i suoi prodotti, perché mantengono la giusta quantità di umidità e incidono quindi positivamente sul gusto e sulla fragranza delle vostre cime. I fiori mantengono inoltre l’umidità ideale più a lungo.

Questo è tutto quello che sono riuscito a inserire nell’articolo di oggi. Vi auguro di mantenervi in salute e vi aspetto la prossima volta sul vostro amato Soft Secrets.


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NOTIZIE di Rich Hamilton

IL MARCHIO ICONICO "COOKIES" SBARCA AD AMSTERDAM Venerdì 11 giugno 2021, il marchio globale della cannabis “Cookies” ha aperto una nuova smoking lounge ad Amsterdam, all’interno della “Green House United”, una delle sedi del Green House Coffeeshop. “Cookies” è un’incredibile aggiunta alla scena di Amsterdam. Porta il famoso marchio americano sulle coste europee, dando agli intenditori di cannabis la possibilità di provare la loro varietà di altissimo livello. Se avete

vissuto sotto un masso e non sapete nulla di Cookies, lasciate che vi aggiorni. Non c’è dubbio che da qualche parte ci sia un dispensario che non abbia qualche tipo di genetica GSC (Girl Scout Cookies) nel suo portafoglio di varietà. GSC e il marchio Cookies hanno avuto un influsso sulla cultura moderna dell’erba che non si può paragonare a nient’altro. La varietà originale di “Girl Scout Cookies” è stata selezionata per la prima

volta intorno al 2012 dalla “Cookies Fam Genetics” della San Francisco Bay Area. A questo collettivo appartengono alcuni noti selezionatori, fra cui il rapper Berner e Mario Guzman, l’uomo dietro il marchio di cannabis “Sherbinskis” e uno dei creatori dell’attuale varietà in voga “Gelato”. La popolarità della varietà GSC ha permesso ai suoi selezionatori di creare marchi iconici che non hanno rivali nell’industria della cannabis. Nessuno più di “Cookies”. Attualmente, il marchio ha un enorme seguito ed è cresciuto fino a diventare il marchio n.1 del “cannabis lifestyle” a livello mondiale, creando un impero da mezzo miliardo di dollari. Cookies non solo ha un portafoglio di dispensari in tutti gli Stati Uniti, ha anche diversi negozi di merchandising che vendono una gamma completa di accessori per fumatori, prodotti lifestyle e abbigliamento. Si stima che i negozi di punta “Cookies” abbiano guadagni compresi tra i 100.000 e i 200.000 dollari al giorno, mentre il negozio di Melrose California arriva spesso a raggiungere i 450.000 dollari in un solo giorno di apertura. Cookies gestisce dallo streetwear ai semi e ai fiori di cannabis, si è ramificata in diversi sottomarchi come Lemonade, Grandiflora e Mintz e ha anche alcune collaborazioni con ambasciatori della cultura pop della cannabis “God Tier”, come Snoop Dogg. Berner, vero nome Gilbert Anthony Milam Jr, è un vero magnate dell’industria della cannabis e gli viene dato molto credito per aver reso il marchio così riconoscibile. Come rapper, Berner ha firmato con la “Taylor

gang Entertainment” di Wiz Khalifa. Ha pubblicato più di 15 album, alcuni dei quali sono entrati nella classifica degli album Billboards Top R&B/ HIP HOP. Comunque sia, Berner è forse più conosciuto ora per il suo successo imprenditoriale nel rendere Cookies quello che è oggi. Parte della storia di successo è dovuta al modo geniale in cui ha aggirato il divieto di registrare una varietà di cannabis. Non si potrà registrare una pianta, forse, ma si può registrare un marchio di abbigliamento della cannabis. Una volta che si ha il proprio marchio, si può appendere un’insegna con il marchio davanti al proprio dispensario di cannabis! Il resto, come si dice, è storia! Non tutto però è stile sulla sostanza; alla Cookies sono appassionati di erba e si sforzano di portare autenticità e genetiche innovative al pubblico, il che ce lo si aspetta dai ragazzi che ci hanno portato la GSC. Berner e il co-fondatore ed esperto di coltivazione ‘Jai’ sono orgogliosi di avere il controllo completo sull’intera esperienza della cannabis, dal “seme alla vendita”. Cookies si fregia della coltivazione interna, delle varietà mondiali e dei prodotti specifici a base della varietà. La nuova avventura ad Amsterdam è un passo in avanti nella missione di portare il marchio a livello “globale”. I clienti della Cookies lounge possono aspettarsi di scegliere da una selezione di varietà Cookies come Honey Bun, Gelatti e Berry Pie.

Potete trovare la Cookies lounge alla “Greenhouse United”, Haarlemmerstraat 64, 1013 ET Amsterdam.


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INTERVIEW

Back to the roots con Doctor’s Choice: Lowryder e la nascita di una leggenda!

All’inizio era la Lowryder. Quando nei primi anni di questo secolo il mitico Sasha Aka Joint Doctor di Doctor’s Choice per curiosità cominciò ad incrociare una strana genetica messicana con gli strain in suo possesso, nessuno poteva immaginare che avrebbe rivoluzionato il mercato della cannabis a livello mondiale. Invece, grazie alla passione, alla pazienza ed alla fortuna nacquero le genetiche automatiche. Oggi che i semi di questo breeder canadese sono finalmente disponibili anche in Italia, ripercorriamo con Sasha la nascita della sua figlia più famosa...

SSIT: Come nasce la leggendaria Lowryder? Nasce dal desiderio di coltivare una pianta innovativa che potesse essere coltivata rapidamente indoor e outdoor ed in luoghi di piccole dimensioni. Quello che mi ha aiutato è stata la pazienza e un occhio attento all’osservazione. Ho sempre avuto uno sguardo particolare per le piante diverse, quelle che un grower ed un breeder normali avrebbero scartato. Io scartavo le altre e tenevo quelle! Sono sempre stato attratto dalle caratteristiche nuove e insolite delle piante. Vivendo in una fattoria, ho iniziato a sperimentare con la cannabis, più di 20 anni fa. Successivamente, ho tentato di creare strain per me stesso, da coltivare in piccoli spazi.

SSIT: Quali genetiche sono diventate la Lowryder che conosciamo? Uno dei semi veniva da un amico hippy messicano, Antonio, l’unico che quando a luglio nessuno aveva da fumare, aveva sempre qualcosa. La pianta era una "Mexican Rudy", una varietà che resta-

va piccolina e fioriva prima di qualsiasi altra cosa avessimo mai visto. Che fosse un incrocio fra una genetica messicana ed una genetica russa e da qui il nome di Rudy per ruderalis? In ogni caso, la varietà è stata conservata e coltivata in Canada per diversi anni ed era davvero una varietà rapida, ma con una potenza media. Detto questo Antonio ed i suoi amici avevano sempre una scorta da fumare, in piena estate, prima che le piante normali avessero anche solo pensato di cominciare a fiorire.

SSIT: E tu allora con cosa l’hai incrociata? All'inizio con una Northern Lights #2 (conosciuta anche come Closet Queen o Oasis) che sapevo essere una pianta compatta, ma più potente. Questi semi F1 hanno dato delle mamme davvero belle e vigorose che, sebbene non fossero autofiorenti, erano veloci e compatte. Come ho capito molto più tardi, il tratto autofiorente non era espresso nella F1 perché recessivo. Non sapendo bene cosa avessi ottenuto, ho deciso di incrociare questa F1 con alcune varietà diverse, dei migliori cloni che avevo e quindi con un clone di William's Wonder. È stato all’alba del terzo incrocio che i geni autofiorenti recessivi, molto probabilmente ereditati dalla Rudy, sono tornati ad apparire. Io e il mio amico

abbiamo notato alcune piante maschili molto insolite che sono fiorite immediatamente, quando, fondamentalmente, erano ancora delle piantine ed in una stanza dove ricevevano meno di 24 ore di luce! Mentre molti coltivatori le avrebbero messe da parte, il mio amore per la particolarità mi ha portato a tenerle e a stabilizzare il loro tratto autofiorente. L'ibrido, soprannominato, in un primo momento, Willy's Automatic, divenne la base per Lowryder.

SSIT: Come descriveresti questa genetica leggendaria? Il gusto e la potenza sono fantastici, conserva la struttura e il profumo che ricordano la William's Wonder, insieme a una sorta di retrogusto selvaggio, terroso ma piacevole proprio della ruderalis.

SSIT: Come sono state accolte le prime automatiche nel mercato mondiale? All’inizio i growers tradizionali erano scettici, ma poco a poco si è visto che le piante automatiche, proprio per come sono fatte e per la loro velocità, hanno fatto avvicinare nuove persone alla cannabis ed hanno fatto coltivare per la prima volta tante persone che prima non lo avevano mai fatto. Hanno rap-

presentato un nuovo inizio ed aperto un nuovo mercato fatto di nuovi growers.

SSIT: Cosa vorresti consigliare ai nostri lettori che vogliono seminare la loro prima automatica? Primo non spremetevi la testa per fare cose difficili, tante volte la cosa più importante è saper fare un passo indietro e osservare le vostre piante. Poi consiglio di far germinare i semi delle automatiche direttamente nel bel vaso grande in cui cresceranno. Il loro ciclo vitale è talmente breve che bisogna ottimizzare ogni secondo.

SSIT: Che sorprese riserva Doctor’s Choice per i grower italiani? Offriamo una linea selezionata di genetiche «old school» di alta qualità che soddisfano tutte le esigenze. In particolare per il pubblico italiano abbiamo pronte la Devotchka e la Doctor's Choice #1 – due bestsellers dall’aroma incredibile, la Niagara e la Rock Machine – per gli amanti dell’ outdoor, la Ogre e la Chronic Ryder - due miei classici vecchia scuola, la DC Kush – la prima femminizzata non automatica, lo strain DC Cure 1:1 – per uso medico con un equilibrio THC-CBD e la Deepforest – un mostro per l’outdoor. Per finire, ovviamente, per tutti gli appassionati abbiamo la Lowryder regolare per chi vuole andare avanti col breeding e quella femminizzata. La storia di Sasha JointDoctor continua verso il futuro con la banca dei semi Doctor's Choice! www.doctorschoice.farm


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INTERVISTA di CBG

UNA PICCOLA AUTOPRODUZIONE QUATTRO

CHIACCHERE CON UN GROWER IN ERBA (LETTERALMENTE!) In queste pagine voglio riportarvi l'intervista che mi ha concesso un anonimo coltivatore italiano di canapa ad uso ricreativo e soprattutto personale. Senza svelarne ovviamente il nome, posso dirvi che è un coltivatore amatoriale, giovane, all'inizio del suo terzo ciclo. Ha dovuto spegnere la lampada per andare in vacanza ed ora è pronto a ripartire con una nuova avventura. Le sue idee mi sono sembrate molto chiare per essere così giovane e con poca esperienza. Per questo credo che le sue parole possano essere un ottimo spunto di riflessione per chi vuole avvicinarsi al mondo della coltivazione indoor amatoriale. Ma andiamo a sentire cosa ha da dirci.

SSIT: Benvenuto su queste pagine, presentati ai lettori. È un onore per me essere intervistato e finire su un giornale, coltivo da fine ottobre scorso e non sono molto esperto. Sono uno studente universitario al secondo anno, con la pandemia e le lezioni a distanza mi sono ritrovato con del tempo libero e pochi contatti da cui approvvigionarmi, così ho passato una settimana sui migliori forum di growers e ho ordinato un kit da un growshop online. In pochi giorni ho avuto a casa l'occorrente per iniziare e anche grazie a qualche buon consiglio di qualche amico di cui non farò il nome (ride, n.d.a.), ho iniziato appunto a coltivare.

SSIT: Sorprendente come sei riuscito a districarti online tra le mille informazioni disponibili e hai investito i tuoi soldi in maniera molto azzeccata. Ti ripeto, qualche consiglio l'ho chiesto per finire sulla strada giusta. Ho letto tutto e il contrario di tutto... c'è molta confusione ma alla fine mi sono detto: o inizio a modo mio o non inizio più. Così è stato: ho comprato una growbox da 60x60, alta 160 cm mi pare, una lampada a led da 150 Watt di ultima generazione della Sonlight, 9 vasi da 7 litri, 16 da 3,5 litri, il mix supersoil di una marca italiana che si chiama Dogma organics e il terriccio light mix del growshop. Poi ho preso naturalmente un estrattore con un filtro piccolo e leggero e due ventilatori a clip. Basta così, ah no dimenticavo le carrucole per la luce e un timer per la lampada. Questo è tutto, a parte i semi, ma li ho comprati sempre su internet, da un altro sito che vende solo semi.

Photo Credits: Ryan Lange - Unsplash.

SSIT: Un kit direi tra i migliori. Hai saputo seguire i consigli giusti e trovare le informazioni migliori online. Complimenti! Grazie, ti dico è merito di chi mi ha consigliato motivando i suoi consigli, non avrei saputo come fare altrimenti. Perché online ho trovato veramente di tutto e l'esatto contrario: "Meglio questa lampada, no meglio l'altra no meglio ancora quell'altra..." alla fine ho deciso di prendere i led della Sonlight perché hanno una forte emissione di micromoli e ho visto qualche report di coltivazione online in cui si raccoglieva tanto rispetto alle HPS.

SSIT: Hai detto bene, l'emissione luminosa è maggiore. Sì, quello è stato il motivo principale della mia scelta di coltivare con quel tipo di led, poi diciamo che scaldano meno di una HPS e in più mi sembra distribuiscano meglio la luce nel mio spazio di 60x60.

SSIT: Hai detto che hai comprato due misure di vasi, come mai poi sono 16 piccoli e 9 più grandi? Ho seguito un buon consiglio che ho letto online di un esperto coltivatore e ho

optato per piantare 16 semi e tenermi i 9 migliori. Faccio vegetare le piantine nei vasi piccoli, scelgo tra quelle che germinano le 9 che mi sembrano più forti e vigorose e le travaso nei vasi da 7 litri dopo tre settimane.

SSIT: Continua a descriverci il tuo ciclo tipo. Allora, dopo la germinazione taglio l'apicale e le faccio sdoppiare appena possibile. Poi dopo tre settimane di vasetto piccolo le travaso nei vasi più grandi da 7 litri e faccio ancora una decina di giorni di vegetativa per far occupare bene lo spazio nel growbox stando attento a quelle che svettano troppo, se vedo che tirano troppo le taglio cimandole di nuovo. Tanto andranno avanti a crescere per ancora due o tre settimane di fioritura ho notato.

mi tengo le migliori a fiorire. Quando poi hanno riempito il mio armadio le mando in fioritura cambiando il timer e comincio a fare foto delle mie piccole. Mi piacerebbe vederle pubblicate un giorno...

SSIT: Se possibile anche su questo numero di Soft Secrets! Ma invece trattamenti contro parassiti ne fai?

SSIT: Ottimo, un coltivatore alle prime armi che non ha paura di tagliare e buttare via le piante in più.

Si, mi stavo dimenticando ma sì li faccio. Sempre seguendo i consigli dei più esperti, ho preso dei prodotti di libera vendita al supermercato e li do fino a inizio fioritura. Poi smetto e lascio tutto il tempo di smaltire i prodotti che applico contro funghi e parassiti. In più uso la carta moschicida gialla anche se fortunatamente non ho avuto mai problemi di infestazioni nel mio armadietto. Cerco di tenere sempre tutto pulito dentro e fuori l'armadio. Se mi avanza della terra la sposto sul balcone e butto via immediatamente i residui di potatura e la terra usata. In più spruzzo il piretro anche nella stanzina dove ho il growbox.

Sì, ci vuole fegato, lo ammetto. Ma non mi affeziono alle piante finché non sono in fioritura. Faccio un poco di selezione e

SSIT: Sono senza parole, se fossero tutti così i coltivatori alle prime


43 Amnesia. La Barbara Bud mi piace molto come effetto e come sapore, come estrazione dovrei andare tra qualche giorno a casa di un amico che ha una pressa per Rosin e ti saprò dire.

SSIT: Ti ringrazio per la tua disponibilità e per aver voluto raccontare a lettori di Soft Secreta la tua esperienza. Ti ripeto, se tutti i growers iniziassero come te saremmo pieni di bravi coltivatori in poco tempo, complimenti ancora! Grazie mille, sono proprio contento del risultato che ho portato a casa. A chi inizia consiglio di metterci sempre dello spirito critico e anche dell'autocritica. Senza sentirsi arrivati dopo il primo ciclo: c'è sempre da imparare e con il giusto atteggiamento ci si diverte pure. Voglio ringraziare tutti gli esperti che ci sono online e su carta stampata, la vostra esperienza mi ha permesso di evitare numerosi errori. Concludo questo articolo ben contento di aver trovato una persona così in gamba, che sia di stimolo a chi vuole iniziare una piccola ma ben fatta autoproduzione. Buone fioriture a tutti!

Photo Credits: Diyahna Lewis - Unsplash.

armi avremmo un esercito di master growers nel giro di un anno... Grazie, credo però che la buona strada sia facilmente percorribile da chiunque. Serve solamente un buon approccio critico e tanta intraprendenza. Non ti racconto il primo giorno in cui ho deciso di cimare le piante... Avevo paura di gettare tutto nel cesso, poi mi sono detto che avrei perso al massimo due settimane e avrei sempre potuto rincominciare.

SSIT: Bravo, così si fa! Come mai hai scelto un growbox così piccolo? Mi sono fatto i conti in tasca e ho deciso di spendere poco di bolletta, prima di tutto. Inoltre a me non serve tanta erba, fumo due cannette alla sera e anche ora che ho spento per andare in vacanza non sono rimasto senza. Se mi dovesse avanzare allora ne faccio un'estrazione, non ho ancora provato ma vedo ottimi risultati casalinghi online.

SSIT: Hai detto bene, in casa si possono ottenere estrazioni di alta qualità. Hai fatto bene a spegnere tra l'altro ora che sei andato in vacanza, così ti sei evitato le alte temperature estive. Esatto, d'autunno e inverno quando faceva freddo ho dovuto far scaricare il growbox all'interno della stanza per mantenere del caldo. Mentre il secondo ciclo, circa poco dopo l'inizio della fioritura, ho dovuto scaricare fuori dalla finestra per avere aria nella stanza più fresca. Ho la fortuna di avere un buco per il Pinguino (quello della De Longhi, n.d.a.) sul vetro della finestra e ne ho approfittato collegandovi il tubo proveniente dall'estrattore. Anche se, devo dirti la verità, ho spento perché non mi fidavo a partire lasciando tutto questo tempo il growbox acceso. Alla fine non

si sa mai cosa può succedere e sarebbe un casino tremendo se dovesse capitare qualcosa.

SSIT: Ottimo, non ho nulla da aggiungere alle tue sagge parole, ti chiedo che varietà hai scelto di canapa. Ho comprato online da Attitude, che ha una scelta infinita di semi femminizzati. Voglio solo femminizzati perché non ho spazio e voglia di avere maschi nel mio piccolo armadio ordinato. Ho voluto al primo ciclo la Critical Mass perché in Spagna l'avevo fumata e mi era piaciuta molto. Devo dire che mi è venuta molto buona e soprattutto tanta, 120 grammi di fiori puliti secchi.

SSIT: Ottimo, per aver appena iniziato va benissimo, l'importante è la tua soddisfazione, lascia stare quel che senti in giro. Un hobby deve soddisfare prima di tutto chi lo pratica! Poi per il secondo e terzo ciclo cosa hai scelto? Giusto, è un hobby e devo divertirmi prima di tutto. Per il secondo ciclo ho scelto invece la Barbara Bud femminizzata che mi ha consigliato un buon amico e sono rimasto soddisfatto anche stavolta. Mentre per il prossimo ciclo, il terzo, ho deciso di provare una Haze e ho comprato la Super Lemon Haze. So che fiorirà in 10 settimane o forse più ma penso di essere pronto a questa nuova sfida.

SSIT: Fantastico! Hai scelto dei classiconi per i primi due cicli e una Barbara Bud che è un must per chi vuole estrazioni abbondanti e saporite. Si, me ne sono reso conto cercando nei forum, la Critical Mass è la più comune insieme alla Super Lemon Haze e alla


BLACK VENOM Gene Seeds



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CRYPTO WORLD di sudestfam@protonmail.com

NFT: COME COLTIVARE CANNABIS VIRTUALE E GUADAGNARCI GIOCANDO Negli ultimi mesi il mondo delle criptovalute è stato invaso da un nuovo fenomeno chiamato NFT, acronimo di Non Fungible Token, un mix di tecnologia tra asset digitali e certificati di proprietà. Il caso più clamoroso, che ha attirato l'attenzione dei media globali è la vendita all'asta di un'opera d'arte digitale per un prezzo di oltre 60 milioni di euro, spianando di fatti la strada a questa nuova tecnologia.

Foto per gentile concessione di Marco Verch.

COSA SONO GLI NFT? Gli NFT sono dei certificati di proprietà digitali di beni materiali e immateriali registrati su una blockchain, cioè un libro mastro condiviso dalla rete. Il termine NFT è tradotto in italiano come "Token Non Fungibile", analizziamo il significato di queste parole per capire meglio di cosa si tratta; un token è un insieme di informazioni digitali registrate in una blockchain che conferiscono dei diritti su un determinato oggetto, mentre il termine non-fungibile indica un bene che possiede caratteristiche uniche e quindi non sostituibili l'uno con l'altro. Ad esempio nel mondo dell'arte, gli artisti salvano la propria opera in formato digitale, a questo file

corrisponde una stringa di codice binario che attraverso un processo detto "hashing" viene compresso in un codice ancora più piccolo detto "hash". Successivamente l'hash viene registrato su una blockchain garantendo in questo modo l'immutabilità, la tracciabilità e la decentralizzazione delle informazioni contenute. Quando l'artista vende il suo lavoro in pratica cede l'hash contenente i dati dell'opera, i diritti sul suo utilizzo e un link di collegamento all'opera virtuale. In alcuni casi gli NFT sono accompagnati anche da oggetti fisici autografati dall'autore.

COSA GLI RENDE COSÌ INTERESSANTI? L'entusiasmo per questa tecnologia

è esploso soprattutto nell'ambito del collezionismo 2.0 dove i CryptoPunks sono tra gli esempi più celebri: una collezione di 10000 faccine pixellate con caratteristiche uniche tra loro, acquistabili con ethereum, questo oggetto d’arte è partito dal costare pochi euro alla sua nascita fino ad arrivare a quotare diversi milioni. L'impiego degli NFT non riguarda solo il campo artistico, anche in settori come quelli di moda, musica, sport e immancabilmente della cannabis, stanno avendo tanto successo. Grazie a questa tecnologia è possibile verificare l'autenticità di un oggetto e ricostruire la sua storia a partire dal momento della sua creazione.

CHI NON DESIDERA LA GARANZIA DI QUELLO CHE STA FUMANDO? Nel settore cannabis, l'impiego di NFT e di conseguenza della tecnologia blockchain rappresenta la soluzione ad un problema che tormenta da anni gli addetti al settore, dai breeders ai growers per finire ai consumatori finali, e riguarda l'autenticità dei ceppi di cannabis. Attraverso la tokenizzazione di un oggetto, come un pacchetto di semi, un clone di un particolare strain oppure un pacchetto di cannabis, tutte le informazioni che le riguardano vengono registrate su una blockchain. È un film già visto quello di abili coltivatori che si sono visti rubare i propri lavori di incrocio e selezione di genetiche, costati


47 anni di sforzi, da persone meschine che successivamente ne hanno rivendicato la paternità, oppure di consumatori ingannati da commercianti senza scrupoli. Gli NFT sono la fine di questo incubo.

Nell'ultimo anno sono nate molte piattaforme che propongono videogames che adottano gli NFT come strumento di gioco. Flowerpatch e GROW HOUSE sono due esempi di ciò che si può trovare in rete.

Alcune Seeds Bank hanno già iniziato a proporre batch di semi legati alla tecnologia NFT attraverso la quale possiamo consultare le informazioni riguardanti la genetica e verificarne la sua autenticità. Altri produttori invece stanno lavorando per offrire strain unici o a tiratura limitata, magari associati ad opere d'arte, per dare maggiore originalità alle proprie creazioni. Generare NFT porta con sé anche dei benefici in termini monetari poiché l'unicità di un oggetto suscita l'interesse di molte persone che sono disposte a pagare più di altre pur di aggiudicarselo.

Il primo è un cosiddetto farming game dove i giocatori sono dei coltivatori di marijuana virtuale; per iniziare a giocare bisogna possedere un wallet di Metamask con cui è possibile acquistare in ether le Flower card dal sito web opensea.io che è un portale dedicato alla vendita di NFT. Una volta acquistata la Flower card, che corrisponde ad una pianta, si torna su Flowerpatch per iniziare a piantare. Ogni strain ha delle caratteristiche precise su come deve essere coltivato, ad esempio in terra o in idroponica. I growers o i breeders più abili che coltiveranno le piante più favolose potranno guadagnare altri fiori, rivendibili come qualsiasi NFT al migliore offerente.

AVETE MAI PENSATO DI COLTIVARE MARIJUANA VIRTUALE E MAGARI DI GUADAGNARCI QUALCOSA?

GROW HOUSE è un gioco NFT sulla cannabis che si distingue dagli altri farming game soprattutto per l'approccio educativo che ha sulla finanza decentralizzata, la cannabis e le

criptovalute. L'obiettivo della piattaforma è la creazione del Cannaverse, termine che deriva da Metaverse cioè lo spazio virtuale collettivo nato dalla convergenza tra realtà fisica e spazio virtuale.

coltivando cannabis virtuale, offrono la possibilità di interagire tra i giocatori, creare delle vere e proprie comunity anche attraverso il coinvolgimento dei brand del settore.

Il Cannaverse mette a disposizione una vasta gamma di strumenti che oltre a permettere di guadagnare criptovalute

Preparatevi, perché la rivoluzione scatenata dagli NFT è solo all’inizio!

RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 16 1. C 2. A 3. D 4. B 5. C 6. D 7. D 8. A 9. B 10. C

11. D 12. B 13. C 14. A 15. B 16. C 17. A 18. A 19. B 20. C

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MEDIA di Giovanna Dark

SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE LA TESTA E IL TEMPO

Questa nuova rubrica ti porterà una selezione di recensioni di media accuratamente selezionati dalla vostra affezionatissima per lo stile di vita e la cultura della canapa. C'è qualcosa per tutti, sia che vogliate essere istruiti o semplicemente intrattenuti: ci pensa Soft Secrets. Ecco le nostre raccomandazioni su cosa "leggere", "ascoltare" e "guardare" questo mese.

LEGGI IRVINE WELSH SKAGBOYS Renton, Sick Boy, Begbie e Spud tornano a essere protagonisti nel prequel dell'esordio letterario di Welsh, diventato celeberrimo anche grazie all'adattamento cinematografico cult diretto da Danny Boyle. Leggere un libro di Welsh non è mai un'esperienza semplice: le parti in prima persona sono sproloqui ossessivi e ossessionati, il tema della tossicodipendenza autodistruttiva è pesante da digerire e il percorso dei

protagonisti è tutt'altro che esemplare. Eppure Welsh riesce ad affascinare il lettore con il realismo e la mancanza di qualsiasi giudizio o moralismo. Così come "Trainspotting", "Skagboys" non è un manifesto a favore della droga, né una condanna ai tossicodipendenti. "Skagboys" è una finestra temporale che mostra la situazione della Gran Bretagna nella metà degli anni '80, lo spaccato di una generazione disillusa, annoiata e senza speranza che si rifugia dentro una siringa. Perché il "cattivo" di questa storia non è rappresentato dall'eroina ma dai protagonisti stessi: ogni personaggio combatte contro sé stesso e la droga è solo una delle armi a disposizione. Se avete letto "Trainspotting" (e magari anche "Porno", suo sequel), sarete contenti di ritrovare i terribili ragazzi di Leith e anche incuriositi di conoscere come questi siano finiti nel baratro della tossicodipendenza. Se invece non sapete chi siano Renton, Sick Boy, Begbie e Spud, allora è decisamente meglio partire con il primo libro, un capolavoro che anche lo stesso Welsh difficilmente potrà mai eguagliare.

di distanza, sono ancora di stretta attualità: i rischi connessi alla globalizzazione, le storture del nostro modello di sviluppo, la disuguaglianza economica, lo strapotere delle multinazionali, la finanziarizzazione dell'economia, la legalizzazione della cannabis. Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, era al G8 di Genova e lo racconta magistralmente in un podcast di 8 puntate per chi ha vent'anni ora e per chi li ha avuti nel 2001. Racconta la storia di un "totale fallimento, in cui persero tutti: dalle istituzioni e forze dell'ordine, ai manifestanti e black bloc". Sulla copertina del podcast troneggiano gli agrumi raggianti, che ricordano da un lato i limoni "veri" che i manifestanti si erano messi nello zaino

con il proibizionismo? "The Business of Drugs" è da vedere perché mira a fare chiarezza sull'economia del mercato nero delle droghe, un'economia sommersa ma assolutamente reale. Ogni episodio visita un diverso "hotspot" che incarna le sfide, il mercato e l'opportunità di un cambiamento positivo per ogni sostanza: cocaina, droghe sintetiche, meth, crack, cannabis ed oppiacei nell'ordine. A raccontare questo viaggio nel business della droga è Amaryllis Fox che, come analista della CIA a Shanghai e in Pakistan durante la "guerra al terrore" dell'America, ha una certa familiarità con i conflitti prolungati e intrattabili ed ha l'apprezzabile qualità di riconoscere gli effetti aggravanti

perché si diceva che potevano servire contro il gas dei lacrimogeni, dall’altro quelli "finti" che l'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi fece attaccare con lo scotch alle piante portate per abbellire palazzo Ducale, sede del vertice del G8. Un ascolto fondamentale per scoprire un pezzo di storia italiana che è ora di cominciare a raccontare con metodo e non più da tifosi. Lo trovate sul sito www.internazionale.it

delle politiche fallite e delle ridondanti argomentazioni sul "bene contro il male" che si spingono in un pantano, costando miliardi e una perdita incalcolabile di vite umane.

Edito da Guanda, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

ASCOLTA LIMONI - IL G8 DI GENOVA 20 ANNI DOPO Esattamente vent'anni fa, Genova era a ferro e fuoco. Mentre i capi di stato e di governo delle maggiori potenze economiche mondiali dibattevano a Palazzo Ducale, tra le strade, la scuola Diaz e la caserma di Bolzaneto si consumava quella che Amnesty International avrebbe poi descritto come "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale". Riassumere cos'è stato il G8 di Genova è impossibile. Poche righe non sono sufficienti per riportare alla memoria la violenza inaudita di quelle lunghissime giornate ma nemmeno per restituire la complessità dei temi per cui si batteva il Genoa Social Forum, un'amplissima coalizione di formazioni politiche di sinistra, organizzazioni ambientaliste, sindacati, movimenti religiosi. Temi che, a due decenni

GUARDA THE BUSINESS OF DRUGS Dopo mezzo secolo di guerra alle droghe in America, una nuova serie di Netflix usa dollari, centesimi e incentivi economici per chiedere: vale davvero la pena continuare

ASpesso si tende a pensare che il commercio di droga sia monopolio della malavita ma nel viaggio intrapreso da Fox, le testimonianze hanno rivelato quanto estesa sia la rete di distribuzione e soprattutto quanta gente "normale" ne faccia parte. "The Business of Drugs" è da vedere, anche solo per ammettere che molti di noi, se ci trovassimo nella stessa posizione, faremmo le stesse scelte. Disponibile in streaming su Netflix



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Bear Bush Botanical Collective Bear Bush Brescia

Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 393-9659751 mail: bearbushbrescia@gmail.com Instagram: Bear Bush Brescia Facebook: Bear Bush Brescia

Bahia Grow Shop Torino

EverGreen

Bear Bush Cecina

Viale della Repubblica 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 342-1261029 mail: bearbushcecina@gmail.com Instagram: Bear Bush Cecina Facebook: Bear Bush Cecina

Via G. Marconi 87036 Rende (CS) Tel 0984/401984 Cell 3886288734

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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

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Mysticanza, Perugia

Growshop Seedshop Headshop

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“Mescolanza di particolary varietà di ynsalata verde.” (Zingarelly) v. San Francesco, 7 06123 Perugia Tel/wts +39-338-8819198 Shop +39-075-3747740 info@mysticanza.it www.mysticanza.it LUN dalle 15:30 alle 19:30 MAR-SAB dalle 11:00 alle 19:30 pausa 14:00-15:00 DOM chiuso

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Growerline, Pomezia

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Orto Biologico Shop, Cagliari Via Tigello 60 Cagliari Orari di apertura: 09:00 - 13:00, 16:00 - 20:00 Tel. 070-653170 orto_biologico@hotmail.it Sabato sera chiuso

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Orto Biologico Shop

Yerba Santa

Via Eleonora d'Arborea 65 Cagliari Orari di apertura: 10:30 - 13:00, 16:30 - 20:30 Tel. 070-65990 yerba.santa@hotmail.com Lunedi mattina chiuso

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Dream Planet Smartshop

Do.Is. Growshop Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo

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EverGreen

Domani Smetto Grow & Seeds Shop

Via Figurella 2 ,Catona 89135 Reggio Calabria Tel 0965/301974 Cell 3886288734

www.bearbush.it

Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì

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15 Jò Bulk Seeds Via Pascoli 60 47841 Cattolica (RN) Telefono: 0541.950533 348 8235174 Email: info@jobulkseeds.com

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Bear Bush Botanical Collective

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Bear Bush Bari

Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 080-5536618 +39 340-5445453 Facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari

New Biogroup Alessandria

Bear Bush Fasano

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Via Roma 273 72015 FASANO BR fasano@bearbush.it +39 351-9210900 mail: bearbushfasano@gmail.com Instagram: Bear Bush Fasano Facebook: Bear Bush Grow Shop Fasano

www.bearbush.it

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New Energy Grow Piacenza

Indirizzo: Via Alberto Scoto, 9/A, 29122 Piacenza PC, Italia Orari: Lu-Sa 11-12.30 e 15-19 Telefono: +39 0523 590953

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Gillyweed Grow Shop

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Naturalstore Via Cherubini, 6 63074 San Benedetto del Tronto (AP) info@naturalstore.it telefono: 0735 650968

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W W W. 4 2 0 H E M P. I T

CHACRUNA Hemp & Growshop

Chacruna TRENTO dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso Tel: 0461 922896 Chacruna BOLZANO dal 2013 Via Cavour 3B – Tel. 0471 975106 Chacruna Dispensary e Info Point - dal 2019 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso email: shop@chacruna.it Chacruna Cannabis Social Club – dal 2021 email: chacrunacsc@gmail.com Website: www.chacruna.it ChacrunaShop / INSTAGRAM: chacrunaofficial

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CANNABIS WORLD di Fabrizio Dentini

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CANADESE DEI RIVENDITORI DI CANNABIS Jaclynn Pehota è il Direttore esecutivo dell’Associazione canadese dei rivenditori di cannabis (ACCRES). Direttrice della BC Micro License Association e co-fondatore di Althing Consulting, società di consulenza sul sistema di licenze per il mercato della cannabis, negli ultimi 6 anni da Vancouver in Colombia Britannica, si è occupata della petizione provinciale per rimuovere la marijuana dal Controlled Drugs and Substances Act. Ad ormai tre anni dalla legalizzazione della cannabis, avvenuta in Canada il 17 ottobre 2018, il suo punto di vista sul processo regolatorio in vigore nel suo paese aiuta a cogliere aspetti non scontati nella comprensione dei punti più critici della politica canadese, soprattutto per quanto riguarda il consumatore di vecchia data, le logiche che inquadrano il suo agire, le sue preferenze e la sua familiarità con un irriducibile mercato nero. Una legalizzazione che vede contrapporsi i grandi produttori industriali ai produttori attivi sul mercato nero ed entrambi ai piccoli produttori di cannabis in possesso di micro-licenze, quelle per una capacità produttiva massima 200 metri quadrati. SSIT: Buongiorno cara Jaclynn, intanto vorresti spiegare al pubblico italiano come si è giunti alla legalizzazione della cannabis nel tuo paese? La legalizzazione della cannabis è stata un’iniziativa calata dall’alto. Non si è trattato di un movimento di base che ha portato avanti una campagna pubblica in favore della legalizzazione, ma del nostro primo Ministro, Justin Trudeau, che ha voluto portare a termine la piattaforma programmatica sostenuta durante la campagna elettorale. Questo approccio è importante da sottolineare per comprendere che le persone coinvolte nella stesura della regolamentazione non abbiano veramente consultato i consumatori

finali, ma si siano, piuttosto, limitati alle consultazioni con le grandi aziende produttrici. Per questo motivo, nella maniera in cui è stata concepita la legalizzazione e poi è stato messo in piedi il sistema legale, l’attitudine che i consumatori canadesi avevano nei confronti della cannabis è stata ampiamente trascurata.

SSIT: Quali sono state le conseguenze di questo approccio precedente alla legalizzazione? Che reazione hanno avuto i consumatori? Il consumatore canadese, e questo vale specialmente per la Colombia Britannica, è un consumatore straordinariamente sofisticato in termini di palato: l’erba

è come il vino e le persone che la conoscono hanno alti standard rispetto a come un prodotto di qualità debba essere. Quando la legalizzazione è arrivata i consumatori, ovviamente, erano molto interessati, esaltati per la portata della novità.

è andato a impattare, negativamente, sulla fiducia dei consumatori.

Quando però i prodotti sono arrivati nei negozi, la loro qualità era al di sotto dello standard previsto sia dal punto di vista qualitativo che per il prezzo molto caro. La prima esperienza dei consumatori canadesi con il mercato legale è stata davvero deludente perché tanti prodotti avevano, in alcuni casi, anche un anno e passa di magazzino alle spalle ed il prezzo era davvero alto. Questo procedere ha danneggiato enormemente il mercato legale perché

Negli ultimi tre anni, quello che abbiamo osservato, è stato un mercato che, a livello produttivo e distributivo, ha cercato di rispondere alla domanda dei suoi clienti. Se guardiamo alle circostanze nelle quali operano le grandi compagnie dell’industria come Tilray, Hexo, Canopy Growth, Aurora, si vede che stiano combattendo perché, a fronte di miliardi d’investimenti, hanno i magazzini stracolmi di cannabis invenduta. Dall’altro lato, invece, mentre

SSIT: Se il mercato non è stato soddisfatto dall’offerta, come hanno reagito le grandi corporation della cannabis?


53 queste società restano spiazzate, altre, più piccole e più agili, riescono a rifornire quanto il mercato richiede in termini di qualità. Se a livello nazionale il mercato legale è riuscito ad attirare solo la metà dei consumatori qui, in Colombia Britannica, le cifre sono più drammatiche visto che meno del 22% dei consumatori acquista presso i negozi legali specializzati.

SSIT: Questa attitudine è frutto dell’esperienza accumulata dai consumatori prima della legalizzazione? Che ruolo vi gioca la produzione illegale? Stiamo parlando di un paese nel quale, in ampie zone, è sempre esistita una lunga tradizione di coltivazione di cannabis medica al di fuori di ogni regolamentazione quindi, soprattutto in quelle zone, non vi è alcuna ragione per la quale il consumatore scelga di rivolgersi al mercato legale, almeno fino a quando sul mercato regolato non troverà un prodotto migliore ad un prezzo accettabile. Se negli ultimi 20 anni sei stato abituato a recarti dal medesimo gentleman per comprare la tua marijuana, con lo stesso prezzo e la stessa qualità, date le attuali circostanze, non c’è alcuna ragione di sostituire il tuo comportamento da cliente, perché non c’è niente di veramente attraente nel mercato legale. E questo succede enormemente nella Colombia Britannica perché, storicamente, abbiamo sempre avuto un numero sproporzionato di grower che coltivavano e coltivano cannabis ed i consumatori vi accedono in maniera semplice e a buon mercato. Si tratta di una realtà sofisticata e ben impiantata che continua ad esistere nonostante la sua illecità. La legalizzazione è un evidente tentativo di attirare clienti, quello che però, è meno evidente, è che in Canada come negli Stati Uniti, il consumatore medio non ha un vero interesse nel nuovo status legale del prodotto. Queste persone usavano

la cannabis in precedenza, quando era ancora illegale quindi, per molti di loro, il nuovo status di legalità non ha un vero impatto sulla scelta in quanto consumatori perché non hanno modificato la loro maniera di pensare la cannabis.

SSIT: Nel regolamentare la cannabis credi che il Governo canadese abbia sottostimato le potenzialità del mercato illegale? Il problema fondamentale è che il nostro Governo ha malcompreso dove si stava mettendo. Pensavano di creare un mercato da zero, invece, si sono trovati a competere con quello che già esisteva sedimentato localemente ed altamente specializzato. Solo che esisteva senza regolamentazioni. L’altro problema che abbiamo avuto è che le scadenze legislative che hanno portato alla legalizzazione, sono state straordinariamente veloci e senza una vera ragione, se non quella relativa alla pressione ricevuta dagli investitori che erano ansiosi di approdare alla legalizzazione per vedere i propri profitti realizzarsi. Torno a ripetere che le principali e più importanti persone che i legislatori dovrebbero ascoltare sono i consumatori finali perché sono loro che, alla fine del giorno, diranno se il processo regolativo è stato un successo o no. Se, al contrario, non avviene il coinvolgimento della popolazione per la quale stai regolando la cannabis il processo sarà un fallimento. Tutte le problematiche che stiamo vivendo in Canada avrebbero potuto essere facilmente evitate ascoltando semplicemente le persone, tanti dei problemi che stiamo affrontando sono stati preventivati durante le consultazioni precedenti alla legalizzazione, purtroppo però, i legislatori si sono focalizzati, prioritariamente, sui messaggi che arrivavano dalla imprese.

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SSIT: Se i consumatori sono scontenti e le grandi aziende vendono meno cannabis di quanto prevista, c’è qualcuno che sta andando a colmare le aspettative deluse del mercato?

per quanto riguarda il mercato classico delle infiorescenze e dei concentrati per la vaporizzazione, quello che stiamo vedendo è che le grandi imprese non avranno possibilità di competere con i piccoli e medi produttori.

Al momento gli unici che stanno riscuotendo successo sono le piccole realtà con produzioni artigianali e la narrazione presentata dalle grandi imprese che, consolidandosi, arriveranno a gestire tutto il mercato è una menzogna colossale che fa il loro gioco.

SSIT: Potresti fare un esempio concreto per spiegare al pubblico italiano la dinamica che sta prendendo piede nel mercato canadese?

Attualmente l’unica marijuana venduta con successo è quella che proviene da produttori indipendenti di piccola e media taglia. E’ questo quello che il consumatore vuole. Ricordiamoci che la cannabis è una pianta e questo va contro la logica dei produttori autorizzati dal Ministero della Salute, Health Canada, la cui conversazione media, prima della legalizzazione, riguardava la «capacità produttiva finanziata» [ndr. ossia gli investimenti ricevuti per implementare le installazioni produttive] per coltivare in strutture da milioni di metri quadrati. Alla luce di questi tre anni abbiamo capito che il punto non è produrre cannabis in strutture di milioni di metri quadrati, il punto è che se manca la qualità i clienti non comprano ed è per questo motivo che, oggi, ci troviamo nella situazione in cui siamo.

SSIT: Secondo te quindi se solo i piccoli coltivatori riescono a soddisfare il mercato, cosa faranno le grandi aziende che hanno investito milioni di dollari? Se parliamo di utilizzare la cannabis in quanto materia prima e di lavorare sulle estrazioni, isolando specifici cannabinoidi, per fornire ingredienti basi alle formulazioni per creare prodotti cannabis 2.0 come edibles, bevande e topici, sono d’accordo che le grandi imprese domineranno il mercato, ma

Bisogna pensare a una comparazione con il mercato della birra. Questa è prodotta a livello mainstream in grandissimi volumi e a bassissimo costo, ma esiste anche un fiorente mercato artigianale fatto da piccoli mastri birrai. Credo che il modello della birra sia molto simile a quello che, nel futuro prossimo, si possa applicare positivamente al mercato della cannabis. All’inizio la possibilità di accedere alle licenze da parte dei produttori più piccoli erano fortemente limitate dagli importanti requisiti richiesti solo per sottoporre la propria candidatura al Ministero della Salute, Health Canada. Il primo fra questi era che, al momento della candidatura, la struttura produttiva avrebbe già dovuto essere pronta e questo quando le imprese non sapevano ancora se avrebbero ricevuto l’autorizzazione a produrre. Si può immaginare perché in quei frangenti solo le imprese più grandi siano riuscite ad accaparrarsi le licenze. Nell’ultimo anno però, in Colombia Britannica, stiamo assistendo ad un’inversione di rotta positiva, ad esempio, le micro-licenze sono salite da 2 a 55 e questo perché, mentre in precedenza la logica della capacità produttiva finanziata andava completamente nella direzione opposta, adesso le banche gradualmente cominciano a fidarsi maggiormente di finanziare imprese che si muovono su un livello produttivo medio piccolo ed è in questa direzione che vogliamo evolva il mercato.


54 COLOFON Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Clod, Giovanna Dark, Carlos Rafael Esposito, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

L'imperdibile SSIT esce il

2 dicembre 2021

INDICE PUBBLICITÀ Nome Pagina Advanced Hydroponic 15 Advanced Nutrients 1 Atami 31 Azienda Agricola Colornese 55 Bahia Growshop 25 Bahia Growshop 50/51 Barney's Farm 6 Bear Bush 35 Bear Bush 50/51 Bear Bush 50/51 Campo di vanapa 50/51 Canapado 21 Canna 2 Cha Cruna 50/51 City Jungle 25 Cvltvs 35 Do.Is. 50/51 Doctor's Choice 45 Domani Smetto 50/51 Dream Planet 43 Dream Planet 50/51 Dutch Passion 37 Dutch Trimming Company 53 Eden Green 43 Evergreen 50/51 Evergreen 50/51 Fior di Canapa 25 Gea Seeds 1 Gillyweed Grow Shop 50/51 Greenfield Farm 50/51 Greenlane 17 Growerline 50/51

Happy Life 35 Hemphilia 49 Hemporium 50/51 Hierba del Diablo 47 Highlife Cup 28/29 HRG 45 Hydrorobic 53 Idroponica 1 Indoorline 25 Jò Bulk Seeds 50/51 Jorge Cervantes 26 Legalized 50/51 Linea - Herba 45 Mama publishing 49 Microhemp 47 Mills 9 Mysticanza 50/51 Natura Space 53 Natural Store 50/51 Near Dark 45 New Biogroup 50/51 New Energy 50/51 Orto Biologica 50/51 Paradise Seeds 1 Paradise Seeds 19 Primitiae 1 Sanlight 11 Sweet Seeds 1 Sweet Seeds 56 Terra Aquatica 5 The Seed Side SM 1

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