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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

www.softsecrets.com | Numero 6 - 2021 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi

LA CASA DEI FAMOSI STRAIN WAPPA - SENSI STAR - L.A. AMNESIA ORIGINAL WHITE WIDOW - NEBULA ACID - ATOMICAL HAZE - PANDORA

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La legalizzazione in Europa parte dal Lussemburgo Il Lussemburgo sta per diventare la prima nazione europea a legalizzare la coltivazione e l'uso della cannabis ad uso ricreativo: lo ha annunciato il governo in una dichiarazione pubblica lo scorso 22 ottobre. Secondo quanto proposto dalla legge a breve in discussione in Parlamento, i lussemburghesi sopra i 18 anni saranno autorizzati a usare la cannabis e a coltivare fino a quattro piante. Per i coltivatori domestici lo spazio per le loro piante sarà limitato al luogo di residenza. Resta il divieto di consumo e trasporto in pubblico e il commercio. Ma anche queste regole si ammorbidiranno perché non sarà più considerato un reato portare con sé una quantità pari o inferiore ai 3 grammi. Le multe per l'illecito amministrativo saranno ridotte a soli 25 euro rispetto alle cifre precedenti, che andavano dai 251 a 2.500 euro. Sarà inoltre autorizzato il commercio dei semi senza alcun limite alla quantità o ai livelli di THC: il governo ha precisato che sarà possibile acquistare semi nei negozi, importarli o acquistarli online. C'è anche l'intenzione di consentire la produzione domestica di semi per scopi commerciali, ma i piani sia per una catena di produzione nazionale che per la distribuzione regolamentata dallo Stato sono stati

ritardati dalla pandemia. A quanto affermano le fonti del governo poi, i ricavi delle vendite al dettaglio verranno investiti principalmente nella prevenzione, nell'istruzione e nell'assistenza sanitaria nel vasto campo delle dipendenze. La nuova legislazione lussemburghese sulla cannabis ha il sostegno della coalizione di governo, ma un voto in parlamento è ancora necessario per confermare le nuove proposte. Questo mette comunque il Lussemburgo, un piccolo paese senza sbocco sul mare con una popolazione di poco più di 600.000 persone, all'avanguardia di un crescente movimento in tutto il continente per ripensare completamente la legislazione sulla cannabis. "Abbiamo pensato di dover agire. Abbiamo un problema con le droghe e la cannabis è quella più utilizzata, occupando una grande parte del mercato illegale", ha detto la ministra della Giustizia Sam Tanson. Secondo l'ultimo report del ministero della Salute, la cannabis va per la maggiore soprattutto tra i 15 e i 34 anni e vietarla "l'ha resa solo più attraente per i giovani", aveva detto il ministro della Salute Etienne Schneider quando nel 2019 aveva annunciato al quotidiano americano Politico il grande piano del Lussemburgo.

L'obiettivo era quello di far approvare la proposta di legge entro due anni, cosa non difficile visto che tutti e tre i partiti che formano la coalizione di governo erano favorevoli alla legalizzazione. Un obiettivo quindi centrato in pieno e che potrebbe rappresentare un apripista per gli altri Stati membri dell'Unione Europea. In Germania il nuovo governo parla infatti di legalizzazione e anche da noi la società civile si sta organizzando per provare a bypassare una politica sempre più distaccata dalla realtà del Paese e indire un referendum popolare per depenalizzare una volta per tutte la cannabis. L'anno che verrà si annuncia denso di avvenimenti per la nostra amata pianta. Ci auguriamo che anche in Europa cominci a soffiare il vento della legalizzazione che ha già liberato la cannabis oltreoceano. di Giovanna Dark


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SVIZZERA E MARIJUANA IL PROGETTO PILOTA DELLA JAMAICA ELVETICA

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TROPICANNA BANANA

PURAMENTE ESOTICA: THE DOC VA FUORI DI TESTA!

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IL PUNCH PIÙ DOLCE

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INDUSTRY NEWS

GREEN HORIZON ALLIANCE

SEI MULTINAZIONALI ANNUNCIANO UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE RETE-CENTRICA

come l’olio di CBD per il benessere, la medicina, gli alimenti, i mangimi e l’uso ricreativo.

Eindhoven, NL: Sei società hanno creato una partnership commerciale informale, la Green Horizon Alliance. Puntano ad affrontare insieme le complessità del mercato della cannabis in evoluzione in modo agile e scevro da burocrazia e da ogni forma di gerarchia, contribuendo a plasmare il settore nel suo sviluppo. Il mercato legale della cannabis continua a crescere in Nord America, Europa e nei Paesi LATAM. Per oltre un secolo, il mercato della cannabis è stato marginale, fino a non molto tempo fa, quando i governi hanno cominciato a riconoscere i benefici della cannabis e dei suoi prodotti correlati. I prodotti più diffusi sono semi, fiori ed estratti

Gli analisti prevedono che la domanda di cannabis continuerà a crescere nei prossimi dieci anni, il che la farà diventare una coltura predominante. Tutto questo, nonostante le normative che storicamente tengono la cannabis lontana dai principali sviluppi agricoli come la selezione di ibridi F1, il miglioramento della resistenza a virus e batteri, il miglioramento generale del terreno e le pratiche di gestione sostenibile delle colture. Le società della Green Horizon Alliance condividono vaste conoscenze su tutti gli aspetti della cannabis e dei suoi mercati poiché sono: •

Con sede negli Stati Uniti (California, Oregon, Colorado), in Canada, Israele e nei Paesi Bassi

• Orientate verso le colture con CBD e/o THC e altre varietà in particolare • Specializzate in tecniche di propagazione sessuata e asessuata come semi, colture tissutali e talee • Concentrate su materiali di partenza sia per la coltivazione in campo aperto che per quella indoor/in serra • In fase di sviluppo di nuove varietà applicando tecniche e tecnologie che hanno già dimostrato il loro valore nelle colture in filari e nelle colture vegetali • Concentrate sull’allineamento del settore della cannabis con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU • Impegnate a rendere il settore della cannabis conforme con le normative e i regolamenti internazionali

Durante lo scorso anno, le aziende associate hanno, secondo diverse modalità di collaborazione, intrapreso molteplici iniziative commerciali riguardanti accordi di vendita e di licenza, programmi di selezione, promozione della coltivazione e valutazione. Per maggiori informazioni sulle singole aziende e sull’alleanza, visitate: www. rqspro.com/Green-Horizon-Alliance

RQS PRO LANCIA LA PRIMA GAMMA ESCLUSIVA DI SEMI DI CANNABIS IBRIDI F1 Eindhoven, NL: Il programma interno di selezione degli ibridi F1 di cannabis della RQS Pro ha prodotto il primo di numerosi ibridi F1. La divisione B2B del marchio Royal Queen Seeds ritiene che i semi ibridi F1 siano il futuro della coltivazione della cannabis grazie alla loro maggiore resa, all’elevata uniformità del raccolto, alla maggiore efficienza, al miglior uso del terreno e alla scalabilità economica superiore. Data la crescita dinamica del mercato legale della cannabis, l’industria ha bisogno di una gamma di prodotti sostenibili per stare al passo con l’aumento della domanda. Solo negli Stati Uniti, si prevede che il settore raggiungerà i 40 miliardi di dollari entro il 2026, rispetto ai 12 miliardi di dollari stimati l’anno scorso. Per raggiungere questo traguardo occorre una gestione agronomica professionale, materiali di partenza di qualità e un’approfondita comprensione della genomica della cannabis.

Fortunatamente, il concetto e i benefici degli ibridi F1 sono già presenti in molte colture in filare e vegetali. Un primo esempio di ciò è stata l’introduzione del mais ibrido F1 novant’anni fa, che ha portato nel tempo a un incremento della resa del 500%. Il programma di selezione di RQS Pro è volto a integrare le stesse tecnologie di selezione collaudate (selezione di ibridi F1, selezione assistita da marcatori e poliploidia) per migliorare notevolmente l’applicabilità della cannabis. Maikel de Bresser, Global Head di R&S della RQS Pro, spiega quanto possano

essere influenti i loro nuovi ibridi F1. “In collaborazione con i nostri partner della Green Horizon Alliance, abbiamo già effettuato alcuni test standardizzati per confrontare le varietà classiche di semi di cannabis con le rispettive controparti ibride F1. I risultati sono eccezionali, come dimostrato dai numerosi test che rilevano fino al doppio della resa per metro quadrato e livelli più elevati di uniformità del raccolto. Il vantaggio per i nostri clienti sarà una gestione più efficiente del raccolto e una migliore capacità di prestabilire le rese finali”.

La prima gamma di ibridi F1 sarà lanciata inizialmente nello Stato americano della California, dove i semi dovrebbero essere disponibili nel primo trimestre del 2022. RQS Pro continuerà a costruire una pipeline di colture sia di THC che di CBD, con una gamma esclusiva di semi ibridi F1 che rispondono alle esigenze sia del mercato professionale che di quello dei coltivatori domestici.

Per informazioni visitate www.rqspro.com


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FLASH PRODOTTO

ROMA 2022: CANAPA MUNDI DALL’11 AL 13 FEBBRAIO Più di 200 brand e tante novità per la 7a edizione della Fiera internazionale della canapa. Torna a Fiera di Roma l’evento annuale sulla canapa, con l’obiettivo di capitalizzare la crescente rilevanza del settore dopo un anno da dimenticare. Nel rispetto di quanto previsto dal decreto-legge 105 del 23 luglio scorso, si svolgerà dall’11 al 13 Febbraio 2022 presso il Quartiere fieristico della capitale, la 7a edizione di Canapa Mundi, la Fiera internazionale della canapa. Canapa Mundi è una manifestazione proiettata al futuro che si arricchisce continuamente di nuovi strumenti e idee. Una manifestazione che guarda a tutta la filiera, non solo al prodotto ma anche alle tecnologie e ai processi produttivi.

PUFF JUICE I liquidi scomposti Puff Juice, ricchi di cristalli CBD rappresentano un vero e proprio prodotto di tendenza. Oggi sono finalmente acquistabili direttamente sul sito Cannabe.it e dai rivenditori autorizzati. Gli aromi Puff Juice di Cannabe sono prodotti di alta qualità, pronti da miscelare e ideati per rispondere alle varie esigenze dei consumatori, con e senza CBD. Sono prodotti artigianali dedicati ai veri intenditori. Per ricomporre il liquido basta versare il contenuto del flacone più piccolo nella bottiglietta da 60ml, chiudere il tappo, mescolare bene e attendere almeno 24 ore prima dell'utilizzo. Il gioco è fatto, puoi svapare!

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CANNABIS di Rich Hamilton

IN RICORDO DELLA LEGGENDA DEL REGGAE LEE "SCRATCH" PERRY Lee “Scratch” Perry, l’OG del roots reggae e del dub che ha fatto conoscere la musica giamaicana, è scomparso all’età di 85 anni. Perry è mancato in ospedale a Lucea, nel nord della Giamaica, il 29 agosto 2021. La causa della morte non è ancora stata resa nota. Lo stile musicale di Perry è diventato la base del suono “roots reggae” reso famoso nel mondo da Bob Marley. Allo stesso tempo, la sua produzione dub, con il suo utilizzo unico dello spazio e dell’eco, ha avuto un influsso profondo sul post-punk, sull’hip-hop e sulla musica dance, fra gli altri generi. Considerato uno degli artisti giamaicani più eccentrici e stimati, Perry è stato descritto in un’occasione da Keith Richards dei Rolling Stone come “Il

Salvador Dalì della musica. È un mistero. Il mondo è il suo strumento. Dovete ascoltare”. Nato nel nord-ovest della Giamaica nel 1936, Perry lasciò la scuola in giovane età. Clement “Coxsone” Dodd, responsabile dello studio e dell’etichetta reggae Studio One, lo assunse come assistente. Perry scalò rapidamente i ranghi come talent scout, DJ, store manager e recording artist. Il nome “Scratch” nacque da una prima registrazione intitolata The Chicken Scratch nel 1965. Perry divenne sempre più indipendente nel corso della sua carriera, staccandosi e formando la sua backing band, “The Upsetters” e lanciando alcuni primi brani basati sugli spaghetti western: Clint

Eastwood, Return of Django e The Good, the Bad and the Upsetters, fra gli altri. Nel 1973, costruì il suo rinomato studio Black Ark e sperimentò con le drum machine e altre attrezzature da studio. Oltre ai leggendari racconti di spari, vetri rotti e campionamento di versi animali, Perry era noto perché soffiava fumo di marijuana sui nastri master per “migliorare” le registrazioni. È stato il pioniere delle versioni dub dei brani reggae, enfatizzando il basso e aggiungendo il riverbero per creare una sensazione inquietante ed echeggiante. “La macchina dev’essere viva e intelligente. Poi metto la mia mente nella macchina e la macchina esegue la realtà” - Lee Scratch Perry. L’album “War Ina Babylon”, prodotto da Perry, conteneva uno dei più grandi inni del reggae politicizzato del genere, “Chase the Devil”, a metà degli anni 70. Perry produsse altri classici, tra cui il capolavoro cosmico dei Congos “Heart of the Congos” e la cover dylaniana di “Party Time” degli Heptones. “Police and Thieves” di Junior Murvin fu un inno contro la brutalità della polizia, trattata poi dai Clash. Perry produsse anche il singolo del 1977 dei Clash, “Complete Control”. Prima di Black Ark, Perry e The Upsetters collaborarono notoriamente con Bob Marley e i Wailers. Le loro registrazioni del 1970 e 1971 sono ancora oggi tenute in grande considerazione. “Scratch ha aiutato mio padre a guardare più a fondo in se stesso ed è stato fondamentale per la carriera di mio padre” - Ziggy Marley. Perry è sempre stato una sorta di sostenitore della cannabis ed è stato coinvolto nella rispettiva cultura e stile di vita. Nel 1980, Paul McCartney venne arrestato con 7,7 once di erba in Giappone, Paese non certo noto per la sua tolleranza alla droga. Perry aveva già lavorato con McCartney e sua moglie nel 1977 nel suo studio Black Ark in Giamaica. Quando Perry venne a sapere che McCartney era stato arrestato,

scrisse una lettera al Ministro della Giustizia di Tokyo chiedendo il suo rilascio. “VORREI davvero esprimere la mia preoccupazione per il fatto che consideriate eccessivo un quarto di chilo di erba”. “Ritengo che i poteri erboristici della marijuana per rilassarsi, calmarsi e generare sensazioni positive siano un imperativo”. “Vi prego di non considerare eccessiva la quantità di erba in questione. Le intenzioni del maestro Paul McCartney sono positive”. Perry fumava da decenni, ma alla fine smise di fumare erba nel 2008, quando aveva 70 anni. “Fumo erba da quando avevo 25 anni e sovraccarica il cervello”. “Non fumo più”. Poche persone adoravano l’erba quanto Perry e la sua influenza è evidente negli oltre 50 anni del suo lavoro e nel suo retaggio. Perry bruciò lo studio Black Ark nel 1983, convinto che fosse posseduto dagli spiriti maligni, ma continuò a registrare nuova musica per il resto della sua vita. Nel 2003 vinse un Grammy per l’album Jamaican ET. Successivamente, collaborò anche con George Clinton, Moby, the Orb, Ari Up degli Slits, The Beastie Boys e i produttori dub britannici Adrian Sherwood e Mad Professor. Oltre che per la sua musica, Perry era anche noto per il suo eccentrico e colorato senso del vestire e per le sue vedute spirituali. “Sono un alieno di un altro mondo”, “Vivo nello spazio - sono solo un visitatore qui”. I tributi a Perry si sono riversati da tutto il mondo alla notizia della sua scomparsa. “Il mondo della musica ha perso uno dei suoi creatori più enigmatici; un fenomeno incredibile e senza eguali le cui onde sonore hanno trasformato le nostre vite”. Il DJ reggae David Rodigan lo ha riassunto perfettamente. Il romanziere Hari Kunzru ha descritto Perry come “Uno dei più grandi artisti degli ultimi 50 anni. Gran parte delle nostre vite (che ne siamo consapevoli o meno) sono mondi sonori vissuti da lui”.

RIP Lee Scratch Perry 1936-2021


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INTERVISTA di Fabrizio Dentini

SVIZZERA E MARIJUANA: IL PROGETTO PILOTA DELLA JAMAICA ELVETICA

SSIT: Buongiorno, intanto come si aperta questa opportunità per la cannabis in Svizzera? Di recente il Parlamento Svizzero ha approvato una nuova legge che emenda l'atto federale sui narcotici e le sostanze psicotrope. Un piccolo cambiamento dall'impatto enorme. Il nuovo articolo 8a, infatti, fornisce base legale per condurre studi pilota sull'effetto della cannabis. Tale emendamento è accompagnato da un'ordinanza sugli studi pilota che spiega nel dettaglio cosa si può fare e cosa non si può fare e come procedere nel modo corretto. Il punto centrale è che, dopo qualche decennio di tira e molla, la Svizzera sta spingendo convintamente verso una strategia di legalizzazione.

All'inizio del secolo, per i ventenni dell'Italia di allora, la Svizzera rappresentava un approdo esotico per acquistare comodamente cannabis di alta qualità venduta come profumatore per armadi. Dopo vent'anni, nei quali in Italia si è mosso poco o nulla, i nostri vicini elvetici, iscritti nella propria genetica i codici della libertà e del pragmatismo e, sulle ali del successo planetario della filiera del CBD dei quali sono fra i protagonisti più in voga, tornano alla ribalta dell'attenzione europea per la scelta di regolare il consumo di cannabis e, questa volta, senza la scusa degli armadi. Il progetto pilota che vogliono approntare potrebbe trasformare in qualche anno questa Confederazione di Cantoni nel paradiso degli amanti della cannabis. Secondo Giovanni Spitale, filosofo veneto specializzato in etica e bioetica che si trova a Zurigo per un dottorato di ricerca all'Istituto di Etica Biomedica e Storia della medicina e che segue dall'interno questo processo regolatore, la posta in gioco è molto alta perché, grazie al contributo dei ricercatori sociali come lui, potrebbe essere un momento unico per studiare in maniera approfondita le conseguenze sociali di una regolamentazione di questo tipo. In chiave di tutela della salute pubblica, la Svizzera, insomma, potrebbe diventare capofila del continente per quanto riguarda un approccio legislativo che inquadri consumo e distribuzione di cannabis ai cittadini maggiori di età. Ma come si dipanerà questo progetto? Il filosofo Giovanni Spitale racconta a Soft Secrets le impressioni di un accademico coinvolto in prima persona in questa ricerca "stupefacente".

Ma per farlo bene servono dati: quali sono gli effetti psicosociali del consumo di cannabis? Esistono rischi rilevanti per la salute pubblica e per quella dei singoli cittadini? Ci sono particolarità del contesto elvetico che possono influenzare questi effetti? Che tipo di strategia funzionerebbe meglio per la distribuzione, un mercato regolato dallo Stato (tipo un monopolio), un mercato completamente libero o un modello tipo social club spagnoli? Il punto è che ancora non lo sappiamo e per affrontare in maniera seria e rigorosa la questione servono dati e informazioni scientificamente solide.

SSIT: Quale ruolo riveste come ricercatore all'interno di questo progetto pilota? L'argomento ricade nell'area di interesse dell'istituto in cui lavoro e per questo sto mettendo assieme un protocollo, un team di ricercatori e tutta la rete di relazioni necessaria a realizzare uno studio di questo genere.

SSIT: Cosa significa condurre un progetto di ricerca sulla cannabis secondo canoni scientifici? Quali sono i suoi scopi? Sappiamo più di qualcosa di come e quanta cannabis si consumi in Svizzera. Sappiamo che nel 2015, il 28.3% della popolazione aveva usato cannabis almeno una volta e la tendenza è in aumento. Nel giro di trent'anni, infatti, questo valore dovrebbe salire fino al 42%. Sappiamo che i rischi per la salute individuale sono relativamente bassi, specialmente legati all'uso concomitante di altre sostanze (in primis alcol e cocaina). Ma non sappiamo nulla di un sacco di cose cruciali.


11 SSIT: Ad esempio? Non sappiamo se l'introduzione di un mercato regolamentato abbia un impatto sulla quantità di crimini legati alla droga; sappiamo poco o nulla del profilo demografico di chi consuma e siamo profondamente ignoranti sul perché - statisticamente parlando - le persone consumino marijuana. Sappiamo poco del prodotto reperibile sul mercato nero, se non che il tasso di THC continua a salire e che questo è un male, perché uno sbilanciamento nei cannabinoidi (semplificando: molto THC e poco CBD) comporta un rischio aumentato di crisi psicotiche. Poi c'è l'enorme buco nero dei cannabinoidi di sintesi, "dell'erba truccata", per così dire. Infine, abbiamo evidenze perlopiù aneddotiche su come un consumo regolare influenzi la vita sociale e lavorativa delle persone. Adesso, finalmente, abbiamo la possibilità di fare chiarezza e di determinare come sarà il futuro della canapa in Svizzera e questo è elettrizzante.

SSIT: Come viene organizzata una sperimentazione di questo tipo? Innanzitutto è una sperimentazione delicata - di fatto una sperimentazione umana, quindi bisogna essere estremamente attenti e proteggere adeguatamente la società e i partecipanti allo studio. La legge consente di reclutare un massimo di 5000 partecipanti, che devono essere residenti nel Cantone in cui lo studio è avviato. In collaborazione con un produttore, metteremo in piedi un punto di distribuzione in cui le persone interessate potranno ottenere informazioni precise e dettagliate ed eventualmente registrarsi allo studio. I partecipanti registrati avranno la possibilità di comperare cannabis svizzera, ottenendo anche un documento che attesta la loro partecipazione al progetto. Prima di ogni acquisto, sarà richiesto di compilare un questionario che ci permetterà di raccogliere dati e descrivere nel dettaglio come la cannabis impatti sulla vita delle persone. Un altro dettaglio fondamentale è che questo progetto richiede una grande integrità scientifica.

SSIT: Potrebbe essere più chiaro? Gli interessi in gioco sono grossi, sia da un punto di vista economico che politico. Per me, come ricercatore, è cruciale cercare e raccontare la verità, senza pressioni di alcun genere. La gestione dei possibili conflitti di interesse quindi rientra già nel design dello studio e nella pianificazione della collaborazione con il produttore. Il progetto è un progetto scientifico e, sino al completamento dell'analisi, solo il team di ricerca avrà la possibilità di accedere ai dati. Dopodiché, siccome io ed il mio gruppo crediamo fermamente nell'open science come approccio inclusivo, come strumento di democratizzazione della scienza, e come fondamentale gesto di trasparenza, i dati saranno pubblici, disponibili a tutti: governo, scienziati e privati cittadini.

platea dei consumatori? Si tratta di un gruppo di cui sappiamo poco o nulla, perché non arriva in ospedale o ai servizi per le tossicodipendenze. Sappiamo che sono molti, un terzo della popolazione, ma sappiamo poco altro.

SSIT: Come ricercatore e come cittadino italiano che impressioni ha rispetto al pragmatismo elveticp? Crede che questo progetto abbia possibilità di sfociare nella legalizzazione della cannabis? La Svizzera è lenta, ma costante. Normalmente ci vuole del tempo per prendere una decisione, ma una volta presa, si va avanti.

SSIT: Quali sono le città coinvolte? Virtualmente ogni comune svizzero potrà iniziare uno studio di questo tipo e so che molti si stanno attrezzando. Per iniziare servono un produttore, un gruppo di ricerca, un progetto che sia in linea con gli obiettivi definiti dalla legge, l'approvazione degli enti summenzionati ed un finanziamento per lo studio. Non sono cose facilissime ma nemmeno proibitive e immagino che nel corso del 2022 almeno una decina di città si attiveranno, da entrambi i lati della Röstigraben [Ndr. linea di demarcazione che separa la Svizzera tedesca da quella francofona e italiana].

SSIT: Come ricercatore in filosofia etica empirica quale sarà il suo approccio? Non chiunque si occupi di etica lo fa con un approccio empirico. Al contrario trovo che un approccio empirico sia inevitabile: del resto, siamo chiamati a formulare analisi prescrittive su fenomeni che accadono nel mondo e non solo nelle nostre teste. E la realtà è spesso complessa, sfaccettata, imprevedibile. Ecco perché ci servono dati empirici. Il mio cuore batte per la ricerca a metodi misti. Un approccio puramente quantitativo dice molto sulla dimensione di un fenomeno, ma molto poco sul suo significato. Un approccio puramente qualitativo, al contrario, è estremamente utile per capire i «come» ed i «perché», ma inutile per i «quanto». Combinando le strategie riusciamo ad includere nelle nostre analisi entrambe le dimensioni, ed entrambe le dimensioni sono cruciali per capire come normare il futuro della canapa, in Svizzera e non solo.

SSIT: Pensate di indagare le cause che conducono al consumo problematico di cannabis? Di sicuro. È importante e interessante e serve per formulare strategie consistenti per la riduzione del danno (un approccio già adottato con successo per molte altre sostanze). In realtà, però, la cosa che m'interessa personalmente è capire meglio il consumo quando questo non è problematico. È possibile consumare cannabis senza avere ricadute problematiche e, se si, come? Chi sono i consumatori non problematici e perché non lo sono? Quanti sono, rispetto alla

Certo, credo che questo progetto abbia come obiettivo la legalizzazione in Svizzera - e non è una mia ipotesi, lo dice la legge. Dobbiamo solo capire quale sia il modo migliore. Idealmente credo che in cinque dieci anni Lugano possa tornare ad essere la «Jamaica delle Alpi» come si diceva vent'anni fa.

SSIT: L'esperienza acquisita con questa sperimentazione vi da gli strumenti per replicarla in Italia?

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Un protocollo è tale perché è replicabile. La replicabilità è uno dei pilastri del pensiero scientifico. Sviluppare un protocollo per uno studio vuol dire sviluppare un protocollo replicabile. È essenziale perché garantisce la qualità del lavoro. Non so se tornerò a fare ricerca in Italia, non è una questione di salario, ma di libertà intellettuale. Ma non mi dispiacerebbe affatto vedere il protocollo a cui stiamo lavorando adattato ed implementato al di la delle Alpi. Mi farebbe molto piacere contribuire ad un percorso di legalizzazione fatta come Dio comanda anche nel Paese che mi ha dato i natali. Come redazione di Soft Secrets auguriamo che questo progetto di ricerca possa dare a Giovanni Spitale e alla sua squadra i risultati più interessanti e che, alla luce di questi, sia possibile procedere con una completa legalizzazione della marijuana presso i nostri cugini elvetici. Aspettiamo con ansia che Giovanni abbia concluso il proprio studio per invitarlo in Italia a presentare quanto emerso e per spiegare anche al di qua delle Alpi come una società moderna possa scegliere di regolare il consumo, la produzione e la distribuzione di cannabis.


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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Tropicanna Banana

Puramente esotica: The Doc va fuori di testa! La Collezione Cali di Barney’s Farm trabocca di gloriose varietà di spicco, e alcune di esse sono in perfetto stile tropicale. Sì, il tropicale va di moda! L’esempio più recente è rappresentato dalla creazione cannabica “Tropicanna Banana”: il solo suono del nome di questa varietà è sufficiente per trasportarti immediatamente con la testa su una spiaggia di sabbia bianca nei mari del Sud e farti unire a una festa con un gustoso cocktail fruttato in una mano e una canna altrettanto fruttata nell’altra. Opportunamente Barney’s descrive Tropicanna Banana come “un incantevole cocktail tropicale di aromi freschi e fruttati”, e in effetti il suo sapore ha una nota di banana. La forza di questo ibrido a leggera dominanza Sativa (60:40) non risiede solamente nel suo squisito aroma, ma anche nel potenziale di resa eccezionalmente elevato – fino a 700 grammi essiccati per metro quadro sono ottenibili indoor – così come nello spesso rivestimento di tricomi e nel conseguente forte effetto, dovuto a livelli di THC del 22-25%. Le superbe caratteristiche di questo strain non sorprendono se diamo un’occhiata al suo nobile pedigree: Tropicanna Banana è formata da Tropicanna (Girl Scout Cookies x Tangie) x Banana Kush. Dunque, in questo incrocio sono intervenute esclusivamente genetiche d’elite che producono piante forti con una fase vegetativa di durata normale e che possono raggiungere altezze indoor fino a 110 cm alla fine dei 65-70 giorni di fioritura. Un altro vantaggio di questa varietà è la sua ottima resistenza alla muffa e al ragno rosso. Tropicanna Banana eccelle anche all’aperto: in condizioni favorevoli i grower possono ottenere raccolti straordinariamente abbondanti, fino a due chilogrammi per pianta secondo Barney’s. Sotto la luce diretta del sole il ciclo di vita termina tra la seconda e la terza settimana di ottobre.

The Doc mette alla prova Tropicanna Banana: eccellente performance di crescita

Nonostante la sua leggera dominanza Sativa, il tipo di effetto di questa pianta esotica stile banana di Barney’s è calmante e rilassante oltre che, come noto, euforizzante. Un’erba tropicale e allegra, ottima per rilassarsi e azzeccatissima per Doc, grande fan di questa banca di semi olandese sin dalla sua prima esperienza di growing con Barney’s Farm. Il solito test con due semi ha mostrato una germinazione perfetta dopo tre giorni. Proprio come descritto, le due piante hanno esibito una forte crescita vigorosa e hanno iniziato a ramificare presto, col risultato di una moltitudine di rami laterali robusti proprio nel momento in cui The Doc le ha passate alla fase di fioritura, quattro settimane dopo la germinazione. Inoltre, le piante erano piuttosto uniformi fra loro. “Questa è quella che io chiamo un’eccellente performance di crescita, le due piantine sembrano perfette finora!”, così Doc ha elogiato Tropicanna Banana. Al termine della vegetativa misuravano 44 e 47 cm di altezza.

Spiccata tendenza ad allungarsi, formazione di resina molto precoce e straordinario profumo

Alla terza settimana di fioritura Doc ha riferito: “Sono ancora molto omogenee e vogliono allungarsi ulteriormente! Durante le prime tre settimane di fioritura le piante hanno quasi raddoppiato la loro altezza e la fase di allungamento non è neanche conclusa. Sulle punte dei germogli e all’intersezione tra fusto e rametti, sono comparsi nuovi boccioli pienotti dai quali spuntano numerosi pistilli bianchi e piccole foglie che già mostrano un luccichio resinoso”. Due settimane dopo The Doc ha detto: “quell’iniziale luccichio di tricomi è risultato essere il preludio a un’iperproduzione di ghiandole di resina. Le cime – nel frattempo divenute piuttosto voluminose – sono ricoperte da una fitta distesa di tricomi ed emanano un persistente fragranza che per me ha significato una esperienza olfattiva totalmente nuova: un mix straordinario di pompelmo, banana e sapone! Sì, questo profumo ha davvero una nota leggermente saponosa, ma in senso positivo e gradevole, che mi ricorda la fragranza del wellness soap naturale.

Tuttavia, sono le note di banana e di pompelmo quelle che qui competono per la supremazia olfattiva, entrambe si distinguono chiaramente.

Un potente getto di resina si riversa su cime grandi e compatte

Erano passate ben otto settimane di fioritura quando The Doc ha annotato: “Un potente fiotto di ghiandole di resina si è rovesciato sulle cime, ora avvolte da uno strato di resina super glassato. Perfino le grandi foglie a ventaglio sono interamente ricoperte da un denso strato di resina oleosa. Inoltre, le cime sono diventate grandi e compatte come mi aspettavo. Il numero di foglie piuttosto basso faciliterà il successivo lavoro di raccolta.

Che fioritura meravigliosa! La struttura floreale delle due piante è praticamente identica, e trovo difficile distinguere l’una dall’altra. Il che è vero anche per via della loro forma – nel corso della fioritura esse hanno preso una forma a diamante dall’aspetto splendido”. Con 65 e 68 giorni di fioritura, le due Tropicanna Banana hanno rispettato esattamente il periodo di fioritura dichiarato da Barney’s Farm e sono poi state raccolte da The Doc. La dolce fragranza che trasudavano aveva raggiunto livelli di intensità travolgente, “un’ammaliante fragranza tropicale che certamente sarebbe apprezzata anche dai non consumatori di cannabis”, ha supposto Doc. Con altezze finali di 98 e 105 cm, le due piante sono state all’altezza delle previsioni di Barney’s.


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Un profumo squisitamente tropicale: banana domina l’aroma

The Doc non è rimasto affatto sorpreso che la resa di entrambe le piante sia stata di abbondanti 220 grammi essiccati: “Mi sarei mangiato le mani se queste due bellezze non avessero superato i 100 grammi ognuna come indicato!”, ha detto ridendo. Una volta essiccate, le cime hanno rivelato un fenomeno interessante: le note di banana della fragranza avevano preso ancor più la ribalta e ora dominavano incontrastate quel dolce odore tropicale. “Davvero sorprendente, ora si sente un inconfondibile aroma di

banana. Quella componente aspra di pompelmo è ancora presente, ma si è un po’ indebolita. E non c’è più traccia di sapone, quindi ora non rimane che un profumo puramente tropicale”, ha detto entusiasta il veterano del growing. Le infiorescenze essiccate di Tropicanna Banana, rivestite da una generosa glassa di tricomi, erano appiccicose come il super attak, al di là di ogni aspettativa…

Vaporizzare la varietà: The Doc impazzisce per banana e prova un crescendo di euforia.

Questa volta, per testare l’effetto e il sapore dello strain, Doc ha optato per il suo vaporizzatore Crafty. Dopo aver caricato la camera di riempimento con mezzo grammo, e dopo che l’apparecchio ha raggiunto la temperatura di funzionamento, The Doc era pronto per iniziare. Ha fatto una lunga e profonda boccata di 10 secondi e ha tenuto il vapore nei polmoni per un po’ mentre assaporava il delizioso sapore di Tropicanna Banana: “Vado fuori di testa! Questa roba ha davvero il sapore di uno snack alla banana dolce in forma di vapore, semplicemente fenomenale! Dopo tre tiri profondi The doc ha iniziato a sentire che Tropicanna Banana aveva piantato un seme di gioia dentro la sua testa, generando una grande ondata di euforia che è andata in crescendo. Con la testa fra le nuvole, The Doc sorrideva da orecchio a orecchio, pensando “perché andare in vacanza se Tropicanna Banana ti offre felicità e

leggerezza e fa passeggiare la tua mente lungo un’infinita spiaggia bianca”. Poco dopo è entrato in gioco anche un effetto di rilassamento fisico che si combinava alla perfezione con la forte sensazione di euforia. The Doc non si è pero sentito rallentato del tutto, piuttosto alleggerito e soprattutto si temporaneamente liberato dal suo dolore cronico che soffre alle gambe. Le sue vacanze mentali ai tropici sono durate due ore, dopodiché ha iniziato la successiva sessione di vaporizzazione. Per concludere ha affermato: “ancora una volta, un’affascinante varietà di Barney’s Farm, davvero deliziosa! Tropicanna Banana è assolutamente all’altezza del suo nome fruttato, questo strain è come un sogno tropicale che diventa realtà. Una cosa è certa: ogni tanto lascio che quest’erba mi porti via dal triste inverno tedesco per un assolato viaggio ai tropici...” Green Born Identity – G.B.I.

Dati di Coltivazione: Genetiche

Tropicanna Banana ([Girl Scout Cookies x Tangie] x Banana Kush)

Fase vegetativa

Quattro settimane (dalla germinazione)

Fase di fioritura

65 + 68 giorni / 65-70 giorni totali

Substrato

Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Illuminazione

Fino a 12 x SANlight S4W = 1680 watts

Temperatura

19-28°C

Unidità aria

40-60%

Irrigazione

Manuale

Fertilizzanti

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/stimolanti

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds e Clean Fruits from Green Buzz Liquids

Strumenti

CleanLight Pro per la prevenzione della muffa

Altezza

98 + 105 cm

Resa

220 grammi (somma di entrambe le piante)


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

DOLCE GAS. PARTE I Come ottenere raccolti più pesanti

emettono una quantità di luce talmente grande che le piante non riescono ad utilizzare senza l'apporto di CO2. Alcune aziende specificano che i loro impianti d'illuminazione per essere sfruttati al 100% devono essere necessariamente affiancati da sistemi di arricchimento di CO2. Un parametro importante per la corretta somministrazione di CO2 è il flusso dell'aria. È necessario che il gas si diffonda per tutta l'area di coltivazione per garantire una completa esposizione delle piante, anche nelle zone più in basso. Generalmente il movimento dell'aria è affidato ai ventilatori, installarne uno per ogni metro quadrato coltivato è un'ottima soluzione.

La maggior parte dei growers sono alla continua ricerca di come migliorare il proprio giardino per aumentare la resa e la qualità del raccolto. Sono tante le soluzioni che vengono adottate per raggiungere questo obiettivo, come il coltivare in fibra di cocco, l'impiego di fertilizzanti minerali, piantare molti esemplari per metro quadro, la scelta di fare periodi di vegetativa più lunghi, la realizzazione di particolari tecniche di potatura oppure l'impiego di sistemi d'illuminazione sempre più evoluti. Ma un aspetto che molti growers non considerano nelle loro coltivazioni indoor è la quantità di CO2 presente nell'aria. L'anidride carbonica è un gas incolore, inodore e non infiammabile, la cui formula chimica è CO2 , dove la C rappresenta un atomo di carbonio e la lettera O accompagnata dal numero 2 indica la presenza di due atomi di ossigeno. In natura il CO2 è presente nell'atmosfera e ricopre un ruolo molto importante per la vita delle piante, infatti durante la fotosintesi clorofilliana le piante catturano il CO2 presente nell'aria e lo utilizzano soprattutto come fonte di carboidrati. La fotosintesi clorofilliana è un processo chimico per mezzo del quale le piante trasformano l'energia luminosa in energia chimica, immagazzinandola sotto forma di sostanze organiche, in particolar modo carboidrati. In presenza di luce, l'anidride carbonica atmosferica reagisce con l'acqua metabolica per dar luogo alla sintesi del glucosio. Per la creazione di una molecola di glucosio sono necessari 6 molecole di CO2 e 6 molecole di H2O, infatti la sua formula chimica è C6H12O6, e come sottoprodotto di questa reazione la pianta rilascia nell'atmosfera 6 atomi di ossigeno attraverso l'attività respiratoria. I carboidrati per le piante sono come la benzina per le automobili, forniscono l'energia necessaria alla realizzazione della maggior parte dei processi metabolici. I carboidrati in eccesso vengono rilasciati nel terreno sotto forma di essudati radicali per alimentare la rete di microrganismi che popolano il suolo. Quindi maggior quantità di CO2 ha a disposizione la pianta e maggiore sarà l'attività fotosintetica, incrementando allo stesso tempo la produzione di carboidrati. Le piante che crescono con ottimi livelli di CO2sono caratterizzate da una crescita esuberante, raccolti con una resa fino al 30% in più e tempi più brevi per completare ogni ciclo. In che modo possiamo applicare il CO2 alle coltivazioni di cannabis? Partiamo dal presupposto che la quantità di CO2 presente

Fotosintesi clorofilliana, immagine di Markéta Machova su Pixabay. nell'aria è in media di 400 ppm, ovvero parti per milione, e rappresenta il valore minimo per una crescita sana, infatti le piante smettono di crescere sotto i 200 ppm ma adorano livelli molto più alti che possono raggiungere anche 2000 ppm. Nelle coltivazioni indoor bisogna considera alcuni fattori, come la grandezza dell'ambiente, la circolazione d'aria, la sua velocità di ricambio, la densità di piante per metro quadrato e altri parametri che riguardano l'illuminazione. La somministrazione aggiuntiva di CO2funziona perfettamente nelle cosiddette Closed Growing Environment, una tipologia di setup per la realizzazione di grow room sigillate, dove il controllo del clima è affidato a potenti climatizzatori d'aria e deumidificatori. In questo tipo di ambiente non è previsto il ricambio costante di aria attraverso l'impiego di estrattori in entrata e in uscita, il loro funzionamento è ridotto al minimo, quindi il CO2 riesce ad accumularsi nell'ambiente ai livelli desiderati senza sprechi causati dal continuo ricambio dell'aria. Nei normali setup è previsto che il clima sia controllato da un estrattore in entrata e soprattutto da uno in uscita, in questo modo se somministriamo CO2 nell'ambiente di coltivazione l'estrattore risucchierà all'esterno la maggior parte di esso senza lasciare il tempo alle piante di catturarlo. Un suggerimento per la corretta somministrazione di CO2 è di ridurre al minimo il ricambio dell'aria eseguendolo ogni 15 minuti. L'illuminazione è un aspetto direttamente correlato con i livelli di CO2 in una grow room, molti impianti d'illuminazione di nuova generazione, come le lampade HPS da 1000 watt o i sistemi Led,

Il modo migliore per somministrare CO2 è attraverso l'impiego di un bruciatore di gas naturale oppure con una bombola

di anidride carbonica controllata da un'elettrovalvola. Il primo sistema è più economico e consiste in un bruciatore a più ugelli collegato ad una bombola di gas butano facile da installare. Il problema di questo sistema è che produce calore ed umidità generando dei sottoprodotti della combustione del gas che possono rivelarsi letali per le piante.

Il kit composto da bombola, elettrovalvola e controller risulta più costoso ma allo stesso tempo molto più efficiente. La bombola contiene CO2 che viene iniettato nell'ambiente attraverso un'elettrovalvola che ne controlla il passaggio. L'elettrovalvola è collegata ad un controller dove impostiamo i parametri desiderati, inoltre dispone di una sonda che valuta il livello di gas presente nell'aria. Nel prossimo numero di Soft Secrets vedremo come coltivare le nostre piante con l'aggiunta di CO2insieme ad alcuni suggerimenti per un raccolto di successo!


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LEGALIZZAZIONE di Giovanna Dark

CANNABIS KOALITION: LA VIA TEDESCA ALLA LEGALIZZAZIONE? IN GERMANIA IL DOPO MERKEL SI GIOCA ANCHE SULLA CANNABIS Dopo quasi 20 anni la Germani ha salutato la sua Kanzlerin e con il voto di fine settembre ha spalancato le porte all'incertezza politica. I risultati delle urne hanno per la prima volta spezzato il duopolio di SPD e CDU, e ora che la Grosse Koalition dell'era Merkel è solo un ricordo, la partita del nuovo Governo Scholz (SPD) si gioca tutta sul convincere gli alleati dei Verdi e del FDP, il partito liberale, a compattarsi attorno a temi su cui storicamente questi ultimi due divergono parecchio. Solo su una cosa paiono essere praticamente tutti d'accordo: dai tre partiti del nascente governo al 60% dei deputati del Bundestag, dal 93% dei cittadini contrari al divieto vigente all'Associazione degli agricoltori, fino alle imprese del settore pronte a investire milioni nel mercato oggi in mano alla criminalità organizzata che muove sottobanco 400 tonnellate all'anno. È arrivato il momento di legalizzare la cannabis. Non è più solo una promessa della campagna elettorale di Verdi e FDP (i due partiti più votati dai giovani) ma un tema davvero sul tavolo dei negoziati per la cosiddetta "coalizione semaforo" - dal colore tradizionalmente associato ai 3 partiti - dopo che perfino l'esperto

di Sanità della SPD, Karl Lauterbach, si è convertito all'antiproibizionismo: «Prima ero contrario ma ora, da medico, ho cambiato idea». È il sigillo che mancava per liberalizzare l'uso ricreativo della cannabis, ovvero il via libera alla revisione della norma che dal 2017 ne limita il consumo all'uso medico certificato con ricetta e che ne consente la vendita solo in apposite farmacie convenzionate. E nonostante la legalizzazione non compaia tra le 12 pagine dell'accordo di base sottoscritto da socialisti, ecologisti e liberali «ci stiamo lavorando molto seriamente» conferma la vice-leader dei Verdi, Ricarda Lang. In pratica, ad oggi, a opporsi ad un'eventuale liberalizzazione sono solo il ministro uscente della Sanità, Jens Spahn (CDU), che si ostina a definire la sostanza come "droga", e il sindacato della Polizei secondo cui una svolta del genere sarebbe "pericolosa". In compenso nessuno in Germania si sogna di mettere in dubbio i tre motivi alla base della legalizzazione: la lotta alle mafie internazionali che controllano lo spaccio, la sicurezza dei consumatori e le entrate finanziarie derivanti dall'emersione del più grande mercato nero del Paese. Senza contare che politicamente "liberalizzare la cannabis

rappresenta la migliore occasione per il nuovo governo di dimostrarsi moderno e progressista senza cambiare nulla nella pratica" dato che il numero di consumatori esiste indipendentemente dal divieto, come fa notare il quotidiano Die Tageszeitung. Ma la fine del proibizionismo permetterà anche di sgravare i tribunali dal giudizio degli oltre 185.000 casi legati all'uso ricreativo di cannabis, oltre alla montagna di denunce temerarie che, come da noi, trascinano alla sbarra anche chi commercia prodotti alla canapa assolutamente innocui. Uno studio della Hemp Association prevede un fatturato annuo di 2,5 miliardi di euro per l'industria tedesca della cannabis in caso di legalizzazione. Si presume che ci siano circa 4 milioni di utenti che consumano circa 250 tonnellate di hashish e cannabis ogni anno e che almeno 20.000 nuovi posti di lavoro potrebbero essere creati nell'economia tedesca della cannabis. «Lo scopo delle leggi non è interpretare una realtà distaccata dai cittadini e dall'amministrazione della giustizia. Se lo Stato non gestisce la cannabis allora rafforza l'economia sommersa e il crimine organizzato che oggi fattura miliardi. Milioni di consumatori hanno

il diritto di usare prodotti sicuri e controllati invece di doversi affidare al mercato nero rischiando la salute e la fedina penale. Per questo ho chiesto di istituire un gruppo di esperti al Bundestag per depenalizzare la cannabis entro i primi 100 giorni di legislatura in attesa del nuovo quadro giuridico» sottolinea Burkhard Blienert, portavoce della politica sulle droghe della SPD. Ed è così che sul tavolo dei negoziati parlamentari ci si ingegna per trovare la via tedesca alla legalizzazione. Tra le ipotesi spicca la concessione di una licenza ad hoc per la vendita di cannabis ai maggiorenni, con l'obbligo di "colloqui formativi" prima dell'acquisto; mentre gli esperti discutono scientificamente sulla percentuale massima di THC consentita in quella che potrebbe diventare la legalisiertes Hanf. In ogni caso la Germania non sembra voler adottare il sistema dell'Olanda, dove la vendita è tollerata nei coffeeshop ma non permessa, né l'esempio del Lussemburgo che - lo abbiamo visto in copertina - ha recentemente legalizzato coltivazione e utilizzo ma non il commercio diretto. Piuttosto a Berlino si guarda con interesse ai negozi specializzati del Canada, e viceversa. Le imprese canadesi, infatti, sgomitano per entrare nel nuovo mercato insieme alle tre aziende che già detengono il monopolio della cannabis medica nella Repubblica federale: Tilray che coltiva canapa a Neumünster, Aurora di Leuna e la start-up berlinese Demecan, che tra gli azionisti vanta colossi come la birra Krombacher. Tutte pronte a incassare enormi utili che per il Fisco si traducono in oltre un miliardo di euro all'anno di tasse come ha stimato sul Die Zeit l'economista di Düsseldorf Justus Haucap, secondo cui il guadagno totale per la Repubblica Federale si aggirerebbe sui 2,7 miliardi annui fra Iva, imposta sul commercio e costi risparmiati per polizia e tribunali. E quando si parla di riscuotere tasse, si sa che i tedeschi non scherzano...


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1. Qual è il fotoperiodo standard per la fioritura? A. 12 – 12. B. 18 – 6 . C. 4 – 20. D. 15 – 9.

2. Cosa sono i terpeni? A. Un tipo di foglia. B. Oli essenziali. C. Semi. D. Insetti parassiti.

3. Quanti grammi ci sono in un’oncia? A. 1000. B. 108. C. 28. D. 38.

4. Cosa indica l’acronimo HPS? A. Heavy Purpose Soil. B. Hard Pressure Sodium. C. Healthy Premium Source. D. High Pressure Sodium.

QUIZ

7. Cosa fanno i generatori di ozono? A. Producono CO2. B. Riducono l’umidità. C. Eliminano gli odori. D. Controllano la temperatura.

14. Quante once ci sono in una “ confezione”? A. 36. B. 50. C. 10. D. 28.

8. Qual è il fotoperiodo standard per la fase vegetativa? A. 8 - 16. B. 20 - 4. C. 12 - 12. D. 18 - 6.

15. Qual è il range di temperatura ideale per le piante in fioritura? A. Meno di 18°C. B. 20-22°C. C. 18-26°C. D. Oltre i 30°C.

9. Qual è il nome scientifico del marciume radicale? A. Botrite. B. Ascomicete. C. Ruggine. D. Diplocarpon rosae.

10. Qual è il momento migliore per prelevare i Cloni? A. Qualsiasi. B. Durante la fioritura. C. Durante la fase vegetativa. D. Al momento della raccolta.

11. Qual è la miglior percentuale di umidità relativa per i Cloni? A. 20-50%. B. 75-90%. C. 50-70%. D. Al di sotto del 20%.

5. Cosa sono le Kolas? A. Folti orsi australiani . B. Punte di fioritura. dove si sviluppano le cime. C. La massa radicale. D. Bevanda in lattina.

12. Cosa indica l’acronimo E.C.? A. Extra Chemicals. B. Entire Crop. C. Electrical Current. D. Electrical Conductivity.

6. Cosa indica l’acronimo THC? A. Top Height Cannabis. B. The Holy Cannabinoid. C. Total Hydro Cleanse. D. Tetrahydrocannabinol.

13. Cosa indica l’acronimo LED? A. Light Energy Drying. B. Low Electricity Discharge. C. Light Emitting Diode. D. Low Energy Diode.

16. Cosa fanno i ventilatori oscillanti? A. Riscaldano l’aria. B. Muovono l’aria. C. Tengono ferma l’aria. D. Eliminano gli odori.

17. Cosa è il lock out di nutrienti? A. Le piante non riescono ad assorbire i nutrienti. B. Si somministra solo acqua alle piante. C. Si risciacquano le piante dai nutrienti in eccesso. D. Non si somministra un nutriente alle piante.

18. Cosa sono gli internodi? A. Le Kolas principali sulle piante. B. Parte del sistema di ventilazione. C. Distanziatori per tenere staccate le piante grandi. D. Lo spazio fra due giunti sullo stelo della pianta.

19. Qual è il range di pH ideale per l’assorbimento di nutrienti? A. pH5 esatto. B. pH5.5-6.5. C. pH4.5-5.5. D. pH7 esatto.

20. Cosa è l’effetto entourage? A. I composti di cannabis agiscono insieme. B. Devastarsi con gli amici. C. I postumi dell’erba. D. L’effetto che si ottiene dai prodotti commestibili.

Risposte a pagina 42



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BANCHE DEI SEMI Jaypp

Purple Punch OG , il punch più dolce ®

Buongiorno a tutti i coltivatori del pianeta cannabis! Eccoci di nuovo qui a condividere un nuovo reportage su una nuova varietà per il 2021, prodotta da una delle migliori banche di semi di cannabis del mondo. Sto parlando della Sweet Seeds® e della magnifica Purple Punch OG® (SWS93), varietà che riunisce le migliori caratteristiche di due classici delle genetiche USA, la campionessa Purple Punch (Larry OG x Grand Daddy Purple) e la leggendaria Star Killer (Skywalker OG Kush x Rare Dankness #2). Lasciati sedurre da questa meraviglia e preparati a caricare il vaporizzatore, è solo l’inizio!

La selezione è la chiave del successo Come è facile immaginare, prima di immettere una nuova pianta sul mercato le banche dei semi di cannabis svolgono un’intensa attività di selezione varietale, che consiste nell’esclusione di esemplari che presentano caratteristiche di instabilità, resa limitata o qualità finale inferiore. Questo processo richiede molto tempo, se condotto correttamente, ed è normalmente difficile scoprire l’obiettivo finale di ogni selezionatore quando realizza incroci. Il team di Ricerca e Sviluppo Sweet Seeds®, in particolare, si concentra sulla ricerca dei migliori profili terpenici di ogni varietà da trasmettere alla discendenza nel miglior modo possibile. Perché ciò sia possibile le caratteristiche delle madri devono essere abbastanza soddisfacenti per poter ottenere figlie di qualità superiore. Per questo motivo i breeder della Sweet Seeds® non perdono mai la concentrazione, procedendo a un’accurata selezione preventiva dei cloni, cercando quello più adatto in base agli obiettivi finali: alta produzione di cime, stabilità, crescita mode-

rata e qualità organolettiche di altissimo livello; quest’ultima è una premessa molto importante per avviare qualsiasi progetto di selezione. Ecco perché tutte le varietà prodotte da questa banca sono così ricche, dolci e gustose.

Indica: 80% / Sativa: 20% THC: 18-22% · CBD: 0,5% Resa all’interno: 400-550 g/m2 Resa all’esterno: 350-600 g/pianta Fioritura all’interno: 8 settimane Raccolta all’esterno: metà settembre

Dopo questa ricerca e selezione preliminare, si inizia lavorare intensamente, contro il tempo, per ottenere varietà che riflettano i gusti attuali e presentino il livello di qualità previsto per ogni incrocio. Peraltro il lancio sul mercato è spesso ritardato allo scopo di presentare ai consumatori un prodotto finale di altissimo livello, come nel caso dall’incredibile pianta che presentiamo in questo articolo. Nella Purple Punch OG® si possono chiaramente individuare le qualità delle genetiche che la compongono; una crescita compatta, tipica delle piante indica, con una grande cima centrale dura e molto resinosa, grandi rami laterali estremamente vigorosi e sfumature rossastre o viola affascinanti nei fiori e nelle foglie, alla fine del periodo di fioritura. L’effetto è quello di una dolce carezza al termine di una giornata intensa. Di seguito i suoi dati tecnici… poi vedremo come si comporta durante la crescita:

Coltivazione e raccolta di Purple Punch OG® Ho avuto la fortuna di iniziare a coltivare questa pianta all’inizio dell’anno, con 4 semi che ho piantato in una tenda di coltura 80x80, dove ho installato due lampade LED da 220W ciascuna, un ventilatore, un potente estrattore d’aria che convogliava l’aria in un’altra stanza (dove ho anche installato un ozonizzatore per eliminare gli odori) e una presa d’aria fresca dalla strada, che creava un flusso d’aria passivo per immettere CO2 e sostituire l’aria viziata nella tenda. Oltre al calore moderato delle mie lampade a LED, una stufa impediva alla temperatura ambiente di scendere sotto i 18°C. Se la temperatura scende, infatti, la crescita è più lenta e la fioritura si riduce. Di solito uso un substrato di terra, ma questa volta

ho usato una miscela di cocco e perlite. In effetti, le piante crescono più velocemente e con più rami se si utilizza questo tipo di sostrato. Inoltre, l’innaffiatura risulta più facile e rapida, data l’eccellente capacità di assorbimento della fibra di cocco e della perlite, anche quando il sostrato è molto secco. Con la terra, invece, l’irrigazione è un incubo perché il basso grado di assorbimento provoca annacquamenti. In considerazione della maggiore capacità di assorbimento, sono stati necessari cicli d’irrigazione brevi e distanziati. Facendo di necessità virtù, Ying e Yang, ho approfittato del tempo morto tra i cicli d’irrigazione per controllare più attentamente le piante. Per quanto riguarda i vasi, uso da anni i ben noti Air-Pot e non posso che parlarne positivamente: facilitano l’ossigenazione del sostrato e permettono un eccellente sviluppo delle radici. Inoltre, una volta terminata la coltivazione, possono essere facilmente smontati e occupano pochissimo spazio. All’inizio della coltivazione di solito uso i jiffy (dischetti di torba pressata). Per prima cosa, tengo i semi in ammollo in acqua per circa 12/24 ore, per idratarli bene. Dopo


19 questo passaggio, li colloco fra fogli di carta da cucina bagnata e seguo il metodo di allevamento UFO (Upright Fruiting Offshoot) fino a quando vedo che le radici raggiungono una lunghezza di circa 2 cm. Dopo aver idratato i jiffy con una quantità moderata di nutrienti, procedo a inserirvi le radichette con molta attenzione, lasciando in vista la parte del seme. Dopo un giorno o due di crescita, i tegumenti dei semi (rivestimenti esterni) cadranno per far posto ai cotiledoni. Se non cadono, sarà sempre possibili rimuoverli con attenzione. Purple Punch OG® è una varietà estremamente vigorosa. Nel mio caso, ho completato l'intero ciclo in 4 giorni, dopo di che ho collocato le piante sotto lampade a LED, ovviamente a potenza minima, andando ad aumentarla man mano che crescevano. Dopo 6 giorni, le piante sono state trapiantate in piccoli vasi con un po' di sostrato di cocco e un po' di Azos (terriccio ricco di batteri). Dopo questa fase, ho iniziato a usare un fertilizzante specifico per il sostrato di cocco, ma in dosi minime. Ho aggiunto anche uno stimolatore di radici in forma liquida per favorire lo sviluppo della zolla. A questo punto, le piante hanno cominciato a crescere alquanto rapidamente fino al 12° giorno; quindi le ho trapiantate di nuovo, mantenendo il classico programma di luce 18/6 per la fase vegetativa. I nuovi vasi avevano una capacità di 3,5 litri, per favore una radicazione consistente. Ho poi aggiunto nuovamente Azos e Coco Booster. Dopo 10 giorni le piante erano già lunghe 25 circa cm e avevano sviluppato diversi rami e delle belle foglie. Tutti gli esemplari godevano di ottima salute. Come si avrà modo di constatare, la crescita è uniforme e vigorosa. Nel mio caso, gli esemplari sembravano gemelli. Si avvicinava il giorno del loro passaggio al ciclo luminoso 12/12 per la fioritura. Verso

Degustazione

il 30° giorno, ho effettuato il trapianto nei vasi definitivi, Air-Pot da 20 litri, che ho riempito con una manciata di micorrize (Mykos) e, nuovamente, terriccio di batteri benefici (Azos). Ho irrigato con la dose massima di fertilizzante, aggiungendo un po' di calcio e magnesio, giacché dall’aspetto delle piante risultava evidente la necessità di alimentarle. Prima di passare al ciclo luminoso 12/12 è importante che gli esemplari comincino a fiorire con sufficienti riserve di nutrienti, in particolare di azoto. L’alimentazione sarà poi sospesa per tutto il periodo della fioritura. Dopo aver riacquistato il loro colore verde scuro originario, le piante passano alla fioritura. Nella mia coltura, questo è avvenuto intorno al 35à giorno: in quel momento lo stato di salute degli esemplari era ottimale e le radici stavano già propagandosi su tutto il volume del nuovo vaso. La frequenza di fertilizzazione era costante ad ogni ciclo d'irrigazione: ho aumentato gradualmente la quantità di fertilizzante di fioritura, mentre riducevo man mano quello di crescita. Ho poi interrotto la somministrazione di Coco Booster e sono passato a uno stimolatore di fioritura. Al 12° giorno dall’inizio della fioritura sono apparsi i primi pistilli e la salute delle piante era più che ottimale.

Quando le piante erano mature, le ho tagliate, essiccate e atteso che raggiungessero la stagionatura giusta. Ho quindi deciso di provare queste magnifiche cime della Purple Punch OG® di Sweet Seeds® in un vaporizzatore. Triturandole ho particolarmente apprezzato il loro aroma fruttato e delicato. Al palato, il sapore è dolce e fresco, con note di agrumi e una punta di terra ricca di spezie.

poca esperienza: si otterranno sicuramente ottimi risultati. La fioritura è estremamente ricca. con una moltitudine di pistilli e una produzione straripante di tricomi, che ricoprono calici e foglie e rendono le cime totalmente zuccherine. Uno degli esemplari presentava persino dei toni rosa nei calici. Le cime sono dense, molto pesanti e dall’aroma squisito.

Il bouquet è molto complesso e soddisfacente, con una miscela di terpeni difficile da descrivere, proprio per le qualità che la contraddistinguono tra le altre varietà indica. L'effetto non tarda a manifestarsi ed è davvero potente: molto rilassante per natura e ideale per staccare la spina dopo una giornata intensa di lavoro. L'ho provata a casa con amici e abbiamo preso a ridere irrefrenabilmente. Complice il sapore intenso, ci si rende conto della sua potenza solo quando si resta bloccati sul divano. Consiglio di coltivarla a chiunque sia alla ricerca di una varietà punch made in USA dal gusto ricco e intenso. Che dire di più? Ora tocca a te coltivarla. Alla prossima! https://sweetseeds.es/es/

I miei esemplari avevano risposto molto bene allo stimolatore di crescita e presentavo un EC medio-alto. Una volta iniziata la fioritura, ho smesso di somministrare lo stimolatore di crescita continuando a mantenere alto il dosaggio di stimolatore di fioritura. In verità queste piante sono molto bisognose di alimenti, ma per il loro sviluppo fa molto anche la potenza delle lampade, che ho tenuto molto vicino alle estremità dei rami. Si tratta comunque di una varietà stabile, abbastanza facile da coltivare e, pertanto, non c’è da preoccuparsi se si ha

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LIFESTYLE di Giovanna Dark

Migliorare la giornata lavorativa, 2 milligrammi alla volta IL MICRODOSAGGIO COME

CHIAVE PER LA FELICITÀ DEL LAVORO DA CASA

ma decisamente più sopportabile: per la prima volta da mesi, ho sperimentato domeniche che non traboccano di ansia e giornate di lavoro che non mi fanno venire la voglia di licenziarmi. Grazie alle "microcanne" ho ritrovato un po' della grinta, dell'energia creativa e della determinazione che faticavo a trovare nella prigione dorata dell'home office, senza eccessivi sensi di colpa. Mi ha aiutato a pensare in modo meno schematico e a lavorare in modo più efficiente, compresa una riuscita resa dei conti con la pila di vestiti che da sempre ingombra la mia unica poltrona. Purtroppo sono una cuoca pessima e non mi azzardo a sprecare della gustosissima ganja per tentare la via commestibile ma il microdosaggio pare funzionare benissimo anche con gli "edibles". Per quanti di voi sanno cucinare, preparare dei gustosi brownies o dei biscotti con cui godersi i canonici 15 di pausa dallo schermo, potrebbe essere una valida alternativa al fumo. Nonché una soluzione davvero "smart" per il giorno in cui si tornerà in ufficio! Photo credits: Obi Onyeador - Unsplash. Per molti di noi il lavoro da casa è ormai diventato una realtà da quasi 2 anni. Se per alcuni questo ha rappresentato un sollievo, per altri la mancanza delle routine d'ufficio è stata un'altra delle grosse privazioni causate dalla pandemia. All'inizio anch'io ero tra gli entusiasti dello "smart working" ma dopo 20 mesi di meeting su Zoom in pantaloni della tuta, devo ammettere che il lavoro da casa comincia a pesare un po' anche a me. Se da un lato lavorare da remoto non ha assolutamente danneggiato la qualità del mio lavoro, dall'altro ha reso la mia quotidianità decisamente meno appagante. Mi manca la vicinanza dei colleghi, mi mancano i confini di un ufficio fisico da cui poter uscire e lasciarmi dietro il lavoro e quasi comincia a mancarmi la metro sempre strapiena per arrivarci. Recentemente sono arrivata al punto che mi mancava proprio la spinta per mettermi al computer, lasciandomi con un diffuso senso di colpa e ancora più pessimista sul mondo.

Ma tutto è cambiato con una semplice aggiunta alla mia routine: le microdosi. Ho sempre avuto una "regola aurea" sul lavoro ed era: vietato fumare erba quando sei in ufficio. Forse un effetto di anni di stigmatizzazione - o più probabilmente un riflesso condizionato per la paura di fare cazzate e/o perdere il posto - sta di fatto che non mi era mai saltato in mente di fare una "pausa diversa" durante l'orario di lavoro. Poi, un giorno particolarmente nero in cui l'emicrania da stress mi stava uccidendo, ho guardato le cartine che giacevano a pochi centimetri dal mouse e mi sono detta: "Ma se mi faccio una microcanna... perché no?" Ho quindi preso quelli che a occhio mi sembravano 2 milligrammi di cannabis e li ho uniti al mio amatissimo tabacco per rollare un joint che nelle mie intenzioni sarebbe durato almeno due ore tra un tiro e l'altro. Ben presto ho sentito più del piacevole effetto fisico che mi aspettavo: ho sentito anche una massiccia spinta al

mio umore. Mentre lavoravo ad alcuni progetti o ero in meeting con dei colleghi, potevo pensare chiaramente e passare rapidamente da un tema all'altro; ho redatto report tecnici senza fare errori e ho proposto idee senza che il dubbio persistente e fastidioso mi ostacolasse. Praticamente un successo su tutta la linea! Ho ripetuto l'esperimento il giorno seguente per vedere se questo miracoloso microdosaggio improvvisato fosse stato una semplice botta di culo o se invece poteva essere una soluzione plausibile alla mia crisi motivazionale. Eureka! Per tutto il giorno ho sentito un notevole miglioramento del mio umore, senza alcun effetto intossicante percepibile. Mentre lavoravo non mi mettevo troppa pressione addosso, non mi sentivo così frustrata mentre leggevo mail inutili e non mi sentivo scoraggiata quando mi bloccavo su qualcosa. La mia mente era in grado di muoversi liberamente e, senza così tanto stress in mezzo, il lavoro è diventato non solo più facile

L'importante è regolarsi sul dosaggio: quando ingerita, la cannabis può arrivare ad avere effetti ben diversi che quando fumata. Se è vero che con il microdosaggio spesso si sperimentano effetti appena percettibili, è comunque importante assicurarsi di assumerlo in un giorno in cui non c'è bisogno di guidare, prendere decisioni di vita o di morte, o comunque rimanere totalmente sobri. Il tempismo è tutto infatti: sperimentate per trovare il momento più efficace per la vostra microdose. Personalmente, preferisco fumare la mia microcanna subito dopo la pausa pranzo, per affrontare meglio la seconda parte della giornata lavorativa, ma se un meeting su Zoom è programmato a ridosso del pranzo, preferisco evitare. Se non avete mai provato il microdosaggio, se state lottando sotto lo stress di lavorare da casa, o semplicemente volete provare a inserire un po' di consumo consapevole di cannabis nella vostra routine, fateci un pensiero. Potrebbe davvero rappresentare la chiave della felicità per lo "smart working".


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COLTIVA CON JORGE CERVANTES di Jorge Cervantes – jorge@marijuanagrowing.com

PROBLEMI DI COLTIVAZIONE DIAGNOSTICATI ERRONEAMENTE Seguono alcuni dei problemi diagnosticati erroneamente con maggior frequenza che incidono sull’assorbimento dei nutrienti e che si celano dietro carenze o eccessi di nutrienti. Modificate le pratiche utilizzate: le carenze e gli eccessi di nutrienti scompariranno. Molti problemi nelle coltivazioni in contenitore e, in misura minore, nelle colture outdoor, vengono diagnosticati erroneamente come mancanza o eccesso di fertilizzante. I coltivatori inesperti tendono a risolvere i problemi di nutrienti aggiungendo fertilizzante e non vanno a scoprire la vera origine del problema. In molti casi, l’aggiunta di fertilizzante incrementa e complica i problemi di coltivazione. Spesso i problemi sono provocati da uno squilibrio del pH del terreno di coltura e dell’acqua. Una variazione di un punto intero nel pH rappresenta un aumento dell’acidità o dell’alcalinità di dieci volte. Un pH di 5.0 è dieci volte più acido di un pH di 6.0. E un pH di 7.0 è 100 volte (10 x 10) più acido di un pH di 5.0. Aumentare o ridurre il pH di un punto intero è oneroso e provoca squilibri nel substrato e stress per le piante. Il range di pH ottimale per la coltivazione della cannabis è compreso fra 5.8 e 6.2. Tuttavia, le piante di cannabis crescono in un range di pH compreso tra 5.5 e 6.5. All’interno di questo intervallo, i nutrienti sono chimicamente disponibili in soluzione; al di sopra o al di sotto di questo intervallo, diversi nutrienti diventano meno disponibili. Inoltre, substrati diversi, come cocco, lana di roccia, soilless mix, pellet di argilla espansa, hanno esigenze specifiche in termini di aria e umidità che devono essere soddisfatte per assicurare la disponibilità di nutrienti. Nel terreno, un pH inferiore a 6.5 può provocare carenza di calcio, che causa la bruciatura delle punte delle radici e l’esposizione delle foglie a infezioni fungine e macchie morte sul fogliame. Un pH superiore a 7.0 potrebbe rallentare l’apporto di ferro alla pianta e comportare foglie clorotiche che fanno ingiallire le vene. Somministrare più calcio e ferro non risolverà i problemi. La cannabis ha bisogno di molta acqua ed energia per regolare la temperatura del fogliame e la chimica in condizioni di caldo e vento. Quando la temperatura sale, la cannabis è costretta a utilizzare e far evaporare più acqua. Il 70% circa

Le piante in questa immagine sono state coltivate un mese in più, gli steli senza foglie ne sono la prova. Un mese intero di crescita, luce, acqua, fertilizzante e tempo sprecati. Le piante dovrebbero presentare il fogliame fino al ramo inferiore. dell’energia della pianta viene utilizzata in questo processo e per la crescita ne rimane poca. È facile applicare la stessa dose di fertilizzante in quanto le piante usano poi più acqua per rimanere fresche. Le sostanze nutritive si concentrano e ne deriva un’eccessiva fertilizzazione. Evitate i problemi provocati dal calore eccessivo mediante l’utilizzo degli irrigatori per un’ora durante il caldo del giorno. L’acqua fredda a 10 gradi C raffredda in poco tempo il fogliame, l’aria nel terreno e la superficie del terreno.

ciascuno dei segni vitali fra cui aria, luce, acqua, nutrienti e terreno. Verificate con attenzione questi fattori vitali prima di stabilire che le piante presentano carenze di nutrienti. Se una pianta mostra alcuni sintomi, è già stata sottoposta a stress. Ci vorrà del tempo prima che riprenda una crescita vigorosa. La corretta individuazione di ogni sintomo non appena si manifesta è fondamentale per aiutare le piante a mantenere il loro vigore. Le coltivazioni di marijuana indoor, in serra e alcune colture all’aperto vivono tre o quattro mesi scarsi e vengono raccolte in così

poco tempo che le piante non hanno il tempo di riprendersi dagli squilibri nutritivi. Un piccolo squilibrio potrebbe ritardare la crescita di una settimana o più e diminuire il raccolto.

LUCE La mancanza di luce provoca una crescita lenta e comporta numerosi altri problemi. L’aria, l’acqua, i nutrienti e il terreno possono contribuire positivamente alla crescita delle piante alla stessa stregua della luce. Per esempio, se viene fornito solo l’80%

Le piante s’idratano rapidamente quando il fogliame assorbe l’acqua. L’effetto raffreddante evaporativo dura per diverse ore dopo che l’irrigatore è stato spento. Potrebbe essere necessario scuotere via l’acqua dalle piante in modo che non si depositi sui fiori. Le temperature calde e il vento asciugano in poco tempo l’umidità del fogliame. Le carenze e gli eccessi di nutrienti possono anche essere interpretati come malattie e danni provocati da parassiti. Per esempio, gli acari della ruggine della canapa provocano una crescita lenta e piccoli fiori deformi. I coltivatori inesperti possono confondere questo fenomeno con un problema di nutrienti. Gli elementi di base dell’ambiente devono essere tenuti sotto controllo e mantenuti a livelli specifici per evitare ogni sorta di problema. Controllate

Le piante di cannabis in questa coltivazione sono alla ricerca di luce. Una luce meno intensa e priva del giusto spettro fa sì che le piante si allunghino. La luce fornisce il 70-80% del fabbisogno delle piante. Nel frattempo, tutte le altre esigenze delle piante vengono soddisfatte - aria, acqua, nutrienti e substrato al 100% di efficienza. Le piante possono crescere solo alla velocità consentita dalla luce.


23 della luce necessaria per la crescita delle piante, l’aria, l’acqua, i nutrienti e il terreno possono contribuire solo all’80%. Ciascuno di questi cinque elementi - luce, aria, acqua, nutrienti e terreno – può essere considerato l’anello di una catena. La catena è forte tanto quanto il suo anello più debole. È facile sopperire alla mancanza di

bisogno per crescere è relativamente facile per i dispositivi d’illuminazione in una coltivazione. Le nuove grow light a LED forniscono quasi il doppio della luce allo stesso costo di una HID, generando una frazione del calore. Questo passo da gigante nella tecnologia LED ha raddoppiato le rese.

Questa coltura ha ricevuto solo luce al sodio HP e la temperatura è rimasta troppo elevata a causa di una ventilazione inadeguata. L’acqua del rubinetto conteneva 460 PPM di sali disciolti. Tutte queste condizioni hanno provocato un rallentamento della crescita delle piante a circa il 50% della capacità. Tutto, luce, aria, acqua, nutrienti e substrato deve essere tenuto sotto controllo per ottenere un raccolto abbondante. ore viene interrotta dalla luce, le piante si confondono. La luce comunica alle piante: “È giorno: inizia la crescita vegetativa”. Ricevuto questo segnale dalla luce, le piante cominciano la loro crescita vegetativa e la fioritura viene ritardata o interrotta.

La bruciatura da luce è provocata da una luce chiara che emette anche elevati livelli di calore, come una lampadina HID, troppo vicina al fogliame. Le fonti di luce da coltivazione a LED non emettono abbastanza calore da bruciare il fogliame e non c’è calore in eccesso da rilasciare. luce nelle colture indoor raccogliendo informazioni e utilizzando un Quantum Light Meter relativamente economico (500 euro). Misurare l’esatta quantità di luce utilizzabile di cui la cannabis ha

Indoor – L’aria, l’acqua, le sostanze nutritive e il terreno possono essere forniti con facilità con un’efficienza vicina al 100%, il che significa che è semplice eccedere. Un eccesso nella somministrazione porta l’acqua e le sostanze nutritive a essere assorbite più lentamente e il terreno a rimanere troppo umido, il che comporta in poco tempo la creazione di condizioni tossiche. Spesso, le condizioni tossiche non sono visibili per due settimane.

Interrompete il fotoperiodo di notte per mantenere la cannabis in fase di crescita vegetativa. Tuttavia, se viene accesa una luce per pochi minuti - abbastanza a lungo da interrompere la fase di buio - per 3-7 notti consecutive, le piante inizieranno a tornare alla crescita vegetativa. Meno della metà di una candela di luce impedirà alla cannabis di fiorire.

Si tratta di circa il doppio della luce riflessa dalla luna piena in una notte chiara. Le varietà a predominanza Indica possono tornare alla crescita vegetativa in 3-7 giorni. Le piante a predominanza Sativa ci mettono diversi giorni in più per tornare alla crescita vegetativa. Una volta che iniziano a rivegetare, ci vogliono da quattro a sei settimane in più prima d’indurre la fioritura. Questo è dovuto al fatto che comparirà maggiore sviluppo fogliare prima che inizi la crescita regolare. Anche l’aria, l’acqua, i nutrienti e il terreno (substrato) devono essere tenuti sotto controllo. Il mio prossimo articolo su Soft Secrets continuerà ad analizzare questo elenco. Buon raccolto!

Gli steli si allungano per raggiungere la luce quando ce ne è poca. In molti casi le piantine si allungano per raggiungere la luce poiché il substrato è troppo umido e troppo freddo. Gli steli si allungano anche quando l’escursione termica notturna supera gli 8 gradi C.

Questa pianta mostra carenze ed eccessi di nutrienti. Sono tutti provocati dal clima caldo, dal terreno secco, dall’umidità disomogenea nel substrato. Tutti questi problemi devono essere risolti prima che riprenda la crescita normale.

Il fotoperiodo comunica alle piante che è il momento di cominciare la fioritura; può anche segnalare loro di rimanere (o ritornare) in crescita vegetativa. La cannabis deve avere 12 ore di buio totale ininterrotto per fiorire correttamente. La luce fioca durante il periodo di buio nelle fasi di prefioritura e fioritura impedisce alla cannabis di fiorire. Quando la fase di buio di 12

La luce naturale del sole fornisce tutta la luce di cui la cannabis ha bisogno per crescere raggiungendo il suo potenziale massimo. Questa coltivazione outdoor ha ricevuto 5-6 ore di luce solare diretta e ha passato il resto delle giornate all’ombra. Il sole ha fornito luce più che a sufficienza per un raccolto sano.

Questo è un brano tratto dal capitolo “Solve problems” della nuova inedita 6a edizione di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia) di Jorge Cervantes. La 6a edizione di Marijuana Horticulture sarà disponibile nella primavera del 2022. Tutti i libri di Jorge sono disponibili in inglese, spagnolo, italiano, tedesco e russo presso i rivenditori Amazon di tutto il mondo.


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MEDICAL CANNABIS di Fabrizio Dentini

ESCLUSIVA INTERVISTA A ETHAN RUSSO SULLE POTENZIALITÀ MEDICHE DEL CBG Ethan Russo è uno dei principali esperti mondiali riguardo le applicazioni terapeutiche della cannabis. Ebreo americano di origine siciliane, questo medico neurologo, ricercatore in psicofarmacologia, ex presidente dell'Associazione Internazionale dei Cannabinoidi in Medicina, è stato fondatore del Journal of Cannabis Therapeutics e co-editore di "Cannabis e Cannabinoidi: Farmacologia, Tossicologia e Potenziale Terapeutico". In esclusiva per Soft Secrets, il Dottor Russo racconta i risultati della sua ultima inchiesta sul consumo di cannabigerolo: un cannabinoide ormai sulla bocca di tanti per le sue indubbie proprietà curative.

SSIT: Recentemente avete presentato su Pubmed i risultati di un sondaggio su pazienti che impiegano preparazioni di cannabis a predominanza di cannabigerolo. Cosa l’ha condotta a interessarsi di questo cannabinoide? Sappiamo da molto tempo che il cannabigerolo sia una molecola molto promettente tra le tantissime prodotte dalla cannabis. Circa quindici anni fa sono stati condotti lavori molto interessanti sugli effetti farmacologici del CBG. Tra l'altro, il CBG lavora su un recettore chiamato TRPM8 e questo lo rende un candidato per il trattamento del cancro prostatico. C'è anche un lavoro svolto da un famoso scienziato italiano, Giovanni Appendino, che mostra che il cannabigerolo sia un ottimo antibiotico e che possa funzionare contro una pessima infezione ospedaliera come lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina. Inoltre, è stato anche sottolineato che il cannabigerolo, senza creare la dipendenza o gli effetti sedativi della maggior parte dei farmaci, potrebbe essere molto utile contro l'ansia. Nonostante questi risultati interessanti, nella letteratura scientifica si trovava ancora poco sugli effetti del CBG sull'uomo e per questo ho deciso di sviluppare la nostra ricerca. Un altro motivo poi, riguarda il mio interesse per lo sviluppo farmaceutico di preparati a base di cannabigerolo. Questi possono diventare di grado farmaceutico solo se passano attraverso il processo normativo, in Europa attraverso l'Agenzia Europea del Farmaco e negli Stati Uniti tramite la Food and Drug Administration. Ad ogni modo, prima che si possa anche solo iniziare il processo, sono

necessarie alcune prove di sicurezza, quelle, appunto, che stavamo cercando di raccogliere nella prospettiva di mostrare che l'uso di preparati a base di cannabigerolo rivelano sugli umani segnali iniziali efficaci e sicuri.

SSIT: Come è stato condotto lo studio? La ricerca è stata condotta online e abbiamo avuto 127 partecipanti con un'equa distribuzione fra donne e uomini. La maggior parte delle persone lavoravano e, per un periodo di tempo, hanno consumato cannabis con almeno il 50% di contenuto in cannabigerolo. La maggioranza dei partecipanti consumava infiorescenze con CBG, ma alcuni di loro preferivano gli estratti. La dose media di assunzione era di 4 grammi a settimana.

THC nelle preparazioni utilizzate. L'84,3% non ha riportato sintomi di astinenza e questo è stato di nuovo un forte risultato per sostenere questo tipo di medicina.

si tratti di guidare un'auto o di svolgere il proprio lavoro e, da questo punto di vista, non abbiamo ricevuto questo tipo di lamentele con i preparati di CBG.

SSIT: Quando parliamo di CBG stiamo parlando di un cannabinoide non psicoattivo?

SSIT: Lei considera il cannabigerolo come psicoattivo perché riduce l'ansia. Lo stesso vale per il cannabidiolo?

Quello che possiamo dire è che non è inebriante come il THC. Nonostante questo deve essere considerato come psicoattivo a causa della sua capacità di ridurre l'ansia. Quando ci occupiamo di farmaci psicoattivi, fondamentalmente, ciò di cui ci preoccupiamo è se questi alterino la coscienza in un modo compromettente per le capacità operative di chi li assume, sia che

Penso sia un errore considerare il cannabidiolo come non psicoattivo e sfortunatamente anche gli scienziati che pubblicano articoli di letteratura peer review commettono questo errore. Quello che dovremmo dire è che, al contrario del THC, né il CBD né il CBG sono inebrianti. Questa è la distinzione.

SSIT: Che cosa è emerso di interessante? Il 51,2% degli intervistati ha affermato che il loro consumo fosse esclusivamente di tipo medico. Una percentuale molto bassa, il 6,3%, ha dichiarato un consumo ricreativo e il 36% entrambe le modalità. Le condizioni trattate più comuni sono state: l'ansia con il 51,2%, il dolore cronico con il 40,9%, la depressione con il 33,1% e i disturbi del sonno e l'insonnia con il 30,7%.

SSIT: Avete scoperto qualcosa in merito all’efficacia di queste genetiche a predominanza in CBG? La maggior parte degli intervistati ci ha risposto che le proprie condizioni fossero migliorate o molto migliorate grazie al CBG. Due terzi delle donne con endometriosi e tre quarti delle persone con malattia di Crohn hanno riportato un beneficio. Lo stesso per l'82,4% dei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile. I pazienti intervistati hanno dichiarato che i preparati di CBG fossero superiori ai farmaci convenzionali che usavano per le stesse condizioni e questo è stato molto significativo. Un numero significativo di pazienti ha interrotto il consumo di antidepressivi e di antidolorifici non oppioidi.

SSIT: Avete notato effetti collaterali non voluti? Un numero molto alto, il 44%, ha affermato di avere avuto effetti collaterali. Queste persone hanno riferito secchezza delle fauci, sonnolenza, aumento dell'appetito e secchezza degli occhi. Questi effetti, a nostro parere, sono dovuti alla presenza di

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CANNABUSINESS di Giovanna Dark

MARY JANE BERLIN 2021: UNA FIERA DA SBALLO ARRIVA ALLA QUINTA

EDIZIONE LA PIÙ GRANDE EXPO TEDESCA SULLA CANNABIS L'appuntamento è all'Arena Berlin, un capannone di medie dimensioni nel celeberrimo quartiere Kreuzberg. È il 23 ottobre, il secondo di una tre giorni a Mary Jane - la più grande fiera della cannabis in Germania - e inaspettatamente il sole splende. All'ingresso si controllano scrupolosamente gli Impfpass (la versione tedesca del nostro Green Pass) e non appena entrati nello spazio della fiera, ecco il muro di gente che sfila più o meno ordinato tra il reticolo di stand. Sul terreno all'aperto antistante, riservato ai fumatori e ai food truck carichi di leccornie, la Sprea scorre placida a incorniciare uno dei panorami più belli della capitale tedesca, mentre dagli altoparlanti pompa l'esibizione dal vivo di un noto duo trap tedesco. Ho partecipato alla Mary Jane Expo, sempre qui a Berlino, per la prima volta nel 2016 e dalla prima edizione si può certamente dire che la kermesse ha fatto letteralmente passi da gigante. Se nel 2020 ha dovuto subire una forzata battuta d'arresto a causa del Covid ora, dopo diversi spostamenti di date dovuti al rigidissimo secondo lockdown tedesco, torna nell'autunno 2021 proprio mentre al Bundestag si parla per la prima volta di legalizzare: l'atmosfera che si respira alla fiera è decisamente esuberante. Un totale di 220 aziende stanno esponendo alla Mary Jane quest'anno - ci dice il co-fondatore e organizzatore Nhung Nguyen - e nella tre giorni all'Arena si aspettano almeno 25.000 visitatori. L'industria della canapa tedesca pare in realtà non aver subito il colpo del lockdown, anzi. Molti tedeschi hanno scoperto la coltivazione domestica proprio durante la pandemia: oltre al commercio online e ai prodotti a base di CBD, i cosiddetti grow shop in particolare hanno quindi visto un aumento delle vendite dall'inizio del 2020. Questo include anche produttori e fornitori di terra, fertilizzanti, lampade, ventilazione e irrigazione: circa il 35% degli espositori della fiera rientrano in questo segmento, rendendolo il settore più grande. Ma non c'è solo spazio per la tecnica. A differenza della sua prima

replicare ancora più in grande il prossimo anno. Si spera durante l'estate, com'era stato per le precedenti edizioni e come suggerisce il clima poco amichevole della città del muro. L'unica cosa che è mancata e di cui si è sentita la mancanza alla Mary Jane di quest'anno è stata la parte dedicata ai panel informativi: a causa dell'emergenza sanitaria, gli organizzatori hanno preferito evitare le conferenze e non ci sono quindi stati incontri o dibattiti riguardanti la cannabis. Un peccato, soprattutto visto che ora nella Repubblica Federale si comincia a discutere seriamente e finalmente di legalizzarla; sarebbe stato davvero interessante sentire dei pareri a caldo o avere invitati esponenti delle istituzioni come nelle edizioni precedenti. edizione - quando anche la semplice vendita di semi era rigorosamente vietata - quest'anno gli stand della Mary Jane traboccavano letteralmente di cime, di CBD ovviamente. La cannabis light pare aver sbancato anche qui in Germania ed erano davvero molti gli espositori che

proponevano gustose ed interessanti varianti THC free. Tra performance live e gli immancabili after parties che ancora fanno di Berlino la capitale indiscussa della techno, la tre giorni della Mary Jane Expo ha offerto al suo pubblico un'esperienza a 360 gradi e promette di

Non sono mancati però gli stand di quanti fanno informazione sulla cannabis - tra cui anche noi di Soft Secrets -, a dimostrazione che gli organizzatori ce l'hanno messa davvero tutta per rendere al meglio anche questa edizione "postpandemica" della Mary Jane. Alcuni vedono la fiera come un modo per promuovere i loro prodotti, altri non vedono l'ora di scoprire cosa c'è di nuovo sul mercato e altri ancora vogliono semplicemente creare nuovi e proficui contatti. È questo il mix che in appena un lustro ha fatto di Mary Jane Expo la più importante fiera della cannabis tedesca: che sia il ganjapreneur in cerca di nuovi fornitori, la mamma che vuole scoprire nuovi prodotti a base di canapa per la cura di sé, il grower che cerca nuovi fertilizzanti o semplicemente il consumatore ricreativo che ha bisogno di nuovi accessori per fumare. La selezione degli espositori ha puntato soprattutto a garantire la varietà e a Mary Jane c'era letteralmente qualcosa per tutti: erano pochi quelli che non giravano con una goodie-bag e i bilanci degli espositori non sono andati di certo in negativo. Un successo su tutti i fronti dunque, che speriamo si ripeta anche il prossimo anno. E, vista l'aria che tira a Berlino, è probabile che alla prossima Mary Jane Expo ci sia spazio anche per il THC.


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IL CANAPAIO di Franco Casalone

DISCUTENDO DI SOSTENIBILITÀ È DAVVERO POSSIBILE OGGI Negli anni settanta, quando chiedevamo un mondo più pulito, più sano e con meno sprechi e disuguaglianze, ci davano dei pazzi drogati. Quando protestavamo contro l'uso della chimica in agricoltura, ci dicevano che ci volevamo opporre al progresso. Quando protestavamo per i diritti di tutti gli esseri viventi, ci dicevano che all'uomo è stato dato il dominio

commerciale. Per produrre energia da un ettaro di mais, ne occorre molta di più di quella ricavabile... L'unica sostenibilità è un ritorno all'autosufficienza con, al contempo, il massimo rispetto per l'ambiente. Fino a 70 anni fa si praticava ancora nelle nostre campagne quella che era

prodotti sicuramente sani e di qualità e la produzione (piccola, appena 50 metri quadri) di canapa light che faccio per il mercato mi costa 1000 euro al mese in bollette della luce... E quella - sempre light - che faccio nei campi, secondo la mia esperienza, è di qualità comunque molto migliore. Sono il primo ad essere ipocrita: uso la macchina, consumo un mucchio di corrente e di acqua, ma se voglio vivere in questo sistema ne sono obbligato. Anche dove vivevo in Himalaya, da quando è arrivata la strada, le cose sono cambiate profondamente e anche le nuove generazioni dei locali si stanno facendo abbindolare dall'imposizione del "progresso". Nel 1994 scrivevo un libretto - "il Canapaio" - in cui spigavo come le tecniche agricole descritte possono essere applicate anche per la crescita dei vegetali, soprattutto per la produzione di cibo: senza macchinari e senza veleni, in appezzamenti piccoli, in armonia con l'ambiente e non in competizione con esso.

sulla natura. Quando protestavamo per salvare una pianta che si sta dimostrando sempre più importante per tutti, ci dicevano che volevamo ucciderci con la droga. Adesso ci dicono che gli accordi internazionali sul clima non saranno sufficienti a salvare il mondo da catastrofi mai viste. Siamo arrivati a un punto di non ritorno, e dovremmo fermarci immediatamente da compiere qualunque azione che porti ad un aumento di calore o ad un maggior inquinamento. Parlano di sostenibilità ma qualunque azione di modifica del mondo diventa ora insostenibile, perché usa mezzi che comunque richiedono calore ed inquinamento per essere prodotti, compresa ogni forma di cannabis

definita "alta agricoltura", dove, con un ettaro di terreno e animali si dava pieno sostentamento a una famiglia multigenerazionale, che viveva in piccole comunità. Con il bue o il cavallo si lavoravano i terreni e il letame da loro prodotto serviva a mantenere questi ultimi sani ed in fertilità. Oggi nessuno è più in grado di guidare un bue a portare l’aratro, ma forse presto sarà necessario insegnarlo di nuovo... Personalmente ho sempre cercato di praticare un'agricoltura soprattutto di sussistenza, almeno per le verdure e la cannabis. Poi, obbligato dal sistema ad una produzione commerciale, ho dovuto tralasciare la mia sussistenza; con il risultato che adesso mi devo comprare tutto, non posso più fruire di

La coltivazione tradizionale della canapa - in tutto il mondo e per tutti gli scopi possibili - prevedeva un'enorme mole di lavoro manuale, alleviato da semplici macchinari azionati da energia umana o da animali da tiro. Ancora oggi, non esistono macchinari efficienti (e soprattutto a portata del piccolo agricoltore) per le lavorazioni dalla raccolta in poi. Ecco, "per il piccolo agricoltore": il piccolo è un problema per il grande sistema mercato. L'autosufficienza è un danno per il sistema di sfruttamento del mondo in cui viviamo. E a volte ti mettono anche in galera… Anche le recenti "aperture alla produzione di cannabis medica alle aziende" possono coinvolgere solo aziende in grado di investire diverse centinaia di migliaia di euro. Dove si produce spreco di energie, inquinamento,

speculazioni, sfruttamento... La via all'autoproduzione di cannabis è un piccolo esempio di quello che dovrebbe essere con tutti i nostri bisogni: essere capaci di farsi tutto quello di cui si necessita. Che non sono i telefonini, non è l'automobile, non sono le ferie pagate, né il vestito firmato, né l'abbonamento alle partite di calcio. Quando arrivai a Malana - il mitico villaggio nella valle del Parvati - mi sentii un idiota: lì TUTTI quelli della mia generazione erano capaci di costruirsi la casa dal nulla (tagliando i tronchi, spaccando le pietre e assemblandoli), a farsi i vestiti dal nulla (allevando le pecore e lavorandone la lana, fino a farsi i telai per tesserla nella jungla), a produrre il proprio cibo (lavorando la terra e allevando gli animali), a trovare le medicine nella foresta per ogni problema di salute... Sono le quattro cose di cui abbiamo necessità nella vita, ma nel nostro sistema le dobbiamo comprare. E sempre meno persone sono capaci a farsene almeno una… Un ragazzo di Malana, anni fa, mi aveva detto: « appena arriva la strada mi compro un motorino». Gli chiesi come avrebbe fatto a poi a pagarlo, con la benzina, l'assicurazione… «Faccio più campi per il fumo e ne vendo di più» mi disse. "No - pensasi - non vai per ore a piedi su per la montagna, a dissodare e coltivare un campetto che non ti ripagherà nemmeno per la benzina che userai per il motorino. Andrai a lavorare per qualcun altro nella città vicina. E userai il motorino per andarci. E il tuo stipendio finirà in benzina e in altre necessità a cui non sarai più capace di provvedere sa solo". Questa la triste storia del cosiddetto "progresso" Buon tutto


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

JADAM FARMING

PER UN'AGRICOLTURA ORGANICA LOW COST L'equilibrio del terreno è uno dei perni centrali del metodo, infatti l'autore afferma che al pari degli esseri umani l'equilibrio è una condizione fondamentale per il benessere. Nel suolo è importante che il rapporto microrganismi e fertilizzanti sia equilibrato. Per conseguirlo è necessario impiegare microrganismi autoctoni prelevati dai terreni locali e seguire il ritmo naturale della fertilizzazione attraverso i tre precetti sopra descritti.

Jayonul Damun Saramdul, ovvero "Gente che ama la natura": una massima coreana nascosta dietro 5 semplici lettere ma che promette una vera e propria rivoluzione dell'agricoltura. Nato agli inizi degli anni '90, il metodo JADAM è una nuova forma di agricoltura organica creato da Youngsang Cho, chimico ed agricoltore, nonché figlio del più famoso Cho Han Kyu l'inventore del Korean Natural Farming, un metodo di coltivazione che mette insieme una serie di pratiche tradizionali tipiche della Corea. Il metodo JADAM è stato concepito, dopo una lunga riflessione sull'agricoltura moderna e più in generale sulla civiltà capitalistica, per far fronte alle sfide cui saremo sottoposti nei prossimi decenni come l'aumento della popolazione mondiale, il cambiamento climatico da cui ne consegue la diminuzione della superficie coltivabile, lo scarseggiare di risorse oggi primarie come il petrolio, la trasformazione dei mercati, la crescente richiesta di qualità certificata e i costi sempre più elevati per gli agricoltori non più sopportabili. I suoi obiettivi principali sono la riduzione dei costi e il ritorno sulla scena di agricoltori padroni di sé stessi, infatti il metodo si definisce "Ultra Low Cost". Alla base del metodo JADAM vi è l'osservazione degli ecosistemi naturali al fine di imitarne i meccanismi che lo regolano; una frase ricorrente tra i seguaci del metodo dice "Fai quello che fa la Natura" infatti più che un metodo di coltivazione, è una vera e propria filosofia di vita in continua evoluzione. Nel suo libro, Youngsang Cho definisce ed espone i principi del JADAM come in un manifesto ideologico. Ad esempio, il dualismo tra il bene e il male è messo in discussione negandone l'esistenza, per il JADAM non esistono forze interposte ma ogni essere, animato o inanimato che sia, è unico e indivisibile. Se diamo uno sguardo alla natura sono tanti gli esempi di cose che possono rappresentare allo stesso tempo il bene e il male, dipende da come sono utilizzate; l'acqua è uno di questi, un bene indispensabile per gli esseri viventi ma il suo eccesso potrebbe risultare un male. Un altro concetto esposto nel libro è quello di indivisibilità degli individui, infatti l'autore afferma che dobbiamo pensare a noi stessi come agli altri riferendosi all'interdipendenza tra uomini, agricoltura, salute e bene supremo della nazione, infatti la nostra salute dipende tantissimo da cosa mangiamo quindi è importante che anche l'agricoltura sia in buona salute; un popolo sano grava meno sul sistema sanitario della nazione rendendola più forte. Per il JADAM tutto è connesso.

Esemplare di cannabis coltivata con il metodo JADAM. Vediamo alcuni aspetti più pratici per comprendere meglio il metodo. Gli scarti di rami e foglie non sono considerati come dei rifiuti fonte di plaghe e malattie ma vengono visti come materia ricca di sostanze nutritive da restituire al suolo. In questo caso si è partiti dall'osservazione di quello che succede in natura durante l'autunno, le foglie cadono dagli alberi sulla superficie del terreno e nel corso dei mesi vengono decomposte per mezzo dei microrganismi che popolano il suolo arricchendone la composizione. Il risultato è la formulazione di tre precetti che regolano la fertilizzazione del suolo spiegabili con questa frase: le foglie fresche cadono sulla superficie del terreno in autunno per reincorporarsi in esso.

Il metodo JADAM valorizza l'impiego di microrganismi autoctoni, sviluppatisi nel corso del tempo in un determinato ambiente, suggerendo di procacciarli per conto proprio, prelevandoli dallo strato superficiale dei terreni che sorgono in prossimità della zona in cui viviamo. Questa pratica garantisce la loro sopravvivenza e la biodiversità del substrato di coltivazione.

A proposito della rotazione delle colture come possibile soluzione all'impoverimento dei terreni causato dalla monocoltura, il metodo JADAM si dice contrario a questa pratica definendola innaturale. Infatti la natura ci dimostra come piante e alberi abbiano vissuto per secoli nello stesso posto e continuano a vivere senza problemi. A differenza delle monoculture realizzate dall'uomo, quelle in natura si rigenerano continuamente riciclando i cosiddetti scarti.

Il metodo JADAM comprende anche la consociazione di piante benefiche con determinate coltivazioni per sfruttarne le proprietà allelopatiche. L'allelopatia è quel fenomeno biologico per cui le piante producono determinati composti chimici, detti allelochimci, con il fine di influenzare positivamente o negativamente la biologia di altri organismi vicini. Può essere definito come vero e proprio sistema di difesa delle piante. Ad esempio la presenza di alcuni insetti induce la pianta a produrre delle tossine che inibiscono il loro ritmo biologico allontanandoli. Un altro esempio è osservabile nella competizione che nasce tra piante che crescono vicine, alcune di esse sono in grado di rilasciare delle tossine nel suolo per paralizzare letteralmente la crescita dei loro antagonisti, risultando utili anche per il controllo delle infestanti.

Per quanto concerne i microrganismi, JADAM si fa promotore del loro impiego in agricoltura ma a determinate condizioni, i microrganismi devono essere indigeni e di varietà assortita. Molte imprese propongono varietà selezionate di microrganismi pronti all'uso ma spesso al momento della loro applicazione non risultano efficienti.

Riguardo le erbe spontanee, talvolta definite infestanti, il metodo JADAM non le considera tali ma le ritiene una componente fondamentale per la proliferazione di microrganismi di vario genere all'interno del suolo. Più che eliminarle, le erbe infestanti devono essere utilizzate per il sovescio o per la pacciamatura del terreno.

Il metodo JADAM, oltre a definirsi ultra-lowcost, promette allo stesso tempo di essere semplice da comprendere e facile da eseguire. Questa forma di agricoltura sostiene che il sapere stia in mano agli agricoltori e non alle multinazionali che dettano le regole del gioco. Le persone hanno paura dello sconosciuto, dell'ignoto e per questa ragione non si avventurano in nuovi metodi, ma se le pratiche risultano semplici allora il coltivatore non avrà più paura di provare. Per questo il JADAM contempla tecniche e pratiche dove le risorse indispensabili sono a costo zero e i lavori da eseguire sono facili. Una pratica che rientra nella norma del JADAM è l'impiego di fermentati anaerobici come input per la crescita delle piante. Un fermentato anaerobico è una soluzione ricavata dall'infusione in acqua di determinati vegetali che per opera di microrganismi anaerobici vengono decomposti con il fine di liberarne le sostanze nutritive contenute. I fermentati anaerobici sostituiscono i classici fertilizzanti acquistati al negozio e vanno realizzati con i resti delle colture e con erbe selvatiche autoctone. Il metodo JADAM ritiene che se le nostre piante sono buone per essere consumate, allora risulteranno ottime anche come fertilizzante. Vediamo come realizzare quello che in gergo è chiamato JLF, ovvero JADAM Liquid Fertilizer. Innanzitutto è necessario procurarsi un recipiente di almeno 50 litri di dimensione, un colabrodo, un mestolo di grandi dimensioni e un contenitore dove conservare il JLF. Per quanto riguarda le materie prime, sono necessari un chilo di erbe selvatiche fresche per ogni 10 litri di soluzione e circa 20 grammi di foglie marce raccolte dalla superficie del suolo. Tra le erbe selvatiche vi è un'ampia possibilità di scelta, ad esempio l'ortica dioica è abbastanza diffusa sulla penisola, oppure la bardana, il dente di leone o l'erba cappuccina, l'importante è che siano autoctone. Quindi riempire il recipiente con acqua decantata, ancor meglio acqua sorgiva o piovana, immergere all'interno la quantità relativa di erbe selvatiche e coprire la superficie con le foglie marce fino a realizzare uno


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FINALMENTE, IL NUOVO FORMATO! Esemplare n°2 di cannabis coltivata con il metodo JADAM.

Un suggerimento è quello di realizzare i fermentati nello stesso luogo dove verranno utilizzati, in questo modo i microrganismi che proliferano all'interno della soluzione saranno già abituati alle condizioni ambientali locali. Secondo il metodo JADAM la cosa migliore è quello di realizzare il JLF con i resti delle stesse piante che coltiviamo, allora perché non provare con la cannabis?

Un strumento molto interessante è quello chiamato "lettiera artificiale". La lettiera è lo strato più superficiale del suolo, dove avviene la decomposizione di rami e foglie per opera dei microrganismi. La lettiera artificiale è il miglior metodo per conseguire dei microrganismi indigeni soprattutto per chi non ha un accesso diretto alla natura. Utilizzare uno strato di terra ben pulita, coprirlo con erba tipo le graminacee e bagnarlo con acqua per mantenerlo umido. I microrganismi presenti si occuperanno del compostaggio della materia vegetale proliferando in maniera esponenziale. Con questo metodo otterremo dei microrganismi 100% autoctoni. Essenzialmente possiamo definirlo un mini compostaggio. Negli ultimi anni coltivare cannabis si è convertito nel trattare le piante come una scatola di ferro priva di vita, torniamo a darle il giusto valore!

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Perché il metodo JADAM prevede di filtrare la soluzione nel modo appena descritto? I resti vegetali risultanti dal filtraggio della soluzione vengono conservati nel recipiente principale per essere successivamente riutilizzati nella preparazione di altri fermentati. Con questo metodo gli sprechi sono ridotti a zero.

Il metodo JADAM fornisce una serie di strumenti utili per una agricoltura di successo. Tra questi vi sono numerosi preparati come pesticidi a base di fermentati, agenti umettanti, zolfo liquido oppure soluzioni a base di microrganismi.

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strato, chiudere il recipiente con il coperchio e sigillarlo. Dopo circa dieci giorni la soluzione avrà assunto un colore scuro indicandoci che il JLF ha fermentato correttamente. Prima del suo utilizzo è necessario filtrare la soluzione dai resti vegetali; posizionare il colabrodo sulla superficie della soluzione ed immergerlo leggermente, con l'ausilio del mestolo prelevare il liquido all'interno del colabrodo che risulterà completamente filtrato e conservarlo nel secondo contenitore già predisposto.

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BANCHE DEI SEMI

INCONTRA LA NUOVA FAMIGLIA! SONO DAVVERO DOLCI! Ecco un'anteprima dei nostri nuovi ceppi! Il team di breeding Paradise ha lavorato su una nuova selezione di ceppi Cali per oltre un anno - sviluppando e testando fino a quando non siamo stati soddisfatti - e ora è il momento di lanciarli al mondo! Allora, cosa possiamo dirvi delle nostre nuove uscite? Beh, il brief per il team di breeding era quello di creare alcune nuove versioni dei nostri ceppi di punta con un'infusione di genetica californiana con l'intenzione di aumentarne il profilo terpenico, la potenza e la produzione di resina; in breve, un miglioramento a tutti i livelli! Hanno fatto un lavoro stupefacente e i frutti del loro lavoro sono freschi e pronti a partire! Speriamo che siate golosi, perché questa nuova gamma e' caratterizzata da un vero e proprio tema dessert, con odori e sapori accentuati che vi faranno venire l'acquolina in bocca...

Apricot Candy APRICOT CANDY è una varietà da dessert sativa per gli intenditori che raggiunge note alte su tutta la linea! Un incrocio tra la classica varietà Paradise, Dutch Dragon, e il follapleaser della nuova generazione, Thin Mint Cookies, questa è una vera chicca dolce! Liscia come la seta (con strati di albicocca, mela e aroma di vaniglia), super forte (+ 20% THC) ed eccessivamente resinosa diversamente da molte varietà Cali. Sappiamo che questa ti piacerà! CHOCOLATE WAFFLEZ è un'elegante Cali sativa a doppio strato per aumentare la potenza e il tempo di raccolta. Alla base c'è la potenza e la grande resa del nostro campione sativa Tommy Chong's™, L.A. Amnesia, con una porzione extra di terpeni aromatici e una spinta turbo grazie a Thin Mint nella dolce ricetta da dessert. Cremosa e liscia, questa sativa dal sapore di cioccolato e menta è un

Chocolate Wafflez peso massimo con sole due tirate (+ 21%) che cresce grande e finisce anche velocemente! TANGERINE SORBET è la cugina californiana della nostra famosa Wappa. E' una macchina da corsa californiana turbo e dalla fioritura superveloce, un incrocio genetico tra l'eredità “homegrown” (Wappa) e la tendenza USA (Thin Mint Cookie). Un superbo ibrido versatile che pende un po' verso il lato indica, è un po' più forte, un po' più colorata - vivacemente dolce al mandarino e pepata - e ha anche un pugno impressionante (+ 24% THC). Ci piacerebbe che tu incontrassi la famiglia e gli facessi fare un tour della tua grow room. Non abbiamo dubbi che andrete davvero d'accordo! ....

www.paradise-seeds.com

Tangerine Sorbet


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CUCINARE CON LA CANNABIS di Betty Green

GIRELLE DI PIZZA CON SALSA DI POMODORO ALLA BETTY Il comfort food è sempre più diffuso, soprattutto adesso che sono in arrivo notti più buie e temperature più basse. A chi non piace una delizia saporita, saziante e al gusto di formaggio? Vi spiegherò come preparare queste girelle di pizza deliziosamente semplici con un tocco di THC! La versatilità di queste girelle le rende meravigliose, anche perché, come per la pizza tradizionale, per la farcitura si presta davvero di tutto: salame piccante, olive, acciughe, persino l’ananas (non esprimo giudizi in merito). Ci sono due modi per affrontare la preparazione di queste girelle di pizza. Uno è quello di utilizzare la normale salsa di pomodoro acquistata in negozio e cospargere poi olio di cocco alla cannabis sul prodotto finito prima di servirlo. L’altro è quello di preparare voi la vostra salsa di pomodoro infusa di cannabis. Potete usare questa salsa fatta in casa per le lasagne, il ragù, la farcitura della pizza, gli stufati o qualsiasi altro piatto a base di salsa di pomodoro. Potete conservare la salsa fresca in frigorifero fino a 1 settimana o congelarla porzionata. Per prima cosa vediamo come si prepara la girella di pizza e poi vi darò la ricetta della “Salsa di pomodoro alla Betty”, se volete farla! INGREDIENTI – PER DUE GIRELLE Due panini grandi – croccanti, morbidi, a vostra scelta. Salsa di pomodoro (pensate alla pizza, niente ketchup!) – in latta/bottiglia acquistata in negozio oppure utilizzate la vostra salsa di pomodoro fatta in casa. Formaggio grattugiato – a vostra scelta, qualsiasi varietà vi piaccia; a me piace usare la classica mozzarella e il cheddar. Aglio, peperoncino- usatene tanto o poco, la quantità dipende dai vostri gusti. Farcitura – anche in questo caso, seguite il vostro cuore. Io vado sul salame. Origano secco – una spolverata. Procedimento Usate un coltello molto affilato e fate due tagli nel panino creando una croce, ma non affondate il coltello fino in fondo. Se il panino è abbastanza grande, fate altri due tagli fino a ottenere otto sezioni. Tirate

delicatamente per separare. Prendete un cucchiaio e cospargete la salsa di pomodoro sulla girella e nei tagli a vostro piacimento. Tritate finemente l’aglio e il peperoncino e cospargeteli a piacimento nelle varie sezioni. Aggiungete il formaggio nella quantità desiderata, inseritelo negli interstizi per fare in modo che la copertura sia ben omogenea. Riempite gli spazi vuoti con la vostra farcitura, che sia salame, salame piccante, olive o qualsiasi cosa abbiate. Coprite nuovamente con strati di salsa, formaggio, peperoncino, aglio, sale e pepe a piacere. Cospargete infine un po’ di origano secco e posizionate il tutto sotto il grill medio-caldo per circa 10 minuti. Controllate regolarmente le girelle e tiratele fuori quando vi sembrano pronte. A me piace che il formaggio gorgogli e diventi dorato, ma ognuno ha i suoi gusti. Infine, se non usate la “Salsa di pomodoro alla Betty”, irrorate con olio di cocco alla cannabis e buon appetito! “SALSA DI POMODORO ALLA BETTY” Ecco come preparare la mia salsa di

pomodoro semplice, gustosa e versatile con un bel tocco psicoattivo aggiunto!

1 foglia di alloro 2 cucchiai di origano secco

INGREDIENTI - A SUFFICIENZA PER COPRIRE

Procedimento Scaldate a fuoco basso il burro, la cipolla e una manciata di sale. Soffriggete delicatamente per 10 minuti o fino a quando la cipolla non diventa morbida e trasparente. Aggiungete l’aglio e soffriggete ancora per 1 minuto. Versate i pomodori tritati. Aggiungete la passata, l’alloro, l’origano e lo zucchero di canna. Portate la salsa a ebollizione e poi abbassate la fiamma e fate sobbollire senza coperchio fino a quando la salsa non si è ridotta e addensata.

4-6 basi grandi per pizza 2 cucchiai di burro non salato (sostituite il burro normale con la quantità prescelta di burro di cannabis) 1 cipolla piccola, tagliata finemente 1 spicchio d’aglio, schiacciato 2 latte da 400 g di pomodori tritati 3 cucchiai di passata di pomodoro

Se preferite una salsa liscia, usate un frullatore a immersione. Aggiungete infine il basilico tritato e mescolate. La potenza della vostra salsa infusa varierà, naturalmente, a seconda di quanto è forte il vostro burro alla cannabis. Tenetelo a mente quando sostituite il burro normale con il burro alla cannabis. Se non siete certi delle quantità, la prima volta sostituitene un cucchiaino. Potete sempre preparare altra salsa e aumentare il dosaggio la prossima volta, se ne avrete bisogno.


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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark

Referendum sulla legalizzazione: cosa succede ora? raggiunto è sufficiente; - una pronuncia favorevole della Corte Costituzionale sull'ammissibilità del referendum: la Consulta verifica che il quesito non sia relativo a una legge per cui il referendum non è praticabile, come le leggi tributarie e di bilancio o quelle di amnistia o di indulto, e che la domanda rivolta ai cittadini sia formulata in modo chiaro e comprensibile.

La possibilità di coltivare fino a quattro piantine di cannabis senza essere denunciati arranca in Parlamento. Procede invece apparentemente spedita la via della depenalizzazione tramite referendum: se da un lato si intravede più libertà per l'uso ricreativo e l'autocoltivazione, dall'altro le incandescenti polemiche politiche, fanno presagire tentativi parlamentari di cambiare la legge vigente per disinnescare la mina della consultazione popolare. Ma l'Italia antiproibizionista s'è desta e le firme raccolte hanno ormai superato il quorum di 500mila necessario per passare alle fasi successive del complesso iter per arrivare al voto. Un quorum raggiunto in tempi record - appena una settimana -, grazie anche alla nuova possibilità di sottoscrivere online con lo Spid e che ora punta ad arrivare a 800mila. Ora, l'iter prosegue con i successivi passaggi: le firme e il quesito referendario devono essere validati dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione e, in caso positivo, forse già in primavera sarà indetto il referendum per la legalizzazione in toto della cannabis. Ma quale saranno i tempi istituzionali e quale sarà il suo impatto sull'attuale legislazione? Lo vediamo di seguito. COSA PREVEDE LA PROPOSTA REFERENDARIA? Sul sito referendumcannabis.it, dove è possibile firmare online, nel disclaimer in prima pagina si legge che "il referendum elimina il reato di coltivazione, rimuove le pene detentive per qualsiasi condotta legata alla cannabis e cancella la sanzione amministrativa del ritiro della patente". In sostanza, il quesito referendario già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - e che dunque costituisce la base di riferimento nel caso in cui si andasse a votare - incide sui seguenti tre aspetti: - abolisce il reato di coltivazione di cannabis, attualmente previsto dal Testo Unico sugli stupefacenti;

- cancella le pene detentive previste per questa condotta, che oggi consistono nella reclusione da due a sei anni; - elimina la sospensione e il ritiro della patente di guida (o il divieto di conseguirla) per chi coltiva cannabis, ma non per chi si mette al volante sotto l'uso di tale sostanza. È importante considerare che il quesito è stato formulato in maniera unitaria, cioè le tre domande proposte (e che nella scheda di voto saranno precedute dalla formula, rivolta ai cittadini: 'Volete voi abrogare...?') sono "in blocco"; quindi, non sarà possibile votare in maniera disgiunta, cioè in modo favorevole ad alcune e contrario ad altre. Tutto ciò a meno che la Corte Costituzionale ne ammetta solo alcune tra quelle proposte: in tal caso, il quesito sarà ridotto e il voto riguarderà solo esse. QUALI SONO I PASSAGGI ISTITUZIONALI? Le condizioni per arrivare all'indizione e all'espletamento di un referendum abrogativo come quello per rendere la cannabis legale sono previste da una legge costituzionale che stabilisce: - il raggiungimento di un quorum di validità, cioè la partecipazione alla votazione della maggioranza degli aventi diritto al voto; - il raggiungimento del quorum deliberativo, che è quello necessario per l'abrogazione: deve esserci la maggioranza dei voti validamente espressi. Ma prima di arrivare alle urne c'è una precisa procedura da seguire: - una proposta referendaria avanzata da almeno 500mila cittadini (o da 5 Consigli regionali); - un controllo, di natura formale, svolto dall'Ufficio centrale per i referendum istituito presso la Corte di Cassazione, per accertare se la legge di cui si richiede l'abrogazione è tuttora valida, se la raccolta delle sottoscrizioni si è svolta in modo legittimo e se il numero dei firmatari

Se il referendum viene ammesso, il voto può svolgersi nel periodo dell'anno che va dal 15 aprile al 15 giugno. Se i cittadini si esprimono in maggioranza per l'abrogazione, la legge dovrà essere subito "amputata" della parte indicata nel quesito referendario e che i cittadini hanno voluto eliminare: il Presidente della Repubblica dovrà dichiarare con un decreto l'avvenuta abrogazione (potrebbe rinviare l'efficacia abrogativa fino a un massimo di 60 giorni, per dare tempo alle Camere di provvedere su eventuali lacune prodotte dal vuoto normativo); da quel momento, la disposizione abrogata non avrà più vigore. Per il futuro, il Parlamento è vincolato politicamente da questa espressione di volontà popolare, e non potrebbe, ad esempio, approvare di nuovo, dopo poco tempo, una legge contenente la medesima disposizione abrogata con il referendum. Se invece il quorum non viene raggiunto, il Parlamento rimane libero di legiferare anche prescindendo dai voti espressi dai cittadini. Infine, se il referendum ha avuto esito negativo ed il quesito è stato respinto, non potrà esserci una nuova consultazione popolare sul medesimo tema per i cinque anni successivi.

CHE EFFETTI AVRÀ SE ENTRERÀ IN VIGORE? Il referendum sulla cannabis legale interviene contemporaneamente su due diversi fronti: - penale: eliminando il reato di coltivazione illecita di questa pianta e le sanzioni detentive ad esso applicate. In pratica, questa condotta sarà totalmente depenalizzata ma solo ai fini del consumo personale, in quanto la coltivazione a fini di spaccio rimane punibile; - amministrativo: eliminando la sanzione accessoria della sospensione della patente per chi detiene cannabis, o sostanze assimilate, per il proprio consumo personale, senza finalità di cessione a terzi. Quindi si può dire che, se il referendum passerà, chi avrà una coltivazione di piccole dimensioni, con poche piante di cannabis sul balcone o nel giardino, non commetterà alcun reato, diversamente da chi, ad esempio, ha una grossa serra o un ampio terreno. Inoltre, sul versante penale, un'importante eccezione alla depenalizzazione è data dal fatto che rimarrà reato l'associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di cannabis, perché la relativa norma penale non è toccata dal referendum. IN QUALI CASI LA COLTIVAZIONE DI CANNABIS RIMANE REATO? Il referendum non elimina la cannabis e i suoi derivati dal novero delle attuali sostanze indicate come proibite nella tabella ministeriale su cui si appoggia l'attuale legge sulle droghe: l'elencazione di queste sostanze rimane inalterata ma se il referendum sarà approvato non sarà più


35 punibile la loro coltivazione. Un problema potrebbe ravvisarsi nel fatto che la lista attuale comprende, precisamente, non solo i comuni derivati della cannabis e i loro principi attivi ma anche altre sostanze stupefacenti, come l'oppio, le foglie di coca ad esempio. A degli attacchi dagli oppositori, i promotori del referendum hanno risposto spiegando che "le fattispecie di produzione, fabbricazione e detenzione illecita rimangono e possono essere applicate anche al coltivatore che produce a fini di spaccio" e giustamente chiariscono che diversamente dalla cannabis - tutte le altre sostanze stupefacenti indicate nella tabella ministeriale "richiedono necessariamente passaggi successivi affinché la sostanza possa essere consumata". Perciò, queste attività di coltivazione restano illecite (al pari di tutte le altre forme di produzione, ad esempio chimica o sintetica) e continueranno ad essere punibili penalmente anche in caso di esito positivo del referendum. D'altronde, il referendum non tocca l'altra norma del Testo unico sugli stupefacenti che dispone il divieto di fabbricazione o produzione illecita di stupefacenti non destinati all'uso personale. Possiamo quindi dire che, in base al referendum, la coltivazione non sarà più reato soltanto quando è diretta al consumo personale del coltivatore stesso.

SOSPENSIONE PATENTE PER USO DI CANNABIS: QUANDO? Sul versante amministrativo, il referendum sulla cannabis legale propone di eliminare la sospensione della sanzione della sospensione della patente di guida, che oggi è prevista per chi «detiene sostanze stupefacenti o psicotrope» o ne fa «uso personale». Questo significa che le altre sanzioni amministrative, come la sospensione del passaporto o del porto d'ami, rimarranno applicabili: infatti, i promotori del referendum spiegano sul sito che la scelta di limitare l'abrogazione alla sola sospensione della patente è legata ad una valutazione tecnico-pratica, in quanto: - il referendum non deve intervenire su norme derivanti da obblighi internazionali (come quelle dell'Unione Europea, che prevedono che la detenzione di cannabis sia soggetta ad alcune sanzioni amministrative), altrimenti non potrebbe essere dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale; - tra le varie sanzioni attualmente previste, la sospensione della patente «è quella che maggiormente incide sulle abitudini delle persone, comportando serie complicazioni anche per le attività quotidiane, come ad esempio recarsi a lavoro».

Rimangono, invece, inalterate le sanzioni, sia penali sia amministrative, previste dal Codice della strada per chi guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti di qualsiasi tipo, compresa la cannabis e i suoi derivati: questa condotta continuerà ad essere reato, punito con l'arresto da 6 mesi ad un anno e con l'ammenda da 1.500 a 6.000 euro, più la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a due anni. LA NUOVA LEGGE CHE DEPENALIZZA LA COLTIVAZIONE DOMESTICA PUÒ BLOCCARE IL REFERENDUM? Il quesito referendario ha un oggetto analogo e simile a quello contenuto in una proposta di legge già approvata, nel testo base, in Commissione parlamentare. Questa proposta, che sta muovendo i primi passi del suo cammino parlamentare, punta a depenalizzare la coltivazione domestica fino a 4 piantine. Ma se il Parlamento dovesse modificare nei prossimi mesi la norma attuale - che prevede ancora la coltivazione come reato - il referendum non sarebbe più fattibile, in quanto la norma da abrogare sarebbe già stata eliminata, o comunque modificata in modo rilevante, dal legislatore. In pratica,

però, è alquanto improbabile che ciò accada, perché: - si tratta di un disegno di legge finora votato solo in un ambito ristretto, quale è la Commissione parlamentare in materia, e non ancora da Camera e Senato; - è una "proposta aperta" in quanto si tratta di un testo base, come tale non vincolante e immodificabile, bensì per sua natura soggetto a una serie di emendamenti correttivi che potranno essere proposti - e con ogni probabilità lo saranno - da deputati e senatori; - manca un accordo unanime tra le forze politiche per l'approvazione: attualmente, il provvedimento ha il voto favorevole di Pd, M5S, Leu e +Europa, mentre Italia Viva si è astenuta e quasi tutto il centrodestra si è dichiarato contrario, quindi potrebbero non esserci i numeri; - finora, il disegno di legge non ha ottenuto priorità e, dunque, verrà esaminato secondo il normale calendario dei lavori parlamentari, senza nessuna scorciatoia; quindi, con ogni probabilità l'iter referendario si completerà prima che la nuova legge venga varata dal Parlamento.

Noi di Soft Secrets incrociamo le dita, voi lettori - se non l'avete già fatto - correte a firmare su referendumcannabis.it e legalizziamola finalmente!!!


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NOTIZIE INTERNAZIONALI SULLA CANNABIS di Rich Hamilton

A LAS VEGAS SONO IN ARRIVO LE LOUNGE PER IL CONSUMO DI CANNABIS! Autoproclamata “Sin City” e paradiso degli edonisti, Las Vegas introdurrà prima della fine dell’anno le lounge per il consumo di cannabis nella famigerata capitale del divertimento. Il governatore del Nevada Steve Sisolak ha firmato a giugno un disegno di legge volto a regolamentare e autorizzare le lounge per il consumo. Si tratta di un colpaccio per l’industria della cannabis in Nevada. Fino ad ora, era illegale fare uso di prodotti di

cannabis ovunque, tranne nelle residenze private. Attualmente, fare uso di cannabis in pubblico è considerato un reato minore. È vietato negli hotel e nei casinò. Questo significa, soprattutto per i turisti, che la facilità nel reperire la cannabis a Las Vegas è vanificata dalle difficoltà nel trovare un

luogo dove potersela godere. Si pensa che già in ottobre si dovrebbe cominciare ad assistere all’apertura delle prime lounge per il consumo. L’Assembly Bill N. 341, come è chiamato ufficialmente, consentirà ai dispensari di cannabis di richiedere licenze di consumo in loco. Le imprese autonome potranno aprire quello che sostanzialmente sarà un normale bar che serve cannabis. Ciononostante, verranno imposte alcune limitazioni, come il divieto per le lounge di servire alcolici

alle imprese sociali. Ai sensi delle nuove normative, tutte le lounge devono essere dotate di adeguati sistemi di ventilazione e di scarico.

oppure di ospitare giochi d’azzardo. Sussistono ancora alcuni punti di domanda sulle categorie di prodotti di cannabis autorizzate per l’uso nelle lounge. Tuttavia, ci si aspetta che il disegno di legge legalizzi il fumo e il consumo di una porzione di prodotti commestibili e bevande infusi di THC. Sarà consentito anche l’intrattenimento dal vivo.

coinvolto nel consumo. Sarà obbligatoria anche una formazione volta al riconoscimento delle alterazioni da cannabis e alla gestione dei clienti che eccedono nel consumarla.

Essendo Las Vegas, c’è molta trepidazione sui concetti creativi che senza dubbio si concretizzeranno. Tutto è possibile quando si parla di Las Vegas! Solo il cielo è il limite, potrebbero spuntare studi di yoga erba-friendly, comedy club che servono cannabis e ristoranti di alto livello che infondono i piatti con il THC. Ogni dispensario ha la possibilità di richiedere la licenza per una lounge per il consumo. Tuttavia, ogni società potrà avere una sola lounge. Inizialmente, lo Stato autorizzerà solo 20 lounge indipendenti e dieci delle licenze saranno riservate

Tutti i dipendenti devono ricevere una formazione completa su come servire i prodotti a base di cannabis. Devono essere in grado di descrivere la potenza, il tempo di assorbimento e gli effetti di ogni prodotto e capire e mostrare l’utilizzo corretto di ogni strumento

Prima dell’introduzione di questa nuova legge, c’era un solo luogo in cui i visitatori potevano consumare cannabis legalmente in pubblico, il NuWu Cannabis Tasting Room. Si tratta di un punto vendita di cannabis di 16.000 metri quadrati di proprietà della Paiute Tribe, appena a nord del centro di Las Vegas. Ma adesso le porte sono state spalancate ed è iniziata la corsa per creare l’esperienza con la cannabis più favolosa, entusiasmante e unica che Las Vegas possa offrire. Il gigante dei dispensari Planet 13 possiede un superstore di oltre 10.000 metri quadrati a soli cinque minuti dalla famosa Strip di Las Vegas. Non ha perso tempo e ha costruito un locale erba-friendly in stile Las Vegas in men che non si dica.

“Non vediamo l’ora di cominciare e far vedere al settore cosa è possibile fare quando il proprio obiettivo è quello di arrivare a Las Vegas” - Bob Groesbeck, Co-CEO di Planet 13. Il super brand della cannabis “Cookies” ha aperto a maggio un dispensario sulla Strip di Las Vegas. L’attuale storia di successo della cannabis, famosa per le sue varietà e la sua gamma di prodotti a base di cannabis, ha stretto un accordo con Green Thumb Industries (GTI) di Chicago. GTI è una società del settore della

cannabis che opera in 12 Stati e ha avuto profitti pari a 194,4 milioni di dollari, solo nel primo trimestre del 2021! L’accordo con il fondatore di Cookies, l’artista hiphop della Bay Area Berner e il coltivatore di lunga data Jai, porterà alla richiesta di GTI di una lounge per il consumo di cannabis per il dispensario, a un tiro di schioppo dal famoso Strat Hotel. Con il potere del marchio e i fondi alla base di questo progetto, sono certo che possiamo aspettarci risultati incredibili! “Quando la gente verrà a Las Vegas in vacanza, per un addio al celibato o per un matrimonio, vorrà socializzare e fare uso di cannabis, e vorrà venire da Cookies”. “Quale posto migliore se non Las Vegas! È una città esperienziale nel bel mezzo del deserto”. - Ben Kovler, CEO e fondatore di Greenthumb Industries. È vero, quale posto migliore? So che io, per esempio, prenoterò sicuramente dei voli!


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COLTIVA CON MR. JOSÉ Mr. José / info@mrjose.eu

ERBA PER INTENDITORI In molti sono in grado di coltivare l’erba, ma ci vuole un po’ più di lavoro per coltivare una cannabis che apprezzerebbero e loderebbero i veri intenditori. C’è sempre spazio di miglioramento e anche i migliori coltivatori sono sempre a caccia di nuove strategie per rendere le loro cime ancora più sopraffine. Volete migliorare anche voi le vostre competenze? Questi sono alcuni consigli che nel mio caso hanno dato i loro frutti.

COSA APPREZZANO GLI INTENDITORI

Quando si prova l’erba per la prima volta, l’unica cosa che si vuole sapere è questa: quali saranno i suoi effetti. I più intelligenti vogliono sapere quanta se ne può ingerire e la stragrande maggioranza esagera un po’ al primo tentativo. Arriva poi la seconda fase: può essere che non vi sia piaciuta e quindi non volete più sentir parlare di cannabis, oppure avete gradito i suoi effetti e volete assolutamente riprovarla. C’è purtroppo un terzo gruppo che si ostina a farne uso anche se i suoi effetti non sono benefici su queste persone. Si tratta comunque di un caso totalmente a parte. Una volta che si diventa consumatori abituali e a lungo termine

e si sa come gestire l’esperienza, capita che si diventi più esigenti e pignoli. Non si è più soddisfatti di una “erba qualsiasi”. Scoprite che l’erba di John vi fa stare bene, mentre quella di David vi scaraventa subito a letto e il giorno dopo vi fa venire il mal di testa. Naturalmente, questo significa che vorrete fumare l’erba di John più spesso di quella di David. A poco a poco vi rendete conto di preferire l’erba dalla fragranza morbida e dolce, semplicemente perché fa al caso vostro. Volete che John vi dia un’altra varietà, simile a quella che vi è piaciuta fino ad ora. Cominciate a notare come brillano i tricomi. Vi state innamorando del suono prodotto nel macinare le cime

che miracolosamente acquisiscono volume nel vostro grinder e della fragranza profonda dell’erba macinata. Cominciate anche a nutrire interesse per il modo in cui viene coltivata l’erba che vi piace. Vengono usati fertilizzanti chimici? Beh, di sicuro c’è di mezzo la chimica, perché il mondo intero si basa su processi chimici. Ma voi volete che la vostra cannabis non contenga sostanze inquinanti e malattie. A conti fatti, vi rendete conto che non volete più fumare, ma che volete cominciare a vaporizzare. Ispezionate con attenzione, annusate e schiacciate ogni cima fra le dita prima di macinarla. State diventando sempre più severi nelle vostre valutazioni e quando vi trovate di fronte a una scelta, controllate sempre lo scaffale più in alto per trovare le varietà e le cime migliori. Dopo l’ingestione, osservate ciò che vi succede e lo analizzate a fondo. Riuscite a capire esattamente ciò che volete. Siete in grado di trovare in maniera abbastanza affidabile la varietà che vi soddisfa, semplicemente annusandola e ispezionandola visivamente: siete ora intenditori e gourmet. John sa cosa volete e ve lo tiene sempre da parte. A John piace coltivare. Se anche voi siete coltivatori, volete diventare come John. Speriamo solo che John non stia infrangendo la legge perché, se così fosse, potrebbe avere problemi con la polizia. Ma sono certo che John vive in un Paese in cui è legale coltivare e vendere erba.

EQUILIBRISMO NELLA STANZA DI COLTIVAZIONE

Quando ho coltivato le mie primissime piante indoor, sono riuscito a raccogliere cime assolutamente uniche. Ero

entusiasta e ho ricevuto elogi da tutti. “Ho un dono, sono un drago”, pensavo fra me e me. Mi piaceva coltivare ed ero piuttosto bravo. Col tempo però, sono arrivati anche i cattivi raccolti. Ottenevo rese scarse, avevo problemi di acari, altre volte di muffe o poca resina. Stavo provando nuovi sistemi e a volte non funzionavano come volevo. Tuttavia, la maggior parte dei raccolti erano ottimi. Spesso mi sentivo come John. Anni dopo, mi sono reso conto del motivo per cui il mio primo raccolto era stato così buono: la prima volta ero stato un vero perfezionista. Avevo cercato di mantenere tutto al massimo livello e avevo dedicato molto del mio tempo libero alle piante, facendo tutto il possibile per assicurarmi che crescessero rigogliose. Purtroppo però si tende a soccombere alla sensazione che le cose andranno sempre alla grande una volta ottenuto qualcosa di buono e si perde la concentrazione. Il che è un errore. Quando si coltiva erba per intenditori, non ci si può permettere di commettere errori o di pensare troppo a qualcosa. Nella vostra stanza di coltivazione, pianificate tutto in anticipo e seguite attentamente il vostro progetto. Disegnate un piano del ciclo di coltivazione con le specifiche per ogni fase - temperatura e umidità in relazione alla differenza di pressione del vapore acqueo (VPD), concentrazione di CO2, intensità della luce, programma di fertilizzazione e data prevista del raccolto. Affiggete questo schema sulla porta della vostra stanza di coltivazione. Tenete traccia di tutti i valori previsti e fate del vostro meglio per seguirli. Nell’era di internet, non è poi così oneroso procurarsi dei data


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logger che si appoggiano su un’app per avvisarvi quando il clima nella stanza di coltivazione sta andando nella direzione sbagliata. Il consiglio è quello di usarli per lo meno per la temperatura e l’umidità. Possono essere di enorme aiuto. Se avete un data logger ma non la possibilità di inviare avvisi, controllate i registri manualmente per individuare eventuali guasti in modo tempestivo. Quando coltivo i cloni, seguo questo procedimento: la prima settimana mantengo la VPD a 0,4-0,8 kPa e la temperatura dell’aria a 26°C giorno e notte, PPFD 250-300 µmol/m2s, non aggiungo CO2, in quanto non necessario. La settimana seguente fino al decimo giorno: aumento la VPD a 0,8-1,2, PPFD 400-500 µmol/m2s, una volta che la CO2 inizia a scendere sotto i 400 ppm inizio a dosare a 800 ppm e aumento la temperatura a 29°C di giorno e a 26°C di notte. Al momento di passare alla fioritura, abbasso la temperatura notturna a 25°C, aumento l’intensità luminosa a PPFD 800-1000 µmol/ m2s e la concentrazione di CO2 a 1200 ppm. Dopo due settimane, abbasso la temperatura notturna a 24°C e aumento

la VPD a 1,2-1,6 kPa. Negli ultimi dieci giorni prima del raccolto, riduco la temperatura notturna a 22°C. Questo procedimento ha funzionato molto bene nel mio caso. Le temperature possono essere manipolate mantenendo la stessa differenza fra giorno e notte. Se lasciate le temperature diurne attorno ai 26°C, la concentrazione di CO2 può

rimanere a 800 ppm. Le temperature notturne più basse negli ultimi dieciquattordici giorni scatenano una colorazione interessante nella maggior parte delle varietà, il che aggiunge attrattiva al prodotto finale. Inoltre, lo stress dovuto alle basse temperature stimola la produzione di resina. Quando coltivo in un substrato più denso come la terra, la fibra di cocco o la lana di roccia, lascio che le piante soffrano un po’ per la mancanza di umidità durante l’ultima settimana, il che a sua volta provoca uno stress benefico ma non ha effetti negativi sul peso del raccolto.

L’ESSICCAZIONE È IL FATTORE CHIAVE

A prescindere da quali metodi utilizziate per coltivare la vostra erba perfetta, se la essiccate nel modo , rischiate di perdere tutte le sue qualità. Probabilmente siete già a conoscenza del fatto che l’aroma della cannabis non ha nulla a che fare con la sua potenza. In effetti, i cannabinoidi non hanno alcun odore. Questo significa quindi che anche una cannabis inodore può farvi sballare di brutto. Ma questo non è ciò che ricercano gli intenditori. I terpeni responsabili del sapore e della fragranza della cannabis modificano in una certa misura l’effetto dei cannabinoidi. Una cannabis ben essiccata conserva il suo massimo contenuto di terpeni, il che può portare a migliorare l’esperienza in modo significativo, e gli esperti lo sanno molto bene. Essiccate la vostra cannabis lentamente, non in modo rapido. Una temperatura di 16-20°C in concomitanza con un’umidità relativa che non superi il 68% sono le condizioni ideali per l’essiccazione. Personalmente, preferisco 17°C e un’umidità che si aggiri attorno al 60%. È di fondamentale importanza assicurarsi che ci sia un buon flusso d’aria proveniente da tutti i lati attorno alle piante. A volte uso il gelo per favorire l’essiccazione: metto la cannabis

semi-essiccata in un congelatore a -18°C per circa 12 ore e la lascio poi essiccare di nuovo nelle condizioni descritte in precedenza. Il gelo attira l’umidità dal centro delle cime verso la superficie e il processo di essiccazione diventa così più uniforme.

in contenitori a tenuta stagna in vetro, metallo o plastica. Durante le prime due-otto settimane di essiccazione, i contenitori dovrebbero rimanere aperti per un breve lasso di tempo una volta ogni qualche giorno per consentire l’ingresso dell’ossigeno necessario alla carbossilazione.

COME CONSERVARE L’ERBA IN MODO CORRETTO

Questo processo contribuisce a migliorare il sapore e l’aroma delle cime. Per mantenere la giusta umidità nel vostro contenitore, potete utilizzare dei sacchetti speciali che aumentano o riducono il livello di umidità a seconda delle vostre esigenze. Io ho provato i sacchetti Boveda, ma potete scegliere fra diverse marche attualmente disponibili sul mercato. In ogni caso, vi consiglio vivamente di provarli. Se tenete i vostri fiori in un ambiente a umidità controllata, questo contribuirà anche a preservare i terpeni che apportano sapore e aroma. In effetti, una volta essiccati, i fiori non perdono solo acqua ma anche alcuni dei terpeni che sono a elevata volatilità. Se riuscite a sentire l’aroma tanto amato della vostra cannabis, significa che le cime stanno rilasciando terpeni. La giusta umidità relativa crea uno strato attorno ai vostri fiori che impedisce l’evaporazione indesiderata dei terpeni e contribuisce a preservare il sapore e l’aroma. Adesso avete una cannabis buona come quella di John. Che ne dite di condividerla?

Il sapore e la fragranza delle vostre cime non sono molto buoni subito dopo l’essiccazione. I fiori hanno bisogno di un po’ di tempo in condizioni stabili anche dopo il completamento di tutti i processi chimici che incidono positivamente sul gusto e sull’aroma. Questo processo si chiama concia. Durante questo processo, viene scissa la clorofilla, il che incide negativamente sul gusto e sull’aroma. Devono tuttavia esserci le condizioni ottimali perché la clorofilla si decomponga. Personalmente, ritengo che una concia della cannabis di due o tre mesi porti a risultati di gran lunga migliori a livello di gusto, aroma e consistenza rispetto al materiale vegetale appena essiccato. A livelli di umidità inferiori al 55%, le cime sono maggiormente esposte a un danno meccanico, mentre livelli di umidità superiori al 65% creano condizioni ideali per muffe e microrganismi nocivi. I fiori secchi devono essere conservati


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BOOK REVIEW di Fabrizio Dentini

SEMPER FIDELIS CAUSAE PERSAE: LA STORIA DI RESISTENZA DI MARCELLO VECCHIO Marcello Vecchio ha 66 anni ed è laureato in scienze agrarie e ambientali. Per molti anni docente precario negli istituti agrari di Alessandria e Asti, nel secondo decennio del duemila, è impiegato della Regione Piemonte come tecnico agro-ambientale. Il 17 ottobre del 2019 (esattamente a un anno dalla data in cui il Canada ha legalizzato completamente la marijuana) Marcello Vecchio viene arrestato per aver coltivato cannabis senza autorizzazione. Diciassette giorni di carcere e tre mesi di domiciliari segnano il percorso di quest'uomo che, fino a quel momento incensurato, sceglie di sfruttare la forza curativa delle parole per fare i conti con quest'esperienza nefasta e, sul finire dell'anno successivo, raccontare ai suoi lettori la propria storia di dolorosa ingiustizia. SSIT: Buongiorno caro Marcello, a chi pensavi quando hai deciso di raccontare la tua storia? Il libro è un racconto dedicato a chi, anche nel nostro paese, ha coltivato il sogno di vedere legalizzata la cannabis e a chi ha sofferto il carcere, i pregiudizi e l'emarginazione perché convinto che la cannabis sia meno nociva delle droghe legali di uso più comune come

alcol e tabacco. Le mie parole vogliono essere una testimonianza, ma anche una denuncia contro l'inerzia e la compromissione dei politici che non vogliono rendersi conto dell'enorme potenzialità sociale, terapeutica ed economica della cannabis e che preferiscono investire risorse e mezzi contro le persone che la coltivano, contro chi vuole solo curarsi, nutrirsi e rilassarsi.


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strumenti di indagine e tramite quali accertamenti mi potessero considerare, presumendo, un criminale abituale solo per aver coltivato canapa. La nostra legislazione è presuntuosa e draconiana.

SSIT: A quanto sei stato condannato? Ho patteggiato per non rientrare in carcere e mi hanno condannato a due anni e 4.017 euro di multa.

SSIT: In seguito a questa vicenda qual è la tua situazione lavorativa? Ho perso il lavoro perché la Regione Piemonte ha utilizzato un articolo del contratto che prevede il licenziamento in caso di questo tipo di reato.

SSIT: Facciamo un passo indietro, perché sei stato arrestato? Mi hanno contestato la coltivazione di canapa sativa e indica che ho coltivato in modo trasparente, come le pareti della mia serra, perché ritengo un nostro diritto poter coltivare ogni tipo di pianta. A nessuno viene in mente di condannare chi coltiva tabacco o i viticoltori. Al contrario, la cannabis e la sua coltivazione sono trattati alla stregua di un crimine pericolosissimo. Nel mio caso, in un pomeriggio di ottobre del 2019, i carabinieri, con un grande dispiegamento di forze, sono entrati nel mio orto ed hanno contestato la presenza di 48 piante di canapa in serra e altre, in fase di asciugatura, per un totale di 18 chili e 700 grammi (tutto pesato). Inoltre, sono stati sequestrati circa 4 chili e 200 grammi di cannabis che tenevo da parte in caso i pazienti dell'Associazione Tara ne avessero avuto bisogno. Dopo una procedura lunghissima e penosa, costituita dalle impronte, foto e verbali, mi hanno portato nel carcere di Alessandria, la mia città.

SSIT: Tu eri incensurato, quindi per carcerarti preventivamente i carabinieri disponevano di indizi che le piante sarebbero andare a rifornire il mercato nero? Questi gentiluomini, nell'ordinanza di convalida dell'arresto, hanno scritto che: «Atteso che la considerevole quantità di stupefacente sequestrato, prodotto in una serra appositamente destinata, fa presumere che l'indagato - nonostante risulti formalmente incensurato - sia stabilmente inserito in un circuito delinquenziale finalizzato alla cessione di marijuana coltivata, circostanza che rende concreto e attuale il pericolo che egli possa commettere, in futuro, ulteriori delitti della stessa specie». Mi sono sempre chiesto con quali

SSIT: La descrizione che fai della realtà carceraria italiana è uno dei punti più emozionanti della tua narrazione. Ti va di aggiungere qualcosa per chi ancora non ha letto il libro? I primi giorni di carcere non sono stati soltanto pesanti, ma pesantissimi e spaventosi. Tutto è asfissiante, le pareti, il soffitto, l'odore, anche il televisore è insopportabile, sempre acceso con il volume alto. Il carcere è solo dolore, una forma di vuoto privo di spazio e di tempo. L'esperienza del carcere è stata orrenda e la forza di volontà per scrivere il libro che ne racconta la sofferenza, mi è servita per denunciare le condizioni di arretratezza del nostro paese e per rimarcare la necessità di una svolta nella legislazione sulla cannabis. Io, come moltissimi altri, siamo dalla parte giusta, dobbiamo batterci per la sua legalità e per l'uso consapevole della cannabis. Cosa che ormai avviene in molti paesi del mondo. Questo è anche il modo per tagliare l'erba sotto ai piedi della criminalità e lasciare in pace la nostra erba e chi la coltiva. Chi incappa in questa spiacevole situazione (e sono tanti: più del 35% della popolazione carceraria ha reati legati alle sostanze stupefacenti ed un'alta percentuale per la canapa) deve affrontare carcere, costi umani, psicologici ed economici altissimi.

SSIT: Come si potrebbe invertire, culturalmente, questo approccio tanto nefasto per la cannabis e per i suoi consumatori? Propongo di lanciare un appello per la costituzione in ogni città di associazioni di "elogio alla cannabis" per aiutare le persone che la usano per ragioni terapeutiche, ma anche per aiutare chi la coltiva con lo scambio di esperienze agronomiche e tecnologiche. Diventa però necessaria anche l'adesione di medici e legali. I medici per aiutare efficacemente i malati che non riescono a trovare il farmaco nelle farmacie ed i legali per essere presenti in tutte le fasi

delle indagini, sequestro e per difendere adeguatamente le persone che si trovano ad affrontare il calvario del carcere.

SSIT: Nel libro spieghi che coltivavi cannabis per interesse botanico. Cosa è emerso dalle ricerche interrotte il giorno dell'arresto? Il mio obiettivo era quello di raccogliere informazioni botaniche, capire i tempi migliori per la raccolta e studiare le migliori tecniche di essiccazione. In particolare l'aspetto principale, è quello di riuscire ad avere un prodotto finale senza utilizzare sostanze chimiche. Nel mio caso ho provato ad usare le micorrize, non soltanto a livello di funghi ma anche di diversi gruppi batterici, per esempio il Trichoderma, il Bacillus Subtilis, alcuni gruppi di Pseudomonas ed anche qualche lievito. Questa miscela di micro-organismi che si moltiplicano nel terreno fa si che la pianta cresca con velocità, con radici più ampie e profonde, abbia difese proprie per cui di fronte all'attacco di muffe, ma anche del bruco, sviluppi una resistenza maggiore. Il mio lavoro era quello di capire sistematicamente come si comportassero le piante con diverse miscele di prodotti.

SSIT: Quanto è durata la tua ricerca? Almeno due anni, ma per essere sicuri dei miei risultati me ne sarebbero serviti altrettanti.

SSIT: Come sei arrivato al mix di batteri che usavi come trattamento? Facendo delle ricerche per il mio lavoro nel settore viticolo e la base era un prodotto che si trova sul mercato per cereali e per le viti: il micosat. Questo prodotto contiene funghi simbionti, funghi saprofiti e batteri della rizosfera come quelli sopra menzionati. Grazie a questi micro organismi le piante riescono a ricevere quello che da sole non riuscirebbero ad ottenere e viceversa, in questa forma di simbiosi, questi micro organismi si cibano degli zuccheri prodotti dalle piante. Procedere in questa direzione significa garantire al consumatore, senza bisogno di prodotti chimici, un prodotto finale più sicuro per il consumo umano. Le piante trattate in questa maniera, infatti, sviluppano una presenza molto meno importante di micotossine, le sostanze prodotte dalla peronospera e dall'oidio che sono nocive per chi poi si nutre di queste piante.

SSIT: In che direzione ti piacerebbe poter sviluppare

ulteriormente la tua ricerca? Bisognerebbe fare una selezione fra le famiglie dei micro organismi per utilizzare quelli più specifici per la canapa in grado di dare alla pianta la sua massima espressione. Questo però implica la possibilità di fare ricerca alla luce del sole e senza doversi nascondere. Al momento tornerò a ricercare focalizzandomi, ovviamente nella legalità, e quindi sulla cannabis light e cioè su piante a basso tenore di THC. Quello che mi piacerebbe fare sarebbe poter coinvolgere gli istituti universitari e le scuole di agraria presenti sul territorio. Il problema è che quando cominci a parlare di canapa le istituzioni diventano più timorose.

SSIT: Dal punto di vista dell'essiccatura hai scoperto qualcosa di interessante da condividere? In letteratura e quando parli con i coltivatori, alcuni consigliano un ambiente ventilato e altri no, alcuni consigliano di essiccare con le foglie ed altri senza. In base alla mia esperienza, nel nord Italia, si può sviluppare molta umidità e quindi sono convinto che per asciugare meglio le piante le foglie debbano essere rimosse. L'ambiente non deve essere necessariamente ventilato ma deve essere certamente al buio.

SSIT: Una frase del libro mi ha colpito è cioè quando affermi che: «La pianta di canapa è un invito alla resistenza». Cosa volevi dire? Basta pensare a quante volte questa pianta è stata svilita, messa fuori legge e bistrattata come non è mai successo a nessun altro vegetale nella storia dell'umanità. Eppure, nonostante tutto, continua a crescere, svilupparsi, essere raccolta e utilizzata sfidando paura e stupidità di tanti uomini di potere. Nonostante il lavaggio del cervello che i politici benpensanti hanno cercato di fare alla società, perché questa pianta mette in discussione lo strapotere dell'industria della plastica sintetica, della nicotina e del farmaco, ogni primavera, e non solo, c'è chi pone il suo semino nella terra affinché la nostra pianta possa rinnovarsi continuamente e poi dalle nostre parti si semina il 25 aprile.

SSIT: Grazie Marcello, ultima domanda, dove è possibile acquistare il tuo libro? Il libro può essere ricercato in due maniere o presso le librerie del Libraccio di tutta Italia facendo riferimento a quella di Alessandria, oppure tramite una casa editrice romana, Fefé editore, con il titolo: «Elogio della cannabis».


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

CLOCKWORK WEED IL RITMO CIRCADIANO E IL SUOLO RUOLO NELLA CANNABIS

La storia degli esseri viventi è vecchia quanto quella del pianeta Terra, nel corso di miliardi di anni di evoluzione ci siamo perfettamente adattati alle condizioni atmosferiche presenti, come le temperature e il costante alternarsi del giorno con la notte. Uomini, animali e piante hanno sviluppato un vero e proprio orologio biologico interno sincronizzato con i moti terrestri. La Terra esegue principalmente due movimenti simultanei detti moto di rotazione e di rivoluzione, il primo descrive il movimento intorno all'asse polare garantendo giorno e notte in cicli di 24 ore, mentre il secondo indica il movimento della Terra intorno al Sole generando l'alternarsi delle stagioni. Da questo adattamento evolutivo nasce il ritmo circadiano, un complesso sistema biologico con il compito di gestire una vasta gamma di funzioni fisiologiche relazionate con determinati momenti della giornata. Il termine circadiano deriva dal latino, dove circa significa intorno e diano indica il giorno, da qui la parola "intorno al giorno". Ma cos'è esattamente? È definito ritmo circadiano un ritmo biologico endogeno che segue cicli di circa 24 ore. Questa tipologia di orologio interno, presente in ogni organismo, è sincronizzato con il ciclo del giorno e della notte attraverso degli stimoli esterni detti "Zeitgebers", un termine che deriva dal tedesco e significa "indicatori del tempo"; un esempio di Zeitbegers è la luce solare. Negli esseri umani il centro di controllo del ritmo circadiano è situato nel nucleo soprachiasmatico, un gruppo di cellule collocate nell'ipotalamo e si incarica della ritmicità di molteplici funzioni fisiologiche, come la secrezione di ormoni in determinati momenti della giornata, la regolazione della temperatura corporea oppure del ritmo sonno-veglia. Nelle piante è coinvolto nella regolazione di numerosi processi biologici che vanno dal controllo del metabolismo all'attività di fotosintesi, la traspirazione fogliare e i sistemi di difesa contro stress biotici ed abiotici. L'orologio circadiano funziona basilarmente in questo modo, vi sono dei segnali di "input", un "core" e dei segnali di "output". Il core, che è costituito dall'oscillatore, si occupa di gestire le informazioni ricevute dai segnali in entrata rappresentati da un insieme di geni e proteine e di inviarle agli organi corrispondenti in determinati momenti che si ripetono ciclicamente. I segnali di input possono essere provocati da fattori o necessità interne alla pianta oppure da fattori esterni come la luce e la

Uomo vitruviano e ritmo circadiano.

temperatura. Un esempio pratico di ritmo circadiano è il movimento compiuto dalle foglie ancora prima che sorga il sole, infatti l'orologio circadiano prepara la pianta all'albeggiare provocando l'innalzamento delle foglie. Alcuni studi hanno evidenziato il perdurare di questa ciclicità anche in piante poste totalmente al buio; per alcuni giorni le piante hanno continuato a seguire il loro orologio interno innalzando le foglie al medesimo orario anche in assenza di luce. Quindi possiamo concludere che le piante possiedono un orologio biologico interno indipendente che attraverso stimoli esterni detti Zeitgebers si sincronizza con l'ambiente circostante. Un altro esempio di ritmo circadiano nelle piante è rappresentato dalla gestione dei carboidrati, infatti le piante producono zuccheri attraverso la fotosintesi che si svolge durante il giorno in presenza di luce, quindi una parte di questi carboidrati viene immagazzinata sotto forma di amido come riserva notturna. Le piante mediante l'orologio circadiano riescono a valutare la durata della notte e di conseguenza a calibrare la velocità di degradazione dell'amido in modo tale che sia sufficiente per tutta la fase notturna. Cosa riguarda la cannabis? La comprensione del ritmo circadiano di una pianta e più in particolare quello di uno specifico strain potrebbe aiutarci a migliorarne la resa e la qualità finale. Attraverso delle accurate osservazioni ed analisi possiamo scoprire di quali accorgimenti hanno bisogno le nostre piante e stabilire i tempi e i modi migliori per l'esecuzione dei lavori come ad esempio l'orario in cui si irriga oppure il momento

più adatto per polverizzare o per potare le piante. Nelle coltivazioni indoor potrebbe essere molto utile l'impiego un controller per la gestione di illuminazione e clima in grado di simulare alcune condizioni ambientali naturali come l'alba e il tramonto e che permettano un cambio graduale della temperatura, non repentino ma preparatorio al cambiamento. Anche la regolazione di accensione e spegnimento delle luci in sincronia con l'ambiente naturale esterno è un ottimo accorgimento. Un altro aspetto importante riguarda la genetica delle piante che coltiviamo, molto spesso i growers durante la selezione di nuovi strain valutano solo poche caratteristiche come la struttura della pianta, le sue qualità organolettiche e la resa finale, senza tenere in considerazione

aspetti che riguardano il suo ritmo circadiano e la sua sincronizzazione con l'ambiente in cui crescono, con il risultato finale di eleggere piante disadattate. Inoltre le piante al pari degli umani possono soffrire il jet lag se sottoposte ad ampi cambiamenti di fuso orario; il jet lag è un fenomeno che si verifica quando una persona attraversa velocemente vari fusi orari come accade in un viaggio in aereo e provoca alcuni sintomi come sonnolenza, emicrania e difficoltà motorie dovuto dalla mancanza di sincronizzazione tra il nostro orologio circadiano e il nuovo orario. Infatti i cloni di marijuana provenienti da oltreoceano hanno bisogno di attenzioni particolari prima di adattarsi al nuovo ambiente. La scelta migliore ricade sul coltivare varietà autoctone nate già in sincronia con l'ambiente di crescita.

RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 16 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

A B C D B D C D A C

11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20.

B D C A C B A D B A


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INFORMAZIONI DI BASE di Rich Hamilton

Come il Delta-8-THC sta creando fermento nel mercato legale dalla canapa che contengono cadauna 10 milligrammi di delta-9 THC e 100 milligrammi di CBD, nel tentativo di portare lo spettro completo al livello successivo.

Negli ultimi 18 mesi il Delta-8-THC ha creato fermento nel mercato legale della cannabis degli USA. Psicoattivo più tenue del Delta-9-THC, il Delta-8 è creato a partire da un distillato di CBD derivato dalla canapa a prezzo contenuto e viene isolato. Può quindi essere venduto come prodotto di cannabis regolamentato. Il Delta-8 è un cannabinoide minore che costituisce meno dello 0,1% della composizione chimica della pianta di cannabis. Oltre a essere lievemente psicoattivo, il Delta 8 supporta il sistema endocannabinoide, contribuendo a processi fondamentali dell’organismo che riguardano il nostro benessere generale, proprio come il CBD. Quindi, se il Delta 8 è tecnicamente THC, deve essere classificato come sostanza illecita, a livello federale. Beh, il punto è questo: tecnicamente è legale a livello federale. Il Farm Bill del 2018 ha fatto sì che la canapa fosse declassata a sostanza illecita. In precedenza, tutte le forme di cannabis, fossero esse derivate dalla canapa o dalla marijuana, erano illegali da acquistare, vendere, detenere e consumare. Tuttavia, in seguito al Farm Bill, la canapa può essere acquistata e utilizzata legalmente in tutti e 50 gli Stati americani. Questo significava che era legale fare consumo di qualsiasi forma di canapa, compresi gli estratti e concentrati dei suoi composti. Il CBD è un grande esempio: il CBD è il cannabidiolo, il composto predominante della canapa e può essere assunto legalmente in varie forme. La stessa logica deve quindi essere applicata al Delta-8. È legale perché deriva dalla canapa. La canapa è legale perché non contiene più dello 0,3% di THC, il che la rende tecnicamente una sostanza non psicoattiva. Il Delta 8 è illegale in Alaska, Arizona, Arkansas, Colorado, Delaware, Idaho, Iowa, Mississippi, Montana, Rhode Island e Utah. È (attualmente) legale in tutti gli altri Stati, il che significa che si potrebbero acquistare prodotti a base di Delta-8 allo stesso modo dei prodotti a base di CBD in uno Stato in cui la cannabis non è consentita né a livello ricreativo né a livello

medico. Ciononostante, numerosi legislatori a livello statale stanno cominciando a stabilire che andrebbe classificata come sostanza controllata e ne stanno vietando la vendita. Tutto ciò deriva da una lacuna normativa e a livello di ricerca sui cannabinoidi sintetizzati e sulla loro sicurezza. Non sono felici neanche i coltivatori di cannabis. È molto più economico convertire il CBD isolato in Delta-8-THC e anche Delta9-THC piuttosto che coltivare la cannabis per il suo THC. Ci si preoccupa quindi che questi nuovi prodotti sintetizzati possano influire significativamente sulle vendite di cannabis coltivata da pianta. Per il momento, comunque sia, gli affari vanno a gonfie vele! Un franchising di vendita al dettaglio di CBD in Ohio ha dichiarato che i prodotti di Delta-8 THC rappresentano attualmente il 60% del fatturato. I clienti stanno comprando Delta-8 THC più del previsto e i prodotti hanno un successo tale che stanno in qualche modo cannibalizzando le vendite di CBD. Il successo del Delta-8 è senza dubbio il risultato delle sue moderate qualità psicoattive, cosa con cui il CBD non può competere. Mentre i limiti statali sul THC delta-8 derivato dalla canapa cominciano a inasprirsi, i produttori e i rivenditori non la prendono alla leggera. Le aziende non smetteranno di fare prodotti come il Delta-8 THC, non quando si dimostrano redditizi ed economici da produrre. Uno dei prodotti che emerge da questo nuovo mercato è il THC-O-Acetato. Più potente del THC delta-9 e con effetti molto più duraturi, il THC-O-acetato si ottiene dal THC delta-8 derivato dalla canapa. Molti stanno già passando al THC-O-acetato, sostenendo che è legale perché, tecnicamente, non è né THC né un isomero del THC. In parole povere, dato che il THC Delta-8 è vietato in sempre più Stati, i produttori stanno creando una sostanza derivata che non è vietata. Fra gli altri prodotti che stanno arrivando sul mercato figurano prodotti a elevato contenuto di CBD e con un basso rapporto di THC. La “Trojan Horse Cannabis”, con sede in Colorado, sta producendo caramelle gommose derivate

Il prodotto è formulato a circa lo 0,2% di THC e non c’è conversione o creazione di cannabinoidi, il che lo rende tecnicamente legale. Questi prodotti si rivelano estremamente interessanti per i rivenditori alla ricerca di qualcosa che sostituisca il Delta8-THC e che consenta di ottenere profitti analoghi. La domanda di Delta-8 ha colto tutti di sorpresa negli ultimi 18 mesi, sconvolgendo il mercato legale della cannabis e scatenando un enorme dibattito. I coltivatori di cannabis temono che questi prodotti sintetizzati possano scalzarli e portarli alla bancarotta. I legislatori a livello statale sono in fermento perché stanno cercando di sviluppare nuove normative complete che regolamentino il Delta-8 e tutti i nuovi prodotti che inevitabilmente arriveranno sul mercato.

“Il Delta-8 è simbolico; è il gusto del mese, ci sono altri cento o più sapori del mese da esplorare e innovare”, ha dichiarato Garrett Graff, avvocato specializzato nel settore della cannabis dell’Hoban Law Group di Denver. Ritengo che questo sia un esempio perfetto del grosso problema della legalizzazione. Sarebbe terribile perdere l’autenticità e l’esperienza derivante dal consumo di materia vegetale naturale per un prodotto di laboratorio. Secondo me non ci sono paragoni. Quando si parla di commercializzazione su vasta scala, è difficile tenere lontano chi cerca solamente di fare soldi facili e veloci. Pensate a un diamante; cosa preferireste avere in un gioiello? Una pietra preziosa che si è formata naturalmente nel corso di migliaia di anni? Oppure una versione “simulata” creata da un macchinario a una frazione del prezzo?! Cosa ha di speciale? Voglio dire, è la stessa cosa? Direi che non lo è per nulla.


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CRIPTOVALUTA di sudestfam@protonmail.com

DAL BITCOIN A CHIA PROTOCOLLI PER UN MINING SOSTENIBILE Ancora non è passato un anno da quel fatidico 13 maggio 2021, giorno in cui Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX, ha annunciato tramite un tweet la sospensione dei pagamenti in Bitcoin per l'acquisto delle sue automobili, provocando un crollo spaventoso della più famosa criptovaluta, seguito da tutte le altre.

Mining rig, immagine di Лечение Наркомании su Pixabay.

Cosa ha fatto cambiare idea alla stessa persona che solo alcuni mesi prima aveva investito in Bitcoin circa 1,5 miliardi di dollari facendone schizzare il prezzo alle stelle? Al centro della retromarcia compiuta dal signor Musk ci sono le critiche rivolte all'enorme impatto ambientale generato dal mining del Bitcoin e da tutte le criptovalute che utilizzano lo stesso protocollo crittografico. Queste critiche si fondano su dati più che veritieri, infatti il protocollo utilizzato dal bitcoin si basa sulla "proof of work" (PoW), ovvero una "prova di lavoro", che prevede la risoluzione di complessi calcoli matematici per minare o validare ogni transazione effettuata con la criptovaluta e in cambio i minatori vengono ricompensati con essa. Per far ciò sono impiegati dei potenti computer che consumano enormi quantità di elettricità. Vediamo in cosa consiste il mining di Bitcoin partendo dal presupposto che il numero di Bitcoin presenti nella rete è già definito e si attesta esattamente a 21 milioni, la maggior parte dei quali sono già in circolazione e una piccola parte invece deve essere ancora estratta dalla rete. Per estrarre i Bitcoin rimanenti è necessario l'impiego di hardware specifico come schede grafiche di ultima generazione

pensate per il gaming. Inoltre, man mano che i Bitcoin vengono estratti, la difficoltà dei calcoli aumenta sempre di più al pari dell'energia elettrica necessaria per la loro risoluzione. Occorre fare una precisazione per comprendere meglio il funzionamento delle criptovalute: il minatore, oltre ad estrarre nuove monete, si incarica anche di eseguire il processo di validazione di ogni singola transazione effettuata con le criptomonete, necessario per la creazione di un nuovo blocco contenente le informazioni e aggiungerlo alla blockchain, il libro mastro digitale su cui si basano la maggior parte delle criptovalute. Il processo di validazione nel caso del Bitcoin impiega il già citato protocollo di consenso PoW. Dalla nascita del Bitcoin avvenuta nel 2009 sono stati sviluppati nuovi protocolli più evoluti come la "proof of stake" (PoS), traducibile in "prova della posta in gioco", un meccanismo di consenso su cui si sta spostando la rete Ethereum e che prevede il possesso da parte del minatore di una certa quantità di monete - in questo caso Ether - per essere selezionato come creatore di un nuovo blocco. La selezione avviene in base a differenti criteri, come la quantità di monete presenti nel proprio wallet oppure l'anzianità delle monete

possedute. La PoS fa un uso più moderato di energia elettrica per eseguire i processi di validazione ed è costruita in modo tale da garantire una decentralizzazione maggiore della rete. Ma ancora non è abbastanza per definire una criptovaluta davvero green. La ricerca di soluzioni alternative al problema dell'elevato consumo energetico dei sistemi proof of work ha fatto emergere il concetto di "proof of capacity" e più in particolare quello di "proof of space-time" (PoST) un protocollo di consenso a basso impatto ambientale che basa il suo funzionamento sulla potenza di archiviazione disponibile come ad esempio lo spazio libero sugli hard disk dei nostri computer. La PoST, ovvero prova di spazio-tempo, prevede che il miner invii una prova al provider del sistema per dimostrare che riserva una determinata quantità di memoria per un certo periodo di tempo. Invece di prestare la potenza di calcolo di un computer in questo caso è la quantità di spazio di archiviazione riservato alla rete il perno del sistema. Riservando questo spazio il minatore dimostra un interesse legittimo di partecipazione alla rete per il quale viene ricompensato. Chia Coin è l'esempio concreto di criptovaluta che basa il suo

Hard disk server.

funzionamento sul protocollo di consenso PoST. Nata dalla mente geniale di Bram Cohen, già creatore della più famosa piattaforma di condivisione BitTorrent, il meccanismo di Chia prevede la creazione di parcelle sul proprio spazio di archiviazione contenenti le possibili soluzioni ai quesiti matematici proposti dalla rete per la creazione di nuovi blocchi nella blockchain, queste parcelle sono denominate "plot" e il minatore in questo caso assume il ruolo di "farmer" cioè coltivatore. Quindi il farmer semina nello spazio disponibile e raccoglie delle rewards ogni qualvolta la rete incontra le soluzioni all'interno delle sue parcelle. Per comprendere meglio il suo funzionamento bisogna immaginare il mining di Chia come il gioco del bingo. La quantità di energia elettrica necessaria all'esecuzione dei processi di mining risulta irrisoria generando un'impronta ecologica quasi nulla. Altre criptovalute degne di nota che basano il loro protocollo di consenso sulla potenza di archiviazione sono Filecoin, Spacemint e Signum. Quest'ultimo è un progetto molto interessante che propone novità sostanziose, ma lo approfondiremo in un altro articolo. Criptovalute e finanza decentralizzata rappresentano il futuro, costruirlo in maniera sostenibile è un nostro dovere!


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SHOPS

15 ANNI DI HIERBA DEL DIABLO, REGGIO EMILIA Dietro il bancone di questo negozio emiliano troviamo Gian Paolo, un pioniere, in prima linea da 15 anni. All’avanguardia nei prodotti per la coltivazione, un catalogo sempre aggiornato dei migliori semi da collezione e un reparto fumatori con oggettistica ultra innovativa, quest’anno Hierba del Diablo festeggia un importante anniversario. Abbiamo chiesto a Gian Paolo come sono stati questi anni di avventure...

SSIT: Come sei arrivato a diventare un punto di riferimento in Emilia Romagna? Il negozio nasce a ottobre 2006 grazie alla passione per il mondo della coltivazione indoor e tutto quello che ne deriva. Da quando ho aperto, ho visitato le fiere cannabiche di tutt’Europa per scovare quanto di meglio sul mercato

internazionale, sia dal punto di vista dei semi che dell’oggettistica per fumatori. Da Hierba del Diablo si trovano stimoli per l’informazione alternativa, ma anche a livello di breeding e di coltivazione in generale.

SSIT: Come hai visto evolvere il mercato delle banche del seme? La mia selezione si è voluta con il mercato: all’inizio c’erano gli olandesi con le più forti banche del seme, penso a marchi storici come Sensi Seeds, Greenhouse, Serious Seeds, Dutch Passion e Barney Farm. Poi ho cominciato a lavorare con gli spagnoli Trikoma Seeds, del quale sono ditributore in Italia, Pyramid Seeds, Sweet Seeds, Positronic e Genetik Seeds. Nell’ultimo periodo sono stato tra i primi a decidere di trattare le genetiche americane più interessanti quali Cali Connection, Rare Darkness e Moxie Seeds.

trattiamo le migliori novità americane come: Da Vinci, Pax ed il nuovissimo Dynavap (tecnologia ingegneristica californiana) il cui concetto è molto interessante perché si tratta di un vape senza batteria fornito del corredo di strumenti necessari per assaporare il gusto di olio e resine secondo il concetto della thermal extraction.

SSIT: Fra tutte le genetiche che conosci quale ti hanno impressionato maggiormente? Certamente le migliori genetiche del Dios de la Cannabis Howard Marks aka Mr Nice che ho avuto il piacere di conoscere ( me lo sono anche tatuato) insieme al suo breeder Shantibaba con cui ha creato il banco del seme Mr. Nice Seed bank.

SSIT: Sappiamo che Hierba del Diablo è sempre precursore per l’oggettistica e vaporizzatori, cosa hai di speciale in questo momento? Intanto a Reggio Emilia sono distribuitore esclusivo per la RooR, Pure Smoke Culture, l’artigianato del bong tedesco al servizio del consumatore più esigente. Poi, a livello di vapes, sono distributore di vaporizzatori personalizzati di ottima qualità e a prezzo contenuto, inoltre,

SSIT: Oltre al Dynavap hai qualche altro prodotto interessante per i nostri lettori? Certamente: il Phenopen, un dispositivo per inalazione tipo penna per uso medico ricaricabile con estrazione full spectrum di 360 mg di CBD e CBV contenente 75% totale di cannabinoidi (cannabidiolo, cannabivarina, cannabigerolo) più terpeni e flavonoidi. Si tratta di un vape di fascia alta che utilizza estratto di CBD puro al 100%. La pontente batteria è combinata con l’attuatore per la vaporizzazione che favorisce l’uso comodo e rapido. La penna è dotata di vibrazione per replicare la sensazione d’inalazione e di luce per indicare quando ricaricare.

Hierba del Diablo Viale Monte Grappa, 27c, 42121 Reggio Emilia RE, Italia www.hierbadeldiablo.com


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MEDIA di Giovanna Dark

SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA LEGGI MAURA GANCITANO E ANDREA COLAMEDICI - LA SOCIETÀ DELLA PERFORMANCE Per quanti di voi hanno tra i buoni propositi del nuovo anno quello di usare i social il meno possibile, il libro di questa coppia di filosofi contemporanei può essere illuminante. Maura Gancitano e Andrea Colamedici raccontano benissimo la nostra corsa ai like, il bisogno continuo di consensi e la ricerca ossessiva di esperienze instagrammabili o da trasformare immediatamente in materiale per riaffermare uno status, per essere sempre visibili e non farci dimenticare. Siamo stati educati a pensare che la vita è una gara in cui è necessario eccellere, siamo spinti alla competizione fin da piccoli

ma è davvero questa la misura per potersi dire vincenti? Normalizzare il fallimento o il fatto di non essere assolutamente speciali, rappresenta la nuova frontiera del benessere psicologico e Maura e Andrea non fanno altro che guidarci in un percorso alla fine del quale è possibile letteralmente di tirare un sospiro di sollievo. Lontano anni luce dal classico manuale di self-help, "La società della performance" è un testo fondamentale per navigare le ansie create dal nostro quotidiano e, magari, creare una nuova prospettiva. Perché come scrivono gli autori: "Non si è liberi se si è soltanto liberi di consumare. Si è liberi se e solo se si è liberi di partecipare, di costruire attivamente il mondo che si abita.

recente follia dell'internet, che ha portato all'assalto di Capitol Hill lo scorso 6 gennaio e ad altre tragedie.

Di prendersi la responsabilità di giocare sul serio a essere umani".

Lo trovate sul sito www.edizionialegre.it

gloriosamente fatto. Alla fine del mese di somministrazione ripete la stessa serie di test ma non voglio spolierare... "Super High Me" è quello che si definisce "mockumentary", ovvero non ha alcuna

Edito da Edizioni Tlon, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

ASCOLTA LA Q DI PODQAST - DIALOGHI SUL COSPIRAZIONISMO Negli ultimi anni è emersa in modo impressionante una cultura di destra che, mescolando riferimenti ai fascismi e visioni reazionarie, razziste e sessiste della società con un accentuato complottismo, si è caratterizzata per un tratto spirituale ed esoterico con paradossali aspetti pop di massa. "La Q di Podqast" compie innanzitutto un'operazione di ridefinizione semantica e linguistica dei termini usati per descrivere il fenomeno vago delle "teorie del complotto" e spiega come le "fantasie di complotto" - categoria distinta dalle cospirazioni reali, attestate e documentabili - non siano altro che uno dei puntelli fondamentali per il mantenimento dello status quo. Questa la visione di WuMing1 - autore del libro "La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni: come le fantasie di complotto difendono il sistema"- che assieme ad esperti di nuovi media, di controllo sociale e addirittura di illusionismo, ci racconta di come tutti noi abbiamo creduto prima o poi ad una fantasia di complotto e ci spiega che è una cosa del tutto normale. Perché il nostro bisogno di meraviglia, di intrigo e di mistero è una cosa innata ma è bene sapersi fermare prima di scivolare nella cosiddetta "tana del coniglio". Se a questo si aggiunge che chi ha iniziato il movimento QAnon si è direttamente ispirato ad un libro che 20 anni fa WuMing1 assieme ai suoi soci scrisse con lo pseudonimo di Luther Blisset, beh val bene la pena di ascoltare le 8 puntate e, forse, svelare finalmente il mistero sulla più

GUARDA SUPER HIGH ME Ricordate il documentario "Super Size Me" dove il protagonista mangiava da McDonalds per un mese per vedere gli effetti sul suo fisico? Ecco, in "Super High Me" invece di cheeseburger, ci si ingozza di canne. Doug Benson - il protagonista e attore comico americano - passa prima un mese a non fumare erba, e si sottopone ad una serie di test, che vanno dalle misure della pressione sanguigna e del numero di spermatozoi ad uno che registra la sua capacità psichica. Poi, dopo aver ricevuto giudiziosamente una prescrizione di cannabis da un medico della California, procede a passare il mese successivo

pretesa di essere un documentario che fa riflettere, ma piuttosto un film in cui buona parte del girato è improvvisato su una sceneggiatura. Ma certamente offre abbastanza umorismo per mantenere anche i non appassionati di cannabis col sorriso sulle labbra per una buona ora e mezza. Certo alcune battute potranno suonare datate e le tematiche assolutamente non innovative - il film è uscito nell'ormai lontano 2007 - ma il punto allora era quello di normalizzare la cannabis in un'America che si affacciava appena all'idea di poter legalizzare per uso medico. Possiamo quindi annoverarlo annoverarlo a buon diritto tra le pellicole che hanno fatto la storia! Disponibile in streaming online



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Bear Bush Botanical Collective Bear Bush Brescia

Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 393-9659751 mail: bearbushbrescia@gmail.com Instagram: Bear Bush Brescia Facebook: Bear Bush Brescia

Bahia Grow Shop Torino

EverGreen

Bear Bush Cecina

Viale della Repubblica 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 342-1261029 mail: bearbushcecina@gmail.com Instagram: Bear Bush Cecina Facebook: Bear Bush Cecina

Via G. Marconi 87036 Rende (CS) Tel 0984/401984 Cell 3886288734

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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza

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Growerline, Pomezia

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Orto Biologico Shop, Cagliari Via Tigello 60 Cagliari Orari di apertura: 09:00 - 13:00, 16:00 - 20:00 Tel. 070-653170 orto_biologico@hotmail.it Sabato sera chiuso

Orto Biologico Shop

Yerba Santa

Via Eleonora d'Arborea 65 Cagliari Orari di apertura: 10:30 - 13:00, 16:30 - 20:30 Tel. 070-65990 yerba.santa@hotmail.com Lunedi mattina chiuso

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7 8 Dream Planet Smartshop

Do.Is. Growshop Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo

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EverGreen

Domani Smetto Grow & Seeds Shop

Via Figurella 2 ,Catona 89135 Reggio Calabria Tel 0965/301974 Cell 3886288734

www.bearbush.it

Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì

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14 Jò Bulk Seeds Via Pascoli 60 47841 Cattolica (RN) Telefono: 0541.950533 348 8235174 Email: info@jobulkseeds.com

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Bear Bush Botanical Collective

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Bear Bush Bari

Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 080-5536618 +39 340-5445453 Facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari

New Biogroup Alessandria

Bear Bush Fasano

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Via Roma 273 72015 FASANO BR fasano@bearbush.it +39 351-9210900 mail: bearbushfasano@gmail.com Instagram: Bear Bush Fasano Facebook: Bear Bush Grow Shop Fasano

www.bearbush.it

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Legalized

New Energy Grow Piacenza

Indirizzo: Via Alberto Scoto, 9/A, 29122 Piacenza PC, Italia Orari: Lu-Sa 11-12.30 e 15-19 Telefono: +39 0523 590953

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Gillyweed Grow Shop

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Naturalstore Via Cherubini, 6 63074 San Benedetto del Tronto (AP) info@naturalstore.it telefono: 0735 650968

9 Greenfield Farm

W W W. 4 2 0 H E M P. I T

CHACRUNA Hemp & Growshop

Chacruna TRENTO dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso Tel: 0461 922896 Chacruna BOLZANO dal 2013 Via Cavour 3B – Tel. 0471 975106 Chacruna Dispensary e Info Point - dal 2019 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso email: shop@chacruna.it Chacruna Cannabis Social Club – dal 2021 email: chacrunacsc@gmail.com Website: www.chacruna.it ChacrunaShop / INSTAGRAM: chacrunaofficial

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INTERVISTA di Fabrizio Dentini

IL CANADA A TRE ANNI DALLA LEGALIZZAZIONE

TELEFONATA A GEORGE SMITHERMAN, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CANADESE DELLA CANNABIS Il 17 ottobre scorso il Canada ha festeggiato i primi tre anni di legalizzazione della produzione, distribuzione e vendita di cannabis. Un anniversario importante che ci permette di tirare le somme per comprendere come si sviluppi un mercato regolamentato sorto dal nulla, quali siano state le sfide incontrate sul cammino e quali saranno quelle che dovrà affrontare nel futuro. George Smitherman è il Presidente dell'associazione conosciuta come 3C: il Consiglio Canadese della Cannabis. L'associazione raggruppa i principali produttori autorizzati e la sua missione è di sostenere lo sviluppo industriale del settore.

SSIT: Dai primi giorni della legalizzazione ad oggi come si sono sviluppate le relazioni con le comunità e le istituzioni locali? C'è stata e rimane ancora diffidenza nei confronti dell'industria della cannabis? Bisogna essere onesti, lo stigma che ha accompagnato la cannabis per un secolo resta ed il lavoro da fare rimane molto. Il Canada è un paese immenso e diverse comunità hanno visto la cannabis in maniera differente. Bisogna sottolineare che la nostra industria è davvero molto ben distribuita in tutte le province del paese e questo rappresenta un mezzo importante per stabilire relazioni con tutte le comunità a livello nazionale e non solo in una provincia specifica. Detto questo, all'interno di ogni regione, è possibile che si sviluppino diversi approcci e diverse attitudini e mentre alcune comunità hanno celebrato il miglioramento economico portato dalla nostra industria, altre sono frustrate dalle pratiche agricole come quelle che riguardano l'inquinamento luminoso prodotto dalle serre. In alcune municipalità, infatti, dove viene coltivata molta cannabis, durante la notte la luce fuoriesce dalle serre e le autorità locali stanno cominciando ad attivarsi per costringere le società a gestire questo problema, soprattutto nelle aree più rurali. A volte, invece, riceviamo lamentele rispetto all'odore che fuoriesce dalle serre quindi le ditte

stanno lavorando per introdurre nuove tecnologie e ridurre anche questo tipo di rischio.

SSIT: Una delle prime direttive per ricevere l'autorizzazione necessaria a produrre cannabis dal Ministero della Salute è proprio quella di disporre di un'istallazione dove tassativamente non fuoriesca alcun odore. Come è possibile che si verifichino queste situazioni? Una delle realtà che affrontiamo è che i nostri membri sono autorizzati, ma ci sono molti altri coltivatori di cannabis che operano illegalmente o, qualche volta, con un piede nella legalità e un altro nell'illegalità e sempre su grande scala. Le licenze dei nostri membri sono sono tutte accessibili sui registri pubblici nel sito del Ministero della Salute, al contrario, le licenze per coltivazione personale o per persona designata, fornite sempre dallo stesso Ministero nel contesto della produzione di cannabis medica, possono uscire dal controllo e diventare fonte di illegalità [ndr. in Canada sono circa 45.000 i pazienti con autorizzazione a coltivare cannabis personalmente o attraverso una persona designata]. Spesso sono proprio queste situazioni che producono l'odore contestato dalle municipalità. Siccome però, sono grandi, la maggioranza delle persone da per scontato che agiscano all'interno del quadro legale.

SSIT: In quale maniera l'industria della cannabis ha cambiato il vostro paese? L'impatto si riflette nei venti miliardi di dollari investiti. Una maniera per rispondere è concentrandosi su quanto sia stato costruito, in termini d'infrastrutture altamente moderne, dedicate sia alla produzione che alla vendita. In alcune municipalità, durante il periodo del confinamento, mentre la maggioranza delle attività economiche marcava drammaticamente i record più negativi, sono stati investiti fondi per creare nuovi punti vendita aperti al pubblico. Adesso alcuni si preoccupano perché in alcuni circondari ce ne sono troppi, ma la verità è che questi

rappresentano investimenti individuali di milioni di dollari in tutte le circoscrizioni del nostro paese, paese, per paese ed ognuno di questi negozi significa dai cinque ai venti lavoratori. A livello economico si notano gli investimenti, gli appalti, la tecnologia e molti industrie differenti traggono benefici da questo mercato.

loro non devono testare i prodotti, non hanno bisogno di pensare ad imballaggi resistenti a prova di bambini, possono pubblicizzare i prodotti online, non devono pagare stipendi regolari ai loro impiegati e per ultimo lo svantaggio più severo è quello che riguarda la restrizione sui limiti massimi di THC negli edibles.

SSIT: E dal punto di vista sociale?

SSIT: Nel 2020 avete accolto nella vostra associazione molte imprese con licenze per microcoltivazione?

Dal punto di vista sociale stiamo ottenendo buoni risultati riguardo i due principali obbiettivi. Quello di ridurre la partecipazione dei giovani al consumo di cannabis e tutti i dati ci confermano che, sino ad oggi, la direzione sia quella giusta, perché abbiamo rimandato l'esordio dei giovani al consumo. La seconda sfida per la salute pubblica, ovviamente, è quella di eliminare le vendite illegali e questa procede in maniera più lenta perché gli operatori del mercato nero sono veramente in trincea ed i loro modelli di business sono fortemente integrati e con basi molto solide. Il terreno di gioco non è uguale per entrambi, ed il mercato nero ha vantaggi sotto tutti gli aspetti:

Certamente ed offriamo loro la partecipazione alla nostra associazione attraverso condizioni finanziarie molto favorevoli. È certo che il modello micro permette ai produttori di transitare dalle loro radici nell'illegalità ad una superficie legittima ed approvata e, così facendo portarsi dietro la propria clientela.

SSIT: Come si sente a lavorare con imprese il cui retroterra è evidentemente illegale? Ho lo stesso retroterra in quanto consumatore quindi non ho nessun tipo di problema.


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CANNABIS di Franco Casalone

CIAO GALENO UN ULTIMO RINGRAZIAMENTO A UN MAESTRO DI VITA E CONOSCITORE DELLA CANNABIS Galeno era il mio vicino di grotta in Himalaya. Lui era già li da tanti anni. Una delle migliori "mani" per fare una crema di altissima qualità, al pari o meglio dei più esperti charsì locali. Viveva facendo maglioni di lana, raccogliendo funghi e ha anche scritto un paio di libri. Uno, "Racconti Grotteschi" sul vivere quotidiano in un posto fuori dal mondo ma molto più reale del nostro, e sul nostro mondo visto dall'alto (e ascoltato attraverso le radio ad onde corte di tutti i paesi del mondo). L'altro "S-Fumature", una raccolta di poesie filosofiche sulla nostra follia. Galeno era un maestro di vita e un grandissimo conoscitore ed estimatore della cannabis. Galeno ci ha lasciato, senza clamore e senza rancori, come ha sempre vissuto. Ma la sua vita è stata un insegnamento continuo per tutti quelli che l'hanno conosciuto: il vivere

senza nessuna pretesa ma accettando con semplicità tutto e tutti. Rispettando il Mondo nella sua totalità. Negli ultimi anni, cacciato dall'India perché senza visto, era stato un aiuto prezioso in casa e nei campi, e quando potevamo fumarci un chiloom di Charas (spesso dalla canapa industriale) era sempre una festa e un ricordo delle nostre montagne... Aveva da poco fatto ristampare i suoi libri: sono una visione importante, semplice e necessaria del mondo. Nell'articolo a pagina 29 parlo di autosufficienza come unica via ad una sostenibilità per l'ambiente. Galeno aveva cercato di essere in armonia con tutto e autosufficiente per quanto possibile, e aveva realizzato che si può vivere in una comunità della grandezza naturale di un villaggio. Una realtà intorno alle 1000 persone, dove c'è qualcuno che sa fare

meglio degli altri alcune cose ma dove si è tutti orgogliosi di saper fare e saper dare nel momento di bisogno. Fare fa Re, Dare è da Re (da "S-Fumature"). Adesso, dopo la costruzione della strada e il cambiamento brutale dei bisogni di vita quotidiana, quello che era cultura è diventato folklore. Tutte le famiglie avevano decine di pecore e capre, e qualche mucca. Adesso, visto che i giovani non vogliono più occuparsi degli animali, la maggior parte delle pecore e delle mucche sono state vendute e la vita che Galeno aveva riconosciuto come unica via possibile di fronte al suicidio tecnologico sta scomparendo. E sta sparendo la capacità di sopravvivere. Da noi è scomparsa da tempo. Qualche giorno fa, in montagna, sono morti due escursionisti dal freddo: non sono stati nemmeno capaci di accender-

si un fuoco... Qualunque innovazione tecnologica sulla produzione di Charas non riuscirà mai a raggiungere la qualità della "crema" fatta a mano: scegliendo le piante al giusto tempo di maturazione, applicando ad ogni cima una pressione delle mani diversa, a seconda della loro consistenza, resistenza e resinosità, sapersi fermare prima che si comincino a rompere le foglioline e la cima fra le mani cominci a rilasciare linfa fresca, saper lavorare il prodotto appena estratto per liberarlo dall'umidità residua. Saperlo conservare e maturare, perché il Charas è come il vino: non bisogna consumarlo subito. Galeno aveva imparato a far questo con amore e con rispetto, come ogni sua azione verso il creato. Grazie Galeno. Grazie di tutto.


54 COLOFON Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Franco Casalone, Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

L'imperdibile SSIT esce l'

11 febbraio 2022

INDICE PUBBLICITÀ Nome Pagina Advanced Hydroponic 5 Advanced Nutrients 1 Advanced Seeds 17 Atami 31 Bahia Growshop 49 Bahia Growshop 50/51 Barney's Farm 21 Bear Bush 43 Bear Bush 50/51 Bear Bush 50/51 Campo di vanapa 50/51 Canapa Mundi 25 Canapando IT 55 Canna 2 Cha Cruna 50/51 City Jungle 53 Cvltvs 49 Do.Is. 50/51 Doctor's Choice 14 Domani Smetto 50/51 Dream Planet 49 Dream Planet 50/51 Dutch Passion 9 Dutch Trimming Company 53 Eden Green 49 Evergreen 50/51 Evergreen 50/51 Fior di Canapa 11 GEA Seeds 1 Gillyweed Grow Shop 50/51

Greenfield Farm 50/51 Growerline 50/51 Happy Life 49 Hemporium 50/51 Hierba del Diablo 45 Hydrorobic 11 Idroponica 1 Indoorline 35 Jò Bulk Seeds 50/51 Jorge Cervantes 26 Legalized 50/51 Linea - Herba 53 Mama publishing 45 Microhemp 27 Natura Store 50/51 Near Dark 45 New Biogroup 50/51 New Energy 50/51 Orto Biologica 50/51 Paradise Seeds 1 Paradise Seeds 19 Phytolite 47 Primitiae 1 RQS 37 Salon the CBD 3 Sanlight 49 Sweet Seeds 1 Sweet Seeds 56 The Seed Side SM 1

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