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LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985

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Cannabis legale in Europa: l'anno che verrà Mentre il mondo spera che il nuovo anno sia finalmente libero dall'incubo Covid, ci sono alcune cose per cui rallegrarsi: prima fra tutte la nuova onda verde che pare sia in procinto di investire l'Europa.Se fino ad un paio d'anni fa l'UE tentennava sul tema legalizzazione cannabis, ora che la Germania ha pronunciato la sua dichiarazione d'intenti Bruxelles si dovrà arrendere al fatto che non importa cosa decidano di fare gli altri Stati membri (Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Malta e, naturalmente, l'attuale ritardatario, la Francia), ormai il dado è tratto.

Il discorso pubblico e politico sulla cannabis in Europa - forse proprio grazie pandemia ha infatti fatto passi da giganti nell'anno appena trascorso e quello che verrà si preannuncia denso di avvenimenti. La piccola isola di Malta - ne parliamo pagina 15 - ha aperto questo dicembre la strada per una riforma effettiva, formale e federale della cannabis ricreativa all'interno dell'Unione Europea. Anche il Lussemburgo, a quanto pare, stava solo aspettando che un altro paese facesse il salto e - dopo averlo promesso nel 2018 quando il nuovo governo di coalizione ha preso le redini del paese - ora non ha davvero scuse per ulteriori ritardi. Per il Portogallo poi la liberalizzazione della cannabis sembra inevitabile. Non appena il fumo delle elezioni generali del 30 gennaio

si diraderà, e non importa chi vincerà, il paese avrà bisogno di una fortissima spinta economica e la legalizzazione della cannabis pare essere la soluzione più semplice da attuare. Oltre a questo, la Spagna potrebbe seguire il modello olandese per formalizzare la produzione per i suoi club nei prossimi 12-24 mesi. Aspettatevi poi di vedere l'Austria, la Repubblica Ceca, la Grecia e potenzialmente gli outsider come il Belgio iniziare a muoversi con il gregge, anche se inizialmente nella creazione di mercati sperimentali. Tra questi Stati anche la nostra Italia che, grazie al referendum popolare in corso di preparazione, ha davanti l'ennesima chance per dare il colpo di grazia al mercato nero. Questi piccoli ma fondamentali cambiamenti potrebbero iniziare ad accadere già in questo 2022 ma sicuramente prenderanno piede entro i prossimi 24 mesi.

Non dimentichiamoci poi dei nostri vicini di casa svizzeri, che hanno già preparato un piano sperimentale per la (ri) liberalizzazione della cannabis e che ora hanno confermato volerlo attuare entro il 2022. Se c'è un'analogia da fare, la situazione attuale in Europa assomiglia molto a quella degli Stati Uniti nel 2012 dopo le elezioni presidenziali che hanno portato Obama al suo secondo mandato -, con due stati (il Colorando e Washington) i cui governi votano per creare mercati locali in barba alle direttive federali: entrambi sono esplosi nel 2014 e il resto, come si suol dire, è storia. Gli sviluppi di questo trascorso 2021 in Europa, e anche alcuni dei ritardi balbettanti, assomigliano a questo periodo, in molti modi. E questo non può che significare grandi notizie per la nostra amata pianta, su tutti i fronti! di Giovanna Dark


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3 pag.

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CANNABIS TERAPEUTICA IN ISRAELE

INTERVISTA AL DR. ILYA REZNIK

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TANGERINE DREAM

UNA VARIETÀ FRUTTATA DAVVERO DA SOGNO

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DOLCE GAS. PARTE II

COLTIVARE CANNABIS CON CO2

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SWEET CHERRY PIE® E BRUCE BANNER AUTO®

LA VOSTRA SCORTA IN PERFETTA SIMBIOSI

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THE BLACK GOLD

TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SULL'HUMUS DI LOMBRICO


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INTERVISTA

CANAPANDO, ROMA persone esterne all’azienda non sempre è possibile. Quello che dico sempre ai ragazzi dei negozi è che per noi di Canapando non è importante vendere una confezione in più al giorno, piuttosto è fondamentale informare le persone sui benefici della pianta, sui vari utilizzi in campo industriale e farmaceutico e sui motivi del proibizionismo. Ho sempre tenuto ad educare il cliente alla cultura della pianta e non a quella dello sballo.

SSIT: Come funziona il vostro servizio delivery?

Canapando nasce a Roma nel 2015 grazie alla passione di Alessio Amicone. In origine solo growshop, poi azienda agricola a filiera integrata con l’obbiettivo di arricchire il mercato del CBD con prodotti fidati e di qualità. Oggi ne parliamo con Alessio il suo fondatore. SSIT: Cosa ti ha spinto ha investire nel mondo della canapa? Ho aperto Canapando nel 2015, mosso solo dalla passione e dall’amore per questa incredibile pianta. Canapando era solo un piccolo grow shop di quartiere a Monteverde, ma avere un negozio mi permetteva di poter parlare al pubblico e di spiegare i motivi del proibizionismo che hanno demonizzata la cannabis per circa 80 anni. Inoltre, potevo consigliare ad altri appassionati le migliori tecniche di coltivazione per il proprio approvvigionamento di qualità per uso personale. Ero e sono un malato di coltivazione: sono cresciuto con il mito di Jorge Cervantes e di Jack Herer e passavo le serate a studiare le genetiche su Seedfinder, aspettando con ansia l’uscita di Soft Secrets.

SSIT: Cosa significa lavorare da monte a valle di tutta la filiera? Rappresentiamo una delle pochissime realtà che vende direttamente ed esclusivamente ciò che produce. Esistono realtà che coltivano e vendono all’ingrosso il loro prodotto e altre che hanno il loro negozio e vanno a procacciare il prodotto sfuso da impacchettare con il loro

brand. Noi siamo diversi: vendiamo coraggiosamente esclusivamente quanto produciamo, mettendoci la faccia e assumendo rischi importanti. Auspichiamo che ogni brand abbia genetiche uniche. Ad esempio, da Canapando, potrai trovare genetiche che non trovi da nessun’altra parte. Ciò permette di migliorare la qualità del prodotto in circolazione.

SSIT: Quante genetiche producete? Con quali tecniche di coltivazione? Produciamo circa dieci genetiche di cannabis CBD e quattro tipologie di hash legale e l’ultimo nato, il Dry, è un prodotto veramente eccezionale. Nella nostra azienda agricola di due ettari, allestiti con circa 13.300 mq di serre in greenhouse, coltiviamo sei diversi strain. Le genetiche indoor che coltiviamo nel nostro laboratorio romano sono quattro. È un grande orgoglio avere genetiche nostre, selezionate e sviluppate in completa autonomia. Nel 2017 ho acquisito semi e talee in Canada, Israele, Svizzera e California e abbiamo iniziato una lunga fase di breeding che ci ha portato ad avere le attuali genetiche a marchio Canapando. Un altro piccolo orgoglio è

che coltiviamo esclusivamente in terra e in regime biologico sia in greenhouse che in indoor. Nelle serre prepariamo il terreno non aggiungendo fertilizzanti, né minerali né organici. Anche nel laboratorio coltiviamo in vasi con terra fertilizzata esclusivamente con prodotti biologici, sotto lampade HPS 600 W e LED (accuratamente selezionati e prodotti in Europa per noi), in base alle esigenze di ogni genetica. Nelle nostre coltivazioni non vengono usati antiparassitari o fitofarmaci, ma prevenzione e, in caso di bisogno, lotta biologica con l’impiego di coccinelle e altre tre tipologie di insetti utili alla causa.

SSIT: Capando è una realtà capitolina partita alla conquista della penisola. Come sta procedendo il vostro lavoro? Quanti negozi avete sul territorio nazionale? Canapando è una realtà leader a Roma, dove abbiamo sei negozi ufficiali dislocati in diverse zone della Capitale. Il nostro obiettivo non è aprire franchising sul territorio nazionale, ma al contrario, negozi ufficiali. Ci teniamo a garantire lo stesso di livello di qualità di informazione e professionalità al cliente e con

Questo è un altro nostro vanto. Il fatto di aver creato da circa tre anni un vero servizio delivery per la cannabis CBD su Roma e Milano è una grande soddisfazione. Non si tratta di un servizio che prende ordini durante la giornata e consegna esclusivamente nelle tre ore serali, ma si tratta di un vero servizio delivery, attivo dalle 9 alle 21 con consegne previste, in tutta la città, entro massimo un’ora e mezza dal momento dell’ordine. I nostri rider sono dipendenti diretti dell’azienda, girano completamente anonimi e nella nostra piattaforma delivery è possibile pagare sia al momento dell’ordine, sia alla consegna, scegliendo il pagamento con contanti o carta. Purtroppo, ultimamente, abbiamo avuto difficoltà a reperire personale serio ed affidabile a Milano e siamo stati costretti a sospendere momentaneamente il servizio, ma stiamo cercando dipendenti affidabili per riattivarlo il prima possibile. Per tale motivo, chiunqu fosse interessato ci contatti a info@canapando.net

SSIT: A quante persone dà lavoro Canapando? Canapando ha 21 dipendenti più 12 collaboratori esterni, distribuiti nei vari settori aziendali e, durante la raccolta stagionale nell’azienda agricola, arriviamo a un numero di circa 45 dipendenti tra fissi e stagionali. Siamo felici perché solo pochi anni fa era impensabile che un’impresa del settore cannabis potesse dare lavoro a tutte queste persone.

SSIT: Avete progetti o novità per il 2022? Il progetto più ambizioso è sicuramente #DeveEssereLegale, inoltre, la novità più importante è sicuramente l’uscita di una linea cosmetica al CBD esclusivamente prodotta da noi e 100% naturale. www.canapando.net



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INTERVISTA di Fabrizio Dentini

licenze per la cannabis medica. Dal momento in cui la licenza viene rilasciata, i pazienti potranno acquistare cannabis in una qualsiasi delle farmacie autorizzate. Questi medici sono autorizzati a rilasciare autorizzazioni nell'ambito della medicina pubblica e non sono autorizzati a rilasciare autorizzazioni durante una visita privata. La seconda opzione è in medicina privata, attraverso la quale è possibile presentare una domanda online all'IMCA.

SSIT: Quando l’accesso alla marijuana medica è stato regolamentato per la prima volta? Ci sono state riforme al modello previsto inizialmente?

CANNABIS TERAPEUTICA IN ISRAELE INTERVISTA AL DR. ILYA REZNIK Recentemente nel nostro paese si è ricominciato a parlare di cannabis terapeutica. Tavoli tecnici con pazienti, gare per l’importazione senza bando e una volontà politica che, almeno sulla carta, sembrerebbe aver compreso l’importanza, non procrastinabile, di giungere alla soluzione della questione «rifornimenti». L’intervista al medico Ilya Reznik, neuropsichiatra clinico, coordinatore del Forum nazionale israeliano per il trattamento e ricerca sulla cannabis terapeutica, vuole proporre l’esempio di un paese mediterraneo come il nostro, per aiutare a riflettere su quanto è stato fatto, su come è stato organizzato e su quali numeri di produzione tale modello implichi. Grazie alla disponibilità di questo medico di Tel Aviv possiamo raccontare come funziona il modello di accesso e distribuzione di questa sostanza medicamentosa nel paese che, a livello mondiale, manifesta il più alto tasso di pazienti in cura con cannabis per abitanti residenti. Buona lettura. SSIT: In che modo i pazienti israeliani accedono alla marijuana medica? Poiché in Israele la cannabis non è considerata un medicinale, ma una sostanza che, per essere utilizzata,

richiede un'esenzione dalla legge sull'uso di sostanze stupefacenti, il primo passo è richiedere una licenza per il possesso e l'uso di cannabis medica. Queste licenze singole hanno durata da sei a dodici mesi. Ci sono due modi per ottenere questa

licenza, il primo dei quali è attraverso una visita tramite un medico autorizzato dall'IMCA [ndr. Autorità israeliana per la cannabis medica]. In questo caso, al costo di una visita, i pazienti potranno accedere a uno dei medici autorizzati a rilasciare

La prima regolamentazione data 1994, ma un accesso regolare risale al biennio 20082009. Nel 2016 una riforma proposta da IMCA viene autorizzata dal Governo. Con questa riforma l’Autorità per la cannabis, che in precedenza si arrogava il diritto esclusivo di concedere le licenze per la marijuana medica, decide di delegare ai medici la possibilità di concedere licenze ai pazienti. Nel 2019 l’Autorità «apre i cancelli» e delega questa possibilità ad un numero maggiore di medici. Da quel momento le licenze crescono esponenzialmente. Viene prevista una formazione rapida di quattro giorni elargita dall’Autorità che permette ai medici di concedere licenze solo all’interno del quadro della Sanità pubblica. Al momento tutti gli specialisti possono sottomettere il caso del proprio paziente all’Autorità in questione affinché essa conceda la licenza per il proprio assistito.

SSIT: Israele è noto per essere il paese con il più alto tasso di pazienti che si curano con la cannabis rispetto alla sua popolazione. Quanti pazienti hanno usato cannabis medica nel 2021? A novembre 2021, c'erano 108.013 pazienti con una licenza di cannabis medica. C’è da dire, però, che dal mio punto di vista, circa la metà di questi possano essere considerati come fittizi.

SSIT: In che senso fittizi? Significa che queste persone hanno semplicemente pagato per ottenere una licenza che permette loro di consumare cannabis in un quadro legale.

SSIT: Lei che lavora nell’ambito della salute mentale, considera pazienti fittizi anche quelli che utilizzano cannabis per ridurre il livello di stress quotidiano? Personalmente dovrebbero semplicemente legalizzare la cannabis per tutti come è stato fatto in Canada ed in Uruguay o in Colombia, per esempio, dove il Governo permette a ogni nucleo


11 familiare di coltivare sino a quindici piante di cannabis, senza discriminare sulle motivazioni che spingono a coltivare. L’unica discriminante è che la marijuana coltivata non venga poi rivenduta. Questa soluzione colombiana ha devastato il mercato nero. Qui da noi l’incremento progressivo del numero di licenze si è verificato perché il Governo, con la riforma del 2016, ha «aperto i cancelli» semplificando la procedura di accesso e questo ha comportato che alcuni medici, con pochi scrupoli, vendano la propria onestà intellettuale arrivando a concedere sino a quindici licenze ogni ora.

SSIT: Possiamo allora parlare di «californizzazione» del sistema cannabis terapeutica in Israele Esattamente.

SSIT: Tornando alla domanda precedente, lei crede che usare cannabis per ridurre i livello di ansia o stress sia da intendere come un consumo terapeutico o ricreazionale? Non esiste una frontiera nitida fra un consumo che punti al benessere ed uno connotato come tipicamente terapeutico. I confini sono incerti e a volte non si può ridurre il consumo di cannabis a nessuna di queste categorie perché, ad esempio, i primi due tiri riducono il dolore, ancora due tiri e si riducono gli incubi causati da una sindrome post traumatica, poi, con ancora due tiri si va a migliorare il proprio benessere inteso come appetito, desiderio sessuale etc etc...

SSIT: Per quali malattie la cannabis trova maggiori applicazioni nel suo paese? Dolore cronico, oncologia, sindrome post traumatica da stress [ndr. PTSD]. Per

dare un’idea più concreta nel mese dello scorso novembre, 60 mila pazienti hanno utilizzato cannabis per combattere il dolore cronico, ma per i motivi precedenti credo che questi numeri siano ancora gonfiati perché possono includere anche chi ha ottenuto una licenza per un semplice mal di pancia o mal di testa. Nello stesso periodo, per quel che riguarda i pazienti oncologici, le licenze sono state 8.359, mentre, per la sindrome post traumatica da stress PTSD ( attacchi di panico e ansia acuta), i pazienti che hanno avuto una licenza per quest’indicazione sono stati quasi 11 mila. Altre 5.532 licenze sono state concesse per il ruolo dei cannabinoidi nell’aiutare i pazienti oncologici a seguire i trattamenti chemioterapici. Circa 2.000 pazienti hanno avuto una licenza per combattere la malattia di Crohn ed un migliaio per la malattia di Parkinson.

SSIT: Ci sono malattie per le quali la cannabis è considerata come rimedio di prima scelta? No, ma la forma terminale dell'oncologia ha qualche preferenza.

SSIT: Qual’è stata la dose media di cannabis prescritta nel 2021? Quasi il 30% dei pazienti e parliamo di quasi 32 mila persone hanno una prescrizione compresa fra i 21 e 30 grammi al mese. Un altro 25% ha diritto ad una quantità compresa fra gli 11 ed i 20 grammi al mese ed un altro 25% ha una prescrizione compresa fra i 31 e i 40 grammi mensili. Circa il 15% ha una prescrizione compresa fra i 41 e i 50 grammi al mese.

SSIT: Quanti medici prescrivono cannabis medica in Israele? Regolarmente circa un centinaio e circa

1.000 prescrivono circa una volta al mese.

SSIT: Quanti produttori autorizzati coltivano cannabis per scopi medicinali? Una ventina, ma i livelli e le forme di produzione variano notevolmente. Ad esempio, da una parte abbiamo Tikum Olan (primo e principale fornitore di cannabis in Israele), ma dall'altra troviamo anche fattorie di tipo familiare. Indipendentemente da ciò, la maggior parte della cannabis proviene dalle importazioni e in particolare dal Canada.

SSIT: Quindi i produttori nazionali non producono abbastanza per il fabbisogno interno? Una volta e per lungo tempo avevamo dieci produttori di media dimensione che provvedevano al mercato interno che veniva pertanto soddisfatto senza bisogno di importazioni. La cannabis era di qualità medio bassa, ma la maggioranza dei pazienti era soddisfatta. Ai quei tempi la licenza dei pazienti li legava ad un solo produttore ed il prezzo della cannabis era fisso, senza alcuna relazione rispetto al quantitativo acquistato. Se il paziente comprava 20 grammi al mese pagava 100 dollari, ma se ne comprava 100 grammi il prezzo il medesimo. La riforma del 2016 ha cambiato drasticamente il quadro. Innanzitutto viene interrotta la relazione esclusiva fra paziente con licenza e produttore, in secondo luogo il prezzo medio per un grammo di cannabis terapeutica è salito fra i 15 e i 20 dollari per attestarsi, adesso, sui 10 dollari al grammo, ovvero un prezzo circa quattro volte più caro che in precedenza. In terzo luogo i produttori non hanno più il diritto di vendere direttamente ai pazienti, ma devono vendere ai grossisti di materiale farmaceutico che distribuiscono poi alle farmacie. In queste nuove condizioni

alcuni dei produttori hanno cambiato la propria attività da produttori a semplici importatori.

SSIT: Tornando alla riforma del 2016, questa ha migliorato o peggiorato il sistema? Risponderò con una metafora. Quando tutti i giorni ti rechi allo stesso ristorante dove mangi bene, ma il prezzo è oneroso, da un lato la tua esperienza è positiva ma dall’altro negativa. Questo è esattamente quanto successo in Israele. Da un lato, quello positivo, aprendo il mercato il prezzo è sceso e quindi hanno «aperto i cancelli» ad un maggior numero di pazienti che adesso possono permettersi la cannabis. Allo stesso tempo però altri pazienti, che in precedenza erano tutelati dal prezzo calmierato, adesso non possono più permettersi di pagare la cannabis che gli costa fino a quattro volte di più di quanto erano abituati. In alcuni casi la cannabis porta via metà della pensione di questi pazienti. Dall’altro lato, considerando che la forbice fra costi e prezzi in Israele è molto poco conveniente, hanno praticamente rovinato la maggioranza delle ditte produttrici nazionali devastando la filiera attiva prima della riforma.

SSIT: Ad oggi quante genetiche di cannabis medica sono disponibili in Israele? Diverse centinaia.

SSIT: Quanta marijuana medica è stata venduta nel 2021? Dal 1° gennaio alla fine di novembre dello scorso anno sono stati consumati 38.971 chilogrammi di cannabis. Questa cifra totale include 5.057 chilogrammi di cannabis consumati sotto forma di oleolita.


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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.

Tangerine Dream:

Una varietà fruttata davvero da sogno Tangerine Dream è un nome importante nel mondo della musica questa band tedesca, che negli anni ’70 aveva raggiunto il culmine della fama, è conosciuta in tutto il mondo e figura fra i pionieri della musica elettronica. Pertanto, se una rinomata banca di semi di cannabis come Barney’s Farm sceglie per una delle sue varietà il nome di questa famosa band, il livello si alza di molto, naturalmente, e la gente non si aspetta altro che un colpo da maestro nell’ambito della selezione. Se si considera la sua composizione genetica, si scopre che, senza dubbio, la varietà Tangerine Dream di Barney’s Farm ha potenzialmente ciò che serve per soddisfare tutte queste aspettative, poiché racchiude tre varietà leggendarie: G13, Afghan e Neville’s A5 Haze. L’utilizzo di questi pilastri genetici così consolidati nella creazione della Tangerine Dream è un’ottima combinazione - genetica della vecchia scuola degli anni ‘70 per una varietà con un nome oldschool degli anni ‘70. L’amalgama genetica di questi tre classici ha portato a una pianta con una lieve tendenza sativa (60%) che cresce fino a raggiungere un’altezza medio-alta e completa la sua fase di fioritura nel giro di 60-65 giorni. Completando il suo ciclo outdoor nella prima o seconda settimana di ottobre, la Tangerine Dream è una buona candidata non solo per la coltivazione indoor, ma anche per quella outdoor. In qualsiasi contesto di coltivazione, questa varietà di Barney’s Farm promette un raccolto abbondante, indoor: per esempio, 600 grammi per metro quadrato non sono rari per un buon coltivatore. Le cime che spuntano dai rami sono così voluminose e pesanti che potrebbero aver bisogno di un supporto verso la fine della fioritura. Naturalmente, una varietà di cannabis che ha la parola “tangerine” nel suo nome dovrebbe essere all’altezza di tutto ciò e produrre chiare note agrumate ed è così con la Tangerine Dream - emana un intenso odore di agrumi e bacche e al palato questo può tradursi in una nota dominante di arancia/mandarino, sebbene in ogni caso il gusto sia tropicamente dolce e agrumato. Fumate o svapate, le cime producono istantaneamente un duplice effetto edificante e fluttuante per la testa, ma rilassante e distensivo per il corpo.

La fase vegetativa: germinazione rapida e ramificazione vigorosa Chi altri avrebbe potuto occuparsi di questa linea per i test, se non il coltivatore della vecchia scuola The Doc? Avendo assistito al periodo d’oro della band Tangerine Dream negli anni ‘70, si è subito entusiasmato quando è entrata in gioco questa varietà. I due fagiolini femminizzati seminati si sono staccati dal terreno già dopo 2,5 giorni circa, mostrando l’elevatissima velocità di germinazione tipica di Barney’s. Notevolmente precoci e piene di verve, le due piante hanno cominciato a ramificarsi, il che ha portato a una forma cespugliosa ed estremamente ramificata alla fine della fase vegetativa. Dopo tre settimane di crescita vegetativa, The Doc ha innescato la fioritura passando da un fotoperiodo 18/6 a 12/12, quando le piante avevano un’al-

tezza di 30 e 33 cm. I rami erano ricoperti da sottili foglie all’ombra che sembravano più di sativa di quanto non suggerisse il rapporto 60:40 sativa/indica.

La fase di fioritura: le due Tangerine Dream si tuffano in una vera e propria corsa all’argento La fase di allungamento durante la fioritura è stata insolitamente lunga, estendendosi per cinque settimane e portando le due piante a più del doppio della loro altezza precedente. Ciononostante, hanno mantenuto la loro compattezza – “è una dimensione piuttosto comoda per una pianta da interni”, ha commentato The Doc. Fin dall’inizio, hanno mostrato un enorme vigore di fioritura, in effetti dopo sei settimane di fioritura avevano ammassato un sacco di cime voluminose sui

numerosi rami, dotati di un rapporto calice-foglia straordinariamente elevato. La formazione dei tricomi si è rivelata eccessivamente generosa - già nella fase iniziale e intermedia della produzione di resina, le due Tangerine Dream avevano creato una marea di cristalli, ma nelle ultime tre settimane si sono poi tuffate in una vera corsa all’argento! Si sono ricoperte al massimo e sono diventate così incredibilmente appiccicose che The Doc ha affermato: “Sembra una sorta di adesivo istantaneo, una volta toccate riesco a malapena a staccare le dita da queste cime impregnate di resina, fantastico!”. Quello che lo ha sorpreso profondamente è stato che entrambe le piante non hanno praticamente prodotto nessun fiorellino scarno e slegato, tutte le cime fino alla base avevano una densità e solidità sorprendenti, anche le più piccole. “E poi hanno anche un numero di foglie notevolmente ridotto, penso che riuscirò

a raccoglierle bendato...”, ha riferito The Doc. Mentre la consistenza delle cime era di una classe a parte, la fragranza dei fiori ha addirittura superato il tutto, dato che la Tangerine Dream si è dimostrata all’altezza del suo nome dal punto di vista aromatico, in quanto le cime di entrambe le piante emanavano una fragranza fortemente agrumata che ricordava inequivocabilmente i mandarini o le arance. “È un’intensità e una caratteristica distintiva in questo senso che non ho mai visto prima e questo non è certo poco!”, ha detto The Doc, pieno di stupore. Una delle piante ha sviluppato interessanti sfumature viola sulle foglioline attorno alle cime nella seconda metà della fioritura, il che si è sommato alla sua bellezza ammaliante. Il programma ufficiale di fioritura di Barney’s Farm non è stato superato, appena in tempo, dopo 64 giorni, le cime


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sono state pronte e The Doc ha tagliato le piante. Dato che c’era poco materiale fogliare da tagliare e che l’altezza finale di 65 cm e 76 cm consentiva una facile manipolazione, è riuscito, come aveva previsto, a completare la raccolta in poco tempo.

Risultati post-raccolta: la Tangerine Dream diventa un altro membro del club dei 100 g di The Doc e profuma incredibilmente di mandarino Dato l’abbondante numero di cime di grandi dimensioni ed estremamente rigonfie, The Doc si aspettava con sicurezza che le due Tangerine Dream si sarebbero attestate attorno ai 100 grammi di resa e questo stava per succedere, in effetti,

dato il volume di cime essiccate totale di 223 grammi. “Così buoooona e così taaanta, che fa sussultare di gioia il mio vecchio cuore di coltivatore”, ha esultato The Doc. Ovviamente, dopo l’essiccazione, i pistilli avevano una colorazione arancione, altro richiamo puntuale al nome della varietà. Altrettanto bello ed estremamente stuzzicante è stato il rivestimento di resina supernevosa che ricopriva le cime essiccate di un bianco argenteo. Fortunatamente non hanno perso la loro fragranza di mandarino durante il processo di essiccazione – al contrario, grazie all’assenza di clorofilla, questa fragranza tropicale distintiva ha raggiunto il suo culmine.

Svapo: i Tangerine Dreams si avverano... e confezionano una sativa da urlo

Con il solito carico da 0,5 g nel suo vaporizzatore Crafty+, The Doc ha iniziato il suo test di svapo. Lo squisito sapore tropicamente fruttato di mandarino si è riversato dal dispositivo alla bocca di The Doc e lo ha fatto esultare: “piuttosto sorprendente, quest’erba ha lo stesso sapore della sua fragranza. Oh sì, questa gradevole delizia è un vero sogno al mandarino!”. In linea con la descrizione di Barney’s, l’effetto è arrivato in pochissimo tempo, dopo tre tiri. La testa di The Doc era fra le nuvole, era pieno di felicità. Nel grande stile della sativa, la Tangerine Dream gli ha regalato buon umore e ha portato positività nel suo universo di pensieri, spazzando via la stanchezza mentale dopo una lunga giornata di lavoro. Ha cominciato a fare progetti per le vacanze post-corona: “Magari in un Paese dove crescono mandarini saporiti... la Spagna, attenti a me!”. Il ronzio in testa si è in poco tempo fuso con il rilassamento fisico, la Tangerine Dream ha dimostrato

di essere non solo un tonico mentale rinvigorente, ma anche un rilassante muscolare, sbrogliando la precedente tensione generale in modo che potesse muoversi di nuovo con più scioltezza. Con effetti della durata di più di due ore, la Tangerine Dream si è dimostrata estremamente potente. “Nel frattempo è diventata routine, ma ancora una volta, dopo l’ennesimo test di coltivazione, devo davvero tessere le lodi di una varietà di Barney’s Farm. La Tangerine Dream da me ottiene il voto più alto in tutte le materie! Più buona di così non si può. E Barney’s Farm riesce sempre a sorprendermi con qualcosa di speciale questa volta è stato l’abbagliante gusto di mandarino. Con un raccolto così ricco nei miei barattoli, mi godrò presto molti altri sogni paradisiaci al mandarino...”. Green Born Identity – G.B.I.

Dati sulla coltura: Genetica

Tangerine Dream (G13 x Afghan x Neville’s A5 Haze)

Fase vegetativa

Tre settimane (dopo la germinazione)

Fase di fioritura

64 giorni / 60-65 giorni in generale

Substrato

Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri

pH

6.2-6.6

EC

1.2–1.8 mS

Luce

Fino a 7 x SANlight Q6W = 1.505 watt

Temperatura

19-28°C

Umidità dell’aria

40-60%

Irrigazione

A mano

Fertilizzante

Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids

Additivi/ stimolatori

Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits from Green Buzz Liquids

Strumentazione

CleanLight Pro per la prevenzione delle muffe

Altezza

65 e 76 cm

Resa

Nel complesso, 223 g


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LEGALIZZAZIONE di Fabrizio Dentini

I MODELLI POSSIBILI PER LA LEGALIZZAZIONE MADE IN ITALY Non lo avessero annunciato a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno forse non avremmo nemmeno avuto il diritto di sognarlo così presto. I tedeschi si apprestano a legalizzare la marijuana. Mentre gli svizzeri lanciano un progetto pilota con la medesima finalità, al di sopra degli elvetici, i teutonici sono pronti a mettere in riga i popoli europei di fronte alla realtà o, a meglio dire, di fronte alla modernità. Siamo nel 2022 e non possiamo rimanere rivolti al Novecento. Non possiamo e non vogliamo restare ancorati ad argomentazioni come quelle espresse dal Cerbero bi-fronte Gasparri-Giovanardi, due politici che, dall’altra parte dell’oceano e con tutto il rispetto che meritano, con le loro posizione talebane, antistoriche ed antiscientifiche, sarebbero delle macchiette da avanspettacolo. I tedeschi legalizzeranno la marijuana ed è solo questione di tempo. Gli svizzeri, plausibilmente, solcheranno lo stesso cammino. Adesso è il resto d’Europa a dover scegliere da che parte stare. Per questa volta saranno in grado gli italiani a non essere l’ultima ruota del carro? Gli strumenti ci sarebbero tutti. Per cominciare basterebbe comporre una squadra di specialisti (sociologi specializzati in consumo di stupefacenti, medici, avvocati, dirigenti delle forze dell’ordine, educatori, servizi per le dipendenze e riduzione del danno) e spedirli a visitare gli Stati che hanno già sancito la cesura fra il secolo passato e

quello attuale. Potremmo dare loro un biennio durante il quale studiare nel dettaglio i differenti modelli proposti e perfezionare quello più adatto alla cultura e società italiana. Vogliamo fare come i 38 milioni di canadesi, ad esempio, dove un maggiorenne può detenere in pubblico sino a 30 grammi di marijuana e coltivare a domicilio sino a quattro piante? Un paese dove lo Stato, tramite il Ministero della Salute, concede licenze di produzione e delega ai poteri locali, le nostre Regioni, la scelta del modello di rivendita commerciale. Un paese che nel 2020, a fronte di 2 miliardi 244 milioni e 912 mila dollari di entrate complessive dal mercato legale, ha raccolto accise per un totale di 52 milioni di dollari [Ndr. Fonte LEGALE: il modello Canada. Officina di Hanf. 2021]. E i canadesi sono la metà di noi italiani. O preferiamo forse il modello dell’Uruguay, scelto da tre milioni e mezzo di cittadini, dove i residenti maggiorenni, dopo essersi registrati (a dicembre 2021 erano 47 mila), possono acquistare sino ad un massimo di 40 grammi nelle farmacie autorizzate, possono coltivare sino a sei piante, oltre 13 mila persone hanno optato per questa seconda scelta, oppure, come hanno fatto più di sei mila persona, riunirsi negli oltre 300 club di produttori con un massimo di 45 membri ciascuno? Un piccolo paese certo, che però al momento ha concesso cinque licenze per produzione di cannabis per il mercato libero, quindici per il mercato terapeutico e ventisei per la ricerca scientifica [Ndr. Fonte Istituto di regolamentazione della cannabis Uruguay www.ircca.gub.uy]. Un piccolo esempio di grande coraggio insomma. E noi italiani che aspettiamo a scegliere la strada da percorrere? Se la principale economia del continente ha virato in questo direzione l’effetto valanga sarà inevitabile. Perché quindi non cominciare con il dovuto preavviso ad informarsi per poi sintetizzare in un secondo tempo gli aspetti che più si conformano alle nostre esigenze specifiche? Viviamo in un paese dove la marijuana è la sostanza illegale più accessibile. Facilissima da reperire per gli adolescenti che i nostri talebani del proibizionismo vorrebbero proteggere. Diamoci una svegliata, soprattutto per i segmenti più

fragili della nostra società. Scegliamo di regolare per impedire l’accesso dei minorenni come, ad esempio, hanno fatto e con successo in Canada. Andiamo oltre e verifichiamo con onestà intellettuale che un mercato, quando è legale, è a tutela ultima del consumatore. Un consumatore garantito che acquista un prodotto sicuro, in un ambiente sicuro, informato e cosciente della propria scelta. Ricalibriamo integralmente l’approccio repressivo. Chi consuma cannabis impatta in maniera talmente negativa il consorzio sociale da dovergli dedicare tutta l’attenzione penale che ai giorni nostri gli si attribuisce? Liberiamo energie finanziarie per contrastare

reati di assoluta emergenza sociale come i disastri ambientali e le morti sul lavoro. Liberiamo le risorse umane necessarie per contrarrestare la piaga della criminalità organizzata che si è fatta ormai imprenditrice nell’arte del riciclaggio di somme mostruosamente sottratte alla collettività. Tutto questo è possibile, serve solo un cambio di passo umile e pragmatico e rendersi conto che le ricette applicate sin’ora, ben lungi dall’essere risolutive, hanno contribuito a sviluppare effetti collaterali nefasti, come l’intasamento delle aule giudiziarie con processi penali a carico di cittadini che delinquenti non sono e che presentano, nel peggiore dei casi, un profilo criminale paragonabile a quello di Gambadilegno.


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GROWING di sudestfam@protonmail.com

DOLCE GAS. PARTE II

COLTIVARE CANNABIS CON CO2 nella fotosintesi clorofilliana subiscono una forte accelerazione provocando un incremento delle sostanze nutritive. Per le coltivazioni eseguite con tecniche convenzionali, cioè attraverso la somministrazione di nutrienti in bottiglia, i livelli di conduttività elettrica richiesti per le soluzioni nutritive sono molto alti: negli stadi in cui le piante hanno bisogno di più sostanze nutritive, il tasso di EC può raggiungere anche il valore di 3000 µS/cm rispetto a un livello massimo di EC di 1800 µS/cm per le coltivazioni eseguite senza l'apporto di CO2.

Bombola con erogatore dotato di elettrovalvola. Nello scorso numero di Soft Secrets abbiamo descritto il ruolo svolto dal CO2 in una coltivazione di cannabis, la sua funzione centrale nella fotosintesi clorofilliana e i vantaggi ottenuti dal suo impiego. In questo numero vedremo come sfruttare al massimo il potenziale di una growroom arricchita con CO2, insieme ad alcuni suggerimenti per portare al top le vostre piante. Tra i vari metodi per arricchire una stanza di coltivazione con CO2, sicuramente il migliore è impiegando un kit composto da una bombola dotata di un erogatore con elettrovalvola, collegata ad un controller che ne regola il funzionamento. Attraverso una sonda installata all'interno della growroom, il controller rileva la quantità di CO2 presente nell'aria e comanda a l'elettrovalvola di rilasciare il gas nell'ambiente. L'installazione di un kit per la somministrazione di CO2 è abbastanza semplice, il primo passo è montare l'erogatore alla bombola e collocarla possibilmente all'interno della growroom. Successivamente collegare l'elettrovalvola al controller con l'apposito cavo di connessione, il controller può essere posizionato in qualsiasi punto, l'importante è considerare la lunghezza del cavo della sonda che va installata obbligatoriamente al centro della stanza. Infine è necessario

montare all'erogatore un tubo di silicone per la diffusione del gas nell'ambiente. È possibile scegliere tra due soluzioni. La prima consiste in un tubo di silicone con delle diramazioni installato nella parte alta della growroom: in questo modo il gas viene emesso dai fori di uscita delle varie diramazioni del tubo nella zona più alta delle piante e dei ventilatori provvederanno a diffonderlo nell'intera area di coltivazione. La seconda opzione prevede l'installazione di un tubo di silicone dotato di ugelli per garantire la diffusione omogenea del gas; il tubo va installato lungo ogni fila di vasi, all'altezza del tronco, in modo che il CO2 entri direttamente in contatto con la pagina inferiore delle foglie, dove avvengono la maggior parte degli scambi gassosi di una pianta. Molti controller dispongono di un timer indispensabile per programmare la fascia oraria di azione del sistema, infatti la somministrazione di CO2 è necessaria solo durante le ore di luce mentre nelle fasi di buio deve rimanere inattiva. Una volta accertati che il controllo del clima della growroom sia perfetto e il sistema di diffusione del CO2 già installato, approfondiamo la nutrizione delle piante e i parametri climatici più adatti. La dieta delle piante di cannabis che crescono in un ambiente arricchito di CO2 cambia in maniera stravolgente: i processi coinvolti

Una buona pratica è di iniziare aumentando il valore di EC di soli 2-300 µS/cm rispetto al programma utilizzato nei cicli di coltivazione in cui non c'era apporto di CO2 e valutare di conseguenza il fabbisogno delle piante. Ricordate, la cannabis coltivata con apporto di CO2 è affamatissima. La temperatura ideale affinché le piante sfruttino al massimo il CO2 presente nell'aria varia tra un range di 24-26°C, molti coltivatori sono dell'opinione che la temperatura deve essere anche più alta ma andrebbe a discapito della qualità del prodotto finale. La marijuana di ottima qualità cresce in un ambiente che non sfora mai i 26-27°C, con lo scopo di preservarne le proprietà organolettiche. Il controllo dell'umidità è un altro fattore molto importante, infatti quando il tasso di umidità è molto alto le piante tendono a ridurre gli scambi gassosi con l'ambiente, senza potersi avvalere del CO2 aggiunto, oltre a favorire la proliferazione di malattie fungine. In fase vegetativa il tasso di umidità ideale è del 65% mentre nella fase di fioritura non deve superare il 55%: in pratica l'ambiente deve essere asciutto ma non secco. La quantità di CO2 presente nell'atmosfera naturale è di circa 400 ppm, ovvero parti per milione, la cannabis smette di crescere del tutto quando il livello di CO2 presente nell'aria scende

al di sotto dei 200 ppm e adora invece concentrazioni molto più alte. Durante la fase di crescita le piante si sviluppano perfettamente con un livello di CO2 nella growroom di 600-800 ppm fino ad arrivare a 1200 ppm per le piante più grandi oppure quando si compiono periodi di vegetativa più lunghi. Nella fase di fioritura la concentrazione di CO2 raggiunge 1500-1600 ppm, ritenuto dalla maggior parte il livello ideale sebbene alcuni growers arrivano anche a 2000 ppm, ma questo dipende da tanti fattori come la genetica coltivata, la dieta e la temperatura. Attenzione, concentrazioni di CO2 che superano i 3000 ppm possono essere mortali sia per le piante che per gli umani. È importante valutare quando è il momento migliore e in quali quantità somministrare CO2 alle vostre piante, un uso improprio comporterebbe uno spreco di gas senza usufruire del minimo beneficio. Aumentare la quantità di CO2 somministrata di soli 200 ppm ogni due giorni consente alle piante di acclimatarsi al

Sonda di misurazione insieme ad illuminazione led di ultima generazione. cambiamento. Anche l'impiego di sistemi di irrigazione a goccia che permettono di irrigare le piante frequentemente e di substrati per la coltivazione come il cocco e la lana roccia sono ottime scelte per migliorare il setup della vostra growroom.


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1.Qual è il titolo del primo film di Cheech & Chong del 1978? A. Still Smokin B. Up in Smoke C. Nice Dreams (I piacevoli sogni) D. Cheech and Chong’s Next Movie

QUIZ

7. Bluntman and Chronic sono anche noti come... A. Harold and Kumar B. Jay and Silent Bob C. Rick and Morty D. Snoop and Dre

14. In How High (Due sballati al college), Method Man e Redman fertilizzano la loro erba con... A. Nutrienti organici B. Alcool C. Compost fatto in casa D. Le ceneri del loro amico morto

8. James Franco ha interpretato lo stoner Saul Silver in quale commedia del 2008? A. This is the End (Facciamola finita) B. The Interview C. Pineapple Express (Strafumati) D. How High?

15. Come si chiamava la band di Bill e Ted? A. Wyld Stallyns B. Mild Mares C. Angry Swine D. Happy Horses

2. Chi ha ottenuto il suo primo ruolo nel film “Dazed and Confused” (“La vita è un sogno”) come “Wooderson”? A. Matthew McConaughey B. Woody Harrelson C. Matt Damon D. Eddie Murphy

9. Uno degli stoner più famosi del cinema è Jeff Spicoli: in quale film degli anni 80 ha recitato? A. Point Break B. Ferris Buellers Day off (Una pazza giornata di vacanza) C. Fast Times at Ridgemont High (Fuori di testa) D. Teen Wolf

3. Quanti film di “Harold & Kumar” sono usciti? A. 1 B. 5 C. 3 D. 6

10. Quale personaggio di “Southpark” ama sballarsi con frequenza? A. Cartman B. Signor Garrison C. Jimbo Kern D. Asciughino

4. Qual era il vero nome di “Drugo” ne “Il grande Lebowski”? A. John B. Dave C. Douglas D. Jeffrey

11. Dennis Hopper ha interpretato un hippie in sella a una Harley in quale classico del 1969? A. The Graduate (Il laureato) B. Easy Rider C. Goldfinger D. Night of the Living Dead (La notte dei morti viventi)

5. In “Half Baked” (“Mezzi fatti”), Dave Chappelle interpreta un rapper con una spalla scarsa di nome... A. Thugnificent B. Sir Smokes alot C. J-Rocc D. Madd Dogg

12. Quale film ha influenzato Rick and Morty? A. Back to the Future (Ritorno al futuro) B. I Goonies C. Flight of the Navigator (Navigator) D. Weird Science (La donna esplosiva)

6. Due stoner e un’automobile smarrita. Di che film si tratta? A. Bill and Ted’s Excellent adventure B. Dude, Where's my car? (Fatti, strafatti e strafighe) C. American Pie D. Weekend at Bernies (Weekend con il morto)

13. Quale rapper ha recitato nel film stoner “Friday” (Ci vediamo venerdì) del 1995? A. Vanilla Ice B. Ice T C. Ice Cube D. Jay Z

16. Qual è la commedia stoner ambientata su un aereo in cui recita Snoop Dog? A. Snakes on a Plane B. Soul Plane (Pazzi in aeroplano) C. Airplane (L’aereo più pazzo del mondo) D. Die Hard 2

17. Raoul Duke e Dr. Gonzo guidano una decappottabile nel deserto del Mojave in... A. Fear and Loathing in Las Vegas (Paura e delirio a Las Vegas) B. Thelma e Louise C. Dude, where’s my car? (Fatti, strafatti e strafighe) D. Road Trip

18. Quali 2 band appaiono sulle magliette di Beavis and Butthead? A. Nirvana e Pearl Jam B. Black Sabbath e Iron Maiden C. Megadeath e Def Leppard D. AC/DC e Metallica

19. In quale film degli anni 90 Brad Pitt interpreta l’epico stoner Floyd? A. Pulp Fiction B. Jackie Brown C. True Romance (Una vita al massimo) D. Dusk Till Dawn (Dal tramonto all’alba)

20. Qual è stato il celebre film degli anni 50 contro l’erba? A. Canna Crazy B. Reefer Madness C. Weird Weed D. Devil’s Lettuce

Risposte a pagina 42



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BANCHE DEI SEMI di Tommy L. Gomez/ Immagini di Sweet Seeds®

Sweet Cherry Pie® e Bruce Banner Auto® LA VOSTRA SCORTA IN PERFETTA SIMBIOSI

Bruce Banner Auto®. Ci sono momenti in cui non si riesce a prendere decisioni su questioni semplici, come la scelta delle varietà da coltivare. A volte la scelta migliore è quella di buttarsi su due varietà completamente diverse, soprattutto se si hanno due aree di coltivazione separate o se si coltiva al chiuso e all’aperto. Nel mio caso è successo proprio quando stava iniziando la stagione outdoor, così ho deciso di usare la Bruce Banner Auto® (SWS91) per la mia coltivazione outdoor e la Sweet Cherry Pie® (SWS92) per un’avventura indoor. Due nuove uscite di Sweet Seeds® che sono per molti aspetti l’una l’esatto contrario dell’altra. La Bruce Banner Auto® è una varietà autofiorente a predominanza Sativa e la Sweet Cherry Pie® è una varietà a predominanza Indica che dipende dal fotoperiodo. Avrei potuto scegliere la Sweet Cherry Pie® per una coltivazione outdoor a stagione completa, con una lunga fase vegetativa, da marzo a luglio, e la massima produzione, ma era un po’ rischioso perché le piante sarebbero state pronte solo a

Sweet Cherry Pie®. settembre e a volte, dove vivo, piove in quel periodo. In questo modo, facendo germinare tutti i semi in aprile, le piante autofiorenti della coltivazione sarebbero state pronte per il raccolto a fine giugno o inizio luglio e le piante dipendenti da fotoperiodo della tenda da coltivazione sarebbero state pronte per il raccolto solo poche settimane dopo. Ed è così che è iniziata, con 3 semi di Bruce Banner Auto® all’aperto in vasi da 30 litri e 4 semi di Sweet Cherry Pie® indoor, sempre in vasi da 30 litri. Tutti i semi sono germogliati in meno di 72 ore. Il gruppo outdoor è partito in vasi da 1 litro e il gruppo indoor è partito in vasi da 500 ml. Tutte le piante sono state coltivate insieme i primi 14 giorni, sotto una luce totale di 68 watt di CFL. Il 14° giorno sono state trapiantate nei vasi definitivi, come già detto, e poste nelle rispettive aree di crescita e fioritura. Le 3 Bruce Banner Auto® sono state messe su un balcone soleggiato dove hanno ricevuto luce diretta del sole dalla mattina presto al tramonto. Le 4 Sweet

Cherry Pie® sono state messe in una tenda da coltivazione di dimensione 80 cm x 80 cm x 160 cm, ideale per 4 piante in vasi da 30 litri. Il 21° giorno tutte le piante di Bruce Banner Auto® si erano già adattate completamente alla luce del sole e stavano crescendo velocemente, raggiungendo i 20 cm circa di altezza. Le piante di Sweet Cherry Pie® erano leggermente indietro a questo punto, come previsto, con un’altezza di circa 16 cm. La miscela di terriccio utilizzata era la stessa per tutte le piante e ho aggiunto anche 50 grammi di guano di pipistrello in polvere nello strato più basso del terreno nel vaso, dove le radici arriveranno un po’ più in là in fase di fioritura, e 1 litro di humus di lombrico per pianta nello strato più alto del terreno, per rafforzare la somministrazione di azoto (N) durante le prime fasi della fioritura. Il 28° giorno il gruppo outdoor ha cominciato a mostrare i primi pistilli e lo stesso giorno ho modificato il fotoperiodo da 18/6 a 12/12 nella tenda da coltivazione. La fonte

di luce utilizzata era HPS da 400w, che considero ideale per quest’area con il mio estrattore d’aria RVK 125mm. Tra il 28° e il 35° giorno le piante si sono allungate come vere campionesse: la Bruce Banner Auto® ha raggiunto circa 40 cm di altezza e tutte le piante di Sweet Cherry Pie® hanno raggiunto altezze comprese fra 34 e 38 cm. Dato che rimaneva ancora una buona quantità di spazio vuoto nella tenda e le piante stavano crescendo molto in verticale, ho deciso di applicare un po’ di Low Stress Training (LST) per abbassare i rami più alti e ottenere una chioma più uniforme. In questo modo, le 4 piante sono state livellate a 25 cm di altezza. Il gruppo outdoor non è stato sottoposto a nessun tipo di LST, perché riusciva a ricevere una buona quantità di sole ogni giorno dai rami più bassi a quelli più alti, in maniera uniforme. Questo gruppo ha fatto invece il bagno nell’olio di neem come misura preventiva, perché negli anni precedenti avevo avuto problemi di parassiti su questo balcone. Il 42° giorno


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Bruce Banner Auto®. dalla germinazione le piante outdoor stavano già ammassando i pistilli in tutti i punti di formazione delle cime, creando dei bellissimi fiori. Le 3 piante di Bruce Banner Auto® continuavano a crescere come se non ci fosse un domani, sotto il sole intenso sudeuropeo di fine maggio. A questo punto sembravano già dei pini, con un sacco di rami laterali forti e sodi, e avevano raggiunto un’altezza di circa 65 cm. La produzione di resina si faceva già estremamente visibile e la maggior parte delle cime cominciava a ricoprirsi di tricomi con un aroma fresco e fruttato. Mi aspettavo che sarebbero state pronte per il raccolto 3 o 4 settimane dopo, quindi a questo punto ho deciso d’irrigarle per la prima volta con del fertilizzante liquido per la fioritura. Le piante hanno reagito molto bene e me ne sono state veramente grate, mostrandomi uno splendido sviluppo dei fiori. In quel momento, il gruppo indoor con le 4 piante di Sweet Cherry Pie® era un po’ indietro, ma la maggior parte dei fiori delle piante era molto ben livellata orizzontalmente, grazie alla tecnica LST applicata un paio di settimane prima. Parte della produzione di tricomi era già visibile e un po’ del suo aroma di frutti di bosco era decisamente presente. A distanza di sole due settimane, con 56 giorni (28 dei quali in fase di fioritura), le piante presentavano già delle belle cime che si stavano formando sulle punte di tutti i rami. La Sweet Cherry Pie® (Cherry Pie x Gelato) è una varietà a predominanza Indica (75%) che produce cime esteticamente belle, compatte e spesse ricoperte di tricomi aromatici e questo è diventato evidente subito dopo la quinta settimana di fioritura. Il 63° giorno, le 3 piante di Bruce Banner Auto® erano mature e pronte per il raccolto, tutte le cime erano di un bel colore ed emanavano fantastiche fragranze. Aromi dolci con note fruttate e floreali, che ricordano la famiglia Diesel, su uno sfondo di toni terrosi. Ho aspettato due giorni in più per avere un effetto più rilassato e sono passato così alla raccolta dei 3 mostri. Erano molto grandi in entrambi i sensi (verticale e orizzontale) con una

Sweet Cherry Pie®. forma cespugliosa. Ho stimato che sarebbero state pronte per la degustazione in circa 2 settimane, possibilmente quando il gruppo indoor sarebbe stato pronto per la raccolta. Ed è andata proprio così, dopo 8 settimane e mezzo di fioritura, il gruppo indoor composto da 4 Sweet Cherry Pie® era pronto per la raccolta, anch’esso con fragranze straordinarie. Gli aromi dolci e fruttati evocavano ricordi di biscotti fatti in casa, ciliegie e sfumature terrose di bacche selvatiche acide. Semplicemente deliziose. Mi è anche dispiaciuto raccoglierle, ma era così che doveva andare. Grazie all’ascendenza da Grand Daddy Purple (dal genitore Cherry Pie), alcune piante presentano toni viola o rossastri sulle foglie e sui fiori. Nel mio caso, due delle quattro piante presentavano questa meravigliosa colorazione. A questo punto eravamo a fine giugno e avevo già le piante outdoor pronte da fumare/svapare. Sono riuscito anche a pesarle, riscontrando una resa incredibile di 372 grammi per le 3 piante (124 grammi per pianta). Si tratta di una varietà estremamente aromatica con elevati livelli di THC che possono arrivare fino al 25% o anche di più in alcune piante. Presenta un potente effetto di lunga durata che potenzia l’immaginazione con uno stato d’animo euforico e felice. Due settimane dopo, le 4 piante di Sweet Cherry Pie® erano già essiccate ed erano già state conciate per qualche giorno, quindi era giunto il momento di analizzare la degustazione. Il sapore di biscotti fatti in casa e di ciliegia era estremamente presente in tre delle quattro piante e l’effetto è davvero una festa per le papille gustative. Le piante hanno prodotto 315 grammi dei più deliziosi fiori essiccati, il che è una buona resa per sole 4 piante coltivate sotto fonti HPS da 400w. Per quanto riguarda gli effetti, questa pianta è ideale per i cultori degli ibridi indica-sativa, visti i suoi effetti rilassanti ed equilibrati che possono aiutarvi a far fluire la creatività stimolando al contempo l’attenzione e la concentrazione. I livelli di THC in genere oscillano fra il 18% e il 25%, il che ne comporta i potenti effetti.

È cominciato tutto il 14 aprile. Alla fine di giugno, 9 settimane dopo circa, il gruppo outdoor con le 3 Bruce Banner Auto® era pronto per la raccolta. E il 10 luglio era pronto anche il gruppo indoor con le 4 piante di Sweet Cherry Pie®. Entrambi i raccolti mi hanno assicurato una scorta sufficiente per almeno 6 mesi. E le due varietà si abbinano perfettamente l’una

all’altra. È come una dolce simbiosi. I miei barattoli di Bruce Banner Auto® sono zeppi di una varietà a predominanza Sativa, autofiorente e coltivata all’aperto. I miei barattoli di Sweet Cherry Pie® racchiudono la più meravigliosa e gustosa varietà Indica, dipendente dal fotoperiodo e coltivata indoor. Il meglio dei due mondi, da Sweet Seeds®.


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GROW REPORT

AUTO BANANA BLAZE

coltivata in condizioni climatiche fredde L’Auto Banana Blaze di Dutch Passion è un autofiorente indica dal rendimento elevato che impiega circa 75-80 giorni per passare dal seme al raccolto. E' stata coltivata in un vaso da 30 litri riempito con una miscela 50/50 di light mix e fibra di cocco e coltivata con luci a LED (California Lightworks) con una potenza di 200W. Il grow-box si trovava in un garage non riscaldato, le temperature sono state fresche per tutta la durata della coltivazione. In genere tra i 16 e i 22 ºC, ma durante un'ondata di freddo poco prima del raccolto, le temperature sono scese brevemente a 10-15 ºC. Ciò ha contribuito a creare una splendida e insolita ondata rossa all'avvicinarsi del raccolto. Nonostante la temperatura avversa, queste resistenti genetiche Afghani Kush sono riuscite a proseguire bene producendo poco più di 100 gr di cime essiccate. L’Auto Banana Blaze ha sopportato le temperature più fredde come una campionessa L’Auto Banana Blaze usa delle rare genetiche afgane dal sapore di banana unico, dolce e cremoso. E' particolarmente evidente durante l'esalazione quando viene bruciata, piuttosto che quando viene vaporizzata. Come la maggior parte delle autofiorenti di Dutch Passion, potete aspettarvi una pesante fioritura centrale dominante circondata da 1-2 dozzine di fioriture laterali ben proporzionate. Nonostante sia stata coltivata con una miscela 50/50 di fibra di

cocco e terreno light-mix povera di nutrienti, la pianta è stata irrigata esclusivamente con acqua per tutto il tempo. Questo è stato possibile grazie ai nutrienti organici a lento rilascio (BioTabs), che hanno semplificato notevolmente la coltivazione. Gli air-pots con i loro elevati livelli di aerazione delle radici, hanno aiutato queste piante a prosperare sotto le luci a LED. Le uniche difficoltà incontrate durante la coltivazione sono state quelle relative al preoccupante abbassamento delle temperature appena prima del raccolto. Ma a quel punto l'Auto Banana Blaze aveva già sviluppato una struttura pesante e qualche dozzina di fiori di dimensioni generose. Auto Banana Blaze, buds super resinosi ricchi di terpinolene dai colori intensi Quasi il 30% del profilo terpenico è rappresentato dal raro composto 'terpinolene', i buds avevano un aroma ricco e hanno deliziato appieno il coltivatore: “I terpeni dell’Auto Banana Blaze erano assolutamente sorprendenti. Pensate alla tradizionale pungenza di un Afghani Kush ma con un tocco fruttato unico di banana. Volevo sapere come questo fosse stato possibile, così abbiamo organizzato un'analisi di laboratorio professionale. Ogni volta che un risultato di laboratorio mostra la presenza del raro composto 'Terpinolene', sai già che sarà un risultato speciale. Normalmente solo 1 ceppo su 10 mostra il terpinolene, ma

questa Auto Banana Blaze lo aveva come terpene dominante! Per me, questo non fa che confermare quanto l’Auto Banana Blaze sia davvero un ceppo autofiorente speciale. L’aroma è fantastico, i colori sono stupefacenti e il suo aspetto finale è al massimo. Gli effetti sono estremamente rilassanti ed eccezionalmente piacevoli. L’Auto Banana Blaze è un'indica antistress che agisce rapidamente. L’high è enormemente soddisfacente e di lunga durata - raramente sono stato più contento e soddisfatto alla fine di un raccolto! I miei amici hanno amato quei buds rossi unici e i suoi potenti effetti Kush anti-ansia. Facevano la fila per godersi il gusto e l'aroma non appena veniva aperto il barattolo". Il risultato finale è stato un autofiorente coltivata in casa dall'aspetto

grandioso con un raccolto abbondante. L'Auto Banana Blaze è cresciuta sotto luci a LED da 200W e si è diffusa producendo un autofiorente indica cespugliosa e resinosa. I fiori si sono trasformati in pepite dure e compatte dal fascino unico. Un raro sapore di banana e una colorazione rossa stupenda hanno reso questa coltivazione davvero memorabile. Alcune osservazioni finali del coltivatore: "Nel complesso, l'aroma, l'odore, il gusto e l'effetto dell'Auto Banana Blaze rendono l’esperienza di fumo grandiosa. I miei amici hanno assolutamente adorato rollare joint con questi buds, l’effetto è davvero potente, felice, sociale e gioioso. Una delle mie migliori coltivazioni di sempre su diversi livelli. Non fumatene troppa o sarete completamente bruciati e incollati al divano!

Varietà

Auto Banana Blaze

Genetica

Banana Blaze X Auto Mazar

Box

Tenda di coltivazione da 90x120cm

Vaso

Air-pot da 30-litri

Mezzo

Terra light mix con fibra di cocco miscelati al 50/50

Illuminazione

California Lightworks 200W ‘Solar System 275’

Temperature

16ºC – 22ºC in media (con cali a 10-15 ºC)

Umidità

Tra il 40% e l'80% di UR tra i periodi di irrigazione

Fertilizzanti

BioTabs Starterskit (Mycotrex, Startrex, Silicium Flash, Bactrex, biotabs)

TG & TM The Best Combination

DLI Control

Group Control

Ramp-Up / Ramp-Down

Cloud Effect

Built-In Calendar

4 Adjustable Spectrum



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BANCHE DEI SEMI

PRIMITIAE GENETICS: LE AUTOFIORENTI DI MEKONG E GAEL Oltre ad essere la storia

impressionante. Il padre invece è la Gelauto di HolyDogz Genetics, ottenuta incrociando le migliore genetiche americane dal gusto cremoso e sofisticato con i migliori maschi del progetto di semi regolari. La risultante di questa unione sono stati i semi da cui nasce la selezione per Mystica e Polaris. Un raro chemiotipo dolce e "fragoloso" che si manifestava in un 10% della prole e che ha attirato l'attenzione, portandoci verso un programma di selezione parallelo per cercare di isolare quel caratteristico congiunto di terpeni veramente additivo e inebriante.

di due amici e della loro passione, Primitiae Genetics è una banca di semi dedicata alle genetiche autofiorenti. Nata ufficialmente nel 2020, il progetto si pone l'obbiettivo di creare le migliori autofiorenti sul mercato. Grazie ad anni di continua sperimentazione nelle migliori condizioni ambientali, un'accurata selezione genetica e l'utilizzo esclusivo di fertilizzanti organici, finalmente il loro impegno si traduce nella nascita di tre varietà d'eccellenza: la Polaris, la Mystica e Arcana Nox. SSIT: PERCHÉ SCEGLIERE PRIMITIAE COME NOME DELLE VOSTRE GENETICHE? Il nome, si pronuncia Primizie, è stato scelto per la passione che ci lega alla storia, al passato, quando la natura era maestra di vita e quando, per apprendere un'arte, servivano tempo e dedizione. Il mondo attuale, al contrario, è sempre più veloce, non segue più le leggi della natura ma solo quelle del mercato, dove l'apparenza ha più valore del contenuto. Questo principio va contro tutto ciò in cui

crediamo. Il nostro obbiettivo è quello di creare un'icona artigianale di qualità.

SSIT: PERCHÉ AVETE MESSO IN COMMERCIO SOLO TRE GENETICHE? In tutti questi anni abbiamo trovato e salvato una moltitudine di strain favolosi, ma il nostro obbiettivo è sempre stato quello di creare piante di qualità superiore. Per farlo abbiamo messo tutta la nostra attenzione sulle genetiche più promettenti, osservandone tratti e peculiarità e continuando ad incrociarle con altre varietà. Attraverso questi incroci speravamo di riuscire a minimizzare, se non annullare, le naturali differenze fra Ruderalis e piante femminizzate e regolari.

nel 2008 con il Gorilla Grow Shop di Granada e durato per oltre 6 anni in indoor (quattro cicli annui) con genetiche autofiorenti regolari. Per partire avvantaggiati nella selezione, visto che l'eliminazione dei tratti genetici indesiderati delle Ruderalis è un processo veramente lungo, l'idea era quella d'incrociare direttamente cultivar élite con la miglior autofiorente. Abbiamo quindi scelto tra tutte le autofiorenti disponibili, concentrandosi nel ritrovare i migliori fenotipi reali che assomigliavano più ai cloni élite originali dei coltivar fotoperiodici e selezionando solo le auto che erano quasi impossibili da distinguere dall’originale, per poi salvarle e catalogarle a seconda del chemiotipo.

SSIT: COSA SIGNIFICA FARE BREEDING? Il breeding è l'arte e la passione più naturale che si possa sognare perché si tratta di creare una simbiosi con la natura, il tempo, i sapori, gli stati d'animo, la geografia, i colori: un circolo virtuoso per creare una pianta con le caratteristiche desiderate che ti permette di esplorare meglio il manifesto e il tuo interiore, scoprendo infine che la vera bellezza si trova nello stesso processo di automiglioramento.

SSIT: VOGLIAMO PARLARE DELLE VOSTRE VIARIETÀ? Per la Polaris ho cercato di ricreare l'auto ideale per coltivi indoor, con il fiore più bello e resinoso possibile, un ottimo rapporto foglia/calici, per evitare la classica cima fogliosa e poco consistente, tipica delle antiche autofiorenti, una struttura compatta e una velocità esplosiva in fioritura ma con una vegetativa non troppo corta per dar il tempo sufficiente di sviluppare una pianta molto produttiva: per riempire bene l'armadio e non sprecare prezioso spazio.

SSIT: COME AVETE LAVORATO A LIVELLO DI BREEDING? I nostri strain sono il risultato di un progetto di breeding cominciato

La candidata come madre è stata un'autofiorente chiamata Flame, per via del suo chiaro gusto e odore tipo Fire OG Kush e la sua velocità

SSIT: HAI DELLE PREFERENZE FRA LE TUE GENETICHE? Polaris era diventata la mia favorita per via dell'effetto potente e del suo sapore complesso e ricercato (che non stanca mai) degna della sua discendenza californiana, lontana da profili monoterpenici di varietà che sembrano incredibili a prima vista ma che stancano in pochi giorni. La differenza terpenica tra la Polaris e la Mistica si riflette anche nell'effetto perché nonostante entrambe ricoperte di resina, la prima è più sedativa e la seconda molto più stimolante a livello cerebrale. L'ultima genetica, l'Arcana Nox, è una pianta esteticamente affascinante, dai colori stupendi soprattutto durante le ultime settimane di fioritura. Per produrre questa varietà ho selezionato le più rapide, compatte, resinose e profumate tra la nostra base di auto e poi ci siamo concentrati nel selezionare quelle col miglior sapore e effetto tra gli incroci delle vincitrici, senza nessun altro requisito se non la massima qualità dell'esperienza per la massima velocità. Arcana Nox ha un sapore fruttato veramente ricco in terpeni, un gusto che non si dimentica facilmente a causa della sua densità e complessità, ed un effetto divertente che può essere usato anche con fini "artistici" e verso la fine scende dolcemente e ti lascia con voglia di dormire felice, stanco di tanto fantasticare e creare. Per l’intervista integrale appuntamento sul sito www.softsecrets.com/it


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CANNABIS WORLD di Rich Hamilton

Perché in California imperversa ancora il mercato illegale, cinque anni dopo la legalizzazione Cinque anni dopo la legalizzazione della cannabis, la California, a prima vista, sembra avere un’industria dell’erba in piena espansione. I californiani possono fumare le canne a marchio Wiz Khalifa e spegnere i loro mozziconi in un posacenere su misura di Seth Rogen. Possono bere bevande infuse di THC e farsi consegnare i prodotti commestibili a domicilio con la stessa velocità di un take-away. Ciononostante, dietro la facciata aziendale, l’industria legale dell’erba è ancora lontana dall’essere il settore legale e fiorente che molti avevano sperato diventasse. La Proposition 64, legge approvata nel novembre del 2016, ha reso legale la cannabis ricreativa. Ciononostante, ancora oggi, l’80-90% circa del mercato rimane illegale. La legge del 2016, per quanto abbia fatto del gran bene, ha anche dato ai Comuni il potere di vietare l’erba come meglio credono. La maggior parte delle città e delle contee non consente ancora la vendita di cannabis, inibendo così la crescita del mercato legale. I consumatori continuano a essere diffidenti su ciò che è legale e su ciò che non lo è. Gli imprenditori sostengono che le licenze limitate, le tasse elevate e gli importanti costi normativi hanno fatto sì che il mercato legale fosse fuori dalla loro portata. E molti degli imprenditori delle minoranze etniche che avrebbero dovuto trarre vantaggio dalla legalizzazione hanno finito con il perdere denaro. Per ora, l’unico modo in cui le aziende con licenza statale possono rimanere redditizie è quello di tenere un piede nel mercato illegale, privo di licenza.

Il problema della cannabis in California è un esempio della colossale incombenza di portare alla luce un mercato che ha prosperato nell’ombra. I problemi sono profondi e l’economia dell’erba dello Stato è in una situazione di trambusto soprattutto a causa di tutto ciò che è successo nei 20 anni prima che venisse approvata la Prop 64. I problemi legati all’erba della California risalgono al 1996, quando gli elettori hanno approvato una legge che consentiva l’uso della marijuana a scopo medico. In quel periodo, gli attivisti per l’Aids della Bay Area si sono resi conto del modo in cui l’erba alleviava il dolore. Sorpresi da come l’erba stimolasse l’appetito nei malati, hanno lanciato una campagna di base per fare in modo che la Proposition 215, legge che legalizzava la cannabis per uso medico, venisse messa al voto in California. La Prop 215, tuttavia, consentiva soltanto ai medici di raccomandare ai pazienti o a chi si occupava di loro di coltivare l’erba. Stavano sostanzialmente legalizzando un prodotto senza legalizzarne il lato commerciale.

controllo era quasi impossibile. Solo quell’anno, sono state sequestrate più di 180.000 libbre di erba lavorata e oltre 1,2 milioni di piante illegali.

persone che hanno perso denaro cercando di avviare e gestire attività legali in California di quante traggano guadagno da piani di “social equity”.

Il mercato illegale era un mix di imprenditori onesti che volevano passare alla legalità ma non potevano permetterselo, accanto a cartelli armati che coltivavano erba nel deserto con prodotti chimici aggressivi e acqua rubata. Era un mix insondabile di punti vendita all’apparenza legali che vendevano dispositivi per svapare non regolamentati e trafficanti che trasportavano l’erba in Stati in cui per gli adulti era ancora illegale farne uso ricreativo.

Gestire un dispensario non vi farà diventare ricchi oltre ogni immaginazione. La verità è che pochissime persone a livello strada stanno guadagnando con la cannabis legale.

Passare alla legalità spesso significa sacrificare il profitto. Le aziende in genere pagano una percentuale del 70%, in parte perché stanno infrangendo la legge federale e non sono in grado di ottenere deduzioni

Se lo fanno, resta comunque dubbio che stiano facendo tutto secondo le regole. È probabile che stiano ancora armeggiando nel mercato illecito. Alcuni titolari di dispensari illegali sostengono che idealmente vorrebbero passare alla legalità, ma non è così facile. Severi requisiti di zona e costi elevati, fra gli altri fattori, lo rendono praticamente impossibile. Allo stato attuale, la legalizzazione resta intrappolata in un bizzarro mondo sotterraneo di questioni federali a bassa

Nei 20 anni successivi, il mercato grigio del “laissez-faire” della cannabis per uso medico ha prosperato e si è consolidato. Dato che era facile ottenere una raccomandazione del medico per la cannabis per uso medico e l’erba stessa era a buon mercato, i cultori della cannabis hanno messo in atto una forma redditizia di rivolta civile. Hanno aperto dispensari, hanno prodotto commestibili e coltivato piante a sufficienza per compensare i costi che comportavano le periodiche misure repressive delle forze dell’ordine. Nel 2010, a Los Angeles c’erano circa 2.000 punti che vendevano la cannabis illegalmente. In tutto lo Stato è esploso completamente il mercato illegale, inducendo i cartelli messicani a trasferire le loro coltivazioni in California. Quando gli elettori hanno approvato un’iniziativa che legalizzava l’erba per uso ricreativo nel 2016, gran parte dell’industria si era abituata all’illegalità e preferiva continuare in questo modo. Il mercato illegale era consolidato e fiorente e cercare di metterlo sotto

fiscali e in parte perché i politici vedono l’industria come una facile preda per aliquote fiscali più elevate. Il livello di tassazione in California è uno dei fattori che hanno contribuito a distruggere il mercato legale e che hanno portato la cannabis a essere fuori dalla portata di molti. Una delle grandi promesse del mercato legale dell’erba della California era che sarebbe servito come una sorta di risarcimento per le minoranze etniche per quanto sofferto sotto il proibizionismo. Tuttavia, ci sono più

priorità e a elevata complessità da Stato a Stato che non sembrano poter essere risolte a breve. Ci sono molti aspetti interessanti sul mercato dell’erba legale, come la scelta dei prodotti, l’educazione, la libertà, la sicurezza e la tracciabilità. Per non parlare della riduzione del numero di persone arrestate e accusate di reati non violenti legati alla cannabis. Ciononostante, se la legalizzazione doveva magicamente ripulire il ventre illecito della cannabis in California, c’è da dire che finora ha fallito miseramente.


NORDÉS Absolute Cannabis Seeds www.absoluteseeds.com


D

PASSI H C ON UT ®

SEED COMPANY AMSTERDAM, ESTABLISHED 1987

YOUR PASSION OUR PASSION DUTCH PASSION www.dutch-passion.com



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THE BUD DIARIES di Rich Hamilton

BRITSCOTTI VARIETÀ

Britscotti. Dal potente marchio britannico della cultura della cannabis Dank Of England (D.O.E.), questa varietà ha già raggiunto lo status di leggenda fra gli intenditori di erba del Regno Unito, e a giusto titolo.

GENETICA Questa ragazzaccia britannica è la “variante delta”, cugina della varietà Biscotti. Più forte e più letale! Potente ibrido a predominanza Indica (80%/20%) che nasce da un mix di G.S.C., Gelato 25 e Sour Florida OG, racchiude in sé un vero e proprio pugno con un T.H.C. medio del 22-25% e un modesto 2% di C.B.G.

INFO SULLA COLTURA – La Bristcotti è a predominanza Indica e cresce con una forma tozza con cime dense e appiccicose. Ci si può aspettare rese medio-alte con cime mature di una tonalità verde oliva, punteggiate da sfumature viola e lunghi e sottili stigmi arancioni. La produzione di resina è estremamente elevata, il che rende questa varietà una scelta più auspicabile per i produttori di estratti/concentrati.

incredibili terpeni diesel gassosi che rendono questa varietà inconfondibilmente britannica come una tazza di tè! Erbe terrose, fruttato, nocciolato, dolce, gassoso, c’è tutto. È nostalgica come fumare la prima canna nel cortile dei garage con gli amici da bambini. Vi ricordate perché avete iniziato a fumare erba? È esattamente questo, ma più forte! Questa varietà vi riporterà subito al passato e non vi deluderà.

CONSUMO Regalatami da Screech di DOE, mi sono goduto questa fantastica gemma rollata in una cartina ultrasottile infusa con CBD e un filtrino arrotolato a mano con 2 amici intimi. Ci siamo seduti nel giardino dei miei amici mentre il giorno volgeva a sera e abbiamo parlato dei vecchi tempi mentre fumavamo. Con l’arrivo del freddo abbiamo acceso il fuoco e abbiamo lasciato che ci ipnotizzasse fino a notte fonda. Una notte di prima classe, con amici di prima classe, fumando erba di prima classe.

GUSTO Se state cercando un’Indica classica con un sapore incredibilmente delizioso, l’avete trovata. La Bristcotti racchiude tutto ciò che potreste desiderare e anche di più a livello di effetti e sapori a ogni tiro. Fruttata, nocciolata, speziata, dolce ma innegabilmente gassosa con una ricca esalazione speziata, posso scegliere qualcosa di diverso a ogni tiro.

FOLLOW THE

BIGGEST LEADER

EFFETTO

Densa come la metropolitana di Londra il lunedì mattina all’ora di punta, questa gemma viene preparata, essiccata e conciata alla perfezione. Le grosse cime di color verde oliva scuro con lunghi pilucchi di colore arancione scuro hanno uno spesso rivestimento argenteo di tricomi di cristallo bianco brillante. Non è certo il tipo di varietà che ha bisogno di mettersi in mostra e attirare solo con il suo aspetto; saranno i suoi effetti a parlare per lei.

FRAGRANZA La Britscotti ha un mix di aromi dolci e burrosi in cima, che si mescolano con

La Britscotti ha la perfetta componente indica che perdura nel tempo e si esaurisce dopo 4-5 ore. Ha una presa a rilascio lento, la consiglio quindi per le serate, le nottate e i momenti di relax con gli amici più stretti. Grazie a questi effetti e al suo elevato livello di T.H.C., la Britscotti sarebbe anche un’ottima scelta per trattare condizioni come lo stress cronico o l’ansia, la depressione, gli sbalzi d’umore e il dolore cronico.

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FIORE

Lo sballo della Britscotti arriva con un’ondata di effetti cerebrali che vi catapultano in un puro stato di estasi distratta nel giro di tre - cinque minuti. Mentre la vostra mente si calma, vi inghiotte in uno sballo estremamente sedato, attaccandovi prepotentemente al divano e dandovi un moderato appetito. Nel complesso mi sono sentito euforico, rilassato, i miei occhi hanno iniziato a sentirsi pesanti e mi sono sentito allegro e felice.

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INTERVISTA di Fabrizio Dentini

NUOVI CANNABINOIDI, LA SCOPERTA DEL THC GEMELLO E TANTO ALTRO INTERVISTA AL PROFESSORE GIOVANNI APPENDINO Se applicassimo alla lettera il testo della Convenzione si dovrebbe calcolare anche la seconda forma tridimensionale e questo implicherebbe che molte varietà da fibra risulterebbero illegali.

SSIT: Cosa servirebbero alla pianta queste due molecole simili? Ne sappiamo poco, ma sulla funzione dei cannabinoidi in generale ci sono le ipotesi più strane. Una teoria è che essendo la canapa originaria del Tibet e quindi evolutasi in un paese con un’insolazione fortissima, queste molecole servirebbero a proteggere il fiore, dalla radiazione solare, per trasformarsi in frutto. Un’altra teoria vede nella resina una trappola moschicida per gli insetti. La maggior parte dei composti naturali sono frutto di una logica che non riusciamo a leggere. I composti naturali sono come l’etrusco, lo leggiamo ma non capiamo cosa voglia dire.

SSIT: Supponete che gli effetti del cisTHC siano gli stessi del trans-THC?

Giovanni Appendino è un piemontese dolce, gentile e disponibile. Professore di chimica organica a Novara, presso l’Università del Piemonte Orientale, Facoltà di Farmacia, nel 1955 nasce a Carmagnola dove il nonno coltivava canapa e lui, da piccolo, giocava coi canapuli brandendoli come spade invincibili. La canapa insomma è sempre stata parte del suo Universo e, proprio per questa ragione, la maggior parte dei suoi studi, condotti sulla varietà «Carmagnola» e sulle sue derivate, lo hanno condotto all’isolamento di molti nuovi cannabinoidi. SSIT: Tra questi nuovi cannabinoidi quale l’ha colpita maggiormente? Ultimamente la cosa più strana che abbiamo scoperto è che nella canapa da fibra sono presenti due THC: il Delta 9-transTHC (quello conosciuto da tutti) e il Delta 9-cis-THC, quello scoperto da noi. Queste denominazioni indicano la maniera con la quale il sistema terpenico è unito a quello aromatico. Pensando a due persone che si danno la mano, nel primo caso queste si congiungono con le mani sulla pancia, nel

secondo caso, con le mani dietro la schiena. Si tratta di due molecole diverse e la cosa strana non è che esista questo cis-THC, ma che in alcune varietà da fibra entrambi i composti siano presenti con le medesime concentrazioni. Secondo la Convenzione Internazionale sugli stupefacenti, nella canapa esisterebbe un’unica forma tridimensionale di THC, ma in realtà nella canapa da fibra e probabilmente anche in quella per uso ricreativo, che non abbiamo potuto studiare per mancanza di permessi, esistono due forme tridimensionali di THC.

Abbiamo visto che anche questo prodotto è attivo nella tetrade quindi narcotico perché provoca catalessia, analgesia e diminuisce temperatura e locomozione in modelli animali.

SSIT: Lei che ha descritto i composti naturali come opere d’arte della natura, come descriverebbe la cannabis e le sue potenzialità ad un collega e come la descriverebbe ad uno studente? A un mio collega direi che la cannabis è una pianta importantissima perché ha portato alla scoperta di uno dei maggiori sistemi neurali: il sistema endocannabinoide. Inoltre la chimica dei cannabinoidi è una chimica affascinante con delle reazioni molto belle che, in maniera semplice, producono trasformazioni molecolari complesse. Ai miei studenti, invece, dico che la canapa rappresenta un’opportunità trasversale e, proprio per questo motivo, è forse la prima pianta che l’uomo abbia mai coltivato. La canapa è un alimento perfetto, contiene, cosa relativamente rara, tutti gli amminoacidi essenziali, Omega 3 ed Omega 6, le vitamine, la fibra e le sue proteine hanno una composizione simile a quelle della carne.

SSIT: Al di là delle sue proprietà nutritive, qual’è la sua opinione

rispetto all’utilizzo della cannabis in medicina? Il problema più grosso della cannabis medicinale sono che due aspetti ad essa legati devono andare in parallelo: da un lato bisogna semplificare l’accesso per le persone che ne hanno bisogno, ma dall’altro è importante la tutela delle persone fragili e mi riferisco agli adolescenti che purtroppo sono i suoi consumatori maggiori. Poi c’è anche un altro problema e cioè che è molto difficile leggere la letteratura forense sulla marijuana perché la maniera con la quale viene consumata in Europa, dove viene consumata mischiata con il tabacco, è molto diversa dalla maniera con la quale viene consumata negli Stati Uniti dove viene utilizzata in purezza. La marijuana è resinosa per cui, al momento della combustione, l’ossigeno circola male e la temperatura arriva intorno ai 600-650 gradi e quindi la decarbossilazione dei cannabinoidi acidi è un processo lento. Al contrario, aggiungendo il tabacco, che essendo circondato da lipidi brucia bene e permette una circolazione maggiore dell’aria, il risultato è che si raggiunge la stessa temperatura delle sigarette, circa 1000 gradi e la decarbossilazione dei cannabinoidi acidi diventa molto più rapida.

SSIT: Questo cosa implica per un consumatore europeo rispetto ad uno statunitense? La cinetica di assorbimento è molto diversa. Dato che la marijuana in purezza brucia lentamente la decarbossilazione è un processo lento e la durata di una sigaretta di marijuana è molto più lunga. Un europeo ha un effetto più veloce, ma consuma una quantità di catrame superiore. Nella letteratura forense, dal punto di vista epidemiologico, ci sono diversità fra i dati americani ed europei, ad esempio, nella correlazione con il tumore al testicolo che viene trovato in tutti gli studi europei e non in quegli americani perché lo spinello europeo è molto diverso dal joint americano. I dati paragonano due cose diverse.

SSIT: In Canada, dove l’hanno legalizzata, le persone si avvicinano alla cannabis per le sue qualità rilassanti esattamente come chi, sotto prescrizione medica, la consuma contro lo stress, l’ansia e per migliorare sonno e appetito. Cosa pensa di questa convergenza?


29 Una volta fumare la marijuana era un atto politico e per questo, come diceva Allen Ginsberg, la legalizzazione avrebbe comportato una diminuzione dei consumi. Quello che mi ha colpito moltissimo è che nei paesi dove è stata legalizzata questo si sia verificato effettivamente. Una quota di consumatori quindi, consuma principalmente a causa dello status di illegalità della sostanza. La marijuana di adesso, comunque, non ha niente a che vedere con quella degli hippies che presentava titoli bassissimi in THC ed alti in CBD. I figli dei fiori, addirittura, ci spremevano il limone sopra per tentare di ciclizzare il CBD in THC.

SSIT: Cosa facevano gli hippies con il limone? Trattandolo con acidi e in condizioni di laboratorio, trasformare il CBD in Delta 9 o in Delta 8 è relativamente semplice. Gli hippies lo facevano mettendo il limone sulla marijuana. Ai giorni nostri, leggevo che il titolo medio in THC è salito al 15% senza essere bilanciato da una presenza equilibrata in CBD e questo comporta un’amplificazione del potere narcotico.

SSIT: Lasciamo gli hippies e torniamo alla ricerca. In quali campi sarebbe interessante proseguire gli studi sulle applicazioni dei cannabinoidi?

Diciamo che finora le applicazioni mediche, per certi versi, sono state improvvisate. Sembrerà strano, ma i tre principali usi dei cannabinoidi sanciti dalla farmacologia ufficiale sono stati scoperti dai pazienti. Penso all’epilessia infantile genetica, alla nausea da chemioterapia e al glaucoma. Leggendo la farmacologia della canapa molte volte si può leggere che gli studi clinici non hanno dato grandi risultati, ma questo è un grosso errore. La canapa è sempre stata paragonata con il farmaco primo della classe, quindi molti studi che vengono propagandati come negativi, in realtà ci dicono che la canapa è meno efficace rispetto al principale farmaco di riferimento. Sotto questo profilo, anche se la canapa non è un farmaco di elezione, resta comunque una sostanza attiva che potrebbe essere utile in tante malattie che non hanno alcuna terapia.

SSIT: Anche senza essere un farmaco d’elezione, la canapa presenta un interesse medico perché rispetto a tanti farmaci in commercio presenta effetti collaterali minori. E’ d’accordo? Certamente. La canapa, raramente, è il farmaco più potente, troviamo frequentemente farmaci più efficaci, il problema è che spesso il farmaco

più efficace comporta anche maggiori effetti collaterali. Per questo motivo la sconfitta della canapa rispetto ai farmaci di riferimento è una sconfitta che va analizzata, è una sconfitta parziale.

Su tutti gli altri sappiamo abbastanza poco. I chinoni si formano all’aria per l’ossidazione dei cannabinoidi, hanno un profilo molto diverso dai cannabinoidi e sono attivi sul recettore CB2 e non sul recettore CB1.

SSIT: Nel 2008 in una sua ricerca ha sottolineato il ruolo della cannabis come antibiotico. Ne vuole parlare?

Inoltre, sono attivi su dei fattori di trascrizione implicati nelle malattie cronico degenerative. Uno dei composti che abbiamo progettato sinteticamente partendo dai cannabinoidi naturali è in corso di sviluppo clinico in fase 2 per il trattamento dello scleroderma, una malattia autoimmune.

In realtà non abbiamo inventato niente perché esistevano degli studi degli anni cinquanta in Cecoslovacchia dove avevano studiato i cannabinoidi come antibatterici contro la tubercolosi. Abbiamo semplicemente studiato l’azione dei cannabinoidi nei confronti di batteri resistenti agli antibiotici. L’azione antibatterica dei cannabinoidi è ottima per uso topico. Inoltre, considerando gli studi condotti sino ad oggi, i cannabinoidi, a differenza di tutti gli antibiotici che selezionano dei ceppi resistenza e quindi nel tempo perdono efficacia, non generano questa reazione.

SSIT: Al momento a che ricerca si sta dedicando? Stiamo studiando una classe di cannabinoidi minori detti chinoni. La cannabis produce centocinquanta cannabinoidi e noi sappiamo, qualcosa, su tre e mezzo di loro ( THC, CBD, CBG e CBC).

SSIT: Se lei avesse un budget adeguato quali sarebbero le ricerche che vorrebbe condurre? Innanzitutto studierei i cannabinoidi acidi che sono molto interessanti per un profilo d’azione che va verso le malattie autoimmuni e le malattie neurodegenerative. Poi vorrei continuare a lavorare sui cannabinoidi minori, ad esempio, sopra un cannabinoide interessante, il cannabimovone, un composto con uno scheletro unico nei cannabinoidi. Poi esistono anche altri composti interessanti come le canflavine dei flavonoidi che sono antinfiammatori molto potenti.

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GROWING di sudestfam@protonmail.com

THE BLACK GOLD

TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE SULL'HUMUS DI LOMBRICO Nel mondo dell'orticoltura l'humus di lombrico è conosciuto anche con il termine di "oro nero" per via dei numerosi vantaggi che offre agli agricoltori. È un super ammendante organico del suolo, ottenuto dal processo di decomposizione della materia organica mediante l'azione dei lombrichi. UN PO' DI STORIA Le antiche civiltà già conoscevano l'importanza di questi invertebrati, da Aristotele che lo definì "l'intestino della terra", fino all'imperatrice Cleopatra che gli conferì il titolo di animale sacro. Studi più recenti devono a Darwin la scoperta dell'importanza dei lombrichi che addirittura scrisse un libro dal titolo "La formazione della terra vegetale per l'azione dei lombrichi" ma in realtà già nel 1789 il naturalista britannico Gilbert White aveva depositato la prima pubblicazione scientifica riconosciuta sull'argomento. Dobbiamo però aspettare gli anni '70 del secolo scorso affinché l'humus di lombrico conosca una rapida diffusione grazie al lavoro svolto da Mary Appelhof, una biologa americana che con il suo "Worms eat my garbage" diede un grande contributo per far conoscere l'importanza del lavoro svolto dai lombrichi all'interno degli ecosistemi naturali. PROPRIETÀ DELL'HUMUS L'humus di lombrico è un complesso di sostanze organiche ricco di una vasta gamma di micro e macronutrienti, acido umico e fulvico, enzimi, ormoni regolatori della crescita e una fitta rete di microrganismi. Tra i nutrienti principali contenuti nell'humus ci sono azoto, fosforo, potassio, calcio, manganese, ferro e zinco, in grandi quantità e in una forma prontamente assimilabile dalle piante. È dimostrato che l'humus di lombrico sia molto più ricco di sostanze nutritive rispetto al compost realizzato senza l'ausilio dei lombrichi. L'acido umico e fulvico, di cui l'humus è ricco, sono sostanze formate da complessi di acidi che possiedono molteplici proprietà utili nell'orticoltura, infatti hanno la capacità di trattenere grandi quantità di acqua,

strato superficiale di molti giardini e infine la materia organica da compostare. La maggior parte dei rifiuti organici solidi possono essere impiegati, ad esempio gli scarti alimentari pre e post lavorazione come le bucce dei vegetali o i gusci d'uovo, le buste del tè, i fondi di caffè, la cenere di legno, la carta priva di coloranti, gli scarti del giardino come foglie e rami secchi oppure l'erba tagliata. La tipologia e la quantità di sostanze contenute nell'humus sono definite dalla materia organica utilizzata in partenza, cioè dagli ingredienti inseriti nella lombricompostiera. L'humus fatto in casa può presentare dei deficit rispetto a quello di produzione industriale perché spesso in ambito domestico non viene strettamente seguita una ricetta precisa, tuttavia potrebbe possedere un'attività microbica più rilevante non venendo sottoposto a processi di sterilizzazione che in alcuni Stati sono obbligatori a livello industriale.

Foto di Sippakorn Yamkasikorn da Pexels. incrementano l'assimilazione dei nutrienti, riducono la presenza di metalli pesanti e favoriscono la crescita delle radici e la loro permeabilità. Gli enzimi sono dei catalizzatori dei processi biologici, in parole più semplici aumentano la velocità delle reazioni chimiche riducendo l'energia e il tempo necessario per la loro esecuzione. Nella pratica gli enzimi nel suolo accelerano i processi di decomposizione della materia organica rendendo disponibili molte sostanze nutritive che altrimenti non sarebbero assimilabili dalle piante e riducono in questo modo la presenza di agenti patogeni intorno ai siti di marciume; gli enzimi si occupano anche di tenere pulita la zona delle radici decomponendo velocemente le parti morte da cui producono zuccheri naturali che stimolano la proliferazione dei microrganismi come funghi e batteri. L'humus di lombrico contiene degli ormoni regolatori della crescita come le auxine, le citochinine e le gibberelline. Le prime sono coinvolte nella formazione di nuove cellule e quindi di nuovi organi, favoriscono la crescita dell'apparato radicale e in particolar modo delle radici secondarie o avventizie. Le citochinine rappresentano una classe ormoni regolatori della crescita che stimola la divisione cellulare e favorisce la crescita delle piante, aumenta la mobilità dei nutrienti e mantiene alti i livelli di clorofilla, infatti frena i processi di senescenza delle cellule cioè del loro invecchiamento. Infine le gibberelline, un gruppo di molecole partecipe a numerosi processi biologici, tra i quali la divisione cellulare, la crescita e la fruttificazione della pianta oltre ad agevolare la germinazione

di nuovi semi. L'humus, detto anche vermicompost, è caratterizzato da un'attività microbica molto interessante, infatti è ricco di funghi e batteri, dei microrganismi che spesso vivono in simbiosi con le piante e favoriscono lo scambio di sostanze nutritive garantendo una crescita esuberante. DA DOVE PROVIENE L'HUMUS DI LOMBRICO L'oro nero nasce da un processo di decomposizione della materia organica eseguito dai lombrichi, in particolar modo vengono impiegati per questo scopo i lombrichi della specie Eisenia fetida, conosciuti più comunemente con il nome di lombrico rosso californiano. Questo lombrico è specializzato nel cibarsi di materia organica in decomposizione e mediante uno speciale apparato digerente produce delle deiezioni, dette getti, ricche di sostanze organiche in forme assimilabili dalle piante. Per questo motivo sono la specie più indicata per la produzione di humus. Una particolare caratteristica dei lombrichi è la capacità di divorare quotidianamente enormi quantità di materia organica e di convertirla in un fantastico ammendante più velocemente di qualsiasi azienda che si occupa di riciclaggio. IL LOMBRICOMPOSTAGGIO È una pratica che può essere realizzata anche in ambito domestico, sono sufficienti una compostiera apposita per la lombricoltura che possiamo acquistare o costruire da soli, dei lombrichi rossi anch'essi acquistabili o reperibili nello

LA COMPOSTIERA L'impiego di una lombricompostiera per la produzione di humus è la scelta migliore; generalmente è costituita da un contenitore di grandi dimensioni diviso all'interno in tre scompartimenti incolonnati, la base di ogni scompartimento presenta una serie di piccoli fori che permettono il passaggio dei lombrichi e dei loro sottoprodotti da un alloggio all'altro della compostiera ad eccezione della base dello scompartimento posto più in basso che è destinato alla raccolta del percolato e spesso è dotato anche di un rubinetto. Mentre lo scompartimento centrale serve per raccogliere l'humus che viene prodotto dalla decomposizione dei residui organici posti nel terzo alloggio più in alto. La lombricompostiera può essere dotata anche di più scompartimenti che permettono la raccolta di qualità differenti di humus. COME FUNZIONA Il primo alloggio posto più in alto va riempito con della materia organica come la carta dei giornali, di cui i lombrichi sono ghiotti, i resti alimentari e gli scarti da giardino, inumidire la superficie con acqua per creare un ambiente favorevole alla vita dei lombrichi e successivamente inserirli all'interno della lombricompostiera. I vermi si muoveranno in direzione del cibo anche attraverso gli altri scompartimenti per dare inizio al processo di decomposizione. I lombrichi si riproducono rapidamente perciò è sufficiente iniziare con una piccola quantità. La compostiera deve stare chiusa


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Lombricompostiera, foto di MangoTheThird da Freeimages. per evitare che i lombrichi fuggano via. I due fattori più importanti per il buon esito sono il clima all'interno della compostiera e il rapporto tra carbonio e azoto della materia organica; il range di temperatura ottimale è di 18-23°C e il tasso di umidità pari al 60%, il rapporto C/N non deve essere inferiore di 20:1 per favorire la decomposizione dei residui. Per il vostro cumulo utilizzare 1/3 di materia organica fresca e 2/3 di residui secchi per ottenere un rapporto C/N ottimale. I lombrichi prediligono cibarsi innanzitutto dei residui più vecchi già in fase di decomposizione e solo in un secondo momento di quelli più freschi. La compostiera va ispezionata periodicamente per assicurarsi che ci sia la giusta quantità di cibo. Il tempo necessario per la produzione della prima frazione di humus è di circa tre mesi, la velocità dipende da vari fattori come l'efficienza della compostiera, la materia organica impiegata e il clima al suo interno. Una compostiera dotata di una buona areazione favorisce l'attività aerobica dei microrganismi che accelerano il processo di compostaggio. A differenza dell'humus, la raccolta del percolato avviene dopo solo due mesi; il percolato è un liquido che nasce dalla presenza di umidità nella compostiera e dai liquidi contenuti nella materia organica, è un ottimo fertilizzante da diluire per il suo impiego. NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS L'humus di lombrico è il segreto di molti growers, anche noi di Sud Est Family lo impieghiamo in tutti i nostri mix di substrato. Le piante che crescono in un terreno ricco di humus difficilmente presenteranno segni di deficit nutrizionali. L'humus svolge principalmente due

funzioni, quella di super ammendante e quella di fertilizzante naturale. Come ammendante del suolo offre molti vantaggi, infatti incrementa la capacità di ritenzione idrica, la porosità e quindi l'areazione del terreno, aumenta la capacità di scambio cationico favorendo la disponibilità dei nutrienti, stimola la vita nel suolo e inoltre possiede anche delle proprietà tampone che riducono gli sbalzi del PH. Come fertilizzante è ottimo per la coltivazione di vera marijuana organica, le sostanze nutritive contenute nell'humus sono di origine naturale e si presentano in forme assimilabili dalle piante; è un fertilizzante a rilascio lento assicurando in questo modo la disponibilità di nutrienti per tutto il ciclo di vita della pianta. L'humus di lombrico può essere impiegato sia per la preparazione del substrato mescolandolo con gli altri ingredienti oppure sparso sulla superficie del terreno, tipo top dressing. Nella preparazione del substrato è sufficiente aggiungere il 20% di humus al volume totale per assicurarsi una crescita esuberante, invece nel top dressing è sufficiente creare uno strato di circa 2 centimetri di humus sulla superficie coltivata. Sicuramente il modo più efficiente di applicare l'humus di lombrico ad una coltivazione di marijuana è realizzando un tè di compost aerobico, infatti la continua ossigenazione del tè durante la sua preparazione stimola la proliferazione dei microrganismi che lavorano intensamente per liberare e rendere disponibili le sostanze nutritive contenute nella soluzione.

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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark

entità non-profit che non possono pubblicizzare i loro servizi e prodotti. "Se un adulto decide di fare uso di cannabis, deve poter avere un percorso sicuro e regolarizzato per ottenerla", ha spiegato il ministro Owen Bonnici, tra i maggiori promotori della legge. Per il governo, la nuova legge servirà a ridurre le entrate del mercato nero, ponendo fine alla criminalizzazione di chi fa uso di cannabis. Bonnici, che è il ministro maltese per la parità la ricerca e l'innovazione, ha detto che il governo voleva "smettere di trattare le persone che non sono criminali come criminali", e creare un sistema di regolamentazione per "proteggere i minori in particolare e la società in generale".

Photo credits: Esteban Lopez - Unsplash.

MALTA È DIVENTATO IL PRIMO STATO EUROPEO A LEGALIZZARE LA CANNABIS Battendo sui tempi il Lussemburgo - che solo alcune settimane prima aveva annunciato le sue intenzioni di liberalizzare la pianta - Malta è diventata il primissimo paese in Europa ad approvare la legalizzazione dell'uso ricreativo della cannabis tra gli adulti. È successo lo scorso 14 dicembre, un inaspettato regalo di natale da parte del Parlamento che, con 36 voti contro 27, ha approvato la proposta di legge sostenuta dal partito laburista del Primo ministro Robert Abela. Stando a quanto riporta il testo, la nuova legge permetterà ai maggiori di 18 anni di possedere fino a sette grammi di cannabis e di coltivare fino a quattro piante in casa. Su ispirazione del modello spagnolo dei cannabis club, la nuova legge maltese permette anche a gruppi non-profit di coltivare la pianta per i membri. I membri dei club saranno limitati a 500 persone e solo fino a 7 grammi al giorno potranno essere distribuiti ad ogni persona, con un massimo di 50 grammi al mese. Le organizzazioni - che non potranno essere situate a meno di 250 metri da una scuola, un club o un centro giovanile - potranno anche distribuire

Stando a quanto riporta il quotidiano maggiore dell'isola, il Times of Malta, anche il presidente Abela ha voluto rassicurare i parlamentari: "Stiamo legiferando per affrontare un problema e adottando un approccio di riduzione del danno, regolando il settore, in modo che la gente non debba ricorrere al mercato nero per acquistare cannabis." E, in risposta alla destra del Partito Nazionalista che ha duramente criticato la proposta, ha ribadito: "Stiamo dissuadendo la gente dal fumare cannabis, senza trattare coloro che scelgono di farlo come criminali. Il traffico di droga rimarrà illegale". L'ultimo passaggio per l'attuazione della legge è la firma del presidente della Repubblica, George Vella, un medico che però in passato si è detto contrario alla legalizzazione. Nel caso in cui venisse però ratificata dalla più alta carica dello Stato, il governo a maggioranza laburista intende mettere la legge in vigore immediatamente.

fino a 20 semi di cannabis ad ogni membro ogni mese. Il testo approvato dal Parlamento prevede anche che alle persone precedentemente condannate per possesso di cannabis siano cancellati questi reati dalla fedina penale.

I legislatori che hanno sponsorizzato la legge hanno voluto porre l'accento soprattutto sulla sicurezza e sull'educazione, e hanno chiesto contestualmente anche l'istituzione di un'autorità che lavorerà con il governo

La legge ammorbidirà anche le pene per coloro che sono in possesso di quantità maggiori di cannabis. Gli adulti trovati con fino a 28 grammi di cannabis per il proprio consumo personale saranno colpiti solo da una sanzione amministrativa, con una multa massima di 100 euro. Il consumo in pubblico di cannabis rimarrà illegale e punibile con una multa di 235 euro, mentre il consumo di cannabis davanti a un bambino - in pubblico o in privato - comporterà una pena tra i 300 e i 500 euro.

PER IL GOVERNO, LA NUOVA LEGGE SERVIRÀ A RIDURRE LE ENTRATE DEL MERCATO NERO, PONENDO FINE ALLA CRIMINALIZZAZIONE DI CHI FA USO DI CANNABIS.

L'attenzione ai minori è data anche da un altro punto del testo, in cui si specifica che è previsto anche un sostegno per i minorenni che vengono trovati in possesso di cannabis: invece di affrontare l'arresto o le accuse penali, verrà loro raccomandato un percorso di cura o un trattamento una tantum in una struttura specializzata.

per plasmare le politiche nazionali sulla cannabis. Non è infatti ancora chiaro quale sarà il piano per tassare gli introiti derivati dal nuovo mercato, né tantomeno sono stati presentati progetti per la devoluzione di questa nuova entrata fiscale al welfare maltese. In quella che sarà la pratica quotidiana nel caso in cui la legge fosse effettivamente approvata, le associazioni impegnate nella vendita dovranno operare come dei social club, delle

La mossa di Malta, il più piccolo stato membro dell'UE, sarà probabilmente

seguita da una serie di riforme in buona parte dell'Europa nel prossimo biennio. Come abbiamo visto nei numeri precedenti, la Germania ha annunciato di voler stabilire un mercato legalmente regolamentato, seguendo gli annunci dei governi di Svizzera, Lussemburgo e Paesi Bassi e anche da noi in Italia si parla di referendum. Che sia davvero arrivata l'ora di seguire l'esempio d'oltreoceano?


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LIFESTYLE di Giovanna Dark

LA CANNABIS È DAVVERO UN INGREDIENTE SEGRETO PER RELAZIONI SANE?

"La coppia che fuma insieme, rimane insieme". C'è una leggenda perpetuata tra noi stoner che suggerisce come due persone possano avere una relazione più significativa e di successo se entrambe fumano cannabis. Coloro che si identificano in questa etica, credono che l'erba riduca il divario di connessione - sia emotivamente che sessualmente - e aiuti a forgiare un'intimità che i non consumatori non sarebbero mai in grado di sperimentare. Ma la vicinanza che due persone sentono mentre sono in high da cannabis è indicativa del loro legame indissolubile o lo sballo in realtà smorza solo la realtà di una relazione e provoca falsi sentimenti? Con San Valentino alle porte, forse è il caso di domandarselo... Chiedete a chiunque abbia mai fumato con un partner: senza dubbio vi parleranno di come la cannabis è in grado di portare un formidabile elemento di unione nella relazione. Può rendere la serata al cinema più divertente, le cene fuori molto più interessanti e sembra decisamente aiutare le coppie in camera da letto! Per alcuni, comunque, una storia d'amore e di canne è semplicemente un modo per affrontare le complessità di una relazione senza permettere alla negatività, all'ansia e al risentimento di prendere il sopravvento. Connettersi con la cannabis?

Alcuni consumatori di cannabis sostengono che il dividersi i joint ha permesso loro di risorgere dalle ceneri del loro passato traumatico, abbassare la guardia e andare avanti con relazioni più sane. "Io e il mio fidanzato abbiamo capito che siamo semplicemente più uniti quando fumiamo", mi ha raccontato M., 32 anni. "Entrambi veniamo da relazioni malsane e davvero tossiche. La marijuana ci aiuta ad essere più a nostro agio l'una con l'altro, più di quanto potremmo mai fare da sobri". "Abbiamo iniziato la nostra relazione fumando insieme costantemente" - mi dice R., un 37enne di Verona trapiantato a Berlino - "Ma quando lei ha smesso perché voleva concentrarsi sul lavoro ho iniziato a pensare che non ce l'avremmo fatta a durare". In effetti, le relazioni posso subire una brusca deviazione di percorso dopo che uno o entrambi i partner smettono di usare cannabis. Questo può accadere per vari motivi: le persone possono essere costrette a lasciarsi l'erba alle spalle a causa di un lavoro oppure di un problema di salute. Le condanne legate alla cannabis con un periodo di prova - purtroppo ancora presenti praticamente ovunque - possono anch'esse rappresentare un momento di sobrietà forzata per una coppia. Potrebbe anche essere che non se lo possano più permettere e che debbano fare dei tagli

per mantenere il cibo sulla tavola o pagare l'affitto. O forse hanno semplicemente deciso che fumare ganja ogni giorno non è il massimo per un futuro produttivo e vogliono semplicemente smettere. Qualunque sia la ragione, l'improvviso obbligo o la subitanea scelta dell'astinenza totale può mettere a dura prova una relazione. "Io e il mio compagno abbiamo deciso di smettere di fumare perché, con le nostre paghe da fame, era praticamente diventato un lusso", mi ha spiegato K., un lavoro in un call center e un affitto troppo caro da pagare. "Le cose non sono più quelle di una volta. Nessuno dei due è felice".

L'erba è davvero un ingrediente critico per relazioni sane? È possibile che la felicità che le coppie provano con la marijuana possa essere spazzata via in un istante una volta che sono sobri? Secondo il Dr. Aaron Weiner, psicologo clinico abilitato e consulente esperto in dipendenze "è improbabile che l'uso di marijuana in una coppia produca sentimenti che non avrebbero senza l'erba, c'è sempre la possibilità che queste storie d'amore abbiano un intoppo una volta che la cannabis non è più un denominatore comune".

"Il fattore più importante nella vicinanza delle coppie in relazione all'uso di marijuana è che i loro valori e le loro abitudini relative alla cannabis siano simili", ha spiegato il dottor Weiner a The Bluntness. "Fumare marijuana in sé non ha necessariamente un impatto positivo o negativo sulla relazione - si tratta di sapere se la coppia è d'accordo sul ruolo che la cannabis ha nella loro vita". E cosa succede invece quando solo una delle due metà apprezza la cannabis? Se una persona ama fumare, ma il suo fumo infastidisce molto il suo partner, questo a lungo andare crea inevitabilmente tensione nella relazione. Gli opposti insomma si possono anche attrarre ma quando si tratta di ganja forse è meglio andare sul sicuro e scegliere di stare con un proprio "simile". Questo non vuol dire che sia impossibile per due persone far funzionare una relazione se uno consuma e l'altro no. "La mia ragazza non fuma, ma io sì", mi ha detto G., 31 anni. "Andiamo molto d'accordo anche se lei è completamente sobria. Il fatto che io fumi erba non la disturba affatto". La maggior parte dei consumatori di cannabis concorda comunque sul fatto che la marijuana è migliore se condivisa. In fondo, mica si chiamano "joint" per niente!


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FOCUS GERMANIA di Giovanna Dark

Photo credits: Andre Klimke - Unsplash.

LEGALIZZAZIONE: LA PERFEZIONE TEDESCA RICHIEDE TEMPO? COME LA BUROCRAZIA E LA LOGISTICA RISCHIANO DI RALLENTARE IL PROCESSO DI LEGALIZZAZIONE TEDESCO

Anche prima delle elezioni federali del 2021, era evidente che le cose sarebbero finalmente cambiate in meglio per quanto riguarda la cannabis in Germania. Ora che il governo è formato e il nuovo cancelliere Scholz si è insediato al Bundeskanzleramt, la legalizzazione pare cosa fatta ma il calendario è ancora estremamente incerto e lascia parecchio spazio alle speculazioni. Mentre il nuovo ministro dell'agricoltura, il verde Cem Özdemir, vede già schiere di agricoltori tedeschi coltivare la canapa nei loro campi e si dice entusiasta di sapere che la fine della proibizione è dietro l'angolo, gli esperti del settore dubitano che i piani saranno attuati rapidamente. Alcuni credono addirittura che non si vedrà la legalizzazione della cannabis prima del gennaio 2024. Come l'imprenditore Niklas Kouparanis - figura arcinota del cannabusiness di Francoforte e CEO dell'azienda di cannabis medica Bloomwell -, il quale è convinto che la legalizzazione non avverrà così rapidamente. Ci sono infatti ancora molti ostacoli da superare prima che l'erba possa crescere libera nei campi e poi essere commercializzata nei negozi. In un'intervista con Ippen Media, Kouparanis sottolinea che la Germania, con i suoi 80 milioni di abitanti, costituirebbe uno dei più grandi mercati di cannabis legale del mondo ma che la mac-

chinosità della burocrazia tedesca potrebbe far rallentare il processo di liberalizzazione. Un cavillo su tutti potrebbe infatti dilatare i tempi: a causa della sua appartenenza all'ONU, la Germania è legata alla Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961 e quindi non potrebbe tecnicamente legalizzare la cannabis su tutto il suolo nazionale. Solo un ritiro dalla Convenzione delle Nazioni Unite renderebbe possibili questi passi. Questo non sarebbe possibile fino al gennaio 2023 al più presto, se il governo federale dovesse presentare un progetto di legge adeguato entro il 1° luglio 2022 e farlo passare attraverso il Bundestag e il Bundesrat. Tuttavia, poiché difficilmente sarebbe possibile redigere un disegno di legge ragionevole durante la pandemia nei prossimi sette mesi, questo scenario non si verificherebbe probabilmente fino al gennaio 2024. Una via per bypassare questo cavillo ci sarebbe e consiste nel cominciare a legalizzare localmente, a partire da esperimenti statali e cittadini che vedranno inevitabilmente Berlino, Brema, Dortmund, Francoforte, Dusseldorf, Colonia e Monaco in prima linea. Tutte queste città avevano infatti già presentato dei piani per decriminalizzare la cannabis a livello comunale ma i precedenti governi Merkel, a forte componente cristiana a conservatrice, avevano sempre posto il veto.

Oltre alle questioni legali, la coalizione semaforo deve anche concentrarsi sulla logistica. Già dopo la legalizzazione della canapa medica nel 2016, i problemi a questo proposito erano diventati evidenti: le difficoltà di comunicazione e di approvvigionamento presero il sopravvento, con il risultato che i medici, le farmacie e le autorità furono abbandonati a sé stessi dopo aver semplicemente fatto passare la legge. Nel caso della cannabis medica, la completa sovraregolamentazione voluta dal governo Merkel aveva poi anche portato al fatto che ci sono voluti quattro anni prima che fosse effettivamente possibile utilizzare cannabis medica prodotta nella Repubblica Federale. Per la cannabis medica la legge del 2016 aveva previsto la possibilità di importare ma per la svolta ricreativa ad oggi non sono noti piani di approvvigionamento dall'estero. Per questo molte associazioni antiproibizioniste tedesche stanno già richiedendo a gran voce regole precise, in modo che la Germania non dipenda completamente dalla produzione nazionale. Come già riscontrato altrove, la scarsità di cannabis legale fa lievitare i prezzi e per i consumatori risulta comunque più economico rivolgersi al mercato nero. C'è infatti da considerare anche la questione del prezzo, che non dovrebbe essere superiore ai prezzi medi dello spaccio: più di dieci euro al

grammo continuerebbero ad attirare i consumatori verso la strada. In Canada, questo era ancora il caso due anni dopo il rilascio, perché il prezzo lì era troppo alto e il numero di fonti legali di approvvigionamento troppo basso. Uno dei principali obiettivi della legalizzazione è però proprio quello di estirpare la compravendita illegale. Anche qui, il nuovo governo dovrà prendere diversi aspetti in considerazione. Da un lato, la rete di distribuzione dovrebbe essere costruita a livello nazionale e anche l'attività di vendita per corrispondenza dovrebbe essere approvata. Dopo tutto, il nuovo governo federale conta soprattutto sulle ingenti entrate fiscali e spera di poter superare la crisi economica causata dalla pandemia, aprendo un nuovo comparto dell'economia, diventandone possibilmente il leader a livello europeo. Se la Germania segue i modelli che funzionano, non affretta il rilascio della cannabis per uso ricreativo e mette insieme le persone giuste per redigere la legge, il paese potrebbe davvero beneficiare di grandi cambiamenti nel lungo periodo. Allo stesso modo, il cosiddetto "effetto segnale" avrà certamente un impatto sui vicini europei, in modo che "l'unico modo giusto" - i tedeschi non hanno mai perso la loro megalomania... - potrebbe finalmente essere preso a esempio da molti altri paesi.



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MEDIA di Giovanna Dark

SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA LEGGI ANTONELLA SOLDO MAMMA MI FACCIO LE CANNE. GUIDA ALLA CANNABIS PER GENITORI E FIGLI Il fallimento del proibizionismo è più che mai palese agli occhi dell'opinione pubblica. Ora, di fronte a un tema che suscita ancora paure e tabù, non rimane che aprire il dibattito. Ma come si fa a parlare di cannabis con i propri genitori? Come si fa a parlarne con i figli? Come ci si informa nell'era delle fake news e delle fantasie di complotto? Uscito lo scorso 15 dicembre, il libro di Antonella Soldo vuole dare, sulla base di dati e ricerche scientifiche, una risposta a tutte queste domande. Nell'anno in cui oltre mezzo milione di italiani hanno sottoscritto la richiesta di un

le diverse generazioni ad approfondire e discuterne. Perché quando il dibattito istituzionale tace, è forse il caso di partire proprio dalle mura di casa, magari durante una cena in famiglia... Edito da Officina Di Hank, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

ASCOLTA STUPEFATTI C'è poco da dire: in Italia un ascolto del genere mancava e poco importa che dietro ci sia lo zampino dei soliti Radicali... "Stupefatti" è il podcast che racconta fatti stupefacenti con un approccio scientifico, libertario ed antiproibizionista. Basta ascoltare qualche puntata del podcast per rendersi conto che la battaglia che Barbara e Riccardo portano avanti non è semplicemente quella per potersi sballare legalmente ma una vera e propria lotta per i diritti umani, per la salute delle persone, contro la criminalità organizzata e contro gli stereotipi. Il tono del podcast è leggero, spesso ironico, ma questo non rende meno seria la tematica o il modo in cui viene affrontata. Anzi, in questo modo si fa un ottimo lavoro di normalizzazione del tema droghe, rendendolo più colloquiale e appetibile anche ai "non-aficionados".

Referendum per esprimersi sul tema della legalizzazione, l'autrice - coordinatrice della campagna per la legalizzazione Meglio Legale e membro del Comitato Promotore del Referendum - prova a creare in 96 pagine un punto di partenza e di incontro per chiarire e sfatare i più comuni tabù sul tema. “Per il bene dei giovani” afferma fin troppo spesso chi è contrario alla legalizzazione della cannabis. Proprio per questi giovani, e non solo, l'autrice ci ricorda con questo libro come il dialogo e l’informazione siano la prima forma di tutela. Con "Mamma mi faccio le canne" Antonella Soldo vuole togliere lo stigma sulla sostanza, portando

Da più di un anno, ogni venerdì e rigorosamente alle 4.20 del pomeriggio, esce una nuova puntata e il team che sta dietro a questo progetto da l'idea di aver fatto davvero un ottimo lavoro di ricerca: se il filo conduttore rimane quello delle sostanze stupefacenti, Barbara e Riccardo lo declinano in modi diversi ogni settimana, regalando all'ascoltatore un'ora di puro infotainment. Lo trovate sulle maggiori piattaforme di podcast (Spotify, Apple Podcast, Audible, etc...)

GUARDA TENACIOUS D E IL DESTINO DEL ROCK Il film che vi consiglio sarà anche vecchiotto ma è davvero una perla di Hollywood che vale la pena guardare e riguardare. "Tenacious D e il destino del rock" (il titolo originale è in realtà "...e il plettro del destino") è una biografia a sfondo leggendario sulla nascita della bandi di Jack Black e Kyle Gass, una favola epica ed antiepica allo stesso tempo, colma di situazioni sopra le righe, tanta erba e camei di tutto riguardo - tipo Dave Grohl dei Nirvana nei panni di Satana! Il film gioca in modo ironico con tutti gli stereotipi delle pellicole a sfondo epico e segue passo passo tutte le fasi ed i riti di passaggio che deve affrontare un eroe per avere successo nella propria impresa: la chiamata, l'addestramento, la ricerca, la separazione ed infine il conflitto risolutore

con le forze del male, destinate ad essere sconfitte per sempre. In questo percorso gli autori pescano a piene mani nella cultura pop in modo gustoso e imprevedibile, alludendo in maniera scanzonata alla presunta origine "demoniaca del rock". La caratteristica che però rende questa una pellicola in grado di regalare grande divertimento è naturalmente la colonna sonora. La musica dei "D", come sono noti ai fans, è un misto di rock, metal e di vari altri sottogeneri, tra cui il rock-comedy e in quello che a tutti gli effetti è un musical sui generis, potrete apprezzare delle perle del loro repertorio. Quindi bando agli indugi: se amate il rock e quel pazzo di Jack Black, non perdetevi "Tenacious D e il destino del rock", una piccola delizia per gli occhi e per le orecchie, oltre che per il buonumore. Spoiler: alla fine spunta anche un "bong del destino"... Disponibile in streaming online


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LIFESTYLE di Giovanna Dark

Addio hippies e Bob Marley: è arrivata una nuova estetica per la cannabis Siamo sinceri: giunti (un tantino ammaccati) all'anno domini 2022, si può dire che la maggior parte delle persone ha fumato erba almeno una volta nella vita. Che sia stato con un asciugamano infilato sotto la porta del bagno, sulla scala antincendio dopo una lunga giornata di lavoro, o sotto le gradinate della scuola tra una lezione e l'altra, la cannabis è diventata una pietra miliare nella vita della generazione Z e dei millennials. Ma se per noi nati nel secolo scorso la Giamaica ha rappresentato tutto quello che potevamo sognare, per i nati dopo il 2000 la foglia di marijuana non viene per forza associata alla faccia di Bob Marley.

Un esempio? Pensiamo ai marchi di accessori per fumatori di fascia alta, incentrati sulle gemme. Oppure alle pipe in petali di vetro soffiato, alle cartine con stampe floreali non candeggiate e vegane oppure ai vassoi in resina glitterata. Se al giorno d'oggi doveste esibire il classico mezzo cocco come mistiera probabilmente vi prenderebbero per morti di fame... Per non parlare di tutta quell'iconografia quasi sacra che una volta adornava l'oggettistica per fumatori: non più Bob Marley o il mitico Zion Lion ma una miriade di declinazioni estetiche pensate per le nicchie più disparate, dal goth al nerd, dal gangsta al glamour.

Negli ultimi anni, il fattore "cool-girl" della cannabis ha lentamente ma inesorabilmente fatto il suo ritorno nel mainstream. Dopo anni di crescita in un mondo iper-commercializzato dove la tua immagine esteriore deve essere perfetta - sempre più millennial e Gen Z si sono allontanati dal vecchio preconcetto secondo cui la cannabis è il marchio di fabbrica unico dei rastafariani, o degli hippies nostalgici, o della sinistra extraparlamentare e stanno re-inventando l'estetica della cannabis.

La cannabis poi è sbarcata prepotentemente anche sui social. Dai canali tematici alle challenges, fino ad arrivare ai trend, di erba si parla in modo sempre più esteso e in tantissimi sentono di poter rendere pubblico questo aspetto della loro vita e lo inseriscono nel quadro della loro auto-rappresentazione online. #InstaStoner o #WeedTok, quale sia l'hashtag, i creatori di contenuti stanno usando le piattaforme social per condividere ricette fatte in casa, tutorial su come dabbare o creazioni di resina customizzate in cui l'estro e il gusto personale vengono infusi negli oggetti che fanno compagnia quotidianamente ai fumatori.

Quasi il 25% dei giovani tra i 18 e i 29 anni sono più propensi a fumare cannabis rispetto alle loro controparti più anziane. La cultura popolare e le legalizzazioni che si stanno ormai susseguendo in entrambi gli emisferi, hanno fornito il terreno perfetto per la normalizzazione della cannabis. Va da sé che l'immagine di questa nuova, enorme e lucrativa fetta di mercato dovesse essere assolutamente svecchiata e portata a buon diritto tra le merci di consumo diffuso del nuovo millennio.

Ma il nuovo mercato ha molto da offrire anche ai non fumatori. Con l'estesa legalizzazione del CBD e la sua declinazione di marketing nella cura della persona, è esplosa l'ultima mania del benessere: popolarissima non solo tra i giovani ma anche tra gli over 50, è ormai probabile che anche vostra nonna ne abbia valutato l'uso per uno dei suoi malanni. Che si tratti di creme, gomme o

Photo credits: Kym MacKinnon - Unsplash. oli, sono orami centinaia i marchi che si sono rivolti a questo ingrediente per le sue proprietà curative ed estetiche. E così la foglia di marijuana, una volta additata come simbolo proibito, ora campeggia su una miriade di prodotti diversi e viene utilizzata come distintivo da una cerchia sempre più estesa di persone. Una vera e propria resurrezione rispetto agli anni bui del secolo scorso, in cui l'immagine della cannabis era spesso accompagnata dal celeberrimo cerchio rosso barrato. Ma se da un lato questo sdoganamento è cosa buona e giusta, è altrettanto cosa buona e giusta rimanere un tantino critici su questa massiccia operazione di marketing: la cannabis è e rimane una pianta, e tutto questo "hype" sulla sostanza fino ad ora non ha fatto altre che regalare sempre più spazio di manovra alle grandi aziende, togliendolo ai medi e piccoli imprenditori. Non si può infatti parlare della

legalizzazione americana senza riconoscere il razzismo sistematico che si trova nell'industria e nel sistema giudiziario. Quasi tutti gli amministratori delegati delle compagnie di cannabis e i proprietari di dispensari sono bianchi con capitale, mentre milioni di americani di colore sono sproporzionatamente incarcerati per reati non violenti commessi per la prima volta. Avere il privilegio di creare accessori è una cosa. Riuscire a iniziare un business in America con una nuova piattaforma di vendita al dettaglio è purtroppo un'altra. Ma, d'altro canto, se è vero che in questo secolo è praticamente impossibile vivere in modo etico, che almeno ci lascino l'estetica! Ed è proprio andando a cercare tra la miriade di ads targhettizzati dei vostri profili che potrete scovare gemme che andranno ad arricchire l'estetica del vostro angolo fumatori e, forse, anche le tasche di un piccolo artigiano.


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CRIPTOVALUTA di sudestfam@protonmail.com

FLOWERPATCH IL FARMING GAME DELLA MARIJUANA infatti le card NFT utilizzate per giocare, oltre ad essere rappresentate da simpatici fiori, vengono anch'esse indicate con il termine fiore. Per giocare su Flowerpatch è necessario avere un wallet di criptovalute per connettersi alla piattaforma flowerpatch.app e per gestire la compravendita degli NFT, gli sviluppatori del gioco suggeriscono di utilizzare il wallet Metamask che può essere scaricato come estensione per la maggior parte dei browser come ad esempio Chrome e Firefox ma è possibile utilizzare anche altri wallet.

NFT Flower Card.

Flowerpatch è un videogioco di nuova generazione appartenente alla categoria degli NFT games, più esattamente è un farming game che si basa sulla coltivazione virtuale di cannabis ed uno degli aspetti più curiosi è che ti consente di guadagnare giocando! Il rilascio della prima versione risale alla fine di agosto del 2019, la piattaforma di gioco si fonda sulla tecnologia blockchain, infatti per giocare non è necessario scaricare nessun software ma funziona online con i comuni browser. Flowerpatch si sviluppa nel mondo di Avila, un vasto terreno virtuale caratterizzato da differenti paesaggi, dove si possono piantare e crescere le proprie piante in attesa di poter raccogliere i fiori che possono essere venduti o piantanti nuovamente per espandere la nostra coltivazione. Bisogna precisare che in Flowerpatch non c'è distinzione tra fiore e pianta,

Per iniziare il gioco dobbiamo comprare dei fiori da piantare, però prima è meglio fare un giro nel mondo di Avila per esplorare le parcelle di terra ancora disponibili e analizzare il substrato dove andremo a piantare per scegliere lo strain più adeguato. Un consiglio è di scegliere una parcella di terra che ne abbia altre libere contigue per piantare altri fiori, ciò permette di ibridarli tra loro per creare nuovi strain magari di maggior valore. Su Flowerpatch oltre a piantare e raccogliere è possibile anche fare breeding tra i fiori di nostra proprietà ma anche con quelli di altri growers. Una volta individuata la parcella giusta andiamo sul market di Flowerpatch per comprare dei fiori da piantare. Il market è ospitato da alcune piattaforme specializzate nella compravendita di NFT, noi abbiamo utilizzato opensea. io, dove alla voce flowerpatch troviamo una miriade di fiori messi all'asta oppure pronti per l'acquisto. Ogni card ha delle caratteristiche uniche che possiamo consultare attraverso un menù a scomparsa; è possibile filtrare la scelta dei fiori in base a tantissime caratteristiche, dalle più comuni come Indica, Sativa e Ruderalis, a quelle che riguardano le proprietà organolettiche o a parametri più specifici legati alla coltivazione. Uno degli aspetti più interessanti è la classificazione degli strain in base alla loro rarità in 5 livelli differenti, che spesso ne regolano anche il valore sul mercato. In ordine crescente i livelli sono common, unusual, rare, epic e legendary. Quindi possiamo scegliere il fiore che più ci piace e fare un'offerta nel caso sia all'asta, oppure comprarlo subito e iniziare a giocare.

I fiori si possono acquistare solo con Ethereum quindi sarà necessario possederne un po'. Gli Ether possono essere comprati attraverso il wallet che possediamo semplicemente cliccando la voce buy e dopo aver selezionato la criptovaluta che desideriamo, in questo caso quella di Ethereum, finalizzare l'acquisto mediante carta di credito o di debito. Un consiglio è quello di possedere una discreta quantità di Ether per non avere problemi quando acquistate gli NFT, le transazioni hanno un costo che varia in base al traffico presente sulla blockchain, al giorno d'oggi una transazione costa circa 30-40 euro, possedere sul proprio wallet una quantità maggiore di Ether di quella necessaria a finalizzare l'acquisto consente di collocare la transazione in cima alla lista e i validatori della blockchain saranno invogliati maggiormente a finalizzare quanto prima il processo. Quindi procediamo comprando il fiore NFT desiderato, seguiamo i passaggi indicati dal sito e attendiamo che la transazione sia completata. Spesso impiega diversi minuti. Quando il fiore risulta nella nostra collezione di opensea.io torniamo su Flowerpatch per iniziare a coltivare. Individuato la parcella di terra scelta in precedenza, procediamo con arare il terreno con lo strumento vanga che va selezionato nel menù posto in basso allo schermo, un messaggio ci avvisa quando il terreno è pronto e ora rimane solo da piantare uno dei fiori

della nostra collezione. Selezioniamo lo strumento piantare e dirigiamoci di nuovo sulla nostra parcella, diamo un click e si aprirà un menù dove è presente una mappa di Alvita che ci agevola negli spostamenti, una lista di oggetti e materiali utili alla coltivazione e infine la nostra collezione di fiori NFT. Selezioniamo il fiore che desideriamo piantare e il gioco è fatto. Cliccando sul nostro fiore apparirà una piccola descrizione sul tempo rimanente di crescita e le azioni che possiamo eseguire su di esso. Ogni strain cresce ad una velocità variabile, ad esempio la nostra Doliner's Candy ha impiegato 50 minuti. Successivamente abbiamo proseguito il gioco piantando un altro fiore esattamente a lato del primo, in questo caso si è trattato di una Benefactor Juice, un fiore a dominanza Indica che dopo 30 minuti era già pronto per essere ibridato con il fiore accanto. Il processo di breeding è una transazione come un'altra e va pagato il cosiddetto gas di Ethereum per eseguirla, quindi abbiamo completato la transazione per circa 45 euro e in cambio abbiamo ottenuto 3 fenotipi di Doliner's Juice. Possiamo decidere di vendere i fiori ottenuti su opensea.io oppure continuare a coltivarli, a questo punto il gioco sembra farsi molto interessante. State tranquilli, coltivare su Flowerpatch è legale!

RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 16 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

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CANNABIS di Rich Hamilton

SNOOP E MARTHA, UN’AMICIZIA IMPROBABILE

Non c’è mai stato un programma televisivo o un’accoppiata televisiva così stranamente perfetta come “Martha & Snoop’s Potluck Dinner Party”. Debuttato nel 2016, il cooking/variety/talk show è stato un successo immediato fra gli spettatori. La prima puntata ha attirato circa 2,3 milioni di spettatori su due messe in onda. Anche i critici televisivi sono stati generosamente positivi nelle loro recensioni. Dopo due stagioni, è stata data una rinfrescata al format dello show, che è stato ribattezzato “Potluck Party Challenge”. Nel programma Martha e Snoop erano alla guida di squadre opposte di ospiti famosi che competevano in diverse sfide, con un giudice ospite VIP in ogni puntata. Con un palmares incredibile di celebrity fra cui Jamie Foxx, Seth Rogen, Wendy Williams, George Lopez e Ru-Paul, il programma si è guadagnato anche una nomination agli Emmy. Anche se non ci si aspetterebbe che questi due, una nota casalinga conservatrice e un rapper della West Coast, avrebbero stretto una vera amicizia, sembra proprio essere quello che è successo. Snoop e Martha erano amici prima del programma e si sono incontrati per la prima volta quando Snoop è stato ospite

al talk show di Martha. Le partecipazioni di Snoop allo show di Martha hanno fatto salire gli ascolti, quindi ha senso che il duo sia andato bene nel rispettivo programma. Se si guarda anche solo una puntata di “Potluck”, risulta subito evidente che i due hanno una grande chimica. Non è finta. Non è imbastita a puntino”. Qualsiasi programma a cui partecipa Snoop ha sempre una buona dose di riferimenti all’erba. La cannabis è un marchio di fabbrica della figura del rapper fin dai primi anni ‘90. Ci si aspetta che lui faccia qualche battuta sulla cannabis, soprattutto quando ci sono ospiti pro-erba come Seth Rogen e Wiz Khalifa. “Arriva sul set abbastanza fatto e se ne va abbastanza fatto”, ha detto scherzando la Stewart, mettendo in chiaro che Snoop “non è affatto incompetente o incoerente. È il suo modo di vivere”. L’erba è una parte importante dello stile di vita e del personaggio di Snoop, ma non si può dire la stessa cosa di Martha. Questo non significa che sia una puritana quando si parla di vizi. “Quindi qualcuno fuma marijuana? Un bel problema...”. “Sono piuttosto liberale quando si parla di cose del genere”. Ciononostante, la Stewart ha seguito un po’ le orme della sua co-star e ha capitalizzato sul suo legame con l’erba, anche se solo sulla parte non psicoattiva, e ha lanciato la sua linea di prodotti a base di CBD. In collaborazione con l’azienda leader della canapa e del CBD Canopy Growth, la Stewart ha sviluppato una linea innovativa di prodotti per il benessere. La sua gamma di caramelle gommose, soft gel e gocce d’olio unisce sapori gourmet al CBD più sicuro e puro derivato dalla canapa naturale proveniente al 100% dagli Stati Uniti. Martha Stewart potrebbe non essere in grado di fumare con Snoop, ma non può evitare del tutto l’erba. Il fumo era una presenza così prominente sul set che era facile avere uno sballo da contatto. “Il fumo passivo mi fa sballare”, “Io non sono

una fumatrice, ma il fumo è abbastanza denso in giro per il set”. Quindi, se Martha Stewart si sballa, è solo per il fumo passivo, ma questo è soprattutto un programma di cucina, quindi che dire dei prodotti commestibili? “Lei si occupa della critica dei brownies”, ha detto Snoop al presentatore del chat show Jimmy Kimmel. “Ma non se li gode”. Ciononostante, Snoop è più facilmente influenzabile quando si parla del vizio di Martha. “Mi costringe a bere alcolici ogni giorno nello show con lei”, ha aggiunto Snoop. “Così Martha ti fa ubriacare, ma non viceversa?”, ha chiesto Kimmel. Snoop ha risposto: “Ci stiamo lavorando”. Martha Stewart è nota per le sue abilità in cucina. Se chiedete la sua opinione sulle imprese culinarie di Snoop, è estremamente lusinghiera. “È competente in cucina e apporta uno stile personale al suo modo di cucinare”. Snoop sottolinea subito che

lavorare al fianco di Martha gli insegna “come essere un cuoco migliore, una preparazione migliore è fondamentale perché amo cucinare con amore!”. Martha e Snoop lavorano come duo perché sono così diversi sotto alcuni punti di vista. Martha vanta un background di cuoca fantastica e ha avuto in precedenza un suo programma. Snoop può non essere un cuoco, ma è un intrattenitore nato che fa ridere il pubblico e riesce a coinvolgerlo. Il bello di questo programma e dell’amicizia è che gli spettatori possono vedere due persone provenienti da due percorsi di vita molto diversi esplorare e conoscere il mondo dell’altro. È uno strumento straordinario per abbattere le barriere di classe, di razza e lo stigma che circonda la cannabis. Il cibo e la musica trovano sempre un modo per unire le persone. Snoop e Martha Stewart sono probabilmente una delle coppie più strane ma anche più perfette della TV. Il loro programma è un esempio lampante di unione di persone di background diverso. “Il messaggio di fondo è che non siamo poi così diversi. Questo è ciò che amo dello show”. - Martha Stewart.


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46 COLOFON Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.

L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.

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2 aprile 2022

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Ti invitiamo a consultare il nuovo sito web di Soft Secrets! Su softsecrets.com la ricerca degli articoli è ora più semplice e mirata. Troverai tutto ciò che desideri sapere sul mondo della cannabis. Siediti, rilassati e buona lettura!

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