LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985
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Bocciato il referendum sulla cannabis: l'Italia perde un'altra occasione Non sono bastate le centinaia di migliaia di firme raccolte in tempi record. Non è bastato lo sforzo dei comitati promotori e della società civile. Non è bastata nemmeno la raccomandazione ai giudici di "non cercare il pelo nell'uovo". Lo scorso 16 febbraio, la Corte costituzionale ha deciso di bocciare il quesito del referendum per depenalizzare la cannabis e l'Italia ha perso la sua ennesima occasione per emanciparsi. Il presidente della Consulta, il neo eletto Giuliano Amato, lo ha reso noto nel corso di una conferenza stampa decisamente atipica, subito a ridosso della decisione. Amato ha affermato che le formulazioni sottoposte dai sostenitori della campagna referendaria, se approvati, avrebbero provocato delle storture e violato i trattati internazionali: "Il referendum non era sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti. Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali". Una dichiarazione che ha suscitato le reazioni immediate e indignate di chi si è speso per
pensare e promuovere il referendum, come il presidente del comitato promotore Marco Perduca, che a caldo ha commentato: "Non c'è stato alcun errore nella formulazione del quesito. Le motivazioni addotte dal presidente Amato e le modalità scelte per la comunicazione, sono intollerabili". Il quesito referendario mirava a modificare il "Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza", ovvero l'attuale legge di riferimento sulle sostanze stupefacenti. Si proponeva quindi di eliminare il reato di coltivazione, di rimuovere la pena detentiva per qualsiasi condotta legata alla cannabis, con eccezione dell'associazione finalizzata al traffico illecito, e la sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida. La parte sulla coltivazione è però risultata essere quella più problematica ed ha finito per rappresentare la classica buccia di banana. Nel dibattito della società civile si è aperta quindi un'accesa discussione sulle responsabilità di questo ennesimo
fallimento istituzionale: c'è chi da ragione agli ermellini e crede che i comitati promotori avrebbero dovuto porre più attenzione nella scelta delle parole, c'è invece chi è convinto che la Consulta abbia fatto il solito gioco della politica, andando effettivamente a cercare "il pelo nell'uovo" per bloccare la proposta di depenalizzazione della cannabis. Per chi è interessato, approfondiamo i dettagli di questa querelle a pagina 34, nella rubrica Punto Legale. La questione, ora, resta in mano al parlamento dove giace una proposta di legge approvata dalla commissione Giustizia della Camera lo scorso settembre - che depenalizza la coltivazione di quattro piante di cannabis. Se con la bocciatura del quesito referendario è stata chiaramente messa a tacere la voce della società civile, ora tocca alla politica portare avanti le istanze per la depenalizzazione della cannabis. Viste queste premesse però, c'è purtroppo ben poco di che sperare. di Giovanna Dark
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Midwest Cannabis Seeds è una banca di semi americana che si affaccia sul mercato europeo con alle spalle 23 anni di esperienza nel breeding. Nata dall’incontro fra Andrea Sommariva, direttore di Phytolite ed un cittadino americano dedito in tutto e per tutto all’arte del ibridazione genetica, oggi presentiamo ai nostri lettori la storia di questa impresa che per due decadi ha lottato per preservare e migliorare i saporosi strain in loro possesso.
SSIT: Buongiorno Andrea, come hai conosciuto il tuo socio? Era il 1998 e per questioni familiari mi trovavo a vivere a Flat Rock, in Michigan, ad alcuni chilometri da
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Detroit. In quel contesto conobbi un personaggio particolare, che gli amici chiamavano “Alchemist”. All'epoca era impiegato presso una grande industria agroalimentare e faceva il selezionatore di sementi ad uso commerciale. A quei tempi si rischiava davvero grosso a parlare di marijuana, ma lui, nel sottoscala, già si dilettava all'ibridazione di genetiche di cannabis. Ricordo il suo basement una sorta di laboratorio botanico con lampade HPS sparse dappertutto, ballast ed ogni tipo di nutrimento minerale ed organico che si trovava in commercio. SSIT: Considerato il contesto proibizionista immagino tu non abbia proposto subito una collaborazione.. Pur stimandolo molto, la paura di essere arrestato e pestato come il sale da quei pazzi della polizia di Detroit mi fece preferire non rischiare. Successivamente la vita mi riportò in ambienti un po’ meno tesi, in Europa, dove si poteva parlare di cannabis rischiando un poco e persi i contatti con Alchemist. SSIT: Quando siete tornati in contatto? Nel 2019 lo ricontattai scoprendo che non aveva mai smesso di ibridare, ma che ora lo faceva a tempo pieno e forniva semi selezionati ad alcune fra le compagnie più quotate sul mercato USA. Quando mi citò i nomi dei marchi di semi che acquistavano i suoi prodotti mi si rizzarono le orecchie. Stava parlando di alcuni fra i più blasonati marchi USA. SSIT: E gli hai fatto una proposta che non poteva rifiutare... Essendo il direttore responsabile di
Midwest Cannabis Seeds: Genetica di cannabis americana di qualità Phytolite, produttrice di lampade per coltivazione e specializzata in LED, feci immediatamente una proposta di collaborazione ad Alchemist: produrre una linea di semi sotto le lampade Phytolite per essere distribuiti esclusivamente sui nostri canali in Europa. Alchemist accettò e dal 2021 stiamo producendo sotto LED alcune fra le più interessanti genetiche di cannabis originate in Michigan, USA. SSIT: Qual’è la filosofia botanica sulla quale poggiate il vostro lavoro di ricerca a miglioramento genetico? Ad Alchemist e quindi alla Phytolite, non interessa la produzione massiva. Non siamo in grado e neppure interessati ad arrivare ad essere fra i maggiori players del mercato. Non ci interessa e non possiamo vendere semi a tutti. Quel che ci piace è ibridare su basi stabili. Ci piace guadagnare con il nostro lavoro, certamente, ma non con le quantità. Per noi la qualità e la stabilità hanno un senso, la quantità un po’ meno. Lavorando in slow motion e senza fretta, come ha sempre fatto Alchemist, riusciamo a produrre semi di ottima qualità, selezionati e stabili. Per questo motivo a volte i prodotti offerti nel nostro sito non sono disponibili. Non è possibile avere tutte le genetiche in pronta consegna se si fanno le cose con la dovuta accuratezza. SSIT: A livello tecnico con quali prodotti lavorate?
Con terricci biologici, nutrimenti organici e lampade a LED Phytolite. La cura è maniacale in ogni singola ibridazione. Le genetiche originarie derivano da selezioni e fenotipi scelti per le loro caratteristiche principali, terpeni, quantità di principio attivo, tempi di fioritura e produzione di resina. Tutti i semi attraversano una selezione alquanto dura: guardati e controllati a vista, scartati o accettati per offrire sempre la qualità e le maggiori probabilità di successo nella germinazione e produzione. Conserviamo i semi a temperature controllate, fra i 6 e gli 8 gradi, ad umidità relativa intorno al 20%. Conserviamo campioni di ogni genetica per poter contare sulla tracciabilità e controllo di ogni lotto. I prezzi dei semi possono variare a seconda della disponibilità e dei tempi, la produzione è artigianale e non industrializzata e questo ci consente maggiori controlli e qualità a discapito delle quantità e disponibilità continua. SSIT: Vuoi rivolgere un ultimo messaggio a chi ti legge? Se pensate che la qualità dei semi di cannabis californiani sia inimitabile allora siete arrivati nel posto giusto: Alchemist, il nostro breeder, lavora con le più blasonate seeds bank californiane da quando ancora la cannabis era proibita in tutti gli States.
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CUCINA ALLA CANNABIS CON BETTY GREEN di Betty Green
TOAST DI LUSSO AL BACON, BRIE, MIRTILLI ROSSI E TACCHINO INGREDIENTI PER IL MIELE CON CANNABIS 340g Miele 3,5g Cannabis decarbossilata
Esiste forse miglior spuntino di un toast al bacon, brie, mirtilli rossi e tacchino in questi giorni di festa? Gli ingredienti si completano a vicenda. Il gusto del formaggio fuso con il dolce della salsa di mirtilli rappresenta semplicemente la perfezione. È uno spuntino estremamente semplice da preparare, soprattutto con gli avanzi del giorno di Natale. I toast sono sempre un classico “jolly” quando si ha fame. Insieme al vin brulé, penso che sia lo spuntino perfetto per entrare nello spirito natalizio. Cosa potrebbe migliorare ulteriormente questo toast? L’infusione di cannabis, naturalmente! Potete semplicemente usare il burro di cannabis sul toast o preparare la vostra salsa di mirtilli rossi con il miele infuso con la cannabis. Per preparare il toast, vi servono gli ingredienti seguenti.
INGREDIENTI 2 Fette di pane 4 Fette di tacchino cotto 56g Brie a cubetti 2 Cucchiai di salsa di mirtilli rossi 1 Cucchiaio di burro o dosaggio adeguato di burro alla cannabis 2 Fettine di pancetta striata affumicata o non affumicata 50g Mozzarella grattugiata Erba cipollina fresca tritata Preparazione 1. Tostate leggermente 2 fette di pane fresco. 2. Imburrate ogni fetta di pane tostato. 3. Cospargete una fetta con la mozzarella
sul lato non imburrato. 4. Disponete sul lato imburrato dell’altra fetta prima il tacchino e poi il brie. 5. Disponeteli entrambi sotto il grill. 6. Togliete la fetta cosparsa di mozzarella quando inizia a fare bolle. 7. Togliete la fetta con brie e tacchino quando il brie comincia a dorarsi. 8. Aggiungete una generosa quantità di salsa di mirtilli rossi su brie e tacchino. 9. Usate la fetta cosparsa di mozzarella come coperchio per il vostro panino, con il lato cosparso di formaggio in alto. 10. Cospargete con erba cipollina tritata per guarnire, tagliate, servite e godetevelo. Buon Natale. Come ho detto, potete usare il burro di cannabis quando preparate il vostro toast per ottenere l’effetto del THC. Se vi sentite più avventurosi, potete invece provare a preparare la vostra salsa di mirtilli rossi infusa. È più facile di quanto pensiate e può diventare anche un ottimo condimento per il giorno di Natale! Potete usare la salsa di mirtilli rossi in molti altri modi, mescolata allo yogurt o sul pane tostato. Usatela come se fosse marmellata. Una volta pronta, durerà 1-2 mesi in frigorifero, se posta in un contenitore ermetico. Per preparare la salsa di mirtilli rossi in infusione, dovete prima di tutto preparare il miele in infusione. Oltre che come ingrediente per la vostra salsa di mirtilli rossi, potete usare il miele rimasto come dolcificante infuso nelle vostre bevande, cereali, yogurt o qualsiasi ricetta al posto dello zucchero o del miele normale.
Preparazione Unite la cannabis e il miele in un pentolino per bagno maria/direttamente a bagno maria e cuocete a fuoco lento.
INGREDIENTI 340g Mirtilli rossi freschi 170g Miele alla cannabis 120ml Acqua 1 Cucchiaino di scorza d’arancia Succo d’arancia (per addolcire) facoltativo
Lasciare sobbollire la miscela per 40 minuti a bassa temperatura. Mescolate di tanto in tanto. Non fate mai arrivare la miscela a completa ebollizione.
Preparazione Per prima cosa, sciacquate e scolate bene i mirtilli rossi. Scartate quelli ammaccati e viscosi.
Filtrate il miele. Una volta che il miele si è raffreddato, versatelo in un imbuto foderato con stamigna (garza per formaggi) all’interno di un contenitore in vetro scuro od opaco. Lasciatelo fluire liberamente. Se strizzate la stamigna il materiale vegetale verrà spinto e potrà rovinare il sapore finale.
Unite i mirtilli rossi, il miele e l’acqua in una padella. Portate a ebollizione a fuoco medio-alto, abbassate poi a fuoco mediobasso e lasciate sobbollire, mescolando di tanto in tanto per 10 minuti circa fino a quando i mirtilli rossi non si sono scomposti e il mix si è addensato.
Conservazione Il miele può essere conservato per 1-2 mesi in un contenitore ermetico, in un luogo fresco e al riparo dalla luce. Consigli per il dosaggio delle infusioni di cannabis Per valutare la potenza del vostro prodotto finito, provate con ¼ o ½ cucchiaino e vedete che effetto vi fa dopo un’ora. Diminuite o aumentate il dosaggio a piacere dopo questo test. Potete poi utilizzare questo dosaggio “standard” personalizzato come base per le vostre ricette. Ora che abbiamo preparato il miele, passiamo alla preparazione della salsa di mirtilli rossi. Questa ricetta per la salsa di mirtilli rossi zuccherata naturalmente è facile da preparare e ha anche un sapore fantastico.
Cercate di far sobbollire a fuoco basso per non danneggiare gli eventuali cannabinoidi presenti nel miele. Togliete il composto dal fuoco. Aggiungete la scorza d’arancia, in modo che sia ben distribuita. Se il composto è troppo aspro (ricordate che la salsa di mirtilli rossi dev’essere un po' aspra!), potete aggiungere del succo d'arancia o dell’altro miele per addolcire. Se non volete aggiungere altro miele di cannabis, utilizzate del miele normale. La salsa si addenserà man mano che si raffredda e una volta che si sarà raffreddata del tutto conservatela in un contenitore ermetico in vetro scuro od opaco. La vostra salsa resisterà fino a 2 settimane in frigorifero. Siete ora pronti per preparare il vostro delizioso toast di lusso natalizio.
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LEGALIZZAZIONE di Fabrizio Dentini
comportato la riscossione per l'erario di una imposta compresa tra 7 e 10 miliardi di euro. Nella nostra ipotesi di legalizzazione, la normativa fiscale applicata al mercato italiano delle sigarette veniva estesa al mercato della cannabis. In particolare, quindi, per un valore di vendita delle sigarette pari a 100 euro, 58,5 euro erano versati alle casse dell'erario, a titolo di accisa fissa, 17 euro a titolo di IVA, 10 euro andavano al rivenditore e 14,5 euro al produttore. Applicando la suddetta ripartizione degli incassi, per ogni grammo di cannabis venduto al prezzo di 8,1 euro al grammo, lo Stato avrebbe potuto incassare circa 6 euro. La quota destinata ai produttori e distributori di cannabis sarebbe stata di circa 2 euro al grammo.
SSIT: Non crede che una tassazione troppo elevata concorrerebbe a creare un prezzo non idoneo a lottare contro il mercato nero?
CANNATAX: STRUMENTI PER UN'UTOPIA FISCALE Durante il primo confinamento del 2020, avevamo intervistato il Professor Marco Sabatino Rossi, ricercatore di Economia Politica all'Università La Sapienza di Roma, in merito alla legalizzazione della cannabis come strumento per risollevare un paese mortificato dal lockdown pandemico. L'idea era che con cinque milioni di consumatori e cinquecento tonnellate di cannabis stimata e consumata annualmente, l'introito previsto, in seguito ad un'ipotetica legalizzazione, si sarebbe potuto aggirare intorno ai 5 miliardi di euro. D'altro canto, è importante ribadirlo in ogni sede, insistere con una politica proibizionista il cui sistema, nel corso degli anni, si è dimostrato foriero di costi collaterali non più sopportabili, si rivela una soluzione, economicamente, profondamente immorale e, moralmente, profondamente anti-economica. Alla luce di questa premessa, siamo tornati ad intervistare il Professor Rossi perché, in seguito al terzo anno di legalizzazione della cannabis in Canada, eravamo curiosi di sapere come egli valutasse questa svolta epocale e se qualcosa del modello canadese si potrebbe, a suo parere, adattare alla situazione nostrana... SSIT: Osservando quanto si sta verificando in Canada, dove sono passati tre anni e mezzo dalla totale legalizzazione della cannabis, crede sia possibile cominciare un discorso serio in questa ottica anche in Italia?
stata un’esplosione dei consumi, i quali dipendono dalla domanda, cioè dalle preferenze, dai prezzi e dal reddito dei consumatori. La legalizzazione influenza l'offerta, che diventa legale, ma non il volume degli scambi che, invece, è dettato dalla domanda.
Il caso canadese è uguale ai precedenti: la legalizzazione di un bene ha l'unico effetto di far emergere i consumi dal mercato nero, dove, al contrario, li aveva relegati la proibizione. In seguito a qualunque legalizzazione non c'è mai
Ciò è accaduto negli Stati Uniti negli anni Trenta, con la legalizzazione del commercio di alcolici (vietati dal 1919 al 1930) e, successivamente, negli anni Settanta, in Olanda, relativamente alla
cannabis, in Portogallo, Uruguay e infine in alcuni Stati degli Usa (Colorado, ecc.).
SSIT: Come immaginerebbe in Italia l'inedito gettito fiscale scaturito dalla vendita della marijuana legale? In un articolo risalente al biennio 20072008 eravamo arrivati a stimare che ipotizzando l'applicazione di una "tassa sul vizio" pari al 75,5% del valore stimato della vendita della cannabis, questa, a seconda degli scenari ipotizzati, avrebbe
Se si applicasse questa imposta, il prezzo di vendita della cannabis legalizzata sarebbe pressoché equivalente a quello della cannabis venduta sul mercato nero. Dal punto di vista del compratore, l'alternativa sarebbe acquistare, allo stesso prezzo, cannabis illegale o cannabis legale. Tendenzialmente la scelta sarebbe per la legalità. Ricordiamoci che il prezzo in voga sul mercato illegale è basso perché la concorrenza fra gli operatori fa si che il costo tenda ad un livello minimo contenendo sempre un margine di profitto che il premio previsto per lo spaccio. È difficilmente ipotizzabile che una volta legalizzata la cannabis diminuisca ancora di prezzo.
SSIT: In Canada lo Stato regola la produzione di cannabis e le Province - equivalente delle nostre regioni - ne gestiscono la commercializzazione. Alcune hanno adottato un sistema pubblico, altre privato, altre ancora un sistema misto fra vendita al dettaglio e rivendita online. Quale modello crede sia il più interessante per la specificità italiana? Il modello più semplice sarebbe estendere la regolamentazione dei tabacchi anche alla cannabis (Monopoli di Stato). Il modello più efficiente, invece, sarebbe il libero mercato (come in Colorado). Il caso cannabis light e la rapida ed efficace creazione spontanea del suo mercato, mostra che il tessuto imprenditoriale italiano è stato capace e pronto ad assolvere al suo compito di produzione ed offerta. Non si dimentichi che il clima ed il territorio italiano è particolarmente adatto alla coltivazione della cannabis e che il cosiddetto "popolo delle partite Iva" sempre pronto a sfruttare occasioni di profitto.
SSIT: Il Dottor Gratteri afferma che legalizzazione significa un'opportunità per il riciclaggio
11 vendere, ma non possono acquistare i prodotti venduti in un mercato tutelato dalla legalità].
SSIT: Tornando a considerare l'opportunità che la mafia avrebbe per riciclare i suoi proventi in un mercato finalmente legale, si potrebbe prevedere un meccanismo economico/ fiscale che scoraggi la voglia di investire in questo nuovo mercato da parte della criminalità organizzata? La criminalità opera nel mercato illegale perché oggi, grazie alla proibizione, essa può riscuotere lauti profitti. Questi alti margini di guadagno sono, dal punto di vista economico, un premio per il rischio della conduzione di una attività illegale. Una volta legalizzata la cannabis, questo premio per il rischio scompare, cioè scompare l'extra-profitto che attira la criminalità in questo mercato. Il riciclaggio è favorito dalla proibizione, non viceversa.
dei soldi della criminalità organizzata. Non crede però che non si debbano tarpare le ali di una società intera per colpa dell'esistenza del crimine organizzato? Non è che se la mafia investe nella ristorazione come conseguenza sono bloccate le licenze dei ristoranti. Cosa ne pensa? L'ipotesi di Gratteri presume che le abilità di gestione del mercato della cannabis siano a pannaggio esclusivo della criminalità e che, in seguito alla legalizzazione, tali abilità non possano essere rapidamente apprese da altri. In realtà, già adesso, circa la metà della domanda di cannabis è soddisfatta dalla cosiddetta "offerta sociale", cioè dalla cessione di modesti quantitativi di cannabis tra amici senza rilevanti fini di lucro. Circa la previsione di un dominio della criminalità nel mercato legale, la storia delle legalizzazioni (dall'Olanda al
SSIT: In che senso? Colorado) afferma il contrario: una volta legalizzato, il mercato della cannabis si è separato da quello delle altre sostanze illegali mentre, nel mercato legale della cannabis, hanno prevalso gli operatori legali.
di una peculiarità del mercato della cannabis. In un certo senso i Cannabis Social Club [CSC] spagnoli rappresentano l'espressione istituzionale di questa offerta sociale è cioè una società di mutuo aiuto fra pari.
SSIT: L'offerta sociale rappresenta una particolarità del mercato della cannabis o è un'opzione frequente quando il bene di consumo in oggetto presenta uno status illegale? Come si trasforma a suo parere lo scambio sociale in un mercato legalizzato?
SSIT: In Spagna l'esempio dei social club sembra non aver ottenuto i risultati che si prefiggeva. Con migliaia di soci questi club diventano trampolino e vetrina per la vendita di prodotti acquistati sul mercato nero. Che ne pensa?
Intanto per offerta sociale si intende la cessione di modeste quantità fra amici senza rilevanti fini di profitto. Questa offerta sociale viene riscontrata per tantissimi tipi di sostanze, per esempio, per gli anabolizzanti usati nelle palestre. Per loro esiste un mercato sociale fra i soci delle palestre. Stessa cosa per il ciclismo ed il doping. Non si tratta pertanto
Mi sembra che l'errore sia lo stesso dei Coffe Shop olandesi che nacquero negli anni Settanta, più o meno come i social club, ma che poi sono diventati imprese commerciali in tutto per tutto. Il problema è il medesimo e cioè quello sulle spalle di chi rifornisce questi negozi e della "back door policy" [Ndr. Per "back door policy" s’intende che i coffee shop possono
Nel mercato della cannabis, come in tutti i mercati illegali, si utilizza quasi esclusivamente valuta in denaro contante accumulato dalle organizzazioni criminali che poi devono riciclarlo. Da questo punto di vista, quindi, la proibizione garantisce l'impiego di una fonte di liquidità di origine illegale che la legalità, ovviamente non permette.
SSIT: Come economista quali sono gli aspetti più esaltanti che riguardano lo studio dell'emersione di un mercato che dall'undeground diventa, finalmente, mainstream? Primo l'incremento del benessere economico nazionale, dovuto a minori importazioni (circa 500 milioni - 1 miliardo). Poi i 60 mila ai 100 mila lavoratori impiegati nel settore il cui reddito arriverebbe a generare un indotto circa 5 volte maggiore. Infine e, ovviamente, le maggiori entrate fiscali.
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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.
Mimosa Evo
Un trionfo dell’evoluzione degli strain non è un corno dell’abbondanza soltanto per l’aroma, lo è anche per la sua resa che può arrivare fino a generosi 700 g/m2 in indoor. In condizioni ottimali, Mimosa Evo può migliorare le sue prestazioni e regalare un raccolto ancora più abbondante. Quando ci si riferisce alla sua potenza, gli aggettivi superlativi non bastano: se le cime di Mimosa Evo raggiungono pazzesche concentrazioni medie di THC del 24-26%, i coltivatori esperti possono arrivare a ottenere uno spettacolare 30%! In condizione di indoor le piante hanno bisogno di 65-70 giorni di fioritura per portare a termine la produzione di grandi cime gonfie di resina. Anche all’aperto le piante sono in grado di andare forte: con un’altezza di 200-220 cm, le piante giungono a maturazione già agli inizi di ottobre, offrendo rese record fino a più di due chilogrammi per pianta. Un’ulteriore buona notizia per i grower è che Mimosa Evo è abbastanza facile da coltivare: su una scala da 1 a 5 Barney’s la piazza al livello 2. Il suo forte e possente effetto si fa sentire su entrambi i versanti: è energetico ed euforico ma allo stesso tempo anche rilassante. Ecco perché Mimosa Evo, nonostante la sua potenza così intensa, viene considerata da Barney’s adatta a un uso diurno – beh, ma non bisogna necessariamente fumare un cannone in pieno giorno, soprattutto se si devono svolgere compiti complessi e impegnativi.
Mr. Knolle parte con il nuovo strepitoso strain di Barney’s Farm
Già ricco di una quantità impressionante di preziose varietà, il 2020 ha visto un’altra importante aggiunta alla collezione Cali di Barney’s Farm: Mimosa Evo fa la sua comparsa sulla scena verde. Symbiotic Genetics ha creato Mimosa a partire da Clementine e Purple Punch, e lo strain è salito alla ribalta degli Stati Uniti. La versione Mimosa di Barney’s Farm è una versione migliorata, superpompata che è stata giustamente chiamata “Evo” (“Evo” sta per evolution). Mimosa è stata amalgamata con la
genetica Orange Punch di Barney’s e ha dato vita a questa nuova supervarietà! Ha una natura super fruttata per via del fatto che entrambe le parentali sono traboccanti di aromi di agrumi, e quindi anche Mimosa Evo porta con sé un carico enorme di terpeni agrumati responsabili del sapore tropicale con note di arancia e limone e un un tocco di deliziose bacche. All’olfatto, questa varietà si presenta come una cornucopia esotica piena di mandarini e altri frutti tropicali. Ma questo cultivar Indica-dominante (60%)
Mr. Knolle era davvero entusiasta di coltivare questa nuova strepitosa varietà di Barney’s Farm e perciò è partito con due semi femminizzati. Ovviamente essi sono germinati nel miglior modo possibile e dopo meno di tre giorni i due germogli hanno iniziato la loro crescita fuori dal terreno. Nella fase vegetativa di tre settimane e mezzo decisa da Mr. Knolle, le piante sono cresciute allo stesso ritmo diventando robuste con una buona impalcatura di rami e foglie verdi a ventaglio di medie dimensioni. Una volta innescata la fase di fioritura, entrambe le Mimosa Evo misuravano 28 e 30 cm di altezza.
Una generosa e molto precoce copertura di resina e una bella colorazione rosso porpora Le piante hanno risposto rapidamente al cambio di ciclo da 18/6 a 12/12. Appena sei giorni dopo, Mr. Knolle ha notato le prime infiorescenze. La fioritura è proseguita a ritmo sostenuto e dopo due settimane e mezzo di fioritura entrambe le piantine erano disseminate di spessi “boccioli di rosa” sporgenti che promettevano grande abbondanza di fiori. Trascorse cinque settimane, Mr. Knolle osservava le numerose giovani cime già sorprendentemente glassate, coperte da uno spesso tappeto di tricomi. “Se questa generosa copertura di resina molto precoce proseguirà così, queste due piante saranno certamente tra le più resinose mai coltivate nel mio box ”, ha pensato Mr. Knolle. Inoltre c’era già nell’aria anche un dolce profumo inconfondibilmente agrumato che preannunciava un delizioso carattere orange. Un altro motivo di gioia era rappresentato dal fatto che, dopo essere entrati in piena fioritura, sia le foglie intorno ai fiori che quelle a ventaglio – alcune nella loro interezza e altre solo in parte –, hanno iniziato a diventare rosso porpora, mentre i calici rimanevano di colore verde. Durante le prime quattro settimane di fioritura il fattore di allungamento del fusto era circa di 2 così che le piante sono arrivate nel frattempo ad altezze di circa 60 cm.
Un travolgente festival di resina con cime grosse e un fantastico potpourri aromatico Nella seconda metà della fase di fioritura, lo spettacolo della Mimosa Evo in fiore stava diventando davvero favoloso. Dalle cime sgorgava, letteralmente, resina in abbondanza, al punto che esse diventavano ogni giorno più spesse e succose con prodigiosi strati sovrapposti di tricomi zuccherini. Questo periodo di enorme produzione di resina è culminato in cime il cui aspetto ricordava montagne innevate, montagne dalle quali spuntavano – con meraviglioso contrasto – foglie rosso porpora anch’esse piene di ghiandole resinose. Persino le cime più piccole, nella parte
13 dell’hula hoop e una bolla di endorfine scoppia nella sua testa
inferiore delle piante, mostravano formazioni esorbitanti di tricomi. Mr. Knolle era caricato al massimo e diceva, “evvai! Mimosa Evo offre davvero uno degli spettacoli più ricchi di tricomi a cui io abbia mai assistito, che travolgente festival di resina! E poi è anche avvolta in un bel vestito rosso sgargiante, una vera e propria delizia per gli occhi! Naturalmente quell’incredibile rivestimento di resina diffonde un altrettanto intenso profumo di frutta tropicale, si potrebbe quasi pensare che le infiorescenze siano state spruzzate
Un paio di settimane dopo, quando Mr. Knolle ha pesato le cime essiccate e conciate, Mr. Knolle è stato generosamente premiato col risultato di 77 e 82 grammi ed è rimasto sbalordito dall’aspetto del prodotto finale: “queste sono cime paradisiache e belle pienotte che, con le loro pompose incrostazioni di tricomi, sembrano ghiacciate. Potrebbero tranquillamente uscire da un catalogo delle migliori cime d’erba! Una volta essiccate, hanno una colorazione diversa – ma sempre attraente – tendente in parte al bluastro.
Preso dall’emozione, Mr. Knolle ha rollato la sua prima canna di prova con circa mezzo grammo di Mimosa Evo mischiato con un pochino di tabacco. L’ha passata sotto al naso con diletto e ha notato che era un tipo di varietà di cannabis che, anche a canna spenta, odora come un gambo di frutta aromatica. Poi ha iniziato a giocare col fumo tropicale… il fumo, denso ma comunque setoso e soffice, gli sembrava cremoso come un frullato di cocco e, proprio come questo, è andato giù liscio. L’erba Mimosa Evo ha scatenato nella sua bocca un veri e propri fuochi artificiali di sapori che hanno fatto vorticare le sue pupille gustative portandole a fare la danza dell’hula hoop. Un sapore così fresco e fruttato di arancia con un leggero tocco di limone, Mr. Knolle non lo aveva mai assaggiato con nessuna varietà di cannabis, e quel tipo di gusto esotico frizzante ha continuato a soffermarsi sul palato. Se il sapore era una festa per i sensi, l’effetto è stato un altro sbalorditivo contributo. Dopo alcune boccate Mr. Knolle si sentiva come se una bolla piena di endorfine fosse scoppiata nella sua testa rilasciando solo euforia che inondava le sue cellule cerebrali. Provava quella speciale sensazione di estrema gioia, data dal trovarsi sul lato
positivo della vita e dall’essere carico di energia positiva e serenità. Rimanere sul divano con quello stato d’animo addosso era impossibile , per cui si è alzato per andare a fare un giro in bici nella germogliante natura primaverile che gli ha trasmesso meravigliose impressioni sensoriali e un forte senso di equilibrio mentale. Lungo il tragitto ha fatto una sosta per riposarsi, si è fumato la seconda metà della canna e ha provato un’altra scossa di euforia irradiare corpo e mente, il che lo ha fatto pedalare fino a casa pieno di energia e vigore.
Il verdetto finale Il verdetto finale di Mr. Knolle: “Mimosa Evo è stata la prima varietà Barney’s Farm nella mia grow room, ed è stata davvero impressionante! Una cosa è leggere le formidabili descrizioni degli strain e farsi prendere dall’entusiasmo, un’altra è testimoniare che esse non solo diventano vere ma superano di gran lunga le aspettative. Questa varietà mozzafiato è una piccola meraviglia della natura, dev’essere una sorta di magia del breeding realizzata da Barney’s! Come minimo è un trionfo dell’evoluzione degli strain. Ora non vedo l’ora di provare la prossima varietà di questa seedbank… credo che inizierò la prossima settimana.” Green Born Identity – G.B.I.
Dati sulla coltura:
con uno spray biologico agli agrumi visto che questo intrigante aroma potpourri racchiude tutto: arancia, mandarino, pompelmo e limone”. Al momento del raccolto le grosse cime, del tutto mature, erano colme di resina, super dense e dure. Le due Mimosa Evo sono rimaste assolutamente simili fino alla fine, con altezze di 65 e 68 cm.
Cime essiccate, dal profumo paradisiaco, uscite direttamente da un catalogo delle migliori gemme
Quando chiudo gli occhi e infilo il naso in un barattolo pieno di questi fiori magici, schizzano fuori terpeni in abbondanza… la loro intensità è tale che mi trasportano con la mente in un bar su una spiaggia tropicale dove mi viene servito un cocktail fresco, frizzante, dolce e agrumato. Mimosa Evo ha dimostrato, perfino più di quanto mi aspettassi, di essere una bomba di frutta esotica che ammalia i sensi”.
Il test del fumo: le sue papille gustative fanno la danza
Genetiche
Mimosa Evo (Clementine x Purple Punch)
Fase vegetative
Tre settimane e mezzo (dalla germinazione)
Fase di fioritura
66 + 69 giorni / 65-70 giorni in generale
Substrato
Plagron Light Mix soil, vasi da 10 litri
pH
6.4-6.7
EC
1.2–1.8 mS
Illuminazione
3x SANlight S4W, 1x SANlight S2W
Temperatura
20-28°C
Umidità
40-60%
Irrigazione
manuale
Fertilizzanti
Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids
Additivi/stimolanti
More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits di Green Buzz Liquids
Strumenti
CleanLight Pro per la prevenzione della muffa
Altezza
65 + 68 cm
Resa
77 + 82 g
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INTERVISTA di Fabrizio Dentini
AUTOPRODUZIONE CANNABIS: QUATTRO PIANTE PER I CINQUE STELLE SSIT: Se il testo passasse la coltivazione non sarebbe punibile penalmente, ma le sanzioni amministrative? La previsione nel testo base è quella di eliminare le sanzioni amministrative per chi fa consumo di cannabis. Automaticamente poi, diventando lecita la coltivazione di quattro piante anche per questa condotta le sanzioni amministrative andrebbero a decadere. SSIT: Quando crede di concludere il lavoro della Commissione relativo a questa proposta? Concluderò l'iter in Commissione in tempo per andare in aula. SSIT: Sembra che anche se il testo passasse alla Camera, al Senato
L'onorevole Mario Perantoni del Movimento 5 Stelle è il Presidente della Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati e relatore della proposta di legge che ha l'obiettivo di legalizzare la coltivazione di cannabis per uso personale. SSIT: Come cittadino italiano qual è stata la sua reazione alla decisione di non ammettere il referendum sulla cannabis? Ne ho preso atto con delusione e rammarico perché sarebbe stata un'occasione per fare esprimere i cittadini e sono certo che si sarebbero espressi nella stessa direzione che auspichiamo. SSIT: E come rappresentante della politica? La delusione rimane tale perché ritengo che questo referendum ci avrebbe aiutato facendo sponda al nostro lavoro parlamentare. Se fosse passato, la sollecitazione per arrivare ad una regolamentazione normativa sarebbe stata maggiore. SSIT: Perché il Parlamento è sempre così in ritardo rispetto alla giurisprudenza? Perché la magistratura ha più facilità ad adattarsi alla situazione concreta ed al caso specifico. Al contrario la legge norma in maniera astratta e generale come risultato di un indirizzo politico dato dal Parlamento. Questo indirizzo si concretizza in norme che vengono poi adattate dai giudici. SSIT: Nell'aprile del 2020 la Corte di Cassazione ha sancito che coltivare
cannabis in maniera rudimentale non dovesse essere considerato come penalmente rilevante. Perché non si riesce ad adeguare la normativa sotto questo profilo? Perché non tutte le forze politiche prendono atto della decisione della Cassazione. Alcuni ritengono di poter difendere determinate posizioni e per alcuni argomenti come questo non si riesce a trovare una base comune di partenza dalla quale cominciare a ragionare. SSIT: Che aria tira in Commissione Giustizia per il futuro della cannabis e per la proposta di legge che la riguarda? Al momento abbiamo un testo base e ci sono degli emendamenti depositati. Il prossimo passo sarà quello di ripartire con il voto sugli emendamenti. SSIT: Ma i numeri ci sono per trovare una sintesi soddisfacente? I numeri ci sono e sono convinto che la maggioranza ci sia anche perché il testo base è stato licenziato sulla base di un accordo di maggioranza, quindi non ho motivo di dubitare. SSIT: Qual è la parte più importante del testo condiviso? La parte fondamentale è la possibilità di coltivare quattro piante di cannabis. In prima battuta il testo ha la finalità di eliminare una norma proibizionistica che non ha senso e le sue conseguenze, concedendo a chi fosse interessato la possibilità di coltivare la propria cannabis, saranno quelle di evitare contatti di persone perbene con la criminalità.
avrebbe grandi difficoltà ad essere approvato. Cosa ne pensa? Certamente è una possibilità. Credo però che, prima di tutto, dimostriamo ai cittadini che lavoriamo per ottenere dei risultati rispetto alle nostre possibilità. Se il Senato la penserà diversamente mi auguro che pagheranno lo scotto da parte dei cittadini. SSIT: L'ex premier Conte ha speso le prime parole sulla cannabis in sostegno al referendum. Crede che la sua posizione, finalmente, esplicita possa aiutare il vostro lavoro? Assolutamente si, in occasione della presentazione del referendum, il presidente Conte ha esplicitamente detto che il testo base in esame in Commissione sia un testo equilibrato ed il nostro punto di caduta.
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CRIPTOVALUTA di sudestfam@protonmail.com
HELIUM: IL NETWORK GLOBALE
Il mondo della blockchain è in continua evoluzione, da questa tecnologia ne stanno nascendo una moltitudine destinate a cambiare il mondo, come criptovalute super veloci che garantiscono una drastica riduzione dei tempi e dei costi per ogni transazione, database sempre più decentralizzati o anche nuove strade per minare criptovalute o per rendere possibile l'accesso di internet ad una fetta della popolazione sempre più ampia. Helium si propone proprio questo obbiettivo, fornire l'accesso a internet a tutti quei dispositivi abilitati senza il bisogno di piani tariffari e costosi device. Helium è un network globale e distribuito di hotspot che forniscono una copertura wireless libera a lungo raggio per tutti quei dispositivi denominati IoT, acronimo di Internet of Things. Quando si parla di Internet delle Cose ci si riferisce all'interconnessione tra oggetti appartenenti alla vita quotidiana e la rete internet; nella pratica, gli oggetti dotati di dispositivi che permettono di interagire con l'ambiente o con altri oggetti, comunicano e acquisiscono informazioni che ne migliorano il funzionamento. La decentralizzazione nel mondo dei servizi e delle tecnologie ormai è in atto, infatti si sta passando dai sistemi centralizzati e proprietari a quelli distribuiti nella rete, il successo di Ethereum e Bitcoin è solo una piccola dimostrazione della direzione intrapresa, ma se a livello di software questo cambio è ormai ovvio non possiamo dire la stessa cosa per le infrastrutture che costituiscono l'hardware. Helium nasce come risposta a questa mancanza con una rete wireless decentralizzata per tutto il globo, arrivando prima di altri, soprattutto delle multinazionali che per loro stessa natura
valutano la solita equazione costi-benefici prima di affrontare un investimento. COME FUNZIONA HELIUM? I miners che partecipano al network sparsi per il mondo, forniscono una copertura wireless attraverso delle antenne apposite, in cambio i miners ricevono come rewards per il servizio offerto il token HNT che corrisponde alla criptomoneta emessa da Helium. La blockchain che motorizza il network di Helium è basata su un nuovo modello di prova di validazione creata dagli stessi sviluppatori del progetto e denominata Proofof-Coverage, ovvero prova di copertura, un sistema di validazione dei blocchi che elegge come validatore il miners che offre la copertura migliore in un determinato spazio e tempo. Ricordiamo che la blockchain è un database decentralizzato e immutabile costituito da una catena di blocchi che contengono le informazioni relative ad ogni transazione; i blocchi prima di essere inseriti nella catena devono essere validati dai miners attraverso la soluzione di alcune prove a cui sono sottoposti dalla comunità per dimostrare la validità delle informazioni. La PoC è un protocollo necessario per il corretto funzionamento dei servizi offerti da Helium, infatti dei miners malintenzionati potrebbero sabotare la blockchain comunicando dati fasulli, come per esempio simulare di offrire una determinata copertura wireless in un dato ambiente e momento senza offrirla davvero e appropriarsi di rewards che non gli appartengono. La Proof-of-Coverage elimina questo problema, infatti i miners che dispongono delle
antenne ricevono delle istruzioni, o sfide, a cui rispondono inviando segnali agli hotspot più vicini che ne verificano l'esistenza. La rete Helium sfruttando le onde radio riesce ad offrire dei servizi di comunicazione a basso costo e che richiedono quantità minime di energia per funzionare.
selezionati dalla rete come nodo validatore dei nuovi blocchi da aggiungere alla blockchain. Helium prevede lo stake di 10000 HNT, un investimento accessibile a poche persone oltre a requisiti tecnici necessari per svolgere il lavoro di nodo validatore.
COME GUADAGNARE CON HELIUM? Esistono due modi differenti per ottenere guadagni partecipando al network Helium, il primo è ricoprendo il ruolo di miner e il secondo è attraverso lo stake di una determinata quantità di HNT per svolgere la funzione di nodo validatore della blockchain. I miners guadagnano HNT come ricompensa per i seguenti lavori: • Challengers, gli hotspot selezionati dalla rete inviano delle sfide utilizzate per convalidare la prova di copertura wireless • Proof-of-Coverage, gli hotspot parteci pano alla validazione della prova di copertura in cambio delle rewards • Witnesses, sono gli hotspot che moni torano e segnalano l'attività di copertu ra offerta dagli altri hotspot • Network data transfer, i miners otten gono rewards in base alla quantità di dati trasferiti dai dispositivi alla rete
COME POSSO MINARE HELIUM? Per partecipare alla rete Helium e ottenere dei guadagni è necessario un'antenna dotata di sistemi LoraWan compatibile con Helium e di una connessione internet per la creazione di un hotspot. Le antenne sono commercializzate da varie aziende e differiscono tra loro per la potenza di trasmissione dei dati, uno dei maggiori inconvenienti per chi volesse fare il miner è la scarsità di antenne disponibili, con tempi di attesa anche di un anno.
Lo stake di una criptomoneta è l'atto con il quale investiamo e teniamo bloccati una certa quantità di monete come prova di interesse e fiducia nel network, in cambio di ricompense. Gli utenti che detengono maggiori quantità di monete hanno più possibilità di essere
È molto importante che l'antenna sia posizionata abbastanza in alto e che non abbia barriere che ostruiscono la trasmissione dei dati, la capacità di guadagnare di ogni miner è anche relazionata al numero di hotspot presenti nella sua zona, ad esempio un miner che vive isolato può eseguire solo alcune delle funzioni precedentemente descritte. Le antenne consumano una quantità insignificante di energia elettrica, pari alla spia luminosa di qualsiasi elettrodomestico e anche la larghezza della banda internet consumata si limita a pochi dati. Cosa aspettate per partecipare ad uno dei progetti più ambiziosi a cui stiamo assistendo dopo l'avvento di Ethereum!
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1. Musical Youth ha superato il Dutchie da che parte? A. A destra B. A sinistra C. Verso il basso D. Verso l’alto
2. Snoopdogg ha lanciato il suo primo album “The Dog Pound” in che anno? A. 1991 B. 1994 C. 1996 D. 1993
3. Chi cantava la canzone di successo “Hits from the Bong”? A. House of Pain B. Snow C. Cypress Hill D. Arrested development
4. Come era intitolato l’album del 1992 di Dr Dre? A. Gangsta Green B. Illmatic C. Fear of the Black Planet D. The Chronic
5. "Take 2 and pass" è tratta dall’album del 1992 Daily Operation, ma come si chiamava il gruppo? A. Gang Star B. Spice Girls C. 2Pac D. NAS
6. Chi dei Madvillian ha scritto “America’s most blunted”? A. Bluntman and Chronic B. MF DOOM C. The Green Goblin D. Eazy E.
QUIZ
7. In che anno i Black Sabbath hanno lanciato “Sweet Leaf”? A. 1991 B. 1981 C. 1971 D. 1961
14. In che anno Curtis Mayfield ha lanciato “Pusher Man”? A. 1968 B. 1978 C. 1962 D. 1972
8. Chi cantava “The Reefer Man” nel 1932? A. Cab Calloway B. James Dean C. Little Richard D. Bill Withers
15. Di che colore è il pollice del Doctor dei Cypress Hill? A. Blue B. Green C. Purple D. Red
9. Quale album di 50 Cent contiene il pezzo “High all the time”? A. Curtis B. The Massacre C. Get Rich or Die trying D. Before I Self Destruct
10. Qual è il vero nome di Wiz Khalifa? A. Calvin B. Christian C. Carl D. Cameron
11. Quale membro dei Wu-Tang ha cantato “How High”? A. RZA B. Ol Dirty C. Method Man D. Cappadonna
12. Quanti ne hanno ‘on it’ i “Da Luniz”? A. 10 on it B. 5 on it C. 20 on it D. 25 on it
13. Nel 1986 quale gruppo vi diceva “Hold it now, Hit it”? A. Beastie Boys B. NWA C. The Beatles D. Vanilla Ice
16. Nel 1992 chi ci ha detto “How To Roll a Blunt”? A. Ghostface Killa B. Redman C. Busta Rhymes D. Salt and Pepper
17. Chi era “gonna get up and clean his room”, finché non si stonava? A. Ashton Kutcher B. Cheech and Chong C. Bone Thugs and Harmony D. Afroman
18. In che anno “Cheech and Chong” hanno lanciato il loro primo album? A. 1971 B. 1978 C. 1981 D. 1987
19. In che pezzo compare il testo “I’m a midnight toker”? A. The lover B. The smoker C. The Joker D. The sinner
20. Quando si sballano i Busta Rhymes? A. High Tonight B. High This Afternoon C. High Today D. High Tomorrow
Risposte a pagina 42
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BANCA DI SEMI di Tommy L. Gomez/ Immagini di Sweet Seeds®
Sweet Amnesia Haze XL Auto® IL GIGANTE BUONO DI SWEET SEEDS® Quando un coltivatore ha bisogno di massimizzare la produzione nel minor tempo possibile, la linea genetica autofiorente extra-large di Sweet Seeds® è probabilmente la scelta migliore, sia indoor che outdoor. Questa volta, per la mia coltivazione outdoor, avevo bisogno di raccogliere in soli 2 mesi ed era l’unica coltura che potessi fare in questa stagione
all’aperto. Cercando una buona resa, aromi sorprendenti e un effetto edificante, la mia scelta è ricaduta sulla Sweet Amnesia Haze XL Auto® (SWS57).
A causa di alcuni vincoli personali, dovevo raccogliere entro la fine di giugno. Così ho fatto germogliare
4 semi il 24 aprile, il che significava che le piante sarebbero fiorite tra la fine di maggio e la fine di giugno, probabilmente il periodo migliore dell’anno per coltivare le varietà autofiorenti all’aperto, poiché le piante ricevono più ore di sole in questi giorni dell’anno. Dopo che i 4 semi sono germinati, li ho messi in piccole tazze da 200 ml,
sotto una luce CFL da 18w solo per i primi 5 giorni. Li ho poi trapiantati direttamente nei loro vasi definitivi da 18 litri e ho iniziato a lasciarli all’aperto perché si crogiolassero per bene al sole. Hanno risposto molto bene e hanno continuato a crescere a un ritmo molto sostenuto. La Sweet Amnesia Haze XL Auto® è una Sativa molto speciale. In base alla
19 mia esperienza con questa varietà nella mia area al chiuso, posso dire che probabilmente è la varietà Sativa più facile per la coltura indoor.
P dalla polvere di guano di pipistrello, ho iniziato a usare fertilizzanti liquidi solo quando le piante hanno festeggiato il loro primo mese di vita.
Non solo le piante sono molto facili da controllare, senza alcun tipo di allungamento eccessivo, sono anche pronte per il raccolto in tempi molto brevi e gli steli sono abbastanza forti da sostenere le cime compatte e resinose nella seconda metà della
Dato che questo momento è coinciso con l’inizio della fioritura, ho somministrato dapprima mezza dose di fertilizzante vegetativo per dare loro azoto a sufficienza per la fase di allungamento e 2 giorni dopo, quando le ho annaffiate di nuovo, le ho nutrite
4 piante erano pronte per il raccolto con cime straordinariamente resinose. Ogni pianta ha prodotto tra le 7 e le 10 cime di buon calibro. Quando le ho raccolte, gli altri aromi erano abbastanza presenti, con gradevoli note di legno e noccioline e un impressionante sottofondo muschiato ereditato da una delle sue antenate, la classica S.A.D.
Sweet Afgani Delicious Auto® (SWS24), varietà usata per introdurre il carattere autofiorente in questa selezione di Amnesia Haze. Il famoso clone Amnesia Haze noto come “Cordobesa” è stato l’altro progenitore utilizzato per sviluppare questa varietà autofiorente di quarta generazione. Le piante hanno raggiunto un’altezza di circa 90-100 cm. Dopo 12 giorni di essiccazione e 15 giorni di concia, avevo fra le mani 480 grammi di pura Sativa eccezionale. Mi sarebbe quasi bastata per il consumo personale fino alla fine dell’anno. L’effetto era ottimo per tutte e 4 le piante. La Sweet Amnesia Haze XL Auto® regala
fioritura. Tutto sommato, questa bellezza è una scelta ottima sia per la coltivazione indoor che outdoor.
Nel mio spazio esterno hanno raggiunto circa 15 cm entro il 12° giorno dalla germinazione. Le 4 piante hanno dovuto affrontare un paio di giorni di vento, il che ha comportato un rafforzamento degli steli. Il 20° giorno avevano già molti rami, pronti per iniziare ad allungarsi. Lo spazio internodale non era ridotto, come ero invece abituato a vedere, ma non si tratta di un fattore così importante quando si coltiva una varietà veloce all’aperto. Se gli steli sono abbastanza forti da sostenere le cime, si ha tutto ciò che conta. Le foglie avevano assunto una colorazione verde estremamente sana e rivelavano la dominanza Sativa. Anche con una settimana nuvolosa a metà aprile, hanno continuato a svilupparsi come vere campionesse.
Dato che ho usato una buona miscela di terra, ricca di sostanze nutritive e un po’ di N extra dall’humus di vermi e
con una dose completa di fertilizzante per la fioritura. E il messaggio è arrivato loro forte e chiaro. Dato che il sole era molto forte in quel momento, sono state in grado di lavorare e metabolizzare tutti i nutrienti in tempi molto rapidi. Ho dovuto annaffiarle ogni 2 giorni e, a volte, è servita un’annaffiatura quotidiana perché avessero un’idratazione ottimale.
Il 10 giugno, a circa 45 giorni dalla germinazione, i fiori stavano già prendendo forma e i primi aromi cominciavano a farsi sentire. La Sweet Amnesia Haze XL Auto® presenta un aroma molto piacevole, ma complesso e profondo, di incenso, con sfumature dolci e pungenti, e sentori di limone, legno e noccioline. A questo punto, si notavano solo i sentori agrumati di limone, ma era una fragranza estremamente piacevole e deliziosa. È in questo momento che ho smesso di usare fertilizzanti e ho fatto flushing al terreno un paio di volte con circa 12 litri di acqua per pianta.Circa 60 giorni dopo la comparsa dei cotiledoni, le
sballi edificanti con molta energia e creatività. Ideale per uno stile di vita attivo, per lo sport e per uscire con gli amici. Se avete la possibilità di coltivare questa varietà, spero che vi piaccia quanto è piaciuta a me. E, se vi piace, non dimenticate di provare le altre varietà autofiorenti extra large della linea genetica Sweet Seeds®.
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CANNABUSINESS
PARADISE SEEDS IN PARTNERSHIP EUROPEA ESCLUSIVA CON COMPOUND GENETICS Una nuova partnership transatlantica vede la collaborazione di una delle aziende di genetica della cannabis più note con uno dei produttori di genetica più hot degli USA negli ultimi anni. Paradise Seeds di Amsterdam e la californiana Compound Genetics hanno annunciato una partnership in base alla quale Compound Genetics verrà venduta in Europa in esclusiva attraverso Paradise Seeds. Da aprile 2022, Paradise Seeds lancerà 3 varietà Compound in strain drop successivi. Inizialmente disponibili online sul sito di Paradise, le varietà arriveranno ai distributori nei prossimi mesi. Gli intenditori saranno molto entusiasti alla prospettiva che due aziende all’avanguardia di proprietà di selezionatori collaborino in questa partnership USA-Europa. La partnership unisce due attori del mercato dei semi di cannabis con una reputazione blasonata nella produzione di genetiche di
cannabis di prima qualità. Dalla sua fondazione nel 1994, il marchio Paradise Seeds produce costantemente varietà vincenti, fra cui Sensi Star, Wappa, Ice Cream, La Amnesia e Sunset Paradise, oltre a essere pioniere nel campo dei semi femminizzati e auto. Il fondatore dell’azienda, Luc Krol, è tuttora responsabile del controllo del programma di selezione. La Compound Genetics approda sulla scena nel 2017, anche se il fondatore e selezionatore Chris Lynch ha trascorso molti anni a sviluppare le competenze nel campo della coltivazione della cannabis medica. Varietà come Jet Fuel Gelato, Apple and Bananas, Jokerz 31, Pavé e Grape Gas hanno segnato reso il brand un pioniere che ha alzato l’asticella dei profili aromatici della cannabis, il tutto rafforzato dalle collaborazioni con i marchi Cookies e Runtz Luc Krol dice: “Paradise è incredibilmente entusiasta di lavorare con Compound Genetics come partner di
fiducia in Europa. Condividiamo gli stessi valori di passione, dedizione e amore per la pianta della cannabis. Ammiriamo il loro approccio senza compromessi, l’attenzione alla qualità e l’incredibile lavoro fatto per promuovere gli aromi nelle loro varietà. Questa partnership rappresenta l’incontro di due grandi forze della cannabis provenienti dagli USA e dall’Europa e non vediamo l’ora di scoprire cosa ci porterà il futuro”. Chris Lynch dice: “La Compound Genetics è entusiasta di lavorare con un’azienda come Paradise, data la sua vasta esperienza nell’offerta di semi di qualità sul mercato europeo, la stessa attenzione ai dettagli
e lo stesso servizio di livello premium che puntiamo a offrire ai nostri clienti negli Stati Uniti. Nei nostri frequenti scambi, abbiamo scoperto che insieme abbiamo una potente sinergia che rende la nostra partnership un’ottima soluzione”. Per maggiori informazioni: compound-genetics.com & paradise-seeds.com
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COLTIVAZIONE OUTDOOR di Bosterix
COLTIVAZIONE SUL BALCONE “AVANZATA”: CRESCITA (1ª PARTE) Le prime 9 settimane Questo è il primo di una serie di quattro articoli sulla coltivazione di marijuana in balcone con i fertilizzanti Advanced Nutrients. Dalla sua fondazione, più di dieci anni fa in Canada, Advanced Nutrients si è specializzata in fertilizzanti avanzati per la coltivazione della marijuana. Le linee di fertilizzanti prodotte rientrano in due gruppi in base alla loro origine: organici (o naturali) e biominerali, finalizzati a ottenere le massime rese nelle coltivazioni indoor. Questo articolo riguarda la linea organica, che permette di ottenere cannabis di alta qualità, più facile da consumare, relativamente economica e che conserva tutti gli aromi e i sapori originali delle varietà da noi normalmente coltivate. Si deve optare per un sapore e un effetto migliori o per una resa massima? Per il
nel sostrato. Invece, con un sostrato poco fertilizzato, sarà necessario fertilizzare più di frequente. Tutto dipende da come preferiamo coltivare e dal tipo di pianta. Se è nostra intenzione tenere sotto controllo le piante durante la loro crescita sarà meglio utilizzare terriccio con una bassa dose di fertilizzante. Se invece non abbiamo tempo, conosciamo bene le nostre varietà e sappiamo che cresceranno forti e sane con una quantità elevata di fertilizzante, possiamo usare un terriccio preconcimato per 6 settimane e somministrare solo acqua di buona qualità. In ogni caso, durante le prime settimane di crescita dovremo sempre scegliere un sostrato poco concimato, poiché le piantine si nutriranno dai cotiledoni.
La pianta si alimenta dai cotiledoni. condizioni outdoor. Con Advanced Nutrients, come con tutte le marche di fertilizzanti, la preparazione del sostrato è fondamentale. Se si inizia con un sostrato di scarsa qualità, anche usando un ottimo fertilizzante non si otterranno i risultati sperati. Ecco perché è sempre molto importante iniziare con un terriccio di buona qualità. Cercheremo un sostrato facile da inumidire e in grado di drenare
contengono concime per due o sei settimane. Bisogna tener conto di questa riserva di concime perché, qualora si abbia intenzione di piantare semi autofiorenti, non sarà richiesto nessun trapianto. Tuttavia, nella coltivazione di piante fotodipendenti (cioè non autofiorenti), sia regolari che femminizzate, sarà necessario trapiantarle almeno tre volte durante la loro fase vegetativa (crescita). Nelle 17 settimane del periodo di crescita delle piante, tra aprile e luglio, utilizzando un terriccio altamente fertilizzato non si dovrà impiegare nessun fertilizzante, o se ne dovrà utilizzare una quantità minima alla quinta settimana dal trapianto per integrare la quantità di concime rimasta
I primi giorni in serra. cannabicoltore domestico vale la prima opzione: puntare alla massima qualità di cannabis! È meglio piantare una o due piante in più, della migliore qualità, che optare per una resa massimizzata a scapito di un sapore ottimo e un effetto bilanciato e "chiaro". Per la coltivazione all'aperto, invece, si deve cercare di ottenere una resa maggiore, senza trascurare la qualità. Per la coltivazione in balcone, la linea organica è quella più indicata, in quanto più adatta alle esigenze e alle
l'acqua in eccesso quando si innaffia. A tal fine, è sempre raccomandabile aggiungere un po' di fibra di cocco e perlite ai terricci commerciali normalmente reperibili nei growshop. Non bisogna essere parsimoniosi nell'uso del terriccio: è comunque un costo da sostenere una volta sola. Con un terriccio sbagliato sarà tutta la coltivazione a risentirne. Non ha senso usare semi e fertilizzanti di alta qualità in un sostrato mediocre o di bassa qualità. I terricci di qualità venduti nei growshop
Un terriccio light.
Nel mio caso ho preferito un terriccio con una bassa quantità di fertilizzante, di tipo light. La prima volta, cioè per i primi trapianti, l'ho mescolato con un terzo di fibra di cocco, per consentire alle radici delle piantine di svilupparsi meglio. Ho anche aggiunto una quantità di micorrize e tricoderma, che ho poi aumentato ad ogni trapianto, perché proteggono le radici da muffe e patogeni presenti nel terreno, migliorano l'assorbimento dei nutrienti e favoriscono lo sviluppo radicale. Il periodo migliore per coltivare sul balcone inizia a fine marzo o aprile, quando la temperatura minima comincia a superare i 10ºC. Se vogliamo che le piante crescano bene e rendano in modo efficiente, questo è il momento giusto
23 per germinare. Se invece si desiderano piante più piccole e discrete, occorre attendere qualche settimana in più. Di solito inizio a coltivare le mie piante in vasi piccoli e in serra e, dopo qualche settimana, le sposto prima in vasi da 10 e poi da 30 litri. Durante le prime settimane di crescita, le radici si sviluppano bene. Tuttavia, la terra abbonda e le radici sono poco sviluppate, il che significa che l'acqua somministrata può essere assorbita lentamente; non è quindi necessario innaffiare con molta acqua per evitare di inibire lo sviluppo degli esemplari coltivati. Inoltre non bisogna innaffiare spesso per evitare di inzuppare eccessivamente il sostrato e formare pozzanghere: ciò infatti favorisce la formazione di croste di terra e riduce l’apporto di ossigeno, pregiudicandone la crescita delle piante e, in casi estremi, favorendone l’ingiallimento. Per questa fase di coltivazione avremo bisogno di: 1 litro di Iguana Grow, che utilizzeremo durante tutta la crescita 1 litro di Ancient Earth e di Sensizym, che useremo sia durante la crescita che in fase di fioritura.
Piante in crescita al sole. Il fertilizzante di base adatto alla prima fase di crescita è Iguana Grow, contenente azoto, fosforo e potassio, oltre a micronutrienti, vitamine e aminoacidi. È organico e naturale al 100% ed è anche tra i prodotti con la maggior percentuale di massa biologica sul mercato. Iguana Grow, come tutti i fertilizzanti utilizzati nelle coltivazioni di questo tipo, ha ottenuto la certificazione OIM dal California Department of Food and Agriculture, che certifica i materiali organici di partenza (Organic Input Materials) da utilizzare per la coltivazione di prodotti biologici certificati. Come additivo, possiamo usare Ancient Earth, che contiene acidi umici e fulvici
Fertilizzanti usati nelle prime settimane.
ottenuti dalla leonardite, una materia organica che non ha ancora completato il suo processo di mineralizzazione. Gli acidi umici e fulvici contenuti in Ancient Earth aumentano la permeabilità della membrana cellulare, che a sua volta stimola l'assorbimento di acqua e di macro e micro nutrienti. Agisce come chelato naturale con importanti microelementi, quali rame, ferro, manganese e zinco. Ancient Earth ha anche una funzione tampone nel sostrato: bilancia cioè qualsiasi cambiamento di pH a beneficio della crescita vegetale. Di solito, io aggiungo anche Sensizym, uno dei prodotti di punta di Advanced Nutrients, con più di 80 enzimi. Sensizym converte le radici morte in nutrienti e zuccheri pronti per essere assorbiti dalle piante. Scompone i sali che si accumulano nel terreno, rigenera l'ambiente del sostrato e previene la putrefazione e la comparsa di muffe e patogeni. Contribuisce anche alla formazione di nuove radici. Con Sensizym, le piante crescono in un sostrato sano, con conseguente stimolo della crescita e del vigore e, quindi, maggiori rese. Gli esemplari sono più sani e resistenti. Sensizym ha una durata massima di 18 mesi, quindi è consigliabile controllare la data di scadenza sulla confezione. Una volta aperto, deve essere conservato in frigorifero per mantenere intatte le sue proprietà. Le prime fertilizzazioni manuali devono essere fatte quando il fertilizzante residuo nel terreno si sta esaurendo. Se si inizia a coltivare con un terreno light, occorre attendere una settimana e mezza o due settimane prima di concimare, mentre con un terreno normale preconcimato bisognerà attendere due o tre settimane. Un terriccio preconcimato per 6 settimane non è invece raccomandato. Inizieremo con dosi minime di Iguana Grow e Ancient Earth, aumentandole gradualmente nelle settimane successive, man mano che la pianta cresce. Preparo il fertilizzante con acqua osmotica ricostituita con calcio e magnesio a 0,5 mS, dato che, dove vivo, l'acqua del rubinetto è molto dura e inutilizzabile per coltivare cannabis
di qualità. Per questo motivo, uso un misuratore di EC (elettroconduttività). Per prima cosa, riempio un secchio con acqua ricostituita, aggiungo Iguana Grow, mescolo bene e aggiungo Ancient Earth, poi mescolo ancora e innaffio. Inizio con una piccola quantità di fertilizzante, 5ml di Iguana Grow e 5ml di Ancient Earth ogni 10 litri d'acqua e aumento gradualmente fino a 20ml di ciascun prodotto. Applico gli enzimi all'inizio; cioè, per ogni 5 cicli con il fertilizzante, applico un ciclo con gli enzimi. In seguito, con il progredire della crescita e durante la fioritura, applico gli enzimi più spesso. La dose di Sensizym che applico è di 20 ml per 10 litri di acqua di base. Aggiungo il fertilizzante solo una volta alla settimana e ogni volta che è necessario. Non è necessario innaffiare frequentemente all'inizio della crescita, poiché in primavera il sostrato rimane umido più a lungo, il clima mite non provoca molta evaporazione dell'acqua come accade normalmente in estate, peraltro le piante e le loro radici sono ancora piccole. Bisogna sempre concimare in base alle esigenze delle piante e mai secondo una tabella. Ciò che conta è nutrire correttamente le piante, quindi l'osservazione è la prima cosa da fare, dimentichiamoci delle tabelle! Le tabelle sono una semplice indicazione: mostrano quali sono le condizioni ottimali nelle coltivazioni indoor. Ecco perché è meglio usare dosi più basse di fertilizzante all'aperto: le condizioni ottimali per le piante sono difficili da raggiungere in una coltura all'aperto e ancor meno su un balcone. In condizioni ottimali, le nostre piante cresceranno al massimo del loro potenziale, ma avranno anche bisogno di più nutrienti e additivi. D'altra parte, per le piante coltivate sul balcone in condizioni non ottimali – ad es. meno ore di sole, un vaso che si surriscalda per il calore del pavimento, etc. – eccedere con le dosi di fertilizzanti e additivi può influenzare il sapore e la qualità della
Terriccio, cocco e perlite per un buon inizio.
nostra marijuana, oltre ad aumentare i costi di produzione. Se manca la luce o la temperatura è troppo alta, maggior concime non servirà a nulla; al contrario, le piante avranno probabilmente bisogno di meno concime, perché le condizioni sono peggiori e non potranno, pertanto, svilupparsi al massimo del loro potenziale. Occorre iniziare con una piccola quantità di fertilizzante e poi aumentarla per ottenere una nutrizione corretta, piuttosto che il limite di fertilizzazione noto, per evitare di esagerare. Se le piante sono verdi e non mostrano segni di sofferenza, non avranno bisogno di concime. Quindi pazienza è la parola d'ordine. Durante questa fase, i primi animali infestanti da evitare sono soprattutto gli uccelli. Quando un seme è appena germogliato, I cotiledoni (false foglie arrotondate) e la prima coppia di foglie appena formate saranno per loro un'irresistibile leccornia. È importante tenere in serra le piantine appena germogliate, in attesa che crescano. In questi mesi sono presenti sui balconi altre minacce, come il minatore delle foglie e il tripide. In questo caso possono tornare utili trappole di nastro appiccicoso colorato e biopesticidi preventivi a base di neem, ma se le piante sono totalmente infestate potremo sbarazzarci dei tripidi usando la piretrina. In questa fase della coltivazione, le piante non richiedono molta attenzione. D'altra parte, i costi complessivi di produzione, compresi sostrato, fertilizzanti e semi, sono particolarmente elevati in questo periodo dell'anno. È quindi buona norma risparmiare in anticipo piuttosto che dover far quadrare i conti a fine mese o trascurare le nostre piante. Nel prossimo numero discuteremo della fase finale di crescita, quando il nostro scopo sarà di ottenere la migliore fioritura per le piante di cannabis da noi coltivate.
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THE BUD DIARIES di Rich Hamilton
24K TANGIE e questa era un’occasione speciale, l’ho rollata pura senza tabacco con un filtrino in carta non sbiancata arrotolato a mano. È stata accesa con un accendino a stoppino. Le abbiamo rollate tutte assieme e ne abbiamo accesa una dopo l’altra. Ci siamo seduti e abbiamo fumato senza dire una parola per quasi mezz’ora. Era così buona.
In ogni numero, Rich Hamilton condivide con noi un brano tratto dai suoi “bud diaries”. Questo mese si tratta di qualcosa di speciale, un’anomalia della cannabis.
GUSTO Il gusto colpisce all’istante e si sofferma sulla lingua sotto forma di arancia fresca, agrumi e zucchero dolce per molto tempo dopo aver fumato. Come ci si aspetterebbe, le note fruttate-agrumate del mandarino sono le più marcate, supportate da un classico profilo Kush.
VARIETÀ La 24K Tangie a volte è nota come “Kosher Tangie” o “24K”. E’ un ottimo jolly a livello di gusto, potenza ed effetti! La quantità di resina è ottima, il che la rende una scelta ottima per produrre hashish e concentrati.
EFFETTO
GENETICA Con il 100% di semi femminizzati di Boutique Breeders “White Jesus Genetics”, la 24K Tangie è un ibrido a dominanza Indica (60% - 40%). È stato creato incrociando la potente ‘Kosher Kush’ con la deliziosa ‘Tangie’. Entrambe le varietà si sono aggiudicate svariati trofei nelle loro categorie. Il risultato è una cima pazzesca, esageratamente bella, che offre un gusto e una sensazione tanto straordinaria quanto il suo aspetto.
INFO SULLA COLTIVAZIONE Questa 24K Tangie è stata coltivata sotto luci LED di Sanlight in un terreno misto Bio Bizz. Il tempo di fioritura è in media
Non ne ero certo in questa fase, ma non vedevo l’ora di provarla!
CIMA La 24K Tangie si è guadagnata questo appellativo grazie al suo aspetto algido ma dorato. La cima è completamente avvolta da scintillanti tricomi di cristallo ambrato. Questa delizia super ghiacciata presenta inoltre pistilli dai toni arancione-ramati. L’unica macchia bianca che è comparsa sulla pianta l’ha resa ancora più bella.
FRAGRANZA Quando si spezzano le piccole e collose pepite, si sprigionano profumi accesi di agrumi freschi e caramelle dolci, accentati da un odore pungente e aspro quando le pepite vengono bruciate. Il terpene più abbondante nella 24k Gold è il mircene, seguito da pinene e limonene.
CONSUMO Questa è quella che descriverei come erba unicorno. Perché? Beh, mettiamola così. Avete mai fumato erba bianca? In pochissimi l’hanno fatto, quindi è stata un’esperienza rara e quasi mitica per me. L’ho fumata con 2 dei miei colleghi migliori perché volevo condividere il piacere di questo momento unico nella vita.
di 9-10 settimane. La linea di nutrienti “Demon Nutrients” è stata usata dall’inizio alla fine. È interessante notare come, nel passaggio in fase di fioritura, la punta di questa cima sia diventata bianca! Era “Albina” o “erba bianca” o è stata semplicemente la vittima innocente della luce che l’ha sbiancata?
Posso solo basarmi sulla mia esperienza personale. Non c’è scienza alla base di ciò, ma se dovessi dire come la colorazione bianca abbia influito su quest’erba, direi che l’ha migliorata. Anche i ragazzi di White Jesus la pensano così, perché so che hanno prelevato alcune talee da questa pianta e stanno cercando di riprodurla con le stesse caratteristiche per produrre più cime bianche. Dato che non fumo tabacco,
L’effetto della 24K Tangie non è acceso quanto il suo gusto, ma vi aiuterà a rilassarvi dopo una giornata lunga e
stressante. Con un contenuto medio di THC che oscilla fra il 18% e il 24%, colpisce prima con un’euforia sostenuta che infonde alla mente felicità pura e un senso di rilassamento. Mentre la mente raggiunge nuove vette, il rilassamento si diffonde nel resto del corpo, trascinandovi in uno stato di torpore che vi legherà al divano e potrà lasciarvi assonnati.
I pazienti che fanno uso di marijuana medica scelgono la 24k Gold per alleviare i sintomi di stress, ansia e depressione. La percentuale relativamente alta di THC rende la 24K Tangie perfetta per trattare il dolore cronico, il bipolarismo, l’infiammazione, la stanchezza cronica e l’artrite. Grazie ancora a White Jesus Genetics per avermi dato la possibilità di maneggiare e fumare un esemplare così raro di cannabis.
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COLTIVA CON STONEY TARK di Stoney Tark
PIANTE GRANDI CONTRO PIANTE PICCOLE QUALI SONO MEGLIO? Sostanzialmente non esiste una risposta giusta o sbagliata, ma ci si dovrebbe basare su una serie di variabili, come lo spazio, il tempo, il budget, il grado di capacità, la varietà da coltivare, l’intensità della luce, i nutrienti, i tempi vegetativi e, a conti fatti, ciò che risulta più pratico per voi coltivatori. In questo articolo, illustriamo i vantaggi legati a ciascuna delle due soluzioni e analizziamo i pro e i contro della coltivazione di Cannabis indoor con piante grandi e piccole. PIANTE DI PICCOLE DIMENSIONI Una pianta piccola si può definire come una pianta avente un’altezza finale di 60-90cm con cime di buone dimensioni. Le piante piccole possono essere coltivate in vasi da 6,5 - 10 litri e vengono spesso alimentate in modo organico. Avrete bisogno di riempire una stanza o una tenda da coltivazione in un setup Sea of Green per massimizzare lo spazio e i livelli di produzione se coltivate piante piccole, soprattutto se volete avere un ritorno sull’investimento dovuto a bollette elettriche, nutrienti e semi. I vantaggi delle piante di cannabis di piccole dimensioni • Le piante piccole porteranno a termine la fioritura in modo più rapido rispetto alle piante grandi, a causa delle dimensioni. • Sono ideali per un SOG in cui si coltiva un grande volume di piante di piccole dimensioni le une a distanza ravvicinata dalle altre. • I tempi vegetativi (18/6) si aggirano in genere attorno alle 2-3 settimane, il che significa bollette elettriche più basse. • È semplice eliminare le piante infette di piccole dimensioni senza incorrere in una perdita eccessiva a livello di raccolto finale. • Avrete maggiori possibilità di coltivare numerose varietà diverse in uno spazio di grandi dimensioni. • I vasi piccoli richiedono meno soluzione nutritiva rispetto a quelli di grandi dimensioni, il che comporta un risparmio sui costi dei nutrienti. • Per un coltivatore alle prime armi sarà meglio coltivare piante di piccole dimensioni all’inizio. • Il periodo di asciugatura sarà più veloce, il che assicurerà alle radici un abbondante apporto di ossigeno. • Fare una rotazione di Sea of Green ogni 7-8 settimane è molto più facile con piante di Cannabis di piccole dimensioni. • La potatura delle piante di piccole dimensioni è facile e ci vorranno poche ore per completarla. • Sono perfette per i coltivatori domestici che hanno limiti a livello di spazio, altezza ed esperienza.
Gli svantaggi delle piante di cannabis di piccole dimensioni • Le rese possono essere inferiori alla media e spesso scoraggianti per un coltivatore alle prime armi. • Alcune cime inferiori possono non essere omogenee rispetto alle cime superiori. • Il numero di piante è notevolmente più elevato, il che potrebbe non funzionare per i coltivatori con licenza. • Non è possibile fare SCROG con le piante di piccole dimensioni, in quanto la fase vegetativa è breve. • La legatura delle piante può essere controproducente e provocare la formazione di piante più corte. PIANTE DI GRANDI DIMENSIONI Le piante di Cannabis di grandi dimensioni raggiungono un’altezza che oscilla fra i 150cm e i 180cm e sono piante dalla resa elevata. Queste piante vengono coltivate in vasi da 20-50 litri e hanno una fase vegetativa (18/6) di 6-10 settimane, periodo in cui vengono sistematicamente applicate tecniche di training come cimatura, super-cropping, fimming, legatura e potatura. L’intensità della luce è ottimale e spesso nella loro stanza di coltivazione, i coltivatori utilizzano un’integrazione di anidride carbonica per incrementare ulteriormente la produzione. I vantaggi delle piante di cannabis di grandi dimensioni • La resa di una pianta sarà la stessa di quella di 4-5 piante di piccole dimensioni. • Si dovrà utilizzare un quantitativo maggiore di soluzione nutritiva, il che porterà di conseguenza alla formazione di piante grandi. • I sistemi idroponici possono far crescere piante di Cannabis dalle rese enormi. • Usare uno screen (SCROG) e coltivare piante di grandi dimensioni può ricompensare con la resa finale. • Integrare le piante di Cannabis con CO2 può far crescere piante enormi e incrementare la resa. • Se avete lo spazio di coltivazione adeguato, le piante di grandi dimensioni possono davvero prosperare sotto un’illuminazione intensa. • Lavorare con ibridi a dominanza sativa
Questo coltivatore farà fiorire queste piante di indica a questa altezza perché raggiungano i 70-90cm di altezza.
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è più pratico e meno problematico. La legatura delle piante può essere effettuata durante il regime 18/6 per incoraggiare le piante a crescere raggiungendo il loro massimo potenziale.
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• Gli svantaggi delle piante di cannabis di grandi dimensioni • La fase vegetativa può durare fino a 10 settimane mentre le piante si consolidano. • Perdere una pianta di grandi dimensioni a causa di agenti patogeni come la Botrite può essere una perdita devastante. • La manutenzione delle piante dev’essere sempre al massimo, pertanto sono fondamentali controllo costante e grande entusiasmo. • Il numero di piante sarà inferiore, il che comporterà un numero limitato di varietà coltivate contemporaneamente. • Ci vorrà molto più tempo a conseguire un ritorno sull’investimento rispetto a quanto non avverrebbe con un raccolto SOG veloce. • Le piante di grandi dimensioni possono facilmente sopraffare un coltivatore alle prime armi e possono rivelarsi problematiche.
Il tempo di fioritura sarà più lungo del previsto per compensare le grandi rese. Il costo delle sostanze nutritive sarà elevato, soprattutto quando si coltiva in idroponica. Le bollette elettriche saranno molto più elevate rispetto a quanto non avvenga se si coltivano piante più piccole.
I MIGLIORI CONSIGLI SULLA DIMENSIONE DELLE PIANTE Consiglio n. 1: Se siete coltivatori alle prime armi, puntate a coltivare piante di piccole dimensioni che richiedono meno manutenzione. Fino a quando non avrete maturato maggiore esperienza, è meglio iniziare in piccolo e non cadere lungo il percorso... Consiglio n. 2: Una stanza piena di piante di piccole dimensioni avrà in genere la stessa resa di una stanza contenente 5 piante grandi. Decidete in anticipo se volete una rotazione veloce o un progetto della durata di 4-5 mesi. Consiglio n. 3: Coltivare piante di grandi dimensioni è un ottimo modo per sporcarsi le mani e fare pratica con i diversi stili di legatura delle piante, che variano da tecniche a basso fino ad alto stress.
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GROWING di sudestfam@protonmail.com
FIGHT CLUB
LA LOTTA BIOLOGICA NELLA COLTIVAZIONE DI CANNABIS Le sfide che ogni grower di marijuana deve affrontare per realizzare una coltivazione e raccogliere le tanto attese infiorescenze sono molteplici, al pari di qualunque agricoltore per il quale l'esito del suo lavoro è legato ad una serie di fattori come l'andamento della stagione che può manifestarsi più o meno favorevole, la scarsità o abbondanza di acqua per irrigare i campi oppure la presenza di parassiti e malattie. L'oggetto di questo articolo è la lotta biologica e le tecniche pertinenti a questa pratica di controllo e debellazione delle maggiori infestazioni che riguardano la cannabis. Cos'è la lotta biologica? Gli ecosistemi naturali sono caratterizzati da meccanismi di controllo degli organismi che lo popolano volti al mantenimento della sua stabilità; tra questi figurano una serie di relazioni come l'antagonismo, il mutualismo, il parassitismo, l'interdipendenza e la competizione che si creano tra i vari organismi. La lotta biologica non fa altro che sfruttare tutte queste relazioni in proprio favore con lo scopo di mantenere sotto controllo la presenza di eventuali parassiti e malattie con un impatto sull'ambiente e sull'uomo pari a zero. IL CONTROLLO BIOLOGICO DELLE INFESTAZIONI PREVEDE LE SEGUENTI PRATICHE: •
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impiego di piante per creare estratti botanici, per la consociazione tra varietà differenti, per realizzare coltivazioni trappola da utilizzare come barriera per il proprio giardino oppure per sfruttare l'allelopatia delle piante come strumento di difesa. introduzione all'interno delle coltivazioni di predatori selettivi, infatti questo genere di insetti va in cerca e si ciba esclusivamente dei parassiti che vogliamo combattere senza costituire un pericolo per la fauna benefica. introduzione di parassiti e di entomopatogeni, cioè di organismi che crescono e vivono a spese di altri; degli entomopatogeni fanno parte numerosi funghi e nematodi. utilizzo di barriere meccaniche come le strisce gialle adesive per il controllo degli insetti volatili.
Insetto benefico a caccia in una coltivazione all'aperto.
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impiego di batteri benefici per il trattamento della maggior parte delle infezioni di natura fungina oppure di batteri che producono tossine letali per alcuni organismi infestanti, questi ultimi sono commercializzati sotto forma di insetticidi naturali.
ANALIZZIAMO ALCUNI DETTAGLI PER FORNIRE UNA VISIONE COMPLESSIVA SU COME REALIZZARE IL CONTROLLO BIOLOGICO DELLA PROPRIA COLTIVAZIONE. Innanzitutto è molto importante possedere una conoscenza approfondita della malattia o parassita che si vuole combattere, dell'ambiente in cui vogliamo eseguire il controllo biologico e delle pratiche che si vogliono impiegare, tutto ciò è necessario per non causare danni all'ambiente e soprattutto alla biodiversità che lo popola. Il controllo biologico è una pratica di lotta a lungo termine, infatti rispetto
agli insetticidi convenzionali che danno risultati immediati il controllo biologico delle infestazioni agisce più lentamente, raggiungendo gli obiettivi preposti in un arco di tempo più lungo e allo stesso tempo più duraturo. Gli insetticidi convenzionali sono facili da usare, hanno effetto immediato ma comportano una serie di svantaggi, innanzitutto succede spesso che i parassiti sviluppino resistenza ai principi attivi che compongono gli insetticidi impiegati rendendoli inefficaci, le piante hanno bisogno di essere trattate continuamente facendo svolgere ai growers più lavoro, possono risultare pregiudizievoli per la vita di altri organismi benefici e antagonisti naturali, comportando un doppio effetto, il primo è quello di uccidere gli organismi benefici e il secondo effetto è che debellando anche i nemici naturali dei parassiti che vogliamo combattere possiamo scatenare una diffusione ancora più aggressiva oltre al rischio di invasione da parte di altre specie che prima erano
tenute a bada dai loro antagonisti. Un altro aspetto importantissimo è l'impatto che hanno gli insetticidi convenzionali sull'ambiente, inquinando le falde acquifere e più in generale il sottosuolo. L'uso improprio degli insetticidi può anche comportare la presenza di residui sul prodotto finale che andremo a consumare. I parassiti difficilmente riescono a sviluppare resistenza ai predatori, continuando ad essere efficaci ogni volta che gli introduciamo all'interno di una coltivazione. Un vantaggio di utilizzare i predatori è che spesso sono selettivi con le loro prede e non rappresentano un pericolo per la biodiversità, inoltre per ogni coltura esistono dei predatori specifici, ovvero un'infestazione che riguarda una pianta di cannabis non verrà trattata con gli stessi predatori impiegati per combattere lo stesso problema presente su un'altra tipologia di vegetale. La stessa differenza vale anche tra le coltivazioni realizzate in
31 I parassiti impiegati nel controllo biologico sono degli organismi definiti parassiti perché sfruttano il rapporto trofico che stabiliscono con altri organismi per sopravvivere e riprodursi; un esempio è rappresentato dalla Encarsia formosa, una tipologia di vespa che agisce deponendo le uova all'interno della sua preda, lo sviluppo completo delle uova coincide con la morte dell'ospite.
Cavalletta devastatrice delle piante di cannabis. indoor e quelle in outdoor. In questo caso con il termine predatore ci stiamo riferendo a tutti quegli organismi che svolgono un ruolo antagonista dei parassiti e delle malattie che interessano una coltivazione. Abbiamo già visto nelle precedenti edizioni di Soft Secrets come realizzare estratti botanici con una vasta gamma di piante come la consolida, l'ortica e l'alfalfa oppure gli SST cioè i tè a base di germogli; ognuno di questi estratti possiede delle caratteristiche che gli rendono degli strumenti molto utili per i growers, ad esempio da impiegare come insetticidi naturali, per stimolare le difese immunitarie delle piante oppure come inoculante della vita microbica.
Gli entomopatogeni sono organismi che agiscono in modo analogo ai parassiti, cioè crescono e vivono a spese di altri organismi. La Beauveria bassiana è un fungo entomopatogeno letale per molti insetti e parassiti come afidi, cavallette, formiche e moscerini, infatti questa tipologia di muffa cresce all'interno dell'organismo della preda rendendola indifesa. Un altro esempio di entomopatogeno è rappresentato da alcune specie di nematodi come il genere Steinernema, efficace nella lotta agli sciaridi conosciuti anche con il termine fungus gnat.
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La lotta biologica fa uso anche di batteri benefici come il Bacillus subtilis che agisce colonizzando la zona delle radici creando una barriera alle infezioni e rilasciando delle sostanze antibiotiche che reprimono
Degli esempi di predatori sono l'Amblyseius californicus, un insetto specifico per la lotta al ragno rosso oppure gli insetti appartenenti al genere Orius che risultano molto efficaci contro tripidi, afidi e mosca bianca.
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Il silicio migliora la forza delle foglie dello strato esterno e del fusto rafforzando la resistenza della pianta contro le malattie e lo stress
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Anche la consociazione tra piante offre numerosi vantaggi; alcune piante si prestano molto bene per costruire delle barriere contro gli insetti indesiderati, altre piante possiedono proprietà allelopatiche cioè hanno la capacità di produrre e rilasciare nell'ambiente delle sostanze chimiche che risultano tossiche per alcuni organismi a seguito di stimoli biotici o abiotici. Quando si parla di lotta biologica spesso ci si riferisce all'impiego di predatori. L'introduzione dei predatori richiede inizialmente maggiori attenzioni per tenerli in vita e fargli eseguire attivamente il loro lavoro, infatti ogni specie ha bisogno di determinati parametri climatici per favorire la sua proliferazione. I predatori vengono forniti da alcune aziende specializzate ed essendo degli organismi molto delicati è molto importante che vengano introdotti rapidamente all'interno della coltivazione.
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gli agenti patogeni. Generalmente i batteri benefici sono molto utili per il trattamento di una vasta gamma di malattie di natura fungina come l'oidio, la botritis e il fusarium. I batteri agiscono anche in modo differente, alcuni di essi come quelli appartenenti alla specie Bacillus thuringiensis o Saccharopolyspora spinosa rilasciano delle tossine mortali per le loro prede.
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Il silicio regola e migliora l’assorbimento del nutrimento
Le pratiche di lotta biologica sono efficaci soprattutto per il mantenimento delle piante madri e per le coltivazioni che si trovano ancora in fase vegetativa, è una tipologia di controllo utile per prevenire il diffondersi di un'infestazione più che per combatterla quando già è diffusa.
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CUCINA ALLA CANNABIS CON BETTY GREEN di Betty Green
BHANG!! Abbiamo dato un’occhiata agli alimenti a base di cannabis e ci siamo concentrati sulla cucina con infusi di cannabis come il burro e l’olio di cannabis. Ho pensato che sarebbe stato bello ritornare alle basi e analizzare una forma davvero tradizionale, semplice e potente di prodotto commestibile o “bevibile” che contiene materiale vegetale reale
sono vietate in India, ma il Bhang è ancora consentito in alcune aree per motivi culturali e religiosi. A differenza dell’alcol, in India il Bhang non è stigmatizzato. In alcune regioni è comune vedere donne che vendono Bhang goli (polpettine di pasta di cannabis) e ci sono negozi in cui si può acquistare Bhang
della pianta di cannabis femmina. Il Bhang è parte integrante di molti rituali religiosi, come la pratica dello yoga e la meditazione. Secondo il Vedismo (padre dell’Induismo), la cannabis è una pianta sacra e il consumo di Bhang è considerato un modo per adorare il dio Shiva. A parte il suo legame con la spiritualità, si ritiene che il Bhang sia anche utile per ragioni mediche, proprio come avviene oggigiorno per la cannabis. Fra queste figura il trattamento del dolore fisico e di condizioni mentali come la depressione e l’ansia. Prima di cimentarvi nella preparazione del vostro Bhang, ricordate che questa ricetta produce un effetto psicoattivo. Come per tutti i prodotti commestibili, l’impatto del Bhang può variare da molto lieve a estremamente forte a seconda di come lo dosate. Rispettate sempre il dosaggio consigliato e non esagerate, per evitare una brutta esperienza. Schiacciate troppo l’acceleratore e potreste fare un lungo e sgradevole viaggio.
6. Filtrate il composto in una ciotola per eliminare la materia vegetale. 7. Aggiungete il resto del latte, il cacao e la granatina. 8. Mescolate il tutto aggiungendo lo zucchero, lo zenzero e il garam masala. 9. Lasciate raffreddare in frigorifero per un paio d’ore prima di servire.
INGREDIENTI: CONSIGLI D’ORO! • 250ml di acqua • 4g di fiori e foglie fresche di cannabis (modificare in base alla tolleranza) • 3 tazze di latte caldo • 600g di zucchero • 1 cucchiaio di latte al cacao • 1 cucchiaio di mandorle macinate • ½ cucchiaino di zenzero macinato
Il Bhang viene preparato con prodotti e ingredienti freschi, consumatelo quindi lo stesso giorno in cui l’avete preparato, preferibilmente a distanza di poche ore. Trattatelo come un frullato appena fatto. Ricordate che i cannabinoidi sono liposolubili, quindi saranno assorbiti più THC e CBD se usate latte o yogurt intero. Aggiungere un cucchiaio di panna, burro o yogurt alla bevanda finita aumenterà anche il contenuto di grassi e, di conseguenza, la quantità di THC.
• 1 pizzico di garam masala • 1 cucchiaino di granatina
nella ricetta. Anche se l’industria della cannabis ha fatto passi da gigante, la verità è che i nostri antenati erano molto più avanti di noi nel trovare modi estremamente diversi per godersi la cannabis. In India la cannabis è tradizionalmente usata da migliaia di anni e uno dei modi più diffusi di consumarla è sotto forma di bevanda chiamata “Bhang”. La vendita e la coltivazione della cannabis
pronto da bere. Questi punti vendita sono regolamentati dallo Stato e si trovano nelle città religiose dell’India settentrionale. Il Bhang è una parte fondamentale della cultura indù. Gli ingredienti variano un po’ da ricetta a ricetta; ad ogni modo, il Bhang o “Bhang Thandi”, per usare il suo nome completo, è una bevanda preparata con latte o yogurt, spezie e una pasta di marijuana che contiene foglie e fiori
PREPARAZIONE: 1. Fate bollire l’acqua in una pentola sul fuoco. 2. Aggiungete i fiori e le foglie di cannabis. 3. Cuocete 10 minuti a fuoco basso. 4. Togliete la padella dal fuoco, aggiungete due cucchiai di latte e mescolate per amalgamare. 5. Continuate ad aggiungere il latte e le mandorle macinate e mescolate.
I vegani possono usare il latte di cocco come base del loro Bhang, poiché contiene il maggior quantitativo di grassi fra i tipi di latte non di origine animale. Allo stesso modo, si può aggiungere l’olio di cocco alla fine per aumentare il potenziale di assorbimento.
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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark
IL QUESITO DELLA DISCORDIA Le discussioni sulla bocciatura del referendum sulla cannabis
A seguito della decisione della Corte Costituzionale di respingere il referendum sulla cannabis, si è sviluppato però un confronto acceso tra il neoeletto presidente, Giuliano Amato, e il comitato promotore del referendum a proposito della possibilità che il quesito potesse contenere errori di formulazione. Amato, durante l'inedita conferenza stampa tenuta subito dopo la comunicazione della bocciatura, aveva scaricato la responsabilità sui promotori, dicendo che non era stato possibile ammettere il referendum perché il quesito era stato formulato in modo tale da riguardare tutti gli stupefacenti, comprese le cosiddette droghe pesanti. E che, anzi, nella prima parte del quesito non si faceva nemmeno riferimento alla cannabis. I promotori, al contrario, hanno risposto in maniera piuttosto dura, dicendo che semmai è stata la Corte a non aver capito la formulazione del quesito e ad aver fornito un'interpretazione errata, dando la colpa a come è scritta la legge che doveva essere modificata, ovvero il testo unico sugli stupefacenti varato nel 1990. Le motivazioni della Corte saranno spiegate in dettaglio nel momento in cui verrà depositata la sentenza ma, secondo quanto detto dal
presidente della Consulta, il problema principale del quesito pare stesse nella sua formulazione, in particolare nel riferimento che si fa al comma 1 dell'articolo 73 del Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope. Il comma è relativo alle pene per chi produce sostanze stupefacenti, e i promotori del referendum avevano chiesto di eliminare la coltivazione dai comportamenti penalmente perseguibili.
chiedere di cancellare il testo di una legge o una sua parte, e non è possibile fare modifiche o integrazioni. Questo ha reso complicata la formulazione del quesito perché, per come è scritto il Testo Unico sulle droghe, chi coltiva piante di cannabis e chi produce sostanze stupefacenti è messo sullo stesso piano ed è impossibile distinguere le due cose senza fare modifiche al testo.
Nel comma si fa riferimento alle tabelle 1 e 3 dell’articolo 14, in cui sono comprese piante di oppio e coca, da cui - con una serie di lavorazioni successive - si ricavano eroina e cocaina. In quelle tabelle non c'è però la cannabis, che è invece presente nella tabella 2. Secondo la Corte il comitato referendario avrebbe quindi fatto l'errore di far riferimento a una tabella che include piante da cui si ricavano droghe pesanti, di fatto legittimandone la coltivazione.
La disputa è inevitabilmente complicata e riguarda interpretazioni giuridiche, commi e cavilli. Il pelo nell'uovo che Amato aveva esortato a non cercare pare però sia stato trovato dagli ermellini nel comma 4 dell'articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti, in cui si fa riferimento alle pene riguardanti le droghe in tabella 2, tra cui la cannabis, e si dice che vale quanto disposto dal comma 1. I due commi sono quindi correlati, e le pene per la coltivazione della cannabis sono collegate a quelle previste dal comma 1, relativo invece alle droghe pesanti.
Secondo il comitato però non si tratterebbe di un errore, bensì dell'unico modo per affrontare con un referendum il tema della depenalizzazione della coltivazione della cannabis in Italia. I referendum non costituzionali in Italia sono infatti esclusivamente abrogativi: nei quesiti si può quindi soltanto
In sostanza, il comitato referendario dice di aver fatto riferimento al comma 1 non per errore, ma perché l'unico modo per depenalizzare la coltivazione della cannabis tramite referendum era depenalizzare contestualmente anche la coltivazione di tutte le altre piante citate nel Testo Unico. Il comitato ha
quindi dovuto proporre di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi pianta - non soltanto della cannabis ma ha specificato sul suo sito che "la cannabis è l'unica sostanza che non richiede ulteriori passaggi prima di essere consumata", al contrario per esempio di oppio e coca, che devono essere trasformati e lavorati per diventare eroina e cocaina. Dopo la bocciatura del referendum, il comitato promotore ha risposto ad Amato, confermando che non c'è stato alcun errore tecnico nella formulazione del quesito: «Se non si fosse eliminato l'inciso "coltiva" dal comma 1, sarebbe rimasta la sanzione pecuniaria elevatissima prevista dal comma 4 per tutte le condotte legate alla cannabis. Mentre l'intento dei promotori era quello di decriminalizzare del tutto la coltivazione a uso personale. In ogni caso questo non avrebbe comportato automaticamente la libera produzione di ogni tipo di sostanza». Oltre ai tecnicismi, alle polemiche politiche e al solito gioco di chi ha torto o ragione, resta di certo l'amaro in bocca per l'ennesima occasione sprecata. Non solo per decriminalizzare finalmente la cannabis, togliere potere alle mafie e dare respiro alla giustizia ma anche per ascoltare quello che gli italiani hanno da dire alle istituzioni che li rappresentano.
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IL VOLO DI TERRA AQUATICA Terra Aquatica opera in modo indipendente dopo un periodo di transizione di cinque anni, un processo graduale per distaccarsi dalla storia dell’azienda americana originale. Innanzitutto con la scelta di una nuova identità: nome, logo, colori per le etichette e supporti sono il risultato di una riflessione comune ed entusiasta dei dipendenti dell’azienda, per simboleggiare al meglio i loro ambiti di lavoro: specialisti mondiali in idroponica, in linea con il patrimonio storico dell’azienda; ma anche pionieri e sviluppatori della migliore gamma di prodotti biologici oggi sul mercato, un settore in cui l’azienda intende ormai affermare la propria presenza. L’azienda tiene la rotta: quella dell’eccellenza del prodotto! Cambiano le etichette e i nomi, ma nei flaconi le ricette sono sempre le stesse: per esempio quelle della Flora Series, oggi Tripart, sviluppata da Cal
Hermann alla fine degli anni ‘80 e testata da W. Texier; o quella di Pro Organic, un fertilizzante completo sviluppato in Francia che rappresenta, nel suolo, una versione ultraconcentrata degli apporti nutrizionali, e nell'idro, una vera rivoluzione che è stata oggetto di un deposito di brevetto nel 2005. L’azienda è orgogliosa della sua linea completa di sistemi semplici, durevoli e robusti, che combinano tecnologie collaudate (la circolazione d’acqua inventata da Lawrence Brook viene sempre utilizzata nelle CultiMate, precedentemente chiamate Aquafarm e Waterfarm) alle innovazioni più recenti, come il pannello solare che può attrezzare anche il proprio piccolo orto urbano per terrazzi e balconi (l’Ebb&Grow). In accordo con l’approccio ecologico che sta alla base dell’idroponica a circuito chiuso, gran parte della gamma è prodotta nei locali di Terra Aquatica con plastica
riciclata, atossica e stabile, e anche infinitamente riciclabile. Terra Aquatica è quindi l’ultimissima tappa di una storia iniziata negli anni ‘80 nel nord della California con la collaborazione di Lawrence Brooke, fondatore della General Hydroponics US, di Cal Hermann, specialista della chimica dell’acqua proveniente dalla NASA, di William Texier e sua moglie Noucetta Kehdi, che hanno fondato la prima fattoria idroponica commerciale e diffuso una versione più familiare sotto il concetto di “Family Farm”. È una storia americana di “hobby”, di appassionati, che ha dato vita ad una multinazionale per rispondere ad un mercato fenomenale e in crescita poiché le possibilità offerte dalla coltivazione indoor (in resa, in qualità nutritiva, in risparmio e risorse!) sono state scoperte e divulgate. L’azienda si è spostata in Europa nel 1994, e una volta installata nel Gers francese,
TG & TM The Best Combination
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la qualità dei suoi prodotti le assicura un posto nel mercato europeo. Oggi ha preso vita Terra Aquatica, un’azienda “giovane” che emerge dalle sue radici californiane. Con il suo team entusiasta e gli strumenti per portare avanti il lavoro, si sta attrezzando per produrre in Europa i prodotti precedentemente importati dagli Stati Uniti, NovaMax (ex FloraNova) e DryPart (ex Maxi Series). Dispone inoltre di un’area ricerca, una serra di oltre 1000 mq dove intende sviluppare le sue future innovazioni, che si tratti del miglioramento continuo di prodotti esistenti o di ricette completamente nuove. Spinta dai propri impegni, l’azienda intende continuare ad offrire ai propri clienti, alle persone affezionate che l’hanno supportata durante la sua trasformazione e ai nuovi arrivati che la conoscono solo sotto la sua nuova identità, i migliori prodotti e i migliori servizi!
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LIFESTYLE di Giovanna Dark
SUONI IN ERBA: LE MIGLIORI CANZONI CHE PARLANO DI CANNABIS Da Louis Armstrong a Lady Gaga, innumerevoli musicisti hanno dichiarato il loro amore per l'erba. Fumare può aiutare la creatività, aiutare a rilassarsi e persino espandere la mente. Ma alcuni artisti sono andati oltre, dedicando alla cannabis canzoni che sono rimaste nella storia della musica. Ne abbiamo scelte alcune tra le più celebri e ne proviamo a raccontare l'ispirazione. THE BEATLES, "GOT TO GET YOU INTO MY LIFE" (1966) Questo brano dall'LP Revolver del 1966 è generalmente considerato come una delle tante canzoni d'amore dei Fab Four. Secondo Paul McCartney però, l'oggetto d'amore in questione non è una ragazza: "Fu una canzone che scrissi quando fui introdotto per la prima volta alla cannabis", disse a Barry Miles per il libro del 1997 Paul McCartney: Many Years from Now. " Mi piaceva la marijuana. Non sembrava avere troppi effetti collaterali come l'alcool o altre cose, come le pillole. Non ho mai avuto difficoltà con l'erba e per me era letteralmente un'espansione della mente. Così 'Got to Get You Into My Life' è davvero una
canzone su questo, non è per una persona, in realtà è sull'erba". BLACK SABBATH, "SWEET LEAF" (1971) Siamo onesti: una volta o l'altra, siamo stati tutti Tony Iommi all'inizio di "Sweet Leaf". La tosse in loop del chitarrista dei Sabbath funge da perfetta introduzione all'iconico riff della canzone che apre l'LP "Master of reality". Si dice che il titolo della canzone sia stato preso da una marca di sigarette irlandesi che pubblicizzava il suo prodotto come "la dolce foglia", ma sono le parole di Ozzy a catturare meglio l'entusiasmo giovanile di un nuovo amore, purtroppo non corrisposto: "I love you sweet leaf", canta, "though you can't hear". Ti amo dolce foglia, anche se non lo puoi sentire... PETER TOSH, "LEGALIZE IT" (1976) "Cosa sono io senza l'erba, e cos'è l'erba senza di me?" chiese Peter Tosh a Rolling Stone nel 1981: forse la madre di tutte le domande retoriche. Certamente, la cannabis non ha avuto un maggiore sostenitore del reggae negli anni Settanta e Ottanta dell'ex Wailer, che ha lanciato la sua carriera solista nel 1975 con questo inno alla lega-
lizzazione. Una canzone che, in anticipo di decenni, include l'affermazione che la ganja è "buona per la tubercolosi". Leggenda narra che l'omonimo album sia stato finanziato in gran parte da un grosso spacciatore di marijuana, il quale, una volta messo a conoscenza del titolo, ha minacciato di riprendersi i soldi. CYPRESS HILL, "HITS FROM THE BONG" (1993) I Cypress Hill possono essere più strettamente associati allo stile di vita stoner di qualsiasi altro gruppo rap - hanno persino lanciato un festival musicale 4/20 che è durato diversi edizioni nei primi anni 2000. Eppure, in mezzo a un mucchio di classici come "Stoned Is the Way of the Walk" e "Dr. Greenthumb", solo "Hits from the Bong" si è imposto come inno capace di resistere ai decenni. "Abbiamo sempre preferito il bong al classico joint", ha dichiarato DJ Muggs, che ha intrecciato i suoni gorgoglianti dell'acqua del bong con un loop di "Son of a Preacher Man" di Dusty Springfield, "questa è la nostra canzone d'amore per il bong". AMY WINEHOUSE, "ADDICTED" (2006)
Tutti abbiamo preso di nascosto una o due cime da un coinquilino una volta, ed è sempre buona educazione sostituire quello che si è preso in modo tempestivo. "When you smoke all my weed man/You gots to call the green man", "Quando fumi tutta la mia erba, devi chiamare l'uomo verde", cantava Amy Winehouse in "Addicted", una bonus track inclusa nella versione deluxe di Back to Black del 2006, immortalando questo concetto di reciprocità. "Fumavo un sacco di erba", disse la defunta cantante a Rolling Stone nel 2007. "Suppongo che se hai una personalità che crea dipendenza, allora passi da una dipendenza all'altra". Se si fosse limitata all'erba, Amy sarebbe probabilmente ancora qui, ad emozionarci con la sua stupenda voce. MILEY CYRUS, "DOOO IT!" (2015) "Penso che l'erba sia la migliore droga sulla terra", ha detto Miley Cyrus a Rolling Stone nel 2013. "Hollywood è una città di cocainomani, ma la cannabis è molto meglio". Anche se da allora ha smesso di fumare, in parte perché le faceva mangiare troppo e passare troppo tempo a casa a giocare con i suoi animali domestici, l'ex star di Hannah Montana ci ha benedetto nel 2015 con l'inno stoner "Dooo It!". Registrato con l'aiuto dei Flaming Lips per l'album Miley Cyrus & Her Dead Petz, "Dooo It!" rimane un grido di battaglia per i figli dei fiori del 21° secolo. Venne lanciato ai VMAs di quell'anno, con una performance coloratissima che rimarrà negli annali: "Sing about love/Love is what you need/Loving what you sing/ And loving smoking weed".
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Hemporium Cose di Canapa, Vicenza
Bahia Grow Shop Torino
EverGreen Via G. Marconi 87036 Rende (CS) Tel 0984/401984 Cell 3886288734
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Growerline, Pomezia
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Via Tigello 60 Cagliari Orari di apertura: 09:00 - 13:00, 16:00 - 20:00 Tel. 070-653170 orto_biologico@hotmail.it Sabato sera chiuso
Bear Bush Brescia
Via Aurelio Saffi 7 BRESCIA brescia@bearbush.it +39 393-9659751 mail: bearbushbrescia@gmail.com Instagram: Bear Bush Brescia Facebook: Bear Bush Brescia
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Bear Bush Cecina
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Viale della Repubblica 153 CECINA cecina@bearbush.it +39 342-1261029 mail: bearbushcecina@gmail.com Instagram: Bear Bush Cecina Facebook: Bear Bush Cecina
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Bear Bush Botanical Collective
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Orto Biologico
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Yerba Santa
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Via Eleonora d'Arborea 65 Cagliari Orari di apertura: 10:30 - 13:00, 16:30 - 20:30 Tel. 070-65990 yerba.santa@hotmail.com Lunedi mattina chiuso
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Dream Planet Smartshop
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Do.Is. Growshop
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Via Pignatelli Aragona, 15 90141 Palermo Telefono: 0916124536 www.doisgrowshop.it info@doisgrowshop.it Orari: dal lunedì al sabato 9:00-13:00 16:00-19:45 facebook: @Doisgrowshoppalermo
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Plantasikula growshop
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CHACRUNA Hemp & Growshop
Chacruna TRENTO dal 2003 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso Tel: 0461 922896 Chacruna BOLZANO dal 2013 Via Cavour 3B – Tel. 0471 975106 Chacruna Dispensary e Info Point - dal 2019 Corso 3 Novembre 72 – Galleria Al Corso email: shop@chacruna.it Chacruna Cannabis Social Club – dal 2021 email: chacrunacsc@gmail.com Website: www.chacruna.it ChacrunaShop / INSTAGRAM: chacrunaofficial
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Legalized
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Naturalstore Via Cherubini, 6 63074 San Benedetto del Tronto (AP) info@naturalstore.it telefono: 0735 650968
W W W. 4 2 0 H E M P. I T
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EverGreen
Domani Smetto Grow & Seeds Shop www.bearbush.it
Via Figurella 2 ,Catona 89135 Reggio Calabria Tel 0965/301974 Cell 3886288734
Via Aurelia Nord, 111 - 55045 Pietrasanta (LU) Tel. 0584-1942877 - domanismetto.versilia@gmail.com Dal Martedì al venerdì: 10.00-13.30 e 16.00- 19.30 Sabato 10.00-19.30 - Chiuso Domenica e Lunedì
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Bear Bush Botanical Collective Bear Bush Bari
Via Cardassi 77 BARI bari@bearbush.it +39 080-5536618 +39 340-5445453 Facebook: Bear Bush Botanical Instagram: bearbushbari
Bear Bush Fasano
Via Roma 273 72015 FASANO BR fasano@bearbush.it +39 351-9210900 mail: bearbushfasano@gmail.com Instagram: Bear Bush Fasano Facebook: Bear Bush Grow Shop Fasano
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www.bearbush.it
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New Energy Grow Piacenza
Indirizzo: Via Alberto Scoto, 9/A, 29122 Piacenza PC, Italia Orari: Lu-Sa 11-12.30 e 15-19 Telefono: +39 0523 590953
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Flower Power
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CANAP
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Nuovo Megashop 3.0 growshophempidea.indd 1
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CVLTVS Grow Shop
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MEDIA di Giovanna Dark
SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA LEGGI LUIGI MASTRODONATO - FUMO NEGLI OCCHI. CONSIDERAZIONI SULL'IMPATTO SOCIOECONOMICO DELLA LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS IN ITALIA. Perché in Italia si preferisce mantenere il mercato nero della cannabis? Per quale motivo tutte le proposte di legalizzazione nel belpaese si scontrano con i veti della politica? Quali sono le ragioni per cui l'erba rimane proibita? Sono le domande che ci poniamo oggi, dopo l'ennesima sconfitta antiproibizionista a seguito del no della Consulta al referendum. Ma sono anche le domande che da anni accompagnano chi si interessa di liberare la nostra amata pianta. Uscito come instant book a seguito della proposta dell'Intergruppo parlamentare del 2015, questo libro analizza i pro e i contro di un'eventuale legalizzazione e, comparando la proposta italiana di allora con la legislazione internazionale in
materia, soprattutto quella dei Paesi che hanno già compiuto questo passo, tenta di rispondere alle domande fondamentali che da sempre animano il dibattito nazionale sul tema. E nonostante le riflessioni siano indubbiamente un po' datate, risultano più che mai attuali. Una lettura che fotografa alla perfezione la situazione del nostro belpaese in tema di cannabis. Una lettura leggera ma scritta in modo dettagliato e puntuale. Un'ottima "cassetta degli attrezzi" per discutere di legalizzazione, utilissima per neutralizzare gli argomenti di chi ancora dichiara ufficialmente che la cannabis è una droga. Edito da Baldini e Castoldi, lo trovate nelle migliori librerie on e offline
ASCOLTA LA PIENA - IL MECCANICO DEI NARCOS "La piena - Il meccanico dei narcos" è un podcast che racconta una storia vera ma talmente incredibile da sembrare finta. Già, perché "La piena" racconta la storia di Gianfranco Franciosi, un meccanico nautico di un piccolo paese sul confine tra la Liguria e la Toscana che si è ritrovato a fare l'infiltrato in un'organizzazione di narcotrafficanti, per permettere alla polizia di tre stati di effettuare quello che fu definito "il più importante sequestro di cocaina della storia europea". La voce narrante di Matteo Caccia è di quelle che catturerebbero l'attenzione anche dell'ascoltatore più distratto. Potrebbe rendere interessante anche un fatto banale ma qui la storia ha dell'eccezionale e il mix è di quelli che danno dipendenza. La narrazione di Matteo Caccia è precisa e semplice, e fa da collante alle voci registrate dei protagonisti: Franciosi, la sua prima moglie, il responsabile delle indagini, i giornalisti. La tempistica è quella asciutta e precisissima di una sceneggiatura hollywoodiana, anche se questo podcast può essere definito un vero e proprio documentario sul primo "infiltrato civile" della storia della polizia italiana. Un viaggio tra i paradossi e le iniquità del sistema della giustizia internazionale, in cui un privato cittadino si ritrova a fare da talpa in mezzo ad un giro di cocaina da miliardi di euro che dal Sud America arriva sulle coste delle Galizia per inondare di polvere bianca l'Europa. La storia incredibile del "meccanico dei narcos" si alterna poi con la musica scritta e suonata dal vivo di Luca Micheli e la sincronia è perfetta, tanto da far dimenticare qualsiasi cosa che non sia questa storia "buia e d'acqua", in cui forse non ci sono eroi da celebrare.
Lo trovate sulle maggiori piattaforme di podcast (Spotify, Apple Podcast, Audible, etc...)
GUARDA SIAMO FATTI COSÌ In tv passa uno spot ministeriale dell'indimenticata Pubblicità Progresso, che dipinge l'uso di droghe fra i giovani in maniera mostruosa, grossolana, semplicistica: informazione terroristica, secondo Roberto "Freak" Antoni che, allibito dalle idiozie appena viste sul piccolo schermo di casa, decide di uscire in strada e intervistare chiunque trovi sull'argomento sostanze stupefacenti. Il compianto cantante degli Skiantos, con la sua irriverente ironia, ci conduce quindi in un viaggio allucinato - ma allo stesso tempo lucidissimo - attraverso le contraddizioni del proibizionismo italiano in materia di droghe. Il risultato è un documentario che grazie a pareri autorevoli di avvocati, medici, operatori sociali ma anche grazie alla voce della gente comune - cerca di riflettere su un argomento complesso quello delle sostanze stupefacenti e dell'impatto che queste hanno sulla società. "Siamo fatti così" ha ormai quasi 20 anni ma indubbiamente è ancora attualissimo. Con la regia corale di Danilo Monte, Cristiano Zuccotti, Antonio Martino, Elisabeth Armand, Abi, Valeria Correale e Giuditta Picchi, questo piccolo gioiello
autoprodotto rappresenta una delle poche "controinchieste" che vennero fatte alla vigilia dell'approvazione della legge Fini-Giovanardi e resta un documento validissimo per capire la voce dell'Italia di allora. Una voce che non è così diversa da quella di oggi.
Disponibile in streaming online su YouTube
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CANNABIS WORLD di Rich Hamilton
A LAS VEGAS SONO IN ARRIVO LE LOUNGE PER IL CONSUMO DI CANNABIS! Autoproclamata “Sin City” e paradiso degli edonisti, Las Vegas introdurrà prima della fine dell’anno le lounge per il consumo di cannabis nella famigerata capitale del divertimento. Il governatore del Nevada Steve Sisolak ha firmato a giugno un disegno di legge volto a regolamentare e autorizzare le lounge per il consumo. Si tratta di un colpaccio per l’industria della cannabis in Nevada. Fino ad ora, era illegale fare uso di prodotti di cannabis ovunque, tranne nelle residenze
private. Attualmente, fare uso di cannabis in pubblico è considerato un reato minore. È vietato negli hotel e nei casinò. Questo significa, soprattutto per i turisti, che la facilità nel reperire la cannabis a Las Vegas è vanificata dalle difficoltà nel trovare un luogo dove potersela godere. Si pensa che già in ottobre si dovrebbe cominciare ad assistere all’apertura delle prime lounge per il consumo. L’Assembly Bill N. 341, come è chiamato ufficialmente,
consentirà ai dispensari di cannabis di richiedere licenze di consumo in loco. Le imprese autonome potranno aprire quello che sostanzialmente sarà un normale bar che serve cannabis. Ciononostante, verranno imposte alcune limitazioni, come il divieto per le lounge di servire alcolici oppure di ospitare giochi d’azzardo. Sussistono ancora alcuni punti di domanda sulle categorie di prodotti di cannabis autorizzate per l’uso nelle lounge. Tuttavia, ci si aspetta che il disegno di legge legalizzi il fumo e il consumo di una porzione
di prodotti commestibili e bevande infusi di THC. Sarà consentito anche l’intrattenimento dal vivo. Essendo Las Vegas, c’è molta trepidazione sui concetti creativi che senza dubbio si concretizzeranno. Tutto è possibile quando si parla di Las Vegas! Solo il cielo è il limite, potrebbero spuntare studi di yoga erbafriendly, comedy club che servono cannabis e ristoranti di alto livello che infondono i piatti con il THC. Ogni dispensario ha la possibilità di richiedere la licenza per una
lounge per il consumo. Tuttavia, ogni società potrà avere una sola lounge. Inizialmente, lo Stato autorizzerà solo 20 lounge indipendenti e dieci delle licenze saranno riservate alle imprese sociali. Ai sensi delle nuove normative, tutte le lounge devono essere dotate di adeguati sistemi di ventilazione e di scarico. Tutti i dipendenti devono ricevere una formazione completa su come servire i prodotti a base di cannabis. Devono essere in grado di descrivere la potenza, il tempo di assorbimento e gli effetti di ogni prodotto e capire e mostrare l’utilizzo corretto di ogni strumento coinvolto nel consumo. Sarà obbligatoria anche una formazione volta al riconoscimento delle alterazioni da cannabis e alla gestione dei clienti che eccedono nel consumarla. Prima dell’introduzione di questa nuova legge, c’era un solo luogo in cui i visitatori potevano consumare cannabis legalmente in pubblico, il NuWu Cannabis Tasting Room. Si tratta di un punto vendita di cannabis di 16.000 metri quadrati di proprietà della Paiute Tribe, appena a nord del centro di Las Vegas. Ma adesso le porte sono state spalancate ed è iniziata la corsa per creare l’esperienza con la cannabis più favolosa, entusiasmante e unica che Las Vegas possa offrire. Il gigante dei dispensari Planet 13 possiede un superstore di oltre 10.000 metri quadrati a soli cinque minuti dalla famosa Strip di Las Vegas. Non ha perso tempo e ha costruito
un locale erba-friendly in stile Las Vegas in men che non si dica. “Non vediamo l’ora di cominciare e far vedere al settore cosa è possibile fare quando il proprio obiettivo è quello di arrivare a Las Vegas” - Bob Groesbeck, Co-CEO di Planet 13. Il super brand della cannabis “Cookies” ha aperto a maggio un dispensario sulla Strip di Las Vegas. L’attuale storia di successo della cannabis, famosa per le sue varietà e la sua gamma di prodotti a base di cannabis, ha stretto un accordo con Green Thumb Industries (GTI) di Chicago. GTI è una società del settore della cannabis che opera in 12 Stati e ha avuto profitti pari a 194,4 milioni di dollari, solo nel primo trimestre del 2021! L’accordo con il fondatore di Cookies, l’artista hip-hop della Bay Area Berner e il coltivatore di lunga data Jai, porterà alla richiesta di GTI di una lounge per il consumo di cannabis per il dispensario, a un tiro di schioppo dal famoso Strat Hotel. Con il potere del marchio e i fondi alla base di questo progetto, sono certo che possiamo aspettarci risultati incredibili! “Quando la gente verrà a Las Vegas in vacanza, per un addio al celibato o per un matrimonio, vorrà socializzare e fare uso di cannabis, e vorrà venire da Cookies”. “Quale posto migliore se non Las Vegas! È una città esperienziale nel bel mezzo del deserto”. Ben Kovler, CEO e fondatore di Greenthumb Industries. È vero, quale posto migliore? So che io, per esempio, prenoterò sicuramente dei voli!
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NOTIZIE di Rich Hamilton
AMAZON CAMBIA LA PROPRIA POSIZIONE SULLA CANNABIS Il CEO della divisione globale consumatori del gigante della vendita al dettaglio Amazon, Dave Clark, il 1° giugno ha annunciato in un post su un blog che l’azienda non sottoporrà più i candidati statunitensi a test antidroga per l’uso di cannabis. Questa politica si applicherà invece alla maggior parte delle posizioni lavorative non regolamentate dal Ministero dei Trasporti, come gli autisti dei furgoni delle consegne. Tale cambiamento è intervenuto a seguito della modifica delle politiche di Amazon, volta a promuovere la visione aziendale di diventare il miglior datore di lavoro sulla terra e offrire ai propri dipendenti il posto di lavoro più sicuro al mondo. Fino ad ora, come la stragrande maggioranza dei datori di lavoro, la politica di Amazon era quella di rifiutare i candidati che fossero risultati positivi all’uso di cannabis, a prescindere dalla loro idoneità al lavoro o dalla loro esperienza. Nel blog viene citata una dichiarazione di Clark, secondo cui: “dove stanno cambiando le leggi statali negli Stati Uniti, noi abbiamo modificato la nostra rotta”. “Amazon non applicherà più alla cannabis nessun programma di screening per qualsiasi posizione lavorativa non regolamentata dal Ministero dei Trasporti”. Con l’aumento degli Stati americani che legalizzano la cannabis per uso ricreativo e medico, sembra sensato e logico che le aziende comincino ad accettare che i dipendenti fanno uso di cannabis nello stesso modo in cui bevono alcolici. E questa in ogni caso non è stata l’unica notizia bomba! Clark ha anche rivelato che Amazon ha intenzione di sostenere la spinta verso la legalizzazione
federale della cannabis. In questo ambito rientra il lobbismo per la recente legge introdotta alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti dal Rappresentante dei Democratici di New York e dal Presidente della Commissione Giudiziaria della Camera, Jerry Nadler. La legge in questione è il MORE Act del 2021: il Marijuana Opportunity Reinvestment and Expungement Act. Questa legge porterebbe all’eliminazione della cannabis dall’elenco previsto dal Controlled Substances Act e alla sua legalizzazione a livello federale. Ripulirebbe inoltre la fedina penale di chi è stato accusato o incarcerato in seguito ad accuse legate alla cannabis, metterebbe in atto varie riforme della giustizia sociale e investirebbe nelle comunità colpite. Il MORE Act propone inoltre di tassare al 5% i prodotti a base di cannabis per finanziare progetti di riforma penale e sociale. Nel 2019 la legge è stata inizialmente approvata dalla Camera dei Rappresentanti, ma purtroppo l’iter non è andato avanti. Ciononostante, nel maggio del 2021, Jerry Nadler ha reintrodotto un MORE Act rivisto con modifiche che prevedono l’eliminazione dei divieti che limitano il coinvolgimento di persone con precedenti condanne penali per cannabis nel mercato legale della cannabis. Che il MORE Act rivisto del 2021 vada o meno in porto è ancora da vedere, dato che non è ancora stato programmato il rispettivo voto. Tuttavia, è probabile che venga di nuovo approvato alla Camera ma che poi vada a morire un’ennesima volta al Senato. L’opposizione che la legge sta ancora incontrando rende ancora più importante il sostegno di un gigante globale come Amazon.
Amazon ha dichiarato “speriamo che altri datori di lavoro si uniscano a noi e che i legislatori agiscano rapidamente per fare approvare questa legge”. La community della cannabis nel suo complesso ha accolto con favore l’annuncio di Amazon. Tuttavia, i più cinici sulle motivazioni dell’azienda hanno commentato che l’inversione a U potrebbe semplicemente essere un modo per utilizzare la cannabis come scusa per sbarazzarsi di una politica che rende più farraginose le procedure di assunzione di Amazon. Il caso vuole che proprio in aprile Amazon (già il secondo maggior datore di lavoro privato negli USA) ha annunciato che avrebbe assunto altri 75.000 lavoratori per i propri magazzini e punti di consegna. Attualmente, 37 Stati hanno legalizzato la cannabis per uso medico e 16 ne hanno legalizzato l’uso ricreativo. Inoltre, un sondaggio di Gallup del 2020 ha messo in luce come il 68% degli americani sostenga la legalizzazione della cannabis. Ha quindi senso che Amazon possa modificare le proprie politiche di assunzione nel cercare di reclutare una grande forza lavoro in tutto il Paese. Considerando la sua posizione come il più grande rivenditore al mondo, è
anche plausibile che Amazon si stia semplicemente muovendo per essere in prima linea nel caso in cui la cannabis venisse legalizzata a scopo ricreativo a livello federale. Le opportunità e il tornaconto, in tal caso, sarebbero immensi. Ci sono argomentazioni a favore e contro l’idea che Amazon possa entrare in un mercato legale e partecipare alla vendita ed eventualmente alla consegna della cannabis e dei suoi prodotti. Alcuni direbbero che è una certezza, dato che Amazon è uno dei più grandi rivenditori al mondo con una piattaforma di consegna già pronta. Altri fanno notare come le normative riguardanti l’acquisto, il confezionamento, lo stoccaggio, la vendita e la consegna dei prodotti a base di cannabis siano eccessivamente complesse, costose e ad alto rischio. Amazon, ad essere onesti, non ha bisogno di vendere cannabis. Se la cava benissimo vendendo praticamente tutto il resto! Nel complesso, comunque, la mossa viene considerata per lo più un passo in avanti e si spera che crei un precedente con altre grandi aziende. A prescindere da cosa pensiate di Amazon e delle sue motivazioni, i veri vincitori qui sono la cannabis e il movimento per la legalizzazione.
RISPOSTE AL QUIZ A PAGINA 16 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.
B D C D A B C A C D
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CANNABIS di Rich Hamilton
JUSTIN BIEBER. ADESSO SI PUÒ
DAVVERO “AVERE LA SUA ERBA IN CALIFORNIA”.
Potremmo aver raggiunto il “culmine” del supporto della cannabis da parte dei VIP! La megastar del pop Justin Bieber ha annunciato che collaborerà con la società del settore della cannabis Palms di Los Angeles nel lancio di una linea di pre-rollati chiamati “Peaches”, nome tratto dal suo singolo di successo del 2021. La Palms è specializzata in prodotti a base di cannabis pre-rollati e la confezione standard da sette viene attualmente venduta a 32 dollari nelle farmacie del Nevada e della California. Il “Bieber Cheeba”, come è anche conosciuto, sarà disponibile in quattro Stati. California, Nevada, Florida e Massachusetts lo venderanno al dettaglio a 50 dollari. L’edizione limitata si compone di sette pre-rollati da 0,5 grammi. La varietà prescelta è un ibrido di Indica e Sativa al gusto di “pesca”. Ogni confezione di pre-rollati viene offerta con una scatola decorativa e un esclusivo accendino BIC. Una percentuale dei proventi derivanti dalla vendita di ogni confezione sarà devoluta a due associazioni benefiche legate al mondo dell’erba, una delle quali sostiene la riforma della giustizia penale per le persone aventi capi d’imputazione legati alla cannabis. L’altra sta cercando di esplorare l’uso della cannabis medicinale per i veterani dell’esercito. Prima del lancio di “Peaches”, la stampa ha citato Bieber dicendo che il suo intento con il lancio della sua linea di cannabis
era quello di contribuire a eliminare ogni stigma associato alla cannabis, in modo particolare per chi soffre di problemi di salute mentale. “Ammiro la Palms e quello che stanno cercando di fare. È importante rendere la cannabis più accessibile ed eliminare gli stigmi ad essa connessi. Questo vale soprattutto per le persone che la trovano utile per la loro salute mentale”. Una percentuale dei proventi derivanti dalla vendita di “Peaches” sarà donata a “Veterans Walk and Talk”, così come a “The Prisoner Project”, associazione benefica che si occupa della riforma della giustizia penale riguardante le condanne legate alla cannabis. Sulla sua esperienza con la cannabis, Bieber ha detto quanto segue: “Prima pensavo che la gente cercasse di farmi sentire male per il fatto che mi piaceva fare uso di erba, ma sono arrivato a un punto nella mia vita in cui traggo beneficio dai prodotti a base di erba”. Bieber, 27 anni, è stato molto chiaro in merito alle pressioni subite per la sua fama in tenera età e a come l’uso di droghe abbia contribuito alle sue lotte per la salute mentale. Nella sua serie di documentari su YouTube dell’anno scorso, ha dichiarato di aver provato per la prima volta l’erba quando aveva solo 12 o 13 anni. Justin ha sentito di aver sviluppato dipendenza per far fronte alla pressione dovuta all’attenzione del mondo che si è concentrata su di lui fin dalla sua giovane età. Il co-fondatore
della Palms, Noah Annes, spera che il fatto che Justin sta gettando luce su argomenti fondamentali, incoraggi altri a condividere le proprie esperienze personali sulla salute mentale e su come l’uso della cannabis possa essere d’aiuto. “La vulnerabilità e l’apertura di Justin sui suoi problemi di salute mentale ci ha colpito. Sapevamo che sarebbe stato un’ottima scelta come prima linea della nostra prima collaborazione in assoluto”. Senza dubbio le opinioni potrebbero essere divise su Bieber. Tuttavia, bisogna rendergli merito per aver cercato di rendere questa collaborazione d’impatto e positiva. Indubbiamente, molti lo vedranno come l’ennesimo abile strumento di marketing, e forse lo è, ma almeno il messaggio giusto si sta diffondendo. Superfan o meno, Justin Bieber è una figura della cultura pop molto influente per la giovane generazione. Una generazione che sta crescendo con una visione diversa della cannabis. Una generazione che potrebbe non apprezzare le cose per come erano prima della legalizzazione. Se vogliamo la
legalizzazione, dobbiamo accettare che alla fine diventerà una merce commercializzata come tutto il resto. Il messaggio di Bieber fa leva sui “temi caldi” della legalizzazione, non solo sui benefici per la salute mentale, ma anche sulle ingiustizie sociali delle attuali condanne legate alla cannabis. Il mercato della cannabis non è la prima incursione di Bieber al di fuori dal suo successo nelle classifiche. L’icona pop diventata imprenditore si è già dilettata in altre attività al di fuori della musica, fra cui una collaborazione con le Crocs, la sua collezione di streetwear Drew House e un investimento in Spotify. Bieber si unisce a colleghi artisti come Drake, Snoop Dogg e Jay-Z, attingendo al lucrativo mercato della cannabis. Ha perfettamente senso per lui farlo, in quanto circa il 40% del mercato della cannabis viene descritto come “Gen Z” e “millennials”, secondo l’HQ Cannabis Brand Affinity Report del 2020. Fortunatamente si tratta proprio del target demografico di Bieber.
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INTERVISTA
BETTY GREEN Prima di tutto, vorrei congratularmi con te per il successo della tua rubrica su Soft Secrets. Raccontami cosa ti ha portata a interessarti alla cucina con la cannabis. Grazie. Mi è venuto spontaneo, in quanto ho una grande passione sia per la cannabis che per la cucina, quindi mi è parso logico unire le due cose. Non sono neanche una grande appassionata di fumo, ecco perché sono molto attirata dai prodotti commestibili, che si adattano meglio al mio stile di vita. È un modo così versatile di gustare la cannabis; al giorno d’oggi la si può incorporare in qualsiasi tipo di piatto. Le possibilità sono infinite e mi piace inventare nuove ricette e sperimentare. Hai avuto esperienze professionali in cucina o sei un’autodidatta? Sono autodidatta. Non credo certo di essere la migliore delle cuoche e non credo lo si debba essere. Bisogna solo essere appassionati di cibo ed essere creativi. Sbagliare fa parte del processo di apprendimento. Tuttavia, “sbagliare” con i prodotti commestibili a volte può avere
No, per niente. Penso che si debba solo rispettare l’ingrediente. Sono passati i tempi in cui si ammucchiava un po’ di erba in qualche torta e si sperava nel meglio. La gente lo fa ancora, ma non ci sono scusanti, non con tutti i metodi d’infusione e le informazioni sulla potenza che abbiamo adesso a disposizione. Abbiamo così tante informazioni in più su come funzionano i cannabinoidi, su come usarli in cucina e sui loro effetti su di noi, che esiste davvero una soluzione per tutti, che si tratti di microdosaggio nelle caramelle gommose per restare svegli o di un dolce fortemente corretto per alleviare il dolore cronico o l’insonnia. Potete ottenere l’effetto che volete, dovete solo fare qualche ricerca. Il mercato è molto più sofisticato di un tempo. Fai riferimento al settore dei prodotti commestibili per trovare l’ispirazione? Decisamente, in realtà mi fa abbastanza invidia. Vivendo nel Regno Unito, ovviamente dobbiamo ancora tenere tutto nascosto. Al contrario, negli Stati Uniti il settore culinario è davvero consolidato: ci sono ristoranti, programmi televisivi, libri di cucina e linee di prodotti alimentari. Le
caratteristiche a livello di varietà, gusto e, soprattutto, dosaggio. Cosa c’è di così difficile nel dosaggio? È la chimica, fondamentalmente. Sono così tante le variabili in gioco, come gli ingredienti che si utilizzano, come si legano i cannabinoidi con questi e il grado di calore da usare per cucinare. Bisogna anche considerare quanto si è decarbossilata la cannabis, se si sta utilizzando hashish o fiori e se si sta cucinando con un infuso o con materiale organico proveniente da fiori. E non finisce qui. Ci sono alcuni calcoli che si possono utilizzare per ottenere una “media” della potenza, ma si tratta solo di una media. A questo proposito, quali sono i tuoi consigli più importanti per chi cucina con la cannabis? Decarbossilate sempre l’erba. La gente vi dirà che non serve farlo. SÌ, È NECESSARIO! Se non lo fate, non riuscirete a sbloccare
conseguenze piuttosto notevoli! Sì, penso che abbiamo fatto tutti quest’esperienza, se parliamo di sbagliare con i prodotti commestibili.
cose che stanno realizzando gli chef sono incredibili! Abbinare i terpeni agli alimenti come si farebbe con i vini e incorporare la cannabis in ogni tipo di pasto, è incredibile!
Sei quindi d’accordo sull’affermazione secondo cui “i prodotti commestibili non sono per tutti”?
Mi piace anche l’idea di poter entrare in un negozio, acquistare un prodotto commestibile e conoscerne le
il vero potenziale e l’effetto entourage. In secondo luogo, cercate di dosare la vostra ricetta il più precisamente possibile. Online potete trovare alcuni calcoli di dosaggio e calcolatori che vi porteranno almeno nella giusta direzione. Infine, e questa è la parte più difficile, andateci con i piedi di piombo. Troppe persone trattano la cannabis come l’alcol e fanno grandi abbuffate. In molti capiscono solo quando è troppo tardi la differenza fra prodotti commestibili e fumo e i rispettivi effetti. Quando il vostro piatto è pronto, assaggiatene un cucchiaino e ASPETTATE! Ci mette almeno un’ora per entrare nel vostro organismo; potete valutare la potenza in base a quel cucchiaino. So che si è tentati di scofanarsi tutto, ma cercate di non farlo. Come ho detto, rispettate gli ingredienti. Cosa possiamo aspettarci di trovare nella tua rubrica in futuro? Le uova in 7 minuti che ho presentato di recente sono una delle mie ricette preferite. È il modo perfetto per svegliarsi e cucinare se non si ha voglia di fumare alle 8 del mattino! In futuro spero di creare altri piatti del genere e di usare ingredienti interessanti che dimostrino la versatilità culinaria della cannabis. Ci sono altri progetti in cantiere? Sto pensando di scrivere un libro di cucina, qualcosa di moderno e pertinente che sia davvero britannico. Molti dei grandi libri di cucina sulla cannabis sono basati sugli Stati Uniti. Voglio vedere cose che siano un po’ più riconducibili alla cultura alimentare e alla nostalgia britanniche. Voglio anche creare un libro digitale che sia accessibile a tutti e che possa rimanere facilmente discreto.
46 COLOFON Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale.
L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso della cannabis. Questo presuppone che l'editore non sia necessariamente d'accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L'editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l'uso e/o la produzione di cannabis. Nulla della presente pubblicazione potrà essere copiato o riprodotto in qualsiasi formato senza previa autorizzazione dell'editore e di altri titolari del copyright. L'editore non assume alcuna responsabilità in merito al contenuto e/o al punto di vista degli annunci pubblicitari. L'editore non assume alcuna responsabilità per eventuali documenti presentati indesiderati. L'editore ha cercato di contattare tutti i titolari del copyright di fotografie e/o immagini. Coloro che ritengono ancora di avere diritto ai suddetti diritti sono pregati di contattare l'editore.
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