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Gli europei vogliono la legalizzazione della cannabis Il popolo ha parlato: più della metà dei cittadini dell'Unione Europea è propensa ad una legalizzazione tout court della cannabis. Lo ha rivelato una ricerca della società di analisi inglese Hanway Associates che, dopo aver intervistato oltre 9000 soggetti nei 27 Paesi membri, ha concluso che la maggioranza degli europei sostiene la vendita ai maggiorenni di cannabis legale e regolamentata dal governo. Nel dettaglio, il 55% ha detto di essere a favore della legalizzazione della cannabis per scopi ricreativi, il 20% ha detto di essere indifferente e il restante 25% si è detto contrario. Inoltre, circa il 48% degli intervistati sostiene i negozi al dettaglio regolamentati, il 35% approva la coltivazione domestica e il 32% i cannabis social club. Interessante notare come la coltivazione domestica raccolga la maggior parte dell'opposizione con il 41% degli intervistati contro, un chiaro segno che ormai anche la cannabis è diventata un bene di consumo a tutti gli effetti. A livello dei singoli Paesi membri poi, l'Italia è il paese europeo che più sostiene la legalizzazione (60%), seguita dal Portogallo (59%) e dalla Svizzera (58%). Invece, Germania e Olanda sono i paesi europei che più si oppongono alla legalizzazione (29%), seguiti da Francia e Regno Unito (27%). Il rapporto, pubblicato nell'aprile 2022 e realizzato in collaborazione con Curaleaf International, Cansativa Group, e lo studio legale commerciale internaziona-
le Ince, fornisce una panoramica dello stato attuale della cannabis ricreativa in Europa e mostra chiaramente il sentimento della popolazione europea verso la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo. L'apertura dell'UE alla legalizzazione della
cannabis non dovrebbe però essere una sorpresa, dato che gli europei sono da quasi un decennio testimoni degli enormi benefici economici che la cannabis libera ha portato agli Stati Uniti - specialmente durante la pandemia di COVID-19, quando la domanda è aumentata in modo esponenziale e sono stati fatti milioni di dollari vendendola e consegnandola a domicilio durante i diversi lockdown. Inoltre, numerosi Paesi europei hanno ormai legalizzato la marijuana per scopi medici specifici e altri hanno ne depenaliz-
zato il consumo personale, mentre alcuni stanno testando queste due opzioni sotto forma di programmi pilota, come la Francia. Proprio l'anno scorso, il Lussemburgo è stato il primo paese europeo a legalizzare la coltivazione di erba per uso personale, mentre Malta è diventata la prima nel continente a legalizzare ufficialmente la cannabis. Circa cinque anni fa la Germania ha decriminalizzato la cannabis medica e ora
che pare si sblocchi anche la legalizzazione dell'uso ricreativo, la prima economia d'Europa potrebbe davvero fare da apripista anche per gli altri Paesi dell'Unione. Questo rapporto rende evidente che la maggioranza degli europei vuole vedere la cannabis ricreativa disponibile in un modo che permetta agli adulti di accedere a prodotti sicuri, di alta qualità e che siano regolati. Ora tocca alla politica dei singoli Stati: sapranno davvero ascoltare la voce dei propri elettori? di Giovanna Dark
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8 DRITTE PER COLTIVARE ALL’APERTO IN PRIMAVERA parassita, sapere come evitare che la stessa cosa si ripeta può essere stressante. Il nostro consiglio è quello di utilizzare del filo di rame e metterlo intorno alle parte superiori dei vasi oppure sul terreno vicino alle piante. Le lumache e le chiocciole saranno respinte dal rame e non daranno più fastidio alle vostre piante. Anche i bicchieri di carta da mezzo litro scarso sono un metodo eccellente per coprire le delicate piantine durante la notte e proteggerle dagli insetti.
Dritta n. 6: Piante da compagnia La maggior parte dei coltivatori disapproverebbe l’idea di coltivare all’aperto qualsiasi altra pianta che non sia la cannabis, tuttavia i vantaggi legati alle piante da compagnia sono numerosi. Queste piante non solo offrono un certo grado di furtività e un certo livello di mimetismo, respingono anche gli insetti e producono terpeni che proteggono le piante. Il nostro consiglio è quello di recarvi al vostro centro di giardinaggio locale e acquistare del basilico, del prezzemolo, dell’aglio, del girasole, della lavanda, della camomilla, dell’aneto, della menta e del coriandolo.
Dritta n. 7: Tempi d’irrigazione
È il periodo dell’anno preferito da ogni coltivatore in cui si ha l’opportunità di coltivare il raccolto perfetto all’aperto. Ci sono alcune cose da prendere in considerazione prima di piantare all’aperto, ecco quindi che in questo articolo vi offriremo le 8 dritte più importanti a cui pensare, per aiutarvi a produrre il miglior raccolto all’aperto.
Dritta n. 1: Orientamento verso il sole Il sole tramonta sempre verso sud, il che significa che se riuscite a tenere le vostre piante all’aperto in una posizione in cui sono rivolte a sud, sarete in grado di fornire loro la luce il più diretta possibile. Nel corso delle stagioni, il sole si sposterà in altezza nel cielo man mano che le giornate diventano più lunghe, il nostro consiglio principale è quindi quello di stabilire la posizione finale e piantare direttamente nel terreno o utilizzare un vaso grande.
Dritta n. 2: Usate vasi grandi I vantaggi sono numerosi se si rinvasano
le piante di Cannabis di dimensioni più piccole che si sono radicate nei loro contenitori, tuttavia consentire a una piantina di crescere direttamente in un vaso di grandi dimensioni, come un vaso da 25 o 50 litri, può essere molto più pratico. Iniziando con una miscela di terriccio ricca di sostanze nutritive e dando alle piantine la possibilità di affondare le radici il più in basso possibile nella fase iniziale, si otterranno piante di dimensioni molto grandi. Il nostro consiglio è che più grande è il vaso, più grande diventerà la pianta!
Dritta n. 3: Le notti fredde Coltivare piante di cannabis all’aperto può essere impegnativo, soprattutto durante le notti fredde e gelide delle zone di alcuni coltivatori. Le temperature fredde possono bloccare la crescita di una pianta e causare il blocco delle sostanze nutritive. Il nostro consiglio è quello di portare le piante all’interno di notte e tenerle al buio fino al giorno successivo. In alternativa, usate una serra con un riscaldatore per i primi mesi fino a quando
le temperature notturne non diventano molto più elevate.
Dritta n. 4: Le autofiorenti funzionano alla grande! Se avete avuto brutte esperienze di coltivazione all’aperto per tutto l’anno e ritenete che crei più problemi di quanto non ne valga la pena, allora potreste provare le varietà a fioritura automatica. Poiché le autofiorenti non dipendono da un fotoperiodo di luce prestabilito perché la fioritura venga innescata, è possibile coltivare un lotto di autofiorenti all’aperto più o meno ogni 3 mesi. Il nostro consiglio è quello di coltivare le vostre piante fototrofe, ma anche di avere un lotto di autofiorenti che potete raccogliere ogni 90 giorni circa. Questo vi ridarà il divertimento nel coltivare all’aperto e vi consentirà di non essere mai a corto di cime.
Capire l’equilibrio tra i periodi secchi e umidi quando si alimentano le piante di Cannabis può fare un’enorme differenza nel modo in cui si formano le radici. Le radici di qualsiasi pianta cercheranno sacche d’aria e spazio per penetrare e accedere alle sostanze nutritive disponibili. Più possibilità hanno le piantine di ancorare le radici e di stabilirsi realmente alla base dei vasi, meglio è. Il nostro consiglio è quello di annaffiare solo quando il substrato di coltivazione è completamente asciutto e di utilizzare solo piccole quantità di soluzione nutritiva nella fase iniziale.
Dritta n. 8: Alimentazione fogliare
Dritta n. 5: Protezione dagli insetti
Quando le vostre piantine sono giovani e si stanno abituando all’ambiente esterno, un ottimo modo per mantenere la salute della pianta in condizioni ottimali e di consentire alle radici di svilupparsi al meglio è quello di aggiungere un regime di alimentazione fogliare. Il nostro consiglio è quello di utilizzare una soluzione molto blanda di alghe marine in soluzione di 2 ml per litro, un ottimo modo per fornire nutrimento e mantenere le foglie cerose e in grado di trattenere molta acqua.
Trovare le vostre piante mezze mangiucchiate e masticate dagli insetti può essere devastante. Senza segni del
Buona fortuna con la vostra coltivazione all’aperto di quest’anno!
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COLTIVARE CON MR. JOSÉ Mr. José / info@mrjose.eu
LA CLINICA IN CUI SI VUOLE ESSERE CURATI Prima di andare a una fiera della cannabis a Las Vegas, ho chiesto ad alcuni amici se potevano organizzarmi una visita a una coltivazione indoor. Mi sono organizzato all’ultimo minuto, quindi non è stato facile preparare tutto quanto. Non solo non ho avuto molto tempo, ma i coltivatori si erano mostrati anche piuttosto riluttanti ad aprire le porte a un perfetto sconosciuto. Alla fine, però, ci sono riuscito e mi è stato permesso di visitare una coltivazione in Colorado. E sarebbe un peccato non condividere la mia esperienza con voi.
La cannabis medica è legale per tutti coloro che hanno più di 21 anni. La detenzione in pubblico o la cessione fino a 28 grammi è consentita a tutti gli adulti, a prescindere che si tratti di abitanti del Colorado o meno. I derivati della cannabis, come tutti i tipi di estratti non devono contenere più di 800 milligrammi di THC. I prodotti commestibili non devono contenere più THC dell’equivalente di 28 grammi di cime di cannabis essiccate. I detrattori della legalizzazione possono avere i loro scenari apocalittici, ma le statistiche dimostrano molto
Ma basta con la politica. Come coltivatore, mi interessava soprattutto la produzione. Come ho detto all’inizio, non era facile entrare in una coltivazione. Sono infine riuscito a farmi strada a The Clinic grazie ai miei amici della Boveda (azienda che produce umidificatori portatili a due vie per la cannabis e i prodotti del tabacco). The Clinic gestisce una struttura in crescita che si estende per una superficie di circa 600 m2 a Denver, la capitale del Colorado. La coltivazione comprende anche alcune sale di selezione che distribuiscono semi e cloni marchiati The Bank alla maggior parte dei coltivatori del Colorado. The Clinic gestisce inoltre 4 dispensari in Colorado e 2 in Illinois. La selezione di prodotti che vanno dalle cime di cannabis ai prodotti commestibili e a estratti di vari tipi e concentrazioni viene venduta sia ai pazienti che ai clienti che ne fanno uso ricreativo. La società è stata fondata nel 2009 quando la cannabis medica era legale solo in Colorado. La possibilità di vendere per uso ricreativo ha comportato un enorme aumento della domanda. Alcune fonti affermano che i clienti che acquistano per uso ricreativo costituiscono il 98% dell’intero mercato della cannabis.
SALA DI COLTIVAZIONE
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CANNABIS IN COLORADO
THE CLINIC – DAL SEME ALLA VENDITA
chiaramente che si sbagliano: il tasso di criminalità è sceso del 10% a partire dal 2014, il tasso di criminalità violenta è sceso del 5%, la percentuale di consumatori adolescenti di cannabis è diminuita del 20% e il numero di conducenti sotto l’influenza del THC rappresenta meno del 5% del totale dei conducenti sotto l’influenza di droga o alcol. Il Colorado ha inoltre raccolto 266 milioni di dollari in tasse nei primi quattro anni di vendita di cannabis per uso ricreativo. Non male per uno Stato con meno di 6 milioni di abitanti, che ne dite?
Shannon, Chris e io in una delle sale di coltivazione.
Devo ammettere che non vedevo l’ora di visitare una vera e propria coltivazione americana. Ho visto ogni sorta di cose durante la mia carriera, ma questo è anche il motivo per cui so che si possono trovare diversi modi di coltivare e di selezionare in tutto il mondo. A The Clinic sono stato accolto da Shannon, un direttore marketing molto gentile, e da Chris, il coltivatore principale. Dopo una breve presentazione, ho indicato ai miei anfitrioni quello che che mi interessava e quello che avrei voluto sapere sulla loro struttura. Sono stati molto disponibili e mi ha fatto piacere che ci siamo potuti muovere senza limitazioni. All’inizio Shannon, Chris e io siamo passati attraverso le aree riservate ai dipendenti. Abbiamo indossato indumenti protettivi e abbiamo parlato brevemente degli standard igienici di questa struttura. In genere è molto più facile prevenire la contaminazione piuttosto che affrontarne le conseguenze, il che è vero sia per i grandi siti di produzione che per le piccole sale di coltivazione domestiche. Tuttavia, devo ammettere che la legge europea che regolamenta la produzione di cannabis medica è molto più severa di quella statunitense. A proposito, questo vale anche in molti altri settori. Dopo tutto, l’Europa è nota per le sue norme severe. Siamo partiti dalla sala di coltivazione dove le piante vengono preparate per essere
piantate nelle stanze di produzione. Si coltivano anche le piante madri e i cloni in questa area. La stanza è di circa 170 m2 ed è illuminata da moduli LED. Chris si è detto soddisfatto dell’illuminazione. Non solo è piuttosto economico, poiché occorre investire meno per l’energia necessaria per l’illuminazione e il raffreddamento, ma Chris fa anche notare che è molto più semplice mantenere le condizioni di coltivazioni stabili in questo modo. È possibile abbassare il raffreddamento grazie all’illuminazione a LED, il che è assolutamente apprezzabile soprattutto se si coltiva su larga scala. L’illuminazione a LED è un modo economico per ridurre le differenze climatiche in una struttura di coltivazione. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla loro produzione di cloni. L’irrigazione delle talee viene manutenuta mediante sistema aeroponico automatico. Si dice che il tasso di successo della radicazione sia molto elevato, che la stessa sia rapida e non richieda alcun substrato. Quando i
Pronta per essere venduta. cloni attecchiscono in cubi di lana di roccia, alcuni cloni hanno bisogno di essere irrigati prima di altri. Questo comporta lavoro supplementare, poiché è necessario controllare l’umidità. Se si utilizza un sistema aeroponico, non è necessario lavoro extra e si può anche risparmiare sul substrato di coltura (anche se in questo caso il risparmio non è così significativo). Tuttavia, Chris sostiene che la produzione di cloni aeroponici è la modalità di propagazione più economica.
GENETICA
Le leggi dello stato del Colorado non specificano quali varietà e quali rapporti di cannabinoidi e terpeni debbano essere forniti al mercato della cannabis. Per questo motivo la selezione della cannabis è molto più ampia in Colorado rispetto a quanto non avvenga nei Paesi europei dove la cannabis per uso medico è stata legalizzata. I coltivatori e i venditori americani devono solo dichiarare la percentuale di THC. Poiché hanno la possibilità di scegliere sostanzialmente qualsiasi varietà desiderino, sono più che in grado di coltivare le proprie varietà. The Clinic è all’avanguardia in questo senso, poiché coltiva solo le proprie varietà. Viene gestita una postazione di selezione, che si concentra sullo sviluppo di nuove varietà stabilizzanti che vengono vendute con il loro marchio The Bank. Il
11 Ciononostante, The Clinic è membro del Cannabis Sustainability Group - organizzazione che s’interessa alla riduzione dell’impatto ambientale della coltivazione della cannabis. L'organizzazione sta cercando di trovare soluzioni affidabili per la riduzione dei costi d’irrigazione, energia, trasporto e imballaggio del prodotto.
VENDITA DI CANNABIS
Il mercato della cannabis negli Stati Uniti non è restrittivo quanto quello europeo. Tuttavia, questo non significa che non ci sia un controllo qualità - al contrario. I campioni vengono prelevati da ogni
Cloni in sistema aeroponico. responsabile della postazione di selezione è Jay Price, che sembra un selezionatore entusiasta e con molta esperienza. Parla con passione della selezione delle varietà, del monitoraggio dei profili dei cannabinoidi e dei terpeni, dei parametri di crescita di ogni singola pianta e della scelta delle migliori per la stabilizzazione e la selezione ulteriore. “Tutti pensano che selezionare consista nel creare le piante più belle. Ma stiamo cercando soprattutto di eliminare le piante che non soddisfano le nostre esigenze. A conti fatti, otteniamo le piante perfette con i parametri desiderati, in modo da poterle propagare e continuare a lavorare con le stesse", dice Jay. Non potrei essere più d’accordo.
SALE DI PRODUZIONE
The Clinic raccoglie circa 55 chilogrammi di cime di cannabis ogni settimana. La maggior parte delle piante nelle camere di produzione viene piantata in vasi di plastica e irrigata con sistema convenzionale a goccia. C’è anche spazio per sperimentare e testare innovazioni e aggiornamenti. Per esempio, alcune piante avevano un pezzo di materiale isolante attaccato alla parte esterna del vaso. L’isolamento avrebbe dovuto mantenere più stabile la temperatura delle radici perché sia le basse che le alte temperature rallentano non solo la crescita delle radici, ma anche la capacità
di assorbimento dei nutrienti. Le sostanze nutritive mancano quindi nelle parti superiori delle piante, il che può portare non solo a una fotosintesi più lenta, ma di conseguenza anche a una crescita e a una fioritura più lente. Per questo motivo non bisogna sottovalutare la corretta temperatura delle radici. Un dispositivo di dosaggio automatico sta preparando la soluzione nutritiva con i fertilizzanti, regolando il pH e i livelli di EC richiesti. Tutto viene accuratamente registrato. I parametri della soluzione nutritiva, la temperatura e l’umidità relativa, così come la concentrazione di CO2 - tutti questi parametri sono monitorati automaticamente da un software speciale che utilizza decine di sensori in tutta la sala di coltivazione. Chris riesce a controllare le condizioni climatiche in ogni sala di coltivazione in qualsiasi momento. Tutto ciò che deve fare è inserire un determinato intervallo e osservare poi i dati numerici e i grafici di sviluppo dei parametri monitorati. Ogni camera di produzione è piena di tubi con scarica ad alta intensità, soprattutto al sodio. Ho chiesto loro se avessero intenzione di sostituire i tubi con l’illuminazione a LED anche nelle camere di produzione. La risposta è stata che lo stanno facendo, ma che ogni cambiamento nella strumentazione tecnologica è piuttosto costoso, quindi non hanno alcuna fretta.
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raccolto e vengono testati per verificare la presenza di agenti patogeni nocivi. Se i campioni mostrano segni di spore di muffa, il raccolto deve essere distrutto e al produttore può essere ritirata la licenza. The Clinic controlla sempre con attenzione la qualità dei prodotti finali, compresi i semi. Sterilizza ogni raccolto in un apposito dispositivo, che utilizza forme reattive di ossigeno, al fine di ridurre al minimo il rischio di presenza di agenti patogeni nelle cime. Questo metodo preserva il contenuto originale e il rapporto di terpeni e cannabinoidi, distruggendo al contempo i potenziali microrganismi indesiderati.
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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.
Amnesia Lemon
Potenza di agrumi freschi e frizzanti alla Barney’s di Barney’s Farm non poteva non essere coltivato da The Doc, che ha una traiettoria di successo con varietà contenenti la genetica Amnesia Haze. Germinare i due semini femminizzati è stato il solito gioco da ragazzi di Barney’s, le piantine hanno impiegato meno di tre giorni prima di sbucare dal terreno. The Doc ha calcolato che con una varietà Sativa dominante come questa, tre settimane di vegetativa sarebbero state sufficienti per ottenere piante ben proporzionate. Dopo questo periodo di crescita il risultato sembrava dargli già ragione, con i due esemplari di Amnesia Lemon che si erano vivacemente allungati verso l’alto con altezze quasi identiche di 36 e 37 cm. Nel fare ciò non avevano trascurato la ramificazione laterale, andando a formare una solida impalcatura di rami. Le foglie più sottili tendevano chiaramente verso il lato Sativa. Pieno di felici aspettative, The Doc ha detto: “Stanno già facendo una bella figura, le piante entrano in fase di fioritura dove sicuramente esploderanno di nuovo. Penso che questo sarà un grande spettacolo di coltivazione!”
uale breeder di cannabis non avrebbe colto con entusiasmo l’opportunità di assicurarsi la genetica originale dell’allora nuovissima varietà vincitrice della High Times Cannabis Cup? Amnesia Haze di Soma Seeds si impose come la gran campionessa della HTCC 2004, e il fortunato breeder di cui parlo era Derry di Barney’s Farm – dopo la coppa lui ricevette il miglior fenotipo di Amnesia Haze di Soma. Il dubbio che Derry si trovava di fronte era sapere con quale varietà avrebbe incrociato Amnesia Haze, dato che naturalmente non era intenzione di Soma consegnare questo strain per farlo diventare parte dell’offerta Barney’s Farm nella sua forma pura e inalterata.
Sativa. Esaminando possibili partner di ibridazione, alla fine lui ha optato per la sua Lemon Skunk, varietà ben collaudata e tendente verso il lato Sativa. Come previsto, questa costellazione di incroci d'élite ha portato a una nuova grandiosa pianta Sativa – nasceva Amnesia Lemon, con un 60% di geni Sativa nelle sue vene. Al suo fresco aroma di agrumi equivale un effetto cerebrale di tipo edificante. Le piante raggiungono altezze medie e in 60-65 giorni di fioritura, in cui si formano cime lunghe e dense, la resa essiccata per metro quadro può arrivare fino ai 550 grammi. La varietà ha il potenziale per prosperare anche all’aperto, arrivando al traguardo nella prima o seconda settimana di ottobre.
Dunque l’idea di breeding di Derry era quella di rendere il suo nuovo ibrido di Amnesia Haze anch’esso a dominanza
“Bella figura” già nella fase vegetativa Questo incrocio molto promettente
Magia verde: un razzo rampante con numerosi satelliti che orbitano intorno Proprio come The Doc si aspettava, le piante mostravano una tendenza molto pronunciata all’allungamento, con un fattore di aumento di altezza di almeno 2.5 durante le prime quattro settimane e mezzo di fioritura. Mentre si allungavano così vivacemente esse creavano una miriade di siti di gemmazione, i quali si sviluppavano magnificamente mettendo su rapidamente peso e dimensioni ed esibendo un rapporto calice-foglia piuttosto elevato. Ben presto una lunga cime centrale si ergeva dal centro come un razzo rampante, un razzo alla cui base orbitavano come satelliti numerose cime laterali paffute.
Entrambe le piante di Amnesia Lemon hanno seguito questo modello di fioritura, rimanendo ben uniformi anche nel corso di questa fase. E in questo caso per uniformi si intende anche grosse, dense e inzuppate di resina – dopo 61 e 63 giorni di fioritura entrambi gli esemplari hanno fatto una vera magia verde e prodotto in massa impressionanti
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cime a dominanza Sativa. Nelle ultime tre settimane esse si erano ingrossate talmente tanto e avevano spalancato le loro porte di resina, inondando i calici e le cosiddette sugar leaves con tricomi a volontà. Tutto ciò accompagnato da un profumo molto intenso e sbarazzino simile al limone che stimolava i sensi. “Questo è ciò che io definisco un finale spettacolare”, ha riferito un Dottore euforico. Concludendo il ciclo con 92 e 96 cm di altezza, le due piante si sono avvicinate al metro.
Dopo l’essiccazione: una vera festa per gli appassionati di agrumi
Una grossa quantità di infiorescenze essiccate di Amnesia Lemon si stava ammassando sulla bilancia alcune settimane dopo il raccolto; la resa totale è stata di 193 grammi. Una volta essiccate, l’aroma di queste durissime pepite di tricomi da sogno si è rivelato essere addirittura più “limonoso” di prima. “Queste cime estremamente “terpy” profumano come la limonata fatta in casa con l’aggiunta di un ramo di rosmarino, possiedono una forte base di limone con una nota speziata di erbe – una vera festa per gli appassionati di agrumi!”, ha scritto felicemente The Doc nel suo diario di coltivazione.
Amnesia Lemon è un’iniezione di vitalità attivante per The Doc Mezzo grammo di Amnesia Lemon è andato dentro al suo vaporizzatore
Crafty+ e poi, bingo! – la sessione di prova stava per iniziare. L’aroma aspirato con la prima nuvola di vapore ha fornito un sapore fresco e vivace che all’inizio era aspro e agrumato ma che poi ha anche rivelato un elemento dolciastro. Esso, accompagnato da suoni di apprezzamento, ha fatto entusiasmare The Doc, “riempie tutta la bocca di una freschezza deliziosa, che psicoprelibatezza è Amnesia Lemon!” L’effetto dello strain è stato praticamente istantaneo, con due boccate voluminose la sua testa e il corpo hanno iniziato a vibrare e lui ha sentito salire un’energia formicolante e un’euforia solare. Amnesia Lemon ha funzionato come un’iniezione di vitalità attivante per The Doc, facendolo uscire dal suo letargo e motivandolo per mettersi a ordinare finalmente il suo salotto – naturalmente inalando altro vapore nel frattempo. “Caspita, questa roba ti sprona parecchio”, ha affermato in seguito, “è un’ottima erba attivante per coloro che non vogliono bighellonare ogni volta che consumano cannabis”. Riepilogando la sua esperienza, ha detto: “Amnesia Lemon offre una potenza di agrumi freschi e frizzanti alla Barney’s! Ancora una volta una varietà del breeder Derry che soddisfa tutte le aspettative e che mi ha entusiasmato dall’inizio alla fine. Poter contare sempre su questa banca di semi mi rende felice. Non vedo l’ora di provare il prossimo strain Barney’s Farm...” Green Born Identity – G.B.I.
Dati di coltivazione: Genetiche
Amnesia Lemon (Amnesia Haze x Lemon Skunk)
Fase Vegetativa
Tre settimane (dalla germinazione)
Fase di fioritura
60 giorni / 55-65 giorni totali
Substrato
Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri
pH
6.2-6.6
EC
1.2–1.8 mS
Illuminazione
Fino a 7 x SANlight Q6W = 1505 Watt
Temperatura
19-28°C
Umidità aria
40-60%
Irrigazione
Manuale
Fertilizzanti
Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids
Additivi/stimolanti
Living Organics, More Roots, Humic Acid Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits from Green Buzz Liquids
Strumenti
CleanLight Pro per la prevenzione della muffa
Altezza
92 e 96 cm
Resa
193 grammi (somma di entrambe le piante)
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LEGALIZZAZIONE di Fabrizio Dentini
LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS nel quadro
della Convenzione sugli stupefacenti Kenzi Riboulet-Zemouli è
un ricercatore indipendente affiliato a FAAAT, acronimo di "Favoring Alternative Approaches to Addiction, Think & do tank". Specializzato in questioni di diritto internazionale e di geopolitica relative al consumo e alla regolamentazione delle droghe, alla fiera Indica Sativa di Bologna dello scorso aprile, ha presentato uno studio relativo alla famosa Convenzione internazionale sugli stupefacenti del 1961, la quale, contro ogni previsione, a suo avviso potrebbe contenere gli strumenti più adatti alla legalizzazione di cannabis.
SSIT: Per cominciare può parlarci dell'associazione per cui lavora? FAAAT si occupa di questioni internazionali relative alla droga e soprattutto di questioni etiche e diritti umani. Siamo conosciuti per il lavoro presentato all’ONU con il Governo dell'Uruguay (cannabis2030. org) svolto intorno alla cannabis e allo sviluppo sostenibile, così come, nell'ultimo decennio, per il coinvolgimento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità al fine del
riconoscimento dei benefici della cannabis terapeutica nel campo della medicina (comprese le piante e le forme tradizionali di cannabis medicinale) e, quindi, per aver consentito l'esclusione della cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica del 1961 sugli stupefacenti.
SSIT: Prima di passare direttamente al suo interessante studio, vuole parlarci della Convenzione sugli stupefacenti? Come ricercatore qual è la sua opinione? La Convenzione Unica è stata redatta in dieci anni ed i governi hanno avuto il tempo di valutare attentamente tutte le opzioni, ogni parola, ogni virgola del testo. Nulla è stato lasciato al caso. Mentre nelle prime bozze c'erano specifiche disposizioni anti-cannabis, e persino un articolo intitolato "divieto della cannabis", nella versione finale adottata e tuttora in vigore questo articolo è stato espunto. Ciononostante,
i redattori del testo volevano comunque fornire ai governi la possibilità (ma non l'obbligo) di vietare questa pianta. Per questo motivo, al posto di disposizioni specifiche, hanno convenuto per inserire la cannabis nella Tabella IV della Convenzione, tabella che effettivamente consente un divieto totale.
SSIT: Tuttavia, nel 2020, la cannabis è stata rimossa da questa tabella… Il fatto di eliminare la cannabis dalla Tabella IV equivale a cambiare l'intenzione originaria degli estensori della Convenzione. Laddove, in precedenza, volevano consentire il divieto totale della cannabis, ora non lo richiedono più. Ed è su questa semplice osservazione che si basa il mio studio, un lavoro collettivo, sviluppato in diversi anni e valutato da pari. Quindi, adesso ci dobbiamo domandare, se il desiderio di sottoporre la cannabis a un regime di proibizione non è più nevral-
gico, all'interno della Convenzione, qual è il regime giuridico prevale per la cannabis?
SSIT: La domanda è semplice e legittima. Cosa emerge nel suo studio sotto questo profilo? Mentre è piuttosto facile identificare il regime legale prevalente per gli usi medici della cannabis, è meno facile identificare il regime legale per il suo consumo ricreativo. Il mio studio fa riferimento alle disposizioni dell'articolo 2, paragrafo 9, che si riferiscono agli "usi comuni nell'industria, diversi da quelli medici e scientifici", in altre parole, l'industria della cannabis non medica. Questo regime legale è perseguibile, molto flessibilmente e consente ai governi di legalizzare la cannabis non medica in conformità con il diritto internazionale e con pochissimi vincoli (ad esempio, laddove gli usi medici richiedono un sistema obbligatorio di licenze di produzione, non esiste tale disposizione per cannabis non medica).
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In aggiunta, ciò che è interessante, è che il concetto di "industria" non è definito nella Convenzione, e si riferisce alle modalità pratiche di organizzazione economica in ogni Paese...così, ad esempio Malta, il primo paese a legalizzare la cannabis nel quadro dell'interpretazione che propongo nel mio studio, definisce l'industria della cannabis come un'industria a misura d'uomo, senza scopo di lucro e attraverso i Cannabis Social Club.
SSIT: Quindi sta sostenendo che la base per regolamentare legalmente la cannabis esiste nella Convenzione stessa? La Convenzione non solo permette di definire in base a quale modello si vuole legalizzare (il modello industriale deve comunque consentire di ridurre i rischi, i danni e le possibilità di abuso), ma dà quasi un nuovo respiro alla riflessione più in generale sui modelli economici, dimostrando che è possibile regolamentare la cannabis senza aumentare i rischi, ed evidenziando modelli economici di delocalizzazione, incentrati sulla convivialità e sulla creazione di posti di lavoro, come appunto i Cannabis Social Club.
SSIT: La Convenzione prevede una differenziazione tra coloro che usano la cannabis per scopi medici e coloro che lo fanno al di fuori di un contesto terapeutico. Pensa che questa distinzione sia ancora valida? Questa è una domanda filosofica molto profonda. Sì, sono d'accordo, l'uso ricreativo è inconsciamente medicinale. D'altra parte, la questione del miglioramento della qualità della vita dei pazienti potrebbe indurre alcuni a equiparare una parte dell'uso medico all'uso ricreativo. Si tratta anche di rendersi conto che non c'è nulla di grave, anzi, se le persone consumano prodotti che a prima vista non sono medicinali, ma che comunque migliorano il loro stato di salute. L'automedicazione non è un problema e anzi rappresenta una possibilità! Se tutti potessimo portare un tocco di automedicazione nelle nostre vite, alleggeriremmo senza dubbio il sistema sanitario e gli permetteremmo di concentrarsi sulle persone più bisognose di aiuto e supporto medico. E d'altra parte non c'è nulla di grave, anzi, nel fatto che i malati possano vivere gioia, piacere, risate e momenti di "svago". Vale in una strategia terapeutica più ampia: non è per niente che portiamo clown o maghi negli ospedali pediatrici. Per gli adulti, la ricreazione può assumere un'altra forma. Pertanto, questa distinzione nella Convenzione tra medico e non medico è certamente discutibile, ma non mi sembra porre un problema, anzi, sembra fornire una soluzione, perché raccomandando un circuito chiuso del circuito medico, diventa una priorità di quest'ultima. In fondo, è una questione di solidarietà. I
pazienti, sono sempre al primo posto! Ha senso per me.
SSIT: L'articolo 28 della Convenzione afferma che questa non si applica laddove la cannabis sia coltivata per scopi industriali o per orticultura. Pensa che questo articolo possa proteggere coloro che coltivano cannabis per uso personale? Cosa s'intende nella Convenzione per scopi di orticoltura e industriali? L'articolo 28 riguarda la coltivazione della cannabis e richiama l'articolo 2, paragrafo 9, che riguarda i prodotti finiti a base di cannabis dopo il raccolto (infiorescenze, resina o qualsiasi derivato). Questi due articoli esentano la cannabis (coltivazione e uso dei prodotti) per tutti gli scopi diversi da quelli medici e scientifici, nel contesto dell'industria. Quindi la coltivazione a fini industriali rientra in questo quadro. Il termine "orticultura" ha una storia complicata: è stato aggiunto per chiarire il termine industriale, e per indicare chiaramente che si trattava di un'ampia varietà di usi. Il commento ufficiale alla Convenzione Unica, pubblicato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, è molto chiaro al riguardo: "La coltivazione della pianta per qualsiasi scopo [oltre alla produzione di cannabis medicinale per scopi medico-scientifici] è esente dal regime di controllo ".
SSIT: Lei sostiene che nulla nella Convenzione sugli stupefacenti limiti alla sola canapa da fibra la possibilità di essere coltivata per scopi industriali e che la parola industria debba intendersi come tutta la produzione che non sia prettamente medica. Può spiegare meglio quello che afferma? Esattamente! In realtà è difficile spiegare qualcosa che ancora non c'è... Chiedo piuttosto a chi difende il contrario di provare la sua argomentazione... e sto ancora aspettando! Capita di citare spesso questa parola presente nell'articolo 2 paragrafo 9: "denaturazione" come se obbligasse a denaturare la cannabis non medica (e all'improvviso, non sarebbe più ricreativa ma si limiterebbe ai cosiddetti "prodotti canapa", cioè prodotti senza effetto psicoattivo). Tuttavia, la parola "denaturazione" è seguita da altre parole assolutamente essenziali: "o con qualsiasi altro mezzo". Ciò che il paragrafo 9 dell'articolo 2 ci vuol dire è che i governi sono obbligati a ridurre i rischi della cannabis per scopi non medici, denaturando o con "qualsiasi altro mezzo". Molti dei critici della mia relazione (principalmente sostenitori del proibizionismo) cercano di ignorare le parole "o con qualsiasi altro mezzo", tuttavia esiste un principio fondamentale del diritto inter-
nazionale che ci vieta di lasciare inefficaci le disposizioni. Questo è il principio della massima efficienza, o ut res magis valeat quam pereat. L'ignoranza di questa regola interpretativa, per quanto centrale, mostra il dilettantismo in termini di diritto internazionale di molti analisti della Convenzione. Nel 2022 sappiamo che la cannabis denaturata, non verrebbe consumata da nessuno e quindi non sussisterebbero grandi cambiamenti sotto il profilo della riduzione dei rischi.
SSIT: Uno dei punti principali della Convenzione è ridurre i danni e gli abusi associati all'uso di droghe. Crede che la Convenzione abbia funzionato alla luce degli ultimi sessant'anni? Per niente. Ma non è colpa della Convenzione in quanto tale: il problema è piuttosto l'interpretazione che ne è stata fatta. Un'interpretazione che ha trovato nella Convenzione uno strumento per la guerra alla droga - un'interpretazione parziale, ma del tutto giuridicamente valida, e soprattutto ultra-egemonica, tanto è vero
che, negli ultimi decenni, dal momento che sono stati gli Stati Uniti a promuoverla, potenze come Cina e Russia non si sono particolarmente opposte, anzi. Poiché, fino ad ora, quasi tutti i governi hanno scelto di vietare gli usi non medici della cannabis, non hanno messo le mani sulle leve necessarie per ridurre i danni, penso ad esempio all'analisi dei prodotti o alle informazioni qualitative sul tipo e potenza di cannabis esplicitati nell’etichettatura della confezione, o alla promozione di metodi a basso rischio come la vaporizzazione... Peggio ancora, alcuni paesi hanno addirittura vietato l'uso medico della cannabis, generando di fatto danni irreversibili ai pazienti privati dell'accesso a cure potenzialmente benefiche per la loro salute. Tuttavia, se si coglie l'opportunità di reinterpretare la Convenzione nel suo insieme, e senza i pregiudizi proibizionisti, ci si rende conto che è del tutto possibile utilizzare la Convenzione come un quadro efficace e uno strumento utile per ridurre i potenziali danni proteggendo, al contempo, i diritti umani e, così facendo, rispettando le comunità cannabiche.
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ONLINE di sudestfam@protonmail.com
BROTHER IN ARMY
CANNABIS, CRIPTOVALUTE E NFT Criptovalute e cannabis sono da sempre un binomio indissolubile, infatti già nel 2011 a soli due anni dalla nascita del Bitcoin, la crypto per eccellenza che ha dato il via ai giochi veniva utilizzata come metodo di pagamento sicuro ed anonimo per acquistare marijuana ed hashish sui vari black market che spuntavano come funghi in quella dimensione conosciuta con il nome di deep web. Per anni le criptovalute sono state associate alla cannabis e più in generale alle sostanze stupefacenti, classificate come un affare poco chiaro o come uno strumento nelle mani dei criminali, ma oggigiorno, in piena rivoluzione tecnologica e con molti Stati che hanno legalizzato o iniziano ad accettare la legalizzazione della marijuana, lo scenario sta cambiando e sono sempre di più le realtà che stanno nascendo intorno a questo binomio ormai consolidato. Criptomonete che si propongono come metodi di pagamento per le imprese del comparto cannabis, offrendo soluzioni ai problemi legati al circuito bancario come ad esempio BitCanna, oppure progetti di crowfunding di piantagioni legali controllate attraverso la tecnologia blockchain, o anche piattaforme di farming game basati sulla coltivazione di marijuana virtuale o dedicate alla costruzione del Cannaverso cioè di un metaverso interamente dedicato alla cannabis. Il Crypto Cannabis Club è uno di quei progetti che sta avendo un grande successo, si tratta di una community che aggrega appassionati di arte, cannabis e criptovalute. Il CCC offre una collezione di 10.000 avatar NFT dall'aspetto molto stoned che popolano il metaverso; in questo mondo virtuale gli utenti coltivano le proprie piante di marijuana, le possono incrociare dando vita a nuovi strain, scambiarle con altri utenti oppure partecipare alla Crypto Cannabis Cup,
Metaverso e VR. una simpaticissima competizione per eleggere la migliore varietà di marijuana virtuale all'interno della blockchain. Il CCC nasce dall'idea di due fratelli, Kevin e Jimmy Fitzpatrick, con l'obiettivo di costruire un luogo di incontro per gli entusiasti di cannabis e criptovalute, uno spazio educativo dove gli utenti possono informarsi, confrontarsi ed apprendere appieno su cannabis, blockchain e DeFi. Il progetto è reso ancora più interessante dalla possibilità di guadagnare attraverso alcuni servizi offerti dalla piattaforma, come il farming game oppure la compravendita degli NFT. Non mancano le collaborazioni strette con alcuni importanti brand del settore che offrono sconti e vantaggi esclusivi per i membri del club nella vita reale; infatti il CCC è una community che vive sia nel metaverso che nella IRL, acronimo che tradotto dall'inglese sta a significare "nella vita reale". Negli ultimi mesi poi è stata lanciata sul mercato americano anche una linea di
infiorescenze di cannabis confezionate con un simpatico packaging con sopra raffigurate alcune delle opere d'arte NFT della collezione Crypto Cannabis Club. Infatti sono numerosi gli artisti provenienti da tutto il mondo che collaborano con il club e lo utilizzano come vetrina per le proprie opere. Bancannabis è un altro progetto molto interessante. Creata da un gruppo di imprenditori colombiani amanti della tecnologia e della cannabis, questa piattaforma offre la possibilità di acquistare NFT, asset reali, partecipazioni a progetti e a piantagioni di marijuana legale attraverso un modello molto simile al crowfunding. Una delle caratteristiche che rende davvero nobile questo progetto è la rete di supporto ai piccoli coltivatori legali di cannabis ad uso medico, soprattutto quelli appartenenti alle minoranze indigene e afro, che non hanno la possibilità di accedere a prestiti da parte delle banche per avviare un'attività lavorativa. Bancannabis ha ideato un sistema di microcredito per queste realtà grazie
ad un collegamento tangibile tra NFT e beni della vita reale come le piante di marijuana. La piattaforma possiede un proprio token, il BCA, necessario per accedere ad alcuni dei servizi offerti da Bancannabis, come ad esempio l'acquisto di NFT vincolati a smart contract che concedono dei diritti al possessore su un determinato spazio in una coltivazione di cannabis legale generando dei benefici per entrambe le parti. Inoltre gli NFT possono essere utilizzati all'interno del metaverso, più precisamente definito Cannaverso. Bancannabis non è uno di quei progetti speculativi dove puoi avere la fortuna di diventare milionario con un piccolo investimento, è una piattaforma dedicata ad aiutare le comunità costituite da piccoli coltivatori ad emergere nel settore della cannabis medicinale. Il team di Bancannabis crede nel potere rivoluzionario della pianta di cannabis e vede la Colombia al centro di questo cambiamento.
L'efficace assorbimento dei nutrienti è cruciale per ottenere il massimo rendimento dalle tue piante. Ecco perché i migliori coltivatori usano Advanced Nutrients Sensizym®, un additivo enzimatico unico che scompone il materiale organico in nutrienti solubili, rendendoli assimilabili per le piante. Il risultato? Si creano le condizioni ideali per un raccolto prezioso e lussureggiante.
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BANCHE DI SEMI di Tommy L. Gomez/ Immagini di Sweet Seeds®
Do-Sweet-Dos COOKIES ED ERBA IN PERFETTA SIMBIOSI Varietà SWS80
che ho fatto con 9 semi sotto luci LED in un armadio da 120 cm. Vedrete che con poco sforzo si possono ottenere ottimi frutti dalla meravigliosa Do-Sweet-Dos di Sweet Seeds®. E soprattutto, proverete la soddisfazione di coltivare la vostra stessa medicina, godendovi la bellezza di questa genetica.
Indica / Sativa:
65% / 35%
THC / CBD
17-24% / 0,1%
Resa indoor
450-550 g/m2
Resa outdoor
350-500 g/pianta
Fioritura indoor
9-10 settimane
Raccolto outdoor
da inizio a metà ottobre
Un saluto a tutti gli amici coltivatori. Oggi parleremo di una varietà di Sweet Seeds proveniente dagli Stati Uniti. Stiamo parlando della Do-Sweet-Dos (SWS80), una varietà di cui ci siamo innamorati fin dal primo giorno, con la sua enorme produzione di tricomi, le cime compatte e l’effetto forte. Per non parlare dei suoi magnifici aromi terrosi e floreali che ricordano i biscotti. Questa pianta è diventata un classico. In questa varietà è rappresentato in modo perfetto il meglio di queste due genetiche: OGKB (Girl Scout Cookies x ceppo sconosciuto) x Face-Off OG BX1.
Coltivare i miei dolcetti. Un sogno che si avvera.
L’ibrido risultante presenta un grande tratto di indica che è fortemente influenzato dal clone Girl Scout Cookies, che contribuisce al suo aroma caratteristico. L’altra varietà aumenta la sua potenza e rinvigorisce l’incrocio, rendendo questa pianta un vero toccasana contro emicranie, dolori muscolari, problemi di sonno, ecc. È un grande aiuto sia per chi la usa per la prima volta sia per i consumatori abituali. Una pianta indica di qualità eccezionale. Per lasciarvi qualche dritta veloce per quando coltiverete questa campionessa, vi descrivo brevemente la coltivazione
Comincio sempre con il pulire tutta la stanza dove ho l’armadio. È consigliabile usare l’aspirapolvere anziché spazzare, poiché con la scopa si solleva molta polvere che può accumularsi sulle pareti. Utilizzo poi un buon disinfettante e passo alla seconda fase: pulire a fondo l’armadio, le luci, gli schermi o riflettori, i vasi e tutti gli strumenti che verranno utilizzati. Tutto questo è di vitale importanza poiché il 99% dei parassiti e delle muffe sono dormienti fra i resti del raccolto precedente e attendono le condizioni ottimali per attaccare e colonizzare le vostre piante. La Do-SweetDos ha una grande resistenza contro gli attacchi delle muffe, ma la prevenzione è sempre una mossa intelligente. Dopo aver pulito, uso un dispositivo di rilascio di zolfo che metto in funzione durante la notte,
per assicurarmi che non ci sia più nulla che disturbi le ragazze. Lo utilizzo ancora un paio di volte in seguito, mentre le piante stanno crescendo. Una volta 15 giorni dopo la germinazione e un’altra il giorno prima dell’inizio della fioritura. Lo zolfo è un ottimo aiuto contro gli attacchi di muffe e parassiti come i ragnetti rossi. Pur essendo ecologico, funge da misura preventiva e funziona molto bene ed è usato da molti anni nell’agricoltura convenzionale. Nel pieno controllo della pulizia e della prevenzione, ci assicuriamo di risolvere il 50% dei problemi potenziali. Il rimanente 50% ha a che vedere con le condizioni climatiche e il nutrimento. La Do-Sweet-Dos in genere supporta tutti i tipi di fertilizzanti, ne parleremo ulteriormente in seguito. È importante conoscere gli strumenti e i fertilizzanti di cui avremo bisogno, perché una volta che le piante cominciano a crescere, l’orologio biologico non si ferma più e sarà necessario agire con urgenza nei momenti chiave. È importante utilizzare/ avere: una miscela di terriccio di alta qualità, fertilizzanti specifici per la crescita e la fioritura, idrossido di potassio, un buon annaffiatoio e, naturalmente, un paio di estrattori, dispositivi illuminanti di buona qualità e lampadine nuove. È sempre
19 meglio conservare quelle usate (circa 6/12 mesi di utilizzo) per utilizzarle se quelle nuove hanno qualche problema durante la coltivazione. Io uso i COB LED da un paio d’anni e durano almeno 3 anni quindi, per il momento, non mi preoccupo di nulla e non ho bisogno di sostituirli. Le luci COB LED sono ottime e la Do-Sweet-Dos ha prodotto i suoi fiori migliori sotto questa fonte di luce. Sono molto più simili alla luce del sole e non producono quasi calore nella stanza, quindi, da quando li utilizzo, non solo risparmio sulla bolletta elettrica, ma le piante sono anche più sane, i fiori più vicini alla luce soffrono molto meno di macchie di calore e l’aspetto generale della stanza di coltura è molto più accattivante rispetto a quando si utilizza la luce arancione delle fonti al sodio ad alta pressione. Grazie a questo, la varietà ha sviluppato molti più rami, con un’elevata produzione di tricomi e un gusto finale migliore, poiché i terpeni si conservano meglio e non si volatilizzano così tanto, come avviene con il calore fornito dalle fonti HPS. Inoltre, ho potuto portare a termine la coltivazione nei mesi caldi superando anche i 28ºC in un’occasione, ma questa varietà è molto forte e non ha dato alcun problema. È ideale per i climi difficili. Per quanto riguarda la miscela del terriccio, se è di una buona marca appositamente progettata per la coltivazione della cannabis, non dovrete preoccuparvi di utilizzare fertilizzanti durante il primo mese. Le necessità di base della pianta saranno soddisfatte con un semplice stimolatore radicale prima che inizi la fioritura. Anche se non misurate il pH dell’acqua, un buon terreno può ammortizzare e attenuare il problema. Ora, se pensate che non sia sufficiente e che abbiate bisogno di spremere completamente la vostra bella Do-SweetDos®, potete scegliere di coltivare in cocco o in idroponica. Questa volta io ho usato il cocco e le piante si sono comportate in modo straordinario. Come sapete, nel cocco dovete nutrire le piante fin dall’inizio e praticamente ogni volta che le annaffiate. È anche fondamentale usare dei misuratori di pH e di EC perché gli errori possono costarvi caro a questo punto. La coltivazione con il cocco è a metà strada tra la terra e l’idroponica. Questo significa che il fabbisogno d’acqua è più elevato perché il cocco si asciuga più velocemente, consentendo un maggiore apporto di ossigeno alle radici e anche un tasso d’irrigazione più elevato (quindi, più nutrimento). Dobbiamo mantenere il pH un po’ più basso che con la terra e dovrebbe essere sempre stabile, attorno a 6,0. Io utilizzo un pH di 5,8 in vegetativa e una volta che cominciano a fiorire, lo porto a 6. La Do-Sweet-Dos è una varietà che si sviluppa bene con una dieta delicata, quindi non ho mai superato 1,8 di EC in nessun momento. In fase vegetativa si è comportata molto bene con un EC compreso fra 0,8 e 1,2. Un fertilizzante di base e uno stimolatore radicale sono stati più che sufficienti in questa fase. Prima che cominciasse la fioritura, ho innaffiato le piante con Thrichoderma come misura preventiva.
Si tratta di un tipo di fungo naturalmente presente nella noce di cocco stessa, ma che in genere diminuisce nel tempo. È quindi bene alimentare il substrato con nuove colonie perché contribuiscono a combattere altri funghi patogeni che possono attaccare le nostre piante. È una soluzione preventiva naturale che si nutre di altri funghi, contribuendo a rafforzare le radici poiché le mantiene isolate dall’attacco di altri funghi opportunisti. Come potete vedere, investire un minimo di sforzo nelle misure preventive può costituire un grande vantaggio per ottenere una coltivazione di successo. Prevenire è sempre più economico e salutare che dover affrontare gli attacchi di parassiti o muffe. La Do-Sweet-Dos impiega pochissimo tempo a mostrare i primi pistilli, è quindi fondamentale avere le piante in perfette condizioni quando inizia la fioritura. Una volta iniziata la fioritura, non si può più fare marcia indietro. S’innesca una serie di processi che fanno sì che la pianta investa tutta la propria energia nella produzione di fiori, è quindi un momento cruciale in cui ogni contributo extra sarà ricompensato con cime dolci e compatte. Se ci sono dei parassiti, o avete carenze o eccessi nutritivi, astenetevi dal modificare il ciclo fino a quando non avrete risolto il problema. Se seguite questa regola, sono certo che raccoglierete ottimi frutti. Ora, che tipo di nutrimento dovrei usare in questo momento? Facile, qualsiasi fertilizzante specifico per la fioritura che vada bene per il cocco. Se però volete ottenere i migliori risultati, dovreste anche considerare la possibilità di utilizzare uno stimolatore di fiori di qualità, un flacone di Cal Mag e un flacone di enzimi. Come ho detto prima, meno è meglio e la Do-Sweet-Dos è una varietà che con poco offre ottimi risultati. Non voglio dire che non si dovrebbe fertilizzare, ma farlo in dosi moderate. Mantenete un ritmo regolare di fertilizzazione e aumentatelo gradatamente. Vedrete che le vostre piante formeranno presto delle buone cime. In questa bellissima varietà della collezione genetica di Sweet Seeds, la fioritura è caratterizzata da grandi fiori completamente ricoperti di tricomi. Si tratta di una varietà estremamente resinosa e una volta che i fiori sono maturi, si gonfiano al punto tale da sembrare addirittura pieni di semi. Il modo in cui rigonfiano le cime e diventano biancastri a causa della quantità di resina che le ricopre è uno spettacolo eccezionale per gli occhi. Come tutte le varietà provenienti dagli Stati Uniti, le
cime non sono estremamente grasse, ma sono piuttosto compatte e dure. Le piante possono acquisire un colore viola sulle foglie e sui fiori. Questo diventa molto più evidente alla fine del ciclo, dopo il flushing. Utilizzando dei prodotti che contribuiscono a pulire il substrato, si effettua il flushing e si costringono le piante a utilizzare le ultime sostanze nutritive immagazzinate nei loro tessuti, consiglio quindi di farlo all’incirca 10 giorni prima del raccolto. Dopo aver effettuato il flushing delle vostre piante, arriva il momento in cui si vede cambiare il colore delle foglie, che comincia a tendere verso una tinta giallo-arancione e, nel caso in cui si abbassa anche la temperatura notturna, possiamo godere di bellissimi fiori di colore viola. È qui che si nota chiaramente la progenie Kush. Se vi piace la fotografia, la Do-SweetDos è un modello che offre molte opportunità ed è perfetta per godersi i suoi colori potenti e l’abbondante resina. Alla fine della coltivazione, la fragranza nella stanza è davvero accattivante. Forti aromi terrosi uniti a sentori dolci e agrumati, con uno sfondo che ricorda l’autentica genetica americana Kush. E questa pianta è statunitense al 100%, ce l’ha scritto su tutti i suoi fiori. Come nel caso del buon vino, l’essiccazione e la concia sono il vero segreto. Consiglio di conciare le cime solo
quando sono pronte per i barattoli di vetro. In questo modo si ottiene un’essiccazione lenta, che consente alla pianta di perdere gradualmente la clorofilla e di avere quindi un sapore morbido, ma persistente. Una volta essiccata e conciata, è importante aspettare 3 o 4 settimane prima di provarla. A quel punto si noteranno tutte le sue sfumature, tra cui spiccano la terra bagnata, i biscotti dolci e il miglior limoncello a base floreale. Quando succede tutto questo, si tende a fumare un po’ più del dovuto e alla fine è inevitabile sentire tutta la potenza delle cime Do-Sweet-Dos. È come ricevere un pugno nel collo e allo stesso tempo un massaggio sulla parte alta della testa. Una sensazione di leggerezza nella mente e di rilassamento in tutto il corpo. Il miglior modo per gustarla è in un luogo confortevole con i vostri migliori amici, perché può farvi ridere molto e lasciarvi completamente rilassati. Questa varietà è stata la mia compagna per tutta l’estate e non vedo già l’ora di avere il prossimo raccolto. E se non bastasse, con questa varietà si possono fare estrazioni di alta qualità davvero impressionanti. Invece di Do-Sweet-Dos avrebbero dovuto chiamarla 10-Sweet-10. Buona fumata!
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COLTIVAZIONE SUL BALCONE “AVANZATA”: CRESCITA (2ª PARTE) Le 9 settimane successive Termina la primavera e comincia l’estate per le nostre piante di cannabis coltivate sul balcone. Sono già trascorse le prime settimane e siamo ora nella seconda fase di crescita delle nostre piante, che è ancora più importante. Nell'emisfero settentrionale, ciò avviene di solito tra giugno e luglio per le varietà indica e gli ibridi a dominanza sativa e indica. Per le varietà sativa pure a lunga fioritura la fase può essere estesa di un mese fino a settembre. Queste settimane di crescita sono essenziali per ottenere infiorescenze buone, abbondanti e di qualità nella fase finale. La produzione di fiori (le c.d. cime o "bud") è determinata dalla genetica e dalla fase in cui una pianta raggiunge la fioritura. Nella fase finale di fioritura potremo impegnarci a somministrare fertilizzanti e stimolatori specifici. Ma se le piante non hanno prima attraversato una fase di crescita adeguata, che serve come base per lo sviluppo dei bud, la loro crescita sarà rallentata e, alla fine, nonostante i nostri sforzi per porvi rimedio, la resa finale sarà scarsa e del tutto insoddisfacente. Un errore comune è non prestare abbastanza attenzione a questa fase e restare con le mani in mano dopo le prime settimane di coltivazione. Vediamo prima cosa succede nella seconda metà della fase di crescita, con le nostre piante di marijuana coltivate in soffitta o sul balcone: Aumentano le ore di luce, il che è un bene per le piante perché cresceranno più vigorose. Aumenta la temperatura. Un aumento a circa 20ºC di notte è benefico. Durante il giorno, però, l’aumento della temperatura in soffitta o sul balcone finisce per scaldare il pavimento dove le nostre piante stanno crescendo. Questa condizione avversa finirà per influenzare lo sviluppo radicale. Inoltre, con l'aumento della temperatura proliferano i parassiti, gli attacchi degli insetti succhiatori di linfa sono più frequenti e anche la riproduzione di tutti gli altri insetti infestanti aumenta. Questi
Questa pianta chiede a gran voce un vaso più grande.
fattori finiscono per incidere sulla qualità e la quantità del nostro raccolto. Durante le prime settimane di crescita le radici crescono attraverso il substrato e riempiono tutto il vaso raggiungendone i bordi, dove urtano contro la plastica e si ritraggono. Lo schiacciamento dei capillari radicali fa sì che alcuni di essi muoiano e diventino terreno di coltura per funghi e patogeni del suolo. La pianta ha un forte scatto di crescita ed i suoi rami si caricano di foglie: ciò causa un
esaurimento delle riserve di nutrienti nel sostrato e l'accumulo di sali. Un problema sorge quando s’irriga con acqua di rubinetto molto dura, in cui la concentrazione di sali disciolti è superiore a 0,8 mS. Le piante non ne risentono durante le prime settimane, perché si nutrono dai loro cotiledoni e usano anche le sostanze nutritive dei terricci commerciali preconcimati. Ma quando si aggiunge altro fertilizzante, il tenore di sale arriva alle stelle causando uno squilibrio nella pianta stessa.
- Il vaso si asciuga più velocemente e la rapida alternanza di asciugatura e irrigazione finisce per stressare la pianta. - Inoltre in queste settimane la temperatura comincia a raggiungere valori messimi, le radici crescono e non hanno più spazio e i parassiti proliferano creando un vero e proprio inferno. Se a questo si aggiunge il fatto che, con l'intenso caldo estivo, non abbiamo più voglia di passare ore al sole a controllare le piante e preferiamo andare al mare, il risultato sarà un sicuro disastro. - Questa situazione si verifica ogni anno. Chi segue i forum di coltivazione, saprà sicuramente che, durante queste settimane, il 90% delle colture non viene più controllato. In questo periodo le piante perdono tutto il loro splendore e l'insuccesso della coltura comincia a vedersi a occhio nudo. In questa fase sono gli insetti a farla da padroni nutrendosi delle nostre piante. Mentre nelle prime settimane sono sufficienti pesticidi preventivi, in questa seconda metà dello sviluppo vegetativo saremo costretti a usare prodotti curativi, per evitare vere e proprie infestazioni. Conviene usare prodotti a base di piretrine e piretroidi, che sono molto efficaci e si degradano alla luce del sole. Si consiglia di applicarli nel tardo pomeriggio, quando comincia a fare buio, per ottenere una maggiore efficacia senza danneggiare la pianta. Con l'inizio dell'estate compare anche il ragnetto rosso. Le piretrine e i piretroidi possono risolvere questo problema, ma se il problema è diffuso, l'Abamectin può essere una soluzione migliore. Spruzzando questi prodotti sulle piante, occorre proteggere le mani, coprirsi la bocca e il naso, seguire le istruzioni riportate sugli insetticidi e le relative precauzioni di sicurezza ed osservare le date di scadenza per l'uso e le norme di smaltimento dei contenitori. Fertilizzazione È opportuno fertilizzare al momento dell'ultimo trapianto, prima dell'inizio della fase di fioritura. È comunque importante non rimandare la fertilizzazione per non ritardare la fioritura. Per la maggior parte delle varietà di cannabis (le indica e gli ibridi a dominanza sativa o indica) è consigliabile effettuare il trapianto all'inizio di luglio, in modo che finiscano di consumare le
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quantità residue di fertilizzante presente nel terriccio preconcimato prima di cominciare a fiorire. A differenza della fase precedente, questa volta possiamo optare per un terriccio con una maggiore quantità di concime, o un terriccio poco concimato e fertilizzarlo manualmente di tanto in tanto. Per farlo, continueremo a usare un terriccio light (cioè poco concimato), dato che ci interessa usare fertilizzanti di qualità Advanced Nutrients. Se si usa un terriccio preconcimato per un periodo di tempo più lungo, è meglio trapiantare prima: questo ci permetterà di consumare il concime per la crescita prima della fase di fioritura.
della fertilizzazione non è capire quanto fertilizzante possiamo somministrare nel sostrato prima che la pianta si bruci, ma piuttosto favorire il suo sviluppo nel miglior modo possibile, in modo che possa esprimere tutto il suo potenziale in termini di aroma, gusto. effetto e massima resa possibile. È inutile investire in semi e o somministrare fertilizzanti di alta qualità solo per ottenere un raccolto di scarsa qualità. Se la pianta rimane verde e vigorosa, come di solito avviene usando Iguana Grow, lasceremo le cose come stanno senza aumentarne il dosaggio e solo valutando l'opportunità
settimana ed è nostra intenzione innaffiare una volta con fertilizzante e una volta senza, dovremmo distribuire il fertilizzante in modo uniforme fino a raggiungere 30 ml in totale. Inoltre in estate le piante traspirano di più e hanno bisogno di più acqua. Se aggiungiamo costantemente fertilizzante al limite, finiremo per bruciarle, il che ci farà perdere molto gusto e aroma nel prodotto finale. Per esempio, se innaffiamo con un annaffiatoio da 10 litri e, nella fase precedente, aggiungevamo 30 ml di Iguana Grow a settimana e, nella stagione più calda, cominciamo ad innaffiare le nostre
Man mano che aumenta la quantità di radici morte e l'accumulo di sale nel sostrato, dovremmo somministrare enzimi con più frequenza. Inizieremo a usare Sensizym una volta alla settimana, per mantenere il sostrato nelle migliori condizioni.
piante ogni giorno, dovremo distribuire i 30 ml di fertilizzante in modo uniforme: possiamo somministrare ogni volta 4 millilitri di fertilizzante, oppure innaffiare una volta con fertilizzante - 8 millilitri per 10 litri - e una volta solo con acqua.
raggiungano la fioritura nelle migliori condizioni. La fase di fioritura non deve iniziare con piante di dimensioni grandi e cariche di foglie ma esauste. Non siamo interessati a produrre fibra vegetale ma bud e la nostra preparazione - perché la fioritura avvenga al meglio - è di massima importanza. Non bisogna indugiare nei trattamenti o trapianti. Quel che conta è arrivare all'inizio della fioritura con piante comunque di una certa dimensione e vigorose, ma soprattutto sane e con un sostrato in buone condizioni. Nel prossimo numero parleremo delle prime settimane di fioritura, una fase in cui le piante si allungano e sono pronte a fiorire. In questo periodo, gli stimolatori fioritura. i concimi e i fertilizzanti sono d'importanza primordiale.
Le micorrize e i tricodermi sono ancora un grande alleato in questa fase, quando il sostrato è più caldo e la minaccia di patogeni e funghi aumenta. Li applicheremo ad ogni trapianto. In questo momento è fondamentale non abbandonare la coltura perché le piante
Consigli per le varietà autofiorenti In questo caso, si hanno a disposizione solo poche settimane per fertilizzare. Infatti considerando che • un terriccio light ha abbastanza concime per due settimane; • nelle varietà con fase di crescita breve è consigliabile aerare maggiormente il sostrato aggiungendo 1/3 di fibra di cocco, che non contiene fertilizzante; • le autofiorenti hanno un periodo di crescita di sole 3-5 settimane prima di iniziare a fiorire, non è necessario fertilizzare più di due o tre volte. Per evitare di fertilizzare eccessivamente le nostre piante, applichiamo ogni volta basse dosi di fertilizzante. Se coltiviamo varietà fotodipendenti, queste possono essere considerate le settimane più importanti. In caso di varietà regolari, questo è il momento giusto per sessare le piante e rimuovere i maschi. Bisogna tenere presente che un fertilizzante deve essere dosato in base alle esigenze della pianta, che variano non in base all'età, ma in base alle dimensioni. Un errore molto comune è quello di pensare che tutti i problemi della pianta siano dovuti ai nutrienti e possano essere risolti aggiungendo più fertilizzante o stimolante, mentre, in realtà, nel 90% dei casi, questi problemi sono dovuti alla cattiva qualità dell'acqua e al mancato controllo da parte del coltivatore dell'acidità dell'acqua di irrigazione, del pH, del calore nelle radici e del livello di esaurimento del sostrato. In parole povere, sarebbe come curare una spalla lussata aumentando la quantità di cibo che mangiamo o facendo colazione due volte. Tutti i problemi di crescita richiedono una soluzione specifica e non si risolvono regolando altri fattori concomitanti. Se le piante si afflosciano a causa del troppo calore nelle radici, questo problema deve essere risolto non aumentando il dosaggio del fertilizzante o applicando stimolanti, ma riducendo la temperatura del sostrato. Lo scopo
Eliminazione dei maschi. d'innaffiarla più spesso, se necessario. Ogni varietà o, per meglio dire, ogni pianta assorbe i nutrienti in una quantità specifica. Per esempio, diciamo che una pianta consuma 10ml di fertilizzante alla settimana. In primavera, se innaffiamo una volta con l'aggiunta di fertilizzante, poi aspettiamo 3 o 4 giorni e quindi annaffiamo senza fertilizzante, ciò significa che ne abbiamo somministrato 10 ml senza causarle inconvenienti. Ma se aumentiamo la frequenza d'irrigazione in estate perché la temperatura è più calda, per esempio a giorni alterni, e innaffiamo una volta con fertilizzante e una volta senza, finiremo per somministrare il doppio di questa quantità in una settimana. L'irrigazione e la fertilizzazione devono essere fatte secondo le necessità della pianta, non secondo la nostra comodità o i nostri piani. Se in estate dobbiamo somministrare 30 ml di fertilizzante a
La cura delle radici Quando arriva il caldo si consiglia di isolare la base del vaso con legno o polistirolo, per proteggerlo dal pavimento caldo. Se necessario, si potrebbe usare rete ombreggiante per ridurre la temperatura alle radici. In questo caso, continueremo a usare Iguana Grow come fertilizzante di base per la crescita combinandolo con Sensizym, un preparato enzimatico, e Ancient Earth Organic, acidi umici e fulvici estratti dalla leonardite. La dose di Iguana Grow deve essere aumentata in base alle dimensioni delle piante e alle loro esigenze.
Diamoci da fare e prepariamo le nostre piante di marijuana ad affrontare questa fase. Buona fortuna e buon raccolto!
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THE BUD DIARIES di Rich Hamilton
OREOZ In ogni numero, Rich Hamilton condivide con noi un estratto dei suoi “bud diaries”. Questo mese abbiamo una varietà che prende il nome da uno snack che merita un posto nella “Biscuit Hall of Fame”. Oreoz. VARIETÀ La Oreoz, nota anche come “Oreo Cookies” e “Oreos”, è un potente ibrido estremamente popolare grazie alla sua genetica cremosa e di tendenza basata sui “cookie” e ai solidi livelli di THC.
GENETICA Coltivata dai “Brummie Boys” e racchiusa in una delle confezioni più cool del Regno Unito. Il design è del graffiti artist TEMPO 33 TWC. Oreoz è un ibrido a predominanza Indica (60% - 40%). La sua discendenza genetica è Cookies’ n’ cream e Secret Weapon. Quest’ultima potrebbe non suonare molto familiare, ma dovrebbe esserlo considerando la quantità di glassa di tricomi che produce. Il risultato di questo incrocio è una varietà ricca di tricomi con un contenuto medio di THC che raramente scende al di sotto del 22%.
INFO SULLA COLTURA La pianta di Oreoz ha un periodo di fioritura di 65 giorni ed è meglio coltivarla al chiuso. Se coltivata correttamente, produrrà cime grumose e dense di colore verde brillante con un rivestimento di tricomi scintillanti di colore ambrato intenso. È una varietà facile da coltivare per chi è alle prime armi e in termini di resa, ci si può aspettare di ottenere circa 510 grammi per metro quadrato.
FIORE La Oreoz ha cime dense di color verde neon che sono lunghe, irregolari e di dimensioni moderate. Guardate da vicino e noterete profonde sfumature viola evidenziate da vivaci pilucchi ambrati fluenti. È facile trascurare i dettagli più fini di questa cima; tuttavia, a coprire queste
splendide cime c’è uno spesso strato di tricomi cristallini.
FRAGRANZA Complessa e dolce, la Oreoz ricorda i coffee shop di Amsterdam. Presenta note di cioccolato fondente, caffè e legno avvolte in una coperta skunky e di pino. La gamma di terpeni in questa varietà riesce a soddisfare davvero tutti. La fragranza è lussuosamente pesante. Mi ricorda la Chocolope o la Bubba Kush.
CONSUMO Ho fumato questa cima straordinaria con la leggenda dei graffiti di Birmingham che ha disegnato la confezione, TEMPO 33. I suoi adesivi con la distintiva faccia con apparecchio, i cartelloni in bianco e nero e le sue opere d’arte adornano ogni angolo della città, comprese le nuove confezioni in mylar dei Brummie Boys. Quindi, fumarla con l’artista in persona è stato un vero onore. Fumare erba buona con le persone giuste è un grandissimo lusso nella vita che non dovrebbe essere preso alla leggera. Abbiamo fumato la Oreoz in rizla non sbiancata, king-size, con un filtro arrotolato a mano e l’abbiamo accesa con
un clipper standard. Abbiamo fumato sul retro di una galleria d’arte di Birmingham in una fresca e luminosa giornata di febbraio a metà pomeriggio, raccontando storie di guerra degli anni passati e godendoci l’erba. Una grande fumata pomeridiana che ricorderò per molti anni a venire.
SAPORE Non potrebbe certo avere un nome come Oreoz senza un po’ di vaniglia cremosa. Come per la fragranza, tuttavia, le note profonde di nocciola, cioccolato e caffè della Oreoz confluiscono, offrendo un sapore generale tostato che è sia affumicato sia dolce. Pensate di mangiare degli smores intorno a un falò con note di gasolio e cioccolato.
EFETTO L’effetto di questo ibrido inizia con il rapido insorgere di una pesante scarica a livello della testa, che si trasforma poi in breve tempo in ondate di euforia unite a un pesante rilassamento di tutto il corpo. Lo sballo è rilassante e duraturo. La potenza della Oreoz garantisce quasi l’effetto “divanati” alla prima esperienza. Sessioni brevi possono comportare sballi
produttivi, calmandovi e alleviando il vostro stress, senza darvi stanchezza. Attenzione però, perché gli spuntini sono praticamente inevitabili! Provate a trattare questa varietà più come hashish, e la situazione dovrebbe essere più gestibile. Il suo livello medio di THC moderatamente alto (22-33%) rende la Oreoz una scelta ottima per chi ne fa consumo per uso medico. Se siete alle prime armi con la cannabis o avete una tolleranza limitata, approcciatela con cautela, perché questa varietà vi farà impazzire! La Oreoz è ottima per chi ha bisogno di alleviare la perdita di appetito, il dolore cronico, gli spasmi muscolari, l’insonnia, lo stress cronico, ecc. È anche consigliata per trattare i sintomi di condizioni gastrointestinali come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa.
Se siete alla ricerca di uno sballo intenso, che non sia eccessivamente opprimente, questa è la varietà che potrebbe fare al caso vostro. Un effetto di lunga durata che vi porterà a ricercarla pochi minuti dopo che il fumo è svanito.
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INTERVISTA di Fabrizio Dentini
CANNABIS E SANZIONI AMMINISTRATIVE? LANCIAMO UNA CONTROFFENSIVA dell'archiviazione, voltura l’articolo 73 in articolo 75 e manda gli atti al prefetto.
SSIT: Perché è ingiusto punire, anche amministrativamente, la condotta di detenzione o coltivazione per uso personale di sostanze stupefacenti? Dopo il referendum di Marco Pannella del 1993, la salute individuale dovrebbe rimanere estranea agli obiettivi di tutela della disciplina in materia di stupefacenti. Ad oggi, infatti, scopo della normativa in materia di stupefacenti è piuttosto quello di combattere il mercato della droga, che mette in pericolo la salute pubblica, la sicurezza e l'ordine pubblico, nonché il normale sviluppo delle giovani generazioni.
SSIT: Per quale motivo la nostra salute di singoli cittadini non rientrerebbe più fra i beni che la legge sugli stupefacenti vorrebbe tutelare?
L'avv. Lorenzo Simonetti al nostro stand durante la fiera Indica Sativa Trade. In Italia per contrastare la distribuzione illegale di cannabis, la legge sugli stupefacenti declina le ripercussioni sui consumatori secondo due procedimenti, quello penale regolato dall'articolo 73 e quello amministrativo regolato dall'articolo 75. Appurato che mentre il mondo comincia a regolamentare la cannabis, in un'ottica di tutela della salute pubblica, nel nostro paese processi penali e sanzioni amministrative continuano ad ingolfare la macchina della giustizia, abbiamo chiesto all'Avvocato Lorenzo Simonetti di Tutela Legale Stupefacenti di raccontarci il proprio vissuto come tecnico del diritto che, quotidianamente, difende cittadini intrappolati fra l'incudine della repressione penale ed il martello della sanzione amministrativa.
derivante da una contestazione di uso personale di sostanza stupefacente non abbia rilevanza penale, costituisce comunque una limitazione dei diritti del cittadino. Infatti, vedersi sospesa la patente per un periodo di tempo più o meno lungo o vedere revocato il diritto di espatrio rappresentano una punizione che influisce sulla quotidianità di ogni individuo. Troppo spesso da parte della pubblica autorità vi è un abuso dello strumento della sanzione amministrativa a cui consegue, purtroppo, una impreparazione da parte dei cittadini ad affrontare e gestire la contestazione della sanzione.
SSIT: Quando non si ricade nel penale con il reato di traffico, anche il semplice consumo di cannabis innesca una repressione amministrativa che solo a prima vista risulta più innocua. Che ne pensa?
Le sanzioni sono automatiche e intervengono in due maniere. In un caso nascono da parte dell'agente che segnala al prefetto come articolo 75 invece che alla procura come articolo 73. Nel secondo caso, invece, intervengono all'epilogo di un processo penale nel quale il giudice o il pubblico ministero, nel caso
Sebbene la sanzione amministrativa -
SSIT: In caso di detenzione di cannabis riscontrata dalla pubblica autorità le sanzioni amministrative sono automatiche?
A causa dell'evoluzione della giurisprudenza di legittimità in ordine alla ratio delle norme incriminatrici di settore ed agli sviluppi della normativa sovranazionale. Secondo giurisprudenza emergerebbe che la salute individuale dell'autore dell'illecito resti, in realtà, estranea agli obiettivi di protezione penale e questo in conformità con il generale indirizzo dell’ordinamento di non annettere rilevanza penale ai comportamenti "autolesivi", compreso quello estremo (il tentato suicidio). Del resto, già la Cassazione nel 2008 ha ritenuto superata la preoccupazione di tutelare il bene giuridico della "salute
individuale" allorché affermava «In tale prospettiva, anche qualora si ritenga che la salvaguardia immediata della "salute individuale" costituisca, all'esito del referendum abrogativo del 1993, un aspetto della tutela penale in parte ridimensionato, la pericolosità della condotta di coltivazione si correla, nella valutazione della Corte Costituzionale, alle esigenze di tutela della "salute collettiva" connesse alla valorizzazione del "pericolo di spaccio" derivante dalla capacità della coltivazione, attraverso l'aumento dei quantitativi di droga, di incrementare le occasioni di cessione della stessa ed il mercato degli stupefacenti fuori del controllo dell'autorità» (Cass. Pen., Sez. Un., 24.04.2008, n. 28605).
SSIT: Nella vostra pratica è più semplice fare assolvere un cliente perché ha coltivato cannabis per uso personale ma è stato imputato di articolo 73 oppure riuscire a togliere a chi è imputato di articolo 75 una sanzione amministrativa? Il primo caso è più semplice, purtroppo infatti per l'articolo 75, c'è un problema culturale fra i consumatori e, per questo, chi riceve una sanzione amministrativa ha tendenza a sentirsi, tutto sommato, fortunato. Finché i consumatori non sceglieranno di alzare l'asticella della controffensiva e di ricorrere contro il sistema utilizzando una strategia giuridica univoca, per noi sarà difficile mettere in crisi questo strumento amministrativo.
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CUCINA ALLA CANNABIS CON BETTY GREEN di Betty Green
BANANA BAD BOY AL BURRO DI ARACHIDI ALLA BETTY! Questa è una ricetta che ho assaggiato una volta in una tavola calda di New York (strafatta, ovviamente). È facile capire perché tutti sono impazziti per il banana bread durante il lockdown! È una ricetta casalinga talmente buona! Ha tutto: il dolce, il saporito, il fruttato,
... del cioccolato E una sopresa! (sono disponibili altre uova di cioccolato di marca). Una combinazione due in uno!
Due banane molto mature, schiacciate INGREDIENTI PER LE GUARNIZIONI
Il banana bread perfetto dovrebbe essere dolce e umido. Asciutto non è un’opzione e questo ha decisamente
1 cucchiaio di burro di arachidi 1/2 banana tritata Una manciata di semi di girasole canditi o noci tritate Sciroppo d’acero Coulis di mango
PREPARAZIONE Riscaldare il forno a 180°C/160°C ventilato/4 a gas. Ungere una teglia da circa 1 kg Foderare i lati e la base con della carta da forno. Miscelare 140g di burro / burro di cannabis ammorbidito e 140g di zucchero semolato fino a quando non sono ben amalgamati. Incorporare lentamente due uova grandi sbattute con una piccola quantità setacciata dei 140g di farina. Setacciare la farina rimanente, 1 cucchiaino di lievito in polvere e due banane ben schiacciate. Versare il composto nella teglia e cuocere per circa 50 minuti. Controllare l’impasto ogni 5 minuti dai 40 minuti in poi. Inserire uno stuzzicadenti nel centro. Se rimane pulito, la ricetta è pronta. Lasciare raffreddare nella teglia per 10 minuti, poi trasferire su una griglia.
il comfort dei carboidrati e un po’ di croccantezza nella guarnizione. L’ho trovato buonissimo e ha soddisfatto davvero ogni mio desiderio di cibo. Quando sono tornata a casa, ho dovuto provare a farlo. Mi ci sono voluti alcuni tentativi per replicarlo in tutta la sua gloria, dato che l’ho praticamente inalato quando l’ho provato inizialmente! Alla fine comunque l’ho decifrato e poi ho deciso che anziché mangiarlo dopo essermi sballata, potevo provare a inserire lo sballo NELLA ricetta! Pensate al piacere di un ovetto Kinder
INGREDIENTI PER IL BANANA BREAD (8 PORZIONI)
È meglio servire la ricetta quando il banana bread è ancora caldo. Servitelo fresco o conservatelo in un contenitore ermetico e scaldatelo delicatamente sulla griglia al centro del forno per 2-3 minuti prima di aggiungere le guarnizioni. Non più di 2-3 minuti, mi raccomando, e tenete sempre il calore a livello basso. Non state certo cercando di abbrustolirlo.
140g di burro, ammorbidito, sostituite il burro normale con il burro alla cannabis secondo il dosaggio personale richiesto 140g di zucchero semolato Due uova grandi, sbattute 140g di farina autolievitante 1 cucchiaino di lievito in polvere
Scaldare a bassa temperatura in forno per 2-3 minuti se non è fresco. Spalmare uno strato spesso di burro di arachidi. Aggiungere alcune fette di banana. Cospargere con semi o noci candite. A me piacciono i semi di girasole, ma anche gli anacardi o le noci pecan
tutte le carte in regola. Ed ecco il frutto delle mie fatiche per creare “lo spuntino perfetto”... “Il Banana Bad Boy al burro di arachidi alla Betty”.
candite funzionano benissimo. Irrorare con sciroppo d’acero a piacimento. Completare il tutto con una spruzzata di coulis di mango piccante. Anche qui, a me piace il sapore del mango rispetto allo sciroppo dolce e al sale del burro di arachidi, ma potete sostituirlo con quello che preferite. So di averlo già detto prima, ma lo ripeterò di nuovo per chi era in fondo e non ha sentito bene. I prodotti commestibili a base di cannabis vi regaleranno un effetto estremamente diverso dal fumo o dallo svapo. È un effetto molto più intenso che durerà più a lungo. Se non avete esperienza con i prodotti commestibili o avete una tolleranza limitata, vi consiglio di sostituire solo un cucchiaino di burro normale con del burro di cannabis per ogni porzione di banana bread. È meglio iniziare gradatamente piuttosto che andare a mille, troppo in fretta, e dover poi rimpiangere la scelta fatta. Quindi, ora che la salute e la sicurezza sono state coperte, procedete, cucinate e godetevi i risultati! Alla prossima.
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GROWING di sudestfam@protonmail.com
CANNABIS FOLIAR FEEDING
TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SULLA NUTRIZIONE FOGLIARE La concimazione fogliare è un metodo per nutrire le piante polverizzando i nutrienti direttamente sulle foglie. Sebbene sia la radice l'organo incaricato di assimilare acqua e sostanze nutritive, le piante hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione meccanismi di assorbimento di soluzioni acquose per mezzo della zona epigea. Questo metodo di concimazione in alcuni casi risulta essere più efficiente di altri, infatti alcune piante come la cannabis assorbono velocemente le sostanze nutritive attraverso le foglie. La nutrizione fogliare si esegue per correggere carenze nutritive o per dare uno sprint alla crescita delle piante. COME FUNZIONA Le piante concimate con applicazioni fogliari assimilano le sostanze nutritive soprattutto attraverso la cuticola, uno strato composto da cere e da cutina che ricopre interamente le foglie con funzione protettiva. La cuticola infatti ostacola l'evaporazione d'acqua dalle cellule che compongono l'epidermide della foglia. È la strada per eccellenza poiché la cuticola ha un ampio spazio per intercettare le goccioline d'acqua e attraverso un meccanismo di osmosi penetrano questo strato e vengono assorbite
anche un ottimo metodo per stimolare la crescita delle piante; esistono numerosi prodotti che ne potenziano il vigore e la loro resistenza a stress e malattie, ad esempio il compost tea, gli inoculanti probiotici, i cocktail composti da enzimi, amminoacidi, sostanze nutritive e carboidrati oppure i tè di semi germogliati sono tra gli ingredienti segreti impiegati dai growers di successo.
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Foglia polverizzata.
dalle foglie; quando si ha un'elevata concentrazione di sali minerali da un lato e una bassa concentrazione dall'altra, il gradiente di concentrazione fornisce l'energia necessaria alle molecole che si trovano nella parte più concentrata ad attraversare la membrana semipermeabile, in questo caso la cuticola, per diffondersi nelle cellule e raggiungere l'equilibrio di concentrazione su entrambi i lati della membrana. Una convinzione poco esatta ma molto diffusa è che l'assorbimento delle sostanze nutritive da parte delle foglie avvenga soprattutto attraverso l'apparato stomatico. Gli stomi sono delle strutture dedicate agli scambi gassosi delle foglie, servono principalmente per catturare l'anidride carbonica necessaria alla fotosintesi clorofilliana e all'evacuazione di ossigeno e vapore acqueo. Si trovano sulla pagina inferiore delle foglie, il che rappresenta già un limite per la concimazione fogliare, inoltre le goccioline di soluzione acquosa hanno una grandezza superiore dell'apertura degli stomi rappresentando un ostacolo per la sua penetrazione. Gli
stomi possiedono un meccanismo di regolazione della loro apertura a seconda delle attività che sta svolgendo la pianta, la loro massima apertura avviene durante i periodi diurni cioè quando la fotosintesi si trova al culmine della sua attività.
PERCHÈ LA CONCIMAZIONE FOGLIARE Quando le piante vengono nutrite per mezzo di irrigazioni del terreno possono sorgere delle complicazioni che si manifestano con la carenza di nutrienti. Un programma di fertilizzazione errato, un sovradosaggio di acqua o un apparato radicale poco efficiente possono essere tutte delle cause. La concimazione fogliare bypassa i fenomeni di immobilizzazione delle sostanze nutritive nel terreno e le somministra direttamente alla pianta correggendo le carenze rapidamente. È molto utile per colmare le carenze dei macronutrienti secondari come calcio, magnesio e zolfo e di micronutrienti come ferro, boro, zinco e manganese, tutti elementi caratterizzati da una scarsa mobilità. La nutrizione fogliare è
Sebbene la concimazione fogliare sia molto efficace, non deve essere impiegata come unico metodo per nutrire le piante perché potrebbe comprometterne la loro crescita. Generalmente le piante si nutrono attraverso l'apparato radicale aiutato dalla rete alimentare che popola il suolo; microrganismi come funghi, batteri e micorrize facilitano l'assimilazione dei nutrienti da parte della pianta, per questo motivo è molto importante che il substrato di crescita goda di buona salute. La scarsa cura del substrato può causare la manifestazione di malattie pregiudicando la resa finale. Le piante che subiscono applicazioni fogliari continue rischiano di accumulare sali minerali e altri tipi di sostanze sulla sua superficie che fungono da barriera per alcune attività come la fotosintesi clorofilliana oppure ostruiscono l'apertura degli stomi compromettendone il funzionamento. Una buona pratica è di impiegare la concimazione fogliare solo come supplemento al normale programma di nutrizione.
TIPS Ecco alcuni consigli per eseguire correttamente la concimazione fogliare delle piante di cannabis. Innanzitutto è molto importante regolare il ph della soluzione da polverizzare entro un valore di 5.56.5 per favorire l'assimilazione delle
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sostanze nutritive. La grandezza delle goccioline polverizzate ricopre un aspetto essenziale, infatti le goccioline di piccole dimensioni si agganciano alle foglie più facilmente e hanno maggiori probabilità di penetrare all'interno. L'impiego di un atomizzatore per polverizzare le piante è un'ottima soluzione, infatti questo apparecchio nebulizza la soluzione acquosa sotto forma di microgocce che si disperdono omogeneamente sull'intera area fogliare. Anche la quantità di soluzione da somministrare è un fattore da considerare; impiegare la giusta quantità evita che la soluzione scivoli via dalle foglie disperdendosi inutilmente nel substrato. Un suggerimento per rendere più efficaci le applicazioni fogliari è di miscelare la soluzione nutritiva con degli agenti tensioattivi cioè delle sostanze che riducono la tensione superficiale di un liquido favorendo una copertura più omogenea e allo stesso tempo ne migliorano la capacità di assorbimento. Anche la temperatura e l'umidità condizionano la capacità di penetrazione delle sostanze nutritive all'interno delle foglie, il clima ideale richiede una temperatura di 21-24°C ed un tasso di umidità di circa il 55%. È fortemente raccomandato eseguire la nutrizione fogliare solo durante la
Un'altra buona pratica è quella di testare le applicazioni fogliari su una piccola porzione della coltivazione per valutarne gli effetti prima di eseguirle in grande scala. Alcuni prodotti o soluzioni possono risultare fitotossici per la pianta. Qualsiasi tipo di applicazione fogliare in una coltivazione indoor deve essere eseguita assolutamente a luci spente per non danneggiare le piante.
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RICETTE UTILI Il compost tea, le infusioni realizzate con erbe benefiche e gli SST rappresentano le soluzioni migliori per coltivare cannabis di ottima qualità. I tè di compost ossigenati oltre a fornire una vasta gamma di sostanze nutritive utili alla crescita delle piante, fungono da ottimi inoculanti di microrganismi utili a prevenire e curare malattie di natura fungina come oidio e botrite.
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Le infusioni a base di erbe e piante benefiche come l'ortica, la consolida, l'alfalfa o l'aloe vera sono degli ottimi correttori di carenze nutritive e dei potenti biostimolatori per la cannabis, migliorando la resa e la qualità del prodotto finale. L'ortica ad esempio è una fonte ricchissima di ferro, mentre l'aloe fornisce elementi utili come il silicio o l'alfalfa che è ricca di triacontanolo, un potente ormone regolatore della crescita. Proprio dai
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QUANDO LA VERITÀ È UN ATTO DI AMORE IL PROCESSO
CUCCHI SI CHIUDE CON LA CONDANNA DEFINITIVA DEGLI AGENTI COINVOLTI D'Alessandro erano stati condannati a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale per aver causato la morte di Stefano nella notte fra il 15 e il 16 ottobre 2009 con un violentissimo pestaggio la notte del suo arresto, condanna che il 7 maggio 2021, in Appello, era stata aumentata di un anno. I due carabinieri dopo la sentenza si sono presentati spontaneamente in caserma. La Cassazione ha anche stabilito che dovrà essere ripetuto il processo di secondo grado nei confronti di Tedesco e Mandolini, carabinieri accusati di aver falsificato i verbali dell'accaduto.
"Non finisce qui". Queste sono state le parole di Ilaria Cucchi davanti al corpo del fratello morto nel 2009 e 13 anni dopo quelle parole, Stefano Cucchi può finalmente riposare in pace. Lo scorso 7 aprile infatti è arrivata la notizia della definitiva condanna dei carabinieri coinvolti in uno dei casi più discussi e intricati della giustizia italiana. Una storia fatta di forza e sofferenza, quella di Ilaria, che per tutti questi anni si è spesa in prima persona per trovare giustizia, e di un sistema macchiato di omertà che ha cercato di depistare in tutti i modi la ricerca della verità. Una brutta storia di violenza istituzionale, cominciata con un semplice fermo per il possesso di qualche grammo di hashish. La sentenza dell'ultimo grado di giudizio sul caso Cucchi ha messo la parola fine ad un calvario e a una lotta giudiziaria che la famiglia di Stefano ha vissuto sempre con enorme fiducia nei confronti della giustizia italiana e nello Stato. Nonostante tutto. Si perché in fondo Stefano dallo Stato è stato tradito due volte: la prima mentre veniva pestato a sangue nella caserma Appia dei Carabinieri a Roma, la seconda mentre veniva lasciato
morire di stenti nell'ospedale pubblico Sandro Pertini. Quello di lunedì 4 aprile 2022 è infatti solo l'ultimo tassello di un lungo percorso fatto di 150 udienze che si sono susseguite in quasi tredici anni. In un primo momento tutti gli imputati erano stati - prevedibilmente - assolti per insufficienza di prove. I testimoni chiave che fecero riaprire il caso furono Riccardo Casamassina e il vicebrigadiere Francesco Tedesco, che nel luglio 2018 cominciò a raccontare di aver assistito in prima persona al pestaggio di Stefano all'interno della caserma Appia di Roma, dichiarando che due in particolare ne erano stati gli autori. Da quel momento in poi sono cominciati a cadere tutti i castelli di un sistema che voleva, come riportato in alcuni verbali, che la morte di Stefano fosse da attribuire esclusivamente alla sua condotta e al suo stile di vita. Il giovane ragazzo romano - grazie anche alla cassa di risonanza di politicanti quali Giovanardi, Salvini e Meloni - era stato accusato di essere tossicodipendente, anoressico e addirittura sieropositivo. Nel novembre 2019, in primo grado Alessio Di Bernardo e Raffaele
Altri 8 imputati sono stati condannati per i depistaggi compiuti subito dopo la morte di Stefano. Condannato a 5 anni il generale Alessandro Casarsa, 4 anni per Francesco Cavallo e Luciano Soligo, 2 anni e mezzo per Luca De Cianni, un
Era importante fare questi nomi e affidarli alla giustizia, perché per Ilaria e la sua famiglia si trattava soprattutto di ripulire il nome di suo fratello e di quello Stato che lo ha ucciso mentre lo aveva in custodia: "Abbiamo vinto tutti noi, ha vinto lo Stato", questo è stato il commento di Ilaria al termine del processo. Lei che ci ha messo la faccia con coraggio dal giorno zero per portare avanti questa battaglia. La sua, una figura sempre composta di fronte a una stampa sguaiata e forte nel dolore, simbolo di una volontà e di un amore fraterno che va oltre a qualsiasi cosa, anche ad un sistema che ha cercato in tutti i modi di insabbiare le colpe e la realtà dei fatti. In molti hanno scritto che quello che ha mosso Ilaria è stato soprattutto l'amore per suo fratello, e questa verità giudiziaria, ottenuta con le unghie e con i denti, è
QUELLO DI LUNEDÌ 4 APRILE È INFATTI SOLO L'ULTIMO TASSELLO DI UN LUNGO PERCORSO FATTO DI 150 UDIENZE CHE SI SONO SUSSEGUITE IN QUASI TREDICI ANNI. anno e 9 mesi per Tiziano Testarmata, un anno e 3 mesi per Francesco Di Sano, un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino e un anno e nove mesi per Massimiliano Colombo Labriola. Le accuse contestate agli otto militari dell'Arma, a vario titolo e a seconda delle posizioni, vanno dal falso, al favoreggiamento, all'omessa denuncia e calunnia.
indiscutibilmente uno straordinario atto d'amore. Noi di Soft Secrets, che in questi 13 anni abbiamo seguito la loro vicenda umana e giudiziaria, non possiamo far altro che abbracciare virtualmente questa formidabile sorella maggiore, ringraziandola di aver vinto questa battaglia non solo per Stefano ma anche per tutte le vittime degli abusi perpetrati dalle forze dell'ordine.
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SNOOP DOGG INVESTE IN GERMANIA I FRATELLI SONS DI CANSATIVA
HANNO SIGLATO L'AFFARE CON IL RAPPER Per la legalizzazione tedesca si dovrà attendere con tutta probabilità il 2024 ma il Snoop Dogg ha già fiutato l'affare. Ne parliamo con i giovani fondatori di Cansativa, l'azienda per cui il rapper della West Coast ha staccato l'assegno milionario. Pochi giorni dopo essere stato filmato mentre fumava beatamente erba nel backstage del Super Bowl, il leggendario Snoop Doggy Dogg ha annunciato che avrebbe investito una somma a più zeri in una start-up dell'Assia. "Questo non era certo un colpo di PR pianificato. È stata una coincidenza, ma chiaramente c'è stato un ottimo tempismo", dice Benedikt Sons e ride. Assieme a suo fratello Jakob, che di anni ne ha invece 31, ha fondato la start-up Cansativa cinque anni fa, subito dopo che il Bundestag aveva legalizzato la cannabis medicinale. "Siamo una piattaforma che fa praticamente da tramite tra produttori e farmacie, fornendo alle farmacie la cannabis medica direttamente dal nostro magazzino di Mörfelden-Walldorf", dice Benedikt.
Cansativa è nata come il sogno di due fratelli e nel giro di cinque anni è riuscita a diventare una delle più grandi aziende a livello nazionale nel mercato della cannabis medica, che in Germania è legale dal 2017. "Nel 2021, siamo cresciuti fino a un fatturato a otto cifre", puntualizza Benedikt. A seguito dell'annuncio del governo tedesco di voler legalizzare anche la cannabis ad uso ricreativo, l'azienda ha ricevuto un totale di 13 milioni di euro da tre diversi investitori e la maggior parte di questi viene proprio dal fondo Casa Verde Capital, che Snoop Dogg ha fondato nel 2015 e che da allora investe nel cannabusiness in tutto il mondo. "Casa Verde Capital ci ha contattato perché siamo molto ben posizionati sul mercato. È fantastico avere un'icona del settore come Snoop Dogg a bordo. L'ingresso di Casa Verde è ovviamente una pietra miliare per noi e ci permetterà di crescere ulteriormente come azienda", spiega con orgoglio Jakob. E Snoop? Il rapper non ha ancora presenziato ufficialmente alle videoconferenze con i partner d'investimento, che hanno sede a Los Angeles. I colloqui sono iniziati l'estate scorsa, prima delle elezioni federali tedesche e della prevista legalizzazione della cannabis anche per uso ricreazionale. "Se ora va nella direzione della cannabis di piacere, noi vogliamo crescere estremamente", dice Sons. Nei prossimi tre mesi, i fratelli vogliono aumentare il loro attuale staff da
20 a 50 persone. E vogliono aggiornare la loro tecnologia in modo da essere in grado di distribuire più cannabis non appena verrà confermata la legalizzazione dell'uso ricreativo. "Con la pandemia che ancora non molla ed ora la guerra in Ucraina, ci sono ovviamente questioni più importanti e stringenti sul tavolo del Governo. Quindi ci aspettiamo che si possa comprare legalmente la cannabis anche per fini non terapeutici al più presto nel 2024. Ma saremmo preparati anche se si dovesse iniziasse prima". Attualmente i capannoni di Mörfelden-Walldorf, una cittadina a circa 10 kilometri da Francoforte sul Meno, hanno la capacità di immagazzinare fino a 20 tonnellate di cannabis. All'inizio, il loro magazzino era ancora a Francoforte, ma il business dei due fratelli è cresciuto così rapidamente che alla fine del 2019 hanno dovuto necessariamente espandersi e si sono trasferiti fuori città, a Mörfelden-Walldorf. Tuttavia, Cansativa non produce direttamente cannabis: "Non è economicamente fattibile per noi con le condizioni climatiche della Germania", spiega Benedikt e come dargli torto? "Qui nel nostro hub possiamo però produrre diverse tonnellate di imballaggi". Questo perché la cannabis che ricevono dai produttori - Cansativa è diventato il distributore unico di tutta la cannabis coltivata in
Germania - viene ovviamente consegnata all'ingrosso. "Noi poi riconfezioniamo la cannabis in quantità da 5 o 15 grammi, che sono solitamente i dosaggi più richiesti tra quelli disponibili in commercio per le farmacie. E lo facciamo in condizioni completamente sterili in una stanza pulita, con un'atmosfera a pressione positiva, così che non entrino particelle contaminanti". Stando a quanto pubblicato dalla rivista Forbes, ad oggi la Germania rappresenta il più grande mercato europeo per la cannabis medica. E il più profittevole: solo l'anno scorso oltre 128.000 pazienti hanno ricevuto prescrizioni contenenti cannabinoidi e, grazie al sistema ibrido che caratterizza la sanità pubblica tedesca, le assicurazioni finiscono per rimborsare completamente circa il 60% delle prescrizioni di cannabis medica, con un bel risparmio per i pazienti e un bel guadagno per le imprese. Inoltre, è stato stimato che più di un milione di pazienti tedeschi avrà accesso alla cannabis medica entro il 2024, e il solo mercato medico tedesco varrà circa 8 miliardi di euro entro il 2028. Se a questi numeri si aggiungono quelli del futuro mercato per l'uso ricreativo calcolato in circa 5 miliardi di euro di fatturato l'anno - quello che il buon Snoop Dogg ha messo a segno pare decisamente un bel colpo, soprattutto in termini di ritorno dell'investimento.
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MEDIA di Giovanna Dark
SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA LEGGI NADIA FERRIGO - EASY NARCOS. LA SFIDA DELLA CANAPA LEGALE Nadia Ferrigo è una cronista de La Stampa e ha cominciato a raccontare le storture della legge 242/16 e le evoluzioni del settore dopo un'inchiesta che ha condotto sulla canapa industriale. Da osservatrice è rimasta colpita dal grottesco paradosso per cui l'infiorescenza è stata esclusa dalla legge sulla canapa industriale del 2016 e soprattutto, da cittadina, giudica irragionevole l'assenza di un dibattito pubblico serio e costruttivo sulle droghe. Anche per questo ha scritto questo libro, "Easy Narcos", nel quale ripercorre la storia che ha portato alla nascita della cannabis light, dopo aver conosciuto molto bene il fondatore di Easy Joint, Luca Marola,
durante la sua attività da giornalista nel quotidiano torinese. Ne è uscito fuori un libro ben scritto, romanzato, che si legge tutto d'un fiato, molto scorrevole e allo stesso tempo condito da aneddoti interessanti. 144 pagine in cui è condensato il peccato del proibizionismo italiano ignorante e spesso solo di facciata - grazie a
cui si è persa un’occasione economica che avrebbe potuto risollevare il Sud Italia e per colpa del quale onesti negozianti sono stati perseguiti come pericolosi narcotrafficanti. A fare da sfondo ci sono diversi passaggi del percorso di Marola, il fautore dell'idea stessa di "cannabis light". Quell'idea che a volte è stata messa al centro delle critiche perché colpevole di demonizzare il THC. Oppure acclamata, perché capace di creare un nuovo mercato e contribuire in qualche modo a smuovere le acque dell'opinione pubblica nei confronti della pianta.
GUARDA GRASS IS GREENER
Con la legalizzazione della marijuana che si sta rapidamente diffondendo negli Stati Uniti, sembrerebbe che la nazione stia finalmente superando un'altra era di
Edito da People, lo trovate nelle migliori librerie on e offline
ASCOLTA NON È LA LIGHT - IL PODCAST CHE SFORA Ideato e condotto da Luigi "Funkyo" Antonucci e Francesco Scopelliti, due grower decisamente conosciuti nella comunità cannabica italiana, questo podcast vuole parlare di cannabis a 360 gradi. Tra approfondimenti legali, interviste a personaggi di spicco della comunità cannabica e sketch comici e satirici, questo ascolto è davvero imperdibile per tutti gli amici di Maria. Un programma in stile radiofonico in cui i due conduttori vanno a ruota libera su quello che è l'argomento della puntata, facendo intervenire ospiti e provando a dare informazioni comprensibili anche a chi non è propriamente un esperto o un appassionato della cannabis. L'obiettivo è quello di rompere un il muro che ancora c'è tra la cannabis e la società, affinché la pianta venga percepita per quello che è ed i suoi operatori non debbano venir visti come delle persone da “ghettizzare” ma da conoscere per via della cultura e delle storie che portano ad ogni puntata Come spiega Luigi «Non è solo "un programma", sono pezzi di cuore e di anima che vengono messi a disposizione del pubblico, con la stessa intimità che si avrebbe in una serata tra amici veri, magari assaggiando genetiche esotiche davanti al camino.» Disponibile anche in diretta Facebook sulla Pagina omonima, ad oggi sono disponibili 21 puntate da circa un'ora: assolutamente da non perdere! Lo trovate su Spotify e sulle frequenze di Radio Città Pescara, il giovedì alle 21.30
proibizionismo. Tuttavia, con il suo continuo status di narcotico della Tabella I a livello federale, e con alcuni stati americani che sfruttano ancora leggi antiquate sulle droghe per mantenere le quote di detenuti,
la ritrovata popolarità mainstream dell'erba è in contrasto con la storia molto più difficile (e il presente) di coloro che sono stati colpiti dalle politiche della "War on Drugs". Diretto da Fab 5 Freddy di Yo! MTV Raps, il documentario di Netflix "Grass Is Greener " impiega un gruppo di ospiti famosi - tra cui Snoop Dogg, Killer Mike, Damian Marley e i Cypress Hill - per esaminare i modi in cui la marijuana è stata usata come arma contro le minoranze americane per generazioni. Un documentario fondamentale per capire le contraddizioni della legalizzazione a stelle e strisce che è molto più di un'introduzione alla cultura della cannabis e alla politica che l'ha plasmata: serve soprattutto allo scopo di illuminare le masse sulla disuguaglianza strutturale che regge la legalizzazione made in USA. Al termine di "Grass is greener" si avrà di certo una maggiore consapevolezza su quanto lavoro rimanga da fare nel campo per assicurarsi che la legalizzazione comporti la protezione e l'emancipazione di coloro che sono vittime di politiche antidroga razziste. Non male Netflix! Disponibile in streaming online su Netflix
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MEDICAL CANNABIS di Fabrizio Dentini
SCATTA LA DISOBBEDIENZA TERAPEUTICA ALL’HEMP CLUB DI MILANO L’Hemp Club di Milano nasce nel 2020 per sottolineare con le sue attività botanicoculturali i paradossi e le vicissitudini sofferte dai consumatori di cannabis, siano essi in possesso di regolare prescrizione medica oppure consumatori esterni al contesto terapeutico. Con una media di 200 iscritti, dei quali circa la metà pazienti, con l'arrivo della primavera Raffaello D'Ambrosio, Presidente del Club, ha dato il via alla principale attività dell'associazione: coltivare cannabis per i propri iscritti. SSIT: Il vostro Club nasce con lo scopo di combattere una battaglia di disobbedienza civile a favore dei pazienti senza cannabis terapeutica.
Ci vuoi spiegare di cosa si tratta? A partire dal 2018, la platea di possibili consumatori di cannabis, tramite il servizio sanitario Nazionale, si è molto allargata, dando la possibilità a tanti di poter rientrare nella legalità completa. Considerate le evidenze scientifiche e le esperienze degli Stati che hanno già regolamentato l'uso, anche ludico, della cannabis, mi è sembrato il momento giusto per affiancare i pazienti "storici" che hanno fatto strada e ci hanno ispirato, nella battaglia per l'auto produzione e l'autodeterminazione della cura. Per arrivare all'obbiettivo dell'auto coltivazione, credo sia necessario giocare con le regole imposte dal legislatore, cercando di evolvere verso un modello, già ampiamente consolidato in Spagna, come quello dei Cannabis Social Club. SSIT: Quanti pazienti trarranno giovamento dalla coltivazione delle piante? In che maniera distribuirete il raccolto? A oggi abbiamo raccolto più di 50 adesioni alla disobbedienza, tra cui qualche Socio onorario come Matteo Mainardi oltre a qualche paziente storico al quale cederemo gratuitamente il raccolto. La disobbedienza prevede di tenere a dimora una pianta per Socio/Paziente, in modo da potergli restituire il prodotto della sua pianta, ognuna cartellinata con il codice personale, tramite un rimborso delle spese sostenute dall'associazione, più un piccolo contributo.
Con gli attuali costi dell'energia abbiamo stimato 6€ per grammo (meno della metà del servizio sanitario con ricetta bianca), per un massimo quantitativo, proporzionato in base alla prescrizione medica. Partiremo quindi con 50 piante, cercando di automatizzare il sistema di Supersoil biologico, tramite irrigazione di semplice acqua. Ad occuparsene sarà una squadra di soci capitanata dal nostro attuale Tesoriere. SSIT: Che tipo di linea difensiva adotterete in caso di interessamento delle forze dell'ordine? E in altre parole a quali tutele avete pensato per ridurre il rischio di quest'azione? Cercheremo di dimostrare la nostra innocenza tramite l'articolo 32 della Costituzione, che garantisce al cittadino l'autodeterminazione della cura. La tutela sarà evidente grazie al tracciamento di ogni passaggio e questo garantirà ai nostri soci una trasparenza totale sugli introiti e sull'intera filiera che sarà eventualmente, a disposizione delle forze dell'ordine. SSIT: Ultimamente il Comune di Milano ha approvato un ordine del giorno a favore della legalizzazione. Se a livello simbolico è sicuramente un'iniziativa politica interessante, a livello concreto, in questi anni e nell'ultimo periodo, avete mai ricevuto sostegno? Credi che il Comune vi difenderà in caso di
intervento delle forze dell'ordine? Il Comune ha grandi obbiettivi, ma fino a oggi non abbiamo ricevuto grande supporto, se non da singoli cittadini prestati alla politica che ci hanno supportato come Lorenzo Lipparini, ex Assessore al Comune, e Michele Usuelli, consigliere regionale, che cercheremo di coinvolgere anche in questa nuova avventura. Non penso di dover scomodare il sindaco anche se già più di una volta si è dichiarato molto favorevole alla legalizzazione. Credo però, che sarebbe un bel colpo per la città quello di riuscire a creare un protocollo di sperimentazione per l'apertura di Cannabis Social Club in tutto il territorio dell'Area Metropolitana, vista l'attitudine sempre più forte verso la Green economy e la forte vocazione turistica della città. SSIT: I consiglieri comunali firmatari per la legalizzazione sono stati informati della vostra disobbedienza? Che riscontri avete avuto? Si, siamo in contatto con i consiglieri Comunali, ma non sappiamo ancora come e se decideranno di partecipare a questa disobbedienza, ci speriamo, ma non ci facciamo mai troppo affidamento, i politici cambiano, i pazienti restano. Ne abbiamo sentite troppe di promesse, poi deluse, le porte sono sempre aperte a chiunque, persino ai leghisti, nostri vicini di casa, come ci insegna il nostro ispiratore Marco Pannella.
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LIFESTYLE di Giovanna Dark
MAMME IN ERBA
SUI SOCIAL SPOPOLANO LE "STONER MUMS" E UN ALTRO TABÙ VIENE FINALMENTE RIMOSSO Ho quasi 40 anni ma il
ed è stata la stessa Caitlin a condividere questa informazione con loro e a educarli sulla sostanza.
pensiero di diventare madre non mi ha mai sfiorata:
La giovane mamma di Vancouver però non è sola. Sui social media c'è una nutrita comunità di donne che si identificano come "stoner mums" e che pubblicano contenuti relativi all'uso di cannabis in relazione al loro essere madri. Su Facebook ad esempio esiste un gruppo con oltre 30.000 iscritte mentre su TikTok, l'hashtag #stonermom ha raggiunto quasi il milione di views: a dimostrazione che l'argomento non è più un tabù e che ormai ha ben poco senso stigmatizzare quelle mamme che a fine giornata si fumano una canna nella pace della loro casa. Un'altra figura prominente in questo campo è Kathryn VanEaton, conosciuta anche come The Stoner Mom. Il suo è un progetto un po' meno social e più incentrato sul branding - thestonermom.com - che vede un blog, un podcast, uno show e uno shop completamente dedicati, in cui questa mamma residente in Colorado racconta semplicemente il suo essere un genitore che consuma abitualmente cannabis.
preferisco i cani. Questa mia scelta di non generare prole ha avuto l'inestimabile pregio di risparmiarmi quel costante e fastidiosissimo giudizio nei confronti delle madri, espresso con domande che possono sulla prima sembrare genuine preoccupazioni ma che in realtà non sono altro che sprezzanti opinioni. "Perché allatti ancora?", "Quando pensi di tornare a lavorare?", "Come mai il pupo sta sempre sul tablet?": tutto fa brodo per bollare una donna come buona
Photo credits: @caitlinfladager - Instagram.
o cattiva madre. Una mamma passa al vaglio della pubblica opinione nell'interezza dei suoi comportamenti e, quando si tratta di uso di cannabis, la gente è velocissima a giudicare una madre come "snaturata". Poi dal Canada è arrivata Caitlin Fladager e la musica ha cominciato a cambiare. Caitlin ha 27 anni, più di 600.000 follower su Instagram e piace proprio perché è assolutamente trasparente sugli alti e bassi della sua vita, comprese le lotte con la sua salute mentale e l'essere una giovanissima
mamma. Tre anni fa Caitlin ha condiviso un post sul suo account Instagram @caitlinflagager in cui diceva candidamente come fumare cannabis l'avesse aiutata con la sua salute mentale, spiegando: "Puoi sempre essere una mamma meravigliosa e che spacca, anche fumando erba". Una foto filtrata e patinata in cui tiene un joint in mano, un post social come milioni di altri, in cui però la giovane mamma influencer di Vancouver ha distrutto uno dei più grossi tabù relativi alla maternità, con un linguaggio semplice e comprensibile per tutti: "La marijuana è il mio bicchiere di vino. È la mia lattina di birra. È il mio momento di relax". Tre semplici frasi per annientare gli argomenti di quanti disapprovano le mamme che fumano cannabis ma che
non battono ciglio quando una mamma dichiara il suo amore per il vino facendosi un selfie con un calice pieno o pubblicando uno dei tantissimi trend video che implicano l'uso di alcolici come rimedio allo stress di avere dei marmocchi per casa. Caitlin è così stata la primissima "stoner mum" a diventare virale. A chi l'ha intervistata ha detto: "L'erba mi rende una mamma migliore, perché riesco a dormire bene dopo aver fumato. Mi sveglio ben riposata e con la mente più chiara. La mia ansia è molto migliorata da quando ho iniziato a fumare". Ma si è affrettata a precisare che fuma solo quando i suoi bimbi, di nove e sei anni, sono a letto o sono in trasferta dai nonni: i figli sono però assolutamente consapevoli che la madre usa cannabis
Sul sito infatti si può leggere come Kathryn sia "una trentenne, con i pantaloni da yoga, mamma di quattro figli" che è facile trovare "nei sobborghi del Colorado, di solito in un Target o alla scuola elementare, a fare le solite cose da mamma. Cose come guidare un minivan, baciare la bua, vivere in pigiama, cucinare, pulire, educare i miei figli e tenere in ordine la casa per la mia famiglia di sei persone. Oltre al mio ruolo di madre e moglie, sono anche un'entusiasta sostenitrice della marijuana medica e ricreativa". Certo, questo fenomeno interessa soprattutto l'altro lato dell'oceano, dove la cannabis è ormai quasi completamente legalizzata per uso ricreativo ma non è detto che non possa sfondare anche nel nostro bel paese, dove la sacralità della figura materna è ancora uno dei pilastri valoriali che forse sarebbe meglio ridimensionare... Noi donne tutte anche quelle senza figli - avremmo solo di che beneficiarne.
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CANNABIS di Rich Hamilton
SNOOP ESPANDE IL SUO IMPERO DELL’ERBA del sistema. “Il fatto che il governo ci consenta di guadagnare con la marijuana senza andare in prigione è fantastico, ma credo che debba fare un passo indietro e scagionare tutti coloro che si trovano in prigione per la marijuana, se la si vuole rendere legale. Immaginate se gli spacciatori fossero in grado di posizionarsi [nell’industria di oggi]. Avrebbero un sacco di soldi da guadagnare. È così difficile per i neri, è difficile per le persone che hanno la fedina penale sporca ottenere la licenza, ottenere i dispensari. Ci mettono davanti così tanti ostacoli che diventa un’industria che non fa per noi. Eppure, la promuoviamo tutti, comprandola e rendendola ciò che è”. Snoop si meraviglia anche di quanta strada abbia fatto l’industria dell’erba.
Oltre a essere una leggenda del rap della West Coast, il nome di Snoop è quasi sinonimo di tutto ciò che riguarda l’erba. Anziché cercare di scrollarsi di dosso questa etichetta, ne va orgoglioso e ha usato il tutto a suo vantaggio con grande successo negli Stati Uniti e in Canada.
Capitalist OG del rap, Casa Verde, ha appena firmato il suo più grande assegno di sempre e sta finalizzando un round di investimenti del valore di 15 milioni di dollari in “Cansativa”. Si tratta di una piattaforma di distribuzione di cannabis con sede a Francoforte che ora rifornisce le farmacie tedesche.
Ciononostante, sta ora cercando di espandersi nell’industria europea della cannabis. Il nuovo governo di coalizione tedesco si è impegnato a procedere verso la legalizzazione della cannabis per uso ricreativo nel giro di quattro anni. La mossa darebbe una grossa spinta al settore della cannabis legale in Germania. Questo sarebbe molto lucrativo in quanto si tratta già del mercato più consistente d’Europa in termini di consumo di cannabis per uso medico. La Germania è uno dei pochi Paesi in cui i pazienti possono ottenere gratuitamente la cannabis per uso medico. Si prevede quindi che rappresenterà più della metà dell’intero consumo di cannabis per uso medico del continente fino al 2024.
Cansativa ha già una posizione forte sul mercato legale. Consente alle farmacie tedesche di acquistare facilmente cannabis di tipo medico, occupandosi della filiera e della logistica. La startup è così fiduciosa che si definisce addirittura “Amazon della cannabis”.
Naturalmente, Snoop Dogg non è tipo da lasciarsi sfuggire un’opportunità legata all’erba, avendo già investito nella società portoghese AceCann nel 2021. Tuttavia, la società di Venture
Snoop può essersi costruito l’immagine di uno stoner rilassato, avendo una volta ammesso in un thread su Reddit del 2012 di fumare fino a 81 cannette al giorno! Ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità. La sapiente icona e imprenditore dell’erba è davvero sul pezzo. Oltre a essere una delle star dello show televisivo più seguito dell’anno, il Super Bowl LVI Pepsi Halftime Show, dove ha fumato apertamente (e legalmente) una canna prima di salire sul palco, negli ultimi anni, Snoop ha ottenuto una serie di sponsorizzazioni e spot pubblicitari non legati alla cannabis in
tutti gli Stati Uniti e in Europa. Ha lavorato con marchi come Corona, Dunkin’ Donuts, Tostitos, Moneysupermarket e Just Eat, per l’ultimo dei quali, a quanto si dice, è stato pagato ben 5,3 milioni di sterline! Snoop ha presentato la sua prima incursione nell’industria della cannabis nel 2015 con la linea di cannabis “Leafs by Snoop in Colorado”. Da lì, le cose si sono espanse in poco tempo. La sua media company “Merry Jane” ha proseguito lanciando una piattaforma di e-commerce di CBD e ha anche co-fondato Casa Verde Capital. Il fondo d’investimento di Snoop ha costruito un portafoglio del valore stimato di 200 milioni di dollari. Il potere che ha come figura prominente nel settore non è da sottovalutare. Ha persino convinto il miliardario di destra Charles Koch a sostenere una coalizione per la legalizzazione federale della marijuana nel 2021. Snoop non ha neppure dimenticato le proprie radici. Oltre a fare lobbying per la legalizzazione federale, sostiene regolarmente che l’equilibrio della giustizia sociale debba essere riaffrontato nell’industria ormai legale, avendo vissuto entrambi i lati
“Vorrei che fosse cambiata 15 anni fa, quando mi hanno messo in carcere per questo. È incredibile che le persone con cui posso fumare ora [siano le stesse] che avrebbero fatto la spia su di me o mi avrebbero mandato in prigione. Ora chiacchieriamo piacevolmente davanti a una canna o a uno spinello”. “Ogni volta che un paio di persone si mettono a fumare, non sono mai ostili o arrabbiate. Sono contento che si possa vedere qualcosa di diverso. Per quanto riguarda il mio essere in prima linea e spingere, per molto tempo sono stato dalla parte sbagliata e ora mi trovo dalla parte giusta. Essendo in grado di avere un network e uno show televisivo, posso far vedere il divertimento e la frenesia di tutto questo”. Anche se si è arricchito molto in tutto questo, l’autenticità e il background di Snoop gli consentono di essere preso sul serio e di non essere visto solo come l’ennesima celebrità che cerca di guadagnare dalla “Corsa al verde”. Snoop lo spiega meglio con parole sue: “Questo è tutto ciò che so. Dalla prima volta che mi avete sentito in una canzone, è tutto ciò che ho cercato di spingere. Quindi non è una mossa politica. Sembra che sia politica, ma non lo è mai. È solo la voce della gente. A volte non possono parlare, tocca quindi a me parlare per loro”.
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QUIZ
7. Quando è entrato in vigore negli Stati Uniti “The Marihuana Tax Act”? A. 1937 B. 1947 C. 1957 D. 1967
1. A quale regina britannica è noto che venne prescritta la cannabis per alleviare il dolore? A. Regina Elisabetta II B. Regina Anna C. Regina Elisabetta I D. Regina Vittoria
2. Nel 1984 la moglie di quale Presidente degli Stati Uniti ha coniato la fase “basta dire no”?? A. Barbara Bush B. Nancy Reagan C. Hillary Clinton D. Edith Roosevelt
3. In che anno gli Stati Uniti hanno prodotto un cortometraggio intitolato “Hemp for victory”? A. 1942 B. 1952 C. 1962 D. 1972
4. Cosa rappresenta il carattere cinese della Canapa? A. Una foglia di cannabis B. 2 fiori al sole C. Un uomo che dorme D. 2 piante sotto un riparo
5. Quando è stato documentato il primo utilizzo della cannabis? A. 18 dC B. 800 aC C. 2800 aC D. 1800 aC
6. La parola per Canapa in sanscrito è? A. Erba B. Ganja C. Sinsemilla D. Cannabis
14. Il primo Presidente degli Stati Uniti coltivava la canapa Si chiamava A. George Bush B. Abraham Lincoln C. George Washington D. Barack Obam
8. Da dove viene la parola Marijuana? A. Spagnolo cinese B. Americano inglese C. Americano cinese D. Spagnolo messicano
15. Bob Marley è stato sepolto con erba e che altro? A. I testi delle sue canzoni B. Una chitarra Gibson rossa e una Bibbia C. Una pipa D. Un crocifisso
9. Quale famoso sostenitore della cannabis ha scritto “il manifesto della cannabis”? A. Howard Marks B. Tommy Chong C. Steve DeAngelo D. Ed Rosenthal
16. Il primo Paese a legalizzare la coltivazione. la vendita e l’uso di erba è stato… A. Uruguay nel 2013 B. Canada nel 2018 C. Olanda nel 1990 D. Spagna nel 2015
10. In quale anno è uscito il primo film di Cheech e Chong? A. 1968 B. 1978 C. 1988 D. 1998
11. Qual è il vero nome di Cheech? A. Richard Bali Cheech B. Richard David Peters C. Richard Anthony Marin D. Richard Miles Hamilton
12. Quando è uscito il primo numero di High Times? A. Estate 1984 B. Estate 1974 C. Inverno 1974 D. Inverno 1984
13. Quale giornalista di Soft Secrets ha scritto The Cannabis Encyclopaedia? A. Betty Green B. Richard Hamilton C. Stoney Tark D. Jorge Cervantes
17. Los Angeles ha più dispensari di erba di A. McDonalds B. Burger King C. KFC D. Starbucks
18. Qual è la prima nazione produttrice di marijuana a livello mondiale? A. Marocco B. Stati Uniti C. Afghanistan D. Colombia
19. La cannabis è legale e non è nemmeno classificata come droga in A. Cina B. Russia C. Corea del Nord D. Corea del Sud
20. Cosa c’è nella stessa famiglia di piante da fiore della cannabis? A. La pianta del tabacco B. I papaveri C. Il luppolo della birra D. Il cacao
Risposte a pagina 46
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L'imperdibile SSIT esce il
22 luglio 2022
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