LA RIVISTA DELLA CANNABIS DAL 1985
20 ANNI
DUTCH DRAGON La bestia sativa
www.softsecrets.com | Numero 4 - 2022 18+ Solo per adulti. Soft Secrets viene pubblicato sei volte all’anno dalla Discover Publisher BV, Paesi Bassi
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La Thailandia diventa il primo Paese asiatico a legalizzare la marijuana MA SOLO PER USO MEDICO BANGKOK — Lo scorso mese in Thailandia sono stati liberalizzati la coltivazione e il possesso di marijuana, un sogno che si avvera per la vecchia generazione di fumatori di erba che ricordano l’effetto della leggendaria varietà Thai Stick. L’intenzione dichiarata dal ministro della Sanità di distribuire 1 milione di piantine di marijuana per la coltivazione ha contribuito a far pensare ancora di più che la Thailandia si sta trasformando in un Paese delle meraviglie dell’erba. Tuttavia, per il momento, gli aspiranti turisti della marijuana rimarranno delusi. La Thailandia è diventata la prima nazione in Asia a liberalizzare la marijuana - nota anche come cannabis, o ganja, nel gergo locale - ma non sta seguendo l’esempio di Uruguay e Canada, gli unici due Paesi che finora hanno legalizzato la marijuana a scopo ricreativo a livello nazionale. Il Governo ha dichiarato di promuovere la cannabis solo per uso medico, avvertendo coloro che desiderano usarla
per divertimento che fumare in pubblico potrebbe ancora essere considerato un atto di disturbo soggetto a una potenziale condanna a 3 mesi e a 25.000 baht thailandesi (780 dollari) di ammenda. Il contenuto estratto rimane illegale se contiene oltre lo 0,2% di tetraidrocannabinolo, o THC, la sostanza chimica che provoca lo sballo. Si tratta all’incirca della stessa quantità che si potrebbe trovare nella canapa, varietà di cannabis coltivata soprattutto per le fibre utilizzate a scopi industriali. La Thailandia sta cercando di fare breccia nel mercato della marijuana medica, i cui benefici derivano in genere da un’altra sostanza chimica, il cannabinolo, contenuta nella pianta. La Thailandia ha già un’industria del turismo medico ben sviluppata e il clima del Paese è ideale per la coltivazione della cannabis. “Dovremmo sapere che uso fare della cannabis”, ha dichiarato di recente il Ministro della Salute Pubblica Anutin Charnvirakul, il più grande sostenitore
della marijuana a livello nazionale. “Con la giusta sensibilizzazione, la cannabis è come l’oro, è qualcosa di prezioso e la si dovrebbe promuovere”. Ma ha aggiunto: “Arriveranno ulteriori notifiche del Ministero della Salute, da parte del Dipartimento della Salute. Se provoca fastidi, possiamo usare questa legge (per impedire alle persone di fumare)”. Ha affermato che il governo preferisce “sensibilizzare”, il che sarebbe meglio che pattugliare per controllare le persone e usare la legge per punirle. “Si dovrebbe trovare la via di mezzo”, ha dichiarato Anutin durante una conferenza stampa in vista della liberalizzazione. Fonte: Time.com
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SCEGLIERE LA LUCE GIUSTA PER LA COLTIVAZIONE INDOOR
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GORILLA ZKITTLEZ
LA SUPER SCIMMIA AMA LE CARAMELLE!
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MILVA: RITORNO AL FUTURO PER TARANTO
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NUOVE VARIETÀ SWEET SEEDS® PER IL 2022
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L'ARTE DEL BONSAI
COME CREARE UN BONSAI DI MARIJUANA
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CANNABUSINESS
FRANCIA:
TRE SALONI DEL CBD Marsiglia, Lione e Parigi. Tra aprile e maggio si sono svolti tre eventi legati al CBD nelle principali città francesi, nelle location più prestigiose della Francia. L’evento di Marsiglia ha accolto circa 1.000 visitatori in due giorni, a Lione si contavano circa 2.500 presenze e a Parigi più di 5.000, tra clienti finali e operatori del settore (tra questi, oltre un centinaio di espositori in rappresentanza di almeno 150 marchi provenienti da tutta Europa) - il che dà un’idea del fascino suscitato in Francia da questo cannabinoide psicoattivo senza effetti psicotropi, una molecola con proprietà rilassanti, analgesiche, antinfiammatorie e neuroprotettive. È stata anche un’opportunità terapeutica per molti visitatori curiosi di tutte le età, provenienti da tutto il continente, e un incredibile motore d’innovazione e sviluppo commerciale per molti produttori lungimiranti, che rappresentano il volano di un’industria giovane e piena di potenzialità. Nel comunicato stampa emesso al termine dei tre Saloni, l’organizzazione ha sottolineato: “Questa prima edizione, particolarmente intensa per il suo tour in Francia partendo da Parigi, ha posto il Salone del CBD, della Canapa e del
grande successo e alla sostenibilità della manifestazione”. Marc ASSOUS, Commissario Generale del Salone CBD, desidera ovviamente ringraziare tutti: “Grazie ai nostri relatori e ai presidenti delle associazioni. Il nostro ringraziamento va anche a tutti i visitatori, che hanno consumato le suole a forza di camminare instancabilmente lungo i corridoi... Sono proprio loro la ragione dei nostri sforzi e della nostra passione, motivazione e lavoro”. Nel 2022, il Salone CBD si terrà nuovamente nel magnifico centro espositivo di Porte de Versailles, nel 15° arrondissement di Parigi. Lunedì 17 ottobre 2022 è prevista una giornata professionale dedicata a ‘Creatività, eccellenza e innovazione, una ricetta vincente’, con la possibilità di un ingresso gratuito dietro presentazione di un biglietto da visita!” In Francia il mercato del CBD è in piena espansione: sono centinaia le aziende e le start-up coinvolte nella promozione di questo composto. La filiera comprende coltivatori, rivendi-
no, in termini di immagine positiva, per la pianta della canapa. Attraverso la democratizzazione in atto nelle società del Vecchio Continente, che contribuisce a sfatare il dogma proibizionista che relega la cannabis ai margini della comunità come falsamente dannosa e ingiustamente criminalizzata, la comunità del CBD ci sta aiutando a capire quanto questa pianta possa essere utile alla società e quanto sia importante valorizzarla sotto tutti i punti di vista.
si tengono ogni anno le più importanti fiere francesi di respiro mondiale. Alcuni curiosi provenienti da tutta Europa hanno fatto capolino per seguire l’esempio e portare questo evento nei loro rispettivi paesi. Desideriamo
tori di infiorescenze, intermediari e, soprattutto, aziende che lavorano le cime e le rendono disponibili per un
Benessere in cima agli appuntamenti degli appassionati di CBD, nel luogo espositivo più prestigioso della Francia, il Paris-Expo, Porte de Versailles, dove
quindi ringraziare tutti gli espositori che ci hanno accordato ancora una volta la loro fiducia per questa edizione 2022 contribuendo enormemente al
segmento di mercato non direttamente interessato al consumo tramite fumo. A nostro avviso, il mercato del CBD ha molte qualità, le due principali sono: entrate fiscali senza precedenti per le economie europee stagnanti e un ritor-
La redazione di Soft Secrets ringrazia di cuore gli organizzatori di questi eventi per il coraggio che hanno messo nel collocare la pianta di canapa sul trampolino che, negli anni a venire, la porterà dalla pregressa clandestinità a dove merita, il mondo del grande pubblico e della distribuzione di massa.
Il prossimo Salone è previsto per il 15, 16 e 17 ottobre 2022 a Porte de Versailles. www.lesalonducbd.fr Marc Assous, organizzatore del Salone CBD, della Canapa e del Benessere marc@expodience.com Tel.no.: 00 33 7 67 06 08 34
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NOTIZIE DAL SETTORE di Rich Hamilton
PERCHÉ IL KM 0 È MEGLIO CON I SEMI modo efficace da potenziali minacce ambientali. Supponiamo che siano esposti a variazioni di luce o di temperatura. In questo caso, i semi cominceranno a consumare le sostanze nutritive immagazzinate, il che significa che non avranno l’energia necessaria per germinare al momento opportuno. La temperatura ideale per conservare i semi di cannabis è 7°C. I semi di cannabis possono tollerare le temperature di congelamento. In natura, i semi rimangono nel terreno tutto l’inverno, in attesa della primavera. Possono gestire le condizioni di congelamento con uno scongelamento delicato. Sono le oscillazioni improvvise di temperatura a provocare danni.
L’industria dei semi di cannabis sta vivendo una vera e propria rivoluzione, con innumerevoli nuove prospettive genetiche che fino a pochi anni fa non esistevano neanche. Sono migliaia le nuove varietà che arrivano sul mercato da centinaia di nuovi produttori, mentre il panorama legale è in evoluzione e sempre più persone s’interessano alla coltivazione domestica. Le varietà da dessert fruttate e dolci, con elevati livelli di THC, selezionate negli Stati Uniti, come la Cookies e la Gelato, negli ultimi anni hanno dominato il mercato in termini di popolarità. Altre varietà di grande successo sono la Cake e la Mints, gli ibridi Contemporary GSC e le numerose varietà Zkittlez. C’è stata una vera e propria impennata nel numero di nuove banche di semi americane ed è ora più facile che mai acquistare semi online. L’attuale governo degli Stati Uniti sembra essere sempre più lassista nell’applicazione delle leggi federali. Non sorprende dunque vedere come nuove varietà spuntino in tutta Europa, poiché i coltivatori vogliono provare le ultime varietà statunitensi. Ciononostante, si dice che alcune di queste varietà statunitensi non siano all’altezza della loro fama. Il basso tasso
Per la conservazione dei semi di cannabis la percentuale di umidità ideale è il 21-30%. Al di sopra di questo valore si entra nella zona di “germinazione”, che spinge il seme a utilizzare le sostanze nutritive immagazzinate. Più è elevata l’umidità, più i semi saranno a rischio di funghi, parassiti o marciume.
I rapidi sbalzi di temperatura possono già di per sé danneggiare o distruggere i vostri semi, così come la possibilità che vengano fisicamente schiacciati sotto il peso di qualche altra tonnellata di posta generica nel circuito postale internazionale. Le modalità di conservazione adottate dalla banca di semi prima dell’acquisto sono tanto necessarie quanto le condizioni in cui vengono trasportati. Devono trovarsi nelle giuste condizioni di temperatura, luce e umidità, ma devono anche essere tenuti lontani dal terreno e in uno spazio pulito. I semi conservati vicino al pavimento possono essere a rischio di esposizione ai roditori, mentre le aree di stoccaggio sporche attirano gli insetti e causano la formazione di muffe, batteri o funghi sui semi e attorno ad essi.
Spedire i semi a lunga distanza è un po’ rischioso. I fattori che esulano dal vostro controllo sono numerosi e potrebbero influenzare la loro vitalità. Inoltre, in molti Paesi vigono determinate norme doganali.
Che si tratti di acquisti all’estero o in loco, è sempre bene fare ricerche e trovare la banca di semi giusta. Una banca di semi di cannabis affidabile avrà una buona reputazione per i suoi prodotti di qualità. I siti affidabili avranno recensioni verificate. Queste dovrebbero darvi una buona indicazione sul fatto che le strutture di stoccaggio e postali sono all’altezza delle aspettative. In alternativa, se vi trovate su qualche forum o gruppo di coltivazione online, chiedete a qualche coltivatore esperto un consiglio su dove acquistare.
Non consentono l’attraversamento delle frontiere nazionali per composti organici come i semi, a causa del rischio di malattie o colonizzazione. Molte banche di semi li spediscono in modo poco visibile per evitare che i semi vengano individuati e sequestrati.
Una banca di semi affidabile non si farà problemi a rispondere a tutte le vostre domande. Contattatela se volete sapere per quanto tempo conservano i loro semi, quali sono le condizioni di conservazione o come li imballano per la spedizione.
Quali sono quindi le condizioni ideali da tenere a mente se si vogliono ricevere e conservare i semi in forma smagliante e ottenere quei raccolti mostruosi che la confezione di semi promette?
Non possono specificare sulla confezione la dicitura “fragile” o che il contenuto deve essere mantenuto in determinate condizioni di temperatura, umidità o conservazione. Una volta entrati nel circuito postale, i vostri semi sono alla mercé dei corrieri postali.
L’esposizione alla luce può innescare la germinazione. I semi devono essere conservati in un luogo che abbia condizioni costanti, sia fresco, al buio e asciutto. È fondamentale che l’imballaggio sia adeguato. I semi devono essere riposti in un contenitore ermetico o sottovuoto, a prova di luce. In questo modo si proteggono in
Cosa potete quindi fare per limitare i danni ai semi che acquistate online? Innanzitutto, acquistate da una banca di semi il più possibile locale. In questo modo si eliminano i lunghi tragitti e l’esposizione alle minacce e alle condizioni sfavorevoli che le fredde stive degli aerei o i veicoli di trasporto caldi e umidi possono presentare.
Speriamo che siate ora in grado di distinguere fra buoni e cattivi nella scelta di un rivenditore. Se siete decisi ad acquistare le ultime varietà statunitensi, la vostra unica opzione potrebbe essere una banca di semi statunitense. In alternativa, perché non provare qualche nuova genetica? Un’opzione selezionata magari nel vostro stesso Paese. Ci sono molte possibilità, anche varietà con genetiche simili alle vostre varietà statunitensi preferite. Alcune delle migliori varietà di erba che ho trovato sono state frutto del caso, quindi perché non provare a cambiare? Potrebbero sorprendervi piacevolmente.
di germinazione, l’elevata percentuale di ermafroditi, i rendimenti più limitati, le dimensioni variabili e la mancanza di potenza e di gusto sono problemi diffusi fra i coltivatori europei di queste popolari varietà statunitensi. Perché? Condizioni inadeguate di conservazione o di trasporto possono rovinare i semi di cannabis. Come tutti gli organismi viventi, i semi possono morire se non vengono trattati adeguatamente e perdere un intero lotto può essere una lezione costosa da imparare. Quando si spediscono i semi su distanze così grandi, come dagli Stati Uniti, la probabilità che la qualità ne risenta è molto più elevata di quanto non avvenga se li si acquista da una banca di semi autoctona.
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COLTIVA CON STONEY TARK di Stoney Tark
TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE SULLA POTATURA DELLE PIANTE DI CANNABIS Avrete senz’altro sentito parlare delle diverse tecniche di legatura utilizzate per incrementare la resa. Sapevate che esiste un altro modo per migliorare i raccolti finali attraverso la potatura? In questo articolo vi illustriamo il metodo della potatura, come si esegue, quando si dovrebbe applicare e i rispettivi vantaggi. Cosa significa potatura? La potatura è una tecnica che consente alle piante d’indirizzare la propria energia verso determinate parti della chioma. Avrete senz’altro sentito parlare della potatura come lollipopping (lecca lecca) e forse lo fate già in questo modo senza che nemmeno ve ne rendiate conto. Esistono diverse modalità di potatura, che possono essere semplici quanto la rimozione del fogliame inferiore e il mantenimento del 30-40% di quello superiore rimanente. Altri metodi, come la tecnica resa celebre dai Jungle Boys, “strip to one node and flip”, funzionano benissimo e sono ormai utilizzati dai coltivatori di tutto il mondo. 5 vantaggi della potatura delle piante di cannabis I vantaggi derivanti dalla legatura e dalla potatura delle piante sono numerosi e non sempre incrementano la resa. Alcuni dei motivi principali per cui un coltivatore può scegliere di potare le sue piante di cannabis indoor o outdoor sono: 1. Un notevole miglioramento del flusso d’aria e della circolazione intorno alle piante. Una volta che la maggior parte del fogliame inferiore e in particolar modo le foglie a ventaglio vengono tagliate, l’umidità non riesce più ad accumularsi e le varietà a predominanza indica diventano molto più facili da lavorare. 2. Le piante utilizzeranno la propria energia per concentrarsi sul fogliame rimanente. Alcuni coltivatori preferiscono potare prima di spostare il timer a un regime 12/12, mentre altri optano per una potatura decisa fra la seconda e la quarta settimana di fioritura. 3. La potatura è un’ottima occasione per ottenere talee di grandi dimensioni. Poiché il fogliame rimosso verrà gettato nel compost, questa è un’ottima strategia per ottenere un volume consistente di cloni. 4. Rimuovendo il 75% e oltre del fogliame, si può ovviare alla preoccupazione per le cime poco sviluppate e di dimensioni ridotte, il che significa che verranno prodotte solo cime pesanti da 5-7,5 cm circa. 5. La potatura è di facile esecuzio-
ne e nella maggior parte dei casi può essere effettuata usando le dita della mano e il pollice. È sempre possibile utilizzare un paio di forbici affilate o un bisturi per eseguire un lavoro più pulito. Quando si può effettuare? Non c’è una risposta giusta o sbagliata, poiché molti coltivatori hanno la propria tecnica preferita di potatura e si renderanno conto che alcune cultivar reagiscono meglio di altre. In linea di massima, la regola generale è quella di evitare la potatura una volta che le piante si sono allungate e hanno cominciato a fiorire, semplicemente per evitare di provocare stress eccessivo e traumi durante una fase di cambiamento fondamentale degli ormoni e dell’auxina di crescita della pianta. • Alcuni coltivatori, come me, potano solamente quando le piante si trovano in fase vegetativa. Se si coltiva indoor, questo avverrà quando il timer è impostato sul regime 18/6 e il fogliame è costituito solo da foglie e rami. Il vantaggio è che le piante possono concentrarsi sulla fioritura senza subire ulteriore stress. Anche prelevare cloni in questo periodo è più pratico e gli stessi radicheranno molto più facilmente rispetto ai cloni prelevati tardivamente durante la fioritura. • Una versione più estrema della potatura si ha quando le piante hanno iniziato la fioritura, si sono allungate e hanno un’abbondante pre-fioritura e cime di piccole dimensioni. Alcuni potrebbero obiettare che si tratta di uno spreco di energia e che è fonte di grosso stress per la pianta. I cloni prelevati a questo punto potrebbero già essere in fase di fioritura, dovranno quindi essere riportati allo stato vegetativo una volta radicati e si dovranno aggiungere altre 3-4 settimane al tempo di clonazione. Le differenze fra clonazione e potatura Prelevare una grande quantità di talee dalle vostre piante e potare sono due cose completamente diverse. È necessario non fare confusione e bisogna capire che la potatura consente alle piante di cannabis d’incanalare i propri ormoni e la propria energia nel fogliame superiore rimanen-
Un esempio di pianta alta 40 cm che è stata potata prima della fioritura. te. Prelevare molte talee da una pianta madre, per esempio, non ha lo stesso scopo della potatura e può migliorare il flusso d’aria, ma non sortirà gli stessi risultati di quelli ottenuti da una pianta destinata alla fioritura. Consigli da prendere in considerazione Consiglio n. 1: Pianificate con cura la quantità di fogliame che taglierete inizialmente e cercate di farlo nel modo più fluido e disinvolto possibile. Pianificate e cercate di essere il più rapidi e delicati possibile. In questo modo ridurrete lo stress per le piante e capirete meglio come queste crescono e trasferiscono l’energia.
modo alla potatura, è quindi bene conoscere le piante su cui si va a lavorare prima di effettuare una potatura decisa. Le cultivar di indica pura e a predominanza indica con distanze internodali ridotte e strette possono in molti casi richiedere una potatura decisa prima della fioritura. Buona fortuna nell’applicare la tecnica di potatura alla vostra coltura di quest’anno al chiuso o all’aperto. Più tempo trascorrerete con le vostre piante, più imparerete a conoscere i metodi di legatura e lo stile di potatura che preferiscono per ottenere i migliori risultati possibili.
Consiglio n. 2: Quando si rimuove il fogliame è meglio usare un bisturi o un paio di forbici pulite per ottenere un taglio davvero netto. Spesso, infatti, se si utilizza un dito della mano e il pollice, si possono lasciare piccole escrescenze, soprattutto in presenza di un numero elevato di piante. Un bisturi assicura un lavoro chirurgico e pulito e impedisce la comparsa di nuovi germogli. Consiglio n. 3: Non tutte le varietà reagiscono allo stesso
Usate forbici o un bisturi affilato per ottenere i migliori risultati.
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COLTIVARE CON MR. JOSÉ Mr. José / info@mrjose.eu
SCEGLIERE LA LUCE GIUSTA PER LA COLTIVAZIONE INDOOR L’illuminazione artificiale è considerata l’area di sviluppo più dinamica della coltivazione indoor. Fino a una decina di anni fa, le fonti di luce ad alogenuri metallici e sodio dominavano il mercato. All’epoca, i moduli LED erano nuovi sul mercato e la maggior parte dei coltivatori dubitava che potessero essere adatti alla coltivazione delle piante. Oggi è possibile scegliere un’ampia gamma di soluzioni che prevede entrambe le tecnologie. In questo nuovo articolo scoprirete la tecnologia più adatta a voi e come fare la scelta giusta.
Una delle fonti HID diventate popolari negli ultimi dieci anni - CMH.
I PERCHÉ LA CANNABIS HA BISOGNO DI LUCI SPECIALI?
I motivi sono essenzialmente due. La cannabis richiede un’illuminazione ad alta intensità (ne parleremo in seguito in modo più approfondito) e anche di luci regolate in modo diverso rispetto a quelle che si usano normalmente, perché l’occhio umano percepisce la luce in modo molto diverso dalle piante. Ciò che è particolarmente importante è la composizione specifica dello spettro luminoso se si vuole indurre una fioritura potente. Che cosa significa in realtà la parola luce? La luce fa parte della radiazione elettromagnetica che ha diverse lunghezze d’onda. Le onde della radiazione elettromagnetica sono come le onde del mare e la distanza fra un’onda e l’altra è quella che viene definita lunghezza d’onda. Le radiazioni con le lunghezze d’onda più corte sono i raggi gamma o i raggi X, mentre quelle più lunghe sono le onde radio. Fra questi due estremi si trova la radiazione con lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 750 nanometri, chiamata luce “visibile”. Le piante percepiscono e rispondono attivamente alle radiazioni elettromagnetiche nell’intervallo tra i 300 e gli 800 nm circa, ma è noto che le piante utilizzano le radiazioni nell’intervallo tra i 400 e i 700 nm per la fotosintesi. L’intervallo 300-800 nm viene talvolta definito radiazione foto-biologicamente attiva (PBAR). Alcune fonti dichiarano che la PBAR inizia a 280 nm. Nonostante la notevole sovrapposizione fra luce visibile e radiazione fotosinteticamente attiva, la differenza principale è che le piante sono più sensibili ad altre fasce di questo intervallo rispetto all’occhio umano. Lo si può dimostrare facilmente, per esempio, con il colore verde. In questa area specifica, le piante sono sensibili solo in
minima parte (riflettono la maggior parte del colore verde), mentre noi esseri umani riusciamo a vederlo molto bene. D’altro canto siamo meno sensibili, per esempio, alle radiazioni rosse a onde lunghe. In pratica, si può dire che se le mettiamo sotto le normali fonti di luce domestiche, le nostre piante cresceranno, ma finiranno per essere deboli e il raccolto finale sarà esiguo. Oggigiorno i produttori di luci per la coltivazione della cannabis hanno approcci diversi. Alcuni si concentrano sullo spettro completo per emulare il più possibile la luce del sole. Altri si concentrano sullo spettro rosso/blu, ossia un’area dello spettro luminoso a cui le piante rispondono meglio in termini di fotosintesi. In entrambi i casi, i produttori cercano di estendere la radiazione nell’area UV-B, il che contribuisce ad aumentare la produzione di resina e/o nell’onda lunga Far-Red, che incide, per esempio, sulla velocità di comparsa della fioritura o sull’allungamento delle parti in ombra della pianta.
POSSO COLTIVARE USANDO LUCI A BASSA INTENSITÀ?
Senz’altro, è sicuramente possibile, ma non ci si può aspettare di ottenere raccolti abbondanti e di buona qualità, poiché le piante di cannabis hanno bisogno di un’elevata intensità luminosa per ricompensarvi con raccolti consistenti e cime compatte. D’altro canto, per esempio, una PPFD (densità di flusso di fotoni fotosintetici) di circa 400-600 µmol/m2s è sufficiente per la coltivazione di pomodori durante la fioritura e la maturazione. Ciononostante, per coltivare cannabis di buona qualità sono necessari 700-1100 µmol/m2s, quasi il doppio. Sono tuttavia numerosi i coltivatori, soprattutto a livello domestico, che coltivano usando luci a bassa intensità. I motivi
possono essere i più disparati: hanno poco spazio in cui coltivare, non sono in grado di raffrescare l’area in modo efficace, oppure vogliono spendere il meno possibile. A questo scopo, le fonti di luce fluorescenti a bassa pressione a base di mercurio, note come CFL, o i moduli LED meno potenti sono la scelta più adatta. Le fonti CFL sono in vendita a partire da 40 €. A me personalmente non piace molto questo modo di coltivare, a mio avviso si tratta di una soluzione di emergenza solo per gli appassionati, perché non è conveniente.
LAMPADE A SCARICA AD ALTA INTENSITÀ (HID) Ancora oggi, questo tipo d’illuminazione è la scelta prediletta dai coltivatori indoor di tutto il mondo. Questa classe comprende lampade al sodio ad alta pressione, lampade ad alogenuri metallici, lampade ad alogenuri metallici in ceramica e lampade al plasma. Il loro grande vantaggio è l’elevata potenza, l’intensità luminosa e, a mio parere, l’ampia gamma di prezzo. Il kit più economico di riflettori e lampade al sodio (600 W) dotato di accessori è in vendita a circa 120 €. I migliori modelli da 600 W con reattore elettronico e controllo della potenza costano circa 500-600 €.
Le lampade al plasma sono lievemente più care, ma possono emettere una percentuale maggiore di radiazioni UV-A e UV-B, che stimolano le piante a produrre più resina e le proteggono anche da diverse malattie fungine. Le lampade al plasma sono una scelta conveniente come illuminazione complementare ad altri tipi di fonti HID e anche ai moduli LED. I sostenitori delle lampade HID sottolineano spesso il fatto che oltre alla luce emettono anche calore radiante, il che significa che emulano perfettamente la radiazione solare. Hanno ragione, perché le altre fonti luminose non producono calore radiante. Inoltre, le lampade HID sono disponibili in molte varianti con diverse curve dello spettro luminoso. Con altre tecnologie non è facile emulare il sole, fonte naturale di calore e di radiazione fotosinteticamente attiva. Tuttavia, ogni medaglia ha sempre due facce e l’emissione di calore è in realtà “il” motivo per cui un elevato numero di coltivatori ha deciso di abbandonare le lampade HID. Perché? L’efficienza di conversione dell’elettricità in luce è molto più bassa
rispetto alla seconda tecnologia più diffusa al giorno d’oggi: i sistemi d’illuminazione a LED. In effetti, le lampade HID emettono spesso più calore del necessario, soprattutto nelle attività al chiuso dove non vi è accesso alla luce solare. Ciò significa che non solo una parte dell’energia consumata dalle luci viene automaticamente utilizzata per produrre radiazioni termiche indesiderate, è anche necessario l’utilizzo di ulteriore energia per raffrescare l’area di coltivazione (che si riscalda più del necessario a causa delle lampade HID). Chi, invece, può ancora trarre vantaggio dall’uso delle HID? Chiunque possa utilizzarle e allo stesso tempo non abbia la possibilità di regolare il clima desiderato, cioè l’umidità relativa e il calore, nell’area di coltivazione. Nelle regioni con estati lunghe e temperature spesso superiori ai 25°C, raffrescare una stanza di coltura completamente indoor dotata di lampade HID sarà sempre più oneroso rispetto all’utilizzo della tecnologia LED. In queste condizioni, i LED sono chiaramente un’opzione preferibile in termini di efficienza complessiva. D’altra parte, nelle aree con estati brevi e temperature più basse, raffrescare una stanza di coltura potrebbe essere più semplice e il prezzo più basso delle lampade HID potrebbe quindi avere più senso dal punto di vista economico. Nonostante ciò, si parla solo di breve termine, poiché la durata di vita dei moduli LED di buona qualità è molto più estesa di quella delle lampade HID. In un ambiente esplicitamente freddo, le lampade HID possono sempre essere un’ottima soluzione. Questo è dovuto al fatto che se si utilizzassero altre tecnologie d’illuminazione, la stanza di coltura dovrebbe essere riscaldata esternamente.
MODULI LED
Quando sono arrivati sul mercato i primi moduli LED per la coltivazione delle piante, attorno al 2010, c’erano molti dubbi o aspettative irrealistiche su ciò che potessero fare. Da allora è passato molto tempo e oggi credo che le fonti a LED siano adatte quasi a tutti. Questa tecnologia è sulla buona strada per diventare il sistema dominante nel settore della coltivazione, proprio come è avvenuto nell’illuminazione convenzionale. I LED presentano due enormi vantaggi: fanno risparmiare il 30% circa di energia rispetto alle lampade HID e hanno una durata di vita incomparabil-
11 d’illuminazione con LED di diversi colori, è possibile modificare lo spettro luminoso nel corso della coltivazione, per aggiungere ad esempio più rosso durante la fase di fioritura o, al contrario, più blu durante la fase di crescita. Sono disponibili molte varianti. Sul mercato si trova un gran numero di moduli LED e i loro prezzi variano in modo sostanziale. La regola di base è che i LED di qualità non sono economici. Quando i produttori di LED vogliono risparmiare, hanno una serie di opzioni a disposizione. I produttori di chip, che si tratti di OSRAM, Samsung, Cree o Seoul, producono chip di qualità superiore e inferiore con un’emissione luminosa più bassa. La produzione Non c’è dubbio che la tecnologia LED sia una buona soluzione per la coltivazione della cannabis.
mente più lunga. Mentre le lampade HID funzionano correttamente tra le 10.000 e le 20.000 ore, si dice che i moduli LED abbiano una durata di 50.000 ore, che può arrivare addirittura a 90.000 ore con ottiche secondarie. In una tipica stanza di coltura indoor, le luci restano accese circa 5.000 ore l’anno. Inoltre, le luci LED emettono una quantità di calore notevolmente inferiore e sono di gran lunga più convenienti rispetto al passato, quando sostituire le fonti HID richiedeva un investimento
dieci volte superiore. Nella stanza di coltura si produce comunque un po’ di calore, perché anche i diodi semiconduttori si surriscaldano in fase di funzionamento, anche se non diventano caldi quanto le lampade HID. Inoltre, la temperatura dei LED dev’essere mantenuta il più bassa possibile per un funzionamento corretto ed efficiente. La tecnologia LED offre uno spettro luminoso altamente variabile che può essere modificato durante la coltivazione. In parole povere: una volta impostato il sistema
Le fonti HPS sono ancora un’ottima scelta per i coltivatori di cannabis.
di semiconduttori non si può controllare al 100%, è quindi naturale che ci siano livelli diversi di qualità nella produzione. Ogni produttore offre diversi livelli di qualità per ogni tipo di diodo. I diodi di alta qualità possono costare tre volte di più di quelli di qualità inferiore. È anche possibile scegliere tensioni più elevate e ottenere più luce con meno diodi. In questo caso, però, la durata del prodotto si riduce notevolmente e può essere addirittura inferiore a quella delle lampade HID. E le differenze vanno anche oltre. Per un’analisi più dettagliata della situazione del mercato dei LED si rimanda a un articolo specifico, che verrà pubblicato sul prossimo numero di Soft Secrets.
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BARNEY’S FARM STRAIN STORY Testo e immagini: Green Born Identity – G.B.I.
Gorilla Zkittlez La super scimmia ama le caramelle! visto che i suoi geni di questo tipo sono solo al 60%: molto fitta e robusta, spazio internodale ridotto, 25 e 27 cm di altezza rispettivamente.
Le fontane di resina hanno iniziato a zampillare molto presto Dopo essere entrate nella fase di fioritura, le due piante hanno rivelato una forte propensione all’allungamento, i geni Sativa di Gorilla Zkittlez si sono chiaramente messi al lavoro. Le foglie di recente formazione sono diventate più sottili, ma sempre con quella lucentezza oleosa.
Se il ‘super scimmione’ GG4 si pappa una caramella Zkittlez, accadranno cose spettacolari! I breeder Barney’s Farm hanno unito due delle migliori e più ricercate genetiche degli ultimi anni per una resa dei conti emozionante: per il nuovo strain Gorilla Zkittlez, GG4, il potente Kong tra le varietà di cannabis, era in agguato e ha divorato la ‘super caramella’ Zkitllez, che ha dimostrato di essere un partner per l’accoppiamento davvero congeniale. Questo processo di breeding tutto californiano ha dato i suoi frutti rapidamente, ovvero un mega ibrido con una leggera dominanza Indica (60%) e un livello di THC molto elevato del 24% che garantisce sia una forte psicoattività che effetti medicinali – relax totale è la parola giusta. Gorilla Zkittlez possiede lo stesso pazzesco rivestimento di resina di GG4, un vero e proprio oceano di tricomi trabocca dalle piante. Ciò che colpisce i grower è anche la resa sopra la media: un carico fino a 500-700 g fa di essa un peso massimo, in appena 8-9 settimane di fioritura – questo significa essere sportivi! Le specifiche outdoor di questo strain appaiono altrettanto spettacolari, con un’altezza di soli 1.7 metri gli esemplari di Gorilla Zkittlez possono produrre fino a 2.5 kg in outdoor. Il che, come è ovvio, è
possibile solo se le condizioni ambientali sono perfette con abbondante sole e caldo. Le enormi cime che ne risultano presentano una buona resistenza alla muffa, in una scala da 1 a 5 Barney’s la valuta 4. Sotto la luce naturale le piante arrivano a maturazione tra la prima e la seconda settimana di ottobre.
Anteprima in grow room: The Doc mette alla prova per la prima volta le gentiche Barney’s Farm Già da un bel po’ di tempo The Doc aveva buttato un occhio sugli strain Barney’s Farm, ma non ne aveva mai provato alcuno fino a quando il lancio del nuovo Gorilla Zkittlez lo ha finalmente incentivato ad agire. Nel giro di 72 ore i due semini piantati sono fuoriusciti dalla superficie. Una crescita rigogliosa e cespugliosa si è presto fatta strada, mostrando foglie dalle tonalità verde scuro, inusitatamente lucide e dall’aspetto grasso. Entrambe le piante hanno trascorso 3 settimane in fase vegetativa prima che The Doc le passasse alla fase di fioritura cambiando a 12/12. Il ritmo di crescita mostrato ricorda quello di una Indica classica, più di quanto ci si aspettasse
A proposito di olio – le fontane di resina di Gorilla Zkittlez hanno iniziato a zampillare molto presto, con i calici e le foglie delle infiorescenze più giovani che mostravano scintille bianco-argentate già tre settimane e mezzo dopo il cambio di periodo. The Doc ha dichiarato, “questo è pazzesco! La gorilla presente in questa varietà già inizia a trasudare così presto, si tratta di un record. Ciò fa ovviamente crescere le aspettative sul carico di tricomi che presto accumulerà...” Dopo 4 settimane di fioritura lo stelo e i rami finiscono l’allungamento, con le due piante che presentano altezze di circa 60 cm.
Resa alla King Kong dalle dimensioni gigantesche La struttura delle cime è chiaramente di tipo Indica, formata da grossi e tondeggianti fiori che alla fine, dopo 58 e 60 giorni di fioritura (in linea coi tempi previsti), si sono gonfiati assai ricoprendosi di strati di sfarzosa resina, perfino le foglie superiori si sono rivestite di cristalli. Entusiasmato, The Doc, “come mi aspettavo, le cime sono diventate super appiccicose e dall’aspetto zuccherino: Gorilla Zkittlez è davvero inzuppata in grandi quantità di sudore dolce di scimmia, è un glorioso festival della resina! Questa varietà è anche stata all’altezza di quanto dichiara di produrre, le due piante sono fornite, dalla base fino all’apice, di vere e proprie cime da pesi massimi. Questa combinazione di qualità e quantità è proprio eccezionale! Altrettanto meritevole è la grande uniformità dei due esemplari”. Il loro intenso aroma è un mix inusuale di note dolci di frutta tropicale e sentori di hashish nero saporito, con l’aggiunta di un pizzico di muschio a completare. Alla fine del loro ciclo di vita le due piante presentavano una forma tondeggiante e maneggevole con altezze di 60 e 67 cm. “Che mi venga un colpo!”, ha esclamato The Doc con gioia quando tre settimane
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dopo ha messo le sue cime di Gorilla Zkittlez – dure come il petto di un gorilla, e con una stupenda e ricca copertura di tricomi – sulla bilancia. La resa di entrambe le piante ammontava a ben 225 grammi – “dimensioni da King Kong davvero giganti, sopratutto prendendo in considerazione le dimensioni piuttosto ridotte delle piante. Hanno quasi prodotto il doppio in grammi di quanto misurassero in centimetri, il che è davvero incredibile”, ha detto uno sbalordito Doc.
Vaporizzare Gorilla Zkittlez: “Come se King Kong avesse ammorbidito la mia testa e il mio corpo” body“ Quando The Doc ha finalmente maneggiato e aperto una cima per il suo primo test di vaporizzazione, una sofisticata doppia fragranza si è fatta strada tra le sue narici: in primo luogo ha percepito odori dolciastri di frutta esotica che richiamavano il mango e che, dopo un secondo, hanno lasciato spazio a un persistente e intenso profumo di hashish. Al momento di assaggiare la cima nel suo vaporizzatore “Mighty”, si è ripetuta l’inusuale successione olfattiva – quando il vapore è passato dalla bocca sapeva di frutta dolce, ma l’impressione finale era di nuovo di hashish esotico. The Doc ha aspirato profondamente altre tre volte prima di sentire a pieno gli effetti. Dopo il secondo ha notato una leggera pressione intorno agli occhi e alle tempie, e uno sballo forte emergere dal profondo. Dopo il terzo tiro sembrava come se King Kong apparisse dal vapore e lo afferrasse con
forza. “Il gorilla flette i suoi muscoli di THC e comincia a rendere soffice la mia testa e il mio corpo!”, rideva The Doc, “mi sento tutto resinoso.” Altri due tiri e The Doc è diventato una gelatina traballante… vale a dire che ha raggiunto un rilassamento fisico e mentale da lui molto apprezzato. Ha allungato le gambe sul divano e si è messo ad ascoltare suadente musica jazz. Sotto l’influenza di Gorilla Zkittlez la sua bocca è diventata molto secca, ma una bottiglia di succo di mango opportunamente piazzata sul tavolino accanto gli ha dato sollievo immediato. L’effetto di rilassamento profondo è durato per oltre due ore, facendolo sognare pur senza farlo addormentare – calmandolo al massimo. The Doc ha poi concluso dicendo che “questo mega ibrido ha mantenuto tutte le sue promesse, ha dimostrato di essere un successo per
quanto riguarda la produzione di cime e di resina, con una potenza e un aroma pazzeschi, oltre ad avere un periodo di fioritura moderato e delle dimensioni indoor maneggevoli – tutto è perfetto in questo strain. Lunga vita alle genetiche west coast!” Green Born Identity – G.B.I.
Dati di coltivazione: Genetiche
Gorilla Zkittlez (GG4 x Zkittlez)
Fase Vegetativa
Tre settimane (dalla germinazione)
Fase di fioritura
58 e 60 giorni totali
Substrato
Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri
pH
6.2-6.6
EC
1.2–1.8 mS
Illuminazione
Fino a 12 x SANlight S4W = 1680 Watt
Temperatura
19-28°C
Umidità aria
40-60%
Irrigazione
Manuale
Fertilizzanti
Organic Bloom Liquid di Green Buzz Liquids
Additivi/stimolanti
Living Organics, More Roots, Humic Acid Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits from Green Buzz Liquids
Strumenti
CleanLight Pro per la prevenzione della muffa
Altezza
60 e 67 cm
Resa
226 grammi (somma di entrambe le piante)
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BELPAESE di Fabrizio Dentini
MILVA: ritorno al futuro per Taranto Nico Capogna e MILVA. Storia di un’illuminazione diventata realtà in nome dell’amore per la terra di Puglia. Nico Capogna è regista, produttore e montatore diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Dalla sua mente nasce il progetto MILVA un «mockumentary» ambientato nella Taranto del futuro che ci ricorda che l’avvenire è composto da quanto gli uomini di oggi metteranno in fucina per le generazioni successive. SSIT: Quale suggestione sta alla base del tuo documentario? Nel futuro prossimo l'Ilva di Taranto è diventata uno stabilimento di lavorazione della canapa. Gli stabili non utili allo scopo, perchè troppi o perchè troppo grossi vengono rimodulati come polo museale: il simbolo degli errori che non si devono più commettere. Da qui il nome MILVA: Museo ILVA. Il fine del video è quello
15 FLASH PRODOTTO di voler far riflettere sull'economia e il liberismo, sul petrolio, sulla disinformazione che è stata fatta riguardo alla canapa (e alla marijuana), e non per ultimo, denunciare gli scempi dell'Ilva. Il tutto però visto sotto un'ottica "positiva". Non c'è denuncia, perchè vediamo il tutto già proiettato nel futuro e non ci sono riferimenti troppo contingenti alle realtà politiche e/o economiche di adesso, non è quello il fine, non si vuole fare un prodotto alla "Report", ma più che altro si è voluto fare un film che faccia riflettere e soprattutto sognare.
SSIT: Quando presenterete il documentario al pubblico? ll documentario verrà presentato questa estate in prima internazionale, presso lo spazio porto nella città di Taranto. Ci è sembrato fondamentale presentare per la prima volta questo progetto nella sua terra madre, per dare voce e spazio a tutti i contributi che sono stati dati con passione dalle persone intervistate.
SSIT: Il mondo che racconti, nel quale la canapa potrà da un lato bonificare il siderurgico e dall'altro innescare un'economia verde è un mondo possibile o solo ipotizzabile?
sviluppo del progetto? Anche se può sembrare strano, per adesso la parte politica, quando è stata interessata, ha visto e recepito il progetto con forte interesse. Il punto è che si sta parlando di un documentario. Come sempre, potrebbe essere preso come uno specchio per le allodole o la scusa di una promessa. Mi spiace dirlo, ma sono molto amareggiato, quando si parla di logiche ambientali che vanno contro le logiche economiche, tutto si immobilizza, e quello che rimane nell'aria sono solo tante parole, tante promesse, e tanti obiettivi che non si raggiungono e tante promesse. Greta Thunberg docet.
SSIT: Perché credi sia così difficile trovare una soluzione per l'ILVA? Non sono un politico (per fortuna), quindi sono estraneo dalle logiche e dagli interessi economici e produttivi che possono esserci dietro alla più grande acciaieria d'Europa. Non voglio neanche immaginare a che livello di inciuci e accordi internazionali siano arrivati dopo 60 anni di storia della fabbrica. Il problema non sono i progetti di riconversione e le alternative, ce ne sono tantissime. Il problema sono gli accordi miliardari, quelli sono difficili da bonificare.
E’ un dato di fatto che la canapa abbia importanti proprietà di fitorisanamento del terreno, infatti è stata utilizzata per la bonifica nei territori di Chernobyl. La stessa idea mi venne in mente da un articolo letto a fine 2015 dove l'Associazione Canapuglia di Conversano (primo gruppo procannabis pugliese) avrebbe attivato a febbraio 2016 un progetto che prevedeva la coltivazione di canapa intorno all'Ilva. Il progetto partì dalla masseria di Vincenzo Fornaro, il quale qualche anno prima fu costretto a macellare gli animali con cui faceva produzioni alimentari perché affetti da diossina.
SSIT: Che cosa ti hanno insegnato i cittadini di Taranto che hai intervistato?
Il tema quindi è molto caldo. Io per primo credo che le nostre realtà produttive, a partire da quelle più inquinanti come l'ex Italsider di Taranto, debbano prima di tutto ridefinirsi dando priorità alla sostenibilità ambientale dei processi, piuttosto che al mero guadagno economico. Il mondo, è un dato di fatto, sta collassando, dovremmo prenderne atto tutti, il prima possibile.
Quindi sono stato colpito da quanti movimenti, quanta passione, quanta rabbia e tristezza permei il tessuto sociale di Taranto.
SSIT: Che ruolo ha giocato la politica nello
Una delle cose che ho scoperto è stata la scarsa correlazione tra il lavoro dei tarantini e questa grande industria. Prima di cominciare le riprese davo per scontato che molti tarantini non volessero la chiusura (o riconversione) dell'ex Ilva per motivi collegati al lavoro. La verità è che oggi, fra cassa integrati, tagli vari e assunzioni fuori area, sono rimasti veramente pochi i tarantini che lavorano nell'azienda.
Stanno riducendo un territorio fantastico a un colabrodo. È stato quindi illuminante vedere tanta consapevolezza nei tarantini, con l'idea che questo mostro economico e inquinante non lo vuole più nessuno. Tutti sono consapevoli, oggi, che la loro terra possa offrire molto di più, qualcosa di molto più unico che di una fabbrica posizionata lì decenni fa.
PROFAN TT / ESTRATTORE AD ALTA POTENZA Da oltre 8 anni il marchio GARDEN HIGHPRO sviluppa e produce la propria gamma di estrattori PROFAN TT. Per facilitarne l'impiego e la messa in servizio negli spazi adibiti alla coltivazione, l'intera gamma è dotata di cavo e di interruttore a due velocità + stop. I materiali dei componenti di PROFAN TT sono stati appositamente selezionati per garantire una lunga vita utile del motore anche in condizioni avverse. PROFAN TT è disponibile in 4 dimensioni: 100/125/150/200.
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LIFESTYLE di sudestfam@protonmail.com
WEEDGANG TRA
CANNABIS TOKENIZZATA E METAVERSO
Immaginate un metaverso dove tanti uomini pixellati ammirano file intere di piante di cannabis tokenizzate mentre fumano orgogliosi dalla loro pipa. Recita proprio in questo modo l'introduzione al White Paper di WeedGang, la nuova piattaforma di farming game sulla marijuana, lanciato nel 2021da un team di esperti specializzato in NFT, deFI e immancabilmente sulla coltivazione di cannabis. WeedGang si è contraddistinto sin dal primo momento dal resto dei cannabis farming game che popolano la scena, infatti la sua piattaforma funziona con ceppi di marijuana reali, creati dai breeders più famosi e tokenizzati per farli vivere e crescere nel metaverso. Growers di marijuana del calibro di Sam the Skunkman, creatore della più famosa Skunk #1, hanno contribuito alla collezione di strains NFT che si possono minare, comprare e vendere. Vediamo come funziona. Innanzitutto è importante sapere che la piattaforma è dotata di un proprio token, il $RAKS, necessario per poter accedere alle utility messe a disposizione dei giocatori che su WeedGang diventano dei veri e propri coltivatori di marijuana. Per ottenere il token bisogna mantenere le piante possedute in stato di "stake". Ma andiamo per ordine. Per iniziare a giocare dobbiamo possedere un wallet, cioè un portafoglio virtuale necessario per acquistare e custodire gli NFT; il wallet di Metamask è uno dei più diffusi e abbastanza semplice da utilizzare. Il primo passo da fare è quello di acquistare sul sito web opensea.io una parcella di terra del metaverso di WeedGang, denominata "plot", necessaria per coltivare le piante di marijuana NFT. Su ogni plot è possibile piantare fino a 5 NFT differenti. Sempre su opensea.io possiamo trovare la collezione di 6000 ceppi di marijuana NFT, caratterizzati da tratti genetici differenti che gli rendono unici. Inoltre ogni strain è rappresentato da un'illustrazione generata dalla combinazione delle caratteristiche possedute in forma di metadati. Tutti gli acquisti vanno effettuati con la criptomoneta ethereum e, per alcuni NFT, è disponibile anche l'opzione di pagare direttamente con WETH, cioè il wrap di ethereum nato per facilitare alcune operazioni che si eseguono sulla blockchain.
WeedGang app Il prezzo degli strains NFT varia in base a molti fattori, primo tra tutti la sua rarità. Una volta terminati gli acquisti, ci connettiamo con il wallet al sito web app. weedgang.game e possiamo iniziare a giocare. La piattaforma permette di guadagnare e accumulare $RAKS per ogni pianta posseduta e tenuta in "stake". Lo stake di una criptomoneta è l'atto di bloccare una certa quantità su un portafoglio per un determinato periodo di tempo al fine di ricevere una ricompensa. In WeedGang più piante teniamo in stake e maggiori saranno i nostri guadagni. Attenzione però, il $RAKS è un token scambiabile solo all'interno della piattaforma ma può rivelarsi molto utile per guadagnare nella realtà. Infatti il token permette di eseguire svariate azioni su WeedGang con zero gas fees che si traduce in un gran risparmio. Gli strains NFT sono differenziati per generazione, la collezione creata in accordo con i breeder di cannabis del mondo reale fa parte della prima generazione mentre i discendenti della
GEN.1 appartengono alla generazione numero 2. Gli strains di prima generazione permettono di guadagnare $RAKS per tutta la vita attraverso il loro stake, invece quelli della generazione successiva smettono di guadagnare token per il loro stake dopo solo 10 giorni. I guadagni per lo stake non sono fissi ma sono regolati da un meccanismo bilanciato di inflazionedeflazione. Una delle funzioni più importanti del gioco è l'utility breeding: da qui possiamo incrociare le piante da noi possedute per creare nuovi strains e assegnarli il nome desiderato e la nostra firma. Il token $RAKS in questo caso torna molto utile perché ci consente di ibridare a costo zero i nuovi ceppi di marijuana che altrimenti dovremmo pagare in ethereum. I nuovi NFT creati saranno disponibili sul nostro wallet con la possibilità di essere venduti su opensea.io e iniziare a guadagnare realmente dalla coltivazione di cannabis virtuale. Il gioco propone tra le sue funzionalità una battaglia tra strains, dove il
concorrente che gareggia con la pianta con i tratti migliori può vincere gli strains di altri giocatori intascandoli nel proprio wallet, rendendo la piattaforma ancora più divertente. Uno degli obiettivi che WeedGang propone agli utenti è la creazione di valore attraverso la progressione genetica: con questi due termini viene definita dal team la continua ricerca di nuove genetiche di marijuana e il loro costante miglioramento per mezzo del breeding. Al pari di ciò che succede nella vita reale dove i migliori breeder piantano, incrociano e selezionano migliaia di piante per trovare l'esemplare migliore, con le infiorescenze più grandi, il maggior contenuto di cannabinoidi o con un profilo terpenico incredibile, anche in WeedGang funziona allo stesso modo. I breeder più abili verranno premiati maggiormente per i loro sforzi. Weedgang è un farming game molto interessante che permette agli utenti di divertirsi giocando e apprendere tantissimo sulla pianta di cannabis e la sua biodiversità.
L'efficace assorbimento dei nutrienti è cruciale per ottenere il massimo rendimento dalle tue piante. Ecco perché i migliori coltivatori usano Advanced Nutrients Sensizym®, un additivo enzimatico unico che scompone il materiale organico in nutrienti solubili, rendendoli assimilabili per le piante. Il risultato? Si creano le condizioni ideali per un raccolto prezioso e lussureggiante.
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BANCHE DEI SEMI
Purple Punch OG XL Auto (SWS96)
Sweet Mimosa XL Auto (SWS94)
Nuove varietà® Sweet Seeds per il 2022
Siamo entusiasti di presentare la nostra nuova linea di semi di cannabis. Un altro anno in cui abbiamo l’onore di continuare a offrire semi di altissima qualità al mondo della cannabis. Noi di Sweet Seeds® continuiamo a lavorare e a condurre ricerca per creare nuove genetiche che possano adattarsi a qualsiasi tipo di coltivazione, distinguendosi per originalità e qualità. Volete conoscere le nostre Nuove varietà per il 2022? Continuate a leggere! Perché scegliere le nostre varietà? Il nostro impegno nei confronti dei nostri clienti è molto chiaro. Puntiamo a raggiungere l’eccellenza nella creazione di genetiche che abbiano: • • • •
Il massimo della qualità. Sapori e aromi deliziosi e intensi. Una percentuale di femmine del 99,9%. Una percentuale di germinazione superiore al
•
95%. Una produzione elevata di fiori e resina.
E quale miglior riconoscimento se non gli oltre 150 premi assegnati alle nostre varietà e 3 premi come migliore banca di semi. A tutto questo, vorremmo aggiungere che noi di Sweet Seeds® siamo stati la prima banca di semi di cannabis a lanciare sul mercato (nel 2013) una gamma di genetiche a fioritura rapida fotoperiodo-dipendenti, la ben nota e
famosa F1 Fast Version®.
Veniamo quindi al dunque: Le migliori nuove varietà femminizzate e americane per il 2022 Il nostro coinvolgimento nelle genetiche americane risale a molto tempo fa. Nel 2007 abbiamo lanciato la nostra prima varietà da genetica USA, la Ice Cool® (SWS06), sviluppata da una linea di NYC Diesel. Questa varietà ha avuto un grande successo fin dal suo lancio e i 7 premi ricevuti lo dimostrano. Da buon
seme americano, spicca per la potenza, la produzione e gli aromi esotici e intensi. Per il 2022, vi proponiamo una selezione di genetiche USA, per avvicinarvi un po’ di più alla piena conoscenza degli incroci di maggior successo del panorama americano della cannabis. Senza ulteriori indugi, vi presentiamo le nostre 7 nuove varietà americane dagli aromi intensi, dalla grande potenza e dall’eccezionale produzione di resina.
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Auto® (SWS56). È un gigante a livello di produzione di terpeni, e meritano una menzione speciale il suo aroma e sapore dolce e fruttato, con toni OG Kush extra piccanti.
È il momento di scoprire il nostro cocktail più stimolante, allegro ed energico. L’incrocio tra una delle genetiche più apprezzate degli Stati Uniti, Mimosa, e la nostra Cream Mandarine Auto® (SWS29). Il suo aroma squisito e il sapore agrumato di arancia e mandarino con tocchi terrosi tipici della varietà originale Mimosa contribuiscono a creare una fragranza che ricorda un buon cocktail di succo appena spremuto.
Tropicanna Poison XL Auto®️ (SWS95) Tropicanna Poison XL Auto® è la nostra autofiorente XL in tutti i sensi: resa, gusto, effetto e aroma. Nasce dall’incrocio tra un clone d’elite di Tropicanna Cookies, genetica “Super Strong” della famosa famiglia USA Cookies, dal fenotipo a fiore viola, e la nostra famosa autofiorente a fiore viola Red Poison Auto® (SWS39). È una pianta a resa elevata con cime impregnate di resina che possono raggiungere fino al 24% di THC, senza
Tropicanna Poison XL Auto (SWS95)
In alcuni esemplari la Purple Punch OG XL Auto® può sviluppare fiori e foglie di un bel colore viola o rossastro.
Sweet Mimosa XL Auto (SWS94)
dimenticare gli elevati livelli di terpeni che genera. Si tratta senza dubbio di una varietà ricca di aromi e sapori. Molto dolce, intensa e densa, con toni di mango e un morbido sfondo Skunk.
Purple Punch OG XL Auto® (SWS96) Ecco una pianta di dimensioni XL, perfetta per le estrazioni. Questa varietà autofiorente di 5a generazione è il risultato dell’incrocio tra la Purple Punch OG® (SWS93) e la Killer Kush
Purple Punch OG XL Auto (SWS96)
20 fra un clone d’élite di Strawberry Banana e la nostra Sweet Gelato Auto® (SWS76). Spicca per il suo aroma potente e il sapore dolce e fruttato, oltre agli aromi di OG Kush, così irresistibili fra gli appassionati della cannabis. Una varietà autofiorente molto veloce che sviluppa enormi
incredibili quantità di terpeni, con un aroma dolce e fruttato molto intenso. Incredibile produzione di cime strette e dense ricoperte da un’irresistibile resina con alti livelli di THC: può raggiungere il 24%! Da questa varietà potete aspettarvi un effetto di felicità, calma e relax. In poche parole, è una
Skywalker OG Runtz XL Auto (SWS97)
Skywalker OG Runtz XL Auto® (SWS97) Continuiamo con le varietà autofiorenti americane extra-large. La Skywalker OG Runtz XL Auto® è una varietà prevalentemente indica, con rese elevate, che probabilmente arriva da un’altra galassia, con aromi e sapori imperiali. Toni dolci e fruttati, terrosi e speziati spiccano in questa varietà, mescolati con gli aromi tipici delle famiglie Diesel e OG Kush. Questa fantastica autofiorente deriva dall’incrocio fra una speciale indica, molto presente sulla costa occidentale degli Stati Uniti, la Skywalker OG (OG Kush x Skywalker) e la nostra Runtz XL Auto® (SWS88).
dell’incrocio tra la nostra autofiorente Gorilla Girl XL Auto® (SWS82) e una delle maggiori rappresentanti della famiglia Cookies negli Stati Uniti, la Sunset Sherbet. Questa varietà si aggiunge alla nostra gamma di varietà a fioritura ultrarapida dipendenti da fotoperiodo, il concetto “F1 Fast Version®” e consente di raggiungere fino al 23% di THC in tempi record. La Gorilla Sherbet F1 Fast Version® è una scelta di aromi e sapori molto potenti, dolci e fruttati, con toni agrumati e legnosi.
Strawberry Banana Gelato XL Auto® (SWS99) Se state cercando una caramella Extra Large, molto resinosa e potente, la
Strawberry Banana Gelato XL Auto (SWS99)
quantità di resina nelle sue cime dense, con elevati livelli di THC (18-22%), in sole 8 settimane dalla germinazione. Una pianta meravigliosa: dimensioni XL, fruttata, veloce e potente... Cos’altro possiamo chiedere?
Sweet Zenzation XL Auto® (SWS100) Sappiamo tutti che in America quasi tutto è più grande e anche la nostra Sweet Zenzation XL Auto® è ora più grande. Questa varietà autofiorente di 7a generazione, a prevalenza indica, può raggiungere i 120 cm di altezza. In sole 8 settimane le piante producono
Gorilla Sherbet F1 Fast Version (SWS98)
Gorilla Sherbet F1 Fast Version® (SWS98) Questa nuova varietà è il risultato
Strawberry Banana Gelato XL Auto® è già presente nel nostro catalogo. Questa varietà autofiorente di 6a generazione è il risultato dell’incrocio
Sweet Zenzation XL Auto (SWS100)
varietà Zkittlez americana! Dimensioni XL, THC elevato e cime dense. Come potete vedere, è più che certo che troverete il seme ideale per la vostra collezione. Ci auguriamo che i nostri nuovi semi di cannabis per la stagione 2022 vi avvicinino un po’ di più alla potenza, agli aromi e ai sapori tipici americani. Ma soprattutto ci aspettiamo che possiate godervi le vostre collezioni di semi tanto quanto noi ci siamo divertiti a creare le nostre genetiche. Quale delle nostre nuove varietà sceglierete? Grazie per averci seguiti. Vi auguriamo la più Sweet (dolce) delle esperienze.
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COLTIVA CON JORGE CERVANTES di Jorge Cervantes – jorge@marijuanagrowing.com
COLTIVARE CANNABIS SENZA STRESS La temperatura notturna nella stanza di coltivazione può scendere di 2-5 gradi C con effetti poco evidenti sul tasso di crescita. Mantenete le temperature notturne al di sopra dei 5 gradi C e non fatele congelare. Se la temperatura scende al di sotto di 0 gradi C, il gelo rompe le cellule della pianta e il fogliame muore oppure, nel migliore dei casi, cresce lentamente. La crescita rallenta quando la temperatura scende al di sotto dei 10 gradi C. Non è consigliabile stressare le piante in condizioni climatiche fredde; potrebbe produrre un contenuto di THC proporzionalmente più elevato, ma ridurrebbe la produttività complessiva delle piante. Le temperature superiori ai 29 gradi C non sono raccomandate nemmeno quando si utilizza l’arricchimento di CO2.
Le piante grandi e forti hanno subito poco stress. Quando si lascia crescere senza stress, la cannabis si sviluppa raggiungendo il massimo del suo potenziale genetico. Questo si traduce in un raccolto abbondante. Lo stress porta la cannabis a svilupparsi più lentamente. Il risultato finale è un raccolto inferiore alla norma. Potete aiutare le vostre piante di cannabis a evitare lo stress provocato dalle differenze di temperatura, umidità e a livello di acqua d’irrigazione. Lo stress apre anche le porte agli attacchi di malattie e parassiti, all’inversione di genere e alla creazione di qualità intersessuali (ermafrodite). Ecco alcune semplici tecniche che potete utilizzare per evitare lo stress a voi e alla vostra coltivazione e per ottenere un raccolto abbondante.
L’escursione termica provoca stress e incide anche sull’umidità relativa, provocando spesso ulteriori effetti collaterali. Affrontare la questione dello stress da temperatura senza parlare di come influisce sull’umidità darebbe un quadro incompleto.
La temperatura incide sulla crescita della cannabis e, se estrema, può comportare stress. Sia la temperatura atmosferica che quella del terreno influenzano la crescita delle piante. Misurare e controllare la temperatura è
fondamentale per ottenere un raccolto di cannabis sana. La temperatura influisce anche sull’umidità in una stanza chiusa e in una serra. All’aperto il controllo dell’umidità è minore. In effetti, il massimo controllo lo si ha quando si pianta in una zona ventilata o in un luogo dove l’aria si muove.
Gli stomi si aprono e si chiudono in base alle esigenze della pianta in relazione all’ambiente. Gli stomi si aprono e si chiudono parzialmente o completamente in una serie di condizioni diverse di stress, fra cui temperature e umidità basse ed elevate. Temperature superiori a 29 gradi C e umidità relativa superiore all’85% provocano l’apertura degli stomi nella fascia 70-80% per raffreddare il fogliame. Le alte temperature e la bassa umidità inducono gli stomi a chiudersi per ridurre la traspirazione e conservare quindi l’acqua, il che tende a disidratare la cannabis. Evitate di sottoporre le piante di cannabis a stress da calore e umidità, in modo tale che gli stomi funzionino al massimo delle loro capacità.
In condizioni adeguate, che sono estremamente impegnative da mantenere, le temperature più elevate accelerano la crescita. Più fa caldo, più acqua è in grado di contenere l’aria. Per esempio, una stanza di coltivazione o una serra che può contenere 190 cl di acqua a 32 gradi C con un’umidità relativa del 50%, manterrà gli stessi 190 cl a 21 gradi C, ma l’umidità salirà al 75%! Altre complicazioni e problemi derivano dall’eccesso di umidità e dalla condensazione dell’umidità quando di notte la temperatura scende.
Il freddo invernale può provocare interruzioni elettriche diffuse. Se accompagnate da temperature molto basse, le tubature dell’acqua si congelano e gli impianti di riscaldamento si guastano. In casi estremi l’elettricità viene ripristinata a distanza di giorni. Le colture si congelano e le piante diventano molli e flosce. Le serre e gli spazi interni devono avere un sistema di riscaldamento e d’illuminazione di riserva per i casi in cui le temperature della coltivazione scendono al di sotto dello zero.
Non lesinate sull’acqua per non stressare la cannabis in nessuna fase della crescita. La cannabis ha bisogno di molta acqua. Lesinare sull’acqua provoca stress e blocca tutte le fasi della crescita. Il razionamento dell’acqua durante la fioritura provoca la formazione di fiori più piccoli che producono meno. Le piante che soffrono di stress idrico sono molto più inclini ad avere una serie di problemi.
Agenti umettanti: Il coltivatore commerciale Steve Rogers (https:// www.facebook.com/singingpig/) applica Therm X-70, (www.arbicoorganics.com/), un umettante naturale derivato dalla yucca. Lo usa come spandiconcime e innaffia il terreno
Gli steli si allungano se reagiscono a un’improvvisa ondata di caldo. Anche le piantine e i cloni si allungano se coltivati a una temperatura di 27 gradi.
Le colture outdoor tendono a sopportare il caldo piuttosto bene fino a quando non si raggiungono temperature prolungate superiori ai 32 gradi C. Non sono pochi i coltivatori che hanno perso i loro raccolti a causa del caldo eccessivo durante le vacanze estive.
Alcuni coltivatori indoor dimenticano di mantenere una buona ventilazione nella stanza di coltivazione mentre sono in vacanza. Le temperature possono facilmente raggiungere i 38 gradi C o più in stanze di coltivazione scarsamente isolate e ventilate. Più fa caldo, più ci sarà bisogno di ventilazione e acqua.
Gli igrometri consentono di evitare di fare congetture sull’irrigazione. La sonda viene inserita nel terreno e rileva il contenuto di umidità sulla punta del dispositivo. La lettura viene visualizzata su una scala analogica che va da umido a secco, posta nella parte superiore del dispositivo. Resto sempre sorpreso nel vedere come alcuni terreni e miscele di terriccio non trattengano l’acqua in modo uniforme. Le sacche di terreno asciutto circondate da substrato umido compromettono l’assorbimento di umidità e nutrienti. Le radici subiscono stress e crescono più lentamente. Io uso un igrometro a buon mercato (20 euro). In commercio si trovano igrometri più costosi che mandano le informazioni raccolte al vostro dispositivo digitale dove vengono compilate, analizzate e presentate in formato numerico o grafico.
23 quando somministra il nutrimento fogliare. Therm X-70 contiene il 100% di estratto concentrato di yucca, composto dal 20% di saponine e dall’80% di altre sostanze idrosolubili della yucca. Questo estratto aiuta le piante a superare le condizioni idriche avverse ed è un ottimo spargitore e collante per altri spray. Utilizzate Therm X-70 per aumentare la capacità di germinazione e consolidamento delle vostre colture in condizioni di stress e per aumentare l’assorbimento di acqua e fertilizzanti.
Irrigate la cannabis coltivata nella terra quando il terreno è asciutto 2-3 cm al di sotto della superficie. La cannabis trapiantata di recente dovrà essere annaffiata più spesso nelle prime settimane, soprattutto quando il clima è caldo o torrido. Se viene piantata con climi freschi, le radici hanno la possibilità di crescere verso il basso e verso l’esterno prima che arrivi il caldo. Questi trapianti crescono molto meglio e richiedono irrigazioni meno frequenti rispetto a quando non si effettua l’operazione dopo l’arrivo del caldo. Le piantine nate in terra al chiuso e trasferite all’aperto nel giro di poco sono in grado di sviluppare una lunga radice a fittone. Il fittone cresce nel terreno in profondità. Le piantine piantate all’inizio dell’anno tendono a essere più resistenti alla siccità rispetto ai cloni piantati più tardi, che sviluppano un apparato radicale meno profondo. Riducete lo stress da temperatura e il consumo d’acqua applicando una pacciamatura e coltivando sotto un telo ombreggiante.
Le piante esposte al vento seccano molto più velocemente. Le piante da esterni, da terrazzo e da cortile consumano fino a quattro volte o più acqua in una giornata calda e ventosa. Per i coltivatori che viaggiano è difficile tenere il passo con l’irrigazione e l’operazione richiede molto tempo. Un sistema d’irrigazione automatico
L’acqua d’irrigazione penetra nel terreno in modo uniforme con questo sistema di gocciolatoi. Jim Sadeji, di https://www. oblintl.com/team, ha disposto uno spesso strato di pacciame di paglia per aiutare a disperdere l’acqua in modo più uniforme, in modo tale che penetri nel terreno in maniera omogenea. La pacciamatura trattiene inoltre l’umidità e aiuta a costruire un terreno sano.
dotato di un timer aiuterà a mantenere costante il programma d’irrigazione.
Uno strato spesso di pacciamatura impedisce all’acqua di disturbare lo strato superiore del terreno, dove si trova la maggior parte delle radici. L’irrigazione di un terreno ricoperto da pacciamatura consente all’acqua di penetrare nel terreno in modo uniforme, evitando la formazione di sacche asciutte. La pacciamatura consente una riduzione del consumo d’acqua che può arrivare fino all’80%, rallentando l’evaporazione sotto il sole cocente. Innaffiate a mano le piante da esterni intorno alla base, bagnando fino alla linea di gocciolamento, il bordo del fogliame. Bagnate bene le piante in modo tale che l’acqua penetri nel terreno in profondità. L’acqua in eccesso continuerà a sprofondare nel terreno e le radici seguiranno l’acqua verso il basso. L’irrigazione manuale è un ottimo modo per somministrare molta acqua a una piccola area di terreno. Innaffiature meno frequenti garantiscono una crescita più profonda delle radici e contribuiscono a proteggere le piante dalla siccità. Innaffiando un po’ ogni giorno, si favorisce la formazione di un apparato radicale poco profondo che fornisce acqua a breve termine. Se si saltano alcuni giorni, le piante subiscono uno stress idrico.
La lancia a doccia con soffione collegato al tubo consente di risparmiare tempo e d’innaffiare in modo più facile. La lancia a doccia vi consentirà di aumentare il raggio d’azione e di evitare la rottura dei rami quando vi chinate per innaffiare in spazi ristretti. Acquistate una lancia a doccia nel vostro vivaio di fiducia o costruitene una con un tubo di plastica in PVC. Io uso da anni le lance Dramm.
Applicate la pacciamatura per proteggere il terreno dalla pioggia e dal sole cocente. Inoltre, la pacciamatura attira e trattiene l’umidità nel terreno. Risparmiate fino all’80% dell’acqua d’irrigazione applicando uno spesso strato di paglia, il mio pacciame preferito.
Installate un telo ombreggiante semipermeabile per ridurre il vento e il consumo d’acqua. Il telo ombreggiante è un ottimo blocco per il vento, di facile costruzione. Il vento risucchia in poco tempo l’umidità dalle piante di cannabis, esaurendo l’energia e aumentando il fabbisogno idrico e lo stress della pianta. Mettete un telo ombreggiante sopra le colture all’aperto per mantenerle più fresche, riducendo così il fabbisogno idrico e lo stress delle piante.
Innaffiate le piante nei contenitori finché l’acqua non esce dai fori di drenaggio posti sul fondo. L’acqua di drenaggio porta via le sostanze nutritive indesiderate che si sono accumulate nel terreno.
Il vento risucchia in poco tempo l’umidità dalle piante. Il consumo d’acqua può facilmente aumentare di 3-5 volte quando le piante si trovano esposte alla luce del sole tutto il giorno e soffrono a causa del vento prolungato, pertanto consumano molta più acqua.
Le lance a doccia sono dotate di ugello/testa rompigetto che disperde l’acqua suddividendola in una serie di piccoli getti. Questa semplice azione consente di arieggiare l’acqua appena prima che penetri nel terreno e la frammenta in morbidi getti che penetrano nel terreno in modo rapido e uniforme. Un getto d’acqua intenso proveniente da un singolo ugello o da un tubo parzialmente tappato con un dito, al contrario, sconvolge la superficie del terreno e penetra in modo disomogeneo.
Questo articolo è tratto dalla nuova edizione digitale inedita della 6a Edizione di Marijuana Horticulture (ossia la Bibbia) di Jorge Cervantes. La nuova edizione digitale sarà disponibile a partire da quest’estate, 2022. Jorge è molto contento della nuova edizione digitale perché potrete contribuire al libro digitale. © 2020, © 2021, © 2022. Visitate www.marijuanagrowing.com per gli aggiornamenti sulla nuova 6ª Edizione.
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THE BUD DIARIES di Rich Hamilton
BRUCE BANNER Rich Hamilton condivide con noi un brano tratto
dai suoi “bud diaries” che pubblichiamo su ogni
numero. Questo mese celebriamo un classico. La Bruce Banner. VARIETÀ Nota anche come “Banner” e “OG Banner”, questa varietà di erba ibrida a predominanza sativa ha pepite deliziosamente dense e un contenuto di THC stuzzicante, che spacca assolutamente alla “Hulk”. Varietà come questa non tornano mai in auge. Aspettano semplicemente il momento di andare alla ribalta dopo l’ultima tendenza stravenduta. Questa leggendaria varietà è potente, con un livello medio di THC del 21%.
GENETICA La Bruce Banner è stata selezionata da Jason Holck di Dark Horse Genetics (alias OG Ironlung). Si tratta dell’incrocio fra l’ibrido fruttato ed equilibrato della Strawberry Diesel e la OG Kush, l’Indica preferita di tutti i tempi. Le note di quest’ultima sono evidenti nel suo profumo dolce e diesel, piacevolmente invitante.
INFO SULLA COLTURA La pianta di Bruce Banner ha un pattern di crescita simile a quello del suo progenitore OG Kush e raggiunge dunque altezze elevate. È quindi fondamentale avere molto spazio se si coltiva indoor. La Bruce è una pianta dalla resa elevata. Trattatela bene e sarete ricompensati con cole grandi e dense. Si possono ottenere fino a 600 grammi circa per m2 indoor e fino a 990 grammi circa per pianta outdoor, se l’ambiente è perfetto. La Bruce Banner è una varietà che richiede poca manutenzione, resistente alla muffa quotidiana, all’oidio, ai parassiti e alle malattie. Il periodo di fioritura è di circa 9-10 settimane.
FIORE Fantastica e densa, quando si vede questa cima si può facilmente dedurre la sua degna associazione con Hulk. È un
turbinio di tonalità verdi brillanti, salutari e concentrate, mescolate a pistilli di color arancione che si contorcono e si avvolgono attraverso lo strato di tricomi scintillanti.
FRAGRANZA La Bruce Banner ha una fragranza caratteristica, che colpisce sia per le note intense che per quelle dolci. All’inizio si sente una miscela di dolce, terroso e diesel, con accenti floreali e fruttati. Il tutto ereditato dalla discendenza dalla Strawberry Diesel e dalla OG Kush. Questa fragranza diventa più potente solo quando le cime vengono macinate, riempiendo l’aria con il loro bouquet unico.
CONSUMO È da un po’ di tempo che non fumo la Bruce Banner, quindi ho voluto fare il pieno e godermi davvero l’esperienza. L’ho fumata macinata fino a una consistenza media senza tabacco con un
bocchino di vetro. Come mi aspettavo, è stata pura beatitudine.
GUSTO Come accade con la sua fragranza, la Bruce Banner offre un ampio spettro di sapori. Alla prima inspirazione ci si trova di fronte a un’insolita combinazione di sapori dolci, terrosi e diesel. A differenza della maggior parte delle varietà dal sapore diesel, tuttavia, la Bruce ha un fumo morbido che emana note di fragola mentre si fa strada in gola. All’espirazione, ci si può aspettare di sentire morbide note floreali.
EFFETTO La varietà Bruce Banner è perfetta da usare durante il giorno. Offre un intenso sballo cerebrale. È sia rigenerante sia calmante. La predominanza sativa di questa varietà aumenta l’energia e risolleva l’umore. Vi farà sentire fluttuanti e sorridenti o può darsi che vi lasci in preda alle risate. Ottima
se lavorate da casa, questa varietà vi regalerà un tocco di motivazione, aiutandovi a liberare qualsiasi tipo di energia creativa e fornendovi una serie di idee originali. La Bruce Banner è perfetta per la produttività, in quanto aumenta il livello di concentrazione e l’attenzione. È anche un’ottima scelta per socializzare, perché vi fa sentire vigili, attenti e felici d’intavolare conversazioni. In generale, è una delle migliori varietà per il consumo diurno. Con la sua reputazione di varietà diurna non sedativa, la Bruce Banner è una scelta popolare fra chi ne fa uso medico che ha dunque bisogno di alleviare dei sintomi ma anche di lavorare e portare a termine determinate attività. La Bruce Banner viene prediletta da chi cerca conforto da condizioni quali dolore cronico, artrite, nausea, depressione e perdita di appetito.
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CH PASSIO T N U
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SEED COMPANY AMSTERDAM, ESTABLISHED 1987
YOUR PASSION OUR PASSION DUTCH PASSION www.dutch-passion.com
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MEDICAL CANNABIS di Fabrizio Dentini
CANNABIS TERAPEUTICA MADE IN ITALY? LA CARICA DEI 101... La carica dei 101... ma oggi non parliamo di teneri cuccioli dalmata e non è una sceneggiatura di Walt Disney. Al contrario, ci riferiamo ai militari dello Stabilimento di Firenze e parliamo dei chili coltivati nel corso del 2021. In totale, sono stati prodotti 101,904 chili di cannabis terapeutica. Una quantità residuale, se calcolata rispetto al fabbisogno nazionale che l’anno scorso si attestava, secondo il Ministero della Salute, a oltre 1.400 chili, dei quali 900 importati dall’Olanda, 300 che avrebbero dovuto
essere prodotti in Toscana ed il resto importato tramite altri canali. I militari di Firenze, insomma, hanno prodotto praticamente un terzo rispetto a quanto il Ministero della Salute chiedeva loro e nemmeno si arriva all’8% dei 1.271 chilogrammi effettivamente distribuiti nel nostro paese lo scorso anno. Per dare un’idea di questo doloroso fallimento, soprattutto per i pazienti, basti ricordare che 101 chilogrammi non coprono nemmeno quanto richiesto da una singola regione, la Liguria, che di chili ne aveva richiesti 124. Tirando le somme impietosamente, dal 2017, anno dei primi raccolti, all’anno scorso, la cannabis made in Italy non è arrivata ancora a passare la mezza tonnellata prodotta: 56 chili nel 2017, 112 chili nel 2018, 123 chili nel 2019, 36 chili nell’anno del Covid e 101 chili, come detto, l’anno successivo. Il tutto, sempre per dare un’idea, mentre nel 2021, solo nella provincia di Brescia, sono stati sequestrati 2.816 chili di marijuana. Sembra davvero la trama di una tragicommedia: da un lato quelli che non sono autorizzati a farlo, coltivano con l’accelleratore per un mercato stabile e senza alcun controllo di qualità, dall’altro lato, in regime di
discutibile monopolio, lo Stato coltiva seguendo standard severi oltre la media europea, ma produce con il contagoccie e non riesce nemmeno a provvedere quanto previsto dai suoi Ministeri. Siamo, dopo tanti anni e fa amarezza ripeterlo, alla farsa italica. Un paese con una legge che prevede la rimborsabilità del medicamento mentre gli scaffali delle farmacie sono vuoti. Pazienti in balia di se stessi, interruzioni terapeutiche dietro ogni angolo e, oltre l’autoproduzione, la siepe del mercato nero il quale, se da un lato lucra, dall’altro, spesso, risolve quando lo Stato si fa latitante. Una soluzione però esiste, sono anni che lo ripetiamo e, a ottobre 2021, anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, spronato dalle associazioni esasperate dei pazienti aveva, finalmente, dichiarato di voler percorrere l’unica soluzione possibile, quella più scontata, l’apertura di questo particolare mercato alla libera concorrenza. Un bando viene redatto ad aprile 2022 e lo Stato, tramite l’Agenzia Industria Difesa e quindi attraverso lo Stabilimento militare di Firenze, dichiara aperta l’iscrizione ad
operatori economici che avrebbero potuto manifestare interesse rispetto ad un ancora inaudita opportunità: selezionare aziende private in grado di coltivare piante di cannabis a partire da talee da destinare alla fabbricazione di medicinali e materie prime farmaceutiche in GMP [ndr. Good manufacturing practice in italiano norme di buona fabbricazione] Finalmente un passo avanti sostanziale insomma? Buone notizie per i malati? Tutt’altro purtroppo. Innanzitutto, nel migliore dei mondi possibili, un bando di questo tipo non potrebbe arrivare a dare i suoi frutti che nel giro di almeno tre anni. Tre anni, quindi, durante i quali il paziente finale non noterebbe alcun impatto positivo in termini di reperibilità e approvvigionamento del farmaco. Realisticamente poi, lungi dall’essere un bando redatto nel migliore dei mondi possibili, il testo in questione è definito da analisti del settore come irrealistico e scritto, evidentemente, senza una volontà politica chiara ed univoca. E quando la politica non dimostra coraggio i cittadini, ovviamente, non trovano vantaggio. A riprova di queste affermazioni il fatto che, nonostante avesse dovuto
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concludersi a fine giugno, il bando sia stato prorogato sino a fine luglio a causa della manifesta esiguità di privati interessati all’affare. Ma per quale ragione? Forse poter produrre cannabis terapeutica non rappresenta un business più che appetibile? Certamente, ma i limiti del bando, di ordine generale prima e tecnici poi, si sono rivelati nella loro integralità. Rallentando di fatto un processo che, per come è stato concepito, si rivela sin da subito in salita. A livello generale, intanto, questo bando è stato redatto in maniera da non dare alcuna sicurezza ai partecipanti ed anzi, prevedendo loro condizioni molto sfavorevoli. Chi vuole partecipare deve farlo alla cieca. Il testo, infatti, spiega chiaramente di avere una funzione esclusivamente informativa e, quindi, di non impegnare successivamente e in alcuna maniera lo Stato nei confronti degli interessati. Inoltre, non viene fornita nessuna certezza rispetto al tipo di contratto che potrebbe andare a regolare la relazione fra Stato e fornitori privati, né informazioni relative alle durate dei contratti, né in merito al prezzo previsto per l’acquisto del prodotto, né, infine, rispetto l’eventualità di poter, per lo meno, esportare quanto coltivato. A fronte di codesto quadro davvero incerto, però, per rientrare nelle specifiche tecniche stabilite ed in particolare per costruire il fitotrone indoor che andrebbe a garantire la protezione delle piante da contaminazioni, consentendo il controllo delle condizioni termoigrometriche attraverso un sistema chiuso, gli investimenti richiesti sono importanti e nell’ordine di qualche centinaia di migliaia di euro. Questa esplicita mancanza di sicurezza bilanciata da un impegno economico importante, ha fatto si che molte delle ditte potenzialmente interessate abbiano scelto di non partecipare per paura di compiere un passo più lungo che la gamba. A livello puramente tecnico poi, ed aldilà dell’investimento necessario per installare il fitotrone, interviene un problema reale, di risorse vegetali, relativo alle genetiche permesse. Le genetiche autorizzate, infatti, sono prettamente quelle made in Italy per le quali è statto accettato a tempo debito il Master File presso AIFA [Ndr. Agenzia Italiano del Farmaco]. Adesso basiamoci sui dati reali, come detto,
i militari nell’ultimo anno hanno prodotto 100 chili di cannabis. Possiamo dunque immaginare che, per ogni ciclo di coltivazione (supponiamo tre cicli per anno) posizionando mediamente 6 piante per metro quadrato, a Firenze vengano coltivate circa 600 piante per ciclo, per un totale di circa 1.800-2.000 talee all’anno. Visto che ogni produttore individuato dal bando dovrebbe arrivare a produrre 500 chili all’anno e tenendo conto che, probabilmente, i produttori prescelti saranno almeno cinque, i numeri relativi alle talee necessarie si quintuplicano e solamente per la loro produzione diverrebbe fondamentale instituire un altro bando per trovare chi possa fornire le 10.000 talee necessarie ad ognuno dei 5 nuovi produttori. Con questo scenario ipotetico, ma plausibile, staremmo parlando di 50.000 talee su scala annuale per ottenere 2.500 chili di cannabis terapeutica. La domanda quindi è: lo Stato ha pensato a conferire licenze in questa direzione al momento della redazione del testo del bando? La soluzione a questo problema potrebbe essere duplice, nel breve termine, fornire una pianta madre a ciascun produttore per lasciarlo produrre, internamente, le proprie talee. In seconda istanza poi, e come alternativa nel medio termine, si potrebbe scegliere di convertire lo Stabilimento di Firenze ad un ruolo propedeutico e cardinale per la messa a regime del nuovo sistema che supererebbe di fatto il monopolio. Si tratterebbe, insomma, di trasformare i militari in distributori di cannabis coltivata da terzi e in esclusivi produttori di talee. Nel primo caso la parte nevralgica di riproduzione agamica [ndr. il taleaggio] sarebbe in capo ai privati, nel secondo caso in capo al pubblico con il peso di responsabilità che tale impegno comporta. Adesso, dopo queste riflessioni relative a questo storico bando, diventato nel giro di qualche mese dalla promulgazione, uno storico passo nel nulla, è importante sottolineare la specificità del caso italiano. Il nostro Stato, unico al mondo, ha scelto di coinvolgere in un progetto medico, che richiederebbe l’esclusivo interesse del Ministero della Salute, anche la burocrazia di un secondo Ministero, quello della Difesa. Il fatto che non uno, ma ben due carrozzoni pubblici siano intestatari di responsabilità differenti riguardo a un progetto talmente importante non può che avere delle conseguenze nefaste. Il pubblico, in generale, non è mai efficiente ed in Italia sappiamo perfettamente le
mostruosità rappresentate da un investimento sottratto alla scintilla imprenditoriale privata. Dopo cinque anni il fallimento del monopolio pubblico è sotto gli occhi di tutti gli osservatori e dei poveri pazienti. Tirate queste somme, quello che adesso bisogna capire è che ormai sia tempo di cambiare rotta. L’ora è quella d’attribuire all’energia privata e alla libera concorrenza la possibilità di lavorare nel regime a loro più indicato: la libertà d’impresa. Per questo motivo le concessioni rilasciate dallo Stato dovrebbero permettere ed agevolare lo sviluppo della fondamentale progettualità che sta alla base di ogni investimento oculato. Ci rivolgiamo quindi alla nostra attuale classe dirigente, ai nostri rappresentanti parlamentari, nei quali risiede la nostra fiducia democratica e la nostra delusione politica, chiedendo loro di compiere un esercizio di coraggio e umiltà. Sappiamo che nessuno nel nostro paese ha mai approntato un modello produttivo di questo medicamento aperto alla libera concorrenza. Però sappiamo anche che i nostri vicini tedeschi hanno compiuto questo passo e chiediamo con forza che i nostri politici abbiano la curiosità di studiare quanto fatto dai teutonici per capire gli aspetti interessanti da recuperare e quelli da migliorare. In Germania un bando per fornitori privati di cannabis è stato lanciato a luglio 2018. Ad aprile 2019, su un totale di 79 concorrenti, 3 vincitori hanno ricevuto le autorizzazioni. A ogni singolo aggiudicatario poteva
essere concesso un massimo di 5 licenze e gli aggiudicatari dovevano essere almeno 3. Gli attestatari sono Aphria (5 licenze da 200 KG=1000 KG), Aurora (5 licenze da 200 KG=1000 KG) e Demecan (3 licenze da 200 KG=600 KG). In totale, quindi, tredici licenze da 200 chili all’anno ciascuna per un totale di 2.600 chili all’anno e per 4 anni. Ecco, insomma, la famosa progettualità. In aggiunta, l’Ufficio tedesco per la cannabis, l’istituzione che fa le veci del nostro Ufficio Centrale Stupefacenti e che ha funzioni di controllo qualità, confezionamento e distribuzione , si è riservato l’opzione di aumentare tali quantitativi del 150%, facendoli salire sino 3.900 chili all’anno e 15.600 KG in 4 anni. La gestione degli ordini, la logistica e le spedizioni sono state affidate, tramite gara pubblica, e in escludiva all’azienda Cansativa. In ultimo, la produzione nazionale ha la precedenza sull’importazione, ma il fabbisogno è garantito dai prodotti importati quando la produzione nazionale non risulti sufficiente. La via tedesca alla cannabis terapeutica sembra essere meno pasticciata della nostra, più a misura di paziente e più a misura delle imprese, esattamente quanto domandiamo al nostro Governo. Come ultimo consiglio, quello di tenere sempre in mente che solo a partire dall’instaurazione di un sano modello, dal punto di vista del mercato terapeutico che, nel futuro avremmo la facoltà d’innescare un florido mercato per la vendita libera di cannabis anche al di fuori di un contesto specificatamente medico.
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Keith Stroup, Fondatore di NORML.
Danny Danko, curatore di articoli sulla coltivazione di High Times.
JORGE CERVANTES
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CANNABIS & DERIVATI di Rich Hamilton
ESTRAZIONE DEI FATTI! BHO, SHATTER, BUDDER, WAX
Mentre il fiore di cannabis rimarrà senza alcun dubbio sempre popolare, i concentrati e gli estratti stanno iniziando a colmare il divario in termini di popolarità raggiunta dal dabbing e del vaping. Il mercato mondiale degli estratti di cannabis raggiungerà un valore di 28,5 miliardi di dollari da qui al 2027.
L’olio di hashish al butano (BHO) è una sostanza nera e appiccicosa che si è fatta strada nei primi anni 2000. I professionisti utilizzano un sistema a ciclo chiuso per produrre BHO. Lo spurgano da qualsiasi residuo e poi utilizzano un forno a vuoto per trasformarlo in una forma riconoscibile. Non vale la pena rischiare di produrre BHO a casa, perché il butano è estremamente pericoloso e infiammabile.
Gli estratti incrementano significativamente la biodisponibilità dei cannabinoidi. E dato che i concentrati e gli estratti contengono in genere più del 50% di THC, chi ne fa uso ottiene di più dalle proprie piante. Nell’ambito di questa nuova rubrica dedicata agli estratti e ai concentrati, esamineremo i concentrati più popolari e ciò che offrono a livello di sapori, potenze ed effetti. I tricomi sono i piccoli cristalli appiccicosi che ricoprono le cime. Contengono tutti i terpeni e i cannabinoidi che conferiscono alla cannabis le sue caratteristiche uniche. I concentrati di cannabis si ottengono separando i tricomi dai fiori di cannabis. CONCENTRATI O ESTRATTI? Sentirete usare entrambi i termini, ma qual è la differenza? Concentrati/Estratti privi di solventi - Sono un accumulo di tricomi della pianta raccolti senza utilizzare solventi. I concentrati si distinguono per il metodo di estrazione o per la consistenza. Estratti/Estratti BHO - Sono prodotti utilizzando solventi o sostanze chimiche come il butano o l’alcol. Estratti privi di solventi - Si tratta di estratti in cui inizialmente nel processo è stato utilizzato un solvente. Tuttavia, gli estratti vengono poi purificati per rimuovere ogni traccia di tale solvente prima del consumo. Sono quindi “privi di solventi”. Estratti con solventi non tossici - Si tratta di prodotti di cannabis in cui è stato utilizzato un solvente “non tossico” come la CO2 per estrarre i tricomi. HASHISH “OG” SENZA SOLVENTI L’hashish della vecchia scuola, come il charas (finger hashish) può essere
strofinato a mano direttamente dai fiori di cannabis freschi, raschiato dalle mani appiccicose e arrotolato in “temple ball”. Questo metodo produce un concentrato di alta qualità, facilmente ottenibile da chiunque coltivi la propria erba in casa. Il metodo più diffuso per produrre hashish è il dry sifting (setacciatura a secco). I fiori di cannabis essiccati vengono strofinati su un setaccio a maglie fini per separare i tricomi in un mucchio di cristalli o Kief. Il Kief viene poi riscaldato e pressato in blocchi. La qualità varia a seconda della resinosità della varietà originale. Un setacciato secco pulito conterrà sempre un po’ di materiale vegetale in eccesso, ma sarà comunque ottimo da fumare.
Il BHO viene venduto con una miriade di nomi, tra cui wax, shatter, crumble e budder. Il termine descrive la consistenza del BHO, che può variare dallo “shatter” simile al vetro, al “budder” cremoso e al “crumble” sabbioso. I consumatori possono acquistare diverse tipologie in base alle loro preferenze e al metodo di consumo.
per un uso medicinale puro e potente. Produce un olio dorato pulito, robusto e saporito. Il cannabinoide e l’estratto ricco di terpeni vengono miscelati con oli di supporto come olio di oliva, semi di canapa o alcol. In questo modo si creano oli e tinture che possono essere formulati per specifiche esigenze medicinali. CONCENTRATO PURO DI ROSIN Il rosin è ottimo per il dabbing e il vaping in quanto è classificato come estratto “full melt”. È molto potente e puro ed è la scelta
RESINA VIVA La resina viva è un tipo di BHO che si concentra su un profilo aromatico puro e robusto. La resina viva è prodotta in modo simile al BHO, ma con cime fresche congelate, e non con cime che sono state essiccate e conciate. Il congelamento della cannabis fresca contribuisce a estrarre una gamma più ampia di cannabinoidi e terpeni ed è più potente.
BUBBLE HASH SENZA SOLVENTI Tecnicamente, l’acqua è un solvente. Tuttavia, l’ice hashish è classificato come estratto senza solventi, poiché l’acqua non è una sostanza chimica. È possibile preparare il bubble hashish in modo rapido e sicuro a casa. L’acqua ghiacciata, l’agitazione e le apposite bubble bag rimuovono i tricomi dalle cime di cannabis congelate, che vengono poi essiccate prima dell’uso. Lavorare a basse temperature rimuove i tricomi preservando i terpeni che andrebbero invece persi a temperature più elevate.
prediletta dei produttori di concentrati faida-te. Il rosin utilizza temperature roventi e pressione elevata per spremere l’olio ricco di tricomi dal fiore di cannabis. Un modo semplice per ottenere questo risultato è quello di pressare alcune cime avvolte in carta da forno fra due piastre per capelli. Il residuo appiccicoso che vedrete colare fuori è il rosin. Se il rosin fa per voi, potete acquistare una pressa apposita per rosin dotata di impostazioni a temperatura controllata. ESTRATTI FULL-MELT
CO2 SUPERCRITICO L’estrazione supercritica con CO2 è il metodo di qualità superiore in stile laboratorio per la produzione di olio di CBD e THC. È un processo che richiede strumentazione altamente tecnologica e non è riproducibile in un contesto domestico. Il CO2 è un solvente non tossico, perfetto
Gli estratti full-melt sono l’obiettivo di molti appassionati di dabbing. Si tratta di estratti di prima qualità, puri e senza solventi, che si liquefanno completamente quando vengono utilizzati per il dabbing. Non bruceranno insieme a contaminanti o materiale vegetale in eccesso. Gli estratti di qualità inferiore possono ancora vaporizzare, ma lasceranno dei residui. La cannabis è ricca di cannabinoidi, terpeni complessi e aromi. Esplorare il mondo degli estratti ci consente di beneficiare dell’autentico spettro di effetti che ci offre la pianta. Nei prossimi numeri analizzeremo più da vicino i singoli estratti, come vengono prodotti e quale metodo di consumo si può utilizzare per trarne il massimo beneficio.
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GROWING di sudestfam@protonmail.com
L'ARTE DEL BONSAI COME CREARE UN BONSAI DI MARIJUANA I bonsai sono degli alberi in
alternati sul tronco infatti dalla stessa altezza non partono mai due rami, quelli inferiori devono essere più grossi dei rami posti più in alto e nella maggior parte dei casi non ci devono essere rami che crescono frontali allo spettatore. Le foglie devono essere di piccole dimensioni, proporzionate al resto dell'albero.
miniatura piantati in vaso, mantenuti volutamente di piccole dimensioni e modellati con lo scopo di riprodurre la natura in spazi ridottissimi. La parola bonsai in realtà si riferisce ad
COME REALIZZARLO
un'arte vera e propria, costituita
I bonsai possono essere creati in vari modi, talee e margotta risultano essere i metodi più semplici e veloci poiché l'artista coltivatore deve attendere poche settimane per ottenere un esemplare pronto da "scolpire". Realizzare un bonsai partendo dal seme è un metodo che richiede molto tempo e pazienza, infatti per molte specie vegetali sono necessari alcuni anni per per la sua creazione. Un altro metodo, piuttosto complicato e soprattutto poco etico, è quello di prelevarlo dalla natura; vanno raccolti con l'intera zolla di terra, facendo attenzione a non danneggiare completamente l'apparato radicale e successivamente va trapiantato in un vaso, possibilmente con lo stesso substrato in cui è cresciuto in natura. È un metodo che richiede tempo e nella maggior parte dei casi le piante raccolte non sopravvivono, inoltre è importante tenere in considerazione che in Italia è vietato raccoglierli dalle terre demaniali.
da un insieme di tecniche di giardinaggio in combinazione con molti elementi appartenenti alla scuola di pensiero buddhista Zen. Infatti un bonsai non rappresenta semplicemente un minuscolo albero che cresce in un contenitore ma è caratterizzato da un senso estetico molto profondo capace di trasmettere pace, armonia e saggezza. ETIMOLOGIA Bonsai è un termine giapponese che deriva dall'unione di due parole, Bon- significa contenitore piatto e -Sai indica l'azione di piantare, tradotto letteralmente in "piantato in vaso". Questo termine deriva a sua volta dal cinese Penzai, un'antica arte di riproduzione della natura in miniatura. STORIA La storia dei bonsai è millenaria, infatti affonda le sue radici al 600 d.C. quando l'impero giapponese iniziò ad inviare delle missioni diplomatiche in Cina alle quali partecipavano anche degli studenti che si recavano li per studiare e approfondire la loro cultura. Al rientro in patria spesso portavano con loro tante idee ed oggetti tra i quali vi erano i primi esemplari definibili come bonsai. In Cina già da secoli i monaci buddhisti praticavano l'arte del Penzai, sia per scopi ornamentali ma anche come esercizio per promuovere alcune virtù come l'osservazione, l'ingegno e la pazienza. Le scuole buddhiste giapponesi iniziarono ad adottare questi insegnamenti per introdurre i futuri leader politici nel mondo delle arti e affinare le loro menti.
Zhao Chen - Unsplash. Infatti per molto tempo i bonsai sono stati degli oggetti esclusivi delle classi sociali più altolocate, impiegati come simbolo per rappresentare la propria grandezza e come dono per le occasioni più speciali. Bisogna attendere il 1878 con l'Esposizione Universale di Parigi per far conoscere l'arte del bonsai al resto del mondo, fino ad allora rimasta all’interno dei confini giapponesi. COS'È UN BONSAI È un albero di piccolissime dimensioni che mantiene le stesse caratteristiche della sua specie di origine, ottenuto per mezzo di alcune tecniche di giardinaggio che comprendono potatura, defogliazione, training dei rami, impiego di contenitori di determinate forme e dimensioni, differenti gradi di esposizione alla luce solare, insieme ad altri piccoli dettagli. I bonsai si possono realizzare
dalla maggior parte delle specie di alberi e piante, tra cui anche la cannabis. MORFOLOGIA I bonsai, per essere chiamati tali, devono possedere determinati attributi che riguardano la forma e la struttura esterna della pianta. Le radici di un bonsai devono partire dal piede, detto "nebari", disponendosi a raggiera come la ruota di una bicicletta. Il nebari è costituito dalle radici superficiali infatti è molto importante che alcune di esse siano esposte prima di affondare nel terreno per trasmettere stabilità. Il tronco può avere forma eretta o tortuosa, simile ad un serpente, ma una caratteristica molto importante è la sua conicità cioè deve essere grosso alla base per poi assottigliarsi verso l'apice. La disposizione dei rami è uno degli aspetti più influenti sull'estetica di un bonsai, devono essere
I bonsai crescono in contenitori profondi solo alcuni centimetri, la forma può essere circolare, rettangolare o quadrata, l'essenziale è che sia in armonia con la struttura del bonsai, inoltre devono essere dotati di un foro per il drenaggio dell'acqua altrimenti le radici potrebbero marcire. Un ottimo metodo per disporre le radici a raggiera è quello di collocare un piccolo piatto tra la base del tronco e il substrato per forzarle a crescere nella direzione desiderata. La disposizione a raggiera delle radici si può ottenere anche potando le radici che crescono in verticale ogni volta che viene eseguito il rinvaso, in questo modo viene stimolata la crescita di radici laterali. Per la creazione del nebari, cioè il piede del bonsai caratterizzato da grosse radici esposte, si applica un anello fatto da un filo di ferro alla base del tronco che provoca la diminuzione dei fluidi vitali costringendo la pianta a sviluppare nuove radici dalla zona appena sopra l'anello.
31 La potatura delle parti aeree del bonsai può essere eseguita sia per il mantenimento di una forma già esistente, semplicemente eliminando i rami che fuoriescono dall'idea iniziale, oppure per impostare e guidare il bonsai verso una forma desiderata. Uno degli interventi principali per la creazione di un bonsai è la potatura degli apicali dei rami superiore per indurre la pianta a crescere lateralmente anziché in altezza, simile al topping delle piante di cannabis. La defogliazione, parziale o completa, è un metodo molto efficace per forzare la pianta a sviluppare foglie di piccole dimensioni e nuovi rami; quando viene eseguita è necessario ridurre la somministrazione di acqua e sostanze nutritive perché i processi metabolici della pianta diminuiscono nettamente. CANNABIS BONSAI Realizzare un bonsai con una pianta di cannabis, oltre che per motivi legati all'estetica, può essere un'ottima soluzione per chi ha poco spazio oppure ha bisogno di molta discrezione. Le talee, rispetto alle piante da seme, sono maggiormente indicate perché il tronco e i rami sono più flessibili e quindi più facili da modellare. Per plasmare
la pianta nella forma desiderata si può intervenire in vari modi, ad esempio potando le parti apicali dei rami oppure eseguendo il training dei rami legandoli con dei fili al vaso per forzarne la direzione in cui cresceranno; con la tecnica LST è possibile indurre la crescita anche di rami completamente in orizzontale. Un altro modo per modellare la forma di un bonsai di cannabis è con l'ausilio di appositi fili di rame o di alluminio. I fili vanno attorcigliati lungo il tronco o i rami obbligandoli ad assumere la forma desiderata. Queste due forme di training della pianta risultano essere poco invasive e allo stesso tempo abbastanza efficaci. I bonsai di cannabis realizzati solo per motivi estetici avranno bisogno di 16-18 ore di luce, anche artificiale, per non fiorire e continuare a vivere per alcuni anni a differenza di quelli destinati al consumo delle infiorescenze che andranno coltivati come qualsiasi pianta di marijuana. I bonsai di cannabis che vivono per lungo tempo hanno bisogno periodicamente di essere rinvasati e le radici potate regolarmente poiché non avranno sufficiente spazio per continuare a crescere.
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CUCINA ALLA CANNABIS CON BETTY GREEN di Betty Green
SMOOTHIE “100% TROPICALE” DI BETTY ... È ABBASTANZA PER FARTI USCIRE DI TESTA! Per questa puntata di Betty Green vi propongo qualcosa di un po’ diverso. Quel qualcosa che vi farà sballare, ma anche quel qualcosa che arricchirà l’esperienza e vi farà sballare ancora di più.
Si può aumentare lo sballo con il mango? Il mango è un frutto tropicale ricco di fibre e vitamine essenziali come le vitamine A, C ed E. Non è noto per gli effetti psicoattivi, quindi perché si dice che aumenti lo sballo? Finora è stata condotta pochissima ricerca sull’argomento. Tuttavia, le evidenze aneddotiche da leggere sono numerose. Diamo un’occhiata alla questione per cercare di capire come sia nata questa convinzione e quale sia la scienza alla base della stessa. Sebbene il mango non abbia proprietà psicoattive, è incredibilmente ricco del terpene mircene, che si trova anche in numerose varietà di cannabis. I terpeni sono oli essenziali aromatici presenti in molte piante e frutti, compresa la cannabis. Conferiscono alla pianta il suo sapore e il suo colore, ma incidono anche sul tipo di sballo che si prova con ogni varietà. Per intensificare gli effetti della cannabis, i terpeni lavorano in sinergia con i cannabinoidi come il THC o il CBN. Inoltre, i terpeni come il pinene e il limonene sono noti perché contrastano ansia e depressione. Ciononostante, il mircene è noto perché induce sensazioni di gioia, euforia e rilassamento. Il mircene è noto in particolare perché intensifica l’effetto della cannabis. Aumentando la permeabilità della barriera ematoencefalica, il mircene consente al THC di raggiungere il cervello in meno tempo e con maggiore intensità di quanto non accadrebbe normalmente. È quindi logico che consumare mango ricco di mircene crei uno sballo più intenso.
che la preparazione di commestibili con il mango possa funzionare analogamente per incrementare lo sballo. Soprattutto perché sia il mango sia la cannabis impiegano all’incirca lo stesso tempo per agire sull’organismo dopo averli assunti.
si prepara con ingredienti semplici in soli cinque minuti. È ricchissimo di vitamina C, vitamina K, potassio, calcio e così via. Inoltre, è completamente dolcificato in modo naturale, è privo di glutine ed è adatto ai vegani.
Ecco quindi che ho ideato questa semplice ma deliziosa ricetta di smoothie che è molto più interessante, gustosa e versatile di un semplice mango mangiato a pezzi!
INGREDIENTI 500-750ml di latte - Usate quello che preferite. Consiglio di usare il latte intero perché contiene più grassi con cui i cannabinoidi si legano più facilmente e producono risultati migliori. Per lo stesso motivo, potete usare anche una spruzzata di yogurt o di panna.
Preparatelo in versione liscia e godetevi poi una fumata! In alternativa, potete preparare lo smoothie senza infusione di cannabis, gustarvelo e fumare dopo circa un’ora per vedere se ne sentite gli effetti. Bere un mango frullato consente di consumare molta più frutta di quanta non se ne assumerebbe mangiando solo pezzi freschi. Inoltre, il mango arriva all’organismo in forma più digeribile. Pertanto, se ci sono benefici, bere uno smoothie pieno di mango offre le migliori possibilità di accedervi. Lo “Smoothie 100% Tropicale” di Betty Questo smoothie delizioso e rinfrescante
Latte vegetale - Se siete vegani, potete usare qualsiasi alternativa vegetale, anche se vi consiglio di provarne uno a elevato contenuto di grassi (come quello di cocco), che si lega meglio ai cannabinoidi. Mango - Il mango è dolce per natura, deliziosamente tropicale e rende lo smoothie bello denso senza dover aggiungere ghiaccio o yogurt (se volete, però, potete farlo). Mi piace usarlo fresco, ma va bene anche congelato. A titolo
indicativo, ne userei almeno 300 g, ma potete usarne a piacimento per cercare di ottenere il massimo effetto da quel Mircene in più. Una banana matura grande - Le banane e il mango si miscelano bene e sono perfetti compagni di smoothie, creando una combinazione dolce e morbida. Ananas - Oltre al suo gradevole sapore fruttato, l’Ananas è un’ottima aggiunta allo smoothie. L’Ananas è ricco di manganese, rame, vitamina B6 e vitamina C, tutti elementi essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo. Usatene una manciata fresca o congelata per addolcire. Burro di cannabis - Se preparate uno “smoothie infuso”, aggiungete una quantità misurata di burro di canna ammorbidito e non salato. Il dosaggio dipenderà dalla vostra tolleranza e dalla potenza del vostro burro. Se non siete sicuri del dosaggio, vi consiglio di provarne mezzo cucchiaino nel vostro primo smoothie e di aspettare di vedere gli effetti. Se non è sufficiente, aumentate il dosaggio di mezzo cucchiaino alla volta negli smoothie successivi. In alternativa, potete usare l’olio infuso di cannabis. Lime – Tagliate una fetta grossa di lime fresco e passatela lungo il bordo del bicchiere, per dare un’ulteriore spinta agrumata e fresca che vi sveglierà. Preparazione 1. Aggiungete tutti gli ingredienti nel frullatore. 2. Frullate fino a ottenere un composto omogeneo. 3. GODETEVELO!
Per provare questa teoria si consiglia di mangiare il mango 1-2 ore prima di fumare, per dare al frutto il tempo di essere digerito e di entrare in circolo.
Conservazione - Conservate in un barattolo a chiusura ermetica in frigorifero per 1 giorno al massimo. - Congelate in barattoli a chiusura ermetica per il freezer fino a 3 mesi. Lasciate scongelare lo smoothie in frigorifero prima di consumarlo.
Mango e commestibili Come per il resto dell’argomento, la maggior parte delle evidenze secondo cui il mango aumenta l’effetto è aneddotica. Tuttavia, per gli stessi motivi, è ragionevole supporre
Personalizzazione Il bello degli smoothie è la loro versatilità. Aggiungete ciò che volete: fragole, avena, miele, proteine in polvere e verdure ricche di ferro. Le possibilità sono infinite.
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PUNTO LEGALE di Giovanna Dark
attualmente si punisce con la reclusione da 8 a 22 anni e la multa da 25.822 a 309.874 euro la cessione o commercializzazione di droghe “pesanti” (tabelle I e III) effettuate da un soggetto autorizzato. Se la legge fosse stata discussa e approvata, ci sarebbe stata una modifica delle misure punitive, con la riduzione da 22 a 20 anni della pena detentiva massima, l’aumento da 25.822 a 31.000 euro della pena pecuniaria minima e la riduzione da 309.874 a 301.000 euro della pena pecuniaria massima. In controtendenza, nel ddl Magi era poi prevista la reclusione da 3 a 8 anni e la multa da 15.000 a 150.000 euro quando le attività illecite di cessione o commercializzazione di droghe "leggere" (tabelle II e IV) fossero effettuate da un soggetto autorizzato. Si tratta certo di un significativo aumento della pena attualmente prevista (reclusione da 2 a 6 anni e multa da 5.164 a 77.468 euro) ma che risulta coerente con l'idea di contrasto al mercato nero, altro fondamento di questa proposta di legge.
COLTIVAZIONE DOMESTICA: LA PROPOSTA DI LEGGE APPRODA ALLA CAMERA E (PROBABILMENTE) AFFONDA La sensazione è quella di un deja-vù. Per l'ennesima volta, un disegno di legge che vuole regolamentare la cannabis in Italia viene fatto volutamente impantanare, non appena arriva ad essere discusso in Parlamento. Lo scorso 29 giugno si è avviata nell'Aula della Camera la discussione generale sulla proposta di legge sulla cannabis ma, già il giorno successivo, veniva rinviata a causa del solito ostruzionismo delle destre. Al momento in cui scriviamo, i lavori parlamentari sono slittati di una settimana ma è (tristemente) probabile che, quando queste pagine verranno date alla stampa, il disegno di legge che porta il nome di Riccardo Magi sia già stato affondato. Inutile dire che sarebbe un peccato, che sarebbe l'ennesima pesante sconfitta dell'antiproibizionismo italiano. Si, perché il ddl voluto dai 5 Stelle - presentato nel 2019 e giunto a Montecitorio dopo 3
anni di infinite discussioni, tavole rotonde e difficili mediazioni - era l'unica carta rimasta sul tavolo dopo la clamorosa bocciatura del referendum di iniziativa popolare. Era l'ultimo tentativo di portare la cannabis in Parlamento prima della fine della legislatura ed era una proposta davvero di tutto rispetto. Vediamo un po' nel dettaglio cosa ci stiamo per perdere. Il testo del disegno di legge, scritto assieme alle associazioni, era innanzitutto di quelli rivoluzionari: per la prima volta, in una legge italiana in cui si parla di droghe veniva accostata la dicitura "è lecito" alla parola "cannabis". Il provvedimento prevede infatti che sia lecito coltivare fino a un massimo di 4 piante di cannabis domestica per uso esclusivamente personale. In particolare si voleva intervenire per rendere esenti da sanzioni - sia penali che amministrative - la coltivazione e la detenzione per uso personale. Sopra il
limite di 4 piante, l'uso avrebbe potuto essere considerato comunque personale e sanzionato sul solo piano amministrativo, se la coltivazione domestica di cannabis era rudimentale e soprattutto se non c'erano precedenti o "di indici di inserimento nel mercato degli stupefacenti". In soldoni, questo disegno di legge avrebbe finalmente spezzato il binomio coltivatore=spacciatore, un binomio fin troppo spesso usato nelle aule di tribunale per criminalizzare la cannabis. Con il ddl Magi si voleva poi intervenire sul sistema sanzionatorio complessivo, con attenzione anche all'associazione criminale: venivano articolati in maniera chiara gli effetti della lieve entità di produzione, acquisto e cessione di stupefacenti; si rideterminava il confine tra condotte penalmente rilevanti e altre, in materia di cannabis, punite a titolo amministrativo. L'obiettivo era svecchiare il famigerato Testo unico sulle droghe del 1990, dove
Misure ragionevoli ma soprattutto necessarie: in un Paese in cui un terzo della popolazione carceraria è costituito da condannati per reati legati agli stupefacenti, questa legge sarebbe stata una letterale boccata d'aria per il sistema giudiziario e penitenziario. Eppure, per Meloni e Salvini, "bloccare il Parlamento per votare queste cose è contro gli interessi del Paese" ed è proprio grazie alla loro area che la Camera ha messo (per ora) in stand by la discussione. Essere ottimisti sulla continuazione dei lavori in Parlamento, allo stato delle cose, potrebbe risultare alquanto naif e soprattutto denoterebbe poca memoria: nei 14 anni in cui ho lavorato a questo magazine, ho perso il conto di quante buone intenzioni siano andate a frantumarsi a Roma. Ogni proposta di legge, ogni iniziativa popolare, ogni tentativo di dare un quadro normativo alla pianta e rendere legale la cannabis in Italia è naufragato sotto il peso del benaltrismo della politica. Questa volta il "ben altro" a cui pensare è la guerra in Ucraina, altre volte è stata la crisi economica, altre ancora la tenuta sociale del Paese: per i partiti italiani sempre in campagna elettorale, la cannabis non è mai materiale da agenda. Prendiamone atto. L'unico partito che si era impegnato a discutere di cannabis - il Movimento 5 Stelle - probabilmente non sopravviverà alle elezioni del prossimo anno e noi antiproibizionisti probabilmente dovremo attendere addirittura una nuova generazione, prima di poter cantare (forse) vittoria. Quello che è certo, è che per l'ennesima volta, l'Italia ha buttato via un'occasione per diventare un paese un po' meno ipocrita e un po' più civile.
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CANNABUSINESS di Giovanna Dark
COME CAMBIA IL SOCIAL MARKETING DELLA CANNABIS UN NUOVO STUDIO RIVELA COME LE DONNE SIANO LE NUOVE VERE AMBASCIATRICI DELLA CANNABIS LEGALE Photo credits: Grav - Unsplash.
"Il movimento per la legalizzazione della cannabis ha cambiato drasticamente il panorama dei social media per il marketing della cannabis e le donne sono le protagoniste indiscusse": queste le conclusioni di una nuova ricerca incentrata sulle tendenze di Instagram. Lo studio, pubblicato ad aprile sulla rivista accademica Crime, Media, Culture, ha confrontato i profili di 60 venditori apparentemente illeciti in Svizzera con 70 profili di "influencer della cannabis" negli Stati Uniti, analizzando le differenze visive e testuali. Mentre i profili anonimi, dominati dagli uomini, sono stati un segno distintivo dei mercati illeciti, negli Stati Uniti i ricercatori hanno scoperto che le donne stanno diventando le principali influencer, che promuovono la cannabis attraverso post
incentrati sul benessere e il lifestyle. "I nostri risultati mostrano che gli influencer della cannabis su Instagram stanno cambiando le caratteristiche stereotipate della cultura della cannabis illegale - che è quasi interamente dominata dagli uomini - in una in cui la cannabis è rappresentata come un accessorio desiderabile in alcuni stili di vita femminili", hanno detto i ricercatori. "Il ruolo degli influencer nel trasformare la cultura della cannabis in una cultura più mainstream e accettabile per le donne potrebbe potenzialmente avere effetti sulla percezione della cannabis a livello globale e sui dibattiti in corso sulla legalizzazione", hanno scritto. "Il marketing della cannabis sui social media è cambiato drasticamente in seguito alla legalizzazione. I social media come Instagram permettono agli influencer della cannabis di diffondere i loro messaggi sulla cannabis come prodotto di consumo a milioni di persone di età, sesso e nazionalità diverse". Gli autori hanno riconosciuto, tuttavia, che il marketing della cannabis sui social network come Instagram è ancora una sfida sotto la proibizione federale, perché le aziende sono caute nell'essere indirettamente coinvolte nel commercio illegale, anche se i prodotti vengono promossi a persone che vivono in Stati in cui la cannabis è legale. A differenza dei venditori illegali che cercano di eludere le politiche
che vietano le vendite dirette, gli influencer negli Stati Uniti si sono adattati, con disclaimer che spesso spiegano che non stanno vendendo marijuana ma semplicemente mostrando come incorporano i prodotti nel loro stile di vita.
cannabis autodefiniti su Instagram è stata la dominanza di titolari di profili che si identificano come donne". Questi post di influencer erano incentrati sulla persona che utilizzava il prodotto, piuttosto che sul prodotto stesso.
"Quando la cannabis è commercializzata da influencer legali piuttosto che da venditori illegali, troviamo un cambiamento nell'uso di simboli legati al dilettantismo rispetto alla professionalità, all'intimità e allo stile di vita e crediamo che questi cambiamenti siano legati al modo in cui gli influencer fanno genere in modo diverso rispetto ai venditori", hanno detto i ricercatori. "In opposizione ai rivenditori di cannabis, gli influencer sono prevalentemente donne, che legano il loro uso di cannabis a manifestazioni autentiche, ma calibrate, del loro stile di vita attraverso l'uso di immagini visivamente attraenti".
"A prescindere dal fatto che il ruolo delle influencer nel marketing della cannabis sia o meno di potere per le donne o di disturbo per il genere, vediamo una spinta all'interno del marchio e della cultura verso il cambiamento della tradizionale cultura della cannabis dei fumatori di erba 'hippie' per includere anche la maternità, la salute e l'esercizio fisico, la vita di città e altri valori mainstream", conclude lo studio.
"Questo spostamento nella simbologia di genere ci porta a discutere di come alcune parti del commercio legale di cannabis siano marchiate come un accessorio femminile desiderabile, in netto contrasto con la simbologia più maschile e underground delle vendite illegali di cannabis su Instagram. Più in generale, questo sviluppo del significato simbolico all'interno del marketing potrebbe rendere la cannabis più desiderabile per una più ampia fetta della società". Lo studio sottolinea che "la caratteristica più evidente dei profili di influencer della
Insomma, grazie ai social, pare che il ruolo delle donne nel marketing della cannabis mainstream non sia più limitato alle vendite dirette agli uomini - che in precedenza vedevano le donne principalmente nei poster della "ragazza della cannabis del mese" o nei concorsi di bellezza per il titolo di "Miss Cannabis". Come influencer, le donne stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nel rendere la cannabis mainstream, mettendo in relazione l'uso e i prodotti della cannabis con le loro attività quotidiane. I social media possono quindi offrire un luogo in cui le donne prendono in mano i significati simbolici della cannabis e del genere, mettendosi volutamente in primo piano e contribuendo a normalizzare la sostanza.
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MEDIA di Giovanna Dark
SOFT SECRETS COSA C'È DI BUONO MEDIA PER RIEMPIRE IL TEMPO E LA TESTA LEGGI WALTER BENJAMIN HASHISH Tra il 1928 e il 1933 il filosofo e saggista berlinese dà vita a una ricerca tutt'altro che occasionale sulle modificazioni sensoriali e cognitive provocate dall'hashish. In compagnia di amici, tra Ibiza e Marsiglia, Walter Benjamin avvia una serie di esperimenti pianificati per documentare scientificamente gli effetti psicotropi del più famoso estratto della cannabis. Questi materiali avrebbero dovuto confluire in un libro sull'hashish che poi non fu mai arrangiato da Benjamin ma che venne assemblato e pubblicato solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1940 mentre fuggiva dalle persecuzioni naziste. Il saggio è diviso in più parti: in una troviamo la storia di un'esplorazione delle vie, dei sobborghi e
del porto di Versailles vissuta sotto l'effetto dell'hashish, nell'altra degli appunti che Benjamin ha preso per descrivere l'effetto che l'hashish gli ha provocato, in occasione di alcune fumate insieme agli amici medici Ernst Joël e Fritz Fränkel e al collega filosofo Ernst Bloch. Benjamin infatti non era rivolto allo stato di alterazione sensoriale in sé, quanto, piuttosto, all'analisi di quella percezione del mondo "a sensi spalancati". Ci ha lasciato così una piccola perla letteraria, in cui il suo
stile secco e difficile di lascia posto a una scrittura romanzesca, fluida ed ironica. Una lettura fondamentale per capire quanto l'hashish possa essere utile allo sviluppo di un pensiero critico e di una sensibilità artistica ed umana. Edito da Cult Editore, lo trovate nelle migliori librerie on e offline
ASCOLTA TUTTO FUMO "Tutto fumo" è un podcast che racconta perché la legalizzazione della cannabis è un argomento che riguarda tutti. Perché il proibizionismo riguarda la giustizia, la salute, la sicurezza e l'economia. E alcune storie lo rendono immediatamente chiaro. Prodotto da Emons in collaborazione con l'associazione antiproibizionista Meglio Legale e con il contributo di Enecta, questo podcast scritto e narrato da Antonella Soldo mira a sensibilizzare i non-consumatori, quelli che non si sono mai fatti una canna in vita loro, che non si sono mai interessati della legalizzazione della cannabis e, soprattutto, quelli che pensano non sia un loro problema. Tutti i giovedì, a partire dal 26 maggio, una puntata di circa 30 minuti investigherà cosa sia stata in questi anni la guerra alla droga in Italia e come in realtà l'attuale stato di illegalità della cannabis sia un problema che potenzialmente può interessare ognuno di noi. Attraverso il racconto di sei vicende assurte agli onori delle cronache - da quella della famiglia di Aldo Bianzino a quella di Walter De Benedetto -, questo ascolto vuole ripercorrere quelle storie che meglio illustrano il corto circuito di una battaglia che ha colpito tutti, meno coloro che andavano fermati: i narcotrafficanti. ÛPerché quando si parla di cannabis o di legalizzazione si pensa sempre che si parli di "cultura dello sballo" o qualcosa che ha a che fare con i vizi di alcuni che in fondo potrebbero farne a meno. In realtà parliamo di un sistema
di criminalizzazione che negli anni continua ad autoalimentarsi e che fallendo nello sgominare i traffici di droga delle cosche, è andato a immettere in questo sistema talvolta letale - semplici cittadini. Lo trovate sul sito emonsaudiolibri.it e su Spotify, Apple Podcasts e Google Podcasts
GUARDA DAZED AND CONFUSED LA VITA È UN SOGNO Giudicato come miglior film per stoner in assoluto dall'esigentissimo pubblico di Rotten Tomatoes, questo classico datato 1993 racconta un giorno nella vita di un gruppo di adolescenti texani nel 1976, per la precisione il loro ultimo giorno di scuola. "La vita è un sogno" è un film inaspettato perché se uno leggesse solo la sinossi o si limitasse a vederne qualche spezzone cadrebbe nell'errore di etichettarlo come un semplice teen movie americano: un
film da domenica pomeriggio da guardare distrattamente, tra una scrollata sullo smartphone e uno sbadiglio. Tra le pieghe di un genere tipicamente americano, così standardizzato e solitamente stucchevole, si trova invece la vena di uno degli autori più importanti, influenti e interessanti del cinema indipendente americano Richard Linklater - e probabilmente una delle colonne sonore più epiche per gli amanti del rock. Dagli Aerosmith ad Alice Cooper, fino ai Deep Purple che hanno ispirato il titolo, una sfilza di pezzi storici del rock americano fanno da sottofondo alle vicende di un (giovanissimo) cast stellare, tra cui Milla Jovovich, Ben Affleck e Mattew McConaughey. "Dazed and confused" è un film su degli adolescenti sballati che si divertono durante il loro ultimo giorno di scuola, vivono senza troppi drammi e non hanno mezza preoccupazione: più che un film, un inno alla gioia e alla leggerezza della gioventù. Da guardare possibilmente in inglese, perché il doppiaggio italiano non rende davvero giustizia alla genialità dei dialoghi. Disponibile in streaming online
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IN MEMORIAM di Fabrizio Dentini
WALTER DE BENEDETTO, GUERRIERO GENTILE "Bisogna rimanere sereni anche nella tempesta, sennò tutto sarà perduto" Walter De Benedetto, ottobre 2012
capire a tutti come un processo di questo tipo fosse una vergogna in un paese cristiano, ma senza compassione. In ultimo e per completezza è anche giusto ricordare che la profondità del percorso di Walter va aldilà della lotta per il riconoscimento delle cure a base di cannabis. La testimonianza della sua vita sconfina oltre questa importantissima battaglia di civiltà. Walter rivendicava un trattamento degno di un essere umano anche per chi, spossato dallo stillicidio quotidiano, sofferto a causa delle più diverse patologie, avrebbe voluto cercare il conforto nella dolce morte e salutare, quindi i propri cari, con un civile percorso di eutanasia. Ricordo un Walter amareggiato e allo stesso tempo deciso mentre mi spiegava con tranquillità che, per una persona nelle sue condizioni, avere la possibilità di accomiatarsi con serenità dal mondo avrebbe rappresentato una liberazione e, in quanto tale, tutte le persone che gli volevano bene avrebbero dovuto gioire con lui di questo suo ultimo passo.
L'amico Walter De Benedetto ci ha lasciato lo scorso maggio. Un lutto inaspettato, nonostante le gravi condizioni cliniche, essendo Walter una persona coraggiosa che non si faceva compatire e che, al contrario, aveva sempre un occhio di riguardo, empatico, per gli amici che lo frequentavano. Walter è stato un uomo mite e profondo, un ragazzo curioso e paziente, un esempio costante che con la forza della serenità sapeva comunicare un'inesauribile volontà di andare a vedere quanto il futuro gli avrebbe riservato. La nostra amicizia, ridendo e scherzando, risaliva all'autunno del 2012. Walter aveva raccontato la sua storia per il mio primo libro sulla cannabis terapeutica: Canapa medica. Viaggio nel mondo del farmaco proibito. Dieci lunghi anni che mi hanno dato la possibilità di conoscere l'uomo, aldilà dell'attivista, uno spessore umano che ha senza dubbio trasceso la rilevanza pubblica che la battaglia per la cannabis terapeutica gli aveva conferito a livello nazionale. Walter ci lascia a quasi 50 anni di vita, una vita vissuta in compagnia dell'artrite reumatoide, malattia rara, che già dall'adolescenza lo aveva colpito in forma severa e invalidante. Quando nel 2012 presi contatto con lui, per presentarsi, le prime parole che mi scrisse furono: "Oggi, dopo quattro anni di cerotti di morfina ed anni di immunosoppressori potenti con effetti collaterali tremendi che violentano il tuo corpo, ho diritto al Bedrocan [ndr. cannabis prodotta in Olanda]. Avrei voluto una vita migliore, con meno dolore, non per me, ma per i miei cari. La mia dignità l'hanno calpestata troppe volte. Sai cosa
Photo credits: Maria Novella De Luca. vuol dire passare otto anni e mezzo rinchiuso in ospedale dove ero solo un numero? Ho subito diciotto interventi, protesi alle anche, operazioni alle ginocchia e alle mani. Stavo morendo di cure invece che per la malattia. Per noi la cannabis non è lo spinello ma un farmaco, cazzo!". Nel corso di questi anni la battaglia di Walter ha toccato varie tappe, facendo del proprio corpo e della propria voce l'esempio plastico della tirannia di un dolore che non aspetta, un tempo carico di sofferenza che scandisce ogni attimo rendendolo terribilmente infinito. Quando la cannabis dieci anni fa costava sino a 40 euro al grammo, in quell'Italia senza legge nazionale che garantisse la mutuabilità del medicamento, Walter
chiedeva un prezzo abbordabile per chiunque ne avesse bisogno. Quando il dosaggio prescritto era inadeguato, Walter lottava per innalzare la grammatura della sua prescrizione, chiedendo a viva voce che quanto prescritto fosse in linea con le necessità dei pazienti e che i medici smettessero di prescrivere dosi omeopatiche. Quando le posologie previste dai medici non combaciavano con quanto a lui necessario, Walter non ha indugiato a piantare le proprie piante di cannabis per rintuzzare la dose prescritta legalmente perché: "Se non autoproducevo il farmaco chi mi aiutava?". E quando negli ultimi anni era stato vilmente accusato di voler spacciare quanto coltivava aveva risposto, come il gentleman che era, spiegando che lui era già condannato dalla malattia, facendo
Adesso che Walter non c'è più ci rimangono i suoi ricordi, i suoi insegnamenti dirompenti per umiltà e forza interiore, moti dell'anima rari in questi tempi convulsi e senza spazio per i sentimenti. Quello che resterà nel mio ricordo soprattutto però, saranno le sue parole, da toscano verace, parole chiare e senza perifrasi che conducevano al centro di uno dei temi principali del vivere moderno, quello rappresentato dal "margine umano", quello dell'importanza dell'ascolto, quello della necessità di riconoscere le proprie debolezze per affrontare le sfide del domani con orgoglio e coscienza di causa. Arrivederci, dunque, caro Walter. Un forte abbraccio, mi mancherai.
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LIFESTYLE di Giovanna Dark
CANNACATIONS: L'ALTRA VACANZA VERDE APPENA NATO, IL TURISMO DELLA CANNABIS È GIÀ UN'INDUSTRIA DA 17 MILIARDI DI DOLLARI Dimenticate Amsterdam e sognate la California: dai tour delle fattorie di marijuana agli hotel "bud and breakfast", le destinazioni americane stanno rivoluzionando il turismo della cannabis. Secondo un sondaggio condotto a maggio negli Stati Uniti e pubblicato dalla rivista Forbes, la metà dei millennial afferma che l'accesso alla cannabis legale è importante nella scelta di una destinazione per le vacanze, mentre più di quattro millennial su dieci (43%) affermano di aver scelto specificamente una destinazione perché li la cannabis era legale. Per ora, i viaggi legati alla cannabis sono stati largamente ignorati dagli enti del turismo e dall'industria, lasciando sul tavolo milioni di dollari, dice Victor Pinho, cofondatore di Emerald Farm Tours. "Sono turisti e fanno acquisti: sono qui per spendere soldi nella mecca dell'erba", dice, spiegando che un turista arriva a spendere fino a 400 dollari al dispensario durante le sue visite, circa tre volte di più della spesa media di un cliente abituale. Non è ancora chiaro quanto diventerà grande la nascente industria del turismo della cannabis, o quale sarà il suo potenziale impatto sull'economia turistica statunitense, ma i primi dati sono promettenti. Uno studio nazionale pre-pandemico della società di ricerche di mercato MMGY Travel Intelligence ha rilevato che quasi un viaggiatore americano su cinque (18%) è interessato a esperienze legate alla cannabis durante le vacanze. Questo numero sale al 62% quando il campione dell'indagine viene ristretto ai consumatori di cannabis di età superiore ai 21 anni con un reddito familiare annuale superiore a 50.000 dollari. Come ben sanno gli olandesi, la cannabis legale fa bene anche altre
Un esempio di tour di una cannabis farm prenotabile sul sito turistico getyourguide.com
attività commerciali. Su 25 miliardi di dollari di vendite di cannabis legale nel 2021, Forbes stima che ben 4,5 miliardi di dollari siano stati trainati dai turisti, che hanno versato altri 12,6 miliardi di dollari in ristoranti, hotel, attrazioni e altri negozi, oltre che nelle casse dello Stato e dei comuni. Questo perché per ogni dollaro speso presso un rivenditore di cannabis, c'è un effetto moltiplicatore, con altri 2,80 dollari iniettati nell'economia locale. Per molte destinazioni, si tratta soprattutto di entrate passive, senza quasi alcuna promozione locale. Consideriamo il Colorado, dove la cannabis a scopo ricreativo è legale da un decennio e ha portato 423 milioni di dollari di tasse solo l'anno scorso. Il sito web dell'Ufficio del Turismo del Colorado offre poche indicazioni per i viaggiatori 420-friendly, oltre a consigli generici sulla sicurezza della cannabis, linee guida legali e altri consigli pratici. "La cannabis non è uno dei principali motori in termini di turismo nel nostro Stato, rispetto a categorie come le attività ricreative all'aperto", ha spiegato a Forbes un funzionario del turismo del Colorado, sottolineando che non esistono statistiche o rapporti sul volume dei viaggi o delle entrate. Anche se il Colorado non sta cercando
di attrarre in modo proattivo i turisti che vogliono sperimentare la cultura della cannabis, gli imprenditori dello Stato pioniere della legalizzazione tout court lo stanno facendo. Il Patterson Inn di Denver, un hotel boutique con 9 camere da letto situato, appropriatamente, al 420 di E. 11 Street, ospiterà presto la prima sala per il consumo di cannabis autorizzata in un hotel della città. Il proprietario Chris Chiari dice che il suo club di 1.000 metri quadrati - che si chiamerà 420 Suite - sarà aperto agli ospiti paganti dell'hotel entro la fine dell'anno. Ma chi sono quelli che vanno in cannacation? L'ultima ricerca dipinge un ritratto del viaggiatore tipico della cannabis che assomiglia meno allo stereotipo del fattone e più a qualsiasi altro vacanziere di alto livello: è probabile che sia un millennial o più giovane (63%), che abbia una laurea (59%), un lavoro (82%) e un reddito familiare medio di 87.000 dollari, secondo un rapporto della Cannabis Travel Association International (CTAI), un gruppo commerciale del settore. "Entro il 2025, il 50% dei viaggiatori negli Stati Uniti saranno millennial", afferma Brian Applegarth, fondatore dell'organizzazione. "E il loro rapporto con il consumo di cannabis è estremamente normalizzato rispetto ai
leader del settore di oggi, che ancora sono legato a stereotipi stigmatizzanti". Con la mappa della cannabis legalizzata negli Stati Uniti che assomiglia ancora a una trapunta patchwork, la California è emersa come il centro del turismo della cannabis per ora, con una manciata di altre destinazioni in tutto il Golden State che hanno recentemente lanciato i loro programmi: dal nuovo Oakland Cannabis Trail, che porta i visitatori in un viaggio immersivo attraverso l'eredità della marijuana nella città, alla Greater Palm Springs, il cui sito web turistico mette in evidenza il lato wellness della cannabis, attraverso i suoi rivenditori, hotel, spa e tour. Il Los Angeles Times ha poi recentemente definito il quartiere alla moda di West Hollywood come "l'Amsterdam del Far West", grazie all'alta concentrazione di dispensari, tra cui alcuni sostenuti da celebrità come Jay-Z e Woody Harrelson. Insomma, per quanti vogliono volare oltre oceano, ci sono un sacco di destinazioni 420-friendly ad attenderli: che sia la visita con degustazione in una marijuana farm o il soggiorno in un bud&breakfast, la nascente branca del turismo cannabico promette di offrire esperienze - se non indimenticabili certamente uniche!
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CANNABIS di Rich Hamilton
LIL’ KIM STA PER LANCIARE LA FIRST LADY DELL’HIP-HOP DIVENTA LA FIRST LADY DELL’ERBA LA NUOVA LINEA DI CANNABIS “APHRODISIAK” di colore ad avere una propria linea di fiori di cannabis. Il marchio Aphrodisiak è sul punto di costruire uno dei primi imperi sostenuti da celebrità femminili. A patto che riescano a offrire una gamma di varietà di cannabis Iconica quanto l’aspetto e le sonorità di Kim. Kim lavora su “Aphrodisiak” da due anni e mezzo. La rapper vuole che la sua linea rispecchi il suo stile personale. Per quanto riguarda l’identità e il packaging del marchio, si può solo immaginare che saranno alquanto unici. Sarà sicuramente un’esperienza di lifestyle della cannabis all’avanguardia.
Lil’ Kim è esplosa sulla scena hip-hop nel 1996 con il suo primo album Hardcore. Ora sta per lanciare una linea di prodotti legali a base di cannabis che avranno gli stessi effetti stimolanti. Il lancio della linea di cannabis di design “Aphrodisiak” della famigerata artista dell’hip-hop e pioniera della cultura pop Lil’ Kim così tanto attesa dagli appassionati di erba californiani avverrà nella prima metà del 2022, in vista di espandersi in poco tempo nei mercati legali, fra cui Michigan, New Jersey e la città natale di Kim, New York. Il primo luogo in cui trovare le cime di Kim sarà il nuovo dispensario californiano “Pineapple Express” a Hollywood. Il dispensario è di proprietà dell’imprenditore musicale e del settore dell’erba “2 Chainz”, collega di Kim. Carlos Dew di Superbad Inc., partner di Kim alla Aphrodisiak, ha raccontato come questo fosse il luogo perfetto per il lancio. “Volevamo organizzare qualcosa che rispecchiasse il fatto che Kim è un’icona, ecco perché Hollywood è il luogo perfetto per il lancio”. I prodotti Aphrodisiak sono selezionati e preparati a mano da anni con il contributo di Kim. Kim continua a occuparsi dello sviluppo quotidiano della linea e della qualità. “Ho provato questo prodotto e
ho pensato: ‘Oh sì, questo sì che ha gas’ ”, ha commentato Kim l’anno scorso nell’annunciare il marchio. I testi di Kim la vedono sputare rime crude sull’erba. Negli anni Novanta è stata al fianco di artisti del calibro di Snoop. Ha aperto il pubblico all’erba, quando la cultura pop mainstream non si era ancora fatta un’idea su questa pianta tabù. Non parliamo poi del tema delle donne che fumano e si godono la cannabis apertamente. Lil’ Kim è stata una delle poche donne sulla scena pubblica a contrastare la tendenza e a dichiarare con orgoglio e a voce alta il proprio amore per l’erba. Non c’è dubbio che Kim sia stata un’apripista per le donne, fumando senza vergogna insieme ai coetanei uomini. All’epoca, tuttavia, non avrebbe potuto prevedere i cambiamenti in atto nell’industria della cannabis. O che le sue rime a favore dell’erba avrebbero contribuito a crearle una nicchia nel mercato lucrativo di oggi. “È una che fa tendenza. Se si guarda al passato, in tutto ciò che ha fatto, è stata la prima. La prima bad girl dell’Hip Hop, il che è importante”. - Carlos Dew, Superbad Inc. Superbad Inc. di Carlos Dew è il marchio licenziante che aiuterà la Aphrodisiak a
spiccare il volo da costa a costa e infine in tutto il mondo. Dew è un magnate in erba della cannabis che orchestra accordi che offrono alle celebrità e agli influencer la piattaforma e il capitale che spetta loro in un’industria della cannabis legale che dimentica troppo velocemente i suoi original gangster. Superbad Inc. aiuta star come Lil’ Kim a sfruttare al meglio la propria influenza nell’industria della cannabis. La reputazione derivante dall’aver già collaborato con celebrità e influencer della cannabis come 2 Chainz e Tommy Chong dev’essere di buon auspicio per la linea di cannabis di Kim. L’album di debutto di Kim è diventato doppio disco di platino con oltre 2 milioni di copie vendute. In totale, ha venduto oltre 6 milioni di album in tutto il mondo. La speranza è che il nome e la reputazione di Kim spingano le persone ad acquistare le sue varietà allo stesso ritmo con cui acquistano la sua musica. Kim e il suo team alla Aphrodisiak hanno come obiettivo finale quello di “orchestrare la ricchezza generazionale” per loro stessi e per altre persone che potrebbero trovarsi in una posizione simile e trarre dunque ispirazione. Mentre Kim vuole divertirsi con il suo marchio. Attribuisce inoltre molta importanza al fatto di essere una delle prime celebrità
Kim e Superbad Inc. sperano che non ci voglia molto prima che la linea di Lil’ Kim sia disponibile a New York, il suo Stato natale, e in New Jersey e Michigan. New York sta ora definendo le licenze e le normative. Il New Jersey, nel frattempo, si sta lentamente avvicinando all’apertura dei suoi punti vendita della cannabis al dettaglio. Per quanto riguarda la genetica, Kim e Carlos hanno dichiarato che tutti i prodotti sono nuove varietà personalizzate in base alle preferenze di Kim, che è più che felice di provarle. “Sono circondata da fumatori di cannabis navigati. Mi hanno detto: ‘Kim, hai una marcia in più’, e ne sono rimasta entusiasta. Inoltre, mi piacciono varietà diverse. Mi piacciono le varietà di sativa, indica e gli ibridi. Ma mi piace anche la vera California O.G., che non passerà mai di moda”. - Lil’ Kim.
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Advanced Hydroponics Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV Galvaniweg 11, 5482 TN Schijndel, Paesi Bassi Tel: 0031 - 73 54 98 112 e-mail: info@softsecrets.nl Sito internet: www.softsecrets.com Editore: Cliff Cremer Collaboratori: Jorge Cervantes, Giovanna Dark, Fabrizo Dentini, Sudestfam, Stoney Tark, Rich Hamilton, Mr. Jose, G.B.I., Tricoma Team, Jaypp e tanti altri. Traduzioni: Valefizz Indirizzo redazione: Soft Secrets Italia E-mail: readers@softsecrets.nl Pubblicità: Fabrizio E-mail: fabrizio@softsecrets.nl Tel: 0039 - 36 65 44 66 94 La voce dell’editore: Soft Secrets è una rivista bimestrale gratuita pubblicata nei Paesi Bassi (con il nome di Highlife), Germania, Francia, Italia, Spagna, Regno Unito, Polonia, Repubblica Ceca e Cile. A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell'uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi. Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti, come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l'uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L'editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell'uso
Flower Power Milano
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of Holland
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Garden HighPro
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Advanced Nutrients
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Garden HighPro
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Advanced Nutrients
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Garden HighPro
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Amicanapa Growshop
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Bahia
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Greenhouse Feeding
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Barney's Souvenirs
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Growerline
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Barney's Souvenirs
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Growshop Do.Is
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Bear Bush
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Happy Life
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Hempoint CBD
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Sweet Seeds
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Fior di Canapa
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