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LA CASSAZIONE RIBALTA LA GIURISPRUDENZA SULLO SPACCIO DI CANNABIS

È sicuramente una sentenza storica quella che la Cassazione ha emesso lo scorso 17 giugno: non può essere condannato per spaccio chi detiene scorte di cannabis in casa. E il fatto di avere un bilancino di precisione o dosi di marijuana confezionate non sono prove sufficienti per dimostrare l’intenzione di vendere della sostanza.

Così hanno deciso - non senza scatenare un vespaio di polemiche - i supremi giudici italiani, chiamati a giudicare un ragazzo che era stato condannato in appello a oltre un anno di prigione e a una multa di 2500 euro per essere stato trovato con 45 dosi di marijuana nel frigorifero. Con una decisa presa di distanza dalla sua solita condotta - dedita a convalidare il reato di spaccio con estrema facilità e sulla base di circostanze tutt’altro che evidenti -, la Cassazione ha riconosciuto la validità del consumo personale e ha deciso che l’onere della prova dovesse ricadere sull’accusa, invece che sulla difesa. Infatti, si legge nelle motivazioni, “ai fini della configurabilità del reato di illecita detenzione di cui all’art. 73 d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, la destinazione all’uso personale della sostanza stupefacente non ha natura giuridica di causa di non punibilità e non è onere dell’imputato darne la prova”, gravando invece sulla pubblica accusa l’onere di dimostrare la destinazione allo spaccio. In sostanza, l’accusa non ha dimostrato in alcun modo l’intento di spaccio, mentre il comportamento dell’imputato sembra essere compatibile con l’acquisto della cannabis per uso personale o come scorta. Per queste ragioni, la Cassazione ha

deciso di annullare la precedente sentenza e dare ragione all’imputato: il ragazzo è stato assolto completamente e non dovrà affrontare un nuovo processo in appello. L’attribuzione dell’onere di prova all’accusa rappresenta un cambiamento quasi epocale nella giurisprudenza italiana sulla cannabis. Se “erba, bilancino e soldi” avevano sempre significato una sicura incriminazione per spaccio, ora serviranno accuse molto più circostanziate per chiamare qualcuno “spacciatore”. Con questa sentenza la Cassazione pare infatti voler sottolineare l’importanza del principio di presunzione di innocenza, garantendo che l’imputato non sia considerato colpevole finché non sia dimostrata la sua colpevolezza al di là di ogni ragionevole dubbio.Questo cambiamento di prospettiva offre maggiori garanzie per la difesa,

assicurando che i pubblici misteri abbiano il compito di fornire prove solide per convincere i giudici che sussista il reato di spaccio. E, visti i tempi che corrono, non è davvero cosa da poco. Si potrebbe infatti pensare che gli ermellini vogliano reagire al clima politico installatosi con il nuovo Governo - un clima fortemente ostile ai diritti civili - dando un segnale forte e decisamente in contrasto con la linea proibizionista seguita dai tempi della Fini-Giovanardi in poi.

Di questo purtroppo non ci è dato sapere per certo, ma è di certo confortante vedere che una delle maggiori istituzioni italiane ha finalmente cambiato idea sulla cannabis e il suo consumo. di Giovanna Dark

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Dutch Passion

L’ultima varietà autofiorente ad alto contenuto di THC di Dutch Passion - l’Auto Forbidden Cherry - ha sorpreso moltissime persone quando le analisi di laboratorio hanno mostrato un contenuto di terpeni circa 3 volte (!) superiore a quello di una varietà tipica.

Soft Secrets ha contattato il coltivatore per regalarvi alcune informazioni su come produrre un’erba indoor dal gusto leggendario.

‘The Artist’ ha coltivato due piante di Auto Forbidden Cherry di Dutch Passion nel suo loft

da gennaio a marzo 2023 utilizzando luci di coltivazione a LED. Le piante hanno prodotto rispettivamente 60 e 70 gr, per un totale di 130 gr di cime essiccate e conciate con una lampada LED SANlight, come terriccio è stata utilizzata una miscela di terriccio e fibra di cocco con un ciclo di illuminazione impostato a 20/4 (20 ore di luce al giorno dalla semina al raccolto).

Come fertilizzazione “The artist” ha utilizzato i nutrienti BAC insieme ai fertilizzanti a lento rilascio di BioTabs in airpots da 20 e 30 litri.

Auto Forbidden Cherry coltivata indoor in condizioni fresche Report di coltivazione dell’Auto Forbidden Cherry dal seme al raccolto

Fase di germinazione

La sfida principale durante la prima parte della coltivazione sono state le condizioni ambientali decisamente fredde, che sono arrivate anche a 14°C quando le luci di coltivazione erano spente. Per mitigare tali condizioni di freddo, non è stata utilizzata la ventola di estrazione nelle prime settimane, il che ha permesso alla temperatura di raggiungere i 22°C durante il periodo di accensione delle luci.

Fase di germoglio

Le piantine sono cresciute in maniera costante durante le prime settimane nonostante le condizioni fredde, anche se The Artist ha notato di aver perso un po’ di vigore nella fase vegetativa iniziale, il che potrebbe aver compromesso la resa finale del LED da 215W.

Fase di fioritura

Dopo 4-5 settimane sono comparsi i primi segni dei fiori femminili e le piante a questo punto hanno iniziato ad allungarsi rapidamente. Come tutte le autofiorenti di Dutch Passion, queste piante hanno mostrato una fioritura centrale dominante con un anello di fioriture più piccole. Una delle due Auto Forbidden Cherry ha mostrato una colorazione rosso ciliegia intenso, mentre l’altra ha mostrato delle sfumature più rosee. Entr-

ambe le piante mostravano la caratteristica finitura di resina spessa insieme ad un aroma incredibilmente pungente e penetrante che si sarebbe intensificato notevolmente durante la concia.

“Tutti hanno apprezzato queste cime di color rosso porpora/ciliegia, sia per il sapore che per i colori intensi e stupefacenti. Le cime non erano delle più compatte ma, essendo completamente ricoperte di resina, si sono trasformate in un mix di terpeni eccezionalmente oleosi diventando più che invitanti”.

Report sul raccolto

Le cime avevano un aspetto folle, con sfumature rosse e rosa ricoperte da un rivestimento di tricomi bianchi particolarmente denso e vellutato. Ed è stato proprio questo rivestimento incredibile di resina, che puzzava come nessun’altra varietà, a catturare l’attenzione del coltivatore. In moltissimi anni di coltivazione, The Artist non aveva mai assaporato un gusto ed un aroma funky così pervasivi. Queste cime, che erano già ottime, si sono trasformate in un raccolto davvero storico.

Dopo le 12 settimane di coltivazione sono state sottoposte ad un’analisi di laboratorio per scoprire il profilo terpenico. Con grande stupore di tutti (compreso il team di Dutch Passion, piacevolmente sorpreso), il carico totale dei terpeni nelle cime era dell’1,6%. La maggior parte delle varietà standard si aggira intorno allo 0,5% e anche le cime dopo una

concia ad hoc raramente superano l’1% dei terpeni totali. Oltretutto il terpene dominante era l’esclusivo terpinolene, presente in questi buds allo 0,6%. Il team di Dutch Passion ammette di non aver mai visto un analisi di laboratorio più alta!

Se anche voi volete raggiungere tali livelli di terpeni, Dutch Passion si raccomanda di iniziare partendo da genetiche che abbiano un elevato contenuto di terpeni e di coltivare utilizzando luci a LED di qualità e (se possibile) altre luci UVA/UVB supplementari. Vi consig liamo di prestare molta attenzione all’essic cazione e alla concia, assicurandovi di non seccare troppo le cime e di non esporle ad una temperatura eccessivamente elevata durante l’essiccazione. Supponendo che i vostri semi di cannabis abbiano un pedigree dal THC elevato e che siano stati coltivati correttamen te, massimizzare il contenuto dei terpeni è il

modo migliore per far sì che le vostre cime si distinguano davvero dalla massa!

Le ultime parole vanno a The Artist: “Senza dubbio questa coltivazione mi ha regalato il miglior sapore e “puzza” di tutte le mie coltivazioni, indoor e outdoor. Le cime erano molto forti, ma è stato il carico di terpeni pazzesco a renderla una coltivazione completamente unica. È una varietà facile da coltivare, senza drammi, complicazioni o tecniche di coltivazione speciali per ottenere il meglio. Naturalmente, ve la raccomando spassionatamente!”.

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Notizie sull’industria europea

Repubblica Ceca indecisa e Germania al ribasso sui piani di riforma

Meno di un anno fa, i rappresentanti politici della Repubblica Ceca hanno espresso il desiderio di legalizzare la cannabis per gli adulti, sulla scia dello slancio che si sta verificando oltre confine, in Germania, che si sta orientando verso la legalizzazione per uso adulto.

Tuttavia, il Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Ceca ha annunciato di recente che avrebbe implementato nuove restrizioni sui prodotti a base di CBD, il che ha creato confusione in numerosi addetti ai lavori dell’industria internazionale della cannabis.

“L’Ispettorato di Stato per l’Agricoltura e gli Alimenti... sta predisponendo provvedimenti generali atti a vietare la commercializzazione del cannabidiolo (CBD), di altri cannabinoidi ottenuti dalla canapa e di prodotti contenenti queste sostanze.

Inoltre, secondo l’UE, gli alimenti contenenti CBD non possono essere commercializzati in nessun Paese dell’Unione. Questo perché i loro effetti sulla salute umana non sono ancora stati sufficientemente studiati dal punto di vista scientifico”, si legge in un recente comunicato stampa del Ministero dell’Agricoltura.

Nell’ottobre del 2022, il principale esperto di politiche sulle droghe della Repubblica Ceca, Jindřich Vobořil, è apparso fiducioso sulla possibilità che il suo Paese approvasse nel giro di poco un provvedimento volto a legalizzare l’uso per gli adulti e lo ha comunicato alla stampa.

“Il consenso politico esistente mi ha spinto a lanciare questa proposta di regolamentazione della cannabis, sostanza illegale. Vogliamo regolamentarla con l’aiuto del mercato. Crediamo che questa regolamentazione sarà più efficace dell’attuale divieto”.

Subito dopo la presentazione del progetto di legalizzazione al gabinetto federale tedesco da parte del ministro della Salute Karl

Lauterbach, nell’ottobre 2022, Vobořil ha postato online che “la Germania e la Repubblica Ceca sarebbero passate a un mercato regolamentato nello stesso momento”.

Vobořil ha poi scritto online di essere entusiasta della decisione della Germania e di ciò che significa per la Repubblica Ceca, soprattutto per quanto riguarda il lucroso modello dei “cannabis club”, modello diffuso a Barcellona, in Spagna.

“Siamo in contatto diretto con i nostri colleghi tedeschi e abbiamo ripetutamente confermato che vogliamo coordinarci, anche dal punto di vista pratico, consultandoci reciprocamente sulle nostre proposte. Voglio inoltre che le nostre proposte siano valutate da esperti” – ha affermato l’esperto ceco di politiche sulle droghe Jindřich Vobořil.

Oltre ai commenti di Vobořil dell’anno scorso, solo poche settimane fa, i funzionari del governo ceco hanno rivelato che starebbero cercando attivamente un modello di legalizzazione per uso adulto che preveda un registro dei consumatori.

Allo stesso tempo, hanno tuttavia cercato di vietare il CBD e di recente hanno punito un educatore sulla cannabis per “incitamento e promozione della tossicodipendenza”.

Il continente europeo sta attualmente vivendo uno slancio significativo verso la regolamentazione della cannabis e non verso il divieto.

La Germania è alla guida dell’attuale strategia di legalizzazione continentale con un approccio diretto che riconosce il consumo di cannabis da parte degli adulti. Ci sarà sempre, che sia legale o meno.

La Germania riconosce il fatto che sia preferibile per la salute pubblica che i prodotti consumati vengano regolamentati anziché non esserlo. Questa logica si applica non solo ai prodotti derivati dalla cannabis, ma anche a quelli derivati dalla canapa.

Tuttavia, anche la Germania ha ridimensionato i suoi entusiastici piani iniziali verso la legalizzazione dell’uso da parte degli adulti. In aprile, la Germania ha rivelato un approccio all’acqua di rose verso la legalizzazione, che prevede cannabis club senza scopo di lucro e solo programmi test a livello regionale.

Una bozza della normativa trapelata alla ‘Deutsche Presse-Agentur’, l’agenzia di stampa tedesca, riporta che le associazioni della cannabis ‘senza scopo di lucro’ avrebbero potuto essere operative entro la fine di quest’anno.

La bozza trapelata prevede che la Germania possa limitare la distribuzione di cannabis ai soli membri dell’associazione e il consumo a un massimo di 50 grammi al mese per persona. Inoltre, ai consumatori di età compresa tra i 18 e i 21 anni verrà applicato un limite mensile più basso e soglie massime a livello di potenza.

A titolo di confronto, il Canada attualmente limita le vendite a 30 grammi di fiori a persona per ogni acquisto. Non applica un limite inferiore per i giovani (tuttavia, le normative delle singole province

possono variare). Fra gli altri dettagli che, secondo l’agenzia di stampa, potrebbero essere oggetto di controlli più severi in seguito alle deliberazioni del Bundestag, figurano restrizioni sulla “neutralità” delle confezioni e il divieto di “incentivi al consumo” per i giovani.

Per esempio, le etichette potranno riportare solo il peso della confezione, la data di raccolta, la data di scadenza, la cultivar e il contenuto di THC e CBD.

Verrebbe inoltre vietato il consumo in loco presso le associazioni.

È lecito affermare che, anche se al momento c’è un po’ di confusione, maggiori informazioni su ciò che sta accadendo in Repubblica Ceca e sulla sua posizione nello slancio alla legalizzazione in Europa, così come sui piani finalizzati dalla Germania, saranno più chiare durante l’imminente International Cannabis Business Conference, che si terrà a Berlino il 29-30 giugno.

Per ora dobbiamo concentrarci sugli aspetti positivi e sul fatto che ogni passo verso la legalizzazione sia positivo per l’Europa.

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COLTIVARE IN THAILANDIA

Il 9 giugno 2022, la Thailandia è diventata il primo Paese in Asia a liberalizzare la cannabis. Il panorama è ora sano e fiorente e coinvolge venditori ambulanti, social club, club di fumatori. Inoltre, molti marchi europei si sono già fatti strada in questo senso. Il modo in cui la Thailandia si è adattata alla legalizzazione è stato davvero impressionante e accogliente, ha promosso investimenti seri e molti sono già partiti per vedere di cosa si tratta. In questo articolo vi spieghiamo cosa dovete sapere se coltivate outdoor in Thailandia e cosa fare per ottenere il miglior raccolto possibile.

Le diverse stagioni

Quando pensiamo alla Thailandia, pensiamo a un caldo paradiso tropicale con sabbia, mare e cibo fresco. Per sapere quando è meglio coltivare, è importante conoscere le sue tre stagioni. Si tratta della stagione umida, che va da luglio a ottobre, della stagione fresca, che va da novembre a febbraio, e della stagione calda, che va da marzo a giugno.

La stagione delle piogge / monsonica

La stagione delle piogge o stagione dei monsoni è caratterizzata da forti precipitazioni e abbondanti quantità di pioggia. Da luglio a ottobre, le temperature oscillano tra i 25 e i 30 gradi, con una media di 29 gradi. In questo periodo le precipitazioni possono durare diverse ore o presentarsi come acquazzoni costanti con elevati livelli di umidità.

La stagione fresca

Questa stagione dura da novembre a febbraio e le temperature scendono sotto i 27 gradi e in media ci sono 16 gradi centigradi. Nelle regioni montuose le temperature sono ancora più elevate. Durante la stagione fresca l’aria è di gran lunga più secca rispetto alla stagione delle piogge e offre condizioni di sonno confortevoli e condizioni ottimali per la coltivazione outdoor.

La stagione estiva

È il periodo più interessante per alcuni turisti, in cui il clima arriva a diventare rovente con temperature che raggiungono i 40 gradi e una temperatura notturna di 28-30 gradi. Durante questa stagione, le giornate sono lunghe, calde, molto umide e con poca brezza o aria fresca.

In questo periodo dell’anno il monsone di sud-ovest porta aria calda e umida dall’oceano Indiano, soprattutto sulle regioni montuose della Thailandia.

Quali sono le varietà che funzionano meglio outdoor in Thailandia?

In passato i coltivatori incrociavano diverse varietà landrace, le varietà Thai erano tradizionalmente miscelate e sono quelle che hanno portato alla produzione di varietà molto note come la DJ Shorts Blueberry. Le varietà landrace thailandesi sono piante di sativa a fioritura lunga che, in alcuni casi, possono richiedere dalle 12 alle 15 settimane per maturare completamente.

Le varietà di Haze e sativa che spesso si trovano in Paesi come il Messico, la Colombia, la Thailandia e l’Asia sono geneticamente progettate per crescere in ambienti caldi e a elevata umidità, con poco flusso d’aria intorno alle cime durante la fioritura.

Se state pensando di trascorrere uno o due anni in Thailandia, la scelta migliore è quella di lavorare con queste landrace o con ibridi a predominanza sativa.

• Gli ibridi di landrace Thai sono i più adatti in quanto geneticamente predisposti.

• Le varietà colombiane, messicane e hawaiane hanno un ottimo potenziale.

Le piante di sativa producono cime ariose e soffici, meno sensibili agli agenti patogeni.

Le piante coltivate all’aperto devono essere geneticamente resistenti alle muffe e allo stress termico.

• Anche gli ibridi di Skunk più orientati verso il lato sativa possono dare buoni risultati.

E le piante di indica a fioritura rapida?

Sulla carta può sembrare una buona idea, ma in realtà, a causa dello scarso flusso d’aria e della poca brezza costante, se si coltiva outdoor in Thailandia, le cime dense e spesse patiranno muffe e oidio. Le piante di cannabis indica si trovano generalmente in aree selvagge come India, Nepal, Pakistan e Afghanistan, dove i climi possono essere più freddi e rigidi. Purtroppo, potreste

trovarvi a scoprire a vostre spese che le piante di Cannabis indica non sono la scelta migliore per il clima caldo e umido della Thailandia.

• Le piante di Cannabis indica ammuffiscono se non vengono coltivate in una serra controllata.

• Il flusso d’aria ridotto può far ammuffire i germogli di cannabis dall’interno verso l’esterno.

• Le piante di cannabis indica prediligono un basso tenore di umidità e molta aria fresca.

E le piante autofiorenti?

Le autofiorenti sono molto più pratiche, soprattutto in stagioni diverse. Il periodo migliore per piantare le autofiorenti all’aperto è da novembre a febbraio. In questo periodo, la temperatura oscilla tra i 16 e i 28 gradi, con cielo sereno e molto sole.

Si tratta in molti casi del periodo di punta per i turisti ed è anche il momento migliore per coltivare la Cannabis, in particolar modo le autofiorenti, che sono sufficientemente resistenti da gestire il clima. È meglio utilizzare piante autofiorenti

incrociate con piante di sativa e haze piuttosto che ibridi a predominanza indica o di indica.

• Piantare una grande quantità di autofiorenti all’aperto può essere molto gratificante.

• Le autofiorenti a predominanza sativa sono l’opzione migliore per la coltivazione all’aperto in Thailandia.

• Le autofiorenti possono essere coltivate in qualsiasi periodo dell’anno, ma il periodo migliore è fra novembre e febbraio.

Conclusione

La maggior parte dei fumatori predilige un’indica, a prescindere dal fatto che si tratti di un turista in viaggio per fumare o di un coltivatore che vive in Thailandia. La messa a punto dell’ambiente interno può essere la soluzione migliore al problema delle piante di indica. La coltivazione all’aperto è anche il modo più vantaggioso per selezionare semi e progenie geneticamente più adatti al clima tropicale di questa splendida area del mondo. Il futuro sembra sicuramente roseo per i thailandesi, con l’arrivo di un numero sempre maggiore di marchi mese dopo mese... quindi buona fortuna per la coltivazione outdoor in Thailandia!

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UCRAINA: CANNABIS IN SOCCORSO CANAPA PER LA VITTORIA 2.0

L’Ucraina ha fatto un altro passo avanti nel suo rapporto a lungo termine con la cannabis. Il governo vuole legalizzare la marihuana per uso medico, soprattutto a causa del trauma inferto dagli invasori russi.

adottate misure completamente diverse per regolarne la circolazione. Al contrario, osserva il Ministero della Salute, la cannabis può prevenire la sofferenza e migliorare il trattamento di più di 50 disturbi, fra cui PTSD, patologie neurologiche e disturbi del sonno.

Il presidente Zelensky e il suo gabinetto di guerra devono essere stati consigliati da veri esperti, come il nostro redattore di Soft Secrets Cliff Cremer - autore, appassionato di cannabis ed ex militare, che ha avuto più o meno la stessa intuizione su come aiutare gli ucraini dopo l’inizio della guerra. Quando la Russia ha invaso l’Ucraina nel febbraio 2022, mi ha inviato un’e-mail per chiedermi se conoscessi qualche ucraino affetto da PTSD (disturbo post-traumatico da stress) che potesse trarre beneficio dall’olio di CBD.

La mia risposta è stata sì. Vivo in Polonia, il Paese vicino dove molti rifugiati ucraini sono giunti subito a chiedere asilo. Quindi, purtroppo, sapevo di molte persone che soffrivano nella mia zona. Alcuni miei amici accoglievano intere famiglie ucraine nelle loro case durante le prime settimane di guerra. Ben presto abbiamo cominciato a distribuire loro i flaconi e le capsule di olio di CBD, gratuitamente, che Cliff ci aveva fatto arrivare da un paio di simpatici negozi di Amsterdam.

L’anno scorso il Ministro della Sanità Viktor Liashko ha scritto su Facebook che il gabinetto ucraino aveva approvato un disegno di legge “sulla regolamentazione della circolazione delle piante di cannabis per scopi medici, industriali, scientifici e tecnico-scientifici per creare le condizioni richieste per ampliare l’accesso dei pazienti ai trattamenti necessari per i tumori e

COME MAI LA

I traumi da guerra non sono uno scherzo: alcuni, soprattutto i bambini, si fanno la pipì o la cacca addosso ogni volta che sentono una sirena per strada o un aereo nel cielo, perché ricordano la paura per i bombardamenti e le esplosioni. La maggior parte delle persone non aveva mai sentito parlare di CBD, ma tutti sapevano cos’è la canapa, quindi non ci sono stati problemi di fiducia. La maggior parte delle reazioni che ho potuto raccogliere un paio di giorni e settimane dopo è stata davvero positiva. Molti hanno detto di aver notato un grande miglioramento nella qualità del sonno, che è fondamentale per la guarigione. Prima del CBD, alcuni “non

“CONTROVERSA” CANAPA

VIENE CITATA DAI MEDIA TRADIZIONALI E DALLA POLITICA SOPRATTUTTO IN TEMPI DI GUERRA, CARESTIA O ALTRI DISASTRI?

per il disturbo da stress post-traumatico derivante dalla guerra”.

“Comprendiamo le conseguenze negative della guerra sullo stato di salute mentale”, ha scritto.

Il disegno di legge garantirà un “ciclo produttivo completo di farmaci a base di cannabis in Ucraina”: il Paese svilupperà il proprio settore anziché affidarsi alle importazioni. Liashko ha sottolineato che i farmaci a base di cannabis non sono “concorrenti” dei narcotici e che vengono

riuscivano a dormire per niente” o passavano notti molto agitate. Le uniche persone che hanno notato pochi cambiamenti nel benessere mentale sono stati i forti consumatori di THC, ma in genere stavano comunque meglio. Ed erano molto più sani mentalmente rispetto a quei consumatori che si automedicano con l’alcol. In effetti, i tossicodipendenti non riescono a controllare l’alcol se hanno un PTSD di questo tipo. Quindi l’olio di CBD è stato di grandissimo aiuto.

Se lavorate nel settore del CBD o della marijuana medica, potreste prendere in considerazione la possibilità di donare alcuni dei vostri prodotti ai rifugiati di guerra o ad altre persone traumatizzate e povere. Soprattutto se avete merce in eccedenza e dovete utilizzarla una volta raggiunta la data di scadenza.

Non sarebbe meglio distribuirli liberamente ai bisognosi (come i malati di tumore), mentre il prodotto è ancora ufficialmente ‘fresco’? Dopo la legalizzazione, il Canada distrugge centinaia di tonnellate di prodotti legali di marijuana ogni anno perché invendute!

Da un punto di vista morale, sprecare preziose forniture mediche come il CBD o l’erba è ancora più brutto che sprecare cibo come fanno i supermercati, pratica già vietata da alcuni Paesi. Canada, svegliati! Al giorno d’oggi, persino i papaveri dell’Afghanistan trovano la loro strada nel mercato medico globale sotto forma di morfina. Regolamentare l’erba in Canada non può essere certo più difficile.

La nuova era della cannabis, o “Make Hemp Great Again” (riportare in auge la canapa)

Come mai la “controversa” canapa viene citata dai media tradizionali e dalla politica soprattutto in tempi di guerra, carestia o altri disastri?

Prendiamo il famoso film di propaganda “Canapa per la vittoria” (1942) durante la Seconda Guerra Mondiale - di cui il governo degli Stati Uniti avrebbe poi negato l’esistenza. Dopo la guerra, le copie del film e persino la sua esistenza sono state nascoste e la pianta è stata ulteriormente eliminata dal suolo americano con il pretesto della lotta alla marijuana. La canapa, pianta nota in tutto il mondo che ha avuto un ruolo nella vittoria americana, è stata nuovamente proibita dopo la guerra. Prima dell’avvento di Internet, i funzionari volevano addirittura costringere i bibliotecari a censurare qualsiasi menzione della cannabis nei libri, per cancellare completamente la pianta dalla storia! Gli amanti della libertà di parola e della verità hanno respinto e

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Locandina del film di propaganda bellica “Canapa per la vittoria” (1942). Fonte: Museo dell’hashish, della marijuana e della canapa. Immagine di Creative_hat su Freepik.

ridicolizzato questa missione impossibile. Gli attivisti della cannabis Jack Herer, Mia Farrow e Carl Packard sono riusciti a trovare una copia del film “Canapa per la vittoria” dopo una lunga ricerca negli archivi cinematografici, dimostrando così che il governo aveva mentito al pubblico. Due copie in VHS sono state donate nel 1989 alla Biblioteca del Congresso. Il film non è scomparso e ora chiunque può vederlo su YouTube.

Dopo 77 anni di proibizione della marijuana e della canapa negli Stati Uniti (1937), all’improvviso, nel 2014, Bloomberg ha riferito che gli Stati Uniti stavano valutando l’acquisto di semi di canapa ucraini per aiutare l’economia ucraina in difficoltà, danneggiata dall’invasione russa della Crimea.

Come se fosse perfettamente legale - e quasi un secolo di proibizione della canapa non fosse mai esistito! “Adesso stiamo cercando di capire come utilizzare negli Stati Uniti i semi di canapa industriale creati in Ucraina”, ha dichiarato a Bloomberg il Ministro all’Agricoltura Tom Vilsack.

L’Ucraina è il quarto fornitore mondiale di semi di canapa. Gli attivisti della canapa hanno accolto con favore la notizia, in quanto in questo modo si prenderebbero due piccioni con una fava: aiutare l’Ucraina esportando i suoi semi di canapa e stimolare l’economia degli Stati Uniti dando agli agricoltori e all’industria una nuova coltura e una nuova risorsa.

L’ex direttore della CIA Jim Woolsey, che ha lavorato durante le Amministrazioni Clinton e Bush, ha poi fatto un cambiamento professionale apparentemente strano entrando nel consiglio di amministrazione del North American Industrial Hemp Council. Woolsey sottolinea che la canapa potrebbe diventare una fonte di biocarburanti a basso consumo di acqua e di facile coltivazione.

Un tempo la cannabis produceva grandi quantità di cibo, olio e vestiti in Ucraina, ma un vero e proprio utilizzo contemporaneo su larga scala di questa pianta coinvolgerà i mercati dei biocarburanti energetici. Sia l’Ucraina che la Russia di Putin hanno guardato in quella direzione.

Il 2018 è diventato un anno importante nella storia dell’agricoltura e dell’industria mondiale. Negli Stati Uniti, culla dell’attuale proibizionismo internazionale della cannabis, si sta riscoprendo il ruolo della canapa in agricoltura. Dopo quasi

100 anni, il divieto unico al mondo - e francamente idiota - di coltivare tutte le varietà della cannabis, anche la cosiddetta canapa “industriale”, completamente priva di proprietà psicoattive, è stato finalmente allentato. Il Farm Bill, che incorporava l’Hemp Farming Act, ha eliminato la canapa dalla lista delle sostanze stupefacenti e l’ha resa un prodotto agricolo. Si tratta di un’ottima notizia, ma potrebbe significare che il mondo comincia a prepararsi per i prossimi tempi difficili?

La canapa in Ucraina

La canapa indiana è stata portata in Europa orientale dalle tribù scite provenienti dalla

Siberia, circa 2.500 anni fa. L’antico storico greco Erodoto scrisse della popolarità dei rituali del fumo di canapa tra gli Sciti.

L’Ucraina ha una lunga esperienza con la cannabis, che coltiva da secoli. La canapa è sempre stata importante per la cultura ucraina, soprattutto tra il XV e la metà del XX secolo. Nel XV secolo, le popolazioni locali delle odierne Moldavia e Ucraina potevano pagare le tasse in cannabis.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’Ucraina è diventata un importante fornitore di alimenti per l’Unione Sovietica. Si ritiene che con i suoi ricchi campi, il Paese sia in grado di sfamare l’intera Europa. L’Unione Sovietica era il più

grande produttore di canapa al mondo. Si dice che il leader sovietico Nikita Kruscev non fosse estraneo al fumo di hashish e sognasse di trasformare Odessa, in Crimea, nota come la Perla del Mar Nero, in un centro mondiale del settore della canapa-hashish e di legalizzare la marijuana in tutta l’URSS. Sfortunatamente, fu estromesso dal potere da fautori sfegatati del consumo di vodka.

Con i tempi che corrono, dato che le risorse di combustibile si stanno esaurendo, l’industria della canapa può dare grande sollievo al sistema mondiale, se non fornire una soluzione completa a molti problemi. Con l’aiuto della canapa si possono sanare due dei settori più distruttivi del pianeta: la deforestazione e l’industria dei combustibili fossili. La coltivazione della canapa ridurrebbe l’inquinamento tossico dell’acqua e del suolo e fermerebbe la desertificazione di molte aree.

È importante notare che la coltivazione della canapa può ripristinare i terreni contaminati a seguito di disastri causati dall’uomo, perché la canapa è in grado di “risucchiare” dal terreno quasi tutte le sostanze nocive in un paio d’anni. “Dopo il disastro nucleare di Chernobyl, nel 1986, il governo ha finanziato esperimenti di decontaminazione del terreno mediante la cannabis nella zona di esclusione. Quando si è verificata la tragedia di Fukushima, i giapponesi sono venuti in Ucraina a due settimane di distanza per avere queste tecnologie e ripulire l’area contaminata”, afferma Aleksander Ignatuk, Presidente dell’Associazione ucraina della canapa industriale.

La foglia di marijuana/canapa, come la colomba bianca, è un noto simbolo di pace, ma nella nostra storia la pianta è stata anche un falco di guerra e persino una causa di conflitto. Questa pianta versatile e utile diventa fondamentale e di valore strategico in tempi di guerra. Nel corso della storia dell’umanità si sono alternati divieti e obblighi di coltivare canapa, anche sotto pena di morte. Talvolta i governanti punivano un contadino per aver coltivato la canapa, altre volte per essersi rifiutato di farlo.

C’è qualcosa di fondamentale importanza... I lettori della nostra rivista lo sanno bene: è il segreto meglio custodito al mondo.

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Raccolta della canapa in URSS, 1956. Fonte: Wikipedia. Canapa per la vittoria! Canapa per la pace!

Una varietà di Barney’s Farm Green Born Identity – G.B.I.

RUNTZ MUFFIN ...LA VERA FELICITÀ

TI va di provare una nuova delizia della Barney’s Farm? Con le sue varietà californiane “da dessert”, introdotte per la prima volta due anni fa, questa banca di semi olandese ha oggi assunto le sembianze di un vero e proprio “negozio di caramelle”.

Una delle più recenti novità della Barney’s Farm in questa categoria di piante è la Runtz Muffin. Per crearla, i selezionatori hanno potenziato la popolare genetica Runtz (Zkittlez x Gelato) incrociandola con la Barney’s Orange Punch. Il risultato è un ibrido molto speciale indica dominante (70%) che, oltre a una resa sorprendentemente alta (550-600 g/m2), presenta anche una potenza elevata (fino al 29% di THC). Sia i fiori che le foglie possono assumere sfumature viola durante la maturazione ed essere ricoperti da un esagerato strato di tricomi bianchi: insomma una festa per gli occhi per una varietà che termina la fioritura in 56-63 giorni.

Essendo una pianta “da dessert”, Runtz Muffin offre anche un gusto di altissimo livello, con cime ricche di terpeni. Secondo quanto dichiarato dalla Barney’s Farm, alla fine della fioritura la pianta rilascia un aroma di “marzapane all’arancia”, accompagnato una pletora di note aromatiche percepibili sia nella pianta viva che nei fiori secchi: arancia, clementina, limone, ananas, fragola e lavanda, insomma una vera bomba di frutta con un superbo effetto di felicità, in grado di spazzare via ogni nube di tristezza dalla testa, per infondere totale positività, calma e tranquillità, senza però inchiodare il consumatore al divano.

Le due piante scelte per il test sono germinate in pochissimo tempo

Nel suo primo test di coltivazione delle varietà Barney’s Farm, la scelta del signor Knolle è ricaduta su Runtz Muffin, una delle tre candidate più promettenti. In particolare ne sono stati fatti germinare due semi femminizzati, con risultati immediati: le plantule sono spuntate dalla superficie del sostrato dopo soli tre giorni, continuando a crescere a grande velocità. A tre settimane dalla germinazione, durante la fase di fioritura sotto l’attento monitoraggio di Knolle, gli esemplari avevano già raggiunto una taglia rispettivamente di 33 e 35 cm, con una buona ramificazione e foglie verdi di ampiezza media.

Cime viola brillantigrazie all’abbondante rivestimento di resina cristallina - e un aroma invitante

Le due piante di Runtz Muffin hanno reagito al cambio di fotoperiodo 12/12 con un classico allungamento (con fattore di moltiplicazione dell’altezza di 2-2,5), oltre che con sfumature viola apparse sulle foglie. Knolle ha commentato: “Era come se avessero ricevuto un

ordine: sia durante la germinazione che nella fase vegetativa le foglie sono diventate viola scuro. Nella fase di fioritura, poi, alcune delle foglie più piccole erano di colore misto verde e viola. Straordinario!”. La produzione di tricomi è iniziata immediatamente durante la fioritura ed è poi decollata. Si sono sviluppate cime di tipo indica splendidamente spesse, con ricchi strati di resina simili a brina. “Si scorgeva sotto il colore viola scuro dei calici e delle piccole foglie, che formavano un contrasto super attraente. Anche le foglie grandi presentavano un’insolita e bellissima lucentezza, come se

fossero di cuoio”, ha raccontato Knolle. Nella fase finale spiccavano due spesse cole centrali circondate da un anello di cime laterali. Il profumo dei fiori era più intenso e incredibilmente dolce: “Si percepiva un po’ quell’aroma di marzapane all’arancia di cui parla la Barney’s”, ha confermato il signor Knolle. A 60 e 62 giorni di fioritura, le piante hanno tagliato il traguardo, raggiungendo un’altezza rispettivamente di 75 e 81 cm.

Dopo l’essiccazione, era come avere davanti una scodella di macedonia

Fortunatamente, una volta essiccati, i bud di Runtz Muffin erano ancora di colore viola, un vero spettacolo alla vista, vivace e colorato. Era come trovarsi di fronte a “una gustosissima manciata di caramelle”, è stato il commento entusiasta del signor Knolle. Caramelle sorprendenti anche all’olfatto: con l’essiccazione e la stagionatura, la fragranza fruttata iniziale si è trasformata in un profumo di macedonia, in cui spiccava il sapore di ananas con note di agrumi (arancia, mandarino clementina e limone). La resa secca totale di entrambe le piante è stata di 158 g.

Degustare Runtz Muffin è stato come un lussuoso trattamento di benessere durato ben due ore

Dopo aver rollato uno spinello con poco più di mezzo grammo di Runtz Muffin e la stessa quantità di tabacco, Knolle ha effettuato innanzi tutto una prova aromatica a secco (consistente nell’inalare aria attraverso uno spinello ancora spento). Il risultato: un meraviglioso gusto fruttato e intenso, peraltro percepibile già dall’odore. Ma solo quando ha potuto tirare la prima boccata, a spinello acceso, Knolle è stato travolto da un ricco e avvolgente sapore di frutta, da lui così descritto: “È davvero sorprendente come la fragranza fruttata della Runtz Muffin si traduca in gusto dolce e duraturo, con una leggera nota di acidità agrumata”. Anche l’effetto è stato di altissimo livello qualitativo: dopo qualche boccata, pervaso da una calda ondata di euforia e con uno stato d’animo carico di gioia, ha sorriso di felicità. Tutto lo stress di una lunga giornata lavorativa è scomparso. Non si è trattato, però, di una fuga dal mondo alla “La La Land”. Knolle ha infatti potuto mantenere una lucidità mentale assoluta, un umore brillante e un’energia positiva per tutto il tempo. Era insomma rasserenato da una tranquillità e pace interiore di tipo zen. Dopo un po’, questa sensazione è stata accompagnata da un profondo rilassamento fisico. “Sono state due ore di lussuoso trattamento di benessere”, ha infine precisato con immenso entusiasmo.

La sintesi del signor Knolle

“Da quello che ho potuto constatare, ci sono molte buone ragioni che spiegano la fama attorno alla Runtz. Questo ibrido prestigioso, realizzato da Barney’s Farm a partire da Orange Punch, è una variante della genetica originale molto ben riuscita, che mi ha regalato tanta allegria dall’inizio alla fine - Runtz Muffin è la vera felicità per tutti gli appassionati di cannabis!”

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Dati di coltivazione:

Genetica: Runtz Muffin ([Zkittlez x Gelato #33] x Orange Punch)

Fase vegetativa 3,5 settimane (dopo la germinazione)

Fase di fioritura 60 + 62 giorni/generalmente 56-63 giorni

Sostrato Bionova Bio Soilmix, vasi da 11 litri

pH 6,4-6,7

EC 1,2-1,8 mS

Illuminazione SANlight: 3 lampade Q1 e 1 lampada Q3

Temperatura 21-27°C

Umidità dell’aria 40-60%

Irrigazione Manuale

Concimazione Bionova Soil Supermix, più PK 13-14 in fase di fioritura

Additivi/stimolatori Bionova Silution, The Missing Link, Vitasol e X-cel

Dispositivi speciali Lampada CleanLight Pro per la prevenzione di muffe

Altezza 75 + 81 cm

Resa 158 g

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Lifestyle

Ma ‘ndo vai, se una canna non ce l’hai?

Le migliori destinazioni al mondo per una vacanza 420-friendly

I viaggi non devono per forza ostacolare il vostro hobby preferito. Il consumo legale come lo conosciamo sta cambiando rapidamente e il settore del turismo non ha tardato ad adattarsi. Se la vostra vacanza richiede una canna, prendete in considerazione una di queste destinazioni “cannabis-friendly” per la vostra prossima fuga.

Il turismo della cannabis sta guadagnando sempre più popolarità in tutto il mondo, con numerosi paesi che hanno adottato politiche più liberali e stanno attirando visitatori interessati a sperimentare la nostra amata pianta in un ambiente legale e accogliente.

Ora che è estate e le tanto agognate ferie finalmente si avvicinano, ci sono alcune destinazioni che vale la pena considerare per la vostra prossima avventura. In questo articolo, esploreremo alcuni dei paesi nel mondo oltre le solite mete, andando a scoprire di continente in continente, dove è possibile regalarsi un’esperienza (in)dimenticabile!

AMERICA DEL SUD

Il Sud America è noto per i suoi bellissimi paesaggi, il clima beatamente caldo e le sue spietate battaglie contro e per la droga. Sarete dunque sorpresi di scoprire come la maggior parte del continente è relativamente rilassata quando si tratta di fumare erba.

Argentina: que viva la cannabis medica!

Nel 2017, l’Argentina è stata una delle prime in Sud America a legalizzare l’uso della cannabis medica, consentendo ai pazienti con determinate condizioni mediche di accedere a trattamenti a base di cannabis. Con questo passo, l’Argentina è diventata anche il primo Paese al mondo a fornire gratuitamente la marijuana medica ai pazienti. Nel 2020, il governo ha depenalizzato il possesso di piccole quantità di cannabis per uso personale.

Tuttavia, l’uso ricreativo della cannabis rimane illegale e ci sono ancora restrizioni sulla coltivazione e la distribuzione dei prodotti a base di cannabis. In Argentina è in corso un dibattito e una campagna a favore di una più ampia legalizzazione della cannabis, con molti che sostengono che potrebbe avere significativi benefici economici per il Paese.

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Credits - David Gabrić, Unsplash.

Cile: il più alto consumo pro-capite di cannabis in America Latina

Mentre l’erba è ancora illegale in Cile, il consumo privato a casa è consentito. Ancora più sorprendente, il Cile ha il più alto consumo pro-capite di cannabis in America Latina.

Sebbene la coltivazione, la vendita e il trasporto di cannabis rimangano illegali, il Paese continua a considerare i benefici e gli svantaggi di una più ampia legalizzazione della cannabis e rimane un leader progressista nella regione per il suo approccio lungimirante al consumo personale di cannabis.

Colombia: teneroni quando si tratta di weed

La Colombia ha già abbastanza di che preoccuparsi con altre droghe, quindi è piuttosto morbida con la cannabis.

Questo paradiso sudamericano ha depenalizzato fino a 22 grammi per uso personale, ha legalizzato l’uso medico e permette agli individui di coltivare fino a venti piante per il consumo personale, senza rischi.

coltura per vari scopi, tra cui tessile, edilizia e biocarburanti.

Queste politiche progressiste sulla cannabis dimostrano l’impegno dell’Ecuador ad abbracciare un approccio più aperto e inclusivo all’uso della cannabis e alle opportunità che essa offre.

ASIA

Mentre la maggior parte dei Paesi asiatici è piuttosto restrittiva - come l’Indonesia, dove il semplice possesso può portare a una condanna da quattro a dodici anni di carcere - esistono alcune oasi in cui il consumo di cannabis non viene necessariamente mal visto.

Sri Lanka: pratica della medicina tradizionale

In Sri Lanka, l’uso della cannabis è sempre stato strettamente legato alle celebrazioni spirituali e alla medicina tradizionale. Negli anni ‘80, l’Ayurveda Act ha fatto in modo che

SONO MOLTI PIÙ DI QUELLI CHE PENSIAMO I PAESI IN CUI È POSSIBILE FUMARE CANNABIS

SENZA INCORRERE IN SANZIONI PENALI

Uruguay: il primo paese a legalizzare la cannabis medica e ricreativa a livello nazionale

Un piccolo Paese è balzato agli onori della cronaca nel 2013 per essere stato il primo a legalizzare completamente l’uso, la vendita e la coltivazione di marijuana per scopi medici e ricreativi in tutto il Paese. Tuttavia, l’Uruguay non è interessato ad attirare il turismo dell’erba, quindi solo i residenti del Paese possono acquistare legalmente la marijuana, mentre gli stranieri non sono ammessi.

Tuttavia, siamo sicuri che potrete trovare un amico uruguaiano con cui condividere uno spinello mentre vi godete l’estate sudamericana, o registrarvi per partecipare a uno dei loro famosi eventi 420.

Ecuador: depenalizzata con discrezione

L’Ecuador ha recentemente fatto alcuni passi avanti nelle sue politiche sulla cannabis che hanno fatto esultare gli appassionati. Nel 2019 il Paese ha depenalizzato l’uso personale di cannabis, consentendo agli individui di possedere fino a 10 grammi senza incorrere in accuse penali.

Inoltre, il governo ha autorizzato la produzione e la commercializzazione di prodotti a base di cannabis, come creme e oli, per scopi terapeutici.

Questa iniziativa ha creato un’industria che ha il potenziale per portare significativi benefici economici al Paese. Inoltre, nel 2020, l’assemblea nazionale dell’Ecuador ha approvato la legalizzazione della coltivazione di canapa industriale, consentendo agli agricoltori di coltivare questa versatile

l’uso e la successiva vendita di marijuana a scopo di celebrazione e medicina fossero attività legalmente protette. I medici ayurvedici prescrivono ancora la cannabis per trattare alcuni disturbi e le farmacie ayurvediche sono autorizzate a vendere la pianta come parte di miscele medicinali. Anche la coltivazione è consentita, ma solo da parte del governo e dei coltivatori autorizzati dal governo.

India: famosa per il bhang, un tipo di erba “frullata”

Il vicino settentrionale dello Sri Lanka, l’India, ha una simile indulgenza nei confronti della marijuana. Sebbene sia tecnicamente illegale, è talmente diffusa che è possibile acquistare la cannabis nei negozi di proprietà del governo sotto forma di bhang, un tipo di frullato di erba. Alcuni Stati indiani hanno legalizzato o depenalizzato la ganja per uso personale, rendendo ancora più facile procurarsene un po’ durante la vacanza.

Laos: cultura della cannabis rilassata e disinvolta

Nel Laos l’erba è culturalmente accettata e facilmente disponibile. Nel 2021, il Paese è stato il primo nel Sud-Est asiatico a legalizzare la produzione e l’esportazione di cannabis terapeutica. Questa mossa ha aperto una nuova strada di potenziali entrate per il Paese, fornendo al contempo nuove opportunità per la ricerca e il trattamento medico. Il governo ha anche depenalizzato l’uso della cannabis per uso personale, riconoscendo il significato culturale della pianta in Laos.

Questa depenalizzazione ha portato a un approccio più rilassato all’uso personale della cannabis e ha permesso un dibattito

più aperto sui potenziali benefici di una legalizzazione più ampia.

Cambogia: patria di piatti “felici” con ingredienti a base di THC

La Cambogia sta tracciando una strada verso un approccio più divertente e rilassato alla cannabis. Il Paese ha una ricca storia di utilizzo della cannabis per la medicina tradizionale e il governo è impegnato a garantire che questa tradizione possa continuare insieme ai moderni trattamenti medici a base di cannabis. Nel 2020, infatti, il governo ha dato il via libera alla produzione e all’esportazione di cannabis terapeutica. Proprio come in Laos, l’erba è accettata e disponibile, anche se non è del tutto legale. Tenete d’occhio soprattutto i ristoranti, dove qualsiasi piatto con la dicitura “happy” è molto probabile che contenga ingredienti infusi di THC.

AFRICA

L’Africa rimane indubbiamente il continente più ostile alla cannabis: la stragrande maggioranza delle sue nazioni ritiene illegali la produzione e il consumo, anche per scopi medici.

Eppure alcuni Paesi stanno cominciando ad aprire alla marijuana con leggi più morbide per il consumo, anche ricreativo.

Marocco: la destinazione più ovvia e più a portata di mano

Da tempo uno dei maggiori produttori mondiali di cannabis illegale (sotto forma di hashish), nel maggio 2021 il Marocco ha votato per la legalizzazione della coltivazione di cannabis a scopo medico e industriale. Il Paese è stato nominato dall’UNDOC nel 2016 come il più grande produttore mondia -

le di resina di cannabis. Non ha legalizzato la cannabis a scopo ricreativo e non esiste un programma nazionale di marijuana a scopo medico ma in generale in Marocco si respira un clima decisamente rilassato rispetto al consumo e i gli abitanti saranno lieti di offrirvi squisito hash semplicemente per dimostrarvi la loro ospitalità.

Sud Africa: il più a sud ma il più “occidentale”

In base a una sentenza del 2018 della Corte Costituzionale del Sudafrica, è legale per gli adulti coltivare e fumare cannabis nella privacy della propria casa. Lo Stato permette ai medici che presiedono di prescrivere prodotti a base di cannabis terapeutica per qualsiasi condizione di salute e non ha un elenco fisso di condizioni di salute. Queste decisioni hanno aperto la strada per lo sviluppo di un mercato legale della cannabis nel paese, con diverse iniziative che stanno emergendo per sfruttare il potenziale economico e turistico della pianta.

Zimbabwe: la meta che non ti aspetti

Lo Zimbabwe ha una storia ricca di coltivazione e uso tradizionale della cannabis. Nel 2020, il paese ha legalizzato la coltivazione della cannabis per scopi medicinali e scientifici, aprendo le porte a nuove opportunità economiche. L’industria della cannabis sta crescendo rapidamente, con investimenti nazionali e internazionali che mirano a sfruttare le risorse naturali del paese.

La legislazione zimbabwese permette anche l’esportazione di prodotti a base di cannabis, consentendo al paese di diventare un attore significativo nel mercato globale della cannabis. Questa evoluzione sta trasformando il panorama della cannabis in Zimbabwe e offrendo nuove prospettive di sviluppo, anche nel turismo.

OLTRE LE SOLITE METE, PER SCOPRIRE PAESI 420-FRIENDLY DOVE FARE VACANZE SENZA STRESS

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Social Club Il social network della marijuana

L’industria della cannabis ha conosciuto negli ultimi anni un vero e proprio boom soprattutto attraverso l’impiego di strumenti come i social network, che hanno dato la possibilità di veicolare la cannabis e la sua cultura fino agli angoli più remoti del pianeta Terra. Gli esempi più celebri sono Instagram e Facebook, entrambi appartenenti al gruppo Meta. I due social in grado di connettere in un istante milioni di persone, consentono la pubblicazione di contenuti online accessibili in qualsiasi momento da parte di chiunque, diventando così una vera e propria vetrina pubblicitaria.

Molto probabilmente Instagram è quello che ha contribuito maggiormente, infatti il social dedicato alla condivisione di contenuti come foto e video ha fatto da rampa di lancio per tantissime aziende, molte delle quali devono la propria fortuna a questa app.

Ma oggigiorno tutti sanno benissimo che quando si parla di marijuana sui social network il rischio di censura e di eliminazione del proprio account è dietro l’angolo.

Una delle principali cause dietro l’eliminazione del proprio account o la rimozione di alcuni post è rappresentata dagli haters che segnalano i post pubblicati da altri utenti per mettergli i bastoni tra le ruote. Nonostante quello degli haters e dei rivali in affari sia un grandissimo problema che affligge l’industria della cannabis non è l’unico problema, infatti il sospetto è che le piattaforme social come Instagram utilizzino degli algoritmi che vanno alla ricerca di post e accounts ritenuti responsabili di promuovere sostanze illegali tra le quali è inserita, erroneamente, anche la marijuana e i suoi derivati, senza fare differenza per chi opera in Stati dove la cannabis è legale.

Questo atteggiamento discriminatorio crea tantissimi ostacoli costringendo gli attori del settore a dover operare nel buio e con la paura di infrangere le linee guida della community e mettere a repentaglio il proprio lavoro. Un’azione o un modo di agire che fino ad oggi è stato giusto, domani potrebbe essere la causa della rimozione del proprio account.

Berner, il famoso rap statunitense e co-fondatore di Cookies, è stato tra i primi a soffrire di questa situazione, infatti il suo account, seguito da più di 1 milione di followers e utilizzato per promuovere i prodotti della sua azienda, veniva continuamente eliminato oppure oscurato per non rispettare le linee guida della community, nonostante la Cookies sia un’azienda completamente legale.

Per questo motivo nel 2018, Berner ha affidato la realizzazione di un nuovo social ad un team di sviluppatori, creando Social Club, un social network sul modello di Instagram, molto simile anche nell’interfaccia, il quale obiettivo iniziale era la promozione della Cookies

QUANDO SI PARLA DI MARIJUANA

e dei prodotti della sua azienda, senza essere sottoposto a censura.

Il lancio del nuovo social è avvenuto nell’estate del 2019 e nei primi mesi funzionava alla grande, invitando ad aggiungersi anche altre aziende con la promessa di un social senza censura, fino ad ottobre dello stesso anno, quando dall’oggi al domani gli iscritti al social sono passati da circa 170 mila a più di 450 mila e i post pubblicati non riguardavano solo la marijuana ma comprendevano altre sostanze stupefacenti illegali, armi, porno, scene di sangue, post di incitazione al razzismo e alla violenza, trasformando Social Club in tutt’altra cosa rispetto all’eden promesso. A seguito di questo episodio la Apple ha deciso di eliminare l’applicazione dal suo AppleStore decretando in questo modo la sua fine. Berner ha sempre dichiarato che si è trattato di un attacco compiuto da comunità hacker oppure da altri big del settore. Più probabilmente la causa è

da ricercare nella promessa di un social senza censura che ha attirato migliaia di utenti e nella mancanza di un sistema di controllo dei contenuti pubblicati.

Ma Berner continuava ad essere convinto che la strada intrapresa fosse quella giusta, bisognava solo lavorarci ancora un po’. Da quell’esperienza è nata la collaborazione con WeedMaps, una piattaforma web che fornisce una vasta gamma di servizi dedicati all’industria della cannabis tra i quali sicuramente il più famoso è il motore di ricerca che consente di trovare i dispensari della tua zona e consultare i loro menù accompagnati dalle recensioni degli utenti.

L’obiettivo della collaborazione è di creare un social network esclusivamente dedicato alla cannabis dove gli utenti non corrono più il rischio di eliminazione del proprio account e coltivare con serenità il loro business o la loro passione.

La nuova versione di Social Club ha visto la luce nel 2022, l’applicazione si presenta come un clone di Instagram, la sua interfaccia è strutturata in 5 aree differenti, ha una bacheca principale dove vengono pubblicati i post dei profili seguiti, una pagina dedicata alla ricerca di nuovi profili dove figurano anche i suggerimenti di nuovi canali da seguire, un’area per la messaggistica istantanea, una sezione dove è possibile consultare le attività svolte su Social Club e infine un’area destinata al profilo personale. La qualità di foto e video supportata è inferiore a quella di Instagram ma essenzialmente le funzionalità tra i due social sono molto simili. In futuro verranno aggiunte altre funzioni tra cui la possibilità di eseguire acquisti direttamente sulla piattaforma creando un mix tra social network ed e-commerce.

Il punto forte di Social Club è la possibilità di pubblicare qualsiasi post relazionato con la marijuana senza la paura di venir censurato. Attenzione però, la mancanza di censura nei confronti della cannabis non rende questa piattaforma una zona franca dove effettuare qualsiasi tipo di traffico illegale, il rischio di essere scoperti rimane sempre alto e come dice lo stesso Berner “sarebbe da stupidi vendere qualcosa di illegale attraverso il telefono”.

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RISCHIO DI CENSURA È DIETRO L’ANGOLO Lifestyle Di sudestfam@protonmail.com
SUI SOCIAL NETWORK IL
Berner, rapper e fondatore di Cookies, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:TheBerner.jpg
E sbloccare un picco di rendimento colturale precedentemente ritenuto impossibile con i fattori di produzione biologici. Scoprite di più su AdvancedNutrients.com Ottenere raccolti più abbondanti, organicamente.

Coltivazione

Strawberry Cola Sherbert F1 FV®

Carezze Sweet Seeds® per il

tuo palato

Questa bellezza dalle cime fitte è il risultato dell’incrocio di un clone élite fotodipendente selezionato della famosa varietà californiana Sunset Sherbet con una varietà autofiorente accuratamente scelta di Strawberry Cola Auto. Non si tratta di una varietà qualsiasi, poiché fa parte della famiglia Fast Version ® che, come si sa, fa di questa banca di semi un pioniere e si contraddistingue per l’estrema velocità di sviluppo, riducendo notevolmente i tempi di fioritura, con tempi di raccolta anticipati di 1 o 2 settimane rispetto alle varietà originali. Si tratta inoltre di piante molto indicate nelle coltivazioni in cui è importante anticipare le prime piogge autunnali, in luoghi in cui l’arrivo delle basse temperature e dell’elevata umidità spesso causa perdite di raccolto dovute alla formazione di muffa, oppure dove spuntano ladri quando si è prossimi al raccolto. Sono piante apprezzate anche nelle coltivazioni perpetue indoor, perché permettono di ottenere più raccolti in un anno, con fiori di straordinaria qualità ottenuti in tempi record. Consigliamo di dare un’occhiata al sito web di Sweet Seeds®, dove sono presenti maggiori informazioni e un catalogo con varietà di questo tipo.

UNA PREFERITA FRA LE PREFERITE

Quando si inizia a coltivare una nuova varietà, sorgono sempre i tipici dubbi: Crescerà come quella mostrata in foto? Sarà difficile da coltivare? Quanto durerà la fioritura?

Sarà sensibile ai fertilizzanti? Avrà un odore eccessivo? ...e così via. Noi, bravi e attenti coltivatori, dobbiamo porci queste domande perché abbiamo un gran rispetto per le nostre amate piante e, soprattutto, vogliamo che siano belle e sane. In questo modo non solo ne sentiremo meglio gli effetti, ma ne gusteremo di più i sapori; inoltre, mentre le coltiviamo, rimarremo incantati dalla loro bellezza e le coccoleremo il più possibile, ottenendo un’enorme ricompensa tanto per il nostro corpo che per la nostra anima; io lo dico sempre: coltivare cannabis è curativo di per sé.

La Strawberry Cola Sherbert F1 FV ® cresce bene in tutti i tipi di sostrati, ma i migliori risultati li dà nei sistemi idroponici come l’RDWC. Nel mio test l’ho coltivata in uno

Dopo una giornata intensa, mi accingo a scrivere questo articolo mentre mi godo un buon svapo medicinale con l’ultima varietà fotodipendente rilasciata dalla prestigiosa banca di semi Sweet Seeds® per il 2023. Sto parlando della maestosa Strawberry Cola Sherbert F1 FV® (SWS106).

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sostrato di cocco e sono rimasto stupito dalle sue grosse cime e dalla facilità con cui è stato possibile ottenere un buon raccolto da 6 esemplari. Per non parlare dei bellissimi fiori di colore rossastro che potuto osservare in 4 piante su 6, estremamente resinosi e colorati. Ho usato vasi da 15 litri, illuminati da due strisce LED da 220W di tipo COB. Ho controllato sempre le condizioni ottimali di temperatura e umidità nella mia tenda di coltivazione: per far questo usavo ogni giorno

aumentare la potenza dei ventilatori e lasciare che la stufa scaldi l’ambiente di qualche grado in più, per diminuire il grado d’umidità. Se si dispone di un deumidificatore, questo è il momento giusto per usarlo.

A parte questo, la varietà si comporta meravigliosamente bene con una fertilizzante completo, essendo in grado di sopportare livelli di EC elevati durante la crescita e la fioritura. Un esemplare ha dovuto essere

QUESTA FAMIGLIA DI VARIETÀ FA DI QUESTA

BANCA DI SEMI UN PIONIERE E SI

CONTRADDISTINGUE PER L’ESTREMA VELOCITÀ DI SVILUPPO

un termoigrometro e alcuni timer, con cui regolavo l’estrazione/introduzione dell’aria. Allo stesso tempo, ho utilizzato una stufa per mantenere la temperatura ambiente a 18°C a luci spente e a 22°C a luci accese. Dal momento che coltivavo in autunno, è stato più facile mantenere la temperatura entro questi parametri. La mia vera preoccupazione era piuttosto evitare un eccesso di umidità durante la fioritura. Normalmente, perché questo sia possibile, la cosa migliore da fare è estrarre aria dalla tenda di coltivazione, senza introdurla dalla strada nei giorni più umidi,

alimentato con un po’ più di calcio e magnesio, perché iniziava a mostrare qualche carenza all’inizio della fioritura. In ogni caso, non si tratta di piante delicate. Bisogna però tenere presente che il loro periodo di fioritura è molto breve, nemmeno 8 settimane, e i fertilizzanti vanno usati con parsimonia una volta superata la quinta settimana, altrimenti non si avrà tempo sufficiente per lavare bene le radici, con la conseguenza che l’aspetto finale sarà quello di una pianta troppo verde. Di solito, se non conosco il comportamento di una varietà, inizio a ridurre la dose di fertiliz-

zante non appena vedo comparire i primi pistilli ossidati. Da quel momento in poi riduco tutto l’apporto di azoto e, alla fine della fioritura, le innaffio solo un paio di volte con un fertilizzante specifico. Da quel momento fino al raccolto, le nutro settimanalmente con enzimi mescolati all’acqua d’irrigazione.

UN RACCOLTO MERAVIGLIOSO

È un gran piacere arrivare alla data del raccolto e vedere che le nostre piante scoppiano di salute. Per questo, la cosa più importante da fare è coltivare sempre semi di buona qualità, come quelli di Sweet Seeds®. Si può essere certi che tutto il lavoro di selezione e miglioramento vegetale svolto dai selezionatori di questa banca si tradurrà in piante di grande vigore e omogeneità, con risultati di altissimo livello, in grado di soddisfare le esigenze sia dei principianti che dei coltivatori più esigenti. Strawberry Cola Sherbert F1 FV® è a predominanza indica (80%) e di taglia moderata, ideale per colture in cui è importante tenere sotto controllo l’altezza. Sorprende anche per le grandi dimensioni dei suoi calici, l’enorme produzione di tricomi e il contrasto che questi cristalli producono con il colore rosso intenso dei suoi fiori. Si resta ipnotizzati dalla sua bellezza, per non parlare dell’eccellente aroma.... Che mix di terpeni!

Nel suo aroma spiccano toni di frutti rossi. Ha un sapore fresco di cola con una punta di acidità, oltre a un fondo molto umido, di terra e legna. Allo svapo è squisita, con un retrogusto molto lungo e intenso. Si notano al palato prevalenti note fruttate di fragole fresche e acide su uno sfondo di legno ricco di muschio. È un viaggio nel sottobosco in tutti i sensi. L’effetto è accattivante e invita a rilassarsi, a godere dell’introspezione e a sentirsi in armonia con il mondo circostante. Rispondi ora a questo quiz. Qualcuno una volta ha detto: “Ho provato una gioia coordinata e profonda, in connessione con l’ombra di un albero, il volo di un uccello e i massi delle montagne.” Chi l’ha detto? * Dolci raccolti!

* La risposta è J. del Valle Inclán ;)

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Intervista

“La marijuana dovrebbe essere regolata come i pomodori” Parola di Ed Rosenthal

Ed Rosenthal è un esperto di fama mondiale riguardo la botanica della cannabis. Educatore e attivista per la legalizzazione da almeno 50 anni, Ed è anche autore ed editore d’oltre una dozzina di libri sulla coltivazione della marijuana, incluso il suo ultimo tomo in inglese: “Cannabis Grower’s Handbook”. Oggi questa celebrità è nostra ospite per condividere sulle colonne del giornale più verde d’Europa le sue opinioni sull’evoluzione del nostro settore negli ultimi anni. In quale direzione va il mercato globale di questa pianta? Quale regolamentazione è maggiormente auspicabile? Quale differenza esiste fra consumo medico e non? Cosa può insegnare l’esempio nordamericano a noi europei? Ecco a voi le risposte del nostro Ed!

SSIT: Per la comunità dei coltivatori di cannabis, di certo non hai bisogno di presentazioni, tuttavia, se dovessi descriverti e condividere informazioni che consideri fondamentali, cosa metteresti in evidenza?

Prima di tutto, sono un ricercatore. Quasi tutti i miei scritti e le mie riflessioni provengono da ricerche di un tipo o dell’altro. A livello sociale, per decenni ho utilizzato quanto appreso per far progredire la cultura e la cultura della coltivazione insieme al know-how sulla marijuana, aiutando i growers a realizzare strategie di coltivazioni per promuovere contraddizioni in seno al governo e per promuovere, quindi, la normalizzazione della marijuana.

SSIT: Sono rimasto davvero sorpreso dal tuo avvertimento all’inizio del libro.

Cosa intendi con “Anche se la marijuana non crea dipendenza, la sua coltivazione si”?

Ci sono molte persone che hanno iniziato a coltivare usando cannabis. Da quel momento, molti di loro potrebbero aver smesso di usarla, ma continuano a coltivarla stagione dopo stagione e questo solamente perché è talmente soddisfacente far crescere questa pianta a partire dal seme sino ai suoi fiori.

SSIT: Nell’introduzione al tuo libro, sostieni l’applicazione di un modello tipo quello per i pomodori alla regolamentazione della cannabis. Di cosa si tratta? Sorprendentemente, in America vengono coltivati più pomodori di quelli prodotti commercialmente per conserve, salse, zuppe, mercati

ortofrutticoli, etc. Allo stesso tempo, i piccoli coltivatori specializzati vendono bene i loro prodotti nei mercati degli agricoltori. I giardinieri domestici con pomodori extra condividono il proprio surplus sotto forma di regali per i vicini, nel commercio o attraverso vendite informali. La cannabis dovrebbe essere gestita allo stesso modo. I coltivatori commerciali possono prosperare fianco a fianco con i coltivatori domestici e specializzati. Non hai bisogno di una licenza

per coltivare pomodori e non devi affrontare alcuna conseguenza legale per il loro utilizzo.

SSIT: Cosa intendeva Dennis Peron, l’attivista a cui è dedicato il libro, quando disse: “Qualsiasi consumo di marijuana è di tipo medico”?

La cannabis è una medicina. Aiuta le persone malate a sentirsi meglio e, a volte, le guarisce.

Inoltre, aiuta le persone a rimanere in buona salute. Quindi, che tu la usi per la malattia o per la salute, essa resterà una medicina. Dennis Peron ha detto: “Ogni consumatore di cannabis è un paziente medico, che lo sappia o no”. Egli aveva compreso il potere curativo della pianta, sia che aiuti i malati di AIDS a ritrovare l’appetito oppure un ragazzo normale che sceglie la cannabis come un modo per rilassarsi dopo una giornata stressante. A lungo termine, aiuta le persone a essere più introspettive creando una visione più olistica della vita.

SSIT: “ I breeder sono una razza a parte” Questa frase racchiude tutto un mondo di passione, abnegazione ed impegno. Che tipo di consiglio daresti a un breeder che vuole portare nuove varietà sul mercato? Non credere alla fama. Non sei il migliore semplicemente perché non esiste il “MIGLIORE”. Riconosci che il tuo prodotto è uno dei tanti tra i quali le persone possono scegliere. La mia compagna Jane dice: “Sii l’unico, il migliore o il più economico”. Facile a dirsi, difficile a farsi. Non dimenticare nemmeno la domanda implicita del cliente: cosa ci guadagno? Descrivi nel dettaglio le modalità migliori di coltivazione della pianta e i suoi effetti.

SSIT: Quali sono gli aspetti più interessanti che ha portato in diversi Stati americani la legalizzazione della cannabis? Essere liberi dalla paura di essere arrestati e imprigionati è l’aspetto più positivo della legalizzazione. Negli Stati Uniti, un arresto per marijuana potrebbe comportare la perdita di posti di lavoro, alloggi, borse di studio e licenze professionali. Sebbene i regolamenti e le leggi siano imperfetti, hanno eliminato la minaccia di conseguenze legali.

SSIT: Nel capitolo “Giardini in primo piano e stili di coltivazione” ti concentri su diverse tecniche di coltivazione. Vedi grandi differenze tra l’approccio europeo e quello americano alla coltivazione della cannabis?

Fa tutto parte di un continuum. Ci sono coltivatori che preferiscono il terreno o l’idroponia su entrambi i lati dello stagno oceanico, nonché growers interessati alle tecniche biologiche e organiche. In questa sezione il libro mostra una gamma di possibilità che includono coltivazioni commerciali e piccole installazioni per uso personale.

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Coltiviamo

jorge@marijuanagrowing.com

COMPITI IN UNA COLTIVAZIONE ESTIVA DI CANNABIS

MANUTENZIONE

I coltivatori di cannabis che pianificano e mettono in atto i loro programmi hanno meno manutenzione da gestire nella loro coltivazione - I coltivatori impreparati che non pianificano, si troveranno invece a perdere molto tempo per risolvere problemi che avrebbero potuto evitare. È curioso che per una coltivazione al di sotto degli standard ci voglia più o meno la stessa quantità di tempo che si deve dedicare a una coltivazione eccezionale di cannabis.

Impostate un piano di manutenzione regolare della vostra coltivazione e osservate attentamente ogni pianta per vedere come ogni vostra azione influisca sulla crescita e sulla salute della pianta. Preparate un diario per segnarvi la temperatura, l’umidità e la durata del giorno. Registrate i tempi d’irrigazione e il volume d’acqua. Segnatevi ogni volta che concimate. Conservate il registro per l’anno successivo e continuate da lì. Rimarrete sorpresi di quanto queste informazioni vi aiuteranno a prevenire i problemi e a far crescere piante più belle e migliori.

Applicate la pacciamatura quando le temperature del terreno superano i 21 gradi C in primavera. Quando le temperature del terreno aumentano, le radici soffrono. Lo strato di pacciamatura raffredda il terreno e protegge le giovani e tenere radici superficiali. Inoltre, la pacciamatura mantiene l’umidità.

Irrigate quotidianamente nella stagione calda, se necessario. Le piante consumano molta più acqua durante la stagione calda, soprattutto se sono esposte al sole tutto il giorno. Anche le piante in contenitore consumano più acqua durante la stagione calda.

Usate un igrometro per controllare i substrati e assicurarvi che le piante siano irrigate correttamente. Gli impianti d’irrigazione automatica somministrano acqua in modo regolare per evitare che le piante si secchino.

Un soffiatore per foglie fa miracoli per eliminare le grosse gocce di acqua piovana. Scuotete i fiori che inglobano molta acqua per disperderla. Cominciate sempre dalla cima della pianta e preparatevi a bagnarvi. Questo è un buon metodo per eliminare l’acqua piovana da alcune piante. Un soffiatore per foglie è una soluzione semplice per molte piante.

Il vento di rado costituisce un problema con un graticolato adatto alle piante. Io preferisco partire con un graticolato a rete orizzontale. Questo tipo di graticolato sostiene i rami e dà loro la libertà di muoversi e crescere. Le piante non fissate patiscono la furia del vento. Se i fiori sono bagnati e pesanti, il vento può spezzare i rami.

Esaminate le piante per individuare eventuali malattie, parassiti e problemi colturali. Gli attacchi di parassiti e malattie iniziano in genere durante la crescita vegetativa. Tenete d’occhio eventuali deviazioni nella crescita, macchie sul fogliame o puntini sotto le foglie.

l’anno. Una volta che la superficie del terreno è salita a circa 27 gradi C, applico la pacciamatura. Durante l’estate, aggiungo il mio secondo pacciame preferito, gli sfalci d’erba, non appena sono disponibili. Ammucchiate la pacciamatura più in altezza e più in profondità: questo lo chiamo il metodo PHD. Ma non è necessario essere PhD (avere un dottorato di laurea insomma) perché faccia miracoli. Ammucchiate la paglia fino a 15-30 cm di altezza. Con il passare del tempo si trasforma in un ricco compost. La pacciamatura con fieno di erba medica aggiunge azoto e altri nutrienti. Il fieno di erba medica costa di più della paglia e si consuma in modo più rapido.

Coprite le aiuole con un pesante strato di pacciamatura per svernare. Uno strato di pacciamatura di oltre 30 cm manterrà intatti gli elementi del

La pacciamatura rinfresca il terreno e ne protegge la superficie dalla pioggia battente e dall’intensa luce solare che riscalda e asciuga il suolo. Appena al di sotto della pacciamatura crescerà uno strato superficiale traboccante di vita. Aspettate che il terreno si sia riscaldato per applicare la pacciamatura.

PACCIAMATURA

La pacciamatura è uno strato di paglia, sfalci d’erba, carta, sassi, ecc., posto intorno alla base delle piante. La pacciamatura protegge la superficie del

terreno, attira e trattiene l’umidità del suolo e soffoca le erbacce. La paglia è la mia pacciamatura preferita per la coltivazione di cannabis all’aperto. Compro una o due balle di paglia in primavera per pacciamare la mia coltivazione e mi dura tutto

terreno e attirerà l’umidità. Il terreno nudo perde molti degli organismi benefici e la preziosa fertilità del suolo superiore a causa dell’erosione che si verifica durante i mesi invernali. Dopo la pacciamatura, coprite la coltura con un telo pesante o del tessuto per pacciamatura per mantenerla libera dalle erbacce fino al momento del trapianto.

I sassi e la polvere di roccia sono un’ottima pacciamatura. Utilizzate pacciamature di roccia se sono facilmente reperibili.

Anche nelle giornate di sole e di caldo torrido, quando è caldo al tatto, il pacciame di roccia ombreggia il terreno e lo protegge dalla perdita di umidità per evaporazione. I sassi scuri posso-

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no moderare la temperatura in un’area molto piccola, assorbendo il calore durante il giorno e rilasciandolo lentamente quando la temperatura serale scende. I sassi devono ricevere molta luce solare per riscaldarsi.

La carta di giornale è un’ottima pacciamatura. Una volta inumidita, la carta va ricoperta con pacciame organico per formare un ulteriore strato di protezione. Praticamente gratuiti e facilmente reperibili, gli strati di carta di giornale dovrebbero essere spessi almeno sei pagine, meglio se una decina o più, prima di aggiungere dell’altra terra o pacciame per fissarli bene.

FERTILIZZANTE

Il terreno organico è ricco di sostanze nutritive disponibili. Create un terreno organico vivo per nutrire le vostre piante di cannabis in modo naturale.

FERTILIZZANTE LIQUIDO

Se si concima a ogni irrigazione, potrebbe essere necessario diluire il prodotto a metà o meno del suo volume, fino a quando non si trova il dosaggio corretto. Concimate usando una soluzione di fio-

Le barriere antierbacce in tessuto lasciano drenare l’acqua ma non lasciano crescere le erbacce. Coprite queste barriere con sassi o scaglie di corteccia. Evitate di usare strisce di moquette di scarto perché le erbacce le attraverseranno e sarà difficile rimuoverle.

RACCOMANDAZIONI SUL FERTILIZZANTE

Le piante possono essere concimate a sufficienza affinché rispondano e crescano bene in un intervallo di temperatura di 15-32 gradi C, con un’umidità ragionevole, un’adeguata esposi-

Fertilizzante granulare, anche a lento rilascio Utilizzate fertilizzanti granulari concentrati o fertilizzanti organici che siano leggeri e non ingombranti da trasportare e conservare.

zione solare e vento moderato. Nel primo mese dopo il trapianto, non esagerate con la concimazione.

A seconda del fertilizzante, le applicazioni possono essere effettuate a ogni irrigazione o in modo più diradato, ogni settimana o due.

Quando il terreno si è riscaldato, applicate uno strato di pacciamatura. Mi piace usare un termometro laser per misurare la temperatura della superficie del terreno. Quando la temperatura si aggira intorno ai 26-32 gradi C, applico uno spesso strato di pacciame di paglia. Il pacciame attira l’umidità, mantiene il terreno fresco e impedisce l’evaporazione. Anche sotto la pacciamatura, nello strato superiore del terreno si svilupperà un ricco strato di vita.

ritura leggera e solubile per la germinazione e la crescita delle piantine. Passate a una formula ad alto contenuto di azoto durante la fase vegetativa e tornate a una “super-bloom” quando le lunghe notti inducono la fioritura.

La pacciamatura in plastica nera è diffusa fra i coltivatori di CBD. Coprono le aiuole della coltura con della plastica nera in cui praticano dei fori per piantine e cloni. Per irrigare si può posizionare un tubo di gomma sotto la plastica. I fori devono essere sufficientemente grandi in modo tale che gli steli delle piante non tocchino la plastica. La plastica nera si scalda abbondantemente durante il giorno, ma in realtà scalda poco il terreno. Praticate dei fori sufficientemente grandi in modo tale che gli steli delle tenere piantine non tocchino la plastica. La plastica nera calda cuocerà letteralmente lo stelo all’altezza del suolo. Una pacciamatura in plastica di colore scuro mette in ombra le erbacce, impedisce la perdita di umidità e incrementa la temperatura della superficie del terreno nelle giornate di sole.

Questo articolo è stato tratto dalla versione aggiornata della “Bibbia” Marijuana Horticulture (6a edizione) di Jorge Cervantes. La nuova edizione digitale sarà disponibile dal 2023. Jorge è estremamente entusiasta della nuova edizione digitale che aiuterà centinaia di migliaia di coltivatori a coltivare la cannabis di più e meglio! © 2020, © 2021, © 2022. Scaricate la vostra copia GRATUITA del nuovo libro digitale di 100 pagine We Grow Cannabis! e ¡Cultivamos Cannabis! (spagnolo) qui: www.Jorge-Cervantes.com. Consultate GRATUITAMENTE la Cannabis Encyclopedia in inglese e spagnolo e iscrivetevi alla nostra mailing list su www.marijuanagrowing.com per rimanere aggiornati sulla nuova 6a edizione digitale.

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Ritardo nel processo di legalizzazione in Germania

Alla fine del 2021 si erano suscitate molte speranze e aspettative in Germania quando il neoeletto governo tedesco (una coalizione formata da SPD, verdi e FDP) annunciò ufficialmente la legalizzazione della cannabis. Nel frattempo, però, tutti i decisori politici hanno fatto un passo indietro.

Il 12 aprile 2023 si è tenuta a Berlino una conferenza stampa dei ministri responsabili dell’imminente legalizzazione della cannabis in Germania. In quell’occasione, il Ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach (SPD) e il Ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione Cem Özdemir (Verdi) hanno annunciato l’attuale piano del governo tedesco per la legalizzazione della cannabis. Alcune informazioni fondamentali su questo piano erano già trapelate informalmente alla stampa qualche giorno prima, suscitando immediate critiche feroci da parte di vari sostenitori della legalizzazione e associazioni.

Ora sappiamo ufficialmente che la legalizzazione della cannabis in Germania richiederà più tempo di quanto inizialmente previsto e annunciato e sarà anche molto più difficile, perché, secondo i ministri, la legalizzazione completa non è attualmente fattibile “per ragioni di diritto europeo” (come se non lo si sapesse già). Questo è probabilmente il motivo per cui le linee guida della coalizione di governo tedesca (su cui si baserà il disegno di legge per la legalizzazione della cannabis) sono ora sottoposte a una nuova e rigorosa revisione. C’è da chiedersi se ciò sia dovuto piuttosto alle forti critiche espresse dalla Commissione UE e dal Consiglio delle Nazioni Unite contro il piano di legalizzazione del governo tedesco, condite da chiari riferimenti alla normativa internazionale applicabile.

Originariamente il Ministro della Salute Lauterbach aveva previsto di presentare le sue linee guida riviste sotto forma di disegno di legge al

più tardi entro la fine di marzo 2023. Tuttavia, la legalizzazione prevista nel disegno di legge non sembra essere compatibile con il diritto dell’Unione Europea, in quanto gli Stati membri dell’UE sono tenuti a perseguire il “traffico di droga”, che include (ancora) quello della cannabis ricca di THC. La conferenza stampa ha chiarito che l’SPD intende ora attuare l’annunciata legalizzazione solo lentamente e a piccoli passi.

La vendita controllata di prodotti a base di cannabis sarà sperimentata inizialmente solo in regioni modello, attraverso punti vendita specializzati creati ad hoc e l’intero processo sarà monitorato scientificamente. Solo se queste iniziative pilota avranno successo, la legalizzazione sarà estesa anche a livello federale. Nell’ambito di queste iniziative, i consumatori dovranno anche essere autorizzati a coltivare cannabis per uso personale e ad organizzarsi in Cannabis Social Club (CSC) all’interno dei quali le piante potranno essere condivise. Il possesso di max. 25 grammi di cannabis “ricreativa” per consumo personale e la possibilità di portarla in luoghi pubblici rimarranno non perseguibili.

Anche quest’anno è consentita la coltivazione personale di “tre piante in fiore femmina per adulto”. I raccolti dovranno essere protetti dall’accesso di bambini e adolescenti. Purtroppo, la vendita in punti vendita specializzati autorizzati è prevista solo nei progetti pilota regionali, che saranno monitorati scientificamente per quattro anni. Eventuali precedenti condanne per possesso o coltivazione in proprio fino a 25 grammi (o

un massimo di tre piante) potranno essere cancellate dal Casellario centrale federale solo su richiesta. In altre parole, non ci sarà cancellazione automatica: i condannati dovranno farne richiesta espressa.

Il consumo pubblico è vietato in prossimità di scuole o asili nido e nelle zone pedonali urbane il fumo di cannabis è consentito solo dopo le 20.00. I Cannabis Social Club (CSC) sono una sorta di fase intermedia in vista della libera vendita. I soci di questi club potranno produrre prodotti di cannabis a partire dalle proprie coltivazioni. Le regole per questi club “senza scopo di lucro” sono le seguenti: possono essere distribuiti a ogni socio max. 25 grammi alla volta e max. 50 grammi al mese.

Per ogni CSC è previsto un massimo di 500 soci. Ai non soci è consentita la distribuzione di cannabis nei CSC. Ogni club non può farsi pubblicità ed è tenuto a nominare responsabili preposti alla tutela dei giovani, alla cura delle dipendenze e alla prevenzione. L’età minima per l’iscrizione ai club è di 18 anni. È vietata l’affiliazione simultanea a più CSC e i soci sotto i 21 anni possono ricevere al massimo 30 grammi al mese.

Questi sembrano essere i primi passi nella giusta direzione, ma siamo ancora lontani dagli obiettivi originari (vale a dire, “rimuovere il THC dall’elenco delle sostanze stupefacenti; rendere non perseguibili l’acquisto e il possesso di un massimo di 30 grammi di cannabis; consentire la coltivazione privata su scala limitata e la vendita di cannabis agli adulti nei punti vendita specializzati e nelle farmacie autorizzate”). Gli scettici, ancora una volta rassicurati, stanno già prefigurando la fine prematura della legalizzazione in Germania. Altri, pur non essendo così pessimisti, restano scettici sull’attuale corso del governo tedesco, che più di un anno fa ha fatto promesse ai propri cittadini che saranno mantenute molto più tardi del previsto.

I politici della responsabile coalizione di governo, invece, si sono detti soddisfatti del fatto che la legalizzazione della cannabis stia in qualche modo progredendo.

Tuttavia, dovremo aspettare per vedere quanto si trascinerà l’intero processo, quanti ostacoli dovranno ancora essere superati sulla strada della legalizzazione “made in Germany” e fino a che punto tale legalizzazione sarà “light”.

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Legalizzazione Testo M. Dog
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Medical Cannabis

CANNABIS TERAPEUTICA: IL GROPPO NEVRALGICO DELLA FORMAZIONE MEDICA

Sono anni che la cannabis terapeutica, legale nel nostro paese dal 2007, cerca disperatamente un alleato: la classe medica nazionale. I medici del nostro paese, però, manifestano un gentile disinteresse nei confronti di quello che secondo i racconti di tanti pazienti rappresenta invece un alleato nevralgico nella lotta quotidiana contro i più diversi stati di sofferenza.

Ma per quale ragione i seguaci di Esculapio non prescrivono questo rimedio? Un medicamento che nel caso non abbia un impatto efficace sul paziente per lo meno garantisce una soglia d’ intossicazione largamente più bassa rispetto alla stragrande maggioranza dei farmaci in commercio?

Il motivo è uno: la principale latitante è la formazione. Nonostante, infatti, sia legale da più di 15 anni, i futuri medici difficilmente studiano in maniera approfondita, le applicazioni di questa pianta. I medici che già esercitano, poi, non avendo studiato la sostanza durante il percorso universitario, in scienza e coscienza, le preferiscono medicine che conoscono anche quando queste non risultano poi efficaci o, eventualmente, possono comportare effetti collaterali nocivi.

prevista in Italia per i nostri tecnici della salute. E cominciamo dal pubblico.

Nel Decreto del 9 novembre 2015 del Ministero della Salute, conosciuto dagli addetti ai lavori come Decreto Lorenzin, ovvero il testo che istituisce la produzione di cannabis in regime di monopolio presso lo Stabilimento militare di Firenze (il quale quest’anno sembra ancora in grave imbarazzo nell’adempiere alla produzione annuale del fabbisogno nazionale), al primo articolo si può leggere:

« Il Ministero della salute promuove la conoscenza e la diffusione di informazioni sull’impiego appropriato delle preparazioni magistrali a base di cannabis, sulla base dei pareri dell’AIFA e dell’Istituto superiore di sanità [...] al fine della formazione dei medici e dei farmacisti e dell’informazione ai pazienti.»

Alla luce di tale articolo quindi abbiamo contattato le istituzioni corrispondenti per comprendere, a otto anni dalla promulgazione del Decreto, con quale volontà politica tale compito fondamentale, l’istruzione dei medici, fosse e come portata innanzi.

Adele Minutillo dell’Istituto Superiore Sanità presso quale è membro della segreteria scienti-

NONOSTANTE SIA LEGALE DA PIÙ DI 15 ANNI, I MEDICI ITALIANI DIFFICILMENTE STUDIANO LA CANNABIS IN MANIERA APPROFONDITA

E se qualcuno azzardasse: « E la curiosità intellettuale?» Tale purissimo slancio dello spirito sembra non tangere la gran parte di una categoria che, come tutte le ristrette cerchie sociali cristallizzate attorno a un sapere, nella loro maggioranza, non percepiscono il bisogno di mettere in discussione le basi del proprie potere: un sapere scientifico che, sino a quando il mondo non è finito “preda di complottisti e di stolti”, nell’era moderna, ha sempre scelto di riporre nel camice una fiducia illimitata, demiurgica e pressoché mistica. Ma vediamo ora quale sia la reale portata dell’offerta formativa

fica dei corsi di formazione sulla cannabis medica e referente delle attività formative del Centro Nazionale Dipendenze e Doping (CNDD), interpellata sulla questione ci ha cortesemente risposto: « I corsi per medici e per i farmacisti sono stati erogati nel periodo 19 luglio 2018 - 18 luglio 2019.

Entrambi i corsi hanno avuto una durata di 32 ore e sono stati costruiti in due unità di apprendimento. Non sono state erogate ulteriori edizioni né attualmente sono in previsione nel piano annuale di formazione ISS. Al corso per medici

Credits: Ndispensable - Unsplash.

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IN ASSENZA DI PROGETTI FINANZIATI DALLE ISTITUZIONI PREPOSTE, L’ISS NON È IN GRADO DI ASSICURARE LA SOSTENIBILITÀ

DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

ha partecipato un totale di 1.820 dottori dei quali 1.147 sono stati promossi. La percentuale di gradimento è stata del 92,76%. Per quanto riguarda il corso dei farmacisti, i partecipanti sono stati 1.448, dei quali 808 promossi. La percentuale di gradimento è stata del 91,46%. I corsi di formazione, solitamente, sono destinati alle professioni sociosanitarie, rilasciano crediti ECM [Ndr. crediti formativi obbligatori per i medici] e sono gratuiti. Tuttavia, ISS sostiene dei costi per la realizzazione dei percorsi formativi (sostanzialmente riguardano i costi dei crediti ECM e di gestione della piattaforma di formazione) ai quali riesce a far fronte grazie

durissimo biennio, considerava la cannabis (non solo quella medica) come un bene di consumo strategico.

Tornando all’attualità, è pacifico sottolineare come vorremmo ricevere una risposta puntale dall’attuale Ministro della Salute, onorevole Orazio Schillaci. Pensa il Ministero della Salute di tornare a finanziare a stretto giro tali progetti formativi? Vedremo nei prossimi mesi.

Intanto l’estate trascorre, il 2023 scivola velocemente alle nostre spalle e forse, quel che dovremmo pretendere è che l’organizzazione di tali corsi non venga procrastinata oltre la fine

mazione possono consentire un utilizzo ancora più puntuale ». Alla luce di questa dichiarazione, a inizio giugno abbiamo interpellato l’ufficio ECM della Federazione nazionale medici e chirurghi e, purtroppo, la responsabile Barbara Bisacca ci ha confermato che al momento non risulta alcun corso specifico su questo argomento. Speriamo, quindi, che nei mesi a venire, il Presidente Anelli - che certamente non ha pronunciato le sue parole per circostanza - sappia promuovere tale offerta formativa con la stessa sensibilità espressa nel giorno internazionale della cannabis.

Passiamo adesso all’offerta privata. Le realtà che abbiamo contattato sono due eccellenze italiane: Cannabiscienza e Clinn.

Entrambe situate a Milano, queste realtà rappresentano quel segmento della società civile che con abdicazione e fermezza spesso fa le veci dello Stato quanto questi non riesce a provvedere a quanto dovrebbe.

serie di corsi multipli e singoli accreditati ECM con rilascio da 1,5 a 5 crediti.

Da novembre a marzo gli iscritti sono stati oltre 40. Il corso più seguito è il Master da 5 crediti sul dolore cronico farmacoresistente e sul dolore neuropatico. Questo detto, un conto è prescrivere cannabis una volta, un altro conto, come nel nostro caso e con una media di 100 nuovi pazienti al mese, se dietro al paziente non esiste una struttura che segue l’iter della prescrizione, che segue il paziente in farmacia e lo mette in condizione d’accedere al farmaco e garantisce una concreta continuità terapeutica, la cannabis rischia di non avere l’impatto che potrebbe ».

Viola Brugnatelli, Direttrice scientifica di Cannabiscienza, ci spiega: « Negli ultimi cinque anni fra Università, privati e ospedali abbiamo formato una media di un minimo di cento medici su base annuale. Bisogna però tenere presente che non tutti i medici che si formano poi diventano prescrittori sistematici.

Alcuni, ad esempio, seguono la formazione, ma poi non prescrivono o fanno una sola ricetta per un caso specifico. In Italia abbiamo notato un doppio meccanismo, che impatta sui medici a livello demografico, da un lato, infatti, se andiamo a formare medici sopra i 50 anni, questi stessi medici, che normalmente operano al di fuori del circuito ospedaliero diverranno prescrittori attivi e prescriveranno su ricetta rossa e dunque a pagamento.

Dall’altro lato, i medici più giovani, che rispetto ai colleghi più anziani sono più legati agli ospedali e che quindi sarebbero nelle condizioni di prescrivere su ricetta bianca rimborsabile, proprio per un discorso anagrafico e per essere quindi all’inizio della carriera, non necessariamente si sentono di andare a “complicare” la vita ai propri colleghi.

Questo perché prescrivere cannabis significa poi sostenere e supportare la scelta terapeutica e quindi significa seguire i piani terapeutici relativi e confrontarsi con gli altri specialisti visto che, spesso, la cannabis non è l’unico trattamento che il paziente assume.

Credits: Ndispensable - Unsplash.

al supporto tecnico e finanziario degli enti coinvolti (in questo caso il Ministero della Salute). In assenza di progetti finanziati dalle istituzioni preposte, ISS non è in grado di assicurare la sostenibilità delle attività formative».

Le parole della Dott.ssa Minutillo sono chiare. I corsi sono stati fatti, ma per una sola ed unica edizione. La mancanza d’interesse del Ministero della Salute è colpevolmente lampante.

Esclusivamente sotto l’egida del Ministro pentastellato Giulia Grillo i corsi sono stati erogati, il suo successore, l’onorevole Roberto Speranza, sicuramente distratto dalla priorità pandemica, ha relegato questa fondamentale formazione all’oblio ed il tutto mentre il Canada, paese che ha legalizzato totalmente nell’ottobre del 2018, durante quel

dell’anno. Nel frattempo, lo scorso 20 aprile, Filippo Anelli, Presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, aveva dichiarato ad Adkronos Salute: « La cannabis è uno strumento utilizzato come terapia soprattutto nei pazienti che non rispondono bene agli analgesici.

E per la professione medica sarebbe sicuramente utile incentivare un po’ di più la formazione sull’impiego di questo farmaco, in modo da utilizzarne al meglio le opportunità di cura. Si tratta di uno strumento che i medici utilizzano come le altre opportunità terapeutiche che hanno a disposizione.

Ma come in tutte le attività mediche la ricerca è importante, può anche ampliare le indicazioni che già ci sono. Quindi più attenzione e più for-

Salvatore Martorina è biologo ed imprenditore nel settore della cannabis da diversi anni. Nel 2015 fonda Medicannabis e nel 2019 entra a far parte del progetto Clinn come co-fondatore. Contattato in merito all’offerta formativa privata ci dettaglia: « Avviato nel 2020 il nostro progetto comprende l’apertura di un poliambulatorio di terapia del dolore.

Dal 2022 abbiamo avviato il progetto Clinn-Network attraverso il quale una rete di professionisti qualificati nella gestione delle terapie con cannabinoidi fanno rete per garantire un’assistenza uniforme e capillare su tutto il territorio nazionale.

Successivamente, a fine 2022, è stato lanciato il progetto Academy Clinn e, grazie al contributo dei nostri specialisti, sono stati realizzati una

La forza mentale per lavorare in questa direzione non è scontata per il medico giovane. Nella nostra esperienza sono i farmacisti più giovani che prendono in mano la cannabis terapeutica e, per quanto riguarda i medici, sono quelli più anziani, che la maggioranza delle volte si sono anche stufati del circuito ospedaliero e che quindi lavorano in cliniche private.

Per risolvere questa problematica come Cannabiscienza, stiamo lavorando in due direzioni.

Per primo, nell’aggiornamento del nostro sito andremo ad includere un pulsante digital clinic, nel quale inseriremo i nostri studenti, dando quindi il nostro avvallo sulla loro preparazione e indicando ai pazienti dove trovarli. Secondo, in collaborazione con la clinica MediCOmm del Dott.

Carlo Privitera, abbiamo attivato dei tirocini da remoto in e-learning per i nostri studenti interessati. In questo modo i medici che si sono appena formati riescono a vedere di prima mano come si lavora in clinica con i cannabinoidi e se i medici s’iscrivono al corso e al tirocinio il prezzo è gratuito ».

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Coltiviamo Con Stoney Tark

COLTIVARE CANNABIS ALL’APERTO IN EUROPA

Coltivare Cannabis outdoor in Europa può variare come il giorno e la notte, data la varietà climatica presente. Chi vive nel nord/nord-ovest dell’Europa dovrà adattarsi a un clima difficile, umido, bagnato e rigido e a stagioni più brevi. Chi vive nel sud ha maggiore flessibilità, ma deve essere altrettanto ben preparato per affrontare il caldo brutale e le condizioni di siccità. In questo articolo vi spieghiamo cosa tenere in considerazione quando quest’anno coltiverete la cannabis all’aperto e come evitare i problemi più diffusi fra i coltivatori outdoor.

Coltivare nel Nord Europa

L’Europa settentrionale include Danimarca, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Svezia e Regno Unito, mentre l’Europa occidentale include Austria, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera. È equo affermare che questi Paesi non sono certo noti per il clima caldo e tutti si trovano a dover sostenere stagioni brevi con pioggia, umidità elevata e basse temperature. Di seguito trovate i fattori da tenere in considerazione se vivete in questi Paesi.

Varietà a fioritura breve: Non c’è nulla di peggio se non vedere una pianta di grandi dimensioni che non riesce a completare la sua maturazione a causa della mancanza di sole e delle stagioni brevi. Lavorare con varietà a fioritura rapida che saranno pronte per il raccolto nel giro di 50-56 giorni sarà la scelta migliore per assicurarsi un raccolto consistente. Le varietà a fioritura breve presenteranno anche meno rischi di muffe. Piante resistenti: È molto importante partire da genetiche resilienti e resistenti, che si adattino bene al clima incostante. Se siete alle prime armi con la coltivazione, potete sempre provare le varietà della vecchia scuola come la Northern Lights, la Skunk, l’Afghan e tutti i vecchi ibridi, perché spesso assicurano ottimi risultati anche nelle condizioni peggiori.

Autofiorenti a fioritura rapida: Quando si coltivano piante di Cannabis autofiorenti, si ha il grande vantaggio di coltivare durante i mesi estivi di punta e fino alla fine di agosto/settembre. Le autofiorenti non hanno bisogno di aspettare il cambio di stagione per fiorire, il che significa che possono essere coltivate all’aperto nei mesi di giugno, luglio e agosto e possono produrre risultati incredibili.

Serre / Politunnel: Sono un’ottima soluzione per proteggere le piante di Cannabis da vento, pioggia e cielo grigio e imprevedibile. Le serre, con l’ausilio di un dispositivo di riscaldamento, possono creare l’ambiente ideale per la crescita delle piante, il che consente di non preoccuparsi delle radici fredde e della crescita stentata dovuta al freddo. Possono anche aumentare la temperatura e mantenere elevati i livelli di umidità durante la fase vegetativa.

Coltivare nel Sud Europa

L’Europa meridionale offre un clima molto più caldo, secco e costante, con stagioni lunghe. I Paesi che si trovano in questa parte dell’Europa sono Cipro, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna. Tipicamente associata alle vacanze al sole, ai frutti tropicali e alle ondate di calore, la coltivazione in questa parte d’Europa può essere complessa.

Varietà resistenti al calore: Un fattore a cui bisogna essere preparati quando si coltiva Cannabis

all’aperto nel Sud Europa è che le temperature possono salire abbondantemente e mantenersi elevate per molto tempo. A volte le piogge arrivano una o due volte l’anno e, in alcuni casi, le ondate di calore da record possono avere un impatto sul terreno. Lavorare con varietà resistenti al calore vi darà un margine di vantaggio.

Reti ombreggianti: Un modo semplice ed economico per combattere lo stress da caldo è quello di costruire delle reti ombreggianti e coprire le piante durante le ore più calde della giornata. È molto più vantaggioso per le piante ricevere ombra dalle 12 alle 16 e a lungo andare vi ringrazieranno per questo. A volte il sole diretto può essere stressante e persino bruciare e seccare le piante.

Orari d’irrigazione: A causa della costante pressione esercitata sulle piante dall’aria secca e dal caldo incessante, innaffiare le piante di Cannabis al momento giusto può fare una grande differenza sul loro rendimento e sulla quantità di acqua utilizzata. È meglio irrigare le piante al sorgere del sole e poi di nuovo al tramonto. Evitate di annaffiarle nelle ore più calde della giornata e aspettate che la temperatura scenda.

Tutti i tipi di autofiorenti: Quando si vive in una zona calda dell’Europa e si coltivano le autofiorenti, ci si rende conto di quanto siano vantaggiose queste piante. Le autofiorenti possono essere coltivate quasi tutto l’anno in molti dei Paesi elencati e possono consentirvi di non rimanere mai a corto di fiori. Vi consigliamo di coltivare piante autofiorenti e piante a fotoperiodo, se avete la possibilità di farlo.

Sollevare i vasi: Se coltivate usando i tradizionali vasi di plastica o avete optato per i più costosi vasi di feltro per la potatura delle radici, è fondamentale sollevare i vasi dalla pavimentazione, se coltivate all’aperto. Molte terrazze piastrellate possono assorbire il calore e diventare troppo calde anche solo per camminare, quindi trovare un modo per sollevare i vasi di qualche centimetro dalla pavimentazione impedirà alle radici di scaldarsi eccessivamente.

Conclusione

Uno degli elementi più importanti che faranno la differenza nella vostra coltivazione outdoor di quest’anno sarà la genetica. Non sottovalutate mai l’importanza di partire con le genetiche giuste e capire quali sono le migliori per voi può risultare in una vera e propria curva di apprendimento. Preparatevi sempre in anticipo quando coltivate all’aperto e siate pronti a fare uno sforzo in più con reti ombreggianti, serre, tunnel, dispositivi di riscaldamento e così via.

Buona fortuna con le vostre coltivazioni outdoor di quest’anno!

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Le mutazioni nella cannabis Tutto quello che c’è

da sapere

Quando si parla di mutazione genetica ci si riferisce alla modifica stabile della sequenza di nucleotidi che compone il materiale genetico di un essere vivente, cioè il DNA e l’RNA.

Il DNA contiene tutte le informazioni genetiche di un individuo, la sua struttura è composta da due filamenti elicoidali connessi tra loro dalle basi azotate, cioè l’adenina, la citosina, la guanina e la timina.

Le basi azotate in combinazione con un gruppo fosfato ed uno zucchero danno vita ai nucleotidi che contengono il codice genetico. L’alterazione delle sequenze che compongono il DNA è la causa delle mutazioni genetiche.

Le mutazioni genetiche possono essere di tre tipologie: genica, cromosomica e genomica.

Le mutazioni che riguardano solo alcuni nucleotidi sono dette geniche, quelle che interessano zone più estese dei cromosomi sono definite mutazioni cromosomiche e infine quando si verifica un’alterazione del numero dei cromosomi si parla di mutazioni genomiche.

Le mutazioni accadono durante la divisione cellulare, in quel momento avviene un errore

LE PIANTE DI CANNABIS

selezione di nuove varietà è possibile fissare. Di seguito vi sono elencate le mutazioni genetiche della cannabis più diffuse, insieme ad una loro descrizione.

Poliembrionia, avviene quando nascono due germogli differenti da un solo seme, spesso una delle due piante è nettamente più grande dell’altra, è possibile dividerle una volta cresciute ma il consiglio è di eliminare la pianta più piccola per permettere a quella più grande di prosperare.

Duckfoot, conosciuta anche come piede di papera è una mutazione che riguarda la forma delle foglie caratterizzate da una sola grande punta e in alcuni casi accompagnata da due punte laterali più piccole; le piante di cannabis duckfoot sono poco riconoscibili e si confondono facilmente con altre piante da giardino.

Variegatura, avviene quando le piante non riescono a produrre sufficiente quantità di clorofilla dando luogo a delle zone di colore bianco sulle foglie ed alcune volte è l’intera pianta ad essere coinvolta. Non si tratta di una mutazione genetica positiva perché diminuisce la capacità di fotosintesi di una pianta

DUCKFOOT SI CONFONDONO FACILMENTE

CON ALTRE PIANTE DA GIARDINO

di trascrizione del DNA e nonostante le cellule siano dotate di meccanismi di controllo a volte possono sbagliarsi e non provvedono a sistemare l’errore. Le mutazioni possono essere spontanee oppure indotte da un agente mutageno come alcune sostanze chimiche o le radiazioni ionizzanti provocate ad esempio dai raggi x, gamma e ultravioletti.

Generalmente le mutazioni genetiche sono pregiudizievoli per la salute di una pianta ma a volte possono venir fuori dei tratti genetici desiderabili che attraverso il breeding e la

portandola in alcuni casi alla morte. Le nuove luci led impiegate nelle coltivazioni indoor possono causare la variegatura o l’albinismo in una pianta se sono collocate molto vicino.

Foxtailed, detta anche coda di volpe, è una mutazione genetica che si riferisce all’allungamento delle infiorescenze, infatti i fiori differiscono dalla classica forma regolare e tondeggiante ma sono caratterizzati da una forma irregolare con i calici allungati che spuntano fuori dalla chioma. Spesso questo tipo di mutazione è causata da stress

ambientali come l’eccessiva vicinanza delle infiorescenze alla luce oppure da temperature troppo alte.

Fillotassi Verticillata, riguarda la disposizione delle foglie lungo il fusto, in natura la cannabis è caratterizzata da fillotassi opposta cioè da due foglie per ogni nodo e andando verso la maturità sessuale la fillotassi della pianta si evolve in alterna, con una sola foglia per nodo. Le piante di cannabis affette da fillotassi verticillata si contraddistinguono per la presenza di tre foglie su ogni nodo.

ABC, australian bastard cannabis, è una varietà silvestre che differisce totalmente dalla comune struttura di una pianta di cannabis, foglie rotonde, piccole e lisce prendono posto alle consuete foglie a più punte seghettate.

È stata scoperta per la prima volta negli anni ‘70, originaria del Nuovo Galles del Sud e della zona di Victoria presenta una grande resistenza al freddo ma è una varietà di

scarso interesse per i coltivatori per via dei bassi livelli di cannabinoidi. Ibridi ABC, alcuni growers clandestini hanno sviluppato ceppi di cannabis incrociando l’australian bastard, i discendenti hanno ereditato alcune caratteristiche come la capacità di crescere a forma di spirale simile alla vite dell’uva ma difficilmente è stato possibile fissare come dominanti i tratti che caratterizzano le tipiche foglie rotonde. Questi esperimenti, rimasti underground, potevano risultare utili per chi ha bisogno di nascondere o mimetizzare la propria coltivazione.

Gemme fogliari, sono dei piccoli fiori che che si sviluppano sull’estremità del picciolo, esattamente dove inizia la foglia, sono esteticamente molto belle ma i growers professionisti generalmente eliminano le gemme fogliari per indirizzare tutte le energie della pianta verso le infiorescenze principali. Poliploidia, si tratta di una delle mutazione genetiche più interessanti, le piante poliploidi

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Gemma fogliare.

sono individui che possiedono il doppio del numero dei cromosomi normalmente presente nella specie di appartenenza. Le piante poliploidi possono essere caratterizzate da grande vigore, maggiore resistenza alla siccità e alle malattie, gigantismo, sterilità, maggiore produzione di sostanze nutritive ma anche da livelli di THC pari o addirittura inferiori rispetto alle normali piante di cannabis diploidi.

La poliploidia può manifestarsi in maniera spontanea oppure può essere indotta attraverso un trattamento a base di colchicina, una sostanza chimica altamente tossica, il cui utilizzo è sconsigliato se non da professionisti qualificati.

Stringy cannabis, sono delle varietà di cannabis estremamente fibrose, tipiche di alcune zone a sud dell’Asia e dell’America, le infiorescenze sono simili a quelle degli alberi di mimosa, con calici di piccole dimensioni ma con qualità organolettiche eccezionali. Queste varietà sono caratterizzate da tempi di fioritura lunghissimi, infatti uno degli strain di stringy cannabis più famosi è la Dr. Grinspoon di Barney’s Farm che ha bisogno di circa 100 giorni di fioritura per arrivare a completa maturazione.

Creeper cannabis, o cannabis rampicante, è una caratteristica di alcune varietà tropicali, si tratta di esemplari di cannabis giganti che invece di concentrare tutta la loro energia nelle infiorescenze poste più in alto, la indirizzano anche verso i rami inferiori che

iniziano a crescere in orizzontale, rasoterra, dando luogo a numerose piccole infiorescenze verticali e in alcuni casi avviene anche la radicazione dei rami nel terreno sottostante.

Assenza del meristema apicale, si tratta di piante che sono germinate sprovviste del meristema apicale, in questi casi è meglio disfarsi subito della pianta in questione e sostituirla con altri semi, oppure è necessario avere pazienza fino a quando cresceranno i rami laterali.

Mullumbimby Madness, sono delle varietà di cannabis coltivate negli anni ‘70 e ‘80 in Australia, soprattutto nell’area di Nimbin, dove confluirono moltissimi hippy in quel periodo.

Le varietà di MM possono superare facilmente i 5 metri di altezza o raggiungere circonferenze enormi, sono super produttive e il loro effetto è paragonabile alle sative più potenti. Al contrario di quel che si pensa, le MM non sono originarie dell’Australia ma provengono da Thailandia e Indonesia.

Una delle varietà più famose è la Kangativa in grado di raggiungere i 7 metri di altezza al punto da confondersi con giganti alberi di Natale.

Le mutazioni genetiche rappresentano un fenomeno molto importante dal punto di vista evolutivo, grazie alle quali gli esseri viventi hanno la capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali e senza di esse non ci sarebbe la variabilità, ciò che distingue un individuo da un altro e lo rende speciale.

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Cucina d’effetto

Il Chilli Con Carne di Betty

Il Chilli con carne, spesso abbreviato Chilli, significa “chili con carne” ed è un familiare stufato piccante che tradizionalmente viene preparato con peperoncini freschi/in polvere, pomodori cuore di bue, fagioli pinto o rossi ed è originario del Messico settentrionale o del Texas meridionale.

I tipi di carne utilizzati, oltre agli altri ingredienti, possono variare notevolmente in base ai gusti geografici e personali. Di conseguenza, le ricette suscitano dibattiti fra gli appassionati, alcuni dei quali insistono sul fatto che la parola Chilli si riferisca in modo specifico al piatto base senza l’aggiunta di fagioli e pomodori.

Il Chilli Con Carne è un classico della cucina casalinga, non solo perché è così buono, ma anche perché è facile da preparare e si adatta a tutti i gusti. Tuttavia, è amato da molti soprattutto per la sua piccantezza!

Ebbene, indovinate un po’? Esistono prove scientifiche che spiegano perché alcuni amano il piccante. La capsaicina, il principio attivo del peperoncino, è responsabile della sensazione di bruciore che si prova mangiando alimenti piccanti. Quando questa componente entra in contatto con la pelle, l’organismo pensa di essere in pericolo e rilascia endorfine per combattere la “minaccia” del piccante. È lo stesso ormone che favorisce il rilassamento e il piacere, ecco perché alcuni amano così tanto il peperoncino!

Proprio per questo motivo, il peperoncino diventa una scelta ancora più azzeccata come alimento infuso, poiché l’aumento del relax e del piacere non lo otterrete solo grazie al THC, ma anche grazie al peperoncino stesso! Prenderete così due piccioni con una fava! Con questo piatto tutti vincono.

Ecco la mia ricetta per un ottimo e saporito chilli che potrete arricchire con altre spezie o qualsiasi altro ingrediente di vostro gradimento.

INGREDIENTI

Burro di cannabis/olio di cottura con cannabis

300 g di carne di manzo macinata molto magra

Una cipolla grande, tritata finemente

Due spicchi d’aglio, tritati finemente

400 g di pomodori a pezzetti

2 cucchiai di passata di pomodoro

Due cucchiaini di peperoncino in polvere (o di più, se sopportate il piccante)

Un cucchiaino di cumino macinato

Un peperone rosso, privato dei semi e

tritato

Due manciate di funghi a coppa o champignon, tagliati a fettine

410 g di fagioli rossi, scolati

150 ml di brodo vegetale o di pollo con poco sale

300 g di riso bianco o integrale a cottura veloce

1 pizzico di pepe nero macinato

Guacamole - facoltativo

Tortillas - facoltative

PREPARAZIONE

Scaldate in una padella grande 1-2 cucchiaini di burro o di olio di cannabis, a seconda della potenza e dell’effetto desiderati.

Aggiungete la carne macinata di manzo, spezzettandola nella padella e facendola cuocere fino a quando non sarà rosolata. Aggiungete la cipolla e l’aglio e fate cuocere per 2-3 minuti. Sostituite il macinato di manzo con del maci-

nato di Quorn o simile se volete una versione vegetariana della ricetta.

Aggiungete i pomodori a pezzetti, la passata di pomodoro, le spezie, il peperoncino, i funghi, i fagioli e il brodo. Mescolate bene, portate a ebollizione, abbassate la fiamma e fate sobbollire a fiamma bassa per 15-20 minuti.

Quando sobbolle, aggiungete 1-2 cucchiaini di burro o di olio di cannabis, a seconda della potenza e dell’effetto desiderati. Aggiungete il burro/olio infuso di cannabis solo quando sobbolle, poiché temperature più elevate possono bruciare i cannabinoidi attivi.

Se conoscete la potenza del vostro burro e avete una maggiore tolleranza, potete aggi ungerne di più. Tuttavia, se siete alle prime armi o avete una bassa tolleranza, riducetene il dosaggio.

Nel frattempo, fate cuocere il riso secondo le istruzioni riportate sulla confezione. Insaporite il Chilli con il pepe; se vi piace,

servitelo con il riso, una generosa cucchiaiata di guacamole e le tortillas a parte.

Non c’è bisogno che vi dica che potete aggiungere o togliere ingredienti a vostro piacimento da questa ricetta, a seconda dei vostri gusti. Il Chilli Con Carne è una di quelle ricette che suscitano dibattiti. Ognuno ha un ingrediente speciale che lo rende migliore dell’altro. Quindi, vi invito a considerare questa ricetta come base di partenza e a lavorarci con le vostre interpretazioni e aggiunte di sapore. L’unica cosa che vi ricordo è di andarci piano con il THC, soprattutto se dovranno degustarlo altre persone insieme a voi.

Il Chilli si presta a essere congelato, diventando così un ripieno, un condimento o un contorno versatile. Servitelo con delle patate al forno e un cucchiaio di panna acida e salsa o yogurt magro. Aggiungetelo a un wrap integrale con cetrioli, pomodori o formaggio per un pranzo delizioso. Un pasto versatile, saziante e gustoso con un tocco di piccantezza in più! Il Chilli CAN Carne di Betty è il piatto perfetto da gustare con gli amici.

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Di Betty Green
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Cannabis

Le signore CHE DIFENDONO L’ERBA

Da quando è stata legalizzata in molte zone degli Stati Uniti, sempre più mamme hanno inserito la cannabis nella loro routine di cura e benessere. Molte dicono che le aiuta a rilassarsi, a gestire il multitasking e a essere genitori migliori.

Mentre è socialmente accettabile che i genitori dicano di bere qualche bicchiere di vino ogni sera, la cannabis è ancora una “stampella per mamme” un po’ tabù su cui fare affidamento dopo una dura giornata.

Tuttavia, dopo che numerose analisi scientifiche hanno dimostrato la sua efficacia come terapia per diversi disturbi mentali e per lo stress quotidiano, un numero sempre maggiore di mamme sta salendo sul carro dell’erba. Inoltre, sempre più mamme vip utilizza le proprie piattaforme per sostenere la legalizzazione della cannabis e per normalizzarne l’uso. Alcune mamme celebri parlano con orgoglio del fare uso di cannabis.

“Ricordo questa creatura alta, bionda e spettrale, ho alzato lo sguardo e ho pensato: ‘Puzzi d’erba’. Lui mi ha guardata e ha detto: ‘Sono erba’. Poi, giuro che è sparito come un ninja in una bomba di fumo”. Le tre paroline che uno stoner vorrebbe sentirsi dire quando incontra l’amore della sua vita: sono erba.

LAKE BELL

Durante un panel Cann x Jane del 2022 sulla normalizzazione della cannabis, l’attrice e regista Lake Bell ha sfatato i miti sull’essere genitori e sull’erba: “Sono decisamente un genitore migliore. Sono al loro livello. Mi viene da dire: ‘Questo è un c-zzo di dinosauro!”. Come dire: ‘Mettiamoci subito all’opera e facciamo i c-zzo di dinosauri”.

Tuttavia, come molte toker donne, ha fatto fatica a non fumare durante la gravidanza e ha raccontato a Vogue Magazine: “Mi stavo preparando a qualcosa di folle, perché sapevo che non avrei avuto il mio solito meccanismo di difesa; semplicemente non posso andare a fumarmi una canna in questo momento”.

MEGAN

Megan Fox è mamma di tre bambini e non si vergogna di fare uso di cannabis. Tuttavia, in un’intervista del 2009, ha rivelato: “È tutta propaganda. Non so dirvi quante stronzate ho dovuto subire per aver detto apertamente che fumo erba... La gente la vede come una cosa folle, hippie, da pazzi. E non lo è!”.

Parlando del suo primo incontro con l’attuale fidanzato, Machine Gun Kelly (MGK), dice:

RIHANNA

La neo-mamma Rihanna è probabilmente una delle stoner più conosciute.

Viene spesso fotografata mentre si accende una canna. Tuttavia, Rihanna è sempre stata aperta e schietta sul suo amore per l’erba.

Dalle sue pagine sui social media, dove viene fotografata mentre si fa canne con disinvoltura, alle voci secondo cui anni fa è stata espulsa da un hotel alle Barbados per aver fumato pesantemente, la star è una fiera sostenitrice dell’erba da molti anni.

CHARLIZE THERON

L’attrice e madre di due figli ha convissuto con l’insonnia per gran parte della sua vita. Autoproclamatasi fan del “wake-and-bake”, la Theron ha ridotto il consumo di erba una volta raggiunti i 30 anni.

Tuttavia, a causa della ricomparsa dell’insonnia, ha provato i prodotti commestibili per gentile concessione della madre.

“Mia madre si è presentata a casa mia e l’ha lasciata sul tavolo della cucina, e mi ha detto:

‘Ho preso quelle al cioccolato ricoperte di mirtilli, ma se vuoi un’azione più rapida, dovresti optare per le mentine. Quelle si succhiano e agiscono più velocemente”.

KATE HUDSON

Kate Hudson ha tre figli ed è una consumatrice di cannabis dichiarata e orgogliosa; lo ha dimostrato la festa per i suoi 40 anni a tema cannabis. In passato ha condiviso il suo amore per le bevande infuse di cannabis e promuove attivamente la gamma CANN di bevande infuse al CBD.

Nel dicembre 2021 la Hudson è stata la prima star a diventare il volto di una marca di erba in uno spot televisivo mainstream. Ha anche ammesso di aver fumato in passato con la madre, Goldie Hawn, icona del cinema.

LISA BONET

L’ex star bambina Lisa Bonet ha sempre emanato un’aria bohémienne e libera, quindi non dovrebbe sorprendere che faccia uso di cannabis.

Zoe Kravitz, figlia della Bonet con l’icona musicale Lenny Kravitz, ha rivelato di aver fumato marijuana per la prima volta a 14 anni.

La madre della Kravitz, Lisa Bonet, l’ha beccata con l’erba e ne ha parlato con lei il giorno di Natale. Tuttavia, anziché punire la figlia, la Bonet ha tirato fuori una canna e l’ha fumata con lei.

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FOX
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LA CIMATURA DELLE PIANTE DI CANNABIS E I RISPETTIVI VANTAGGI

Le piante di cannabis sono a dominanza apicale, il che significa che svilupperanno sempre una chioma principale con rami laterali più corti. Se lavorate con un’indica corta o una sativa lunga e più esile, a meno che non siate in grado d’interrompere la produzione dell’ormone della crescita responsabile della dominanza apicale, controllare l’altezza delle vostre piante può rivelarsi piuttosto impegnativo. In questo articolo vi spieghiamo come funziona la cimatura, quali sono i rispettivi vantaggi, quali sono le varietà più adatte, vi offriamo i nostri migliori consigli e molto altro ancora.

Cosa significa cimatura?

Per cimatura s’intende la rimozione della testa del germoglio della corona, in modo tale che i germogli ausiliari più piccoli presenti su entrambi i lati possano crescere insieme come coppia. Poiché l’ormone della crescita, l’auxina, viene temporaneamente interrotto, il resto della pianta inizia a svilupparsi in modo cespuglioso, consentendo ai rami laterali e al fogliame inferiore di crescere verso l’alto.

Piante corte e cespugliose

Con una sola cimatura durante la fase vegetativa, la struttura delle piante inizierà a somigliare a quella di un albero di Natale cespuglioso, il che consentirà di legare verso il basso altri rami laterali o di effettuare ulteriori cimature.

Uno dei vantaggi principali della cimatura delle piante di Cannabis risiede nel fatto che l’altezza finale delle piante, dopo l’allungamento, sarà di gran lunga inferiore rispetto a quella che verrebbe raggiunta senza cimatura.

Ai coltivatori che lavorano con ibridi a predominanza sativa capita di vedere che alcune piante

possono diventare eccessivamente alte e persino sopraffare un principiante. La cimatura delle piante alte di sativa è un’ottima soluzione per ridurre l’altezza finale e anche l’utilizzo di uno schermo può essere di grande aiuto.

Quali varietà funzionano meglio per la cimatura?

Il vantaggio principale della cimatura è la riduzione dell’altezza e, in alcuni casi, l’aumento della resa. Chi si dedica in modo significativo al training delle piante e prevede una fase vegetativa di 6-12 settimane, il tutto unito a varie altre tecniche di training come super cropping, L.S.T e potatura, può incontrare limitazioni nel numero di piante o semplicemente nello spazio a disposizione.

• Gli ibridi possono essere le varietà migliori per la cimatura e ricrescono meglio.

• Alcune piante di indica, se cimate, possono diventare eccessivamente cespugliose e bloccare la luce.

• Le piante di sativa sono ottime per la cimatura, che però deve essere effettuata

più volte.

• Le piante possono essere cimate fino a 6-10 volte nel corso di una lunga fase vegetativa.

Quando posso cimare le mie piante di cannabis?

È meglio aspettare che le piante siano sufficientemente vecchie e resistenti da poter sopportare una cimatura senza subire eccessivo stress. Ai principianti consigliamo di aspettare la terza settimana, anche se diversi coltivatori hanno rimosso con successo il germoglio della corona dopo la comparsa della seconda serie di foglie.

Tutte le operazioni di training, come la cimatura, il super cropping e la potatura, devono essere eseguite quando le luci sono accese in fotoperiodo 18/6. Il modo più semplice per cimare le piante è quello di usare un paio di forbici piccole e affilate oppure un bisturi. Assicuratevi che il taglio sia netto e che rimuova il 100% del fogliame. La parte tagliata guarirà e nel giro di 3-5 giorni diventerà dura.

Consigli per la cimatura delle piante di Cannabis

La cimatura sembra semplice e dovrebbe essere di facile esecuzione, e alcuni coltivatori riescono persino a effettuarla usando le dita, tuttavia ci sono alcuni errori che possono essere commessi. Qui di seguito troverete un elenco di consigli da tenere in considerazione prima di mettere mano alla vostra coltura indoor, per essere certi di farlo alla perfezione e di non commettere errori!

1. Utilizzare un paio di forbici pulite

Quando si esegue il taglio trasversale, è fondamentale utilizzare un paio di forbici pulite e affilate. L’ideale sarebbe lavare preventivamente le forbici in alcool e pulirle a fondo. Il nostro consiglio principale è quello di evitare di utilizzare forbici sporche che sono state usate per il trimming o che non sono più affilate.

2. Attendere la 3a-4a settimana prima di procedere alla cimatura

Ai coltivatori principianti consigliamo di aspettare che le piante siano alla terza o quarta settimana di crescita prima di cimarle.

Il motivo è che le piante devono essere sufficientemente robuste per poter continuare a crescere e, se siete alle prime armi, il nostro consiglio principale è quello di aspettare la fine della terza settimana, il che può essere una buona regola empirica da tenere in considerazione.

Si noti come su questa pianta sono presenti molti siti di fioritura.

3. Effettuarlo più volte

Potete effettuare la cimatura sulla stessa pianta di Cannabis diverse volte e alla fine otterrete una pianta estremamente cespugliosa, in grado di produrre abbondanti raccolti. Il nostro consiglio principale è quello di eseguire questa semplice tecnica più volte sui germogli superiori e sui rami laterali, se avete a disposizione un numero limitato di piante, ma volete piante cespugliose e dalla grande resa.

4. Utilizzarlo con altre tecniche di training

Uno dei motivi principali per cui i coltivatori amano dedicare tempo alla cimatura è quello di ottenere il maggior numero possibile di cime al momento della fioritura. Il nostro consiglio principale è quello di aggiungere altre tecniche di training, come la potatura pesante e la rimozione del fogliame e della parte inferiore, lo snapping degli steli per renderli più forti e la legatura verso il basso per consentire alla chioma di ricevere più luce e migliorare il flusso d’aria.

5. Cimare solo durante il fotoperiodo 18/6

Se avete intenzione di cimare le vostre piante indoor, vi consigliamo di farlo sempre quando le piante sono in fase vegetativa. Evitate di cimare quando le piante hanno cominciato la fioritura e il nostro consiglio principale è quello di legare le piante verso il basso se sono eccessivamente alte. La cimatura dopo aver reimpostato i timer può essere stressante e in alcuni casi può addirittura bloccare la pianta.

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Coltiviamo Con Stoney Tark
Una pianta che è stata cimata più volte.

SETTE ERRORI DA EVITARE NELLA COLTIVAZIONE DELLA CANNABIS

1. IRRIGAZIONE ECCESSIVA

È facile lasciarsi prendere la mano quando si irrigano le piante, specie se si è principianti o alle prime armi, ma non è certo la fine del mondo. Basta solo cominciare a capire in quale momento il sostrato su cui sono coltivate le piante si satura di nutrienti, andando a rovinare significativamente la resa finale. Un’irrigazione eccessiva renderà il terriccio talmente inzuppato da compromettere l’integrità delle radichette. Si ridurrà così l’apporto di ossigeno facilitando la formazione di batteri anaerobici che, con il tempo, potranno danneggiare seriamente le nostre piante.

È necessario esporre all’aria il sostrato, perché si alleggerisca fino all’irrigazione successiva: ciò richiede un senso di misura e un equilibrio da acquisire con il tempo e l’esperienza. Personalmente consiglio sempre di utilizzare un impianto a goccia molto semplice, che irrora le piante con picchetti gocciolatori. In questo modo il regime di alimentazione rimane costante ogni giorno, in termini di quantità d’acqua e di orario di accensione della pompa. Pur non avendo più la soddisfazione d’innaffiare le piante a mano singolarmente, si può star certi che il terreno non sarà mai saturo.

2. SALE DI COLTURA SPORCHE

A mio parere la coltivazione di Cannabis d’alta qualità al chiuso è da considerare una scienza: è quindi indispensabile mantenere la sala di coltura il più possibile pulita, sterile e ben curata. Le grow room sporche, con materia organica (terra e foglie morte) sul pavimento e negli angoli, vecchi vasi lasciati in giro e manciate di terriccio e sporcizia sparsi un po’ ovunque non fanno altro che invitare insetti e agenti patogeni a infestare lo spazio coltivato. Tenete a portata di mano un aspirapolvere, una scopa, un flacone di candeggina, dell’alcool per la pulizia, acqua ossigenata e una scatola di guanti in lattice, che vi permetteranno di tenere il pavimento, le pareti e lo spazio circostante il più possibile puliti e ordinati. Rimuovete i vasi e il vecchio sostrato della coltura precedente e pulite a fondo la sala tra un raccolto e l’altro. Spazzate frequentemente e rimuovete le foglie morte cadute sul pavimento.

3. PIANTE POSIZIONATE TROPPO VICINE

Un errore comune, che noto spesso nei coltivatori principianti, è posizionare le piante troppo vicine l’una all’altra. Così facendo, in fase di fioritura, lo spazio laterale necessario alla crescita degli esemplari sarà molto ridotto, limitando notevolmente anche il flusso d’aria circostante. Le cime già cresciute bloccheranno la crescita di altre durante il periodo più importante; inoltre, in caso di aumento notevole di temperatura e umidità, le piante saranno maggiormente esposte ad attacchi fungini. Il modo migliore

per evitare questo errore è tracciare una pianta della sala di coltura, assegnando una certa quantità di spazio a ogni vaso. Se coltivate in vasi di piccole dimensioni, ad esempio da 6,5-10 litri, allora è buona norma riservare per ogni pianta 40-50 cm2 (ovvero 60-90 cm2 se piantate in vasi più grandi), in modo che, al momento della maturazione, le piante non saranno a contatto l’una con l’altra e non dovranno competere fra loro per raggiungere la luce. Se l’obiettivo è coltivare con il metodo Sea of Green, che richiede un elevato volume di piante di dimensioni ridotte, evitare di concentrare le piante in uno spazio troppo ristretto, a meno che non si conosca a fondo la varietà coltivata.

4. IRRIGAZIONE INSUFFICIENTE

Le piante di cannabis sottoalimentate e malnutrite mostrano subito sintomi di sofferenza, con uno stato salute precario, un vigore inferiore alla norma e foglie rivolte verso il basso. La pianta utilizzerà l’azoto immagazzinato nelle foglie più vecchie, nel tentativo di compensare la mancanza di nutrienti e irrigazione.

Si provi a sollevare un vaso e a passare un dito lungo tutta la sua parete. Se non presenta segni di umidità, sarà possibile innaffiare. L’alternanza fra irrigazione e periodo in cui lasciar asciugare il sostrato può dipendere dalla luce che ricevono i vasi: ricordate che più le piante crescono e più richiedono nutrimenti e acqua. Ciò non significa sovralimentarle man mano che maturano, ma trovare un punto di equilibrio ottimale tra la condizione di massima siccità e quella di massima saturazione.

Credo di aver commesso tutti gli errori possibili mentre muovevo i primi passi nella coltivazione della cannabis e ne ho poi pagato le conseguenze, in un modo e nell’altro, finendo per pregiudicare forma e aspetto finale dagli esemplari coltivati. In questo articolo descrivo i più comuni errori che un cannabicoltore può commettere, sottolineando l’importanza di evitarli fin da subito.

Le piante di Cannabis devono essere “lavate” (irrigate con acqua pura) per 14 giorni per 2 motivi principali: consumare tutte le riserve interne della pianta e lavare via i sali disciolti attorno alle radici. Al contrario, se per 14 giorni continueremo ad alimentare le piante con fosforo, potassio e melassa, ciò a lungo termine non farà bene agli esemplari coltivati. Se coltivate piante di cannabis medicinale per uso personale, dovrete lavarle con acqua o una soluzione enzimatica. Una cima non sciacquata accuratamente è facilmente riconoscibile durante il consumo: difficile da fumare, con sapore sgradevole, sensazione di calore e secchezza in gola, quanto basta provocare un attacco di tosse. La cenere brucerà senza consistenza e avrà un aspetto nero carbone nel posacenere. Un cannabicoltore troppo zelante sarà tentato di credere che più grandi sono le cime e migliore sarà il risultato finale e il ritorno sull’investimento, ma alla fine si ritroverà con barattoli d’erba che il 99% dei fumatori ci penserà due volte prima di fumare.

6. USO DI TERRICCIO ECONOMICO

La maggior parte di noi ha scoperto a proprie spese le conseguenze dell’acquisto di un terriccio economico di bassa qualità. La ritenzione idrica e il drenaggio sono assolutamente sbilanciati e il valore nutrizionale discutibile. I terricci economici sono normalmente in vendita in piccoli spazi marginali dei centri di giardinaggio

o anche in alcuni supermercati. Oggi esistono diversi marchi che offrono terricci di prima qualità, ricchi di tutte le sostanze nutritive e dei minerali di cui una pianta di cannabis ha bisogno, oltre che di microrganismi benefici. Con flaconi di nutrienti e integratori di prima qualità sarà facile coltivare cime pulite, lisce e ricche di terpeni. Il drenaggio e la ritenzione idrica saranno molto più contenuti rispetto a quanto avviene con un terriccio economico. Inoltre, ingredienti come la perlite e il muschio di torba permetteranno di mantenere una giusta riserva d’aria intorno alle radici.

Nella coltivazione della cannabis la costanza è la chiave del successo, soprattutto quando si parla di circolazione dell’aria. Le piante di cannabis devono essere esposte all’aria fresca, contenente anidride carbonica proveniente dall’esterno, potendo così utilizzare la CO2 disponibile molto rapidamente. Questo è uno dei motivi per cui la quantità d’aria riciclata all’interno della tenda o della sala di coltura deve essere costante ed ottimale per il metabolismo della pianta.

Quando c’è scarsa circolazione d’aria intorno alle piante, poste peraltro a distanza ravvicinata, con maggior accumulo di umidità e maggior ristagno d’aria, ci sarà una maggiore probabilità d’infezione da oidio, per non parlare degli attacchi fungini (muffa) durante la fioritura. Si raccomanda, pertanto, d’installare più ventilatori, brandeggianti in tempi diversi l’uno dall’altro, posizionandone uno nella parte inferiore, uno in quella centrale e uno in quella superiore della grow room.

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Coltiviamo
5. DIMENTICARE DI LAVARE LE PIANTE 7. SCARSA CIRCOLAZIONE DELL’ARIA Un impianto di irrigazione a goccia indoor concepito per alimentare 12 piante. Le foglie gialle e morte attirano solo gli insetti.

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Storia della genetica Di Hortizan

DEGENERAZIONE CLONALE, UNA MINACCIA PER LE NOSTRE PIANTE MADRI

La degenerazione clonale è un fenomeno che da tempo preoccupa la nostra comunità. Si tratta del declino della produttività e delle prestazioni delle piante clonate nelle successive replicazioni. È un fenomeno spesso attribuito a cambiamenti genetici che si verificano nel corso di ciascuna replicazione. Tuttavia recenti ricerche rivelano che la causa principale della degenerazione dei cloni non sono le mutazioni genetiche.

In realtà fattori esterni come possibili squilibri nutrizionali, infezioni patogene e stress ambientale possono svolgere un ruolo più importante. È quindi essenziale prendere in esame le attuali evidenze scientifiche, che smontano la concezione tradizionale di degenerazione clonale, al fine d’individuare le tecniche più indicate per salvare le nostre amate piante. Processi come la rivitalizzazione delle piante madri o la coltura di tessuti cellulari potrebbero essere strumenti efficaci per preservare la qualità dei fenotipi così faticosamente ottenuti nell’arco degli anni.

La degenerazione clonale non sarebbe dovuta a cambiamenti genetici

È opinione diffusa che il deterioramento clonale sia legato alla degenerazione clonale. Si presume che la causa di questo deterioramento siano le mutazioni genetiche che si accumulano nel corso dei cicli di propagazione. Tuttavia, diversi elementi mettono in discussione questa teoria. Chiariamo innanzitutto le cose. Ovviamente, le piante clonate non si riproducono sessualmente, quindi non subiscono la c.d. meiosi (divisione cellulare che avviene durante l’impollinazione) e non possono ritrovarsi con nuovi cromosomi come nella riproduzione sessuale. Al contrario, la clonazione consiste in una riproduzione asessuata, tramite propagazione vegetativa, il che significa che il materiale genetico rimane invariato nel tempo.

Alcune mutazioni possono effettivamente verificarsi in conseguenza a fattori ambientali, come

l’esposizione alle radiazioni, ma la frequenza di tali mutazioni è estremamente rara.

Se la mutazione non è responsabile del degrado delle piante madri, è necessario valutare altre cause probabili, che possono essere molteplici. Innanzitutto, la carenza o, viceversa, l’eccesso di nutrienti possono avere un impatto significativo. Senza dubbio, tali squilibri possono determinare problemi fisiologici e incidere potenzialmente sulla crescita e la produttività delle piante, giacché molti nutrienti sono utilizzati dalle piante per difendersi da parassiti, malattie e virus. In definitiva, ogni squilibrio può indebolire il sistema immunitario di una pianta e ridurre la sua capacità di resistere alle infezioni patogene.

Infine, anche fattori di stress ambientale (temperature estreme, siccità o esposizione a sostanze inquinanti) cui è esposta una pianta madre possono impattare sulla salute dei futuri cloni. Alcuni studi recenti hanno valutato l’incidenza di fattori come l’età o la stabilità genetica (nel caso di individui poliploidi) sulla degenerazione clonale. Tuttavia, pur trattandosi di fattori apparente-

mente importanti per la riproduzione sessuale, lo sono meno per la riproduzione clonale, con un conseguente effetto minimo sui cloni futuri (Do clones degenerate over time? Explaining the genetic variability of asexuals through population genetic models. Janko, Drozd, Eisner, 2011).

Ciononostante, nelle grandi aree coltivate la presenza di fattori esterni che incidono sulle piante madri può ripercuotersi in modo significativo sulla salute delle colture future. Si tratta di un problema a cui i vigneti francesi sono potenzialmente esposti, dato che attualmente la stragrande maggioranza delle viti francesi sono il risultato di innesti. Fortunatamente, alcuni selezionatori si preoccupano della diversità delle espressioni geniche delle varie specie di vite.

Cosicché, ogni qual volta si nota una variabilità significativa all’interno di una varietà di uva (Pinot nero, Chardonnay, etc.), può essere presa in considerazione la possibilità di riprodurre questa diversità realizzando una serie di cloni che corrisponderanno alla pluralità di genetiche. È una diversità che permette di rispettare al meglio il

carattere di ogni varietà, limitando nel contempo i rischi di malattie o minori rese dovute a condizioni ambientali eccezionali.

È ovvio che le popolazioni di piante clonate, tutte simili tra loro, presentano una minore diversità genetica rispetto a plantule che crescono naturalmente e sono, quindi, più potenzialmente esposte a condizioni climatiche inusuali e a parassiti esotici. Tuttavia, l’utilizzo di una serie di cloni diversi può contribuire a limitare questo effetto. È quindi essenziale comprendere l’intera gamma di rischi e meccanismi coinvolti nella degenerazione clonale per sviluppare strategie più efficaci, finalizzate a mantenere inalterato lo stato di salute e la produttività di queste diverse genetiche.

Possono essere utilizzati alcuni procedimenti per salvare le varietà qualitativamente compromesse da anni di clonazione ripetuta

Primo procedimento: rivitalizzazione. Si tratta di un metodo poco conosciuto, chiamato anche

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Questo clone F2 di Tropicana Cookies, alias “Black Tangie”, è una pianta madre di terza generazione dalla germinazione del seme iniziale. Tuttavia, non mostra alcuna variazione rispetto alla pianta madre originale - coltivazione e fotografia di Hortizan.

“rigenerazione della pianta madre”, recentemente presentato da Shantibaba e che consiste nel rigenerare una pianta madre spostandola in spazi aperti: ciò ne consente il passaggio da condizioni ambientali omogenee a condizioni variabili. Esponendo una pianta alla luce naturale e permettendole di produrre nuove sezioni, il coltivatore potrà prelevare talee dalla stessa per una sua futura propagazione. Piante che crescono esclusivamente al chiuso e sotto la luce artificiale, in assenza di luce naturale e oscillazioni di temperatura, possono subire un’alterazione a lungo termine della loro forma fisica.

Esponendo la pianta selezionata a condizioni di luce naturale, è possibile risincronizzare il suo bioritmo con i cambiamenti stagionali caratteristici dell’habitat naturale della pianta. Questo cambiamento di ambiente dovrebbe aiutarla così a ritrovare salute e vigore.

Solo quando la pianta selezionata ha prodotto nuove ramificazioni, queste potranno essere utilizzate per creare ulteriori cloni, con lo stesso patrimonio genetico della pianta originale. È un approccio che può rivelarsi efficace per la continuità di un particolare fenotipo, riducendo nel contempo gli effetti della degenerazione clonale a lungo termine. La rivitalizzazione delle piante madri non è una tecnica nuova: è infatti già stata utilizzata da diversi anni da coltivatori e allevatori per preservare la salute e produttività delle loro collezioni di piante madri. Sebbene la sua efficacia possa variare in funzione delle specie e delle condizioni di coltivazione, è generalmente considerata un valido strumento di conservazione.

Al fine di preservare la qualità di una coltura, è generalmente sconsigliato prelevare talee, ad esempio, da un albero da frutto più vecchio o che presenta segni di malattia, dato il rischio correlato di ridurre il vigore della pianta o di introdurre virus e diverse malattie nelle future coltivazioni. Tuttavia, è importante notare che, quando un albero cresce rapidamente, la patologia non colpisce necessariamente la parte della pianta che si è formata più di recente.

Ciò è dovuto alla totipotenza delle cellule vegetali: una facoltà unica che la natura possiede e che è di grande utilità per i laboratori di coltura dei tessuti vegetali. In breve, la totipotenza può essere definita come la capacità delle cellule vegetali di tornare a uno stato indifferenziato, cioè uno stato in cui non hanno ancora sviluppato funzioni specializzate (acquisendo cioè la forma di una futura foglia, un ramo o una radice). Una simile

cellula ancora indifferenziata è detta “meristema” e presenta le stesse qualità delle cellule embrionali, motivo per cui è priva di malattie o virus. In questo modo, nelle giuste condizioni, queste cellule possono rigenerarsi e diventare una nuova pianta, identica in tutto e per tutto alla pianta madre originale.

La scoperta della coltura meristematica (detta anche coltura in vitro) risale al 1939, quando il professor R. Gautheret intuì la possibilità di prelevare e coltivare in modo continuativo i tessuti dei tuberi di carota (Gautheret, R.J., 1939). Dieci anni dopo, nel 1949, due ricercatori dell’INRA, P. Limasset e P. Cornuet, fecero la stessa scoperta su alcune piante di tabacco infettate da virus.

Nel 1952, i loro colleghi G. Morel e C. Martin utilizzarono la coltura dei tessuti vegetali per salvare con successo una varietà di dalia chiamata “le Rêve” (il sogno), che era stata infettata da 3 virus. Allo stesso modo, nel 1954, riuscirono a salvare una varietà di patata chiamata “Belle de Fontenay”. Queste tecniche sono state poi riprese

da un gran numero di ricercatori per conservare più varietà, come ad esempio il ciliegio Prunus avium L. (Deogratias, Lutz, Dosba, 1986). Al giorno d’oggi, la coltura dei tessuti ha trovato un posto importante nelle piantagioni di banane, manioca e canna da zucchero, in considerazione dell’elevata suscettibilità di queste piante alle malattie.

Sebbene siano necessarie condizioni igieniche rigorose, il principio alla base della coltura in vitro è relativamente facile da mettere in pratica: un piccolo pezzo di tessuto vegetale contenente il meristema da clonare viene rimosso e disinfettato per mantenere il terreno di coltura perfettamente sano. Il tessuto è quindi collocato su un sostrato sterile (un agente gelificante, come l’agar-agar, che conferisce al terreno di coltura una consistenza solida). Per stimolare la crescita cellulare e la rigenerazione delle piante, è necessario che in questo terreno di coltura siano presenti i nutrienti necessari per la crescita delle cellule vegetali (zuccheri, vitamine, ma anche ormoni vegetali quali citochinina e auxina). Le cellule vegetali nel meristema si moltiplicheranno

e differenzieranno fino a formare nuove piante. Infine, i nuovi cloni ottenuti, geneticamente identici alla pianta madre, ma privi di malattie o virus, richiederanno un’ulteriore fase di acclimatazione prima del trapianto.

La degenerazione clonale è quindi un fenomeno complesso, ancora in parte incompreso, che può essere influenzato da un’ampia gamma di fattori. Anche se è un fenomeno diverso dalla modificazione genetica, può portare a una riduzione della produttività e del vigore di una pianta e consentire l’insorgenza di varie malattie.

Fortunatamente esistono molte tecniche che i coltivatori e i selezionatori possono adottare per mantenere la salute e la diversità genetica delle loro preziose librerie. È quindi essenziale preservare alcuni di questi fenotipi attraverso queste tecniche di conservazione, ma anche garantire continuità alla discendenza di questi individui, per creare nuove piante in grado di adattarsi alle mutevoli condizioni cui le stesse saranno esposte in futuro.

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Una coltura tissutale di Paulownia ben riuscita - fotografia di C. Quinn.

Tech news

Non è cannabis, ma ha i cannabinoidi!

Si è scoperto che una pianta non correlata alla cannabis è in grado di creare un gran numero di cannabinoidi. I cannabinoidi sono i composti responsabili dell’ampia varietà di effetti della cannabis sulla nostra salute. Tuttavia, la pianta sembra produrre anche decine di cannabinoidi non identificati, che potrebbero avere altre proprietà mediche inesplorate.

L’organismo umano contiene per natura molti recettori, a cui si legano i cannabinoidi presenti nella cannabis, il che comporta vari effetti all’interno dell’organismo. I cannabinoidi sono già utilizzati nella medicina generica per trattare numerosi disturbi, fra cui il dolore, la nausea e alcune forme di epilessia. La pianta, nota come “Woolly Umbrella”, ha un’estetica sorprendente di fiori vellutati di colore giallo senape, disposti

in una chioma a ombrello. La pianta è di origine sudafricana e appartiene a una famiglia di piante completamente diversa dalla cannabis. Fra i suoi parenti figurano girasoli, margherite e lattuga. L’“Helichrysum umbraculigerum”, per usare il suo nome nella classificazione formale, ha una caratteristica fragranza di curry. Fonti storiche indicano che centinaia di anni fa veniva utilizzata come intossicante in rituali popolari, il che fa pensare che potrebbe contenere sostanze chimiche che influenzano il cervello.

Uno studio condotto decenni fa ha concluso che la pianta potrebbe effettivamente contenere cannabinoidi. Tuttavia, fino ad oggi, i ricercatori non sono mai stati in grado d’individuare la struttura di questi composti. Dopo aver sequenziato il genoma della pianta e analizzato le sue componenti

chimiche, i ricercatori del Weizmann Institute of Science hanno identificato oltre 40 cannabinoidi nelle foglie della pianta. Di conseguenza, i ricercatori hanno definito la pianta “una fonte vegetale perenne, a crescita rapida e commercialmente valida, di cannabinoidi bioattivi”. Tuttavia, l’aspetto negativo di queste nuove informazioni è che i composti trovati nella pianta Woolly Umbrella dovrebbero essere estratti mediante tecniche di coltivazione intensiva, il che comporterebbe elevati costi economici e ambientali.

Mentre la pianta non sembra produrre THC o CBD, crea grandi quantità di CBG. Si tratta di un cannabinoide che ha mostrato un grande potenziale come possibile rimedio per i sintomi di disturbi neurologici, tumore al colon e altre condizioni mediche.Per molti pazienti, gli effetti psicoattivi del THC sono indesiderati, il che significa che attualmente i cannabinoidi adeguati dal punto di vista medico devono essere sequestrati dagli estratti di cannabis. Questo rende vantaggioso il fatto che la Woolly Umbrella non produca THC, in quanto potrebbe consentire un accesso più semplice al CBG e ad altri cannabinoidi non psicoattivi.

La forma acida del CBG è presente in concentrazione moderatamente elevata nella Woolly Umbrella. Il CBG è un precursore fondamentale per la creazione di tutti i cannabinoidi noti della cannabis. Questo rafforza la nozione secondo cui la pianta Woolly Umbrella potrebbe diventare una preziosa fonte di cannabinoidi per uso medico a base vegetale.

“Abbiamo trovato una nuova importante fonte di cannabinoidi e sviluppato strumenti per una

produzione sostenuta, il che può contribuire a esplorare il loro enorme potenziale terapeutico”ha dichiarato l’autrice dello studio, la Dottoressa Paula Berman.

Sei cannabinoidi individuati nella Woolly Umbrella si trovano anche nella cannabis, mentre gli altri sono completamente nuovi. Il prossimo passo logico sarebbe, ovviamente, quello di definire gli effetti degli oltre 30 cannabinoidi unici che sono stati rinvenuti nella pianta per capire quali usi medicinali potrebbero avere.

Gli scienziati non hanno ancora compreso appieno perché le piante producano cannabinoidi.

Tuttavia, le evidenze indicano come potrebbero contribuire a scoraggiare i predatori e avere altre proprietà protettive, come quella di agire come crema solare naturale e proteggere le piante dai dannosi raggi UV.

“Il fatto che nel corso dell’evoluzione due piante geneticamente non correlate abbiano sviluppato in modo indipendente la capacità di produrre cannabinoidi suggerisce come questi composti svolgano importanti funzioni ecologiche. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per determinare queste funzioni” – ha affermato l’autore dello studio, il Professor Asaph Aharoni.

I risultati dello studio indicano potenzialmente un futuro promettente in cui i cannabinoidi che non esistono in natura potrebbero essere ingegnerizzati. Cannabinoidi che potrebbero essere sviluppati per legarsi in modo più efficace ai recettori del nostro organismo e ottenere benefici terapeutici più specifici.

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Di Rich Hamilton, Immagini di Peter Warren

SOFT SECRETS SELECTION

COSA C’È DI BUONO PER RIEMPIRE IL

TEMPO E LA TESTA

denuncia, nonché una testimonianza su come la Cannabis gli abbia realmente salvato la vita. Con la prefazione della coordinatrice di Meglio Legale, Antonella Soldo, quello che ci propone questo testo è un viaggio che scardina a uno a uno i pregiudizi sulla cannabis, sconfigge l’ignoranza e ci permette di ragionare su un tema tanto attuale quanto necessario per la salute di molte persone.

Pubblicato da Edizioni Effetto, lo trovate nelle migliori librerie on e offline

ASCOLTA

LE STORIE DI MARIACOSA SUCCEDE CON LA CANNABIS IN ITALIA?

La prima puntata è stata pubblicata lo scorso 6 giugno e ha come ospite Leonardo Fiorentini, attivista, autore del libro “L’Onda Verde”, che è diventato anche un podcast di cui abbiamo scritto in questa rubrica. Direttore di fuoriluogo.it, dal 2018 rappresenta Forum Droghe nei lavori della commission on narcotic drugs dell’ONU a Vienna. Al momento non ci è ancora dato sapere di quante puntate si comporrà questo nuovo podcast, ma non vediamo l’ora di ascoltare la prossima!

Lo trovate su Spotify e YouTube

LEGGI

CANNABIS, LA VERA STORIA DI UN AGENTE ANTIDROGA - ALFREDO OSSINO

Alfredo Ossino, Maresciallo della Finanza in congedo, ha dedicato tutta la sua carriera alla lotta contro le sostanze lavorando presso il Gruppo Operativo Antidroga e dividendosi tra la Sicilia, dove è cresciuto e vive tuttora, Roma e Napoli. In “Cannabis. La vera storia di un agente antidroga”, uscito lo scorso 15 giugno, Ossino ci racconta con le sue vicende personali di come la sua visione sulla legalizzazione della cannabis - sostanza a cui per anni ha dato la caccia - sia ad un certo punto totalmente cambiata. Quando un deficit funzionale della colonna vertebrale lo blocca a letto, il Maresciallo, dopo svariati tentativi di cura fallimentari, si ritrova a scoprire la cannabis terapeutica: una sostanza che sin a quel momento ha considerato come una droga.

La domanda che più forte risuona tra le righe di questo libro è infatti: davvero la cannabis può essere considerata alla stregua delle droghe che, annualmente, provocano alti numeri di morti? Questa la testimonianza di Alfredo, in congedo dal 2007 per patologia alla colonna vertebrale causata dal servizio svolto. La storia di un uomo che desidera guarire per ritrovare la sua forza e la sua serenità, tanto disperato da affidarsi al mercato nero, pur di sconfiggere il dolore fisico e la depressione. Questo suo saggio d’esordio vuole essere un grido di

Nel vivacissimo mondo del podcast italiano, è arrivato un nuovo programma ideato e condotto da Giuseppe Cantelmi, giornalista ed esperto di cultura cannabica che ha deciso di raccontarci

“Le Storie di Maria”. Uno spazio in cui ascoltare le voci di giornalisti, politici, imprenditori, medici, ricercatori, associazioni e in cui si vuole indagare su quello che sta succedendo nel mondo della cannabis in Italia.

Tra gli anni ‘40 e ‘50 del Novecento l’Italia era uno dei paesi al vertice nella produzione di canapa, settore in seguito archiviato e cestinato nel dimenticatoio dell’industria agroalimentare e farmaceutica. Da oltre un decennio la lavorazione della canapa è tornata, sono nate aziende che lavorano e producono in diversi ambiti, nelle innumerevoli possibilità che la pianta offre. Nel podcast si parlerà di tutto questo, con un focus specifico sull’utilizzo della cannabis in ambito terapeutico.

GUARDA L’INGREDIENTE SEGRETO

Skopye, Macedonia. Vele lavora come meccanico in un deposito ferroviario dopo aver abbandonato gli studi: il fratello intelligente era Riki, il primogenito, morto in un incidente stradale insieme alla loro madre. A sopravvivere sono Vele e suo padre, malato terminale che soffre le pene dell’inferno perché il figlio minore non può comprargli i medicinali, sempre più costosi, che il disastrato sistema sanitario macedone

non elargisce ai cittadini (“Non siamo mica in Svezia!”).

Quando una gang criminale nasconde un pacchetto di marijuana su un vagone del deposito ferroviario, Vele se ne impossessa e recupera su Internet la ricetta per una space cake che potrebbe essere di giovamento al padre. La ricetta funziona così bene che il padre non riesce a tenere l’entusiasmo per sé: in breve tutto il circondario viene a sapere delle virtù terapeutiche della “torta miracolosa” e identifica in Vele uno di quei guaritori cui gli abitanti di Skopye, abbandonati dallo Stato, si rivolgono. Con le conseguenze tragicomiche che questo comporta.

Uscito nelle sale italiane nel 2019 e primo premio al Bergamo Film Meeting, “L’ingrediente segreto” è una commedia della disperazione capace di mischiare squallore quotidiano e ironia, e non si limita a raccontare la vicenda di un padre e di un figlio, ma documenta in forma di paradosso comico lo smarrimento di un’intera nazione in preda al degrado, alla miseria e alla burocrazia.

Disponibile sulle piattaforme di streaming online

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Lifestyle

5 Feste della cannabis da celebrare oltre al 420

Nonostante per alcuni irriducibili 420 significhi un rituale quotidiano, il 20 aprile è stato a lungo accettato e celebrato come la festa della cannabis de facto. Il simbolismo del 420 è stato un potente alleato e un grido di guerra per gli attivisti e i sostenitori della riforma della cannabis in tutto il mondo. Nei Paesi - come il nostro - dove ancora vige il proibizionismo, ha dato alla comunità un motivo per riunirsi e fare rumore; mentre in quelli in cui la marijuana è stata finalmente legalizzata, rappresenta quasi una commemorazione storica. Se però non volete aspettare fino all’anno prossimo per riunirvi dietro un’importante festa della cannabis, ecco altri cinque giorni durante l’anno in cui potete celebrare la nostra amata pianta e i progressi compiuti dalla nostra comunità.

1 FEBBRAIO: GIORNATA DEL CBD

Il 1° febbraio marca la celebrazione del cannabidiolo, il cannabinoide noto anche come CBD. Il CBD è molto promettente per il progresso della cannabis come medicina. I ceppi appositamente selezionati con un rapporto CBD:THC di 2:1 o superiore sono ricercati per le loro proprietà medicinali, con alcuni ceppi che raggiungono un rapporto di 25:1. Il CBD è stato oggetto di crescente interesse per il suo potenziale nel trattamento di vari disturbi come l’ansia, l’insonnia e il dolore cronico. La sua celebrazione deriva dalla speranza di offrire alternative di trattamento più sicure ed efficaci per molte persone.

18 GIUGNO:

COMPLEANNO DI JACK HERER

Per commemorare tutta l’energia e gli sforzi profusi dagli attivisti della cannabis nel corso dei decenni, gli americani hanno scelto di celebrare la data di nascita di Jack Herer. Affettuosamente chiamato “l’Imperatore”, Jack è stato un devoto attivista e autore di numerose e preziosissime pubblicazioni sulla marijuana. Ha lottato instancabilmente per enfatizzare la cannabis come una delle risorse più preziose presenti sul nostro pianeta, e per rafforzare i modi in cui la terra e la società possono trarre beneficio dalla canapa.

10 LUGLIO:

GIORNATA DEGLI OLI E DEI CONCENTRATI

Tutti conoscono il significato di 420, ma quanti sanno cosa rappresenta 710? Negli ultimi anni i concentrati, le cartucce e i dabs hanno conquistato il centro della scena. Il dabbing,

ovvero il consumo di estratti di cannabis ad alta concentrazione mediante un vaporizzatore o un dispositivo di vaporizzazione, permette un rilascio immediato dei cannabinoidi nel corpo.

Gli oli di cannabis, invece, sono estratti concentrati che offrono un’alternativa versatile per l’assunzione di cannabinoidi, consenten-

5 OTTOBRE:

COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL PROIBIZIONISMO

Il 2 ottobre 1937, gli Stati Uniti emanarono il Marijuana Tax Stamp Act, che di fatto mise fuori legge la cannabis. Tre giorni dopo, il 5 ottobre, l’FBI e la polizia di Denver fecero irruzione nel Lexington Hotel e arrestarono

ALTRI CINQUE GIORNI DURANTE L’ANNO IN CUI POTER CELEBRARE LA NOSTRA AMATA PIANTA E I PROGRESSI COMPIUTI DALLA NOSTRA COMUNITÀ

do una personalizzazione precisa della dose e un ampio impiego in diverse terapie mediche.

La scritta “OIL” capovolta si legge “710”, quindi il 10 luglio sta rapidamente diventando la giornata degli oli e dei concentrati. Una giornata per celebrare una nuova modalità di consumo ma anche per ricordare i pazienti che grazie agli oli di cannabis hanno avuto sollievo da disturbi come il dolore cronico e le patologie neurologiche.

Samuel R. Caldwell e Moses Baca. Caldwell e Bacca sono riconosciuti come i primi cittadini condannati per vendita e possesso di cannabis. Entrambi gli uomini hanno scontato la totalità della loro pena, con Caldwell che è morto poco dopo il suo rilascio dopo quattro anni di lavori forzati.

Il 5 ottobre è stato quindi scelto come data ufficiale per non dimenticare quanti hanno

subito la violenza del proibizionismo. Un proibizionismo che, a differenza della cannabis, ha ucciso e continua a uccidere.

6 NOVEMBRE: GIORNATA DELLA LEGALIZZAZIONE USA

Senza dubbio dovremmo celebrare le prime, importanti porte che si sono aperte per l’accesso legale e per adulti alla cannabis negli Stati Uniti. Il 6 novembre 2012, Colorado e Washington approvarono entrambi le leggi sulla cannabis a scopo ricreativo, istituendo e riconoscendo la cannabis come un’industria regolamentata in America, cosa che ha dato vita a un dibattito internazionale sulla riforma delle droghe e che ha portato molti altri Paesi a legalizzare la cannabis perlopiù a scopi medicinali ma in alcuni casi - primo tra tutti il Canada - anche per uso ricreativo.

Questi sono solo una manciata di giorni per celebrare la pianta di cannabis (come se ce ne fosse bisogno di altri), ma in realtà ogni giorno in cui la cannabis può aumentare la qualità della vita su questa terra, dovrebbe essere considerato una vittoria.

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TECNICHE DI ALLEVAMENTO DELLE PIANTE

Le piante di cannabis possono assumere ogni forma o dimensione come conseguenza diretta dell’habitat in cui vivono, delle sostanze nutritive assimilate e dalle tecniche di allevamento. Manipolare le piante di cannabis per farle crescere in un certo modo è più facile a dirsi che a farsi: in questo articolo vi spiegheremo tutte queste tecniche, in cosa consistono e quali sono i diversi metodi di allevamento.

Una potatura delle piante prima che entrino nel periodo di fioritura escluderà lo sviluppo delle cosiddette cime “popcorn”, meno sviluppate e di dimensioni più ridotte, mentre le parti superiori saranno tutte a forma di

chioma. A mio parere, una settimana prima del ciclo luminoso 12/12, la potatura di tutti i rami, ad eccezione dei primi due internodi, produrrà i migliori raccolti e fiori possibili.

Super Cropping

COSA

S’INTENDE PER ALLEVAMENTO DI UNA PIANTA?

Essenzialmente significa modificare fisicamente la struttura di crescita di una pianta. In questo modo sarà possibile farla crescere con una forma diversa, uniformandone ad esempio la chioma e producendo rese molto maggiori rispetto a quelle che si otterrebbero senza allevamento. Nella pratica l’allevamento consiste nel controllare la dominanza apicale e nell’inibire gli ormoni della crescita, ottenendo così pianta molto più efficiente in termini di trasferimento e produzione di energia.

QUALE METODO FA AL CASO MIO?

Tutto dipende dall’obiettivo finale, dalla varietà con cui si lavora, dal periodo di crescita, dalla propria abilità ed esperienza. Ogni varietà può reagire in modo diverso: alcune saranno più adatte al metodo Sea of Green, altre allo SCROG.

I DIVERSI TIPI DI ALLEVAMENTO

Cimatura / Spuntatura

Le piante di cannabis sono geneticamente programmate per crescere con una dominanza apicale, nel senso che la parte centrale superiore della pianta sarà sempre la più alta. Tale caratteristica risulta evidente quando una pianta non è stata allevata e può rappresentare un problema per i coltivatori principianti che si cimentano per la prima volta con piante alte a crescita rapida.

Cimare o spuntare una pianta significa afferrare il suo il germoglio (“cola”) superiore e reciderlo, lasciando però intatti i due germogli ausiliari più piccoli. Così facendo la dominanza apicale cessa e la pianta di cannabis concentra la sua energia sulla restante parte di rami e fogliame, rendendo così la pianta cespugliosa e uniforme nella sua struttura.

Tecnica L.S.T.

La “low stress technique”, che consiste nella semplice legatura delle piante, è un altro modo d’intervenire sugli ormoni della pianta. La legatura viene fatta usando uno spago o un filo metallico per tirare i rami verso il basso, fino a portare la parte superiore al di sotto del fogliame rimanente. Il risultato è che i rami laterali, precedentemente più piccoli, non prenderanno il sopravvento nel tentativo di diventare la cola centrale principale.

Se questa tecnica viene eseguita correttamente e nei tempi giusti durante il periodo vegetativo (18/6), la struttura di crescita finale sarà

quella una pianta di cannabis con più cole principali. Al momento della fioritura non sarà più possibile identificare qual era il germoglio principale, perché d’ora in poi cresceranno tutti alla stessa altezza.

Potatura

È il modo migliore per dirottare la maggior quantità di energia di crescita verso le parti della pianta che producono le cime migliori.

pallina da golf spessa e glassata. Questa è anche un’ottima occasione per prelevare cloni e prepararsi per il raccolto successivo.

La potatura può essere eseguita a mano, quando si è a proprio agio con le piante, altrimenti si può usare una cesoia pulita per rimuovere con cura le parti di legno tenero o di legno duro e le foglie arricciate (c.d. foglie a ventaglio) da un determinato punto della

Questa è la mia tecnica preferita e può fare un’enorme differenza nel modo in cui le piante crescono e quanto possono essere resistenti e voluminose. In pratica il super cropping consiste nel rompere di proposito le pareti cellulari interne dei rami, provocando l’immissione di ormone della crescita in tutta la pianta per riparare un danno il più velocemente possibile.

Questa tecnica richiede tempo per essere padroneggiata e viene eseguita meglio su piante in fase vegetativa e di circa 3-4 settimane. Utilizzando le dita e i pollici si deve creare una pressione e provocare un movimento di flessione/torsione, fino a sentire la polpa interna scoppiare. Dopo 4-5 giorni la rottura originale sarà diventata una nocca di legno solida, che da quel momento sarà la parte più forte della pianta.

Un esempio di come un filo metallico possa essere usato nel metodo L.S.T.

Fimming

Questo metodo è simile alla cimatura/spuntatura delle piante di Cannabis e serve a interrompere la produzione dell’ormone della crescita, l’auxina.

Il fimming consiste nel lasciare volutamente il 25% del germoglio superiore, invece di rimuoverlo completamente. Facendo questo durante la fase vegetativa la pianta utilizzerà la sua energia su tutto il fogliame rimanente che si trova al di sotto della parte parzialmente recisa.

Il germoglio superiore rimosso al 75% ricrescerà dopo 5-7 giorni e inizierà a produrre il gruppo di foglie successivo come se nulla fosse. Si noterà un notevole miglioramento nella struttura di crescita compatta e nella forma della parte inferiore della chioma.

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Coltiviamo
Questo coltivatore usa canne di bambù per sostenere la chioma. Questa pianta è stata cimata e potata prima di entrare nel ciclo luminoso 12/12.

Soft Secrets Italia è pubblicato da: Discover Publisher BV

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A livello mondiale è in corso un processo di relativa liberalizzazione dell’uso della cannabis, che sia per scopi medici o ricreativi.

Diversi Paesi hanno legalizzato la cannabis per separare le droghe leggere da quelle pesanti,

come dimostrato in Olanda. Altri Paesi hanno legalizzato l’uso della cannabis per uso medico, ivi incluso il diritto di coltivare piante di cannabis per uso personale. L’editore si propone di mettere in luce il processo di normalizzazione dell’uso della cannabis. Questo presuppone che l’editore non sia necessariamente d’accordo su tutto ciò che figura negli articoli e nelle pubblicità che appaiono sulla rivista. L’editore si discosta quindi in modo esplicito da dichiarazioni o immagini pubblicate che potrebbero dare adito a pensare che siano stati approvati l’uso e/o la produzione di cannabis.

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Il prossimo imperdibile numero esce il 6 Ottobre 2023

46 Indice pubblicità
Advanced Nutrients 1 Advanced Nutrients 17 Alkimia 38/39 Atami 31 Barney’s Souvenirs 1 Barney’s Souvenirs 9 Bear Bush 35 Bear Bush 38/39 Bear Bush 38/39 Canapo Growshop 38/39 Canna 5 Cervantes 26 Chacruna 21 Chacruna 38/39 Cime di Montagna 33 City Jungle 27 Crop Max 19 Cvltvs 38/39 Deep Roots 38/39 Domani Smetto 38/39 Dutch Passion 2 Fior di Canapa 29 Giantec 41 Gillyweed Growshop 38/39 Greenhouse Feeding 21 Growerline 38/39 Nome Pagina Growlab 38/39 Growshop Do.Is 38/39 Happy Life 42 Hempire 11 Hemporium 38/39 Hydrorobic 15 Idroponica 1 Indoorline 25 Legalized 38/39 Linea Herba 1 Marghine Grow 15 Mary Moonlight 25 Mico Hemp 1 Near Dark 23 New Energy 38/39 Orange Bud 38/39 Paradise Seeds 1 Planta Sikula Growshop 38/39 RQS 25 Sea of Green 38/39 Seedstockers 1 Sensi Break 35 Silent Seeds 33 Soft Secrets 47 Sweet Seeds 1 Sweet Seeds 48 Colofon Iscriviti alla nostra Newsletter Scansiona il codice QR:

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