camminiamo insieme
Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Pasqua 2018 - n. 413 pro manuscripto
don Elia Croce, parroco
Domenica delle Palme
I segni della “nostra” Pasqua
In questi giorni, mentre mi accingevo a pensare e a stendere queste righe che potessero raggiungervi nelle vostre case in occasione della Pasqua, mi ha colpito un testo di don Primo Mazzolari, che scriveva: “I segni della Pasqua del Signore li possono vedere anche coloro che non credono: ma i segni della nostra Pasqua dove sono?”. Cioè la Pasqua del Signore è per tutti, è offerta a tutti nei suoi frutti. I segni della Pasqua che si celebra nei sacri e ricchissimi riti della Settimana Santa sono sotto gli occhi di tutti: anche chi non crede, o dice di non credere; anche chi dice di credere, ma non è “praticante”, può cogliere i segni della Pasqua, può respirare l’aria di Pasqua, si accorge che è Pasqua. Ma i segni della “nostra” Pasqua, nostra di cre-
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denti? I segni della nostra personale partecipazione alla Pasqua di Gesù, i segni della nostra adesione alla sua croce e alla sua risurrezione, dove sono? Ci sono? Sono evidenti? Si possono riconoscere? Il testo di don Mazzolari prosegue così: “I noncristiani hanno fretta di vedere i segni della nostra Pasqua, che aiutano a capire i segni della Pasqua del Signore”. Come cristiani – credenti abbiamo cioè la responsabilità di una profonda coerenza che renda ragione della Pasqua del Signore, ovvero che mostri nella nostra vita risorta, nel nostro cammino di peccatori perdonati e guariti dal Signore, nella testimonianza della carità, l’affidabilità della Pasqua di Gesù. L’impegno missionario che, in maniera particolare il Vescovo ci ha richiamato nella sua Lettera Pastorale “Per il mondo …”, richiede da ciascuno di noi e da tutta la comunità di essere testimoni dell’efficacia della Pasqua di Gesù nei segni di una vita rinnovata, che il nostro autore esprime
così: “Un sepolcro imbiancato, che di fuori appare lucente, ma dentro è pieno di marciume, non è un sepolcro glorioso. Chi mette insieme pesanti fardelli per caricarli sulle spalle degli altri, senza smuoverli nemmeno con un dito, è fuori della Pasqua. Chi fa le sue opere per richiamare l’attenzione della gente, invitando stampa e televisione, non vede la Pasqua. Chi chiude il Regno dei Cieli in faccia agli uomini per mancanza di misericordia, non sente la Pasqua. Chi paga le piccole decime e trascura la giustizia, la misericordia e la fedeltà, rinnega la Pasqua. Chi lava il piatto dall’esterno, mentre dentro è pieno di rapina e d’intemperanza, non fa posto alla Pasqua”. L’augurio, allora, non può che essere così formulato: che ciascuno possa mostrare i segni della “sua” Pasqua; che tutti possiamo testimoniare i segni della “nostra” Pasqua, perché sia credibile la Pasqua di Gesù. Auguri a tutti per una Pasqua Santa, nel Signore. Il vostro parroco don Elia, con don Roberto, don Marco e don Angelo
Inizia la Settimana Santa. Nella Settimana Santa la Chiesa celebra i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita, a cominciare dal suo ingresso messianico in Gerusalemme fino alla sua beata passione e gloriosa risurrezione. La Domenica delle Palme « della Passione del Signore », nella quale la Chiesa dà inizio alla celebrazione del mistero del suo Signore morto, sepolto e risorto, unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l'annunzio della sua gloriosa passione. I due aspetti del mistero pasquale vengono messi in luce nella catechesi e nella celebrazione di questo giorno. L'ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato con la solenne processione, con cui i cristiani, imitando le acclamazioni dei fanciulli ebrei, vanno incontro al Signore al canto dell'«Osanna».
25 marzo Domenica delle Palme • ore 10.15 - Benedizione dei rami d’ulivo e processione: ritrovo in Piazza Omegna; santa Messa nel cortile dell’Oratorio (in caso di maltempo alla chiesa del Sacro Cuore). E’ sospesa la Messa delle ore 11.30 a San Fereolo. 3
Giovedì Santo Gesù lava i piedi ai suoi: è un gesto di amore ed un esempio che lascia come testamento, come strumento di servizio e di comunione; è il linguaggio simbolico dell'unica realtà: l'amore del Padre in Cristo, l'amore in Cristo dei credenti. Gesù offre se stesso in cibo: è il sacramento dell'amore con cui Cristo vuole assicurare ai suoi una presenza viva, intima, perenne, definitiva. Il suo donarsi nella morte diventa la fonte inesauribile della vita e il lasciarsi divorare e sconfiggere dagli uomini e dai loro peccati, diventa motivo di salvezza per la comunione nel suo corpo e nel suo sangue. Il sacerdozio nasce dall'Eucaristia. Mentre Gesù sale al Padre, lascia nel mondo uomini che diventino testimoni del suo indefettibile amore e continuatori della sua opera. I sacerdoti continuano a spezzare il pane della vita per sfamare gli affamati del mondo, continuano ad assicurare il perdono ai peccatori, ad infondere la grazia e a spezzare la parola che nutre di certezze divine.
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29 marzo Giovedì Santo • ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi mattutine a San Fereolo. • ore 10.00 - Santa Messa Crismale in Duomo. • ore 18.00 - S. Messa “in Coena Domini” a San Fereolo (invitati i ragazzi). • ore 21.00 S. Messa “in Coena Domini” al Sacro Cuore e adorazione eucaristica fino alle ore 23.30.
Venerdì Santo 30 marzo Venerdì Santo
Una morte per la vita. E’ una passione gloriosa quella di Cristo: l’apparente sconfitta si rivolge in una prodigiosa vittoria sulla morte e sul peccato, diventa la fonte della vera vita. Gesù stesso l’aveva predetto: “Quando sarò innalzato sulla Croce, attirerò tutti a me”. La chiesa orante invoca Cristo crocifisso per tutte le necessità del mondo, prega particolarmente per l’unità dei cristiani perché la croce, ancora una volta svela la drammaticità delle divisioni. “Si divisero le mie vesti, sulla mia tunica gettarono la sorte”. “Guarderanno a colui che hanno trafitto”. Il rifiuto di un popolo riassume le ostilità, l’incredulità, l’avversione dell’uomo di ogni tempo nei confronti della verità, della giustizia, dei valori sacri ed inviolabili dati da Dio. Il gesto dell’adorazione della croce diventa l’umile riconoscimento delle proprie colpe e l’esplicita affermazione nella fede che Cristo per la sua croce ci ha redenti, il riconoscimento della sua regalità e l’impegno a vivere nell’obbedienza a Dio. Solo così la nostra adorazione porterà frutti salutari di conversione.
• ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine a San Fereolo. • ore 15.00 - Azione Liturgica a San Fereolo. • ore 20.45 - Via Crucis per le vie del Quartiere: partenza dal parcheggio di via Griffini; percorso per via Bergognone, via Manzoni, via Parini, viale Pavia, via Raffaello; conclusione nel cortile dell’Oratorio. 5
Sabato Santo
Testimoni del Cristo risorto. La nostra fede nasce da una tomba vuota e dalla certezza di un evento storico mirabile: Cristo è risorto. Da questa incrollabile verità sempre attuale possiamo trarre il motivo fondamentale della nostra fede e della nostra speranza. Noi battezzati siamo membra del Cristo risorto; in lui accediamo progressivamente ad una “ vita nuova “, purificata dai fermenti del peccato. Quindi Pasqua è oggi, in ogni giorno dell’esistenza umana, ogni volta che rinnoviamo concretamente la nostra scelta per Cristo per essere poi i suoi testimoni credibili.
Pasqua di Resurrezione “Rivivremo la Pasqua del Signore”. La Solenne Veglia Pasquale è una liturgia piena di segni efficaci e sacramentali. I ricordi degli eventi diventano un vissuto nuovo, reale pieno e coinvolgente. E’ la nostra Pasqua di oggi, di questa notte santa. Luce, Parola, Acqua, Convito Eucaristico: dentro questi simboli della celebrazione è possibile leggere il paradigma dell’esistenza cristiana nata dalla Pasqua, sono infatti le realtà costitutive e i punti di riferimento essenziali della vita nuova. Il cristiano è un portatore di Luce, perseverante nell’ascolto della Parola, sempre pronto a vivere le promesse battesimali per fondersi con Cristo nella comunione perfetta dell’Eucaristia.
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31 marzo Sabato Santo • ore 8.30 - Ufficio delle Letture e Lodi Mattutine a San Fereolo. • ore 21.30 - Solenne Veglia Pasquale al Sacro Cuore. Da quest’anno la Veglia Pasquale è anticipata alle ore 21.30
1 aprile Domenica di Pasqua • Sante Messe a San Fereolo: ore 8.00 – ore 11.30 – ore 18.00. • Sante Messe al Sacro Cuore: ore 9.00 – ore 10.30. 2 aprile Ottava di Pasqua • Sante Messe a San Fereolo: ore 8.00 – ore 11.30 – ore 18.00 • Sante Messe al Sacro Cuore: ore 10.30 7
don Flaminio Fonte
Gli esercizi spirituali parrocchiali
IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO
Confessioni in preparazione alla Pasqua
Lasciatevi riconciliare con Dio “Il Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione – noi lo chiamiamo della Confessione – scaturisce direttamente dal mistero Pasquale. Infatti, la stessa sera di Pasqua il Signore apparve ai discepoli chiusi nel cenacolo e, dopo aver rivolto loro il saluto “Pace a voi!”, soffiò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”. Questo passo ci svela la dinamica più profonda che è contenuta in questo Sacramento. Anzitutto, il fatto che il perdono dei nostri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi: io non posso dire: “Io mi perdono i peccati”. Il perdono si chiede, si chiede ad un altro, e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un regalo, è un dono dello Spirito Santo, che ci ricolma del lavacro di misericordia e di grazia che sgorga incessantemente dal cuore spalancato del Cristo crocifisso e risorto. In secondo luogo, ci ricorda che solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù col Padre e con i fratelli possiamo essere veramente nella pace”. (Papa Francesco)
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Sabato 24 marzo yy ore 9.30 – 11.30 a San Fereolo yy ore 10.00 per i ragazzi IV elementare yy ore 16.00 a San Fereolo (fino alla conclusione della Messa) yy ore 15.30 - 16.45 al Sacro Cuore Domenica 25 marzo yy ore 14.30 per i ragazzi di V elem. e medie Mercoledì 28 marzo yy ore 9.30 – 11.00 a San Fereolo yy ore 19.00 a San Fereolo per gli adolescenti yy ore 21.00 per i giovani e gli adulti Venerdì 30 marzo yy ore 16.00 – 18.30 a San Fereolo Sabato 31 marzo yy ore 9.30 – 11.30 a San Fereolo yy ore 15.00 – 18.30 a San Fereolo yy ore 15.00 – 18.00 al Sacro Cuore
Martedì 27 e mercoledì 28 febbraio abbiamo vissuto due belle e ricche serate di riflessione nella proposta degli Esercizi Spirituali che avevano per tema: “Il volto di Cristo”. Nella prima serata don Marco D’Agostino ci ha offerto una meditazione molto profonda a partire dal celebre testo evangelico di Marco: “Voi chi dite che io sia?”. Nella seconda serata don Flaminio Fonte ci ha proposto un excursus molto interessante su alcuni passi della letteratura: del suo intervento riportiamo i due ultimi punti. La terza serata, che prevedeva la testimonianza di don Chino Pezzoli e don Mario Sozzi, purtroppo è stata sospesa a motivo della neve, ma la riproporremo appena possibile. IL VOLTO DELLA PAROLA L’Amore che suscita amore! Lucia, liberata dal castello dell’Innominato, viene
condotta alla casa del buon sarto di Chiuso. Dopo la Messa del Cardinale Federigo, in visita pastorale da quelle parti, ha inizio il pranzo. “Il sarto cominciò, ai primi bocconi, a discorrere con grand ‘enfasi, in mezzo alle interruzioni de ‘ ragazzi, che mangiavano ritti intorno alla tavola, e che in verità avevano visto troppe cose straordinarie, per fare alla lunga la sola parte d’ascoltatori. Descriveva le cerimonie solenni, poi saltava a parlare della conversione miracolosa. Ma ciò che gli aveva fatto più impressione, e su cui tornava più spesso, era la predica del cardinale. [...] Qui interruppe il discorso da sé, come sorpreso da un pensiero. Stette un momento; poi mise insieme un piatto delle vivande ch’eran sulla tavola, e aggiuntovi un pane, mise il piatto in un tovagliolo, e preso questo per le quattro cocche, disse alla sua bambinetta maggiore: - piglia qui. Le diede nell’altra mano un fiaschetto di vino, e soggiunse: - va’ qui da Maria vedova; lasciale questa roba, e dille che è per stare un po’ allegra co’ suoi bambini. Ma con buona maniera, ve’; che non paia che tu le faccia l’elemosina. E non dir niente, se incontri qualcheduno; e guarda di non rompere.” (Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, cap. 24) Il sarto e i suoi bambini raccontano un’esperienza profonda che tocca i sensi (il sembiante aureo e ieratico del cardinale e la sua parola evangelica suscitano forte impressione nell’assemblea) e incide sulla coscienza suscitando un’azione libera. Le quattro istruzioni del sarto alla piccina, di impareggiabile finezza umana e spirituale, (dille che è
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per stare un po’ allegra; con buona maniera, ve’; non paia che tu le faccia l’elemosina; non dir niente; e guarda di non rompere) ci dicono che non siamo di fronte ad un semplice passaggio di cibi da una tavola all’altra (solidarietà), ma ad un autentico gesto di carità. Il buon sarto ha capito bene il Vangelo, meditato continuamente attraverso la lettura del suo prezioso florilegio dei Santi: il volto santo di Cristo è il fratello da amare! L’amore di quel volto ascoltato nella Parola spezzata dal cardinale, suscita amore. Manzoni ha raccontato ancora una volta la Grazia. Il suo Dio è il Deus absconditus di Pascal, nascosto eppure onnipresente nella vita dei suoi figli, anche nella sventura che è sempre provvida. Antonia Arslan racconta di un vecchio prete greco che sceglie liberamente di accompagnare le donne armene e i loro figli durante la grande marcia verso il deserto e viene barbaramente ucciso da un’incursione dei curdi. “Presto, presto” dice Shushanig “tiriamo giù il prete e seppelliamolo qui, che è terra consacrata.” Tutto il prato freme di preghiere; tutte si sentono ora orfane e sole di una solitudine irrimediabile. Piangono le madri, e mettono i corpicini dei figli tra le braccia del vecchio prete, e fra le sue mani congiunte la sua consunta croce, recuperata col laccio di cuoio spezzato ai piedi del platano. Gli hanno chiuso gli occhi, ricomposta la barba, rivestita la vecchia tonaca: ora Shushanig ordina a Veron e Azniv di raccogliere i fiori blu e viola che crescono fitti intorno alla vasca dell’acqua, che continua a fluire con il suo quieto leggero rumore, e di spargerli sul vecchio, e sui bambini, dopo averli bagnati nell’acqua benedetta. E sopra la croce pone una candela, che spegne con soffio deciso “Niente croce sopra la tomba, la strapperebbero via. Dio vede dove sono i suoi servi fedeli.” (Antonia Arslan, La masseria delle allodole) L’amore celebrato e annunciato suscita amore sino a dono di sé. Nella lezione dell’ortodosso sembra di riascoltare l’esortazione del Vescovo nel rito di ordinazione presbiterale della Chiesa Cattolica: “renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore”. IL VOLTO NEL SACRAMENTO ... fissa, quindi ci ama! Nel 1939 Graham Green (1900-1970) di ritorno da un viaggio in Messico, scrive il romanzo “Il potere
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e la gloria”. Non ha nome il protagonista, è l’ultimo prete sopravvissuto in quella vasta regione del Messico. Viene chiamato prete spugna; è dedito all’alcol e a ruberie varie, passa di villaggio in villaggio e guadagna celebrando i sacramenti (simonia) e soprattutto ha una figlia, Brigitta, da Maria sua ex parrocchiana. Il Santo Ufficio avrebbe da eccepire sullo scritto, ma mons. Montini, Sostituto alla Segreteria di Stato, riesce a stemperare. Il nostro prete spugna fugge da una spietata caccia all’uomo da parte del governo. Sono gli anni a ridosso della rivolta dei Cristeros, la sollevazione popolare nel Messico tra il 1926 ed il 1929 contro il governo anticlericale di Calles, gli anni di San Josè Sanchez del Rio, eroico adolescente portabandiera dei Cristeros che muore gridando “Viva il Cristo Re”. Il prete spugna arriva nel suo villaggio d’un tempo, ma è accolto con freddezza. Celebra la Messa prima dell’alba in una lurida capanna. I governativi sono ad un miglio di distanza. “Nella luce scarsa, distinse vagamente due uomini inginocchiati con le braccia aperte nel gesto della croce; sarebbero rimasti in quella posa sino alla fine della Consacrazione: un’ulteriore mortificazione spremuta fuori da una vita dura e penosa. Provò una grande vergogna davanti alla sofferenza che quegli uomini qualunque sopportavano volontariamente: la sua era imposta. [...] Cornelii, Cypriani, Laurentii, Chrysogoni... tra poco la polizia sarebbe sbucata nella radura [...] Le parole latine gli si accavallavano sulla lingua frettolosa: sentiva l’impazienza stringerlo tutt’attorno. Incominciò la consacrazione dell’ostia (un pezzo di pane proveniente dal forno di Maria: aveva finito da tempo le particole), e l’impazienza svanì di colpo; tutto, con il tempo, diventa meccanico, ma non questo: “Egli, nella notte che fu tradito, prese il pane con le sue Sante mani...”. Chiunque, si muovesse fuori sul sentiero nella foresta, là dentro non c’era un solo movimento. “Hoc est enim corpus meum...”. Sentì il sibilo dei respiri. fino allora trattenuti: per la prima volta dopo sei anni, Dio era presente con il suo Corpo. Quando sollevò l’Ostia consacrata, poteva immaginare le facce levarsi come cani affamati. Incominciò a consacrare il vino in una tazza sbreccata [...]. La consacrazione proseguì nel silenzio, senza scampanellii. Il prete s’inginocchiò davanti alla cassa, esausto, senza una preghiera. La porta si aprì di nuovo. Una voce bisbigliò con urgenza: “Sono già qui”. [...] Il prete si mise frettolosamente in bocca l’ostia e bevve il vino: bisognava
impedire la profanazione; la tovaglia fu strappata dalla cassa. Maria pizzicò lo stoppino delle candele perché non lasciassero odore...”. (Graham Green, Il potere e la gloria). Le lunghe intercessioni del Canone Romano passano in fretta, il rito corre veloce e meccanico, l’omelia è un disastro, senza trasporto, dubbiosa e incespicata, ma alla Consacrazione, davanti a quel volto assente da tempo, tutto è sospiri, concentrazione, fluire immobile ed eterno, l’attesa è palpabile e adorante. Lo scambio di sguardi nell’ostensione è evidente: gli uomini levano lo sguardo, come cani affamati, mentre Lui posa lo sguardo e quindi ama. Claudel una volta ha definito la benedizione eucaristica come il sorriso di Dio sull’uomo! Così Green racconta la presenza reale di grado sommo: la massima Epifania di Dio sulla terra. Tutto ciò
nonostante i soldati vicini, la paura di essere scoperti, l’afa incredibile della notte con le candele che addirittura si sciolgono, la stanchezza del prete e dei peones e Maria a ricordare a tutti che il prete è in peccato mortale. Non solo la presenza reale del mistero di Dio, ma Green ci racconta pure l’actuosa participatio al mistero di Cristo che si realizza nella celebrazione Eucaristica. Sembra di ascoltare, con anni in anticipo, il numero 48 di Sacrosantum Concilium, la Costituzione del Concilio Vaticano II sulla liturgia. Quattro sono le condizioni, recita il Concilio. Prima di tutto adstare, ossia i fedeli “non assistano come estranei o muti spettatori”. La capanna è riempita di odori, stanchezza, calore estivo e soprattutto silenzio adorante. E ancora, instituantur, ossia i fedeli “siano istruiti nella Parola di Dio”. Il prete spugna tiene un’omelia sul Paradiso, preparato, quasi misteriosamente anticipato, sulla terra. È un disastro di oratoria, eppure il contenuto non fa una piega! Continua il Concilio, reficiantur, vale a dire che i fedeli “siano ristorati (nutriti) alla mensa del corpo del Signore”. In quella lurida capanna dopo ben sei anni non si contano sospiri e sguardi desiderosi. E infine, ecco il cuore della partecipazione attiva, ipso offerentes, seipso offerre, “offrendo la vittima immacolata, imparino ad offrire sé stessi”. Oltre ogni protagonismo esagitato, si tratta di vivere alla maniera di Cristo, la vittima immacolata, offrendo la propria vita al Padre per la salvezza del mondo. Ecco la vera partecipazione dei peones e del prete spugna. Alla fine sarà questo a prevalere: quel Volto che guarda e quindi ama, non può essere negato a nessuno, ma proprio a nessuno, e il prete spugna sceglie di morire proprio come Lui, la vittima immacolata. Il volto di Cristo: a pagina 9: El Greco,; in questa pagina, nell’ordine: icona bizantina, Raffaello Sanzio, Antonello da Messina, Leonardo da Vinci.
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Mons. Egidio Miragoli, vescovo
Il vescovo, intercessore per la sua Chiesa Riflessione proposta dal vescovo Egidio nella Solennità di san Bassiano. Chiesa di San Fereolo, 19 gennaio 2018 Il ritornello che tra poco reciteremo dopo la lettura breve, ha parole semplici eppure bellissime: “Vero amico dei tuoi fratelli, prega per il tuo popolo”. Sono riferite al nostro patrono san Bassiano, indubbiamente, ma possono e devono essere di ispirazione e riferimento anche per noi. Il vescovo Bassiano è definito “vero amico”; i fedeli sono “suoi fratelli”. Questo già apre prospettive tutt’altro che scontate, per ciascuno di noi, vescovi e fedeli. Non deve essere lontano, il vescovo. Non è chiuso nel suo palazzo. Non è solo la guida della chiesa locale. Non è solo colui che governa la diocesi e presiede le celebrazioni in determinate circostanze. Tutt’altro. Il vescovo è chiamato ad essere il vero amico. E tutti noi sappiamo chi è e che cosa fa un vero amico. Quanti nella vita hanno la fortuna di possedere dei veri amici, lo sanno. Il vero amico c’è, si preoccupa, accorre nel bisogno, consiglia nella necessità. Non chiude mai la porta. Trova sempre il tempo, la parola, il gesto necessari. Il vero amico è uno che ci vuole bene, che ci è vicino, e per il quale il nostro bene conta non meno del suo bene. È un altro noi. Se il vescovo è tutto ciò, mi piacerebbe non solo che noi ci sa-
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pessimo investiti da tanta responsabilità, ma anche che i fedeli nostri fratelli (e in particolare i sacerdoti) ci pensassero in quei termini: non sentitevi mai soli, non crediate mai la vostra vita (di fede e non soltanto) abbandonata a se stessa. Pensate che il vescovo c’è, che è un vero amico, che potete cercarlo e chiedergli ascolto, consiglio, conforto. Intensa e forte deve essere la comunione che vi unisce a lui, in quel corpo unico che è la Chiesa. Nessuno di noi è cristiano da solo, nessuno di noi può da solo edificare il regno di Dio. Poi, c’è l’imperativo “prega”. Anche questo mi pare
importantissimo. Il vescovo – come già il presbitero – deve pregare per la sua gente e la gente sa di potersi affidare all’intercessione del suo vescovo. Si potrebbe dire che i preti e i vescovi ricevono la grazia e la missione dell’intercessione. Non a caso nei Riti di ordinazione, nelle interrogazioni che precedono l’imposizione delle mani, gli eletti (presbiteri e vescovi) vengono interpellati circa la preghiera per il popolo. In particolare il vescovo viene così
interrogato: Vuoi pregare, senza mai stancarti, Dio onnipotente, per il suo popolo santo, ed esercitare in modo irreprensibile il ministero del sommo sacerdozio?”. Il vescovo deve dunque intercedere, senza stancarsi, essere intermediario presso il Padre. Chi conosce il senso e il valore della preghiera, capisce perfettamente che è un atto fondamentale. Se un vescovo prega davvero per la sua diocesi, per i suoi preti, per i consacrati, per i giovani, le famiglie, i malati, gli anziani, davanti a Dio egli davvero
si fa carico del suo popolo. E fa più che non agendo concretamente, forse. Perché pregare per l’altro è affidarlo a Dio, all’Onnipotente, a colui che lo ha creato e lo ama gelosamente. È dire a Dio di non lasciarlo mai solo, di non lasciarci mai soli. Pregando per il suo popolo, inoltre, il vescovo riconosce il proprio limite e cerca l’aiuto di Dio, non rischia la follia di credersi sufficiente e all’altezza, e fa posto al Signore. Pregare così, per un pastore d’anime, significa pensarsi povero di mezzi umani, non avere soluzioni a portata di mano, affidare la comunità e le persone alla misericordia di Dio. Ma, soprattutto, con la convinzione che niente è impossibile a Dio. Non esiste sollecitudine più bella, in un’ottica di fede: il vescovo dalla sua casa o dalla sua chiesa parla a Dio del suo popolo, ne invoca la protezione e l’aiuto, gli dice “lo affido a te, lo metto nelle tue mani”, e al tempo stesso mostra a Dio che lui vescovo c’è, pur nella consapevolezza della propria imperfezione; che ha a cuore coloro cui Dio lo ha mandato; che non solo materialmente ma anche spiritualmente se ne fa carico ogni giorno. Di sant’Ambrogio, amico di Bassiano, così parla il suo biografo Paolino: “Dei delitti in causa che egli apprendeva in confessione, a nessun altro parlava se non al Signore soltanto, presso il quale intercedeva lasciando il buon esempio ai vescovi venturi, affinché fossero in maggior misura intercessori presso Dio, che accusatori presso gli uomini”. La liturgia di oggi ci assicura che questa fu anche la prospettiva di Bassiano: un’intercessione che, grazie anche alla sua santità, continua incessante anche oggi per il bene della Chiesa di Lodi, la Chiesa che Gesù buon Pastore gli ha affidato. Noi, fiduciosi, preghiamo lui, chiediamo la sua protezione. Lui prega per noi, intercede per noi. Il vescovo, ogni vescovo, prega per la sua Chiesa; e i fedeli pregano per il loro vescovo e sostengono così la fatica del suo ministero. Aiutateci a vivere come vostri intercessori!
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Gianluca Tiranti
La Giornata per la Vita 2018
La festa di San Valentino
Domenica 4 Febbraio la Chiesa ha celebrato la 37° Giornata per la Vita, col tema: ”Il Vangelo della Vita, gioia per il Mondo”. Quest’ anno ricorrono i 40 anni dalla promulgazione della legge sull’ aborto in Italia, che dal 1978 ha permesso la soppressione di 6 milioni di esseri umani nel grembo materno, in modo “legale”. La Chiesa, assieme al Movimento per la Vita, dal 1981 ci ricorda invece in questa occasione l’ inviolabilità della vita umana, invitandoci a pregare per queste povere vittime innocenti, alle quali si somma tutto il sommerso della clandestinità, oggi resa anch’ essa “legale” dalle varie pillole che si trovano in commercio, ma non conteggiata in quel tragico bilancio. A questa cultura dello scarto, come la chiama papa Francesco, noi dobbiamo invece opporre la gioia per ogni vita concepita, e l’abbiamo dimostrato in particolare alla messa delle ore 10,30 nella nostra chiesa del Sacro Cuore, dove il parroco don Elia ha benedetto 19 mamme ed i loro bambini: 15 di esse assieme ai loro bimbi battezzati lo scorso anno, e 4 incinte, in attesa del parto.
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Tutte hanno ricevuto una primula ed un opuscolo donati dal Centro Aiuto alla Vita di Lodi, che ha poi allestito una bancarella anche all’ esterno, con primule e gadgets colorati. L’incasso (350 €) è stato interamente devoluto al CAV di Lodi, che da 36 anni si preoccupa di aiutare le mamme in difficoltà per l’ arrivo di un bimbo, affinché questa piccola gemma possa venire alla luce per “amare ed essere amata”, come ci ricorda Santa Teresa di Calcutta.
Domenica 11 febbraio, con qualche giorno di anticipo, abbiamo ricordato il patrono degli innamorati, san Valentino. La messa delle ore 18.00 è stata caratterizzata dalla numerosa presenza delle coppie di fidanzati che celebreranno il matrimonio nel 2018 e dalle coppie di sposi che lo hanno celebrato nei due anni precedenti. Il parroco, prima della conclusione, ha formulato una preghiera di benedizione sui fidanzati e sugli sposi presenti lasciando loro, come ricordo della giornata, un gadget consistente in un portachiavi con un mattone della “Lego” a dire il senso della casa che, insieme, gli sposi si impegnano a costruire sostenuti dalla presenza del Signore. L’augurio è stato formulato con la poesia di Marcos Ana che riportiamo a fianco.
La mia casa e il mio cuore Se un giorno tornerò alla vita la mia casa non avrà chiavi: sempre aperta, come il mare, il sole e l’aria. Che entrino la notte e il giorno, la pioggia azzurra, la sera, il pane rosso dell’aurora; la luna, mia dolce amante. Che l’amicizia non trattenga il passo sulla soglia, né la rondine il volo, né l’amore le labbra. Nessuno. La mia casa e il mio cuore mai chiusi: che passino gli uccelli, gli amici, e il sole e l’aria.
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Grest 2018 11-29 giugno Proprio in questi giorni, mentre le pagine del bollettino parrocchiale arrivano nelle nostre case, si sta sciogliendo l’ultima neve dai nostri tetti e la pioggia battente non lascia ancora spazio ai primi giorni della primavera. Eppure sotto sotto iniziamo già a pensare che ci stiamo avvicinando all’estate e alle varie esperienze estive che vivremo nei prossimi mesi. Con i futuri animatori abbiamo già iniziato il percorso di formazione per il prossimo Grest. Il titolo è ancora top secret, ma il tema di quest’anno è già stato annunciato: “L’agire dell’uomo nel creato”. A guidare le riflessioni del Grest saranno le pagine del libro della Genesi dove Dio chiede ad Adamo di essere il custode di ciò che ha creato. Si intrecceranno con l’avventura di una bambina di nome Sofia, protagonista della storia che accompagnerà il prossimo Grest. Quattro i verbi su cui rifletteremo nelle varie at-
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tività: osservare (per imparare da ciò che il creato ci offre), creare (è l’agire dell’uomo che con il suo ingegno dà vita a cose nuove), scambiare (per imparare che tutto ha valore se condiviso nelle nostre relazioni) e infine raccontare (come degli annunciatori, dei veri missionari). Che dire? Mentre aspettiamo di scoprire quali altre novità ci riserverà il prossimo Grest, l’invito che rivolgiamo a tutte le famiglie della nostra parrocchia è quello di scegliere il Grest dell’oratorio (del nostro oratorio di San Fereolo!) per i propri figli. Non lasciamoci sfuggire l’occasione di vivere un’esperienza che attraverso il gioco, il divertimento e la bellezza dello stare insieme ci fa scoprire che lì Dio continua la sua opera creatrice e ci rende i veri custodi del creato che sta attorno a noi. Vi aspettiamo tutti al Grest 2018, vietato mancare! (don Roberto Abbà)
Campi-scuola 2018 Due proposte per l’estate Vorremmo presentarvi l’opportunità per i ragazzi delle elementari e delle medie di partecipare alle esperienze estive dei campi-scuola. Si collocano in continuità con il Grest e nel cammino formativo che l’oratorio propone ai ragazzi lungo tutto l’anno. Sono esperienze molto ricche che rimangono sempre fisse nella mente e nel cuore dei ragazzi che vi partecipano. A volte occorre avere il coraggio di decidersi vincendo qualche resistenza e pregiudizio. Può essere un bel regalo che un genitore può fare ai propri figli. Invece di qualcosa di superfluo proviamo a regalare una bella esperienza di quelle che aiutano a crescere! L’oratorio propone per tutti i ragazzi queste due proposte di camposcuola estivo che vi segnaliamo. yy per i ragazzi di 3a e 4a elementare: camposcuola estivo ACR dal l’8 al 14 luglio 2018 – Casa Alpina Maria Nivis, Torgnon (AO). Quota di partecipazione € 310.00 (info e iscrizioni in oratorio entro il 29 aprile 2018);
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per i ragazzi dalla 5a elementare alla 3a media: campo-scuola estivo dal 2 all’8 luglio 2018 – “La Villa del Seminario”, Valtournenche (AO) (foto sotto). Quota di partecipazione € 320.00 (info e iscrizioni in oratorio entro il 29 aprile 2018). Entrambe le esperienze saranno vissute insieme a ragazzi di altre parrocchie della città o della diocesi ed è assicurata la presenza di don Roberto aiutato da alcuni animatori. (don Roberto Abbà)
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Venezia 2018 70 km: le app contapassi dei nostri cellulari ci hanno riferito che in quattro giorni abbiamo percorso circa 70 Km a spasso per la città di Venezia. Se siano affidabili o meno non lo sappiamo, di certo le nostre gambe hanno avvertito un po’ il peso e la fatica di camminare quasi tutto il tempo dei giorni trascorsi a Venezia. Del resto per vedere tante cose belle occorre faticare un po’. Il freddo dei primi giorni di gennaio e qualche accenno di acqua alta (davvero suggestiva!) non ci hanno fermato e ci han premesso di vivere un’esperienza intensa e di vera fraternità. Più di 40 tra adolescenti e giovani per vivere giornate che attraverso l’arte e la fede ci hanno aiutato a cogliere tanta bellezza, quella che rende unici il nostro paese e le nostre città d’arte. Ma è stata anche l’occasione per riflettere in alcuni momenti, specialmente nella preghiera e nella celebrazione dell’eucarestia quotidiana
che hanno dato spessore e contenuto alle nostre giornate. Il tutto unito alla gioia e alla spensieratezza tipica dell’età adolescenziale. L’immagine di tutti quei km che abbiamo camminato è significativa per esprimere un cammino, quello che per tutto l’anno percorriamo con i nostri ragazzi, che dice la bellezza di imparare a condividere e a vivere insieme esperienze che non portino solo un divertimento fine a sé stesso, ma che aiutino a crescere in modo vero e autentico. Queste righe vogliono essere anche il mezzo per ringraziare tutti i ragazzi che hanno accolto questa proposta e chi li ha accompagnati nel nostro viaggio e che li segue nel viaggio che percorriamo durante il cammino ordinario della catechesi e dei momenti formativi a loro rivolti. (Gli adolescenti)
o t t e s s a c l e n o n
Un sog
I sogni, si sa, sono sogni. Non sempre si avverano, ma si può anche operare affinché questo avvenga. Il nostro sogno è questo disegno, che per ora resta un disegno … meglio un progetto. Riguarda il rifacimento degli spazi esterni dell’Oratorio, usurati dal tempo, dagli agenti atmosferici, dalle persone che, fortunatamente, li hanno utilizzati, in questi 30 e più anni di Oratorio. Al momento la Parrocchia non può impegnarsi economicamente in un progetto che sarebbe considerevole, ma non impossibile. Ci pensiamo … e intanto sogniamo. La Provvidenza farà il resto.
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“Saluto i ragazzi della Professione di Fede di… Lodi”. Sì, sono proprio le parole pronunciate da Papa Francesco domenica 25 febbraio durante l’Angelus in piazza san Pietro. A queste parole non abbiamo resistito e le nostre grida hanno fermato perfino tutta Piazza San Pietro guadagnandoci una bella inquadratura della televisione tutta per noi e per i nostri genitori, nonni e amici che ci guardavano da casa! Che emozione! Davvero la conclusione più bella dei tre giorni passati in pellegrinaggio a Roma. Un fine settimana come pellegrini nei luoghi che hanno visto gli inizi della nostra fede cristiana, sotto la guida dei Santi Pietro e Paolo che già in questo anno ci avevano guidato nei vari incontri del cammino della Professione di fede 14enni. Insieme a noi c’erano i ragazzi della Parrocchia di Santa Francesca Cabrini di Lodi con cui abbiamo condiviso questa esperienza creando anche nuove amicizie. Abbiamo visitato le grandi basiliche, pregato sulle tombe degli apostoli, e ammirato le tante
opere d’arte custodite nella città eterna. In particolare la domenica mattina il Vescovo Monsignor Rino Fisichella ha celebrato per noi la messa nella Basilica di san Pietro, e come regalo ci ha poi condotti davanti alla tomba di Pietro che si trova presso sotto la basilica dove sono custodite le tombe dei papi (un luogo chiuso al pubblico che è stato aperto per l’occasione solo per noi!) dove abbiamo potuto fare la nostra professione di fede. Purtroppo la pioggia ci ha un po’ infastidito, facendoci fare anche qualche cambio di programma. Ma un po’ d’acqua non ci ha fermati e ci ha permesso di vivere una esperienza davvero molto entusiasmante. Ora ci prepariamo a vivere la nostra Professione di fede che celebreremo, insieme a tutti i 14enni della città di Lodi, la sera di venerdì 11 maggio nella chiesa della Maddalena. Sicuramente quando reciteremo la preghiera del Credo ci torneranno alla mente i giorni romani che insieme abbiamo condiviso! (I ragazzi di 3a media)
Roma 2018
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i z i c r e Es i l a u t i spir zzi a g a r r pe
Ogni anno don Roberto propone ai ragazzi di seconda media l’esperienza degli Esercizi Spirituali ACR. Abbiamo vissuto alcuni giorni molto belli soprattutto per la grande nevicata che in quel fine settimana ci ha permesso di divertirci tanto tra pupazzi di neve e qualche battaglia a palle di neve. Nei giorni degli esercizi abbiamo conosciuto tanti nuovi amici delle altre parrocchie presenti, e in particolare abbiamo cercato di approfondire un po’ la nostra amicizia con Gesù. Tra tutte le attività degli Esercizi vorremmo raccontarvi un momento particolare: l’adorazione eucaristica. Che cos’è? All’inizio qualcuno se l’è domandato. Non avevamo capito tanto bene. Poi il don ci ha aiutato a vivere questo momento di preghiera davanti a Gesù presente dell’eucarestia. È stato davvero bello. Abbiamo potuto fermarci qualche momento davanti a lui, osservarlo, rivolgergli le preghiere del nostro cuore. Ci siamo anche presi un impegno: quello di imparare a servire di più nella nostra vita. Vicino all’eucarestia c’erano i segni della brocca e del catino per la lavanda dei piedi, il brano di Vangelo che ci ha guidato negli esercizi. Così abbiamo capito che Gesù come ha insegnato agli apostoli a compiere quel gesto di servizio, così ha donato tutto se stesso sulla croce e nell’eucarestia. Pregare davanti a lui è stato molto bello e ci ha aiutato a scoprire che Dio è proprio importante nella nostra vita. Speriamo di poter vivere ancora altre esperienze così e il prossimo anno invitiamo anche gli altri nostri amici che non hanno potuto partecipare a non perdere queste esperienze bellissime! (I ragazzi di 2a media)
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don Marco Avogadri
Giovedì 31 maggio ore 21
Don Marco è prete da 60 anni!
Solenne S. Messa conclusiva del mese di maggio alla Madonnina di via Raffaello, presieduta da don Marco in ricordo del suo 60° di ordinazione sacerdotale.
31 maggio 1958 31 maggio 2018
Il 31 maggio prossimo il nostro don Marco ricorderà il 60° anniversario della sua ordinazione sacerdotale: un traguardo significativo, che non vogliamo dimenticare, per esprimergli la riconoscenza sincera e l’affetto di tutta la comunità in clima di preghiera. So che don Marco, schivo e riservato com’è non chiede nulla e vorrebbe non dare risalto a questa circostanza, ma è giusto farlo anche come testimonianza ai giovani, per attestare loro che è possibile una esistenza intera nella fedeltà alle proprie scelte e ai valori fondamentali del Vangelo. Anticipiamo a don Marco il grazie per la sua fedeltà e dedizione quotidiana e incondizionata, pur nelle precarie condizioni della sua salute. 60 anni di vita sacerdotale! Quali pensieri e quali
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riflessioni può suggerire una ricorrenza del genere? Permettetemi di partire dal Seminario. Il Rettore di allora era Mons. Piero Panzetti che aveva una bella abitudine: invitare i Missionari che rientravano in Italia per un periodo di riposo in Seminario per parlare a noi seminaristi della loro vita in missione. Ci parlavano dei loro viaggi avventurosi, dei sacrifici che dovevano fare, dei battesimi, delle conversioni, con tanto entusiasmo che ci infiammavano a tal punto da suscitare in molti di noi il desiderio di...partire con loro. Il direttore spirituale (il Canonico Luigi Savoia prima e poi Mons. Carlo Salvaderi) doveva invitarci alla calma ed a riflettere bene prima di prendere certe decisioni importanti. Io, però, facevo una riflessione, che non ho mai detto a nessuno, da ragazzo delle Medie: “Ma se le persone fanno così presto a convertirsi, quando sarò prete io, se tutto va bene fra nove anni, che cosa farò, perché oramai saranno tutti convertiti!” Sono sessant’anni che sono prete... Che cosa ho fatto in tutti questi anni? Sinceramente ringrazio il Signore perché, devo ammettere, mi ha sempre tenuto la mano sulla testa anche se, purtroppo, devo
ammetterlo, io non sempre ho tenuto la testa sotto la sua mano, però ho sempre cercato di fare il prete. Dopo un anno di allenamento a Caselle Lurani, succedendo a don Virginio Andena (insieme a don Marco nella foto a sinistra in basso), ho avuto la fortuna di essere nominato coadiutore a Caselle Landi, paese di poco più di duemila abitanti (allora), situato nell’ansa del Po, esteso per circa dieci chilometri, con la Chiesa parrocchiale al centro e due chiesette in due frazioni. Gente buona, senza tante pretese, frequentava la chiesa, partecipando volentieri alle varie funzioni e l’oratorio era l’unico posto in cui i ragazzi potevano trovarsi tra loro, per questo lo tenevo sempre aperto in estate come in inverno, sia al pomeriggio che alla sera, anche perché avevo la possibilità di essere sempre presente. La mia principale occupazione era l’oratorio maschile (perché le ragazze andavano dalle suore, per
le catechesi domenicali), le riunioni serali settimanali per gli adolescenti e per i giovani, per le sei Domeniche di S. Luigi (patrono dell’oratorio), che terminavano sempre con una gita a qualche santuario, e per combinare con gli adolescenti qualche gara, sportiva, qualche concorso a premi, ecc. Dovevo poi recarmi nelle scuole elementari (3°- 4° e 5°) sia in centro che nelle tre frazioni per le venti ore di religione annuali e, al primo venerdì del mese, portare la S. Comunione e confessare gli anziani e gli ammalati che la desideravano. Ci si trovava anche con i coadiutori delle parrocchie vicine, soprattutto in estate per combinare gare sportive tra oratori... Allora non si parlava di campi-scuola parrocchiali almeno nelle piccole parrocchie e se c’era qualche adolescente o giovane che si distingueva, si provvedeva ad iscriverlo ai campi-scuola diocesani. L’unico svago per il paese era il cinema parrocchiale che funzionava al sabato sera, alla domenica pomeriggio per i ragazzi ed alla domenica sera.... Mi sono prolungato un po’ a parlare di Caselle Landi perché, essendo la prima parrocchia in cui ho potuto esercitare la mia missione, mi è servita molto per “ridimensionarmi” un po’ e per constatare come, in pratica, la “conversione” delle persone non è una decisione definitiva, perché la fragilità umana richiede una “conversione” quotidiana. Questo è stato molto utile per me, giovane prete, perché mi faceva capire che i fedeli hanno sempre bisogno del prete per poter vivere quotidianamente il loro battesimo. Questa convinzione mi ha sempre guidato nella mia missione pastorale nelle varie parrocchie che il Vescovo mi affidava, anche se, purtroppo, non sempre con quel fervore che una tal missione richiede. Ho avuto la fortuna di vivere il cambiamento che il Concilio Ecumenico Vaticano II ha prodotto nella Chiesa: una vera rivoluzione! Dall’Antico al Nuovo Testamento: era veramente necessario. Purtroppo, devo ammettere, che, con troppa fretta, si sono introdotte le modifiche, rovinando anche dei capolavori, senza le dovute spiegazioni.... Dopo cinquant’anni, il Buon Dio ci ha dato Papa Francesco che cerca, in mezzo a tante difficoltà, di farci vivere e gustare l’opera del Concilio. Il modo di vivere la propria fede, prima del Concilio, era, si può dire, quasi eroico: le Chiese erano fredde, ma i fedeli venivano ugualmente e non si lamentavano e non avevano fretta di uscire, le celebrazioni
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erano tutte in latino, la gente non capiva, però aveva l’idea del “sacro” e si accontentava di quello che diceva il prete. Per me, come ho già detto, questo modo di vivere la propria fede, era incoraggiante perché vedevo che la gente aveva bisogno del prete. Le contestazioni del ‘68 sono state un vero disastro anche per la Chiesa; però sono servite per avere una maggior convinzione che è lo Spirito Santo che la sostiene e che, quindi, anche noi preti dovevamo avere il coraggio di rivedere un po’ le nostre situazioni. Dovevamo, innanzitutto, convincerci che i fedeli non si formano con la paura di Dio; quelli della mia età si ricorderanno dei famosi quaresimali improntati quasi esclusivamente sulla morte, giudizio, Inferno e Paradiso. Questo voleva dire impostare la predicazione sulla paura di Dio, quindi, ritornare all’Antico Testamento, rendendo vano l’insegnamento di Gesù che è venuto ad insegnarci che Dio è Padre. E’ vero che con la paura si può ottenere di più, però non si formano le coscienze. Lo sforzo che sta facendo Papa Francesco è appunto questo: ha promulgato l’Anno Santo della Misericordia e nella sua predicazione, continuamente si rifà al Dio Misericordioso che non si stanca mai di perdonare, che è sempre pronto ad accogliere il figlio prodigo che ritorna alla casa del Padre. Per me, personalmente, è molto consolante una predicazione del genere, perché, avendo iniziato il mio ministero con le chiese piene e, dopo sessant’anni, vederle quasi vuote, mi fa pensare che, certamente, un po’ di responsabilità (colpa) è anche mia. Questo pensiero lo ha manifestato anche Papa Benedetto nel libro-intervista pubblicato qualche anno fa. Ma la misericordia del Padre è tanto grande che ci dà il coraggio vivere con fiducia il tempo che la Provvidenza ci regala, cercando di recuperare. Nel Vangelo viene ricordato che, quando Gesù ha annunciato la sua intenzione di istituire l’Eucaristia, cioè, che avrebbe inventato un modo per poter rimanere sempre con noi anche dopo la sua uccisione, molti dei suoi ascoltatori si allontanarono da lui, perché era una cosa troppo difficile da ammettere. Rimasero appena i dodici Apostoli. Gesù, allora, si rivolse a loro e disse: “Volete andarvene anche voi?”. Pietro rispose subito: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna!” Mi sembra che la stessa scena si stia ripetendo anche
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ai nostri giorni: dai cardinali all’ultimo prete, quindi, di conseguenza, anche i fedeli, insensibilmente eravamo tutti addormentati nel quieto benessere. Lo Spirito Santo, da un’estrema periferia del mondo, ha chiamato Papa Francesco che, senza peli sulla lingua, ci ha fatto capire, con le sue scelte e con le sue parole, che eravamo giù di strada, che non era quello il modo di vivere il Vangelo, che era inutile continuare a parlare di scelta dei poveri, e poi cercare sempre di evitare il sacrificio nella quotidianità della vita. Questo può concorrere allo svuotamento delle Chiese, però è la verità! Se Gesù potesse far sentire la propria voce alle nostre orecchie, farebbe gli stessi richiami.... Ora che ho tempo per riflettere, per pregare e per leggere, comprendo quanto ci si è allontanati dalla radicale pratica del Vangelo, quanto i battezzati facciano loro scelte e vivano in pratica come pagani e si avverte l’urgenza di una vera “conversione” di quel piccolo gregge che ha ancora il coraggio di frequentare la Chiesa. Ringrazio il Signore per l’aiuto che sempre mi ha dato e gli chiedo che mi aiuti a valorizzare il tempo che ancora mi dà per contribuire alla realizzazione del progetto del Padre: “Fare di Cristo il cuore del mondo”. Nella foto sotto, l’ordinazione sacerdotale di don Marco.
Il bilancio parrocchiale
La prossima rata del mutuo, di € 10.024 scadrà il 31 marzo prossimo. Ad oggi il capitale finale del mutuo ammonta ad € 308.921,78. Anche quest’anno abbiamo ricevuto un contributo di € 15.000 per la Caritas parrocchiale, provenien-
La vostra generosità te dai fondi dell’8x1000 nazionali, che vengono ridistribuiti alle singole diocesi le quali, a loro volta, li destinano a varie realtà e situazioni di necessità. Ringraziamo la diocesi per questo contributo che per noi è veramente provvidenziale. Preciso altresì che la destinazione di suddetto contributo alla nostra parrocchia è la conferma concreta che le firme a favore dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, che apponiamo sulle dichiarazioni dei redditi o sul CU, hanno effettivamente un ritorno positivo e capillare sul territorio (vedi riquadro sotto). Sono dunque ingiustificati i sospetti, se non i pregiudizi, che spesso vengono avanzati sulla reale destinazione di detti fondi. Mi preme, al contempo, invitare tutte le persone di buona volontà ad esprimere ancora la scelta a favore della Chiesa Cattolica, in sede di dichiarazione dei redditi. Infine esprimo, come sempre, il grazie a tutti i parrocchiani che, anche con gesti piccoli, ma ricchi di sensibilità, dimostrano attenzione e un forte legame di affetto nei confronti della parrocchia. Grazie di cuore. Il Signore ne renda merito.
Chiedilo a loro!
L’ 8 x mille alla Chiesa Cattolica: per te una scelta, per molti una speranza La firma per l’8xmille è molto più di una firma. È innanzitutto una scelta: la tua. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica significa dare speranza a milioni di persone e sostenere i più deboli. Vicino a te o nei paesi più poveri del mondo. In proporzione alle firme ricevute, la Chiesa cattolica utilizzerà i fondi a lei destinati, per 3 finalità: - Esigenze di culto e pastorale della popolazione
italiana - Interventi caritativi in Italia e nei paesi in via di sviluppo - Sostentamento dei sacerdoti Cosa significa? Che darai un sostegno ai più deboli e a chi spende ogni giorno della sua vita al loro fianco. Significa che tante opere verranno realizzate anche grazie a te. E se vuoi sentirlo dalla voce dei diretti interessati chiedilo a loro sul sito http://www.chiediloaloro.it/
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Luigi Cornaggia
Maggio 2018 yy 4’ Edizione “Speciale” della SanfeCup di calcio per categorie Piccoli Amici (nei giorni 5/9/12/15 maggio) ed Esordienti (nei giorni 16/19/25 maggio). yy Incontri/mini tornei di volley femminile presso il Palasanfereolo.
Due compleanni speciali
Maggio/Settembre 2018 yy “Il GSO esce allo scoperto” incontrando la Comunità in appositi spazi del quartiere.
Il GSO compie 50 anni e la Straoratorio 25 Il 2018 rappresenterà per la nostra Comunità un anno molto significativo perché coinciderà con 2 anniversari davvero importanti: yy 50 anni della “nascita”del GSO San Fereolo; yy 25 anni della Straoratorio. All’interno del tessuto parrocchiale oratoriano opera da 50 anni il GSO San Fereolo, un Gruppo Sportivo che si basa sul “puro” volontariato e che considera da sempre lo sport come parte integrante della proposta educativa dell’Oratorio. Nell’anno dell’importante taglio del traguardo “di tappa” dei 50 anni, il GSO San Fereolo può contare su questi numeri significativi, illustrati nella tabella a lato. Ecco allora che si materializzerà in questo anno speciale un “percorso” nel quale, attraverso manifestazioni ed iniziative, potrà essere compreso quello che il GSO San Fereolo rappresenta da anni nel nostro Quartiere. La macchina organizzativa ha preso il via nei giorni scorsi e molte sono le idee che dovranno essere sviluppate affinché possano nascere avvenimenti, manifestazioni ed iniziative da maggio ad ottobre, in coincidenza della Sagra di Quartiere. Allora cominciamo già ad inquadrare quelle che saranno le tappe più significative del “percorso”.
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ne a premi, con premi significativi, i cui biglietti verranno estratti domenica 14 ottobre a conclusione della Sagra di Quartiere. Insomma, il programma è fitto e certamente si arricchirà maggiormente, ma tutta la comunità parrocchiale dovrà sentirsi “protagonista” e vivere con orgoglio questo importante anniversario, facendo sentire la propria presenza ed il proprio “calore” in occasione degli appuntamenti in calendario.
9 Settembre 2018 yy 25’ Edizione della Straoratorio, che assumerà una veste “propria” e particolare nei contenuti e nella forma. 13 Ottobre 2018 yy Serata di Gala finale, presso il Teatro dell’Oratorio. Nel corso della serata avverranno anche le premiazioni della Straoratorio. A fare da contorno partirà anche una sottoscrizio-
Il 5 x mille a favore del GSO La scelta di destinare il 5xmille al GSO, nella dichiarazione dei redditi, in realtà è un modo concreto di aiutare anche la parrocchia. Infatti i fondi del 5x mille che il GSO riceve servono a sgravare la Parrocchia delle significative spese che deve sostenere, soprattutto per le utenze del Palasanfereolo, campo da calcio e spogliatoi. Nella tua prossima dichiarazione dei redditi (per persone fisiche, 730, C.U.) indica nel riquadro “SOSTEGNO ALLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA’ DI INTERESSE SOCIALE” il codice fiscale della nostra società sportiva parrocchiale, G.S.O. SAN FEREOLO:
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Virginia Pecora e Valeria Maspero
Tutti pazzi per il MiniVolley! Bambini (e bambine) presi in fasce che crescono felicemente nella nostra palestra. La più piccola al primo anno aveva 2 anni: Alice. La più grande 11. Un gruppo che cambia, come ogni squadra. Ogni stagione qualcuno se ne va, e qualcun altro arriva. Qualcuno si trasferisce lontano, e qualcuno arriva da lontano. Qualcuno è diventato grande per il MiniVolley, e ora gioca nelle giovanili. Qualcun altro, invece, pur essendo grande per il MiniVolley, vuole stare con noi e partecipa con entusiasmo, e di questo ne sono felice. Alice è ancora con noi, ha festeggiato 6 anni settimana scorsa, e ha voluto fare la festa in palestra. Anche Luce aveva festeggiato il suo settimo compleanno in palestra, durante l’Open Day, e c’erano i bambini di tutta la città. Isabel, invece, ha festeggiato i suoi 8 anni al cinema, e ci ha invitati tutti. L’anno scorso anche Elia ci ha invitati tutti, quando ha festeggiato i suoi 7 in Floricoltura, ed è stata proprio una bella giornata! Ogni settimana trascorriamo delle belle giornate, insieme. Infatti, ci incontriamo e giochiamo per due pomeriggi interi, dopo la scuola fino ad orario di cena. Quasi non facciamo in tempo a far merenda che già ci catapultiamo in tuta in palestra, passando prima per lo spogliatoio. Ogni tanto Moufida finisce là la sua merenda.
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Sharon è velocissima a cambiarsi ed è sempre la prima ad uscire dallo spogliatoio; anche Silvia è molto svelta, arriva addirittura già pronta da casa! Chiara e Andrea cercano di vestirsi più rapidamente che possono e arrivano in campo correndo: sembra quasi una gara. Linda, invece, si cambia con molta calma: è ordinatissima, e piega tutti i vestiti prima di metterli nello zaino, ma una volta ha dimenticato di mettere le scarpe nel sacchetto, distrattamente: ogni tanto a tutti capita di avere qualche svista e di essere poco attento. A volte però è anche importante concentrarsi bene,
ed in quei momenti se ci si distrae è un pasticcio. In quei momenti - se si sta poco attenti - le allenatrici “salamellano” i bambini. “Salamellano” voce del verbo “salamellare”, come durante le grigliate estive. Stendersi in campo e rotolare da una parte all’altra: in realtà è anche divertente, sembra quasi una rullata, come nella pallavolo dei grandi, ma a misura di bambino. Ma quando gli altri giocano insieme e un bambino si salamella da solo, gli viene tantissima voglia di concentrarsi ben bene sul gioco che stanno facendo tutti. A questo punto, è pronto per tornare nel gruppo. I giochi sono tanti, quasi tutti con la palla, alcuni anche senza. Sono giochi in cui si corre, si salta, si lancia, si afferra, si fa la giravolta, si tiene l’equilibrio, ci si piega ma non ci si spezza. In un sacchetto conserviamo i “Punti”, che all’inizio sembravano dei tappi, invece sono proprio Punti! E in un lato del campo ci sono i serpenti. Quando si passa da lì bisogna correre in punta di piedi alzando tantissimo le ginocchia. Chissà se tra qualche anno crederemo ancora in queste piccole magie, o semplicemente le ricorderemo sorridendo. In alcuni giochi vince solo una persona, in altri giochi ci si divide in gruppi e vince uno dei gruppi, in altri giochi ancora vinciamo solo se riusciamo ad arrivare al traguardo tutti insieme nello stesso momento: praticamente, in questi ultimi tipi di gioco, vinciamo tutti o non vince nessuno.
In realtà, se vinciamo o se perdiamo, noi ci divertiamo sempre. Comunque proviamo sempre tutti a dare il meglio, e miglioriamo di volta in volta, e questo rende i nostri volti gioiosi e i nostri occhi lucenti. Abbiamo anche le maglie con il numero, a parte una bambina a cui l’ha mangiata il cane, ma sono sicura che gliene verrà procurata un’altra. Intanto il bassotto si sta organizzando per portare le paste, perché nella pallavolo a mangiare le paste si impara fin da piccoli.. Domenica avremo la nostra prima partita ufficiale, dopo tre anni vissuti così: cento allenamenti prima di questa partita. Cento e più incontri, ognuno meraviglioso. Siamo persino stati in Serie A, con la rete alta fino al cielo, insieme a una squadra di giocatori che saltando con le braccia alzate sembrava potessero raccogliere le stelle. Non so se possiamo già essere definiti giocatori anche noi, ma sicuramente siamo una squadra. Affiatati, uniti, fortissimi (“fortissimi” inteso come “simpaticissimi”, ovviamente.) E ora tocca a noi.... Siamo pronti! A Daniela Luce Mallamaci, Myriam Cisse, Janice Semeglo, Alice Ardita, Sharon Polizzi, Silvia Fodritto, Chiara Festari, Elia Noto, Moufida Baboni, Giulia Ferrari, Andrea Leordean, Linda Calzari, Angeli Kaur, Beatrice Schiavi, Guglielmina Schiavi, Isabel Carrasco, Roberta Madonna, Noemy Cicirello, Mathis Semeglo, con un augurio di buon divertimento dalle allenatrici!
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Vita parrocchiale La benedizione delle case
Subito dopo Pasqua noi sacerdoti inizieremo la “Benedizione delle case”, o meglio detta “Benedizione delle famiglie”. Sarà una preziosa occasione di incontro e di conoscenza reciproca, oltre che gesto sacro con cui invocare la presenza e la protezione del Signore.
Cuore. Sabato 7 aprile, dalle ore 10.00 alle 12.00, incontro di preparazione per i ragazzi, alla chiesa del Sacro Cuore. La Santa Messa di Prima Comunione Si celebra mercoledì 25 aprile, alle ore 10.30, presso la chiesa del Sacro Cuore. Impegni di preparazione dei ragazzi: lunedì 23 e martedì 24 ore 17,30 alla chiesa del Sacro Cuore. Per i genitori e parenti, martedì 24 aprile ore 21.00 alla chiesa del Sacro Cuore: confessioni. Il rito della Santa Cresima o Confermazione Si celebra domenica 13 maggio, alle ore 17.30, presso la chiesa del Sa-
Intenderemmo percorrere queste vie: via San Fereolo, via Bay, Via del Sandone, via della Prevostura, via Marchi, via Cosway, via Tortini, via Tavazzi Catenago.
La celebrazione dei Sacramenti
Il Tempo di Pasqua è per eccellenza il tempo adeguato per celebrare i sacramenti della iniziazione cristiana. Celebrazione dei Battesimi Domenica 15 aprile, ore 16.00; domenica 22 aprile, ore 16.00; domenica 6 maggio ore 16.00; domenica 10 giugno ore 16.00. I genitori interessati contattino il parroco. Celebrazione della Festa del Perdono o Prima Confessione Si terrà domenica 8 aprile, alle ore 15.30, alla chiesa del Sacro
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cro Cuore. Impegni di preparazione per i ragazzi: - il ritiro spirituale a Villa Immacolata, sabato 5 e domenica 6 maggio; - sabato 12 maggio, ore 10.00 - 12.00: prove del rito e confessioni alla chiesa del Sacro Cuore. Per i genitori e i padrini: sabato 12 maggio, ore 15.30 - 17.00 possibilità delle confessioni a San Fereolo. La Professione di Fede dei 14enni Si tiene venerdì 11 maggio, alle ore 21.00, presso la chiesa della Maddalena, per tutti i 14enni della città.
Il Mese di Maggio Il mese dedicato alla preghiera mariana, come ormai è tradizione, si aprirà martedì 1 maggio con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Maurizio nella zona artigianale del quartiere e proseguirà ogni sera con la preghiera del Rosario alle ore 20.30, cui seguirà la celebrazione dell’Eucarestia. Il programma dettagliato sarà indicato di settimana in settimana.
La chiusura dell’anno catechistico Ci piacerebbe concludere l’anno catechistico con un piccolo pellegrinaggio in un santuario mariano con tutti i ragazzi e i genitori. Appuntamento per domenica 20 maggio. Il programma dettagliato verrà segnalato in seguito.
sta del Corpus Domini, che si celebra domenica 3 giugno, terremo la preghiera prolungata di adorazione eucaristica, secondo questo programma: yy Venerdì 1 giugno, ore 8.30: Santa Messa in San Fereolo e adorazione prolungata fino a sera (è sospesa la Messa delle ore 18.00). Alle ore 21.00 celebrazione dei vespri e inizio della Adorazione notturna. yy Sabato 2 giugno, ore 8.00: Lodi Mattutine; ore 8.30 Santa Messa e adorazione prolungata fino alle ore 17.40.Ore 18.00: Santa Messa. yy Domenica 3 giugno, ore 16.30: adorazione eucaristica. Alle ore 17.30: celebrazione dei vespri e benedizione eucaristica.
Le giornate eucaristiche o Sante Quarantore In prossimità della fe-
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Vita parrocchiale
Il percorso della vita yy
Venerdì 8 giugno, alle ore 8.30 Santa Messa a San Fereolo; ore 17.00 Santa Messa alla chiesa del Sacro Cuore (è sospesa la Messa delle 18.00 a San Fereolo).
Giornata della Santificazione Sacerdotale Si tiene nel giorno della Solennità del Sacro Cuore, venerdì 8 giugno. Nel pomeriggio: adorazione eucaristica a San Fereolo, aperta a tutti i sacerdoti della diocesi. Alle ore 19.00 celebrazione dei vespri presieduti dal Vescovo, con i sacerdoti della diocesi.
La solennità del Sacro Cuore di Gesù Si celebra venerdì 8 giugno. Le celebrazioni secondo questo programma: yy Giovedì 7 giugno, alle ore 21.00 Santa Messa alla chiesa del Sacro Cuore, concelebrata da tutti i sacerdoti della Parrocchia.
Circa la celebrazione dei Matrimoni I matrimoni si celebrano in ogni giorno della settimana, ad esclusione della domenica, tranne nei mesi di luglio e agosto in cui è possibile celebrare le nozze, anche in domenica pomeriggio e ad orario fisso, cioè alle ore 15.30.
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DEFUNTI
3 dicembre 2017 (foto 1) yy LACQUANITI LUDOVICA di Giovanbattista e Zavettieri Angela 7 gennaio 2018 (foto 2) yy BORSATTI ANNA di Riccardo e Fusar Imperatore Cecilia yy GULA CLARISSA di Gaetano e Dell’Acqua Alessandra 4 febbraio 2018 (foto 3) yy GENAZZI LEONARDO di Davide e Massazza Elisabetta yy LENZI ILARIA di Andrea e Gavina Manuela yy SARTORI ALICE di Daniele e Meazza Valentina
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SCOTTI ROSA ANNA di anni 79 CANTINOTTI PIETRO di anni 94 MARSEGLIA PATRIZIA di anni 48 CONCA LUIGINA di anni 92 MEGNA ELIGIO di anni 74 LUPO TIMINI GIOVANNI di anni 89 SCALVINI MARIA ANTONIA di anni 70 POZZI ALABASTI ALFREDO di anni 89 CHIODAROLI GIUSEPPINA ESTER di anni 84 NAVA GIUSEPPINA di anni 86 GENNARI PASQUINA di anni 94 CORNALBA CARLO di anni 75 BERTELLI ATHOS di anni 81 CURIONI ANNA MARIA di anni 88 SCOTTI DOMENICO di anni 72
Le foto degli altri defunti sono a pagina 35
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Note del parroco Circa la celebrazione dei Battesimi Ai genitori che richiedono il Battesimo per i loro bimbi suggeriamo caldamente di privilegiare le celebrazioni comunitarie nelle date indicate dalla parrocchia. Ovviamente vi è la massima disponibilità ad accordarsi su date alternative in caso di gravi motivi.
BATTESIMI
Circa la celebrazione delle esequie Capita frequentemente che, nella celebrazione dei funerali, parenti o amici desiderino esprimere un ricordo o saluto del loro defunto. Purtroppo, dopo aver ascoltato più di una volta testi che poco hanno a che vedere con la sacralità del rito che si celebra e del luogo in cui si celebra, ci vediamo costretti a dare questa indicazione: da ora in poi chi desidera esprimere un saluto al termine del funerale potrà farlo fuori di chiesa, sul sagrato. L’impresa di turno, eventualmente, fornirà il microfono di cui ormai sono dotati tutti i mezzi funebri.
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Il percorso della vita 2
Ponti Sergio di anni 87
Tirelli Fiorinda di anni 79
Zambelli Cesare di anni 67
Bertran Aguilera Eudoro
di anni 94
Audia Annina di anni 68
Furlan Bruno Luciano di anni 76
Benelli Giovanni di anni 74
Uggeri Carlo di anni 87
Lombardi Albalisa di anni 71
Bosio Otello di anni 68
Castellana Emilia di anni 91
Bignami Giuseppe di anni 86
Carboni Laura di anni 42
Scotti Luigi Bassano di anni 69
Bombelli Giuseppe di anni 91
3
34
35
Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658
Per contattarci:
don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 don Marco: tel. 0371-438540 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com
Gli orari delle S. Messe: Feriali
San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 17.00
Festive
San Ferolo: ore 8,00; ore 11.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 9.00; ore 10.30
I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico
lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10
Doposcuola
martedì - giovedì dalle 17 alle 18,30 mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16
Distribuzione vestiti
martedì – giovedì dalle ore 9 alle 11
Servizio anziani ammalati e infermi mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30
Aiuto generi alimentari una volta al mese
Centro d’ascolto
Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11
Prenotazione esami e visite mediche
mercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11