Camminiamo Insieme settembre 2021

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camminiamo insieme

Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Settembre 2021 - n. 423 pro manuscripto


don Elia Croce, parroco

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare. Iniziava così una nota poesia di Gabriele D’Annunzio. Si riferiva ai pastori che, al termine dell’estate, tornavano con il loro gregge dai pascoli in alta montagna, verso i paesi ed i villaggi. Una metafora significativa ad indicare il tempo del ritorno e della ripresa anche della vita comunitaria e parrocchiale. Complice non è stata solo l’estate, ma pure questo tempo di pandemia: sta di fatto che, ultimamente assistiamo ad un allontanamento preoccupante, lo chiamerei quasi una scomparsa, di ragazzi, adolescenti, giovani, adulti, famiglie e anche anziani (forse i più giustificati…) che fino a prima della pandemia erano partecipi della vita di comunità, venivano alla Messa domenicale, si incontravano in oratorio … Certo il periodo è stato difficile per tutti ma ora è il tempo di tornare, è il tempo della ripresa anche

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della vita parrocchiale, comunitaria. Ce n’è un gran bisogno.

La Chiesa di Lodi in cammino sinodale

L’autunno ecclesiale si presenta ricco di stimoli ed eventi a motivo della celebrazione del Sinodo XIV della chiesa di Lodi (all’interno del Bollettino trovate un’ampia sezione dedicata al Sinodo …). L’invito più volte ripetuto con insistenza è a camminare insieme, a farsi carico gli uni degli altri, a sentirci corresponsabili nella vita della comunità, a mettere a disposizione doni, tempo e competenze per il bene di tutti ma soprattutto a ritrovarci uniti e in comunione con il Signore Gesù: solo così potremo essere uomini e donne di comunione. Dall’inizio dell’estate stiamo pregando ogni domenica ed ogni martedì sera per il Sinodo perché lo Spirito illumini la nostra chiesa nell’individuare nuove strade e risorse per l’annuncio evangelico.

Un giorno senza il quale non possiamo vivere

A proposito della comunione ecclesiale mi sento di rilanciare con grande forza l’invito all’Eucarestia


Non solo vaccino …

domenicale, il centro della vita di una comunità: è l’invito a riscoprire e a vivere la domenica come il giorno del Signore, il giorno dell’Eucarestia, il giorno della comunità. La motivazione della pandemia rischia, ora, di diventare il pretesto per un abbandono ingiustificato. Siamo chiamati a riscoprire il valore della celebrazione “in presenza”, condividendo il calore di una comunità fatta di volti, di persone, di storie reali che camminano insieme condividendo la stessa fede.

Veniamo da una campagna vaccinale intensa, rigorosa, capillare che ci ha restituito un po’ di sicurezza, sebbene ci sia richiesta ancora molta prudenza. Il vaccino è sicuramente una risorsa grande che ci consente di vivere la vita quotidiana (penso alla scuola, al lavoro, ai trasporti, alle occasioni di socializzazione, ecc…) ma non è sufficiente ad aiutarci a rielaborare la vicenda da cui veniamo e dalla quale ancora non siamo usciti del tutto. Abbiamo bisogno non solo del vaccino ma di parole, gesti, relazioni autentiche che ci aiutino a dire quanto abbiamo vissuto, a cercarne e a darne un senso e a cogliere una possibilità di crescita che questo tempo ci ha offerto e ci offre e che, forse, non sappiamo o non vogliamo cogliere. Sono fermamente convinto che la Parola di Dio, l’Eucarestia domenicale, la partecipazione alla vita di comunità siano risorse preziosissime per orientarci nel cammino in questo tempo così complesso.

Le celebrazioni in diretta streaming

Appuntamento a domenica 12 settembre

Dall’autunno riprenderemo ancora a trasmettere la celebrazione delle ore 10.00 in diretta streaming sul Canale YouTube della Parrocchia, ma questa possibilità è offerta a chi oggettivamente non riesce a venire in chiesa e deve servire a risvegliare in tanti altri il desiderio di tornare. Mi preme segnalare che per l’ingresso in chiesa alle celebrazioni non è richiesto il Green Pass e questo lo sottolineo non per screditare l’accesso alla vaccinazione ma per evitare che possa diventare un ulteriore freno o pretesto per tornare alla vita comunitaria.

Per tradizione più che ventennale la seconda domenica di settembre era dedicata alla Straoratorio, occasione per ritrovarci e ripartire dopo l’estate, metafora efficace della “sinodalità” ovvero del camminare insieme. Anche quest’anno non potremo organizzarla ma ci diamo comunque appuntamento per domenica 12 settembre alle ore 10.00 nel cortile dell’oratorio a San Fereolo per la celebrazione ad inizio del nuovo anno pastorale e catechistico (in caso di pioggia alla chiesa del Sacro Cuore). Buon ritorno, buona ripresa a tutti!

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don Enzo Raimondi

Terra, Persone, Cose Il XIV Sinodo diocesano entra nel vivo

Dopo la fase di consultazione e di preparazione, il Sinodo diocesano entra nel vivo con le sessioni dell’Assemblea sinodale a partire da sabato 4 settembre. Nel frattempo, anche in parrocchia, abbiamo intensificato la preghiera per questo momento di straordinaria importanza per la nostra diocesi: ogni domenica in tutte le Messe ed ogni martedì, al termine della preghiera silenziosa, si prega per il Sinodo. Segnaliamo, inoltre, che 4 laici della parrocchia con don Elia e don Roberto, faranno parte dell’Assemblea Sinodale. Domenica 20 giugno, il Vescovo ha chiesto a tutte le comunità parrocchiali una preghiera particolare per il XIV Sinodo della Chiesa di Lodi. Se la consultazione ha già coinvolto numerosi fe-

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deli, sono maturi ora i tempi per una sensibilizzazione corale verso l’esperienza sinodale. Si tratta di informare certamente, ma anche di far cogliere a tutti il senso e l’importanza di questo momento per l’intera diocesi e per il futuro delle comunità, che deve essere sostenuto e accompagnato dalla preghiera di tutti. Tale consapevolezza e coinvolgimento creerà il giusto clima e la necessaria attesa affinché il Sinodo non diventi un evento che riguarda solo qualcuno. Potrà così crescere, ce lo auguriamo, il desiderio di accogliere come un dono di Dio gli orientamenti che matureranno nell’ascolto dello Spirito e nel discernimento per incarnare nel presente l’identità cristiana e la missione ecclesiale. “Terra, Persone, Cose: il Vangelo per tutti” è l’espressione che campeggia nel logo del Sinodo e che intende condensare sinteticamente i grandi capitoli e la prospettiva di fondo intorno a cui si è raccolto il percorso di preparazione e su cui i sinodali dovranno lavorare, confrontarsi e, con l’approvazione del Vescovo, decidere. “Terra, persone e cose” diventeranno i tre grandi capitoli entro cui si collocheranno i differenti aspetti della vita ecclesiale. Essi ci orientano a stare dentro la storia, accanto agli uomini, non a partire solo dal vissuto interno alle comunità, che rischia di giustapporsi alla realtà circostante, ma in dialogo con la società e la cultura alle quali la Chiesa offre la propria testimonianza e il proprio servizio. Abitare in modo umile e attento la terra, nostra casa comune, rimettendo al centro le persone e le loro relazioni, restituendo alle cose il loro valore strumentale nello stile della sobrietà e della condivisione evangelica: sono le sfide aperte che ci chiedono ora di condividere proposte, soluzioni, orientamenti e scelte. Continua a pagina 6


Il logo del XIV Sinodo

Quattro domande Che cosa è un Sinodo Diocesano? E’ la riunione del Vescovo con i sacerdoti, i consacrati e i laici della Diocesi per prendere in esame la pastorale locale, nel suo insieme o in alcuni aspetti rilevanti, e stabilire orientamenti e norme comuni. Il Sinodo è una esperienza di partecipazione la cui ripresa è stata sollecitata dal Concilio Vaticano II. In cosa consiste il lavoro dell’Assemblea Sinodale? L’Assemblea sinodale, presieduta dal Vescovo, è l’insieme delle persone che prendono in esame gli elementi emersi dalla consultazione; discutono e approfondiscono i vari problemi per arrivare a norme e orientamenti condivisi. Essa è composta da alcuni membri di diritto, altri eletti dai fedeli e dai presbiteri, altri liberamente nominati dal Vescovo, altri ancora invitati come osservatori. L’Assemblea si raduna secondo un calendario prestabilito. Come si svolge il lavoro dell’Assemblea? La celebrazione vera e propria del Sinodo è preceduta da una fase preparatoria. In questa prospettiva sono stati ascoltati i principali organismi di consultazione diocesani. Quanto emerso dalla fase preparatoria sarà materiale che l’Assemblea Sinodale, rappresentativa dell’intero popolo di Dio, utilizzerà come “Strumento di lavoro” per il discernimento. L’Assemblea si ritroverà dapprima in Commissioni e quindi in Sessioni plenarie. Il cammino si concluderà con la promulgazione del “Libro del Sinodo” che conterrà l’esito del lavoro svolto, con alcune norme e le linee guida per la pastorale diocesana. Quali argomenti principali dovranno essere affrontati? Partendo dall’esperienza della visita pastorale, sono tre le questioni di rilievo evidenziate dal Vescovo, da affrontare per essere Chiesa di Cristo che rinnova ‘la sua pastorale in chiave missionaria’: la configurazione territoriale della Diocesi; la distribuzione del clero e il coinvolgimento dei laici; la gestione dei beni ecclesiastici per essere “Chiesa di Cristo”.

In primo piano l’immagine di San Bassiano; ci sono i profili della Basilica dei XII Apostoli e del duomo, segni unificanti della comunità. “Insieme sulla Via”, che è Gesù, tra memoria e futuro! Si va componendo il mosaico del cammino verso il Sinodo XIV della Chiesa di Lodi. A convocarci e a condurci fino alla fine confidiamo che sia lo Spirito Santo. L’indicazione delle tappe con alcune espressioni di sintesi ne accompagnano la preparazione e la celebrazione e sono richiamate nel logo del Sinodo. Esso evidenzia la ricchezza delle esperienze, degli strumenti e del lavoro che confluisce nell’evento, interpellando nuovamente tutti alla preghiera e alla condivisione al fianco di quanti vi rappresenteranno l’intera diocesi. Il tratto classico delle figure e delle forme ci riporta al patrimonio artistico e al gusto tradizionale della cultura locale, significativamente richiamata dal profilo essenziale della basilica dei XII Apostoli e della cattedrale, quali segni unificanti della comunità cristiana nel territorio lodigiano. Spicca in primo piano, con atteggiamento dinamico e accogliente, l’immagine del vescovo San Bassiano, attorniato dalle persone e dalle case in armonico incontro e in cammino con loro nel tempo. Centrale, e volutamente sospesa fra cielo e terra, la Croce gloriosa orienta con sicurezza i nostri passi. Una circonferenza aperta avvolge l’icona, dando rilievo alla terra, alle persone e alle cose chiamate ad aprirsi sempre al Vangelo, che è per tutti.

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Nello spirito della “Evangelii gaudium” di Papa Francesco, la destinazione universale della salvezza ed il compito di condividere il Vangelo intendono imprimere una “conversione pastorale” in chiave missionaria. Non è certo nuova questa esortazione che viene dallo stesso magistero pontificio, oltre che dalla Conferenza Episcopale Italiana. Diventa tuttavia ora urgente dare seguito e concretezza a tale orientamento, incarnandolo nel vissuto delle comunità ed innescando percorsi che ci portino realmente ad un rinnovamento che renda capace la nostra Chiesa di vivere in modo adeguato il tempo presente. La domenica “sinodale” dovrà accendere in tutti una speranza, un’attesa positiva verso l’esperienza del Sinodo che ci apprestiamo a vivere. La scelta di Papa Francesco di porre tutta la Chiesa in stato sinodale, non può che confermare e confortare il nostro proposito.

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La prassi sinodale si è progressivamente diradata nel corso del secondo millennio della Chiesa latina fino a quando – era l’anno 1965 – papa Paolo VI istituì il Sinodo dei Vescovi. Il Vaticano II non si era ancora concluso e il Papa avvertiva l’esigenza di coinvolgere un numero sempre più ampio di soggetti nel processo di discernimento e di guida della Chiesa. La scelta di papa Paolo VI manifestava anche un certo coraggio: il Concilio infatti aveva fino ad allora speso solo poche battute intorno al tema della sinodalità, limitandosi a raccomandare una progressiva ripresa dei sinodi provinciali e regionali. Non è un caso che fino agli anni Sessanta la parola “Sinodo” sia sostanzialmente sinonimo della parola “Concilio”. Solo successivamente la parola assumerà la connotazione che normalmente oggi le riconosciamo, indicando un consesso caratteristico del corpo ecclesiale, riunione nella quale dei fedeli designati sono chiamati ad esprimere il loro consiglio su alcune questioni di interesse comune. Dunque, fu papa Paolo VI a restituire onore e credito a questa parola. Per la verità, l’intuizione del papa grande traghettatore del Concilio non nasceva dal nulla: essa, infatti, presupponeva l’ecclesiologia del Vaticano II, soprattutto la riscoperta di alcune immagini di Chiesa che sarebbero poi diventate abbastanza comuni nel sentire ecclesiale. Se unico è il timoniere, la barca di Pietro ha in qualche misura bisogno della collaborazione di tutti, e ogni marinaio ha diritto di parola per segnalare un pericolo o per raccontare vicende che possono sfuggire a chi ha l’incombenza di seguire troppi problemi. Il recente documento della Commissione teologica internazionale dedicato al tema della sinodalità ricorda come il “consensus Ecclesiae” non sia mai superfluo. Citando Cipriano di Cartagine, si può affermare che nella Chiesa nulla si fa senza il vescovo; però non si fa nulla anche senza il consiglio delle persone più sagge, e soprattutto senza il consenso del popolo di Dio. Ricordando questi passaggi decisivi del cammino della Chiesa contemporanea, papa Francesco, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi, affermava che: «dobbiamo proseguire su questa strada. Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue con-


don Guglielmo Cazzulani traddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione. Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». Le affermazioni sono inderogabili: non esiste altro

Chiesa è nome che sta per Sinodo modo di essere Chiesa e di formare la Chiesa che vivere l’esperienza della sinodalità. Se il secondo millennio della storia della Chiesa ha conosciuto momenti di spiccato verticismo, il terzo millennio non vede altra via per la compagine ecclesiale che quella di camminare insieme, nell’ascolto reciproco, nella condivisione, nella creazione di sinergie.

L’affermazione della “sinodalità”

Che queste affermazioni non siano rimaste sulla carta, è un po’ sotto gli occhi di tutti. In questi anni si è registrata una progressiva capillarizzazione dell’esercizio sinodale. Nel post-concilio l’esperienza della sinodalità non ha riguardato solamente i vescovi uniti con il Papa, ma tutti i cristiani, in ogni ordine e grado. Non è un caso che, dopo la celebrazione del Vaticano II, l’esperienza sinodale abbia ripreso vigore anche a livello diocesano, rinverdendo una prassi che rischiava di restare sopita. È oggi abbastanza frequente, nel frastagliato panorama delle Chiese locali, la notizia di diocesi che avviano il lungo iter di consultazione e di confronto che poi sfocia nella celebrazione di un sinodo. Ma al di là di questo avvenimento specifico,

che comunque presenta un aspetto di eccezionalità, è abbastanza normale nelle chiese locali e nelle parrocchie vivere periodici momenti di confronto e di condivisione. Il calendario annuale delle parrocchie e delle diocesi prevede, a cadenza regolare, l’appuntamento di consigli che hanno il compito di offrire un discernimento sulla situazione che una comunità sta attraversando, e di sostenere un processo di decisione comunitaria. Nel tentativo di trovare una definizione, si è dato a questi strumenti il nome di “organismi di partecipazione”. L’epoca in cui un parroco poteva affermare di essere nella sua parrocchia “Papa, Re e qualche volta Spirito santo” è così alle spalle. Nella Chiesa ci si parla. Le parrocchie non sono lo spazio di “one man show”, dove il parroco (o qualche laico: perché la malattia colpisce trasversalmente ogni categoria di fedeli) si sente in obbligo di fare un po’ tutto. Un documento pastorale degli anni Settanta precisava che il pastore ha il “carisma della sintesi” e non la “sintesi dei carismi”. La differenza è quella che intercorre tra un bravo direttore d’orchestra, che cerca di intervenire quel tanto che basta nell’esecuzione di uno spartito, e l’orchestra di Totò, che non potendo fare affidamento su altri, alla fine carica tutto sulle sue

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Chiesa è nome che sta nel Sinodo spalle: dalla grancassa alla fisarmonica. Se lo spettacolo di un comico che da solo riesce a suonare tutto è divertente, non si può però concludere che la sua esecuzione sia di qualità.

Camminare insieme

Nella riscoperta del tema della sinodalità, ha dato sicuramente un grande apporto la rivisitazione delle fonti bibliche. Le comunità cristiane descritte negli scritti neotestamentari conoscevano una potentissima efflorescenza di carismi, di doni, di profezie. San Paolo qualche volta guarda compiaciuto le sue comunità e conclude che ad esse non manca alcun carisma. E pensare che probabilmente si trattava di agglomerati umani piccolissimi, composti da poche centinaia (se non addirittura decine) di persone, dove però tutti avvertivano il dovere di partecipare e di intervenire. È vero che le lettere paoline ci testimoniano anche la collisione dei carismi e la fatica di tenere tutto insieme, però nessun apostolo ha mai accarezzato l’idea di disfarsi degli altri, per mandare avanti tutto quanto da solo. Chi fa da sé, in questo caso, non fa per tre; anzi impoverisce una grazia che feconda un po’ tutti. La comunità di fratelli che condividono il Vangelo è dunque una compagine di uomini che camminano insieme. Se la complessità delle relazioni, e i diversi ruoli rivestiti, impongono che questa comunità sia ordinata fino a dotarsi di un organigramma, essa però non può venire interpretata come una sorta di piramide dove vige il principio dell’obbedienza cieca e dove il potere si esercita in maniera arbitraria e assoluta. La Chiesa è “syn-odos”, camminare insieme sulla via, come suggerisce l’affascinante etimologia del termine. Una parola rappresenta l’asse portante di un sinodo: l’ascolto. Papa Francesco dice che un sinodo si realizza veramente non dove si parla tanto, ma dove ci si ascolta tanto: questo è il primo esercizio da applicare in ogni riunione ecclesiale. Non si tratta di un talk-show, e nemmeno di un’assemblea dove tutti si parlano addosso. Un sinodo nasce quando ci si apre al diverso, al fratello che non la pensa come me o che legge i problemi sotto un’altra prospettiva. Ciascuno è portatore di una ispirazione da parte dello Spirito Santo, e questa ispirazione va in qualche misura salvata, difesa, rispettata. Nel-

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le comunità monastiche vige il principio di ascoltare anche l’ultimo novizio appena arrivato sebbene sembri il meno esperto: in realtà spesso è quello che vede le problematiche con maggior chiarezza. Certo ci sarà poi una responsabilità diversa, e qualcuno dovrà pur tirare le fila di tante discussioni, ma il popolo di Dio ha diritto a condividere le mozioni dello Spirito. Ha scritto papa Francesco: «Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare “è più che sentire”. È un ascolto reciproco in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Papa Francesco avverte tanto forte questa esigenza da ricordare nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium che la Chiesa latina deve mettersi in osmosi con i cristiani d’Oriente, per apprendere da loro qualcosa circa la forma pratica della Chiesa: «nel dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità. Attraverso uno scambio di doni, lo Spirito può condurci sempre di più alla verità e al bene». È l’unica volta, nell’esortazione apostolica che sta ispirando il pontificato di papa Francesco, in cui si menziona esplicitamente la parola “sinodalità”, ma tale citazione lascia emergere il desiderio di una Chiesa che sogna una strutturazione diversa, in qualche misura più fedele al Vangelo.

Quo vadis, Domine?

Che si stia aprendo la stagione della “democrazia” nella Chiesa? La parola, benché benedetta, può indurre qualche fraintendimento. Anzitutto perché nella Chiesa le forme democratiche non sono mai state del tutto assenti, perfino in tempi in cui la società era segnata dall’assolutismo e dal totalitarismo. Ci sono diocesi che per secoli hanno nominato i loro vescovi in riunioni molto somiglianti ai nostri sinodi; monasteri che da sempre eleggono i loro abati; papi che vengono eletti nella votazione in conclave. L’esperienza comunionale non è un’invenzione del Concilio Vaticano II: in qualche misura è stata sempre presente sia pure in forme diverse nella storia e nella vita della Chiesa. Tutti i documenti e i numerosi studi che stanno affluendo in questi ultimi anni sul tema della sinodalità cercano


Calendario delle sessioni di rilevare questa evidenza. Parlando di “democrazia”, la questione è un’altra, e in termini molto approssimativi potrebbe essere esplicitata con questa domanda: chi comanda nella Chiesa? Qualcuno si affretterebbe a rispondere: “il Papa!”; altri invece a controbattere: “Il popolo di Dio!”. In realtà nessuno comanda nella Chiesa, e il criterio della rappresentanza non può essere impiegato come principio di partecipazione ecclesiale. La Chiesa non è una società che si struttura autonomamente, fondando istituzioni, emanando leggi, organizzandosi in maniera del tutto indipendente a partire da uno statuto o da una costituzione. La Chiesa è invece un’esperienza di discepolato. Per questa ragione quando nella Chiesa si deve prendere una decisione o compiere una scelta, la domanda a cui rispondere non è “Cosa facciamo?”, semmai: “Dove ci vuole Gesù?”. Nella Chiesa non obbedisce solo qualcuno, ma obbediscono tutti, perché è il Signore a dettare le tappe e le mete del cammino. Quando Pietro, il primo papa, vuol fare di testa sua e spiega a Gesù che non deve scendere a Gerusalemme, si sente apostrofare dal Maestro di stare al suo posto. L’episodio avviene nei pressi di Cesarea di Filippo, in territorio pagano, ed è uno dei brani più clamorosi del Vangelo. Dunque, anche i Papi nella Chiesa obbediscono. Eccoci, dunque, al vero cuore di un Sinodo. Quando un’assemblea si riunisce in un’aula per discutere di problemi che riguardano tutti, lì avviene qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che capita in un normale parlamento. Quella riunione, anche se fosse animata da discussioni focose, per un cristiano è importante perché in essa vi è la presenza del Cristo stesso. I sinodi sono sempre caratterizzati da una dimensione pneumatologica. Non ha forse assicurato Gesù che, laddove ci sono due o tre persone che si riuniscono nel suo nome, lui sarebbe stato in mezzo a loro? Questa è la ragione per cui le assemblee sinodali hanno un bisogno essenziale di liturgia. I padri sinodali non partecipano ad una santa messa inaugurale come se fosse un rito dovuto, giusto per supplicare la buona riuscita dei lavori: partecipano all’Eucaristia perché l’assemblea sia, attraverso l’azione dello Spirito, luogo della presenza di Gesù. Ecco perché un sinodo rimane nella storia di una Chiesa: non tanto e non solo per

Qui di seguito il calendario delle sessioni sinodali (presso la Basilica Cattedrale di Lodi) e il primo incontro di preparazione dei sinodali partecipanti. INCONTRO DI PREPARAZIONE DEI SINODALI E CONSEGNA DELL’INSTRUMENTUM LABORIS sabato 4 settembre 2021, ore 15 (Lodi Vecchio, Basilica dei XII Apostoli) PRIMA SESSIONE domenica 17 ottobre 2021 ore 15.30 Solenne concelebrazione eucaristica di apertura presieduta dal Vescovo SECONDA SESSIONE sabato 23 ottobre 2021 ore 9.00 TERZA SESSIONE domenica 7 novembre 2021 ore 15.00 QUARTA SESSIONE domenica 21 novembre 2021 ore 15.00 QUINTA SESSIONE sabato 4 dicembre 2021 ore 9.00 SESTA SESSIONE sabato 18 dicembre 2021 ore 15.00 SETTIMA SESSIONE sabato 8 gennaio 2022 ore 9.00 ULTIMA SESSIONE martedì 18 gennaio 2022 - veglia di San Bassiano Celebrazione Eucaristica, firma dei decreti e dichiarazioni sinodali, Te Deum.

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Chiesa è nome che sta nel Sinodo delle leggi canoniche che condizioneranno il suo cammino futuro, ma perché è stata un’esperienza di grazia, che in qualche misura corroborerà la sua vita e il suo destino.

La ricezione di un Sinodo

Infine, non guasta spendere una parola sulla ricezione di un Sinodo. Un’assemblea sinodale si svolge in un periodo determinato, con alcune sessioni dove i partecipanti hanno il tempo e la possibilità di confrontarsi su diversi temi di vita ecclesiale. Al termine dei lavori, alla Chiesa diocesana verrà consegnato un libro sinodale che, nell’interpretazione più diffusa, non è un libro il cui autore unico è il vescovo, semmai è un documento che, sotto la guida del pastore, un’intera assemblea sinodale consegna alla Chiesa locale. Terminato un Sinodo, comincia il tempo in cui la grazia e le decisioni di questo avvenimento si spandono nella vita della Chiesa. Non si tratta di norme da applicare freddamente alla vita delle parrocchie, ma di una grazia che chiede di distendersi sempre di più. Perché – non dimentichiamolo mai – un Sinodo non è un conciliabolo di gente che negozia decisioni, ma un evento dello Spirito. E lo Spirito sarà presente materialmente nella vita di tante comunità dove magari solo pochi membri sono stati fisicamente presenti all’assemblea sinodale, ma che comunque partecipano della sua grazia. Così comincerà il delicato momento dell’accoglienza di un Sinodo perché non rimanga lettera morta. La ricezione di un Sinodo non è mai obbedienza passiva, ma continua opera di interpretazione e di attualizzazione delle sue norme e del suo spirito. Perché un Sinodo è un momento importante nel cammino di una Chiesa, un momento che va accolto e fatto proprio, ma non è l’estenuazione della sua vita. Dopo aver incontrato il Risorto, si scopre che Gesù è sempre un po’ altrove: bisogna compiere un viaggio, tornare in Galilea, ricordare le parole che lui ha pronunciato, applicarle ad una missione che non si poteva prevedere in anticipo. Ma il ricordo di una comunione, di un cammino che si è percorso insieme, renderà i cristiani chiaroveggenti: saranno capaci di intuire le tracce di Dio su un terreno quotidiano che spesso ci sembra così anonimo e così spoglio.

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Preghiera per il Sinodo Padre che sei Dio, artefice del creato, guida la Chiesa di san Bassiano, che ha accolto il seme del Vangelo, a portare frutto nella stagione sinodale; cresca la simbiosi tra il tuo popolo e la terra che l’ha ospitato, perché diventi non paese senz’anima, ma degno giardino dei tuoi passi. Gesù Signore, Parola che non si arrende, rianima la nostra fede per l’avventura di una testimonianza credibile e giovane, pronta a bussare alla porta di ogni cuore, all’incontro con ogni famiglia, età, condizione sociale, sollecita a promuovere reti di fraternità. Spirito di Pentecoste, irrompi nella Babele delle nostre sicurezze e incertezze; componi le diverse voci nel sacrificio della concordia; sia libera la missione evangelica da quanto stride con la penuria dei poveri e dei malati; tutto s’intoni con la mirabile sinfonia del Vangelo. O Cristo, Re nella gloria, unico Dio con il Padre e lo Spirito Santo, risplenda sempre più la tua luce sul volto della nostra Chiesa. E Tu, Madre di Dio e nostra, memoria e futuro di nuova umanità, che indichi la Via da percorrere insieme, custodisci per tutti la certa speranza pasquale. Amen.


José Tolentino de Mendonça

L’elogio del padre

Una riflessione sulla “Patris corde”

Papa Francesco ha indetto un anno, che si concluderà il prossimo 8 dicembre, sulla figura di San Giuseppe, a 150° anni dalla sua proclamazione a Patrono della Chiesa Universale. Per l’occasione il papa ha scritto un lettera: “Patris corde”. L’articolo che segue, prendendo spunto dal messaggio del papa, offre un’utile e preziosa riflessione sul tema della paternità. Quand’è che un padre sa di aver compiuto la sua missione? Quando esercita la sua paternità non come un esercizio di possesso, ma come «“segno” che rinvia a una paternità più alta». Perciò san Giuseppe è di fatto un modello importante per tutti i padri. Come spiega Papa Francesco: «In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste». Sulla domanda «che cosa è un padre?» ci sono tre aspetti che la psicologia e le scienze umane hanno aiutato la modernità a consolidare come dato acquisito. In primo luogo, la prominenza che ha il padre nella costituzione della realtà psichica di ogni persona. Non possiamo essere senza padre, poiché ciò che questa figura trasmette (nella funzione di padre reale, simbolico e immaginario) è essenziale per la fondazione del soggetto. In secondo luogo, poiché la madre è rappresentata dall’evidenza della carnalità da cui proveniamo, il padre si affaccia primariamente nell’interiorità del figlio come un interrogativo, una domanda da spiegare. Il celebre adagio giuridico mater semper certa, pater nunquam, ha, innanzitutto, una connotazione

esistenziale che ognuno deve affrontare. E questo è un lavoro interiore decisivo. In terzo luogo, c’è il fatto che l’affermazione di Gesù: «Nessuno conosce il Padre se non il Figlio» (Matteo 11, 27) costituisce una verità universale. È ciò che teorizza Jacques Lacan quando ricorda che «è il gioco giocato con il padre» che permette di accedere alla sua (e alla nostra) comprensione. Vale a dire che è necessario approfondire il dono che il padre rappresenta per passare dall’esclusività del legame materno, fondato sulla fusione e sul desiderio, alla complementarietà del legame paterno, che ci introduce all’esperienza della differenziazione e all’obiettività della legge.

Il gioco giocato con il padre

Che “il gioco giocato con il padre” sia complesso e, a volte, dilemmatico, lo testimonia ampiamente la letteratura del XX secolo, situandosi tra la volontà di rottura e il desiderio di riconciliazione. Basti pensare all’incisività della lettera che Kafka scrive al padre: «Carissimo padre, mi hai chiesto poco tempo fa per quale motivo affermo di avere paura di te. Come al solito, non ho saputo rispondere; da un lato proprio per la paura che ho di te, dall’altro, poiché, alla base di questa paura, esistono troppi dettagli perché io possa esprimerli oralmente … E se in questo momento

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L’elogio del padre cerco di risponderti per iscritto, sarà in modo piuttosto incompleto perché, anche per iscritto, la paura e le sue conseguenze mi bloccano davanti a te». O, all’opposto, la confessione che il poeta Umberto Saba fa di aver avuto un’immagine sbagliata del padre fino a quando non ha percepito due cose: il bisogno di riconciliarsi con la fragilità del padre («egli era un bambino») e di rendergli giustizia in quanto gli ha trasmesso la vita («il dono ch’io ho da lui l’ho avuto»). Quando si parla di un necessario lavoro interiore con la figura paterna è anche di questo che si parla: della capacità di accettazione dei limiti, del riconoscimento di un dono assoluto anche se trasmesso in modo debole, dell’esperienza del perdono, dell’incontro e del prevalere della gratitudine.

L’evaporazione del padre

La cultura contemporanea non facilità, in alcun modo, questo rincontro, perché è passata da una demolizione sistematica a una strategica (ed efficace) operazione di evaporazione del padre. Oggi non esiste propriamente una ribellione contro la figura paterna, come in altre epoche del passato. La strategia è anzitutto quella di agire come se il padre e ciò che rappresenta fossero stati rimossi. Questo è, in larga misura, come spiega bene lo psicanalista Massimo Recalcati, l’espediente forgiato dalle nostre società quando impongono il consumo come modello di felicità. Il desiderio diventa una specie di mantra onnipresente, che la pubblicità ripete senza sosta per alimentare il circuito insonne del consumo. Ma il suo effetto esasperato è paradossale: ossessionati dalla trance del consumo, desideriamo tanto da non essere più capaci di desiderare. Di fatto, il desiderio ha bisogno dell’illuminazione che è data dalla norma. La conclusione anche qui è che non possiamo vivere pienamente senza includere il rapporto con il padre e ciò che egli significa.

Riscoprire il posto del padre

La celebrazione del 150° anniversario della proclamazione di san Giuseppe quale patrono universale della Chiesa è stata accolta da Papa Francesco come un’opportunità per proporre una riflessione

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sul senso perenne e attuale della figura paterna. Le parole iniziali della Lettera Apostolica Patris corde (Con cuore di padre) definiscono il programma di questo testo di grande intensità antropologica, catechetica e spirituale. In realtà, affrontare il cuore del padre è andare alla sua essenza, è scrutare il suo mistero e la sua funzione, è pensare a ciò che quel padre rappresenta nella storia della salvezza e a ciò che tutti i padri rappresentano oggi come patrimonio da riscoprire. E il Santo Padre si dice espressamente impegnato a mostrare come la «straordinaria figura» di san Giuseppe sia «tanto vicina alla condizione umana di ciascuno di noi».

Diventare padre

Nella Lettera Apostolica Patris corde il Papa prospetta la missione paterna come un continuum. La paternità non è semplicemente mettere al mondo un figlio: è assumersi «la responsabilità della vita di un altro», è «esercitare la paternità nei suoi confronti», è prendersi «responsabilmente cura di lui». La paternità è il dinamico compito della vita. Perciò Papa Francesco conclude che «Padri non si nasce, lo si diventa». In realtà, essere padre è accettare di essere costruito in un rapporto di amore con il proprio figlio, che modifica radicalmente e definisce in modo nuovo quel che si era. Facendo nuovamente riferimento alla letteratura contemporanea, penso alle affermazioni dello scrittore cileno Roberto Bolaño: «Fino a quando non sono diventato padre per la prima volta, era molto difficile che qualcosa mi ferisse. Credevo di aver raggiunto una certa invulnerabilità. Quando ho avuto il mio primo figlio, tutto è cambiato.


settimana di vacanze per seguire da vicino il momento in cui il figlio avrebbe smesso di indossare il pannolino e rimangono delusi, quasi offesi, perché il bambino lo fa da solo. Altri si svegliano tutte le notti alle tre perché è l’ora del lupo e sentono il bisogno di proteggere il figlio da quello che loro chiamano il punto più solitario della notte. In poco tempo l’isola finisce completamente sotto l’autorità dei bambini, che arrivano a intercettare tutte le telefonate destinate ai genitori. Chiaro che è una caricatura, ma ha una sua parte di verità. Per questo il Papa scrive: «Essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà. Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze (…). L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici (…). La logica dell’amore è sempre una logica di libertà, e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera».

Beati i padri “inutili” Intendo dire che tutti i timori e le paure che avevo provato nell’adolescenza si sono ripresentati, raddoppiati, moltiplicati per cento, perché io posso sopportarli, ma non voglio che li debba sopportare mio figlio». E conclude: «Potremmo parlare per ore del rapporto padre-figlio». Ed è la verità. Eppure la contemporaneità presenta un deficit di questa riflessione. Come giustamente osserva il Papa, «nella società del nostro tempo, spesso i figli sembrano essere orfani di padre».

Introdurre il figlio all’esperienza della vita

E questo essere orfani si manifesta in modo paradossale. Una parabola dei nostri tempi è quella presentata dal cineasta Nanni Moretti nel film Caro diario. Nell’episodio «Le isole» descrive un’isola controllata da bambini. È l’isola dei figli unici e i genitori vivono in modo nevrotico questa situazione, promuovendo in loro lo status di piccoli re capricciosi. Il narcisismo dei figli non è altro che lo specchio del narcisismo dei genitori, che in fondo sono più infantili dei loro bambini. Satirizzando su questo modo di essere padre, Moretti mostra dei genitori che hanno pianificato di prendersi una

Un’affermazione curiosa di Patris corde, e che possiede un’enorme portata spirituale, è quella che dice: «Un padre [è] consapevole di completare la propria azione educativa e di vivere pienamente la paternità solo quando si è reso “inutile”, quando vede che il figlio diventa autonomo e cammina da solo sui sentieri della vita, quando si pone nella situazione di Giuseppe, il quale ha sempre saputo che quel Bambino non era suo, ma era stato semplicemente affidato alle sue cure». Il termine “inutile” ci rimanda alla raccomandazione che ci fa Gesù: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Luca 17, 10). Ma quand’è che un padre fa tutto ciò che gli è stato ordinato? Quand’è che un padre sa di aver compiuto la sua missione? Quando esercita la sua paternità non come un esercizio di possesso, ma come «“segno” che rinvia a una paternità più alta». Perciò san Giuseppe è di fatto un modello importante per tutti i padri. Come spiega Papa Francesco: «In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste». (dall’Osservatore Romano del 19 marzo 2021 - nelle illustrazioni tre opere dell’artista russa Margarita Sikorskaia)

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Il sepolcro aperto nella Pasqua del lockdown

Di seguito riportiamo uno stralcio dell’omelia che il parroco ha tenuto nella Veglia Pasquale dello scorso aprile. Una grande e pesante pietra chiude l’ingresso del sepolcro: la vicenda di Gesù sembra concludersi così, con un sepolcro blindato, sigillato, metafora di tante chiusure, anche del cuore, in cui il Cristo vivo sembra non trovare più spazio. È così anche per questa Pasqua 2021, da molti definita “blindata” per le chiusure imposte a motivo della pandemia che ancora ci preoccupa e sembra voler spegnere nei cuori il desiderio di speranza, di ripartenza, di rinascita. Sono queste chiusure del cuore che dobbiamo temere più che quelle dettate da decreti ministeriali, perché possono condurci ad una malattia che si chiama tristezza, sfiducia, egoismo, appiattimento, “male del vivere” … E’ forte il rischio di una involuzione, di un ripiegamento su se stessi, se non talvolta di rassegnazione, in questo periodo che si prolunga pesantemente: la Pasqua di Gesù torna, consentitemi l’immagine, come “un vaccino” contro il rischio della disperazione. Non c’è chiusura imposta da norme o decreti che possa impedire l’apertura delle coscienze e dei cuori all’incontro con Gesù vivo. Le donne, che all’alba di Pasqua vanno al sepolcro, infatti lo trovano inaspettatamente aperto, la gran-

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de pietra rotolata via: Gesù non è qui, è risorto! Pasqua è la festa dei sepolcri aperti, quello di Gesù e quelli dei nostri cuori che si lasciano incontrare da Lui. Celebriamo dunque la Pasqua di risurrezione con questa apertura della coscienza, del cuore, della vita, lasciandoci incontrare dal Risorto che a porte chiuse sa entrare nel cenacolo dove i discepoli sono serrati nella loro paura. Sia Pasqua di speranza per tutti, in un nuovo inizio, una vera e propria rinascita, in particolare per chi è più affaticato e provato dal momento storico che stiamo attraversando. Come direbbe papa Francesco: “Non lasciamoci rubare la speranza!”.


Quando serve il Green Pass? Le indicazioni della Cei Il Decreto Legge del 23 luglio 2021, come ormai noto, introduce l’obbligo di munirsi di certificazione verde (“Green Pass”) per usufruire di alcuni servizi o prendere parte ad alcune attività determinate dalla Legge. La certificazione non è richiesta per partecipare alle celebrazioni. Si continuerà a osservare quanto previsto dal Protocollo CEI-Governo del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico: mascherine, distanziamento tra i banchi, comunione solo nella mano, niente scambio della pace con la stretta di mano, acquasantiere vuote. Come per le celebrazioni, non è richiesta la certificazione per le processioni. Sono ancora valide le raccomandazioni e le misure comunicate l’11 giugno 2020: obbligo d’indossare la mascherina e di mantenere una distanza interpersonale di 2 m per coloro che cantano e 1,5 m per tutti gli altri fedeli. Ciò, in modo particolare, per evitare assembramenti. Queste misure, tenendo conto della varietà di tradizioni e delle diverse prassi nelle Diocesi, sono ancora attuali e possono continuare a essere garantite. Criteri di riferimento restano il buon senso e l’andamento della situazione epidemiologica nel luogo e nel momento in cui si svolge la processione.

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sagre e fiere, convegni e congressi; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso; centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, dei centri estivi, e le relative attività di ristorazione.

Sono esplicitamente esclusi dall’obbligo di possedere la certificazione verde i partecipanti ai centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione. Questo significa che non è necessario il Green Pass per le persone coinvolte nei centri estivi parrocchiali (oratori estivi, CRE, GREST, ecc…), anche se durante esso si consumano pasti. La certificazione è anche necessaria per partecipare ai ricevimenti successivi a celebrazioni civili o religiose (feste di nozze o altre ricorrenze) e per accedere alle RSA. Sono esenti dall’obbligo del “Green Pass” i minori di età inferiore ai 12 anni e i soggetti esenti sulla base d’idonea certificazione medica. Il controllo della certificazione spetta agli organizzatori dell’attività.

La certificazione è invece obbligatoria, a partire dal 6 agosto, per accedere ad altre attività organizzate o gestite da enti ecclesiastici, come ad esempio: yy servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio (anche bar) per il consumo al tavolo, al chiuso; spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive; yy musei, altri istituti e luoghi di cultura e mostre;

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La Solennità del Sacro Cuore Venerdì 11 giugno abbiamo celebrato la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, nella chiesa che gli è dedicata ed è a noi tanto cara. Nello stesso giorno si è tenuta la Giornata per la Santificazione Sacerdotale che il Vescovo ci ha chiesto di celebrare proprio nella nostra chiesa di Robadello, dedicata al Cuore Sacratissimo di Gesù. Nel pomeriggio era in programma l’adorazione eucaristica alla quale erano invitati, oltre ai fedeli, anche i sacerdoti della diocesi. Alle 18.30 il vescovo ha presieduto la celebrazione dei vespri ed ha impartito la benedizione eucaristica.

Sacerdoti per e in mezzo al popolo di Dio

26 anni fa veniva istituita la Giornata per la Santificazione dei sacerdoti, chiamati a tendere

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alla santità al servizio delle persone. In una Lettera ai sacerdoti in occasione del Giovedì Santo del 1995, San Giovanni Paolo II istituiva la Giornata per la Santificazione dei sacerdoti da celebrarsi in ogni diocesi, in occasione della Festa del Sacro Cuore, o in altra data più consona alle esigenze ed alle consuetudini pastorali del luogo. Una Giornata per pregare per i sacerdoti, perché vivano “nella conformazione sempre più piena al cuore del Buon Pastore”. Richiamando l’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis, Papa Wojtyla ricordava come “la nuova evangelizzazione” abbia “bisogno di nuovi evangelizzatori e questi sono i sacerdoti, che si impegnano a vivere il loro ministero come cammino specifico verso la santità”. E parlava di un “dovere di tendere alla santità, per essere «ministri di santità» verso gli uomini e le donne affidati al nostro servizio pastorale”.

Pastori con l’odore delle pecore

Quella di essere “pastori con l’odore delle pecore”, “pastori in mezzo al gregge” è stata, poi, l’espressione di Papa Francesco, che riassume efficacemente la sua esortazione ai sacerdoti. La espresse fin dalla sua prima Messa del Crisma da Pontefice, nel 2013. Indica concretamente la vicinanza alle persone che sono chiamati ad esprimere, anche nelle periferie esistenziali del nostro tempo. Toccante, ancora, tra i suoi interventi, la Lettera che il 4 agosto 2019 Papa Francesco aveva inviato ai sacerdoti in occasione del 160.mo anniversario del santo Curato d’Ars, patrono dei parroci del mondo. Vi rimarcava, come altre volte ha fatto, l’importanza di ritornare alla prima chiamata, alla memoria della vocazione, di quel passaggio del Signore nella propria vita. Lì ancora sottolineava, come esortazione specifica, proprio quella della vicinanza alle persone: “Niente è così urgente come queste cose: prossimità, vicinan-

za, essere vicini alla carne del fratello sofferente. Quanto bene fa l’esempio di un sacerdote che si avvicina e non si allontana dalle ferite dei suoi fratelli!. Riflesso del cuore del pastore che ha imparato il gusto spirituale di sentirsi uno con il suo popolo; che non dimentica di essere uscito da esso e che solo servendolo troverà e potrà spiegare la sua più pura e piena identità, che gli consente di sviluppare uno stile di vita austero e semplice, senza accettare privilegi che non hanno il sapore del Vangelo; perché «eterna è la sua misericordia”.

Il sacerdozio ministeriale è conseguenza di quello battesimale

Un richiamo ribadito più volte nel corso del Pontificato. Anche ultimamente il Papa lo ha rivolto ai sacerdoti. Quando ha celebrato quest’anno la Messa per l’ordinazione sacerdotale di nove diaconi nella 58.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, li ha esortati, infatti, a essere pastori che “vanno con il popolo di Dio: delle volte avanti, in mezzo, indietro al gregge, ma sempre lì, con il popolo di Dio”. Con quattro modalità di vicinanza fondamentali: con Dio, con il vescovo, tra i fratelli e con il popolo. E ancora, dispensatori di perdono, “sacerdoti di popolo, non chierici di Stato”, “non imprenditori”, perché il sacerdozio non è una carriera, ma un servizio. […] Vicinanza al popolo dal quale si proviene, che non si può dimenticare: due aspetti profondamente uniti, dunque, nella vita sacerdotale, tanto che il Papa rimarcava ancora: “Il Signore dice a Davide: ‘Io ti ho scelto dal dietro del gregge’, da lì”.

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Prossimi appuntamenti

APERTURA DELL’ANNO PASTORALE E CATECHISTICO

Domenica 12 settembre terremo l’apertura ufficiale dell’Anno Pastorale e Catechistico : celebreremo la Solenne S. Messa alle ore 10.00 nel cortile dell’Oratorio (sospesa la Messa delle ore 11.30), alla quale invitiamo tutti i parrocchiani e, in particolare, i bambini e ragazzi con i loro genitori.

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Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori. 1a media: martedì 14 settembre, ore 17.00, in oratorio. Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori. 2a e 3a media: mercoledì 15 settembre, ore 17.00, in oratorio. Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori. 1a e 2a elementare: giovedì 16 settembre, ore 17.00, in oratorio. Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori.

INCONTRI DI CATECHESI PER I RAGAZZI

INCONTRI PER I RAGAZZI E GENITORI ALL’INIZIO DEL NUOVO ANNO CATECHISTICO

In prossimità dell’inizio del nuovo Anno Catechistico abbiamo programmato alcuni appuntamenti per i gruppi dei ragazzi e per i loro genitori, anche per comunicare con maggiore chiarezza modalità di iscrizione e collocazione degli incontri di catechesi, precisando fin da subito che, come per lo scorso anno, dovremo fare qualche “adattamento” a motivo delle norme di sicurezza. Ecco il calendario degli appuntamenti: yy 3a elementare: martedì 7 settembre, ore 17.00, in oratorio. Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori. yy 4a elementare: giovedì 9 settembre, ore 17.00, in oratorio. Alle ore 18.30: comunicazioni del parroco ai genitori. yy 5a elementare: venerdì 10 settembre, ore 17.00 in oratorio.

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I gruppi di catechesi dei ragazzi, come lo scorso anno, si ritroveranno il venerdì tardo pomeriggio, il sabato mattina e la domenica pomeriggio, così da consentire i raggruppamenti nel rispetto del distanziamento e delle norme di sicurezza anti Covid 19. I primi incontri nei gruppi si terranno a cominciare da venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 settembre.

APPUNTAMENTI PER I RAGAZZI CHE SI PREPARANO A RICEVERE I SACRAMENTI

Prima Confessione (3a elementare) yy Venerdì 22 ottobre, ore 18.30: incontro per i ragazzi di 3a elementare, con cena al sacco. yy Venerdì 22 ottobre, ore 20.45: breve incontro


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del parroco con i genitori di 3a elementare. Domenica 24 ottobre, ore 18.00, chiesa del Sacro Cuore: Rito di Presentazione alla comunità dei ragazzi di 3a elementare che si preparano alla Prima Confessione.

Prima Comunione (4a elementare) yy Venerdì 29 ottobre, ore 18.30: incontro per i ragazzi di 4a elementare, con cena al sacco. yy Venerdì 29 ottobre, ore 20.45: breve incontro del parroco con i genitori di 4a elementare. yy Domenica 31 ottobre, ore 18.00, chiesa del Sacro Cuore: Rito di Presentazione alla comunità dei ragazzi di 4a elementare che si preparano alla Prima Comunione. Santa Cresima (1a media) yy Venerdì 12 novembre, ore 18.30: incontro per i ragazzi di 1a media, con cena al sacco. yy Venerdì 12 novembre, ore 20.45: breve incontro del parroco con i genitori di 1a media. yy Domenica 14 novembre, ore 18.00, chiesa del Sacro Cuore: Rito di Presentazione alla comunità dei ragazzi di 1a media che si preparano alla Santa Cresima.

Rosario in chiesa a San Fereolo.

FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO

Domenica 3 ottobre, alle ore 10.00, presso la chiesa del Sacro Cuore, celebreremo la Festa degli Anniversari di Matrimonio: 1°, 5°, 10°, 15°, 20°, 25°, 30°, 35°, 40°, 45°, 50°, 55°, 60°, ecc... Sarà una bella testimonianza per tutta la comunità cristiana e in particolare per i giovani che si apprestano a decisioni definitive per la vita. Invitiamo le coppie interessate a partecipare, compilando l’apposito modulo di adesione.

LA SAGRA DI SAN FEREOLO, NELLA FESTA DELLA DEDICAZIONE DELLA CHIESA

Domenica 10 ottobre, come da tradizione, sarà la domenica della Sagra di San Fereolo che, quest’anno, pur con le precauzioni del caso, speriamo di

LA FESTA DELLA NATIVITÀ DI MARIA

Il giorno liturgico della festa è mercoledì 8 settembre. Celebreremo le S. Messe alle ore 8.30 e alle ore 18.00. Alle ore 17.15 la preghiera del S. Rosario. Domenica 12 settembre (giorno in cui si ricorda il Santo Nome di Maria), alle ore 21.00 preghiera del

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Prossimi appuntamenti

il Rosario. Con questo primo appuntamento speriamo di poter riprendere gli incontri del gruppo adulti, anziani e pensionati. Indicazioni più dettagliate in seguito, anche a seconda di come evolverà questa situazione di pandemia.

CELEBRAZIONE DEI BATTESIMI

vivere in maniera più partecipata. Celebreremo le Messe del mattino (8.30 – 10.0011.30) al Sacro Cuore, mentre la Messa delle ore 18.00 sarà celebrata a San Fereolo, ricorrendo proprio la Festa della Dedicazione. Contiamo di tenere fede anche alle tradizioni della Sagra che contribuiscono a mantenere il clima di festa: le torte della Sagra, la Pesca di Beneficenza ed il pomeriggio di animazione in Oratorio. Lunedì 11 la giornata è dedicata al Suffragio dei defunti della parrocchia: le celebrazioni alle ore 10.00 e alle ore 21.00, a San Fereolo.

IL GRUPPO ANZIANI RIPRENDE IL SUO PERCORSO CON IL PELLEGRINAGGIO A CARAVAGGIO

Nel giovedì dopo la Sagra, giovedì 14 ottobre, pellegrinaggio a Caravaggio. Partenza nel pomeriggio alle 13.30 da San Fereolo e alle 13.40 dal Sacro Cuore. In Santuario faremo la pia pratica della Via Crucis, celebreremo la S. Messa e pregheremo

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La celebrazione dei Battesimi si tiene, di norma, la domenica pomeriggio in forma comunitaria: questa è la forma ordinaria da privilegiare. Non saranno accolte richieste di celebrazioni singole, in altre date al di fuori della domenica, se non per gravi e provate ragioni. A motivo delle norme di distanziamento le celebrazioni si tengono alla chiesa del Sacro Cuore. Ecco il calendario delle prossime celebrazioni: yy domenica 29 agosto, ore 16.00 yy domenica 5 settembre, ore 16.00 (posti esauriti) yy domenica 3 ottobre, ore 16.00 (posti esauriti) yy domenica 17 ottobre, ore 16.00. Altri appuntamenti saranno fissati anche in base alle richieste che perverranno. I genitori interessati contattino quanto prima il parroco.

PERCORSI DI PREPARAZIONE AL MATRIMONIO

Di seguito trovate le proposte dei percorsi di preparazione al Matrimonio per l’anno 2021-2022. Le coppie che intendono parteciparvi sono prega-


di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Fedeli Defunti, abbiamo programmato tre celebrazioni di suffragio: yy martedì 26 ottobre, ore 21.00: Ufficio per i genitori e familiari defunti; yy mercoledì 27 ottobre, ore 21.00: Ufficio per i giovani defunti; yy giovedì 28 ottobre, ore 21.00: Ufficio per i sacerdoti e le religiose defunti. Le celebrazioni si terranno a San Fereolo.

te di contattare il parroco per poter effettuare l’iscrizione. Segnaliamo che il 2° percorso (gennaiomarzo 2022) si terrà in parrocchia a San Fereolo e sarà seguito dal parroco, don Elia e da una coppia di sposi. Oratorio Santa Maria Maddalena Via Indipendenza. Ore 21.00 – 23.00 Martedì 5, 12, 19, 26 ottobre; martedì 9, 16, 23, 30 novembre. Oratorio San Fereolo Viale Pavia, 41. Ore 21.00 – 23.00 Giovedì 13, 20, 27 gennaio 2022; giovedì 3, 10, 17, 24 febbraio; giovedì 3 marzo.

Lunedì 1 novembre 2021 Solennità di Tutti i Santi Orario delle celebrazioni: ore 8.30, ore 10.00, ore 11.30 al Sacro Cuore. Ore 15.00: Santa Messa presieduta dal Vescovo al Cimitero Maggiore per tutte le parrocchie della città. Ore 21.00: Preghiera del Rosario in oratorio e Castagnata. La Messa di domenica 31 ottobre, ore 18.00 è già la Messa della Solennità di Tutti i Santi. Lunedì 1 novembre la Messa delle ore 18.00 è sospesa. Martedì 2 novembre 2021 Commemorazione dei Fedeli Defunti Orario delle celebrazioni: ore 8.30 a San Fereolo; ore 18.00 al Sacro Cuore; ore 21.00 Solenne celebrazione al Sacro Cuore, per tutti i defunti, con particolare ricordo dei defunti dell’anno e delle vittime del Covid 19.

Oratorio di Sant’Alberto Via Saragat, 9. Ore 15.00 – 17.15 Sabato 15, 22, 29 gennaio 2022; sabato 5, 12, 19, 26 febbraio; sabato 5 marzo. Oratorio Santa Francesca Cabrini via Madre Cabrini, 2. Ore 21.00 – 23.00 Martedì 1, 8, 15, 22, 29 marzo 2022; 5, 19, 26 aprile.

LA “NOVENA” DEI DEFUNTI

In preparazione alla celebrazione della Solennità

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Prossimi appuntamenti IL BILANCIO SEMESTRALE DELLA PARROCCHIA

Di seguito pubblichiamo il bilancio della parrocchia relativo al primo semestre 2021 (1 gennaio – 30 giugno 2021). Lo stato di passività, che balza subito all’occhio, è dovuto sostanzialmente al mutuo contratto con BPM per la Chiesa del Sacro Cuore. Il pagamento delle rate era stato sospeso nell’anno 2020, a motivo delle normative legate alla pandemia in corso. Nel marzo 2021 abbiamo ripreso il regolare pagamento delle rate e nel mese di aprile abbiamo pagato € 40.000 (corrispondenti alla quota annua del 2020) ad abbattere così la quota capitale. La rateizzazione, che a motivo delle norme citate viene prorogata di un anno, quindi fino al 2026, è stata ricalcolata in rate trimestrali di € 8.200 circa. La prima di queste nuove rate è stata assolta il 30 giugno scorso. La prossima scadrà il 30 settembre prossimo. In evidenza anche la voce “manutenzione ordinaria e straordinaria” che comprende, in particolare, il rifacimento dell’impianto audio della Chiesa del Sacro Cuore per un costo totale di € 14.383 (iva compresa). Nella voce a bilancio non compaiono ancora in uscita le rate di luglio e di settembre con le quali concluderemo il pagamento dei lavori alla ditta Audema di Castrezzato (BS). Per eventuali offerte, a favore della Chiesa del Sacro Cuore e dell’iniziativa Famigliexfamiglie

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segnaliamo l’IBAN della Parrocchia presso Credit Agricole: IT05J0623020303000046238840.

FAMIGLIEXFAMIGLIE

News dal Gso

Di seguito il prospetto delle categorie in gara per il calcio ed il volley nella prossima stagione agonistica. Calcio Pulcini Primi calci Piccoli amici Seconda categoria

Ci preme segnalare anche la situazione della iniziativa “Famigliexfamiglie”, che in questo ultimo anno ha avuto un incremento notevole nelle entrate dovute alle offerte dei singoli fedeli e nelle uscite a sostegno di famiglie in difficoltà, soprattutto per il pagamento delle utenze domestiche. In questo primo semestre le entrate sono state di € 4.049,78 mentre le uscite di € 5.519,78. Un accantonamento significativo ci consente di fare fronte alle numerose richieste, ma è necessario ancora il vostro generoso sostegno, per il quale è grande e sincera la gratitudine.

IL 5X1000 AL GSO SAN FEREOLO

Ci permettiamo anche di segnalare la possibilità di devolvere il 5x1000 a favore del GSO San Fereolo che, di fatto, è un modo per sostenere la Parrocchia. L’entrata del 5x1000, infatti, viene devoluta dal GSO San Fereolo alla Parrocchia come rimborso per il pagamento delle utenze del Palasanfereolo, degli spogliatoi e del campo di Robadello. Ecco il Codice Fiscale da segnalare: 92503630151 Grazie! A tutti coloro che sono attenti e sensibili alle necessità della parrocchia e alla carità operosa, la riconoscenza viva e sincera.

Volley Under 10 CSI Under 13 CSI Top Junior CSI Open CSI Under 18 FIPAV Prima divisione femminile Prima divisione maschile Open Day Vi segnaliamo le date degli open day relativi al calcio per i bambini e ragazzi delle annate indicate. L’appuntamento è al campo di Robadello, in via Salvemini, 5. Vi aspettiamo! LUNEDÌ 30 AGOSTO dalle 17.30 - pulcini 2011/2012 MARTEDÌ 31 AGOSTO dalle ore 17 - piccoli amici 2015/2016 MARTEDÌ 31 AGOSTO dalle 18.15 - primi calci 2013/2014 GIOVEDÌ 2 SETTEMBRE dalle ore 17 - piccoli amici 2015/2016 GIOVEDÌ 2 SETTEMBRE dalle 18.15 - primi calci 2013/2014 VENERDÌ 3 SETTEMBRE dalle 17.30 - pulcini 2011/2012 SABATO 4 SETTEMBRE dalle ore 10 - attività ludico motoria 2016/2017

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Vita parrocchiale

LA CELEBRAZIONE DEI SACRAMENTI NELL’ANNO DELLA PANDEMIA

I sacramenti nella tradizione cattolica sono definiti come “i segni efficaci della grazia di Cristo”. Possiamo dire che quest’anno ci ha donato un surplus di grazia permettendoci di accompagnare tanti ragazzi a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

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Abbiamo vissuto mesi intensi che, nonostante la situazione difficile della pandemia, non hanno impedito di poter amministrare i sacramenti a più di 200 ragazzi per un totale di ben 10 celebrazioni. Pur con un grande impegno da parte di noi sacerdoti, dei catechisti e delle famiglie, di chi ha animato tutte le celebrazioni, abbiamo potuto condividere, soprattutto grazie ai piccoli gruppi in cui


abbiamo suddiviso i ragazzi, celebrazioni lineari e molto ben partecipate, in un clima adatto e sempre carico di emozione. Grazie anche a chi si è reso disponibile per trasmettere in diretta tutte queste celebrazioni così da permettere anche a parenti e amici più lontani di poter condividere una tappa importante del cammino dei nostri ragazzi.

Le celebrazioni delle Prime Comunioni: - a pagina 22 le celebrazioni del 18 e del 25 aprile - a pagina 23 le celebrazioni del 2 e 6 giugno.

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Vita parrocchiale

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UN GRUPPO ... SPECIALE

I nostri amici di 2a elementare, che ormai entrano in 3a, sono stati tra i più assidui alla catechesi in presenza e a distanza, in questo anno così particolare. La foto li ritrae al termine della Messa a cui erano stati invitati a partecipare come gruppo, e alla quale non hanno voluto mancare. Vi aspettiamo ancora, e ancor più numerosi e partecipi!

A pagina 24, le celebrazioni delle Cresime del 7 e 14 febbraio e del 16 maggio. In questa pagina, le Cresime del 23 maggio e - sotto - il gruppo di 2a elementare. Alle pagine 28 e 29 le Prime Confessioni con i 6 gruppi del 14 e 28 marzo.

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Vita parrocchiale

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Vita parrocchiale

BRAVI I NOSTRI CHIERICHETTI!

Cinque nuovi ministranti, “addestrati” pazientemente da don Roberto, hanno iniziato il loro servizio durante la celebrazione domenicale delle ore 10.00. Aiutati dai loro compagni più grandi hanno ricevuto e indossato la tunica ed hanno così preso posto in presbiterio, pronti a maneggiare ampolline, messale, candele e campanelli in attesa di giungere al “traguardo” del turibolo e della navicella, riservato ai più grandi ed esperti. Grazie alle nuove leve e a tutti i ministranti!

A CARAVAGGIO, A PIEDI

Mezzanotte di venerdì 25 giugno: un gruppo di pellegrini si ritrova davanti alla chiesa di San Fereolo, pronto a partire per Caravaggio: a piedi. Dopo la preghiera e la benedizione del parroco, inizia il cammino: nella notte, mentre si spengono gli ultimi rumori della città, ci si inoltra nel buio e nel silenzio della campagna, si attraversano i paesi, fino a quando giunge l’alba di un giorno nuovo e la cupola del Santuario emerge, maestosa, dal verde degli alberi e dei campi. La “messa prima” della giornata, alle ore 7.00 è la degna conclusione del cammino che ha condotto a Maria e al suo Figlio Gesù. Dopo è spazio per le foto di gruppo e per la stanchezza che fa sentire i suoi morsi: è tempo di ritornare a casa, questa volta in macchina. Nel cuore il ricordo e il fascino del pellegrinaggio notturno verso la casa di Dio.

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Vita parrocchiale

MESE DI MAGGIO: APERTURA E CHIUSURA NEL NOME DI MARIA

Sabato 1° maggio, nonostante l’inclemenza del tempo che ha sferzato di pioggia tutta la giornata, non abbiamo voluto rinunciare alla bella tradizione della Messa celebrata dal Vescovo, nella zona artigianale. La concomitanza con la Festa del Lavoro, ha offerto al Vescovo l’opportunità di invitare, insieme ai titolari delle aziende, anche i rappresentanti del mondo sindacale e i responsabili dell’Ufficio Diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro. Ai rappresentanti delle aziende artigianali della zona di Via San Fereolo il grazie per l’ospitalità sempre squisita. Il Mese di Maggio scorre rapidamente con la fedeltà agli appuntamenti serali di preghiera in chiesa

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e al giovedì nel cortile dell’Oratorio. Ogni giovedì un gruppo di ragazzi è invitato ad animare la celebrazione dando vita così a dei giovedì molto partecipati. Il cortile dell’Oratorio si rianima di voci, di volti, di colori, in previsione dell’imminente, attesa estate dei ragazzi. Arriviamo rapidamente a domenica 30 maggio, data prescelta per la conclusione dell’Anno Pastorale e Catechistico e per chiudere il Mese di Maggio affidando la comunità intera all’intercessione di Maria, la Madre. La celebrazione nel cortile dell’Oratorio, pur nel distanziamento richiesto, vede un vero e proprio “affollamento”: aria di comunità, aria di casa, aria di festa. Ce n’era bisogno, ce n’è bisogno dopo questi lunghi mesi di pandemia. Un manciata di ore ed è già il mese di giugno, ricco di eventi e di iniziative.


IL GREST 2021

Hurrà! È il grido di gioia ed entusiasmo che ha caratterizzato il Grest 2021. Finalmente, dopo un anno di pausa, è stato possibile riprendere l’esperienza estiva che tradizionalmente anima l’oratorio nel mese di giugno. Un Grest in tempo di pandemia non è stato semplice da organizzare. Gli spazi da calcolare e preparare, il numero ristretto di ragazzi da poter ospitare, i dispositivi di sicurezza e le distanze da rispetta-

re,… un lavoro di organizzazione che tuttavia si è dimostrato molto utile per dare un volto nuovo all’esperienza del Grest e che senz’altro potrà darci qualche consiglio anche per il futuro. Così siamo riusciti ad accogliere più di 100 ragazzi dalla 1a alla 4a elementare presso l’oratorio di san Fereolo e una cinquantina dalla 5a elementare alla 3a media presso la struttura di Robadello. Grest doppio ma non per questo meno divertente o apprezzato.

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Vita parrocchiale

All’indomani della fine della scuola, il 9 giugno, i ragazzi hanno varcato la soglia dell’oratorio divisi per fasce di età, con i loro colori e ambienti di riferimento e hanno iniziato a divertirsi in attività di gioco, laboratori, svago, … insomma con tutti gli

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ingredienti per vivere insieme una bella esperienza. Naturalmente il grazie va anche alla squadra di circa 50 animatori adolescenti che, suddivisi nelle due strutture, si sono impegnati a far divertire i


ragazzi nel rigoroso rispetto di tutte le regole. Era sempre molto bello vedere l’impegno e la costanza degli animatori che con assiduità iniziavano presto la mattina (alle 8 i primi erano già pronti per il Pre-Grest) e prestavano il loro aiuto ai ragazzi fino al pomeriggio inoltrato. Poi si sa che quando i ragazzi lasciano l’oratorio gli animatori possono finalmente (dopo il confronto giornaliero con il don) lasciarsi andare a qualche momento di svago tra partite di calcetto fino all’ultima goccia di sudore e spettacolari passaggi degni di veri pallavolisti. Un grazie va anche a una trentina di adulti (mamme, papà, nonni, volontari,…) che nelle due strut-

ture si sono prestati per l’accoglienza del mattino, la distribuzione delle merende, i laboratori, le pulizie, il servizio al bar e tanti altri servizi che hanno facilitato e assicurato uno sguardo in più ai ragazzi. Significativo anche l’incontro con il nostro Vescovo Maurizio che ha passato una mattinata con noi visitando le due sedi del Grest e guidando la preghiera con i ragazzi e gli animatori. Hurrà! Confidiamo che l’entusiasmo raccolto da questo grido possa rivivere in questo nuovo anno che ci apprestiamo ad affrontare. Davvero l’oratorio colmo di ragazzi è un segno di speranza e di vita che ci fa guardare positivamente al futuro!

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Vita parrocchiale

IL CAMPO SCUOLA ADOLESCENTI IN VAL D’AOSTA

“Datevi al meglio della vita!” Questo invito l’ha rivolto papa Francesco ai giovani nell’esortazione post-sinodale Christus Vivit pubblicata a conclusione del sinodo dei Vescovi sul tema dei giovani tenutosi a Roma nello scorso 2018. È stata la frase che ha ispirato e guidato i momenti più intensi dell’esperienza del camposcuola adolescenti che ha visto coinvolti, lo scorso luglio, più di 30 ragazzi guidati da don Roberto e da alcuni giovani. Partiti domenica 11 luglio abbiamo vissuto insieme una settimana presso la struttura di Chateu Verdun a Saint-Oyen in Valle d’Aosta. Una settimana di passeggiate in montagna, giochi serali, partite di calcetto e pallavolo, incontri particolari, senza farci mancare una giornata di visita alla città Aosta. L’esperienza del campo ha alternato i momenti di svago e divertenti a momenti di riflessione, come l’incontro con suor Margherita, monaca benedettina del monastero Regina Pacis situato a pochi metri dalla struttura che ci accoglieva. Un incontro che ha riportato un po’ di serenità, di pace interiore e che ci ha ricordato come ognuno di noi sia speciale agli occhi di Dio, tanto speciale da essere unico e irripetibile. Anche l’eucarestia quotidiana e i momenti di pre-

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ghiera, che i ragazzi hanno affrontato con particolare impegno, ci hanno rivelato che davvero il meglio della vita lo si scopre non tanto nelle cose che abbiamo, ma in chi siamo e nelle persone con cui condividiamo le esperienze più belle, quelle che lasciano il segno, proprio come quella del campo. Certo la fatica delle poche ore di sonno o di qualche scherzo fra gli inquilini delle varie stanze del campo, ci ha portati a tornare carichi di emozioni e anche di un po’ di stanchezza che abbiamo smaltito insieme a qualche raffreddore nei giorni successivi al rientro! Concludo con una frase importante che un amico prete ci ha detto celebrando l’eucarestia per noi in quei giorni mentre leggevamo il testo dell’Esodo che racconta l’incontro di Mosè con Dio presso il roveto ardente. Mosè in quel racconto si toglie i sandali perché scopre di ritrovarsi su un suolo sacro, quello abitato da Dio. “Così – ci ha ricordato l’amico don – ogni volta che incontriamo qualcuno in lui rivediamo Dio e anche noi togliamo i nostri “sandali” perché scopriamo che l’incontro con l’altro ci porta su un terreno sacro. Sacro perché nell’altro scopriamo sempre la presenza di Dio”. Speriamo che l’esperienza del campo possa portare entusiasmo e anche consapevolezza che gli incontri e le esperienze della vita non sono mai casuali, ma sono sempre un segno vivo della presenza di Dio che ci accompagna.


Il percorso della vita

Foto 1 - Battesimo del 26 giugno 2021

BATTESIMI yy yy yy yy yy yy yy yy yy

BARTOLETTI REBECCA di Daniele e Bottigiola Francesca (foto 2) CALDI GINEVRA di Filippo e Lauro Arianna (foto 2) OLDANI LEANDRO di Luciano e Gutierrez Lianette Jmenez (foto 3) RIMONDI NICOLA di Enrico e Boiardi Silvia (foto 4) DEMICHELE JOSUE’ di Paolo e Muonba Malula Nora Pauline (foto 4) FATIGATI ALLEGRA di Vincenzo e Zanoni Giorgia (foto 5) GENAZZI ALBERTO di Davide e Massazza Elisabetta (foto 5) RANZA GIORGIO di Lorenzo e Ferrari Francesca (foto 5) XHAPAJ ISABELLA di Hektor e Balliu Vilma

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(foto 5) CASSARINO BEATRICE di Vincenzo e Moscarelli Fabrizia (foto 1) FERRARI SANTIAGO di Nicholas e Alfoli Sara (foto 1) BIANCO AURORA di Gianmaria e Origlia Gessica (foto 6) BIANCO CHRISTIAN di Gianmaria e Origlia Gessica (foto 6) CATANZARO GIOIA di Gabriele e Corbetta Raffaella (foto 6) GALIZIA NICOLE di Michele e Binario Marianna Veronica (foto 6) LIBIATI MATTIA di Denny e Libiati Miledy GENERALI ALESSANDRO di Giancarlo e Bignami Noemi (foto 6)

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Il percorso della vita

Foto 2 - Battesimi del 10 aprile 2021 Foto 5 - Battesimi del 13 giugno 2021

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Foto 3 - Battesimo dell’11 aprile 2021

Foto


Foto 4 - Battesimi del 2 maggio 2021

o 6 - Battesimi del 4 luglio 2021

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Il percorso della vita

Nozze di BUONORA GIANLUCA con FORTE SIMONA Nozze di DOVERA FEDERICO con FERRARI ALESSANDRA

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Nozze di CAVALLETTI CHRISTIAN CON LOMBARDI ELEONORA

Nozze di SACCARDO FILIPPO con GOTRA LUCIA

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Il percorso della vita

Arienta Stella di anni 98

Audella Gian Piera di anni 91

Barbazza Angela di anni 63

Benedetti Francesco di anni 92

Bertolotti Antonio di anni 86

Bolzoni Mario di anni 63

Bonomi Angelo di anni 72

Bosoni Giuseppe di anni 89

Cella Raffaele di anni 74

Chiesa Andreina di anni 92

Cisari Angela di anni 91

Di Lucia Giulia di anni 41

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Magli B. Valentino di anni 83

Morbio Enrico di anni 80

Parrino Giuseppe di anni 86

Pedrazzini Angelo di anni 91

Pozzato Luigia Maria di anni 82

Romagnolo Francesca di anni 85

Temporin Milena di anni 86

Terzaghi Ettore di anni 94

DEFUNTI

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LACCHINI MAELA di anni 57 VIGANO’ GIAN CARLO di anni 88 GAIOLI LIVIANA di anni 69 GRAZIANO PROVVIDENZA di anni 77 FERRARI LORENZO di anni 87 ANDRAGHETTI MERCEDES di anni 73 SGUALDI DIRCE di anni 87 VOLPI ADRIANA di anni 80 ERRICHIELLO MARIA di anni 93 COLOMBI FRANCA di anni 91 MALACARNE FRANCESCA di anni 81 CINNIRELLA MARIO di anni 68 FAELLI ADRIANA di anni 77 BASSANINI PIETRO di anni 70 CIPELLETTI SILVANA di anni 82 PARMIGIANI ANGELA di anni 89 FILIPPONI DOMENICO di anni 60 BEACCO GIOVANNI di anni 88 SPAGNUOLO GIOVANNA di anni 59

Uggetti Giovanna F. di anni 68

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DEIANA MARIA di anni 88 TEMPELLA GIANGIUSEPPE di anni 76 DELBUE ENRICO di anni 88 SEVCIKOVA MIROSLAVA di anni 61 BELLANI ADRIANA di anni 95 LA MONICA ALESANDRO di anni 53

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658

Per contattarci:

don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-979388 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918

e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

Gli orari delle S. Messe: Feriali

San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00

(posti disponibili alla chiesa di San Fereolo: 70)

Sabato e prefestive

Sacro Cuore: ore 17.30 (posti disponibili alla chiesa del Sacro Cuore: 200)

Festive

Sacro Cuore: ore 8.30; ore 10.00; ore 11.30; ore 18.00 (posti disponibili alla chiesa del Sacro Cuore: 200)

I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico temporaneamente sospeso

Doposcuola

in fase di programmazione

Distribuzione vestiti

temporaneamente sospesa

Aiuto generi alimentari una volta al mese

Centro d’ascolto

mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11

Ambulatorio Medico Caritas

martedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30

Le visite, riservate esclusivamente a pazienti privi dei documenti necessari per l’assistenza sanitaria, vanno prenotate presso la Caritas centrale, via Cavour, 31.


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