Camminiamo Insieme giugno 2018

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camminiamo insieme

Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Giugno 2018 - n. 414 pro manuscripto


don Elia Croce, parroco

Tra memoria e futuro Uno sguardo retrospettivo (ma non solo) sulla vita della parrocchia

progetti e programmi pastorali.

gno, costantemente, di riferimenti.

Complessità E’ stato un anno complesso a motivo della molteplicità e varietà di elementi che compongono la vita e il cammino di una comunità parrocchiale: la fatica a coordinare, a tenere insieme, a far percepire e maturare il clima di comunità … Ma anche tutti gli aspetti burocratici che riguardano soprattutto le strutture, gli impianti, la sicurezza etc. aspetti che rubano parecchie energie e pensieri. La fatica a far fronte a tutto e a tutti. Talvolta il senso di rincorsa sulle cose, sulle iniziative, con un po’ di affanno … Complessità significa anche una serie sempre più grande di povertà che ci interpellano e provocano. Ma la complessità sta a dire anche una varietà, una diversità, anche dal punto di vista umano, che interpella la comunità cristiana e che, non necessariamente, deve essere considerata come problematica.

Il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale Il prossimo anno pastorale ci vedrà impegnati nel rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale, (CPP) in comunione con tutte le parrocchie della diocesi, su invito del Vescovo, alla scadenza “naturale” dei Consigli, che hanno una durata in carica di un quinquennio. A dire il vero il nostro CPP è in carica da più di cinque anni. Con il Consiglio uscente, cui va la gratitudine per il lavoro svolto, ci sarà ancora occasione di incontrarci nel mese di settembre, per una opportuna verifica e per predisporre una Commissione elettorale in vista del rinnovo. Di fatto, nel mese di novembre, si procederà all’elezione e costituzione del nuovo CPP che sarà presentato ufficialmente alla comunità ed inizierà il suo mandato in una domenica precedente il Natale. Il rinnovo del Consiglio non dovrà essere un puro adempimento formale, ma dovrà richiamarci ad alcune attenzioni costitutive della comunità cristiana e sulle quali tutti abbiamo bisogno di rimetterci in gioco.

Riconoscenza E’ l’atteggiamento che sgorga dal cuore nei confronti del Signore, anzitutto, per i suoi doni e per le sue sorprese. E poi riconoscenza a tante persone che si spendono gratuitamente nella comunità e per la comunità con dedizione, spirito di servizio, disponibilità.

Uno sguardo in prospettiva All’affacciarsi dell’estate diamo anzitutto uno sguardo retrospettivo all’anno pastorale che sta per chiudersi, pur proseguendo nel ritmo più “ordinario” della vita parrocchiale. Lo rileggo alla luce di alcuni termini.

Uno sguardo retrospettivo

Intensità E’ stato un anno intenso per tanto motivi: il ritmo

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dell’anno liturgico con le sue celebrazioni, le proposte catechistiche, formative e spirituali, le attività e poi le relazioni con le famiglie, le persone …

Il nostro sguardo, ovviamente, non può indugiare troppo sul passato ma, al contempo, deve guardare avanti, ad un cammino che prosegue e che ha biso-

La comunione E’ dimensione costitutiva della chiesa e segno della sua autenticità e dunque credibilità, nella relazione fondamentale con Gesù Cristo, che è il centro, e nella vita di fraternità con i fratelli e sorelle nella fede. Una comunità divisa non è credibile né tanto meno “appetibile”.

Ricchezza E’ stato un anno ricco perché il Signore non ci lascia mai mancare possibilità, opportunità per la nostra crescita. Ricco per il riferimento alla Parola e all’Eucarestia che sono i due fondamenti su cui si fondano la vita ed il cammino di una comunità cristiana. Ricco per la fede, la speranza, la carità toccate con mano nelle vicende personali e della comunità stessa. Davvero il Signore sa sorprenderci al di là di tutti i

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La partecipazione Nasce dal sentirci parte, dal sentirci “dentro” la comunità, dal sentire la comunità come nostra, da un legame anche affettivo che possa esprimersi in una concreta presenza e disponibilità. La valorizzazione della parrocchia La parrocchia, ancora oggi, rappresenta l’esperienza prima e ordinaria in cui celebrare, vivere e testimoniare la propria fede. La parrocchia si costituisce anche per una sua dimensione territoriale, geografica e storica: non è secondario vivere la propria vita cristiana nel riferimento alla comunità parrocchiale impegnandosi ad una appartenenza sempre più matura e ad una presenza motivata e coinvolta. Troppi cristiani, permettetemi, vivono la loro vita cristiana, disincarnata da ogni riferimento parrocchiale, senza mai un aggancio, una presenza, un riferimento alla comunità di appartenenza. La necessità di coinvolgimento e collaborazione In vista del rinnovo del CPP e dell’apertura del prossimo anno pastorale faccio appello a tutti i parrocchiani perché si aprano ad una partecipazione più ampia e ad una collaborazione più generosa e disponibile: yy rendendosi disponibili alla composizione della “lista elettorale”, ovvero di coloro che saranno eleggibili in vista della formazione del rinnovato Consiglio. yy nella disponibilità ad assumersi qualche forma di servizio all’interno della comunità parrocchiale. Quanti parrocchiani, anche giovani, o giovani sposi, che hanno dei trascorsi di impegno anche rigoroso in ambito ecclesiale, potrebbero dedicare un po’ del loro tempo per la comunità, per l’oratorio! E’davvero la man-

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canza di tempo l’unica motivazione che rende indisponibili ? con la “semplice” presenza alla Messa domenicale nella propria parrocchia ( … perché tanti parrocchiani scelgono, di principio, di frequentare sempre la Messa domenicale altrove … mai a San Fereolo?), sia con la partecipazione a qualche iniziativa o con un semplice passaggio in Oratorio …. Insomma il rendersi presenti, anche fisicamente ha un’importanza fondamentale per una comunità che non è formata da “fantasmi …”.

L’omelia di don Elia Croce nella S. Messa del Giovedì Santo

I verbi dell’amore

Buona estate!

Il prossimo mese di giugno vedrà il nostro Oratorio, con don Roberto in prima linea, impegnato nelle attività estive con i ragazzi: prima il Grest e poi i Campi Scuola. Ci auguriamo che trovino accoglienza motivata nelle famiglie e che tali proposte siano valorizzate come delle opportunità e riconosciute come doni, e non rivendicate con atteggiamenti opportunistici di pretesa. A tutti i parrocchiani auguriamo un’estate che possa consentire il meritato riposo, ed il recupero delle energie e della pace anche spirituale. A tal proposito ricordiamo che per tutta l’estate, salvo avviso contrario, ogni martedì sera la chiesa sarà aperta per la preghiera silenziosa: una bella opportunità di sosta e di riposo anche dell’anima.

Orario estivo delle S. Messe yy Da domenica 17 giugno fino alla fine di agosto è sospesa la S. Messa festiva delle ore 9.00 al Sacro Cuore. Riprenderà con domenica 2 settembre. yy Da lunedì 25 giugno fino a venerdì 31 agosto è sospesa la S. Messa feriale delle ore 18.00 a San Fereolo. yy Da lunedì 25 giugno fino a venerdì 31 agosto la S. Messa feriale al Sacro Cuore si celebra alle ore 18.00.

La prima azione è questa: “Gesù si alzò da tavola, si levò dalla cena …” E’ un gesto molto importante perché espresso da un verbo che è quello della risurrezione: vuol dire risorgere, risvegliarsi … Allora il gesto di lavare i piedi è l’anticipo di ciò che sarà la vita risorta, rinnovata in Cristo: una vita piena nell’amore. Se cerchiamo segni della risurrezione li troviamo

La narrazione di Giovanni racconta le azioni che Gesù compie, lavando i piedi ai discepoli: sono azioni puntuali, precise, consapevoli, che dicono una intenzionalità profonda di Gesù: Lui sa quello che sta facendo, sa quello che gli accadrà e sceglie di amare, consapevolmente. nell’amore vissuto sull’esempio di Gesù (che non è l’amore interessato, egoistico, che ha doppi fini, che cerca il tornaconto …) ma l’amore gratuito: l’amore di chi si è alzato, di chi è risorto ad una vita nuova … Io sogno una comunità eucaristica e credenti che sappiano alzarsi, che sappiano risorgere, proprio a partire dall’Eucarestia celebrata, per uscire dal proprio individualismo, e mettersi a disposizione nei gesti del servizio. Quindi si dice, e siamo alla seconda azione, che Gesù depose le vesti, cioè si spogliò; non tolse solo il mantello, ma tutte le vesti; quindi resta nudo, totalmente esposto, come lo sarà sulla croce, dopo essere stato spogliato ... E’ la nudità dell’amore, del servo che svela il volto di Dio. Questo atto di deporre le vesti è una rivelazione, uno svelamento: è un deporre la vita stessa, per farne dono e così mostrare il vero volto di Dio: un Dio che ama, che serve,

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che dona se stesso fino in fondo. Io sogno una comunità eucaristica e credenti che sappiano deporre le vesti dell’arroganza, dell’opportunismo, e della falsità e che sappiano esporsi, anche con le loro fragilità, ma in verità, senza maschere e gesti di falso buonismo. Siamo ad una terza, precisa azione di Gesù, il quale prese un asciugatoio, un grembiule, e se lo cinse ai fianchi: si riveste di quello. Quel grembiule diventa l’abito più intimo che Gesù, ora, indossa, dal momento che si era spogliato dei suoi vestiti. E’ l’abito del servo, il vestito del servo per amore. Abbiamo altre volte sottolineato che, nella simbologia biblica, l’abito inerisce l’identità della persona: dapprima Gesù depone l’abito, cioè depone la sua esistenza, ne fa dono; e poi indossa il grembiule del servo; ecco chi è Gesù. Io sogno una comunità eucaristica e credenti che non si vergognino ad indossare il grembiule del servizio e a sporcarsi le mani per gli altri. Dopodiché, siamo alla quarta azione, Gesù versò dell’acqua nel catino: quest’acqua versata è un evidente richiamo pasquale: non più l’acqua del diluvio che uccide, ma l’acqua del nuovo Mar Rosso, del nuovo passaggio, quello del Battesimo che fa vivere, che fa rinascere. E’ fondamentale lasciarsi lavare da quest’acqua cioè lasciarsi amare: diversamente non si ha parte con Gesù, non gli si appartiene, non si è dei suoi.

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Io sogno una comunità eucaristica e credenti che non abbiano paura a lasciarsi amare da Gesù, e dunque a compromettersi, ad appartenergli, pronti a donarsi anziché a pretendere, pronti a donarsi anziché a rivendicare. Un quinto verbo è questo: Gesù cominciò a lavare i piedi dei discepoli. E’ un’azione puntuale, un momento preciso, ed è un inizio in cui Gesù pone i suoi discepoli e la sua chiesa, ieri come oggi, in una continuità che non è ancora terminata. Per i credenti di ogni tempo, per la chiesa di ogni tempo è sempre l’ora di “cominciare a lavare i piedi …”. Io sogno una comunità eucaristica e credenti che abbiano il coraggio di rimettersi in questo inizio; possono capitare momenti di stanchezza o di distanza, ma è sempre possibile ed è sempre necessario ripartire. Di nuovo si dice che Gesù asciugò i piedi con l’asciugamano di cui si era cinto: Gesù lava e asciuga i piedi, proprio perché essi sono metafora del cammino dell’uomo, del percorso della sua esistenza, il suo modo di vivere e di agire. Lavando e asciugando i piedi Gesù ha guarito il nostro cammino, il nostro modo di vivere, ha purificato il nostro modo di pensare e di agire. Gesù prende tra le sue mani i nostri piedi, cioè il nostro cammino, il percorso della nostra vita, spesso accidentato, frequentemente carico di domande, talvolta provato, faticoso e lo purifica, lo guarisce, lo fortifica, lo riscatta. Io sogno una comunità eucaristica e credenti capaci di camminare insieme, con il passo dei discepoli che seguono il Maestro, non se stessi, il proprio capriccio, le proprie idee, i propri progetti … L’ultima azione di Gesù, dopo l’incomprensione e il dialogo con Pietro, che non capisce il gesto di Gesù, è questa: si dice che quando ebbe lavato i piedi riprese le sue vesti … Non so se avete notato: non si dice che tolse il grembiule del servizio, ma che riprese le vesti, ovvero, quel grembiule, che dice la sua identità di servo per amore, Gesù non lo toglierà mai più. Io sogno una comunità eucaristica e credenti capaci di tenuta, di costanza, che non si vergognino della loro fede, che non tirino i remi in barca, che non si rassegnino … In questa sera in cui sperimentiamo l’intensità dell’amore di Gesù per noi, raccogliamo la sua consegna, riconoscenti per il suo luminoso esempio e chiediamo il dono e la capacità di fare come lui ha fatto.

L’omelia di don Elia Croce nella Veglia Pasquale

Volti di Pasqua

La conclusione di Marco

L’evangelista Marco ci sorprende nell’annuncio di Pasqua, che è anche la conclusione del suo vangelo; ci sorprende perché invece di un gran finale dove “vissero tutti felici e contenti” Marco ci riporta la vicenda delle donne che, contrariamente alla richiesta del giovane che incontrano al sepolcro, che chiede loro di annunciare, “non dissero niente a nessuno …”; e, a fronte della raccomandazione: “Non temete”, esse rispondono con la paura; e alla richiesta di “andare a dire” esse fuggono. Bene che sia così perché il vangelo, la vicenda di Gesù non è una favola, o una vicenda virtuale dove si può fingere di essere e fare quello che si vuole e non si è, ma è realtà.

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E ancora l’evangelista ci sorprende perché invece di una conclusione definita, netta, precisa, egli lascia, per così dire un finale aperto. Ce lo conferma la traduzione letterale del testo, dal greco che, alla lettera andrebbe letta così: “Esse (le donne) non dissero niente a nessuno. Avevano paura, infatti …” O, anche: “avevano paura poiché …” Scusate questo riferimento alla traduzione, che non vuole essere un vezzo, ma è una conclusione che ci suona male anche dal punto di vista linguistico. Marco conclude il suo vangelo con questo infatti, con questo poiché: che finale è? Si può concludere un testo, tanto più un vangelo, con questo termine che sembra lasciare le cose in sospeso, indefinite ? Comprendiamo questo epilogo se consideriamo che la Pasqua di Gesù, come conclusione del suo vangelo, in realtà non è una conclusione, ma una vicenda che apre ad un nuovo inizio. Si, il vangelo dal punto di vista letterario finisce lì, ma in realtà comincia lì, si riapre lì, riparte da lì. La Pasqua di Gesù ci pone sempre in un nuovo inizio, non è mai la conclusione di tutto: non è stata la conclusione la sua croce ed il suo sepolcro, che le donne vedono vuoto, come non è la conclusione ogni sepolcro davanti al quale la vita ci pone: che sia dato dalle vicende della storia, o personali o dalla situazione del nostro cuore che a volte ci

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si presenta come un sepolcro, o dall’atto ultimo e decisivo del nostro cammino, che è la morte, la Pasqua di Gesù ci pone sempre in un nuovo inizio, in un nuovo punto di partenza.

Tornare in Galilea

E’ per questo che il risorto dà appuntamento ai suoi in Galilea: “Vi precede in Galilea; là lo vedrete, come vi ha detto”. Perché in Galilea? Perché là era iniziato tutto; perché là Gesù aveva annunciato il suo vangelo e chiamato i suoi discepoli a seguirlo. La Pasqua di Gesù, nella prospettiva dell’evangelista Marco è un ritorno al vangelo, è un ripartire dalla parola del vangelo. E’ un invito ad entrarci, quasi fosse una porta di ingresso … è un invito a percorrerlo come un itinerario: varca questa porta, percorri questo cammino, riparti oggi e ogni giorno dal vangelo di Gesù: qui lo incontri, così lo incontri. Il messaggio fondamentale per noi oggi è proprio questo: torna al vangelo; torna alla sua Parola perché lì Gesù è presente e ti cambia il cuore. Ma torna anche alla tua Galilea; ai tuoi inizi: yy l’inizio della tua fede, il Battesimo di cui facciamo memoria viva nella celebrazione pa-

squale; l’inizio della tua vita come un dono grande, splendido, ricevuto e immeritato … e da accogliere e scegliere ogni giorno; yy e ogni altro inizio legato per esempio alle grandi scelte di vita … ai passaggi radicali dell’esistenza, quelli che ci hanno cambiato, quelli che ci hanno entusiasmato e fatto crescere. Ecco l’invito, nell’ottica Pasquale: ritorna ai tuoi inizi, riparti dagli inizi, ritrova la freschezza degli inizi. yy

I segni della Pasqua

Se la nostra Pasqua è il ritorno alla Parola evangelica in un nuovo inizio è necessario che ci lasciamo coinvolgere e trasformare da questa Parola perché possiamo diventare segni viventi della Pasqua di Gesù. Nel breve scritto con cui vi ho raggiunto nelle vostre case nei giorni scorsi con il Bollettino ho citato un testo di don Mazzolari, che mi permetto di riprendere: “I segni della Pasqua del Signore li possono vedere anche coloro che non credono, ma i segni della nostra Pasqua, dove sono?” Come cristiani siamo strumento indispensabile

per annunciare la Pasqua di Gesù, attraverso la nostra personale Pasqua, attraverso il nostro nuovo inizio, attraverso la novità della nostra esistenza.

Volti di Pasqua Concludo con un augurio citando il filosofo tedesco Nietzsche, uno dei maestri del sospetto, non credente, che scrisse: “Non è vero che il Signore è risorto, altrimenti i cristiani avrebbero un’altra faccia.” E’ un augurio, forse scomodo, che cogliamo come provocazione ad una vita cristiana autentica, che possa mostrare i segni della Pasqua. Vi auguro di avere un volto pasquale, che non significa un volto segnato da sorrisi forzati o da maschere di serenità; ma un volto vero segnato dalle rughe delle prove, delle fatiche, delle preoccupazioni di ogni giorno, forse anche dalle lacrime, ma con occhi limpidi che lascino trasparire la luce e la speranza che ci portiamo nel cuore, quella di Gesù Risorto. Vi auguro di avere e di essere “volti” di Pasqua! (Nelle foto, alcuni momenti delle celebrazioni pasquali: la processione delle Palme e la via Crucis).

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Il saluto iniziale del parroco al Vescovo Maurizio nel giorno dell’apertura

Il mese di maggio

Anche quest’anno l’apertura del Mese di Maggio si è svolta secondo i canoni della tradizione. yy

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Il luogo: la zona artigianale di via San Fereolo 9, proprio nel giorno della Festa del Lavoro e dei lavoratori, per i quali non sono mancati il ricordo e la preghiera. La presenza del Vescovo Maurizio che ben volentieri ogni anno torna a donarci la sua parola incoraggiante con la simpatia che lo contraddistingue. Quest’anno è stato presente, ospite gradito, anche il vescovo di Mondovì, mons. Egidio Miragoli.

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La celebrazione del Primo Maggio ci raduna ogni anno numerosi ad iniziare il cammino di preghiera che ci porterà, giorno dopo giorno, in tutte le zone del nostro popoloso e popolare quartiere. Lo iniziamo qui, in modo significativo, in questo giorno dedicato al mondo del lavoro e a tutti i lavoratori, che affidiamo all’intercessione della Vergine Madre e di San Giuseppe, suo sposo. Lo iniziamo alla presenza del nostro vescovo Maurizio, che ancora una volta ha voluto accettare il nostro invito: a lui l’abbraccio e il saluto dell’intera comunità, così come il saluto cordialis-

simo va anche al vescovo Egidio che accogliamo sempre volentieri nella comunità di San Fereolo, che per diversi anni è stata per lui riferimento e campo di azione del suo ministero sacerdotale. Eccellenza: la celebrazione che dà inizio al Mese di Maggio in questo anno dedicato alla Missione rappresenta per noi una sorta di mandato, un invio, che questa sera lei ci consegna con la sua presenza: di giorno in giorno attraverseremo vie e zone del quartiere con la sensibilità e la consapevolezza di chi “a tutti … per il mondo …” vuole testimoniare la gioia del vangelo.

La presenza numerosa dei fedeli che, nonostante il maltempo, si sono raccolti per la preghiera del Rosario e per la celebrazione

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dell’Eucarestia. La distribuzione delle immagini ricordo che, ogni anno, i condomini di via San Fereolo fanno stampare per l’occasione. Ed infine, perché no, anche il momento conviviale che, alla conclusione, ha consentito un momento di festoso saluto, in fraternità.

Sono seguiti i vari appuntamenti di preghiera che, frequentemente, causa maltempo, ci hanno costretti a ripiegare in chiesa. Ogni sera, al termine della celebrazione, il parroco

ha consegnato un “fioretto del Mese di Maggio”, ovvero un proposito, un impegno per il giorno seguente, che potesse dare continuità e anche attuazione pratica alla preghiera della sera precedente. Nel complesso il Mese di Maggio è sempre una intensa esperienza di preghiera ed anche un simpatico momento di incontro; una tradizione da non perdere, anzi da incentivare. Il grazie sentito e accorato va alle persone che ogni sera hanno dato la loro disponibilità per allestire gli spazi di preghiera e alle famiglie ed alle aziende ospitanti.

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Gaudete et exsultate

La terza Esortazione di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo A cinque anni dalla sua elezione papa Francesco ha deciso di pubblicare la sua terza Esortazione apostolica dal titolo “Gaudete et exsultate”. Essa, come è detto esplicitamente nel sottotitolo, ha come argomento la «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo». Il Pontefice lancia un messaggio «nudo», essenziale, che indica ciò che conta, il significato stesso della vita cristiana, che è, nei termini di sant’Ignazio di Loyola, «cercare e trovare Dio in tutte le cose». Questo è il cuore di ogni riforma, personale ed ecclesiale: mettere al centro Dio. È l’urgenza di una risalita all’essenzialità. A ciò che conta per vivere pienamente da uomini e da veri cristiani nel contesto storico attuale. L’esortazione Gaudete et exultate sulla «chiamata alla santità nel mondo contemporaneo» non è perciò riservata a pochi ma è una via per tutti. Non un trattato sulla santità, ma una sua descrizione, così come l’aveva profilata il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium. Nei cinque capitoli del documento Papa Francesco sgombera così il campo dalle false immagini che si possono avere della santità, da ciò che è nocivo e ideologico e «da tante forme di falsa spiritualità senza incontro con Dio che dominano nel mercato religioso attuale», e, spiegando che la santità è frutto della grazia di Dio, indica le caratteristiche che ne costituiscono un modello a partire dal vangelo. Illumina così la vita nell’amore non separabile per Dio e per il prossimo, che è il comandamento centrale della

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carità e il cuore del vangelo dalle parole stesse di Gesù: «Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,312; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d’identità del cristiano» «Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita». È il capitolo centrale dell’esortazione. Il canovaccio di riferimento di uno stile di vita. E si comprende da qui la forza e l’utilità di questo documento che mette insieme in modo organico ciò su cui Papa Francesco insiste da cinque anni, andando controcorrente rispetto a quanto abitualmente si fa nella società. Scrive: «La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale. Sono poche parole, semplici, ma pratiche e valide per tutti, perché il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato».

La santità della porta accanto

«Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità... Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci

accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente» scrive Francesco nel primo capitolo ricordando che i santi non sono solo quelli già beatificati o canonizzati. «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere... Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» (7). Francesco non si ferma pertanto a spiegare i mezzi di santificazione o le varie forme di devozione e invita subito a non scoraggiarsi di fronte a «modelli di santità che appaiono irraggiungibili», perché dobbiamo seguire la «via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi». E spiega e ripete che per essere santi «non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno». Ribadisce quindi che l’obiettivo di questa esortazione «è soprattutto la chiamata alla santità che il Signore fa a ciascuno di noi, quella chiamata personale che rivolge anche a te: «Siate santi, perché io sono santo» (Lv 11,44; 1 Pt 1,16). Il Concilio Vaticano II lo ha messo in risalto con forza», «ognuno per la sua via, dice il Concilio». «Lascia dunque che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità». E ripete l’invito a non avere paura a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo: «Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta». «La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia. In fondo, come diceva León Bloy, nella vita «non c’è che una tristezza… quella di non essere santi».

Le Beatitudini: ritratto di Gesù e stile di vita controcorrente

Nel terzo capitolo, Francesco srotola una per una le beatitudini evangeliche contenute nel capitolo 5 del vangelo di Matteo e le rilegge attualizzandole. «Vivere le Beatitudini – spiega – diventa difficile e può essere addirittura una cosa malvista, sospetta, ridicolizzata». Ma queste sono «la carta d’identità del cristiano». Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli Le ricchezze non ti assicurano nulla - ricorda il Papa - Anzi, quando il cuore si sente ricco, è talmente soddisfatto di sé stesso che non ha spazio per la Parola di Dio, per amare i fratelli (68). Essere poveri nel cuore, questo è santità. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra È un’espressione forte, in questo mondo che fin dall’inizio è un luogo di inimicizia dove si litiga ovunque, dove da tutte le parti c’è odio, dove continuamente classifichiamo gli altri per le loro idee, le loro abitudini (71). Osserva Francesco: qualcuno potrebbe obiettare: “Se sono troppo mite, penseranno che sono uno sciocco, che sono stupido o debole”. Forse sarà così, ma lasciamo che gli altri lo pensino. È meglio essere sempre miti, e si realizzeranno le nostre più grandi aspirazioni: i miti avranno in eredità la terra, ovvero, vedranno compiute nella loro vita le promesse di Dio (74). La mitezza è propria di Cristo: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Il Papa pertanto ricorda che anche quando si difende la propria fede e le proprie convinzioni, bisogna farlo con mitezza, e persino gli avversari devono essere trattati con mitezza. Nella Chiesa tante volte abbiamo sbagliato per non aver accolto questo appello (73). Reagire con mitezza, questo è santità. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati La persona che vede le cose come sono realmente - scrive - si lascia trafiggere dal dolore e piange nel suo cuore; è capace di raggiungere le profondità della vita e di essere veramente felice (76). Saper piangere con gli altri, questo è santità.

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La chiesa delle Beatitudini sita a Tabga, in Galilea, sul luogo dove Gesù avrebbe pronunciato il discorso della Montagna. Scavi e ricerche recenti avrebbero tuttavia messo in dubbio che la chiesa sia stata edificata nell’esatta localizzazione dell’episodio evangelico.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati La giustizia che propone Gesù - spiega - non è come quella che cerca il mondo, molte volte macchiata da interessi meschini, manipolata da un lato o dall’altro. La realtà ci mostra quanto sia facile entrare nelle combriccole della corruzione, far parte di quella politica quotidiana del “do perché mi diano”, in cui tutto è commercio e si resta ad osservare impotenti come gli altri si danno il cambio a spartirsi la torta della vita (78). Cercare la giustizia con fame e sete, questo è santità. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia “Tutto quanto vorrete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Il Catechismo ci ricorda che questa legge si deve applicare in ogni caso (80). Gesù, ricorda il Papa, non dice “Beati quelli che programmano vendetta”, ma chiama beati coloro che perdonano e lo fanno “settanta volte sette”. Guardare e agire e agire con misericordia, questo è santità. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio Quando il cuore ama Dio e il prossimo, quando questo è la sua vera intenzione e non parole vuote, allora quel cuore è puro e può vedere Dio (86). Mantenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca l’amore, questo è santità.

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Vanni Bravi

Leggendo Marco

L’esperienza di un Gruppo di Ascolto del vangelo

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio “Il mondo delle dicerie, fatto da gente che si dedica a criticare e a distruggere, non costruisce la pace”, scrive Francesco (87). Mentre i pacifici costruiscono pace e amicizia sociale (88). Anche se non è facile costruire questa pace evangelica che non esclude nessuno, ma che integra anche quelli che sono un po’ strani, le persone difficili e complicate... quelli che sono diversi (89). Seminare pace intorno a noi, questo è santità. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli Se non vogliamo sprofondare in una oscura mediocrità – avverte il Papa – non pretendiamo una vita comoda (90). Non si può aspettare, per vivere il vangelo, che tutto intorno a noi sia favorevole (91). Ma Francesco spiega anche che un santo non è una persona eccentrica, distaccata, che si rende insopportabile per la sua vanità, la sua negatività e i suoi risentimenti. Non erano così gli apostoli che godevano della simpatia di tutto il popolo (93). Quanto alle persecuzioni, esse non sono una realtà del passato, perché anche oggi le soffriamo, sia in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in un modo più sottile, attraverso calunnie e falsità (94). Accettare ogni giorno la via del vangelo nonostante ci procuri problemi, questo è santità.

Nella Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo in Lodi, i Gruppi del vangelo hanno una tradizione già piuttosto lunga e significativa, con connotazioni che con il passare degli anni sono state magari un poco differenziate. Gli obiettivi iniziali erano stati, in questa come in alcune parrocchie di Lodi che stavano facendo l’analoga esperienza sul finire dello scorso millennio, quelli di: yy migliorare presso i laici la frequentazione e la conoscenza della Parola di Dio che, pur incoraggiate dal Concilio Vaticano II che si è chiuso nel 1965, apparivano ancora piuttosto insufficienti; yy diffondere il concetto che l’ambiente famigliare potesse configurarsi come una “piccola chiesa”; yy raggiungere i cosiddetti “lontani” che non frequentavano la Chiesa Cattolica. In ordine cronologico, il primo parroco di San Fereolo ad aver creduto nel Gruppi del vangelo è stato don Peppino Moggi negli anni ’90, e credo che la sua sia stata un’opera da pioniere. Successivamente li ha rilanciati don Peppino Raimondi, utilizzando in certi anni i percorsi e i sussidi comuni alla Diocesi, altre volte predisponendo del materiale specifico per supportare il particolare itinerario che la parrocchia stava percorrendo.

Prima di quest’anno si è comunque seguita (ovunque, se non sbaglio) una “metodologia classica e collaudata”: prefissato un tema, da esso viene sviluppato un percorso e infine vengono scelti i Testi per “pericopi” ritagliate dal Libro Sacro, quelle meglio confacenti ai concetti teologici che si vogliono chiarire. Questa prassi mi ha sempre lasciato qualche piccolo dubbio che, in fondo in fondo, ci si sia fin troppo preoccupati di “organizzare” la Parola e lo Spirito, la cui sovrana libertà a volte ci fa un po’ paura. “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce,- dice Gesù a Nicodemo - ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito” (Gv 3,8). La scelta operata quest’anno da don Elia, di leggere un Libro delle Sacre Scritture per intero, va dunque considerata come un consistente atto di coraggio. Il resto è venuto quasi da sé, perché una volta presa la decisione, il vangelo di Marco si è imposto come una conseguenza naturale: yy Marco era l’evangelista dell’Anno Liturgico B; yy è il più semplice (comunque da non sottovalutare) dei quattro Vangeli; è stato molto pro-

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babilmente il primo messo per scritto e a lui si sono poi ispirati anche quelli successivi, arricchiti dal punto di vista teologico, che portano i nomi di Matteo, Luca e Giovanni; yy contiene le memorie dell’apostolo Pietro, essendone stato Marco il segretario e interprete a Roma; yy è stato redatto con lo stile nativo e vivace del discepolo che scopre gradualmente, e con stupore, “chi è Gesù di Nazaret” (tema principale). Il Gruppo che si riunisce nella nostra abitazione, consistente in una dozzina di persone, è costituito da un nucleo che rimane fedele da anni, con qualche persona che si è aggiunta strada facendo, mentre qualche altra l’abbiamo persa, in genere per motivi di salute. Siamo tutti cristiani praticanti, quasi tutti cattolici, ma con la presenza arricchente di una persona amica e sorella della Chiesa Ortodossa Rumena. L’età media è abbastanza alta. All’inizio dell’incontro distribuiamo il sussidio che di volta in volta abbiamo ricevuto dalla Parrocchia, ma ognuno di noi porta con sé anche la Bibbia, che non ha soltanto il valore altamente simbolico che ovviamente manca ai testi fotocopiati. Al Libro infatti ricorriamo con una certa frequenza, facendo dei collegamenti fra scritti diversi, perché riteniamo importante che tutti noi possediamo un minimo di dimestichezza con i nostri Testi Sacri. Quanto ai criteri di conduzione dell’incontro, seguiamo le indicazioni del Parroco, concedendoci qualche libertà quando sembra opportuno approfondire un aspetto o condividere un vissuto. È ovvio che la lettura integrale del vangelo di Marco abbia comportato, prima dell’inizio degli incontri dell’anno, qualche timore. Ci chiedevamo come sarebbe stata presa la novità dai partecipanti: le letture sarebbero sembrate troppo lunghe e ci sarebbe stato un calo di attenzione? Cosa sarebbe accaduto avendo incontri meno “guidati” del solito? Come sarebbe stata presa l’assenza delle rassicuranti domande predisposte ad attivare la discussione? Ci sarebbero state imbarazzanti scene mute? A dire il vero questi dubbi, forse più consistenti per la generalità dei gruppi parrocchiali, per il gruppo che si incontra nella nostra casa poteva-

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no sembrarlo molto meno. Negli anni precedenti avevamo sperimentato qualche audace escursione su testi più lunghi, come quando, invece del breve testo del vangelo di Matteo suggerito dal foglietto, avevamo letto, anzi “ascoltato dal Signore”, l’intero Discorso della Montagna. Inoltre il gruppo è un insieme di persone che non hanno certo molto bisogno di essere stimolate a parlare. Anzi ... Insomma, i residui dubbi si sono dissolti già al primo incontro con Marco e con l’“Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. ... Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo”, fino all’ultimo incontro, quando abbiamo ascoltato il mandato del Signore: “Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura”. Uno dei partecipanti si è dichiarato sorpreso, perché aveva provato, rispetto alla lettura dei brani ritagliati, una sensazione nuova come quella che si prova respirando l’aria fina in montagna. Un altro ha rincarato la dose quando ha rilevato che la lettura continuativa poteva comportare anche la piacevole scoperta di qualche testo che non ascoltiamo mai durante le Messe Festive. Ed ha citato come esempio un testo che avevamo appena letto. Peccato che quel brano fosse invece compreso nel Messale Festivo! In ogni caso, la novità introdotta è stata accolta nel Gruppo come un’occasione di arricchimento, apprezzata e vissuta con gioia. Forse i Gruppi di Ascolto del vangelo, non soltanto quelli della nostra Parrocchia, hanno dovuto rivedere i propri obiettivi e non ci s’illude più che possano essere un facile mezzo per raggiungere i cosiddetti “lontani”, a meno che ci si renda conto di quanto siamo ancora lontani tutti noi che pur frequentiamo e pratichiamo regolarmente. Conosciamo ancora troppo poco la Parola di Dio in generale e i Vangeli in particolare, ma tentiamo di assolverci con la pretesa di volerne evitare una “conoscenza intellettuale” (luogo comune da sfatare)! Non dimentichiamo che “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo!” (Catech. della Chiesa Cattolica n.133 – San Giovanni Paolo II – S. Girolamo). La lettura integrale di un libro non sarà forse la soluzione perfetta e definitiva per i Gruppi di Ascolto. Sembra comunque che sia un buon passo avanti e che valga la pena, nei prossimi anni, di proseguire così.

Presentiamo il bilancio della Parrocchia relativo all’anno 2017, approvato dal Consiglio parrocchiale per gli Affari Economici nello scorso mese di marzo e presentato, secondo le norme vigenti, all’Ufficio Amministrativo della Curia diocesana nello stesso mese di marzo. Come potete notare, nel raffronto con l’anno 2016, si evidenzia un sensibile calo delle entrate dovuto, in parte, al ritardo nella liquidazione delle quote del 5x1000 relative all’anno 2015 e alla diminuzione del gettito delle offerte dei fedeli. Una voce consistente nelle uscite è riferita al mutuo (che estingueremo nel 2025) acceso presso la BPM per i lavori di rifacimento della Chiesa del Sacro Cuore, che comporta un impegno economico annuo di € 40.000 circa e al quale la parrocchia sta tenendo fede grazie all’attenzione e alla generosità di tanti parrocchiani che con numerose, piccole, ma preziose gocce, ci consentono di onorare gli impegni assunti. Nello scorso anno 2017 non abbiamo avuto lavori di manutenzione straordinaria onerosi che invece ci impegneranno prossimamente, giacché si rende necessario e non più prorogabile il rifacimento dell’ascensore dell’Oratorio, che dopo 30 anni è ormai obsoleto. Il preventivo dei lavori, che inizieranno a metà luglio, è di € 16.500, iva inclusa. Spendiamo ancora una parola sulla possibilità di devolvere il 5xmille al GSO San Fereolo, come forma di sostegno alla Parrocchia. Le quote del 5xmille destinate al GSO, infatti, vengono devolute alla Parrocchia per il pagamento delle utenze del Palasanfereolo e delle strutture sportive di Robadello, la cui uscita complessiva supera i 20.000 euro ogni anno. Vi ricordiamo, pertanto, il Codice Fiscale da inserire nella dichiarazione dei redditi insieme alla vostra firma: 92503630151. Nelle prossime pagine trovate una pagina che dà ampio risalto alla destinazione dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Ci preme ricordare che la nostra parrocchia ha beneficiato della ridistribuzione di questi fondi, a favore della Caritas Parrocchiale, con un contributo di € 15.000. Un motivo in più per firmare e per dare fiducia a questa scelta. Infine, come sempre, desideriamo esprimere il grazie sincero a tutti coloro che sono sensibili e at-

La vostra generosità tenti alle necessità della parrocchia e che sono un segno tangibile della Divina Provvidenza che mai ci abbandona.

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CHIEDILO A LORO!

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e dei redditi in lla dichiarazion da o at er on es è ne, di lavoro Per chi redditi di pensio lo so de ie ss po quanto bligato a presen ilati e non è ob m si as o te en dipend one dei redditi. tare la dichiarazi

di lavoro dipeniti di pensione, dd re ai e tr ol i, dditi da dichiaPer ch possiede altri re ti, ila li/ m si as o e dent o oneri detraibi da immobili) e/ iti dd re s. (e rare ha la partita IVA. deducibili e non

re per chi è odello 730, oppu m il lie eg sc n modello. Per chi no mpilare questo co a e gg le r pe obbligato

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Allopera!

Il tema del Grest 2018 Il tema del Grest 2018 intende focalizzare l’attenzione sull’agire dell’uomo nel creato, come evidenzia anche il logo ideato per questa edizione. In un grande quadrato, che indica il Creato, cioè il campo d’azione entro cui poter muovere i propri passi e giocare le rispettive abilità, ci sono le lettere che compongono il titolo. In ciascuna è disegnato un omino stilizzato, nello stile di Keith Haring, che racconta la quotidianità. Per lasciare traccia di sé, però, ciascuno – suggerisce ancora il logo – deve rimanere agganciato alla linea della Creazione: questo non per replicare l’identico, ma per dare forme coerenti con l’«originale» alla propria particolare capacità creativa. Lo si potrà fare allora ballando, festeggiando e celebrando; ma anche aspettando, pensando e immaginando. E poi ancora correndo, scappando e indagando; così come esplorando, osservando e sognando. La lettera “p” al centro propone quindi lo stile del condividere e scambiare. Si prosegue lavorando, aiutandosi e impegnandosi. Un’opera che il disegno successivo aiuta a leggere come plasmare, costruire e creare. Ma lo si potrà fare anche divertendosi, giocando e scoprendosi nuovi; e, infine, anche abbracciandosi, raccontandosi e stringendo amicizie. Questo – e anche molto altro – è l’agire dell’uomo nell’esistenza concreta di ogni giorno, ma per bambini e ragazzi lo sarà anche nella ricca estate oratoriana, dove insieme potranno dare corpo a questa linea della Creazione lasciando, con il proprio operato, nuove e significative tracce.

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Iscrizioni aperte nei giorni mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00 e durante le setimane del Grest negli orari indicati per la Segreteria-Grest. Quota di partecipazione € 50.00 totali per le tre settimane (20.00+15.00+15.00), con agevolazioni per i fratelli, comprensiva di uscita in piscina, merenda, cappellino, materiale giochi e laboratori, etc… (rimane esclusa solo la gita finale in programma venerdì 29 giugno).

Qui Animatori! Molti di noi ragazzi sin da piccoli hanno partecipato all'esperienza del Grest, e ad oggi, parlando tra di noi e confrontandoci ricordiamo i momenti in cui, da bambini, desideravamo stare dalla parte dell'Animatore, essere il "grande" Oggi siamo proprio noi i grandi. Ma chi è l'animatore? Che cosa fa? Fare il Grest visto dall’esterno potrebbe essere considerato un modo di passare il tempo, ma di sicuro non la pensano così gli animatori. Il fatto di essere animatore è un grande impegno.

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Giovedì 28 giugno alle ore 21.00 - Festa Finale del Grest a cui sono invitati a partecipare in particolare genitori, nonni e amici, e naturalmente tutti coloro che lo desiderano. I moduli con le informazioni dettagliate sull’esperienza si possono ritirare in oratorio.

Ci prepariamo ai giorni del Grest partecipando ad alcuni incontri di formazione in oratorio, in cui ci diamo da fare nell'organizzazione delle attività, dei laboratori, dei giochi per i bambini e per i ragazzi che si presenteranno quest'estate. Il nostro primo obiettivo è quello di far divertire e far svagare i bambini, ma il motore di tutto, ciò che fa andare avanti la grande macchina del Grest, è il nostro stesso divertimento. Certamente per i bambini è l'occasione per fare amicizia con altre persone magari viste solamente di sfuggita in Oratorio. E noi cerchiamo di metterci sempre del nostro meglio per instaurare un buon rapporto

con i ragazzi e soprattutto creare complicità. Durante i giorni di Grest le attività sono molte ed ogni pomeriggio, terminata la giornata si è parecchio stanchi. Sembrerà strano, ma la stanchezza non ha poi così importanza quando c’è la compagnia. Molti di noi si fermano spesso in oratorio anche dopo il termine della giornata per chiacchierare o preparare giochi per il giorno successivo. Che dire ancora? Noi siamo quasi pronti ad accogliervi e speriamo che anche quest’anno in tanti abbiate voglia di divertirvi e scoprire qualcosa di bello insieme con noi. Mi raccomando… vi aspettiamo presto!

Informazioni logistiche yy

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Da lunedì 11 giugno a venerdì 29 giugno 2018, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00 con possibilità di fermarsi nell’orario del pranzo (al sacco!) e del pre-grest dalle ore 8.00.

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Laura Tiranti

18 anni, l’avventura della Fede Una testimonianza sull’esperienza della Professione di Fede

Quando mi è stato chiesto di continuare il mio cammino per arrivare alla tappa della Professione di Fede dei 18enni, non ho avuto dubbi e ho accettato immediatamente. In realtà, però, non mi sono mai resa conto della vera importanza di questo traguardo fin quando non ho partecipato ai vari incontri preparatori insieme ai miei futuri compagni di viaggio, in cui abbiamo riflettuto su alcuni aspetti forse difficili da affrontare da soli. È stato proprio grazie a quei momenti che ho capito il vero significato della Professione di Fede, un modo per dichiarare al mondo, e soprattutto a sé stessi, che si vuole andare avanti nell’avventura della fede. Ricordo chiaramente quando, pochi giorni prima del grande evento, ci siamo incontrati

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per un momento di preghiera tutti insieme, dove ci hanno proposto anche di scrivere una lettera al nostro vescovo, a cui ho confidato alcuni dei miei timori. Penso sia stato uno degli attimi più belli e profondi di quell’“allenamento”, perché sono riuscita a dare un ordine a tutte le mie idee. Ammetto di essere stata molto emozionata quando è arrivata la sera di quel giorno, anche un po’ tesa a dirla tutta; all’improvviso mi ero resa conto che era giunto il momento tanto atteso per cui io e i miei coetanei ci eravamo preparati a lungo. Arrivati in Duomo, però, l’ansia è scomparsa, perché ho capito che non ce n’era il motivo: ero tra ragazzi come me, tutti con la mia stessa gioia negli occhi, e al mio fianco era seduta una mia grande amica che, come me del resto, cercava di contenere la sua commozione. La celebrazione è stata meravigliosa e intensa, ne siamo rimasti tutti profondamente coinvolti. Probabilmente il momento più emozionante è stato quando siamo saliti sull’altare (eravamo veramente tanti!) e abbiamo scritto i nostri nomi su un grande cartellone, come per lasciare un segno indelebile della nostra fede. È stato un susseguirsi di sensazioni uniche. Se dovessi lasciare un messaggio per coloro che tra un anno, due, cinque o dieci staranno riflettendo se compiere questo grande passo, direi di non lasciarsi sfuggire questo momento, perché in un periodo così incerto della propria vita, l’adolescenza e la giovinezza, la Professione di Fede permette veramente di sentire la vicinanza di Dio e di avere la certezza del suo amore.

uto il loro ati, hanno viss im es cr ai m or oggi ima sereno, giore, in un cl ostri ragazzi, n ag i M io o g ag ag L l m iste hanno olata, su menica 6 to e alle catech a Villa Immac er Sabato 5 e do ob a, R m si n re do C a la e positiva. Insiem azione al di fraternità. è stata più che e i, ritiro di prepar a tt ri tu g le di al a tt di a de à umana e a anche . L’esperienza, piena maturit to la an di impegno m o S rs to ve ri ta pi ci S cres ni dello riore passo di riflettuto sui do ire per un ulte rv se a ss po o m Ci auguria cristiana.

Campi scuola estivi 2018 Ultimi posti per le esperienze estive: non buttiamo un’occasione preziosa! yy

Per i ragazzi dalla 5a elementare alla 3a media:y Campo Scuola estivo dal 2 all’8 luglio 2018 presso “La Villa del Seminario”, Valtournenche (AO). Quota di partecipazione € 320.00.

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Per i ragazzi dalla 3a alla 5a elementare:y Campo Scuola estivo (in collaborazione con l’ACR diocesana) dall’8 al 14 luglio 2018 presso la “Casa Alpina Maria Nivis”, Torgnon (AO). Quota di partecipazione € 310.00.

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Ad Ossago, per la chiusura dell’Anno Catechistico

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Domenica 20 maggio tutti in bicicletta, piccoli e grandi, attraversando la campagna lodigiana verso il santuario di Ossago per chiudere in bellezza l’anno catechistico. Più di cento i partecipanti, attrezzatissimi, ma soprattutto pieni di gioia e di voglia di pedalare. Clima ideale (compreso il meteo ... ) di distensione e di fraternità. Molto partecipata la celebrazione in Santuario, presieduta da don Roberto che ha affidato alla intercessione della “Mater Amabilis” i ragazzi e le famiglie. Un grazie 25 per l’impeccabile organizzazione. Da ripetere!


Le Celebrazioni dei Sacramenti

8 aprile 2018 - Prima Confessione

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25 aprile 2018 - Prima Comunione

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2811 maggio 2018 - Professione di fede 14enni

Le Celebrazioni dei Sacramenti

13 maggio 2018 - Cresima

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Luigi Cornaggia

50 anni del GSO

Al via le iniziative Come annunciato, nel precedente numero di Camminiamo Insieme, hanno preso avvio le iniziative per celebrare al meglio il cinquantesimo anno di attività del G.S.O. ed il 25’ anno della Straoratorio. A maggio ha preso il via in forma “speciale” la 4’ Edizione del Sanfe Cup. Grande partecipazione di piccoli atleti di varie squadre lodigiane che hanno dato vita ad incontri avvincenti e divertenti. Al seguito tanti adulti che al termine degli incontri hanno anche potuto assaggiare, con i propri “atleti”, panini e salsicce grazie al contributo dei volontari del G.S.O. che con il loro impegno hanno garantito la loro importante presenza operativa. In questo momento celebrativo, non potevano però mancare anche delle magliette “speciali” ed esclusive che sono state predisposte affinché possano essere acquistate da parte di coloro che volessero

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regalarsi un “simbolo”, un “ricordo”. Le magliette saranno messe in vendita, a modico prezzo, mediante banchetti posizionati in appositi spazi al termine delle celebrazioni delle Sante Messe presso le Chiese di San Fereolo e Robadello. La macchina organizzativa degli eventi intanto ha già maturato anche il nuovo logo che verrà apposto sulle magliette relative alla 25’ Straoratorio che si terrà il 9 settembre prossimo. Nuovo percorso con “spuntino” finale per chi tra i partecipanti volesse anche dare un seguito diverso e “culinario” alla corsa/camminata. Ma non

solo: il 13 ottobre “Serata di Gala” presso il teatro dell’Oratorio che avrà l’obiettivo di rappresentare momenti dove possa essere fortemente percepito quello che rappresenta il GSO, mediante rivisitazioni del passato: “come eravamo…..”; del presente: “come siamo…..”; ma soprattutto: “come saremo…..” con il simbolico passaggio del “testimone”

da parte di coloro che il GSO lo hanno “vissuto” alla parte giovane del Gruppo di oggi. In tutto questo ovviamente diventa importante e fondamentale l’apporto, il sostegno e l’attenzione da parte di tutta la nostra Comunità, affinché queste iniziative possano fare parte di ognuno di noi.

GSO: bilanci e prospettive Maggio è il mese in cui le attività sportive arrivano a conclusione ed è tempo di bilanci. Nel calcio, il settore giovanile sta facendo progressi: attività ludico-motoria, piccoli amici ed esordienti sono in crescita. I giovanissimi, hanno pagato un inizio difficile evidenziando problemi di amalgama. La terza categoria invece ha raggiunto il quinto posto in classifica e solo per la differenza punti dalla seconda classificata non ha centrato i play-off, ma è ancora in corsa, in semifinale, per la vittoria della coppa Lodi. Nel volley successi per Mini volley per quanto riguarda adesioni e partecipazione con un miglioramento tangibile per le nostre piccole atlete (e qualche bimbo) e Under 13 che ha asfaltato tutte le avversarie vincendo il campionato provinciale. Campionato difficile per la squadra di Under 12 e di metà classifica per Open e Terza divisione mentre la prima divisione alla fine di un campionato molto travagliato retrocederà. Già aperti i cantieri in preparazione della prossima sta-

gione. Nel calcio tornerà ad esserci una squadra di Primi Calci che si aggiungerà a Ludico-Motoria, Piccoli amici, Esordienti e Giovanissimi. Si sta studiando la possibilità di avere anche una squadra di pulcini. E’ previsto qualche spostamento e qualche novità sulle panchine con l’idea di migliorare la qualità offerta ai nostri atleti. Confermatissimo il mister della nostra prima squadra dove già sono iniziati i colloqui per rinforzare e ringiovanire la rosa. Nella pallavolo il fermento è maggiore a partire dalla scelta del nuovo condottiero della prima squadra che, se confermata la retrocessione, dovrà affrontare il campionato di seconda divisione puntando all’immediato ritorno in Prima. Nel settore giovanile e nelle altre due squadre maggiori (Open e Terza Divisione) si stanno studiando le mosse più adatte per soddisfare le esigenze delle varie squadre.

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Vita parrocchiale Pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna di Caravaggio

Programma yy yy yy yy yy yy

Ritrovo alla Chiesa di San Fereolo alle ore 24.00 Partenza alle ore 0.15 Arrivo a Caravaggio alle ore 6.00 circa S. Messa alle ore 7.00 Ritorno a Lodi previsto per le ore 9.00 Percorrenza 26 km

Rigenerazione di una prospettiva

Dopo tanti anni di assenza, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 giugno la nostra Parrocchia ripropone il pellegrinaggio a piedi al Santuario della Madonna di Caravaggio, in segno di devozione a Maria. Si partirà a mezzanotte, come da tradizione, dalla chiesa di San Fereolo: dopo un breve pensiero del Parroco, cammineremo fino al mattino pregando e meditando, cullati dal silenzio e dal buio della notte. Attraverseremo la bella campagna lodigiana e cremasca fino all’alba quando i primi raggi del sole porteranno luce e calore nei cuori. Un pellegrinaggio di fede e speranza per offrire alla Madonna le gioie e i dolori della vita e per affidare a Lei la nostra Parrocchia e tutti coloro che stanno vivendo momenti difficili e di sofferenza. Camminare e pregare: per crescere insieme nella fede e nella solidarietà verso il prossimo. Non mancherà certo l’amicizia e il dialogo con i compagni di viaggio. La proposta è aperta a tutti e specialmente ai giovani, a cui viene offerta un’esperienza diversa ma significativa. Dopo la Santa Messa in Basilica, un momento di riposo e il ritorno a Lodi. Iscrizione entro domenica 10 giugno in Oratorio al fine di organizzare il rientro in auto.

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Rigenerazione di una prospettiva è un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo nell’ambito dei “beni comuni”. Pensato e sviluppato in rete da enti partner del territorio lodigiano allo scopo di ottimizzare le loro competenze, il progetto ha l’obiettivo di riquali-

ficare un’area sottoutilizzata del quartiere di San Fereolo attraverso la creazione di un orto e di un frutteto sociale. A partire da una gestione nella logica della agricoltura sociale esso intende stimolare la Comunità a partecipare alla cura di un bene comune, così da creare relazioni umane in grado di superare l’emarginazione di alcune fasce della popolazione della Comunità stessa, attivando in primo luogo il quartiere e i suoi abitanti. Il progetto ha una durata di 4 anni e si concluderà con la fine del 2022, ma una parte dell’area (foto sotto) (e le attività che in essa si svilupperanno nel corso di questi anni) rimarrà alla Comunità di riferimento oltre questo termine, proprio in virtù del concetto di “bene comune”. Gli enti partner si occuperanno di mettere a coltura il terreno, inserendo soggetti in condizione di svantaggio (con percorsi legati a loro fragilità, disabilità, disoccupazione prolungata nel tempo) preparandoli tecnicamente; si dedicheranno alla formazione della cittadinanza sia sul tema della partecipazione attiva che delle tecniche di raccolta e cura del terreno, fino all’educazione e sensibilizzazione degli studenti del territorio in tema di agricoltura sociale, lotta allo spreco, consumo consapevole.

La solennità del Sacro Cuore di Gesù Giornata della Santificazione sacerdotale

Le celebrazioni secondo questo programma:

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Giovedì 7 giugno, alle ore 21.00, Santa Messa alla chiesa del Sacro Cuore, concelebrata da tutti i sacerdoti della Parrocchia a ricordo degli anniversari di Ordinazione Venerdì 8 giugno, alle ore 8.30 Santa Messa a San Fereolo; alle ore 17.00 Santa Messa alla chiesa del Sacro Cuore (è sospesa la Messa delle 18.00 a San Fereolo); alle ore 16.30 Esposizione e Adorazione Eucaristica a San Fereolo; alle ore 18.45 Celebrazione dei Vespri presieduta dal Vescovo Maurizio con tutti i sacerdoti della diocesi e benedizione.

Tutti alla 25a Straoratorio! Domenica 9 settembre

Come già annunciato nelle pagine dedicate al GSO, ritorna la ormai classica corsa di fine estate per le vie del quartiere: quest’anno è in edizione speciale, visto che compie 25 anni. Sono in preparazione le magliette che verranno messe in vendita a inizio settembre con l’apertura delle iscrizioni. Il programma dettagliato verrà comunicato in

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Vita parrocchiale Associazione Anziani di San Fereolo

seguito. In occasione del 25° della StraOratorio e del 50° del GSO si sta pensando un percorso alternativo a quello tradizionale.

Ritornano i “Giochi senza Quartiere” Domenica 30 settembre Il comitato organizzatore è già all’opera. Domenica 30 settembre ritorna - con la 3a edizione - la festa delle famiglie e della gente di San Fereolo. Nel numero di settembre del “Bollettino” troverete tutti i dettagli tecnici.

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Il nostro gruppo ha continuato le attività anche dopo Pasqua, con una buona partecipazione. Gli appuntamenti in programma erano veramente invitanti, a cominciare dalla Festa di Primavera. Protagonista è stata la signora Antonella Boriani, che possiamo ormai considerare un’affezionata amica della nostra Associazione. Poliedrica e coinvolgente, con i suoi piacevoli racconti e i canti ha rallegrato il pomeriggio trascorso in compagnia di... una buona tazza di tè! Ad un momento di riflessione e preghiera, durante la Catechesi di don Elia, è seguita una lezione molto interessante. La nostra pittrice Alberta Ceresa ci ha spiegato come si dipingono le icone. Poiché si tratta di opere artistiche che hanno un profondo significato religioso, è stata affiancata da Don Roberto, che ha curato la parte teologica. L’incontro conclusivo è stato proposto dall’erborista Giorgio Chiodin: ci ha insegnato molti “segreti di cucina” per mangiare in modo gustoso e sano, scegliendo gli alimenti più adatti per mantenere il nostro corpo in salute. Come è tradizione, infine, nel mese di maggio siamo andati in pellegrinaggio. La meta di quest’anno è stata la “Madonna Bianca” a Villanova Sillaro. Ma è giunta l’ora di salutarci. Vi auguriamo un’estate serena: trascorriamola ricordandoci che siamo cristiani e, anche in un periodo in cui si riposa di più, dobbiamo dimostrare a chi ci guarda la gioia che si trova in coloro che amano il Signore!

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Il percorso della vita BATTESIMI 15 aprile yy GARGIULO GIULIA di Francesco e Conza Adelaide yy MONTOLDI GINEVRA di Simone e Acernozzi Sara 21 aprile yy VODNAR ANGELO di Arpad e Vodnar Loredana 22 aprile yy ISMAILI FLAVIA e FRANCESCA di Altin e

yy yy

Braho Anxhela LIBIATI ANDREA di Denny e Libiati Milady VIRONE LEONARDO di Virone Giuseppina

25 aprile yy GARGIULO LEONE di Carmine e Ricci Monica 6 maggio yy CREMONESI ELENA MARGHERITA di Matteo e Tempella Silvia yy GUSMAROLI ELENA SOFIA di Roberto e Ferrari Valeria Maria yy NANFITO’ AURORA di Andrea e Loreto Antonella

21 aprile

15 aprile 36

22 aprile 37


Il percorso della vita

25 aprile

6 maggio

DEFUNTI yy yy yy

OLIVARI SECONDO di anni 76 ROTA GIULIANA di anni 77 BONO ROSA VIRGINIA di anni 90

Morandi Angelo di anni 85

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Perrotta Giuseppina di anni 76

Scrivani Giacomina di anni 80

Cesari Roberto di anni 74

Magnani Luigia (Elsa)

di anni 89

Cortese Antonio di anni 64

Dadda Paolina di anni 89

Gennari Paquina di anni 94

Cavalli Attilio di anni 77

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658

Per contattarci:

don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 don Marco: tel. 0371-438540 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com

Gli orari delle S. Messe: Feriali

San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00 (non si celebra dal lunedì 25 giugno a venerdì 31 agosto compresi) Sacro Cuore: ore 17.00 (si celebra alle 18.00 da lunedì 25 giugno a venerdì 31 agosto compresi)

Festive

San Ferolo: ore 8,00; ore 11.30; ore 18.00 Sacro Cuore: ore 9.00 (non si celebra dal 17 giugno al 26 agosto compresi); ore 10.30

I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico

lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10

Doposcuola

martedì - giovedì dalle 17 alle 18,30 mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16

Distribuzione vestiti

martedì – giovedì dalle ore 9 alle 11

Servizio anziani ammalati e infermi

la agosto e o i l g u Aiuto generi alimentari a. si di l Nei me s rimane chius una volta al mese Centro d’ascolto Carita mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30

Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11

Prenotazione esami e visite mediche

mercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11


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