camminiamo insieme
Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Novembre 2020 - n. 420 pro manuscripto
don Elia Croce, parroco
“Diario” di un parroco in tempo di pandemia “Camminiamo insieme” torna nelle nostre case dopo una lunga assenza. A causa della situazione dei mesi scorsi, segnati da grande incertezza anche nella programmazione della vita pastorale, ho preferito aspettare e dare la preferenza alla versione settimanale del Bollettino, più immediata e aggiornata. Ora, però, nell’imminenza della Solennità di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Fedeli Defunti, desidero raggiungervi dedicando un inserto di questa edizione ai defunti di questi mesi. Non tutti sono vittime del Covid, evidentemente; buona parte sì. Parecchi di questi defunti, 40 in tutto, non hanno potuto avere la celebrazione esequiale ma solo una benedizione prima di essere cremati o
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tumulati, con pochi parenti a dare un ultimo saluto, senza aver potuto accompagnare i propri cari nell’ultimo passaggio. Ripercorro velocemente, come le pagine di un diario, alcune tappe di questi mesi che hanno stravolto la nostra vita, le nostre abitudini, le nostre certezze e sicurezze, le nostre programmazioni e i nostri calendari.
Domenica 23 febbraio 2020
Il primo riferimento è a quella domenica, il 23 febbraio scorso. Dopo le notizie concitate dei due giorni precedenti, nel pomeriggio di domenica arriva un comunicato del vescovo che, prendendo atto delle disposizioni delle autorità competenti, ci chiede di sospendere da subito le celebrazioni con i fedeli. Erano le 17.30: in chiesa tutto era già pronto per la celebrazione delle 18.00, alcuni fedeli erano già in chiesa.
Mi è rimasto impresso quel pomeriggio, quando, invitate cortesemente le due persone presenti ad uscire, ho chiuso la chiesa guardando il sagrato deserto. “Signore”, ho detto tra me e me, rientrando in chiesa, “che sta succedendo”? Nei giorni successivi celebrazioni a porte chiuse, ma chiesa sempre aperta e visitata, soprattutto al mattino, da diversi parrocchiani in preghiera.
Triduo Pasquale. La notizia ci rattrista al pensiero della centralità della Pasqua nella vita del credente e della comunità cristiana, ma non per questo ci è tolta la speranza pasquale che affonda le sue radici nel Cristo morto e risorto.
Una Quaresima diversa
Nei giorni carichi di apprensione del lockdown giunge, direi quasi come un dono, la benedizione di papa Francesco, la sera di un piovoso venerdì 27 marzo, davanti ad una Piazza San Pietro deserta come non mai ma, credo come non mai, ricca di “presenza”: presenza di Dio, presenza di un papa, padre e pastore, presenza di un popolo come un gregge smarrito bisognoso di essere riconfermato nella fede e nella speranza. Le parole del papa, a commento del brano evangelico della tempesta sul lago vanno dritte al cuore: “Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca … ci siamo tutti”.
Nel frattempo inizia il cammino quaresimale che si prospetta come un vero cammino penitenziale, soprattutto per le famiglie che hanno pagato un prezzo altissimo per la malattia o la perdita dei propri cari, per le sopraggiunte difficoltà economiche, per la gestione dei bambini e ragazzi alle prese con le lezioni on line. Anche noi sacerdoti, con i catechisti abbiamo cercato di tenere un minimo di contatto inviando comunicazioni e materiale per una possibile catechesi da svolgere in famiglia, ma soprattutto per cercare di dimostrare vicinanza ai parrocchiani. Mentre le settimane di Quaresima scorrono in un tempo quasi sospeso, irreale, nel silenzio che ha abitato le nostre vie e la nostra città, arriva la conferma che non potremo celebrare nemmeno il
La benedizione di Papa Francesco il 27 marzo
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“Diario” di un parroco in tempo di pandemia Sono parole che interpretano i sentimenti del cuore di tutta l’umanità e che sanno ridare consolazione e speranza: “«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai”.
Il “contagio” della carità
Costretti a chiudere anche la nostra Caritas parrocchiale, non è venuta meno l’attenzione agli ultimi e alle famiglie bisognose che, da subito, hanno bussato alla porta della parrocchia (che non è mai rimasta chiusa …) e al contempo, molti parrocchiani, intuendo la situazione di bisogno, hanno immediatamente risposto all’appello della carità con la donazione di generi alimentari e, in particolare, sostenendo in maniera significativa il fondo “Famigliexfamiglie” che ha consentito, e consente tuttora, numerosi interventi di vario genere nei confronti di famiglie bisognose. Così pure, a fronte di alcune defezioni da parte di volontari della par-
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rocchia, altri si sono resi disponibili, nel momento della ripresa, per garantire l’ottemperanza a tutte le norme di sicurezza indicate dalle competenti autorità.
Le celebrazioni in diretta streaming
In prossimità della Pasqua, grazie alla disponibilità di alcuni volontari, decidiamo di trasmettere in diretta streaming sul canale Youtube della parrocchia, la celebrazione delle Palme, della domenica di Pasqua e delle domeniche successive. Proposta apprezzata e seguita da tanti parrocchiani che si sono sentiti, nonostante tutto, ancora parte viva della comunità cristiana. La vicenda di questa pandemia ci ha fatto apprezzare le possibilità dei nuovi mezzi di comunicazione, per tenerci in contatto, per poter svolgere videoconferenze, per inviare avvisi, per trasmettere le celebrazioni … anche se, come ha ricordato papa Francesco, la chiesa non è un realtà virtuale, ma un corpo vivo e nulla, se non in casi di vera emergenza, può sostituire il valore dell’Eucarestia domenicale celebrata “in presenza”.
Il tempo della ripresa
Dal 18 maggio scorso, finalmente, si è potuto riprendere la celebrazione dell’Eucarestia con la presenza dei fedeli, seppure con norme di sicurez-
za da rispettare sempre (igienizzazione mani, obbligo di mascherina, distanziamento, igienizzazione panche e sedie al termine di ogni celebrazione …) e posti contingentati: 70 posti a San Fereolo, 200 al Sacro Cuore. La decisione circa le celebrazioni è stata, pertanto, quella di tenere a San Fereolo tutte le celebrazioni feriali (dal lunedì al venerdì ore 8.30 e ore 18.00) e tutte quelle festive al Sacro Cuore (sabato ore 17.30; domenica ore 8.30, ore 10.00, ore 11.30 e ore 18.00). Un appello a valorizzare maggiormente la celebrazione domenicale delle ore 18.00 soprattutto da parte dei fedeli che abitualmente frequentano la prefestiva del sabato, sempre al limite dei posti disponibili. Gradualmente i fedeli sono tornati e stanno tornando alla Messa domenicale: grandi assenti, (ma questo anche prima della pandemia …) i bambini e i ragazzi! Da settembre in poi abbiamo riprogrammato, non senza fatica, il cammino della catechesi dei ragazzi, la ripresa delle attività sportive, la riapertura dell’oratorio, almeno la domenica. Deve essere chiaro a tutti, e spero che tutti comprendano, che non tutto può tornare come prima e che da parte di tutti ci deve essere un po’ di spirito di adattamento.
Andare all’essenziale
In questi mesi la riflessione condivisa con più per-
sone è stata quella di un periodo di prova ma anche di grazia, di un periodo difficile ma anche di una opportunità, di un periodo che ci ha tolto alcune cose ma ce ne ha fatte riscoprire altre. Il rischio, già alle porte, è di tornare alla vita di sempre e di riprogrammare, anche dal punto di vista pastorale, la vita di sempre, come se non fosse accaduto nulla. Questa pandemia deve invece farci riflettere su cosa davvero è essenziale e su cosa valga veramente la pena di puntare l’attenzione e di investire le energie perché si possa uscire rinnovati, fortificati, cambiati, potremmo dire anche, più propriamente, “convertiti”.
Uno sguardo di speranza
Le prospettive di questi giorni non sono propriamente rassicuranti. Tutti guardiamo ancora al futuro con incertezza e trepidazione, ma da credenti senza mai perdere la speranza. Con le parole di papa Francesco, nel famoso discorso di venerdì 27 marzo dico anche a tutti voi: “Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura». E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi”.
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Una Pasqua da ricordare L’omelia on line di don Elia
La chiusura imposta dalla pandemia ci ha impedito di celebrare il Triduo Pasquale con i fedeli. Dalla Domenica delle Palme, però, grazie all’intraprendenza e alla disponibilità di alcuni volontari abbiamo trasmesso l’Eucarestia domenicale in diretta streaming sul canale Youtube della parrocchia: scelta apprezzata da molti che hanno, così, avvertito il legame e la vicinanza della comunità parrocchiale. Riportiamo il testo dell’omelia del parroco, tenuta proprio nella celebrazione della domenica di Pasqua.
La chiesa vuota … ma piena
Ormai da quasi due mesi celebriamo l’Eucarestia con la chiesa vuota; anche stamattina celebriamo solennemente la Pasqua di Risurrezione nella nostra bella chiesa senza i fedeli … ma ugualmente piena: piena della Sua presenza, quella di Gesù, perché noi crediamo che Cristo è vivo; noi crediamo in un Cristo presente, vivo in mezzo a noi, che riempie della sua presenza rassicurante questo luogo sacro ma ancor più il cuore di ciascuno, se disposto ad accoglierlo. Una chiesa vuota, ma piena anche della nostra presenza, noi sacerdoti qui, voi nelle vostre case, tutti insieme comunità cristiana, unita nel nome di Gesù, nell’unica fede in Lui, risorto e vivo. Una comunità privata, in queste domeniche, del bene preziosissimo della Comunione Eucaristica, ma non della Comunione Ecclesiale, che nasce da quella eucaristica e che si può esprimere, e cerchiamo di esprimere, in tante forme, con tanti contatti che ci aiutano a sentirci parte, a sentirci presenti, a sentirci chiesa viva.
Farò la Pasqua da te
Lo spunto di riflessione lo prendo da un articoletto che avevo scritto sul Bollettino di Pasqua dello scorso anno. Me l’ha ricordato una parrocchiana, mandandomi un messaggio nei giorni scorsi. L’avevo intitolato, con le parole del vangelo di Matteo, che
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abbiamo risentito domenica scorsa: “Farò la Pasqua da te”, pensando al proverbio popolare: “Pasqua con chi vuoi …”. In prossimità della grande festa i discepoli di Gesù, si rivolgono così al Maestro: “Signore, dove vuoi che prepariamo la cena di Pasqua?”. Prima che scoppiasse questa pandemia, avremmo potuto, anche noi pensare e progettare: cosa faremo a Pasqua quest’anno? Come la celebreremo? Con chi? Dove? Oggi il Signore, guardandoci con amore, sembra dire a ciascuno: “Il tempo è compiuto: farò io la Pasqua da te”. Sì, abbiamo capito bene: da te, da me, da ciascuno di noi il Signore vuole venire per fare la Pasqua. Preparare la Pasqua significa sempre, quest’anno ancor più, preparare il nostro cuore. E’ un incontro personale: come il risorto che appare alle donne e le incontra nell’alba di Pasqua. Vi ricordate quella volta in cui Gesù, alzando gli occhi incrociò lo sguardo di Zaccheo dicendogli: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!”? Zaccheo era effettivamente piccolo; anche noi lo siamo: piccoli e fragili ci siamo sentiti e ci sentiamo di fronte al male oscuro che dilaga. Proprio perché piccoli, fragili, insicuri, impotenti di fronte al male, Gesù si invita a casa nostra, vuole venire da noi, per rassicurarci, per dirci, come alle donne di fronte al sepolcro vuoto: “Non abbiate paura, voi”. Accogliamo nel cuore queste parole di Gesù: “Quest’anno la Pasqua la passerò da te”. “Basta invitarlo: (così papa Francesco nell’omelia di ieri sera) “Vieni, Gesù, nelle mie paure e di’ anche a me: Coraggio!”. Con Te, Signore, saremo provati, ma non turbati. E, qualunque tristezza abiti in noi, sentiremo di dover sperare, perché con Te la croce sfocia in risurrezione, per-
La riflessione di un medico ché Tu sei con noi nel buio delle nostre notti: sei certezza nelle nostre incertezze, Parola nei nostri silenzi, e niente potrà mai rubarci l’amore che nutri per noi”. L’aria di questa Pasqua, strana, ma non meno vera, che si respira in questa primavera inoltrata, diventi preghiera, diventi apertura del cuore, diventi accoglienza, diventi incontro, ascolto, dialogo, anche se a distanza, disponibilità alla condivisione, nelle forme che ci sono consentite e che la creatività dell’amore ci fa inventare; diventi sostegno e compagnia per chi non attende più né la Pasqua, né alcun’altra cosa o persona, perché ha perduto la speranza: “Da te farò la Pasqua, proprio da te; sì, proprio da te e con te che, forse, non la attendevi più, da te e con te che non speri più, da te e con te che hai perso ogni fiducia …”. In questi giorni qualcuno mi ha detto: “La Pasqua di quest’anno ce la ricorderemo!”. Si! Ma dovremo ricordarla non tanto per il contesto e le modalità in cui siamo costretti a celebrarla, bensì perché, come ogni Pasqua, rappresenta, nell’accoglienza del Cristo risorto, la possibilità di una vita nuova, di un nuovo punto di partenza, di un nuovo inizio, la possibilità di una speranza fondata, affidabile, che si accende nel cuore. “Chi spera è sempre uno che ha buoni motivi … ”, scrive un autore. Il nostro buon motivo è il Cristo risorto, come cantiamo nella liturgia: “Cristo, mia speranza, è risorto!”. E a proposito della speranza pasquale, per concludere, mi permetto di citare ancora l’omelia di Papa Francesco, nella Veglia di ieri sera: “Stanotte conquistiamo un diritto fondamentale, che non ci sarà tolto: il diritto alla speranza. È una speranza nuova, viva, che viene da Dio. Non è mero ottimismo, non è una pacca sulle spalle o un incoraggiamento di circostanza, o un sorriso di passaggio. No. È un dono del Cielo, che non potevamo procurarci da soli. Tutto andrà bene, diciamo con tenacia in queste settimane, aggrappandoci alla bellezza della nostra umanità e facendo salire dal cuore parole di incoraggiamento. Ma, con l’andare dei giorni e il crescere dei timori, anche la speranza più audace può evaporare. La speranza di Gesù è diversa. Immette nel cuore la certezza che Dio sa volgere tutto al bene, perché persino dalla tomba fa uscire la vita”. Questa è la Pasqua, la nostra Pasqua, di sempre, ma ancor più di quest’anno. “Cristo, mia speranza, è risorto!”.
Si è trattato di un’emergenza priva di qualsiasi precedente analogo nei nostri territori, anche nella memoria dei colleghi più anziani. Un aggettivo risuonava frequentemente a descrizione della situazione: ‘disorientante’. Tale contesto pone il medico credente di fronte al dovere di interrogarsi non solo sulla gestione pratica del fenomeno insolito, ma anche sulle conseguenze a largo spettro di questo avvenimento. Nei primi mesi del 2020 ogni persona, ogni famiglia è stata messa alla prova, anzitutto nell’isolamento, gravato da dubbi e incertezze, riguardanti talvolta il proprio lavoro, oppure il futuro, ovvero la salute dei propri cari. Le misure anti-contagio hanno avuto svariate conseguenze sulla popolazione generale, sulla salute psicologica, quindi sulla serenità personale, familiare, sociale. Pare evidente che la problematica legata al coronavirus sia ben più ampia della malattia in sé. Pur essendo prioritario proteggere le persone dal virus, occorre forse impegnarsi, tutti insieme, per sostenersi in modo vicendevole, utilizzando, date le circostanze, un po’ di spirito di iniziativa. Gli operatori sanitari hanno avuto, per così dire, la fortuna di partecipare all’azione, in un ruolo privilegiato, durante i mesi del lockdown. Tutti siamo ben consapevoli di quanto accadesse negli ospedali la scorsa primavera, anche grazie alle notizie trasmesse dai media. Siamo rimasti stupiti di fronte all’eccezionalità di una malattia sconosciuta, ed effettivamente pericolosa, soprattutto per alcune categorie di persone; eppure, una delle più grandi sofferenze osservate è stata la solitudine degli ammalati, sia quelli affetti da Covid-19, sia coloro che hanno patito la propria malattia senza il sostegno dei familiari. Benché ogni disposizione fosse – e sia tuttora adeguata ad evitare lo spargimento del contagio, credo che sia giusto riflettere, ed eventualmente proporre soluzioni attuabili, su quali siano le priorità degli ammalati, secondo una gerarchia dettata da uno sguardo evangelico. (Elena Esposti)
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Michela Nicolais
Fratelli tutti
L’enciclica di Papa Francesco: serve “amicizia sociale” per un mondo malato “È possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace, e non la strategia stolta e miope di seminare timore e diffidenza nei confronti di minacce esterne”. A garantirlo è il Papa, che nella sua terza enciclica, “Fratelli tutti” – firmata ieri ad Assisi e diffusa oggi – parla di “amicizia sociale” come via per “sognare e pensare ad un’altra umanità”, seguendo la logica della solidarietà e della sussidiarietà per superare l’”inequità” planetaria già denunciata nella “Laudato si”’. “Se si tratta di ricominciare, sarà sempre a partire dagli ultimi”, la ricetta per il mondo post-Covid. La terapia è la fratellanza, il testo di riferimento è il documento di Abu Dhabi e il modello è quello del Buon Samaritano, che prende su di sé “il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti”. Il Coronavirus, che ha fatto irruzione in maniera improvvisa nelle nostre vite, “ha messo in luce le nostre false sicurezze” e la nostra “incapacità di vivere insieme”, denuncia Francesco sulla scorta del suo magistero durante la pandemia: “Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare”, l’appello per il dopo-Covid: “Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori. Che un così grande dolore non sia inutile. Che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri”. “Siamo più soli che mai”, la constatazione di partenza. Il razzismo che “si nasconde e riappare sempre di nuovo”; l’”ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca”, prima fra tutti l’aumentare della povertà.
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Sono alcuni effetti della “cultura dello scarto”, stigmatizzata ancora una volta dal Papa. Vittime, in particolare, le donne, che con crimini come la tratta – insieme ai bambini – vengono “private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù”. “La connessione digitale non basta per gettare ponti, non è in grado di unire l’umanità”, il rimprovero al mondo della comunicazione in rete, dove pullulano “forme insolite di aggressività, di insulti, maltrattamenti, offese, sferzate verbali fino a demolire la figura dell’altro”. I circuiti chiusi delle piattaforme, in cui ci si incontra solo tra simili con la logica dei like, “facilitano la diffusione di informazioni e notizie false, fomentando pregiudizi e odio”. Arrivare ad “una governance globale per le migrazioni”. È l’auspicio del quarto capitolo, dedicato interamente alla questione dei migranti, da “accogliere, promuovere, proteggere e integrare”, ribadisce Francesco. “Piena cittadinanza” e rinuncia “all’uso discriminatorio del termine minoranze”, l’indicazione per chi è arrivato già da tempo ed inserito nel tessuto sociale. “La vera qualità dei diversi Paesi del mondo si misura da questa capacità di pensare non solo come Paese, ma anche come famiglia umana, e questo si dimostra specialmente nei periodi critici”, sottolinea Francesco: no ai “nazionalismi chiusi”, l’immigrato non è “un usurpatore”.
Una cosa è essere a fianco del proprio “popolo” per interpretarne il “sentire”, un’altra cosa è il “populismo”. Nel quinto capitolo, dedicato alla politica, il Papa stigmatizza l’”insano populismo” che consiste “nell’abilità di qualcuno di attrarre consenso allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo, sotto qualunque segno ideologico, al servizio del proprio progetto personale e della propria permanenza al potere”. No, allora, al “populismo irresponsabile”, ma anche all’accusa di populismo “verso tutti coloro che difendono i diritti dei più deboli della società”. “La politica è più nobile dell’apparire, del marketing, di varie forme di maquillage mediatico”, ammonisce Francesco tracciando l’identikit del “buon politico”, le cui “maggiori preoccupazioni non dovrebbero essere quelle causate da una caduta nelle inchieste”: “E quando una determinata politica semina l’odio e la paura verso altre nazioni in nome del bene del proprio Paese, bisogna preoccuparsi, reagire in tempo e correggere immediatamente la rotta”. “Il mercato da solo non risolve tutto”, mette in guardia Francesco, che chiede di ascoltare i movimenti popolari e auspica una riforma dell’Onu, per evitare che sia delegittimato. “Occorre esercitarsi a smascherare le varie modalità di manipolazione, deformazione e occultamento della verità negli ambiti pubblici e privati”.
Ne è convinto il Papa, che puntualizza: “Ciò che chiamiamo ‘verità’ non è solo la comunicazione di fatti operata dal giornalismo”, e nemmeno semplice “consenso tra i vari popoli, ugualmente manipolabile”. Oggi, ad un “individualismo indifferente e spietato” e al “relativismo” – la tesi di Francesco – “si somma il rischio che il potente o il più abile riesca a imporre una presunta verità”. Invece, “di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o l’ultimo ‘miserabile’ sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali”. “La Shoah non va dimenticata”. “Mai più la guerra”, mai più bombardamenti a Hiroshima e Nagasaki, “no” alla pena di morte. Bergoglio lo ripete, nella parte finale dell’enciclica, in cui si sofferma sull’importanza della memoria e la necessità del perdono. Cita una canzone di Vinicius de Moraes, per riaffermare la sua concezione della società come “poliedro” ed esortare alla gentilezza: “La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita”. Come San Francesco, ciascuno di noi deve riscoprire la capacità e la bellezza di chiamarsi “fratello” e “sorella”. Perché nessuno si salva da solo: “Siamo sulla stessa barca”, come ha detto il 266° successore di Pietro il 27 marzo scorso, in una piazza San Pietro deserta e bagnata dalla pioggia. (da SIR - Agenzia di informazione)
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Daniela Verlicchi
Ru486
Tra dolore e solitudine il mio aborto con la pillola
Nel bel mezzo di una pandemia ancora da circoscrivere, con tutti i problemi annessi e connessi legati alla salute dei cittadini, oltre che alle innumerevoli difficoltà derivate dalla situazione, i nostri governanti trovano il tempo di approvare le nuove linee guida sull’utilizzo della pillola abortiva Ru 486, che prevedono l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana. Una scelta che non può non sollevare perplessità e domande da parte dei credenti, da sempre schierati a favore della vita. A tal proposito riportiamo questa testimonianza. Due anni fa la gravidanza interrotta con la Ru486 in day hospital fu l’inizio di un calvario fisico e psicologico. Ma dopo la campagna sulle nuove linee guida, ora Catia si è decisa a parlare Dopo l’annuncio via Twitter del ministro della Salute Roberto Speranza di nuove linee guida in materia di Ru 486, che prevedono l’aborto farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana, da più parti è stato detto che si tratta di un percorso che inganna le donne sulla vera natura della pratica. La storia di Catia (scegliamo un nome di
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fantasia per tutelarne la privacy), medico ortopedico, purtroppo lo conferma. Come ha raccontato al settimanale diocesano di Ravenna Risveglio Duemila, «Non sono stata preparata. Forse il mio mestiere ha giocato a sfavore: la collega ginecologa ha dato per scontato che sapessi a cosa andavo incontro. Spero che alle donne sia spiegato meglio, ma ne dubito». Due anni fa Catia, oggi 38enne, si è trovata in una specie di vicolo cieco: una gravidanza inattesa con un compagno non stabile e che, fin da subito, ha rifiutato l’idea di accogliere il bambino che sarebbe nato. La ginecologa che le ha prescritto la Ru486 le aveva consigliato di rifiutare il ricovero ospedaliero, pur previsto nella regione dove abita, perché «il dolore sarà poco più intenso di un normale ciclo mestruale». Non è stato così. Prima dell’aborto farmacologico aveva avuto una figlia da un matrimonio precedente e, purtroppo, anche un aborto spontaneo, alla decima settimana. E quindi è in grado di comparare: «È stato molto più simile al dolore del travaglio. Dicono due giorni ma io sono stata male dieci. E sono un medico, mi sono spaventata fino a un certo punto, an-
che perché potevo controllare le mie condizioni. Ho perso che proviene da una famiglia cattolica praticante. due punti di emoglobina. Senza considerare le possibili Resta il senso di colpa e la rabbia verso chi non ha complicanze». saputo accoglierla e proteggerla in quelle maledetHa dovuto affrontare tutto da sola: l’aborto, e an- te due settimane nelle quali ha dovuto decidere del che quel che ne è seguito, gli attacchi di panico, la futuro suo e di suo figlio, ma anche una amara condepressione, mesi di terapia psicologica per la qua- sapevolezza: «Se non fossi stata sola, se avessi saputo le è arrivata a Ravenna, in cura da Cinzia Bacca- a chi rivolgermi, avrei scelto la vita. Perché la vita è la glini, una delle psicoterapeute più esperte a livello vita, sempre». italiano sui casi di sindrome post-aborto. Proprio (da “Avvenire” del 12/8/2020) per questo ha deciso di parlare, oggi, dopo l’annuncio del ministro sulle diocesi Lodi nuove linee guida: «Credo che dietro 2020 ci siano ragioni economiche. 2021 Un ricovero allo Stato costa centinaia di euro al giorno. Nel mio campo interventi più semplici, come l’artroscopia, sono stati progressivamente passati in regime di day hospital. Ma per l’artroscopia ha un senso, per un aborto no. L’economia è più importante della persona: abbiamo visto con Covid-19 quanti danni ha fatto questa logica. Prima di decidere biin preparazione al matrimonio sognerebbe calarsi nel dolore delle donvicariato di PAULLO vicariato di LODI CITTà ne». Un dolore che è così profondo e senza speranza perché deriva dal vivere e rivivere la morte di un essere umano, un figlio. Oggi, spiega, «faccio solo attività ambulatoriale. Ho dovuto ridurre lo stress e la fatica per riprendermi la mia vita: ero arrivata a vicariato di CASALPUSTERLENGO vicariato di S. ANGELO LODIGIANO pesare 39 chili». Ma la cicatrice resta: «Si migliora, si acquisiscono strumenti, ma al mio bambino – Angelo, l’ho chiamato – penso tutti i giorni: quando vedo una donna incinta, un bambino, per non vicariato di CODOGNO parlare delle ricorrenze». Una ferita che ha cambiato anche il vicariato di S. MARTINO IN STRADA vicariato di LODI VECCHIO suo modo di essere medico: «All’inizio avevo la percezione di essere più 'indurita' sul lavoro. Ma col tempo è tornavicariato di SPINO D’ADDA ta la mia abituale empatia. Anzi, cerco di dare una parola, un sorriso in più: un modo per mettere a frutto quel dolore». consuLtorio centro per La famigLia percorsi per l’apprendimento dei metodi naturali Un lavoro di rielaborazione del lutDal mese di settembre al mese di luglio compreso incontri personalizzati o di coppia per apprendere i metodi naturali oppure per colloqui psicologici, mediazione famigliare, visite ginecologiche. Su appuntamento telefonando allo 0371.421875, inviando una mail a consultorio@centrofamiglia.lodi.it, oppure recandosi di persona negli orari di apertura presso lo stesso Consultorio. to che è passato anche dalla confessione e dal ritorno a messa, per lei
percorsi
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sabato 3, 10, 17, 24 ottobre; sabato 7, 14, 21, 28 novembre. Oratorio della Cattedrale. Via Callisto Piazza. Ore 15.00-17.15.
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a Paullo: Martedì 13, 20, 27 ottobre, 3, 10, 17, 24 novembre, 1 dicembre
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martedì 6, 13, 20, 27 ottobre; martedì 3, 10, 17, 24 novembre. Oratorio Santa Maria Maddalena. Via Via Ore 21.00-23.00.
2.
a zelo buon Persico: Martedì 12, 19, 26 Gennaio, 2, 9, 16, 23 febbraio, 2 marzo
3.
Giovedì 14, 21, 28 gennaio 2021; giovedì 4, 11, 18, 25 febbraio; giovedì 4 marzo. Oratorio San Fereolo. Viale Pavia, 41. Ore 21.00 – 23.00.
3.
a dresano: Giovedì 4, 11, 18, 25, 30 (martedì) marzo, 8, 15, 22 aprile
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sabato 9, 16, 23, 30 gennaio 2021; sabato 6, 13, 20, 27 febbraio. Parrocchia S. Alberto, via Saragat, 2. Ore 15.00 – 17.15.
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a balbiano: mercoledì 28 aprile, 5, 12, 19, 26 maggio, 9, 16, 23, Giugno
martedì 2, 9, 16, 23, 30 marzo; 13, 20, 27 aprile. Oratorio Santa Francesca Cabrini, via Madre Cabrini, 2. Ore 21.00 – 23.00 iscrizioni: Presso i ProPri Parroci. Il parroco invierà la “Lettera di presentazione” a: doneliacroce@libero.it. Ogni percorso sarà attivato per un minimo di 7 coppie e fino ad un massimo di 15. 5.
Primo itinerario Giovedì: 17 - 24 settembre • Giovedì: 1 - 8 - 15 - 22 - 29 ottobre • Giovedì: 5 - 12 novembre Celebrazione della Messa, domenica 15 novembre secondo itinerario Giovedì: 21 - 28 Gennaio 2021 • Giovedì: 4 - 11 - 18 - 25 febbraio • Giovedì: 4 - 11 - 18 marzo Celebrazione della Messa, domenica 21 marzo terzo itinerario Giovedì: 8 - 15 - 22 - 29 aPrile • Giovedì: 6 - 13 - 19 - 27 maGGio • Giovedì: 3 GiuGno Celebrazione della Messa, domenica 6 giugno
1. 2.
Martedì 13, 20, 27 ottobre, 3, 10, 17, 24 novembre, 1 dicembre 2021 Giovedì 4, 11, 18, 25 febbraio, 4, 11, 18, 25 marzo
MERCOLEDì 9,16,23,30 settembre • 07,14,21,28 ottobre• 04 novembre SABATO 16, 23, 30 Gennaio • 06, 13, 20, 27 febbraio • 06, 13 marzo MARTEDI 06, 13, 20, 27 aPrile • 04, 11, 18, 25 maGGio • 01 GiuGno MERCOLEDI’ 08, 15, 22, 29 settembre • 06, 13, 20, 27 ottobre • 03 novembre
notes: I “CORSI” del sabato si terranno presso la “Casa della Gioventù”, Via Madre Cabrini in Lodi Vecchio con inizio alle ore 17,30. Il Corso del mercoledi’ (settembre-ottobre) si terrà a Tavazzano alle ore 21. Il Corso del martedì (aprile-maggio) si terrà a Cerro al Lambro ore 21. Eventuali variazioni di date o di luogo verranno concordate al primo incontro. All’iscrizione (come da modulo aggiornato e firmato….) dovrà essere unita la “Presentazione del Parroco”. L’iscrizione dovrà essere consegnata nella Sede del Vicariato
Per informazioni: Parrocchia di S. Andrea apostolo in Zelo Buon Persico. Telefono: 02.33298400 - Email: zelo@diocesi.lodi.it.
le iscrizioni si accetteranno entro 10 giorni prima dalla data di inizio del corso e fino ad un numero massimo di 10 coppie per corso
corso autunnale 2020 venerdì 25 settembre - venerdì 02 ottobre venerdì 09 ottobre - venerdì 16 ottobre venerdì 23 ottobre - venerdì 30 ottobre venerdì 06 novembre - domenica 08 novembre corso Primaverile 2021 venerdì 22 gennaio - venerdì 29 gennaio venerdì 05 febbraio - venerdì 12 febbraio giovedì 18 febbraio - giovedì 25 febbraio giovedì 04 marzo - domenica 07 marzo
I percorsi si svolgeranno preso l’Oratorio San Luigi a S. Angelo Lodigiano
ParroccHia san martino in strada: ottobre: 7, 14, 21, 28 • novembre: 4, 11, 18, 25. Gli incontri si terranno alle ore 21,00
ParroccHia della muzza di corneGliano: febbraio: 3, 10, 17, 24 • marzo: 3, 10, 17, 24 • Gli incontri si terranno alle ore 21,00
Lunedì 7-14-21-28 settembre e 5-12-19-26 ottobre 2020 Lunedì 1-8-15-22 febbraio e 1-8-15-22 marzo 2021
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Fra Iacopo Iadarola - Carmelitano Scalzo
Comunione Eucaristica sulle labbra o sulle mani? Non confondiamo la forma con la sostanza! L’emergenza creata dal Covid-19 ha fatto affiorare la dolorosa necessità di rivedere le nostre abitudini in ogni campo dell’esistenza, comprese le nostre abitudini liturgiche. Lo scambio della pace durante la celebrazione eucaristica, ad esempio, in base agli accordi presi tra la Conferenza episcopale italiana e il Governo Italiano, è stato sospeso; così come la possibilità di segnarsi con l’acqua benedetta all’ingresso in Chiesa e di ricevere la Comunione sulla lingua. Riguardo a quest’ultima pratica, ribadiamo anzitutto la dignità e la bellezza di questa plurisecolare e venerabile tradizione, che evidenzia in maniera quanto mai congrua l’importanza del Santissimo Sacramento e la giusta reverenza che deve essergli tributata nell’atto della sua ricezione. Il ricevere la Comunione sulla lingua è inoltre la norma universalmente indicata dal magistero della Chiesa, e che pertanto in situazione di normalità i fedeli potrebbero sempre liberamente preferire: prima di altre considerazioni, quindi, solidarietà e rispetto, senza frettolosi giudizi, vanno portati a coloro che sinceramente soffrono di non poter ricevere la Comunione in questo modo. Al contempo, tuttavia, non si può non ribadire che questa plurisecolare tradizione è appunto una tradizione, non un dogma di fede ma rientrante in quella disciplina ecclesiastica che nella Chiesa è cambiata più volte nei diversi periodi storici e nelle diverse regioni. Com’è risaputo, in Italia e in moltissimi altri Paesi dell’orbe cattolico, la Santa Sede, ovvero la suprema autorità pontificia, ha acconsentito alla richiesta dei Vescovi (secondo una facoltà concessa dalla stessa Santa Sede) a che la Comunione potesse essere amministrata anche nelle mani dei fedeli, secondo un’altra
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plurisecolare e venerabile tradizione attestata da fior fiore di santi e Padri della Chiesa: tradizione peraltro molto più antica e quindi più «tradizionale» di quella della Comunione data sulla lingua, e non meno nobile e dignitosa. Ma lungi da noi, e lungi dalla mentalità dei vescovi e dei Papi, voler stabilire una graduatoria delle modalità di ricevere la Comunione nelle regioni in cui da essi stessi è stata autorizzata la duplicità di uso, sulla mano e sulla lingua, quasi che l’una fosse di serie A e l’altra di serie B o viceversa. Ricordiamo ciò soltanto per appurare che la scelta, concordata dai nostri vescovi col Governo Italiano, per l’attuale emergenza, di adottare la Comunione esclusivamente nella mano è la scelta, limitata nel tempo e ragionevolmente argomentata, di ricorrere ad una disciplina ecclesiastica riconosciuta da tempi immemorabili nella Chiesa e assolutamente lecita, nei luoghi in cui è stata adottata, a prescindere dall’attuale emergenza pandemica: la Comunione nella mano, che non è affatto un abuso liturgico come affermato in maniera incosciente e temeraria da alcuni. Infatti, la possibilità di amministrare e ricevere la Comunione anche nella mano, recuperando l’uso dei primi secoli della storia della Chiesa, è stata una possibilità rimessa alla discrezione delle Conferenze episcopali nazionali da San Paolo VI. Sulla scorta, dunque, di questa più che consolidata e legittimata possibilità, pensare che i vescovi italiani in questo tempo di coronavirus ci stiano imponendo di compiere un sacrilegio o un abuso nel chiederci di ricevere la Comunione nella mano significa non soltanto ignorare il loro magistero e l’autorità pontificia che lo ha confermato, ma anche disconoscere la parola del Divino Maestro.
In memoria di tutti i nostri cari Autunno Le foglie cadono da lontano, quasi giardini remoti sfiorissero nei cieli; con un gesto che nega cadono le foglie. Ed ogni notte pesante la terra cade dagli astri nella solitudine. Tutti cadiamo. Cade questa mano, e ogni altra mano che tu vedi. Ma tutte queste cose che cadono, Qualcuno con dolcezza infinita le tiene nella sua mano. Rainer Maria Rilke 13
La memoria dei defunti, quest’anno, è ancora più intensa e significativa pensando a tutte le vittime della pandemia, e a tutti i fratelli e le sorelle che ci hanno lasciato. L’esperienza della fragilità e della vulnerabilità della vita umana ci tocca da vicino come non mai: è come il cadere delle foglie in questo autunno, come sempre carico di fascino e forse di un po’ di nostalgia nei suoi colori e nei suoi tramonti, ce lo ricorda il poeta Rilke. Ma, al tempo stesso, ci ricorda che la caducità che ci accomuna tutti, “tutti cadiamo”, è custodita da Qualcuno, che ci tiene nelle sue mani. Il nostro ricordo e il nostro suffragio va a tutti i defunti che non abbiamo ancora ricordato sul Bollettino. In particolare alle vittime della pandemia che non hanno avuto il conforto di una persona cara che stringesse loro la mano nell’ultimo passaggio e nemmeno il conforto del saluto cristiano con la celebrazione delle esequie: sono 40 i parrocchiani che il virus ha strappato ai loro cari e alla comunità, in poco più di un mese, dall’8 marzo a fine aprile. Noi sacerdoti, in quei giorni di chiusura e di silenzio ci siamo avvicendati, più volte al giorno, nei Cimiteri cittadini e, alcune volte, nei paesi vicini, per dare almeno la benedizione alle salme, prima che venissero cremate o tumulate, con i pochi congiunti ammessi a partecipare a quel triste commiato. Ci conforta la speranza cristiana che viene dal Cristo morto e risorto: la morte non è l’ultima parola sulla nostra fragile esistenza. Siamo chiamati ad una pienezza di vita nella comunione piena con Dio, dove non sarà più dolore, né morte, dove ogni lacrima sarà asciugata, in quel giorno luminoso e splendente, il giorno senza tramonto, dove saremo una cosa sola nella luce del Risorto.
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Un ulivo in memoria delle vittime della pandemia
Domenica 28 giugno, alla presenza (contingentata …) di numerosi parrocchiani e parenti dei defunti, abbiamo benedetto e piantumato un ulivo nel giardino della Chiesa del Sacro Cuore, in memoria di tutte le vittime del Covid ed in particolare del nostro parrocchiano Angelo Cortesi, volontario attivo nella Caritas parrocchiale ed in altre associazioni benefiche. La pianta di ulivo evoca significati profondi, che la Scrittura ci riporta frequentemente. Per esempio, descrivendo la bellezza della terra di Canaan, che il Signore promette di dare al suo popolo, il narratore del Deuteronomio cita l’ulivo tra le delizie di quel territorio, “terra di frumento, di orzo e di viti, di fichi e di melograni; paese di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla” (Dt 8, 8-9). I salmisti ricorrono all’immagine dell’ulivo per esprimere la fedeltà che produce fecondità e gioia. La famiglia del giusto è, per il cantore del Salmo 128, luogo di fecondità: “La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa”. Essi presentano i credenti come olivo verdeggiante. Così canta il Salmo 52 in contrasto con chi confida solo in sé stesso: “Ma io, come ulivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio”. Penso non vi sia significato migliore da attribuire “all’ulivo della memoria”: segno del giusto che confida nel Signore e si fida di Lui; segno di una fecondità che, al di là della morte, produce ancora frutti di vita.
Triduo in suffragio dei defunti Martedì 27 ottobre, ore 21.00 a San Fereolo: Ufficio per i genitori e familiari defunti yy Mercoledì 28 ottobre, ore 21.00 a San Fereolo: Ufficio per i giovani defunti yy Giovedì 29 ottobre, ore 21.00 a San Fereolo: ufficio per i parroci, le religiose e i sacerdoti defunti yy
Solennità di Tutti i Santi e Commemorazione dei defunti Domenica 1 novembre Solennità di Tutti i Santi yy S. Messa prefestiva: sabato 31 ottobre ore 17.30 yy S. Messe: ore 8.30 – ore 10.00 – ore 11.30 – ore 18.00. Tutte le S. Messe saranno celebrate alla Chiesa del Sacro Cuore. Preghiera del Santo Rosario per i nostri cari defunti Domenica 1 novembre, ore 21.00, nel Salone Teatro dell’Oratorio. Lunedì 2 novembre Commemorazione dei Fedeli Defunti yy Sante Messe: ore 8.30 – ore 18.00 yy Solenne celebrazione con il ricordo dei defunti dal 2 novembre 2019: ore 21.00 Tutte le S. Messe saranno celebrate alla Chiesa del Sacro Cuore. A motivo dei posti contingentati la celebrazione delle ore 21.00 è riservata ai parenti dei defunti dell’anno trascorso (2 per famiglia).
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Alberici Alberto (77)
Anelli Andrea (46)
Ardemagni Teresa (97)
Bondioli Teresa (69)
Brusoni Natalina (96)
Cantarini Giuseppe (81)
Cantoni Ferdinanda (89)
Carozza Giuseppina (91)
Cassani Vittorino (80)
Cerbara Caterina (88)
Cortesi Angelo (72)
Dragoni Ines (93)
Forti Antonietta (84)
Gioria Luisa Maria (95)
Gittardi Giuseppe (82)
Grassi Florindo (73)
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Grossi Agostina (86)
Guerci Mariateresa (72)
Iannibello Antonio (86)
Locatelli Pietro (73)
Marchesin Angelo (88)
Omini Agnese (91)
Pacchioni Secondo (85)
Pastori Paolino (90)
Poderico Ugo (74)
Rota Ugo (82)
Sala Fiorenzo (82)
Soresini Giampiero (76)
Tirloni Ivan (42)
Tirloni Natalina
Tonali Franco (80)
Tonani Angelo (84)
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Uggè Irma (73)
Vailati don Pier Alberto (66)
Veschi Teresa (90)
Ricordiamo anche: Apolloni Ester di anni 100 Archeri Mario di anni 67 Balconi Vittorio di anni 62 Benelli Mario di anni 88 Biffi Italo di anni 78 Bosini Imelda di anni 76 Brambilla Margherita di anni 80 Brunetti Giovanni di anni 83 Bruno Giovanni di anni 79 Capanni Claudio di anni 64 Cappi Emilia di anni 89 Carelli Elsa di anni 94 Cella Vincenza di anni 78 Cipolla Celsa di anni 92 Cracolici Francesco di anni 54 Crespiatico Carlo di anni 81 De Franceschi Rosa di anni 92 De Lorenzi Virginia di anni 89 Depaoli Alberto di anni 67 Di Buduo Vincenzo di anni 74 Faloppa Maria di anni 94 Felisi Giuseppe di anni 72
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Ferrari Alessandra di anni 87 Ferrari Giovanna di anni 91 Foina Franco di anni 87 Franchi Carla di anni 70 Gazzola Angelo di anni 88 Generani Giuliana di anni 79 Gorla Annetta di anni 92 Grassi Francesca di anni 68 Gremmo Pierfranco di anni 89 Grimaldi Teodora di anni 66 Iachetti Tecla di anni 87 Labadini Giuseppina di anni 83 Lodigiani Angelo di anni 96 Magli Vittorio di anni 80 Manzo Vincenzo di anni 72 Merli Pierina di anni 95 Negri Franca di anni 83 Nonna Giovanna di anni 84 Palladini Edoardo di anni 73 Pastori Regina di anni 79 Pianta Agostina di anni 53 Pini Giuseppe di anni 85
Piras Armando di anni 79 Rapetti Maria Luisa di anni 75 Regorda Giuseppina di anni 86 Rossi Giovanna di anni 90 Rozza Giovanni di anni 80 Scandurra Santa di anni 68 Schiavi Ida di anni 84 Scotton Bruna di anni 87 Stagnari Paolina di anni 91 Tidor Albina di anni 80 Trevisan Nella di anni 88 Trini Angela di anni 96 Ugge’ Irma di anni 73 Uggeri Franco di anni 82 Vigorelli Bice di anni 92 Viotti Gianpiero di anni 71 Volpi Amanzio di anni 81 Zaninelli Maria di anni 84 Zanoni Claudio di anni 79 Zarcone Michelangelo di anni 74 Zen Miranda di anni 80
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Roberto Folletti
Il quarto d’ora granata ai tempi del Covid È storia antica il quarto d'ora granata. Un vero rituale pubblico che riguardava tutto il mitico stadio Filadelfia. Erano gli anni del Grande Torino, la squadra più forte d'Italia scomparsa a Superga, sulla collina di Torino, il 4 maggio 1949. Se in un dato momento della partita il risultato non si era ancora sbloccato, o peggio il Torino era in svantaggio, il capitano Valentino Mazzola guardava la tribuna, e si rimboccava le maniche della maglia granata, era il segnale che invitava Oreste Bolmida, il capostazione di Porta Nuova, il trombettiere dello stadio Filadelfia, ad impugnare una cornetta delle ferrovie dello stato, soffiare nell’imboccatura con una forza tale da farsi sentire in tutto lo stadio e suonare la carica. Era il momento in cui iniziava la magia, ciò che sembrava impossibile si realizzava, un ostacolo che pareva insormontabile veniva aggirato, scalzato e superato a colpi di tenacia e perseveranza. Era un attimo, un momento, poteva essere a metà del primo tempo o a pochi minuti dalla fine del secondo o poco prima della fine del primo tempo o immediatamente dopo il ritorno in campo dopo il riposo… da quel momento non ce n’era più per nessuno: nel giro di un quarto d'ora il Torino ribaltava il risultato, segnando due, tre, addirittura sette gol. Altri tempi, altri giocatori, altra storia. Il pubblico dello stadio Filadelfia lo sapeva, lo bramava, lo attendeva febbricitante all’idea di cosa avrebbero visto… Restavano lì con gli sguardi fissi, incollati sugli invincibili, con le pupille dilatate, le mani tremanti ed i cuori in procinto di palpitare come impazziti. Ai giocatori in campo, le vibrazioni che il suono della tromba emetteva, facevano scattare una scintilla nella psiche di ognu-
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Ultim’o nto d e m o Al m appren stampa o al it u g se in Lomb e n Regio del ottobre e l 18 e d e al steri (ca à it le attiv ) so ti n e m a n le
no, tutti si mettevano in testa che era il momento di vincere, diventavano affiatatissime schegge impazzite che mettevano in campo tutto il talento ed il geniale virtuosismo atletico di cui erano capaci, trasformandosi in entità impossibili da fermare. Memorabili le vittorie con l’Alessandria (10 a 0) con 6 gol segnati in 13 minuti e il 7-1 con la Roma con 4 gol segnati in 3 minuti dopo essere stati in svantaggio. Gli Invincibili, giocando il quarto d’ora granata, ci hanno dato un grandissimo insegnamento che è condensato tutto nella citazione tratta dal film “Il Grande Torino”: “Quel famoso quarto d'ora non esiste soltanto sui campi di calcio. Vede, esiste anche nella vita, ed è quando ti devi rimboccare le maniche.” Anche noi del GSO stiamo vivendo, ormai da qualche mese, il nostro quarto d’ora granata... Il Covid ci ha messo davanti all’alternativa, mai presa in considerazione, di abbandonare i nostri ragazzi e la loro formazione sportiva ed umana. Abbiamo deciso di fare un incredibile ed ulteriore sforzo per riprendere l’attività in piena sicurezza per atleti, dirigenti e allenatori, dapprima con lo studio e l’interpretazione dei protocolli, definiti dalle varie federazioni e poi con la loro applicazione. Nessuno si è tirato indietro ma ai veri e propri labirinti di parole dei protocolli si sono aggiunte le preoccupazioni e le sensibilità dei singoli verso un virus che ormai da diversi mesi si è impossessato dei nostri pensieri, stravolgendo le nostre abitudini e la nostra vita. Non avremo Bolmida e la sua tromba ma abbiamo le voci dei nostri bimbi e dei nostri ragazzi pronti a spingerci tutti uniti nell’impresa del nostro quarto d’ora granata.
Il GSO e la nuova stagione sportiva
ora in Il G.S.O. San Fereolo ha deciso, non senza difdi andare , ficoltà e sforzi immani, di essere presente al che ndiamo ella via della stagione sportiva 2020/2021 con le d decreto l 16 sue squadre di pallavolo e calcio. e d ia d ar b iniDecreto M tutte 8 ottobre, ale Pallavolo ampionati si. ono sospe
yy yy yy yy yy
yy Under 11 CSI (nate nel 2010, 2011, 2012 e 2013, allenamenti: lunedì e giovedì) Under 12 (nate nel 2009, 2010, 2011 e 2012, allenamenti: martedì, mercoledì e venerdì) Under 16 (nate nel 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, allenamenti: lunedì, martedì e giovedì) Under 17 (nate nel 2004, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, allenamenti: vedi 1° Divisione) Open (nate fino al 2005, allenamenti: martedì e giovedì) 1° Divisione (nate nel 2004, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009, allenamenti: lunedì, mercoledì e venerdì)
Calcio
• Piccoli Amici (nati nel 2014 e 2015, allenamenti: martedì e giovedì) • Primi Calci (nati nel 2012 e 2013, allenamenti: martedì e giovedì) • Pulcini (nati nel 2011, allenamenti: lunedì e
mercoledì) • Giovanissimi (nati nel 2006 e 2007, allenamenti: martedì e giovedì) • Allievi (nati nel 2004 e 2005, allenamenti: martedì e venerdì) • 2° Categoria (età libera, allenamenti: mercoledì e venerdì) Se tutto ciò è diventato possibile è solo grazie al grande impegno di dirigenti ed allenatori ed alla collaborazione degli atleti e dei genitori dei più giovani. I protocolli sono labirinti da cui è difficile districarsi e solo con l’aiuto di tutte le entità che si muovono attorno alle singole squadre l’impossibile diventa realizzabile. La misurazione della temperatura, il registro presenze, il rispetto delle distanze, le procedure di accesso a campi e palestre, la sanificazione e l’igienizzazione di ambienti e attrezzature, l’intensificazione delle pulizie, il rispetto delle regole dettate dai protocolli, sono solo alcuni degli strumenti messi in campo per tenere distante il Covid dalla nostra Società. In questa fase così delicata ogni azione intrapresa sino ad oggi e futura del GSO è volta alla tutela della salute dei propri atleti.
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Vita parrocchiale
Estate di pandemia in oratorio
L’estate 2020 è stata davvero particolare per il nostro oratorio. Niente Grest, niente campiscuola, stanze e cortile stranamente silenziosi. La pandemia ha messo un freno anche alla vivacità e ai colori che riempivano l’oratorio nei mesi più caldi. Tuttavia - anche se in modo diverso - grazie alla buona volontà e all’impegno di alcuni ragazzi (ai quali va un grandissimo grazie!) siamo riusciti a proporre comunque alcune attività. Ne ricordiamo in particolare due: l’esperienza a distanza StaySanfe e il piccolo campo estivo per gli adolescenti. “Faccio quello che voglio, faccio quello che mi va: quest’estate sono fuori controllo”. Chi non ricorda questo famoso tormentone del cantante Fabio Rovazzi di qualche anno fa? Un pensiero che ha fotografato un aspetto dell’estate dei giovani d’oggi… quest’estate in effetti, è stato anche questo, forse perchè era forte in noi il desiderio di rivederci, di ritornare alla normalità fatta di incontri, di relazioni, di abbracci, di serate senza orari… Ma le vacanze che ormai si sono concluse sono state anche un’esperienza per ripensare e riscoprire un modo diverso di stare insieme in oratorio; nel
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distanziamento sociale, nell’impossibilità di incontrarsi e nelle videochiamate di meet abbiamo vissuto nuovi modi di “scoprirci vicini”. Penso a Stay Sanfe, l’oratorio a casa tua, un’iniziativa creata per “respirare” l’aria dell’oratorio anche a distanza e per sentirci più vicini in questa estate particolare, con giochi, laboratori, sfide, ricette, rebus e caccia al tesoro per il quartiere di San Fereolo. Una proposta che ha visto la partecipazione e l’impegno nelle prime tre settimane di luglio di molti animatori e ragazzi che attraverso dei video tutorial, challenge e di cucina hanno tenuto compagnia ai più piccoli. Animatori a cui è mancata la fatica che si prova tutte le volte che si torna a casa senza energie dopo una lunga giornata di giochi, ma anche i sorrisi o gli abbracci dei bambini, il “grazie” di una mamma, i balli di gruppo, i giochi
sotto il sole, i “vieni a giocare con me?” e il saluto di un bimbo quando ti vede al supermercato. Durante questo periodo di pausa non ci siamo neppure fatti mancare una delle proposte irrinunciabili dell’estate “formato parrocchia” il campo scuola! Vissuto in modo diverso: accorciato nei tempi e nel rispetto delle regole nella convivenza. Così, con lo zaino in spalla, siamo partiti per Valtournenche, accompagnati da don Roberto per vivere tre giorni di vacanza. Per raccontare queste giornate, forse bisognerebbe parlare di ognuno dei ragazzi e di ognuno di noi, perché a Valtournenche si sono intrecciate 21 storie di persone che hanno dato vita a relazioni più forti. Certamente è stata un’occasione unica per rivederci e per condividere del tempo insieme nelle passeggiate, giochi all’aria aperta, pranzi più o meno avventurosi e momenti di confronto. Forse questa estate confusa e strana rappresenterà un “giro di boa” per noi giovani perché la pandemia ci sta cambiando un po’ tutti e può essere una grande opportunità per provare a dare un nuovo senso alle piccole azioni quotidiane, alle relazioni, nel riconoscimento dei bisogni degli altri, nei loro sguardi... oltre la mascherina. Siamo pronti a tutto questo? (Benedetta Esposti)
ca 25 ottobre 2020 alle ore 18.00 alla Chiesa del Sacro Cuore. yy Celebrazione della Prima confessione 2020: domenica 15 novembre 2020 alle ore 15.30 alla Chiesa del Sacro Cuore yy Celebrazione della Messa di Prima Comunione: primavera 2021 5a elementare yy Catechesi: il venerdì pomeriggio dalle ore 18.00 alle ore 19.00. yy Rito di Presentazione alla comunità: domenica 22 novembre 2020 alle ore 18.00 alla Chiesa del Sacro Cuore. yy Celebrazione della Messa di Prima Comunione 2020: (in due turni) domenica 21 e domenica 28 febbraio 2021 alle ore 15.30 alla Chiesa del Sacro Cuore. 1a media yy Catechesi: la domenica pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 15.30. yy Rito di Presentazione alla comunità: domenica 29 novembre 2020 alle ore 18.00 alla Chiesa del Sacro Cuore. yy Celebrazione della Santa Cresima 2021: primavera 2021
I Cammini di Fede 2020-2021
2a elementare yy Catechesi: il sabato mattina dalle ore 10.15 alle ore 11.15. 3a elementare yy Catechesi: il venerdì pomeriggio dalle ore 17.45 alle ore 18.45. yy Rito di Presentazione alla comunità: domenica 8 novembre 2020 alle ore 18.00 alla Chiesa del Sacro Cuore. yy Celebrazione della Prima confessione 2021: domenica 28 marzo 2021 alle ore 15.30 alla Chiesa del Sacro Cuore 4a elementare yy Catechesi: il sabato mattina dalle ore 10.00 alle ore 11.00. yy Rito di Presentazione alla comunità: domeni-
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Vita parrocchiale
2a media yy Catechesi: la domenica pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 16.00. yy Celebrazione della Santa Cresima 2020: (in due turni) domenica 7 e domenica 14 febbraio 2021 alle ore 15.30 alla Chiesa del Sacro Cuore. 3a media yy da definire Adolescenti yy Catechesi: il sabato sera dalle ore 19.00. Sabato 17 ottobre; sabato 7 novembre; sabato 28 novembre; sabato 12 dicembre.
Il bilancio parrocchiale consuntivo per il 2019
Pubblichiamo il Bilancio della Parrocchia relativo all’anno 2019. Da notare la flessione negativa del gettito delle offerte “straordinarie” dei fedeli per la Chiesa del Sacro Cuore. Quanto alle uscite la parte del leone, come sempre, la fa il mutuo contratto per il pagamento dei lavori alla Chiesa del Sacro Cuore. Un’uscita significativa riguarda, inoltre, lavori di manutenzione tenuti nell’oratorio nel corso dell’e-
state 2019. Quanto alle entrate dobbiamo segnalare il contributo della diocesi, tratto dalla ripartizione dei fondi dell’8xmille, di € 15.000, a favore della nostra Caritas parrocchiale: conferma evidente che la scelta di destinare l’8xmille sulla dichiarazione dei redditi ha una reale e capillare ricaduta sulle singole realtà, come la nostra, per esempio. Similmente, tra le entrate segnaliamo il contributo dei fondi del 5xmille assegnati al GSO San Fereolo, di € 12.167, e versati alla Parrocchia come rimborso spese (per altro insufficienti …) per il pagamento delle utenze della palestra, spogliatoi, campi da calcio. Anche questo è un buon motivo per indicare come preferenza nella scelta del 5xmille, il Gso San Fereolo, di cui vi ricordiamo il codice fiscale: 92503630151. Quanto al mutuo, causa emergenza pandemia, il pagamento delle rate è stato sospeso fino ad ottobre; pertanto la prima rata che pagheremo quest’anno, di € 10.000, scadrà il 31 dicembre; in tal modo il mutuo andrà ad estinguersi nel 2026 anziché nel 2025. Di fianco la scheda con il riepilogo generale, con il raffronto con l’anno precedente. Nelle schede di dettaglio sono riportate solo le voci principali in entrata ed uscita.
In cortile dell’oratorio la mattina del 13 settembre, affollato (ma in sicurezza!) durante la messa di apertura dell’anno pastorale e catechistico.
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Famiglie x Famiglie: a che punto siamo L’iniziativa, nata alcuni anni or sono da parte di alcune famiglie che si impegnavano a versare una piccola quota mensile a favore di famiglie bisognose, si era un po’ indebolita ma era sempre rimasta attiva. Nel periodo del lockdown, affacciandosi alla parrocchia insistenti richieste di aiuto da parte di famiglie bisognose, abbiamo lanciato un appello che non è caduto nel vuoto ma ha visto la risposta generosa di tanti parrocchiani. Mentre esprimiamo la gratitudine più sentita, desideriamo rendere conto a tutta la comunità di queste entrate e relative uscite a partire dal 1° gennaio 2020 fino al 31 agosto 2020.
Al tempo stesso rilanciamo l’iniziativa per quanti volessero sostenere mensilmente o periodicamente la proposta. Avvicinandosi l’inverno, infatti, è prevedibile l’aumento di richieste di intervento soprattutto per il pagamento delle utenze domestiche. È possibile effettuare un versamento sul Conto Corrente della parrocchia (IBAN IT05J0623020303000046238840), specificando la causale: famigliexfamiglie.
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Vita parrocchiale Proposta di catechesi per adulti al Vicariato di Lodi
VIZI DA AFFRONTARE – VIRTÙ DA COLTIVARE Istruzioni di pratica cristiana Martedì 13.10.2020 in Chiesa S. Agnese via Marsala, ore 20.45 Una mistica mancata? – Gli equivoci della lussuria Padre Giovanni Cucci SJ – Pontificia Università Gregoriana e Civiltà Cattolica Martedì 10.11.2020 in Chiesa S. Agnese via Marsala, ore 20.45 Il mio io come Dio – L’autoinganno dei superbi Don Emanuele Campagnoli – Seminario di Lodi e ISSR S. Agostino Martedì 15.12.2020 in Chiesa S. Agnese via Marsala, ore 20.45 Il bandolo della matassa – l’eccessivo amor di sé (philautia) alla radice di tutti i vizi Padre Adalberto Piovano OSB – Monastero di Dumenza (VA) Martedì 12.01.2021 in Chiesa S. Agnese – via Marsala, ore 20.45 In vista di una vita buona – riscoprire la virtù
cristiana
Mons. Giuseppe Angelini – Facoltà Teologica di Milano Martedì 09.03.2021 in Chiesa S. Agnese – via Marsala, ore 20.45 Prudenza e temperanza – «mai nulla di troppo» Don Aristide Fumagalli – Seminario di Venegono e Facoltà di Milano Martedì 13.04.2021 in Chiesa S. Agnese – via Marsala, ore 20.45 Le virtù di fortezza e giustizia – ovvero, quando l’ideale va in coppia Don Guglielmo Cazzulani – Seminario di Lodi e ISSR Sant’Agostino Martedì 11.05.2021 in Chiesa S. Agnese – via Marsala ore 20.45 Inconfondibili quanto indivisibili: la triade teologale di fede, speranza, e carità Don Attilio Mazzoni – Seminario di Lodi e ISSR Sant’Agostino
Il gruppo degli sposi al termine della celebrazione per la festa degli anniversari di matrimonio del 15.9.2020
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Il percorso della vita BATTESIMI
Le foto numerate sono nelle quattro pagine seguenti.
yy CARDENAS GARDONI YULIAN ZAC di Manuel Alfredo e Gardoni Denise yy BACUKU AURORA di Preng e Bacuku Bukurye yy EKRABE DAVID ELIAKIM MATHYS di Yves Justin e Coulibaly Anne Andree (foto 2) yy GAETI SAMUELE di Fabio e Zoppetti Ilaria (foto 2) yy ASARO EDOARDO di Giuseppe e Meucci Aurora (foto 9) yy DI FILIPPO VALENTINO di Alessandro e Iova Mariana (foto sotto a sinistra) yy FARINA ANDREA di Aurelio e Pace Rosaria (foto 3) yy CIBELLI FRANCESCA di Giuseppe e Cervati
Foto 1 - Battesimo del 12 settembre 2020
Roberta Maria (foto 1) yy CREMONESI PIETRO FRANCESCO di Matteo e Tempella Silvia (foto 4) yy GRANATA PAOLO di Simone e Abbà Susanna ((foto 4) yy LUPATINI LEONARDO di Attilio e Sacchi Jessica (foto 5) yy MORELLI LUDOVICA di Thomas e De Domizio Angelica (foto 5) yy POLENGHI VITTORIA di Polenghi Silvia (foto 5) yy SPIZZI ELISA PAOLA di Alessandro e Rampello Silvia (foto 5) yy BORSATTI LUCIA di Riccardo e Fusar Imperatore Cecilia (foto 6) yy DOLCI GAIA di Andrea e Severgnini Chiara (foto 6) yy INVERNIZZI RICCARDO di Mattia e Dolera Chiara (foto 6) yy OLINI ASIA di Alessandro e Toscani Elisa (foto 6) yy TORRIANI NICOLO’ di Andrea e De Toro Francesca (foto 6) yy RIGAMONTI ZOE MATILDE MARIA di Emanuele e Stefanelli Silvia (foto 8) yy TRONCONI RICCARDO di Thomas e Pistone Grazia (foto 8) yy SANDONINI FRANCESCO di Marco e Belloni Paola (foto 8) yy UGGERI FRANCESCO di Simone e Scrigna Laura (foto 8) yy SPENGA LUCAS, di Gianluca e Bonito Antonietta (foto 7) yy SOLDATI RICCARDO, di Alessandro e Acampora Nicoletta (foto 7) yy MONDOLFO MORONI JACOPO ANGELO, di Sergio e Moroni Manuela (foto 7) yy OCCHIATO FILIPPO FRANCESCO, di Luca e Belloni Laura (foto 7)
MATRIMONI
yy DI FLIPPO ALESSANDRO con IOVA MARIANA (foto a sin., con il battesimo di Valentino) yy PERINI RENZO con PRIZZI CHIARA
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Il percorso della vita
Foto 2 - Battesimi del 2 febbraio 2020
Foto 4 - Battesimi del 6 settembre 2020
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Foto 3 - Battesimo del 30 agosto 2020
Foto 5 - Battesimi del 13 settembre 2020
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Il percorso della vita
Foto 6 - Battesimi del 27 settembre 2020
Foto 8 - Battesimi del 4 ottobre 2020
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Foto 7 - Battesimi del 18 ottobre 2020
Foto 9 - Battesimo del 20 giugno 2020
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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo viale Pavia 41, Lodi - tel. 0371-30658
Per contattarci:
don Elia: tel. 0371-30658 don Roberto: tel. 0371-36345 Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 - tel. 0371-430885 Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 - tel. 0371-979388 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: doneliacroce@libero.it sito web: www.http://sanfereololodi.blogspot.it e-mail Caritas Parrocchiale: caritassanfereolo@gmail.com
Gli orari delle S. Messe: Feriali
San Fereolo: ore 8.30; ore 18.00 (posti disponibili alla chiesa di San Fereolo: 70)
Sabato e prefestive Sacro Cuore: ore 17.30 (posti disponibili alla chiesa del Sacro Cuore: 200)
Festive Sacro Cuore: ore 8,30; ore 10.00; ore 11.30; ore 18.00 (posti disponibili alla chiesa del Sacro Cuore: 200)
I servizi della Caritas parrocchiale: Ambulatorio infermieristico temporaneamente sospeso
Doposcuola in fase di programmazione
Distribuzione vestiti martedì dalle ore 9 alle 11
Aiuto generi alimentari una volta al mese
Centro d’ascolto Mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11
Ambulatorio Medico Caritas martedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30
Le visite, riservate esclusivamente a pazienti privi dei documenti necessari per l’assistenza sanitaria, vanno prenotate presso la Caritas centrale, via Cavour, 31.