CAMMINIAMO INSIEME Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Luglio - Agosto 2014 - n. 390 pro manuscripto
Buone Vacanze!
NEL NOME DEL SIGNORE ANDIAMO AVANTI! di don Giuseppe Raimondi - parroco
Riportiamo l’omelia che il parroco ha tenuto durante la Messa solenne in occasione della chiusura dell’anno pastorale 2013 2014. Siamo qui raccolti attorno all’altare per celebrare l’amore del Signore ma anche per chiudere l’anno pastorale. Lo chiudiamo come parrocchia, ma anche come Caritas parrocchiale, come oratorio e come attività sportiva. Chiudere un anno pastorale che cosa vuol dire? Vuol dire che andiamo in ferie, che chiudiamo per fallimento, per mancanza di lavoro? No, e poi dico ancora no, in modo assoluto. E’ vero che i tempi passano, le situazioni si evolvono, e oggi non siamo più quelli di ieri. La comunità parrocchiale non chiude per ferie. La Caritas parrocchiale nemmeno, tanto meno l’oratorio e così pure la nostra attività sportiva. E allora perché siamo qui così solennemente rac-
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colti? Chiudiamo o non chiudiamo? Con la fede che portiamo nel cuore, per l’amore che abbiamo per questa nostra comunità parrocchiale, per la passione che nutriamo per tutte le nostre attività pastorali: caritative, oratoriane e sportive siamo qui per chiudere e per aprire - di nuovo e subito - un nuovo cammino pastorale.
CHIUDENDO, DICIAMO GRAZIE Il nostro primo grazie va al Signore che sempre ci aiuta e poi subito anche a chi ha lavorato per la parrocchia, per la Caritas, per l’oratorio e per l’attività sportiva. Quante cose belle ci ha dato di fare il Signore in questo anno pastorale. • Per quanto riguarda la parrocchia: abbiamo continuato a mettere sempre più il Signore e la sua Parola al primo posto. La generosità dei nostri volontari è andata avanti in tutti gli ambiti e si è spesa disinteressatamente. Pur constatando che gli anni passano anche per loro, continuano ad essere pronti per tutte le necessità della comunità. Il mese di maggio da poco concluso è stato più di ogni altro anno molto partecipato. Ha fatto vedere
San Fereolo, via San Fereolo
a tutto il quartiere che la nostra parrocchia è viva e vuole raggiungere tutti. • Per la nostra Caritas: la provvidenza del Signore e la generosità dei sanfereolini l’hanno sostenuta in diversi modi: ha continuato sempre a servire i poveri, a dare aiuto scolastico ai ragazzi, ha continuato a ricevere aiuti per chi versava in particolari difficoltà. Sta compiendo veramente la sua missione: educare e formare alla carità. • Per l’oratorio: quest’anno abbiamo avuto la gioia di vedere dei nostri diciottenni fare la loro solenne professione di fede davanti al Vescovo. Sta crescendo un bel gruppo di adolescenti che poi si metteranno a servire nel Grest. Vediamo inoltre che alcuni papà vengono a giocare con i loro bambini in oratorio. E così fanno imparare ai loro figli ad amare e a frequentare l’oratorio. Siamo più che mai convinti che non basta portarli alla nostra sportiva: questa con gli anni passa nella vita dei ragazzi, ma non l’oratorio. • Per l’attività sportiva: ci sono state delle vittorie, è vero. Questo ci fa piacere. Per noi la gioia e la soddisfazione più grande è che una nostra
squadra, la squadra di calcio degli Juniores, ha vinto quest’anno la Coppa Disciplina. E questo per noi è il massimo. Nel ringraziare di tutto questo il Signore, noi gli siamo più che mai riconoscenti perché ha continuato a sostenerci con il suo amore, a darci la forza per andare avanti e per fare le scelte giuste sia pastorali, sia caritative che oratoriane e sportive. Concludendo questo aspetto del ringraziamento vi confesso, carissimi fedeli, che al termine di questo anno pastorale sono più che mai consapevole che il Signore ci ha aiutato. Quest’anno, e soprattutto in questi ultimi tempi, ci ha aiutato moltissimo a compiere delle scelte giuste anche se non sono state comprese. E allora con tutti voi gli dico: grazie Signore, grazie di cuore, grazie per il Tuo aiuto che non viene mai meno. Dopo tutto questo qualcuno potrebbe allora dire che siamo una parrocchia perfetta. No. Non siamo una parrocchia perfetta. La perfezione è solo del Signore. Noi cerchiamo di fare qualcosa cercando di seguire la sua volontà. Di mancanze ne abbiamo tante, di povertà ne abbiamo moltissime e queste si possono vedere a tutti i livelli incominciando da me vostro parroco.
ECCO LE NOSTRE POVERTA’ Carissimi ce ne sono state tante. Sono conti che solo il parroco può conoscere. • A livello parrocchiale: sperimentiamo, con viva sofferenza, la grande diminuzione delle celebrazioni dei matrimoni davanti al Signore. Il frantumarsi delle famiglie. La fatica di portare avanti una pastorale familiare e soprattutto quella di far conoscere il Signore con una appropriata catechesi per tutte le età. • A livello di Caritas parrocchiale: non poter aiutare tutti coloro che chiedono aiuto. La difficoltà di capire chi ha vere necessità. Non essere noi per primi pieni di carità, di comprensione, di amorevolezza nei confronti di chi ci chiede qualcosa o anche solo ci accosta per parlarci. • A livello di oratorio: la poca collaborazione dei genitori, la difficoltà di trasmettere e di far vivere la passione per l’oratorio nel modo giusto, l’incapacità di educare e formare le nuo-
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ve generazioni ai veri valori della vita. • A livello sportivo: la difficoltà di far capire ai genitori che noi siamo per un certo tipo di sport, cioè quello che forma la persona, che si armonizza con altre attività formative, che noi non lo facciamo prevalentemente per sfornare dei campioni, ma soprattutto per educare i nostri ragazzi e i nostri adolescenti alla vera vita umana e cristiana. Carissimi, queste sono soltanto alcune delle numerose difficoltà che la nostra parrocchia, la Caritas, l’oratorio e l’attività sportiva hanno affrontato quest’anno. Sappiamo che ne avremo altre. Non ci scoraggiamo.
E ALLORA?
Anche qui ci aggrappiamo al Signore. Lui è infatti la nostra forza e la nostra speranza. Ogni giorno facciamo allora nostre alcune sue parole, alcuni suoi inviti. Lui ha detto un giorno e sempre ci ripete: “Nel mondo avrete tribolazioni, coraggio, io ho vinto il mondo”. Carissimi, sono così convinto di questo invito, che da 35 anni lo leggo ogni giorno perché l’ho voluto scritto a grandi caratteri su un telo appeso nel mio studio. Con lui noi vinciamo sempre. Dice ancora a me e a voi a conclusione delle Beatitudini: “Guai a voi se tutti dicessero bene di voi, segno che non mi seguite”. Quindi noi sappiamo che non è la notorietà che ci fa grandi, non è l’andare sui giornali
San Fereolo, parco di via Grandi
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ciò che conta, non sono gli applausi, non sono le mode della società che ci realizzano, ma è il vivere il Vangelo delle Beatitudini, è il generare dei santi il nostro scopo. E alle parole di Gesù fa seguito S. Paolo che dice: “E’ necessario passare attraverso numerose tribolazioni per entrate nel regno di Dio”. Le difficoltà fanno parte di questa vita e noi le vogliamo sopportare con fede e serenamente per entrare e aiutare tutti ad entrare in paradiso.
ANDIAMO AVANTI! E andremo avanti serenamente e con tanta fiducia. Chiudiamo un anno e apriamo subito una nuova stagione sia come parrocchia, sia come Caritas, che come oratorio e come sportiva. E allora ripeto a voi e voi tutti ripetetelo a me quel meraviglioso invito del Signore che si legge nel Vangelo di Giovanni e che ho già detto e che io leggo ogni giorno da numerosi anni: “Coraggio, io ho vinto il mondo!”.
FATICHE, GIOIE E SPERANZE Il cammino della vita dell’uomo qui sulla terra si attua veramente tra tante fatiche, con poche gioie, ma anche con tante speranze. E questo lo si constata molto bene ad una certa età. E’ proprio vero che l’età adulta porta con sé non solo tanti acciacchi, ma anche la consapevolezza di che cos’è la vita. Infatti vediamo questo in modo particolare nell’anziano che - dopo aver vissuto la sua vita con impegno e con una certa serietà, pur in mezzo a tanti problemi - ha in sé una amabile saggezza nel dare i suoi giudizi sull’esistenza in generale, sulle preoccupazioni che attanagliano la vita, in modo particolare sui valori che la rendono bella e significativa. Se è vero questo, allora dobbiamo tutti imparare da chi ha qualche anno sulle spalle a condizione però che quanto ci dice sia frutto di un’esperienza che ha lasciato un segno nella sua vita.
con un giusto criterio ciò che va abbandonato, per poi costruire il futuro, che si apre davanti a noi su tutto quanto di bello, di giusto e di valido serve per la vita di oggi. Nessuno è escluso dal mettersi a questa scuola. Lo devono i giovani, lo devono le famiglie, la scuola, la stessa Chiesa. In una parola tutti.
IMPARIAMO La storia in generale che abbiamo alle spalle, quella delle persone che ci hanno preceduto, deve allora diventare maestra della nostra vita di chi oggi trascura il passato, dicendo che è “roba di altri tempi”, ignora gli insegnamenti sani di chi è carico di anni, dicendo che sono “vecchi e non sanno che viviamo altri tempi”, è condannato a costruire sempre sul vuoto la propria vita, il proprio futuro. Abbiamo infatti tutti dimenticato il saggio motto “la storia, maestra di vita”. E così distruggiamo un grande aiuto per una vita migliore. Non si tratta di ricopiare in tutto e per tutto quello che ha fatto chi ci ha preceduti nella vita, ma di ricavare dalla loro storia, dalle loro vittorie, dalle loro sconfitte, dalle loro sane e utili invenzioni, quelle verità, quei giusti indirizzi, per costruire ancora e sempre più il futuro sulla roccia. Non dobbiamo quindi far uso della “spugna” per cancellare tutto il passato, ma ripulire
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Ma volendo essere concreti, diciamo anche che devono essere impegnati in modo particolare in questa scuola: i genitori, gli educatori, gli insegnanti, i sacerdoti, le suore. Dobbiamo essere più che mai convinti che devono essere le centrali educative ad avere questa sensibilità di leggere il passato, di decifrarlo, di far emergere ciò che è valido ed eterno e poi concretizzarlo, pur con modi nuovi, in scelte, in atteggiamenti, in stile di vita nuova per l’oggi. Se tutti imparassero da ciò che resta sempre valido del passato, si eviterebbero oggi tanti errori. Non dobbiamo quindi romperci la testa per imparare a vivere meglio. Il popolo ebraico si rifaceva sempre a ciò che aveva vissuto per andare avanti con coraggio e attendere sempre con speranza il Messia. La stessa Chiesa di oggi non fa altro che rileggere e approfondire gli avvenimenti del passato, per conoscere sempre più il Signore e attuare la sua missione nel modo giusto per l’uomo del ventunesimo secolo.
LE TENTAZIONI Dobbiamo dire anche che non è che oggi non si guardi al passato, lo si studia, ma non per imparare. Ci si lascia invece prendere da diverse tentazioni. E queste sono opera del demonio che non vuole che la storia diventi maestra di vita e così abbiamo a costruire il futuro nel bene, nella giustizia, nell’amore del Signore. Facciamo qualche esempio. Guardiamo ai giovani. Pensano di essere i padroni della vita, e quindi tutto fanno secondo ciò che piace, che soddisfa ogni istinto andando anche contro o anche solo sottovalutando i valori fondamentali dell’esistenza. Chi di loro guarda e prende in considerazione le cose belle e sante viste e vissute da chi era prima di loro, vissute dai loro stessi genitori? Gli adulti invece tendono a non negarsi nulla. Dicono infatti: per i pochi giorni che abbiamo da vivere, cerchiamo di godercela, perché poi non sappiamo. Anche loro cadono nel tranello di fare ciò che serve al momento, imparando poco o nulla da coloro che li hanno preceduti. Per quanto riguarda le famiglie, sia giovani che adulte, sembrano muoversi seguendo la verità “che tutti fanno così”. L’opinione, la moda del momento è spesso la strada da percorrere senza mai guardare agli esempi delle sante famiglie. Gli anzia-
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ni, che hanno qualcosa da insegnare alle nuove generazioni, sembrano spesso anch’essi titubanti nel proporre le vie del bene che a loro volta hanno ricevuto e percorso lungo la loro esistenza. Anche la Chiesa con i suoi sacerdoti è spesso tentata di seguire le mode del mondo. Spesso per voler essere moderna o moderni, per far presa sul mondo o su gli uomini a loro affidati, tendono ad annacquare un poco il Vangelo, a togliere la croce dalla vita cristiana, cercando il plauso degli uomini e non quello di Dio. Sono tentazioni subdole, ma che minano la vita di tutti i giorni senza che ce ne accorgiamo. E così il bene che è stato vissuto con tanta generosità e fedeltà, non dice nulla alle nuove generazioni.
NOI INVECE Consapevoli che abbiamo sempre da imparare da chi ci ha preceduto nel faticoso cammino della vita, noi desideriamo far tesoro dei valori, delle testimonianze di chi ci ha preceduto. Noi però sappiamo che quanto più i valori e le testimonianze sono presentati e richiamati dal Vangelo e dalla storia millenaria della Chiesa, tanto più sono giuste indicazione da seguire. Lo ha detto molto bene il Signore Gesù: “tutto passa, ma la mia parola rimane”. Ancora: “la casa costruita sulla sabbia va in frantumi, ma se è costruita sulla mia parola, regge sempre, vince il mondo, non ci si affatica invano”. E noi come parrocchia vogliamo far tesoro di tutto questo. Ecco perché puntiamo tutto sulla Parola di Dio, sulle celebrazioni dell’amore del Signore, sulla preghiera personale e comunitaria, ma anche sulla carità e sul servizio ai poveri. Perché tutto questo si attui cerchiamo di fare anche scelte giuste secondo le indicazioni del Signore e le scelte della Chiesa, sia per quanto riguarda la vita pastorale, che le attività del nostro oratorio, della nostra stessa attività sportiva. Noi quindi impariamo dalla storia degli uomini, ma soprattutto da ciò che il Signore ci ha insegnato e che anche oggi ci invita a seguire. In tutto questo non cerchiamo il plauso degli uomini, ma la compiacenza del Signore perché solo Lui ci insegna il giusto modo di vivere, di educare e di vincere il male. E allora tra fatiche, gioie e delusioni noi andiamo sempre avanti con grande serenità e con tanta speranza.
I POVERI CI EDUCANO Leggendo questo titolo qualcuno potrebbe meravigliarsi. La verità che esprime è invece una consolante verità. Non vogliamo minimamente fare l’elogio dei poveri e nemmeno far del tutto per toglierli dalla società. La loro presenza ci sarà sempre. Lo ha detto Gesù: “i poveri li avrete sempre”. E allora vogliamo guardarli con gli occhi della fede per imparare ciò che fa il Signore per mezzo loro nei nostri confronti. Siamo infatti convinti per fede che tutto quanto vediamo e sentiamo Dio lo usa per la nostra salvezza. Ci è di aiuto la parabola del povero Lazzaro e del ricco Epulone che leggiamo nel Vangelo di Luca. Il ricco Epulone viveva da nababbo con banchetti e vini eccellenti. Soddisfaceva così pienamente il suo corpo. Era beato. Sicuro di sé. Non aveva però gli occhi aperti per vedere il povero Lazzaro, pur guardandolo raccogliere le briciole che cadevano dalla sua tavola ben imbandita. Ciò che impediva di vederlo veramente era uno strano tipo di occhiali, che pur non portandoli materialmente, gli impedivano tuttavia di vederlo nel giusto modo, come doveva vederlo. Erano gli occhiali del suo egoismo. Erano di un tale spessore che non gli permettevano di vedere che in quel povero mendicante di pane era il Signore stesso che gli era vicino e cercava di parlargli senza pronunciar parola. Alla fine, quando i banchetti erano terminati e non vi era più niente da banchettare, non perché tutto era stato consumato ma perchè là dove era arrivato non esistevano più, si è non solo ricordato del po-
vero Lazzaro, ma lo ha anche visto veramente senza più occhiali. La situazione era però cambiata: Lazzaro era diventato un vero signore per sempre e lui invece un vero ed eterno povero, bisognoso non solo delle briciole, ma della stessa acqua.
IMPARIAMO DAI POVERI Non ci deve sembrare strano questo invito. Noi non solo dobbiamo imparare da chi ne sa di più, ma anche da questi nostri fratelli che vivono situazioni di povertà e di miseria. Il Signore infatti si serve di tutto e di tutti per educarci ai veri valori della vita. Guardiamo allora ai poveri con occhi ben aperti e con un cuore che voglia accogliere da loro qualcosa per una vita autentica. Che cosa ci insegnano? Se troviamo un povero che stenta a vivere noi allora dobbiamo imparare a valorizzare quanto abbiamo. Tutto è dono. Tutto abbiamo ricevuto e allora impariamo a non consumare. Quanto consumo vediamo e facciamo! I vestiti seguono la moda, e allora si cambiano ad ogni stagione. Mentre il povero non ha da vestirsi. Noi vediamo il povero
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Famiglie per famiglie Questa iniziativa nata nel silenzio, va avanti sempre con tanto silenzio. Ci sembra però giusto che si tenga vivo il suo obiettivo e così continui a fare tanto bene a chi versa in estrema necessità. Diciamo subito per chi non la conosce che è una banca che sforna aiuti a chi ne ha bisogno. E’ un’espressione di carità nei confronti di chi si trova momentaneamente nel bisogno. Non potendo aiutare tutti si muove poi a rotazione e quindi vi si può accedere una volta sola. E’ portata avanti da un parrocchiano che esamina e segue le diverse richieste per vederne la possibilità o meno di intervenire. E’ nata dalle giovani famiglie, vive con l’aiuto delle famiglie, si rivolge prevalentemente alle famiglie. Non sempre diamo di questa iniziativa il resoconto. E’ un senso di prudenza che ci trattiene dal farlo. Tuttavia almeno in questo mese diamo un succinto resoconto. Abbiamo ricevuto in busta 25 euro; dai centri ascolto 40; 60; 90; 190; 85; 120 dal mercatino della festa della mamma. Ci sono poi le offerte versate direttamente in banca che attualmente non siamo in grado di elencare. Una cosa è certa: le piccole gocce fanno veramente il mare della generosità. Chi è interessato a dare che ha fame e cerca aiuto per nutrirsi, mentre noi ci ingolfiamo di cibi più o meno raffinati e poi facciamo ginnastica per dimagrire. Lui invece è magro non per natura, ma perché non ha da riempirsi lo stomaco. E anche qui quanto cibo sprechiamo! Noi vediamo lo straniero che vive sotto i ponti o in luoghi di fortuna e non sa mai dove andare, mentre noi abbiamo una casa con tutte le comodità. Questo nostro fratello vive continuamente la provvisorietà senza mai avere stabilità, è sempre accompagnato dall’incertezza del dove andare e che cosa fare per vivere, e noi invece abbiamo sicurezze a non finire, noi sembriamo i padroni di tutto, mentre lui è padrone di nulla. Il povero molto spesso non ha cultura, spesso gli viene meno anche la salute, e noi invece abbiamo frequentato più o meno delle
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il proprio contributo lo può fare rivolgendosi al parroco o consegnando la propria offerta in busta chiusa alla Caritas o in casa parrocchiale.
scuole, sappiamo anche parlare correttamente. Quando poi si ammalano non sanno a chi rivolgersi per essere aiutati, e noi invece abbiamo il medico di famiglia, abbiamo le carte per esigere un ricovero in ospedale, chi potrebbe venire ad assisterci. E per quanto riguarda la loro religione e la loro fede? Anche qui quante cose ci insegnano! L’elenco potrebbe continuare.
E ALLORA? Pur ripetendo cose già dette sopra dico che, ogni qualvolta vediamo il povero che chiede aiuto, impariamo a ringraziare il Signore per tutto quanto abbiamo. La nostra esistenza dovrebbe essere un continuo inno di ringraziamento al Signore e non di continue pretese. Il sapersi accontentare è fonte di serenità. Quando vediamo il povero che ha fame, impariamo a non con-
sumare, a non gettare nella pattumiera il cibo che avanziamo e che non è di nostro gusto. Non riempiamo lo stomaco oltre il necessario: così acquisteremo in salute, risparmieremo soldi, non avremo bisogno di frequentare palestre o spendere soldi per prodotti dimagranti. Quando vediamo gli stranieri senza fissa dimora, impariamo a fare della nostra casa non il nostro paradiso egoistico, ma un luogo accogliente e familiare e in certe occasioni anche ad aggiungere una posto alla nostra tavola. Quando vediamo che la provvisorietà è vissuta non secondo il vangelo, ma per essere fuggito da terre insanguinate, impariamo che anche noi siamo provvisori su questa terra e che un giorno dovremo lasciare tutto. Nessuno è infatti padrone di qualcosa qui in terra: la nostra condizione di vita è la precarietà. Quando vediamo il povero che non sa farsi capire, cerchiamo di essere noi capaci di ascolto non solo verso chi è straniero, ma anche con quelli che sono in casa nostra. Quando vediamo lo straniero ammalato, bisognoso di cure, impariamo ad essere anche noi dei buoni samaritani e quindi a vedere in lui il Signore che di nuovo vive la sua passione, e se ci è possibile cerchiamo di fare anche noi qualcosa per lui. E per quanto riguarda la religione? Non dobbiamo pensare certamente di cambiarla, ma di imparare ad essere anche noi convinti e generosi nel vivere e nel testimoniare la nostra fede in Cristo Salvatore.
SE IMPARIAMO, VEDREMO I FRUTTI Quando? Non certamente qui sulla terra. Anche se qualcosa di buono potremo ricavare già ai nostri giorni, il frutto vero di questa lezione l’avremo quando arriveremo a casa in paradiso. In quel giorno non vivremo certamente la situazione del ricco Epulone che implorava una goccia d’acqua dal povero Lazzaro dal quale non aveva imparato la lezione che Dio gli faceva. Avremo invece quei nostri poveri, quegli stranieri e quegli immigrati che chiederanno al Signore di benedirci e di farci sedere con loro alla sua tavola bene imbandita dove lui stesso ci servirà con immensa gratitudine per quanto avremo imparato, e fatto, dall’ascolto della sua lezione di carità nei loro confronti.
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LA S. MESSA: L’AMORE DI DIO PER L’UOMO di don Marco Avogadri
Un fervido credente diceva che “il cielo è l’intimità sacra del Dio santo e l’Eucarestia è il luogo fisico in cui l’intimità sacra di Dio si apre a noi e ci si offre quotidianamente!”. Dice papa Francesco: “In questi tempi così difficili in cui la bassezza morale (la corruzione più sfacciata in tutti i campi) sembra corrompere ogni cosa, è consolante alzare gli occhi verso l’ostia consacrata perché ci ricorda a quale speranza siamo chiamati a vivere: “in comunione con Gesù!”. Lo afferma lui stesso: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me ed io in Lui” (Gv. 6,56) e, nell’ultima cena, ha aggiunto: “Fate questo in memoria di me” (Lc. 22,19). Uno scritto apocrifo (non accettato dalla Chiesa come ispirato da Dio) racconta che Dio, dopo aver creato gli angeli (puri spiriti destinati a condividere la vita di Dio in Paradiso) volle metterli alla prova. Ha fatto apparire un bambino in fasce, ha chiamato tutti gli Angeli ed ha detto loro: “Questo è il mio Figlio, adoratelo!” Un gruppo di Angeli, con a capo l’arcangelo S. Michele, subito si prostrò in adorazione; un altro gruppo con a capo Lucifero si rifiutò, perché ha pensato: “Noi, creature così perfette dobbiamo adorare un bambino che non riesce neppure a reggersi in piedi? Non sia mai!” Da quel momento, Dio non poteva più tenere in Paradiso quegli angeli ribelli ed allora ha creato l’Inferno nel quale li ha fatti precipitare. Nel libro ispirato dell’Apocalisse, al capitolo 12 troviamo la tragica descrizione: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi
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fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli.” (Ap. 2,7-9). Vi è da notare che le scelte della natura angelica sono di loro natura irrevocabili, vengono fissate e non si possono più cambiare. Dio, allora, ha pensato di dare vita ad un’altra creatura, unendo in un solo essere una parte spirituale (l’anima) ad una parte materiale (corpo) e destinandolo al Paradiso, ed ha creato l’uomo, intelligente e libero. Volle, però, mettere alla prova anche l’uomo, per dargli la soddisfazione di poter affermare: “Se sono in Paradiso è un po’ anche merito mio, perché ho fatto liberamente scelte giuste!” Purtroppo anche l’uomo, come gli angeli ribelli, ha scelto liberamente di disubbidire a Dio ed è stato scacciato dal paradiso terrestre. La natura umana, diversamente da quella angelica, essendo composta da una parte spirituale (anima) e da una parte materiale (corpo) può riconoscere le proprie scelte sbagliate, pentirsi e, quindi, cambiare. Ecco perché Dio, subito dopo la disubbidienza, promette all’uomo di mandare un Salvatore che darà all’uomo la possibilità di redimersi, con quelle parole: “Io porrò inimicizia tra te (il serpentediavolo) e la donna (Eva), tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn. 3,15). Quindi Dio non s’incontrerà più con gli angeli ribelli (perduti per sempre), ma ha fatto in modo di potersi sempre incontrare con l’uomo. La S. Messa è l’occasione più gradita a Dio per questo incontro con l’uomo, poiché l’ha “inventata” lo stesso Gesù, figlio di Dio, il Salvatore promesso da Dio nel paradiso terrestre, e affidata da Gesù stesso alla sua Chiesa. La S. Messa celebra e rende presente la passione e la morte di Gesù, poiché sull’altare vi sono il corpo ed il sangue di Gesù,
ma separati e noi sappiamo che se da un corpo si toglie tutto il sangue, quel corpo muore. Nella S. Messa non celebriamo la memoria di un assente, ma la presenza personale di Gesù morto e risorto, reso presente per opera dello Spirito Santo. I doni del pane e del vino, segno della nostra vita, vengono trasformati dallo Spirito nel corpo e nel sangue di Gesù e ridati a noi perché possiamo entrare nella comunione di mensa col Cristo risorto. Quindi la S. Messa ci dà la possibilità di ricevere e di lodare Cristo non come ospite, ma come ospitante, come l’autentico padrone di casa che chiama i suoi a sedersi insieme a tavola. Quindi possiamo dire che la S. Messa è un banchetto che appartiene al Signore ed il luogo del compimento della nostra salvezza. Ciò significa gioia, perché la S. Messa ci offre la possibilità di radunarci gioiosamente come figli di Dio attorno alla sua mensa: l’uomo e Dio si incontrano come nell’incarnazione di Dio. Pertanto nel caso del banchetto eucaristico si tratta dell’abitazione di Dio con gli uomini. La presenza eucaristica è la presenza benefica e salvifica permanente di Dio vicino al suo popolo. (G. Augustin: “La vocazione sacerdotale oggi”, Queriniana) Se la S. Messa è un banchetto deve essere una gioia il potervi partecipare! Però, nello stesso tempo non dobbiamo dimenticare che è un “rivivere” la passione, la morte e la risurrezione del Figlio di Dio, causata dai nostri peccati, quindi, la presenza alla S. Messa dovrebbe renderci sempre più convinti che siamo peccatori. Ci facciamo presenti nell’atto della morte di Cristo nella coscienza del nostro peccato, nell’implorazione dell’umiltà, nella rinunzia volontaria al male. Non soltanto siamo coscienti del peccato, ma lo rigettiamo, lo rinneghiamo, implorando il perdono. Il pentimento è il rinnegamento di noi stessi, la sofferenza della nostra morte quotidiana, il prezzo del perdono. Una partecipazione alla S. Messa implica per noi proprio un nostro martirio, una nostra sofferenza come per Gesù che si è assunto la coscienza ed il peso del peccato universale. Possiamo allora affermare che se la Chiesa cessasse di essere perseguitata, non è un assurdo, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, perché vorrebbe dire che il Mistero di Cristo non sarebbe più presente realmente nel mondo. Del resto già Origene, uno scrittore cristiano del primo secolo, diceva: “Se cessasse la persecuzione, la Chiesa non esisterebbe più”. Quindi possiamo dire che la sofferenza entra nel Dna della Chiesa,
che può essere causata da nemici esterni, ma anche dagli stessi cristiani che, a volte, si rendono conto delle proprie infedeltà, dei propri peccati. Il cristiano, quando partecipa alla S. Messa, non può più sentirsi tranquillo del proprio peccato, perché acquista sempre più coscienza della propria responsabilità, subendo il tormento di sentirsi in opposizione a Dio e questo gli causa una sofferenza purificatrice. (Divo Barsotti “La Messa: incontro tra Dio e l’uomo”) Possiamo ora chiederci molto liberamente: ma perché Dio si è comportato in questo modo con l’uomo? Non poteva comportarsi come si è comportato con gli angeli ribelli-disubbidienti? Li avrà amati anche loro, dato che sono anche loro sue creature. Osserviamo, innanzitutto, che noi, come creature, non possiamo sapere il perché del comportamento di Dio, azzardiamo solo una possibile ipotesi, tenendo presente le belle affermazioni che troviamo nel salmo 8. Dopo aver affermato la grandezza del Signore come appare dalla creazione, il salmo dice: “...che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: tutti i greggi...” Queste affermazioni ci rivelano chiaramente la predilezione che Dio ha nei confronti dell’uomo, quindi noi diciamo: quando Dio ha pensato di dare la vita all’uomo, lo ha creato a sua immagine e somiglianza in modo che Dio, guardando l’uomo, potesse vedere in lui riflessa la propria immagine e gli ha dato, come traguardo finale, di vivere eternamente accanto a lui. lnoltre, per aiutare maggiormente l’uomo a raggiungere questo suo fine, ha messo nella sua natura una “nostalgia di Dio” un bisogno di Dio che, purtroppo, l’uomo, a causa dell’accecamento del peccato, a volte crede di soddisfare attaccandosi alle creature. Il grande S. Agostino, il cui corpo riposa a Pavia nella chiesa in “Ciel d’oro”, dopo aver passato diversi anni in esperienze anche peccaminose, alla fine ha dovuto arrendersi, ed ha esclamato: “Ci hai fatto per te, o Signore, ed il nostro cuore è inquieto finché non riposi in te!”. Siamo riconoscenti al Padre celeste per il grande amore che ci ha manifestato, mandandoci il suo unico Figlio a soffrire ed a morire per salvarci, e manifestiamo la nostra riconoscenza cercando,nel limite del possibile, di partecipare con più frequenza e maggior devozione alla S. Messa.
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LA VOSTRA GENEROSITA’ La generosità dei fedeli per la propria parrocchia è un segno di condivisione per quanto viene fatto, ma anche una manifestazione di amore per la propria comunità. Lungo il corso della storia le singole parrocchie hanno sempre avuto diversi contributi da parte della generosità dei fedeli. Non sono infatti mai mancati benefattori che nell’anonimato hanno dato la possibilità alla Chiesa di svolgere la sua missione e di conservare le sue strutture, che richiedono sempre tanta manutenzione. Pensiamo ai numerosi lasciti di persone che prima di lasciare questa terra, mettevano nel loro testamento una voce che indicava la loro volontà di lasciare qualcosa alla propria parrocchia. Chi ha qualche anno sulle spalle ricorderà senz’altro gli ex voto. Non mettevano soltanto i cuori ben ornati davanti ai santi, ma aprivano anche il loro cuore generoso lasciando un segno per le necessità concrete della loro parrocchia. E così venivano ricordati continuamente al Signore dopo la loro morte. Ancora oggi vi sono persone che con semplicità di cuore vogliono ringraziare il Signore per i doni ricevuti o per implorare grazie di cui sentono una particolare necessità. Si è sperimentato anche che qualche giovane che iniziava il suo primo lavoro, donasse il suo primo stipendio al Signore in ringraziamento. Forse oggi, mancando il lavoro e soprattutto per quella scarsa fede che i nostri giovani oggi hanno, questa generosità è solo nel cuore di chi l’ha ricevuta per il Signore. Consapevoli che il Signore non lascia mancare nulla alla sua Chiesa, noi abbiamo sempre fiducia nella sua provvidenza e nel cuore generoso dei sanfereolini. In questo mese abbiamo ricevuto (importi in euro): 30 e 90 per l’oratorio; 25 dalla comunione agli ammalati e anziani; 20 per la Caritas parrocchiale; 60 per l’oratorio; 25; 600 per la Caritas parrocchiale, 150 dal teatro; 80 per l’oratorio; 10; 50 dalla comunione anziani.
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PER I DEFUNTI In occasione dei funerali di Isolati Vialmina i condòmini di via Giovanni XXIII 2 hanno offerto 120 euro. La defunta è stata iscritta alle Messe perpetue. Una Messa sarà celebrata il 29 luglio alle ore 18 al S. Cuore. Gli inquilini di via Leonardo da Vinci 15 hanno offerto 95 euro a suffragio di Cassinelli Sergio. La Messa sarà celebrata il 30 giugno alle ore 18 a S. Fereolo. Il condominio di via Baggi 13 ha offertro 80 euro a suffragio di Negri Franco. Il defunto è stato iscritto alle Messe perpetue.
S. CUORE 90; 60; 1270 euro dalla raccolta della domenica ultima del mese. I partecipanti alla vacanza a Bellaria lasciano alla parrocchia 220 euro per non aver potuto fare la gita in mare per il cattivo tempo.
OFFERTE DEL MESE DI MAGGIO Durante il mese di maggio in alcune zone dove abbiamo pregato abbiamo ricevuto offerte ad onore della vergine Maria: 70 euro dal condominio di via Bramante; 100 dal condominio “Primavera” di via Dunieri; 50 da una famiglia per Maria Bambina.
GRAZIE Come si può vedere, la tradizione di aiutare la Chiesa con le libere offerte continua ancora oggi anche qui tra noi. Se infatti possiamo fare quello di cui attualmente ha bisogno la nostra parrocchia, è proprio grazie alla generosità dei fedeli. Consapevoli di questa grande generosità, diciamo grazie a tutti gli offerenti. Come sempre assicuriamo loro il nostro ricordo nella preghiera con la consapevolezza che il Signore darà loro altri doni in quanto lui non si lascia mai vincere in generosità.
IL SIGNORE E’ LA NOSTRA FORZA? Come cristiani abbiamo una forza particolare e questa ci viene dalla preghiera. Quando infatti preghiamo, Dio diventa la nostra forza per compiere il bene che lo Spirito ci suggerisce. Dice un grande santo: chi prega si salva, chi non prega si danna. Forse oggi questa battuta può far ridere, ma il nesso è quanto mai vero. Infatti quando una persona prega e soprattutto se prega sinceramente e per fede, si lascia lavorare dal Signore. E quando il Signore lavora in un’anima, questa non solo sperimenta il suo amore, ma Lui stesso diventa la sua salvezza e la sua santità. Ecco perché nella nostra parrocchia si punta molto sulla preghiera personale e comunitaria. Dice infatti il Signore: senza di me non potete far nulla. Questo vale per la singola persona, sia uomo che donna, sia per il sacerdote che per la suora, e quindi per la stessa Chiesa. Ecco i momenti di preghiera comunitaria che la nostra parrocchia offre a tutto il quartiere
LA PREGHIERA SILENZIOSA Ogni martedì sera dalle ore 21 alle 22 in parrocchia. Nel silenzio adoriamo Colui che è la nostra vita. Aiutati da un sussidio messo ogni settimana a disposizione della parrocchia o da qualche altro strumento personale, si può sostare per tutta l’ora o solo anche per qualche momento, come si desidera. Questo momento di preghiera continua anche durante l’estate. Il Signore non va in ferie. E’ sempre a nostra disposizione. Facciamone tesoro.
LE ADORAZIONI DEL VENERDI’ Nelle nostre due chiese ogni venerdì è possibile pregare in adorazione davanti al Signore solennemente esposto. Poiché nella chiesa di S. Fereolo la Messa delle 18 è sospesa durante i mesi di luglio e agosto, l’adorazione non si tiene, ripren-
derà a settembre. Continua però presso la chiesa del S. Cuore e si terrà dalle ore 17 alle 18. Subito dopo l’adorazione sarà celebrata la santa Messa.
LE LAMPADE VIVENTI Si tratta di una proposta semplice di preghiera da attuarsi responsabilmente nelle proprie case. E’ nata in casa nostra tre anni fa e sta estendendosi, adagio adagio, in tutta la nostra parrocchia. Le persone che attualmente vi aderiscono sono circa una ventina. Questa proposta offre la possibilità di pregare e adorare il Signore stando nelle proprie case. Nel silenzio della notte o prima dell’alba o alla sera, nel silenzio più assoluto, ci si impegna ad aprire il proprio cuore al Padre che sta nei cieli, per mezzo di Gesù, sostenuti dallo Spirito Santo. La parrocchia offre mensilmente un sussidio. E’ gratuito. Bisogna però venire a ritirarlo in casa parrocchiale ai primi giorni di ogni mese. Non c’è nessun controllo per chi la vive. Basta solo lo sguardo del Signore che vede colui che prega. Chi desidera partecipare, basta che ne parli con il parroco.
LA NOSTRA CONVINZIONE Se nella nostra parrocchia insistiamo molto sulla preghiera, sulla liturgia vissuta, sui sacramenti ricevuti con fede, è perché siamo più che mai convinti che è la preghiera dei cristiani che salva il mondo. Il cristiano che prega sinceramente e vive la Messa partecipandovi con fede, incontra il Vivente, cioè Cristo Signore. Solo in questo modo si può dare fondamento alla propria vita cristiana. Questa vita cristiana che siamo chiamati a vivere è il frutto di un incontro personale con il Signore. Se manca questo, la vita cristiana è un peso, e di conseguenza si fa del tutto per scrollarla dalle spalle e dal cuore ritenendola una fatica inutile.
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CODICE ETICO di Roberto Folletti
L’etica è quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani in buoni, giusti, o moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati; il termine codice etico definisce quell’insieme di principi di condotta che rispecchiano particolari criteri di adeguatezza e opportunità, in riferimento a un determinato contesto culturale, sociale o professionale. Il commissario tecnico della nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli, al momento del suo insediamento, ha stabilito un “codice etico” in base al quale i calciatori che si rendono protagonisti di azioni aggressive e/o antisportive non saranno convocati in Nazionale. Una bellissima iniziativa, un bel salto in avanti rispetto alla gestione precedente di mister Lippi. Nei quattro anni di applicazione, i casi che hanno sollevato polemiche sono stati numerosissimi, soprattutto per la disparità nel giudizio su situazioni uguali o simili. Più volte abbiamo visto l’incoerenza e la convenienza trionfare sulla morale, più scomoda che degna di rispetto. Sono ben 12 i casi in cui il commissario tecnico ha messo in atto il codice etico non convocando nei raduni della nazionale alcuni giocatori: De Rossi per ben 4 volte, Balotelli per 3, Osvaldo per 2, Criscito, Bonucci e Destro per una. Completamente esente Chiellini, graziato quest’anno dopo le proteste con il Genoa, dopo aver colpito Mertens, dopo la manata a Barrientos ed una gomitata a Bergessio; l’anno scorso con Cavani e qualche anno fa rifilando una gomitata a Diakité. Questi sono solo alcuni degli episodi che hanno visto protagonista il difensore juventino ed hanno avuto il culmine nella penultima giornata con la gomitata rifilata a Pjanic con la Roma. Per Prandelli nessun pro-
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Complimenti a.... • •
Complimenti alla squadra di volley Under 13, 1a classificata al campionato provinciale Fipav (foto sopra) Complimenti alla squadra di volley Under 12, 2a classificata al campionato provinciale Fipav (foto sotto)
blema: Chiellini sempre convocato! Il CT della nazionale è stato di manica larga anche con Balotelli, con il quale gli episodi non si contano; si va dalle espressioni ingiuriose nei confronti dell’arbitro contro il Napoli, o verso un assistente contro la Fiorentina o tornando all’era del Manchester City dove prendeva a scarpate gli avversari o dopo il cartellino rosso contro l’Arsenal arrivando sino ai gestacci verso il pubblico nel derby. Un altro graziato è stato Bonucci che a differenza di Criscito, entrambi indagati, non ha subito l’esclusione dalla convocazione per l’Europeo. E per non parlare di certe affermazioni anti-sportive di Buffon su alcune situazioni di gioco (il famoso gol di Milito ed il rigore non concesso nel derby di ritorno di quest’anno). La legge non è uguale per tutti, esistono gomitate di serie A ed altre di serie B. La differenza di giudizio è determinata solo da chi è il colpevole. Un codice etico ad personam o una meravigliosa operazione di marketing per riavvicinare i tifosi dopo il disastro del mondiale in Sudafrica. Questi giocatori purtroppo rappresenteranno il nostro paese ai mondiali in Brasile dove una vittoria cancellerà tutto, compreso anche quel poco che resta del codice etico. E pensare che Prandelli in tempi non sospetti diceva che vincere non basta, bisogna essere sportivi ed avere una moralità importante, che il codice etico va applicato a tutti i costi altrimenti non saremmo credibili. Facciamo i corsi alla FIGC e ci viene detto di insegnare certi valori. Da oratorio ci impegniamo a far crescere i nostri ragazzi come uomini prima che calciatori. I nostri sforzi vengono cancellati in un attimo da un brutto gesto fatto dal quel calciatore famoso, dal mito, dal personaggio che i nostri ragazzi seguono ed imitano. Allora, caro mister, perché invece di sbandierare questo codice etico non si limita ad applicarlo? Il risultato probabilmente non sarà quello di non vedere più certi atteggiamenti in campo ma quello di non vederne altri sugli spalti dove probabilmente sarà più facile scorgere i nostri ragazzi fra qualche anno possibilmente da adulti responsabili.
Prime “schiacciate” Anche quest’anno si è conclusa un’entusiasmante stagione pallavolistica per il Giocavelloy. Allenare le bambine è stata una vera gioia, il loro impegno e la loro voglia di imparare hanno rappresentato il risultato del nostro “lavoro”, e vederle migliorare settimana dopo settimana ci ha dato un’enorme soddisfazione. Accanto al loro impegno non è mancato di certo il divertimento che per loro è fondamentale e lo è anche per noi. Tirando le conclusioni non possiamo che essere orgogliosi di tutte quante voi e vi ringraziamo perché ci avete contagiato positivamente con il vostro entusiasmo. Ci auguriamo di poter ripetere ancora questa esperienza assieme a voi, per noi sarebbe proprio un sogno!
Nella foto sotto, la consegna della “Coppa Disciplina” alla nostra squadra Juniores di calcio.
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L’Associazione Amici di San Fereolo
DIARIO DEL MESE di Marinella Molinari
Siamo giunti alla fine dell’anno pastorale 201314. Il nostro gruppo, che si ritrova fedelmente ogni settimana, già da sei anni a questa parte, ai primi appuntamenti si è ingrandito per l’aggiunta di varie persone; ma verso la fine della stagione si è molto ristretto a causa di innumerevoli impegni familiari. Don Peppino ed io ci siamo messi ancora a ricercare e programmare proposte variate, che si alternavano tra loro: la storia di Lodi e la catechesi; feste e letture di poesie; centro d’ascolto e storia dell’arte; interviste a donne che fanno qualcosa per Lodi; uscite alla scoperta delle chiese lodigiane e pellegrinaggi. Negli ultimi due incontri, abbiamo raggiunto due mete: una molto vicina e l’altra un po’ più distante. La prima nel centro storico della nostra città, nella chiesa di San Filippo e nella biblioteca Filippina. Ci ha guidato il nostro Adam Ferrari, che ormai svolge incarichi di prestigio per il Comune di Milano, ma viene sempre molto volentieri a trovarci e si dimostra preparatissi-
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mo. C’erano una ventina di persone, che hanno osservato tutto con interesse e ascoltato le spiegazioni con grande attenzione. La seconda uscita è stata a Crema, a Santa Maria della Croce. Contemporaneamente a noi, che eravamo una ventina, è arrivato un gruppo di cento persone da Brescia e ci siamo “uniti” per tutto il pomeriggio. Insieme abbiamo ascoltato la storia e la descrizione di questo bellissimo Santuario, abbiamo recitato il S. Rosario e ascoltato la Santa Messa. Infine, abbiamo gustato l’ottima merenda con le torte preparate da alcune signore che si sono distinte anche nella recita delle cinque decine della preghiera mariana. Con questa ultima uscita, abbiamo concluso gli incontri annuali: ora ci aspetta il periodo del riposo estivo, che ci auguriamo possa essere per tutti sereno e tranquillo. Ma come dice Don Peppino, la fede non chiude mai! Ricordiamoci di questa affermazione e facciamone tesoro. Buone vacanze a tutti!
VITA PARROCCHIALE IL SOGGIORNO A BELLARIA Sono trascorse molto bene le vacanze che la nostra parrocchia ha organizzato anche quest’anno per una settimana a Bellaria presso la casa per ferie S. Bassiano. Il tempo non è stato molto favorevole almeno per due giorni, per i restanti il sole ha brillato e ha abbronzato tutti. La casa S. Bassiano favorisce molto bene questo soggiorno. Lo si può constatare sia nell’accoglienza, sia nel servizio, sia soprattutto nella cucina. La Messa giornaliera favoriva l’incontro con il Signore, la tavola ci faceva gustare le cose buone che la cucina ci offriva. La serenità delle giornate, il riposo prolungato, l’amicizia e la serenità dei rapporti hanno reso meno pesanti le due giornate di fresco e di acqua. Ora siamo in attesa, se Dio vorrà, per la prossima uscita. Dovremo però aspettare sicuramente un anno. Non importa, la soddisfazione di quest’anno ci sarà di aiuto e di serena attesa.
Siamo arrivati alla 21esima edizione. Il desiderio del nostro oratorio è di continuare a vedere
Domenica 14 settembre
IN ARRIVO LA 21a STRAORATORIO Già si stanno movendo i primi passi per la corsa non competitiva che si chiama “Straoratorio”.
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VITA PARROCCHIALE una grande partecipazione. Non si tratta di esibizionismo, ma di esprimere comunitariamente la passione per questo ambiente che, nonostante passino anche per lui gli anni, rimane sempre un luogo adatto alla nostra gioventù piccola e grande. A questo appuntamento sono attesi non solo i ragazzi, ma anche i genitori, gli adulti e, perché no, anche gli anziani. Non si tratta di correre, ma di camminare, e se per caso non si può più camminare di comperare la splendida maglietta per regalarla a qualche nipote. Questa grande manifestazione è fissata per domenica 14 settembre, all’inizio del nuovo anno oratoriano.
Domenica 5 ottobre
FESTA DEGLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIO Stanno arrivando le prime iscrizioni. Siamo contenti che anche quest’anno ci si muova per tempo per questa celebrazione. Sentiamo però che qualche coniuge (uomo e donna) non è tanto del parere di partecipare a questa ricorrenza. Diciamo subito che non si tratta di ostentazione, non si tratta di esibizionismo, ma di una vera
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testimonianza cristiana. Qualcuno poi si chiede: perché sono invitati solo quelli che hanno celebrato il loro matrimonio in Chiesa? La risposta è semplice. Hanno qualcosa da rinfrescare, da far crescere, da rendere splendente. Che cosa? Il sacramento ricevuto. Quelli che hanno celebrato solo il matrimonio civile non hanno nulla di sacro da far crescere, da rendere splendente mediante la grazia del Signore. Il loro matrimonio è solo un contratto anche se è stato qualcosa di serio. Dio non c’entra con questo matrimonio. Ecco allora l’invito a partecipare per dare un nuovo impulso al sacramento ricevuto un giorno e sul quale si vuole continuare a fa crescere il proprio amore coniugale. La data è fissata per domenica 5 ottobre alle ore 10 in S. Fereolo. Chi vuole partecipare è invitato ad iscriversi ritirando il foglio in casa parrocchiale.
CERCASI INFERMIERE/A Uno dei numerosi servizi che la nostra Caritas svolge per tutto il quartiere è quello della misurazione della pressione, delle iniezioni e delle medicazioni. In questi ultimi tempi si è reso scoperto un posto. Se qualche infermiere/a in
pensione volesse darci una mano, farebbe una cosa molto buona. Si tratta di un’ora circa alla settimana in armonia con gli infermieri. Chi desidera darci questo aiuto si rivolga in Caritas lasciando il proprio nome e cognome e numero di telefono, e verrà contattato quanto prima dal responsabile del nostro ambulatorio o direttamente dal parroco.
Venerdì/sabato 1/2 agosto
IL PERDONO D’ASSISI
Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III, che in quei giorni si trovava a Perugia, e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione
e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”. E qualche giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”. Condizioni per ricevere l’indulgenza plenaria (per sé o per i defunti): • confessione sacramentale per essere in grazia di Dio (negli otto giorni precedenti o seguenti); • partecipazione alla Messa e Comunione eucaristica; • visita alla chiesa parrocchiale dove si rinnova la professione di fede, mediante la recita del “Credo” per riaffermare la propria identità cristiana; • recita del Padre Nostro, per riaffermare la propria dignità di figli di Dio, ricevuta nel Battesimo; • recita di una preghiera secondo le intenzioni del Papa, per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice.
QUANDO Può essere ottenuta dai fedeli dal mezzogiorno del 1º agosto alla mezzanotte del 2 agosto di ogni anno.
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LE S. MESSE DEI MESI DI LUGLIO ED AGOSTO A SAN FEREOLO Luglio Martedì 1 ore 8,30 Paola - Giuseppina - Maria - Gianni Mercoledì 2 ore 8,30 Fam. Molti - Colombo Giovedì 3 ore 8,30 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue Venerdì 4 ore 8,30 Fam. Occhiato Sabato 5 ore 8,30 Zilli Riccardo - Piera ore 18,00 Ferrari Renzo Domenica 6 ore 8,00 Bassano - Enio ore 11,30 Cavalloni Giovanni - Franca ore 18,00 Coppi Lucio Lunedì 7 ore 8,30 Fam. Ussi - Ventura Martedì 8 ore 8,30 Colombi Giuliana Mercoledì 9 ore 8,30 Castiglioni Piero - Elvira Antonio Giovedì 10 ore 8,30 Mauriello Carmine Venerdì 11 ore 8,30 Milesi Eugenio - Sergio Sabato 12 ore 8,30 Buschi Pietro ore 18,00 Romano Francesco Giuseppina Domenica 13 ore 8,00 ore 11,30 Ferrari Tino - Ernesto ore 18,00 Angelini Armando Lunedì 14 ore 8,30 Martedì 15 ore 8,30 Passerini Giuseppe
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Mercoledì 16 ore 8,30 Giovedì 17 ore 8,30 Venerdì 18 ore 8,30 Sabato 19 ore 8,30 ore 18,00 Domenica 20 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 21 ore 8,30 Martedì 22 ore 8,30 Mercoledì 23 ore 8,30 Giovedì 24 ore 8,30 Venerdì 25 ore 8,30 Sabato 26 ore 8,30 ore 18,00 Domenica 27 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 28 ore 8,30 Martedì 29 ore 8,30 Mercoledì 30 ore 8,30 Giovedì 31 ore 8,30
Agosto Venerdì 1 ore 8,30
Bignamini - Boni Livraghi Luisa Fam. Riboldi - Furlan Fam. Sala Marini Gabriella Invernizzi Pietro - Maria Monti Giberto - Teresa
Passerini Giuseppe Lorisi Regio - Lina Guarnieri Antonio fam. Callegari - Schellini Colombi Guido - Corti Maria Colombi Giuseppe Isolati Vialmina Ruffini Angelo Ferri Sergio
Sabato 2 ore 8,30 Buschi Pietro ore 18,00 Domenica 3 ore 8,00 fam. Omini ore 11,30 ore 18,00 Bruschi Sandro Lunedì 4 ore 8,30 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue Martedì 5 ore 8,30 Bruschi Santina - Pietro Mercoledì 6 ore 8,30 Giovedì 7 ore 8,30 Gaeti Gaetano Venerdì 8 ore 8,30 Bartoletti Enrico - Emilia Sabato 9 ore 8,30 Gaeti Dina ore 18,00 Domenica 10 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Monti Giberto - Teresa Lunedì 11 ore 8,30 Martedì 12 ore 8,30 Ventura Luigi - Negri Elio Mercoledì 13 ore 8,30 Giovedì 14 ore 8,30 ore 18,00 Venerdì 15 FESTA S. MARIA ASSUNTA ore 8,00 Lombardi Mario - Rosa ore 11,30 Messa solenne ad onore della Vergine assunta ore 18,00 Sabato 16 ore 8,30 ore 18,00 Forlani Piero Domenica 17 ore 8,00
ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 18 ore 8,30 Martedì 19 ore 8,30 Mercoledì 20 ore 8,30 Giovedì 21 ore 8,30 Venerdì 22 ore 8,30 Sabato 23 ore 8,30 ore 18,00 Domenica 24 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00 Lunedì 25 ore 8,30 Martedì 26 ore 8,30 Mercoledì 27 ore 8,30 Giovedì 28 ore 8,30 Venerdì 29 ore 8,30 Sabato 30 ore 8,30 ore 18,00 Domenica 31 ore 8,00 ore 11,30 ore 18,00
Marchesi Francesco Fam. Molti - Colombo Galetta Luigi Patrini Andrea
Viotti Massimo Lombardi Luigi - Pina Formenti Elena Fam. Riboni - Trezzi
Moroni Giovanni Bravi Monica
Cernuschi Antonio Elvira - Piero Boni Rosa Zaneletti Gianni
Enzo - Alberto
A ROBADELLO Luglio Martedì 1
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LE S. MESSE DEI MESI DI LUGLIO ED AGOSTO ore 18,00 Mercoledì 2 ore 18,00 Giovedì 3 ore 18,00 Venerdì 4 ore 18,00 Sabato 5 ore 17,00 Domenica 6 ore 10,30 Lunedì 7 ore 18,00 Martedì 8 ore 18,00 Mercoledì 9 ore 18,00 Giovedì 10 ore 18,00 Venerdì 11 ore 18,00 Sabato 12 ore 17,00 Domenica 13 ore 10,30 Lunedì 14 ore 18,00 Martedì 15 ore 18,00 Mercoledì 16 ore 18,00 Giovedì 17 ore 18,00 Venerdì 18 ore 18,00 Sabato 19 ore 17,00 Domenica 20 ore 10,30 Lunedì 21 ore 18,00 Martedì 22 ore 18,00
Pietro - Giovanna Fam. Zilli - Ghidoni Molinari Piero Fam. Grossi Angelo - Carolina Fulchiato Gabriella Fam. Bravi - Lovagnini Fam. Rebughini - Bianchi Callegari Piero Comizzoli Celestina
Mercoledì 23 ore 18,00 Fam. Lovagnini - Bravi Giovedì 24 ore 18,00 Anelli Luigia Venerdì 25 ore 18,00 Anelli Mario Sabato 26 ore 17,00 Ferrari Artemio Tamagni Alessandra Domenica 27 ore 10,30 Fam. Capelli Lunedì 28 ore 18,00 Fam. Bramati Martedì 29 ore 18,00 Isolati Vialmina Mercoledì 30 ore 18,00 Fam. Invernizzi - Zanoni Giovedì 31 ore 18,00 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue
Fam. Bramati Piermario Perondi Enrico Gialdini Enrico Fam. Bramati Molinari Piero De Franceshi Costanza Grecchi Rosa Moroni Angelo Moroni Virginio - Giuditta Maria - Lina Codecasa Matilde Mulazzi Giordano - Lacci Livio
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Agosto Venerdì 1 ore 18,00 Sabato 2 ore 17,00 Domenica 3 ore 10,30 Lunedì 4 ore 18,00 Martedì 5 ore 18,00 Mercoledì 6 ore 18,00 Giovedì 7 ore 18,00 Venerdì 8 ore 18,00 Sabato 9 ore 17,00 Domenica 10 ore 10,30 Lunedì 11
Fam. Colnaghi - Rocca Albanesi Giuseppe - Forti Nicola Tentori Carlo Vaccari Gabriella Fam. Zilli - Ghidoni Fam. Alcesi - Mancini Mongis Regina Isolati Vialmina
IL PERCORSO DELLA VITA ore 18,00 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetue Martedì 12 ore 18,00 Callegari Piero Mercoledì 13 ore 18,00 Padre Francesco Giovedì 14 ore 17,00 Negri Franco Venerdì 15 FESTA S. MARIA ASSUNTA ore 10,30 Sabato 16 ore 17,00 Guarnieri Gaetano Domenica 17 ore 10,30 Lunedì 18 ore 18,00 Martedì 19 ore 18,00 Mercoledì 20 ore 18,00 Giovedì 21 ore 18,00 Venerdì 22 ore 18,00 Lorisi Piera Sabato 23 ore 17,00 Andena Paolo Domenica 24 ore 10,30 Fam. Lovagnini - Bravi Lunedì 25 ore 18,00 Giglio Yuri Martedì 26 ore 18,00 Codecasa Matilde Mulazzi Giordano - Lacci Livio Mercoledì 27 ore 18,00 Silvana - Marina Giovedì 28 ore 18,00 Venerdì 29 ore 18,00 Zanaboni Roberto Sabato 30 ore 17,00 Ciserani Maddalena Domenica 31 ore 10,30
BATTESIMI • • •
ROTA MATHIAS di Stefano e Scravaglieri Patrizia PENUTI LORENZO di Antonio e Bravi Francesca BRAHJA AURORA di Geralo e Grossi Manuela
MATRIMONI •
SEMINARI ALEX e GIUSTIVI CHIARA
DEFUNTI • • • •
FOLLI CATERINA di anni 86 MARTORANA GIOVANNI di anni 53 GROSSI MARIA di anni 83 LICATA CELESTINA di anni 88
MESSE PERPETUE
Sono stati iscritti: Negri Franco, Isolati Vialmina.
Isolati Vialmina
Negri Franco di anni 76
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