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bibliografa e sitografa / p.46
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CASI STUDIO
02 / ballet rotoscope
Autore: Masahiko Sato + EUPHRATES / Anno: 2011 Descrizione: Questo lavoro è un video sperimentale creato da una ricerca su “Rotoscope” e “Computer Geometry”. Il Rotoscope è conosciuto come tecnica tradizionale per la creazione di animazione inventata nel 1905 da Max Fleischer. In “ballet rotoscope”, estraendo il movimento di una ballerina è stata creata un’animazione in locus disegnata nell’aria e composta da fgure geometriche, che si traduce in un flm documentario. Le fgure geometriche sono state create collegando il movimento delle articolazioni della ballerina utilizzando l’algoritmo geometrico del computer (come “scafo convesso” e “diagramma di Delaunay”). Il nostro obiettivo era rappresentare un nuovo tipo di bellezza completo, mostrando l’interazione dell’animazione astratta con movimenti realistici e flm documentario. Perchè è interessante: l’utilizzo della geometria come elemento di trasformazione, essa si genera o si distrugge seguendo i movimenti della ballerina.
CASI STUDIO
02 / the art of geometry
Autore: Mashup Dance Company / Anno: 2014 Descrizione: MashUp Contemporary Dance Company è una compagnia di danza contemporanea tutta al femminile che mira a creare opere artisticamente innovative al fne di coinvolgere diverse e numerose comunità nell’inestimabile esperienza della danza attraverso spettacoli, programmazione scolastica postscolastica e partecipazione alla Comunità di ballo di Los Angeles. La ballerina interagisce con la geometria creando linee e superfci. Perchè è interessante: la sperimentazione di una tecnica mista per suggerire l’idea di corpo che muovendosi defnisce una nuova realtà. Risulta labile il confne tra creazione e dipendenza.
CASI STUDIO
02 / spark music video
Autore: Boris Seewald / Anno: 2015 Descrizione:Il video risulta suddiviso in due parti contrapposte: nella prima parte prevale un ambiente scuro all’interno del quale danza la prima ballerina vestita di nero. Essa è completamente immersa nella scena e interagisce con gli elementi grafci che si creano a partire dai suoi stessi movimenti. Al minuto 01 compare un elemento esterno: un tessuto alzandosi fa intravedere la seconda ballerina che, vestita di bianco, segna il passaggio ad un ambiente luminoso. Essa, a diferenza della prima, compie movimenti più lenti e fuidi. Perchè è interessante: l’inserimento degli elementi grafci: linee e forme geometriche rendono la prima parte ancora più dinamica e sottilineano la diferenza con la seconda, risultano inoltre perfettamente sincronizzati con la danza. Grazie all’utilizzo della geometria anche durante i titoli di coda essi appaiono perfettamente integrati all’interno del video.
CASI STUDIO
02 / air max ‘97 x pam pam
Autore: Camila Falquez / Anno: 2017 Descrizione: Questo progetto è un’esplorazione della forma attraverso l’idea del Cerchio. È un’interpretazione concettuale della diversità e della femminilità. Questi ballerini di Barcellona provengono da ambienti diversi e vengono tutti a connettersi in questo pezzo per mostrare l’unità e la forza delle donne che lavorano e crescono insieme. Il cerchio è in geometria la forma perfetta, è la forma più efciente di tutti, rappresenta l’umanità. D’altra parte, la danza è un linguaggio universale, quando balliamo, ci connettiamo a un sé più profondo, al nostro sé animale, siamo puramente umani collegati ai nostri corpi. Perchè è interessante: viene utilizzato il corpo, le ballerine compiono movimenti lenti e non una vera e propria danza. Un altro aspetto rilevante è l’interazione con l’elemento geometrico del cerchio posto al centro della scena.
CONCEPT E OBIETTIVI
03 / concept
Il testo analizzato è un saggio di Le Breton intitolato “Sociologia del rischio”, come suggerito dal titolo stesso il libro analizza il concetto di rischio in tutte le sue accezioni. Dopo una prima rifessione su ciascuna delle sezioni si è deciso di estraniare il concetto dagli aspetti più tecnici e concentrarsi soprattutto sulla dimensione dell’emotività. Il verbo rischiare simboleggia, in quest’ottica, la possibilità di cambiamento a discapito di un’esistenza in balia della noia caratterizzata da immobilità e monotonia. L’idea del video nasce appunto dalla volontà di mettere a confronto queste due possibili realtà e in particolare di sottolineare la funzione del rischio come possibile via da percorrere per la propria realizzazione. Si è voluto evidenziare anche il fatto che il termine rischio venga spesso utilizzato erroneamente come sinonimo di imprevisto e quindi di casualità, ma che al contrario sia legato a lunghi e profondi ragionamenti che coinvolgono l’uomo ogni giorno. A questo proposito la maggior parte del video è pensata per suggerire questo processo di analisi, che ognuno di noi
CONCEPT E OBIETTIVI
compie più o meno consciamente, sulla propria esistenza. Dopo questa prima parte, in cui si vuole suggerire l’idea di vita ripetitiva, viene messo in scena il momento del rischio che, come sostiene l’autore “dà sempre la certezza di conoscere un’intensità dell’essere che spezza il quotidiano”. Il verbo “spezzare”, utilizzato da Le Breton, è stato fondamentale per poter progettare la parte fnale del video, nella quale viene visivamente restituita quest’idea di superamento dei propri limiti. Infne, come sostiene l’autore non è possibile sapere in partenza se la decisione presa sia valida o porti al fallimento ma è invece assodato che un mondo senza rischi è impensabile e che il vero pericolo risiede proprio nel non mettersi mai in gioco e vivere nella routine. In quest’ottica, in cui nulla è preventivamente ipotizzabile, la conclusione è stata pensata come un fnale aperto che permette allo spettatore di immaginare liberamente come procederà la storia.
CONCEPT E OBIETTIVI
03 / obiettivi
Il video è stato pensato come booktrailer, quindi realizzato per pubblicizzare il libro di David Le Breton “Sociologia del rischio”. Attraverso l’utilizzo di immagini evocative, musica e parole cerca di sintetizzare il contenuto del libro stesso e ricrearne l’atmosfera. Essendo il libro un trattato che analizza il rischio da vari punti di vista, l’obiettivo è stato quello di focalizzarsi su un’immagine che potesse riassumerne l’idea principale, tralasciando le sezioni specifche. A questo proposito nel video compaiono 5 frasi che suggeriscono il tema trattato, senza scendere nel particolare, con l’intento di far rifettere e incuriosire il fruitore. Testo e riprese si alternano seguendo il ritmo suggerito dalla musica fortemente cadenzata. Essa svolge un ruolo fondamentale poiché supporta e sottolinea l’idea di vita monotona, trascorsa in balia della noia, immagine che si cerca di comunicare per l’intera durata del video.
CONCEPT E OBIETTIVI
Cercare di non correre rischi è già in sé un rischio, quello della sclerosi, della fragilità davanti al tempo che passa, dell’impantanamento nelle routine. Signifca condannarsi a non cambiare le cose, anche se non sono ideali. Questo può portare a rimanere in uno stato di sottomissione o di malessere. L’assunzione di rischi nella vita di tutti i giorni è un tentativo di ridefnire l’esistenza. Certo, la possibilità di perdere resta, ma è poca cosa rispetto alla soddisfazione di aver osato.
David le Breton
STORYBOARD E MOODBOARD
04 / storyboard
L’idea è quella di raccontare a livello visivo un percorso mentale: il corpo non viene utilizzato come tale ma diventa rappresentazione astratta. A livello tecnico vengono utilizzate 3 camere fsse: A (vista frontale), B (vista accidentale), C (vista laterale) e una mobile per i dettagli. Le 3 inquadrature si alternano tra di loro guidando lo spettatore nella storia. Inizialmente la fgura è fortemente ancorata al cubo per simboleggiare l’attaccamento ad una vita monotona che si svolge all’interno di confni reputati sicuri. Man mano la stessa fgura cerca di allontanarsi dalla monotonia nella quale è rinchiusa e le immagini suggeriscono questo passaggio intermedio: una parte del corpo rimane ancorata al cubo mentre gli arti iniziano ad esplorare lo spazio circostante con piccoli movimenti. Parallelamente quello che prima era solamente un wireframe grafco si trasforma in un vero e proprio spazio delimitato da pareti, simbolo che la consapevolezza dei propri limiti sta aumentando. L’ultima scena nella quale il piede tocca fnalmente per terra simboleggia la volontà di superare questi limiti e quindi di rischiare.