LUGLIO 2015
Eterno Auriga
Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ
Luglio
RETTITUDINE
PACE
AMORE
NON VIOLENZA
“I vasi sono tanti, ma l’argilla è una; i gioielli sono molti, ma l’oro è uno. Allo stesso modo, Dio è uno, ma Si manifesta sotto varie forme. Ekam Sath Viprah Bahudha Vadanti (la verità è una, ma il saggio si riferisce ad essa con vari nomi). Le persone chiamano Dio con nomi diversi come Allah, Gesù, Buddha, Zoroastro, Rama, Hari e Hara, ma Dio è uno.”
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© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division Prasanthi Nilayam Pubblicato sul Sito Web del Movimento Srì Sathya Sai d’Italia
SOMMARIO 4 14
Ottenete la Sovranità del Regno Atmico Discorso Divino dell’ 8 settembre 1996 Celebrazioni a Prasanthi Nilayam Cronaca
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Voi e Io siamo Uno Dai nostri Archivi
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Un Semplice Mantra per la Vita Dottor Prithvi Raval
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L’Orgoglio per l’Azione Compiuta Chinna Katha
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Sperimentare la Presenza di Swami Effulgenza della Gloria Divina
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Sai, la Perfezione è il Tuo Nome Forum degli Ex Studenti
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Notizie dai Centri Sai
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FIUME D’IMMORTALITÀ
DISCORSO DI BHAGAVAN 8 SETTEMBRE 1996
OTTENETE LA SOVRANITA‘ DEL REGNO ATMICO “Si possono padroneggiare i Veda e i Vedanga, si può essere esperti nel comporre prosa e poesia, ma, se si manca di purezza di cuore, si rovina se stessi. Non dimenticate mai queste parole di saggezza.”
(Poesia Telugu)
L’ A M O R E È I L R I M E D I O D I T U T T I I P R O B L E M I D E L L’ U O M O
L
’INSEGNAMENTO DEI VEDA È basato sul principio del dualismo e quello del Vedanta sul non dualismo. Questo è ciò che Adi Shankara predicò e propagò per mezzo di esempi vari. La relazione che esiste tra il Vedanta e i Veda è la stessa che c’è tra il corpo e i suoi vari componenti come gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca, le mani e i piedi. Come le membra e gli organi stanno al corpo, così gli esseri umani stanno alla società. La società è un organo del genere umano, il genere umano è un organo della natura e la natura è un organo di Dio. Se riflettete attentamente su questa relazione, scoprirete nella creazione il principio base dell’Advaita. Il desiderio è la causa primaria del dualismo
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Nell’assemblea di Kashi, gli studiosi cominciarono una polemica dovuta a differenti opinioni su argomenti filosofici. Shankara, divertito da questo spettacolo, disse: “La polemica porterà al conflitto. Queste discussioni oziose porteranno solamente l’inimicizia, non certamente la pace. Nessun problema può essere risolto perdendosi in argomentazioni futili. Il superamento delle preoccupazioni costituisce il problema principale dell’essere umano. In effetti, l’intera sua vita è piena di preoccupazioni; egli non se ne libera neppure per un momento”. “Nascere è una preoccupazione, essere sulla terra è una preoccupazione, il mondo è causa di preoccupazione e anche la morte lo è.Tutta l’infanzia è una preoccupazione e anche la vecchiaia.La vita è una preoccupazione, l’insuccesso è una preoccupazione.Tutte le azioni e le difficoltà sono causa di preoccupazione; persino la contentezza porta una misteriosa preoccupazione. Solamente la devozione a Swami pone fine a tutte le preoccupazioni. O esseri umani! Acquisite questa devozione e amate.” Potete liberarvi delle preoccupazioni solamente tramite l’amore per Dio. L’amore è il rimedio a tutti i problemi dell’essere umano; dove c’è amore non può esserci odio, né gelosia, né alcuna differenza. L’amore ha il potere di generare Eterno Auriga
Sperimentare l’unità dà felicità; per questo Shankara diffuse il principio dell’Advaita, ma questo principio non è così facile da sperimentare: bisogna fare un’indagine adatta e sottoporsi a un processo di affinamento (samskara). Quando si raggiunge lo stadio di maturo affinamento, si può comprendere facilmente il principio dell’unità! In effetti, non c’è nessuno più fortunato di chi l’ha compreso.
eguaglianza e armonia, ma i Veda parlano di questo principio dell’amore soltanto fino a un certo punto. Molti studiosi dei Veda ne usano la conoscenza per soddisfare i propri desideri e non per fare l’esperienza della Divinità; essi cantano i Veda da mane a sera e diffondono i loro insegnamenti ma non li mettono in pratica. La parte Chamakam del Rudra Prashna tratta del soddisfacimento dei desideri; in questi mantra, Cha Mey è ripetuto continuamente e significa “io voglio questo, io voglio quello”. Il desiderio è la causa fondamentale del dualismo. Il desiderio di una certa cosa nasce dal fatto che la considerate separata da voi: ci sono due entità: una è la persona che desidera e l’altra è l’oggetto desiderato. Il principio dell’Advaita proclama l’unità della persona che desidera e l’ascolto desiderato, mentre un individuo segue il principio della Dvaita quando si considera differente dall’oggetto che desidera. Ecco un fazzoletto. Voi dite: “Voglio il fazzoletto” 5
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perché il fazzoletto è differente da voi; questo è dualismo, ma anche nel fazzoletto c’è il principio fondamentale dell’Advaita che può essere dimostrato con facilità. Questa è una stoffa, ma, se la analizzate bene, vi accorgete che non è una stoffa, ma un intreccio di fili; andando più a fondo, direte che questi non sono dei fili, ma del cotone. In effetti, cotone, fili e stoffa sono la stessa cosa. Qui voi dovete prendere in considerazione due aspetti: l’esperienza diretta e quella indiretta. Pur avendo fatto l’esperienza diretta di qualcosa, a volte non è possibile descriverla a parole. Per esempio, una persona muta non può descrivere il gusto di ciò che mangia. In modo simile, la beatitudine dell’Advaita non si può descrivere con le parole. Può essere sperimentata, ma non spiegata alle persone. Qui l’esperienza diretta serve a poco se la si spiega agli altri e, sfortunatamente, vien data importanza solamente all’esperienza diretta; alla prova indiretta non si attribuisce significato. La Divinità è presente in tutti Ecco un esempio: prendiamo un cubetto di ghiaccio. Che cosa lo costituisce? L’acqua. Il cubetto di ghiaccio è l’esperienza diretta, mentre l’acqua è l’evidenza indiretta. Senza l’acqua non può esistere il cubetto di ghiaccio. Che cosa ha importanza primaria, il cubetto o l’acqua? È l’acqua, di cui si ha conoscenza indiretta. Allo stesso modo, la base del mondo visibile è la Divinità non visibile, ma l’essere umano non è capace di comprendere questa verità perché i mantra 6
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vedici semplicemente li canta e cerca di fare l’esperienza degli insegnamenti dei Veda senza metterli davvero in pratica. Egli conduce una vita legata al mondo e segue la via di pravritti (secolarità) in questa natura passeggera, mentre la via di nivritti (spiritualità) è totalmente opposta; pravritti porta a vivere legati al mondo materiale, mentre nivritti conduce alla Divinità. Affrontando tutte le sfide, Shankara si impegnò a diffondere il principio della Divinità che è la base fondamentale di questa creazione. Il suo guru, Gaudapada, lo sostenne e lo incoraggiò pienamente ed egli, nonostante fosse giovane, era risoluto nella sua decisione di propagare l’Advaita. Il fatto che Shankara a sedici anni fosse capace di sostenere dei dibattiti con studiosi insigni e convincerli della validità del principio dell’Advaita è dovuto solamente al potere della Divinità che era la sua forza trainante. L’Advaita è la base di tutto. Che cosa si intende per Advaita? È l’unità di tutto. Al mercato, certi venditori offrono dolci di zucchero in forma di animali vari come gatti, elefanti, cani ecc. per attirare i bambini che, ingenui, vedono solamente la forma e dicono: “Voglio il gatto, voglio l’elefante.” Nomi e forme come quella del gatto e dell’elefante sono differenti, ma la base di tutti è lo zucchero; quando ne mangiate una parte qualunque, come le orecchie o la coda, il sapore è sempre dolce. In effetti, tutta la loro forma è piena di dolcezza. Allo stesso modo, la Divinità pervade il mondo intero. Eterno Auriga
L’Atma pervade tutti dalla testa ai piedi. Solamente coloro che non comprendono la presenza dell’immortale Sé nel corpo desiderano il veleno della secolarità; una volta assaggiata l’ambrosia divina, le cose terrene non vi piaceranno più. Quindi dovreste sforzarvi di fare l’esperienza dell’Atma.
“In verità, tutto questo è Brahman.” “L’universo intero è permeato di Dio.” “Dio è l’Abitante di tutti gli esseri.” Eterno Auriga
Shankara comprese questa verità e la diffuse in tutto il mondo, ma alcuni devoti attribuiscono a Dio un nome e una forma particolari e considerano la loro forma di adorazione superiore alle altre, il che è la causa di tutte le differenze. Un uomo ricco aveva molto amore e devozione per il Signore Krishna e voleva una Sua statuetta tutto d’oro; voleva adorarLa, farLe il lavaggio cerimoniale tutti i giorni e bere l’acqua così santificata. Per tale motivo andò da un orafo e gli dette venti monete d’oro affinché facesse una statuetta di Krishna, altre venti monete d’oro per la statuetta di una mucca da mettere dietro a quella di Krishna e venti ancora per quella di un pavone da mettere vicino. Si procurò anche una tazza fatta con altre venti monete d’oro per compiere il lavacro e ogni giorno la usava a quello scopo e per bere l’acqua santificata. Il corso del tempo non è però sempre uguale; nessuno può dire quando dovrà affrontare delle difficoltà nella vita. La felicità e la tristezza sono come due recipienti appesi a entrambi i lati di un kavadi (un palo con un’imbracatura ai lati per appendervi dei recipienti). Chi può sapere che cosa succederà un momento dopo? “Una volta esaurito il merito accumulato, l’individuo deve tornare nel mondo mortale.” La condizione finanziaria di quell’uomo peggiorò di giorno in giorno ed egli trovava difficile far quadrare i conti, per cui pensò di vendere gli idoli a un altro uomo ricco e ricavarne del denaro. Questi pesò per 7
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prima la tazza e la valutò sessantamila rupie, dato che era fatta con venti monete d’oro. Poi pesò le statuette del pavone, della mucca e quella di Krishna una dopo l’altra e le valutò sessantamila rupie ognuno, ma il venditore non fu soddisfatto e disse: “Che storia è questa? Tu dai a Krishna lo stesso valore che dai alla mucca, al pavone e alla tazza. Io non posso accettarlo. Per Krishna dovresti pagare di più.” Allora il compratore disse: “Tu valuti la statuetta di Krishna più degli altri oggetti perché la Sua forma è più importante per te, ma ciò che importa a me è l’oro contenuto in ognuno di essi.” Egli dette importanza al peso dell’oro e non alla forma. Allo stesso modo, noi diamo importanza agli umani sulla base del nome e della forma senza comprendere che la stessa Divinità è presente in ognuno nella forma dei cinque elementi. La comprensione di questa unità è il principio dell’Advaita. I cinque elementi sono gli stessi in ognuno, non ce n’è un sesto in nessuno; eppure noi ci lasciamo ingannare perché prendiamo in considerazione la forma. Troppi desideri portano al disastro I desideri eccessivi sono la causa dell’infelicità. I desideri sono necessari, ma devono avere un limite. La maggior parte di voi deve aver letto la storia del re Mida il quale, sebbene fosse molto ricco, era ossessionato dall’avidità, per cui cominciò a pregare Dio da mane a sera con devozione intensa. Il devoto prega e Dio esaudisce la sua preghiera. Quindi il Signore si manifestò davanti 8
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a lui e gli disse che avrebbe esaudito qualunque suo desiderio. Mida disse: “O Signore, qualunque cosa io tocchi possa trasformarsi in oro. Ti prego di farmi questo regalo.” Dio lo ammonì: “Questo è un dono che non dovresti chiedere; non ne trarrai alcuna felicità. Diverrai piuttosto vittima di moltissimi problemi e preoccupazioni e alla fine rovinerai la tua vita; quindi non chiedere questo regalo.” Tuttavia Mida insistette: “Lasciami al mio destino; io voglio solamente questo dono.” Che cosa si può fare se uno non ascolta il consiglio giusto? “Si può cambiare ciò che è scritto nel destino di qualcuno? Dispiacersene, se pur per cento anni, non ha alcun senso.” Allora Dio disse: “E sia. Se vuoi subire il tuo destino, puoi farlo”, dopodiché esaudì la sua preghiera e scomparve. Felicissimo per il dono ricevuto, Mida tornò a casa, entrò, si sedette sul materasso e mise da parte il cuscino: immediatamente, l’uno e l’altro divennero d’oro. Egli era contento che fossero diventati d’oro al suo tocco, ma volle controllare ancora l’efficacia del dono ricevuto. Andò, quindi, in giardino dove tutti gli alberi, i fiori e i germogli divennero d’oro appena li toccò. Dopo un po’, si sentì stanco ed ebbe fame per cui chiese a un servitore di portargli del cibo, ma, quando tentò di mangiarlo, quello al suo tocco si tramutò in oro. Aveva fame, ma non poteva mangiare niente. Allora gridò: “Povero me! Quale sarà il mio destino ora?!” Disperato, Eterno Auriga
abbracciò sua figlia che divenne anch’essa una statua d’oro. A quel punto ritrovò la ragione, si pentì ed esclamò: “Che vergogna, sono così sciocco che non ho dato ascolto al consiglio di Dio!” Di nuovo pregò Dio con tutto il cuore e con molto sentimento, al che il Signore si manifestò davanti a lui e disse: “Mio caro! Sei caduto in questa condizione perché non Mi hai ascoltato; che cosa vuoi ora?” Mida Lo pregò di riprendere il dono che gli aveva dato e da quel momento si sentì appagato da qualunque cosa avesse. I desideri eccessivi portano conseguenze disastrose come queste. Chi segue il comandamento divino sarà automaticamente benedetto con tutte le comodità e la buona sorte. Per questo Shankara disse: “O uomo, liberati della sete di danaro; abbandona tutti i desideri con la giusta discriminazione.La ricchezza che hai non è altro che il risultato delle tue azioni passate; quindi sii soddisfatto di qualunque cosa tu abbia.” Come sono i vostri sentimenti, così sarà il risultato O uomo! Tu puoi avere dei desideri, ma non dare spazio all’avidità. Per raggiungere Dio devi generare in te l’amore; solamente quell’amore ti darà tutto ciò che ti necessita, ogni cosa di cui hai bisogno a tempo e luogo. “O mente, non chiedere, non chiedere; più chiedi, più sarai ignorata. Dio ti darà certamente quello che meriti senza che tu chieda. Eterno Auriga
Non soddisfece Egli il desiderio di Sabari che non chiese mai? Non liberò Egli Jatayu che non chiese mai, ma sacrificò la vita per la Sua causa?” Il re Dasharatha chiese a Rama di versargli l’acqua in bocca al momento della morte, ma non fu così fortunato da avere Rama vicino quando trapassò. Rama però versò l’acqua in bocca a Jatayu sebbene questi non avesse chiesto quel dono. Egli santificò la sua vita e gli concesse la liberazione. Sabari cantava il Nome di Rama giorno e notte; chiese ella forse qualcosa? No. Venuta a sapere che Rama era andato nella foresta, Lo attese ogni giorno e, non sapendo per quale via sarebbe arrivato, pulì tutte le strade che portavano al suo eremitaggio. Stando seduta sotto un albero ricco di bacche, pensò: “Sembra che il Signore Rama venga nella foresta con Madre Sita. Egli potrebbe venire da questa parte e dirmi: ‘Madre, dammi delle bacche da mangiare’.” Ella immaginava questo trasportata com’era dal suo intenso amore per il Signore Rama, per cui colse dei frutti, li assaggiò uno per uno e mise da parte i più dolci per offrirli a Lui. Il Signore Rama le restituì gli stessi sentimenti spargendo su di lei la Sua grazia. Dio è l’incarnazione della grazia; in Lui non c’è traccia d’ira, ma, come recita il detto, “come sono i sentimenti, così sono i risultati”, Egli risponderà secondo i sentimenti del sadhaka. Quando siete davanti allo specchio in posizione di reverente omaggio, vedrete riflesso lo 9
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stesso gesto; se puntate l’indice con espressione rabbiosa, il vostro riflesso farà lo stesso con voi. In modo simile, la natura è come uno specchio: com’è la vostra azione, così sarà la reazione. O uomo, è possibile evitare le conseguenze delle azioni? Tu puoi studiare le Scritture e adorare le divinità familiari, puoi andare nella foresta e compiere severe austerità, ma è impossibile che tu eviti le conseguenze delle tue azioni.” Il denaro è causa di molti misfatti Dio è la causa, la Natura è l’effetto. Questo mondo non è che la manifestazione di causa ed effetto: qualunque cosa facciate davanti allo specchio della natura vi tornerà indietro come reazione, riflesso e risonanza. In effetti, c’è una sola entità. L’oggetto e il suo riflesso si vedono solamente se c’è uno specchio. Senza lo specchio non può esserci alcun riflesso; questo è il mistero della natura. Dal punto di vista terreno, ci sono tre entità: voi, il vostro riflesso e lo specchio. Se chiedete quanto fa tre meno uno, persino uno studente di prima elementare risponderà “due”; anch’egli conosce la matematica terrena, ma Dio non è dello stesso avviso. Egli dice: “Tre meno uno fa uno.” Voi potete riderci sopra pensando: “Che storia è questa? Forse Dio non è andato a scuola, non conosce i princìpi fondamentali della matematica?” Allora Dio dice: “Qui ci sono tre entità, cioè voi, il vostro riflesso e lo specchio. Togliete lo 10
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specchio: ciò che rimane siete solamente voi, la realtà.” Ciò che appare dal punto di vista terreno è differente da ciò che attiene al punto di vista spirituale. Molti dicono che il denaro serve a tante cose, ma Io dico che il denaro provoca tanti errori, e solamente se comprendete questa verità ne farete l’uso corretto. Comprendete il Principio dell’Unità Shankara fu capace di evidenziare il Principio di Unità anche nelle cose di tutti i giorni, il che costituisce l’unicità della filosofia dell’Advaita. Come vi ho detto ieri, i vasi sono molti, ma la creta è una; i gioielli sono molti, ma l’oro è uno. Allo stesso modo, Dio è uno, ma si manifesta in forme varie. “La Verità è una, ma i saggi Le si riferiscono con nomi diversi.” La gente si rivolge a Dio con molti nomi come Allah, Gesù, Buddha, Zoroastro, Eterno Auriga
Rama, Hari e Hara, ma Dio è uno. Questo si può illustrare con un esempio della vita quotidiana: il proprietario di una casa è chiamato “mio caro marito” dalla moglie, “mio caro nonno” dal nipote, mentre i fratelli lo chiamano “mio caro fratello”. Il figlio gli si rivolge dicendo “mio caro padre” e la nuora lo chiama “mio caro suocero”. Sebbene l’individuo sia uno, persone diverse gli si rivolgono secondo la relazione che hanno con lui. Queste sono relazioni secolari. Le persone pregano Dio: “O Signore! Tu solamente sei mio padre, mia madre, mio amico, mio parente, mia saggezza e ricchezza. Tu sei il mio tutto”, ma Shankara non approvava questo tipo di preghiera. Se dite: “Tu sei mio padre”, siete differenti da Lui. Shankara affermava: “Dire Tu sei mio padre, Tu sei mia madre ecc. non è corretto perché evidenzia il principio della dualità.” Invece dovreste dire: “Tu sei me e io sono Te; Tu e io siamo uno.” Questo indica il principio dell’Advaita. I Veda proclamano la stessa verità con grandi affermazioni “Aham Brahmasmi” (Io sono Brahman) e “Tat tvam asi” (tu sei Quello). Sperimentare l’unità dà felicità; per questo Shankara diffuse il principio dell’Advaita, ma questo principio non è così facile da sperimentare: bisogna fare un’indagine adatta e sottoporsi a un processo di affinamento (samskara). Quando si raggiunge lo stadio di maturo affinamento, si può comprendere facilmente il principio dell’unità! In effetti, non c’è nessuno più fortunato di chi l’ha compreso; quegli è il Re dei re e l’Imperatore Eterno Auriga
degli imperatori. È il Re del Regno Atmico. L’Atma pervade tutti dalla testa ai piedi. Solamente coloro che non comprendono la presenza dell’immortale Sé nel corpo desiderano il veleno della secolarità; una volta assaggiata l’ambrosia divina, le cose terrene non vi piaceranno più. Quindi dovreste sforzarvi di fare l’esperienza dell’Atma. Per questo Shankara si impegnò seriamente a comunicare questo principio dell’Advaita sia alle persone non acculturate sia agli studiosi nei villaggi e nelle città. Egli mostrò gli ideali in ogni aspetto della sua vita. Prima che lasciasse la sua casa, sua madre gli disse: “Mio caro, tu sei diventato un rinunciante e lasci la casa, ma io desidero che tu sia al mio fianco quando morirò.” Egli era puro di cuore, per cui promise che lo avrebbe fatto e mantenne la promessa. Infatti, qualunque cosa uno dica con purezza di cuore si avvererà. Se indica un fiore e dice: “Questo non è un fiore”, esso cesserà di esserlo. Dovreste comprendere questa verità. La fede concede di essere meritevoli C’è un fatto narrato nel Mahabharata che illustra questa verità: il giorno prima dell’inizio della guerra del Mahabharata, Krishna prese Arjuna con Sé per andare a fare una passeggiata nella foresta. Mentre parlavano di quali sarebbero stati i reciproci avversari nel combattimento e di altre cose relative alla guerra, Krishna volle sottoporre Arjuna a una prova. Dio saggia sempre il merito di un individuo prima di spargere la grazia su di lui, perché 11
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solamente una persona meritevole saprà farne l’uso migliore. Stava scendendo la notte e Krishna disse: “Andiamo a casa”, dopodiché iniziò la prova indicando un uccello appollaiato su un albero e dicendo: “Arjuna, guarda com’è bello quel pavone!” Egli iniziò questa conversazione per saggiare lo stato mentale di Arjuna che rispose: “Sì, Swami, il pavone è proprio bello.” Krishna disse: “O testa matta, quello non è un pavone; non vedi che è un’aquila?” Arjuna rispose: “Sì, Swami, è un’aquila.” Krishna gli dette una pacca sulle spalle e disse: “Che sciocco che sei; non sei capace di riconoscere se si tratti di un pavone, di un’aquila o di qualche altro uccello? Guarda attentamente. Quello non è né un pavone né un’aquila: è un piccione”, e Arjuna di rimando: “Sì, Swami, è un piccione.” Fingendo di essere un po’ arrabbiato, Krishna disse: “Non hai discernimento? Non hai potere di discriminazione? Che cosa stai pensando? Non sembra che tu stia cercando di scoprire se si tratti di un pavone, di un’aquila o di un piccione. Dici di sì ciecamente a qualunque cosa Io dica.” A questo Arjuna replicò: “O Krishna, se dico che non è un pavone, Tu puoi farlo diventare tale e lo stesso se dico che non è un’aquila o un piccione. Tu puoi trasformarlo in uno qualunque di questi; Tu puoi fare tutto, per cui per me la Tua parola è fondamentale. Che importanza ha per me il fatto che si tratti di un piccione, di un’aquila o di un pavone?” Krishna fu molto contento del fatto che Arjuna avesse così tanta fede nelle Sue parole, gli mise una 12
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mano sulla testa e lo benedisse: “Fissa la mente su di Me, siiMi devoto, offriMi obbedienza e adoraMi. Io ti prometto che verrai a Me perché tu Mi sei caro.” Krishna disse ad Arjuna: “Ora sei diventato Mio vero devoto, hai fede totale nelle Mie parole, per cui risulterai vittorioso in qualunque cosa tu faccia.” Solamente dopo questo fatto Krishna gli trasmise la conoscenza della Bhagavad Gita; a che servirebbe dare la conoscenza delle Scritture a una persona che non ha fede? Al tempo della guerra del Mahabharata, Krishna aveva ottantasei anni e Arjuna ottantaquattro. In tutti gli anni precedenti alla guerra, Krishna non aveva mai cercato di dare la conoscenza del Vedanta ad Arjuna; all’improvviso, Egli cominciò a istruirlo su quel principio. Dio spande la grazia su un individuo a tempo, luogo e circostanza esatti. Egli disse: “Arjuna, chi sono queste persone? Tu pensi che siano tuoi parenti, ma in effetti non è così: tu, Io e loro siamo uno e solamente uno.” Nell’udire questo, Arjuna rimase totalmente confuso e pensò: “Come si può dire che siamo tutti uno? In tal caso, che bisogno c’è di fare una guerra?” Al che Krishna disse: “O scriteriato, c’è una ragione per questo di cui Io sono consapevole e tu no; Io sono l’incarnazione della consapevolezza, mentre tu sei in uno stato di ignoranza.” “Senza cadere sotto il velo dell’oblio, sempre, tanto nello stato di veglia quanto in quello di sogno e di sonno Eterno Auriga
profondo, l’individuo dovrebbe essere costantemente consapevole del Mantra Soham che gli farebbe raggiungere l’unione con l’Atma. O uomo! Coltiva il senso di discriminazione tramite la grazia del Sadguru.” Dio conosce il passato, il presente e il futuro Krishna aggiunse: “Io conosco il passato, il presente e il futuro, mentre tu non li conosci; per questo sei trascinato dalle relazioni fisiche che hai con loro attualmente. Tu non conosci il passato; lo conoscevi ma lo hai dimenticato.” Allora Arjuna chiese: “Swami, Tu dici che Tu, io e tutti loro siamo uno. Perché allora Tu soltanto sei consapevole di questa verità, mentre io non lo sono?” Krishna replicò: “Tu vedi le cose dal punto di vista terreno; Io le vedo dal punto di vista dello Spirito o Atma. Io trascendo i tre periodi di tempo; per questo Io sono onnisciente e tu non lo sei.” Per illustrare questo punto, Krishna usò una analogia bellissima. Io ve la racconto cambiando i nomi in modo che possiate comprenderla facilmente. Una volta, un uomo andò in Kashmir e comprò un pezzo di stoffa a un prezzo più conveniente. Quando tornò, dette la stoffa a sua madre che la mise in un armadio e se ne dimenticò. Passarono dieci anni e, un giorno, la donna trovò il pezzo di stoffa nell’armadio mentre cercava qualcosa, per cui chiamò il figlio e gli disse: “Ecco un Eterno Auriga
pezzo di stoffa, fattela cucire.” Il figlio ne fece cucire una camicia e la indossò per il suo compleanno, ma, quando si chinò per prendere un pezzo di dolce fatto dalla madre, la camicia si strappò subito. Ella ne fu sorpresa e chiese: “Questa camicia è nuova; come può essersi strappata così presto?” Allora il figlio spiegò: “Madre, la camicia è nuova, ma la stoffa è vecchia.” Non è vero questo? Allo stesso modo, Krishna disse ad Arjuna: “Tu hai dimenticato la tua realtà, mentre Io ne sono sempre consapevole; questa è la differenza tra te e Me.” Nella guerra del Mahabharata, Arjuna fu demoralizzato e avvilito dalla morte di così tanti giovani guerrieri compreso suo figlio Abhimanyu. Egli chiese a Krishna: “Swami, perché Abhimanyu è morto così giovane? Essendo suo padre molto più vecchio di lui, avrei dovuto morire prima io.” Krishna allora rispose: “Nessuno può sapere quando qualcuno se ne andrà, ma nessuno può sfuggire alla morte quando arriva il tempo prescritto.” “Il corpo è destinato a morire per quanto tu lo protegga e nutra. Allo stesso modo, qualunque cosa scritta nel tuo destino, bella o brutta che sia, accadrà anche se ti nascondi in una fitta foresta.” Tutto ciò che affronti nella vita è il risultato delle tue molte vite passate. Per esempio, un giovane di venticinque anni colpisce un masso col martello per venti volte, ma il masso non si rompe; poi si rompe quando un uomo anziano lo colpisce solamente continua a pagina 17... 13
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PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DEL GUNTUR
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AL 7 AL 9 GIUGNO 2015, OLTRE 3000 devoti sono giunti a Prasanthi Nilayam dal distretto di Guntur, nell’Andhra Pradesh, per un pellegrinaggio di tre giorni e hanno presentato, nel Sai Kulwant Hall, programmi musicali e culturali. Il primo programma del 7 giugno è stato un balletto in cui sono state raccontate le esperienze di alcuni ferventi devoti di Bhagavan provenienti dal Guntur, fra cui Sri Ramabrahmam, Sri Anil Kumar, Sri Narayan Rao e Sri Jandhyala Papayya Sastry.
Danza dei bambini Bal Vikas del Guntur.
Le eccellenti rappresentazioni di recitazione e danza dei bambini Bal Vikas, abbinati a splendidi coreografia e trucco, hanno fatto della commedia una memorabile esibizione. Il secondo programma dei devoti del Guntur è stato un “bouquet” di canti devozionali, offerto ai Piedi di Loto di Bhagavan l’8 giugno 2015. 14
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Cominciando la loro esibizione con il canto “Parthiswara Sathya Saiswara” (Sai, il Signore di Puttaparthi), essi hanno colmato l’intero ambiente di fervore devozionale con l’emozionante esecuzione di canti di gruppo che comprendevano “Tallivi Neeve Tandrivi Neeve” (Tu sei madre e padre), “Narayana Sathya Narayana”, “O Maa O Maa O Maa Sai Maa” (O amata Madre Sai).
CORSO ESTIVO SULLA CULTURA E LA SPIRITUALITÀ INDIANE
Dal 12 al 14 giugno 2015 si è svolto, a Prasanthi Nilayam, un Corso Estivo sulla Cultura e la Spiritualità Indiane per studenti e insegnanti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai allo scopo di esporli al ricco patrimonio culturale e spirituale di Bharat e orientarli alla filosofia educativa di questa istituzione, unica nel suo genere, che si basa sulla visione del Rettore Fondatore, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, secondo cui l’educazione spirituale e quella empirica devono andare mano nella mano.L’evento ha contrassegnato l’inizio dell’anno accademico per gli studenti e gli insegnanti di tutti e quattro i Campus Universitari di Prasanthi Nilayam, Brindavan, Muddenahalli e Anantapur, come anche dello Sathya Sai Mirpuri College of Music, della Scuola d’Istruzione Secondaria Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam (Classi XI e XII) e della Eterno Auriga
è l’ideale che gli studenti dovrebbero osservare mentre perseguono i loro studi. L’educazione spirituale, Egli ha detto, è la vera educazione. Bhagavan ha esortato tutti a conoscere la propria verità, seguendo il sentiero della spiritualità. La via spirituale, ha aggiunto, è l’unico modo per realizzare Dio.Il professor K.B.R. Varma, Vicerettore dell’Istituto, ha poi tenuto il discorso inaugurale. Egli si è congratulato con tutti i nuovi studenti per aver ottenuto l’ammissione a questo istituto educativo, unico nel suo genere, e li ha esortati a condurre una vita altruistica. Ha poi accennato alla ricca storia e alla diversità della cultura indiana e al profondo impatto che essa ha avuto in tutto il mondo.Questi interventi sono stati seguiti da una Tavola Rotonda del Corpo Docente sul tema: “Lezioni dal Mahabharata per la Società Moderna”. Il professor A. Sudhir Bhaskar, del Campus di Prasanthi Nilayam, è stato il moderatore. La discussione si è incentrata su situazioni specifiche del Mahabharata e sugli inerenti conflitti che esse ritraevano. I relatori hanno fatto luce sulle lezioni che I partecipanti al Corso Estivo nell’Auditorium Poornachandra. l’epica insegna. Queste Egli ha suggerito a tutti i partecipanti di includono il Dharma, l’onestà, la lealtà e scegliere alcuni insegnamenti di Baba nel il sacrificio.È seguita una Tavola Rotonda, corso della manifestazione e di prender la a cui hanno partecipato quattro ex alunni decisione di metterli in pratica durante tutto dell’Istituto. La sessione è stata presieduta l’anno scolastico.È stato poi trasmesso e moderata dalla professoressa Rajeshwari un breve video di un Discorso di Baba, in C. Patel, membro di facoltà del Campus di cui Egli ha sottolineato che l’educazione Anantapur. La discussione si è incentrata deve portare all’elevazione. Questo sul ruolo degli studenti Sai nella società Scuola in Lingua Inglese Sri Sathya Sai Gurukulam di Rajahmundry (Classe X). Al Corso Estivo hanno partecipato oltre 2500 studenti e 200 insegnanti.Le sessioni del mattino si sono svolte nell’Auditorium Poornachandra e quelle pomeridiane nel Sai Kulwant Hall. Anche dopo cena si sono svolte sessioni di Parayanam che hanno fornito agli studenti l’opportunità di condividere le proprie esperienze con Baba. 1° giorno – venerdì 12 giugno 2015 Il primo giorno, alle 8,30, dopo il canto introduttivo dei Veda d’invocazione da parte degli studenti, il dottor Pallav Kumar Baruah, direttore del Campus dell’Istituto di Prasanthi Nilayam, ha rivolto un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti e sottolineato l’importanza che Bhagavan Baba ha dato all’educazione spirituale e all’interazione tra corpo, mente e anima, come i tre principali componenti della vita.
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in tutti gli ambiti della vita - professionale, sociale, familiare, personale e spirituale. Gli ex studenti hanno condiviso le lezioni che avevano tratto dalle proprie esperienze e come la fede in Bhagavan Baba e il Suo Amore abbiano plasmato la loro vita e il loro carattere.La sessione pomeridiana, tenutasi nel Sai Kulwant Hall, era costituita di colloqui fra due studenti, vale a dire Sri V. Sairam del Campus di Prasanthi Nilayam e Sri Seemesh Bhaskar del Campus di Brindavan. Sviluppando i loro discorsi con storie della vita di Baba e le antiche Scritture indiane, gli oratori hanno fornito approfondimenti sui poemi epici indiani e hanno evidenziato la necessità di sacrificare il proprio ego 2° giorno – sabato 13 giugno 2015 Dopo il consueto canto introduttivo dei Veda, la sessione del mattino del secondo giorno consisteva in una Tavola Rotonda di Docenti sul tema “Lezioni dal Ramayana per la Società Moderna”. La dottoressa T.R. Rajeswari, membro del corpo insegnante del Campus di Anantapur è stata il moderatore. La Tavola Rotonda era incentrata sulle splendide lezioni che il poema epico del Ramayana ha impartito e su come possano essere applicate nella vita quotidiana. Ella ha evidenziato gli errori commessi da Ravana, gli alti ideali stabiliti dal Signore Rama e la loro pertinenza per i diversi aspetti della vita moderna.L’intensità dell’incontro è notevolmente aumentata con un brillante Lavoro di Gruppo sui Bhajan guidato da giovani insegnanti e studenti del dottorato di ricerca, che fanno parte del Gruppo Bhajan di Prasanthi Nilayam. Si è discussa la genesi dei Bhajan di Baba a 16
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partire da quando Egli aveva otto anni! È stato anche proiettato un breve filmato di Swami in cui Egli parla del significato dei Bhajan.L’elemento finale della mattinata è stato una conferenza su “Il Messaggio dei Veda per la Messa in Pratica nella Vita Quotidiana” del dottor Sekhar Boddupalli della California, Stati Uniti d’America. Egli ha parlato dell’efficacia della gente della comunità che si unisce per pregare Dio. Ha poi narrato il suo colloquio con Baba per quanto riguarda i Veda e come Egli abbia affermato che il canto dei Mantra vedici sia molto potente. Il Veda è Deva, poiché espande la coscienza e aiuta a contemplare il Divino, ha detto Baba.La sessione pomeridiana è stata nuovamente tenuta nel Sai Kulwant Hall. L’oratore era Sri Sanjay Sahni, direttore del Campus di Brindavan. Parlando dell’“Essenza della Cultura Indiana”, egli ha messo in luce ciò che significa essere un Bharatiya. Definendo Bharat come la terra che nutre amore per Dio, ha spiegato e illustrato il concetto di unità nella diversità, definendolo come la quintessenza della cultura indiana. 3° giorno – domenica 14 giugno 2015 Il primo elemento del programma del giorno conclusivo del Corso Estivo è stato una sessione interattiva intitolata “Esercizio di Analisi di Chinna Katha”. Ogni Campus si è fatto avanti e ha presentato una Chinna Katha (storiella) di Bhagavan Baba stimolando la discussione con i partecipanti per far emergere le sottili sfumature della storia. Essi hanno inoltre risposto alle domande di un gruppo di esperti presieduto dalla professoressa Madhu Kapani, Direttrice del Campus Eterno Auriga
di Anantapur. I relatori hanno anche analizzato in profondità le storie e illustrato le proprie osservazioni attraverso le loro esperienze con Baba. Ha fatto seguito un quiz sulla vita e il messaggio di Bhagavan Baba. Il gruppo che ha partecipato al quiz è stato condotto dal dottor S. Subramanian, docente del Campus di Prasanthi Nilayam e da altri giovani docenti dell’Istituto. Gli studenti del Sathya Sai Mirpuri College of Music hanno in seguito eseguito un’eccellente presentazione musicale.Il Corso Estivo è terminato con un discorso di commiato tenuto dalla dottoressa S. Kanaka Durga, professoressa del Campus di Anantapur, che ha svolto una sintesi dei lavori del Corso e ringraziato tutti coloro che, con il loro lavoro e la dedita partecipazione, hanno fatto dell’evento un grande successo.
BURRA KATHA Il Burra Katha, antica forma d’arte popolare dell’Andhra Pradesh, ha preso vita quando, il 21 giugno 2015, tre ex studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai hanno presentato la storia della vita e gli insegnamenti di Bhagavan Baba in tale forma artistica. Raffigurando vari episodi della vita di Baba, gli studenti hanno incantato il pubblico per quasi un’ora con la loro eccellente narrazione della storia, impreziosita da Bhajan e testi in Telugu, e mettendo in evidenza, allo stesso tempo, i principali insegnamenti di Bhagavan, cioè servizio disinteressato e amore per tutti. Il programma, iniziato alle 17 con una canzone dedicata al Signore Ganesh, si è concluso alle 18,20 con l’Arati.
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due volte. Il vecchio si vanta: “Questo giovane ha colpito il masso per venti volte senza riuscire a romperlo, mentre io l’ho spezzato al secondo colpo”, ma il giovane dice: “Oh, nonno, non essere orgoglioso del tuo risultato. Il masso si è rotto al ventiduesimo colpo dato che io l’avevo già colpito venti volte. Comprendilo.” In modo simile, tu vedi solamente il presente, mentre Dio prende in considerazione anche il passato e il futuro; questa è la differenza tra Lui e l’essere umano. Il seme del presente viene dall’albero del passato ed è la base dell’albero del futuro. Tu vedi soltanto il seme del presente; non sai vedere il passato e il futuro che vi sono Eterno Auriga
contenuti. Il Signore Krishna disse: “Io sono il seme di tutti gli esseri viventi.” Shankara comunicò il principio dell’Advaita a tutto il mondo e questa ha un principio fondamentale come base: l’unità di tutta la creazione. Molti esempi sono stati citati nelle Scritture per far comprendere all’uomo questo principio fondamentale; anche voi dovete sforzarvi di comprenderlo. (Bhagavan ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hey Shiva Shankara Namami Shankara...”) - Discorso tenuto a Prasanthi Nilayam l’8 settembre 1996 nel Sai Kulwant Hall 17
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VOI E IO SIAMO UNO SVILUPPATE L’EQUANIMITÀ E SFORZATEVI DI RAGGIUNGERE LA DIVINITÀ
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DEVOTI OFFRONO LE PREGHIERE A Dio. Alcune persone dubitano dell’efficacia della preghiera, ma, di fatto, tramite la preghiera si può portare a termine qualunque compito anche grande; essa rende possibili le cose impossibili. Ecco un esempio: negli ultimi dieci giorni, c’è stato un gonfiore sulla Mia guancia. Io non prendo mai medicine e ieri ho notato che tutti i presenti osservavano la Mia guancia, non Me! Essi erano preoccupati del fatto che il gonfiore non si fosse ancora ridotto e che Swami soffrisse molto. Efficacia della preghiera Dopo aver pronunciato il Discorso di Commiato, sono rientrato nella Mia
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stanza. Mentre riposavo, molti devoti pregavano affinché Mi curassi almeno per il fausto giorno del Guru Purnima. Molti di loro non mangiavano neppure, pregavano continuamente con le lacrime agli occhi e le loro preghiere Mi hanno raggiunto. Quando Mi sono alzato al mattino, il gonfiore si era ridotto e non provavo alcun dolore. In effetti, non avevo voluto che ciò accadesse: quello era il risultato delle loro preghiere. Come Sanjay Sahni ha evidenziato, “Voi e Io siamo uno”. Voi non siete differenti da Me. Questo non è il Mio corpo, è il vostro; quindi averne cura è responsabilità vostra. Io non penso mai al Mio corpo e al suo Eterno Auriga
benessere; non esprimo mai la volontà che una certa cosa accada per quanto riguarda questo corpo. In Me non c’è egoismo alcuno dalla testa ai piedi ed è per questo che ho tutto il diritto di dire che voi e Io siamo uno. Dio ascolta certamente le preghiere dei Suoi devoti. Alcuni esitano a pregare temendo che le loro preghiere siano di disturbo a Dio, ma sono in errore perché Dio non può mai essere disturbato in alcun modo. Egli non prova alcuna sofferenza e considera la felicità dei devoti come la Sua felicità. Comunque, la vostra felicità risulta dalle cose materiali, mentre la Mia deriva dal Principio dell’Atma. Io sono contento della più piccola tra le piccole offerte se fatta col cuore. La vostra offerta piccolissima assume proporzioni gigantesche per Me, mentre voi non siete soddisfatti nonostante riceviate grandi favori. Riempite la mente con lo splendore dell’Amore Qual è il significato del Guru Purnima? Guru è colui che illumina la via verso la Divinità. Purnima indica la luce fresca della luna piena e questa è simbolo di una mente completamente illuminata. Essa è priva di macchie e difetti. Anche una piccola macchia conduce la mente nell’oscurità e le impedisce di darvi la beatitudine totale. Incarnazioni dell’Amore! Fate in modo che la mente sia colma dello splendore dell’Amore Divino. Acquisire la semplice conoscenza teorica non serve. Ciò che avete studiato è soltanto una frazione della conoscenza Eterno Auriga
totale, eppure voi ve ne sentite orgogliosi; la vostra istruzione terrena è insignificante a paragone della Saggezza Divina. Non si può raggiungere Dio per mezzo dell’istruzione, del potere e della ricchezza. Egli è accessibile all’Amore e all’Amore soltanto, per cui Lo si può sperimentare unicamente se si genera l’Amore. Devozione significa amare Dio con tutto il cuore. Incarnazioni dell’Amore! Che cos’è che dovete sapere in questo giorno del Guru Purnima? Dovete capire che Dio è in voi, con voi, intorno a voi, sopra e sotto di voi; in effetti, voi siete Dio. Riconoscete, come prima cosa, questa verità. Non abbiate desideri eccessivi, non diventate mendicanti e fate il vostro dovere onestamente; questa è vera disciplina spirituale. Quando siete in ufficio, fate solamente il lavoro d’ufficio e non pensate alle cose della famiglia; allo stesso modo, quando siete a casa, occupatevi delle necessità della moglie e dei figli, e non fate della casa un ufficio. Oggi, però, a causa del troppo lavoro in ufficio, la gente porta le carte a casa per finire il lavoro creandosi così delle difficoltà, perché mischia il lavoro d’ufficio con le cose di casa, con gli affari e gli argomenti spirituali. L’uomo muore, ma la mente non muore; tutto ciò che la persona fa durante la vita si imprime nella mente e viene riportato alla vita seguente. Nessuno può comprendere la natura della mente. Alcuni pensano che il suicidio sia il solo modo di metter fine a tutti i loro problemi. Essi pensano: “La mente 19
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è responsabile di tutto il nostro soffrire; facciamola finita.” Questo è il peggiore dei peccati. La mente non può essere uccisa così facilmente; non si devono mai seguire idee così indegne. Bisogna esser pronti ad affrontare qualunque difficoltà con forza d’animo e sforzarsi davvero di santificare la propria vita. Meditate sul Principio del Soham Incarnazioni dell’Amore! Proprio da oggi, cercate di ridurre l’attaccamento al mondo per quanto possibile; siate contenti, fate contenti gli altri e non ferite nessuno. Considerate le difficoltà come nuvole passeggere. Dato che avete allacciato relazioni familiari, è inevitabile che ci siano dei problemi, ma non lasciatevene turbare. Quando guardate il cielo immenso, vedete molte nubi; similmente, nel cielo del cuore ci sono le nubi dell’attaccamento, ma esse vanno e vengono; non ve ne preoccupate. Qual è la forma della preoccupazione? Essa è una paura creata dalla mente, è il risultato dell’immaginazione. Ognuno è destinato a incontrare difficoltà e perdite, ma esse vanno affrontate con coraggio. Incarnazioni dell’Amore! Da oggi, Guru Purnima, rendete sacri i vostri cuori. Proprio come scacciate le zanzare che cercano di pungervi, mettete da parte qualunque difficoltà vi capiti. Non fatevi deprimere dal dolore né lasciatevi esaltare dalla contentezza; maturate l’equanimità e sforzatevi di raggiungere la Divinità. Voi siete l’incarnazione della Trinità Divina, cioè Brahma, Vishnu e Maheshvara; quindi il Guru non è separato 20
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Fate in modo che la mente sia colma dello splendore dell’Amore Divino. Acquisire la semplice conoscenza teorica non serve. Ciò che avete studiato è soltanto una frazione della conoscenza totale, eppure voi ve ne sentite orgogliosi; la vostra istruzione terrena è insignificante a paragone della Saggezza Divina. Non si può raggiungere Dio per mezzo dell’istruzione, del potere e della ricchezza. Egli è accessibile all’Amore e all’Amore soltanto. da voi. Voi siete tutto. Non lasciate vacillare la concentrazione; mantenetela stabilmente fissa sulla meta. Che siate studenti, padri di famiglia o rinuncianti, la meta è la stessa per tutti voi. Meditate sul principio del Soham che la voce interiore vi insegna. Dite: “Aham Brahmasmi” (Io sono Brahman). In questa affermazione non c’è niente di male; alcune persone pensano erroneamente che dire così sia un segno di egoismo, ma, in effetti, non è affatto ego; è vostro diritto. Pensare di essere un semplice essere umano equivale a sminuirvi: voi siete l’incarnazione di Dio; convincetevi di questo e diventate Dio. In Dio non possono esservi qualità malvagie; quindi voi dovete vivere una vita pura, stabile e altruistica. Vedete il bene, parlate bene e fate il bene; dovete costituire un ideale per tutti. Se non purificate il cuore, non avrete alcun beneficio dall’adorazione. Adorate Swami e venite al Mio darshan da molti anni: c’è stata qualche trasformazione in voi? Voi andate e venite senza alcuno continua a pagina 24... Eterno Auriga
UN SEMPLICE MANTRA PER LA VITA
l’abitudine di passare davanti a casa nostra per andare all’Orto Botanico di Lalbagh o da altri devoti che abitavano nella zona. Lo accompagnavano un Dottor Prithvi Raval paio di devoti. Mio padre svolgeva la professione Swami ha sottolineato che la fede è un ingrediente di dentista; ambulatorio essenziale nella vita. In effetti, è il punto di partenza per il e casa erano nello cammino spirituale. Spesse volte un’esperienza personale stesso piccolo spazio a o una risposta alle nostre preghiere accresce la fede. Molti Basavanagudi, un’area di Bengaluru. consigliano formule e pratiche diverse, mentre Swami ha Ancora intento a dato a ciascuno, in tutto il mondo, il più potente dei Mantra: giocare, risposi a Swami: “Ama tutti, servi tutti”. In mancanza di Divino Amore e “No, non c’è”, e continuai massima umiltà, è difficile mettere in pratica questo Mantra. nel mio gioco! Swami se ne andò e questo fu il mio primo contatto con Lui. O GODUTO DELLA RARISSIMA Che Cosa c’è in un Nome? opportunità di essere cresciuto, Quando nacqui, mia madre chiese a per oltre 60 anni, sotto l’ombrello della grazia di Swami, il che Swami di fare la cerimonia di attribuzione mi ha consentito di fare una profonda del nome in una di queste visite di Swami introspezione circa il Suo Amore Divino, a casa ed Egli acconsentì. Mi chiamò di comprendere ciò che provava verso le “Jagadesh” e a casa sono chiamato persone di tutto il mondo e di constatare Jaggi. Ma quando entrai in un educandato religioso, un’amica intima di mia madre il modo semplice in cui rispondeva a tutti. insistette affinché m’iscrivesse con il nome Il mio Primo Contatto con Swami La prima domanda che sentii che mi aveva dato, “Prithvi”, e fu quello pronunciare da Swami fu quando mi chiese a comparire nei registri scolastici. Così in lingua telugu di mio padre: “Padmanabh a scuola mi chiamavano Prithvi e a casa Unnada”?, che significa “Padmanabh è a Jagadesh! Anche Swami mi chiamava con entrambi i nomi ed era come se Egli casa?” Deve essere stato nel 1954, quand’ero l’avesse accettato. Mentre finivo la scuola, compresi il un bimbetto di quattro anni. Giocavo a casa dopo la scuola, quando Swami colossale errore che avevo fatto non passò di fronte alla nostra abitazione. In mettendo il nome che mi aveva dato quel periodo, a Bengaluru, Swami aveva Swami. Progettavo di andare all’estero
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e dovevo fare il passaporto nei tempi giusti. Così, in una delle visite di Swami a casa nostra (eravamo così fortunati da averne molte), Gli parlai delle problematiche causate dal mio nome. Ero più che disposto a cambiarlo ufficialmente secondo la procedura prevista dalla legge, prima di fare il passaporto. Chiesi se avrei avuto il Suo permesso, ma Swami si limitò a dire: “Che cosa c’è in un nome? È solo un’etichetta! Non importa come ti chiami. Puoi usare il nome attuale senza bisogno di cambiarlo.” Poi, con spirito più lieve, aggiunse: “Ma osserva il significato: la signora ti ha dato il nome Prithvi, che significa semplicemente “terra”, ma Io ti ho assegnato un nome migliore, Jagadesh, il dominatore della terra!! E poiché c’è analogia, puoi continuare con lo stesso nome.” Dopo la laurea andai all’estero per gli studi superiori. Il giorno prima di partire, Swami ci dette un’“interview” a Puttaparthi e fece un autografo espressamente per
me. Quindi mi chiese di terminare gli studi e tornare per servire le persone qui nel nostro Paese e i bisognosi. Fin dalla mia nascita Swami mi guida, 22
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m’influenza e mi convince. È il fattore divino in tutte le nostre decisioni, anche senza che noi lo sappiamo. A differenza di molti altri Guru che esercitano un qualche genere di autorità e di posizione, Swami mi ha blandito per farsi il mio miglior amico. Che ne fossimo consapevoli o che nemmeno ce lo aspettassimo, ogni volta Egli era presente affinché le cose si mettessero al meglio per me. Le Visite di Swami a Casa nostra All’epoca, ogni volta che Swami era a Whitefield, mio padre era solito terminare il lavoro un po’ prima al pomeriggio per stare con Lui. Grandi masse di devoti da tutto il Paese e da molte parti del mondo attendevano con ansia i Darshan di Swami. A quel tempo le Sue visite a Bengaluru erano tre o quattro l’anno. Intorno al 1958 mio padre ebbe la benedizione di comprare un piccolo appezzamento di terra a Jayanagar, un quartiere di Bengaluru, e fu tanto fortunato da avere la presenza di Swami a eseguire la “Guddali Puja” o cerimonia di dissodamento del terreno. La nostra abitazione, appena costruita e alquanto grande, fu inaugurata da Swami nel 1962. Dopodiché Egli ci benedì con la Sua Divina Presenza a ogni capodanno. In seguito l’appuntamento fu genericamente nel mese di gennaio. Quando era da noi Swami incoraggiava mio padre a chiamare tutti i nostri parenti, in modo che Egli potesse parlare con loro. Perciò mio padre invitava tutti coloro che erano vicini a Swami a questo prezioso Darshan e tutti andavano a casa contenti, avendo avuto risposta alle loro “Korika” (richieste). Mio padre invitava anche alcuni amici intimi avanzati sul sentiero spirituale Eterno Auriga
e vicini esperti nel pensiero vedantico. Essi ponevano varie domande e Swami rispondeva brillantemente a ogni quesito, chiarendo i loro dubbi. Molti di loro erano funzionari del Servizio Amministrativo Indiano (IAS) e alquanto colti. Nel corso degli anni l’interazione con Swami fece la differenza nel loro modo di percepire la Sua Divinità. Dopo gli infiniti Namaskar e i saluti di ogni persona, Swami era solito sedersi e dire: “Parliamo di qualche argomento adhyatmico (spirituale). Banerjee, hai una domanda? Gokak, hai una domanda?” Swami finiva il discorso in un’ora circa; parlava in telegu, alternandolo al kannada. A quel tempo il contenuto dei Discorsi Divini era il doppio di quello che sarebbe divenuto in seguito. Con la traduzione, ciò che diceva si ridusse alla metà rispetto agli anni precedenti. Dopo essersi assicurato che tutti, compresi alcuni studenti che venivano con Lui da Whitefield, avessero avuto il cibo, Swami faceva un pasto alquanto frugale e ritornavamo a Whitefield. Il giorno in cui Swami veniva da noi (il preavviso era molto breve), mio padre e io andavamo a Whitefield verso le 17 e Eterno Auriga
aspettavamo fino al termine del Darshan. Swami veniva in macchina con noi: la prima auto era stata una Standard Super 10 e poi una Fiat. Mio padre guidava e io stavo dietro con Swami. Intorno alle 20,30, Swami ripartiva per tornare a Whitefield. Ogni persona a Whitefield, compreso Sri Ramabrahmam, a t t e n d e v a ansiosamente Swami, chiedendosi perché ci impiegasse tanto tempo! Erano circa le 21,30 quando giungevamo a Brindavan, Whitefield. All’epoca le strade non erano ben illuminate e dovevamo, quindi, viaggiare lentamente. Quando alla fine arrivavamo a casa, le mie cugine e altri erano ad aspettarci per sapere tutti i dettagli della conversazione con Swami; ogni aneddoto veniva valutato attentamente e ripetuto all’infinito! Questo aspetto di Bhakti nei confronti di Swami sarà impresso per sempre nella nostra memoria. La Sua Presenza Divina e l’Amore incondizionato verso tutti ci ha reso – me lo auguro – esseri umani migliori. Un Mantra Universale per tutti Nel mondo odierno, che pullula di guide religiose e spirituali, tutte pronte a guidare l’uomo comune fuori dal trambusto delle tribolazioni quotidiane, trovare il Guru 23
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giusto è già un lavoro ingrato. Persone erudite vanno e vengono, incapaci di cogliere la Divinità all’interno. Potrebbe essere una sfida per molti. Swami ha spesso detto: “Non analizzate, realizzate!” Fortunatamente per me, nascere in questa condizione unica è stato il dono di una vita. Swami ha sottolineato che la fede è un ingrediente essenziale nella vita. In effetti, è il punto di partenza per il cammino spirituale. Spesse volte un’esperienza personale o una risposta alle nostre preghiere accresce la fede. Molti consigliano formule e pratiche diverse, mentre Swami ha dato a ciascuno, in tutto il mondo, il più potente dei Mantra: “Ama tutti, servi tutti”. In mancanza di Divino Amore e massima umiltà, è difficile mettere in pratica questo Mantra.
Swami predica l’universalità di tutte le religioni, dove le persone di tutte le fedi trovano accoglienza, ed esorta ciascuno a praticare la propria religione, ma con maggiore consapevolezza. Egli ha detto che bisogna “laurearsi” spiritualmente, cioè partendo dall’osservanza di una sola religione arrivare a riconoscere la divinità in tutte. “È bene nascere in una religione, ma non va bene morire in una sola”, ha affermato. – Il dottor Prithvi Raval, figlio del dottor R.S. Padmanabhan e nipote di Sri Seshagiri Rao, svolge la professione di odontoiatra a Bengaluru
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scopo; persone di questo tipo non c’è alcun bisogno che vengano; facciano la loro sadhana dove sono. Quando venite qui, dovete assorbire sentimenti divini e diventare divini. Riducete gradualmente l’attaccamento al mondo; il mondo non verrà con voi quando morirete. Non potrete portar via neppure un pugno di polvere, ma solamente le virtù che avete coltivato. Incarnazioni dell’Amore Divino! Comprendendo che l’Atma è lo stesso in tutti, estendete il vostro amore a tutti. Non importa se non seguite qualche sadhana: il vostro amore vi eleverà al livello più alto della spiritualità. Non nutrite sentimenti malvagi verso nessuno; comprendete che, quando fate danno a qualcuno, fate danno a Dio. Se generate in voi questo tipo d’amore universale, ponete le basi dell’unità. Ricordate che dovete vivere 24
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coerentemente con ciò che dite; dovete mettere in pratica per primi i consigli che date agli altri. Questo è ciò che Io faccio, per cui ho il diritto di dare consigli agli altri. Io chiedo ai devoti di mostrare amore verso tutti. Io amo tutti e sono impegnato nel lavoro da mane a sera. Non potete capire quanto sia sempre beato. Io non ho desideri e questa è la ragione della Mia felicità. Non appena il desiderio aumenta, la contentezza diminuisce. Ricordate il Nome di Dio qualunque cosa stiate facendo; questa è la panacea per tutte le malattie umane. Non sprecate tempo, perché il tempo è divino. Consacrate la vostra vita con fede in Dio. - Estratto dai Discorsi di Bhagavan in occasione del Guru Purnima Eterno Auriga
Chinna Katha
L’Orgoglio per l’Azione Compiuta
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L PROPRIETARIO DI UNA CASA sita in un villaggio creò un magnifico giardino sul terreno attorno all’abitazione. Un giorno, un vitello entrò nel giardino e cominciò a mangiare le piante. Adirato per ciò, l’uomo colpì con violenza l’animale. A causa delle forti percosse, il vitello morì. L’uomo, tuttavia, non provò alcun rimorso per l’accaduto, poiché pensò: “Il vitello è morto perché il periodo di vita concessogli da Dio era terminato. Io non ho colpa per quanto accaduto.” Egli non era dispiaciuto di aver causato la morte dell’animale. In quel momento, un vecchio uomo entrò nel giardino e cominciò a tesserne gli elogi, dicendo: “Che bel giardino! Chi lo ha creato con così tanta cura?” L’uomo udì quelle parole mentre era in casa.
Il proprietario della casa disse al vecchio uomo, con grande orgoglio, che lo splendido giardino era opera sua. Eterno Auriga
Allora uscì e disse: “Signore, sono stato io a crearlo.” Il vecchio uomo continuò: “Oh! Tu non ti incolpi per la morte del vitello dicendo che il tempo della sua vita era terminato e ti assumi il merito di aver creato questo splendido giardino! È giusto dire questo? Sei tu o Dio la causa di entrambe le azioni?” Udendo queste parole, l’uomo ammutolì. Dovreste riconoscere i vostri errori abbandonando ogni orgoglio. Non dovreste pretendere di essere gli artefici delle azioni che procurano lode e pensare che gli altri siano la causa delle azioni da biasimare. La saggezza consiste nel fare ogni azione per compiacere Dio.
Il vecchio uomo rimproverò il proprietario della casa quando disse che Dio era la causa della morte del vitello, nascondendo la propria colpa.
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Effulgenza della Gloria Divina SPERIMENTARE LA PRESENZA DI SWAMI
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ECENTEMENTE, IN UNA SCUOLA di Bukkapatnam, ho avuto il grande privilegio di vedere una fotografia in bianco e nero di Swami quando Egli aveva circa 19 o 20 anni. Era una fotografia veramente splendida. Non ci crederete, questa immagine era stata messa nel luogo dell’alzabandiera. Lì c’erano molte altre foto di Swami, ma questa attirò la mia attenzione e poi i miei occhi si colmarono d’amore. Sentii un brivido nel corpo e mi sedetti sui gradini. Non riuscivo a sopportare l’effusione di quell’amore. Più di una volta, avevo sentito la Sua Presenza, non vi è alcun dubbio a riguardo; ma quella era la fusione della forma col Senzaforma. Non dimenticherò mai per tutta la vita, l’amore che c’era nei Suoi occhi, e ciò è avvenuto recentemente alla scuola di Bukkapatnam dove eravamo andati a distribuire il Prasadam di Swami. Più di una volta ho sentito in aula la Sua Presenza, o, per meglio dire, la Sua invisibile Presenza. Allora dico ai miei studenti: “Sapete? Swami è qui.” Essi non ci credono. Ho anche sentito la Sua Presenza quando le studentesse stavano pranzando; era il Suo Prasadam come pranzo a Bukkapatnam. Ho sentito la Sua Presenza tutt’intorno. Mentre tornavo, ero seduto
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sui gradini dell’autobus con gli studenti. Dissi loro: “Guardate, Swami è qui e non ha ancora pranzato. Egli aspetta che torniamo a casa.” Compresi ciò perché sentivo la Sua Presenza in quell’autobus in movimento. Questa esperienza della Sua Presenza mi ha dato la consapevolezza che Dio è sempre con noi. Il Corano Lo chiama “Maula”, la parola che usiamo nel Bhajan quando recitiamo “Allah Sai, Maula Sai, Sarva Dharma Priya Sathya Sai”. Ciò mi commuove, perché una volta che sapete che Egli è nel vostro cuore, dite: “Husban Allah”, vale a dire “Dio è sufficiente”. Noi non vogliamo il mondo. Non vogliamo il mondo intero! No, né la posizione, né il potere, né la ricchezza; vogliamo Lui e Lui solo. Potete anche sentire quella Presenza nel cuore. Una volta tormentavo Swami in una lettera, chiedendoGli di provare la felicità, e ciò che Egli intende per felicità. Dopo sette giorni, a un tratto, sentii nel mio cuore una presenza che emanava gioia. Non riesco a descrivere ciò, ma ogni volta che il mondo è troppo problematico per me, lo ricordo e mi sento tutt’uno con esso. – Dalla conversazione con il dottor Zeba Basheeruddin riportata in “Journey with Sai: 75 Glorious Years”. Eterno Auriga
FORUM DEGLI EX STUDENTI K. S. R A M A K R I S H N A R E D D Y
SAI, LA PERFEZIONE È IL TUO NOME
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L NOSTRO AMATO SWAMI, CHE spiegava in modo tanto conciso i profondi concetti filosofici contenuti nei Veda, nelle Upanishad e nei Purana, necessari per il nostro progresso spirituale, parlava anche delle cose necessarie alla nostra condotta quotidiana. Egli ci diceva come comportarci nella vita in società, a casa, a scuola o al college. In effetti, Egli non ha mai perso il momento opportuno per impartire importanti lezioni agli studenti anche durante lo svolgimento delle ordinarie faccende quotidiane. Nei primi giorni di Brindavan, Swami andava a far vista all’ostello giornalmente dopo il quotidiano Darshan del pomeriggio presso il Sai Ram Shed. Molto prima dell’ora di cena, Swami andava all’ostello a informarsi sulle varie attività che venivano organizzate, compreso il menu. Gli studenti attendevano trepidanti eventuali visite inaspettate, perché Swami si muoveva liberamente dando consigli, scherzando, apprezzando il lavoro di uno studente in un posto e prendendone in giro un altro in qualche altro luogo quando questi restava indietro nell’eseguire il proprio compito. La presenza di Swami creava un’atmosfera incantevole e gli studenti si accalcavano intorno a Swami per guardare quel sorriso
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ammaliante che irradiava dal Suo volto. In ogni caso, le visite speciali di Swami per la cena o per qualche programma musicale creavano nell’ostello un clima di festa. In una circostanza, gli studenti nell’ostello di Brindavan invitarono Swami a una cena speciale. A quei tempi, c’erano meno attrezzature per lavorare Chapati o Puri. Ad alcuni di noi era stato dato il compito di tirare la sfoglia di Puri. Nella sala da pranzo, c’erano due file di tavoli in pietra Kadapa. Pulimmo i tavoli e cercammo di lavorare i Puri su di essi. Nessuno di noi aveva avuto una precedente esperienza nella preparazione dei Puri. Facemmo del nostro meglio per fare il lavoro, ma i Puri non prendevano forma. Mentre ci affannavamo in quell’operazione, arrivò Swami, si fermò accanto a noi e disse: “Non riuscite a fare un piccolo Puri? Dovreste essere capaci a fare tutto.” Raschiò via la farina umida attaccata al tavolo, ne fece una palla e vi passò delicatamente il matterello con due colpetti. La palla di farina umida si trasformò in un Puri, tondo e perfetto come la luna piena! Noi tutti applaudimmo in segno di apprezzamento, esclamando: “Oh! Che Puri perfetto!” Swami appariva felice. Tenendolo in mano, lo piegò a metà e 27
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l’animale mangiare il frutto, Swami disse ad alta voce: “Oh, guardate con quanta cura sta mangiando! I ragazzi non sanno fare neppure questo.”
premette i bordi. Poi disse: “Le persone dell’Andhra fanno una particolare varietà di dolci (Kajjikai) farcendoli con cocco secco, zucchero e alcune spezie.” Ci disse poi di friggerlo e mangiarlo. Più tardi, quando lo consumammo per averlo come Prasadam, con nostro stupore scoprimmo che c’era un ripieno dolce al suo interno! Una volta, a Brindavan, Swami stava parlando con un piccolo gruppo di studenti nella sala da pranzo. Dopo qualche tempo, si alzò dalla sedia, prese una banana e andò verso la finestra dicendo: “Poveretto, è in attesa da tempo.” Tutti ci chiedevamo chi fosse quella persona fortunata e, con nostra grande sorpresa, scoprimmo trattarsi di una piccola scimmia. Ella prese con slancio il frutto dalla mano tesa di Swami e iniziò a mangiarlo. Lo pelò poco per volta e lo mangiò senza sporcarsi. Dopo aver attentamente osservato 28
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Un giorno, Swami inviò alcune foto incorniciate al nuovo ostello di Brindavan da appendere nella sala da pranzo, dove gli studenti recitavano le loro preghiere mattutine e serali. Una domenica mattina, Swami si recò all’ostello per guidare gli studenti a posizionare quelle foto. Impartì diverse istruzioni: a quale altezza l’immagine doveva essere posta, quanto in profondità i chiodi dovevano essere conficcati nel muro, come doveva essere legato il telaio al chiodo senza inclinare la foto verso destra o verso sinistra. Restammo sorpresi nel vedere Swami muoversi all’indietro e di nuovo ai lati per assicurarsi che le foto fossero state posizionate in modo corretto. A volte, Swami ha presentato libri, scritti da Lui e su di Lui, a personalità in visita. L’Ashram di Brindavan ricevette un cartone di libri dal magazzino di Puttaparthi. Un giorno, Swami notò la scatola contenente i libri nella stanza di sicurezza del Mandir e mi disse di mettere ordinatamente i libri sul davanzale della finestra. Iniziai mettendoli verticalmente in modo che sarebbe stato facile prenderne uno qualsiasi. Mentre stavo facendo questo, uno studente anziano mi raggiunse e accatastò tutti i continua a pagina 34... Eterno Auriga
COLOMBIA
CANADA
L 28 FEBBRAIO E IL 1° MARZO 2015, si è svolto a Bogotà il Precongresso Mondiale, in occasione del quale oltre 200 membri dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai (SSIO) di Venezuela, Ecuador, Peru, Argentina, Colombia, U.S.A. ed El Salvador si sono riuniti per scambiare idee e condividere il loro cammino spirituale.
Nell’aprile del 2014, la SSIO del Canada ha dato il via al programma “We Care, We Share” (Noi ce ne curiamo, noi condividiamo), servendo cibo ai bisognosi dal un furgone mobile.
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Il programma “We Care, We Share”.
Il Precongresso Mondiale a Bogotà. Le stimolanti presentazioni fatte dal dottor Narendranath Reddy, Presidente del Prasanthi Council, da Leonardo Gutter, Membro del Prasanthi Council, e da John Behner, Presidente della Zona 2, hanno messo i partecipanti a contatto con gli insegnamenti di Bhagavan che essi hanno progettato di condividere con gli altri una volta tornati alle proprie nazioni. Lunedì 2 marzo 2015, la SSIO della Colombia ha organizzato un incontro pubblico cui hanno partecipato oltre 700 persone nonostante le cattive condizioni atmosferiche. I principali argomenti dell’incontro sono stati il messaggio d’amore e di servizio disinteressato di Bhagavan e la pratica della spiritualità. Eterno Auriga
Ogni mese i volontari preparano il cibo presso il Centro Sathya Sai di OttawaCarleton, lo trasportano con furgoni e lo servono ai senzatetto. Nell’ambito di questo programma sono stati finora serviti 10.000 pasti caldi, cosa che ne ha testimoniato il successo.
MAURITIUS
Durante il fine settimana del 7-8 marzo 2015, una forte inondazione ha colpito la zona sud dell’isola di Mauritius, Il 9 marzo è stato comunicato che 30 famiglie avevano urgente bisogno d’aiuto. I volontari Sathya Sai hanno subito offerto assistenza alle vittime e fornito loro alimenti e articoli di prima necessità giornaliera.
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CROAZIA All’inizio del 2015, i volontari Sathya Sai hanno riscontrato che il livello dell’acqua del fiume Rječina si era abbassato, mostrando sul fondo grossi depositi di plastica, lattine e detriti plastificati. Undici volontari, comprese otto donne, hanno cominciato a pulire il fondo del fiume la domenica successiva, 9 marzo, Giorno Internazionale della Donna, dedicando il proprio servizio alla Madre Terra. In meno di due ore, i volontari hanno riempito dodici sacchi di rifiuti. Il coordinatore per la protezione dell’ambiente della città di Rijeka ha informato i volontari che il loro esemplare servizio ha stimolato la formazione del progetto Green Clean Up 2015, che si effettuerà in occasione della Giornata della Terra. Ci si attende la partecipazione a questo progetto per l’ambiente di molti residenti della comunità, di volontari, scuole e altre istituzioni.
GUATEMALA
Ora un ex alunno della scuola vi insegna. Nel gennaio del 2015, il supervisore del distretto proveniente dal Ministero dell’Istruzione ha organizzato un lavoro di gruppo di due giorni sui valori umani per gli insegnanti della scuola pubblica. Vi hanno partecipato 60 insegnanti e hanno richiesto ulteriore futura formazione. Nel gennaio del 2015, nella Scuola Sathya Sai, oltre 200 persone hanno partecipato a un incontro pubblico sulla genitorialità.
R EPUBBLICA D O MIN ICAN A
Il 26 febbraio 2015, la SSIO della Repubblica Dominicana ha organizzato un incontro pubblico a Santo Domingo, cui hanno partecipato circa 650 ospiti, compresi numerosi funzionari pubblici e capi di diverse fedi. Durante la conferenza, Leonardo Gutter e John Behner hanno tenuto esaltanti discorsi che hanno lasciato un’indelebile impressione sull’assemblea circa la spiritualità nella vita quotidiana.
GRECIA
La Scuola Sathya Sai del Guatemala è stata scelta come la miglior scuola del Paese. Essa è stata fondata 16 anni fa e fornisce istruzione dall’asilo al nono livello.
In dicembre 2014 e gennaio 2015, la SSIO della Grecia ha svolto numerose attività di servizio.
Incontro Pubblico sulla Genitorialità Sai nel Guatemala.
Legna da ardere alle famiglie indigenti.
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Circa 30 volontari Sathya Sai hanno donato due tonnellate di legna da ardere a famiglie indigenti di Perama per aiutarle a star calde durante i mesi invernali. I volontari hanno anche distribuito abiti, coperte, kit per l’igiene personale e 80 pacchi di cibo. Sono stati forniti i fondi a famiglie a basso reddito per far fronte alle bollette mensili di elettricità, acqua e affitto. Alcuni pediatri volontari hanno visitato circa 40 bambini, alcuni dei quali sono stati curati per malattie, mentre altri sono stati vaccinati. Alle famiglie bisognose sono state distribuite medicine.
KENIA
Il 31 gennaio 2015, oltre 100 genitori hanno partecipato a un lavoro di gruppo educativo nell’auditorium della Scuola Sathya Sai di Kisaju. Il preside ha dato il benvenuto all’assemblea, mettendo in evidenza la necessità di sviluppare i valori umani nei bambini. Il Presidente della Commissione ha parlato del sistema ideale di educazione secondo gli insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba. Ha riferito che le iscrizioni scolastiche sono aumentate da 163 a 179. Per il terzo anno consecutivo, il Centro Sathya Sai di Mombasa, in cooperazione con altre organizzazioni caritatevoli, ha fornito operazioni di cataratta ai residenti della comunità rurale. I volontari hanno esaminato 218 potenziali pazienti e individuato 17 persone bisognose di intervento chirurgico di cataratta. Gli interventi sono stati eseguiti presso il Coastal General Hospital, distante 75 miglia da Mombasa.
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Tutte le operazioni chirurgiche di cataratta hanno avuto successo, portando al pieno recupero della vista.
I pazienti in attesa dell’operazione agli occhi a Mombasa.
RUSSIA
Dal 3 al 6 gennaio 2015, circa 35 persone hanno preso parte, nella regione degli Urali, all’annuale campo Sai per famiglie della regione. Il programma del campo era dedicato a incoraggiare il rispetto e l’amicizia per gli anziani.
Campo Invernale negli Urali.
Nonostante fosse inverno, per grazia di Bhagavan c’è stato un inusuale caldo durante tutto il campo e tutti hanno goduto delle bellezze naturali circostanti. Inoltre, è stato organizzato il gioioso evento delle Olimpiadi Sai. Il campo comprendeva lavori di gruppo creativi, Bhajan mattina e pomeriggio, giochi e concerti. 31
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Il 17 gennaio, la SSIO della Russia ha condotto un seminario di Educazione Spirituale Sai (SSE) focalizzato sulle caratteristiche dello sviluppo dei bambini d’età compresa fra i 6-9, 9-12 e 12-15 anni. Hanno partecipato 25 membri Sathya Sai, come pure genitori e nonni dei bambini. Gli insegnanti SSE di San Pietroburgo, che avevano organizzato il seminario, hanno fatto una presentazione sugli stadi di sviluppo dei bambini per ogni fascia d’età. Le sessioni erano organizzate sul lavoro con i bambini e il ruolo di un insegnante SSE.
I partecipanti al convegno annuale regionale a San Pietroburgo.
Dal 7 all’8 febbraio 2015, 60 membri della SSIO di nove Centri e Gruppi Sathya Sai hanno partecipato all’annuale convegno regionale di San Pietroburgo sul tema “L’Amore è la Sorgente; l’Amore è il Sentiero; l’Amore è la Meta.” I Coordinatori Regionali di tutte le Ali della SSIO hanno condiviso le proprie esperienze. Il primo giorno del convegno è stato caratterizzato da canti, poesie e scenette. Il secondo giorno hanno avuto luogo delle Tavole Rotonde.
UCRAINA
Dal 23 al 25 gennaio 2015, la SSIO 32
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Il Convegno Nazionale Annuale a Kiev.
dell’Ucraina ha tenuto l’annuale Convegno Nazionale a Kiev. Il convegno è stato organizzato per relazionare sul lavoro svolto nel 2014, per pianificare quello del 2015 e per condividere le esperienze. Hanno preso parte all’evento circa 60 membri SSIO di 10 Centri Sathya Sai e due Gruppi Sathya Sai di 13 città dell’Ucraina. Nei due giorni è stata condotta un’importante sessione dedicata esclusivamente a domande e risposte fra i partecipanti e i responsabili anziani della SSIO.
BIELORUSSIA
Il 24 e 25 gennaio 2015, è stato organizzato un seminario sul canto dei Bhajan per approfondire la comprensione del canto devozionale quale pratica spirituale. Il seminario comprendeva esercizi di respirazione. Durante le Tavole Rotonde, i partecipanti hanno condiviso le personali esperienze relative al canto devozionale. Si è osservato che il canto devozionale armonizza la nostra vita a vari livelli e fornisce lo stimolo per intraprendere attività di servizio. Eterno Auriga
INDIA Bihar e Jharkhand - Il 16 e 17 maggio 2015, è stata organizzata, dal Ranchi Samithi dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Bihar e del Jharkhand, un Convegno a livello statale, cui hanno partecipato circa 200 delegati di 29 distretti dei due Stati. Il convegno è stato ufficialmente inaugurato dal professor L.N. Bhagat, ex Vicerettore dell’Università di Ranchi. Nel suo discorso d’apertura, il professor L.N. Bhagat ha evidenziato la “Responsabilità Sociale Educativa” e lo “Sviluppo Spirituale Intenso” basati sui valori umani e sull’etica. Parlando durante una sessione del convegno, Sri P.J. Prasad Rao, Presidente dello Stato dell’Odisha, ha messo in luce la visione, la missione e gli obiettivi principali dell’Organizzazione Sai. I Coordinatori Statali delle Ali Servizio, Spirituale e Bal Vikas hanno dettagliatamente spiegato i cambiamenti in corso e l’approccio da adottare per rafforzare le attività di ogni Ala. Gujarat – Il 3 maggio 2015, l’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Gujarat ha organizzato un Upanayanam Collettivo (cerimonia di investitura del sacro cordino) contemporaneamente ad Ahmedabad e a Surat. Il programma è cominciato alle 9 con il discorso inaugurale di Sri Nilkanth Sashstri, primo Presidente del Samithi di Surat e destinatario del premio presidenziale per aver promosso la cultura indiana e il linguaggio sanscrito. Soffermandosi sull’importanza dell’Upanayanam, l’eminente studioso ha osservato come Swami abbia sempre posto l’accento sulla necessità di iniziare i Eterno Auriga
Upanayanam collettivo ad Ahmedabad.
bambini al Gayatri Mantra. La cerimonia è stata officiata da 14 eruditi sacerdoti fra il canto dei Mantra vedici. Complessivamente, vi hanno preso parte 16 ragazzi di Surat e 15 di Ahmedabad. Hanno partecipato all’evento oltre 350 persone di Surat e 800 di Ahmedabad, compresi i parenti dei ragazzi e i membri del Samithi. Punjab – L’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Punjab ha organizzato un campo di sensibilizzazione per tutti i Presidenti di Distretto e i Coordinatori del Samithi del villaggio di Noorpurbet, che è stato adottato dal Samithi di Ludhiana nell’ambito del Programma Integrale Sri Sathya Sai per i Villaggi (SSSVIP). In tale campo, è stato illustrato ai delegati il lavoro nei villaggi dei volontari Sai Seva Dal per motivarli a operare per il benessere umano degli abitanti. Tutti i Presidenti di Distretto si sono solennemente impegnati con Bhagavan ad adottare almeno un villaggio nell’ambito del Programma SSSVIP. Lo Sri Sathya Sai Seva Samithi di Batala ha organizzato un programma denominato “Naari Shakti”, in cui 62 nuove devote Sai hanno reso omaggio a 31 devote 33
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Sai di vecchia data per il loro contributo al Samithi. Le donne hanno ringraziato
Bhagavan per averle scelte come Suoi strumenti nella Missione Divina.
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libri dicendo che potevano essere messi in quel modo. Più tardi, Swami entrò e disse: “Come si può prendere il libro più basso in caso di necessità? Avete visto a Parthi come vengono disposti i libri. Fatelo correttamente.” Durante le celebrazioni del 50° Compleanno, Swami acquistò una serie di vestiti come sari, dhoti, pantaloni e camicie per distribuirli. Un giorno, fu chiesto ad alcuni studenti di aprire le scatole contenenti i vestiti e di sistemarli per colore e misura. Nel farlo, ci imbattemmo in una scatola contenente camicie confezionate. Quando Swami venne vicino a noi, Gli chiedemmo dove metterle. Egli rispose: “Rimettetele nella scatola e chiudetela. Esse sono destinate a qualcun altro.” Swami ci disse di sbrigarci con quell’operazione e andò a guardarne qualche altra. Riponemmo
rapidamente le camicie sistemandole nella scatola. Quando Swami tornò e vide ciò, disse: “Mettetele ordinatamente. Tirate fuori ogni camicia, piegatela correttamente e rimettetela nella scatola. In caso contrario, si sgualciscono.” Nulla sfugge ai Suoi occhi sempre vigili. Anche il lavoro più piccolo dovrebbe essere fatto alla perfezione. Questo è ciò che Swami insegnò agli studenti in modo pratico. Come ha scritto Rabindranath Tagore “lo sforzo instancabile tende le braccia verso la perfezione”, Swami, giorno dopo giorno, ha instancabilmente cercato di rendere i suoi studenti perfetti. - L’autore è un insegnante della Scuola Secondaria Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam
C’è un potere divino insito in ogni essere umano. È necessario cercare di manifestarlo. Riconoscete che tutta la conoscenza che siete stati in grado di acquisire, è dovuta al potere divino dentro di voi. Dovete amare e promuovere quel potere. La maggior parte delle persone fa uso di tale potere per scopi egoistici, per promuovere il benessere di se stessi e delle proprie famiglie. In realtà, esso dovrebbe essere utilizzato per il bene di tutto il mondo. Si dovrebbe vivere all’altezza dell’ideale della Gita, Sarvaloka Hithe Ratah (impegnatevi per il benessere di tutti). Riconoscete la divinità in voi e condividete questa esperienza con tutti. Utilizzate la potenza divina in voi per coltivare le virtù, che costituiscono l’essenza dell’educazione. Conducete una vita che vi farà guadagnare l’amore della gente più che il suo rispetto. – Baba 34
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Siate Puri e Colmi d’Amore
Programma musicale degli studenti nel Sai Kulwant Hall durante il Corso Estivo.
Canti devozionali dei devoti di Guntur.
Io voglio che ciascuno di voi diventi una persona forte, stabile ed equilibrata. I vostri occhi non devono cercare cattive visioni, le vostre orecchie non devono andare in cerca di racconti negativi, la vostra lingua non deve pronunciare parole cattive, le vostre mani non devono cercare azioni peccaminose e la vostra mente non deve alimentare pensieri cattivi. Siate puri e colmi d’amore. Aiutate chi si trova in condizioni peggiori di voi e servite chi ha bisogno del vostro aiuto. – Baba
Burra Katha degli ex studenti dell’Istituto.
E d i z i o n e I t a l i a n a d e l S a n a t h a n a S a r a t h i