Eterno Auriga - Novembre 2015

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NOVEMBRE 2015

Edizione Speciale La Grandezza Divina e i Ricordi di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba



Eterno Auriga

Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ

RETTITUDINE

Novembre

2015

© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division Prasanthi Nilayam Pubblicato sul Sito Web del Movimento Srì Sathya Sai d’Italia

PACE

AMORE

NON VIOLENZA

“Voi siete lo specchio della società. Dovete sempre pensare al suo benessere. Quando gli altri sono felici, dovreste sentirvi felici. Quando sono infelici, aiutateli a sentirsi felici. Non sono importanti la circolazione sanguigna o il movimento del corpo, ma lo sono le vostre azioni.” SOMMARIO 4 5 10 15 18 21 22 24 28 32 36 40 41 44 47 50 56 59 60 61 66

Il Servizio come Sadhana Editoriale Generate in voi Amore per Dio e Sperimentate l’Unità Discorso di Bhagavan del 26 aprile 1997 Celebrazioni di Dasara Cronaca Swami nella mia Vita Dottor Vijay Kelkar Bhagavan Sri Sathya Sai Baba: i Suoi Ideali S.S. Naganand La Discesa del Divino Elma Sforzatevi di Diventare Incarnazioni dell’Amore Dai nostri Archivi Il Signore dell’Universo R.J. Rathnakar Celebrazioni del 90° Compleanno di Bhagavan Programmi Musicali e Culturali a Prasanthi Nilayam Amore Divino Dottor Narendranath Reddy Esperienze con Swami all’Alveo del Fiume Janet Bock Bicker Nell’Amore con il Suo Amore Dana Gillespie Lo Sri Sathya Sai Central Trust: al Servizio dell’Umanità G.S.R.C.V. Prasada Rao L’Eterno Auriga: il Nostro Sai Dottoressa J. Geeta Reddy Lezioni di Vita Apprese ai Divini Piedi di Loto Dottor Sethuraman Panchanathan Dio è Sempre con Voi Effulgenza della Gloria Divina Comunicazione con Sai Baba Rita Bruce L’Annientamento di Narakasura Chinna Katha Servite Dio nell’Uomo L’Angolo degli Studenti Uno Strumento della Sua Missione Divina Alida Parkes Piogge Monsoniche a Prasanthi Nilayam, 1996 Recensione Libro


EDITORIALE

IL SERVIZIO COME SADHANA

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L SERVIZIO È UNO DEI PIÙ POTENTI MEZZI PER OTTENERE la grazia di Dio. Questo è il motivo per cui Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ha dato il Suo fondamentale messaggio all’umanità in sole quattro parole: Ama Tutti, Servi Tutti. Il servizio è, infatti, amore in azione. Come afferma Bhagavan, il miglior modo per amare Dio è amare tutti e servire tutti, vedendoLo in tutti. Allora l’uomo trasformerebbe l’amore in servizio e il servizio in adorazione. Ciò, afferma Bhagavan, è la più alta Sadhana. Il servizio è la scintilla che rimuove dal cuore dell’uomo le tenebre dell’ignoranza e gli mostra la luce della spiritualità e della divinità. Bhagavan dice: “Una vita senza servizio è un tempio soffuso di tenebre. Solo la luce del servizio può illuminare l’aspirante spirituale.” Spiegandone lo scopo, Bhagavan afferma: “Il servizio è una grande opportunità per vedere quel Dio che è insito in tutti.” Esso deve essere perciò svolto con la piena convinzione che la divinità è immanente in tutti; allora diventa Sadhana, la disciplina spirituale per rinnovare ed elevare l’uomo. Quindi, l’aspirante spirituale deve intraprenderla con tutto il cuore, la mente e l’anima. Questo è il tipo di servizio che Swami ha prescritto ai membri di tutte le Organizzazioni Sathya Sai perché esso riforma e rimodella l’uomo e aiuta a far fiorire la sua innata divinità. Bhagavan, tuttavia, mette in guardia tutti coloro che sono impegnati in attività di servizio a non esultare per esse. Egli afferma: “Non crediate di poter riformare o rimodellare il mondo attraverso il servizio. Potete e non potete. Ciò non ha importanza. Il reale valore del servizio, i suoi risultati più visibili, sono che esso riforma, rimodella voi. Svolgetelo come Sadhana; allora sarete umili e felici.” Il requisito fondamentale per il servizio, nelle Organizzazioni Sai, è perciò, la trasformazione e l’evoluzione dell’individuo. Anche i grandi movimenti di riforma sociale possono degenerare se non c’è questo principio basilare. Come afferma Bhagavan: “Nessuna società può trovare appagamento, nessun ideale sociale può fruttificare senza la fioritura dello spirito dell’uomo.” Come il mondo ha potuto constatare, molti movimenti di riforma sociale, che operano con le migliori intenzioni, hanno fallito perché non hanno tenuto in considerazione, come requisito fondamentale, la trasformazione del singolo e la fioritura dello spirito umano. Il risultato è stato che, al posto di monarchi e signori feudali, il mondo ha ottenuto dittatori e despoti.

La Divina Missione del servizio come Sadhana, esemplificato da Bhagavan nella Sua vita, viene portata avanti da milioni di persone appartenenti a tutte le religioni, le razze e le nazioni che compiono servizio come Sadhana in ogni parte del mondo senza alcuna pubblicità od ostentazione. Questo è ciò che rende l’Organizzazione Sathya Sai un movimento unico al mondo.

Offrendo umilmente questo numero speciale del Sanathana Sarathi ai Piedi di Loto di Bhagavan per il Suo 90° Compleanno, Lo prego di concedere a tutti noi la forza di continuare a dedicare la nostra vita al servizio disinteressato verso l’umanità considerandolo come Sadhana. – Il Redattore


P A R O L A D E L L’A V A T A R

GENERATE IN VOI AMORE PER DIO E SPERIMENTATE L’UNITÀ “L’uomo acquisisce la ricchezza per mezzo della parola. Tramite la parola instaura le relazioni e gli attaccamenti. Con la parola diventa anche schiavo. La parola può essere persino la causa della sua morte.” (Verso Sanscrito)

L’Amore è la Forza Effettiva dell’Individuo Incarnazioni dell’Amore!

L

A PAROLA È MOLTO PREZIOSA, ma non costa niente. Essa dovrebbe essere pura, dolce e scevra da emozioni. La Bhagavad Gita dice: “Si devono dire solamente parole veritiere, piacevoli e guidate da buone intenzioni,

quelle che sono benefiche per gli altri.” Trascendete la mente e sperimentate l’Atma L’uomo compie tutte le attività grazie alla luce del sole, ma tra le attività e il sole non c’è alcuna connessione. In modo simile, la mente e l’intelletto lavorano grazie alla luce dell’Atma senza la quale non possono funzionare. Come il sole, l’Atma non ha attaccamento a doveri e attività; l’uomo riceve la forza dall’Atma come la luce dal sole. L’Atma è il testimone; i risultati delle azioni buone o cattive non Lo toccano. Quando l’acqua scorre, l’immagine della luna, che vi si rispecchia, sembra tremolare, ma essa non si muove. Qual è la causa delle difficoltà, delle sofferenze e delle preoccupazioni delle persone? L’ego e l’attaccamento ne sono la causa. Gli attaccamenti, la felicità e la tristezza sorgono tutti dalla mente. La mente e l’intelletto sono gli strumenti ed è grazie a questi che noi sperimentiamo tutto. Gli strumenti sono la causa dei nostri problemi; se rimuoviamo questi strumenti possiamo sperimentare la Beatitudine dell’Atma. Voi costruite una casa; anche se lo spazio in essa è uno, voi lo dividete in salotto, camera da letto, cucina, bagno


ecc. Perché chiamate le stanze con nomi differenti? Perché i muri le dividono. Se rimuoviamo i muri, avremo un salone. Noi ci leghiamo con le connessioni che stabiliamo: pensiamo a una persona come padre, a un’altra come madre e così via, ma tutto è frutto della nostra immaginazione. La Verità è l’Atma e questo è reale. Noi abbiamo dimenticato la nostra natura reale; a causa di bhrama (illusione) abbiamo dimenticato Brahma (l’Essere Supremo). Il corpo è composto dei cinque elementi e, nonostante sia inerte, noi possiamo sentirlo grazie alle vibrazioni della mente, la quale ottiene la saggezza dalla radiazione dell’Atma. Questa radiazione è la sorgente di tutti i poteri dell’essere umano. Come succede che noi dimentichiamo il potere dell’Atma? Il Kaivalyaopanishad dice che, sfregando un pezzo di legno contro l’altro, si produce il fuoco. Quando rimescoliamo la mente e l’intelletto con l’indagine, in noi sorge la luce della saggezza; questa saggezza brilla in tutti, ma ognuno impiega un tempo differente per raggiungerla e diventarne consapevole. La consapevolezza brilla in tutti. Come la luce costituisce la natura del sole, e la freschezza la caratteristica fondamentale della luna, così la natura dell’uomo è costituita di Sat-Cit-Ananda (Esistenza-Conoscenza-Beatitudine Assoluta). Per ottenere l’autorealizzazione, per portare a manifestazione il Sé, non c’è bisogno di alcuno sforzo. Coloro che non conoscono questo segreto, fanno una quantità di sforzi e affaticano la mente; essi non comprendono l’esistenza della conoscenza di se stessi in se stessi. Questa sacra consapevolezza pervade tutto il corpo e noi dovremmo raggiungerla; questo ci appare difficile perché non facciamo il nostro dovere correttamente. 6

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L’amore è la forza vera dell’essere umano. L’Amore è Dio, Dio è Amore. Fate tutte le azioni con amore, ed esprimete sempre più amore ogni giorno; con l’amore, diventate Dio. Se maturate l’amore perfetto, Dio diventa vostro. Acquisite questa saggezza. La Consapevolezza rifulge in tutti La cenere che si genera dal fuoco lo copre; se la soffiate via, potete vederlo. Potete avere questa consapevolezza senza alcun sforzo spirituale grazie alla Consapevolezza Divina che è in voi. A causa della cenere dell’ignoranza, avete l’ego e l’attaccamento: rimuoveteli e vedrete l’Atma in tutti. Tutti sono forme dell’Atma e la coscienza splende in tutti; questa coscienza è l’Atma. Se maturate la consapevolezza di questo, non avete bisogno di alcun’altra pratica spirituale. Voi non siete capaci di riconoscere ciò che è sacro a causa del velo dell’ignoranza generato dai vostri sentimenti terreni: il coinvolgimento nelle cose del mondo e il dar loro importanza è la causa fondamentale di questa ignoranza. Il corpo è solamente uno strumento che si muove e agisce, ma l’essere umano non ottiene i frutti desiderati delle azioni perché non usa il corpo correttamente: dovreste assolvere i vostri doveri con serietà e sincerità. Tutti dovrebbero assolvere i loro doveri, siano bambini, giovani o anziani. “Nell’infanzia, si prova avvincente interesse per il gioco e si è felici di stare assieme ai propri compagni. Nella gioventù e nell’età di mezzo, si è occupati totalmente nelle relazioni terrene e nel guadagnare denaro. Nell’età matura, ci si rammarica di non avere questo o quello e si desidera Eterno Auriga


ancora il denaro senza contemplare Dio neppure in quell’età avanzata. Incapace di abbandonare questi vizi e seguire la via della rettitudine, l’essere umano rimane invischiato nelle conseguenze delle sue azioni sprecando così la nascita umana che è tanto preziosa.”

Se il treno arriva tardi, noi critichiamo il ministero dei trasporti, diamo la colpa al governo e alla società perché certa gente non fa il suo dovere al momento dovuto, ma non impariamo la lezione che dovremmo. “Questo corpo è un covo di sporcizia incline alle malattie, di quando in quando è soggetto al cambiamento e non riesce ad attraversare l’oceano del samsara (la vita terrena). Esso non è altro che un castello di ossa. O mente! Non cadere nell’illusione che il corpo sia permanente: cerca piuttosto rifugio ai Divini Piedi di Loto.”

Ma questo corpo per che cosa è stato dato? “Il corpo è fatto per compiere rette azioni.” Il corpo è stato dato affinché faccia azioni rette e agisca con discriminazione. L’uomo dovrebbe assolvere i doveri che gli sono stati assegnati. Il corpo non ha discriminazione o conoscenza; solamente la mente e l’intelletto hanno la discriminazione, la conoscenza e il potere. Oggi l’essere umano non adopera la discriminazione fondamentale: ha solamente egoismo, egoismo, egoismo, e usa l’intelligenza per ottenere ciò che è bene solamente per se stesso senza preoccuparsi del bene della società. In questo modo, usa il corpo nei modi sbagliati e non per seguire la via che porta all’illuminazione. L’amore vi rende divini Se mettete il grano nella macina, ottenete Eterno Auriga

la farina di grano; se vi mettete del riso, ne ricavate della farina di riso, ma se mettete del cibo nel corpo ne vedrete uscire solamente delle feci. Se mettete dei sottaceti in un vaso, essi si conserveranno per un anno, ma, se li mettete nel corpo, si decomporranno in breve tempo. La natura del corpo è questa, ma esso è necessario all’uomo per raggiungere ideali elevati. Quindi, per arrivare alla meta della vita, egli dovrebbe dedicare il corpo a Dio, metterlo sulla via giusta e brillare come un essere umano esemplare. Egli compie pratiche spirituali che sono temporanee, mentre dovrebbe ottenere la Beatitudine permanente che è solamente in lui e non fuori. Ogni essere umano che abbia qualità umane deve compiere azioni rette. L’acutezza dell’intelletto e l’istruzione elevata sono preziose, ma la condotta retta è ben più importante. Solamente chi si comporta rettamente può esser definito essere umano, ma oggi l’uomo si comporta in modo infantile. Per raggiungere Dio, la disciplina è molto importante, ma essa non deve essere imposta dall’esterno: deve evolvere spontaneamente dall’amore che è dentro l’individuo. L’amore è la forza vera dell’essere umano. “L’Amore è Dio, Dio è Amore.” Fate tutte le azioni con amore, ed esprimete sempre più amore ogni giorno; con l’amore, diventate Dio. Se maturate l’amore perfetto, Dio diventa vostro. Acquisite questa saggezza. Gente che proviene da luoghi distanti, da nazioni diverse, viene qui spendendo un mucchio di soldi. Perché? Il motivo è l’amore per Dio. Se le persone non avessero questo tipo d’amore, non verrebbero così lontano affrontando tante difficoltà. L’amore è in tutti; considerate tutti come templi di Dio. Abbiate amore vero per la società, Novembre 2015

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non amore artefatto. Nutrite amore per il mondo intero; amate tutti nel mondo. Prima generate l’amore in voi stessi, poi espandetelo alla famiglia, alla società e alla nazione. Se l’individuo compie i suoi doveri senza mancare, la sua famiglia progredirà. Nella parola samaja (società), sam indica ciò che avete raggiunto e aja significa “puro”; quindi samaja significa “acquisire la purezza”. Se la società progredisce, anche noi progrediamo. Fate tutte le azioni e le pratiche spirituali tenendo presente il benessere della società. Voi siete lo specchio della società e dovreste sempre

Acquisite il sentimento di Unità Muovetevi nella società con equanimità tenendo la mente e il cuore focalizzati su Dio; vivete con la consapevolezza e la visione del fatto che tutti sono soltanto uno, senza pensare di essere separati dagli altri; solamente così potete sperimentare la Divinità. Maturate l’amore per Dio e raggiungete l’unità. Mettete in pratica i grandi aforismi vedici Tat tvam asi (Quello tu sei) e Prajnanam Brahma (Brahman è la Consapevolezza Suprema). Nella Divinità c’è beatitudine e forza. La pratica è il respiro vitale. Nella Divinità c’è beatitudine e forza. I fili separati non sono forti; lo diventano quando sono tessuti in una stoffa. La cenere che si genera dal fuoco lo copre; se la soffiate via, potete vederlo. Voi potete avere questa consapevolezza senza alcuno sforzo spirituale grazie alla Consapevolezza Divina che è in voi.

pensare al suo benessere; se gli altri sono felici, anche voi dovreste esserlo. Quando le persone intorno a voi sono angustiate, aiutatele a rasserenarsi. La circolazione del sangue o il movimento del corpo non sono importanti; importanti sono le vostre azioni. Spiritualità non significa vivere soli e isolati, ma consiste nel considerare tutti con equanimità, nel vivere insieme a tutti e servirli con sentimento di unità. 8

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L’unità è davvero necessaria. Ottenetela facendo servizio alla società; nell’unità troverete la beatitudine. Se viaggiate da soli, potete aver paura e potreste dover affrontare difficoltà varie, ma, se viaggiate con dieci persone, la forza di tutte loro sarà vostra. Sperimentare la forza dell’unità è Beatitudine. Comprendete l’unità di tutto il genere umano Il mondo è una magione in cui ogni paese è come una stanza con un nome particolare come India, Giappone, America; nonostante i nomi dei paesi siano diversi, le persone Eterno Auriga


che ci vivono sono le stesse. Comprendete questo principio di unità del genere umano. Con l’unità, l’essere umano può ottenere tutto, ma per questo bisogna impegnarsi. Gli scienziati sono andati nello spazio con sforzo ed esperienza enormi spendendo cifre colossali, ma non conoscono il loro stesso cuore. L’uomo dovrebbe guardare dentro se stesso invece di avventurarsi nel mondo esteriore. Tutto ciò che vediamo fuori non è altro che il riflesso dello stato interiore; ciò che non c’è all’interno non esiste all’esterno. Quando, per esempio, chiudete gli occhi, non potete vedere niente; quando li aprite, vedete tutto ciò che è visibile. Ciò che vedete è la vostra stessa creazione; sono i vostri occhi a creare tutto. Tutto è dentro di voi; tutto il mondo è dentro di voi. Questo è il sacro insegnamento delle Scritture. I Pandava vissero nella foresta per dieci anni; per un anno cambiarono i propri nomi e rimasero in incognito. Qual è il significato di vivere in incognito? Significa vivere senza essere visti da nessuno. È come il nostro potere interiore: noi non ne sappiamo niente, ma è lì dentro di noi. Soltanto tramite questo potere possiamo camminare, parlare, cantare e agire. Anche tutti i sentimenti sono dentro di noi; l’odio e la rabbia vengono da dentro, non possono venire da fuori. Noi vediamo solamente gli oggetti materiali; la nostra visione è materialistica e questo è ignoranza! Ciò che vediamo all’esterno è vero parzialmente. Per esempio: noi vediamo una persona bionda e grassa, alta un metro e ottantotto centimetri, ma questo è vero solo in parte; possiamo conoscere tutta la verità quando scopriamo le sue qualità e come si comporta. Se non avete qualità umane e dite: “Io sono un essere umano”, dite qualcosa di vero a metà. Dovreste ripetere: “Io sono un essere umano, non un animale… Io sono un essere Eterno Auriga

umano, non un animale… Io sono un essere umano, non un animale.” Se sono un essere umano devo avere qualità umane e non animali, altrimenti non sono tale. Chi è manava (essere umano)? Ma significa “ignoranza”, na significa “senza” e va “comportarsi”; quindi chi si comporta senza ignoranza è un essere umano. La parola manava ha anche un altro significato: nava significa “nuovo” e ma vuol dire “senza”, per cui manava significa anche “io non sono nuovo”. Voi avete avuto molte nascite; Swami le conosce, voi no. Vivete una vita divina Il Signore Krishna insegnò questo ad Arjuna sul campo di battaglia. Egli disse: “Tu tremi di paura per ignoranza; pensi che stai per uccidere altre persone, ma, in effetti, tu non sei quello che combatte: Io combatto, Io prendo la vita e Io do la vita. Io faccio tutto. Tu sei diventato fiacco a causa della debolezza della tua mente. Soffri a causa dell’attaccamento alle relazioni che sono temporanee come nuvole passeggere: prima del matrimonio, tra marito e moglie non c’è relazione; prima della nascita del bambino, non c’è relazione con lui. Tu non puoi comprendere questo finché non sai di aver già vissuto molte volte; se ci pensi, scopri di esser già nato molte volte.” “Io non riesco a crederci”, disse Arjuna, al che Krishna replicò: “Ti faccio questo esempio: tu hai sposato Mia sorella Subhadra in una data precisa e lo ricordi, ma se qualcuno ti chiede dove tu fossi il ventisei di aprile non sai rispondere. Perché? Perché non dai importanza a questa data come ne dai al giorno del matrimonio. La ragione del non ricordare le nascite precedenti è simile.” Un ottimista e un pessimista osservavano l’acqua in un bicchiere; l’ottimista disse continua a pagina 39 ... Novembre 2015

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CELEBRAZIONI DI DASARA 2015

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E QUATTRO IMPORTANTI caratteristiche delle celebrazioni di Dasara, iniziate a Prasanthi Nilayam da Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, sono: adorazione della Madre Divina e Sri Sathya Sai Grama Seva per nove giorni; e Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna e Prasanthi Vidwan Mahasabha per sette giorni. L’Adorazione della Madre Divina L’adorazione, durata nove giorni, della Madre Divina nella sue tre forme di Durga, Lakshmi e Saraswati ha contrassegnato la celebrazione della festività di Navaratri. Tale adorazione è cominciata nel Bhajan Mandir la mattina del 13 ottobre 2015 da parte del sacerdote del Mandir che ha offerto kumkum e fiori sopra un Kalasha contenente acqua dei fiumi sacri, assieme a canti di Mantra vedici. L’adorazione è proseguita in tale sacro modo per altri due giorni nel Bhajan Mandir. Il 16 ottobre 2015, il Kalasha è stato portato nell’Auditorium Poornachandra in una processione di sacerdoti e studenti, condotti da musicisti di Nadaswaram. Il Kalasha è stato posizionato sul lato sinistro dell’auditorium e il rito del Kalasha,

I sacerdoti portano in processione il Kalasha nell’Auditorium Poornachandra. 10

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che simboleggia il culto della Madre Divina, è stato effettuato dal 16 al 22 ottobre mentre veniva eseguito il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna. L’adorazione è terminata con l’Arati durante il Poornahuti dello Yajna, il 22 ottobre 2015, sacro giorno del Vijaya Dasami. L’acqua dentro il Kalasha, santificata dall’adorazione, è stata poi aspersa sui devoti dai sacerdoti e dagli studenti in tutta l’area dell’Auditorium Poornachandra. Il Grama Seva Sri Sathya Sai Il Grama Seva Sri Sathya Sai è anch’esso cominciato il primo giorno del Navaratri, 13 ottobre 2015. Alle 8, gli studenti e i membri del corpo docente dei Campus di Brindavan, Muddenahalli e Prasanthi Nilayam dell’Istittuto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai, assieme agli studenti anziani della Scuola Secondaria Superiore Sri Sathya Sai, hanno girato attorno al Bhajan Mandir, hanno offerto reverenti omaggi al Samadhi di Bhagavan e sono poi partiti per i villaggi designati per distribuire porta a porta agli abitanti il Prasadam di Bhagavan, consistente in pacchi di cibo e abiti. Durante i nove giorni del Grama Seva,

Distribuzione del Prasadam di Bhagavan agli abitanti dei villaggi. Eterno Auriga


è stato distribuito il Prasadam di Bhagavan a quasi trecentomila abitanti in circa 160 villaggi di Puttaparthi, Bukkapatnam e mandamenti di Kothacheruvu nel distretto di Anantapur. Un gruppo di 30 giovani, guidati da Sri Ajit Popat, provenienti specialmente dal Regno Unito, hanno svolto il Grama Seva con gli studenti. Il Grama Seva è terminato il 22 ottobre 2015, quando le studentesse del Campus di Anantapur hanno distribuito il Prasadam di Bhagavan a Prasanthi Nilayam dopo il Poornahuti del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna. Il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna Dal 16 al 22 ottobre 2015, si è svolto, nell’Auditorium Poornachandra, il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna.

sacerdoti ha iniziato la recitazione del Krishna Yajur Veda. Contemporaneamente è cominciata l’adorazione della Madre Divina da parte di un sacerdote e di sua moglie, da un altro il Surya Namaskar e da tre anziani e alcuni studenti il Parayana (recitazione cerimoniale) dei testi sacri. L’intero Poornachandra risuonava dei canti vedici eseguiti da sacerdoti e studenti che hanno santificato l’intero ambiente di vibrazioni spirituali. La cerimonia dello Yajna è continuata in questo sacro modo per sette giorni e si è conclusa con il Poornahuti (oblazioni finali) il 22 ottobre 2015, giorno del Vijaya Dasami.

L’enorme riunione di devoti nell’Auditorium Poornachandra.

Il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna nell’Auditorium Poornachandra.

La mattina del 16 ottobre 2015, i lavori dello Yajna sono iniziati dopo l’arrivo della processione dei sacerdoti dal Bhajan Mandir nell’auditorium tra il canto dei Mantra vedici. Subito dopo, è stato avviato da due sacerdoti il processo di produzione del fuoco sacro per lo Yajna sfregando un pezzo di legno con l’altro. Il fuoco è stato alimentato in questo sacro modo alle 9,15. Dopo aver invocato le benedizioni di Bhagavan, il fuoco è stato posto nello Yajna Kunda per l’offerta, in esso, delle oblazioni fatte da quattro sacerdoti assieme al canto dei Mantra vedici, mentre un altro gruppo di quattro Eterno Auriga

In questo giorno la sala era piena fino all’inverosimile di devoti giunti per partecipare a questo grande spettacolo. Dopo che i sacerdoti hanno portato il prezioso materiale del Poornahuti assieme a un Dharani (grosso cucchiaio) d’argento, si è avviata la procedura del Poornahuti. Vicino allo Yajna Kunda è stata collocata per Bhagavan una sedia argentata, dove Egli, precedentemente, sedeva per presiedere allo Yajna. Con il Veda Purusha Bhagavan Baba a presiedere in tal modo allo Yajna, i sacerdoti hanno offerto il Poornahuti nello Yajna Kunda tra sonori sacri canti vedici e le auspicali note della musica del Nadaswaram. Quindi, è stata aspersa sull’intera assemblea di devoti l’acqua del sacro Kalasha. Mentre nell’auditorium Novembre 2015

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continuavano i Bhajan guidati dagli studenti, alle 10 l’Arati a Bhagavan ha contrassegnato la felice conclusione dello Yajna. Il Prasanthi Vidwan Mahasabha Nell’ambito delle celebrazioni di Dasara, mentre il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna veniva condotto al mattino nell’auditorium Poornachandra, nel pomeriggio si svolgevano nel Sai Kulwant Hall i dibattiti del Prasanthi Vidwan Mahasabha, seguiti da un illuminante Discorso di Bhagavan e da programmi musicali e culturali. Quattro docenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai e tre oratori ospiti hanno tenuto eruditi discorsi. Il primo è stato fatto il 16 ottobre da Sri Sai Manohar, Professore Aggiunto del Campus dell’Istituto di Muddenahalli. Ricordando i suoi giorni di scuola come studente di Bhagavan, l’erudito oratore ha narrato come Baba gli abbia insegnato che Dio è presente nell’uomo. Evidenziando il potere della fede e della preghiera, egli ha narrato come Baba abbia riportato in vita Karanam Subbamma per compiere la promessa fattale e come gli studenti di Brindavan abbiano compiaciuto Bhagavan con la loro intensa preghiera. Il 17 ottobre, il secondo intervento è stato di Kumari Isha Sai, Professoressa Aggiunta del Campus di Anantapur. Con riferimento al Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna, ella ha spiegato che il suo principale insegnamento è il sacrificio. Citando un verso delle Scritture, ha detto che l’uomo può ottenere l’immortalità solo per mezzo del sacrificio. Il successivo membro del corpo docente dell’Istituto che ha parlato all’assemblea è stato il dottor T. Ravikumar, Professore Aggiunto del Campus dell’Istituto di Brindavan. Parlando il 19 ottobre, nella quarta sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, l’erudito oratore ha raccontato vari episodi dei suoi giorni di scuola, di come 12

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l’Amato Baba, come Madre Divina, lo abbia guidato sulla via del bene e abbia modellato la sua vita con la Sua amorevole guida. Ha anche narrato come Baba abbia annullato il cancro del padre. Il docente che ha parlato il 21 ottobre, durante la sesta sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, è stato Sri R. Siddharta, Professore Aggiunto del Campus dell’Istituto di Prasanthi Nilayam. Specificando i tre principali attributi di Dio, l’eminente oratore ha detto che Dio è onnipotente, misterioso e affascinante. Illustrando questi attributi con una serie di avvenimenti della storia della vita di Bhagavan, egli ha concluso l’intervento con il saggio consiglio che l’uomo non deve mai cercare di capire l’Avatar; deve farNe esperienza e derivarne beatitudine. Il 18 ottobre, il primo ospite che ha parlato all’assemblea nella terza sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha è stato il rinomato studioso di Telugu giunto da Tenali, distretto di Guntur nell’Andhra Pradesh, dottor N. Narayana Murthy. Parlando in perfetto telugu e inframmezzando il suo discorso con poesie liriche, l’erudito oratore ha illustrato l’essenza dei Purana (testi mitologici) ed evidenziato la magnificenza dell’Avatar Sai che, egli ha detto, è stato l’Avatar della verità e dell’amore e ha mostrato all’uomo il percorso del Dharma. Il 20 ottobre, il secondo ospite è stato il dottor Mohan Medasani che ha parlato sul tema “Saraswati Vaibhavam” (la grandezza della Dea Saraswati). Illustrando il tema del suo intervento con aneddoti tratti dai poemi epici del Ramayana e del Mahabharata, l’erudito oratore ha spiegato il principio di Saraswati e ha concluso il suo discorso con una bella poesia sulla grandezza di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba in occasione del fausto Giorno della Dichiarazione di Avatarità. Nella lunga sessione del Prasanthi Vidwan Eterno Auriga


Mahasabha, Sri Ajit Popat, ardente devoto di Bhagavan proveniente dal Regno Unito, ha parlato all’assemblea il 23 ottobre 2015. Rivelando il grande tesoro delle sue esperienze della Divinità di Bhagavan, Sri Popat ha fornito sei importanti istruzioni da Lui ricevute: purificare la visione, chiarire i pensieri, santificare le intenzioni, verificare le azioni, santificare la Sadhana e semplificare la vita. I devoti presenti nel Sai Kulwant Hall hanno ascoltato il suo bel discorso per più di un’ora con rapita attenzione e, alla fine, lo hanno salutato con un fragoroso prolungato applauso. Discorsi Divini di Bhagavan Una caratteristica saliente dei lavori del Prasanthi Vidwan Mahasabha è stata la registrazione audio dei Discorsi Divini di Bhagavan, trasmessi quotidianamente dall’altoparlante dal 16 al 22 ottobre 2015. Nei Suoi discorsi, Baba esorta tutti a sviluppare i valori morali considerando ciò il proprio sacro dovere. “Senza moralità, non potete definirvi esseri umani”, afferma Bhagavan, dicendo che l’uomo dovrebbe alimentare in sé le qualità divine di verità, amore, pace, rettitudine e divinizzare la sua vita. Questo, aggiunge, è l’obiettivo della vita umana. Ponendo grande enfasi sui valori della cultura indiana, Baba ha propugnato la sua diffusione per seminare nel cuore dell’uomo i semi dell’amore e dell’unità.

Musica devozionale offerta dagli studenti del Campus di Muddenahalli.

essi hanno poi eseguito il canto in Hindi “Tujh Se Juda Hoke Jaaoon Kahan” (dove posso andare dopo la separazione da Te?), seguito da un brillante pezzo strumentale e una composizione comprendente versi in sanscrito della Bhagavadgita. Essi hanno terminato la splendida presentazione con il canto in lode al Signore Rama “Deena Dayalu Rama” (il Signore Rama, protettore dei deboli). La successiva presentazione musicale è stata proposta il 17 ottobre dagli studenti del Campus di Brindavan. Cominciando con una preghiera al Signore Ganesh, essi hanno fatto seguire il canto “Ambe Bhavani Namostu Te” (riverenti omaggi alla Dea Parvati) e dei Bhajan strumentali, e hanno concluso la loro toccante esibizione con il popolare canto Hindi “Chalo Bulava Aaya Hai Maata Ne Bulaya Hai” (la Madre Divina ha chiamato).

Programmi Musicali e Culturali Dal 16 al 22 ottobre 2015, le celebrazioni di Dasara sono state anche contraddistinte da una grande varietà di programmi musicali e culturali. La prima presentazione musicale è stata fatta il 16 ottobre dagli studenti del Campus dell’Istituto di Muddenahalli. Cominciando con la composizione in sanscrito “Sarva Papa Hara Lakshmi” (la Dea Lakshmi che distrugge tutti i peccati), Eterno Auriga

Canti devozionali degli studenti del Campus di Brindavan. Novembre 2015

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Il programma di musica devozionale delle studentesse del Campus di Anantapur.

Il 19 ottobre, le studentesse del Campus di Anantapur hanno fatto la loro offerta musicale ai Piedi di Loto di Bhagavan. Cominciando il programma con il canto in Telugu “Enta Bhagyamo” (come siamo fortunate), esse hanno poi eseguito il canto in inglese “Tu sei il mio tutto, Swami”, seguito dal Bhajan di Mira “Darshan Deejo Aaj” (concedimi oggi il Tuo Darshan). L’intramontabile canto “Noi Ti amiamo, caro Sai, noi Ti amiamo” ha contrassegnato il termine della loro offerta musicale. Il 20 ottobre è la ricorrenza dello storico giorno del 1940 in cui Bhagavan Baba, all’età di 14 anni, dichiarò la Sua Avatarità. In questo giorno, le ex studentesse del Campus di Anantapur hanno offerto un toccante tributo musicale a Bhagavan con una sessione di Bhajan nel Sai Kulwant Hall dalle 10 alle 16. In commemorazione di questo importante evento nella storia dell’Avatar Sai, gli studenti di Prasanthi Nilayam hanno messo in scena una commedia estremamente intensa dal titolo “Avatarana Uddharana” (la discesa dell’Avatar), che ha illustrato le profonde verità spirituali attraverso domande seguite da narrazioni e drammatizzazione in risposta a: Perché Dio s’incarna in forma umana? Che cos’è il Dharma? Come servire Dio? Chi è un vero devoto? ecc. Le eleganti danze dei bambini, l’esaltante tema e l’attenta regia hanno fatto della commedia 14

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La commedia ricca di spunti di riflessione “Avatarana Uddharana” è stata presentata dagli studenti di Prasanthi Nilayam.

una presentazione di grande effetto.

Due allegre presentazioni musicali nel sacro giorno del Vijayadashami, 22 ottobre 2015, hanno fornito il gran finale delle celebrazioni di Dasara a Prasanthi Nilayam. Il raffinato cantante di musica classica carnatica, Sri Garimella Balakrishna Prasad, ha eseguito per prima un’emozionante miscellanea di musica carnatica offerta a Bhagavan sotto forma di composizioni Annamacharya. Cominciando il suo programma con il pezzo devozionale “Jai Deva Deva”, il cantante ha affascinato i devoti per circa un’ora con composizioni di musica carnatica e ha concluso il suo accattivante concerto con “Neerajanam... Neerajanam”, dedicato al Signore Venkateswara. Un’emozionante esibizione di sitar ha costituito il finale delle celebrazioni di Dasara. Eseguita dalla signora Roopa Panesar e il suo gruppo musicale, l’esecuzione ha incantato il pubblico per quasi un’ora con pezzi strumentali, musica “fusion” e Bhajan che comprendevano i popolari Bhajan “Prema Mudita Manase Kaho Rama Rama Ram...” (recitate il Nome di Rama con il cuore pieno d’amore), “Bhasma Bhushitanga Sai Chandrasekhara” (il Signore Sai che porta la cenere sul corpo ed è adornato con la luna), “Vanamali Radha Ramana” (il Signore Krishna che è caro a Radha). Eterno Auriga


S

WAMI ENTRÒ NELLA MIA VITA nel 1976 a Ginevra. Mi trovavo in quella città per una conferenza dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ed ero in compagnia di un amico, il dottor Sunil Guha, alto funzionario senior dell’ILO di Ginevra. Una sera (era un giovedì), a casa sua sentii il suono di Bhajan cantati splendidamente da un gruppo di cantanti. Al termine del Bhajan chiesi al dottor Guha di che cosa si trattasse. La moglie di Sunil mi disse che il gruppo s’incontrava ogni giovedì per cantare i Bhajan ed eseguire l’Arati a Swami. Non sapevo di

andare a Puttaparthi o meno. Gli risposi che ancora non ci ero andato, ma che l’avrei fatto al più presto. Finito l’incarico al Ministero per il Commercio, nel 1982 approdai come consulente politico al Ministero per il Petrolio e il Gas Naturale. Nel 1983 mi recai a Bangalore (l’attuale Bengaluru) per una seduta del consiglio d’amministrazione dello Hindustan Petroleum Corporation Limited (HPCL). Pensai che, data la vicinanza a Puttaparthi, potevo sfruttare l’occasione per andarci. Raggiunsi Puttaparthi nel tardo pomeriggio. Mi rivolsi subito all’ufficio che si occupa degli alloggi. I volontari erano

Dottor Vijay Kelkar

SWAMI NELLA MIA VITA Quanto all’amore di Swami per tutti noi, ho un episodio impresso nella memoria. Una volta Gli suggerii che, per rendere finanziariamente sostenibili i Super Speciality Hospital di Bengaluru e Puttaparthi, potevamo almeno far pagare i costi dei materiali, come medicine e altro. La Sua risposta fu: “Potrà mai una madre far pagare il suo amore o le sue cure?” Questa risposta fu davvero la quintessenza di Swami! che cosa parlasse. Così mi mostrò la foto di Swami e la mia attrazione per Lui fu quasi immediata. Non riesco a spiegare come e perché, ma seppi istantaneamente che Egli è lì per proteggere me e la mia famiglia. Il dottor Guha mi raccontò di Swami e del Suo Ashram a Puttaparthi e m’invitò ad andarci quando potevo, ma aggiunse che avrei visitato l’Ashram solo quando Lui mi avrebbe chiamato. La Mia Prima Visita a Puttaparthi Nel 1977 mi trasferii dalla Commissione per la Programmazione al Ministero per il Commercio e l’anno successivo mi recai di nuovo a Ginevra da Delhi in missione ufficiale. Sunil s’informò se fossi riuscito ad Eterno Auriga

molto gentili e mi aiutarono a trovare l’alloggio in uno degli ostelli vicini. Mi fu detto di raggiungere la zona di attesa del Darshan alle 5,30 del mattino. Forse ero troppo ansioso. Perciò non dormii bene la notte e arrivai un po’ prima per essere in fila per tempo. Se ben ricordo, all’epoca non c’era il Sai Kulwant Hall. Fui colpito dal silenzio e dalla disciplina dei devoti riuniti e dei volontari. Swami apparve all’improvviso all’estremità dell’ingresso e cominciò ad avanzare. Camminava e poi si fermava a parlare ai devoti, accettando lettere dalle loro mani tese. Ebbi un Darshan eccellente e decisi di andare a Puttaparthi, da Delhi o da dove fossi stato assegnato, almeno una Novembre 2015

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volta l’anno, se non di più. Dal 1983 in poi continuai questa pratica una volta l’anno. Una Pioggia di Benedizioni Divine Notavo che nel corso degli anni le benedizioni ricevute da Swami erano diverse per ogni visita. All’inizio era solo il Darshan. Più tardi, in alcune occasioni, ebbi la fortuna di ascoltare le Sue conferenze agli studenti durante specifiche cerimonie, compresa una laurea. Swami mi concesse la Sua grazia divina permettendomi lo Sparshan (tocco), quando nel 1989 andai a Puttaparthi con il professor Bhanoji Rao, uno dei Suoi più ardenti devoti. Il professor Bhanoji Rao era allora docente di Economia alla National Singapore University. Quando Swami lo vide, gli parlò amorevolmente. Permise anche a lui e a me di fare Padanamaskar. Mi chinai per mettere la testa sui Suoi Piedi di Loto e non riesco ancora a descrivere che cosa mi accadde in quel momento. Improvvisamente sentii tutta la mia energia fluire dal corpo attraverso la testa dentro Swami! L’esperienza non si è mai più ripetuta, sebbene abbia avuto la benedizione del Suo Padanamaskar anche in seguito. Il professor Bhanoji Rao m’introdusse inoltre agli scritti di Swami, alla Sua filosofia e ai Suoi insegnamenti. Questi attrassero tanto il mio cuore quanto la mia mente. Potevo vedere che la Sua esortazione non era indirizzata a una 16

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religione particolare. Egli sottolineava continuamente la presenza della divinità in ciascuno di noi. Uno dei Suoi importanti messaggi era di offrire servizio disinteressato e amore a tutti quanti. Altro insegnamento rilevante era l’importanza di liberarsi del proprio ego e degli attaccamenti materiali. Nel 1991 il governo mi nominò direttore alla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. Si trattava di un incarico prestigioso, anche se non ero felice di lasciare Delhi poiché la nostra economia era in ginocchio e io speravo di lavorare con il nuovo governo per contribuire a superare la profonda crisi economica. Appena ricevetti l’informazione della sede lavorativa a Ginevra, mi recai a Puttaparthi e Swami mi concesse un colloquio privato. Questo fu il mio primo Sambhashan (colloquio) con Swami. Egli era pieno d’amore e affetto e mi disse che non avrei dovuto essere insoddisfatto perché sarei tornato per servire il Paese per molti anni ancora. È solo per la Sua grazia che al mio ritorno a Delhi nel 1994 fui invitato dall’allora Ministro per il Petrolio e il Gas Naturale a diventare Segretario per il Petrolio. Seguì nel 1998 la mia nomina a Segretario alle Finanze con il nuovo governo. L’anno successivo fui nominato direttore esecutivo Eterno Auriga


al Fondo Monetario Internazionale a Washington D.C. Da lì, nel 2002, decisi di andare in pensione, terminando il rapporto di lavoro con il governo indiano. Ma la grazia di Swami non venne meno e fui invitato dall’allora Ministro delle Finanze, Sri Jaswant Singh, a diventare suo consigliere, avendo la responsabilità della riforma fiscale in India. Nel biennio 2003-2004, con il sostegno del ministro e dei colleghi del ministero, potei gettare le basi per il nuovo regime fiscale in India. Le benedizioni di Swami proseguirono e nel 2008 il Capo di Stato indiano mi nominò presidente della XIII Commissione Finanziaria. Si tratta di un organo costituzionale, la cui funzione è di distribuire il gettito fiscale fra il Centro e gli Stati, e fra gli Stati. Ancora una volta Swami protesse lo svolgimento da parte mia di questo importante compito: tutto si svolse senza errori e il nostro Rapporto introdusse numerose e importanti riforme nelle finanze federali. Sto dicendo che devo alle benedizioni dei miei genitori e di Swami se ho potuto intraprendere i compiti di riforme delle politiche affidatimi dai diversi governi. L’Amore di Swami per l’Umanità Swami ha riversato la Sua grazia anche su mia moglie Lata e mia figlia Sujata. Invidiavo il rapporto di Lata con Swami. Penso che si trattasse di un rapporto molto speciale. Swami si prese cura anche di Sujata mentre studiava negli USA per la laurea di primo e di secondo livello fino al conseguimento del dottorato di ricerca in Immunotossicologia. Talvolta dubitavo di essere nel giusto consigliando a Sujata di studiare per un dottorato in Scienze. Negli

Stati Uniti un dottorato di ricerca in Scienze è estremamente impegnativo e Sujata dovette affrontare molte sfide poiché era determinata a completare il corso nel più breve tempo possibile, cosa che le riuscì. Quando chiesi a Swami se avevo ragione nel consigliare a mia figlia quel percorso, Egli mi disse che facevo la cosa giusta e che la ragazza sarebbe riuscita bene nella professione. Le regalò un medaglione da portare al collo con la figura di Durga incisa e le disse che il medaglione le avrebbe dato forza. Sujata mi dice sempre che portando il medaglione si sente sicura e forte. Quanto all’amore di Swami per tutti noi, ho un episodio impresso nella memoria. Una volta Gli suggerii che, per rendere finanziariamente sostenibili i Super Speciality Hospital di Bengaluru e Puttaparthi, potevamo almeno far pagare i costi dei materiali, come medicine e altro. La Sua risposta fu: “Potrà mai una madre far pagare il suo amore o le sue cure?” Questa risposta fu davvero la quintessenza di Swami! Sono convinto che qualunque piccola cosa abbia potuto fare nella vita professionale è stato sempre grazie alla benedizione di Swami. In questo stadio della vita chiedo la Sua guida per percorrere il cammino spirituale. – L’autore, il dottor Vijay Kelkar, fa parte dello Sri Sathya Sai Central Trust; è attualmente presidente dell’Istituto Nazionale della Finanza Pubblica e la Politica (NIPFP) e della Fondazione per lo Sviluppo dell’India a New Delhi.

Il servizio all’uomo aiuterà la vostra divinità a sbocciare, perché vi rallegrerà il cuore e vi farà sentire che la vostra vita è utile. Eterno Auriga

– Baba Novembre 2015

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S.S. Naganand

Il servizio all’uomo è il primo gradino (detto anche Sopaana nella filosofia indiana) per realizzare la Divinità che è presente al vostro interno. Il secondo gradino sono le pratiche spirituali che dovete adottare. Compiuti questi due passi, salirete automaticamente al terzo livello: seguire il cammino etico nella vita. Questo percorso condurrà al Trikarana Shuddhi, che è unità di pensiero, parola e azione.

L

A DOMANDA FILOSOFICA “CHI sono io?” attira da sempre l’attenzione dei grandi pensatori e delle menti umane. Anche le personalità divine si sono espresse in merito a questo profondo quesito. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba non solo ha risposto a parole, ma lo ha anche dimostrato con i fatti. Baba ha dato, alla domanda, una risposta inequivocabile: “Tu sei Dio.” Brahman Pervade nell’Universo

Ogni

Cosa

Nel pensiero filosofico induista c’è una profonda vicinanza a tutti gli aspetti dell’essere umano in riferimento all’Essere Divino o Dio, o con qualunque nome sia chiamato. L’espressione usata nei Veda è “Brahman”. Brahman non deve essere confuso con la triade divina, vale a dire Brahma, Vishnu e Maheshwara, rispettivamente creatore, conservatore e distruttore dell’universo. Brahman è l’Essere Supremo. Gli importanti Mahavakya (grandi aforismi vedici) Tattwamasi (Tu sei Quello) e Aham Brahmasmi (Io sono Brahman) hanno ricevuto grande attenzione in tutte le scuole 18

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di filosofia induista. La Scuola Advaitica, esposta e spiegata oltre un migliaio di anni fa da Adi Sankaracharya, aveva interpretato questi Mahavakya trovati nei Brahma Sutra (che fanno parte della Prasthana Traya o le tre grandi esposizioni della verità: i Veda, le Upanishad e i Brahma Sutra), nel senso che Dio è immanente in ogni cosa, animata o inanimata, dell’universo. Ciò fu illustrato dal famoso detto Anoraneeyan Mahato Maheeyan (Brahman è più sottile del più sottile e più vasto del più vasto). Perciò la risposta alla domanda formulata dovrebbe essere ‘Io sono Dio’. Swami ha ripetutamente affermato che Egli è Dio, ma ha sempre prontamente aggiunto: “Anche voi siete Dio.” Partendo da qui, Swami ha predicato che gli esseri umani sono essere divini e, nei Suoi Discorsi, si è rivolto a loro con vari appellativi, come Prema Swarupulara (incarnazioni d’amore) o Divyatma Swarupulara (incarnazioni del divino Atma). Il Suo richiamo costante è stato: tutti gli esseri umani sono divini e occorre ricordarselo continuamente. Dio è l’incarnazione stessa dell’amore. Per dirla con le parole di Swami: “Voi cercate la gioia e Eterno Auriga


la pace in luoghi lontani. Ma la fonte della gioia è nel vostro cuore. Il porto della pace è in voi stessi.” Se si tiene a mente questa Suprema Verità, l’approccio di ogni essere umano in tutte le situazioni e in tutti i rapporti sarà permeato d’amore. Tutte le qualità negative che degradano lo spirito umano non troveranno posto nella mente di chi non abbandona mai questo principio. Realizzate Dio attraverso il Servizio all’Uomo Riconoscendo che l’astratto è sempre difficile da ricordare e praticare con costanza, Swami ha adottato un approccio pratico per le Sue predicazioni. Egli ha detto che il principio dell’amore universale, fondato sulla premessa che tutti gli esseri sono parte composita dell’eterna divinità, va praticato adottando metodi umani per realizzare questa verità assoluta. Perciò Swami ha proposto la necessità che l’uomo serva i suoi simili. Il servizio deve essere fatto con amore, compassione ed empatia. Nella pratica del Seva in questa forma si va lentamente verso la scoperta che la divinità esiste ovunque e in ogni essere. Swami ha detto: “Il servizio all’uomo aiuterà la vostra divinità a sbocciare, poiché vi rallegrerà il cuore e vi farà sentire che la vita è degna di esser vissuta. Il servizio all’uomo è servizio a Dio, poiché Egli è in ogni uomo, in ogni essere vivente, in ogni pietra e in ogni Eterno Auriga

ceppo d’albero. Offrite i vostri talenti ai piedi del Signore. Fate in modo che ogni atto sia un fiore, non inquinato dai vermi striscianti dell’invidia e dell’egoismo, e ricolmo della fragranza dell’amore e del sacrificio.” Ecco un modo pratico con cui Bhagavan ci ha insegnato a realizzare la divinità.

Rivolgendosi a studenti e devoti laici, Swami ha parlato spesso delle pratiche spirituali come la preghiera, il canto comunitario o i Bhajan, il Japa o la contemplazione sull’Essere Divino attraverso la ripetizione di un Mantra come la Gayatri, la meditazione o l’osservanza del silenzio, così che la mente sia in grado di sentire il cuore fuori dal disordine e dal clamore dell’esistenza mondana. Egli ha sottolineato che queste pratiche spirituali sono importanti quanto la pratica del Seva e ha spesso commentato che non si dovrebbe realizzare Dio andando nella foresta per praticare severe penitenze. Dio deve essere visto mentre si è parte della società, cosa che Swami ha appropriatamente racchiuso nella massima “Mani nella società e testa nella foresta”. Anche nella normale vita quotidiana di un essere umano quest’approccio è un’eccellente panacea per i problemi della vita moderna. La contemplazione del Divino con il Namasmarana o il ricordo costante del Nome di Dio, mentre si è impegnati in Novembre 2015

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qualunque attività, eleva tale lavoro al livello di adorazione. Ascoltate la Voce della Coscienza

Se conduciamo una vita come proposto da Bhagavan, tendiamo a meditare sull’azione in corso. L’abitante interiore o coscienza, che ci parla costantemente in mezzo a tutto il rumore del mondo, continua a dirci che ciò che ci proponiamo di fare è sbagliato, che non va bene per noi e che i nostri sensi ci portano fuori strada. Spesso la voce della coscienza è soppressa dalla mente, dalle conversazioni logorroiche che facciamo e dal costante atteggiamento elusivo messo in atto quando troviamo qualcosa di scomodo. La pratica regolare del Seva e le pratiche spirituali aiutano l’individuo a prestare attenzione, senza distrazioni, alla voce della coscienza, che in tal modo lo condurrà verso un percorso etico e retto. Swami ce lo ha insegnato in molti modi. Swami ci ha dato l’istruzione più importante nell’adagio ‘Manava Seva è Madhava Seva’ (il servizio all’uomo è servizio a Dio). Si deve servire l’umanità per realizzare Dio. Infatti il servizio all’uomo è il primo gradino (detto

anche “Sopaana” nella filosofia indiana) per realizzare la Divinità che è presente al vostro interno. Il secondo gradino sono le pratiche spirituali che dovete adottare. Compiuti questi due passi, salirete automaticamente al terzo livello: seguire il cammino etico nella vita. Questo percorso condurrà al Trikarana Shuddhi, che è unità di pensiero, parola e azione. Se ciò diviene la vostra pratica costante, allora vedrete che c’è la divinità tutt’intorno a voi e non semplicemente dentro di voi. La realizzazione di questa verità è l’obiettivo principale della vita dell’uomo. Il concetto di Jivan Mukti si riferisce a una persona che ha realizzato Dio in modo da essere liberato in questa stessa vita. Come indica il termine “Mukti”, un tale individuo è liberato da tutti gli attaccamenti, da tutti i bisogni, da tutte le qualità negative ed è sempre e solo attaccato al Divino. Seguendo attentamente gli insegnamenti di Swami e contemplandoli è facile raggiungere quello stadio. Tuttavia, se volete rispondere alla domanda “Chi sono io?”, siete voi a dover compiere il primo passo. – L’autore, Sri S.S. Naganand, è fiduciario dello Sri Sathya Sai Central Trust.

Non è possibile guadagnare la grazia di Dio attraverso la ginnastica della ragione, le contorsioni dello yoga o le rinunce dell’ascetismo. Solo l’amore può guadagnarla, l’amore che non ha bisogno di ricompensa, l’amore che non conosce contrattazione, l’amore che trova un felice compenso nell’essere tributo a tutti gli esseri viventi, l’amore che non vacilla. – Baba 20

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La Discesa del Divino Quel giorno del mese di novembre silenziosamente compì la Sua discesa e divenne della nostra famiglia membro, lasciando i cieli in attesa. Immersi nei piaceri mondani non sapevamo che Sathya Sai era nato tra i bassi desideri che bramavamo. La luce del Suo Essere inviò vibrazioni in tutto il mondo stanco e nel corso degli anni ci chiamò al Suo fianco. Sprecando questa benedizione la Sua commedia perdiamo; respiriamola dentro di noi e il nostro Dharma seguiamo. L’Atma cammina su questa Terra, i Suoi piedi toccar possiamo; nostro malgrado, tutti così cambiati siamo. Siva Sakti si diffonde velocemente, la Sua missione opera a tutto tondo; una tale energia mai ha conosciuto prima questo mondo. I nostri e i loro figli sperimenteranno Prema e Dharma e le nuove generazioni vedremo elevate mentre raccoglieranno il loro Karma. – Elma Eterno Auriga

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SFORZATEVI DI DIVENTARE INCARNAZIONI DELL’AMORE L A C U L T U R A B H A R AT I YA A P PA R T I E N E A T U T T O I L G E N E R E U M A N O

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OVETE PENSARE AL dono che farete a Swami per questo Compleanno: potete esser soddisfatti di averGli dato il dono adatto solamente se amate i vostri simili, condividete le loro sofferenze e vi impegnate a servirli. Questo è l’unico dono che Io desidero. L’offerta che si fa a Dio deve essere amore puro, perseverante e altruista. Fate progredire i villaggi e rendeteli ideali Io ho un solo desiderio per questo Compleanno ed è solamente per aumentare la vostra Beatitudine. Voi state facendo programmi per il sessantesimo Compleanno che sta per arrivare; prima che esso arrivi, dovrete aver adottato almeno seimila villaggi e averli elevati, con i mezzi adatti, a villaggi ideali. Le persone ricche e quelle che hanno potere hanno molti servitori, mentre gli indigenti, coloro che sono in povertà e quelli che soffrono non hanno nessuno che li serva; andate da loro e siate i loro amici, i loro parenti e i loro più convinti sostenitori. Fate in modo che

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vi considerino tali. Se un individuo è torturato dalla fame non assimila la spiritualità che versate nelle sue orecchie; prima dovete rifocillarlo. Date loro Dio sotto forma di cibo, date loro Dio sotto forma di abiti. A coloro che sono afflitti dall’ansia date Dio in forma di pace, a quelli che soffrono per la salute malferma date Dio in forma di medicine; date Dio in qualunque forma possa lenire la paura, il dolore e la sofferenza. Solamente dopo che questo è stato fatto la spiritualità può permeare i loro cuori; se agirete al contrario, ispirerete l’ateismo invece dei sentimenti spirituali. Il Principio di Sai non ha moventi egoici Per questo, le unità della nostra Organizzazione devono provvedere e migliorare, in questi seimila villaggi, l’istruzione, i servizi medici e i mezzi di comunicazione. Ci sono dei villaggi in cui la gente soffre per la mancanza d’acqua da bere e il governo non Eterno Auriga


può soddisfare tutte queste necessità da solo; senza la cooperazione delle persone, non può far niente. Il governo non è una entità autonoma: è basato sul supporto dato dalla gente e può funzionare solamente se essa coopera attivamente. Voi dovete promuovere lo sviluppo della società con le vostre forze senza dipendere dal governo; questa è vera sadhana (disciplina spirituale), vero servizio. Sforzatevi di diventare incarnazioni dell’Amore, siate pronti a offrire tutte le vostre capacità e abilità al Signore di tutti. È l’Amore di Dio che vi ricompensa se vi impegnate nella ripetizione del Nome di Dio, nelle austerità, nei rituali o nei sacrifici; a quale maggior compenso potete mirare se non a ricevere l’Amore Divino da Dio? Dovete però comprendere bene la natura e il significato di questo Amore. Il principio dell’Amore Divino non ha traccia di ego né macchia; è totalmente libero dall’attaccamento egoico. Ciò che Sai fa, qualunque cosa Egli pensi, dica e osservi è per il vostro bene, non per il bene di Sai. Il Mio unico desiderio è la vostra gioia, Ananda; la vostra Ananda è la Mia Ananda. Io non ho Ananda se non la vostra. Illuminate le vostre vite con lo splendore del sole del distacco Un piccolo seme ha in sé la potenzialità di diventare un grande albero. La Forma Cosmica non è una semplice aggregazione di oggetti diversi, non vuol mostrare l’Uno nei molti; la Forma Cosmica è ciò che contiene in sé ogni cosa esistente. Voi non potete vedere il grande albero contenuto nel semino. Allo stesso modo, il Principio Atmico racchiude il macrocosmo nel microcosmo e, ugualmente, la Divinità presente in Dio (il macrocosmo) è presente nell’essere umano in forma sottile come il fuoco nel fiammifero. Da un fiammifero bagnato non si può ricavare del fuoco. Eterno Auriga

Acquisite la fiducia in voi stessi che è alla base di ogni progresso della nazione. Sul fondamento della fiducia in voi stessi erigete i muri della beatitudine, dopodiché ponete su di essi il soffitto del distacco e vivete sotto il tetto del sacrificio. Questa è la via della realizzazione del Sé. L’uomo è colmo del fuoco della Saggezza e della Sacralità Divine, ma esse non sono percettibili malgrado gli esercizi spirituali, le austerità severe e molte azioni buone. La ragione di questo è il fatto che la mente è bagnata dalle tendenze egoistiche dell’io e del mio. Solamente quando quest’umidità viene eliminata dal sole del distacco la vita illuminata diventa possibile. Tutti sono Incarnazioni della Divinità Manifestate la Divinità che è in voi: solamente così potete essere un individuo vero. A questo scopo seguite la disciplina spirituale. Gettate via gli attaccamenti alle cose del mondo, maturate l’amore affinché possiate liberarvi dei sentimenti di divisione. Che l’essere umano sprechi la vita, che è così preziosa e sacra, è cosa estremamente inopportuna. La vita è breve, e si dovrebbe fare buon uso delle sue potenzialità divine senza sprecare tempo. Le due mani vi sono state date affinché vi alimentiate e facciate servizio. Lavorate, lavorate, lavorate! Questo è il vostro dovere. Considerate ciò che è appropriato in ogni occasione e agite di conseguenza. Dio è presente in tutti gli esseri, e ogni cosa del cosmo è una forma del Divino; il Suo potere sostiene tutti sempre, quindi ogni essere umano è incarnazione di Dio. Una volta che avrete acquisito questa fede, non sarete più portati a seguire la via continua a pagina 27... Novembre 2015

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IL SIGNORE DELL’UNIVERSO R.J. Rathnakar Alcune persone cercano misure correttive quando pensano che il loro Graha Balam (posizione planetaria del loro oroscopo) non sia favorevole. L’Anugraha Balam (la potenza della grazia) di Swami è l’unico rimedio a tutti i mali che affliggono oggi l’umanità. Come risultato dei nostri meriti passati, siamo giunti ai Piedi di Loto di Bhagavan Sai, che è il Signore dell’universo. Beati coloro che si avvalgono di quest’occasione d’oro e camminano sulle Sue orme.

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EHO DEVALAYA PROKTHO JIVO DEVA Sanathana: in verità il corpo è un tempio. Il Sé è Dio.

Ma dov’è la prova che siamo tutti Dei? È possibile per gli altri dirci che siamo Dei? Possiamo saperlo senza che nessuno ce lo dica? Dobbiamo cercare aiuto da altri per conoscere la nostra realtà? Quando iniziamo a discutere in questo modo, sorgono migliaia di altre domande. Non potremo mai sapere che cosa dovremmo conoscere. La comprensione nasce solo quando smettiamo di 24

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fare domande. Una volta, un ricercatore chiese a Ramana Maharishi: “Che cosa devo fare per conoscere la mia realtà?” Egli diede una risposta laconica, ma profonda: “Chumma Iru”, che significa: “Taci.” Il riflesso sarà chiaro solo quando le onde si placheranno. Allo stesso modo, si può avere la visione del Sé solo quando la mente s’acquieta. Dio è il Signore della Natura La natura non è che un riflesso di Dio. Nella creazione, tutto è una prova dell’esistenza di Dio. La natura è incessantemente impegnata per il benessere degli esseri umani. La terra, che è uno dei cinque elementi di base, ci fornisce supporto per vivere e muoverci. L’acqua cade dalle nubi e diventa fiumi per placare la nostra sete. Il fuoco ci tiene caldo dall’interno e ci aiuta esternamente in molti altri modi. Non potremmo sopravvivere neanche un minuto senza aria. Perciò, ovunque andiamo o da qualunque parte ci volgiamo, l’aria ci avvolge sempre e sostiene il nostro principio vitale. Il quinto elemento, cielo o spazio, fornisce il supporto a tutti e a tutto nell’universo.

Dio è il Signore della natura. Una volta, la sorella di Swami, Smt. Venkamma Garu, si procurò una partita di mattoni per costruire una casa. Quel giorno, grosse nuvole nel cielo minacciavano pioggia. Essendo preoccupata che quei mattoni Eterno Auriga


s’inzuppassero d’acqua, Venkamma Garu cominciò velocemente a coprirli. Ella chiese l’assistenza dei vicini e domandò anche a Swami di aiutarla. A quel tempo, Egli aveva appena tredici anni. Vedendo la preoccupazione di Sua sorella, e quella dei vicini, Swami puntò diritto la mano verso il cielo e disse ad alta voce: “Venkamma! Non preoccuparti. Non permetterò alla pioggia di cadere.” E così fu! Quelle grosse nubi si dissolsero tutte in un attimo. Il cielo da blu divenne chiaro, come se Varuna, il Dio della pioggia, avesse ritirato le nubi in ossequio al comando di Swami. In un’altra occasione, in un luogo chiamato Madikeri nel Karnataka, migliaia di devoti si erano riuniti per ascoltare un Discorso di Swami. Egli chiese a Sri Kasturi di parlare per primo. Le nubi minacciavano di scoppiare da un momento all’altro in quanto il cielo era diventato uno scintillante palcoscenico per il bagliore dei fulmini e degli effetti sonori. Avvertendo la preoccupazione delle persone, Sri Kasturi provò a instillare coraggio e fiducia in esse narrando alcuni episodi in cui Swami, in simili situazioni, aveva scongiurato pioggia e inondazioni. Anche se ostentava un atteggiamento coraggioso, egli stesso serbava in cuore alcuni timori. Successivamente, Swami cominciò il Suo Discorso Divino e, come al solito, fu un flusso torrenziale di sapienza divina, che riempì il cuore di tutti d’amore e pace. Non possiamo, di fatto, comprendere le scelte del Signore, ma, come a dar prova di ciò, Baba, alla fine del Discorso, cantò non un Bhajan, ma tre. Mentre i devoti stavano per offrire l’Arati, Baba prese di nuovo il microfono e disse queste parole rassicuranti: “Kasturi ha cercato di infondervi coraggio, ma egli stesso era preoccupato per la pioggia imminente. Come può il Dio della Eterno Auriga

pioggia causarvi qualche inconveniente dal momento che vi siete riuniti qui da luoghi lontani per ascoltare il Mio Discorso? Vi assicuro che non comincerà a piovere fintantoché non avrete lasciato tutti questo posto. Vi concederò altri venti minuti.” Fedele alla garanzia divina, cominciò a piovere solo dopo venti minuti. Di che ulteriore prova abbiamo bisogno per dire che la natura rispetta la volontà di Dio? L’Onnipotente Signore

Le Scritture affermano: “Darshanam Papa Nashanam” (la visione del Signore distrugge tutti i peccati). Sappiamo che innumerevoli devoti hanno ottenuto conforto e soccorso dopo aver preso rifugio in Bhagavan e pregandoLo. Quando Swami ordinò: “Alzati e cammina”, ciò fu sufficiente a pazienti giunti da Lui, su barelle o sedie a rotelle, per essere in grado di alzarsi e camminare normalmente. Tali sconvolgenti avvenimenti sono sempre vivi nella mente dei vecchi devoti. Sappiamo delle emozionanti esperienze di molti devoti che sono beneficiari della grazia di Bhagavan e conducono una vita felice e in salute dopo esser stati alleviati della loro sofferenza. Essi riconoscono, colmi di gratitudine, che un semplice sguardo o tocco di Bhagavan ha annullato il loro cattivo karma. Ci sono innumerevoli casi in cui Baba ha guarito dei pazienti da disturbi mentali e fisici nella totale incredulità dei medici e ciò travalica la competenza delle scienze mediche. Le leggi della natura sono applicabili ai comuni mortali come noi, non a un Avatar che ha la suprema autorità di controllare e modificare i poteri della natura e di usarli come vuole. La Grazia di Dio Protegge l’Uomo Erano i giorni in cui ero studente. Un giorno, assieme ad altri studenti, ero seduto nella veranda del Mandir quando Swami arrivò per dare il Suo Divino Darshan. Novembre 2015

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Scivolò lievemente a Suo modo tra gli studenti accettando le loro lettere e parlando con alcuni di loro. Poi lentamente arrivò e si fermò di fronte a me. “Come ti chiami?” - chiese. “Rathnakar, Swami!” - risposi. “Che cosa significa Rathnakar?” – chiese ancora. Poiché non conoscevo la risposta, Egli chiese alle persone attorno a me: “Che cosa significa Rathnakar?” Qualcuno rispose: “Oceano, Swami.” Allora Swami mi guardò nuovamente e chiese: “Qual è il colore dell’oceano?” “Azzurro, Swami” - risposi. Allora Egli creò all’istante un bellissimo anello tempestato di pietre azzurre e me lo mise al dito. La mia gioia non conobbe limiti. Dopo che Swami rientrò, molti si raccolsero attorno a me per toccare l’anello in segno di riverenza e adorazione. Anch’io tenevo l’anello in gran considerazione; tuttavia, per motivi a me sconosciuti, esso non rimase con me per molto tempo. Un giorno Swami me lo prese e lo cambiò in uno di diamanti. Il giorno dopo andai da Bhagawan e Lo pregai: “Swami, io non mi sento a mio agio con questo anello.” Mentre tutti attorno a me esclamavano: “Oh... Swami ti ha donato un anello di diamanti!”, io scioccamente mi sentivo imbarazzato. Dopo averLo pregato due o tre volte, Egli vi soffiò sopra e lo cambiò in un anello con l’immagine di Shirdi Baba. Io non fui contento in entrambi i casi e, mentre me lo metteva al dito, in atteggiamento di supplica Gli feci presente la mia insoddisfazione. “Perché? Non ne sei contento?” – Egli chiese. Non dissi né sì né no. 26

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Swami, allora, soffiò su di esso e lo cambiò in un anello con sopra le immagini di Sita, Rama e Lakshmana. Raccolsi un po’ di coraggio e chiesi: “Swami, per favore, dammi un anello con la Tua immagine.” “Va bene. Tu sei Rathnakar, il depositario dei Navaratna (i nove tipi di gemme).” Dicendo ciò, Swami soffiò nuovamente su di esso e lo trasformò in un anello Navaratna e me lo mise al dito. Pensai che non sarebbe stato corretto, da parte mia, ripetere la richiesta e accettai volentieri. Dopo qualche tempo, persi una di quelle nove gemme, penso durante un gioco. Una sorta di paura e di ansia mi strinse il cuore. Corsi a mostrare l’anello a Swami. Egli lo prese in mano e disse: “Niente sembra essere andato perso.” Io dissi a bassa voce: “Si è perso il corallo, Swami!” Egli sorrise, e disse ancora: “Nulla si è perso, guarda.” Quando guardai trovai il corallo intatto sull’anello! Rimasi allibito oltre ogni dire, e mi prostrai ai Suoi Piedi di Loto. Alcuni mesi dopo, riemerse il mio problema poiché avevo perso la perla e il rubino. Con l’ansia impressa sul viso, andai a sedermi alla presenza di Swami. “Qual è il problema?” - Egli chiese. Io mostrai l’anello. Swami mi dette uno sguardo di rimprovero, come a dire: “Oh, li hai persi ancora!” Prese l’anello e vi soffiò sopra due volte. Ed ecco che le due pietre mancanti tornarono nella loro posizione originale! Mentre me lo metteva al dito, disse: “Non ho altro da fare che tenerMi al corrente delle cose che perdi e preservarle? Almeno da ora in poi tienilo al sicuro.” Dicendo ciò, Eterno Auriga


Swami mi permise di fare Padanamaskar. Per il Maestro che controlla i nove pianeti, la creazione di nove gemme è solo un gioco da ragazzi. Alcune persone cercano misure correttive quando pensano che il loro Graha Balam (posizione planetaria del loro oroscopo) non sia favorevole. L’Anugraha Balam (la potenza della grazia) di Swami è l’unico rimedio a tutti i mali che affliggono oggi l’umanità. Come risultato dei

nostri meriti passati, siamo giunti ai Piedi di Loto di Bhagavan Sai, che è il Signore dell’universo. Beati coloro che si avvalgono di quest’occasione d’oro e camminano sulle Sue orme. Possa Swami diffondere la Sua grazia e le Sue benedizioni su tutti in ogni momento! Samasta Lokah Sukhino Bhavantu. – L’autore, Sri R.J. Rathnakar, è un Fiduciario dello Sri Sathya Sai Central Trust

...continua da pagina 23

sbagliata. Ognuno dovrebbe sforzarsi di riconoscere la Divinità che è presente in tutti; ognuno dovrebbe impegnarsi a farlo: la vita umana è stata data per questo. Conducete una Vita Divina Studenti! Quali futuri cittadini della nazione, dovete comportarvi in modo esemplare. Ricordate che nel fare i cosiddetti esercizi spirituali non c’è un merito speciale: ogni azione della vita richiede concentrazione e va santificata come un’offerta a Dio. Un contadino che coltiva un campo dovrebbe pensare che così facendo coltiva anche il campo del suo cuore; mentre miete le messi deve mietere il raccolto delle buone qualità nel cuore; mentre annaffia il terreno deve pensare che sta annaffiando il campo del cuore con l’amore. In questo modo, ognuno può seguire la via spirituale senza bisogno di un rosario o di ritirarsi nella foresta. Oggi, il bisogno principale è promuovere l’unità. Il Principio Atmico è comune a tutti, indipendentemente dalle differenze ideologiche o fisiche. Bisogna riconoscere che gli individui fanno parte integrante della società come i diversi organi costituiscono il corpo; l’umanità è una delle membra della Natura e questa è una delle membra di Dio. Come si può odiare se si Eterno Auriga

comprende questa relazione integrale? Nessuno deve considerarsi insignificante o non importante; ognuno, grande o piccolo, è una parte vitale del tutto ed è essenziale per il suo funzionamento. Tutte le parti di un razzo sono determinanti: ogni parte difettosa, seppur piccola, può farlo esplodere. Allo stesso modo, ogni essere ha un ruolo significativo da sostenere per assicurare il funzionamento corretto di questo immenso cosmo. Sviluppate la fede; senza di essa, la vita è uno spreco. L’essere umano crede oggi in qualunque cosa meno che in Dio e questa è una sfortuna. Dio è onnipresente: chi non ha fede in Dio non ha fede in se stesso. Acquisite la fiducia in voi stessi che è alla base di ogni progresso della nazione. Sul fondamento della fiducia in voi stessi erigete i muri della beatitudine, dopodiché ponete su di essi il soffitto del distacco e vivete sotto il tetto del sacrificio. Questa è la via della realizzazione del Sé. Cantate il Nome del Signore per ottenere la pace della mente e purificare il cuore; così potrete vivere una vita divina. - Estratto dai Discorsi di Bhagavan tenuti in occasione del Compleanno

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Programmi Musicali e Culturali a Prasanthi Nilayam

Pellegrinaggio dei Devoti Pradesh e Uttarakhand

di

Uttar

U

N GRUPPO DI DEVOTI È giunto in pellegrinaggio a Prasanthi Nilayam dall’Uttar Pradesh e dall’Uttarakhand e, nell’ambito delle celebrazioni del 90° Compleanno di Bhagavan, il 26 settembre 2015 ha presentato un programma musicale e il 27 una commedia. Il programma musicale presentato dal famoso cantante Sufi, Sri Sachet Tandon, comprendeva popolari canti sufi fra cui “Sai Nazar Rakhna Moula Nazar Rakhna” (o Signore Sai, getta uno sguardo di grazia) ,”Sai Tere Bina Ika Pal Chain Na Aave” (non posso vivere senza Te nemmeno per un momento), “Teri Deevani Mein Teri Deevani” (sono pazzo di Te). Il cantante ha terminato la sua elegante presentazione con il famoso Qawali “Damadam Mast Kalandar”.

Il 27 settembre 2015, i giovani di Uttar Pradesh e Uttarakhand hanno presentato la commedia intitolata “Paramatma Ki Khoj” (la ricerca di Dio), in cui era descritta l’evoluzione dell’anima e il suo ricongiungimento alla fonte.

L’anima, che ha la sua origine in Dio, viene avviluppata dalla mondanità e si fonde definitivamente con Dio dopo un lungo e faticoso cammino di ricerca e sofferenza. Questo viaggio è stato raffigurato attraverso gli episodi di Ravana, san Tommaso e Sai Baba di Shirdi. L’esaltante tema, gli intensi dialoghi e l’ottima recitazione dei giovani hanno fatto della commedia una mirabile presentazione. Concerto Strumentale del Sathya Sai Mirpuri College of Music

Nell’ambito delle celebrazioni del Compleanno di Bhagavan, il 30 settembre 2015, gli studenti e il personale del Sathya Sai Mirpuri College of Music hanno presentato un avvincente programma musicale. Cominciando con la famosa composizione di Adi Sankara “Bhaja Govindam”, tradotta in Telugu da Bhagavan Stesso, essi hanno poi eseguito il pezzo lirico “Sai Murari Vanamali Giridhari (Krishna che sollevò la montagna Govardhan). È seguita la toccante esecuzione di una composizione di Bhagavan. Prima del pezzo finale, un Marathi Abhang, essi hanno presentato un vivace “ensemble” musicale strumentale, valorizzando così il loro estasiante concerto musicale. Pellegrinaggio dei Devoti del Karnataka

La commedia “Paramatma Ki Khoj” dei giovani di Uttar Pradesh e Uttarakhand. 28

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Oltre 2000 devoti dello Stato del Karnataka sono giunti in pellegrinaggio a Prasanthi Nilayam e, il 3 e 4 ottobre 2015, nell’ambito delle celebrazioni del 90° Compleanno di Bhagavan, hanno presentato eccellenti commedie. La prima, “Pavitra Jal” (acqua consacrata) messa in scena dai bambini Bal Vikas del Karnataka il 3 ottobre, illustrava le mitologiche storie della discesa sulla terra dei fiumi Gange e Kaveri per santificare la vita dei Bharatiya e Eterno Auriga


La commedia “Nature: The Guru” ha insegnato importanti lezioni. Una scena della commedia “Pavitra Jal” dei bambini Bal Vikas del Karnataka.

generare progresso e prosperità in questa sacra terra.

La commedia ha anche mostrato come le persone, nella loro follia, inquinino i fiumi sacri. Essa si è conclusa con l’insegnamento di Bhagavan che ha fornito acqua a milioni di persone attraverso il Progetto Sri Sathya Sai di Acqua Potabile, sottolineando in tal modo l’importanza dell’acqua nella vita dell’uomo. Le storie mitologiche erano splendidamente illustrate da una proiezione sullo schermo LED e intervallate da emozionanti danze dei bambini. Precedentemente erano stati premiati dieci studenti meritevoli dei Junior College del Karnataka per l’alto punteggio ottenuto nel loro concorso di componimento indetto dall’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Karnataka nel mese di settembre del 2015. Il 4 ottobre, i bambini Bal Vikas del Karnataka hanno presentato la loro seconda commedia danzata “Nature: The Guru” (la natura è maestra dell’uomo). Illustrando la storia mitologica di re Yadu, figlio del Saggio Yayati, che apprese dai suo Guru Dattatreya che la Natura è il miglior insegnante, la commedia ha mostrato che tutti gli elementi creati da Dio, vale a dire terra, aria, cielo, acqua e fuoco, hanno insegnato all’uomo qualità preziose, quali la pazienza, la tolleranza, l’amore disinteressato, il perdono e l’equanimità. Eterno Auriga

Questa commedia è anche stata

dettagliatamente illustrata da immagini sullo schermo LED ed è stata meravigliosamente abbellita con scene della natura e danze dei bambini Bal Vikas. Pellegrinaggio dei Devoti del Sudafrica

Un gruppo di oltre 100 devoti del Sudafrica sono giunti a Prasanthi Nilayam in un pellegrinaggio condotto dall’Organizzazione Internazionale Sathya Sai. Il 9 ottobre 2015, un gruppo di tali devoti ha messo in scena una commedia intitolata “Io sono Io”, che ha raffigurato come dispositivi, tipo l’iPhone, abbiamo reso l’uomo schiavo della tecnologia, rendendo così la sua vita meccanica, artificiale e infelice. Illustrata da immagini sullo schermo LED, la commedia ha messo in luce il fatto che ciò di cui ha bisogno l’uomo non sono le informazioni tramite l’iPhone, ma la trasformazione, al fine di conoscere il suo vero ‘Io’, il Sé interiore, e realizzare la sua realtà che è “Io sono Io”. La commedia ha concluso che l’uomo dovrebbe volgersi agli insegnamenti di Bhagavan Baba ed eseguire il viaggio dall’iPhone al Sai Phone. Successivamente, i devoti del Sudafrica hanno fatto una toccante presentazione di canti devozionali in inglese, zulu e sanscrito. Oltre al suddetto programma, del 9 ottobre, questi devoti hanno condotto i Bhajan ed eseguito il canto dei Veda nel corso del loro pellegrinaggio di una settimana.

Programmi Culturali degli Studenti del Sikkim e dell’Assam

Gli studenti di quattro scuole del Novembre 2015

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Progetto Sri Sathya Sai Vidya Vahini del Sikkim e dell’Assam sono giunti in pellegrinaggio a Prasanthi Nilayam e, il 10 e 11 ottobre 2015, hanno eseguito programmi culturali. Il 10 ottobre, per primi gli studenti della Sathya Sai Gurukulam Academy di Pakyong (Sikkim) hanno messo in scena la commedia intitolata “Bhagavan Bina Koi Apna Nahin” (nessuno è nostro tranne Dio). Basandosi

sugli

insegnamenti

di

Tere Charnon Mein Koti Pranam” (milioni di riverenti omaggi ai Piedi di Loto di Sai).

L’11 ottobre 2015, gli studenti di due scuole dello Stato dell’Assam hanno presentato commedie danzate sulla vita di Sankaradeva, grande santo erudito dell’Assam. La prima, eseguita dagli studenti della Sri Sathya Sai Prashanti Divine Valley School di Dibrugarh, ha ritratto la storia della vita di questo grande riformatore sociale e religioso, e ha rappresentato come questo eminente luminare abbia influenzato la vita della gente dell’Assam e portato unità e armonia nella società. La seconda commedia danzata, messa

Una scena della commedia “Bhagavan Bina Koi Apna Nahin”.

Bhagavan relativi all’importanza del Seva (servizio disinteressato), la commedia ha fornito una preziosa lezione circa la cura e la condivisione quando un vecchio malato, aiutato da un gruppo di studenti Sai, nel momento del bisogno, ha in seguito svolto amorevole servizio a un altro malato anziano che si dava il caso fosse il padre di uno studente, amico degli studenti Sai. Successivamente, gli studenti della scuola secondaria Prasanthi Vidya Mandir di Gangtok (Sikkim) hanno presentato una commedia danzata sul potere della fede e della devozione. La rappresentazione raffigurava come un bandito ottenne la grazia del Signore Krishna con la sua fede e devozione dopo aver partecipato a una sessione devozionale sulla storia della vita di Krishna, condotta da un Pandit. La commedia danzata comprendeva anche una bella danza di Krishna e delle Gopi ed è terminata con il canto di gruppo “Sai 30

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La commedia danzata sulla vita del grande santo erudito dell’Assam, Sankaradeva.

in scena dagli studenti dello Sri Sathya Sai Vidya Vihar di Golaghat, ha mostrato come questo precursore del movimento della Bhakti nell’Assam si fosse impegnato nelle arti dello spettacolo come parte della religione, arricchendo la vita religiosa del popolo dell’Assam. Le emozionanti danze degli studenti di entrambe le scuole hanno messo in mostra i contributi poetici e artistici di questo erudito santo e poeta che costituiscono ancora la tradizione viva dell’Assam.

60° Anniversario dello Sri Sathya Sai General Hospital e la sua Nuova Ala Il 2 ottobre, in occasione del 60° anniversario dell’inaugurazione dello Sri Sathya Sai General Hospital di Prasanthi Nilayam, i membri del personale hanno

Eterno Auriga


messo in scena la commedia intitolata “Manasu Maralaya” (la trasformazione della mente) come prosecuzione di quella dell’anno scorso “Deho Devalaya” (il corpo è il tempio). La commedia ha messo in evidenza come la potente mente dell’uomo, assieme ai suoi cinque alleati, vale a dire la tensione, il rifiuto delle responsabilità, i desideri, il pettegolezzo e l’inquietudine, rubino all’uomo la salute e la felicità, e causino terribili malattie come l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’ulcera, l’emicrania, la fibromialgia ecc. Presentata splendidamente nella forma di una fantasticheria sociomedica e illustrata da appropriate immagini sullo schermo LED, la commedia non ha soltanto impartito essenziali lezioni sull’educazione sanitaria nel modo più divertente, ma

La commedia del personale dello Sri Sathya Sai General Hospital.

ha anche trattato i due principali metodi per controllare la mente e utilizzarla per la crescita spirituale dell’uomo, come ad esempio la pratica della meditazione e della recitazione del Mantra Soham, come insegnato da Bhagavan Baba. Il 23 ottobre 2015, è stata inaugurata una nuova ala dello Sri Sathya Sai General Hospital di Prasanthi Nilayam per aumentare gli impianti dei servizi medici per i pazienti. L’ospite d’onore della cerimonia era il professor (dottore) M.C. Misra, Direttore Panindiano dell’Istituto di Scienze Mediche di Nuova Delhi, che ha scoperto la targa per inaugurare formalmente la nuova ala dell’ospedale.

Eterno Auriga

La nuova Ala dello Sri Sathya Sai General Hospital, Prasanthi Nilayam.

Nel suo discorso introduttivo, il dottor V.K. Varma, Direttore Sanitario dell’ospedale, si è soffermato sull’esemplare servizio fornito dai medici ospedalieri e dal personale che lavorano con il motto “Manava Seva è Madhava Seva” (il servizio all’uomo è servizio a Dio) secondo le linee guida stabilite da Baba. Parlando in tale occasione, Sri S.S. Naganand, fiduciario dello Sri Sathya Sai Central Trust, ha affermato che in questo ospedale, come in tutte le istituzioni dell’Organizzazione Sai, l’unica preoccupazione dei medici e del personale è come servire gli altri nel modo migliore possibile. Questo è ciò che lo ha reso un fulgido esempio per tutte le altre istituzioni, egli ha aggiunto. Apprezzando l’assistenza sanitaria di qualità che viene fornita gratuitamente dall’ospedale ai pazienti, l’ospite d’onore, il professor M.C. Misra, ha osservato che il modello di servizio medico basato sui valori esemplificato da Bhagavan Baba nelle Sue istituzioni, è degno di emulazione da parte delle altre istituzioni del Paese. Hanno parlato, in questa occasione, anche Sri Ramesh Wadhwani e il dottor Ravi Debir del Prasanthi Trust degli Stati Uniti d’America. Mentre il dottor Ravi ha parlato della genesi dell’ospedale, Sri Wadhwani ha espresso un ringraziamento. Si è anche tenuta una cerimonia di felicitazioni in cui sono state conferite onorificenze a otto membri del personale dell’ospedale, che svolgono amorevole servizio da oltre 30 anni. Novembre 2015

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Amore Divino Dottor Narendranath Reddy

Nella nostra vita dovremmo dare la priorità a Dio. La prima delle priorità di un ricercatore spirituale dovrebbe essere Dio. Swami dice: “La maggior parte dei devoti ha una devozione a tempo parziale, ma dal Signore vuole benefìci a tempo pieno!” Per essere vicini e cari a Dio, dovremmo pensare a Dio, parlare di Dio, riempire di Dio la nostra vita e fare il lavoro di Dio.

A

BBIAMO AVUTO LA BENEDIZIONE di essere contemporanei del Poornavatar, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, l’Amore che cammina su due gambe. Siamo fortunati ad aver esperito il Suo amore e la Sua grazia in abbondanza. Ogni volta che la pratica del Dharma è in declino, il Signore, che è oltre il nome, la forma, gli attributi, il rapporto causa/ effetto e i confini di tempo e spazio, nasce in forma umana per la redenzione del genere umano. Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è disceso per mostrarci il cammino della liberazione attraverso la pratica dei cinque valori umani fondamentali: Sathya (verità), Dharma (rettitudine), Santhi (pace), Prema (amore) e Ahimsa (non violenza), con l’amore che è alla base di tutti i valori. Chi è venuto in contatto con l’Avatar è stato fortunato a ricevere i tre doni di Darshan (visione), Sparshan (tocco) e Sambhasan (conversazione). La Sua stessa visione ci assolve dai peccati, il Suo tocco divino ci libera dai legami del karma e le Sue parole dolcissime ci danno la pace al di là degli agi terreni. La Sua vita è il Suo messaggio e il Suo messaggio è Amore. Come la luna si può vedere solo al chiaro di luna, si può esperire il Signore Sai, incarnazione dell’amore, solo attraverso l’amore.

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Il Decimo Congresso Mondiale e i Precongressi Mondiali L’Organizzazione Internazionale Sathya Sai ha condotto Precongressi Mondiali in 16 Paesi in preparazione del Decimo Congresso Mondiale di Prasanthi Nilayam a novembre 2015 per celebrare il 90° Compleanno di Bhagavan. Il tema è “L’Amore è la Sorgente, l’Amore è la Via, l’Amore è la Meta”. Ho avuto la fortuna e la benedizione di prendere parte a 14 Precongressi Mondiali e mi sono stupito e commosso nel vedere l’amore dei devoti Sathya Sai per Bhagavan. Swami ha detto: “Ovunque si faccia il Mio lavoro, là Io Mi insedio.” E possiamo testimoniare la Sua Divina Presenza in tutti questi congressi, il cui gran finale è stato a settembre. Oltre 1700 devoti hanno partecipato al XV Precongresso a Durban in Sudafrica e più di 2000 (650 dei quali erano Giovani Sathya Sai) all’ultimo nell’isola di Mauritius. Molti dei partecipanti avevano negli occhi lacrime di gioia per la divina beatitudine provata ascoltando della grandezza di Bhagavan e del Suo messaggio. Alla vigilia di tale evento a Mauritius, previsto l’11 settembre, mentre eravamo in auto nei pressi della spiaggia, vedemmo un bellissimo arcobaleno in un cielo assolutamente limpido, che indicava la presenza divina. L’11 settembre, nella piccola isola di Mauritius, fummo testimoni

Eterno Auriga


del fiume d’amore e grazia che annuncia una nuova era d’amore divino destinato a riempire il mondo intero e a sfociare nell’età dell’oro. Unicità dell’Avatar Sathya Sai

Abbiamo la grande benedizione di avere in mezzo a noi quest’Avatar unico, unico per molti versi. Ma vorrei sottolineare il significato storico di quest’Avatar, ricordando che il Suo amore, la Sua grandezza e la Sua missione si sono radicati e diffusi in più di 120 Paesi del mondo nel corso della Sua esistenza. Un’altra Sua caratteristica unica sono i Suoi insegnamenti, che rappresentano l’essenza di tutte le Scritture. Possiamo ascoltare e leggere le parole divine dell’Avatar direttamente dalle registrazioni audio e video, dai Discorsi Divini e dai libri Vahini scritti direttamente da Lui, senza intermediari. Il terzo aspetto unico di quest’Avatar è che ci sono molte istituzioni educative (templi dell’apprendimento), molte istituzioni mediche (templi di guarigione), molti progetti umanitari e l’Organizzazione Sathya Sai, che sono stati ideati, fondati, inaugurati e alimentati dal Signore Stesso. Tali istituzioni, fondate sull’amore e solo sull’amore, rappresentano un’opportunità sublime per i ricercatori spirituali di prendere parte alle attività meravigliose e sacre avviate da Bhagavan Baba. La Sua direttiva è che noi realizziamo la nostra innata divinità in quanto incarnazioni del divino Eterno Auriga

Atma o divino Amore. Un giorno ebbi la fortuna di viaggiare con Bhagavan nella Sua auto. Al passaggio della macchina molti devoti lanciavano fiori e ghirlande. C’era tra loro un’anziana devota occidentale. Era estremamente fragile e debole e, quando cercò di tirare i fiori sull’auto di Swami, questi le caddero addosso. Swami notò il fatto e disse: “Narendra, hai visto quella signora? Voleva buttare i fiori sulla Mia macchina come offerta, ma i fiori sono caduti su di lei.” Swami proseguì: “Senza saperlo, ha fatto la cosa giusta. Sta adorando Dio dentro se stessa.” Che insegnamento profondo dal Divino Maestro! Swami dice: “Non cercate Dio all’esterno, ma vedete Dio ovunque e dentro di voi.” Qualità dell’Amore Divino

Allora, che cos’è l’amore? Swami dice che l’amore divino è permanente, incondizionato, puro e altruistico, mentre l’amore umano è temporaneo, condizionato, impuro ed egoistico. Molti anni fa, quando eravamo a Brindavan, gli studenti ebbero la grande opportunità di farsi foto individuali con l’Amatissimo Swami. Uno alla volta arrivarono e si misero accanto a Swami per la foto. Erano tutti felici e giubilanti per l’occasione d’oro di avere una foto con il Signore dell’universo. Bhagavan allora ci disse: “Vedete, le persone vanno e vengono, Novembre 2015

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ma Io sono sempre qui.” In tal modo ci stava dando una lezione importante: le relazioni umane sono temporanee e solo Dio è vero ed eterno. Come Amare Dio?

Dunque, come si ama Dio? Primo, l’importanza dell’intensità dell’amore. Swami, nella Sua infinita grazia, durante il Congresso dei Giovani del 2007, proclamò: “PensateMi intensamente per 11 secondi con amore e concentrazione, e apparirò di fronte a voi e vi parlerò.” Secondo, nella nostra vita dovremmo dare la priorità a Dio. La prima delle priorità di un ricercatore spirituale dovrebbe essere Dio. Swami dice: “La maggior parte dei devoti ha una devozione a tempo parziale, ma dal Signore vuole benefìci a tempo pieno!” Per essere vicini e cari a Dio, dovremmo pensare a Dio, parlare di Dio, riempire di Dio la nostra vita e fare il lavoro di Dio. Terzo, si dovrebbe avere un’intenzione finalizzata solo alla ricerca del Divino. Sebbene tutti i nomi e le forme siano Suoi, il ricercatore spirituale deve focalizzarsi solo su un nome e su una forma. Swami è il Guru di tutti i guru, essendo Dio Stesso; perciò dovremmo stare attaccati a Lui solamente, con tutto il cuore, la mente, l’anima e la forza. Quarto, il nostro amore dovrebbe essere nell’interesse dell’amore. Sebbene Dio possa concederci qualunque cosa chiediamo, dovremmo pregare solo per avere il Suo amore. Gesù ha detto: “Cercate prima il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in più.” Swami dice che nome, fama, ricchezza, potere, posizioni sono tutti zero, ma, se mettiamo Dio come numero Uno davanti a ogni cosa, si arriverà a milioni e miliardi. Se togliamo quell’Uno, ogni cosa è uno zero. Con Dio siamo tutti eroi, senza Dio siamo tutti zero. Il vero devoto di Dio, 34

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come anticamente le Gopi, chiede solo il Suo amore. Alimentare l’Amore Divino

Dunque, come si alimenta l’amore divino? Possiamo espandere l’amore divino facendo nostro il Signore. Dobbiamo sviluppare un intimo rapporto personale con Dio, che sia madre, padre e amico. Swami dice che è l’ignoranza a creare la distanza fra l’uomo e Dio. Una volta mia madre fu colpita da un grave ictus e fu ricoverata in ospedale in stato d’incoscienza. Secondo l’opinione dei medici aveva scarse probabilità di sopravvivere. Nel frattempo avevo mandato un fax a Swami, pregandoLo di avere la Sua guida e le Sue benedizioni. Sorprendentemente, nel giro di 24 ore, la situazione cambiò; mia madre uscì dal coma, aprì gli occhi e cominciò a dire: “Sai Ram.” I miei amici medici erano increduli e dicevano: “Il tuo Sai Baba deve averla guarita!” Quando mia madre si riprese, le chiesi se aveva ringraziato Swami per averle salvato la vita. Essa rispose: “Perché avrei dovuto ringraziarLo? Egli fa parte della nostra famiglia ed è naturale che si prenda cura di noi proprio per l’amore che ha per noi.” Ero sconcertato della sua risposta. Dopo alcuni mesi, mentre eravamo a Prasanthi Nilayam, espressi gratitudine a Bhagavan per aver salvato la vita di mia madre. Gli espressi anche il disappunto per il fatto che mia madre non Lo avesse ringraziato per la grazia ricevuta. Nel Suo amore e compassione profondi, Swami disse: “Per un devoto è quello l’atteggiamento giusto. Non ci si deve sentire separati da Dio. Si ringrazia qualcuno che viene da fuori, non uno stretto membro della famiglia.” Per questo dovremmo sempre sentire nostro il Signore, più vicino a noi del nostro stesso respiro.

Eterno Auriga


E ancora, possiamo alimentare l’amore per Dio frequentando buone compagnie (Satsang). È bene stare insieme a persone che la pensano allo stesso mondo, che hanno lo stesso interesse ad amare e servire Dio. Infine, ed ecco la cosa più importante, dovremmo nutrire l’amore divino ripetendo il Nome di Dio o Namasmarana. Il Nome di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba è l’essenza di tutti i Veda, delle Upanishad e delle Scritture. La nostra vita sarà redenta semplicemente ripetendo il Suo dolce Nome divino “Om Sri Sai Ram”. Segni dell’Amore Divino

Infine, come si fa a sapere di avere amore per Dio? Primo, chi ama Dio non avrà più paura. Swami ci dice: “Perché temere se Io sono qui?”, esortandoci a non avere più paura. Il primo segno dell’amore divino è completa e assoluta assenza di paura (Abhaya). Il secondo segno del possesso dell’amore divino è avere la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, come scritto nella Bibbia. L’abitazione di Swami si chiama Prasanthi Nilayam – dimora della pace suprema – e non semplicemente Santhi Nilayam (dimora

di pace). Swami dice che, ovunque siamo, il nostro cuore diventerà Prasanthi Nilayam se è puro e pieno dell’amore divino. Il terzo segno dell’amore divino è l’equanimità in qualunque momento. Nella storica lettera che scrisse a Suo fratello il 25 maggio 1957, Swami rivelò la Sua divinità e spiegò la Sua missione divina. In questa lettera dà la definizione di devozione, affermando che il vero devoto tratterà allo stesso modo tutte le coppie di opposti. Come la prova della pioggia è il terreno bagnato, il segno di una vita vissuta nell’amore divino è possedere l’equanimità in qualunque momento, luogo e in tutte le circostanze. Nella Sua infinita compassione, Bhagavan Baba ci ha mostrato il cammino per vivere l’amore divino, in modo da essere sempre felici e colmi di pace e beatitudine. Preghiamo Bhagavan di darci la forza di amarLo e servirLo con tutto il cuore, la mente, l’anima e la forza. – Il dottor Narendranath Reddy è presidente del Prasanthi Council, l’organo amministrativo dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai.

Se avete la capacità di attirare a voi il Signore, Egli verrà da voi e sarà con voi. Siate come un flauto. Siate vuoti, diritti e leggeri. Non offrite ostacoli al Suo respiro. Allora Egli verrà e vi solleverà da terra. Attraverso di voi Egli emetterà la musica divina, suonando su di voi con tocco delicato. – Baba Eterno Auriga

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ESPERIENZE CON SWAMI ALL’ALVEO DEL FIUME

F

Janet Bock Bicker

EBBRAIO 1972: ERA IL MIO secondo viaggio in India e mentre stavamo seduti sulla veranda della residenza di Swami a Brindavan (Bengaluru), un devoto chiese a Swami come i devoti potessero parlare di Lui in modo appropriato. Egli rispose che il narratore dovrebbe raccontare la propria esperienza e citare le Sue parole. Penso che Baba ci stesse dicendo che c’è un modo per condividere il Suo messaggio e dare una dimostrazione di come i Suoi insegnamenti si applichino alle nostre vite come parte della nostra Sadhana (pratica spirituale) dell’Atma Vichara (indagine sulla natura del vero Sé). In tal modo condividiamo gli insegnamenti e mostriamo anche il ruolo che hanno nella nostra vita. In pratica, un’esperienza collegata a un insegnamento può portare a una comprensione più profonda dell’esperienza e dell’insegnamento. Il ciclo dell’esperienza collegata all’insegnamento di Bhagavan porta all’esperienza successiva e all’insegnamento successivo, creando un circolo virtuoso d’indagine sulla natura del vero Sé. Alcuni giorni dopo questa conversazione, Baba annunciò che avrebbe portato noi, e un gruppo di occidentali arrivati da poco, all’alveo di un fiume nelle vicinanze. Due giorni dopo, nel pomeriggio, il nostro taxi seguiva una colonna di auto che da Brindavan, la residenza di Bhagavan a 36

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Whitefield, si dirigeva verso una stretta strada di campagna che costeggiava le sabbie dell’alveo di un fiume in secca. Quando arrivò l’auto di Swami, le stuoie furono disposte in circolo e Swami dette istruzioni agli occidentali di sedersi davanti. Avevo con me la macchina fotografica e posai il mio registratorino sul terreno. Baba allora mi guardò e disse: “Canta il Bhajan.” Sorpresa, cominciai a cantare un Bhajan, non comprendendo che l’avevo sentito due volte, ma non l’avevo mai cantato. Giunsi alla fine della parte che conoscevo e mi resi Eterno Auriga


conto di non sapere ciò che veniva dopo, ma all’improvviso sentii la voce di Baba che cantava e che mi guidò fino al termine. Mi sentii imbarazzata, o piuttosto lo era il mio ego, ma a quel punto Baba invitò il gruppo a fare domande. Indra Devi chiese: “Dove finisce il libero arbitrio dell’uomo?” Baba rispose in telugu e il dottor S. Bhagavantam tradusse: “Il libero arbitrio c’è sempre, non finisce. Ma ciò che dovrebbe finire è una volontà incompleta o imperfetta. Il libero arbitrio è qualcosa che dovrebbe esserci sempre. Quel libero arbitrio è Dio.” Indra Devi: “Ma se il libero arbitrio non ha fine, che ruolo ha la resa?” (Baba attraverso il traduttore): “È come se stessi dando un significato erroneo alla parola resa. Resa è rinunciare al senso del livello umano e accettare il senso del divino. Ecco la resa.” Indra Devi: “Più che di resa si tratterebbe di fusione.” Traduttore: “Resa è una cosa, fusione è un’altra. Abbandonare l’idea di essere umani e accettare l’idea di essere divini: questo è ciò che s’intende per resa. Voi interpretate la resa prima di tutto con un certo ego, come se la vostra mente, i vostri poteri, le vostre abilità vi appartenessero. Non è questo che abbandonate. Che cos’è vostro? In verità pensate che sia il vostro potere, il vostro sé e così via che state abbandonando. Ma in realtà che cos’è che possedete? E chi si arrende e a chi vi arrendete?” Baba chiese che venissero fatte altre domande. Dottor John Hislop: “Bene, Swami ha detto che il nostro occhio attuale vede il mondo come una serie di oggetti estranei e noi non possiamo cambiare questi oggetti, ma possiamo cambiare i nostri occhi in Eterno Auriga

Se si mette acqua di un fiume sacro come il Gange in una borsa e la si lascia cadere nell’oceano, la borsa di acqua sacra galleggia sull’oceano e non si mescola con esso. In qualunque momento si può togliere tale borsa. Analogamente si ha consapevolezza del proprio corpo. Se mentre si conserva la coscienza del corpo si mettono pensieri divini nella mente, finché si mantiene la coscienza del corpo, i pensieri divini possono essere eliminati dalla mente, perché i due elementi non si sono fusi.”

modo che vedano solo Dio. Ma quali sono gli occhi che vedono solo Dio? I soli occhi che conosco sono la discriminazione e la ragione. Quali occhi intende Swami? Traduttore: Swami intende gli occhi della saggezza. Gli occhi ai quali fai riferimento, ragione e discriminazione, possono vedere solo i corpi umani e il creato. Ma Swami si riferisce agli occhi che Egli chiama occhi della saggezza, attraverso i quali si può vedere qualcosa di diverso. Quando si è capaci di guardare con la vista divina che Egli chiama visione della saggezza – anziché con gli occhi umani, solo allora si vedranno tutte le varie figure e forme degli individui come forme di Dio. Dottor Hislop: C’è dunque qualcos’altro rispetto a discriminazione e ragione, qualche altro tipo di occhio?” Traduttore: “È l’occhio divino. Non si tratta di discriminare e di vedere con gli occhi che avete ora. Questi occhi non vi consentiranno di discriminare; vi consentiranno solo di vedere le forme umane.” Novembre 2015

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Dottor Hislop: “Sì, ma uno vede le cose e usando la ragione discrimina. In che modo l’occhio della saggezza è diverso?” Traduttore: “Voi continuate a parlare della capacità di discriminare ciò che si vede con questi occhi. Non avete ancora raggiunto lo stadio della pura visione divina. In qualche misura avete la vostra capacità e allora parlate della capacità di discriminare e mischiate le due visioni, provocando qualunque distinzione desideriate fare. Ma quando vi spostate verso la condizione di essere divini, allora non si tratta di discriminare e ricercare. Non avete ancora raggiunto l’obiettivo, ma lungo il cammino non dovete dimenticarlo; dovete tenerlo a mente. È solo quando si tiene a mente l’obiettivo e si fa attenzione a esso che lo si può raggiungere. Ma se non si presta attenzione all’obiettivo, se non si sa quale esso sia e non lo si tiene a mente, come si potrà raggiungerlo? È solo finché non si raggiunge l’obiettivo che si tiene l’attenzione o la concentrazione su di esso. Ma una volta raggiuntolo, attenzione sull’obiettivo e obiettivo diventano una cosa sola. Baba in inglese: “Ecco la fusione.” Traduttore: “È sul cammino che l’aspirazione a raggiungere l’obiettivo culmina nell’obiettivo e i due diventano uno; e quando l’aspirazione a raggiungere l’obiettivo e il conseguimento dell’obiettivo diventano uno, ciò si chiama fusione. Fusione è una cosa e realizzare che si è l’obiettivo stesso è un’altra cosa. Per esempio, c’è un oceano. Se si mette acqua di un fiume sacro come il Gange in una borsa e la si lascia cadere nell’oceano, la borsa di acqua sacra galleggia sull’oceano e non si mescola con esso. In qualunque momento si può togliere tale borsa. Analogamente si ha consapevolezza del proprio corpo. Se mentre si conserva la coscienza del corpo si 38

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mettono pensieri divini nella mente, finché si mantiene la coscienza del corpo, i pensieri divini possono essere eliminati dalla mente, perché i due elementi non si sono fusi.” Dottor Hislop: “Oh, ecco che cosa vuol dire mettere la borsa di acqua sacra nell’oceano!” Traduttore: “Sì. Il fiume scorre e sfocia nell’oceano. Da quel momento non è possibile separare il fiume dall’oceano. Questo è l’esempio dell’uomo e della sua idea di essere uomo in un corpo. Quando tale idea è convertita in quella di essere divini, non è possibile separare l’uomo o la donna da tale idea. Quando la coscienza del corpo è aiutata da varie pratiche spirituali della Sadhana (come la meditazione) e si fonde nel Divino, in seguito con uno sforzo consapevole è possibile uscire (separarsi) dalla fusione. Si parla così di Daivamsa Sambhutham, vale a dire un aspetto di Dio che è disceso in un particolare momento (in modo analogo alla borsa d’acqua sacra). C’è una differenza molto sottile tra un aspetto del Divino che è disceso su un essere umano e la Divinità stessa. La Divinità stessa è chiamata Daivatvam; ma quando un aspetto del Divino discende su un essere umano, si parla di Daivamsa Sambhutham.” Dottor Hislop: “E che cosa accade? Ciò accade alle persone?” Traduttore: “Non c’è dubbio che accada; sta avvenendo proprio ora, nel momento presente.” Hislop: “Sta avvenendo? Proprio ora?” (Risata generale). Traduttore: “Non si tratta di metterlo in dubbio; sta avvenendo proprio ora, nel momento presente.” Dottor Hislop: “In tutto il mondo o solo in India?” Traduttore: “Per il Divino non c’è nulla Eterno Auriga


che non sia possibile. Mentre la maggior parte rimane a un certo stadio di sviluppo, a un certo stadio di evoluzione divina, è giusto porci queste domande e potremmo avere un dubbio sulla possibilità di una tale cosa. Ma dopo aver raggiunto un certo stadio, non c’è affatto spazio per un tale dubbio.” Dottor Hislop: “Queste cose accadono solo in India o anche in altre parti del mondo?” Traduttore: “Per il Divino non c’è uno spazio denominato America o India o Inghilterra. Può accadere a chiunque, ovunque, purché si segua la pratica spirituale dell’indagine sulla natura del vero Sé, l’Atma Vichara. A patto che una persona approfondisca tale indagine, ovunque si trovi, la discesa del Divino su di essa dovrà avvenire e avverrà.” Ascoltare gli insegnamenti di Swami dalla Sua voce intensificò il mio processo e la mia esperienza d’indagine interiore. La ...continua da pagina 9

che il bicchiere era mezzo pieno, mentre il pessimista lo vedeva mezzo vuoto. L’ottimista è pieno di contentezza. Il pessimista vede la spina sotto la rosa, l’ottimista vede la rosa. Il pessimismo e l’ottimismo dipendono ambedue dal modo di porsi di fronte alle cose. I due sono strettamente collegati. La mancanza di speranza nasce da una visione errata. L’ottimista e il pessimista fanno lo stesso percorso; l’ottimista alza gli occhi e vede il cielo e le stelle, mentre il pessimista guarda in basso e vede dei baratri. Essi camminano sulla stessa strada, ma la differenza si trova nella loro visione e nel punto di vista. Cambiate il modo di vedere e guardate tutto come Dio. Comprendete la differenza tra la visione e gli occhiali: noi vediamo i colori tramite la visione naturale; con degli occhiali blu, tutto ci appare blu, ma non possiamo dar la colpa agli occhiali. Eterno AurigaSe guardate il mondo con gli

mia sensazione d’insuccesso e d’imbarazzo perché non conoscevo tutto il Bhajan quando Baba mi aveva chiesto di cantarlo fu un esempio del mio ego che mi giudicava allo stesso modo in cui spesso giudicava gli altri. Baba spiegò questo processo in un Discorso quando disse: “La mente proietta sugli altri i propri difetti e le proprie mancanze. Questo è l’effetto più funesto sul nostro progresso. Si deve superare questa iniqua tendenza.” (21 maggio 1970). Da questo imparai che i difetti e le mancanze che pensiamo di vedere negli altri non sono che l’immagine speculare dei nostri e, sebbene non possiamo cambiare chi ci sta intorno, possiamo modificare la nostra natura censoria e vedere nello specchio un riflesso diverso. – L’autrice, assieme al defunto marito Richard Bock, ha realizzato molti film famosi, tra i quali “L’Aura della Divinità”, “Il Torrente senza Fine”, “Maestro Universale”. occhiali dell’amore, tutto vi appare pieno d’amore, tutto diventa amore. Gli occhiali coprono gli occhi, ma non ostruiscono la visione. Dio è pieno d’Amore; se indossate gli occhiali dell’amore, vedete il colore corretto e ottenete una visione completa. Quando la mente e l’intelletto sono sani, la visione è buona. Senza amore, qualunque pratica spirituale è uno spreco. Non parlate male di nessuna persona, di nessuna nazione o religione: tutto è creazione di Dio. Fate il vostro dovere, liberatevi dell’odio, maturate l’amore e conducete una vita divina. Colmate la vita di Beatitudine. Bhagavan ha chiuso il Discorso con il bhajan “Prema Mudita Manase Kaho Rama Rama Ram”. Discorso di Bhagavan nella Sai Sruthi, Kodaikanal, 26 Aprile 1997 Novembre 2015 39


IN AMORE CON IL SUO AMORE Dana Gillespie

Io sento la Sua voce in ogni nota musicale, in ogni lacrima di gioia e, soprattutto, sento la Sua Presenza nel mio cuore e la avverto nel cuore degli altri. La mia vita non potrà mai più essere la stessa.

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RENTACINQUE ANNI FA, NON avevo assolutamente idea che la mia vita sarebbe completamente cambiata attraverso la lettura del libro di Howard Murphet “Sai Baba: l’Uomo dei Miracoli”. Tre settimane dopo, presi un aereo e arrivai a Puttaparthi senza conoscere nessuno e senza sapere nulla circa il da farsi nella vita nell’Ashram. Da bambina non avevo mai dormito in un dormitorio; quindi, fu un piccolo choc stare nei famosi capannoni, ma ne valse sempre la pena pur di essere in grado di avere un fugace sguardo del Signore, anche se sempre da lontano. Ero felice anche solo per questa benedizione e dopo 12 anni supposi che era stato proprio com’era stato concepito che fosse. Ma le cose cambiarono davvero per me dopo che mi fu chiesto di cantare per il 70° Compleanno 40

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di Sai Baba e, poiché avevo appena fatto il mio primo CD di Bhajan, pensai che quello fosse lo stile di musica che Baba voleva, ma mi dissero che Egli voleva che cantassi il Blues, il tipo di musica che faccio di professione. So che molte persone non capivano allora questo stile di musica, ma Swami fu davvero delicato e gentile, e mi mostrò che Egli insegnava alla gente a capire che il Suo Messaggio d’Amore può essere cantato in altri modi che non siano i Bhajan. Ho perso il conto delle volte che ho cantato per Lui, soprattutto ai Suoi Compleanni, poiché sembra che tutto si sia fuso in un unico splendido ricordo e so quale onore sia stato cantare sapendo che Egli sedeva a pochi passi di distanza da me. Ho sempre pensato che le cose dette da Swami nella sala delle udienze continua a pagina 43.. Eterno Auriga


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LO SRI SATHYA SAI CENTRAL TRUST AL SERVIZIO DELL' UMANITA G.S.R.C.V. Prasada Rao

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ICHIARANDO LO SCOPO DELLA Sua incarnazione sulla terra, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ha detto: “Lo scopo di questo Avatar è aiutare l’uomo a riconoscere e riguadagnare la sua divinità, che ha apparentemente perso.” Egli ha istituito e mostrato due principali metodi per raggiungere quest’obiettivo dell’esistenza umana: amore incondizionato e servizio disinteressato all’umanità, considerando il servizio agli altri come servizio a Dio. Il Fondatore

Questo è il principio fondamentale di tutte le istituzioni e organizzazioni da Lui avviate. Egli ha fondato l’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva e lo Sri Sathya Sai Central Trust in India, e l’Organizzazione Internazionale Sathya Sai negli altri Paesi, per mostrare questa via dell’amore e del servizio all’uomo affinché si trasformi e si elevi al livello divino. Dio amorevole per i Suoi devoti, e maestro universale e filantropo per gli altri, Bhagavan ha ispirato milioni di persone nel mondo attraverso i Suoi insegnamenti di verità, amore, pace, retta azione e non violenza. Il Suo vangelo d’incondizionato amore, espresso attraverso il servizio disinteressato, continua a ispirare, in tutto il mondo, migliaia di iniziative di volontariato dei membri dell’Organizzazione Sri Sathya Sai e di altri. Lo Sri Sathya Sai Central Trust

Lo Sri Sathya Sai Central Trust è un’istituzione benefica fondata nel 1972 da Bhagavan Sri Sathya Sai Baba con Eterno Auriga

l’obiettivo di portare sollievo ai poveri, includendo istruzione e assistenza sanitaria e ogni altro scopo di pubblica utilità generale senza distinzione di casta, credo o religione. Lo Sri Sathya Sai Central Trust non è una fondazione religiosa. Attualmente guidato da un Consiglio di Fiduciari composto di nove membri, il Trust gestisce svariate istituzioni mediche, educative e di servizio a beneficio di tutti, senza alcuna distinzione di casta, credo, religione e nazionalità. Nel campo dell’assistenza sanitaria, gestisce due ospedali di alta specializzazione, due ospedali generali e due ospedali mobili. L’ospedale di alta specializzazione a Prasanthigram, Puttaparthi, dispone di 300 posti letto con 14 sale operatorie (3 cardiache, 3 oftalmiche, 3 urologiche, 3 ortopediche e 2 per la chirurgia plastica). L’ospedale di alta specializzazione di Whitefield, Bengaluru, con 333 posti letto dispone di 8 sale operatorie (4 cardiache e 4 neurologiche). Questi due ospedali che agiscono sotto l’egida dello Sri Sathya Sai Central Trust non sono solo meraviglie architettoniche, ma anche fari di luce per indicare all’umanità che i migliori servizi medici dovrebbero essere forniti, ai più poveri dei poveri, del tutto gratuitamente con amore e compassione secondo le linee guida stabilite da Bhagavan. L’Ospedale Generale Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam è stata la prima istituzione medica fondata da Bhagavan nel 1956. Venti anni dopo, nel 1976, Egli fondò un altro Ospedale Generale Sri Sathya Novembre 2015

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Sai a Whitefield, Bengaluru. Questi due ospedali sono centri modello di assistenza sanitaria per gli abitanti dei villaggi, che versano in povertà, dove essi ricevono le migliori cure mediche con amore e gentilezza. Entrambi hanno ridefinito la sanità e aggiunto un nuovo significato alla qualità dell’assistenza sanitaria attraverso il loro dedito servizio, senza alcun interesse economico. I due ospedali mobili hanno aggiunto una nuova dimensione alla sanità, fornendo servizi medici agli abitanti dei villaggi al loro domicilio. Oltre agli ospedali, il Trust amministra svariati istituti educativi che forniscono agli studenti un’istruzione integrale basata sui valori. Esso gestisce un’università, l’Istituto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai, quattro Campus: quello di Prasanthi Nilayam, di Whitefield (Bengaluru), di Anantapur e di Muddenahalli (Karnataka). Istituito da Baba nel 1981, è stato giudicato dal Consiglio Nazionale di Valutazione e Accreditamento (NAAC) del Comitato per l’Assegnazione di Borse di Studio Universitarie, come la punta di diamante del sistema universitario indiano. Il Trust gestisce anche tre scuole, cioè la Scuola Secondaria Superiore Sri Sathya Sai (dalla classe I alla classe XII), la Scuola in Lingua Inglese Smt. Easwaramma (dalla 42

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classe I alla classe X) e lo Sri Sathya Sai Gurukulam a Rajahmundry. Tutte le istituzioni (sia mediche sia e d u c a t i v e ) f o r n i s c o n o gratuitamente i loro servizi. Il Trust ha anche messo in cantiere corposi progetti per fornire acqua potabile a circa 18 milioni di persone di oltre 1500 villaggi in cinque distretti dell’Andhra Pradesh e del Telangana, cioè Anantapur, Medak, M a h a b u b n a g a r, Godavari Orientale e Occidentale. Il Progetto di Fornitura Idrica di Chennai porta l’acqua a dieci milioni di residenti nella città di Chennai nel Tamil Nadu. Il Trust ha costruito 700 case per le famiglie colpite dall’inondazione (nel 2008) nello Stato dell’Odisha, e ha anche collaborato alle operazioni per la calamità naturale nel Bhuj, Gujarat (terremoto del 2001), e a Nagapattinam nel Tamil Nadu (tsunami del 2004). Nuove Iniziative del Trust

Dopo il Maha Samadhi nel 2011 del Fiduciario Fondatore, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, il Trust ha continuato i propri lavori di benessere pubblico con lo stesso spirito di servizio. a) Il Trust ha portato a termine un progetto per la fornitura d’acqua potabile a un ulteriore numero di 128 villaggi nel distretto di Anantapur. Eterno Auriga


b) È aumentata la fornitura d’acqua potabile nel territorio del Comune di Puttaparthi con una spesa di 500.000 rupie. c) Il Trust ha costruito altre 300 case per le persone dell’Odisha colpite dall’inondazione. d) Nel 2014, il Trust ha partecipato alle operazioni di soccorso nella calamità naturale provocata dal ciclone Hudhud. e) Circa 100 Scuole Sri Sathya Sai del Paese vengono fornite di sostegno finanziario per il potenziamento delle loro infrastrutture, come edifici, mobili e attrezzature informatiche, per consentire all’istruzione di raggiungere la gente comune. Le Organizzazioni Sri Sathya Sai Seva

L’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva (SSSSO) dell’India è la spina dorsale di molte attività di servizio intraprese dallo

Sri Sathya Sai Central Trust. Ci sono Organizzazioni Sri Sathya Sai Seva in ogni Stato dell’India. Esistono Sri Sathya Sai Trust in quasi tutti gli Stati. Essi lavorano in tandem sebbene siano finanziariamente indipendenti e funzionalmente autonomi. Allo stesso modo, ci sono Sri Sathya Sai Trust / Fondazioni / Società / Associazioni in tutto il mondo che lavorano secondo le leggi del Paese in cui operano. C’è il “Prasanthi Council” (Organizzazione Internazionale Sathya Sai, SSIO) simile all’SSSSO in India, che costituisce la spina dorsale del servizio e delle attività spirituali, nel Nome di Sri Sathya Sai Baba, in circa 120 Paesi. – Sri G.S.R.C.V. Prasada Rao è il segretario dello Sri Sathya Sai Central Trust

...continua da pagina 40

dovrebbero rimanere davvero private, ma una volta mi chiese se volevo farGli una domanda, e l’unica cosa che riuscii a pensare fu di chiedere quale fosse il senso di questa cosa chiamata vita. Egli mi guardò e disse cinque parole davvero importanti: “Gioca la Partita; Sii Felice.” Il Suo messaggio è tanto semplice, eppure viene così spesso dimenticato, ma la sua profondità consiste nella sua semplicità. Egli mi ha mostrato che vivere secondo il Suo codice di comportamento è il modo migliore per attraversare questa vita di lotta e ora, senza di Lui, non riesco a immaginare una vita che meriti di essere vissuta. Io sento la Sua voce in ogni nota musicale, in ogni lacrima di gioia e, soprattutto, sento la Sua Presenza nel mio cuore e la avverto nel cuore degli altri. La mia vita non potrà mai più essere la stessa. L’ultima volta che cantai davanti a Lui fu a dicembre, quattro mesi prima che Eterno Auriga

lasciasse il corpo fisico e, alla fine del canto, andai a toccare i Suoi piedi. Egli allora mi fece dono di uno splendido grande uccello, inciso nel vetro, colorato d’arancione e rosa e, non appena me lo diede, disse con voce molto forte e chiara: “È l’araba fenice”, e lo ha ripetuto tre volte guardandomi dritto negli occhi. Poiché la fenice è conosciuta per rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte, allora questo è il modo in cui dobbiamo essere: pronti a morire per amore e pronti a rinascere nell’amore.

Il carissimo Amato Baba mi ha aperto la porta e ora sarò sempre innamorata del Suo Amore!! – Dana Gillespie, cantante, attrice e autrice di canzoni, ha registrato oltre 65 album. Ella è stata la prima Maria Maddalena nel primo spettacolo teatrale ‘Jesus Christ Superstar’.

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L’ETERNO AURIGA: IL NOSTRO SAI

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Dottoressa J. Geeta Reddy

INQUE ANNI FA, QUANDO IL nostro Amato Signore lasciò la Sua forma fisica, per tutti i devoti Sai del mondo fu il giorno più buio della vita. Eravamo immersi in un abisso di dolore, impotenza e solitudine. A chi avremmo potuto rivolgerci nel momento del bisogno? Il volto sempre sorridente, l’incantevole sorriso, il gentile e compassionevole sguardo non potevano essere più visti. Per noi, Sai era il nostro amico, la guida e il filosofo; in breve, il nostro tutto, letteralmente tutto. Swami è l’Abitatore del nostro Cuore

Questo è ciò che sentimmo per giorni e settimane dopo che Swami entrò nel Maha Samadhi. Avvolti nella totale disperazione, i sensi intorpiditi, non riuscivamo a pensare con chiarezza e assennatezza, ma, lentamente, mentre la foschia si diradava, cominciammo 44

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a comprendere che il nostro Amato Signore non avrebbe potuto mai lasciarci, perché Egli è eterno, onnisciente, onnipotente e onnipresente. Non aveva forse detto di essere l’Abitatore dei nostri cuori, il nostro “Hridayavasi”? Così, fratelli e sorelle del regno Sai, svegliamoci e comprendiamo che il nostro Sai non ci ha mai lasciati, non ci lascerà mai, mai. Swami, ci ha più volte parlato dell’impermanenza del corpo. Il corpo è corruttibile, ma l’Atma, l’Abitante Interiore, è eterno. Il Signore, nella splendida forma di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, è sceso sulla terra in seguito alle preghiere di molti saggi e asceti per elevare l’umanità dal fango dell’avidità, dell’egoismo, della violenza e dell’odio. Egli è venuto per condurci sulla via della rettitudine, dell’amore, della verità, sulla via della pace e della non violenza. Questi Eterno Auriga


sono stati i principali insegnamenti della Sua Avatarità. Nell’amore per la Sua creazione, il Signore ha camminato su questa terra per ottantacinque lunghi anni, redimendo tante persone giunte da Lui da ogni parte del mondo. Non solo predicando, ma praticando ciò che predicava, ha fatto della Sua vita il Suo messaggio, esortando tutti noi a seguire i Suoi insegnamenti, ricordandoci molte volte di rinunciare all’attaccamento al corpo, di non attaccarci alla Sua forma, ma di venerarLo come l’Abitatore. “Costruitemi templi nei vostri cuori. Io non vivo in edifici di cemento e calcestruzzo. Io sono in voi e attorno a voi, e non vi abbandonerò mai”, ha affermato Swami. Il Signore ci ha fornito molte indicazioni sul fatto che sarebbe tornato alla Sua Informalità, anche se sarebbe rimasto sempre con noi. “ChiamateMi, e Io ci sarò. Fate un passo verso di Me e Io ne farò dieci verso di voi”, Egli ha detto. Perciò, cara famiglia Sai, la più grande famiglia (Sai) universale, non disperiamoci più: il nostro Sai è ovunque, ascolta sempre le nostre preghiere e, in un modo o nell’altro, risponde a esse. Desidero condividere alcune mie recenti esperienze per dirvi che Bhagavan è sempre con noi. L’Eterno Salvatore

Il 22 giugno 2015, scampai miracolosamente a un incidente mortale. Ero andata in bagno per una doccia nella nostra casa e avevo cercato di aprire la porta scorrevole in vetro. Poiché non si muoveva, la tirai con uno strattone per aprirla. Ed ecco, che la porta di vetro alta due metri e mezzo, con un forte rumore, come si trattasse dell’esplosione di una bomba, si frantumò in mille pezzi e, in un attimo, fui coperta dappertutto da pezzi di vetro. Ero stordita e stupefatta. Riuscii solo a pregare Swami in silenzio. Quando finalmente fui portata Eterno Auriga

fuori dal bagno, sanguinavo da alcuni tagli che necessitavano di sutura. Ma la buona notizia fu che sarebbe potuta andare molto, molto peggio. Avrei potuto tagliarmi il viso e il collo, dove ci sono importanti vasi sanguigni. La recisione di uno di essi avrebbe potuto esser fatale. Tuttavia, l’onnipresente, onnisciente Signore mi protesse da un disastro più grande, cosicché me la cavai con alcuni tagli e lividi sulla mano e sulla gamba. Tale è la Sua compassione per i Suoi devoti. I medici e gli infermieri e tutti i presenti affermarono che si era trattato di un vero miracolo. Sapevo che era un miracolo di Sai! Per me questo dimostra che Swami è sempre con noi. Ci sono molte cose semplici attraverso cui Swami ci mostra la Sua onnipresenza. Nel settembre di quest’anno, fui invitata in Sudafrica per parlare al Precongresso Mondiale organizzato dall’Organizzazione Internazionale Sathya Sai. Posi l’invito ai Piedi di Sai nel mio altare a Hyderabad e Gli chiesi se potevo andare. In pochi secondi, le ghirlande poste sull’immagine di Swami e di Shirdi Sai caddero con un tonfo, dandomi la risposta “sì, puoi andare”. Ottenni il permesso di andare! Il Miracolo della Vibhuti

Mi recai con gioia in Sudafrica, partecipai alla conferenza e, quando eravamo in aeroporto per il viaggio di ritorno, un signore venne da me e mi disse: “Io ero alla conferenza e ho ascoltato il suo discorso circa le sue esperienze.” Egli desiderava moltissimo che visitassi suo nipote di nove mesi che era seriamente ammalato e si trovava in terapia intensiva in un ospedale di Durban. Il bambino aveva la meningite e i medici avevano detto che il suo cervello era morto. Poiché stavamo per andare a bordo dell’aereo, potei solo pregare per il bambino e fu allora che mi ricordai di aver portato tre pacchetti di Vibhuti, seguendo un comando Novembre 2015

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ricevemmo la notizia interiore di prenderli che ella aveva vinto con me. Li estrassi Il Signore, nella splendida forma con una buona dal borsellino e li di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, maggioranza, detti all’uomo perché è sceso sulla terra in seguito nonostante numerosi li applicasse sul ostacoli!! Questo è il bambino, al quale la alle preghiere di molti saggi e modo in cui il nostro Vibhuti era destinata. asceti per elevare l’umanità dal Amato Signore, Il giorno dopo il mio fango dell’avidità, dell’egoismo, Bhagavan Sri Sathya arrivo a Hyderabad, della violenza e dell’odio. Egli è Sai Baba, viene in ricevetti una e-mail venuto per condurci sulla via della soccorso dei Suoi che diceva che, dopo rettitudine, dell’amore, della verità, devoti. Egli è sempre l’applicazione della con noi, intorno Vibhuti, il bambino sulla via della pace e della non a noi e ascolta le aveva cominciato a violenza. nostre preghiere piangere! I medici sinceramente asserirono che offerteGli. l’infezione al cervello si stava riducendo e Queste sono solo alcune esperienze che il bambino avrebbe recuperato in fretta. che ho condiviso, ma c’è un costante flusso Ora il piccolo è tornato a casa e gioca come della Sua amorevole attenzione e della Sua tutti gli altri bambini. Questo è il Miracolo compassione che sperimentiamo solo se ci della Vibhuti del nostro Amato Bhagavan, fermiamo a osservare. Siamo così coinvolti che aveva ascoltato le preghiere sincere e nella corsa al successo che abbiamo poco ardenti della madre. tempo per renderci conto di quanto Sai sia Il Sempre Premuroso Signore

Un’altra recente esperienza al ritorno a casa. Dovetti saltare l’elezione di mia figlia Meghana che era in lizza per un importante ruolo nel Congresso dei Giovani poiché avevo già preso l’impegno di partecipare alla Preconferenza Mondiale in Sudafrica. Ella stava attraversando un momento difficile a causa di ostilità interne al gruppo giovani, ma, con tutta la mia fede in Swami, la rassicurai che Egli si sarebbe preso cura di lei. Poco dopo esser tornati dal Sudafrica,

con noi. Egli è il nostro fedele compagno, il nostro Eterno Auriga che ci guida sulla via della salvezza.

Rallegratevi, Sorelle e Fratelli Sai. Il nostro Signore è con noi, non ci ha lasciato, ma è installato nel piccolo altare del nostro cuore, Lui, l’Abitante, lo Hridayavahini. – La dottoressa J. Geeta Reddy, ex Ministro dell’Andhra Pradesh, attualmente M.L.A. di Zaheerabad, Distretto di Medak nello Stato del Telangana, è un’ardente devota di Bhagavan Baba.

La vita è un campo di battaglia, un Dharmakshetra, dove doveri e desideri sono sempre in conflitto. Soffocate gli ardenti fumi di desiderio, odio e ira che nascono nel vostro cuore; è pura vigliaccheria cedere a tali nemici che vi trasformano in bestie. Quando gli ostacoli sopraggiungono, affrontateli con coraggio. – Baba 46

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Eterno Auriga


Dottor Sethuraman Panchanathan

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LEZIONI DI VITA APPRESE AI DIVINI PIEDI DI LOTO

MIEI PIÙ UMILI E REVERENZIALI Pranam ai Divini Piedi di Loto del nostro Caro Signore nella fausta occasione del Suo 90° Compleanno. Bhagavan è fonte e risorsa di tutti i nostri pensieri, parole e azioni. Mentre rifletto sulla mia vita fino a ora, è immensamente chiaro che Swami è stato ispiratore, motivatore, facilitatore e autore in tutti gli aspetti della mia vita. Quando ci abbandoniamo al nostro Signore, ogni situazione ed esperienza diventano una lezione per continuare il nostro viaggio verso la realizzazione della nostra divinità interiore. Vorrei condividere alcune delle lezioni divine che mi ha insegnato Baba nel corso degli anni. La Prova è Ciò che Piace a Dio

Conobbi Bhagavan da bambino tramite mio nonno materno. Tuttavia, me ne ero discostato a causa di molte domande che avevo circa l’Avatar dell’Era. Decisi di portare ciò a termine con una mia prova per Swami. Come studente di scienze e ingegneria, avevo imparato che le verità, come la legge di gravità, possono essere provate e sperimentate. Decisi, perciò, di fare la stessa cosa con Swami. Avevo una Sua piccola fotografia che mio nonno mi aveva donato. La misi nella mia camera da letto ed ebbi la seguente conversazione con Swami: “Io non so che cosa o chi sia Dio. Tutto ciò che so è che Dio è buono e quindi, a partire da questa settimana, ho deciso di essere buono.” Per me, essere buono significava che non avrei più detto bugie e avrei aiutato coloro che avevano bisogno d’aiuto. Se, ad esempio, un cieco avesse Eterno Auriga

avuto bisogno d’aiuto per attraversare la strada, io lo avrei aiutato. Ogni mattina, mi alzavo e guardavo la foto di Swami, e dicevo: “Il contratto è aperto; fammi vedere che cosa fai.” Non Gli chiedevo nulla di specifico. Dopo un paio di giorni, vidi la Vibhuti che fuoriusciva dalla Sua immagine. Rimasi stupefatto di come Swami rivelasse la Sua onniscienza. Poco dopo, attraverso altre esperienze, il compassionevole Signore manifestò non solo la Sua onniscienza, ma anche la Sua onnipotenza e onnipresenza. Swami dimostrò davvero, attraverso tali esperienze, che se noi facciamo un passo verso di Lui, Egli ne farà cento verso di noi. Molti anni dopo, mentre Lo pregavo prima di tenere un discorso, mi sollecitò non solo a condividere questa serie di esperienze, ma anche ad aggiungere argomentazioni tramite la Sua divina ispirazione. Egli disse che l’Om che recitiamo per tre volte all’inizio e alla fine di tutto, è essenzialmente invocare Dio attraverso i Suoi tre attributi, vale a dire l’onniscienza, l’onnipotenza e l’onnipresenza. Le Preghiere Altruistiche Subito Risposta

Ricevono

Ho scoperto che ogniqualvolta desideri fare il mio dovere ed esprimere il Suo amore naturalmente, Egli si manifesta e aiuta in modi incredibili. Una volta, in una visita in India, all’arrivo appresi che il marito della nostra cameriera, che per noi era più di un membro della famiglia, soffriva di un cancro allo stomaco. Ne rimasi profondamente scosso e andai a casa loro per visitarlo subito. Anche se stava accusando terribili dolori fu contento di vedermi e cercò di intrattenermi. Mi commosse profondamente e desideravo veramente contribuire ad alleviare la sua sofferenza. Tutto quello che potevo fare era rivolgermi a Swami e chiedere il Suo aiuto. Mi inginocchiai e Lo pregai con fervore. Conoscendoli da molto tempo, li avevo sempre visti come una coppia molto pia e altruista. Nella loro vita Novembre 2015

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avevano attraversato diverse difficoltà. Avevano avuto sette figli, ognuno dei quali era morto alla nascita. Perciò, avevano chiamato il loro ottavo figlio, una femmina, “mannu” che significa “fango” in Tamil, in modo che anche il nome non fosse una forma di attaccamento. Mannu crebbe e si sposò, ma anch’essa morì dando alla luce una figlia. Ora, tutto ciò che avevano era la loro nipote.

Supplicai Swami: “Essendo un’anima tanto umile, non deve soffrire di questo dolore.” Presi della Vibhuti dal portafoglio, gliela misi sulla fronte e sulla lingua, e lo rassicurai che tutto sarebbe andato bene, sapendo che il Signore dell’universo si sarebbe preso cura di lui. Tornai a casa singhiozzando e chiesi a mia moglie, che è medico, se potessimo fare qualcosa per contribuire a mitigare il dolore. Ella consigliò una medicina, ma con poche speranze a causa della gravità del cancro. Sebbene stessi viaggiando per l’India, mi informavo periodicamente sulla sua salute. Venni a sapere che, in pochi giorni, il dolore era completamente sparito. Un paio di settimane più tardi, egli si vestì e andò al suo villaggio per organizzare il matrimonio della nipote. Qualche settimana più tardi, quando ritornai in Nordamerica, seppi che 48

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era morto serenamente. Mentre ero molto grato a Swami per aver manifestato il Suo amore, avevo anche due domande: Per che cosa avevo pregato? Perché Swami avrebbe dovuto ascoltare le preghiere di qualcuno così imperfetto come me? Mi ricordai, allora, che non avevo pregato Swami di allungargli la vita, ma di togliergli il dolore che lo tormentava, cosa che Egli aveva fatto così splendidamente. Compresi anche che non si era trattato della “mia” preghiera, ma piuttosto della natura della preghiera di quel momento: un’espressione d’amore, senza aspettarsi nulla in cambio. Grazie a quest’esperienza, Swami mi rivelò che avrebbe sempre risposto alle preghiere altruistiche. Questo mi ha stimolato a essere spontaneo nell’esprimere amore e a ridurre i desideri egoistici. Significato delle Parole di Swami

Swami ci raggiunge in molti modi: discorsi, sogni, la nostra voce interiore, attraverso altre persone e tramite interazioni personali. È molto importante capire che, indipendentemente dal Suo modo di comunicare, Egli riversa la Sua amorevole grazia su di noi con ciò che comunica. Ogni Sua parola e azione è molto potente e ha un enorme significato. Una volta, in un colloquio privato, gli chiesi, mentre indicavo il mio corpo: “Swami, che cosa Ti piacerebbe facesse questo corpo per Te?” Egli mi guardò intensamente e disse: “Il lavoro è adorazione, il dovere è Dio. Fa’ il tuo dovere.” In precedenza, Swami aveva anche osservato, in una chiacchierata apparentemente informale, che “l’informazione è mera informazione; c’è solo la trasmissione di informazioni, ma nessuna Reale Trasformazione.” Come professore di scienze informatiche e ingegneria, quelle perle di saggezza ebbero un profondo impatto su di me. Pregai intensamente Bhagavan di farmi Suo strumento in modo da essere in grado di usare il mio lavoro professionale per servire Eterno Auriga


l’umanità e trasformare me stesso. Poco dopo, cominciarono a svilupparsi un certo numero di cose in modi molto interessanti. In una conversazione che indagava su come aiutare l’umanità attraverso la nostra ricerca, Swami parlò attraverso uno dei miei colleghi indicando che dobbiamo servire gli individui non vedenti e ipovedenti. Al fine di capire ancora di più come si possano utilizzare la tecnologia informatica e il computer per servire tali individui, chiamai la locale Scuola dell’Arizona per Sordi e Ciechi per avere maggiori informazioni. Alcune volte, nella mia conversazione con il direttore, menzionai la parola “servizio” per comunicare il velato desiderio di intraprendere questo progetto Il direttore rispose immediatamente chiedendomi se fossi un devoto di Sai Baba, collegando la parola servizio a Swami. Rimasi sorpreso di ciò e capii subito che era Bhagavan a darci la conferma che quello era il Suo progetto. Scrivemmo la proposta, la presentammo a un’agenzia nazionale di ricerca e pregammo che avesse successo.

In una successiva visita a Prasanthi Nilayam, Swami mi concesse amorevolmente un colloquio privato. Quando chiesi al Maestro Divino di benedire il progetto, Egli dette conferma con le parole: “Io aiuterò, aiuterò, aiuterò.” Queste parole continuano a risuonarmi nelle orecchie, quando persone, idee e risorse si riversano nel progetto. Esso è sbocciato in molte dimensioni, soprattutto attraverso la partecipazione degli studenti non vedenti e ipovedenti. I dispositivi e le tecnologie progettate dagli studenti hanno vinto concorsi e ricevuto riconoscimenti a livello mondiale. Per Sua grazia, questi studenti sono stati in grado di completare gli studi e diventare membri produttivi della società. Il progetto si è anche ampliato in progettazione di dispositivi e tecnologie per

Swami ci raggiunge in molti modi: discorsi, sogni, la nostra voce interiore, attraverso altre persone e tramite interazioni personali. È molto importante capire che, indipendentemente dal Suo modo di comunicare, Egli riversa la Sua amorevole grazia su di noi con ciò che comunica. Ogni Sua parola e azione è molto potente e ha un enorme significato. aiutare le persone con altre disabilità.

Ogni parola e azione di Swami è potente e aiuta a trasformarci in ogni modo.

Bhagavan, nella Sua infinita compassione, rivela la Sua grandezza concedendoci bagliori della Sua Divinità attraverso le nostre esperienze. Solo una piccola parte della Sua sapienza e grazia infinite è comprensibile anche attraverso le esperienze di miliardi di esseri. Io abbandono tutto ai Divini Piedi di Loto della mia amatissima madre, nonché padre, maestro, amico e guida. Prego ardentemente che continui a guidarci e ispirarci tutti per diventare strumenti degni nel Suo gioco divino. Lo prego anche umilmente di aprire i nostri cuori affinché possiamo maggiormente sperimentare la Sua infinita gloria, imparare le Sue lezioni e trasformare noi stessi. – L’autore, dottor Sethuraman Panchanathan, Vicepresidente Senior dell’Università di Stato dell’Arizona, è stato recentemente assegnato alla Commissione Nazionale U.S. di Scienze dal presidente Barack Obama.

La più alta forma di adorazione avviene tramite il Seva (servizio), compiuto in amore. – Baba

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Effulgenza della Gloria Divina DIO È SEMPRE CON VOI

A

LCUNI ANNI FA, PRIMA CHE venissi a sapere di Baba, un giorno volavo su un piccolo aeroplano sulle montagne della Sierra Nevada a Nord della California. Guardando al passato, era un viaggio senza senso, senza scopo, tranne il desiderio di allontanarmi per qualche ora dal mio lavoro d’insegnante e provare l’emozione visiva di volare sopra questa bellissima, aspra catena montuosa a duecentocinquanta chilometri di distanza. Come scoprii, questo volo trasformò completamente la mia vita. Non solo mi portò vicino alla morte, ma mi dette una nuova nascita, perché mi portò ai Piedi di Loto del nostro caro Signore. Nella Turbolenta Furia della Natura

Io vivo in un Istituto sulla costa della California, in campagna, lontano da qualunque città o cittadina. La zona ha un clima tutto suo. Quella mattina mi svegliai in una tersa, frizzante giornata invernale... avevo un giorno di riposo. Invitai un amico a fare un volo assieme. Nel momento in cui arrivammo all’aeroporto, a circa ottanta chilometri di distanza, notai che, a oriente, si stavano formando delle nuvole scure e aumentava 50

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considerevolmente il vento. Così controllai le previsioni del tempo sulle montagne. Esse indicavano condizioni di volo ai limiti con forte turbolenza e una violenta tempesta attesa per il giorno successivo. Sarebbe stato saggio rimanere a terra e rimandare a un altro giorno, ma, stupidamente, pensai che dovevamo solo fare un breve giretto in direzione delle montagne e saremmo rapidamente tornati indietro verso le zone sicure del dolce, mite clima costiero, quando il vento fosse diventato troppo intenso. Con l’approvazione del mio amico continuammo a volare, incuranti dell’enorme fronte climatico che si stava formando per diventare la peggior tempesta della stagione.

Non eravamo in volo da molto, forse quarantacinque minuti, quando divenne evidente che ben presto saremmo dovuti tornare indietro... il clima sembrava estremamente minaccioso. Stavamo sorvolando una zona selvaggia di frastagliate cime bianche, grandi canyon e crepacci, punteggiata di laghi color smeraldo, circondata di alberi giganteschi e alimentata da impetuosi ruscelli montani formati dai sovrastanti estesi ghiacciai. Era un paesaggio incredibilmente bello, magico, ma non era un posto ove permettere a un piccolo aereo di Eterno Auriga


cavalcare adeguatamente una tempesta. Ci meravigliammo dell’intensità della scena, che presentava enormi cumuli di nubi, illuminate da lampi, che si gonfiavano come se fossero in aspra competizione con l’accidentato terreno sottostante, affermando la propria posizione dominante sulla scena che si dispiegava davanti a noi.

Virai verso la direzione del ritorno... ma tutto quello che riuscimmo a vedere fu un muro scuro di nuvole fluttuanti attorno a noi. Eravamo circondati... la tormenta ci aveva ormai inghiottiti. Per alcuni minuti restammo nell’ultima oasi di aria tersa in un mare di furia turbolenta. Poi fummo scaraventati nel suo centro. Il piccolo aeroplano era come una barca giocattolo in balia di una vorticosa schiuma dei marosi in riva al mare, che andava giù, poi di nuovo riemergeva per una nuova speranza di vita. Lottai quasi due ore per mantenere il controllo. Nella zona c’erano numerose vette sopra i 3500 metri; perciò cercai di mantenermi in quota, ma venivamo catturati da forti correnti discendenti, solo per essere risucchiati e spinti in alto nell’aria rarefatta da correnti ascensionali ancor più forti. A un certo punto mi accorsi che il mio passeggero era accasciato sul sedile, privo di sensi a causa del poco ossigeno. In preda alla disperazione lanciai alla radio il “Mayday! Mayday!” con la speranza che qualcuno avesse ricevuto la chiamata di soccorso e in qualche modo ci portasse fuori da quel ventoso inferno. Tuttavia, anche se qualcuno avesse ascoltato e risposto, che cosa avrebbe potuto fare un semplice uomo di fronte a quegli infuriati elementi? Fu una speranza vana e non ci fu risposta. Ero perduto, lontano dalla possibilità di contatto con il resto del mondo. Non sapevo se il mio amico fosse vivo o morto. Non c’era respiro visibile e non vi era alcuna risposta ai miei scuotimenti e richiami. A quel punto, ogni oncia della mia energia andò in quella lunga, impari lotta, contrapposta alla terrificante e implacabile potenza della Eterno Auriga

natura. Il carburante andava scemando, così come la forza vitale. Gli elementi avevano costantemente il sopravvento. Il piccolo aereo e io eravamo entrambi esausti. Sentivo strapparsi il rivestimento metallico e rompersi alcuni tiranti d’acciaio che sostengono i cavi. Ero disperato. Mi rivolsi allora all’Onnipotente. “O Dio, Ti prego, aiutami. Non riesco più a combattere... sono sfinito. Ti prego, vieni a salvarmi! Non voglio morire.” Dopo quel grido angosciato, tornò in me un po’ di calma, e aggiunsi: “Fa’ di me quello che vuoi. Io sono Tuo.” Tirai indietro la valvola a farfalla e misi l’aereo in leggera picchiata. Se fossi riuscito a vedere la terra prima della collisione, avrei utilizzato l’ultima parte di combustibile per manovrare l’aereo per un atterraggio di fortuna. In caso contrario, sarebbe tutto finito molto rapidamente. Eravamo nelle mani del Signore. Non mi illudevo di uscire tutt’intero da tale calderone. Nelle Mani di Dio

Improvvisamente sentii una voce forte e chiara provenire dagli altoparlanti della cabina che avevo lasciato in funzione dopo il mio ultimo tentativo alla radio quasi un’ora prima: “Aereo in difficoltà, riesci a sentirmi?” – disse la voce. Anche se era allo stesso tempo forte e ferma, c’era una tale meravigliosa gentilezza e sollecitudine nel suono, che soffocai di lacrime. Era come se un angelo fosse stato inviato a guidarci verso casa. Forse la combinazione di scarsità d’ossigeno e la stanchezza stavano giocando un brutto tiro alla mia mente. Cercai a tentoni il microfono che era caduto a terra. Prima che riuscissi a trovarlo e accenderlo, la voce entrò di nuovo in scena: “Se mi ricevi, fai una virata di 60 gradi verso destra e poi a sinistra, in modo che possa identificarti. Non preoccuparti, ti porterò giù sano e salvo.” Fu bello avere qualcosa di positivo da fare. Feci come da istruzioni. Non ci fu conversazione. Ero troppo agitato, e inoltre la voce, quasi subito, aggiunse: Novembre 2015

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“Ti ho in vista. Non devi rispondere. Sei a centoventi chilometri dall’aeroporto di Reno. Non preoccuparti, ce la farai.” Centoventi chilometri significava almeno 30 minuti di ulteriore carburante a tutto gas, sempre che il vento fosse a favore, ma, secondo i miei calcoli e l’indicatore del carburante, ero quasi a secco, con meno di 20 minuti o forse appena 10 di autonomia. Tuttavia, in quel momento, non riuscii a raccogliere la forza di volontà necessaria per rispondere alla voce. Non avevo idea dell’esatta direzione del vento e se fosse rimasto del carburante anche se le spie segnalavano “vuoto”. Detti tutta potenza e seguii le istruzioni. Con un tono calmo e sicuro, chi parlava mantenne un flusso costante di istruzioni, facendomi aggirare le peggiori celle temporalesche, dandomi le altezze dei punti cospicui a terra, in modo che potessi mantenermi sufficientemente in quota per evitarli e poi rassicurandomi dolcemente che mi avrebbe portato verso l’aeroporto. Seguirono, poi, le ultime istruzioni: “Se rimani sulla presente rotta, in 12 minuti uscirai dalle nubi e vedrai, proprio di fronte, l’aeroporto di Reno. Inizia la discesa per l’atterraggio. Chiudo con questa comunicazione. Arrivederci e buona fortuna.” E se ne andò, senza essersi mai identificato. A quel punto, nella mia mente non vi era più alcun dubbio che eravamo nelle mani di Dio. Aveva sentito il mio richiamo e ci stava portando a terra in modo sicuro. Mi attenni alle istruzioni ricevute ed esattamente 12 minuti dopo, non appena usciti dalla tempesta, vidi una distesa di luci davanti e un paesaggio invernale, con neve tutt’intorno: una distesa di bianco a perdita d’occhio. Allineai il velivolo alla pista principale come previsto. Dichiarai la situazione di emergenza e ottenni immediatamente l’autorizzazione all’atterraggio diretto. Poco prima che le ruote toccassero terra, il mio amico si 52

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svegliò. Un’ondata di tensione mi percorse la schiena dileguandosi. Sapevo che tutto sarebbe andato bene, ma l’avventura non era finita. Prima che potessimo effettuare il rullaggio in una zona protetta, la tempesta si abbatté a terra in un turbinio di neve. Poco più tardi il motore esaurì la sua ultima goccia di benzina. Arrivò una jeep che ci guidò al parcheggio. Gli addetti alla torre di controllo non riuscivano a spiegarsi da dove fossimo venuti. Prima del nostro arrivo, un’improvvisa calma della tempesta aveva permesso all’aeroporto di essere aperto solo per un breve periodo di tempo. Sapevano che, durante quella pausa momentanea, nessuna stazione di controllo del volo con un radar avrebbe potuto portarci sul campo dalla direzione da cui eravamo venuti. “È un miracolo che siate vivi”, disse uno dei controllori. Ero d’accordo e, in silenzio, ringraziai Dio e benedissi la nostra buona sorte. Lo Svelarsi del Mistero

La tempesta durò cinque giorni, coinvolgendo tutta la zona nordoccidentale degli Stati Uniti; non c’era possibilità di tornare a casa. Non avevamo un abbigliamento adeguato per rimanere in quel freddo ambiente invernale. Alla prima occasione di miglioramento del tempo, spalammo un metro e mezzo di neve dalle ali dell’aereo, facemmo alcune veloci riparazioni e ci dirigemmo a sud, verso il confine messicano, in un clima più mite. Il mio amico sapeva di una scuola di yoga a Tecate, oltre il confine messicano. Come dovevo scoprire in seguito, era il luogo di Mataji Indra Devi. Ci andammo il pomeriggio per verificare la possibilità di rimanere per la notte. Quando arrivammo, vedemmo le luci in diversi edifici; entrammo e vi trovammo prova di un recente pasto consumato da numerose persone. C’erano cani che abbaiavano e ovunque segni della presenza di qualcuno, ma nessuno rispondeva alle

Eterno Auriga


nostre chiamate e non si vedeva anima viva da nessuna parte. Poi udimmo alcune deboli note musicali provenienti dal piano interrato. Cercando, trovammo una stanza in un angolo della sala per la pratica dello yoga da cui proveniva il suono. Aprii la porta e apparve un gruppo di persone che cantavano l’Arati, con una di esse che agitava una fiamma di fronte a un’immagine di Baba coperta di Vibhuti. A quel tempo non sapevo a chi appartenesse quell’immagine, ma sentii un’immediata, travolgente marea di emozioni. Sapevo che c’era qualche connessione tra la figura della foto con la veste rossa e la voce che ci aveva così rocambolescamente salvati dalla tempesta.

Chiesi informazioni circa l’immagine e mi dissero che si trattava di Sathya Sai Baba che viveva nel sud dell’India. Mi furono raccontate molte storie insolite che sembravano simili alla mia. Ma come aveva potuto questo “uomo”, nella lontana India, farsi improvvisamente sentire alla radio dell’aereo sopra il deserto del Nevada nel momento più critico e guidarci alla salvezza? E perché aveva salvato proprio noi? L’aveva forse mandato Dio? Era troppo strano da credere. La sensazione interiore di un collegamento era così forte che sapevo che non avrei avuto pace finché non fossi andato a vederLo. Dovevo scoprire direttamente se la voce era la Sua. Partii per l’India. Dal primo giorno di quel fatidico pellegrinaggio verso Bhagavan mi sentii immerso in un mare di grazia. Non ebbi in alcun modo l’occasione di farGli la domanda circa la voce alla radio. Mi sembrò sempre inopportuno. Tuttavia, Swami fece in modo che la risposta arrivasse indirettamente. A Prasanthi Nilayam mi assegnarono una stanza assieme a un piccolo uomo del nord dell’India. Dava l’idea di essere povero in quanto aveva pochi effetti personali, e, probabilmente, non parlava inglese, e rimasi sorpreso del fatto che avessero assegnato a me, occidentale, Eterno Auriga

una stanza con un devoto indiano. Il primo giorno, ci scambiammo solo dei Sai Ram. Il giorno successivo, quando feci alcuni movimenti della mano che indicavano che stavo uscendo per il Darshan, egli controbatté con: “Mi scusi, ma non ci sarà alcun Darshan questo pomeriggio. Swami è andato a visitare il college di Anantapur, ma, come al solito, ci saranno i Bhajan alle 18.”

Che parlasse inglese fu una vera sorpresa per me e, dalla sua buona dizione compresi che questo apparentemente povero e presumibilmente umile piccolo yogi parlava un inglese di gran lunga più forbito di quanto non facesse questo americano sfacciato, con tutto il suo bagaglio di sicurezza di sé e presunzione. Solleticò la mia curiosità. Gli chiesi se volesse cortesemente dirmi da dove provenisse e come fosse arrivato a Baba. Molto a malincuore, con molta riluttanza e per la mia ostinata insistenza, accettò di parlare un po’ di sé e, poco per volta, si delineò la storia di una vita dedita al servizio come ministro e alto funzionario del Governo, come seguace di Gandhi che aveva vissuto nell’Ashram del Mahatma, come studente in Inghilterra durante la guerra e combattente per la libertà dopo la guerra, come possidente che aveva rinunciato alla ricchezza per dedicare gli anni della maturità al servizio di Dio. Nel momento in cui lo conobbi era presidente dell’Organizzazione Sai dello Stato. Nei tanti anni trascorsi da allora, ci siamo incontrati molte volte e siamo diventati buoni amici. Se dovesse capitargli di leggere quanto sopra, spero che perdonerà la mia descrizione poco lusinghiera che ho fatto di lui quando lo incontrai per la prima volta, allorché non avevo ancora aperto gli occhi per percepire con la visione di Sai. Ecco la storia di questo grande uomo e la modestia con cui, ricordo, me la raccontò quel giorno a Prasanthi Nilayam.

Baba lo aveva attirato nel Suo “gregge” per effetto di un incidente. Pare che egli Novembre 2015

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e sua moglie stessero viaggiando in auto su una stretta strada di montagna quando dovette sterzare bruscamente per evitare un altro veicolo. La vettura sbandò e precipitò rotolando giù per la montagna. L’ultima cosa che ricordava mentre l’auto cadeva, era sua moglie che gridava: “Rama, Rama, Rama.” Quando riprese conoscenza, era steso per terra accanto alla moglie che stava appoggiata contro un masso. Ella si rianimò circa nello stesso momento: erano entrambi illesi. Si trovavano molte decine di metri al di sotto della strada e la macchina era un ammasso di lamiere contorte e vetri rotti visibile all’estremità della striscia di terra in fondo alla montagna. Fu un miracolo che fossero vivi e senza un graffio. Per la loro buona sorte non avevano spiegazioni. L’Addetto alla Protezione Antiaerea di Londra

Mesi dopo, a quest’uomo capitò di dover svolgere un incarico per il governo in una città dove Baba stava facendo una speciale visita. Quasi suo malgrado venne attratto dall’enorme campo pubblico dove Swami stava dando il Darshan ed era previsto tenesse un Discorso. Un volontario Seva Dal gli si avvicinò dicendo che era stato inviato da Baba per guidarlo verso un posto in prima fila. Evidentemente Swami aveva descritto l’uomo perfettamente giacché il volontario non ebbe difficoltà a identificarlo nella moltitudine che si avvicinava. Quando Baba uscì si fermò a parlare con il nostro amico. Le Sue prime parole furono: “Achchha, sei venuto. Devi ringraziare tua moglie per aver avuto salva la vita. Se ella non Mi avesse chiamato, ora saresti morto. Vi ho tirati entrambi fuori da quella macchina e vi ho stesi a terra illesi, anche se non hai pensato a Me nemmeno una volta. Comunque, ti ho salvato la vita molte volte senza che nemmeno tu lo sapessi. Ti ricordi l’Addetto alla Protezione Antiaerea?” A queste parole, affiorò alla sua mente un ricordo, sopito da tempo, dei primi 54

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giorni della Seconda Guerra Mondiale, quando, durante un attacco, era un giovane studente in un college di Londra. Ogni notte, le sirene avvertivano delle incursioni aeree dei bombardieri tedeschi. Egli, a quel tempo, viveva in una mansarda in cima a una lunga scala di un vecchio condominio di Londra. Spossato per la scuola e il suo lavoro, terminava i compiti a casa ogni sera prima di andare a letto. Invariabilmente, in quel momento le sirene cominciavano a suonare, ed egli doveva precipitarsi giù per le scale e andare al rifugio di quartiere pieno di bambini urlanti e gente che si lamentava. Un giorno decise che non poteva andare avanti così a perdere il sonno ogni notte, e, dal momento che nessuna bomba si era mai abbattuta su quel quartiere, e nessuno, tranne il padrone di casa, sapeva se lui fosse fuori o dentro casa, affrontò il rischio di infrangere la legge e restare a letto durante i successivi allarmi aerei. Quella notte, quando le sirene cominciarono a suonare, egli si tirò le coperte sopra la testa e continuò a dormire. Nel giro di qualche minuto, sentì bussare forte alla porta. Trattenne il fiato e finse di non essere in casa. Il colpo alla porta diventò più insistente e si trasformò in un pesante martellamento, accompagnato da una voce arcigna che urlava attraverso la porta: “Apri! Apri là dentro! So che sei lì! È la legge!” Egli, con atteggiamento dimesso, aprì la porta che poi si spalancò per rivelare un grosso inglese dal volto rosso con addosso un casco, che sembrava molto irritabile ed estremamente intimidatorio e puntava una torcia contro la fragile, piccola figura in pigiama del nostro amico. “Hai sentito la sirena. Presto! Scendi giù e vai nel rifugio. Non c’è tempo per vestirti. Vieni con me ora!” Corsero giù per la buia scalinata con l’addetto alla protezione davanti e il nostro piccolo amico che lo seguiva saltando due gradini alla volta e cercando ansiosamente di tenere il passo. Si affrettarono verso il rifugio, che il direttore prontamente chiuse

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dall’esterno. Il nostro amico si era appena sistemato in un angolo dell’affollato luogo, cercando di mettersi comodo e allo stesso tempo di dare il meno possibile nell’occhio, dato il suo abbigliamento da notte, quando una tremenda esplosione scosse il rifugio, disseminando l’interno di macerie. Dopo che esse furono raccolte e portate fuori, videro che era rimasto solo lo scheletro distrutto dalle bombe dei piani superiori dell’edificio. Esso aveva ricevuto un colpo diretto. Il nostro amico ringraziò Dio per essere ancora vivo, ma allo stesso tempo sentiva un profondo rimorso, pensando che l’uomo che lo aveva salvato e per il quale aveva nutrito cattivi pensieri fosse stato indubbiamente ucciso dallo scoppio della bomba. Baba ripeté: “Ti ricordi l’addetto alla Protezione Antiaerea? Ero Io. Venni per salvarti da quella bomba. Nella tua vita, ti ho protetto e salvato molte volte prima. Ora verrai a stare con me.” L’Avatar Viene per Condurre l’Uomo a Dio

Circa nello stesso periodo in cui, in Inghilterra, nella metà degli anni ‘40, ebbe luogo questa storia, in uno sperduto villaggio dell’India del Sud il tredicenne Sathyanarayana gettò via i libri di scuola e dichiarò ai Suoi pochi seguaci presenti di essere Sai Baba, l’Avatar dell’era. Persino allora, 40 anni fa, Egli stava già proteggendo i Suoi futuri devoti che, nel tempo, si sarebbero contati a decine di milioni. E anche allora stava già cominciando a radunarli vicino a Sé. Quando udii questa storia, capii subito perché Swami aveva messo insieme noi due in quell’appartamento a Prasanthi ovest. Ebbi perciò la risposta alla mia domanda circa la “voce” che mi aveva portato a Bhagavan. Al termine del Corso Estivo a Ooty, alcuni anni dopo (nel 1976), Swami tenne un discorso storico mettendo in luce la Sua infanzia e la Sua missione. A quel tempo Egli ingiunse a quanti di noi erano presenti Eterno Auriga

di tornare ai nostri luoghi natii assicurandoci che, ovunque fossero i Suoi devoti, Egli sarebbe stato presente. Disse: “Io ho Voi e voi avete Me. Negli anni a venire Io verrò in molte manifestazioni della Mia forma. Non temete. Ovunque siate, Io ci sarò.” Dagli avvenimenti miracolosi qui raccontati, sappiamo che Egli mantiene questa promessa fatta ai Suoi devoti, anche prima che essi giungano a Lui.

Ho imparato a vedere in tutti i “miracoli” di Baba, la corrente sotterranea e il messaggio più profondo della Sua Missione. Se consideriamo le Sue azioni e le Sue parole, vediamo che tutto ciò che Egli fa è in consonanza con lo scopo dichiarato del Suo avvento. L’Avatar viene per ricondurre l’umanità persa e sofferente verso la strada maestra che conduce a Dio... insegnandoci le grandi verità del Dharma, come condurre una vita sacra e nobile, piena d’amore, servizio e coscienza di Dio seguendo i grandi percorsi dello yoga di Bhakti, Karma e Jnana. Lavora lentamente, come un seme piantato in profondità nel nucleo spirituale all’interno del nostro essere più profondo. Ancora molto prima che veniamo a conoscenza della Sua esistenza in forma umana e della Sua missione nel mondo, e molto prima che riconosciamo il Suo immenso effetto sulle nostre vite, Egli già ci sta guidando, plasmando, proteggendo e preparando per il giorno in cui saremo alla Sua presenza e inizieremo il nostro vero lavoro. Questo è il meraviglioso dono della grazia che noi tutti abbiamo ereditato grazie al nostro buon Karma. Come siamo tutti fortunati! Egli è con noi come eterno auriga, guida, protettore, madre, padre, maestro, amante, amico. Il nostro lavoro è condurre una vita esemplare, consapevoli dei Suoi insegnamenti, e impegnarci costantemente per compiacerLo, amando noi stessi amando tutti, e amando Lui in tutto. – Tratto dall’articolo di Al Drucker in “Golden Age, 1980” Novembre 2015

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COMMUNICAZIONE CON SAI BABA Rita Bruce I miracoli accadono ogni giorno. Swami mi ha salvato la vita e l’ha allungata. Possiamo solo immaginare l’amore di Swami per noi, ma, in questo corpo, non potremo mai sapere l’enorme quantità del nostro karma che Egli prende su di Sé. Il Suo amore non conosce confini né limiti; continua l’espansione della Sua costante attenzione a tutte le nostre esigenze. Gratitudine è una piccola parola, ma quando, sciogliendo il Suo cuore, la glorifichiamo con amore incondizionato verso tutti, avvertiamo la Sua Divina Presenza.

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OI, IN REALTÀ, SIAMO COME UNA torre di comunicazione. Inviamo e riceviamo informazioni per tutto il giorno attraverso i nostri sensi, le parole e le azioni. Una volta, Swami disse a una donna in un colloquio privato: “Tu litighi con tuo marito.” “No, Swami”, ella disse. Swami continuò: “Sì, stai litigando con tuo marito.” “No, Swami”, ribatté la donna. Sai Baba spiegò poi: “Ti ricordi lo scorso sabato sera, quando eri dai tuoi amici e volevi tornare a casa e tuo marito continuava a parlare e parlare? Sei andata da lui e lo hai guardato severamente. Stavi litigando con tuo marito.” Beh, ciò è stato sicuramente un’altra dimostrazione di che tipo di comunicazione si aspetti da noi il Signore. Anche questo mi ha reso più consapevole dei nostri gesti. I Misteriosi Modi di Comunicare di Swami Il nostro Signore comunica con noi attraverso i sogni, le visioni, la voce interiore, di persona, attraverso un libro con uno speciale messaggio che si attaglia proprio alla nostra domanda. Anche quando parla ad altri e noi ascoltiamo, ciò potrebbe essere indirizzato anche a noi. Sai Baba mi ha insegnato molte cose sulla comunicazione con il Signore ed essa è completamente diversa da quella che può avvenire con chiunque altro. Egli ci dà frammenti di informazioni, a volte da inserire come a comporre un puzzle, ma la risposta

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può arrivare subito o anni dopo.

Questa storia riguarda una delle esperienze di comunicazione che abbiamo avuto con Swami, che comprende una molteplicità di cose. Cominciò con un sogno che feci nel 2000. Si trattò di un breve, semplice sogno. Swami, nella Sua luminosa veste arancione, venne verso di me con un grande libro tipo registro. Sulla parte superiore della pagina era scritto: “Il Libro della Vita”. L’intera pagina era in bianco. Non c’era scritto nulla, ma Egli l’aveva chiaramente firmata. Non riuscivo a capire che cosa ciò significasse, tranne il fatto che, quello che c’era scritto, io non dovevo saperlo. Era un puzzle con pezzi mancanti, ma non l’ho mai dimenticato. Swami mi svegliò una notte del 1987, quando l’indomani mattina saremmo partiti, e mi disse che, tornando a casa attraversando Bombay (oggi Mumbai), dovevo prendere un libro riguardante la lettura (delle foglie di palma) di Brighu (grande santo e veggente del passato – ndt). Avevo letto su di lui nel libro di Phyllis Krystal molti anni prima, ma non avevo mai avuto alcun desiderio di farmi fare una lettura. Così, quando Swami mi disse di partire l’indomani, esclamai: “Se questo è vero, fa’ che, prima che partiamo, Phyllis attraversi il mio cammino.” Mentre stavamo salendo sul taxi, ecco apparire Phyllis sulle scale. Le chiesi se aveva il nome completo del Pandit che effettuava la lettura

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di Brighu, ed ella rispose: “Vedi, non lo porto da tre anni, ma, questa volta, ho deciso di portare il suo indirizzo.” Sembrò così che la mia richiesta di avere un segno fosse stata soddisfatta.

Una delle domande che ci fece il Pandit alla fine della lettura fu se volevamo conoscere l’età nella quale saremmo morti. Rispondemmo di sì ed egli mi disse che sarei morta a 73 anni. Quel momento era ancora molto lontano poiché avevo poco più di 50 anni. Robert sarebbe morto due anni dopo. Probabilmente saremmo deceduti a Prasanthi Nilayam. Era il 1987. Il Mistero della Pagina Bianca Andando avanti velocemente, molti anni più tardi Swami mi chiese di scrivere il libro che intitolò “Love of Conscience: Four Aspects of Human Nature”. Ciò avvenne nel gennaio del 2000. Terminai di scrivere il libro e lo feci pubblicare nel 2003. Swami lo toccò nella veranda e lo benedisse. L’anno seguente ci chiamò per un colloquio privato. Avevamo il libro con noi e chiesi a Swami se volesse cortesemente firmarlo. Quello fu il momento in cui la storia prese una strana piega.

Swami accettò e Robert gli porse una penna. Di solito, Swami firma i miei libri “Con Amore, Baba”. Scrisse “W” (iniziale inglese di with=con – ndt) e disse che la penna non aveva inchiostro. Sembrava lo avesse, ma Robert fece la cosa più strana. Invece di utilizzare un foglio di carta, prese la penna Eterno Auriga

e iniziò a fare dei cerchi sempre più ampi sul palmo della sua mano sinistra. Il palmo era coperto d’inchiostro scuro. L’inchiostro c’era. Swami, allora, firmò il libro con un’altra “W”, “With Love, Baba” (Con Amore, Baba).

Poi mi disse, come fosse un ordine: “TrovaMi una pagina bianca.” Girai la pagina e un lato era vuoto e l’altro aveva qualcosa stampato. Egli affermò ancora: “No, voglio una pagina bianca.” Sfogliai, quindi, il libro fino alla sua parte anteriore: nulla era scritto su entrambi i lati. Egli, allora, firmò di nuovo “Con Amore, Baba”. Stavamo cercando di capire il perché dell’insistenza sulla pagina bianca. Quando Robert lasciò la stanza dei colloqui, il palmo della sua mano sinistra era pieno d’inchiostro con disegnati i cerchi, ma, quando arrivammo nella nostra camera, chiesi a Robert: “Dov’è l’inchiostro sulla mano?” Egli rispose: “Non lo so.” Domandai di nuovo: “Ti sei lavato?” “No, è semplicemente scomparso.” Che mistero! Forse Swami aveva cancellato qualcosa nella nostra vita?

Dieci Anni in Più Quando arrivammo a casa, ci sedemmo nel nostro studio e parlammo dell’accaduto. Ricordai quindi il sogno di anni prima della pagina bianca ne “Il Libro della Vita” e Swami che insisteva sulla pagina vuota per firmare di nuovo. Pensammo poi che l’inchiostro sul palmo della Sua mano sinistra potesse esser la cancellazione della nostra vita e poi la macchia era improvvisamente scomparsa. Novembre 2015

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Quella sera, nello studio, parlammo di questo chiedendoci se fosse vero. Swami aveva cambiato la nostra vita? Avevamo una copia di un dipinto di Monet, dove tutte le donne stavano camminando in un parco sotto la pioggia e ognuna indossava un abito scuro, verde, vinaccia, marrone. Tutti colori scuri, ma gli stessi colori ripetuti. La mattina sedevamo di nuovo nello stesso luogo, sorseggiando il nostro caffè. Alzai gli occhi verso il quadro e un abito scuro delle donne era diventato bianco... come la pagina bianca!! Swami ci stava dando un segno che ciò era vero e che Egli aveva cambiato la nostra vita. Come poteva un vestito esser diventato bianco? Era un miracolo. Il dipinto era sotto una cornice in vetro ed era cambiato! Solo Dio poteva fare questa trasformazione. Ora stavamo cominciando a credere che in qualche modo Swami avesse cambiato ciò che era scritto ne “Il Libro della Vita”. Il sogno era avvenuto nel 2000 e in quel momento eravamo nel 2004. La nuova scena della commedia in questa storia fatta di pezzi di puzzle arrivò nel settembre del 2009. Quando avevo 73 anni, andammo a trascorrere sei mesi a Prasanthi Nilayam. Decidemmo di farci fare la seconda lettura dello Suka Nadi a Bangalore. Era passato molto tempo da quando lo avevamo fatto per la prima volta nel 1987. Ci fu detto che Swami aveva allungato la nostra vita di 10 anni. Ora questa storia aveva avuto un epilogo. Quanto era scritto sulle foglie di palma indicava la cancellazione della nostra vita e la pagina bianca era l’allungamento della stessa che Egli ci concedeva. Arrivammo a settembre, e la prima settimana di ottobre mi ammalai con forti

dolori nella zona del colon. Riuscivo a stento a mangiare. I medici mi avevano sottoposto a ogni esame possibile al Super Speciality Hospital, ma non risultò nulla. Non mi furono dati farmaci per il dolore, ma solo qualcosa per il mal di testa. Trascorsi tre mesi a letto; niente Darshan, ma Swami andava da Robert e gli diceva di non preoccuparsi perché Lui si stava prendendo cura di me.

Attorno al 1° dicembre, Swami disse che sarebbe finita presto. Mi aspettavo sollievo nel giro di una settimana, ma ciò non accadde. Ogni giorno che passava, pensavo che quella sarebbe stata la volta buona. Finalmente, dopo Natale, Swami disse a Robert di portarmi a casa in America. Alla fine, mi rimisi! Fino a oggi, non so veramente quale fosse il problema che Egli mi aveva aiutato ad affrontare. Tranne... che sarei dovuta morire a 73 anni e tutto ciò che successe solo Lui lo sa. Ora ho 78 anni; perciò Egli ha allungato la mia vita e quella di Robert.

I miracoli accadono ogni giorno. Swami mi ha salvato la vita e l’ha allungata. Possiamo solo immaginare l’amore di Swami per noi, ma, in questo corpo, non potremo mai sapere l’enorme quantità del nostro Karma che Egli prende su di Sé. Il Suo amore non conosce confini né limiti; continua solo l’espansione della Sua costante attenzione per tutte le nostre esigenze. Gratitudine è una piccola parola, ma quando, sciogliendo il Suo cuore, la glorifichiamo con amore incondizionato verso tutti, avvertiamo la Sua Divina Presenza. Grazie, Signore, per avermi permesso di offrirTi questo dono. – Rita Bruce è autrice di “Vision of Sai, I e II”, “Sathya Sai Parenting”, “Love of Conscience: Four Aspects of Human Nature”.

Nulla è più grande del potere divino. Una volta ottenuta Anugraha (la grazia divina), che male possono farvi i Navagraha (i nove pianeti)? Lavorate solo per la grazia di Dio e abbandonatevi completamente a Lui. – Baba 58

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Eterno Auriga


Chinna Katha

L’Annientamento di Narakasura

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UTTI SANNO CHE LA FESTA di Deepavali si celebra il giorno in cui il demone Narakasura fu ucciso da Sathyabhama, la consorte del Signore Krishna. Perché non fu Krishna Stesso a uccidere questo demone e lo fece invece uccidere da Sathyabhama? Non solo, Krishna scappò molte volte dal campo di battaglia quando fu affrontato da Narakasura. Qual è il significato di tutto questo? Non aveva forse Krishna il potere di uccidere il demone? Possono sorgere dubbi come questo. C’è un profondo intimo significato in tutti questi Leela di Krishna. Narakasura aveva imprigionato molte donne e commesso atti di violenza contro di loro.

Krishna escogitò un piano per far sì che Narakasura fosse ucciso da Sathyabhama.

Pertanto, Krishna escogitò un piano per fa sì che questo aguzzino delle donne fosse ucciso solo da una donna. Chi di spada ferisce, di spada perisce. Non è vero?

Narakasura aveva troppa ira in sé. Non appena l’ira di una persona aumenta, l’energia dei suoi organi diminuisce e diventa debole e impotente. Quando un Eterno Auriga

uomo s’infuria, il suo corpo trema, i suoi nervi perdono la loro forza e la temperatura del suo sangue si alza rapidamente.

Krishna, perciò, attaccò Narakasura molte volte, ma quando Narakasura arrivò al campo di battaglia colmo d’ira, Krishna fuggì lontano da esso. In questo modo, Egli fece aumentare sempre più l’ira del demone, e quindi ne aggravò la tensione e l’eccitazione, ne esaurì la forza e lo rese completamente impotente. Oltre all’ira, Narakasura nutriva gelosia nei confronti di Krishna. Così, Egli gli fece esaurire le forze, aumentandone l’ira e la gelosia. Quando ebbe completamente perso il suo potere a causa delle troppe ira e gelosia, Krishna lo fece uccidere da Sathyabhama.

Sathyabhama uccise Narakasura quando egli divenne debole a causa della sua ira.

Il detto “la tua ira è il tuo nemico” non è privo di significato. L’ira e la gelosia causano la caduta dell’uomo. Questa commedia fu messa in scena dal direttore Cosmico Krishna per illustrare tale verità.

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L’Angolo degli Studenti

SERVITE DIO NELL’UOMO

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Ayesha Altaf

A PREGHIERA IN azione è amore. L’amore in azione è servizio. Tuttavia, i termini in cui oggi viene effettivamente fatta la preghiera è sconsolante. La preghiera è ciò che piace a Dio, ciò che porta un individuo più vicino all’Onnipotente. La preghiera, direttamente e indirettamente, evidenzia il servizio all’umanità e il servizio alla società. Che si tratti di un evento improvviso o di un settore più debole della società, il nostro obiettivo principale dovrebbe essere il servizio. Purtroppo, siamo esseri egoisti, consideriamo la preghiera solo come mezzo per far sì che Dio realizzi i nostri desideri, mentre alcuni pregano perché sono costretti a farlo. È a questo che serve la preghiera nella nostra vita? Ogni religione dichiara che il servizio è molto più importante della preghiera. La gente nel mondo non ricorda Gautama Buddha per raggiungere la salvezza; la vera ragione per cui Egli è adorato è il suo cuore gentile e compassionevole. Il miglioramento della società non richiede di fatto il frequente canto dei Mantra, ma ha sicuramente a che fare con la ricerca di coloro che fanno un passo in avanti verso un atteggiamento premuroso e indirizzato al servizio. Noi adoriamo Dio per la convinzione che Egli sia il nostro Creatore e che si prenderà cura di tutte le nostre esigenze. Tuttavia, abbiamo

bisogno di coloro che potrebbero contribuire a sradicare la povertà, aiutare i poveri e di coloro che potrebbero aggiungere colore alla nostra vita. Ricordate sempre di “Servire Dio nell’Uomo”, il che significa chiaramente che Dio risiede in ognuno di noi e che, se vogliamo servirLo, non dobbiamo pregare meccanicamente. Dobbiamo invece servire le persone attorno a noi. La gentilezza è sufficiente per curare tutte quelle ferite insopportabili che il mondo è incline a subire. Le parole e le azioni gentili possono sembrare brevi e facili da estrinsecare, ma la loro eco è davvero infinita. La preghiera, invece, può essere enormemente profonda, ma a volte non ci porta da nessuna parte. Pertanto, dobbiamo essere e vivere il cambiamento che vogliamo vedere, mettendo in pratica la vera devozione a Dio sotto forma di servizio. Dunque, “Le mani che servono sono più sante delle labbra che pregano”. Salamalekhum. Che Allah vi benedica. Khuda Hafeez. Sai Ram. – Tratto dal brano vincitore del Concorso di Componimento, indetto dall’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Karnataka, nel settembre del 2015.


UNO STRUMENTO DELLA SUA MISSIONE DIVINA Alida Parkes La mia sfida personale nella vita è non deludere Swami, ma essere all’altezza delle Sue aspettative! A tal fine, mi assicuro che Egli sia sempre in cima all’elenco delle mie priorità, prima della mia famiglia, del mio lavoro e della mia vita personale. In secondo luogo, Gli dedico tutti i miei pensieri, le decisioni e le azioni mettendo in pratica i Suoi insegnamenti, vale a dire la coerenza di pensiero, parola e azione. Infine, faccio del mio meglio per vedere Swami in ogni persona che incontro, e per agire come se Egli mi stesse osservando.

B

HAGAVAN SRI SATHYA SAI BABA ha offerto a tutti noi una grande opportunità in questa vita. Sono molto felice di essere parte della Sua Organizzazione Internazionale Sathya Sai ed estremamente grata dell’opportunità di esprimere il Suo amore in azione. Andai a Prasanthi Nilayam per la prima volta oltre 20 anni fa. Fui conquistata e profondamente toccata dall’energia e dalla vibrazione d’amore che provai quando Swami entrò nel Sai Kulwant Hall, un sentimento che non mi ha mai abbandonato. Soggiornai là solo per un paio di giorni, ma ciò mi bastò per capire che avevo trovato quello che cercavo e fu anche ampiamente sufficiente per desiderare di far parte della Sua Missione Divina. L’amore che sentivo, e che sento ancora, ogni volta che penso a Lui, è così appagante, avvolgente e rassicurante che non ho mai sentito il bisogno di chiedere altro. Ogni volta che ho avuto la possibilità di parlarGli, ho proprio avvertito l’impulso

Eterno Auriga

di esprimere la mia gratitudine per il Suo amore e le Sue benedizioni. Sono sempre stata sicura che questo amore si sarebbe preso cura di me e avrebbe rimosso tutti gli ostacoli sul mio cammino.

Swami Si Prende Cura di Tutti i Nostri Desideri

La ricerca spirituale dentro di me è stata molto attiva fin da quando ero adolescente, sempre alla ricerca di risposte e spiegazioni, ma praticamente non sapevo nulla su Swami quando mi recai la prima volta a Prasanthi Nilayam. Così, andai alla libreria dell’ashram e iniziai a leggere un libro che mi era stato suggerito: “Un sacerdote incontra Sai Baba” di Mario Mazzoleni. Compresi subito che lui e io stavamo percorrendo lo stesso cammino spirituale. Rimasi affascinata dal suo incontro con Swami e avrei voluto incontrare l’autore per saperne di più. Certo, non sapevo, in quel momento, che Swami si prende cura di tutti i nostri desideri! A mia insaputa, facevo già parte del Suo piano divino!

Quando tornai a casa, visitai il vicino Centro Sai e dissi al presidente che avevo da poco visitato Prasanthi Nilayam, che desideravo sapere di più sulle loro attività e mi misi a disposizione. Il presidente mi chiese se parlassi l’inglese e sapessi usare il computer, cosa che io confermai. Allora, ella disse subito: “Benissimo! Ho pregato Swami per avere un aiuto, ed eccoti qui! Ho bisogno di un segretario e Mario Mazzoleni necessita di un assistente per tradurre i libri di Sai. Ti interessa?” Ero più che stupita! Ella mi Novembre 2015

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offriva l’opportunità di servire nell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai (SSIO) e incontrare il prete cattolico Mazzoleni; due dei miei ardenti desideri venivano soddisfatti ancor prima che potessi dirlo a qualcuno!

Mario Mazzoleni divenne il mio “ m e n t o r e ” spirituale. Nell’aiutarlo a tradurre i libri, Baba mi dette l’opportunità di approfondire la mia comprensione del Suo messaggio e dei Suoi insegnamenti. In seguito, dopo alcune settimane, fui presentata, come segretaria del Centro Sai, a Pietro Marena, Coordinatore Centrale, il quale mi offrì l’opportunità di lavorare con lui quale sua segretaria. Sotto la sua guida, cominciai a familiarizzare con l’amministrazione dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai (SSIO). Nel corso degli anni, ho avuto la fortunata possibilità di lavorare con molti devoti Sathya Sai e responsabili della SSIO, come parte della mia offerta a Swami e della mia stessa trasformazione spirituale. In risposta ai miei desideri, Swami non avrebbe potuto darmi miglior supporto e più appropriati formatori. Era chiaro per me che Baba ci sceglie, ci prepara e ci incoraggia a risvegliarci alla chiamata della divinità universale e diventare strumenti nelle Sua Missione Divina.

L’Ospedale di Alta Specializzazione per Ricercatori Spirituali Per me, Prasanthi Nilayam è come un “Ospedale di Alta Specializzazione” per Ricercatori Spirituali. Qui, sfide e benedizioni coesistono fianco a fianco, quasi a darci dà la possibilità di imparare ad amare e rispettarci l’un l’altro, e a praticare 62

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mondo.

la pazienza, la tolleranza e la comprensione. Se impariamo le lezioni, siamo in grado di curare le nostre ferite mondane, riempirci di pace suprema, e tornare a casa ricaricati dall’amore necessario per cambiare il

In questo “ospedale”, Swami ci mette tutti di fronte ai nostri stessi difetti, alle imperfezioni e agli errori fintantoché non li abbiamo riconosciuti e superati. In questo ospedale, tutti i pazienti soffrono della stessa malattia: l’ignoranza di aver dimenticato la propria Realtà Atmica. Baba sa come guarire ciascuno di noi. Egli ci ha riuniti per diventare, al tempo stesso, testimoni, beneficiari e strumenti di questo incredibile processo di guarigione, un processo che sta trasformando il mondo.

Swami ha dato a tutti la grande opportunità di far parte della Sua Missione come membri dell’Organizzazione che porta il Suo santo Nome. Egli ci dice che, quando tutte le persone e gli oggetti saranno visti come riflessi di Dio, sulla terra rifulgeranno pace e fratellanza. Possiamo chiamarci seguaci di Sai solo quando mettiamo in pratica il principio di Sai, cioè il principio dell’amore. Questo è facile a dirsi, ma non facile a farsi. Personalmente, concentro i miei sforzi su “Ama Tutti, Servi Tutti” e “Vedi Dio in tutti”. Facendo servizio nella SSIO, ho notato che l’ego e l’attaccamento sono molto simili e formano i veri ostacoli verso l’unità. Siamo attaccati alle nostre abitudini, tradizioni, culture, idee e alle nostre simpatie

Eterno Auriga


e antipatie. Abbandonare l’“io” è ciò che significa realmente “rinuncia”. Vuol dire sublimare ogni pensiero, parola e azione in un’offerta a Dio, colmando ogni gli atto d’intento divino. Swami ci ha ripetutamente detto che l’“io” dovrebbe essere messo da parte. Egli ci ha anche fornito i mezzi per farlo. In uno dei miei primi colloqui, Swami mi guardò e disse: “Ricordati di tre princìpi: ama Dio, temi il peccato e pratica la moralità nella società.” Li ripeté due volte, dandomi con decisione dei colpetti sul capo come se volesse fissarmeli nel cervello! Poi, per assicurarsi che avessi capito e memorizzato il Suo consiglio, come un insegnante scolastico disse: “Ripeti!” Se seguiamo questi tre princìpi fondamentali, è garantito un progresso a trecentosessanta gradi.

In un’altra occasione, Swami mi disse che, per essere in grado di riconoscere e ascoltare la mia voce interiore, dovevo solo ripetere “Om Sai Ram, Om Sai Ram” e, per progredire nella mia trasformazione spirituale, tutto quello che dovevo fare era “essere sempre serena”. Con fiducia e fede piene in Swami, posso dire che, se siamo in pace con noi stessi e con il mondo, e se ci dedichiamo a Swami costantemente, offrendo a Lui tutte le nostre azioni, non possiamo sbagliare: esse saranno santificate. Ciò che Ho Imparato da Swami

La mia sfida personale nella vita è non deludere Swami, ma essere all’altezza delle Sue aspettative! A tal fine, mi assicuro che Egli sia sempre in cima all’elenco delle mie priorità, prima della mia famiglia, del mio lavoro e della mia vita personale. In secondo luogo, Gli dedico tutti i miei pensieri, le decisioni e le azioni mettendo in pratica i Suoi insegnamenti, vale a dire la coerenza di pensiero, parola e azione. Infine, faccio del mio meglio per vedere Swami in ogni persona che incontro, e per agire come se Egli mi stesse osservando. Si tratta di Eterno Auriga

piccoli passi che mi tengono sulla via verso di Lui. Sono sicura che se mettiamo Swami in cima all’elenco delle nostre priorità e ci concentriamo su di Lui, Egli si prenderà cura di noi e della nostra famiglia.

Tra le molte cose che ho imparato da quando sono giunta da Swami, ne spicca una in particolare: che dobbiamo crescere in sapienza e abbandonare il nostro ego. Oggi, le persone pensano che la spiritualità non abbia relazione con la nostra vita mondana e viceversa. È un grosso errore. La vera divinità è una combinazione di spiritualità e obblighi sociali. Dobbiamo renderci conto che la fama e la grandezza legate al potere, alla posizione o alla ricchezza sono transitorie. Esse svaniscono quando il potere, la posizione e la ricchezza ci abbandonano. Al contrario, la bontà viene sempre rispettata. Da qui sorge la domanda: “Che cos’è la bontà?” Credo che sia vivere secondo il Dharma e la giustizia, amare tutti e avere fede in Dio. Dobbiamo accettare il bene nella nostra vita quotidiana e scartare ciò che è negativo. Ci si dovrebbe sempre chiedere: “Ciò è bene o è male?” “È giusto o sbagliato?” La discriminazione non deve limitarsi alle sole questioni fisiche. Dobbiamo usare la discriminazione nella nostra visione, ciò che vediamo; nelle nostre parole, ciò che ascoltiamo; nei nostri pensieri, ciò che pensiamo, e, naturalmente, nelle nostre azioni e nel nostro comportamento. Solo allora il termine “discriminazione” avrà un senso. Ho imparato che la discriminazione fondamentale invece di quella individuale è un requisito veramente essenziale della vita come aspirante spirituale. Distacco, fede e amore: questi sono i pilastri su cui poggia la pace. Dobbiamo essere coinvolti, ma allo stesso tempo distaccati. Questa è un’altra lezione che ho imparato. Dobbiamo essere pronti ad affrontare ogni sfida della vita con distacco. Il distacco è la chiave del successo. La Novembre 2015

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vita offre ogni genere di difficoltà. Quando incontriamo delle difficoltà, diventiamo facilmente preda di avvilimento e confusione. Dobbiamo sforzarci di considerare le difficoltà come sfide che mettono alla prova la nostra forza spirituale.

Ogni pensiero, ogni parola e ogni azione hanno una reazione, un riflesso e una risonanza. Pertanto, dobbiamo ascoltare Swami e rendere puro il nostro amore. Per purificarci, dobbiamo sviluppare la tolleranza, che è serena pazienza e autocontrollo in ogni circostanza, ed essere buoni con tutti, anche con coloro che potrebbero volerci far del male.

Infine, ho sperimentato che, per ottenere qualunque cosa in questo mondo, è indispensabile la disciplina. Per diventare strumenti della Sua missione divina, bisogna essere un esempio dei Suoi insegnamenti. Occorre sempre essere colmi d’amore e non usare mai parole aspre, perché le parole sono più letali delle frecce. Bisogna sempre essere solidali con coloro che soffrono e con quelli che si sono persi nell’ignoranza. A questo mondo, non c’è austerità maggiore della forza d’animo, felicità più grande del sapersi accontentare, virtù più santa della pietà, arma più efficace della pazienza. Non possiamo trovare la pace all’esterno; essa è nel nostro cuore. Il cuore è sempre pieno di pace, amore e felicità. È la fonte di tutte le sacre qualità, come la compassione, l’amore, la tolleranza ecc. Questo è ciò che Swami continua a dirci: tutto ciò che emana dal nostro cuore è sacro, e tutto ciò che proviene dalla nostra testa è pieno di ego e attaccamento. Quindi, se vogliamo essere eccellenti esempi degli insegnamenti di Swami, dobbiamo ricordare, in tutte le nostre azioni, di seguire il cuore e usare la nostra discriminazione fondamentale. Per la Sua missione, Swami ha bisogno di veri devoti, uomini e donne valorosi e coraggiosi, persone di mente aperta e di larghe vedute 64

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Swami mi disse che, per essere in grado di riconoscere e ascoltare la mia voce interiore, dovevo solo ripetere “Om Sai Ram, Om Sai Ram” e, per progredire nella mia trasformazione spirituale, tutto quello che dovevo fare era “essere sempre serena”. Con fiducia e fede piene in Swami, posso dire che, se siamo in pace con noi stessi e con il mondo, e se ci dedichiamo a Swami costantemente, offrendo a Lui tutte le nostre azioni, non possiamo sbagliare: esse saranno santificate.

che possano accettare i diversi punti di vista, ma possedere la discriminazione di distinguere il giusto da ciò che è sbagliato.

Sri Sathya Sai Baba semplicemente dice: “Non si possono sempre fare cortesie, ma si può sempre parlare cortesemente.” Dice anche: “Uomini e donne di buon carattere sono ciò di cui il mondo oggi ha bisogno.” Essi devono avere la capacità di lavorare e l’umiltà di servire.

Swami ci ha benedetti con i Suoi insegnamenti e la Sua guida per molti, molti anni. Ha continuato a ripeterci gli stessi concetti, la stessa verità universale, sperando che li assorbissimo e li praticassimo. Ormai, dovremmo averli impressi nella nostra mente, nel nostro cuore e nelle nostre mani. Eppure, purtroppo, a volte ci comportiamo come se, da Lui, non avessimo sentito o capito una sola parola. L’Organizzazione Internazionale Sathya Sai Se confidiamo in Baba e riconosciamo la Sua divinità, allora dovremmo essere

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onorati di far parte della Sua Missione Divina. Dobbiamo esser grati di aver avuto quest’opportunità di essere Suoi strumenti e di servire nella Sua Organizzazione e, facendone parte, essere consapevoli della grande fortuna di avere la guida diretta dell’Avatar a ogni passo del nostro cammino spirituale.

Siamo qui perché Swami ci ha scelti come strumenti del Suo movimento spirituale. Movimento implica far progredire, cambiare, trasformare le cose in meglio. Pertanto, non dobbiamo essere attaccati al passato o anche al presente, ma accettare il cambiamento come mezzo di crescita spirituale. Dobbiamo andare avanti in unità, e Swami ha detto: “L’unità è divinità.” L’unità è l’ideale che noi tutti dovremmo sforzarci di raggiungere. Tutto può essere attuato attraverso l’unità. L’Organizzazione Internazionale Sathya Sai ha l’immenso potenziale di cambiare il mondo, perché è presente ovunque sul pianeta. Tutti insieme possiamo davvero cambiare il mondo se solo riusciamo a render visibile l’unità nella diversità e quindi ottenere la Divinità. Swami dice che lo scopo stesso dell’esistenza dell’Organizzazione che porta il Suo Nome è vederLo in ogni

persona e servire tutti con spirito di dedizione e reverenza. Questo è un punto molto importante. Noi, molto spesso, non prestiamo attenzione alle parole di Swami e, dato che non comprendiamo pienamente il messaggio che sta dietro a esse, non riusciamo a raggiungere il nostro obiettivo. In tutti questi anni di servizio nella SSIO, ho imparato che, quando mi vien chiesto di fare qualcosa, devo rispondere come se l’ordine venisse da Swami Stesso. In questo modo, qualunque cosa io faccia, lo compio per Swami, e faccio del mio meglio perché a Lui non può essere offerto niente di meno. Si darebbe anche la massima priorità al lavoro che si compie all’interno dell’Organizzazione se si comprendesse che l’assegnazione è venuta da Swami Stesso.

Se vediamo Swami in ogni persona, la vita diventa molto più facile e non ci si sente limitati o sopraffatti dalle sfide quotidiane. Possiamo invece semplicemente pensare che stiamo servendo Dio, in spirito di dedizione e adorazione, come ha detto Swami. Dobbiamo sempre ricordare che l’Amore è la Sorgente, la Via e la Meta dell’Organizzazione Sai. – L’autrice è Presidente della Zona 6 dell’Organizzazione Internazionale Sathya Sai

Solo l’amore può superare gli ostacoli, anche se numerosi e grandi. Non c’è forza più efficace, beatitudine più appagante dell’amore, gioia più ristoratrice della devozione, trionfo più lodevole dell’abbandono. – Baba Eterno Auriga

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Recensione del Libro

Piogge Monsoniche a Prasanthi Nilayam, 1996 I principali aspetti di questi Discorsi, provenienti dall’Avatar Stesso, come copiosi acquazzoni d’amore incontaminato che sottolineano specialmente l’autogestione come presupposto dell’autorealizzazione, sono il vero scopo della nascita umana, il reale valore dell’essere umano, la necessità di discriminare tra verità e menzogna, e i veri strumenti che aiutano a comprendere la propria realtà.

PIOGGE MONSONICHE A PRASANTHI NILAYAM, 1996, PARTE 1 Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division, Prasanthi Nilayam. Rs 65.00

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ER UN PERIODO DI numerosi decenni, le persone di tutto il mondo hanno beneficiato immensamente degli Scritti e dei Discorsi di Bhagavan Baba, che sono pubblicati come serie di Vahini, Discorsi di Sathya Sai, Corsi Estivi, Discorsi in occasione di Dasara, Prema Dhaara ecc. Questa serie, intitolata “Piogge Monsoniche a Prasanthi Nilayam, 1996”, è una compilazione di Discorsi Divini di Baba, tenuti nel Sai Kulwant Hall durante il periodo dei monsoni dal 16 giugno al 10 settembre 1996, che hanno placato la sete spirituale di migliaia di studenti e devoti, e riempito il loro cuore di gioia con dolcissime spiegazioni. 66

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“Non vi manca nulla. Il mondo intero è dentro di voi. Allora, perché dovreste desiderare qualcosa dagli altri?” - chiede Swami mentre infonde negli studenti fiducia in se stessi. Inoltre, Egli avverte che l’uomo è afflitto da preoccupazioni quando dimentica la verità; per avere successo in qualsiasi campo si deve aderire alla verità. Le connotazioni più profonde delle storie puraniche e i significati più profondi di parole come “Mantra”, “Bhuloka”, “Yajna” ecc, si possono trovare nelle Sue spiegazioni. “Bhur Bhuvah Suvaha denota l’unità del corpo, del principio vitale e della coscienza divina”, afferma Bhagavan. “Per diventare destinatari dell’amore di Dio, dovreste ridurre gradualmente il vostro amore mondano. Siete sicuri di sapere ciò che è bene per voi? Quando vi arrendete totalmente a Dio, Egli vi darà ciò che è veramente bene per voi. La fede nel Sé e la fede in Dio: è questo il segreto della grandezza”, dice Swami. “Voi eseguite molte pratiche spirituali come Japa, Tapa, Dhyana, Yoga ecc., ma, se il cuore non è puro, tutto diventa inutile”, Egli avverte. “L’ira distrugge la vostra devozione, i desideri distruggono le vostre opere buone e l’avidità distrugge la vostra conoscenza... La gente del Dwapara Yuga riusciva a mantenere il proprio vigore giovanile anche dopo i 70 anni. Le ragioni erano le loro corrette abitudini alimentari e il modo ideale di vivere. Oggi, i Vidyarthi (studenti) stanno diventando Vishayarthi (ricercatori dei piaceri) invece di cercare Eterno Auriga


la conoscenza”, dice Baba. L’uomo può sperimentare meglio Dio quando Egli viene in forma umana. Baba, attraverso i Discorsi Divini, ha infatti ridefinito i concetti di gestione del tempo, dei valori religiosi, dell’autovalutazione e della visione umanistica.

La Parte 1 di questa serie di Piogge Monsoniche contiene, in un volume tascabile di 260 pagine, ben 21 di questi 70 preziosi Discorsi.

– P.P.S. Sarma

Sri Sathya Sai General Hospital

Prasanthi Nilayam – 515134, Puttaparthi, Anantapur District, Andhra Pradesh Email: hrmgh@sssihms.org.in, Phone 08555-287256, Fax 08555-289409 Applications are invited for the following posts: Junior Consultant / Senior Resident in the Departments of • Obstetrics and Gynaecology and General Surgery Qualification: M.B.B.S. + M.D. / D.G.O., or M.B.B.S. + M.S. / D.N.B. (General Surgery) with relevant experience in the respective departments. Scale of Pay: Senior Resident (with P.G. Degree): Pay band ` 15,600-39,100, Grade Pay ` 6,600 – Gross Pay ` 44,400/- Junior Consultant: Pay band ` 15,600 - 39,100, Grade pay ` 7,600 Gross Pay ` 75,700/-. • Female Medical Officers for the Department of General Medicine. Qualification: M.B.B.S. + with relevant experience. – Medical Superintendent

Sri Sathya Sai Institute of Higher Medical Sciences EPIP Area, Whitefield, Bengaluru - 560066 Email: hrblr@sssihms.org.in, Phone 080-28004641

Applications invited for the post of Senior Resident in the Department of Anaesthesiology Applications are invited from interested candidates for the post of Senior Resident in the Department of Anaesthesiology at Sri Sathya Sai Institute of Higher Medical Sciences, Whitefield, Bengaluru. The candidate should possess MD/DNB Anaesthesia. Interested candidates can send their application along with resume to hrblr@ sssihms.org.in – Director


La Mia Vita è il Mio Messaggio

Il suggestivo concerto musicale degli studenti del Sathya Sai Mirpuri College of Music.

Esibizione di Sitar della signora Roopa Panesar e del suo gruppo di musicisti.

Io sono presente ovunque, in ogni tempo. La Mia volontà deve prevalere su ogni ostacolo. Conosco il passato, il presente e il futuro dei vostri più intimi pensieri e dei più reconditi segreti. Io sono Sarvantaryami, Sarva Shakta e Sarvajna (onnipresente, onnipotente e onnisciente). Ciononostante, non manifesto questi poteri in modo eccentrico o per semplice ostentazione, poiché sono d’esempio e ispirazione in qualunque cosa compia od ometta di compiere. La Mia vita è un commentario sul Mio Messaggio. – Baba

Bhajan dei devoti sudafricani.

E d i z i o n e I t a l i a n a d e l S a n a t h a n a S a r a t h i


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