APRILE 2017
Eterno Auriga
Dedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’Umanità VERITÀ
Aprile
RETTITUDINE
PACE
AMORE
NON VIOLENZA
2017
“Dio metterà alla prova i Suoi devoti in diversi modi. Tutte queste prove sono gradini che li conducono a un livello più alto. Un vero devoto conduce una vita sacra, dimostrando la santità del suo comportamento e la profondità della sua fede. Andrà avanti incurante di tutti i guai, le difficoltà e i problemi, e raggiungerà l’obiettivo della sua vita.”
© Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Publications Division Prasanthi Nilayam Pubblicato sul Sito Web del Movimento Srì Sathya Sai d’Italia
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Ottenete la Grazia di Divina per Mezzo della Preghiera Discorso di Bhagavan del 12 aprile 1993 Promuovete l’Amore nel vostro Cuore Dai nostri Archivi Sachin Tendulkar e il suo Divino Maestro Un’Esperienza dell’Onniscienza di Bhagavan La Nostra Divinità di Famiglia Una Rara Esperienza della Divinità di Swami T.G. Krishnamurthy Una Carriera Scientifica Orchestrata dal Divino Maestro Professor Sathya Gourisankar Alcuni Rapidi Sguardi dei Leela di Swami Durante l’Infanzia Effulgenza della Gloria Divina Dio Protegge i Suoi Devoti Chinna Katha Benedizioni Divine nei Momenti di Difficoltà L’Angolo degli Studenti Celebrazioni a Prasanthi Nilayam Cronaca
Siti Web Ufficiali di Prasanthi Nilayam Sri Sathya Sai Sadhana Trust, Settore Pubblicazioni: www.srisathyasaipublications.com Fotografie Online di Bhagavan: www.saireflections.org Prasanthi Nilayam, Cronache dal Sito Web: www.theprasanthireporter.org Sri Sathya Sai Central Trust: www.srisathyasai.org.in Radio Sai Global Harmony: www.radiosai.org Sri Sathya Sai Easwaramma Women’s Welfare Trust: www.ewwt.org.in Ala Bal Vikas dell’Organizzazione Sri Sathya Sai, India: www.sssbalvikas.org Per Rinnovi / Nuovi Abbonamenti / Edizioni Elettroniche, vi invitiamo a visitare il nostro sito @ www.sanathanasarathi.org
P A R O L A D E L L’ A V A T A R
OTTENETE LA GRAZIA DIVINA PER MEZZO DELLA PREGHIERA “Quale può essere l’effetto malefico dell’Era di Kali su un essere umano il cui cuore è colmo di compassione, le parole soffuse di verità e il corpo è dedito al servizio agli altri?” (Verso Sanscrito) M A N T E N E T E L ’E Q U A N I M I T À N E L P I A C E R E E N E L D O L O R E
Incarnazioni dell’Amore! L LEGNO DI SANDALO, PER quanto lo maciniate, non può darvi altro che profumo; in modo simile, per quanto forte si schiacci la canna da zucchero, non si otterrà che succo dolce. L’oro, posto sul fuoco, brilla con splendore maggiore. Allo stesso modo, un devoto potrà affrontare tutti i problemi, le difficoltà, i rimproveri e gli ostacoli, ma non s i allontanerà mai da Dio; Lo seguirà affidandosi completamente a Lui. Dio mette i devoti alla prova in molti modi; tutte le prove sono passi che li conducono a un livello superiore. Un devoto vero vive in modo sacro mostrando la santità della sua condotta e la profondità della fede.
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Egli procede incurante degli ostacoli, delle difficoltà e dei problemi, e raggiunge l’obiettivo della vita. La scintilla della Divinità è presente in tutti gli esseri Il corpo è stato dato all’essere umano affinché santifichi il tempo. Il tempo è la forma effettiva di Dio. Nella Bhagavad Gita, il Signore Krishna dice: “Io sono quel tempo infinito.” Il tempo è infinito, non ha misura; l’essere umano sperimenta nella vita il tempo infinito dividendolo in ore, giorni, mesi e anni. Egli compie nel mondo le attività
giornaliere grazie a questa divisione del tempo e ne trae una qualche felicità, ma Dio è il Signore del tempo che si manifesta nell’uomo come una scintilla della Divinità. Il Signore Krishna dice nella Gîtâ: “L’eterno Atma, che è in tutti gli esseri, è parte della Mia Essenza.” L’uomo deve seguire una disciplina spirituale per sperimentare questa Divinità dentro di sé. Pur essendo pulito, uno specchio non mostrerà il vostro riflesso se la sua faccia posteriore non è stata ricoperta di vernice al mercurio. Allo stesso modo, il vostro cuore non mostrerà il riflesso di Dio se non è rivestito d’amore. Nell’oceano insondabile ci sono innumerevoli onde. Nessuna è uguale all’altra per forma e grandezza, ma la loro acqua è la stessa; la medesima acqua è presente uniformemente in tutte. In modo simile, nel mondo c’è un numero infinito di esseri che differiscono per nome e forma, ma la scintilla della Divinità presente nella forma di Sat Cit Ananda (EsistenzaConoscenza-Beatitudine) è la stessa in tutti, per cui ogni essere è l’incarnazione di Sat Cit Ananda. Se noi facciamo tesoro di tali sentimenti sacri dentro di noi, i pensieri bassi e meschini non entreranno nella mente. Materializzazione, Radiazione
Vibrazione
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Dio si manifesta nell’uomo umano in tre forme: Bhur, Bhuvah e Svah. Bhur significa padartha (mondo materiale) o corpo umano, Bhuvah si riferisce alla Shakti del Prana (potere della vibrazione) o principio vitale e Svah indica la Shakti del Prajna (potere della radiazione) o Principio Divino. È solamente questa radiazione che fa muovere e operare il corpo materiale tramite la vibrazione. Dio si manifesta in ogni essere come radiazione, vibrazione e materializzazione. Eterno Auriga
Nel bicchiere davanti a Me c’è dell’acqua; senza il bicchiere, non si può tenere dell’acqua, per cui esso è la base per l’acqua, necessaria a calmare la sete. Anche il corpo è il contenitore dell’acqua della Divinità. Per bere quest’acqua ci vuole la sadhana (pratica spirituale); quindi con la sadhana si può calmare la sete di realizzare Dio.
Il corpo è composto di materia. È una combinazione di acqua, calcio, ferro, piombo, fosforo ecc., ed è inerte. Funziona per mezzo della vibrazione della Shakti del Prana, ma è la Shakti del Prajna a causare la vibrazione. Le foglie di un albero non si muovono da sole; sono mosse dalla pressione del vento. In modo simile, il potere della radiazione della Shakti del Prajna fa vibrare la forza vitale nel corpo. Questa Shakti del Prajna è Coscienza che occupa un posto speciale nel corpo: è Dio nella forma di Coscienza che lo attiva. Se l’uomo comprende questa verità spirituale, non commetterà più azioni malvagie. La natura della mente è del tutto peculiare, non ha caratteristiche intrinseche. Ecco un quotidiano: esso non ha caratteristiche speciali, non ha un odore suo. Se ci avvolgete dei fiori di gelsomino ne assumerà il profumo. Il giornale, che prima non aveva alcun odore, acquisirà quello dei pakoda (frittelle) se ve li avvolgete. In modo simile, se vi mettete del pesce secco, ne prenderà il sentore. La carta non ha un suo odore particolare: prende quello delle cose con cui viene a contatto. Similmente, la mente umana, che è pura e sacra per natura, diventa impura Aprile 2017
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e perversa a causa della consapevolezza corporea e degli attaccamenti materiali. Quando voi pensate a un oggetto materiale, la mente ne assume la forma, e vi lega al mondo se la indirizzate verso di esso, ma, se la volgete verso i Principio Vitale (vibrazione), la vostra vita ne sarà santificata. Quando quella stessa mente è diretta verso il Prajna (radiazione), che è Brahman, voi diventate Brahman. La responsabile della schiavitù o della liberazione dell’uomo è la mente. Il corpo è la base di ogni cosa; è la base dei tre guna, sattva, rajas e tamas, e dei tre mondi. In altre parole, i tre mondi, Bhur, Bhuvah e Svah, sono presenti nel corpo. La Trinità di Brahma, Vishnu e Mahesvara è presente nel corpo. L’uomo cerca Dio all’esterno sebbene ogni cosa sia al suo interno; questa è ignoranza. Egli stesso è Dio; Dio non è separato da lui. La sua Divinità diviene manifesta solamente quando egli rende pura e senza macchia la propria natura. Realizzate la Divinità per mezzo della sadhana Incarnazioni dell’Amore! Se indagate profondamente, comprenderete che tutto l’universo è pervaso da Dio. Visvam Vishnu Svarupam L’universo intero è l’incarnazione del Signore Vishnu. Il corpo umano è limitato; è legato al tempo e allo spazio. L’uomo è legato all’azione; ognuno ha la responsabilità di fare il suo dovere, quindi bisogna usare correttamente il corpo e fare azioni corrette. L’uomo, però, è dedito ai piaceri e spreca la vita invece di cercare di fondersi con la Divinità splendente che è dentro di lui. Il mondo è destinato a essere distrutto; è temporaneo e falso, quindi bisogna 6
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acquisire la devozione a Dio che è eterno e vero. Solamente questo può guidare sulla via della realizzazione del Sé. La fiducia in se stessi è il primo requisito per giungere alla realizzazione del Sé. In questo mondo, la ragione principale delle difficoltà delle persone è la mancanza di fiducia in se stesse, per cui, prima di tutto, si deve avere tale fiducia. La fiducia in se stessi conferisce la soddisfazione di sé e questa porta al sacrificio di sé che è il solo mezzo atto al raggiungimento della realizzazione del Sé. La fiducia in se stessi è il fondamento di questa residenza della vita e la soddisfazione di sé costituisce i muri; solamente su questi possiamo poggiare il tetto del sacrificio di sé. Quando sui muri c’è il tetto, si può vivere felicemente all’interno e questa è la realizzazione del Sé. Questi sono i passi verso la liberazione: fiducia in se stessi, soddisfazione di sé, sacrificio di sé e realizzazione del Sé. Ogni cosa è basata sull’Atma e tutti sono Atma Svarupa (incarnazioni del Sé). Il corpo non è il Sé; il Sé trascende il corpo. Il sé privo di ego è quello vero; quindi dobbiamo liberarci dell’identificazione col corpo che è solamente uno strumento. Nel bicchiere davanti a Me c’è dell’acqua; senza il bicchiere, non si può tenere dell’acqua, per cui esso è la base per l’acqua, necessaria a calmare la sete. Anche il corpo è il contenitore dell’acqua della Divinità. Per bere quest’acqua ci vuole la sadhana (pratica spirituale); quindi con la sadhana si può calmare la sete di realizzare Dio. Ottenete la grazia di Dio per ottenere l’eterna beatitudine I passi della devozione a Dio sono nove: Shravanam (l’ascolto delle storie e della gloria di Dio), Kirtanam (il canto Eterno Auriga
delle Sue lodi), Vishnusmaranam (la contemplazione del Signore), Padasevanam (il servizio ai Suoi Piedi di Loto), Vandanam (l’atteggiamento di profondo rispetto verso tutte le forme di vita), Archanam (l’adorazione rituale), Dasyam (l’atteggiamento di servo dedito e fedele verso Dio), Sneham (il sentimento d’amicizia verso Dio), Atmanivedanam (la completa resa a Lui). L’ascolto delle glorie di Dio purifica il cuore. Perciò, il primo passo della devozione è l’ascolto, ma ascoltare non è sufficiente: bisogna cantare ciò che si ascolta. Anche cantare non basta: si deve riflettere nel cuore. Riflettere solamente non serve: bisogna servire con ambedue le mani. Quindi, abbiate pensieri e parole buoni e compite azioni buone. Questo è il trikarana shuddhi (l’unità di pensiero, parola e azione). I sentimenti che ci sono nel cuore si esprimono in parole e le parole vengono poste in azione dalle mani; tra questi deve esserci armonia. La vita umana è santificata dall’armonia tra pensieri, parole e azioni. Quest’armonia santifica anche il tempo. Noi chiamiamo questo giorno Anno Nuovo. Di fatto, in questo giorno non c’è niente di nuovo; è vecchio come qualunque altro. Ci sono stati moltissimi anni come questo, ma noi lo consideriamo Anno Nuovo ogni volta che un anno finisce. Alcuni seguono il sistema legato al sole, altri seguono quello lunare che si basano, rispettivamente, sui movimenti del sole e della luna, ma il tempo è uno in ambedue. Oggi noi salutiamo l’anno Angirasa e diamo il benvenuto all’anno Shrimukha. Shri è molto sacro; nelle otto forme di ricchezza di Dio (aishvarya), shri è importantissimo; è il simbolo di tutta la prosperità, di tutto ciò che è bene. Non solo: esso significa “immortalità”. Premettere shri ai nomi maschili e shrimati Eterno Auriga
a quelli femminili serve a evidenziare che l’Atma che è in loro è immortale sebbene il corpo non lo sia. Anche quando Dio scende sulla terra sotto forma di Avatar, si premette Shri al Suo Nome, come per Shri Rama, Shri Krishna ecc., per indicare che Essi sono immortali anche se indossano la forma umana mortale. “Il corpo è un nido di sporcizia, è soggetto alle malattie e a cambiare di quando in quando. Esso non può attraversare l’oceano del samsara. Il corpo non è che una struttura ossea. O mente! Non illuderti che il corpo sia permanente. Prendi invece rifugio ai Divini Piedi di Loto.” Non considerate il corpo permanente. Abbandonatevi ai piedi del Signore. Il corpo di tutti gli esseri è temporaneo e anche quello di Dio lo è; quindi Sri si aggiunge ai Nomi di Dio quando Egli assume un corpo umano mortale. Ishvara non ha alcuna forma; Egli è il padrone di tutte le forme di ricchezza. Avendo tutte le forme di aisvarya (ricchezza), è chiamato Ishvara. Egli non ha corpo, per cui nessuno dice Shri Ishvara. Tutti Lo chiamano Ishvara. Il nome di questo Anno Nuovo è Shrimukta e questo nome significa che esso dona la luminosità della gioia a tutti i volti, ma può non essere pieno di felicità come indica il nome; ci saranno dei problemi. Il piacere e la pena si inseguono l’uno l’altro. I problemi fanno parte della vita; non si ottiene mai il piacere dal piacere; il piacere scaturisce solamente dal dolore. Il fatto che soffriate ora, significa che dopo sarete contenti. Il piacere e il dolore sono come la luce e l’ombra: perché esista l’ombra è necessaria la luce; senza luce non può esserci ombra. Anche nell’ombra c’è la luce; quindi noi dobbiamo essere Aprile 2017
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equanimi nel piacere e nella pena. Chi ottiene la grazia di Dio sarà contento in tutte le circostanze, ma l’uomo si affanna per la felicità secolare, per le comodità e i possedimenti terreni; egli lavora di continuo, fa ogni tipo di sforzo per possedere tutto ciò che non merita, ma, se non può soddisfare i desideri, è scontento e deluso. Nell’oceano della vita, Dio è il suo unico faro di speranza e questo faro
orecchie dappertutto, è insediato in ogni dove. Perché dovreste cercare? Cercare Dio è ignoranza pura. La beatitudine effettiva si trova nel santificare i sensi Tutte le Forme di Dio sono in voi. Bhur (materializzazione, corpo), Bhuvah (vibrazione, Prana, principio vitale), Svah (Prajnanam, radiazione, Atma)
La fiducia in se stessi è il primo requisito per giungere alla realizzazione del Sé. In questo mondo, la ragione principale delle difficoltà delle persone è la mancanza di fiducia in se stesse, per cui, prima di tutto, si deve avere tale fiducia. La fiducia in se stessi conferisce la soddisfazione di sé e questa porta al sacrificio di sé che è il solo mezzo atto al raggiungimento della realizzazione del Sé.
è eterno, non si spengerà mai. Esso sarà sempre presente a illuminare con grande splendore la vostra strada; quindi dovete impegnarvi in attività sacre. Dio è onnipresente; pertanto non occorre che Lo cerchiate. “Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono tutto, Egli permea l’intero universo.” Perché dovreste cercare Dio? Se fosse presente in un luogo solo, dovreste cercarLo, ma Egli ha piedi dovunque, ha 8
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sono in voi. Se avete tale sentimento, raggiungerete certamente la Divinità. Non aspettiamo l’Anno Nuovo per realizzare questo. Non dobbiamo aspettare una vita nuova, un’educazione nuova, una cultura e una religione nuove; abbiamo bisogno di uomini e donne virtuosi che abbiano cuori sacri e puri. Soltanto cantando il Nome del Signore si può avere un cuore sacro. Non date spazio a pensieri non sacri nel vostro cuore, conducete una vita sacra, non offendete nessuno in alcun modo. Il Eterno Auriga
Saggio Vyasa ha scritto i diciotto Purana (testi mitologici). Voi non potete leggerli tutti, ma egli ne espresse l’essenza in due sole frasi: “Aiuta sempre. Non ferire mai.” Rendete sacra la vostra vita mettendo in pratica questa regola aurea. Fate buon uso della lingua, dite soltanto parole buone, non usate mai parole aspre. Parlate dolcemente e sottovoce. Questa è la caratteristica principale dell’essere umano. Javadeva diceva: “O lingua, conoscitrice del gusto! Tu sei molto sacra. Di’ la verità nel modo più piacevole, canta continuamente i Nomi Divini di Govinda, Madhava e Damodara; questo è il tuo dovere principale.” Voi avete due occhi per vedere cose diverse, due orecchie per udire, due mani per agire, ma una sola lingua per dire soltanto la verità. Potete manifestare la vostra divinità dicendo la verità. La verità è una, non due. Dite solamente la verità; non date spazio alla menzogna. Se dite bugie, significa che avete due lingue, non una, e solamente il serpente velenoso ha due lingue. Voi non siete dei serpenti, siete l’incarnazione della Divinità. Dite la verità e rendete il cuore sacro e felice. Non sempre potete fare delle gentilezze, ma potete sempre parlare gentilmente. La bellezza e la gioia vere si trovano nel santificare i sensi. L’ornamento della mano è la carità, il gioiello vero per il collo è la verità, l’ascolto delle glorie del Signore è l’ornamento reale delle orecchie. Non ascoltate mai parole disoneste. Non avete bisogno di collane per il collo; dite la verità: quello è il vero ornamento. I gioielli per le mani non sono i braccialetti; il vero gioiello è la carità. Non fate cattivo uso delle orecchie ascoltando pettegolezzi; i gioielli appropriati per le Eterno Auriga
orecchie non sono gli orecchini; la loro vera decorazione è l’ascolto di parole buone. Quali ornamenti vi necessitano oltre a questi? Questa è la vera gioielleria; questa solamente è bellezza. Quando avete tale reale bellezza, potete ottenere la gioia. La bellezza e la gioia non sono separate. Andame anandamu La bellezza è gioia. La gioia è il nettare della vita; comprendete e sperimentate la dolcezza della gioia. Incarnazioni del Divino Atma! Il Nuovo Anno è cominciato. Da oggi in poi, ascoltate soltanto cose buone, dite soltanto parole buone e fate solamente azioni positive. Per mezzo di ciò, dovremmo ottenere purezza di cuore. Rendete sacra la vostra vita pensando sempre a Dio. Se le persone prendono questo sentiero sacro, ci sarà pace e prosperità nel mondo. Swami benedice tutta l’assemblea e conclude il Discorso. Nell’anno che viene, siate tutti contenti, prosperi e pacifici. Pregate Dio con cuore sacro; solamente allora potrete superare tutte le difficoltà. Nessun governo, nessun esercito, nessun’arma potranno proteggervi dai problemi e dalle difficoltà. C’è un solo protettore e quello è Dio. Per cercare la protezione di Dio, i devoti dovrebbero offrirGli le preghiere; soltanto per mezzo delle preghiere potete ottenere la grazia di Dio. Quindi pregate con entusiasmo dicendo: Samasta Lokah Sukhino Bhavantu (che gli esseri di tutti i mondi siano felici!). - Discorso di Bhagavan tenuto nel Sai Sruthi a Kodaikanal il 14 aprile 1993
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PROMUOVETE L’AMORE NEL VOSTRO CUORE L A P R AT I C A È L A P R O VA D E L L A D E V O Z I O N E
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AMA È L’INCARNAZIONE DEI TRE aspetti del Tempo, è il Signore dei tre mondi e l’incarnazione dei tre guna. Quindi Egli è lo spirito residente in ogni essere umano. Per comprendere questa verità non serve essere dei grandi studiosi o degli scienziati. Per quanto grande sia uno studioso, se non ha occhi non può vedere il mondo; per quanto grande sia uno scienziato, quando dorme profondamente, non può vedere niente, ma un essere umano, che ha gli occhi aperti ed è sveglio, può vedere il mondo anche se non è uno scienziato o uno studioso. Il potere della vista non dipende dall’istruzione o dalla scienza: è un dono del Divino. Inoltre, l’istruzione non rende un pandit capace di comprendere la propria natura, sebbene egli possa istruire gli altri. La vera istruzione consiste nel coltivare un cuore puro. Chi ha purificato il cuore sperimenta il Divino, prima o poi. Noi abbiamo un numero enorme di esempi di anime realizzate. Valmiki era un ladro di strada, ma, con la grazia dei saggi, divenne l’autore del Ramayana. Nandanar sperimentò il Divino nonostante fosse un paria; Kucela, poverissimo, conquistò la grazia del Signore. Gajendra, il signore degli elefanti, e Dhruva, un semplice adolescente, ottennero la grazia del Signore per mezzo della devozione. Sabari, un’illetterata indigena della foresta, divenne una grande devota tramite il ricordo costante del Nome di Rama. Grazie alla devozione, ella fece la fortunata esperienza di poter accogliere Rama, Lakshmana e Sita nella 10
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foresta.
Il fascino del Ramayana è inesauribile Nel mondo ci sono molti devoti simili che hanno raggiunto la realizzazione di Dio senza grande istruzione o complesse austerità. Quindi, il Principio Divino di Rama non è qualcosa da ricordare una
volta l’anno: va tenuto sempre presente. Il Rama Navami cade nel periodo dell’anno in cui la Natura indossa la veste nuova dopo avere deposto la vecchia, per cui Rama rappresenta tutto ciò che è bello Eterno Auriga
nella Natura. I Suoi grandi devoti facevano festa cantando le Sue glorie. Una storia toccante e ispiratrice come l’epica di Rama non si trova in altra lingua o Paese; persino dopo migliaia di anni, essa continua a essere narrata in innumerevoli villaggi e città. Sperimentate Rama nel cuore
Oggi, in Bharat, non c’è luogo in cui il Nome di Rama non sia cantato o dana (carità) non sia praticata. In ogni villaggio, per quanto piccolo, c’è un tempietto dedicato a Rama, ma questi templi non sono così importanti; il tempio in cui Egli deve essere venerato è il cuore. Dio è Hridayavasi (residente nel cuore) e voi non avete bisogno di cercare Rama in alcun altro luogo. Senza andare in nessun posto, senza incorrere in alcuna spesa, potete sperimentare Rama nel cuore e ottenere la liberazione. Oggi, nel giorno di Sri Rama Navami, nonostante la fortuna di esser nati nel Rama Janmabhumi (luogo sacro in cui è nato Rama), voi non riconoscete il Principio di Rama. Nel celebrare i compleanni dei grandi personaggi non c’è niente di speciale; bisogna mettere in pratica gli insegnamenti di queste figure eminenti. A che serve celebrare i compleanni e ignorare gli insegnamenti? La pratica è il banco di prova della devozione.
Conoscendo la natura effimera del corpo, le persone dovrebbero seguire la coscienza e vivere in modo divino; questa è vera devozione a Rama. Voi dovreste dedicare il corpo, la mente e ogni cosa a Dio. Egli è l’incarnazione dell’Amore e voi dovete coltivare l’amore nel vostro cuore. Dirigete la mente verso Dio prima che giunga la fine; essa può arrivare in qualunque momento.
Liberatevi della consapevolezza del corpo Eterno Auriga
Valmiki si prostrò davanti a Rama e confessò: “Io non ho osservato alcuna austerità o pratica spirituale. Grazie al canto costante del Tuo Nome, sono stato benedetto con questa bellissima esperienza. In gioventù, ho commesso molte atrocità e molti peccati per motivi egoistici, ma, ultimamente, cantando il Tuo Nome, ho dimenticato anche il corpo; su di esso è cresciuto un formicaio, ma da questo è uscito il Nome Rama.” Questo è ciò a cui ognuno dovrebbe mirare: liberarsi della consapevolezza del corpo e fondersi con il Principio di Rama. Dovete sradicare tutti gli attaccamenti alle cose del mondo e fissare la mente su Dio. “Fate buon uso del Sai che è venuto da voi. Adorate i piedi di questo Signore di Parthi. Offrite la vostra devozione e ottenete la liberazione. Non correte dietro a ogni cosa effimera. Svegliatevi! Abbandonate l’illusione.”
Maturate sentimenti divini di questo tipo, e non rincorrete il potere e la ricchezza. La gente di Ayodhya si concentrava sul proprio dovere, considerava il dovere come adorazione. Quando Rama viveva nella foresta, il popolo di Ayodhya era in grande apprensione; le persone non volevano stare lì senza Rama. In quel periodo, ogni uomo, donna e bambino viveva nell’angoscia; tale era l’intensità della loro devozione a Rama. La stessa devozione, oggi, dovrebbe riempire i vostri cuori. Acquisite fede in Rama e coltivate amore per Lui. L’amore e la fede sono sommamente importanti.
- Estratto dai Discorsi di Bhagavan pronunciati in occasione dello Sri Rama Navami
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SACHIN TENDULKAR E IL SUO DIVINO MAESTRO
RA IL 24 APRILE 2011. QUEL giorno, era in programma un incontro di cricket IPL T-20 tra i Mumbai Indians e i Deccan Chargers allo stadio di cricket Rajiv Gandhi di Hyderabad. Lo stadio era al colmo della capienza in quanto si attendeva l’inizio di un incontro tra la squadra di casa, i Deccan Chargers, e una squadra carismatica che vantava, come capitano, il leggendario giocatore di cricket Sachin Tendulkar. Si aggiungeva all’eccitazione e all’attesa della folla il fatto che era anche il compleanno di Sachin! Era in programma una grande festa, indipendentemente dal risultato della partita, ed era stata ordinata una magnifica torta per festeggiare il suo compleanno. Tutti erano in uno stato d’animo gioioso; tutti tranne Sachin. Quando l’Eterno si Dissolse nell’Eternità 12
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Sachin Tendulkar era seduto da solo nella sua stanza sulla cui porta c’era il cartello “Non disturbare”. Non gli importava minimamente del suo compleanno. In realtà, da quando era approdato al cricket, Sachin non aveva più dato maggior importanza a qualcos’altro, tanto meno al compleanno. Tuttavia, quella giornata sembrava essere una circostanza in cui i suoi pensieri erano concentrati su qualcosa che, nella sua vita, era più grande del cricket! Il maestro di cricket sedeva in contemplazione del suo divino Maestro, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Si era appena diffusa la notizia che Baba non era più nella forma fisica adorata da milioni di persone in tutto il mondo. L’Eterno si era dissolto nell’eternità e Sachin non sapeva come reagire. Ne era rimasto semplicemente distrutto e sapeva che in futuro non avrebbe mai Eterno Auriga
avuto il minimo stimolo a celebrare il suo compleanno. Come poteva, quando il suo Amato Signore aveva scelto di uscire dal mondo in quello stesso giorno?
Infine, arrivò il momento di giocare e Sachin andò sul campo di cricket. Un fragoroso scroscio di applausi fendette l’aria non appena i circa 40.000 spettatori videro il proprio eroe nel giorno del suo compleanno. Tutti, però, potevano avvertire che non era lo stesso. Giocò la partita, ma, quel giorno, rifiutò cortesemente di tagliare la torta o festeggiare il compleanno. Sebbene sembrasse fare tutto con lo slancio che gli era abituale, era visibilmente addolorato. Tutti compresero che, per una volta, il cricket non riusciva a soggiogarlo! Come egli desiderava, in segno di rispetto per Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, gli organizzatori della partita decisero di non diffondere musica e di evitare lo spettacolo dei gruppi di ragazze che incitavano i giocatori con coreografie d’incoraggiamento. Si decise, altresì, di osservare due minuti di silenzio alle 15,57. Tutto questo fece parte dell’impegno che l’associazione del cricket si assunse per partecipare al dolore per la grande perdita che Sachin aveva subìto dopo che Bhagavan Baba aveva deciso di porre fine al Suo soggiorno sulla terra! Terminata la partita, Sachin e sua moglie Anjali si misero in viaggio verso la dimora di Bhagavan a Puttaparthi.
A ciò che accadde il giorno successivo fu dato ampio spazio su tutti i giornali indiani: un Sachin visibilmente scosso piangeva come un bambino per la perdita fisica del suo Amato Maestro. Non scambiò una parola con nessuno mentre sedeva in silenziosa comunione col suo Signore. Quando egli, in preda allo sconforto, versò copiose lacrime, tutti si meravigliarono di questa parte finora sconosciuta del piccolo maestro. Ci vorrebbe davvero un libro per descrivere tutto ciò che è intercorso fra Eterno Auriga
Sachin e Swami, ma qui ricapitoleremo alcuni momenti che offrono solo un barlume di quella relazione. Gli Inizi di una Collegamento Magico
Fu nel lontano 1997 che si instaurò un collegamento tra Sachin e Bhagavan Baba. Il magico incontro e il collegamento si verificarono alla fine del 1997, quando due ardenti devoti di Bhagavan, Sunil Gavaskar e Alvin Kallicharan, chiesero a Baba di ospitare una partita internazionale di cricket a Puttaparthi. Swami acconsentì alla loro richiesta e scelse con favore il gioco del cricket per diffondere il messaggio di Unità e Unicità. Ciò che sembrava una proposta praticamente impossibile, divenne realtà il 30 dicembre 1997 quando l’Indian XI, guidato da Sachin Tendulkar, sfidò l’International XI, guidato da Arjuna Ranatunga, nella partita della Sri Sathya Sai Unity Cup. Nel comitato organizzativo c’erano E.A.S. Prasanna, Sunil Gavaskar, Alvin Kallicharan, Clive Lloyd e Zaheer Abbas, e alla partita partecipò una galassia di stelle internazionali.
Si dice che Dio sceglie il tempo perfetto e la situazione perfetta per entrare nel cuore di un devoto. Il giorno prima della partita, Sachin camminava a grandi passi nel Sai Kulwant Hall indossando una maglietta bianca e blue jeans. Egli guardò Swami, che voleva assicurarsi che i giocatori fossero contenti del campo. Salì poi sulla macchina di Swami accanto al conducente con Ranatunga; Swami e Gavaskar sedettero sul retro. In quel giorno benedetto, il cuore di Sachin diventò la casa di Swami. La partita venne organizzata nello Sri Sathya Sai Hill View Stadium. Bhagavan vi giunse guidato dagli studenti che reggevano le bandiere di 86 Paesi. Sri I.K. Gujral, allora Primo Ministro dell’India, issò la Bandiera dell’Unità Sri Sathya Sai e Swami accese la Fiaccola dell’Unità. Tra Aprile 2017
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gli ospiti d’onore c’erano il Primo Ministro dell’Andhra Pradesh, Sri N. Chandrababu Naidu, il Primo Ministro del Karnataka, Sri J.H. Patel, e il Ministro degli Esteri dello Sri Lanka, Sri Lakshman Kadirgamar, con Bhagavan che, seduto nel mezzo, assistette all’intera partita. Durante la pausa pranzo, gli studenti della scuola primaria Sri Sathya Sai presentarono un programma culturale. Sachin fu il fiero destinatario della Coppa dell’Unità dopo aver giocato e aver portato l’Indian XI alla vittoria, superando con largo margine l’International XI. Fu un grande momento per Sachin Tendulkar ricevere la Coppa dell’Unità dalle mani di Bhagavan. Doccia di Grazia Divina su Sachin
Il momento più grandioso della vita di Sachin arrivò alla fine della partita. Non appena la cerimonia terminò, Swami si diresse lentamente verso di lui, gli mise la mano sulla spalla e lo portò a fare una passeggiata. Bhagavan fu visto dire qualcosa a Sachin sebbene
nessuno potesse indovinare quale fosse il Messaggio Divino. La mano che aveva accarezzato la spalla di uno dei più grandi battitori di cricket e le parole che lo ispirarono a salire al culmine della gloria non furono forse solo per Sachin Tendulkar. Erano per l’India e per la 14
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nascente generazione più giovane. Ciò che seguì è ora storia incisa a caratteri d’oro. Bhagavan scelse e benedisse Sachin Tendulkar per diffondere gioia e pace nel mondo attraverso il suo genio. La Vita è un Gioco, Giocala!
Quando il Signore entra nella propria vita, si raggiunge in grande misura sia il successo spirituale sia quello mondano, e questo è quanto accadde nella carriera di Sachin. Il 1998 si rivelò l’anno di maggior successo nell’intera carriera ODI (partita di un giorno tra squadre nazionali) di Sachin durata per circa 24 anni. Solo quell’anno fece 1894 corse con l’aiuto di 9 centurie (900 corse in un singolo inning - ndt), un record mondiale fino a oggi. Per lui divenne una questione essenziale visitare Swami e avere il Suo Darshan ogni volta che si presentava l’opportunità. Fu durante una di tali visite all’Ashram di Swami a Whitefield, Bengaluru, che fu benedetto con un’“interview”, dopodiché trascorse qualche minuto nell’ufficio dell’allora Direttore del Campus di Brindavan dell’Istituto Sri Sathya Sai d’Istruzione Superiore. Quello che rivelò lì, durante una breve conversazione, fu semplicemente incredibile. Egli disse: “Swami si intende molto di cricket. Mi ha detto qualcosa che rimarrà impresso nella mia mente.”
Naturalmente, ciò solleticò la curiosità del Direttore. Sachin rivelò che Swami gli aveva detto che la sua battuta lanciava fuori la palla a causa della sua impetuosità che lo portava a volgere la propria attenzione al lanciatore. Swami gli consigliò di non concentrarsi sul lanciatore, ma solo sulla palla. Ciò fu per Sachin una boccata d’aria fresca e profumata, e il mondo sa con quanta meticolosità egli andò in giro a demolire e scoraggiare le squadre avversarie di tutto il pianeta con molta più determinazione e perseveranza dopo quell’incontro con Baba. Eterno Auriga
Sembra che Sachin, ogni volta che visitava l’Ashram di Swami, apprendesse di più del gioco del cricket e del gioco della vita. E ha fatto visita a Swami in tempi di abbondanza e in momenti di magra. Quando non era in grado di farlo, Lo portava nel cuore e nella sua attrezzatura da cricket. Come ha rivelato un altro grande giocatore indiano di cricket, V.V.S. Laxman: “Sachin porta sempre una fotografia di Swami nella sua attrezzatura in ogni partita. Inoltre, a volte fa un altare e accende una lampada a olio per Swami. Talvolta, io stesso, Rahul (Dravid), e Sachin parliamo e discutiamo di Swami. In quei momenti, anche molti giovani ascoltano con timore reverenziale e rispetto. Infatti, anche alcuni di loro hanno sentito il desiderio di avere il Darshan di Swami.”
Una tale occasione ci fu quando, il 23 novembre 2005, durante le celebrazioni dell’80° Compleanno di Bhagavan Baba, il desiderio dell’intera squadra fu esaudito. Tutta la squadra nazionale indiana di cricket fece una visita “a sorpresa” a Puttaparthi per fare gli auguri di Compleanno a Swami. Fu un momento in cui Sachin prese con gioia il microfono Eterno Auriga
e disse a Swami alcune parole d’amore, di rispetto e preghiera. Le 200.000 persone presenti allo stadio erano entusiaste. L’intera squadra si sedette sul pavimento del palco per tutta la sessione del mattino che si concluse con un memorabile Discorso di Bhagavan in cui Egli mise in luce la divinità immanente in ogni essere. Bisogna sempre aiutare gli altri e colmarsi d’amore verso tutto e tutti, Egli disse. Un Visitatore Costante
Sachin ha riservato nel suo cuore un posto molto speciale per Swami. Questo è ciò che lo ha fatto spesso andare da Lui nonostante i molti frenetici impegni. Ma Sachin non aveva la minima idea che tali visite dovessero finire così presto, e questo fu il motivo del suo incontenibile sfogo il 24 aprile 2011 perché, come altre milioni di persone, sentì di aver subìto la più grande perdita della sua vita. Ciò fu molto tempo prima che si rendesse conto della verità – come avvenne, anche in questo caso, per milioni di altre persone che il 24 aprile era stato effettivamente un giorno d’arrivo del suo Guru. Fu il giorno in cui Swami si era spostato dal piano fisico all’onnipresente, dallo Yajur Mandir al Hridaya Mandir (il tempio del cuore). Oggi Swami fa visita a Sachin regolarmente! Come un Sachin in lacrime disse a “The Times of India” il 13 maggio 2011: “Baba può non esser presente fisicamente, ma mi collego ancora con Lui nei miei sogni. Ed è qui che traggo forza. Egli sarà sempre con me.” Non c’è dubbio che Swami sia parte integrante della vita di Sachin. Il suo nettissimo e straordinario primato dentro e fuori del campo indica che essere umano meraviglioso egli sia. Non c’è da stupirsi che un tale magnifico essere umano sia stato benedetto da Swami con questa opportunità.
Fonte: aravindb1982.hubpages.com, Sanathana Sarathi Aprile 2017
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UN’ESPERIENZA DELL’ONNISCIENZA DI BHAGAVAN L’autrice di quest’articolo, Smt. Ratan Lal, si è unita a Bhagavan il 12 marzo 2017. Ella ha servito Bhagavan in vari modi per quasi cinque decenni e ha avuto il raro privilegio di cucinare per Lui. Di seguito riportiamo una delle numerose esperienze che ella ha avuto della Divinità di Bhagavan.
M
UKUNDA ERA UN devoto di Bangalore (Bengaluru). Aveva un’azienda di Sari e Swami prendeva i Sari da lui. Swami gli aveva detto che gli avrebbe “dato” un bambino. Da vent’anni la coppia era senza figli. Nel suo desiderio di avere un figlio, egli aveva eseguito tutte le cerimonie spirituali, osservato voti e fatto pellegrinaggi ecc., ma era rimasto deluso e impotente. Una volta venne da me e disse: “Ho abbandonato la speranza. Non credo che avremo bambini. Ormai non c’è alcuna possibilità.” Lo guardai e dissi: “Mukunda, che cosa c’è che non va? Swami non ti ha forse detto che ti darà un bambino? Ha forse specificato il momento? Non perdere la fede.” Questa conversazione avvenne a Puttaparthi. Essi rientrarono a Bengaluru, per poi fare ritorno circa tre settimane dopo. Durante il Darshan, Swami, mentre camminava davanti alla moglie di Mukunda, disse: “Non esagerare. Prendi le cose con calma.” Essi non compresero il significato delle parole di Swami. Vennero poi entrambi da me dopo il Darshan e mi chiesero: “Perché Swami ha detto così?” 16
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Smt. Ratan Lal con Bhagavan.
Rimasi in silenzio, incapace di sondare il significato di quelle parole. Al loro ritorno a Bengaluru, andarono da un medico il quale scoprì che la moglie di Mukunda era incinta. Dopo circa tre mesi, in una conversazione, Swami mi guardò e disse: “Aye, gli (a Mukunda) darò due bambini assieme, un maschio e una femmina.” Non comunicai questa conversazione a Mukunda. Trascorsero altri quattro mesi. Swami mi chiese di andare a Chikpet per prendere dei Sari. Questa non era la pratica abituale: ero solita telefonare a Mukunda per portare i Sari scelti a Brindavan. Obiettai Eterno Auriga
sommessamente all’ingiunzione di Swami, volendo seguire il metodo abituale. Mi preoccupavo di preparare la cena a Swami, ma Egli insistette: “Va’ in città. Le scelte di Mukunda non sono buone. Vai, vedi il tutto e scegli, e non preoccuparti della Mia cena.” Risposi: “Swami, la cena sarà pronta in tempo. Ritornerò dalla città e la preparerò.” Andai a Chikpet e terminai il lavoro. Durante una pausa della conversazione, mi arrivò un pensiero. Ero curiosa di sapere della moglie di Mukunda. Esitante, gli chiesi: “Devi aver avuto il risultato dell’ecografia. Che cosa hai scoperto? Avrà uno o due bambini?”
Egli fu preso alla sprovvista e disse: “Perché dici questo?” Il suo viso impallidì. Aveva nascosto ciò alla sua famiglia, alla suocera e al fratello. Gli domandai ancora: “Mukunda, dimmi, uno o due?” Volevo avere la risposta da lui. Egli non rispose. Allora gli dissi: “Mukunda, non preoccuparti. Darà alla luce un maschio e una femmina. Nel terzo mese di gravidanza di tua moglie, Swami mi aveva detto che ti stava donando due figli, in una volta sola.” La moglie di Mukunda ebbe un parto normale e dette alla luce due bambini. – Da “Sai Bhagavatham” di Sri Manoj Nakra
Se si dedica tutto al Signore, non ci sarà spazio per preoccupazione, dolore o persino gioia. Se vi liberate così dell’attaccamento, Santhi (la Pace) non potrà mai essere disturbata. Io, mio, il mio, mio personale, tuo, il tuo... Quando queste idee si impadroniscono della mente, Santhi subisce una battuta d’arresto. Per assumere l’abito mentale di offrire sinceramente tutto a Lui, è indispensabile Prema, Prema abbinato alla fede in se stessi. Questo è ciò che si chiama Bhakti (devozione). Coltivatela costantemente ogni giorno e derivatene gioia.
– Baba
Eterno Auriga
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LA NOSTRA DIVINITÀ DI FAMIGLIA Questo è un articolo tratto da uno dei libri di Sri B.V. Ramana Rao, Redattore del Sanathana Sarathi (telugu), che ha raggiunto i Piedi di Loto di Bhagavan il 14 marzo 2017. Egli ha servito come Coordinatore Panindiano Seva Dal e Presidente dello Stato dell’Andhra Pradesh, e ha lasciato il ricco tesoro delle sue esperienze uniche con Bhagavan in circa 10 libri in telugu e in inglese.
“R
ECENTEMENTE SONO venuto a sapere che tu trascuri i tuoi compiti ufficiali e le tue responsabilità e visiti spesso Puttaparthi. Anche se sono contento che almeno ora tu abbia maturato un’inclinazione mentale alla spiritualità, mi sento sollecitato a metterti in guardia dall’essere sviato dai miracoli molto propagandati di Sai Baba. Sarai, più avanti, deluso e frustrato se continui a correre dietro a Lui. Da diverse generazioni, il Signore Venkateswara di Tirupati, di Cui hai ricevuto il nome, è stato la nostra Divinità di famiglia. Egli ci fornisce sempre grande protezione. Non c’è bisogno né ha senso escluderLo e seguire ciecamente questi semidei umani che abbondano in questi giorni, essendo sedotti dai cosiddetti miracoli sui quali ci sono notevoli controversie. Ho settantasette anni e mi aspetto che tu dia il dovuto credito al mio consiglio.” Questo è un estratto della lettera di mio padre del giugno del 1967, dopo che ebbe appreso delle mie cinque visite a Puttaparthi in meno di un anno. Ho rispettosamente apprezzato la sua preoccupazione riguardo alla mia carriera professionale, ma mi ero divertito a notare che era più preoccupato del mio esser diventato un devoto Sai che del fatto di essere rimasto agnostico. Sono stato testimone di numerosi 18
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Sri Ramana Rao con Bhagavan.
miracoli durante le mie successive visite a Puttaparthi e mi sono fermato a considerarli rimanendone stupefatto e con la crescente convinzione che essi fossero una manifestazione dei poteri divini appartenenti a Baba. Vorrei dare una breve descrizione di mio padre. Era una persona semplice, buona d’animo e religiosa che proveniva da una famiglia della classe media. Dopo aver conseguito la laurea di primo livello Eterno Auriga
in Ingegneria a Guindy, Madras, si iscrisse al servizio governativo del passato Stato composito di Madras. Dopo trentasette anni di servizio, andò in pensione nel 1952 e da allora ha lavorato per trent’anni in una ditta privata prima di optare per il pensionamento volontario quando aveva novant’anni. Morì serenamente nel 1984 alla veneranda età di novantatré anni. Con quindici figli, tutti robusti, sani e soddisfacentemente sistemati, era un monumento permanente di derisione alla pianificazione familiare e un esempio straordinario di fede incrollabile nell’ordine naturale delle cose voluto da Dio. Tra i suoi quindici figli, io sono il secondo e soggiornavo a Hyderabad, impiegato nel servizio governativo. Nell’agosto del 1967, quando egli andò a Hyderabad per un lavoro ufficiale, gli capitò di viaggiare in treno nello stesso scompartimento del giudice V. Parthasardhi dell’Alta Corte dell’Andhra Pradesh. Essi erano stati buoni amici. Mio padre rimase sorpreso di trovare che il suo compagno possedeva degli scritti su Sathya Sai Baba. Seppi da mio padre che avevano avuto una lunga discussione sul tema dei miracoli di Sai Baba. Il risultato fu che l’intensità della febbre virale anti-Baba di mio padre era diminuita. Dopo un altro incontro con il suo amico, egli aveva mostrato una propensione a visitare Puttaparthi. Senza perdere altro tempo, per timore che cambiasse idea, acquistai i biglietti del treno per Dharmavaram per noi tre, dato che inclusi mia madre. Ella, per la sua età avanzata, soffriva del disturbo dell’incontinenza urinaria, con cure a Madras, Vizag e Hyderabad che non avevano sortito effetti, per cui era riluttante a visitare luoghi di culto o a partecipare a celebrazioni propiziatorie per evitare situazioni imbarazzanti. Riuscii, tuttavia, Eterno Auriga
a persuaderla a recarsi a Puttaparthi con noi. Baba fu così gentile da concederci un’“interview” proprio il giorno dopo. La prima cosa che Egli fece fu creare della Vibhuti e darla a mia madre dicendo: “Il disturbo non c’è più. Puoi andare dove vuoi e non avrai inconvenienti.” Mia madre visse per altri tredici anni e, dal momento dell’incontro con Baba, non ebbe più traccia di quella fastidiosissima malattia. “Realizzerò il desiderio da te lungamente accarezzato”, disse Baba a mio padre, materializzando e dandogli un piccolo talismano d’oro, e aggiungendo: “Eri triste quando l’hai perso. Questo è lo stesso. L’ho rintracciato per te.” Nessuno di noi sapeva niente del talismano; mio padre l’aveva perso e lo desiderava. Più tardi, egli ci disse che il sacro talismano gli era stato dato da suo padre, e il mio l’aveva perso nel 1918, cioè otto anni prima che Baba nascesse. Il colloquio durò un’ora e Baba rispose a tante domande di mio padre relative ad argomenti spirituali. Infine, mentre stavamo prendendo congedo da Lui, con un sorriso che Gli riempiva il volto raggiante, Baba disse a mio padre: “Per la stessa ragione per cui tu sei un ardente devoto di Venkataramana di Tirupati, ti sei avvicinato a Me poiché Io rispondo a qualunque forma di adorazione.” Capimmo tutti l’implicazione della Sua osservazione. Fino a quel momento mio padre aveva visitato Tirupati trentotto volte. Durante i restanti sedici anni di vita, egli non andò a Tirupati nemmeno una volta, convinto che Baba fosse Venkataramana Stesso. Da quel giorno in poi, Baba è stato la nostra Divinità di famiglia.
– Da “Love is My Form” di Sri B.V. Ramana Rao Aprile 2017
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T.G. Krishnamurthy
“Ho aperto gli occhi e ho trovato Swami lì. Egli mi ha invitato a sedermi e io l’ho fatto. Mi ha detto che sarei stata dimessa l’indomani, e mi ha consigliato di riposare per un paio di giorni e poi riprendere le mie attività come presidente dell’Andhra Mahila Sabha. Avevo sete e mi stavo guardando attorno per cercare un po’ acqua. Swami l’ha notato, mi ha detto di aprire la bocca e vi ha appoggiato il dito mignolo della mano destra. Ed ecco che ho sentito del caffè caldo scorrermi in bocca. Swami poi mi ha benedetto e se ne è andato.”
I
L 14 APRILE 1976, SWAMI MI NOMINÒ presidente del Distretto della città di Madras (Chennai). In seguito diventò consuetudine, per chi aveva un incarico a Chennai, includere me per andare ogni anno a Brindavan per pregare Bhagavan di benedire Chennai con una Sua divina visita. In molte occasioni sono stato benedetto dal privilegio di guidare la macchina in cui Bhagavan viaggava da Brindavan a Chennai. La scorta che lo accompagnava era costituita di studenti del college di Swami e di alcuni devoti anziani. Mi è stata anche concessa l’opportunità di guidare l’auto che Swami usava per le Sue visite locali all’interno di Chennai, e siamo stati anche tanto fortunati da poter accompagnare Lui e il Suo seguito nel viaggio di ritorno a Brindavan. La Visita di Bhagavan a una Casa di Cura Durante tali visite, ogni mattina, il Presidente di Stato si incontrava con Swami per ottenere indicazioni sul Suo programma 20
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della giornata. Il programma, a sua volta, veniva comunicato a me in modo da poter accertare l’esatta ubicazione dei luoghi della visita e la strada più conveniente. Avevamo due motociclisti che servivano come guida davanti all’automobile di Swami. Se l’auto avesse dovuto svoltare a destra o a sinistra, mettevo in funzione l’indicatore esterno per avvisare i piloti, ed era responsabilità di coloro che stavano sul sedile posteriore delle moto tenere d’occhio questo segnale in modo da dare la giusta indicazione alla persona alla guida del mezzo. Una mattina il Presidente di Stato mi informò che Swami non aveva dato alcuna indicazione su eventuali visite per la giornata. Avevo quindi un dubbio: parcheggiare l’auto sotto la tettoia o continuare ad aspettare finché non avessi ricevuto una chiara istruzione da Bhagavan. Il Presidente di Stato mi disse di chiedere indicazioni a Swami. Quando lo feci, Egli mi rispose che avrei dovuto tenere l’auto pronta per una visita che voleva fare. Allorché cercai di Eterno Auriga
sapere dove aveva pensato di andare, mi disse solo: “Te lo dirò.” Dal momento che non potevo spingermi oltre nel chiedere, decisi di aspettare vicino alla macchina.
avanti. Egli continuò a darmi le indicazioni da seguire. Immaginate, eravamo a Madras (Chennai), e io, persona del luogo, ricevevo da Swami le indicazioni sul percorso!
Poco dopo Swami arrivò, si sedette in macchina e disse: “Andiamo.” In macchina c’eravamo solo Swami e io. I due motociclistici che servivano come apripista procedevano, come al solito, davanti all’auto. Quando la macchina si avvicinò all’incrocio successivo, chiesi a Swami se dovessimo girare a destra o a sinistra. Swami indicò a destra. Come da regolare procedura, inserii l’indicatore di direzione destro per segnalare la svolta ai piloti della colonna, ma, non appena le moto girarono, Swami cambiò direttiva e disse: “No... andiamo a sinistra!” Fortunatamente il traffico non era molto e girai l’auto verso la strada di sinistra. I motociclisti si erano avvicinati alla strada di destra ignari del cambiamento del nostro percorso. Stavo guardando nervosamente lo specchietto retrovisore dell’auto per vedere anche solo di sfuggita le moto. Speravo che esse avessero localizzato l’auto e quindi ci raggiungessero. Swami, però, continuò con una serie di “svolta a destra, svolta a sinistra” e presto perdemmo di vista i motociclisti! Quelli erano i giorni in cui la comunicazione mobile non era disponibile. Ero molto preoccupato per quello che avremmo fatto nel caso in cui avessimo forato. Come avrei potuto avere aiuto in un caso del genere? Ricordate, in macchina c’eravamo solo Swami e io.
Presto fummo di fronte alla Casa di Cura Lady Willingdon in Pycrofts Road. Erano circa le 11,10. Conoscevo bene gli orari di visita dell’ospedale, e informai Swami che l’ospedale sarebbe stato chiuso ai visitatori dalle 11 alle 16. In risposta Swami disse subito: “Lo so... lo so... Metti la macchina vicino al portico dell’edificio ospedaliero.” La Resurrezione di Parvathamma Dalle 11 alle 16, c’era sempre una guardia al cancello
Mi azzardai a chiedere a Swami dove stavamo andando, ma, come risposta, mi disse solo di andare Eterno Auriga
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dell’ospedale, ma quel giorno il cancello era spalancato. Parcheggiai l’auto vicino al portico dell’ospedale secondo l’istruzione di Swami. Egli scese dalla macchina e si diresse verso le scale che conducono al primo piano dell’edificio ospedaliero. Azzardai accompagnarLo, ma Egli mi fermò dicendo: “No... no... Tu rimani qui.” Lo osservai con preoccupazione mentre saliva le scale da solo. Stavo immaginando tutte le critiche che avrei dovuto ricevere dagli anziani dell’Organizzazione per aver lasciato andare Swami in ospedale da solo. A quel tempo, il nostro Presidente dell’Organizzazione Sai dello Stato era un maggiore dell’esercito in pensione e ciò rendeva le cose ancor più rischiose per me!
cosa sorprendente era che stava dicendo tutto questo con la massima noncuranza. Continuai a fissare Swami attraverso lo specchietto retrovisore dell’auto. Egli lo notò e disse: “Ehi... non guardarMi. Fai attenzione alla strada mentre guidi.” Presto arrivammo a Sundaram. Come previsto, ricevetti tutti i rimbrotti dagli anziani dell’Organizzazione. Li ascoltai in silenzio e non dissi nulla sul perché e sul dove avevo accompagnato Swami.
Bhagavan poi, con noncuranza, rimarcò: “Parvathamma è scomparsa questa mattina. Le autorità ospedaliere l’avevano dichiarata morta, ma ha ancora molto lavoro da fare come Presidente dell’Andhra Mahila Sabha (un’organizzazione socio-caritatevole con sede a Chennai). Quindi sono andato e l’ho risvegliata!”
Salii in auto e tornai alla Casa di Cura Lady Willingdon per incontrare Parvathamma. Erano circa le 12,30 e le porte dell’ospedale erano chiuse e c’era una guardia in servizio. La informai del fatto che ero stato all’ospedale intorno alle 11,10 con un ospite per incontrare una paziente. Inoltre le dissi che l’ospite, che era venuto con me, mi aveva mandato di nuovo per riferire un messaggio alla paziente. La guardia mi fissò e disse: “Sembrate un giovane ben educato. Mi state ancora mentendo. Ho chiuso personalmente il cancello dell’ospedale alle 10,59 di oggi. Ecco le chiavi. Ho controllato il cancello dal momento in cui l’ho chiuso fino a ora. Come vi permettete di dire che il cancello era aperto alle 11,10?” Rimasi del tutto frastornato! Stavo dicendo la verità, ma come potevo contraddire la guardia della sicurezza? Come potevo spiegare che la persona con la quale ero venuto era lo stesso Signore Krishna per volontà del Quale i cancelli della prigione di Kamsa si erano aperti da soli? Proprio mentre mi stavo chiedendo come entrare nell’ospedale, un medico, che era mio amico, arrivò per il suo turno di lavoro della giornata. Egli acconsentì a portarmi con sé. La guardia, a questo punto, non poteva fermarmi.
Ero esterrefatto da ciò che avevo sentito da Swami. Mi aveva appena detto di aver resuscitato una persona morta! La
Andai al primo piano nella stanza assegnata a Parvathamma. Entrando, la
Con mio grande sollievo, Swami tornò dopo circa dieci minuti. Si sedette in macchina e mi disse di tornare a Sundaram. Dopo po’, Gli domandai perché avesse visitato l’ospedale. La risposta a questa domanda mi stupì davvero. “Conosci Parvathamma?” – Egli chiese. La conoscevo; era la moglie di Sri Hanumantha Rao, ex ufficiale dello IAS. La coppia era devota di Swami da molti anni. È interessante notare che Sri Hanumantha Rao aveva servito come Segretario dei Trasporti e aveva avuto il privilegio di rilasciare la patente di guida a Bhagavan! A quei tempi, Swami era solito guidare una macchina Mini Morris a due portiere.
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Una Rara Benedizione di Swami
Eterno Auriga
vidi seduta sulla sedia. Le feci domande sulla sua salute e mi rispose che stava bene. Quando le chiesi di Swami che le aveva fatto visita, ella raccontò quanto segue: “Giacevo a letto e ho sentito Swami chiamare forte il mio nome tre volte. Ho aperto gli occhi e L’ho trovato lì. Mi ha invitato a sedermi e io l’ho fatto. Egli mi ha detto che sarei stata dimessa l’indomani, e mi ha consigliato di riposare per un paio di giorni e poi riprendere le mie attività come presidente dell’Andhra Mahila Sabha. Avevo sete e mi stavo guardando intorno per avere un po’ d’acqua. Swami l’ha notato e mi ha detto di aprire la bocca e vi ha appoggiato il mignolo della mano destra. Ed ecco che ho sentito del caffè caldo scorrermi in bocca. Swami poi mi ha benedetto e se ne è andato.” Ero stupefatto da quello che avevo appena sentito. Andai a casa e ritornai a Sundaram verso le 15. Nel momento in cui arrivai, mi accorsi che c’era un messaggio per me. Swami voleva vedermi. Salii nella Sua stanza a Sundaram. Una volta lì, Egli mi guardò con espressione severa e mi chiese: “Dove sei andato dopo che Mi hai lasciato a Sundaram?” “Swami, sono andato alla casa di cura”, risposi. “Chi ti ha chiesto di andare là?” - chiese. Io dissi sommessamente: “Swami, volevo incontrare quella fortunata devota che ha ricevuto la Tua grazia.” In risposta, Swami domandò: “Conosci già bene Parvathamma e suo marito. Allora, che necessità c’era di incontrarla ora?” Non riuscii a trovare una risposta convincente alla Sua domanda. Sentii un senso di colpa e così rimasi in silenzio a testa china. Swami, allora, disse: “Oh... quindi volevi sincerarti su di Me?” Sostenni che non avevo intenzione di sincerarmi su di Lui. Gli dissi che ero andato là solo per la preoccupazione della signora devota e per avere un resoconto di prima mano della sua esperienza. Eterno Auriga
“Perché vuoi sapere tutti questi dettagli?” - chiese. Rimasi in silenzio. “Non parlare di questo a nessuno”, Egli ordinò. Erano state talmente potenti le parole del Signore che tutto il ricordo dell’episodio di Parvathamma era svanito dalla mia mente. Tutto questo avvenne nel 1978. Nel 1995 fui nominato Presidente dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva dello Stato del Tamil Nadu. Nel 1998, Swami visitò Kodaikanal e io ero vicino al cancello dello Sai Sruthi – il Mandir di Swami a Kodaikanal. Ricevetti il messaggio che Bhagavan mi stava cercando. Feci di corsa la salita che portava al Mandir di Swami. Quando Lo raggiunsi, ero senza fiato. Bhagavan mi guardò e disse: “Santhi ... Santhi ... Santhihi!” Il Signore compassionevole mi chiese poi di aprire la bocca e vi versò dell’acqua dal Suo bicchiere. Continuò a versare per un po’ e io continuai a inghiottire l’acqua allegramente! Tutto questo avvenne alla presenza degli studenti e dei devoti lì riuniti. Swami poi mi chiese: “Sai perché ti ho dato dell’acqua?” Io rimasi in silenzio. Poi disse: “Ricordi? Ho dato del caffè a Parvathamma con le Mie mani. Oggi, ho dato a te dell’acqua allo stesso modo.” In un lampo, l’intera storia di Parvathamma mi tornò in mente. Questo è solo uno degli infiniti Leela del Signore. Solo Lui sa come molti devoti come Parvathamma siano stati salvati fin dall’inizio dei tempi. È un esercizio inutile cercare di comprendere le azioni di Swami. Tutto quello che dobbiamo fare è abbandonarci alla Sua Volontà e essere strumenti obbedienti nella Sua mano divina. – L’autore, Sri T.G. Krishnamurthy, è l’ex Presidente dell’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Tamil Nadu
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UNA CARRIERA SCIENTIFICA ORCHESTRATA DAL DIVINO MAESTRO Professor Sathya Gourisankar Riflettendo su una miriade di esperienze professionali non programmate e di ruoli nell’industria medicale, posso dire con certezza che c’è stata soltanto una forza centrale a guidare la mia vita e una lampada a illuminarla: gli insegnamenti di
Swami uniti alla Grazia Divina, che potrebbero essere definiti il mio unico amico,
ricercatore e guida. Non ho avuto altra fonte di sostegno o supporto su cui contare!
Q
UESTA NARRAZIONE è una riflessione sul profondo impatto che gli insegnamenti di Swami hanno avuto sulla mia carriera scientifica negli ambiti della ricerca e dello sviluppo di dispositivi medicali salvavita impiantabili. L’Iniziazione con Tre Sorsi d’Acqua Prima di tutto ecco la circostanza in cui Swami entrò nella mia vita in modo visibile. Era l’ottobre del 1985. Mi trovavo nelle fasi conclusive del dottorato di ricerca in Ingegneria Chimica alla State University di New York a Buffalo, e non sapevo praticamente nulla di Swami; non Lo avevo visto, né ero mai stato a Prasanthi Nilayam. Una notte mi apparve in sogno; sedeva a gambe incrociate e si limitò a offrirmi tre sorsi d’acqua da un vaso di rame come quelli che i sacerdoti usano in India quando fanno la Puja. Egli offrì ogni sorso lentamente e misuratamente. Li accettai tutti e poi mi 24
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gettai ai Suoi piedi, lungo disteso. Il sogno terminò senza che fosse pronunciata una parola. Eterno Auriga
La mattina dopo il sogno, si verificò un evento del tutto inatteso che cambiò il corso della mia carriera scientifica e professionale. Ricevetti una lettera spedita per espresso con un’offerta di lavoro in un’azienda pionieristica di dispositivi medicali che produceva dispositivi impiantabili per la cardiochirurgia. Sebbene poco tempo prima avessi avuto un colloquio con l’azienda, non c’erano stati riscontri da parte loro, il che mi aveva portato a concludere che non fossero interessati a me. Inoltre all’epoca era abbastanza insolito per un ingegnere chimico lavorare sui dispositivi medicali! Accettai l’offerta, entrai due mesi dopo e ora, a distanza di oltre tre decenni, sono stimolato a condividere le esperienze avute nell’apprendere e nell’applicare gli insegnamenti di Swami alla mia carriera scientifica nell’industria medicale. L’Impatto degli Insegnamenti di Swami sulla mia Carriera nell’Industria Medicale Nella prima fase della mia carriera nell’industria medicale, fui occupato nella ricerca scientifica. Durante questo periodo fui anche introdotto agli insegnamenti di Swami, principalmente attraverso la lettura dei Suoi Discorsi nei volumi del “Sathya Sai Speaks”, dei libri dei Suoi devoti e della rivista mensile “Sanathana Sarathi” pubblicata nell’Ashram. Cominciai ad apprezzare la lettura di tutti questi testi e divoravo la letteratura Sai con grande zelo e una gioia nuova nella vita. Era come se, per la prima volta, stessi ascoltando una voce di saggezza, antica, eterea, capace di spiegare tutti i possibili misteri della vita e di essere completa e intatta sotto ogni aspetto. L’insegnamento iniziale di Swami che ebbe un vero impatto su di me e che ricordo è: “La politica senza i princìpi, l’istruzione senza il carattere, la scienza senza l’umanità e il commercio senza la moralità non sono soltanto inutili, ma decisamente pericolosi.” Quando la lessi per la prima volta, quest’affermazione ebbe un impatto Eterno Auriga
Quando entrai nei ruoli dirigenziali delle aziende pilotate da Wall Street e cominciai ad affrontare le pressioni della “filosofia del successo a ogni costo”, iniziai a comprendere che ero fuori luogo in quegli ambienti e mi volsi nuovamente agli insegnamenti di Swami per trovare soluzioni alle situazioni di cui mi occupavo nel quotidiano. Spesso mi trovavo terribilmente sotto pressione a conformarmi con gli ordini della direzione e con gli interessi commerciali che confliggevano con la giusta azione e con la mia coscienza turbata. Swami mi aiutò sempre a trovare il giusto sentiero e mi guidò per la strada, tenendomi per mano. profondo e capace di cambiare la vita del giovane che ero. La parte che allora m’ispirò maggiormente fu “la scienza senza umanità”! Da allora in poi cominciai a guardare la scienza e la mia carriera nelle attività scientifiche da una prospettiva completamente diversa. Cominciai gradatamente a comprendere che di per sé la scienza era solo uno strumento per aiutare l’umanità e non una finalità. Cominciai allora a cercare ogni possibile opportunità per riferire le attività scientifiche ai risultati umani e a comprendere con quale minuziosità Swami mi dava un’opportunità piazzandomi nelle industrie per i dispositivi medicali, dove lavoravamo seriamente per sviluppare prodotti per salvare la vita delle persone o per migliorarne la funzionalità. In questo periodo iniziale della mia carriera ero anche tormentato da un ragionevole dubbio su come i mondi della scienza e della spiritualità fossero collegati e se, in effetti, fossero almeno compatibili. E qui m’imbattei in un’altra delle semplici e tuttavia profonde affermazioni di Swami che distrusse i miei dubbi e rispose ai miei Aprile 2017
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interrogativi sull’argomento. “La scienza è come la lettera ‘c’, che è incompleta, mentre la spiritualità è come la lettera ‘o’, che è completa.” Questa frase mi trasmise un significato profondo, rassicurandomi del fatto che scienza e spiritualità erano davvero compatibili sotto tutti gli aspetti e complementari l’una all’altra. Armato delle due suddette affermazioni di Swami, nella prima parte della mia carriera all’interno dell’azienda mi schierai risolutamente a favore della riduzione del numero degli animali utilizzati nella chirurgia sperimentale, nonché a favore della riduzione delle tecnologie ad alto rischio impiegate per gli studi clinici su soggetti umani. Imparai come presentare il sostegno a questi temi con un approccio basato su prove in un ambiente aziendale, di professionisti, dove veniva data molta importanza ai risultati aziendali. Senza mai citare Swami o i Suoi insegnamenti, trovai grande soddisfazione nell’essere un giovane che si batteva per cause ‘dharmiche’, vincendo alcune battaglie e nel complesso guadagnando terreno nel bilanciare gli obiettivi scientifici con le considerazioni umane e portando gli insegnamenti di Swami nella mia vita professionale. L’Insegnamento Giusto al Momento Giusto Passando alla seconda fase della mia carriera, cominciai a essere preso dalla ricerca traslazionale e orientata al prodotto. Ciò richiedeva che team scientifici interdisciplinari di alto livello rendessero possibile la transizione “dal banco di lavoro al letto del malato” per il lancio di dispositivi medicali per vari impieghi chirurgici. Il ruolo esigeva un enorme atto di bilanciamento tra i domini di scienza rigorosa, interessi commerciali, etica, pubblica sicurezza e conformità normativa. Mentre attraversavo questa fase, mi vennero in soccorso varie affermazioni di Swami. Recuperarle nei momenti giusti e usarle per chiamare a raccolta forza e coraggio per trattare situazioni complesse divenne la mia 26
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Sadhana quotidiana e mi aiutò a crescere a livello spirituale e professionale. Una di queste, che fu di particolare rilevanza per il mio ruolo, era: “Il segreto della felicità non è fare ciò che piace, ma farsi piacere ciò che si deve fare.” Quest’affermazione fu immensamente benefica per me, facendomi resistere a dure situazioni di lavoro e consentendomi d’acquisire competenze ed esperienza professionali. Spesse volte, quando il gioco si faceva duro e pensieri di abbandono mi si affacciavano alla mente, queste semplici parole arrivavano come un lampo, dandomi la direzione e la forza per combattere le battaglie anziché lasciare. In questa fase fu tantissimo ciò che acquisii dalle esperienze. Il dovere senza amore è deplorevole. Il dovere con amore è desiderabile. L’amore senza dovere è divino. Quest’affermazione divenne un messaggio di etica del lavoro a “firma” Swami che governa la mia vita dal primo momento in cui l’ho sentita. Non posso esprimere a parole quanto e quanto spesso ho fatto affidamento su di essa per attraversare le noiose monotonie mondane, nonché le fasi e le situazioni della vita potenzialmente impegnative. Non ne sarei uscito illeso se non fosse stato per questi insegnamenti di Swami di grande efficacia e forza, così semplici e tuttavia così potenti! Rilevanza degli Insegnamenti di Swami nei Ruoli Dirigenziali Ecco un altro insegnamento di Swami che ha avuto un impatto durevole sulla mia vita: “Talvolta è naturale per voi ottenere l’accordo e la comprensione. Per prima cosa dovete comprendervi reciprocamente, dopodiché l’accordo sarà facile. Prima la comprensione, poi l’accordo. Il novanta per cento delle persone cerca prima l’accordo. Al contrario. Prima la comprensione.” Rubai la logica della suddetta affermazione di Swami, da Lui menzionata Eterno Auriga
come ricetta per il successo nel matrimonio, per relazionarmi e aiutarmi nei miei vari “matrimoni professionali”, vale a dire con capi, collaboratori e altre relazioni professionali. Si rivelò enormemente utile per la mia carriera e di grandissimo aiuto nel gestire persone con esperienze molto diverse all’interno dei gruppi interdisciplinari che guidavo per varie aziende. Secondo l’indicazione di Swami, cominciai a usare questa procedura in due fasi in sequenza: primo, fare i compiti sulla ricerca e la comprensione dei bagagli personali e poi costruire una strategia per relazionarmi e interagire con loro. Dopo aver conseguito una certa padronanza di questa procedura in due fasi, i miei colleghi notarono che stavo gestendo molto bene il “personale difficile” del nostro gruppo e cominciarono a consultarmi per avere consigli. Senza menzionare nulla di Swami, silenziosamente trasmisi loro la Sua “ricetta segreta”, divenni il loro consulente informale e chiesi loro di provarla su di sé. Non occorre dirlo: i risultati furono straordinariamente positivi e mi hanno dato numerose e durevoli amicizie con i colleghi degli anni passati. Devo dire quanto mi senta in debito con gli insegnamenti di Swami per aver aumentato le mie capacità nella gestione del personale, basandomi solo su una semplice frase e quanto siano stati ricchi i dividendi che ho potuto raccogliere nella carriera professionale in tre decenni? Quando passai ai ruoli di dirigenza, la fase successiva della mia carriera iniziò con una nuova serie di sfide che richiesero la messa in pratica di altri insegnamenti di Swami. Cominciarono a emergere questioni di coscienza, giusta azione (Dharma), etica e atti altruistici, che mi misero a confronto con le loro sfide nell’affrontare il funzionamento del quotidiano e nello svolgimento dei miei doveri. Fino a quel momento avevo letto una discreta quantità di letteratura Sai, coprendo la distanza tra l’esperienza personale dei miracoli e gli insegnamenti di Swami basati sui valori e sugli Eterno Auriga
insegnamenti di vita nei volumi dei “Sathya Sai Speaks” e in alcuni libri della serie “Vahini”. In quel momento non era granché chiaro che Swami mi stava lentamente e scrupolosamente preparando, ponendo le fondamenta per farmi affrontare le sfide e gli ostacoli della vita sempre più grandi. Quando entrai nei ruoli dirigenziali delle aziende pilotate da Wall Street e cominciai ad affrontare le pressioni della “filosofia del successo a ogni costo”, iniziai a comprendere che ero fuori luogo in quegli ambienti e mi volsi nuovamente agli insegnamenti di Swami per trovare soluzioni alle situazioni di cui mi occupavo nel quotidiano. Spesso mi trovavo terribilmente sotto pressione a conformarmi agli ordini della direzione e agli interessi commerciali che confliggevano con la giusta azione e con la mia coscienza turbata. Swami mi aiutò sempre a trovare il giusto sentiero e mi guidò per la strada, tenendomi per mano. Quelle che seguono sono alcune affermazioni di enorme importanza che in quella fase divennero le guide e le compagne della mia vita: “A - Osserva (Watch) le tue parole (words), le tue azioni (actions), i tuoi pensieri (thoughts), il tuo carattere (character) e il tuo cuore (heart). B – Testa nella foresta; Mani nella società. C – La vita è una sfida, affrontala! La vita è un sogno, realizzalo! La vita è un gioco, giocalo! La vita è amore, godine! D – La pazienza è tutta la forza di cui l’uomo ha bisogno. Sì, in quella fase pagai il prezzo per aver manifestato motivi di preoccupazione e fui escluso dalle “cricche” e dalle “mafie” che detenevano il potere, ma guadagnai anche molta comprensione sul bisogno di aderire al “Dharma” a tutti i costi e seguire scrupolosamente gli insegnamenti di Swami al meglio della mia abilità. Nonostante la prestazione produttiva, affrontai le difficoltà legate alla perdita del lavoro a causa dei miei valori e del sostegno a cause impopolari. Sebbene queste circostanze fossero frustranti e a Aprile 2017
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volte pensassi in tono più leggero su come i valori di Swami sembrassero essere così in opposizione ai bisogni di successo del giorno d’oggi, ho avuto la benedizione e la fortuna di non venire mai a compromesso sui valori fondamentali di etica, rettitudine, trasparenza e verità nella mia carriera e di non cedere alle pressioni provenienti da alcuna parte. Gli Insegnamenti e i Valori di Swami per un Ruolo di Mentore Per circostanze totalmente inattese e casuali (ciò che i devoti Sai chiamerebbero “Incidenze Sai!”), dopo aver trascorso più di trent’anni nell’industria medicale, la mia vita ebbe una nuova svolta nel 2013 con l’offerta di una posizione in ambito universitario come docente alla Georgia Tech, presso il dipartimento di Ingegneria Biomedica, struttura di grande fama. In questo ruolo mi occupo di indirizzare e formare gli studenti per lavorare nelle industrie di dispositivi medicali, in carriere molto simili a quella con cui sono stato benedetto per più di trent’anni. In questo nuovo ruolo mi trovo a usare continuamente tutte le affermazioni, tutti gli insegnamenti di vita, le istruzioni e le direttive di Swami per guidare le giovani menti su vari temi, abbracciando l’ampiezza delle competenze tecniche (hard skills) e delle competenze trasversali (soft skills), così essenziali per le attività della vita! Nei soft skills e negli aspetti della formazione della dirigenza, adatto liberamente molti degli insegnamenti di Swami. Per esempio, i valori umani essenziali – Sathya, Dharma, Santhi e Prema – vengono adattati al mio programma come le “4T” per valorizzare i futuri leader dell’industria medicale attraverso i valori di: Truth (verità), Transparency (trasparenza), Tranquillity (tranquillità) e Tenacity (tenacia). Mi volgo indietro a guardare la mia carriera scientifica nel corso di trent’anni, partita dal mio primo sogno con Swami che mi iniziò al Suo gregge con tre sorsi d’acqua. Solo ora mi appare chiaro 28
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che Swami stava sistematicamente lavorando a un piano, modellando la mia vita per mezzo dei Suoi valori e permettendomi di essere produttivo in una carriera scientifica attraverso vari ruoli – da singolo contributore alla scienza, successivamente impegnato nella ricerca traslazionale e nello sviluppo di dispositivi medicali salvavita, passato poi a ruoli dirigenziali nell’industria e infine al ruolo di mentore per formare i futuri leader dell’industria di dispositivi medicali. Ho cercato sinceramente di richiamare alla memoria e di narrare retrospettivamente le esperienze di una carriera scientifica che sembra essere stata meticolosamente pianificata e orchestrata in ogni passo dal Divino Maestro, sebbene tali esperienze sembrassero una serie di circostanze e di eventi di vita in tempo reale, casuali e non programmati. Anche se ero fisicamente lontano da Swami, anche se andavo in visita a Prasanthi Nilayam solo in occasione di brevi viaggi in India, anche se non ho avuto “interview” o incontri di persona, gli Insegnamenti di Swami, attraverso semplici affermazioni, osservazioni che suonavano casuali e narrazioni aneddotiche solo apparentemente leggere, si sono dimostrati il sostegno della mia vita, fonte di forza e luce guida di immenso valore per tutti gli aspetti dell’esistenza. Il mio messaggio personale da portare a casa e la conclusione di queste riflessioni sulle esperienze professionali è: “Prestate completa attenzione a qualunque cosa detta da Swami, quantunque semplice o casuale possa sembrare. Più essa è semplice, più grandi possono essere il suo valore e il suo impatto!” Su questa nota terminerò con la seguente affermazione di Swami, che è diventata mia guida e compagna e che ha un grande effetto: “Siate Semplici e Sinceri!” – L’autore è docente al Georgia Institute of Technology di Atlanta, U.S.A. Eterno Auriga
Effulgenza della Gloria Divina ALCUNI RAPIDI SGUARDI DEI LEELA DI SWAMI DURANTE L’INFANZIA
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ABA RIMASE A PAMIDI PER DUE giorni. Una volta ci portò tutti sulle rive del fiume dove materializzò alcune statuette per i devoti. Lo si vide camminare tra i cespugli evitando la piccola strada carreggiabile. Alcune persone avvertirono che lì c’erano delle spine e che Egli avrebbe dovuto camminare lungo la piccola strada. Baba rispose che il cammino lungo il quale si stava muovendo sarebbe stato la futura strada della zona e continuò lungo lo stesso percorso. Nel corso degli anni si è registrato un notevole sviluppo di quell’area, ma non ci è stato possibile verificare quella dichiarazione. A Swami piaceva una certa canzone di un film che io cantavo in quei giorni nei Bhajan. A volte mi chiedeva di eseguire lo stesso canto ripetutamente e non mi permetteva di cantarne altri. Questo avvenne in modo particolare durante questa visita perché io ero l’unico cantore oltre a Baba. Alla fine della Sua visita a Pamidi, tornammo assieme a Baba ad Anantapur con il treno serale dalla stazione ferroviaria di Kallur. Per la prima volta, Egli era completamente rilassato perché in casa nostra non c’erano folle in Sua attesa. Si sedette su un’ottomana alla luce della luna vicino al cancello del giardino, rilassandosi. Ci disse di raccogliere alcuni fiori per la Puja. A dire il vero non c’erano fiori in giardino, quindi ne informammo Baba. Egli disse di andare a guardare di nuovo. Mia sorella andò e tornò con una risposta negativa. Allora Swami si arrampicò sull’albero che si trovava lì, staccò alcuni rami e ci chiese di guardare. Ebbene, l’albero era pieno di fiori e, col
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cuore pieno di gioia, potemmo coglierli. Quella sera cenammo sulla terrazza della nostra casa al chiaro di luna. Durante la conversazione che seguì, qualcuno osservò che le persone di Pamidi erano felici che Swami li avesse finalmente allietati con la Sua visita dopo aver ignorato per molto tempo la loro preghiera. Mia madre spiritosamente osservò che Baba non faceva visita alle persone senza averle fatte attendere a lungo e lasciandole trepidanti. A questo Swami osservò: “Ah, è così! Allora farò esattamente lo stesso con te.” Queste parole si rivelarono una triste anticipazione continua a pagina 31... Aprile 2017
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Chinna Katha
Dio Protegge i Suoi Devoti
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EL DODICESIMO ANNO dell’esilio dei Pandava nella foresta, essi raggiunsero la parte dove viveva Roma Rishi. Egli era chiamato Roma Rishi perché tutto il suo corpo era coperto di Roma (una folta peluria). In tale foresta c’era un albero il cui frutto era tale che, se uno l’avesse mangiato una volta, si sarebbe liberato della fame e della sete. Il Rishi compì intense penitenze per far crescere quel frutto. Era proibito coglierlo o farlo cadere. Sarebbe stato possibile mangiarlo solo quando fosse caduto dall’albero da solo.
Una volta Draupadi e Yudhishthira, mentre stavano attraversando questa parte della foresta, giunsero vicini all’albero. Vedendo quel grande frutto, Draupadi chiese a Yudhishthira: “Oh, maestro! Guarda quant’è grosso e bello quel frutto! Tutta la foresta è piena della sua fragranza. Può saziare la fame di tutti noi sei. Non è così?” Yudhishthira scoccò una freccia e fece cadere il frutto. Poi cercò di raccoglierlo con una mano, ma non riuscì nemmeno a muoverlo. Allora cercò di sollevarlo con entrambe le mani, ma non riuscì a spostarlo neanche un po’. Successivamente, Yudhishthira e Draupadi ci provarono assieme, ma non ebbero successo. Quindi tornarono alla loro capanna dove trovarono Arjuna. Mentre gli raccontavano del frutto, arrivarono anche Nakula e Sahadeva. Essi allora si avvicinarono tutti all’albero e cercarono assieme di sollevare il frutto, ma invano. Di lì a poco, Bhima andò a cercarli. Egli disse a tutti loro di allontanarsi; lo avrebbe sollevato da solo. Prima cercò di raccoglierlo con la mano sinistra, poi con la destra e quindi con entrambe le mani, ma il frutto non si 30
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mosse neppure di un millimetro. Infine, tutti e cinque i fratelli cercarono di sollevarlo insieme, ma il frutto non si mosse dal luogo dov’era. Nel frattempo, Roma Rishi venne a sapere di tale accaduto: la folta peluria del corpo di Roma Rishi cominciò a muoversi, indicandogli ciò che era successo. Venendo a sapere che qualcuno aveva cercato di rimuovere il frutto, egli, arrabbiatissimo, si avvio verso l’albero.
Comprendendo l’unicità di quel frutto, i Pandava ebbero sentore del pericolo imminente.
Quando Draupadi pregò Krishna, Egli arrivò per salvare i Pandava.
Così pensarono a che cosa avrebbero dovuto fare a quel punto. Poiché Krishna li proteggeva sempre, Draupadi Lo invocò. Quando Krishna arrivò sul posto, Draupadi Gli raccontò che cos’era successo e Lo pregò con queste parole: “Non c’è nessuno che possa salvarci tranne Te.” Allora Krishna gli rispose: “Fa’ come dico senza farMi domande. Adesso è necessario che Io insceni una piccola recita.” Eterno Auriga
Krishna si incamminò allora verso l’Ashram di Roma Rishi. VedendoLo giungere al suo Ashram, il saggio Gli andò incontro, e, offrendoGli Sashtanga Pranam (prostrazione disteso), Gli disse: “O compassionevole Signore! Oggi Tu, con la Tua Presenza, hai santificato il mio Ashram.” Poi, essi, cominciarono a parlare tra loro. Nel frattempo, seguendo il comando di Krishna, anche i Pandava arrivarono all’Ashram del Rishi. Immediatamente, Krishna si alzò e offrì loro Sashtanga Pranam. Dal momento che Krishna li aveva già istruiti, essi non dissero niente. Pensando dovessero essere eminenti persone quelle a cui Krishna aveva offerto i Suoi rispettosi saluti, anche Roma Rishi offrì i propri riverenti omaggi cadendo ai loro piedi. Poi Krishna, regista della commedia cosmica, li presentò a Roma Rishi, dicendo: “Essi sono incarnazioni del Dharma e protettori di Sathya.” ...continua da pagina 29
Il Rishi stesso offrì il frutto ai Pandava a seguito dell’intervento di Krishna.
Ormai, l’ira del Rishi era completamente svanita. Allora, Krishna gli disse: “Sono stati loro a staccare il frutto.” Pensando che i Pandava sarebbero stati felici di ricevere il frutto, il Rishi si avvicinò all’albero e, personalmente, lo consegnò loro.
del futuro perché, negli anni a venire, le Sue visite dovevano diventare scarsissime e lontane fra loro. C’è una morale in questo: bisogna stare molto attenti quando si ha a che fare con la Divinità. Il parlare in libertà dovrebbe essere evitato, anche solo per scherzare. La sera successiva, Egli partì per Bengaluru accompagnato da un devoto, Sri Thirumal Rao di Bengaluru.
di gioia pregando di avere una visione del Signore, che, era noto, esser stata da Lui concessa a quel tempo a diversi devoti. Tuttavia, dubito che essi ne abbiano mai avuta una.
Due dei Suoi ospiti a Pamidi, Sri Subba Rangaiah e Sri Rama Thulsi, accompagnarono Baba ad Anantapur, e rimasero con Lui in casa nostra durante il Suo soggiorno. Nelle sessioni al fiume e altrove, Swami era solito descrivere i vari attributi della Divinità in forma di versi da Lui composti. A quei tempi, io stesso, ritirato temporaneamente dalla scuola, e loro due eravamo soliti stare assieme a Bhagavan. Essi andavano in estasi e versavano lacrime
Un giorno stavamo pranzando tutti assieme. Mia cognata era incinta. Swami disse che sarebbe nato un maschio e che doveva essere chiamato Naga Raju. In tal modo, mio nipote Naga Raju, molto prima di nascere, ebbe la cerimonia d’imposizione del nome eseguita da Baba.
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I due ebbero una fotografia fatta con Baba vicino alla nostra casa. In quella foto, ricordo della Sua visita, ci siamo noi e loro appaiono senza volto.
– Tratto da “Fifty Years at the Lotus Feet” del dottor T. Viswanadha Rao
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L’Angolo degli Studenti BENEDIZIONI DIVINE NEI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ Kavya Budarayavalasa
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L BAL VIKAS SRI SATHYA SAI È UN movimento costituito da Bhagavan Baba per consentire lo sbocciare dei bambini di oggi in cittadini ideali di domani. Esso offre ai bambini dai cinque ai quindici anni una formazione di buone abitudini e integra l’istruzione scolastica mettendo in luce l’importanza dei cinque valori umani cardinali di Sathya, Dharma, Santhi, Prema e Ahimsa (verità, rettitudine, pace, amore e non violenza). Migliaia di bambini, sotto l’abile guida di insegnanti noti come Guru Bal Vikas, sono diventati uomini e donne di forte carattere. Fui iscritto ai Bal Vikas quando avevo cinque anni. Non conoscevo minimamente l’importanza di queste lezioni e, per me, si trattava di una mera attività ricreativa. Con il passar del tempo, cominciai a imparare e cantare piccoli Sloka (versetti). Sviluppai interesse a impararli ed ero anche solito ascoltare le storie mitologiche di Rama, Krishna ecc. Cominciai poi a partecipare ai programmi Bal Vikas con piena energia, entusiasmo e devozione.
Quando ero al secondo anno di scuola, ebbi una malattia al rene e fui ricoverato in ospedale. Allorché i medici parlarono della gravità della malattia, i miei genitori e io ne fummo molto turbati. Feci la dialisi per circa tre anni e mezzo, e, per me e i miei genitori, fu un momento difficile. Mia madre e il mio Maestro mi fecero molto coraggio e mi invitarono a pregare Baba e a non perdere la speranza. Cominciai a cantare Bhajan e Sloka quotidianamente nella certezza che un giorno Baba mi avrebbe ascoltato. A mano a mano che passavano i giorni, la mia devozione per Baba aumentò. 32
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Nel 2013, un amico di mio padre ci disse di registrarmi per un trapianto di rene a Chennai, cosa che mio padre fece e, in breve tempo, subii l’operazione. Voglio ora condividere l’esperienza di mia madre. Nella nostra casa, abbiamo una foto di Baba a grandezza naturale. Proprio una settimana prima dell’operazione, mia madre fece un sogno in cui vide che, dalla foto, usciva la Vibhuti. Dopo quel sogno, era certa che sarebbe accaduto qualcosa di buono. Non ci saremmo mai aspettati che avrei fatto il trapianto di rene così presto. Eravamo molto felici e ci sentimmo euforici che Baba avesse riversato su di noi le Sue benedizioni. Fu per Sua grazia divina che superammo quei tempi difficili. Ringrazio Swami per avermi reso parte del Suo meraviglioso sistema educativo e dedico tutti i miei risultati ai Suoi Piedi di Loto. – Da “Sri Sathya Sai Bal Vikas: The Path Divine”.
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Preziose Massime
Quella che segue è un’importante massima di Bhagavan. Meditate su di essa e cercate le seguenti parole nel cruciverba sottostante:
Spina, odio, sviluppate, desiderio, tempesta, vortice, attaccamento, valanga, egoismo, vulcano, meditazione, equanimità.
Non abbiate alcuna spina d’odio nella vostra mente. Sviluppate amore verso tutti. Il desiderio è una tempesta, l’avidità è un vortice, l’orgoglio è una precipizio, l’attaccamento è una valanga, l’egoismo è un vulcano. Tenete lontane queste cose in modo che, quando recitate il Nome di Dio o fate meditazione, esse non disturbino l’equanimità.
S P I N A V O P Q R M S T V U S T E A T T A C C A M E N T O Z V I R S D F L G H V I D L M R N I
L T T X C A E Q U A I M I T A L
V Y E A S N D F L G T H J I K U A U M L Z G X C C V A B N C M P
R I P Q E A W R A T Z Y U E I P
A O E O P S D G N V I B Z O Q A
D E S I D E R I O G O H B D X T
I A T S X Q Z A D F N M V I P E
O Z A E G O I S M O E F E O Z A
Consigli di Swami agli Studenti Lo studente odierno deve coltivare, in questa Era di Kali, nove preziose qualità: spirito di sacrificio, umiltà, spirito di servizio altruistico alla società, benevolenza, disciplina, aderenza alla verità, non violenza, amore e fede in Dio. Solo i ragazzi e le ragazze che hanno queste qualità saranno il tesoro di virtù della nazione e assicureranno il suo futuro. Cari studenti! Senza queste sacre qualità, tutta l’istruzione è priva di valore. L’alfabetizzazione o la laurea costituiscono l’istruzione? Senza saggeza e virtù, può una persona essere definita istruita? La vera istruzione è quella che promuove il senso di unità, fa emergere le proprie qualità divine e promuove la fioritura della personalità umana.
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PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DEL BIHAR E DEL JHARKHAND
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N GRAN NUMERO DI devoti è giunto a Prasanthi Nilayam dagli Stati del Bihar e del Jharkhand per un pellegrinaggio di tre giorni, dal 10 al 12 marzo 2017, e si sono beati nella sacra atmosfera di questa dimora di pace. Nell’ambito di questo pellegrinaggio, nel sacro giorno di Holi, 12 marzo 2017, i bambini Bal Vikas di tali Stati hanno presentato una commedia molto toccante intitolata “Niswartha Prem” (amore altruistico). Il tema della recita è stato illustrato per primo attraverso le storie di Prahlada e Abou Ben Adhem.
L’insegnante fu impressionato dallo spirito di sacrificio del suo studente.
Vikas per il suo amico, impegnato nel servizio alla madre malata. La commedia ha descritto come questi studenti assorbano i valori umani e sviluppino lo spirito di sacrificio di sé per servire il prossimo con generosità anche a costo di difficoltà e perdite. Impressionato dal supremo spirito di sacrificio del suo allievo, anche l’insegnante decide di dedicare la sua vita alla missione di Bhagavan La danza dei bambini Bal Vikas che illustrava Baba. Uno spezzone del Discorso l’amore disinteressato di Radha per Krishna. di Swami ha aggiunto efficacia alla commedia. Infine, una canzone di Ciò che è seguito è stata una splendida gruppo in adorazione di Bhagavan Baba sequenza di danza che mostrava l’amore ha fatto calare il sipario sulla variopinta e disinteressato di Radha per Krishna. suggestiva presentazione del pomeriggio. Ma il culmine della commedia è stato l’atto di sacrificio di uno studente Bal 34
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Sri Sathya Sai General Hospital
Prasanthi Nilayam - 515134, Puttaparthi, Anantapur District, Andhra Pradesh Email: hrmgh@sssihms.org.in, Phone: 08555-287256, 289409 Applications are invited for the following posts:
Ugently Required Senior Gynaecologist Post of Senior Consultant / Consultant Qualification: M.B.B.S. + MD / DNB with relevant experience • Paediatrician: Senior Resident / Junior Consultant in the Department of Paediatrics Qualification: M.B.B.S. + MD / DNB / D.C.H. • Anaesthesiologist: Senior Resident / Junior Consultant in the Department of Anaesthesiology Qualification : M.B.B.S. + MD / DNB / D.O.A.
– Medical Superintendent
Sri Sathya Sai Higher Secondary School
Prasanthi Nilayam, Puttaparthi - 515134, Anantapur District, Andhra Pradesh (Affiliated to CBSE-New Delhi) E-mail: ssshss@gmail.com: Phone: 08555-289289 Applications are invited for Post Graduate Teachers (PGT) (MALE) for the subjects “Mathematics” and “English” with relevant details and photograph Minimum Qualification required: 1) POST GRADUATE in Mathematics with minimum II class, from a recognised university with B.Ed. 2) POST GRADUATE in English with minimum II class from a recognised university with B.Ed. The selected candidate will be paid as per Andhra Pradesh State board recommendations. The application should reach the school office on or before 15th April 2017 either by Post or E-mail with relevant details and photograph. Superannuated persons of the age between 58 and 60 years can also apply.
– Principal Eterno Auriga
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Data della Pubblicazione: 1° aprile 2017
L’Altare Reale di Dio Un cuore purificato è l’altare più appropriato. In quel recesso profumato, il Signore prenderà dimora. In tale istante, accadrà anche un altro avvenimento: il gruppo dei sei vizi che infestano il luogo se ne andrà senza neppure un addio. Quando questi vizi se ne vanno, anche il malvagio corteo delle cattive tendenze e degli atteggiamenti triviali, che prospera con essi, toglierà le tende e sparirà senza nemmeno lasciare l’indirizzo!
– Baba
Edizione Italiana del Sanathana Sarathi