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Incontri di un Regista Cinematografico con Baba Jeff Grant
INCONTRI DI UN REGISTA CINEMATOGRAFICO CON BABA*
Jeff Grant
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IL CONSUETO UFFICIO alloggi dell’Ashram non era probabilmente in grado di gestire tutte le persone che erano lì. A centinaia avevano dormito sul pavimento della sala del Poornachandra. Tutt’intorno c’erano striscioni con le parole di Baba. Una delle cose più belle che abbia mai sentito è: “Versate per Me una sola lacrima e Io ne asciugherò centinaia dai vostri occhi.” Il giorno prima di lasciare l’Ashram, la mia produttrice e io ci sedemmo sui gradini di un edificio. Le celebrazioni per il Compleanno erano finite ed era scesa una sorta di silenzio. Ella stava parlando di Swami, come lei Lo chiamava, e disse due cose che mi sono rimaste impresse nella mente. In primo luogo, affermò che ci avrebbe messo alla prova come devoti e proprio sulle cose che troviamo più difficili da affrontare. In secondo luogo, disse che a volte materializzava un anello o una collana per qualcuno, li faceva indossare e diceva di non toglierli. Per lei non l’aveva mai fatto - disse - ed era molto contenta perché, come contropartita, sarebbe incorsa in qualcosa di molto difficile da affrontare. Quel pomeriggio la nostra troupe stava filmando e dal walkie-talkie sapemmo che se qualcuno del gruppo voleva avere, più tardi quel pomeriggio, un colloquio con Sai Baba, sarebbe stato esaudito. Io dovevo andarci e anche altri due decisero che ci sarebbero andati. Ci sedemmo su una fredda lastra di marmo ad aspettare
per un’ora fuori da quella stanzetta di Prasanthi. La mia testa riprese a turbinare. Che cosa avrei potuto dire a questo essere? Che cosa avrei potuto chiederGli? Il mio cervello continuava ad arrovellarsi e, alla fine, quasi in uno stato di esaurimento mentale, pensai: “O diavolo, tutto ciò che voglio è essere me stesso, qualunque cosa sia.”
Entrammo noi tre e la produttrice. Sai Baba arrivò lesto e noi restammo tutti in semicerchio. Il cuore mi batteva forte. Venne da me e mi si fermò proprio di fronte. Avevo voglia di piangere. Mi guardò, mi mise la mano sullo stomaco e disse: “Non molto dolore adesso. Ma ora hai bisogno di qualcosa di dolce da mangiare. Stendi la mano.” Lo feci, e di nuovo, con quel movimento vorticoso della mano, mise nel mio palmo un mucchietto di una cosa rossa, simile a un dolce di semolino, che è comune in India. Non appena Lo guardai, disse: “Mangia.” Lo feci. “Presto ti darò pace completa”, aggiunse, e proseguì il percorso lasciandomi con l’interrogativo del significato di questa frase.
Alla fine, andò dalla produttrice. “Ritorni a Londra l’11”, le disse.
“No”, ella rispose. “Torniamo tutti il 3. Ho i biglietti.” “Penso che tornerete l’11”, disse Baba. Quando incontrammo l’avvocato della produttrice all’aeroporto di Bombay (Mumbai), una delle prime cose che ella disse fu che c’era stato un problema e che aveva prenotato il volo di ritorno una settimana dopo.
Baba le parlò per un po’ e poi improvvisamente disse: “Piegati in avanti.” Lei eseguì, e Baba fece quel movimento vorticoso con la mano facendo cadere dal centro del palmo una grande collana d’argento. L’assistente di macchina, che era in piedi accanto a me (eravamo a circa sei metri da Baba), ebbe un sussulto di stupore. Poi Baba mise la collana intorno al collo della produttrice e disse: “Non toglierla.” Le parole che ella aveva pronunciato quella mattina mi tornarono subito in mente: “Non ha mai materializzato nulla per me che abbia insistito portassi addosso. Troverei molto arduo dover incorrere, come contropartita, in qualcosa di molto difficile da affrontare”, e “Egli ti mette alla prova proprio su quelle cose che trovi più difficile da affrontare.”
Mentre mi trovavo lì, in quella stanzetta in mezzo al nulla, a cinquemila miglia da casa, sentii di essere tornato a casa.
A proposito del film: una volta ne avevo due copie, ora non ne ho nessuna e non ho idea di dove siano finite. La produttrice aveva numerose copie e non riesce a trovarne nemmeno una. L’ultima rimasta, di cui ero a conoscenza, l’aveva il cameraman, ma recentemente mi ha detto che il suo lettore video ne ha danneggiate una gran parte. Avevo scattato molte foto e l’assistente di macchina si è offerto di consegnarle ai laboratori cinematografici assieme al film originale. I laboratori hanno perso i negativi. Traete voi le conclusioni da tutto ciò….
- Estratto dall’articolo di Jeff Grant, regista cinematografico britannico, in “Encounters with Divinity”.
Il sole vaporizza l’acqua dell’oceano. Sebbene essa sia salina, l’acqua piovana che cade dalle nuvole ha un sapore dolce. Allo stesso modo, l’acqua salata della cattiva condotta dovrebbe essere trasformata nelle nuvole della verità dal sole di Buddhi (intelletto). Solo allora l’acqua dolce di Prema cadrà dalle nuvole della verità e della virtù. – Baba