13 minute read
Comprendete la Natura Divina dello Yoga Discorso di Bhagavan del 17 aprile 1996
definiscono Sri Ramadasa o servi di Sri Rama, altri dichiarano di essere devoti del Signore Shiva e recitano il mantra Namah Shivaya. Tutti pensano quindi di essere vicini a Dio, ma questa non si può definire vera devozione. Voi potete proclamare di essere dei devoti, ma Dio ha forse detto che siete Suoi devoti? Come potete definirvi devoti prima che Dio vi abbia accettati come tali? Voi spedite una raccomandata a un amico e, per conferma di ricezione, vi arriva una ricevuta da lui; in modo simile, Dio deve affermare che siete Suoi devoti. La coscienza vi dirà se Dio vi ha accettati come devoti: la vostra stessa coscienza è Dio. Nel Vedanta, ci si riferisce alla coscienza come Cit; Cit è consapevolezza. La consapevolezza è comprensione assoluta.
Karma Yoga
Advertisement
Ci sono quattro tipi di yoga: Karma Yoga, Bhakti Yoga, Dhyana Yoga e Jnana Yoga. Dedicare tutte le azioni a Dio e fare ogni lavoro come Suo lavoro è Karma Yoga. Dovete avere questa salda convinzione: “Niente è mio, tutto è Tuo. Tu sei dovunque.”
“Con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono tutto, Egli permea l’universo intero.”
Dio ascolta coloro che hanno piena fede nella Sua onnipresenza. Se pregate Bhagavan: “Swami, stai ascoltando la mia preghiera? Non conosci i miei problemi?” sentirete la Sua presenza e vedrete i Suoi occhi. Dio è sempre con voi, in voi, sopra di voi, sotto di voi, davanti e dietro di voi; potete avere una guardia del corpo che vi cammina accanto, ma Dio dice: “Io non sono davanti a voi; sono dietro di voi e vi proteggo come una guardia del corpo. Rimanendo dietro di voi, vi tengo d’occhio.” Eppure, il devoto non ha piena fede. Si gira indietro e non vede Dio, per cui si lamenta: “O Dio, Tu mi inganni.” Il Signore dice: “Le parole di Dio sono eterne. Esse non cambiano; tu non le comprendi. Se ti giri indietro per guardare, significa che Io sono davanti a te, non è così? Come puoi vederMi? Tu hai gli occhi davanti, nella faccia, non è vero? Quindi Io sono sempre dietro ai tuoi occhi.”
Questa è la rassicurazione di Dio e voi non potete capirla sulla base delle parole e delle azioni. Dovreste sperimentare la vostra unità totale con Lui. Lo yoga è unione con Dio; dovete essere uno con Dio nelle azioni, nell’adorazione, nel lavoro, in tutto. Lo yoga dell’azione (Karma Yoga) consiste nel compiere azioni altruistiche senza aspettarsi alcun risultato. Il lavoro deve essere nishkama, cioè senza desiderio. Un’azione fatta per il bene degli altri è yoga dell’azione.
Una volta, un uomo molto anziano piantava un alberello di mango e lo accudiva innaffiandolo. Egli non si aspettava di goderne i frutti; pensava che altri li avrebbero colti e sarebbero stati felici. Il sole era alto ed egli sudava abbondantemente, per cui il nipote gli chiese: “Che cosa stai facendo in pieno sole? Che beneficio ne trarrai?” A quei tempi, le persone non ricevevano l’attuale istruzione moderna; agivano sempre per servire agli altri e l’anziano rispose: “Io ho ricevuto questo corpo soltanto per servire gli altri. Il servizio è il mio dovere; questo è il mio motto.” Poi offrì al giovane una noce di cocco ancora tenera. Dopo aver bevuto l’acqua del cocco, il nipote disse: “È molto buona; dove l’hai presa?” Il vecchio rispose: “Tempo addietro, mio padre piantò degli alberelli di cocco e noi stiamo ora usufruendo della dolce acqua delle noci di quegli alberi. Così, l’albero di mango che sto piantando ora, sarà di beneficio ad altri; che io non ne tragga un beneficio immediato non conta. Altri pianteranno alberelli utili come io sto facendo ora.”
Per ogni azione c’è una reazione e una risonanza: un’azione buona ha un risultato buono e viceversa. L’azione altruistica fatta in questo modo è Karma Yoga; può non scaturirne un beneficio immediato per noi, ma qualcun altro ne trarrà vantaggio. Quindi l’uomo deve intraprendere qualunque lavoro che aiuti la società. Questo è Karma Yoga.
Bhakti Yoga
Bhakti Yoga significa fare ogni lavoro per compiacere Dio senza alcuna traccia di egoismo. L’amore disinteressato per Dio è vera devozione. Egli è l’incarnazione della beatitudine assoluta. Non c’è bisogno che diciate “Buon Compleanno” a Dio perché Egli è sempre felice. Ditelo a coloro che non lo sono. Dio è sempre beato, non si aspetta di ottenere la beatitudine da voi. Egli è la sorgente dell’Amore e della Beatitudine.
Dio è come un immenso serbatoio d’acqua, la devozione è come un tubo connesso a questo serbatoio e le azioni altruistiche sono come rubinetti: aprite il rubinetto e colmatevi d’amore e beatitudine. Se il serbatoio contiene soltanto acqua pura, ne uscirà solamente acqua pura. Le esperienze sono conformi ai sentimenti. I risultati sono conformi alle azioni. Voi siete sereni e felici se siete colmi d’amore. Dio è l’incarnazione della purezza e voi potete farGli piacere con l’amore puro; questo è vostro dovere, e dovrebbe essere lo scopo dell’esistenza.
La vita è molto preziosa, il tempo è illimitato, il cuore è immenso: noi seguiamo un sentiero angusto senza conoscere la grandezza di questi tre. Abbandonatevi a Dio senza preoccuparvi minimamente di ciò che gli altri pensano di voi. Abbandonatevi a Lui con amore sacro, rifugiatevi in Lui. Questo è il Principio dell’Amore.
L’adorazione, la meditazione ecc. non sono che mezzi utili a sviluppare l’amore puro per Dio. Niente è più grande dell’Amore. Voi vedete la vostra faccia nello specchio; se lo specchio non ha la vernice d’argento dietro, non potete vedervi il vostro riflesso. In un vetro normale non c’è riflesso; in modo simile, se rivestite il cuore d’amore puro, vi potrete vedere il riflesso di Dio. Questo è Atma Darshanam (Autorealizzazione). Prema (l’Amore) è il mezzo più importante per l’autorealizzazione. Questa è devozione. La vera pratica spirituale consiste nell’infondere e sviluppare l’amore in tutti i nostri doveri e azioni. Questo è il vero messaggio spirituale.
Dhyana Yoga
C’è poi Dhyana (meditazione). Tutta la vita umana è fatta di dhyana: camminare è meditazione, cucinare è meditazione, leggere è meditazione, scrivere è meditazione e la vita intera è meditazione. Come possiamo leggere se non prestiamo attenzione alle lettere? Voi pianificate ciò che volete scrivere prima di iniziare; ci pensate. Pianificare e pensare non sono altro che meditazione. Voi pensate: “Swami sta venendo; voglio fare padanamaskar.” Avete questo pensiero, non è vero? Quel pensiero stesso è meditazione. Tutte le esperienze sono soltanto meditazione. (Continua)
- Discorso di Bhagavan tenuto nel Sai Sruti a Kodaikanal il 17 aprile 1996
VEDETE IL DIVINO IN TUTTI
Nel Discorso di Dasara tenuto il 5 ottobre 1997, Bhagavan disse: “Si dovrebbe comprendere che nell’essere umano c’è un’energia divina latente - come il fuoco nel legno - che rende possibile all’occhio di vedere, alla mente di pensare e al corpo di muoversi. Tutti gli organi sono in grado di funzionare grazie a questa energia. L’uomo è orgoglioso di essere l’artefice di tutte le cose, ma questo orgoglio è privo di fondamento. Un egoismo simile è una malattia fatale.”
CONVINCETEVI DAVVERO DI ESSERE L’ATMA
Incarnazioni dell’Amore!
IL CORPO, GLI ORGANI DI senso, la mente e l’intelletto sono gli strumenti dell’essere umano; soltanto la persona che comprende il segreto di questi strumenti potrà comprendere il Principio Atmico. Come può un uomo comprendere il mistero dello spirito interiore infinito se non riesce a capire il significato dell’abito che indossa?
Convincetevi della transitorietà del corpo umano
Prima viene il corpo che è chiamato deha (lett.: ciò che è destinato a esser bruciato) perché il suo destino finale è la cremazione. Il corpo si brucia dopo che la vita ne è uscita; esso può essere apprezzato per la forma, ma, in realtà, è un ricettacolo di ogni tipo di rifiuto e va soggetto a molte malattie della carne. Riconoscendo la sua transitorietà, l’uomo deve indirizzare la mente verso i Piedi del Divino.
Il corpo viene chiamato anche sarira, che significa “ciò che va incontro alla decomposizione”. All’inizio è un grumo di carne, poi assume una forma attraente. In gioventù ha un fascino speciale, in vecchiaia diventa deforme. Quando un uomo è vivo, il corpo è consumato dal fuoco della preoccupazione e, quando è morto, viene bruciato sulla pira funeraria.
Le Scritture dichiarano che l’uomo ha ricevuto il corpo principalmente per vivere con rettitudine. La Bhagavad Gita descrive il corpo come kshetra. Un significato di questo termine è “residenza del Divino”. I luoghi di pellegrinaggio sono chiamati kshetra. Un altro significato è “campo”. Se volete coltivarci un raccolto, dovete prepararlo per quello scopo. Per farlo produrre, bisogna arare, seminare e innaffiare. Il raccolto sarà simile alla semente usata; in modo simile, le azioni del corpo determinano la natura della vita. Per ottenere buoni risultati, bisogna decidere di fare buone azioni.
Offrite tutte le azioni a Dio.
Nella sua qualità di kshetra, il corpo è un tempio in cui il Divino risiede come Kshetrajna o Conoscitore del campo. Lo Kshetrajna è l’Atma o Sé. La Gita dichiara che sia il corpo sia l’Atma sono divini. Uno studioso, per quanto grande possa essere e profonda sia la sua conoscenza delle Scritture, deve imparare tutto sul corpo perché esso porta con sé le conseguenze delle vite precedenti dell’individuo. Il corpo è lo strumento fondamentale necessario per fare tutte le azioni e per acquisire ogni conoscenza e capacità. Alla nascita, tutti portano con sé una collana data dal Creatore e fatta con le conseguenze delle azioni buone e cattive compiute nelle vite precedenti. Ognuno raccoglie soltanto i frutti di ciò che ha seminato. Solamente le azioni buone possono produrre risultati buoni; quindi la felicità o il dolore dipendono dalla natura delle vostre azioni. In un certo senso, tutte le azioni possono essere considerate degli yajna (riti). Tutto ciò che serve, per attraversare l’oceano del samsara, è il servizio alle persone buone, nessun’altra osservanza religiosa. Con questo servizio, si ottiene la grazia del Divino. Tutte le azioni vanno fatte come offerte a Dio per ottenere la Sua grazia; così diventano sacrifici rituali o yajna. Bisogna pensare a Dio e pregarLo almeno quattro volte al giorno: all’alba, a mezzodì, al tramonto e prima di andare a letto. Questo è il cibo dell’anima.
Liberatevi dell’invidia e dell’ego
Il corpo deve essere considerato fondamentalmente uno strumento atto al raggiungimento del Divino tramite le nove forme di devozione. L’attaccamento al corpo per i piaceri fisici va eliminato perché il corpo è essenzialmente sacro e prezioso come residenza dell’Atma ed è da usare soltanto per scopi sacri. Per quanti nomi e forme si usino per l’adorazione, Dio è uno e benedice il devoto in proporzione alla profondità della devozione senza considerare il nome e la forma che lo stesso usa.
Oggi, prima dell’inizio dello yajna, i ritvik (sacerdoti vedici) hanno sfregato con forza due bastoncini l’uno contro l’altro per produrre il fuoco per l’homa (offerta rituale). Che significato ha questa procedura? Essa indica che, per uno yajna, il fuoco deve essere acceso in modo naturale e non con mezzi artificiali. A tale scopo, essi usano due bastoncini. In modo simile, il corpo e la mente devono essere sfregati reciprocamente per generare jnanagni (fuoco della saggezza). Si deve anche comprendere che nell’essere umano c’è
un’energia divina latente - come il fuoco nel legno - che fa sì che gli occhi vedano, le orecchie odano, la mente pensi e il corpo si muova. Tutti gli organi possono funzionare grazie a questa energia divina. L’uomo è orgoglioso di essere l’artefice di tutte le cose, ma questo orgoglio è privo di fondamento. Un egoismo simile è una malattia fatale ed è accompagnato da un’altra malattia perniciosa chiamata asuya (invidia). Nel mondo ci sono cure per ogni tipo di malattia, ma non c’è rimedio per l’egoismo e l’invidia; per questi, la rovina totale è l’unica cura.
L’uomo deve capire che non bisogna essere troppo indulgenti nei confronti di qualunque desiderio, che si tratti di cibo o di altra cosa; questo è ciò che si deve imparare dagli antichi che praticavano l’autolimitazione in ogni aspetto della vita. Nei tempi antichi, non si riceveva l’istruzione che viene data oggi, non si ottenevano importanti titoli di studio, ma si viveva in purezza e integrità con il Nome di Narayana sulle labbra.
Alimentate il senso di unità spirituale
Oggi, per ottenere la pace, le persone devono incrementare la purezza di cuore e la stabilità della mente. Chi non ha trovato la pace in se stesso non la troverà in tutta la ricchezza del mondo né nei grandi progressi della tecnologia spaziale. Quando, alla fine dei bhajan, diciamo Shanti tre volte, preghiamo per la pace del corpo, della mente e dello Spirito; senza questa triplice pace, che può essere concessa soltanto da Dio, non si può avere la vera pace, il che significa che la spiritualità è essenziale per la salute del corpo, la pace della mente e la beatitudine dello Spirito.
Lo Spirito Cosmico è Uno sebbene sia chiamato con molti nomi e adorato in molte forme. Voi dovete vedere il Divino in tutti, inclusi coloro che voi potreste considerare estranei o nemici; la vera spiritualità consiste in questo spirito di unità spirituale e può sorgere solamente quando l’attaccamento al corpo è scomparso. Le persone pensano che abbandonare l’attaccamento sia difficile, ma non è così: liberarsi dell’attaccamento al corpo è facile se ci si convince di essere l’Atma (il Sé). Nella vita dell’umanità ci sarà una grande trasformazione se la gente in generale maturerà questo modo di sentire. La pace dovrebbe diffondersi dall’individuo alla famiglia, alla società, alla nazione e al mondo, non il contrario.
L’effetto spiritualizzante delle vibrazioni dei mantra vedici
Incarnazioni dell’Amore!
Oggi, il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna è stato inaugurato per promuovere il benessere dell’universo. Tutti gli individui devono assumersi una parte in questo sforzo per la pace e la prosperità del mondo. Che voi comprendiate il significato dei mantra o no, le vibrazioni che emanano dal canto dei Veda avranno un effetto spiritualizzante su chi ascolta. Nelle vibrazioni degli inni vedici c’è beatitudine. Brahman è descritto come l’incarnazione delle vibrazioni cosmiche che permeano l’universo, lo colmano di splendore, di saggezza e beatitudine. Fate buon uso dell’opportunità concessavi dallo yajna di purificare la vostra vita ed elevarvi dalla condizione umana a quella divina.
- Dal Discorso di Bhagavan tenuto nel Sai Kulwant Hall a Prasanthi Nilayam il 5 ottobre 1997
BHAGAVAN SCRIVE PER IL SANATHANA SARATHI
QUANDO BHAGAVAN SRI SATHYA SAI BABA FONDÒ LA RIVISTA SANATHANA Sarathi, nel febbraio del 1958, iniziò anche a scrivere un articolo per esso ogni mese fin dal suo primo numero e continuò a scrivere senza interruzione fino all’ottobre del 1984. Tutti questi articoli furono scritti in sequenza perfetta, poiché erano stati pensati per essere redatti sotto forma di libri che furono poi chiamati serie Vahini. Per far conoscere ai nostri lettori come Bhagavan abbia scritto questi articoli, Ne riproduciamo i manoscritti, assieme alla loro traduzione, che costituivano il 16° e ultimo libro della serie
Vahini, intitolato “Leela Kaivalya Vahini” (Il Fiume del Divino Gioco Cosmico).
L’articolo di questa pubblicazione forma la seconda parte dell’articolo pubblicato dal Sanathana Sarathi nell’agosto del 1984. Le successive pubblicazioni della rivista conterranno altri articoli del “Leela Kaivalya Vahini” che espongono la profonda conoscenza dei Veda. Poiché Bhagavan Sri Sathya Sai Baba Stesso è il Veda Purusha e i Veda sono emersi da Lui, non può esserci autorità più grande per proporre i valori eterni e gli inestimabili insegnamenti dei Veda. I ricercatori che vogliono cogliere l’autorevole e autentico significato delle verità spirituali contenute in queste Scritture antichissime dovrebbero leggere e rileggere questi articoli.