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Vedete Dio in Tutti Messaggio di Bhagavan in Occasione di Dasara

LEELA KAIVALYA VAHINI Sai Parla al Sadhaka

L’Onnipotente (Parameshvara) viene ricercato per essere conosciuto e raggiunto attraverso la Sadhana. Quindi anch’Egli è noto come Artha (obiettivo). Il Veda annuncia che la saggezza intuitiva (Jnana) costituisce la ricchezza (Dhana), il mezzo con cui si raggiunge l’Onnipotente; solo questo merita il nome di “Veda” o Verità Vedica. La Shruti (Scrittura Vedica) afferma che solo tale ricchezza può conferire la gioia della soddisfazione (Tripti) tanto all’adoratore (Aradhaka) quanto all’adorato (Aradhya). Il Rig Veda esalta questa forma di ricchezza e la chiama Shrutyam, poiché è il tipo descritto e raccomandato nella Shruti. Il Veda approva come vedica solo quella ricchezza che si guadagna attraverso l’aderenza ai codici morali chiaramente formulati per la guida dell’umanità. Sadhaka: Shrutyam? Che cosa significa, Swami? Sai: Una persona ricca (Sreemanta) è quella che è felicemente dotata di figli e di nipoti e che ha successo oltre misura in ambizioni mondane. L’eccellenza morale è la proprietà più preziosa. Questa ricchezza è il risultato concreto delle ingiunzioni vediche. Si chiama Dharma. Il Ramayana esalta Rama come Personificazione del Dharma (Vigrahavaan Dharma). Il Dharma sostiene tutti gli esseri (Sarva Bhutanam Dharanat, Dharma). Il Dharma è il sostegno (Dharana) di tutti gli esseri. Perciò, si chiama Dharma. L’Onnipotente è quel sostegno e supporto; il metodo di adorazione più efficace è l’offerta del Dharma. Quindi, l’Onnipotente Stesso si identifica con la parola Dharma. Questo nome è quindi significativo. L’intero cosmo progettato dall’Onnipotente è fondato sul Dharma (Dharmo Vishwasya Jagatah Pratishta). Il Dharma, intriso di profonda santità, viene interpretato dalle persone secondo i loro capricci e fantasie, i loro interessi egoistici. Esso è stato, pertanto, gravemente distorto. Le parole Veda e Deva assumono nuovi significati e implicazioni. Il processo può essere chiaramente riconosciuto nella letteratura vedica. “Svayam Sarvam Vetti Iti Vedah” (esso stesso, il Veda, conosce tutto). Questa affermazione rivela che il Veda è l’onnisciente Brahman Stesso. Shruti è la Sua incarnazione. Sadhaka: Swami! Nei Mantra che i Veda contengono, la parola Svaaha ricorre frequentemente. Che cosa significa Svaaha? Sai: Bene! Questa parola è generalmente usata per indicare solo un’espressione usata mentre si offrono oblazioni nel fuoco acceso in modo cerimoniale; la gente pensa che non sia una parola vedica. Sostiene che sia un’espressione tecnica applicabile solo ai rituali. C’è una Divinità, di nome Svaaha Devi, invocata da quella parola. Connota anche “offrire Havis (cibo sacramentale) agli Dei”. Quindi, la parola ha due significati. Quando Havis o altre offerte vengono fatte alla Divinità nelle Sue varie forme e nei Suoi vari nomi, viene usata la parola Svaaha. Quando, tuttavia, si invocano i propri antenati e li si invita ad accettare le offerte rituali, l’espressione usata è Svadha, non Svaaha. Poiché la parola è piena di potenza, viene riverita come manifestazione di Vaak Devi, la Divinità che presiede al linguaggio.

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LE MIE ESPERIENZE ALLA DIVINA VICINANZA DI BHAGAVAN *

Srivilas Suri

IL MATRIMONIO DI MIO FRATELLO maggiore fu fissato con la figlia adottiva di Somina Sureshwara Sarma a Kakinada. Dovetti chiedere a Swami il permesso di partecipare al matrimonio e dopo tornai al Nilayam. Swami esortò poi la coppia di sposi novelli ad andare a fra i maggiori appaltatori di tutte le opere di Swami), partì per Bangalore. Non appena vi giunse, venne informato che la L&T era in sciopero ed egli non doveva presentarsi per altri dieci giorni!

Non appena essi lasciarono il Nilayam, Swami mi chiamò e disse: “Nee Annayya Thondara Padi Velli Poyadu. Ha company strike Lo Undi. Ataniki Teliyada” (tuo fratello se n’è andato in fretta. Non sapeva che c’era uno sciopero in azienda?). Mi chiedevo come Swami fosse a conoscenza dello sciopero. “Sare, Neevu Velli Vallaku Ee Dhotulu Cheera Kumkuma Prasadam Nenu Icchanani Cheppi Raa” (va bene, prendi questi vestiti e il Kumkum per loro e riferisci che Swami ha inviato loro questo Prasadam). Quando raggiunsi Bengaluru, e consegnai i doni, si sentirono umiliati.

ricevere le Sue benedizioni. Mio fratello e sua moglie arrivarono a Bangalore e io dissi loro di andare da Swami per ricevere le due giorni, ma Swami non li chiamò. Dato che mio fratello doveva presentarsi al lavoro (lavorava per la Larsen & Toubro che, negli anni successivi, sarebbe stata

Dopo circa due giorni, mio cognato, mia sorella e mio fratello, assieme a sua moglie, giunsero al Nilayam per il Darshan di Swami. Egli mi chiese di farli attendere per il colloquio. Rimasero delusi quando non furono chiamati e, invece, fu ricevuto qualcun altro! Anch’io restai deluso dal momento che, a quel tempo, ero il Dwarapalaka (custode) di Swami. Poi furono chiamati tutti e quattro e, quando cercai di inserirmi con loro, Swami disse: Sue benedizioni. Essi andarono e attesero

“Tu non appartieni alla famiglia. Perché stai cercando di venire?” Swami trascorse con loro quasi un’ora.

Penso che fossero tutti elettrizzati di aver trascorso tanto tempo con Swami e partirono per Bengaluru pienamente soddisfatti. Mia sorella ebbe una

complicanza mentre era alla sua seconda gravidanza. Swami mi chiamò e disse: “Va’, dai questa Vibhuti a tua sorella, poi torna qui.” Partii immediatamente per Bengaluru con la Vibhuti e tornai di notte. In seguito appresi che, durante la gravidanza, la vita di mia sorella era stata in pericolo e Swami l’aveva salvata! Molti anni dopo, ella mi disse come Swami l’avesse salvata. Egli chiamò i due figli di mia sorella Satya Kumar e Siva Kumar.

Akhanda Bhajan a Bengaluru

Alcuni devoti di Bengaluru, guidati dal dottor Padmanabhan e altri, organizzarono un Akhanda Bhajan al Gayana Samaj. Non ricordo la data. Prima d’allora andavo tutti i giorni a Brindavan per avere il permesso da Swami di partire per Jamshedpur. Ogni giorno Egli diceva: “Vieni domani.” Questo continuò per cinque giorni. Alla fine acquistai il biglietto per il viaggio e dissi a Swami: “Ho comprato il biglietto e domani me ne vado.” Swami sorrise e rispose: “Atlaga! Repu Akhanda Bhajana Undi, Nuvvu Akkadiki Raa. Nenu Cheputanu” (ah sì? Domani, c’è l’Akhanda Bhajan. Tu vieni lì e poi ti dirò).

Raggiunsi prontamente il Gayana Samaj intorno alle 8,30 e dissi a mia sorella che sarei tornato entro le 13 per prendere il treno da Brindavan per Chennai. I Bhajan iniziarono e Swami se li godeva appieno. Attento come un’aquila, cercavo il permesso di Swami.

Giunsero le dodici e stavo diventando impaziente, ma Swami non era affatto preoccupato. Verso le 12,30, mi chiamò da parte e disse: “Choodu, Raja Reddy Vontlo Baga Ledu. Ee Adavallu Alasi Poyaru, Veellu Rathri Daka Bhajan Cheyya Leru. Mysore Raghu, Valla Thammulu Chestunnaru. Nee Prayanam Manuko, Akhanda Bhajan Tarvata Ooriki Veluduganile. Nee ticket Naku Ivvu. Nee Chellaluki Bava Gariki Cheppu. Sayankalam Bhajanki Rammannu. Ippudu Ela Vachhavu? Intiki Karaulo Velli Cheppesi Raa” (vedi, Raja Reddy non sta bene. Queste donne sono stanche, non possono cantare i Bhajan per tutta la notte. Mysore Raghu e i suoi fratelli stanno eseguendo i Bhajan. Rimanda il viaggio. Puoi tornare a casa tua dopo l’Akhanda Bhajan. Dammi il biglietto. Con che mezzo sei venuto ora? Vai alla macchina e di’ a tua sorella e tuo cognato di venire ai Bhajan del pomeriggio). Dissi a Swami che ero venuto in bicicletta e che sarei tornato dopo averlo riferito a mia sorella. Più tardi seppi che Swami aveva chiesto a qualcuno di annullare il mio biglietto!

I Bhajan stavano proseguendo molto bene e Swami era sempre rimasto lì. All’improvviso, osservò che gli organizzatori non ci avevano offerto acqua, tè o caffè.

Al Suo comando, ci dettero qualcosa da bere. Verso le 21, fummo portati a casa del dottor Padmanabhan per la cena. Swami si accovacciò sul pavimento e io fui sistemato tra Raja Reddy e Swami! Egli ci disse di non mangiare pesante per non addormentarci. Ci concesse Padanamaskar e ci diede della frutta. Poi si voltò verso di me e disse: “Padu Nuvvu Kooda” (canti anche tu). Così dicendo, materializzò Vibhuti e me la mise in bocca! Che mi crediate o no, cantai assieme al gruppo quasi 100 Bhajan. Questa fu la prima e ultima volta in cui io abbia cantato un Bhajan. Ciò avvenne solo per grazia di Swami.

Baba arrivò alle 4,30 e rimase fino alle 9, quando Gli fu offerto l’Arati. Chiese a tutti noi di tornare il pomeriggio e mi disse in particolare: “Ti darò dei pacchetti di Vibhuti da consegnare a tua madre e partirai per Jamshedpur il giorno successivo.” C’era solo un posto disponibile per un biglietto per Jamshedpur con il treno da Brindavan per Chennai e poi da Howrah Mail a Jamshedpur.

Quando arrivai a Jamshedpur, mio padre mi avvertì che mia madre era ricoverata in ospedale per eliminare un’escrescenza diabetica sulla schiena. Ella ne soffriva da quindici giorni, e allora io capii perché Swami aveva rimandato il mio viaggio di quasi 15 giorni!

Egli sapeva da sempre della salute di mia madre. L’operazione venne programmata per due giorni dopo. Consegnai a mia madre la Vibhuti datami da Swami ed ella la ingoiò. Il giorno dell’operazione, venne portata in sala operatoria con la sedia a rotelle e, con grande sorpresa e meraviglia dei medici, l’escrescenza era svanita! Mia madre venne dimessa senza operazione! Questo fu un altro miracolo di Swami.

Durante Dasara del 1967, un certo Ramanamurthy di Hyderabad creò il Sathya Sai Seva Dal. Tutti i volontari Seva Dal ricevettero il tesserino di riconoscimento da indossare. Alla presenza di Swami, si svolse nel Mandir un incontro dei Seva Dal e i tesserini furono consegnati personalmente da Swami. Anch’io e Sambasiva Rao li ricevemmo.

I volontari vennero distribuiti per regolare la folla che era aumentata fino ad arrivare a migliaia di persone. Sambasiva Rao e io non venimmo disturbati mentre facevano la decorazione della tettoia.

Inoltre, ero anche responsabile del sistema di microfoni e del Dwarapalaka (custodia) del capannone, dove sarebbe arrivato Swami. Poiché a causa del lavoro si sarebbero potuti danneggiare, entrambi non indossavamo i tesserini. Dato che ne eravamo sprovvisti, qualcuno del gruppo Seva Dal ci impedì di entrare nel capannone. Ramanamurthy informò Swami della nostra indisciplina.

Si dice che Swami abbia detto a Ramanamurthy: “Non toccare quei Kotees (scimmie). Non ascolteranno nessuno. Essi ascolteranno solo Me. Consentite loro di continuare il loro lavoro.”

Dopo questo, non vi fu alcuna interferenza da parte di nessun volontario Seva Dal. Eravamo gli unici volontari senza tesserino. Partecipai alle celebrazioni di Sivarathri nel capannone, dove Swami materializzò un Agni Lingam e un Netra Lingam, ognuno delle dimensioni di un uovo! Potei vedervi tutti i pianeti girare e con lingue di fuoco! Che esperienza emozionante! Quanto sono stato fortunato ad avere questa esperienza!

Il Memorabile Sivarathri del 1968

Per me, Sivarathri del 1968 fu davvero memorabile. Per qualche ragione, Swami era di umore furioso e tutti avevano paura di avvicinarsi a Lui. La Vibhuti Gli fuoriusciva dappertutto, dai capelli e dalle sopracciglia!

Come al solito, Egli issò la bandiera e io ero l’unica persona autorizzata ad accompagnarLo. Portavo con me la statua di Shirdi Sai e Swami eseguì il Vibhuti Abhishekam con la mano che roteava velocemente all’interno del vaso, tenuto in alto, con l’imboccatura verso il basso, da Kasturi. La Vibhuti fluiva da questo vaso come un’inondazione. Assieme alla Vibhuti, scorrevano perle, bacche di Rudraksha, di Tulsi, particelle d’oro e d’argento. Che visione! Che profumo di Vibhuti! Le persone sedute vicino al palco vennero inondate di Vibhuti, e la statua di Shirdi Sai ne era completamente coperta. Mentre mi accingevo a riportare la statua nel Mandir, la gente mi si aggrappò alla camicia, che era coperta di Vibhuti. Fu un’esperienza divina e indimenticabile per me!

Questa volta non vi fu alcun capannone poiché Swami aveva costruito un palcoscenico diverso sul terreno aperto, vicino al capannone. Questo aveva dei gradini per salire al palco a forma esagonale con una porta che si poteva chiudere. Arrivò la sera, e Swami salì rapidamente sul palco. Un grande corteo di devoti, tra cui Kasturi, Bhagavantam, Kistappa, Surayya, Satyamurthy e molti altri, che ora non ricordo, seguiva Swami. Non appena Egli entrò, mi chiese di chiudere la porta e di non permettere a nessuno di salire sul palco. Che situazione imbarazzante e difficile per me presidiare la porta! Poi Swami chiese che si iniziassero i Bhajan, che anche i devoti intonarono in massa. Intorno alle 20,30, Baba si portò una mano alla testa e rimase in quella posizione per circa 30 minuti. Le persone sedute sul davanti, come Raja Reddy, Kasturi e altri importanti devoti, cominciarono a preoccuparsi, in quanto non vi era alcun movimento da parte di Swami. Dal basso tutti mi guardavano, ma non potevo disobbedire all’ordine di Swami e permettere che qualcuno salisse sul palco.

Improvvisamente, Swami scosse la testa e iniziò a dire ai devoti lì riuniti che era andato in trance e aveva visitato i nove Loka (mondi eterei). Tutti ne furono sollevati e sbalorditi! Swami tenne quindi un breve discorso sulle Sue esperienze nei vari mondi!

I Bhajan iniziarono di nuovo e arrivò il momento che Swami materializzasse il Linga. Io ero seduto in un angolo del palco con un contenitore d’argento pieno d’acqua. Swami continuò a bere l’acqua e il contenitore si vuotò! Mi chiedevo come avere acqua se Egli ne avesse chiesta dell’altra. Fortunatamente per me, il cuoco di Raja Reddy era in piedi fuori e riempì d’acqua il contenitore. Swami iniziò a mostrare sofferenza e aveva delle convulsioni. Quando i Bhajan furono al culmine, emise un Linga delle dimensioni di un uovo! Potei vedere macchie di sangue ai bordi della Sua bocca e anche sul fazzoletto con cui si era coperto la bocca mentre emetteva il Linga.

Egli spiegò poi il significato del Linga e chiese che i Bhajan continuassero fino al Suo ritorno. Mise il Linga su un cuscinetto di fiori di gelsomino e, mentre usciva, mi disse che a nessuno doveva essere consentito di salire sul palco! Non avevo mangiato nulla dalla mattina perché ero completamente impegnato nel lavoro di Swami. Le nuove istruzioni erano ora che avrei dovuto sorvegliare il Linga tutta la notte! Che cosa potevo fare per rispondere alle esigenze della natura? Come potevo andare a mangiare qualcosa? Come potevo rinfrescarmi la mattina prima dell’arrivo di Swami? Egli sarebbe potuto arrivare in qualsiasi momento della notte: è, infatti, estremamente imprevedibile. Tutti questi pensieri mi si affollarono nella mente. Non potevo chiedere alcun aiuto, poiché ciò avrebbe significato disubbidire all’ordine di Swami.

In qualche modo, prima delle 4, dopo aver chiuso la porta, mi rinfrescai nella casa di Raja Reddy che era vicina al Vedika. Dopo circa 10 minuti, fui nuovamente sul palco e attesi, vigilando attentamente, l’arrivo di Swami. Egli arrivò verso le 6 del mattino, benedisse i devoti che erano rimasti lì tutta la notte, mi concesse Padanamaskar e lasciò il Vedika portando con Sé lo Siva Linga che aveva materializzato la notte precedente.

Per me, Sivarathri del 1968 fu un’esperienza indimenticabile. Mentre stavo riposando nella veranda di Raja Reddy dopo la frenetica attività di Sivarathri, Swami mi mandò a chiamare. Quando Gli venne detto che stavo dormendo, si dice che abbia commentato: “Papam, Chaala Shrama Paddadu, Padukoni” (poveretto, lasciatelo dormire; ha fatto molto lavoro). Che cosa posso dire di ciò?

Successivamente, quando seppi di questo, andai da Swami ed Egli, dopo avermi concesso Padanamaskar, all’improvviso mi chiese: “Neeku Naa Daggiranunchi Emi Kavali? Dhanama, Bangarama, Golusa, Ungarama, Cheppu, Nenu Istanu” (che cosa vuoi da Me: ricchezza, oro, una catena, un anello? Dimmi, Io te lo darò). Mi chiedevo perché stesse parlando così. “Swami, non voglio altro che la Tua grazia.” Così dicendo, mi prostrai. Continuai a chiedermi perché Swami avesse detto quelle cose? La risposta mi arrivò dopo circa 15 giorni!

A mio padre, dopo il pensionamento dalla Atomic Energy Commission, venne diagnosticato un cancro a causa dell’esposizione all’uranio nelle miniere e fu ricoverato al Tata Memorial Hospital. Io informai Swami delle condizioni di salute di mio padre, ed Egli disse: “Sarò al Dharmakshetra a Mumbai. Portalo da Me.” Partii per Mumbai e andai al Dharmakshetra. Era un enorme edificio progettato da Swami.

I volontari al cancello mi impedirono di entrare. Seppi allora la differenza tra questo luogo e Prasanthi Nilayam. A Prasanthi ero un ‘re’ e potevo impedire a chiunque di entrare, ma qui, in quel momento, per la prima volta, affrontai l’impedimento. Supplicai i volontari dicendo di essere arrivato da Prasanthi Nilayam su invito di Swami. Non ne furono impietositi e dissero: “Dicono tutti che Swami ha chiesto loro di venire. Attenda. Swami è uscito e arriverà presto.” Così rimasi in piedi sotto il sole dalle 10 alle 13. Swami arrivò nella Sua macchina e mi vide in piedi fuori del cancello. Non appena fu entrato, quattro volontari uscirono di corsa, scusandosi profondamente per avermi fatto aspettare, e dicendo che Swami era molto seccato!

Pranzai servito da quattro persone. Mi dissero che Swami aveva chiesto che aspettassi. Un trattamento davvero regale!

Arrivò la sera e Swami era impegnato a suggerire cure per malati e anziani. Con la Sua Vibhuti, fece camminare un paralitico! Gli dissi poi di mio padre. Egli rispose: “Domani, portaMi tuo padre. Dai anche il numero dell’auto ai volontari in modo che consentano di arrivare al portico.” Che premura e che pensiero!

Poi mi chiese come ci sarei andato, e fece arrivare un’auto per farmi accompagnare! Immediatamente arrivarono quattro macchine e tutte si offrirono di portarmi. Dovevo andare all’ospedale Tata di Parel per informare mio padre del comando di Swami e tornare a Thane, dove abitavo. Le persone che mi portarono a Parel mi lasciarono a Thane, che era abbastanza distante.

La mattina dopo, alle 10, portai mio padre e mia madre al Dharmakshetra, dove Swami accolse mio padre con amore e affetto. Fu ricevuto assieme a mia madre e ciò che disse a mio padre non lo so, perché mi fu impedito di accompagnare i miei genitori.

Mi meravigliai quando Swami disse che i malati di cancro hanno una tariffa agevolata sulle compagnie aeree e la stessa cosa vale anche per un accompagnatore! Come faceva a sapere tutto questo? Disse poi a mio padre di andare a Bengaluru dove lo avrebbe incontrato a Brindavan.

Mi disse: “Non andare da nessuna parte. Vai direttamente a Bengaluru e rimani con

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