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Bhagavan Scrive per il Sanathana Sarathi Leela Kaivalya Vahini
IL VECCHIO MANDIR LA DIVINA RESIDENZA DI SATHYA SAI DA RAGAZZO
Kuppam Vijayamma
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IL VECCHIO MANDIR SI TROVA su un piccolo appezzamento di terreno donato a Swami da Karanam Subbamma, che è ritenuta la madre adottiva, come Yashoda, del giovane Sai Krishna, a causa della totale resa a Swami fin dalla Sua fanciullezza.
Sebbene il numero di devoti che giungevano a Puttaparthi per il Darshan del giovane Sai fosse aumentato, non vi era un posto particolare ove ospitarli. Pertanto, il piccolo appezzamento donato a Swami può essere considerato un dono molto cortese. Sebbene Karanam Subbamma non sia vissuta abbastanza per vedere il completamento del Vecchio Mandir, era molto presente perché Swami le aveva dato un posto speciale nel Suo cuore. Molte volte, Swami parlava amorevolmente della sua devozione e delle premure verso di Lui e scorrevano lacrime sulle nostre guance. L’attaccamento divino che aveva per Swami era sicuramente straordinario poiché Egli era ancora un bambinetto non ancora conosciuto al mondo quand’ella aveva compreso appieno la Sua Divinità.
Tanto per cominciare, i Bhajan nel Vecchio Mandir consistevano solo di canti ed erano anche molto lunghi, con molti versi. Solo dopo parecchi anni, quando il numero dei nuovi arrivati aumentò, Swami avviò dei Bhajan che i devoti riuscissero a seguire facilmente.
Piccolo, carino, come una casa dei giocattoli, il Vecchio Mandir catturò i nostri cuori al primo sguardo. Molti non l’hanno visto. Vivendo in questa dimora molto semplice, Sathya Sai, da ragazzo, rivelò la Sua Divinità e mostrò affascinanti miracoli e manifestazioni oltre la percezione umana. Diffuse ovunque silenziosamente i Suoi Divini Leela da questo luogo, un vero paradiso terrestre. Godiamoci i Leela della Sua fanciullezza.
L’Invito di Swami in un Sogno
I miei più umili reverenti omaggi ai Piedi di Loto dell’amatissimo Signore, un grazie di cuore a Lui per avermi chiamata e portata in questo Vecchio Mandir dopo un intervallo di 63 anni. Non appena entrata, un’estrema gioia mi ha travolto e torrenti di lacrime mi sono scese sulle guance, mentre i vecchi memorabili giorni balenavano nella mente. Ero estasiata!
Il Vecchio Mandir è un sancta sanctorum estremamente sacro e luminoso! Per noi, era un paradiso in terra. Ora lasciatemi raccontare, condividere la grandezza, la santità di questo Vecchio Mandir, così affascinante e interessante. Nel 1945, Swami apparve in sogno a mia madre e la invitò personalmente ad andare da Lui. Ma ella disse: “Non so chi sei!” Egli, allora, rispose dolcemente: “La gente mi chiama Sathya Sai Baba. Sto a Puttaparthi. Vieni”, e scomparve. La mamma svegliò mio padre e gli narrò il sogno. Sebbene egli avesse rifiutato, ella lo convinse a visitare Parthi. Che bello! Acconsentì di rimanere lì solo per tre giorni. Bene! Dal nostro luogo natale, Kuppam, un remoto villaggio dell’Andhra Pradesh, andammo a Bangalore (Bengaluru) e poi arrivammo a Puttaparthi con le ossa rotte dopo aver trascorso due giorni in un viaggio estremamente faticoso. (Per i dettagli, leggere il libro ‘Anyatha Saranam Nasthi’).
Swami ci ricevette al Chitravathi e ci portò al Vecchio Mandir, dove alloggiava. Il benefico, ipnotizzante, potente ruolo svolto dal Vecchio Mandir è estremamente lodevole, adorabile! Il primo sguardo di Swami stregò i nostri cuori. Lo accettai immediatamente come Dio e ammirai la Sua bellezza. Era così semplice nella Sua lunga veste bianca, il sorriso ammaliante, i folti capelli. Era davvero affascinante! Ci piacque immensamente. Dopo che avemmo mangiato abbondantemente, Egli ci mostrò una piccola stanza ove riposare. I nostri bagagli erano molto pesanti; cominciammo comunque a scaricarli in un angolo. Andò tutto benissimo. Davvero una meraviglia! Pensammo a come noi, in nove, potevamo sdraiarci. Ma era così spazioso e confortevole! Com’era possibile? Davvero un miracolo!
Il Vecchio Mandir non aveva energia elettrica. C’era solo una piccola lampada. Niente cucina. Nessuna stufa. Sistemammo tre pietre e iniziammo a cucinare sulla legna. A causa del fumo cominciammo a lacrimare. La cosa più traumatizzante fu l’assenza del bagno! Però non ci sentimmo mai a disagio o inopportuni perché Swami continuò tutto il tempo a spostarsi velocemente, a parlare, a scherzare, a giocare e ci fece dimenticare ogni disagio. C’era un pozzo in un angolo. Nonostante tutti i disagi fisici, godemmo fino in fondo della Sua presenza!
La Routine Quotidiana nel Vecchio Mandir
Ora lasciate che vi racconti come trascorrevamo il nostro tempo e qual era la nostra routine quotidiana. Alle 5 del mattino, dovevamo andare al fiume Chitravathi per fare il bagno, lavare i vestiti e tornare. Swami, seduto su un semplice lettino, chiedeva: “Dov’è il mio caffè?” Oh! Ci precipitavamo allora in cucina, preparavamo il caffè e ci sedevamo intorno a Lui, parlando e scherzando. Arrivate le 8, tornavamo velocemente in cucina, preparavamo la colazione e ci sedevamo nuovamente attorno a Lui. Egli ci chiedeva quanto ci piacesse quel posto, e noi rispondevamo: “Meraviglioso, Swami.” Poi, quando ci alzavamo, erano le 11. Al momento dei Bhajan, ci riunivamo nella sala della preghiera, e Swami, al centro, cominciava a cantare. Poi, le donne e gli uomini si univano a Lui. Quando ci alzavamo era l’una. Quindi pranzavamo.
Alle 15 correvamo al Chitravathi con Swami. Egli soleva gridare a squarciagola: “Vado al Chitravathi. Siete tutti pronti?” Come un esercito di scimmie, Lo seguivamo. Tornavamo alle 20 e cantavamo i Bhajan fino alle 23. Quindi cenavamo. Dopo cena, ci sedevamo attorno a Swami ad ascoltare le storie di Rama o Krishna. A volte Egli cantava i Bhajan di Mira. Quando andavamo a letto, a terra sotto il cielo, era mezzanotte. Sebbene potessimo dormire solo per poche ore, non eravamo mai stanchi, annoiati o affaticati. Sempre felici, felici, felici! Dall’alba al tramonto, eravamo molto vicini al Ragazzo Sathya Sai. Dato che eravamo entrambi adolescenti, era un momento perfetto per correre all’intorno urlando e facendo baccano. Ogni giorno cantavamo per quasi otto ore. Perché Swami dava tanta importanza ai Bhajan? Il segreto è che, mentre si canta, bisogna concentrarsi. Alla mente non dovrebbe essere permesso di vagare o vacillare.
Inconsapevolmente, in noi si sviluppa la devozione. Quindi quando si canta con sincera attenzione e consapevolezza, in noi si sviluppa la dedizione. Non si devono muovere le mani o il corpo, ma restare seduti tranquilli e composti. Questo promuove la disciplina. Quando si è irrequieti, si rendono irrequieti anche gli altri. Inoltre, Swami dice che non siamo cantanti (singers), ma peccatori (sinners). Quindi, cantando otteniamo i massimi benefici e viene controllata anche la mente da scimmia. Anche i sensi vengono tenuti sotto controllo. Che dono favoloso cantare il Nome del Signore! È davvero una grande benedizione.
Swami era solito cantare una canzone in telugu:
“Bhajanuku Randi. Baba Bhajanuku Randi. Babana Koodi Chesati Bhajanaku Randi” (vieni! Sbrigati! Partecipa al Bhajan cantato da Baba Stesso). “Bandu Thanjavur Baagaina Melalu, Bengaluru Sipayilu Baba Bhajanaluku” (la banda di Thanjavur, il gruppo di Nadaswaram e i militari di Bangalore sono venuti per i Bhajan di Baba). “Nedu Meeru Vedukatho, Bhakthito Randi” (quindi, oggi vieni con tutta l’ispirazione e la devozione. Non tardare. Sbrigati.). Swami era solito invitare e chiamare personalmente tutti a unirsi ai Bhajan perché ciò aveva un grande impatto e portava buoni risultati.
Tutti sanno che Swami all’età di quattordici anni cantava “Manasa Bhajare Guru Charanam. Dustara Bhava Sagara Taranam”. Poi cantò “Sai Bhajana Bina Sukha Santhi Nahin, Hari Nama Bina Ananda Nahin”. Nahi! Nahi! Non c’è gioia equiparabile ai Bhajan. Venite. Non esitate. Detto questo, ordinava a tutti di partecipare ai Bhajan.
Dopo i Bhajan, il nostro affascinante Ragazzo Sathya Sai, con una ciotola di dolciumi andava da tutti cantando una bellissima canzone: “Questo è il santissimo Prasadam cucinato da Sai in Persona. Mangiatelo recitando il Nome di Sai. Tutte le malattie verranno guarite. La mente ne sarà purificata. Non è necessario che venga data una torta intera. Non costa nulla! Non costa nulla! Non contrattate né discutete. Mangiatelo e basta, e sarete santificati.” Quanto siamo stati fortunati! Questo Vecchio Mandir non è un posto comune! È un tempio sacro in cui il Nome di Dio risuona continuamente.
Il nostro Signore, circondato dai Suoi devoti, era come la luna circondata di stelle. Era un’Attrazione Divina. Sempre attivo e pieno di energia, ci teneva tutti occupati. Gli piaceva che nessuno stesse in ozio. Era solito dire: “Sono già le 8. È pronta la colazione?” Mia madre preparava da quattro a cinque Idli. Swami di solito ne prendeva due. Non ci crederete, ma i restanti due Idli erano più che sufficienti per essere condivisi fra noi nove. Un piccolo pezzo bastava a riempire il nostro stomaco. Questo non è forse un grande miracolo? Assolutamente incredibile!
Ogni gesto o azione del nostro Signore, il giovane Ragazzo Sathya Sai, celava un profondo significato. Egli non aveva desideri di sorta, ed era sempre impegnato in qualche attività. Il nostro amatissimo Ragazzo Sathya Sai metteva in atto il tetto ai desideri. Pertanto, questo Vecchio Mandir è una formidabile officina di amore eterno.
Divertimenti e Scherzi alla Vicinanza di Swami
Ora godiamoci i divertimenti e gli scherzi del Ragazzo Sathya Sai. Nel pomeriggio, tutti gli anziani si rilassavano in sala. Swami era impegnato nella Sua stanza a leggere o scrivere lettere. Noi bambini ci accalcavamo in un angolo. Una volta, Swami uscì lentamente e ci chiamò. Sul terreno, stava passando una grande formica nera. Chiese a un ragazzo di prenderla e darGliela. Con gli occhi spalancati, ci chiedemmo a che gioco stesse giocando. Andò dalla parte delle donne e mise la formica tra i capelli di una di loro. Oh! Esse si alzarono in preda al panico, gridando. Ridendo forte, Egli lasciò tutti sbigottiti. Poi si avvicinò al lato degli uomini e mise un grosso filo nel loro naso e nelle orecchie. Essi si alzarono spaventati, urlando! Battendo le mani per il divertimento, ci sommergeva di risate e ilarità. Ci chiedevamo se fosse Dio! Come può Dio essere così crudele!? Poi guardammo il Suo volto ammaliante, splendente, e ci rendemmo conto della Sua divinità.
Dormivamo tutti intorno al Ragazzo Sathya Sai. Un giorno, alle 3 del mattino, Egli svegliò mia madre e le chiese di preparare dei Dosa (frittelle tipiche dell’India meridionale) perché aveva fame. Ella mi chiamò per aiutarla. Preparammo l’impasto e stavamo per preparare i Dosa in padella quando Egli disse: “Abbiate cura di non fare il rumore che fa la frittura, altrimenti tutti si sveglieranno.” La mamma era molto esitante e perplessa, e disse: “Farò i Dosa. State attenti a non fare rumore.” Incredibile! Durante l’intera preparazione, non si sentì alcun rumore. Baba ne mangiò tre e se ne andò.
La mattina dopo, mentre sedeva per la colazione, cominciò a sentirsi irrequieto e a massaggiarsi lo stomaco. Sakamma, che si occupava di tutte le Sue necessità, accorse preoccupatissima. Sathya Sai mormorò con aria innocente: “La scorsa notte, Radhamma mi ha svegliato e mi ha fatto mangiare dei Dosa. Quindi ora mi sento disturbato.” Tutte le donne si scagliarono su di noi inferocite e ci fecero a pezzi. (Per maggiori dettagli, leggete il libro “Anyatha Saranam Nasthi”). Sakamma rimase molto turbata e portò una pillola a Swami. Egli la inghiottì obbediente. Eravamo stupite e meravigliate perché Swami non aveva mai assunto medicine. Sentendosi sollevata, Sakamma se ne andò. Non si può immaginare che cosa Egli fece in quel momento. Scosse la mano e la pillola scivolò dalla Sua spalla. Questo va oltre la percezione umana.
Un giorno, i devoti di Bengaluru portarono un grosso casco di banane. Swami chiese loro di metterlo nella Sua stanza. I miei fratelli, Murthy e Amba, erano soliti stare sempre con Lui. Quella notte, Swami chiese loro se avessero fame. Dissero di sì e mangiarono l’intero casco di banane. Swami disse poi loro di non buttare fuori le bucce di banana perché tutti lo avrebbero notato, ma di metterle sotto la branda. Lo fecero e dormirono profondamente. La mattina dopo, Baba chiamò mia madre e le mostrò le bucce. Disse: “Ragazzi pigri, non le hanno buttate fuori. Non ho potuto dormire tutta la notte a causa dell’odore.” La mamma si arrabbiò così tanto che stava per schiaffeggiarli. Poi il nostro monello Ragazzo Sathya Sai rivelò la verità. Tutti si divertirono, facendo grandi risate. Egli era sempre pieno di vigore. Inimmaginabile!
Il Medico Divino
Il nostro dolce Swami è anche il medico di tutti i medici. A quei tempi, avevamo la grande fortuna di non avere bisogno di nessun ospedale, né di medici o infermieri. Durante i momenti di necessità, ci rivolgevamo sempre al Medico Divino. Mia madre soffriva di un dolore acuto al ginocchio. Quando parlò a Swami del suo dolore, Egli disse con noncuranza: “Taglialo e gettalo nel Chitravathi!” Sebbene quest’affermazione sembrasse ridicola, fu liberata del dolore al ginocchio. Un uomo soffriva di forti dolori alla schiena. Swami, mentre gli parlava affabilmente, gli dette un duro colpo sulla schiena. La persona urlò di dolore, ma venne completamente guarita dal mal di schiena. Mio padre soffriva di vertigini. Un giorno, Swami lo chiamò nella Sua stanza, lo fece stare in piedi contro il muro e cominciò a premere il suo corpo dalla testa ai piedi. Iniziò poi a premere forte le tempie. Mio padre non riusciva a sopportare il dolore. Potevamo vedere
personalmente la forza che Swami stava utilizzando guardando il Suo viso e le Sue mani. Dal centro della testa di mio padre uscì una sostanza nera. Swami disse: “Un tuo parente lo ha avvelenato per gelosia. Ora, non c’è più niente di cui preoccuparsi.” Quindi la parola di Sai è sempre parola di Verità. Non è forse questo un miracolo? Perciò, il Vecchio Mandir non è un posto comune; è un tempio di guarigione. Egli rimuove tutti gli ostacoli e regala pacchi di gioia. I Veda hanno dichiarato: “Vaidyo Narayano Hari” (il medico, in realtà, è Dio). Di fatto, Swami è Dio. Come Sai Narayana, oggi sta guarendo tutte le nostre malattie. Non è adorabile?
Il nostro tanto benevolo Ragazzo Sathya Sai era solito far visita ai Suoi genitori che, a quei tempi, vivevano a Parthi in una capanna. Egli trascorreva un po’ di tempo con loro e poi tornava. Perché? Ci ha insegnato silenziosamente che bisogna servire, adorare i genitori che hanno sacrificato la vita per i loro figli. Matru Devo Bhava, Pitru Devo Bhava (riverisci tua madre e tuo padre come Dio). Egli ha silenziosamente acceso in noi la devozione. Quindi, questo Vecchio Mandir è Premalayam (il tempio dell’amore). Bisogna rispettare i propri genitori. Che lezione meravigliosa ci ha tacitamente insegnato!
In questo delizioso dolce Mandir, quasi venti di noi vivevano come una sola famiglia. Nessuna gelosia, nessun odio. Swami ci ha dato il messaggio delle Scritture: “Vasudhaiva Kutumbakam” (il mondo intero è una sola famiglia). Che messaggio olistico!
Le Grandiose Celebrazioni di Dasara
Il nostro amato Signore celebrò il festival di Dasara in maniera grandiosa. Non potrò mai dimenticare questo memorabile, felice, ineffabile, incredibile momento pieno di eventi che hanno lasciato un’impressione indelebile nei nostri cuori. In quei dieci giorni, i devoti portarono il Ragazzo Sathya Sai su un palanchino e girarono per il villaggio cantando le glorie del Signore.
Gli abilissimi disegnatori di fiori di Bengaluru realizzarono, sul palanchino, decorazioni davvero accattivanti. Noi portavamo gioielli, anelli e ornavamo il nostro dolce Signore per la soddisfazione del nostro cuore. Le decorazioni sul palanchino vennero fatte armonizzandole con la Sua veste. Che straordinaria, ineguagliabile, ipnotizzante bellezza! In quei dieci giorni, il nostro Signore diede dieci diversi Darshan. Mucchi di Vibhuti di colore argenteo cominciarono a sgorgarGli dalla fronte quando il palanchino, il primo giorno, iniziò a muoversi. Il secondo giorno, Egli indossava una veste rossa con un velo rosa tra le urla altisonanti dei “Jaikar” (vittoria a Te). Il carro era adorno di fiori e ricordava quello del Dio del Sole trainato da sette cavalli che emettevano raggi luminosi.
Il terzo giorno, i devoti rimasero incantati e senza parole per la sfolgorante bellezza del Signore. Il palanchino era decorato con il Trishul (tridente), mentre i “Jaikar” risuonavano dappertutto. In questo giorno, Swami era vestito come Ardhanareeswara (la parte sinistra del Suo corpo come Parvati e la parte destra come Siva). Quando girava il capo verso sinistra si potevano notare strisce di Vibhuti sulla Sua fronte. Il fiume Gange, la luna e Jhatajhuta (la capigliatura arruffata) Gli adornavano la testa, un serpente penzolava dal collo ove era avvolto e reggeva un tridente in una mano e nell’altra un tamburo. Indossava una pelle di daino e la Sua bellezza era, per gli occhi, una visione mozzafiato. Quando girò la testa verso sinistra, sembrava davvero Madre Parvati con un punto di Kumkum rosso vivo sulla fronte. Indossando raffinati gioielli, riluceva di straordinaria bellezza.
Il quarto giorno, uscì con un abito viola e un velo rosa. Il palanchino era decorato come un bellissimo pavone variopinto. Baba assomigliava a Kartikeya. Il Suo viso era radioso di fresca pasta di sandalo, brillante Kumkum al centro e labbra rosse.
Il quinto giorno uscì con una veste rosa scuro e un velo verde pappagallo. Il palanchino era stato progettato come Sudarshana Chakra (arma sacra a forma di disco che il Signore Krishna tiene in mano). Baba era adorno di una bella ghirlanda e un flauto. Aveva uno sguardo birichino e uno smagliante sorriso.
Il sesto giorno uscì con un abito bianco candido. Il palanchino era adorno del Garuda (aquila), il veicolo del Signore Vishnu. Il fulgore divino e l’incomparabile bellezza di Swami ci rapirono il cuore. Cantando il Bhajan “Garuda Vahana Narayana”, ci incamminammo gioiosamente con il Signore in processione.
Il settimo giorno uscì con una veste blu scuro e un velo bianco. Il palanchino era splendidamente decorato con il simbolo della Om, poiché Egli è Omkara Priya (l’incantevole fonte di gioia della Om). La forma dell’Om è il nostro Sai. Il Suo viso riluceva di fulgida luce e ci soffuse di beatitudine divina.
L’ottavo giorno, Bhagavan indossò una veste color giallo limone e un velo abbinato del colore del loto. Salì su un palanchino decorato come Adisesha, il serpente dalle mille teste. Cantando gioiosamente il Bhajan “Sesha Shaila Vasa Narayana” (il Signore Narayana, adagiato sul serpente arrotolato in spire), ci incamminammo con il nostro Signore.
Nel penultimo giorno del festival di Dasara, il Signore indossò una veste marrone scuro e un velo beige. Il palanchino decorato come un loto a otto petali era un vero e proprio diletto per gli occhi. La Vibhuti sgorgava a profusione da Lui, che accendeva fede e devozione nei devoti riuniti per assistere a questo grande spettacolo.
Il decimo e ultimo giorno del festival, Swami arrivò indossando una veste Zari (intarsiata con un sottile filo e d’oro) con sopra un velo ricamato d’oro. La folla era immensa e tutti, colmi di estasi divina, cantavano gioiosamente. Dopo che Bhagavan ebbe raggiunto il Mandir, gli uomini fecero ondeggiare con entusiasmo il palanchino cantando a lungo ninnenanne. Alla fine, il nostro amato Signore scese e ci benedisse tutti. Rientrammo anche noi dopo aver assistito a questo grande festival di Dasara con cuori estatici.
Assistemmo a questo grandissimo miracolo di tutti gli Dei in una sola Forma. Quindi il Vecchio Mandir non è un posto comune. Il nostro Ragazzo Sathya Sai svolse in modo preponderante il ruolo di Mata, Pita, Guru e Daivam (padre, madre, precettore e Dio). Questo era il nostro sacro eremo. Egli ci preparò a condurre una vita pacifica, virtuosa, semplice. Ci insegnò: Ama Tutti, Servi Tutti. Indipendentemente dalla casta, dal credo e dalla religione, ci immerse nel Suo amore puro e spontaneo, e riempì ogni angolo del nostro cuore del Suo sereno amore. L’amore è l’unica arma con cui ha conquistato l’intero cosmo! Anche a questa età avanzata, 84 anni, vivo un’esistenza felice e armoniosa solo per la Sua grazia benevola e il Suo affetto.
Oggi sono seduta su questa santa terra (21 gennaio 2019) con un gruppo di australiani, persone benedette. È davvero adorabile vedere tanti di loro venire ispirati nonostante molti non abbiano visto il nostro Signore di persona. Ogni granello di sabbia è saturo del Suo amore immacolato che racconterà volumi di storie straordinarie. Non c’è bisogno di dispiacersi per il fatto che il nostro Signore non sia con noi adesso. Dobbiamo estasiarci ricordando i bei vecchi tempi. Senza dubbio, Egli è qui, ovunque, sempre con noi. La nostra famiglia è ancora seduta vicino a Bhagavan e gode della Sua grazia nonostante siano passati gli anni d’oro. Abbiamo ancora fede incondizionata in Lui. Sì, succedono miracoli. Egli vi guiderà personalmente sul sentiero spirituale. Questo Vecchio
Mandir è stato scelto personalmente da Bhagavan, il che ci viene dimostrato oltre ogni dubbio.
Quindi è la dimora aurea dell’Amore. È una robusta fortezza e una torre di spiritualità e saggezza; una piattaforma dinamica che ha rivelato la Sua Divinità. Un terreno di gioco unico per i Suoi scherzi e giochi divini; un palcoscenico scintillante per le Sue manifestazioni e miracoli; un potente faro che ci guida tutti sul giusto sentiero; un paradiso in terra con tutti gli
...continua da pagina 19 tuo padre.” Io, però, avevo altri piani! Mio zio Avadhani, che in seguito divenne un fedele devoto, era ad Ahmedabad e io andai a stare con lui per due giorni e tornai a Bangalore. Quando andai a Brindavan, venni duramente rimproverato da Swami per aver disobbedito ai Suoi ordini. Portai mio padre e mia madre a Brindavan. Swami e mio padre rimasero sulla stessa macchina fino al portico di Brindavan. Io e mia madre aspettavamo fuori dalla stanza. Swami trascorse mezz’ora con mio padre e, quando egli uscì, cominciò a dire che tutto è Krishnamayam (permeato di Krishna)! Swami consigliò a mia madre di prendersi cura di mio padre. A me non fu permesso di entrare. Mi disse di andare a Chennai e di rimanere lì e di non andare in giro. Mio fratello maggiore fu trasferito a Chennai in quel momento. Swami dette chiare indicazioni sul fatto che mio padre non sarebbe vissuto a lungo.
Il 22 novembre 1968, mio padre morì verso le 5 del mattino. A quel punto i telefoni furono collegati a Swami e altri. Telefonai a Kasturi per informarlo della morte di mio padre. Quando Kasturi andò al Darshan del mattino per dare la notizia, pare che Swami abbia commentato: “Sì, lo so, Kolar è morto alle 5 di questa mattina! Chiedi a quel tipo di venire a Brindavan dopo che Dei nel Suo caldo grembo; uno splendido centro di trasformazione. Un regalo d’oro per tutta l’umanità è il VECCHIO (OLD) (Overwhelming = soverchiante; Love = Amore e Devotion = devozione) MANDIR. – Smt. Kuppam Vijayamma è l’autrice
del famoso libro “Anyatha Saranam Nasthi” e di molti altri su Bhagavan Baba
avrà terminato le cerimonie assieme a sua madre.”
Dopo circa un mese, andammo entrambi a Brindavan e Swami consolò mia madre con tante parole e mi chiese di prendermi cura di lei. Quindi disse: “Fai qualcosa di utile.” Mi adirai e dissi a Swami che mi aveva rovinato la carriera! “A 27 anni quale lavoro otterrò e chi me lo darà? Non mi hai permesso di ottenere la laurea e mi hai impedito di accettare il posto di impiegato alla State Bank of India”, dissi.
La mente umana è molto volubile. Quando Swami mi aveva offerto tutta la ricchezza del mondo, avevo pregato solo per avere la Sua grazia, e ora ero infastidito di non avere un lavoro impiegatizio. Swami sorrise e disse che, più avanti nella vita, avrei avuto molto lavoro. Poi mi disse di non associarmi a nessun Samithi Sathya Sai. “Non devi aderire a nessuna Organizzazione Sathya Sai. Dovresti solo venire a Prasanthi Nilayam, quando Io ti chiamo.” Queste furono le parole di congedo che Swami mi rivolse. (Continua...)
– L’autore, Sri Srivilas Suri, è un devoto di vecchia data di Bhagavan, e ha trascorso molti anni della vita vicino a Lui L’Inimitabile Modo di Insegnare di Swami
Fu al Darshan del mattino che Swami chiamò amorevolmente alcuni devoti per l’esperienza del colloquio divino che sarebbe durato tutta la vita. Dopo
ATTENDERE DIO NON l’udienza, Swami aprì la porta e mi trovò vicino alla È ALTRO CHE SADHANA sala dei colloqui. Ero giunto per il Divino Darshan solo tre giorni prima con mia figlia, che era venuta con me per Ajit Popat la prima volta. Mia moglie aveva deciso di rimanere a I L NOSTRO AMOREVOLE E amatissimo Signore ha un modo davvero unico di impartire le lezioni casa a Londra. Swami mi guardò e chiese alcuni dettagli sul gruppo britannico che, secondo il Suo più importanti della vita nel Suo piano divino, sarebbe arrivato dopo alcuni stile estremamente singolare, eppure mesi per il Parthi Yatra (pellegrinaggio incancellabile, in modo che rimangano per a Puttaparthi). Poi disse: “Puppet, vieni sempre impresse nel nostro cuore. alla Mia residenza alle 15.” (Baba fa uno scherzoso gioco di parole basato sulla trasformazione del cognome dell’autore dell’articolo, Popat, in Puppet, burattino - ndt). Ero felicissimo e risposi: “Sì, Baba.” Verso le 14,40 ero pronto a recarmi alla dimora divina. Mia figlia chiese: “Papà, perché così presto?” Risposi: “Baba mi ha chiamato. Tornerò dopo la sessione serale.” Ella disse: “Bene. Ti aspetterò. Ceneremo insieme.” Io replicai: “È fantastico.” Raggiunsi la dimora divina e
feci avvertire l’amato Swami.
Molto rapidamente, la persona tornò e mi informò che Swami aveva detto che dovevo aspettare. Erano le 15,15. Come al solito, Swami andò nel Sai Kulwant Hall per benedire i devoti con il Divino Darshan e la sessione di Bhajan. Tornò verso le 18,40 circa ed entrò nella Sua dimora. Ora ero pieno di speranza e gioia e non vedevo l’ora di entrare e parlarGli.
Verso le 19,50, alcuni funzionari che normalmente erano con Swami per ricevere istruzioni e anche per avere il suo Prasadam (cena) uscirono dalla porta principale. Ero sempre in attesa vicino all’edificio adiacente. Uno dei funzionari mi vide e disse: “Puppet, sei ancora qui?”