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Sai, il Nostro Redentore G. Phalguna
FORUM DEGLI EX STUDENTI
G. P H A L G U N A
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SAI, IL NOSTRO REDENTORE
PERCHÉ DIO DISCENDE SULLA terra? La Sua discesa è per l’ascesa dell’uomo. Lo scopo della vita è imparare a non rinascere. L’avvento di un Avatar agisce come un grande catalizzatore nel volgere le anime verso il divino sentiero della saggezza e della devozione, guidandole anche a raggiungere la realizzazione finale. Egli ci dona non solo la vita, ma anche un modo di vivere che ci spinge verso la redenzione.
Sono stato benedetto dal fatto di essere nato in una famiglia amante di Dio, che si era accattivata la benevolenza del nostro Signore ed era stata beneficiaria della Sua grazia benefica e del Suo amore copioso. Swami è sempre con noi, nella gioia e nel dolore, nella vita e oltre.
Questo episodio riguarda mio nonno, Sri G. Venkatamuni. Nel maggio del 1966, Bhagavan era venuto a Madras (ora Chennai) e alloggiava nella nostra casa. Aveva deciso di portare con Sé a Kodaikanal mio nonno e mio padre. L’intero gruppo trascorse con Swami un felice soggiorno sulle colline di Kodaikanal. Più tardi, Bhagavan decise di tornare a Chennai attraverso Madurai. Viaggiarono in auto da Kodaikanal a Madurai e vi organizzarono il pernottamento. Il 13 giugno 1966, dopo cena, tutti si riunirono sulla terrazza assieme a Swami. All’improvviso, mio nonno si alzò e Gli disse che non si sentiva bene. Swami lo invitò a sedersi sul letto e si sedette Egli Stesso accanto a lui. Gli disse poi di sdraiarsi e tenere la testa sul Suo grembo. Mio nonno esitò, ma Swami spinse la testa di mio nonno sul Suo grembo e lo rassicurò: “Non preoccuparti.” Il nonno posò la testa sulle ginocchia di Bhagavan ed esalò l’ultimo respiro, fondendosi così con il Signore. Si dice che l’intera vita sia una preparazione al momento della morte; come nasciamo, non è così importante di come moriamo. Mio nonno ebbe l’enorme fortuna di morire sul grembo del Signore dell’universo. Perfino il re Dasaratha, padre del Signore Rama, non ottenne questa benedizione. Solo pochi eletti ottengono una simile fine della vita.
Quella stessa notte Swami partì per Chennai, assieme al corpo di mio nonno. A quel tempo, mio padre aveva solo tredici anni. Swami si sedette accanto a mio padre in macchina in modo che
non si sentisse mentalmente depresso. Il giorno dopo arrivarono a Chennai. Per i successivi dodici giorni, Swami rimase con la nostra famiglia e se ne andò solo dopo la fine della cerimonia funebre. Tale è l’amore del nostro compassionevole Signore per i Suoi devoti. Sono grato che Dio mi abbia permesso di nascere in una famiglia così nobile, intrisa di devozione per Lui. Dopo la morte di mio nonno, Swami commentò: “Una morte simile non è stata concessa a nessuno in passato, né sarà concessa a nessuno in futuro.” Mio nonno ebbe la miglior Anaayasa Maranam, cioè una morte beata che lo portò a Sayujya, fusione nel Divino.
“Perché temere quando Io sono qui?”, dichiara Bhagavan. Questa non è un’assicurazione vuota; ciò è stato dimostrato più volte dall’esperienza di migliaia di devoti di Swami in tutto il mondo. All’inizio degli anni ’70, un giorno, mentre mio padre andava al college in scooter, un’auto lo urtò, scaraventandolo sul marciapiede. Mio padre non ricordava esattamente che cosa fosse successo dopo l’urto. Si era ritrovato disteso sul marciapiede con solo alcune lievi ferite. Era convinto di non essere stato ferito gravemente solo grazie all’invisibile mano protettiva di Bhagavan. Proprio il giorno successivo, inaspettatamente, ricevemmo una lettera da Swami che inviava le Sue benedizioni e ci rassicurava della Sua divina vicinanza. In quei giorni, una lettera da Prasanthi Nilayam, per raggiungere Chennai, impiegava da quattro a cinque giorni. Tuttavia, la lettera di Bhagavan ci arrivò in un solo giorno. Questo miracolo ci ricordò che la nostra Divina Madre Sai è sempre con noi, in noi, intorno a noi e ci protegge sempre.
Swami è “Aapadbandhava”, il nostro protettore nei momenti infausti. È sempre pronto a farsi carico dei dolori dei Suoi devoti e a salvarli dalle calamità. Mio zio era andato a Brindavan per avere il Darshan di Bhagavan. Mentre gli parlava, Swami gli chiese di toccarGli la mano. Mio zio si allarmò nello scoprire che la mano di Baba scottava. Baba, nella Sua misericordia, rivelò a mio zio che aveva appena salvato la vita di sua madre. Più tardi, lo zio contattò mia nonna e le chiese informazioni sull’accaduto. La nonna stava eseguendo la sua Puja quotidiana quando il suo Sari entrò in contatto con la lampada accesa e prese immediatamente fuoco. I suoi frenetici sforzi per spegnere le fiamme furono vani, ma, improvvisamente, con sua sorpresa, il fuoco si spense. Questo è ciò che Swami intendeva quando aveva parlato con mio zio! L’“Abhaya Hasta” (mano protettrice) di Swami, che dà sempre soccorso, aveva compiuto il miracolo di salvarla.
Per ottenere la Sua grazia, dobbiamo avere salda e incondizionata fede in Lui e coltivare anche puro amore per Lui. Swami è come un membro stesso della nostra famiglia e senza di Lui la nostra vita arriverà a un punto morto. La nostra vita non ha senso senza la presenza di Bhagavan. “Senza Swami, la vita è una fine senza speranza. Con Swami la vita è speranza senza fine.” Qualunque cosa accada, dobbiamo aggrapparci a Swami e amarLo dal profondo del cuore. Solo seguendo i Suoi insegnamenti e con la nostra buona condotta possiamo offrirGli la nostra gratitudine. (Per gentile concessione di “Hridaya Brindavan 2005”.)