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La Divinità Pervade Tutte le Forme Messaggio di Bhagavan

LA DIVINITÀ PERVADE TUTTE LE FORME

VEDETE DIO NELLA SUA CREAZIONE

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Incarnazioni dell’Amore!

“Dite la verità, ditela dolcemente. Non dite verità spiacevoli.” Queste tre massime corrispondono rispettivamente ai valori della morale, della rettitudine e della spiritualità, e l’essere umano ne è una combinazione. Se non ci sono le onde, non può esserci l’oceano; se non ci sono i raggi, non può esserci il sole. In modo simile, chi non ha amore non può essere definito ‘essere umano’. Ciò che le onde sono per l’oceano e i raggi per il sole, l’amore lo è per l’essere umano; quindi, egli deve colmare la vita d’amore, non deve odiare nessuno né cadere nella violenza, e colmare il cuore di Compassione. Quello che possiede Daya (Compassione) è Hridaya (il Cuore). L’ego e i desideri innumerevoli sono responsabili delle caratteristiche malvagie; chi ha ego non può avere Compassione nel cuore.

Gesù insegnò il Principio di Unità

La vita non deve essere condotta con egoismo e interesse personale. Bisogna tener presenti le situazioni preminenti nel Paese e agire di conseguenza; non si può vivere indipendentemente dagli altri: bisogna integrarsi con la società. La natura è una combinazione di individuo, società, creazione e Creatore; l’individuo deve servire la società e cercare di vedere Dio nella creazione. Gesù disse che la vita è inutile se non si comprendono i doveri verso la società.

“Dove c’è Unità c’è Purezza, dove c’è Purezza c’è Divinità e dove c’è

Divinità c’è Beatitudine.”

Le persone devono riconoscere la relazione di inseparabilità che esiste tra Unità, Purezza e Divinità.

Quando Gesù nacque, tre re arabi andarono a renderGli omaggio. Uno di loro pensò che il bambino sarebbe stato un amante di Dio, il secondo disse che sarebbe stato amato da Dio e il terzo

pensò che Egli fosse effettivamente Dio. Le opinioni variano da persona a persona, perché ognuno è differente dagli altri. I nostri antenati videro l’unità nella diversità, mentre l’uomo moderno frammenta l’unità nella diversità a causa dell’Era di Kali. Secondo il Vedanta, egli è una combinazione di Bhutakasha (corpo), Cittakasha (spazio coscienziale o mente) e Cidakasha (Atma). Il Bhutakasha corrisponde al corpo e a tutto ciò che si vede con gli occhi. Tutto ciò che si vede è destinato a scomparire, il che significa che il Bhutakasha è transeunte ed effimero. Il sole, le stelle e la Via Lattea, che sono milioni di miglia lontani dalla Terra, fanno parte del Bhutakasha come i fiumi, i mari, le foreste e le montagne. Il Bhutakasha costituisce tutti i bhuta (elementi) e gli esseri viventi.

Questo immenso Bhutakasha è contenuto nel Cittakasha; potete immaginare la vastità di quest’ultimo. Il Bhutakasha, che consiste del sole, delle stelle, dei fiumi, degli oceani ecc., costituisce una parte molto piccola del Cittakasha. Voi potete chiedervi come questo sia possibile. Tutto ciò che vedete, ad esempio il sole, le stelle, gli oceani, le montagne ecc., si imprime nella vostra citta (sostanza mentale); in modo simile, il mondo apparente è contenuto in voi come una piccola entità.

Il Bhutakasha e il Cittakasha sono relativi rispettivamente al corpo e alla mente; i due hanno una base comune a cui il Vedanta si riferisce come Cidakasha e questo corrisponde all’Atma. L’essere umano è una combinazione dei tre, cioè Bhutakasha o corpo, Cittakasha o mente e Cidakasha o Atma. Il primo si riferisce a ciò che pensate di essere, il secondo a ciò che gli altri pensano che siate e il terzo a ciò che siete veramente.

La natura dell’uomo è infinita e immortale; ciononostante, questa vita umana è considerata bassa e meschina. Le persone negano l’esistenza dell’Atma perché non Lo si può percepire. Cidakasa è simbolo dell’Atma, non ha forma, è immutabile e trascende il tempo e lo spazio. Il Vedanta Lo descrive come privo di attributi, immacolato, residenza finale, eterno, puro, illuminato, libero e incarnazione della sacralità.

Il Bhutakasha corrisponde al Jagrat o stato di veglia, il Cittakasha allo stato di sogno e il Cidakasha al sonno profondo. Nel Cidakasha si sperimenta soltanto la beatitudine. Questo si può comprendere dal fatto che, quando fate un buon sonno di notte, sperimentate la pace.

Quando voi dite “il mio corpo, la mia mente” significa che siete differenti da essi. In effetti, voi siete il padrone (l’Atma). Sottomettete la mente e siatene i padroni.

Come può l’essere umano considerarsi insignificante e debole pur essendo il padrone di tutto? Cidakasa è la sua vera forma. Bhutakasha, Cittakasha e Cidakasha sono rispettivamente pratyaksham (diretto), paroksham (indiretto) e pavitram (sacro). Cidakasa transcende il nome e la forma, è descritto come Sabda Brahmamayi, Caracaramayi, Jyotirmayi, Vangmayi, Nityanandamayi, Paratparamayi, Mayamayi e Srimayi (incarnazione del suono, di mobilità e immobilità, luce, parola, beatitudine eterna, perfezione, illusione e ricchezza).

L’Atma trascende le limitazioni della forma. Buddha e Gesù fecero degli sforzi organizzati per avere la visione dell’Atma. Buddha comprese che i nomi, le forme e le relazioni fisiche sono transitori. Egli disse che non bisogna lasciarsene illudere.

Tutto ciò che si vede è destinato a perire. Egli studiò i testi sacri e conversò con molti studiosi, ma non ne fu soddisfatto. Infine, concluse che il Nirvana si può raggiungere soltanto usando correttamente i cinque sensi. Se questi sono abusati, nessuna pratica spirituale può dare il risultato desiderato. “Abbiate una visione sacra, pronunciate parole buone, ascoltate soltanto ciò che è buono, alimentate pensieri nobili: non c’è pratica spirituale migliore”: questo è l’insegnamento di Buddha.

Le stesse cose furono insegnate da Gesù. I pescatori volevano che Egli soddisfacesse i loro desideri terreni. Pietro voleva più pesci, ma infine capì che i desideri terreni sono futili e volle andare oltre il livello del corpo e della mente, come Gesù suggeriva. Gesù disse loro di abbandonare l’odio e di amare e servire tutti; li esortò ad acquisire la fede nel Principio di Unità. Molti discepoli interpretarono i Suoi insegnamenti a modo loro. Quando fu crocifisso, Egli udì una voce eterea: “Figlio Mio caro, tutti sono uno: sii equanime con tutti.” Quando Sua Madre Maria piangeva, Gesù le disse: “La morte è l’abito della vita.” Morire è come cambiarsi d’abito: vedete qualcuno che indossi sempre lo stesso vestito? Voi cambiate il corpo di nascita in nascita come ogni giorno cambiate l’abito; è il corpo che muore, non il principio vitale. Gesù disse: “Lo Spirito è immortale e non duale; comprendere la natura non dualistica dello Spirito è vera saggezza.”

“L’esperienza del non dualismo è saggezza.”

“Brahma è Uno senza un secondo.”

L’uomo attribuisce molti nomi e forme a Dio a causa dei suoi sentimenti terreni e delle tendenze esteriori.

Comprendete l’unicità dell’Atma

In verità, c’è un Dio solo. Nei bhajan, noi cantiamo: “Il Dio unico ha molti nomi.” Abbandonate l’attaccamento al corpo; soltanto così potete acquisire l’attaccamento all’Atma. Finché siete dotati del corpo fisico, dovete assolvere i vostri doveri con diligenza, ma non illudetevi che esso sia permanente. Tutte le relazioni fisiche sono come nuvole passeggere e sono soggette a cambiare. Soltanto la Verità non cambia. Questo è Cidakasha, il Principio dell’Atma.

Una madre ha quattro figli: il primo le chiede un succo rosso, il secondo un succo verde, il terzo lo vuole nero e il quarto bianco. Che cosa fa, allora, la madre? Essendo una persona intelligente, per soddisfarli versa lo stesso succo in un bicchiere rosso, in uno verde, in uno nero e nell’ultimo bianco. I nostri corpi sono come quei bicchieri, per cui non dovremmo considerare le differenze; dovremmo comprendere l’unicità dello spirito interiore. Le tazze e i colori possono differire, ma il succo dolce, l’Atma, è lo stesso in tutti. Un giorno o l’altro, il corpo deve perire; se gli siete attaccati, dovrete affrontare la sofferenza. Per ottenere l’immortalità e sperimentare la beatitudine, dovete trascendere il nome e la forma. Finché avete un corpo, dovete prendervene cura, ma non dovete essergli attaccati indebitamente o preoccuparvene. La causa della preoccupazione è l’ignoranza. Ciò che deve accadere accadrà; quindi, non date spazio alla preoccupazione. Maturate la fede nell’Atma. Questo è stato l’insegnamento principale di Gesù.

Matteo era uno dei Suoi dodici discepoli. Era un esattore delle tasse e incontrava i pescatori per questo. Gesù era solito impartire loro ogni giorno insegnamenti

sacri, Matteo ne prendeva nota e scrisse la Sacra Bibbia. Più tardi, molti altri scrissero la Bibbia basandosi sui loro sentimenti. Gesù non dichiarò mai di esser Dio o il Signore. Si riferì sempre a Dio come suo Padre. Egli indicò la via da percorrere per sperimentare l’unità e non dette mai spazio alla molteplicità. Diceva sempre che tutti sono divini.

Gesù non disse mai di essere Dio: affermò soltanto che Dio era Suo padre. Insegnò che esisteva un solo Dio e che tutti erano Suoi figli. Coloro che Lo avversavano si rivolsero al capo dei sacerdoti criticandoLo; i sacerdoti sapevano che Gesù diceva la verità, ma, per difendere la loro posizione, non Lo sostennero e decisero che fosse crocifisso. Il Governatore firmò l’ordine, ma poi se ne pentì.

I romani chiamavano Gesù “persona”, indicandone con questo termine la sacralità. La parola inglese “person” deriva dalla parola latina “persona” che significa “sacro”. Ciò sta a indicare che in tutti c’è la Divinità. Per questo Io mi rivolgo a voi chiamandovi “Incarnazioni della Divinità”. Io e voi siamo uno; in tutti c’è lo Spirito Divino. Il Sé è chiamato “persona”. Senza la Divinità non c’è principio vitale.

“Egli permea l’universo intero con mani, piedi, occhi, testa, bocca e orecchie che pervadono tutto.”

La Divinità pervade tutte le forme. La Bibbia e il Corano contengono molti insegnamenti sacri, ma gli sciocchi che non li comprendono prendono strade sbagliate.

“Colui che è adorato dai musulmani come Allah, come Geova dagli aspiranti cristiani, come il Signore dagli occhi di loto dagli adoratori di Vishnu, come Shambu da quelli che riveriscono Shiva, in qualunque modo sia adorato, Egli risponde con gioia, concede la grazia della buona fama e della fortuna e sparge felicità e benessere.

Egli è l’Uno, il Sé Supremo: riconosceteLo come Paramatma.”

Voi attribuite forme e nomi vari a Dio per la vostra soddisfazione, ma Dio è essenzialmente Uno. Tutti gli insegnamenti di Rama, di Krishna, di Allah o di Gesù hanno per scopo l’emancipazione dell’essere umano. Nessuna religione predica la violenza o il danno verso qualcuno; alcuni che hanno menti malvagie interpretano in modo distorto gli insegnamenti sacri e si dedicano ad azioni riprovevoli. Tutte le anime nobili hanno insegnato cose sacre, hanno detto “amate tutti” e non hanno predicato l’odio. Dio non dice mai a nessuno di uccidere gli altri; nessuno ha il diritto di uccidere perché l’unico Atma è presente in tutti. Le persone commettono crimini odiosi in nome di Dio; questo non va bene per nessuno.

“Amate tutti, servite tutti. Voi non potete fare sempre delle gentilezze, ma potete sempre parlare gentilmente.”

Non esiste Dio più grande dell’Amore.

“L’Amore è Dio, Dio è Amore. Vivete nell’Amore.”

Distruggete le caratteristiche malvagie. Le persone dalla mente meschina cercano di attribuire la loro meschinità a Dio: questo è segno di ignoranza; non prestate loro alcuna attenzione. Abbiate fede nel vostro Sé, altrimenti non potete amare Dio.

•Estratto del Discorso di Natale di Bhagavan tenuto il 25 dicembre 2001

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