Every last child summary it

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EVERY LAST CHILD

I bambini che il mondo ha deciso di dimenticare


Il mondo ha fatto progressi nel migliorare la vita dei bambini ma milioni sono stati esclusi a causa della loro identità o del luogo in cui vivono.

Povertà

discriminazione

Save the Children chiede ai leader mondiali tre garanzie per tutti i bambini …

assenza di rappresentanza

y

t tabili n u o Acc

Trattamento Equo

ua za Eq n a n i F

...per assicurare i diritti di base a tutti e raggiungere fino all’ultimo bambino

Per sopravvivere e crescere 2

Per imparare

Per essere protetti


Sintesi

I bambini dimenticati dal mondo Circa 16.000 bambini sotto i cinque anni moriranno oggi1. Circa 250 milioni di bambini in età scolare – due su cinque – non raggiungono i risultati minimi di apprendimento2. Che un bambino viva o muoia, vada a scuola o meno, non è frutto del caso ma il risultato di scelte che escludono alcuni di loro, intenzionalmente o per negligenza. Non possiamo vivere in un mondo in cui i corpi dei bambini costretti a scappare dalla guerra vengono trascinati a riva sulle coste europee; un mondo in cui un bambino indigeno può non aver diritto a interventi salvavita a causa della sua appartenenza etnica. Un mondo in cui una bambina può vedersi negato l’accesso all’educazione, e il proprio futuro compromesso, solo per essere nata femmina e non maschio. È un mondo dove milioni di bambini con disabilità sono esclusi dalle opportunità educative che gli permetterebbero di realizzarsi nella vita al pieno delle loro potenzialità. Da ormai quasi un secolo Save the Children si batte per salvare i bambini dalla povertà. Oggi il nostro obiettivo è sconfiggere un nemico altrettanto mortale e distruttivo: la discriminazione. Milioni di bambini muoiono invano, vedono negato il loro accesso

all’istruzione o sono esposti alla violenza solamente a causa della loro identità. Il rapporto racconta la storia dei bambini che il mondo ha deciso di dimenticare e definisce ciò che è necessario fare affinché nessuno di loro venga lasciato indietro.

Il mondo deve rinnovare la battaglia contro la discriminazione Negli ultimi decenni, il mondo ha fatto progressi eccezionali nel combattere la povertà. Dal 1990, il numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono per cause prevenibili è stato dimezzato3. Il numero di bambini che non hanno accesso alla scuola primaria si è ridotto del 42% rispetto al 20004, e quello dei bambini con ritardi della crescita dovuti alla malnutrizione è diminuito di oltre un terzo5. I progressi di questi ultimi anni sono serviti a cambiare e salvare milioni di vite ma non hanno contribuito a combattere le discriminazioni. Ciò significa che i progressi non hanno interessato in modo equo tutti i bambini e le bambine. L’estrema povertà continua ad essere una condizione inaccettabile ma un numero spropositato di bambini

Cosa intendiamo con “esclusione”? I bambini dimenticati dal mondo sono quei bambini che non beneficiano dei progressi in termini di benessere sociale registrati a livello globale – in particolare in ambito sanitario ed educativo – a causa di un mix tossico di povertà e discriminazione. La discriminazione che si trovano ad affrontare può essere dovuta a decisioni che li escludono intenzionalmente o è frutto di negligenza e di mancata attenzione da parte del sistema in cui vivono.

Un bambino è escluso perché subisce gli effetti della combinazione di povertà e discriminazioni, intese come distinzioni o restrizioni basate sulla sua identità e provenienza che gli impediscono di godere dei propri diritti. L’esclusione preclude a milioni di bambini l’accesso al cibo, alle cure mediche e all’educazione di cui hanno bisogno. Inoltre questi bambini, e le loro comunità, generalmente hanno scarso potere di modificare la propria situazione e poca influenza sulle decisioni che riguardano le loro vite. 3


Sintesi

muore o è escluso dall’educazione non “solo” a causa della povertà. Sia che vivano in un Paese ricco o in uno dei Paesi più poveri del mondo, spesso sono vittime di povertà e discriminazione, due ingiustizie che insieme portano all’esclusione. L’esclusione è presente in ogni Paese e riguarda milioni di bambini: • 400 milioni di bambini nel mondo appartengono a minoranze etniche o religiose discriminate6. • 1 bambino su 10 vive in un Paese in conflitto7. • 150 milioni di bambini vivono con una disabilità8. • 400 milioni di bambini sotto i 13 anni vivono in estrema povertà9. • Un quarto di tutti i bambini su cui abbiamo dati – circa 1.2 miliardi di bambini in Paesi in via di sviluppo – vive in una regione remota del proprio Paese10. I bambini appartenenti ai gruppi più vulnerabili sono quelli maggiormente esclusi e “lasciati indietro”

Questi sono i bambini dimenticati dal mondo, focus e protagonisti della nostra nuova campagna globale. Abbiamo deciso di concentrarci in particolare su questi bambini perchè le discriminazioni che subiscono hanno un prezzo troppo alto: • Due terzi delle famiglie in povertà che hanno difficoltà ad accedere ai servizi di salute, al cibo e all’educazione fanno parte di una minoranza etnica11. • I gruppi indigeni formano il 5% della popolazione globale ma il 15% delle persone in povertà12. • 720 milioni di ragazze si sono sposate prima dei 18 anni – comparate ai 156 milioni di ragazzi13. • La probabilità che le bambine appartenenti alle famiglie più povere abbiano accesso alla scuola è inferiore a quella dei bambini provenienti dallo stesso contesto14. • Solo un ragazzo rifugiato su quattro, in età da scuola secondaria, ha accesso all’istruzione15. • Il rischio che i bambini con disabilità subiscano abusi fisici o sessuali, o vengano abbandonati e trascurati è tra le 3 e le 4 volte superiore rispetto ai loro pari16.

Nuovi dati sui bambini esclusi Il nostro Child Development Index (CDI) evidenzia le disuguaglianze nelle opportunità di vita dei bambini di tutto il mondo. Il CDI classifica i Paesi – e i gruppi all’interno dei Paesi – secondo le opportunità di vita per i bambini prendendo in considerazione gli indicatori chiave di un buono sviluppo. Le disuguaglianze emerse sono impressionanti. Nella Repubblica del Congo le disparità tra gruppi etnici sono ampie tanto quanto la differenza tra i valori dell’indice dell’Egitto e della Somalia. In Perù, un Paese a medio reddito, i bambini indigeni Quechua hanno le stesse opportunità di vita che hanno, in media, i bambini del Gambia, un Paese più povero. In Mozambico le disparità, tra i bambini di lingua portoghese e quelli di una delle minoranze etniche del Paese, sono tanto ampie quanto quelle registrate tra i bambini di un Paese a reddito medio come l’Indonesia e quelli di un Paese più povero come il Ciad. In questo rapporto usiamo nuovi dati, relativi ai gruppi etnici, al genere e alle diverse regioni all’interno dei Paesi, basati sul Groups-based Inequality Database (GRID). Questo contiene le statistiche sui risultati di sviluppo umano calcolate attraverso l’elaborazione dei dati provenienti da 280 indagini sui nuclei familiari e da

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un’ampia raccolta di ricerche pubbliche aggregate. Il GRID è stato utilizzato per lo sviluppo del Child Development Index e per effettuare una serie di nuove analisi sui dati raccolti anche in relazione al cambiamento della situazione nel tempo. Si è così rilevato che più della metà dei Paesi del campione esaminato ha visto un incremento della disuguaglianza nelle opportunità di vita tra i gruppi etnici e tra le regioni all’interno dei Paesi stessi. Sfortunatamente, la mancanza di dati resta una delle sfide da affrontare: i gruppi esclusi risultano infatti invisibili alle statistiche. Le nostre analisi sono state pertanto completate da stime basate su dati secondari. Il rapporto attinge anche ad un’analisi approfondita realizzata in 28 Paesi in cui Save the Children opera. Gli esperti che lavorano sul campo, con i gruppi maggiormente vulnerabili, hanno prodotto una serie di schede Paese ricche di informazioni utili per comprendere il contesto specifico e le cause principali delle disuguaglianze che colpiscono i bambini. I dati delle analisi sono stati integrati con casi e testimonianze sull’esperienza dei bambini e delle famiglie beneficiari dei programmi di Save the Children.


IN MOLTI PAESI LE DISUGUAGLIANZE STANNO PEGGIORANDO Vi potrebbe essere la tentazione di definire alcuni di questi problemi come “unfinished business” e di affermare che le ingiustizie saranno eliminate insieme allo sradicamento della povertà. Nella realtà però, l’impatto dell’esclusione sulle opportunità di vita sta diventando sempre più importante17. Il rapporto, basato sull’analisi di nuovi dati, mostra come le disuguaglianze nelle opportunità di vita per i gruppi etnici esclusi stiano peggiorando nella maggioranza dei Paesi per i quali questi dati sono disponibili. La nostra ricerca evidenzia come, più di 20 anni dopo la fine dell’apartheid e più di 60 anni dopo la nascita del movimento per i diritti civili americano, l’etnia sia ancora un fattore importante nel definire gli standard di vita in ogni parte del mondo. Per esempio i bambini Quechua in Perù hanno 1.6 volte più probabilità di morire prima del loro quinto compleanno e più del doppio delle probabilità di soffrire di malnutrizione cronica rispetto ai bambini di lingua spagnola. In Ghana, nel 1998, i bambini Gruma avevano circa il doppio delle probabilità di soffrire di malnutrizione cronica rispetto a quelli dei gruppi meno svantaggiati; il gap, nel 2014, è aumentato a circa 3.5 volte. Nella maggioranza dei Paesi le disuguaglianze sono peggiorate e i gruppi etnici più svantaggiati vengono lasciati indietro. La nostra analisi mostra anche che le disuguaglianze nelle opportunità di vita tra le diverse regioni di uno stesso Paese stanno aumentando nella maggioranza dei casi di cui abbiamo dati disponibili. La regione in cui un bambino vive può essere determinante tanto quanto il Paese di origine. Per esempio, il nostro Child Development Index mostra che in Burkina Faso i bambini che vivono nella regione del Sahel hanno meno opportunità di vita dei bambini del Ciad (un Paese più povero); mentre i bambini della regione della capitale Ouagadougou hanno le stesse opportunità dei bambini in Indonesia. In molti Paesi questi divari stanno aumentando. Per esempio, in Benin i bambini della regione povera di Alibori hanno registrato progressi più lenti e non beneficiano dei passi avanti che il Paese sta muovendo.

Il 2014 è stato l’anno in cui si è registrato il maggior numero di rifugiati nell’ultima decade. Se nel 2011 i bambini rappresentavano il 46% dei rifugiati del mondo, tre anni dopo questa percentuale è cresciuta al 51%18. Sempre il 2014 ha visto anche il più alto numero di sfollati registrati, 59.5 milioni, 8.3 milioni in più rispetto al 2013. Oltre la metà degli sfollati interni sono bambini19.

Sintesi

Oltre a compromettere la vita di milioni di bambini, queste forme di discriminazione hanno un impatto socio-economico profondo. L’esclusione mina la fiducia, la coesione della comunità, la crescita economica e la pace.

Non si può parlare solo di cattiva gestione. La prolungata natura di queste disparità segnala, nella migliore delle ipotesi, grave negligenza e, nella peggiore, profonda e radicata discriminazione.

Siamo tutti responsabili Senza azioni urgenti che affrontino le profonde cause dell’esclusione, i progressi nello sradicamento della povertà rallenteranno e potrebbero arrivare ad arrestarsi del tutto. Nel 2015 i leader mondiali hanno definito i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs), volti a combattere la povertà in tutte le sue forme, ed hanno così promesso di “non lasciare nessuno indietro” (leave no one behind). Save the Children apprezza e supporta questi coraggiosi obiettivi, ma rileva come non possano essere raggiunti senza porre fine alle discriminazioni esistenti verso i gruppi esclusi: concentrarsi solo sullo sradicamento della povertà non è sufficiente. In anni recenti il mondo ha giustamente iniziato a mettere in discussione le disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza. Ma ora c’è bisogno di un’attenzione simile per affrontare le disuguaglianze nelle opportunità di vita tra bambine e bambini, tra gruppi etnici diversi, tra regioni diverse, e per combattere tutte le forme di discriminazione basate sull’identità. L’esclusione dei bambini per motivi legati alla loro identità e provenienza è una scelta che implica diversi responsabili a più livelli. • L’esclusione è vissuta a livello familiare – quando si decide sulla base del reddito familiare, del genere o della disabilità se un bambino o una bambina possano o meno andare a scuola. • L’esclusione è rafforzata a livello locale – quando le scuole e le cliniche sanitarie non sono in grado di fornire servizi inclusivi penalizzando alcuni gruppi in particolare. • L’esclusione è istituzionalizzata a livello nazionale - le voci e le esperienze dei bambini e delle loro comunità vengono ignorate e vi è 5


Sintesi

TABELLA 1- Tre garanzie per tutti i bambini 1. Finanza Equa

2.Trattamento Equo

Incremento delle entrate pubbliche attraverso un sistema di tassazione e spesa equo supportato a livello internazionale

Norme e politiche per rimuovere le barriere discriminatorie nell’accesso ai servizi

Migliorare la disaggregazione dei dati

Rimuovere le barriere finanziarie nell’accesso ai servizi essenziali

Campagne pubbliche per indurre cambiamenti di norme e comportamenti

Assicurare che la governance a tutti i livelli includa i bambini

Sicurezza finanziaria minima per tutti i bambini

Assicurare che ogni nascita sia registrata

Garantire monitoraggio e trasparenza di bilancio

una mancanza di risorse per assicurare che ogni bambino sopravviva e cresca. • Nonostante le importanti norme e convenzioni stabilite dalle Nazioni Unite, e recepite dalla maggior parte dei Paesi, queste ingiustizie sono troppo spesso alimentate a livello internazionale da un sistema che non è in grado di garantire ai Paesi in via di sviluppo una distribuzione equa delle tasse mondiali e degli aiuti, e che non riesce ad assicurare che i diritti di tutti i bambini esclusi siano rispettati.

Pari opportunità per tutti i minori Sebbene le barriere che i bambini esclusi e più vulnerabili incontrano siano alte, non sono insormontabili. Sono il risultato di scelte umane, e scelte umane possono demolirle. Per superare le barriere all’inclusione, siano esse finanziarie, discriminatorie o legate all’assenza di accountability, chiediamo ai leader mondiali di impegnarsi a raggiungere tre garanzie per tutti i bambini: 1. Finanza Equa – finanziamento sostenibile e accesso gratuito ai servizi essenziali Incrementare gli investimenti pubblici in servizi di base di qualità accessibili a tutti i bambini e 6

3. Accountability

in modo particolare di quelli più vulnerabili. Per fare ciò è necessario, ad esempio, aumentare le entrate fiscali, rendere i meccanismi di tassazione e la distribuzione della spesa pubblica più equi, arginare i flussi finanziari illeciti e l’elusione fiscale, eliminare i costi di accesso ai servizi essenziali e adottare misure specifiche per i gruppi maggiormente esclusi.

2. Trattamento Equo – porre fine a norme, politiche e prassi discriminatorie Modificare le leggi e le politiche per rimuovere le barriere discriminatorie - ad esempio quelle che tollerano e consentono il perpetrarsi della violenza nelle scuole o i matrimoni precoci - e proteggere così i diritti di tutti i bambini e le bambine. E’ inoltre fondamentale produrre dei cambiamenti nelle norme e nei comportamenti per sradicare le profonde discriminazioni sociali e culturali esistenti. 3. Accountability – nei confronti dei minori, delle loro famiglie e delle comunità E’ necessario assicurare una maggiore partecipazione dei gruppi esclusi – in particolare dei bambini – nei processi decisionali e nell’allocazione dei fondi. Coinvolgere i bambini è fondamentale per combattere l’esclusione e


Queste garanzie sono le richieste che Save the Children rivolge ai decision makers per conto di tutti i bambini e le bambine di ogni parte del mondo.

La campagna globale di Save the Children Sappiamo cosa si deve fare per assicurare che nessun bambino venga lasciato indietro solo perché è una ragazza, appartiene ad un gruppo etnico discriminato, ha una disabilità, è sfollato a causa di conflitti o perché vive nel posto sbagliato. Questo rapporto delinea l’ambizione di Save the Children di contribuire a porre fine all’esclusione, e sollecita i leader mondiali ad unirsi a noi nel fare tutto ciò che è

necessario per raggiungere fino “all’ultimo bambino”. Nei prossimi tre anni Save the Children farà tutto il possibile per assicurare che ogni bambino sopravviva e cresca in salute. Lavoreremo direttamente con i bambini più vulnerabili ed esclusi, cercando soluzioni e approcci programmatici innovativi. Contribuiremo a cambiare quelle leggi, norme e politiche che hanno permesso alla povertà e alla discriminazione di persistere, e porteremo avanti una campagna con e per i bambini dimenticati dal mondo, i più vulnerabili.

Sintesi

raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Per fare ciò si dovrà investire sulla disponibilità di dati disaggregati, garantire che la governance a tutti i livelli includa i gruppi più vulnerabili e assicurare la trasparenza e il monitoraggio dei bilanci.

Quest’obiettivo non potrebbe essere più urgente. Il mondo nel quale viviamo oggi non è il mondo che dovremmo costruire per i nostri bambini. Con il vostro aiuto possiamo costruirne uno nel quale le opportunità di ogni bambino non siano determinate da chi è o da dove vive. Insieme potremmo porre fine all’esclusione. Insieme potremmo raggiungere fino all’ultimo bambino (Every Last Child)

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La storia in numeri

I bambini che il mondo ha deciso di dimenticare.

400 milioni di bambini nel mondo appartengono a minoranze etniche o religiose discriminate.

20

Un quarto dei bambini per i quali abbiamo dati disponibili – circa 1.2 miliardi di bambini in Paesi in via di sviluppo – vive in una regione remota del proprio Paese. 21

117 milioni di bambine mancano dalla popolazione globale, nel 2010, prevalentemente a causa della selezione sessuale prenatale.

22

720 milioni di ragazze si sono sposate prima dei 18 anni – rispetto ai 156 milioni di ragazzi.

23

1 ragazzo rifugiato su 4 è iscritto alla scuola secondaria , 3 ragazzi su 4 nel 24

resto del mondo.

25

I gruppi indigeni formano il 5% della popolazione globale ma il 15% delle persone in povertà. 26

La probabilità che i bambini con disabilità subiscano violenza fisica o sessuale o vengano abbandonati e trascurati è da 3 a 4 volte superiore a quella dei loro pari. 27

8


Più della metà dei Paesi su abbiamo sono dati disponibili, ha visto un incremento della disuguaglianza nelle opportunità di vita tra gruppi etnici e tra regioni all’interno dei Paesi dal 2000 a oggi. 28

La storia in numeri

Le disuguaglianze stanno peggiorando.

In due terzi delle famiglie che vivono in condizioni di povertà e non hanno accesso alla salute, alla nutrizione e all’educazione, in Paesi a reddito basso e medio - basso, il capo famiglia appartiene ad una minoranza etnica. 29

42.500 persone al giorno sono state costrette ad abbandonare le loro case nel 2014, il quadruplo rispetto al 2010.

30

17 anni: il periodo medio che un rifugiato trascorre lontano da casa.

31

Ma ci sono segnali di miglioramento... 30% l’aumento del numero di bambini vaccinati nella regione Ayacucho del Perù dopo aver ricevuto trasferimenti di denaro.

32

Più del 90% della popolazione del Rwanda è coperta dall’assicurazione sanitaria nazionale nei primi dieci anni di vita.

33

La disuguaglianza di genere nella mortalità infantile si è ridotta del 50% in Bangladesh negli ultimi 20 anni. 34

91% delle bambine nel mondo ha completato la scuola primaria dal 2013, partendo dal 78% nel 2000, avvicinandosi così alla percentuale dei bambini che è del 93%. 35

9


Note

Sintesi UN Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation (2015) Estimates for child mortality. http://www.childmortality.org/

1

UNESCO (2014) Around 250 million children of primary school-age are not reaching a minimum learning standard. Nota tecnica preparata per l’Education for All Global Monitoring Report 2013/2014. http://unesdoc.unesco.org/images/0022/002287/228723E.pdf

2

UN Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation (2015) Estimates for child mortality. http://www.childmortality.org/

3

UNESCO (2014) Il progresso globale nell’educazione primaria universale si è arrestato http://www.uis.unesco.org/FactSheets/Documents/fs-28outof-school-children-en.pdf

4

Tra il 1990 e il 2010 il numero globale si è ridotto ad un terzo, vedi: De Onis, M., Blossner, M. and Borghi, E. (2012) Prevalence and trends of stunting among pre-school children, 1990–2020. http://www.who.int/nutgrowthdb/ publications/stunting1990_2020/en/

5

Dati Save the Children basati sul Minorities at Risk database (http:// www.cidcm.umd.edu/mar/about.asp) e statistiche sulla popolazione delle Nazioni Unite

6

UNICEF (2014) More than 1 in 10 Children Living in Countries and Areas Affected by Armed Conflict. https://www.unicefusa.org/press/releases/unicef-more-1-10-children-livingcountries-and-areas-affected-armedconflict/21551

7

UNICEF (2006). The State of the World’s Children. http://www.unicef.org/ sowc06/pdfs/sowc06_fullreport.pdf

8

Olinto, P., Beegle, K. Sobrado, C. & H. Uematsu (2013). The State of the Poor:Where are the poor, where is extreme poverty harder to end, and what is the current profile of the world’s poor? http://siteresources.worldbank.org/ EXTPREMNET/Resources/EP125.pdf

9

1.2 miliardi dei 2.2 miliardi di bambini che vivono, secondo stime del 2014, nei Paesi in via sviluppo. I dati corrispondono all’analisi fatta da Save the Children basata sul Groups-based Inequality Database. 10

UN News Centre (2015). 2015 ‘year of fear’ for children, UN education envoy says, urging school funding in crisis. http://www.un.org/apps/news/story. asp?NewsID=50929 -.VrX9XS4nzct http://www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=50929#.Vw9lAHGLTIU 19

La storia in numeri Calcolato usando il Minorities at Risk database (http://www.cidcm.umd. edu/mar/about.asp) e le statistiche demografiche delle Nazioni Unite. 20

1.2 miliardi dei 2.2 miliardi di bambini che vivono, secondo stime del 2014, nei Paesi in via sviluppo. I dati corrispondono all’analisi fatta da Save the Children basata sul Groups-based Inequality Database. 21

UNFPA (2012). Sex Imbalances at Birth: Current trends, consequences and policy implications. http://www.unfpa.org/sites/default/files/pub-pdf/ Sex%20Imbalances%20at%20Birth.%20PDF%20UNFPA%20APRO%20 publication%202012.pdf 22

UNICEF (2014). Ending Child Marriage: Progress and prospects. UNICEF, New York. http://www.unicef.org/media/files/Child_Marriage_Report_7_17_LR..pdf 23

24

The World Bank Group (2016 Gross enrolment ratio, secondary, both sexes (%). http://data.worldbank.org/indicator/SE.SEC.ENRR/countries?display=graph

IFAD (n.d.). Rural Poverty Portal: Indigenous people and rural poverty. http://www.ruralpovertyportal.org/topic/home/tags/indigenous_peoples 26

Jones, L., Bellis, M.A., Wood, S., Hughes, K., McCoy, E., Eckley, L.,Bates, G., Mikton, C., Shakespeare, T., Officer, A. (2012) ‘Prevalence and risk of violence against children with disabilities: a systematic review and meta-analysis of observational studies’. The Lancet,Vol. 380, No. 9845 27

Calcoli Save the Children basati sul Groups-based Inequality Databased (GRID). 28

Sumner, A. (2012). The New Face of Poverty: How has the Composition of Poverty in Low Income and Lower Middle Income Countries (excluding China) Changed since the 1990s? IDS Working Paper No 408. https://www.ids.ac.uk/files/dmfile/Wp408.pdf 29

IFAD (n.d.). Rural Poverty Portal: Indigenous people and rural poverty http://www.ruralpovertyportal.org/topic/home/tags/indigenous_peoples

30

UNICEF (2014). Ending Child Marriage: Progress and prospects. UNICEF, New York. http://www.unicef.org/media/files/Child_Marriage_Report_7_17_LR..pdf

31

12

13

14

Elaborazione Save the Children

The World Bank Group (2016) Gross enrolment ratio, secondary, both sexes (%). http://data.worldbank.org/indicator/SE.SEC.ENRR/countries?display=graph 15

Jones, L., Bellis, M.A., Wood, S., Hughes, K., McCoy, E., Eckley, L., Bates, G., Mikton, C., Shakespeare, T., Officer, A. (2012) ‘Prevalence and risk of violence against children with disabilities: a systematic review and meta-analysis of observtional studies’.The Lancet,Vol. 380, No. 9845 16

Calcoli Save the Children basati sul Groups-based Inequality Databased (GRID) e analisi sul Child Development Index (CDI). 17

UNHCR (2016). Education. http://www.unhcr.org/pages/49c3646cda.html

25

Sumner, A. (2012). The New Face of Poverty: How has the Composition of Poverty in Low Income and Lower Middle Income Countries (excluding China) Changed since the 1990s? IDS Working Paper No 408. https://www.ids. ac.uk/files/dmfile/Wp408.pdf 11

10

UNHCR. (2014). UNHCR Global Trends, Forced Displacement in 2014, World at War. http://unhcr.org/556725e69.html 18

UNHCR. (2014). UNHCR Global Trends, Forced Displacement in 2014, World at War. http://unhcr.org/556725e69.html Executive Committee of the High Commissioner’s Programme (2004). Protracted Refugee Situations. Standing Committee 30th Meeting. http:// www.unhcr.org/40ed5b384.html Jones, N., with Vargas, R. and Villar, E. (2008) ‘Cash transfers to tackle childhood poverty and vulnerability: an analysis of Peru’s Juntos programme’, Environment and Urbanization, 20(1), 2008, pp 255–273 p. 264. 32

Makaka, A., Breen, S & A. Binagwaho (2012). ‘Universal health coverage in Rwanda: a report on innovations to increase enrolment in community-based health insurance’. The Lancet.Vol 380, Special Issue, S7. 33

Save the Children (2015). The Lottery of birth: Giving all children an equal chance to survive. http://www.savethechildren.org.uk/resources/onlinelibrary/lottery-birth 34

The World Bank Group (2016). World Development. http://dataworldbank.org/indicator/SE.PRM.CMPT.FE.ZS 35


EVERY LAST CHILD Save the Children è la piÚ importante organizzazione internazionale indipendente, dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, subito e ovunque, con coraggio, passione, efficacia e competenza.


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